Forward to Time Past by Unbridled Brunette

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  1. kasumi
     
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    Ed ecco la seconda parte



    Dopo due ore di ballo, Buffy aveva iniziato a pensarla come William: le feste di società facevano schifo.

    Per prima cosa, il sistema dei biglietti non le era d'alcun aiuto. Per qualche ragione, gli unici uomini che le avevano chiesto di ballare erano tutti degli emarginati della società. Se non erano dei vecchi bacucchi, allora erano grassi, o noiosi, o stupidi, o avevano qualche altro difetto evidente che li spediva direttamente nella categoria degli “indesiderabili”. E sfortunatamente per Buffy, non c'era modo di rifiutare i balli già prenotati, perché loro potevano vedere facilmente quali erano i suoi balli prenotati, dando un'occhiata alla sua tessera. Perciò, non ebbe altra scelta che passare gran parte della serata ad evitare che qualche scapolo sovrappeso di mezz'età le pestasse i piedi. Persino quando si sedette per il tempo di una o due canzoni, non ebbe un attimo di tregua. William non si vedeva mai, perciò si sedette su una delle piccole sedie all'angolo della sala. Ma quello era il posto delle vecchie matrone del gruppo, e queste non furono molto contente di quell'invasione di territorio. La guardarono con sospetto appena lei si sedette, ed iniziarono immediatamente a chiederle le solite domande personali a cui lei non voleva dare una risposta.


    Da dove venite?

    Che cosa fa vostro padre?

    Come mai conoscete gli Hartley?

    Che circostanze vi hanno portato a Londra?

    Quanto durerà la vostra visita?


    Buffy si destreggiò tra queste domande al meglio che poté. Tuttavia, dagli sguardi di sbieco che le donne continuavano a lanciarsi tra di loro, seppe di non aver risposto bene. Dopo che l'interrogatorio fu finito, le girarono la schiena per confabulare tra di loro a voce bassa. Non le serviva sentire le loro parole per capire quello che stavano dicendo. Che diavolo stava combinando una perfetta signora come Anne Hartley, portando una ragazza comune come questa nella loro casa?

    A quel punto, Buffy non desiderava altro che lasciare quella sala odiosa. Anche solo per sgattaiolare via qualche minuto per avere un po' di pace. L'avrebbe anche fatto, se solo il suo prossimo partner non fosse già stato lì a reclamare il proprio ballo, facendole gesti assurdi dal bordo della pista. Così sospirò e si piantò un sorriso finto in viso, pronta a trascorrere ancora un'altra canzone cercando di evitare che le pestassero i piedi mentre il suo compagno maneggiava in modo scoordinato il proprio corpo corpulento tra i graziosi passi della quadriglia.

    Mentre stava soffrendo a questo modo, gli occhi e la mente di Buffy erano da tutt'altra parte. Stava cercando di scorgere William, che da bravo gentiluomo avrebbe dovuto ballare ogni numero per non lasciare nessuna gentildonna a sedere. Eppure era stranamente assente dalla pista, persino dalle sue vicinanze. Non era stato per niente in sala, e si fece vedere solamente un attimo prima di minuet de la cour, quasi un'ora dopo. Era il suo ballo, il terzo waltzer della serata, ed era apparso per il solo scopo di reclamarlo. E sebbene Buffy era leggermente incuriosita dalla sua assenza per questa prima parte della serata, non poté nascondere il proprio piacere al suo ritorno. Quando le fece scivolare il braccio lungo la vita, sentì che dopotutto la serata poteva ancora essere salvata.

    Era vero che era un po' goffo sulla pista da ballo come aveva promesso, ma in qualche modo questo non le importava. E non era nemmeno orribile. Non le calpestava i piedi e non era terribilmente fuori tempo. Era solo molto teso, si struggeva per comprendere quanto vicino doveva tenerla e quanto velocemente doveva muovere i piedi e che cosa doveva dire. Era così tenero mentre provava a dare il meglio di sé. Quando le chiese se si stava divertendo, Buffy premiò i suoi sforzi con una leggera strizzata alla spalla di lui e un sorriso brillante.

    “Certo che mi sto divertendo,” mormorò nel suo orecchio. “Sono qui con voi.”

    “Voi mi lusingate,” disse velocemente. “Tuttavia, intendevo in queste due ore che sono appena passate. Vi sta piacendo il ballo? Ho sentito dire che non avete certo avuto mancanza di partner disponibili...”

    Lei colse una punta di gelosia nel suo tono e sorrise. “Disponibili, forse,” concesse. “Ma non esattamente invidiabili. Sono stata bene, posso dire, ma parlare con alcuni di questi uomini è stato interessante come guardare la pittura mentre si asciuga. E voi, invece?” aggiunse. “Non vi ho visto per tutta la serata, né sulla pista da ballo né da qualsiasi altra parte. Non siete stato certo a corteggiare le signore in qualche recesso male illuminato, non è vero?” disse in modo leggero, ma c'era una traccia di gelosia anche nel suo tono. Il ricordo di come aveva guardato Cecily Underwood con desiderio durante la sua visita era ancora fresco nella memoria di Buffy e il pensiero che avesse potuto nascondersi da qualche parte per farlo di nuovo la infastidiva.

    Lui arrossì, confuso da quell'insinuazione. “Perché dovr…no…Io non…non lo farei, io…”

    “Beh, allora, dove siete stato? Sono anni che non vi vedo. E vi ho anche cercato, sapete.”

    “L'avete fatto?”

    “Speravo che mi avreste salvato dalla meraviglia danzante da duecento chili, Neville,” spiegò lei. “E' tornato tre volte, ed ogni volta mi diceva quanto sono leggera da portare mentre mi camminava sopra i piedi come un bue. I miei piedi sono praticamente distrutti.”

    William rise a questo– rise veramente, non la sua solita risata contenuta– e diverse coppie a loro vicine li guardarono in modo curioso.

    “Mi dispiace, Miss Elizabeth. Sebbene debba sottolineare, che Neville ha molte buone qualità a parte la grazia nel ballo.”

    “Buone qualità, il mio piede destro dolorante,” controbatté lei. “Quell' uomo mi ha azzoppato! Scommetto che mi ha rotto un'unghia. Avreste dovuto correre in mio soccorso, da gentiluomo quale siete.”

    “Mi dispiace,” disse lui umilmente. “Non credevo che avreste avuto bisogno di essere salvata. Ero dabbasso nel salotto.”

    “Che cosa stavate facendo lì?”

    “Stavo... discutendo con alcuni gentiluomini.”

    Qualcosa nel modo in cui lo disse, fece credere a Buffy che non era stato esattamente sincero. E di nuovo, lo spettro di Cecily Underwood le venne alla memoria e, per un momento, fu colpita da un'ondata di gelosia. Ma naturalmente, Cecily non aveva mai abbandonato la sala da ballo; quindi non poteva essere stato con lei. E poi, il modo in cui la teneva... lo sguardo nei suoi occhi mentre le parlava... Buffy non poteva credere che lui fosse interessato ad un'altra donna oltre a lei.

    Eppure, non riusciva a cambiare discorso.

    “Discutendo con alcuni gentiluomini?” gli fece eco in modo interrogativo. “Per tutto questo tempo? Perché non avete ballato?”

    “Non– Non m'interessa molto ballare.”

    Così disse, ma il modo quasi possessivo in cui il suo braccio la teneva stretta alla vita diceva un'altra cosa. Ballare gli piaceva molto, se era fatto con la persona giusta. La cosa la intenerì, ma non poté fare a meno di prenderlo un po' in giro. Lui lo rendeva così facile.

    “Oh, beh. Se volete che ci fermiamo, allora–”

    “Per niente!” disse William. La sua mano era poggiata sulla parte bassa della schiena di Buffy e, al primo segno che lei avesse potuto allontanarsi, la trattenne più decisamente verso di sé. Tuttavia, o aveva sottovalutato la sua forza o, più verosimilmente, aveva sovrastimato il desiderio di lei di andarsene, che, in pratica, il risultato del suo gesto fu quello di farla sbilanciare in avanti, gettandola contro il proprio corpo.

    Per un momento, nessuno dei due si mosse. Buffy non sapeva come muovere i propri piedi. A parte il fatto che era quasi caduta, ma era anche sbalordita di trovarsi addosso a lui, il proprio seno stampato sul suo petto. Nonostante tutti gli strati di vestiario che stavano indossando, poteva sentire il calore febbricitante del suo corpo, poteva quasi percepire il battito del suo cuore. Quando piegò la testa all'indietro per guardarlo, si rese conto con uno shock che la bocca di lui era solo a qualche centimetro dalla propria.

    “Perdonatemi,” sussurrò lui. E lei fu come ipnotizzata dalla calda carezza del suo respiro contro la propria pelle, dal leggero tremore del suo labbro inferiore così vicino al proprio.

    “Perdonarvi… per cosa?” gli chiese.

    “Per avervi fatto sentire come se non avessi voluto ballare con voi, quando di fatto l'ho aspettato per tutta la sera.”

    “Lo avete, davvero?”

    “L'unica cosa che ho aspettato,” fece ammenda con voce roca, e lei sussultò per l'intensità del suo tono. E dei suoi occhi. Da qualche parte nella sua mente c'era il pensiero che non avrebbe dovuto alterare il passato, che non avrebbe dovuto permettere che la sua infatuazione progredesse fino a quel punto. Ma quel pensiero era ormai vago e lontano. A Buffy, sembrava una preoccupazione di molto tempo prima, una preoccupazione messa a tacere dal desiderio che lui verbalizzasse la brama che caratterizzava la sua espressione. Se solo l'avesse detto– se solo avesse fatto quello che era evidente volesse fare e che lo stava uccidendo, nel tentativo di trattenersi–

    La rilasciò improvvisamente e fece un passo indietro, e lei realizzò di colpo che la musica era terminata. Stephen-qualcosa-più-o-meno, il suo partner per il prossimo ballo, si era già avvicinato a loro e aveva fatto gentilmente un inchino. Buffy ricambiò il suo sorriso meccanicamente e provò a non notare lo sguardo sofferente sulla faccia di William mentre un altro uomo la prendeva tra le braccia.
    ~*~ ~*~ ~*~




    Dopo i primi quattordici balli della prima parte della serata, la sala da pranzo fu aperta agli ospiti per la cena. Erano quasi le dieci di notte a quel punto, e Buffy avrebbe dovuto essere affamata, ma non era così. La sala era così affollata ed elegantemente preparata, che era costantemente terrorizzata di poter rompere o rovesciare qualcosa. Non solo, ma la procedura Vittoriana per le feste dettava che lei non potesse sedersi vicino alla persona con cui era arrivata, così a Buffy non fu permesso di cenare con William. Si trovò così all'estremità opposta del tavolo, circondata da persone che non conosceva. Persone che, stava iniziando a pensare, non era nemmeno interessata a conoscere.

    Il fatto era che diversi degli invitati continuavano a fissarla come se fosse stata un'animale dello zoo. All'inizio, pensò che ci fosse stato qualcosa che non andava ai capelli o al suo abito, così guardò furtivamente nel retro del suo cucchiaio da zuppa per verificare. Ma, a parte essere un po' accaldata per la temperatura della stanza, era esattamente uguale a com'era entrata. Pensò allora che fosse perché era americana e quindi una straniera, sebbene, dopo aver colto qualche parola qua e là da qualche discussione, realizzò che non era nemmeno questo il motivo. L'essere americana era una novità per loro, naturalmente, ma il fatto di vivere con gli Hartley la rendeva un oggetto di scherno. Infatti, più ascoltava le conversazioni su di lei -e su di loro- e più era chiaro che la vedevano distintamente come un oggetto della loro carità. O, della carità di William. E le signore Vittoriane non avevano molti dubbi sul motivo della sua generosità.

    Una giovane ragazza dai capelli rossi che sedeva tre o quattro posti più in là rispetto a Buffy, era specialmente schietta nelle sue critiche. Non stava parlando a voce alta, ma la stanza era abbastanza silenziosa e Buffy aveva comunque delle orecchie molto attente, così non poté fare a meno di ascoltare ogni parola.

    “Ho sentito diverse dicerie su Miss Summers e sul fatto che lei non è quello che sembra. Il cuoco degli Hartley ha detto alla nostra domestica del retrocucina che lei non è niente di più che una serva glorificata, venuta ad aiutare Anne con la sua malattia. E apparentemente, non è arrivata con nient'altro che gli indumenti che indossava, ed è stato William ad accoglierla e a darle tutto quello che ha. Potete immaginare una cosa più sgradevole?”

    La ragazza bionda che le sedeva accanto fece una faccia come se avesse dato un morso ad un limone.

    “E' tutto così volgare, veramente,” sospirò agitando una mano. “Eppure, che cosa ci potevamo aspettare? Che altra donna sarebbe stata interessata al nostro caro William? Per lui, l'unico modo per averne una è il comprarla…”

    La rossa strillò deliziata per la battuta ma inorridita allo stesso tempo dalla situazione, per quella che era comunque nel 1880 una frase un po' ardita. Crollò ridendo addosso alla spalla della terza ragazza e disse, “Cecily, siete d'accordo con Catherine? O lamentate forse la perdita del vostro più audace corteggiatore?”

    Cecily.

    La testa di Buffy scattò verso la loro direzione. Ed eccola lì, Cecily Underwood. La stessa giovane ragazza che li aveva accolti prima con molta raffinatezza, ora era colorata di rabbia per la battuta della sua amica e stava sollevando il mento in maniera sprezzante.

    “Posso assicurarvi, che sono del tutto indifferente a quello che lui fa.”

    La rossa rise in modo stridulo. “Figuriamoci! Perché altro motivo l'avreste invitato, allora? Una ragazza non potrebbe certo dirsi fortunata ad essere l'oggetto delle attenzioni di William Hartley, eppure, essere messa da parte in favore di una domestica che arriva dall'altra parte del mare deve essere–”

    “Trovo che questa sia stata la fortuna più grande!” sbottò Cecily. “Pensate che mi manchino tutte quelle occhiate da innamorato che quel folle mi lanciava attraverso la stanza, mentre scriveva le sue assurde poesie? Mi sarei liberata di lui molto tempo fa, se solo Madre non fosse così affezionata alla signora Hartley. Di fatto, è stata lei ad insistere che io lo invitassi. Ed ho invitato Miss Summers nella speranza che lei lo distraesse, il che sta dando decisamente i suoi frutti.”

    “Devo proprio convenire su questo!” concordò Catherine con un sibilo scandalizzato. “Avete notato quanto hanno ballato vicini? Lei era appoggiata a lui e i loro visi si stavano quasi toccando!”

    “Chi non l'ha notato?” domandò la bionda. “Sebbene non abbia mai avuto una grande opinione di William, non mi sarei mai aspettata una tale inappropriatezza da parte sua. E' probabile che sia l'influenza dell'americana…”

    L'americana, nel frattempo, stava tentando di non ascoltare il resto della loro conversazione. E desiderava non aver udito così tanto. La faceva sentire sporca, in qualche modo. Queste persone non la vedevano come nient'altro che l'amante di un gentiluomo, un progetto a cui William si era dedicato per avere una compagnia femminile. Non erano interessate a lei perché era americana, ma perché era uno scandalo. Ecco perché nessuna delle donne voleva parlarle, a parte che per farle il terzo grado sul proprio passato. Ecco perché gli unici uomini che ballavano con lei erano orribili e scapoli e- e strani. Pensavano che, visto quello che era, potevano tutti averla se lo volevano. Pensavano che fosse in vendita. Era seduta ad un tavolo con un centinaio di persone che pensavano che lei fosse una prostituta.

    Inorridita dalla situazione, iniziò ad alzarsi. Doveva trovare William e farsi portare a casa. Non avrebbe trascorso il resto della serata ad ascoltare un mucchio di donne maligne che la pensavano una prostituta.

    Tuttavia, la cena era ormai finita, e andarsene non fu facile come immaginava. La fila di gente che stava uscendo dalla porta era fitta ed il loro avanzare era molto lento. Cercò allora di scorgere William. Il solo vederlo, ascoltare la sua voce, avrebbe portato via la sporcizia e l'umiliazione che sentiva. Ma William non si vedeva da nessuna parte. O se n'era andato presto dalla cena, o era rimasto in coda più indietro di lei. Pensò allora di fermarsi presso la porta della sala da ballo, in modo da intercettarlo mentre entrava, ma appena iniziò a farsi strada nella vasta stanza, una voce la chiamò improvvisamente e la fece fermare.

    “Ah, Miss Summers! Vi state divertendo questa sera?”

    La voce apparteneva a Charles Archer, lo “zotico” che aveva incontrato sui gradini davanti all'entrata, appena era arrivata. Ora stava in un angolo della stanza con un altro uomo più giovane che aveva dei baffi più curati ed eleganti e capelli più scuri. Sembrava familiare, ma Buffy aveva incontrato così tante persone quella sera che il suo nome le sfuggiva. Non che la cosa importasse. Charles sembrava tenere la maggior parte della conversazione. Sembrava anche che avesse bevuto abbastanza champagne, visto che parlava al doppio del volume rispetto alla gente intorno a loro.

    “Mia cara Miss Summers!” esplose, i suoi enormi baffi color sabbia che si allargavano in un sorriso mentre le si avvicinava. “Ci stavamo giusto chiedendo quando avremo avuto l'occasione di parlare con voi!”

    Sebbene non avesse detto nulla di offensivo, c'era qualcosa nella sua espressione che non le piaceva per niente, così indietreggiò leggermente prima di rispondergli.

    “Sono stata qui fino ad adesso,” gli disse in modo brusco. Tuttavia, Charles si rifiutò di coglierne l'implicazione.

    “Naturalmente lo siete stata,” rispose lui con leggerezza. “Ed ora dovete proprio concedermi il piacere di un ballo. Sono un ottimo ballerino, come qualsiasi altra donna di questa stanza può testimoniare, e sarebbe un piacere portare una creatura così amabile nel prossimo waltzer.”

    Per un gentiluomo Vittoriano, si stava certamente comportando in modo rude e aggressivo, ma Buffy sentiva che sarebbe stato più facile concedergli questo ballo piuttosto che rifiutarlo. Era un po' ubriaco e non voleva che facesse una scena. E sapeva che poteva comunque gestire qualsiasi cosa provasse a fare. Se qualsiasi parte del suo corpo avesse provato a vagare in qualche posto inappropriato, avrebbe preso questa appendice, l'avrebbe staccata e gli avrebbe fatto il piacere di infilargliela nel sedere.

    Comunque, nonostante la sua ovvia intossicazione, Archer non cercò di palpeggiarla mentre erano sulla pista, ed era un ballerino sorprendentemente bravo. Più bravo di William, sebbene ballare con lui non le piaceva allo stesso modo, forse perché continuava a parlare ad alto volume per tutto il tempo.

    “Miss Summers,” le urlò mentre si facevano strada lentamente in mezzo alla folla. “Ditemi tutto di voi. Non ho mai avuto il piacere di conoscere un'americana prima d'ora. Ditemi tutto della vostra casa laggiù.”

    Buffy aprì la bocca per rispondergli, ma prima che potesse farlo, lui la interruppe.

    “E ditemi di come siete finita con gli Hartley qui a Londra; sono abbastanza interessato all'argomento. So che sono molto presi da voi. Il nostro caro William è semplicemente pazzo di voi.”

    “Lo è?” chiese Buffy. Il suo tono era leggero, ma la sua mano stringeva così forte quella di lui che c'era da meravigliarsi che lui non urlasse dal dolore. Forse l'alcohol gli impediva di sentirlo.

    “Certamente,” affermò Charles con sicurezza. “Dovreste saperlo. Infatti- ha già per caso scritto su di voi qualcuna delle sue poesie?”

    Buffy lo fissò confusa. Ecco di nuovo quella parola.

    “Poesie?” gli fece eco. Nella sua confusione, aveva smesso di ballare. Archer le afferrò la vita più saldamente e cominciò a trascinarla per la pista, facendole continuare le figure del ballo, evitando così che invadesse il posto delle altre coppie.

    “Non ditemi che non avete ancora sentito le poesie di William,” disse suggestivamente mentre la faceva girare.

    “No.”

    Archer ghignò come il gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie.

    “Oh! Ma voi dovete!”

    Appena il numero fu terminato, trascinò via Buffy dalla pista da ballo, conducendola fino al luogo dove aveva intravisto William stare in piedi vicino alla porta. Quello sguardo chiaramente geloso era di nuovo sul suo viso e Archer lo notò con piacere.

    “William, buon uomo,” disse affabilmente. “Miss Summers mi ha appena detto che non le avete ancora letto nessuna delle vostre poesie! Suvvia, come potete tenere nascosto un talento come il vostro? Avanti– favoriteci con una delle vostre recitazioni.”

    William, che ora era a una dozzina di piedi da loro, sembrava sbalordito. Buffy guardò Archer in malo modo, ma lui parlò di nuovo prima che lei potesse dire qualcosa.

    “Se ne viene sempre fuori con i versi più inventivi!” disse in un modo confidenziale ma intenzionalmente chiaro, così da attirare l'attenzione di tutti. Si toccò un lato della testa pensosamente. “Ce n'era una in particolare… era stata composta ad una festa come questa, pensate un po'! Lasciatemi pensare... Come faceva...?”

    Con la coda dell'occhio, Buffy vide che il viso di William era diventato rosso fuoco e poi bianco per l'orrore.

    “…qualcosa su come la nostra Cecily laggiù avesse una pelle di un bianco così radiante che sembrava il chiarore della luna che si rifletteva su un ruscello di montagna. Cecily!” la chiamò. “Voi ricordate certamente quel verso?”

    Dall'altra parte della stanza, Cecily era semplicemente livida.

    “Non ho la minima idea di che cosa state parlando,” disse freddamente . “Ma vi suggerisco di abbassare la vostra voce, adesso. State facendo una figura più stupida di quella che volete far fare al poeta di qui parlate.” E girò loro la schiena.

    Archer rise senza ritegno.

    “Ah, che romantica delusione! Beh, suppongo che allora dobbiate andare a chiederlo direttamente a William, di recitarvela nella sua interezza.” Sospirò. “Sebbene, non credo che voi vogliate ascoltare le poesie che lui ha scritto per altre donne, quando sono sicuro che ne abbia scritte una montagna su di voi. L'ho visto giusto prima nel salotto, mentre scriveva come un matto–”

    La testa di Buffy si girò giusto in tempo per vedere William che si faceva strada lungo la folla e usciva fuori dalla stanza.

    “Oh, ho paura di averlo imbarazzato,” ridacchiò Archer. “Eppure non riesco proprio a capire perché vuole tenere nascosto questo grande talent–”

    “Sapete,” lo interruppe Buffy velocemente. “Qualsiasi altro suo talento di cui parlate, William ha certamente un talento per essere piacevole e gentile – qualcosa di cui voi ovviamente non sapete nulla.”

    Gli occhi di Archer luccicarono.

    “Ah, sì!” rispose, e poi abbassò la voce in un sussurro così che solo lei potesse udirlo. “Ditemi tutto sulla gentilezza che William ha mostrato verso di voi, Miss Summers. Sono abbastanza affascinato dall'argomento.”

    “Se pensate–” cominciò. La voce di lei stava tremando dalla rabbia ma Archer fraintendette questo per debolezza femminile e partì velocemente con l'attacco finale.

    “Non è quello che io penso, mia bellissima signora.” Si sporse in avanti, soffiandole il proprio respiro caldo in viso mentre aggiungeva, “E' quello che tutti pensano. E', di fatto, una delle ragioni per cui siete qui stanotte. Dovevamo vedere con i nostri occhi qual'era la donna che ha fatto rimbambire William- la donna che l'ha incantato talmente tanto che lui che vuole tenersela in casa tanto quanto nel suo letto. Dovete capire quanto è strano per un gentiluomo, fare di una domestica il proprio animaletto domestico. E poi vedete... beh... abbiamo sempre pensato che William fosse una specie di checca…”

    Buffy alzò la mano senza accorgersene e, quando le ultime parole lasciarono la bocca di Archer, lo colpì. La sua mano schiaffeggiò la sua guancia talmente forte che lui incespicò un poco all'indietro. Sembrò molto furioso per questo, ma nella confusione dovuta all'entrata di nuove persone nella sala, nessuno sembrò accorgersi di nulla. E prima che Archer si riprendesse dallo shock per dire qualcosa, Buffy era sparita.
    ~*~ ~*~ ~*~

    TBC


    Ora aspetto le recensioni XD ghghghgh
     
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  2. Redan
     
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    Oddio lo sapevoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo. Sapevo che avrebbero detto delle cose sgradevolissime su William! :cry: Povero piccolo, sarà distrutto dall'imbarazzo adesso. Ma sono certa che Buffy saprà consolarlo. Spero in un momento romantico che ci ripaghi di queste sofferenze!
    Effettivamente era ovvio che l'avrebbero scambiata per l'amante di William, conoscendo la mentalità Vittoriana. Mi chiedo se lui l'avesse previsto e fosse per questo che non voleva partecipare al ballo oppure perchè semplicemente aveva paura che si verificasse esattamente quello che è successo e che lo mettessero in imbarazzo d'avanti a lei... Credo più nella seconda ipotesi però, perchè penso che non avrebbe mai acconsentito a mettere Buffy in una situazione così umiliante se l'avesse saputo.
    Comunque che dire se non che questa fanfiction è stupenda??? La amo! Sono giorni che mi arrovello chiedendomi se Elizabeth e William avranno momenti *intimi* mentre lui è ancora umano. Lo spero vivamente! E continuo anche a chiedermi quali saranno le conseguenze di tutto questo nel futuro...

    Grazie per la traduzione! non vedo l'ora di leggere il resto :)
     
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    Eccomi qui, adesso ho letto tutto il capitolo...e Wow!!!!!!!
    Situazione davvero orrida , con gente altrettanto tale....mi dispiace vedere descritto williamda questi esseri in questo modo così spregevolmente squallido... intanto Lei ha fatto bene a fare quello che ha fatto, seconda cosa spero che Williamtiri fuori un pò di palle e sistemi la situazione come avrebbe fatto Spike!!!!!
    Grazie Aleuccia bella per il post.....Io buona buona attendo sempre .
     
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  4. kasumi
     
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    Grazie carissime!! Non temete, avrete le vostre soddisfazioni più avanti :)
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  6. Redan
     
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    CITAZIONE (kasumi @ 9/11/2015, 11:13) 
    Grazie carissime!! Non temete, avrete le vostre soddisfazioni più avanti :)
    (IMG:http://s8.tinypic.com/wbtb9l_th.jpg) (IMG:http://s8.tinypic.com/wbtb9l_th.jpg)

    Non vedo l'ora :cute:
     
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  7. kasumi
     
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    E fra quattro capitoli ci sarà una scena.... gah..
    Non è che posso saltare qualcosa e andare direttamente al sodo?! LOL
     
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  8. Redan
     
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    CITAZIONE (kasumi @ 12/11/2015, 15:32) 
    E fra quattro capitoli ci sarà una scena.... gah..
    Non è che posso saltare qualcosa e andare direttamente al sodo?! LOL

    Così mi metti ancora più ansia! XD
    Però no! Io amo ogni piccolo dettaglio della loro storia non voglio perdermi niente :)
     
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  9. kasumi
     
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    Capitolo 14



    Per quanto fosse preoccupata per William, Buffy sapeva che lui non avrebbe abbandonato del tutto la dimora degli Underwood. Era troppo un gentiluomo per lasciarla andare a casa di notte non accompagnata, sebbene fosse nel bel mezzo di un crollo emotivo. Avrebbe trovato un angoletto tranquillo dove leccare le proprie ferite, ma non l'avrebbe lasciata da sola, ne era sicura. Ed infatti, aveva ragione. Dopo un po' di ricerca, lo trovò nel largo giardino murato nel retro della casa. C'era uno stretto percorso che si snodava tra le aiuole coperte di neve e gli alberi da frutto rimasti senza foglie, e alla fine di questo c'era un piccolo laghetto, le cui acque erano ghiacciate e scure: un punto d'inchiostro nero sulla tela bianca del prato innevato. Sul lato più vicino del laghetto c'era una piccola panchina bianca di pietra, mezza nascosta da un roseto spoglio; e William era seduto sulla panchina a testa bassa. Le stava dando la schiena, perciò non si accorse del suo arrivo fino a che lei non gli fu dietro a toccargli la spalla.

    “Eccovi qui,” disse dolcemente.

    Lui guardò in su brevemente, e lei vide che le sue ciglia erano bagnate come se avesse pianto, e che la sua espressione -quella così dolce a cui era abituata- era contorta dalla rabbia.

    “Scusatemi,” le disse freddamente. “Desidero restare da solo.”

    Iniziò ad alzarsi, e se ne sarebbe anche andato se Buffy non fosse stata così veloce a reagire. Scivolò di fronte a lui e fece pressione col palmo della mano contro il suo petto, spingendolo indietro e facendolo tornare a sedersi sulla panchina. Lui sembrò un po' confuso inizialmente, come sempre quando lei lo toccava. Poi, la sua espressione si indurì con decisione.

    “Lasciatemi alzare.”

    “No,” gli disse dolcemente. “Siete turbato e non dovreste rimanere da solo. Ad ogni modo, è tardi ed è freddo. Potrebbe succedervi di tutto, se usciste in strada adesso.” O chiunque*, aggiunse tra sé silenziosamente.

    “Non dovete preoccuparvi per la mia sicurezza; sono piuttosto capace di prendermi cura di me stesso. Vi prego di tornare dentro e-e-e finire i vostri balli. Temo che la vostra assenza lasci Mr. Archer senza una partner.”

    Buffy sussultò al suo tono ostile.

    “Pensate onestamente che sia quello che voglio?” gli chiese debolmente. “Passare del tempo con un uomo come Charles Archer? E' probabilmente il primo essere umano che abbia mai incontrato che non ha assolutamente delle qualità per potersi redimere. E' un completo def–uh, idiota.”

    “Perché stavate ballando con lui, allora?”

    “Non per mia scelta, posso assicurarvelo! Me l'ha chiesto lui ed era ubriaco, non volevo che ci fosse una scena se avessi rifiutato. Non sapevo che si sarebbe comportato così. Era stato così civile prima, ho pensato–”

    “Lo sapevate!” Ora la sua voce era lacera di dolore. “Ve l'avevo detto–”

    “Mi avevate detto che non vi piaceva e che era un-un zo-coso (NdT: William le aveva detto guttersnipe, 'zotico'; qui Buffy invece ripete gutter wiper, che suona un po' senza senso tipo 'tergi spazzatura' :D). Non mi avete mai detto il perché. E non l'avrei mai lasciato avvicinarsi a me, se avessi saputo. William…” Si inginocchiò davanti a lui e gli afferrò il bavero della giaccia, forzandolo a guardarla quando avrebbe voluto voltarsi. “Non vi farei mai del male intenzionalmente. Non lo sapete?”

    Lui allontanò via la sua mano, incapace o indisposto ad abbandonare la propria rabbia.

    “Questo è il motivo per cui non volevo venire stasera! Io-Io non volevo che voi vedeste come loro mi vedono. Tutti loro. Non sono miei amici, come avevate pensato. Non sono altro che un-uno stupido che loro usano per sport. Vi ho detto che non desideravo venire e voi- voi volevate–”

    “Siete mio amico. Volevo trascorrere del tempo con voi.”

    “Volevate fare nuove conoscenze,” l'attaccò. “Avete detto proprio così. L'ambiente semplice della nostra casa vi stufa. Lo capisco! Meritate di incontrare persone più interessanti di me- più giovani, più attraenti, più- più vicine a voi.”

    Lei stette a fissarlo, pietrificata non solo dall'intensità delle sue parole, ma anche dalla sua reazione. Lui girò la testa di lato, così lei non poteva vedere la sua espressione, ma il suo petto era scosso da pesanti respiri, e le mani erano serrate in due pugni dalle nocch bianche ai propri fianchi. Tutta la postura del suo corpo era una di costrizione: stava cercando di controllarsi, trattenersi. La rabbia stava trapelando, ma Buffy realizzò che la causa di ciò -quella brama, quel terribile desiderio che aveva espresso sin dall'inizio - stava venendo messa da parte di nuovo, soffocata e nascosta alla vista.

    Repressa.

    Come avrebbe voluto essere migliore in questo! Voleva abbracciarlo, voleva dirgli che sapeva come si sentiva e che era okay. Ma era spaventata che lui non gliel'avrebbe permesso, che il fatto che lei ci provasse l'avrebbe turbato ancora di più. Perciò, s'inginocchiò sulla neve davanti ai suoi piedi, posando le mani a coppa sopra i suoi pugni, così lui guardò in alto per la sorpresa.

    “Volevo passare del tempo con voi,” ripeté dolcemente. “Anche se viviamo nella stessa casa, sembra che non ci sia mai il tempo per parlare o... per fare qualsiasi altra cosa. Ho pensato che questo ci avrebbe dato l'occasione per... sapete... fare qualcosa di divertente insieme. Non avevo idea che le cose degenerassero in questo modo, o non avrei insistito.”

    La rabbia sembrò lasciarlo allora, lasciandolo triste e stranamente apatico. Depresso. La testa di lui cadde verso il basso e quando parlò di nuovo, la sua voce era stanca.

    “Suppongo di dovervi chiedere scusa, allora, per aver rovinato la vostra serata.”

    “Non dite così. Voi non avete rovinato nulla. Solo perché loro non apprezzano la vostra poesia, non significa che io–”

    Il suo viso scattò in alto così bruscamente che Buffy dovette indietreggiare per evitare una collisione.

    “Poesia!” Sputò la parola come se gli avesse lasciato un gusto amaro in bocca e, per la prima volta, Buffy notò che aveva un pezzo di carta appallottolato nella mano sinistra. Lo brandì come un'arma contro di lei, esclamando, "Questa non è poesia, sono scarabocchi! Stupidi, scarabocchi senza senso! Realizzate che mi chiamano ‘William il Sanguinario’ a causa della mia terribile e maledetta poesia?”

    William il Sanguinario, un nome che un giorno avrebbe incusso la paura nel cuore degli uomini, fino a quando lo avrebbe sostituito con il più moderno ma equalmente temuto soprannome 'Spike'. Eppure quel nome -un nome destinato ad essere la causa di sudori freddi e sussurri spaventati – non era nato da un crimine più grande che l'avere delle irrealistiche ambizioni letterarie, perpetuato dal suo gentile e umano possessore. Più tardi, l'ironia di ciò avrebbe causato a Buffy degli scoppi incontrollabili di risate, ma non adesso. Adesso i suoi pensieri erano troppo occupati con l'idea della poesia in sé. L'aveva sentita nominare così spesso. Gli si avvicinò, curiosa. Tuttavia, il desiderio di lui di parlarne sembrò svanire, mentre sospirava pesantemente senza più parlarne.

    “Sono un motivo d'imbarazzo per voi,” disse lui invece, “come sono un motivo di vergogna per mia Madre. Sono... un emarginato.”

    “Ehi…” lei gli prese il mento e gli alzò il viso, cosicché potesse guardarlo. “Voi non mi imbarazzate. Quegli snob sono l'imbarazzo di loro stessi. E per la festa... beh, non era comunque il mio tipo di festa preferito. Non penso che mi sarei divertita anche se le persone non fossero state così rudi e superficiali. E poi, la musica faceva davvero schifo.”

    “Sono spiacente, Miss Elizabeth.”

    “Non dovete esserlo. Voi siete la persona con cui volevo maggiormente passare il tempo, perciò, ehi, ho vinto comunque. Giusto?”

    Le labbra di lui si mossero appena in quella che avrebbe potuto essere l'ombra di un sorriso, e persino nella luce fioca della luna, Buffy poté vedere un rossore colorare le sue guance pallide. Sembrò che non sapesse che cosa rispondere, così il silenzio che seguì si perpetuò per un po', ma era stranamente confortevole. Buffy approfittò della pausa nella conversazione per sedersi sulla panchina di fianco a lui. Sedette ben più vicino di quello che era appropriato, perché era abbastanza freddo e aveva dimenticato il mantello, ma la cosa sembrò non infastidirlo. Stava giusto cercando di decidere se poteva infilare le mani ghiacciate dentro le tasche del suo cappotto, quando lui si girò improvvisamente con un'espressione allarmata.

    “Miss Elizabeth! Non avreste dovuto seguirmi qui fuori. Ci saranno delle chiacchiere…”

    “Importa veramente se ce ne saranno?” chiese Buffy. “Voglio dire… quelle persone sono delle complete imbecilli. Vi importa veramente che cosa pensano?”

    Lui sembrò essere a disagio.

    “M'importa della vostra reputazione,” disse alla fine. “E di quella di mia Madre. Non dovrei desiderare di disonorarvi. Se adesso stiamo qui, le persone potrebbero accusarvi di essere...” esitò.

    “Una donna di bassa moralità?” suggerì lei.

    William si mosse lievemente a disagio. Sembrava struggersi per trovare un modo educato di risponderle, ma prima che potesse dire qualcosa, Buffy parlò nuovamente.

    “Se è per questo che siete preoccupato, allora penso che sia un po' tardi per esserlo. La mia, uh, mancanza di virtù è stato uno degli argomenti più caldi lì dentro, tra le donne. La vostra Miss Underwood e le sue amiche si stavano divertento un mondo a speculare su di noi. Per non parlare di Charles Archer, e dei suoi dolci non-sense sussurrati sull'argomento.” Gli si fece più vicino, appoggiandosi alla sua spalla per potergli sussurrare le prossime parole direttamente nell'orecchio. “Apparentemente, pensano tutti che mi state pagando per la mia compagnia.”

    Gli occhi di lui erano fissi sul piccolo laghetto, ma Buffy vide le sue labbra serrarsi, e due linee sottili segnare lo spazio tra le sue sopracciglia.

    “Hanno detto così?”

    “Praticamente.” Lo guardò attentamente. “Hanno anche detto che una volta eravate innamorato di lei. Cecily. Lo eravate?”

    Lui girò la testa dall'altra parte, fingendo di trovare un grande interesse nel cespuglio innevato alla sua destra, ma Buffy sapeva che stava ancora ascoltando, da come sussultò quando gli disse, “Mi hanno detto che le poesie che stavate scrivendo... erano su di lei.”

    “Sì. Gli ho sentiti.” La sua voce, come la sua risposta, era serrata e controllata.

    “Quindi, lo fate ancora?”

    “Fare cosa…?”

    “Scrivere poesie?”

    “Occasionalmente.” La parola venne fuori quasi sofferta; Buffy lo vide fare una smorfia d'imbarazzo mentre lo diceva.

    “Solo su Cecily Underwood? O scrivete anche su altre cose?”

    “No... Io-Io non...lei-lei non era–” Si fermò per un momento a strofinarsi il retro del collo, un singolo gesto di frustrazione. Buffy realizzò che lui sapeva esattamente che cosa voleva dire, solo che non sapeva come farlo.

    “C'è stata solo qualche poesia per Cecily,” ammise alla fine. “Un paio di poesie che scrissi prima che voi arrivaste da noi. Era stata sempre così cortese e ben ricevuta che io non potei fare a meno di sentire dell'amirazione. Charles, come avete potuto notare, è un uomo a cui piace imparare gli affari degli altri. Io non gli ho mai menzionato quello che provavo... ma suppongo che lo abbia intuito. Tutti devono averlo intuito.”

    “Siete innamorato di lei?” Odiava chiederglielo, ma una parte di lei doveva saperlo, doveva sentirlo dire altrimenti. Il suo stomaco si serrò dolorosamente mentre aspettava una risposta.

    “No! Lo pensai ad un certo punto… ma quello che provavo per lei... non era... reale. Non, non come-” Si fermò, ma le parole non dette erano nell'aria tra di loro: Non come quello che provo per voi.

    Il nodo che Buffy provava allo stomaco si rilassò considerabilmente e riuscì a sorridergli.

    “Penso che non scriviate più su di lei, adesso. Allora, di che cosa scrivete? Siete passato ad altre donne? Ad un'altra donna... ?”

    “Io–Mi dispiace. Possiamo cambiare argomento? Non desidero parlare di questo, adesso.” Sembrava veramente disperato nel tentativo di cambiare argomento.

    Buffy fece spallucce.

    “Ok.”

    “Vi ringrazio.”

    Lei si sporse, toccando il lato del suo viso molto delicatamente, così lui guardò in alto.

    “E' solo che, se mai aveste il desiderio di discuterne, e se avete scritto delle poesie su di me, mi farebbe molto piacere sentirle.”

    “Vi farebbe davvero piacere?” William sembrava meravigliato. Chiaramente, le parole di lei erano tanto inaspettate quanto la dolce carezza che le aveva precedute.

    “Sì.”

    La mano di lei accarezzò delicatamente la linea della sua mandibola, per poi fermarsi a riposare sul lato del suo collo, giusto al di sopra del colletto. Nonostante l'aria fredda, la pelle di lui era calda al tocco, il suo battito cardiaco rapido e irregolare contro le sue dita. Quando lui non tentò di interrompere il contatto, lei si fece più audace, facendo scorrere il proprio pollice lungo il suo pieno labbro inferiore. C'erano scie di lacrime che si stavano asciugando giusto sotto i suoi occhi, e lei allungò la propria mano libera, accarezzandole dolcemente per asciugarle. Lui sembrava quasi ipnotizzato dal suo tocco, gli occhi leggermente persi nel vuoto e la bocca che si socchiudeva giusto un poco.

    “Ditemi,” sussurrò lei.

    “Dirvi…?”

    “Tra le vostre poesie– ce ne sono alcune su di me?”

    William guardò in basso verso i propri piedi, così le sue folte ciglia gli coprirono gli occhi. Si strusse con diverse false partenze prima di riuscire finalmente a risponderle. “Parlano di quello che provo.”

    “Sì. Ma sono su di me?”

    Buffy quasi si aspettava che lui non rispondesse affatto alla domanda, ma lui alzò la testa all'improvviso e la guardò direttamente negli occhi, con un'intensità febbrile.

    “Solo su di voi!” esclamò con voce roca. “Da quando siete arrivata da noi… ogni poesia… ogni pensiero… ogni sillaba che è stata…”

    Sembrava così agitato, adesso. Come se pensava che lei avrebbe riso alle sue spalle come gli altri, e doveva dirle quello che provava prima che lei avesse l'occasione di farlo. Il cuore di Buffy andò a lui, vedendolo così vulnerabile. La sua mano scese dal collo alla sua spalla, che si stava muovendo convulsamente.

    “William… non…”

    “Per favore, io-io-lo so che è così improvviso. E non vi disturberò con questo, se la cosa vi mette a disagio. Ma... se c'è una possibilità che voi possiate provare lo stesso per me... Io vi amo, Miss Elizabeth.”

    Per un momento dopo che l'aveva sentito, il cuore di lei aveva smesso di battere.

    “Io–Io... Lo so che non sono nulla di speciale,” continuò velocemente, prima che lei potesse rispondere. “Ma sono un brav'uomo. Tutto quello che vi chiedo è che- è che voi proviate a v-vedermi per-”

    Sembrava dolorosamente agitato e rosso in viso, le sue parole erano un balbettio agonizzante che terminò di scatto non appena Buffy strinse la sua spalla.

    “Vi vedo, William,” sussurrò lei. “E m-mi piace quello che vedo.”

    Lui sembrò scioccato dalla sua risposta, quasi avesse paura di crederci. “Voi… vi piaccio…?”

    L'espressione nei suoi occhi le stringeva il cuore. Come poteva essere così sorpreso di sentirlo, dopo tutti i momenti che avevano condiviso? Si credeva davvero così immeritevole del suo affetto? Voleva trovare qualche modo per dirglielo, qualche modo per fargli capire quanto la rendesse felice. Ma come al solito, quando si trattava di questioni di cuore, le parole le mancavano. Così, si avvicinò a lui fisicamente, tracciando con la punta del dito il bordo del collare nettamente inamidato della sua camicia, seguendolo fino ai bottoni che stavano in mezzo alla sua gola. Sbottonò quel primo bottone chiuso così severamente e poi spostò gentilmente il colletto da parte per esporre la linea della sua gola, ancora tenera e intatta. Si sporse in basso giusto un pochino, trovando la vena palpitante che giaceva giusto al di sotto della superficie della pelle – il posto che Drusilla avrebbe violato e fatto sanguinare- e premette lì le sue labbra, baciandolo.

    “Mi piace tutto di voi,” gli disse.
    ~*~ ~*~ ~*~





    Dopo di questo, la camminata fino alla fermata delle carrozze degli Underwood aveva una strana qualità, quasi sognante.

    Nonostante avesse messo da parte tutte le proprie preoccupazioni per quello che era appropriato, William non poteva comunque tornare a casa nella carrozza con lei, perché doveva ritirare il proprio cavallo. Ma aspettò presso la fermata con lei fino all'arrivo di Matthew, e le diede il suo mantello quando realizzò che stava tremando– nonostante la temperatura fosse più che ghiacciata e non avesse nulla oltre la propria giacca del vestito per la cavalcata di ritorno. Buffy provò a contraddirlo per la follia del gesto, ma lui non voleva ascoltare. Le posò l'indumento di lana pesante sopra le spalle, guidò le sue braccia all'interno delle maniche e l'aiutò ad abbottonarlo. Quando ebbe finito, afferrò i baveri e poggiò la fronte alla sua, il proprio respiro caldo che produceva degli sbuffi bianchi mentre mormorava rocamente, “Amore mio…”

    Avrebbe potuto esserci di più, ma lei smise di ascoltare dopo quelle due parole. Il suo amore. Lei era il suo amore. Lei era-

    Era innamorata di lui?

    Hai fatto proprio quello che non avresti dovuto fare, le disse una piccola voce nella sua testa. Hai cambiato il passato, lo hai fatto innamorare di te. Hai cambiato tutto e adesso non tornerai più a casa.

    La realizzazione di ciò avrebbe dovuto spaventarla. Invece, provava uno strano senso di pace, il pensiero corrispondente: Non me ne importa. Non voglio andare a casa.

    E infatti non lo voleva.

    Quando l'aiutò a salire nella carrozza, William fece scivolare un pezzo di carta nella sua mano, lo stesso pezzo accartocciato che aveva tenuto nel giardino una mezz'ora prima. Allora, aveva detto che erano degli stupidi scarabocchi e l'aveva afferrato come per romperlo in due pezzi. Adesso lo stava premendo nella sua mano con un lieve bacio alle sue nocche ed un piccolo sorriso timido. Si allontanò prima che lei potesse chiedergli che cosa fosse, ma non aveva bisogno di chiederglielo. Lo sapeva già.

    Aspettò fino a che la carrozza fosse in strada e il cavallo di William fosse stato oltre la sua visuale, prima di dischiuderlo e leggerlo alla luce fioca dei lampioni di strada che attraversava il vetro.

    My soul has awakened from a lonely dream
    By an angel’s flutter of feathered wing
    Too lovely!
    This apparition of golden gleam
    Whose presence is like a summer sunbeam
    Ungentlemanly is this desire,
    Yet still I feel I must indulge in it!
    And take a moment to admire
    My love’s true beauty, effulgent

    NdT: ho riportato il testo originale per permettervi di apprezzarne la bellezza e la musicalità. La traduzione è all'incirca questa:

    La mia anima è stata destata da un sogno solitario
    dal fluttuare delle ali di un angelo
    così amabile!
    Questa apprizione di bagliore dorato
    la cui presenza è come un raggio di sole estivo
    non da gentiluomo è questo desiderio,
    eppure sento che devo indulgervi!
    E prendere un momento per ammirare
    la pura bellezza del mio amore, effulgente

    ~*~ ~*~ ~*~

    TBC


    Nota: Potrebbe succedervi di tutto, se usciste in strada adesso.” O chiunque*, aggiunse tra sé silenziosamente.
    Qui l'autrice si riferisce ad Angelus e al suo gruppo, più che ad un rapinatore che gira di notte.
    Buffy sa che William verrà vampirizzato quell'anno e ha paura che succeda da un momento all'altro, mentre lei si trova lì.

    Ed ora, una mia doverosa nota!
    Mi dispiace di non riuscire a postare con una certa continuità, ma portare avanti questa traduzione da sola è diventato abbastanza impegnativo. Ho meditato più volte sulla possibilità di lasciarla incompiuta (almeno fino a quando non riesca a trovare qualcuno che mi aiuti) ma finisco sempre per pensare 'meglio un capitolo ogni due mesi che niente' e porto avanti. Poi guardo quante persone stanno seguendo questa storia e leggo le vostre recensioni così entusiaste e mi si spezza il cuore per l'aver solo pensato di abbandonarla!
    Perciò farò il possibile per continuarla, sebbene con questi tempi.
    Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e che si sono appassionati a questa storia, tutte le persone che hanno aiutato (anche solo con la revisione dei capitoli già tradotti), chi ha letto senza lasciare un commento ma ha comunque vissuto questa storia insieme a noi...
    Solo grazie a voi ho portato avanti questo grande progetto e ne sono molto contenta! Sono felice di avervi trasmesso almeno una parte delle emozioni che mi ha dato Unbridled Brunette e sono felice di aver lavorato insieme a tante persone per portare avanti questa storia.
    Grazie a tutti!

    Invito chiunque fosse disponibile per aiutare nella traduzione a mandarmi un MP. Qualsiasi aiuto è ben accetto, anche solo per un capitolo.
    Kasumi
     
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    Leejongsukdipendente

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    Ma tesoro mio bello!!!!!! Guarda già per il solo fatto di avermi fatto conoscere questa meraviglia...te ne sarò grata per sempre...quello che trasmette questa meraviglia è qualcosa di meraviglioso!!!!! Tu sentiti liberissima di postare anche una volta l'anno(mamma mia , l'ho detto veramente??!!! :D ) , quando il tempo ti lascia libera di farlo.... cmq io potrei betarti se vuoi ma in quanto a traduzione cadi male con me :(
    Quiandi solo grazie e ancora grazie......


    Adesso passiamo al capitolo......

    La dolcezza assoluta, che dire e adesso ho paura che durerà poco questa serenità!!!! Angelus e family nei dintorni mi preoccupano...è anche vero che se non dovesse venire vampirizzato tutto ciò che è non sarebbe e se non sarebbe Buffy che farà???
    Sempre meglio..io sto qui buonissima e calmissima e aspetto.....SENZA FRETTA!!!!!!

    ALE :wub: :wub:
     
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  11. Redan
     
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    In questo momento sono senza parole
    Sono così felice per William! Non mi aspettavo che le confessasse così presto i suoi sentimenti ma è stato un momento talmente dolce! Tutta la loro conversazione lo è stata. Ho amato tantissimo il desiderio di Buffy di consolarlo, di abbracciarlo per fargli capire che accettava i suoi sentimenti e che anche lei gli voleva bene, la rabbia di William, rivolta verso di lei - penso fosse molto realistica, date le circostanze - ma soprattutto, il bacio che lei gli da sul collo. Stupendo. Molto più sensuale che se fosse stato un vero bacio sulle labbra (ma non vedo l'ora che succeda XD). Lei ancora si chiede se è innamorata di lui! ahahahah! Però sono felice che abbia capito di non voler tornare a casa, di voler restare lì, perchè vuole stare con lui.
    Ho la sensazione che i prossimi capitoli saranno bellissimissimi! Adesso stanno insieme vero? :wub: :wub:

    ps: Grazie per continuare a tradurre questa bellissima storia! So che porta via parecchio tempo e che rappresenta uno sforzo non indifferente. Perciò grazie grazie grazie :*
     
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  12. kasumi
     
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    Me commossa :cant: sapete che anche io AMO questa storia e farò il possibile per portare avanti la traduzione! Perciò GRAZIE GRAZIE e ancora GRAZIE pe il vostro appoggio!

    Sono felicissima che abbiate gradito il capitolo

    @Stefy, grazie per la disponibilità :scoobies: Anche Redan si era offerta per il betaggio, ma qui ci vorrebbe una mano proprio nella traduzione.
    Per Angelus... L'autrice ha volutamente messo questi avvertimenti per far capire quali sono le paure di Buffy. Ti dico solo che Angelus farà un'apparizione, però William verrà vampirizzato molto più avanti.

    @Redan sì sì, ora stanno proprio insieme! i prossimi cap sono stupendi e dolcissimi, anche se ci sarà qualche difficoltà. E poi William è così timido!! Riuscirà Buffy a sbloccarlo un po'?!

    A presto!
     
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  13. Redan
     
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    Mio dio non vedo l'ora! Non sto proprio nella pelle! XD Pensavo proprio a questo, infatti! Anche se adesso ha il "permesso" di toccarla, non credo che se ne renda conto! E poi per lui è tutto nuovo, quindi <3 . Tanto amore per loro <3
     
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  14. kasumi
     
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    Capitolo 15


    Traduce Kasumi
    NdT: Ho intenzione di tagliare qualcosina da questo e dal prossimo capitolo, per velocizzare la traduzione. Come al solito, ci sarà il rassuntino :)

    Riassunto: Quanto Elizabeth arriva alla residenza degli Hartley, William la sta già aspettando alla fermata delle carrozze. Sembra sia arrivato da un bel po', infatti il cavallo è già in stalla e un servitore gli ha portato un cappotto. Sta parlando con James. Appena la carrozza si avvicina, però, vede William mandarlo via, così può accoglierla da solo.
    William apre la porta della carrozza e le fa un piccolo inchino, dicendo “Miss Elizabeth” con la solita voce tremante, sebbene stia cercando di apparire più formale del solito. Elizabeth pensa che ciò sia dovuto alla presenza di Matthew e gli sorride.
    “William,” gli dice e accetta la sua mano con grazia, così la aiuta a scendere dalla carrozza. Quando è scesa, però, e William inizia a ritirare la mano, Elizabeth incrocia le dita con lui e gliela trattiene.
    “Miss Elizabeth…” inizia lui, ma lei lo interrompe dolcemente “Solo Elizabeth. Non dobbiamo più disturbarci con il 'Miss', giusto?” Poi inizia a chiedergli della poesia, ma lui la interrompe e, in modo concitato e imbarazzato, si scusa per i suoi versi sgraziati.
    “So–so di essere piuttosto carente come poeta. So che i miei versi sono impacciati. Spero che, però, non prendiate il mio talento artistico come un metro di misura per valutare la profondità dei miei sentimenti per voi. Se lo fosse... allora dovrei poter scrivere dei sonetti al pari di Shakespeare.”
    Elizabeth viene colta da un'ondata di tenerezza e si sporge verso di lui, sfiorandogli la guancia con le labbra mentre gli dice “William, penso che la vostra poesia fosse bellissima.”

    (segue dal testo)

    Le palpebre di lui scivolarono in basso con fare sognante. “Davvero?”

    “Davvero,” sussurrò lei. Poi, in modo più giocoso, “Era molto meglio di Shakespeare. E, comunque, lui non mi è mai piaciuto. Non riuscivo a capire una parola. Ma voi… Capisco tutto di quello che scrivete." Poi gli sorrise. "Beh, quasi tutto. Devo ammettere che mi sono un po' persa sulla parola effulgente.” Fece una pausa, e quando divenne evidente che lui non avrebbe offerto una spiegazione, gli chiese, “Che cosa significa effulgente?”

    Le labbra di lui si contrassero nel tentativo di non sorridere, ma non aprì gli occhi. “Significa…splendente... luminoso…Brillante.”

    Lei piegò la testa da un lato, pensandoci su.

    “Così… la mia bellezza è luminosa?”

    “In modo squisito.”

    Poggiò il mento sulla spalla di lui e piegò la testa di lato, così poté scorgere il suo viso. Gli occhi di lui ora erano aperti e la stavano guardando, cercando una reazione al suo complimento. Lei avrebbe potuto dire qualcosa di elegante ed elaborato in risposta, ma non era nel suo modo di fare. Come al solito, le scappò di bocca la prima cosa che le venne in mente. Che, tra l'altro, era anche la meno romantica tra quelle che aveva in testa.

    “Quella vacca di Cecily… lei non era effulgente, vero?”

    Lui rise, apparentemente compiaciuto per la domanda.

    “Nemmeno per sogno,” la assicurò.

    “Solo io?”

    “Solo voi,” le promise. E sembrò che quelle due parole avessero anche un altro significato molto più profondo. Sembrava che, con un po' di persuasione, avrebbe potuto dire di più. Tuttavia, Buffy non si scomodò di persuaderlo. Aveva già il suo respiro irregolare, il tremolio del suo labbro inferiore. Aveva la leggera stretta del suo indice attorno al proprio. Non aveva bisogno di persuadere, non aveva bisogno di farselo dire di nuovo. Non quella notte. Perché sapeva già.
    ~*~ ~*~ ~*~

    Le loro dita erano ancora unite quando entrarono in casa dieci minuti dopo. Dentro, era calmo e non si vedeva nessuno. Ed era molto scuro. Le luci a gas ed i fuochi erano spenti e la servitù era a letto da un pezzo. Solo James li aveva aspettati alzato per accoglierli, e William lo aveva allontanato con il chiaro intento che non doveva tornare. Anne aveva pianificato di aspettarli, per farsi raccontare del ballo. Ma evidentemente, era stato troppo stancante per lei. La mezzanotte era passata da un pezzo e la porta della sua camera era ben chiusa, senza nessuna luce che ne usciva al di sotto.

    Avanzarono lentamente lungo i corridoi bui, assieme, ed il silenzio era così totale che sembrò a Buffy che loro fossero le ultime due creature rimaste sulla terra. O, almeno, le uniche due creature che importasse veramente. E c'era un tale sentimento di armonia. La sensazione che sapeva esattamente che cosa gli stesse passando per la testa, esattamente che cosa lui volesse. Era una sensazione che non aveva mai provato con nessuno: non con Angel, che era sempre rimasto un mistero incomprensibile. Certamente non con Riley, i quali pensieri segreti non si era mai posta il problema di scoprire.

    Quando raggiunsero la cima delle scale e William iniziò a ritirarsi nella propria staza, lei allungò una mano per fermarlo.

    “Non andare.”

    Lui sembrò molto combattuto, dopo una vita passata a reprimere i propri desideri. Fece un passo in avanti e, per un momento, Buffy osservò affascinata mentre la mano di lui si alzava e avanzava lentamente verso di lei come per accarezzarle le labbra o la guancia. Trattenne il respiro e attese, ma lui ritirò la mano all'ultimo secondo. William arrossì colpevole e distolse lo sguardo.

    “E'–è così tardi–” iniziò lui.

    “Lo so. Siete stanco?”

    “No, non sono stanco.” La voce di lui era un sussurro rauco.

    “Allora restate con me.”

    Si mosse furtivamente verso di lui, intrigata dal fatto che, sebbene lui considerasse il toccarla un taboo, non aveva nessuna riserva se era lei a toccare lui. Ad ogni modo, non fece obiezioni contro il suo avanzare, e quando lei poggiò la testa sopra la spalla di lui, lui sospirò, come se quel piccolo gesto gli avesse aperto le porte del paradiso.

    Tuttavia, c'era ancora il problema della rispettabilità da considerare.

    “Niente mi darebbe un piacere più grande del rimanere con voi, amore mio. Tuttavia-tuttavia dobbiamo considerare le conseguenze alla vostra reputazione–”

    “Pensavo che non ci importassero più le conseguenze sulla reputazione.”

    Buffy nascose il viso contro il lato del suo collo. Sebbene la pelle di lui fosse calda, egli stava ancora tremando da quella fredda corsa a cavallo. Buffy gli circondò le spalle con le proprie braccia, che gli cinse dietro la schiena in un tentativo di scaldarlo. Lui divenne teso nel suo abbraccio, eppure Buffy sapeva che non era contrario ad esso. Perciò lo tenne così, liberamente, senza stringere troppo, e aspettò.

    “E se rimanessi con te,” sussurrò lui rocamente, “che cosa potremo fare ad un'ora così tarda?”

    Il modo innocente con cui l'aveva detto, la fece sorridere. Comunque, non approfittò del doppio senso latente nella sua frase, perché sapeva che lo avrebbe messo in imbarazzo. Inoltre, capiva che lui era davvero innocente e che pensava probabilmente che anche lei lo fosse. E questo gli piaceva. Non metteva mai in discussione la sua virtù.

    “Potreste suonare il piano per me,” disse lei, invece.

    Per un momento, lui fu così silenzioso che lei pensò che non l'avesse udita. Restò ad ascoltare il suono del suo respiro, a sentire la salita e la discesa del suo petto contro il proprio. Si chiese se doveva ripeterglielo. Poi, lo sentì - il soffice solleticare del suo naso contro la propria fronte, mentre s'imprimeva il profumo dei suoi capelli. E il respiro caldo contro la propria pelle mentre le sussurrava:

    “E che cosa potrei suonarvi?”

    Si tirò indietro leggermente da lui, per poterlo guardare in viso. I suoi occhi erano affamati - quasi supplicanti – e la bocca semiaperta. Poteva sentire il battito ritmico del suo cuore contro il proprio petto.

    “Potete suonare quello che volete,” rispose lei. La vicinanza di lui.... lo sguardo nei suoi occhi.... le davano le vertigini e la facevano sentire strana. Come se non riuscisse a respirare. Afferrò a piene mani il cappotto di lui e deglutì, la voce appena tremante mentre gli sussurrava, “non è la musica che mi interessa... è il musicista.”

    Lui inclinò la testa leggermente e la sua bocca era così vicina... così vicina che poteva sentire il respiro di lui passare sopra le proprie labbra mentre mormorava, “Oh, amore mio, mia dolce-”

    La bocca di lui s'inclinò verso la sua e non ci fu imbarazzo nel breve bacio tremante che ne seguì. Non ci fu nemmeno timidezza. Niente, a parte tenerezza e calore, e la sensazione vertiginosa e da togliere il respiro con cui l'aveva lasciata. Lui aveva un gusto salato, come di lacrime e di qualcos'altro. Qualcosa di delizioso che apparteneva solo a lui. E lei voleva tuffarcisi, far scorrere la lingua sopra di lui fino a fargli schiudere i denti e a farla entrare. Voleva liberarlo da quei terribili freni che s'imponeva. E l'avrebbe fatto, se solo non avessero udito il debole strillo che provenne da più in là nel corridoio.

    “William!” Era la voce di Anne.

    Il suono stravolse entrambi. William si tirò indietro da lei così velocemente che rischiò di inciampare sui propri piedi e cadere contro la parete. Sarebbe stato anche divertente in un'altra circostanza. Per come stavano le cose, Buffy dovette morsicarsi il labbro e ricordare che le parole profane erano decisamente tra la categoria vittoriana delle cose innominabili. Ed era proprio un peccato, perché solo un paio di parolacce appena borbottate avrebbero potuto dare sfogo a quel livello di frustrazione.

    William voltò la testa nella direzione dalla quale era provenuta la chiamata. “Madre” sussurrò. Prima tra sé, poi indirizzato a lei: “Mia-mia madre-”

    Sembrava disorientato, e quasi infastidito quanto lei. E questo le piacque. Ma nonostante questo, non avrebbe ignorato il suo dovere. Sapeva che ne sarebbe stata delusa, se lui l'avesse fatto.

    “Va tutto bene,” gli disse, con un po' di riluttanza, perché avrebbe voluto terminare quel bacio. Tuttavia, quando lui esitò, gli strizzò il braccio e mormorò, “Andate, è tutto ok. Andate a controllare.”

    Lui iniziò ad avanzare. Fece una paura. Si girò e la guardò da sopra la spalla.

    “Buona notte, Elizabeth.”

    Lei sorrise. “Buona notte, William.”

    Lui esitò ancora, ovviamente insicuro se quello che stava facendo era la cosa giusta. “Domani...” iniziò.

    La frase rimase in sospeso, ma Buffy annuì ugualmente. “Domani,” gli disse.

    Lui annuì e si voltò, continuando la strada lungo il corridoio. E Buffy stette ad osservare la sua schiena che si allontanava, appoggiata alla parete per sostenersi mentre considerava le implicazioni di quello che era appena stato detto.

    “Domani,” sussurrò, e sorrise tra sé.
    ~*~ ~*~ ~*~




    Riassunto delle ultime due pagine: Era l'una di notte quando Anne aveva chiamato William nella sua camera, un'ora dopo il solito orario in cui andava a dormire, e questo lo spaventò. Aveva udito qualcosa? Oppure era solo curiosa di sapere com'era andata.
    William inizia dicendo che è andato tutto bene ed Elizabeth aveva proprio bisogno di un po' di svago. Anne gli chiede se si è divertita. William risponde di sì, che si è divertita molto, ma non le racconta tutto. Prova piacere mentre ricorda la serata e di come Elizabeth l'abbia toccato, ma si tortura mentalmente perché pensa che sia sbagliato trarne piacere, che non è da gentiluomini. Elizabeth è una giovane ragazza innocente che non conosce le regole della società londinese. Non sa che è improprio toccarlo, ed è sbagliato che lui ne approfitti. Anche se-
    Si scuote e si morsica l'interno della guancia, cercando di non pensare ad Elizabeth e di focalizzarsi invece sulla discussione che sta avendo con sua madre.
    Lei gli chiede se le hanno chiesto di ballare e se è andata bene. Lui mente e dice “Certamente. Pensavate di no?”
    Anne dice che era preoccupata perché, per quanto Elizabeth sia affascinante e talentuosa, è piuttosto strana e aveva paura che la società londinese non la capisse come invece fanno loro. E' grata che sia andato tutto bene.
    “Naturalmente. Erano tutti pazzi di lei. Tutti parlavano di lei.” Dice William, ricordando con rabbia i commenti su di lei che aveva udito alla festa, non solo da parte di Charles Archer e Cecily. La rabbia causata da questi, però, svanì presto al ricordo di quello che era successo dopo. Il modo dolce con cui gli aveva parlato per calmare il suo imbarazzo e la sua sofferenza. La carezza delle sue labbra sul proprio collo. Ma era vergognoso pensare a queste cose, e il bacio che le aveva dato era così improprio. Quasi indecente. Dopotutto, non erano fidanzati, e lui non doveva pensarci. Eppure, come poteva pensare ad altro? Come poteva non pensarci, senza provare piacere e anche un po' di orgoglio maschile?
    William sorride, pensando questo, e dice “Sì, lei era l'argomento preferito della serata. Loro-loro non potevano toglierle gli occhi di dosso.”
    Sua madre lo guarda incuriosita. Con piacere, ma anche con un po' di tristezza. “E cosa mi dite di voi?”
    “Anche io non potevo toglierle gli occhi di dosso,” risponde lui. Ma si accorge un secondo più tardi che quella non era la risposta alla domanda che aveva inteso sua madre. Così si alza di fretta per andarsene e mascherare il suo imbarazzo, dicendole che deve riposare e che ne riparleranno il giorno dopo.
    Sua madre lo ferma, posandogli una mano sul braccio. I suoi occhi sono gentili, ma William teme la domanda che inevitabilmente ne sarebbe seguita.
    “Avete dei sentimenti per Miss Summers, William?”
    Lui osserva il fuoco, nervoso. “Provo dell'affetto verso di lei, sì. Certamente, questa non è una sorpresa.”
    “No. Ma lei reciproca il vostro affetto?”
    “Mi-mi ha concesso il grande onore di permettermi di farle la corte, ma non voglio presumere che... Ecco... forse, con il tempo...”
    Non capisce perché si sente di essere così evasivo con la madre. Avrebbe dovuto essere orgoglioso che Miss Summers ritornasse il suo affetto. E ne era orgoglioso. Eppure, il ricordo del suo tocco era ancora forte in lui, e si sentiva strano, come febbricitante. Incapace di parlare di qualcosa che significava così tanto per lui. Che era tutto per lui.
    “Sono speranzoso,” dice alla fine, realizzando mentre lo diceva che era un eufemismo di massicce proporzioni. Per sottolineare la cosa, ripeté più piano, “ho speranza.”

    ~*~ ~*~ ~*~


    La mattina seguente, una rosa giaceva sul pavimento davanti alla porta di Buffy – un fiore di un rosso acceso, colto senza dubbio dalla serra nel retro della proprietà. I petali erano incurvati all'interno, non ancora sbocciati, e lo stelo non aveva spine. Un piccolo pezzo di carta piegato era al di sotto di esso, con il suo nome scritto sopra in una scrittura familiare. Buffy colse la nota e la aprì.

    All'interno, c'era una singola frase:

    Sorgi, mio bell'amore, e vieni via.

    ~*~ ~*~ ~*~


    TBC
     
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  15. Redan
     
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    User deleted


    Grazie per il nuovo capitolo!

    Finalmente i nostri piccioncini iniziano a darsi da fare ma William è ancora così rigido! e così *innocente*, fa tenerezza! XD Mi fa sorridere anche il fatto che lui consideri Elisabeth una povera ragazza innocente che si comporta in modo provocante con lui solo perchè non sa che è inappropriato XD XD XD Non vedo l'ora di leggere il resto!
    Una domanda: ma Buffy si è resa conto che si è innamorata di SPIKE? Mi sembra che la stia prendendo fin troppo bene! Niente potrebbe rendermi più felice, ovviamente, ma inizio a preoccuparmi che potrebbe venirle qalche ripensamento dopo
     
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587 replies since 8/2/2013, 14:59   8241 views
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