DANCING WITH MYSELF

prima fan fiction..

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  1. FaithLess
     
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    Fede, ti posto anche il sesto, visto che è pronto. non ti dico nulla sul finale...


    Capitolo 6: If I had the chance

    Buffy andò nella sua stanza al centro d’addestramento, sarebbe dovuto essere il suo ufficio ma aveva un’aria vuota come se non fosse stato molto frequentato. In realtà era proprio così, da quando glielo avevano fatto vedere c’era stata pochissimo. Non era tipa da stare in un ufficio tutta sola. Per pensare aveva la palestra e non passava molto tempo sui libri, soprattutto da quando lì pullulava di piccole Giles capeggiate da Willow.
    Si sedette alla scrivania l’unica cosa che vi era poggiata sopra era una piccola foto di Joice.
    Buffy la prese tra le mani e la guardò, fece passare il suo dito lievemente sul viso della madre e quasi senza voce “Mamma”.
    Avrebbe voluto sapere cosa avrebbe detto di lei, di quello che era diventata. Della donna che era, della cacciatrice che era stata negli ultimi anni, se ne sarebbe stata fiera. Dentro di lei sapeva che la madre era sempre stata fiera di lei, quindi lo sarebbe stata anche ora, anche dopo le sue scelte difficili. Desiderava, però sapere se stavolta, ne sarebbe stata felice.
    Se le sue scelte avrebbero dato felicità alla madre, Buffy credeva di no. Sapeva che certe cose alla madre non piacevano o forse si sbagliava. Aveva un ricordo della madre probabilmente un po’ immaturo, le sarebbe piaciuto vederla adesso. Avrebbe sicuramente capito di più di sua madre, della donna che era.
    Rimise la foto al suo posto e con l’interfono si fece chiamare Andrew. nell’attesa si mise a giocare con una sua ciocca di capelli, aveva dimenticato l’idea di scurirseli ed ora che li guardava meglio pensò che fosse una pessima idea. Qualcosa però intendeva cambiarlo, non li voleva più scuri, forse più chiari. Cercò di immaginarsi ancora più bionda o forse di un altro colore o con qualche ciocca colorata, era troppo vecchia per queste cose. Mentre pensava, continuava ad arrotolarsi la ciocca tra le dita, il suo sguardo era fisso nel vuoto. La sua mente si divincolava tra gli ultimi eventi, tentava di assimilare, di razionalizzare quanto stesse accadendo intorno a lei.
    Fu interrotta da uno strano bussare alla porta, non fece in tempo a dire “avanti” che Andrew precipitò al centro della stanza. “Mi hai fatto chiamare?”
    “Sì, ho bisogno di parlarti.”
    “Certo dimmi tutto.” Il ragazzo era sorridente, probabilmente si sentiva molto onorato.
    “Sei tu che devi dirmi tutto. Andrew devi dirmi che ti ha detto lui, come ha fatto ha tornare?” il viso della cacciatrice era aperto e sincero, aveva bisogno di sapere le si leggeva negli occhi.
    “So che qualcuno ha spedito l’amuleto, dopo che abbiamo salvato il mondo, alla filiale della W&H di Los Angeles, era indirizzato ad Angel, come lui lo ha aperto si è manifestato Spike. Inizialmente era incorporeo, come uno stupendo fantasma iridescente. Lo spirito di un eroe.” le sopracciglia di Buffy si aggrottarono e lo guardò basita, lui non curante proseguì “insomma era li tutto incorporeo e bloccato nell’edificio, non poteva lasciare la città, poi un incantesimo regalato da non so chi lo rese corporeo. Questo è tutto quello che mi è stato raccontato.” Si interruppe nell’attesa che lei dicesse qualcosa, ma lei non parlava lo guardava esitante. Infine apri appena le labbra e flebilmente:
    “Ma lui che ti ha detto?”
    “Veramente mi aveva detto di non dirti niente ed all’inizio l’ho fatto, volevo rispettare il nostro fraterno legame, la mia lealtà nei suoi confronti, poi però, insomma… la strana telefonata di Willow, quei demoni e tutte le cose sul riaprire la bocca dell’inferno..”
    “Perché?” lo interruppe
    “Buffy come perché i demoni vogliono sicuramente fare delle brutte cose riaprendo...”
    “Perché non voleva che me lo dicessi?” lo interruppe di nuovo seccata la cacciatrice
    “Non lo so, mi ha detto che voleva fartelo sapere lui. Credo che però non sapesse come fare, mi disse che non poteva chiamarti: <ciao Buffy non mi sono incenerito come credevi, come ti va?> insomma credo che volesse trovare un modo migliore. Mi ha chiesto come stavi, era molto interessato a sapere di te. Sai lui è un eroe tormentato, una creatura della notte, uno splendido eroe della notte….”
    Il viso di Buffy era davvero perplesso, parte era per le parole di Andrew, il resto, era per il comportamento di Spike. Di cosa aveva paura? Di renderla troppo felice dandogli una così bella notizia? O davvero non aveva creduto a quando aveva detto di amarlo? Dannazione lo aveva fatto troppo tardi. La conversazione si trascinò ancora per qualche minuto. A Buffy sembrò un’eternità, poi alla fine Andrew disse che doveva andare che stavano facendo delle ricerche molto importanti su quei demoni, così si alzò, salutò e sgattaiolò via. Buffy tirò un sospiro di sollievo, finalmente era sola. Si stupì di questa sua osservazione, non avrebbe mai pensato di augurarsi di rimanere sola.

    Nella sua stanza tornò a pensare ai suoi capelli. Frugo nei cassetti e trovò uno specchietto. Lo posizione a contrasto con dei fascicoli in modo di non doverlo tenere. Sciolse i capelli e con le dita a pettine, con calma, se li sistemò. Erano divenuti molto lunghi, questo non le dispiaceva. Avevano un colore un po’ strano. I colpi di sole avevano perso d’intensità. Il taglio era leggermente trascurato. Negli ultimi mesi erano successe così tante cose. Aveva avuto così da fare, cambiare città, trovarsi un appartamento più la caccia che non aveva mai smesso.
    Certo, ora non era l’unica cacciatrice ma comunque aveva delle responsabilità, quelle ragazze avevano bisogno di lei. Almeno così sperava.
    Uscì dal suo ufficio in strada cercò di ricordarsi quel parrucchiere che una delle cacciatrici le aveva consigliato durante una ronda. Riuscì a trovarlo. Come la ragazza le aveva detto, era in un vicolo vicino al centro. All’interno c’era una buffa ragazza, aveva un viso dolcissimo, non era molto alta e non era magra, non che fosse grassa era un pochino rotondetta. Stava pulendo dei prodotti in un lavandino. Vide entrare Buffy e le fece un grande sorriso, era una bella ragazza. Aveva dei buffi capelli corti, scuri pieni di ciocche di tutti i colori, le stette subito simpatica. Passarono un po’ di tempo a chiacchierare ed a capire come cambiare i suoi capelli. Infine la ragazza gioiosa si mise al lavoro.

    Buffy uscì dalla parrucchiera in tarda mattinata, era stata bene con lei.
    “Ciao Cathy, ci vediamo presto, passerò a trovarti a breve.” Buffy le sorrideva.
    “Quando vuoi Buffy, sono sempre qui, buona giornata.”
    Mentre camminava nel vicoletto, pensò che volesse davvero andarla a trovare presto, quella ragazza trasmetteva gioia.

    Risalì le scale del centro, incrociò Kennedy che le scendeva di fretta.
    “Buffy, Willow ti sta cercando. Bel taglio di capelli; era ora.”
    “Grazie, l’ho pensato anch’io. La raggiungo subito.”
    Raggiunse la stanza di Willow, all’interno c’erano anche Andrew e Dawn, avevano tutte facce serie e un po’ stanche, si vedeva che era molto che consultavano libri.
    “Wow ti sei sistemata i capelli finalmente, stai benissimo” la accolse Dawn, con un bel sorriso, la ragazza era cresciuta molto, Buffy ne era abbastanza fiera.
    “Davvero ti stanno benissimo.” Le sorrise Willow con fare complice. Probabilmente cercava di capire se l’amica era arrabbiata con lei.
    Anche Andrew si unì ai complimenti.
    “Che novità ci sono?”
    “Allora iniziamo dai demoni” iniziò Willow prontamente. “Abbiamo scoperto che sono anche loro in alto mare, quello che accade a Los Angeles ha scombinato anche i loro piani. Si stanno riunendo tutti in questa città in attesa che accada qualcosa, probabilmente sanno che noi indagheremo e sperano che indirettamente li aiuteremo nel loro lavoro. Ho fatto un incantesimo per localizzare il loro covo e l’ho trovato. Senza troppe sorprese, si sono stabiliti in una vecchia fabbrica abbandonata appena fuori la città, i demoni hanno davvero poca fantasia. Di giorno li dovremmo trovare tutti lì. Amano girare per la città di notte, non vogliono farsi riconoscere. Credo sia bene eliminarli subito, anche se per adesso non possono scatenare l’apocalisse. La loro presenza in città sta lasciando un orribile scia di sangue.” Il suo modo di spiegare era fermo e deciso. Aveva un piglio da grande comandante, era davvero un’amazzone.
    Buffy, annuendo, aggiunse “Ottimo Will. Allora colpiremo prima che cali il sole. Non è un’operazione difficile, dobbiamo avvertire Kennedy, ho bisogno della sua squadra di ragazze ed ho bisogno di te Willow.”
    “Nessun problema, Kennedy è già in allerta e sta radunando ed armando la squadra. Io sono qui e sono sempre pronta, amica mia.”
    “Allora ci recheremo li e circonderemo l’edificio, potrebbero avere delle sentinelle ma non sarà un grosso problema per noi ucciderli prima che avvertano gli altri. Te Will intanto dovresti fare un incantesimo, una sorta di barriera di contenimento, per cercare di isolare l’esplosione. Voglio farli saltare in aria ma non voglio che si senta il rumore, ne voglio che le fiamme danneggino gli edifici limitrofi. Si può fare qualcosa del genere?”
    “Non è complicato, ora ci lavoro un attimo ma non è niente di difficile. Nessun problema.”
    “Allora è tutto stabilito, tra un paio d’ore al massimo dobbiamo entrare in azione. Ora dimmi che altro avevi da dirmi.”
    “Si tratta di Los Angeles” il viso di Willow si fece cupo “E’ come sospettavamo, la città è irraggiungibile dall’esterno. La situazione è grave. Purtroppo non ci è possibile intervenire in nessun modo, questo non vuol dire che smetteremo di provare. Buffy, cercheremo qualcosa ma non so cosa si possa fare. La situazione come ti dicevo è complicata. Sono certa che loro se la caveranno.” Buffy la guardava attonita, non aveva idea di cosa pensare, alla fine dopo qualche attimo di silenzio aggiunse: “Ottimo lavoro, Will, continua a provare. Magari troviamo un modo per aiutarli. Per ora pensiamo ai nostri stupidi demoni. Vado nel mio ufficio a scegliere le armi. Passo qui tra un po’ ed iniziamo a muoverci.”
    “Aspetta” Willow si avvicinò e la prese piano in disparte “Credo di aver finalmente capito perché ho quelle visioni. Nella battaglia contro il primo, dopo l’incantesimo sono rimasta qualche minuto sdraiata piena di energia mistica. Qualcosa ad un certo punto mi aveva sfiorato, una luce, uno strano calore, avevo provato delle strane sensazioni ma credevo fossero conseguenze del mio incantesimo. Invece era Spike, la luce della sua anima, che l’amuleto aveva reso così potente, mi aveva sfiorato. In quel momento ero particolarmente ricettiva alle energie mistiche e credo che in qualche modo si sia stabilito un contatto con la sua anima. Perciò lui, probabilmente inconsciamente, trasferisce parte delle sue sofferenze in me. Sento la sua anima che mi parla.”
    Buffy era senza parole. Inizialmente provò gelosia. Poi comprese che era davvero stupido il suo comportamento. “Will ti prego, cerca di aiutarlo. Stagli vicino.”
    “Non credo che lui senta il mio contatto. Ma cercherò di aiutarlo.”
    “Grazie.”

    Buffy uscì velocemente dalla stanza sotto lo sguardo dell’amica. Arrivò velocemente nel suo ufficio. Non doveva scegliere nessun’arma era chiaro che avrebbe portato l’ascia, questo lo sapevano anche i suoi amici. Avvertiva solo il bisogno di star un po’ da sola. Nuovamente questo bisogno, la vita è davvero ironica.
    Si sistemò nella scrivania, lo specchietto era come lo aveva lasciato e puntava sul suo viso, si guardò, i suoi capelli le piacevano molto. Li aveva lasciati lunghi, la riga era nella parte sinistra del viso e creava un ciuffo più corto e sfilato che le incorniciava per bene il viso, lasciando scoperta la cicatrice. Aveva deciso di mostrarla, non voleva più nasconderla. Il resto del taglio era molto sfilato e creava un bell’effetto non omogeneo. Il colore era un biondo chiarissimo, le metteva in risalto il verde dei suoi occhi. Aveva deciso di farsi una piccola ciocca nera poco più indietro della frangia. Era solo una ciocca sottile ma di un nero intenso, era un po’ come il concetto dello yin yang.
    Voleva qualcosa che bilanciasse tutto quel biondo le sembrava più giusto così. Non s’intendeva molto di filosofia, soprattutto di quella orientale, ma le sembrava di ricordare Willow che ne parlava con Tara, spiegava questa cosa della yin yang. Le sembrava un concetto bellissimo, sembrava qualcosa che la rappresentava a pieno, quella piccola ciocca nera era parte di lei, lo era sempre stata, adesso si sentiva pronta ad ammetterlo, non le dava fastidio anzi la faceva sentire completa.
     
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