The Butterfly Effect di cousinjean

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  1. kasumi
     
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    Capitolo undici
    ***

    Giunsero ad un paio di isolati dal cimitero e si separarono, lasciando che Spike andasse da solo all'incontro con Mudge e che ci mettesse il suo tempo, dandole il modo di raggiungerli. Stavano camminando sul filo del rasoio e non potevano metterci troppo tempo, altrimenti avrebbero fatto insospettire il demone.

    Il camposanto era deserto – il che non era esattamente tipico di Sunnydale. Spike immaginò che avere la capacità di saltare nel futuro e fare ricognizioni avesse i propri vantaggi, anche se aveva sviluppato un'avversione per la conoscenza degli avvenimenti in anticipo. Mudge poteva pure tenersi i suoi poteri speciali.

    "Sei in ritardo!" Chiamò Mudge, appena vide Spike avvicinarsi da una fila di cripte.

    "Ehi, sei a corto di tempo? Beh, fattene una ragione. Non è stato facile recuperare il denaro." Fece cadere il borsone a terra con quello che sperava fosse un tonfo convincente.

    Mudge mostrò i denti in un largo sorriso ambiguo. "Bene, li hai portati. Sei venuto da solo?"

    "Certo, come mi hai detto. Sei tu quello che può vedere nel futuro."

    Il coglione rise. "Vero. Sarebbe da stupidi provare a fare un brutto tiro ad un demone Adjwic. Dunque, mostrami il denaro."

    "Mostrami la croce."

    Mudge sollevò la sacca.

    Spike sbadigliò. "Non è una croce."

    Roteando gli occhi, Mudge prese la croce dalla borsa e la tenne in alto per fargliela vedere. "E' ancora stregata," gli ricordò. "Se c'è tutto il denaro, rimuoverò la protezione non appena sarò a distanza di sicurezza."

    "Ottimo." Spike scrutò le cripte dietro Mudge, focalizzando i sensi in attesa di qualche segno della ragazza, ma non vide niente. Dov'è una Cacciatrice quando ne hai bisogno? "Allora, c'è una ragione speciale perchè ci siamo incontrati qui?"

    "Perchè la Cacciatrice e l'altro suo caro vampiro sono al Floral Haven.” (NdT: letteralmente “il Rifugio dei Fiori”. Jean mi ha spiegato che intendeva un qualsiasi altro cimitero di Sunnydale e che per il nome si è ispirata quello della sua città).

    Spike ignorò la frecciatina. "Buono a sapersi. E’ un talento pratico il tuo. Ma senti un po’, visti tutti i problemi che ho dovuto affrontare per recuperare i soldi-"

    "Certo, sono sicuro che ci sia voluto molto a far fuori un cassiere di una banca."

    "Non penso che li valga tutti. Dammi un’altra cosa sopra e suggelliamo l’accordo."

    "Che cosa?" "Dimmi il mio futuro."

    "Intendi se la Cacciatrice ti terrà con sé?"

    "Pft. Come se credessi a tutto quello che la stronza mi dice."

    Mudge sogghignò. "Forse non sei una causa persa come pensavo. Bene, eccoti un regalo: dimenticati dell’Ordine di Taraka. Non ti faranno alcun bene."

    "Taraka? Che ne sai?"

    "Mi dispiace, vampiro. Se vuoi saperne di più, ti costerà un extra."

    "Tu, piccolo-" Un’ombra si mosse furtivamente sui tetti dei mausolei alle spalle di Mudge. "Bene, quel cavolo che è. Portiamo a termine quest'affare." Spike calciò il borsone verso Mudge e si preparò a ricevere la croce al volo.

    "Stai buono," disse Mudge, tenendo salda la sacca mentre afferrava la borsa. "Vediamo prima i verdoni."

    "Che cosa, non ti fidi di lui?" chiese Buffy mentre atterrava dall'alto su Mudge. "Che maleducato da parte tua."

    Mudge sollevò il viso dal terreno e sputò una boccata d'erba. "Fanculo, Cacciatrice!" Si dimenò al di sotto di lei. "Hai la tua croce, ora dammi i miei soldi!"

    "Oh, a proposito di quelli… facevi bene a non fidarti di Spike. I soldi non ci sono." Gli storse entrambe le braccia in una morsa. "Ora annulla l’incantesimo."

    "Fanculizzati!"

    Spike ridacchiò mentre si chinava a raccogliere la sacca di Mudge. "Sono felice di aiutarti a convincerlo, Tesoro."

    Lei gli indirizzò un sorrisetto, poi si gettò i capelli oltre la spalla. "E’ lì, giusto?"

    "Yup. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è la parolina magica."

    Buffy tirò verso l’alto il braccio di Mudge e lo fece gridare. "Dunque?"

    "Vai a farti fottere!"

    "L’hai già detto, amico," disse Spike. "Non penso che funzioni."

    "Ti stai divertendo," Lo accusò Buffy, socchiudendo gli occhi.

    "Sì, un pochino." Ridendo, Spike alzò le spalle. "Devo ammetterlo, vederti fare le cose da Cacciatrice è divertente, fin tanto che non le fai contro di me."

    "L’ultima parte è una grossa bugia."

    "Ehi," disse Mudge, "se volete stare da soli-" "Taci. No, aspetta. Non tacere." Estrasse un paletto dalla tasca posteriore e glielo premette sulla schiena. "Dimmi come annullare l’incantesimo."

    "Faresti bene ad arrenderti," disse Spike. "Altrimenti continuerà fino a che non otterrà quello che vuole."

    Mudge sospirò. "Ottimo, grazie, tu brut-"

    Fu interrotto dalla mano di Spike che andava a serrarsi sopra la sua bocca. Accovacciato davanti a lui, gli disse, "Controlla quello che dici o ti strapperò quelle labbra e te le ficcherò su per quel maledetto buco verde. Mi hai capito?"

    Con gli occhi che minacciavano di uscire dalle orbite, Mudge annuì.

    "Aw," disse Buffy, "questo era … veramente violento e volgare, ma dolce a modo suo."

    Ghignando, Spike si rialzò in piedi.

    "Ad ogni modo." Lei guardò in basso verso Mudge. "L’incantesimo?"

    "Ho bisogno della mia mano."

    "Non avrai la tua mano."

    "Non posso fare l’incantesimo senza di quella."

    Aggrottando la fronte, sollevò lo sguardo verso Spike. Lui alzò le spalle. "Bene," disse allora, lasciando andare uno dei suoi polsi.

    Mudge alzò la mano dotata di artiglio e indicò la sacca che Spike stava reggendo. "Kakarotto!"

    Scintille blue e gialle fuoriuscirono improvvisamente dalla borsa e lampi di energia mistica avvolsero entrambe le braccia di Spike. "Spike!" Urlò Buffy, prima che i fulmini lo colpissero dritto nel petto e lo lanciarono all’indietro, lontano da Mudge, lasciandolo a terra paralizzato.

    Il piccolo stronzo scattò in piedi, lasciando Buffy contorta sul terreno e raggiungendo Spike con calma. "Cosa dicevi riguardo lo strappo delle labbra, vampiro?"

    Spike avrebbe voluto rispondergli per le rime, o meglio, avrebbe voluto agguantare e strangolare il bastardo, trasformando in realtà la propria minaccia, ma non potè far altro che sbattere le palpebre. Buffy gemette e alzò una mano alla fronte.

    "Approfitto del momento giusto per andarmene."

    Mudge sottrasse la sacca dalle mani di Spike, che appena perse il contatto con essa collassò sul terreno. Buffy, che a malapena si reggeva in piedi, riuscì a lanciarsi verso di loro con abbastanza slancio da far sbilanciare Mudge e a farlo cadere in avanti. Il demone riuscì a ricomporsi velocemente e girò su se stesso, facendo roteare la sacca per colpire Buffy. Lei la bloccò, gli afferrò il braccio e lo colpì con un calcio alla testa e, prima che Mudge potesse riprendersi, gli portò un gomito dietro la testa e contemporaneamente un ginocchio allo stomaco. Lui rantolò e sputò del sangue ma mantenne la stretta sulla sacca e cercò nuovamente di colpirla. Lei afferrò il suo braccio e lo ruppe in due. Questo lo fece lasciare finalmente la presa sulla sacca, che cadde sul terreno mentre lui ululava per il dolore. Buffy la calciò lontano e indietreggiò ansimando.

    "Avremmo potuto sbrigarcela molto più facilmente," disse. "E diventerà ancora più complicata fino a che non annullerai l’incantesimo."

    Tenendosi il braccio, Mudge alzò lo sguardo verso di lei e le sorrise attraverso i denti macchiati di sangue, diventando invisibile. Buffy si lanciò verso di lui ma ottenne il solo risultato di attraversarlo, e quando si girò non lo vide più.

    "Maledizione!" Si mosse per inginocchiarsi a fianco di Spike. "Stai bene?"

    Spike stava riacquistando la sensibilità delle proprie membra e piegò una mano per fare una prova. "Dammi un secondo." Provò a rimettersi in piedi. "Questo è un assaggio di cosa significa stare dalla parte dei buoni?"

    Lei sorrise amaramente e lo aiutò a sedersi. "Ma almeno è poco noioso." Si trascinò per la breve distanza che la separava dalla borsa e allungò un braccio cautamente per darle una pacca. Quando non successe nulla, la afferrò e se la portò in grembo per aprirla. Frugò all’interno, strillò ed estrasse la mano nuovamente. "Merda. Speravo stesse bleffando."

    "Non siamo stati così fortunati. Suppongo che ora sia nella prossima settimana."

    "O nello scorso anno. O... in qualsiasi altro tempo voglia essere. Credo che non lo troveremo mai se non vuole essere trovato."

    "Eppure," disse Spike, allungando un piede per dare un colpetto alla sacca. "Abbiamo la croce. Io la chiamerei una vittoria."

    Buffy sospirò. "Per quanto ci può essere utile. Ehi, speravo che Ethan stesse mentendo sul non essere capace di rimuovere la protezione." Si mise in piedi e gli porse una mano. "Pensi di potercela fare?"

    Lui annuì, le strinse la mano e lasciò che lo tirasse in piedi. Era un po’ traballante e dovette appoggiarsi a lei per un attimo, ma le vertigini passarono presto. "Non sono deluso dal fatto che ti devi trattenere ancora un po’."

    Lei sorrise. "Non posso andare da nessuna parte fino a che non ottengo il libro, ricordi?"

    "Certo." Spike si rabbuiò. "Cos’è quella cosa che ha detto prima sull’Ordine di Taraka?"

    "Uh?" Buffy lo guardò, l’espressione vuota. Poi le venne in mente. "Oh, intendi quel plotone di cretini che mi sguinzagliasti dietro?"

    "Che io sguinzagliai… vuoi dire che tentai di colpirti con i più grandi e malvagi assassini che il mondo demoniaco possa offrire? Che non sbagliano mai il loro obiettivo? Quell’ Ordine di Taraka?"

    Lei alzò le spalle. "Beh, hanno perso quest’obiettivo."

    "Sì, ma... perché l’avrei fatto?"

    Entrambi i sopraccigli di lei scattarono in alto. "Stai scherzando, vero?"

    Lui alzò il mignolo. "Primo, io combatto personalmente le mie battaglie e non assumo nessuno a tempo. E secondo," alzò l’anulare, ma la fissò per un momento prima di scuotere la testa. "Non posso credere che ti odiassi così tanto."

    "Non dovrebbe essere troppo difficile da ricordare, visto che si tratta solo di un paio di giorni fa."

    Spike lasciò andare un sospiro e distolse lo sguardo. "Sembra una vita fa." Tornò a guardarla. "Ma li battesti?"

    Lei fece una risata nasale. "Oh, certo. Credimi, sei l’unico ad aver preso una fregatura."

    "Beh, è confortante."

    "Non preoccuparti." Si avvicinò per giocherellare con i bottoni del suo cappotto. "L’Ordine di Taraka è solo uno di una lunga serie di tentativi, deboli e senza speranza, di convincerti che mi volevi morta. Nessuno dei quali ha funzionato."

    "Lo giuri?"

    Buffy annuì. "Posso assicurarti che ho trascorso gli ultimi sei anni relativamente bene." Afferrò il bavero del cappotto e fissò il suo petto. "E’ dopo essere tornata che non ne sono sicura."

    Spike sollevò una mano verso i suoi capelli. "Buffy…" "Ma, ehi." Lo lasciò andare e fece un passo all’indietro. "Se non troviamo il modo di annullare l’incantesimo su quella croce, tutta questa conversazione sarà inutile."

    "Giusto. Credo che faremo una visita al mago." Mosse la mano per indicare l’auto. "Dopo di te, Dorothy." Si precipitò dietro di lei non appena iniziò a camminare da quella parte.

    "Allora, se io sono Dorothy," chiese dopo un momento, "tu chi sei?"

    Allacciò le dita tra le sue. "L’uomo di latta. Non si discute." (NdT: si fa riferimento ai personaggi del mago di Oz :)

    "Uh. Stavo per dire Toto, ma credo che possa andare lo stesso." (NdT: Toto è il cane XD)

    "Fottiti, Cacciatrice," disse alla risata di lei mentre le sollevava la mano alle labbra e sorrideva.

    ***

    Buffy attese nell’auto, fuori dalla visuale. Non era ancora sicura di come fosse accaduta l’intera faccenda con Eygon, o di quanto bene avrebbe dovuto conoscere Ethan. Aveva sempre pensato che avesse lasciato la città dopo quell’incidente, stando alle parole del malvagio venditore di costumi. Il loro piccolo scambio al negozio di scarpe era stata una cosa, ma se aiutava Spike a sconfiggerlo, a riprendersi il libro e a sistemare la croce, Ethan avrebbe potuto vendicarsi sulla Buffy teenager. Quindi Spike andò da solo, con la raccomandazione di non uccidere o ferire pesantemente il ragazzo.

    Lei lo guardò allontanarsi con una sensazione opprimente, sapendo che lo stava mandando incontro a morte certa. Cercò di vederla da un'altro lato, che lui stava andando solamente ad assicurarsi che sarebbero stati insieme, che avrebbero avuto l'occasione per conoscersi veramente. Per assicurarsi la propria umanità e redenzione. Non si trattava solo di lei o di loro, si trattava di non mettere a repentaglio il suo percorso.

    Ma perché questo percorso doveva finire proprio mentre stava iniziando?

    Emettendo un sospiro, appoggiò la testa contro il finestrino. Premette la punta delle dita sull'alone di umidità creato dal proprio respiro e quando le tolse, guardò le impronte svanire.

    Proprio come lui avrebbe fatto quella notte.

    Gli mancava di già. Non aveva mai smesso di mancarle, ma... Dio. L'ultimo giorno con lui... le ultime ore... che le avrebbero ricordato quello che avrebbero potuto avere- se solo si fosse arresa prima a lui- lo rendevano ancora più doloroso. Ogni volta che in passato aveva pensato, "Okay, questa è la cosa più difficile e dolorosa che mi è mai stata chiesta” ora sapeva che si era sbagliata.

    E che questa volta stava toccando il limite.

    Sperava quasi che lui tornasse indietro senza il libro, che Ethan l'avesse già venduto, o nascosto o qualcosa del genere, così non sarebbe dovuta tornare. Sapeva che non poteva scappare con lui, che avrebbe dovuto lasciarlo lo stesso, ma almeno sarebbe stata in un mondo che avrebbe avuto anche Spike.

    Sapeva che era da stupidi pensarlo. La sua esperienza le diceva che sarebbe sopravvissuta. Sarebbe tornata alla sua vita, a Dawn, e ad un certo punto le sarebbe parso naturale non avere più Spike attorno a sé e avrebbe smesso di farle così male. E poi sarebbe andata avanti, che è quello che lui avrebbe voluto.

    Oppure…

    Oppure che cosa? Non lo sapeva. Sentiva come se ci fosse una risposta, un qualcosa che le sfuggiva e che aleggiava proprio davanti ai propri occhi, che se solo avesse allungato una mano avrebbe potuto afferrarlo. Ripensò ad ogni film che aveva visto sui viaggi nel tempo. Ripensò a 'Ritorno al futuro', dove i ragazzi mandavano un telegramma a se stessi, come se ci sarebbe stato qualcuno a Sunnydale che avrebbe potuto consegnargli un messaggio al momento giusto. Ma anche se fosse, che cosa gli avrebbe detto? "Ti amo. Punto. Veramente. Punto. Per favore non morire. Punto." Avrebbe potuto scrivergli una lettera e mettere “Non aprire prima del 2003” sulla busta, ma non c'era verso che lui non l'avesse letta appena l'avesse trovata. E sarebbe avvenuto lo stesso se se ne fosse indirizzata una a lei. Lasciare un qualche tipo di messaggio o una traccia degli eventi era troppo rischioso. Poteva essere vista da chiunque e stravolgere gli eventi. O forse non avrebbe cambiato nulla.

    Si lasciò cadere all'indietro sul poggiatesta e chiuse gli occhi, ripetendosi tutto quello che Willow le aveva detto riguardo il funzionamento dei viaggi nel tempo e la loro etica. La stessa donna che, eventualmente, non si sarebbe dovuta disturbare a cercare un piano di emergenza se lei non fosse riuscita a riavere il libro. "Stanne fuori fino a che non è il momento di tornarsene a casa" non era esattamente l'idea che Buffy aveva della-

    Oh.

    Oh!

    Lei non doveva affatto tornare indietro. Poteva restarsene in disparte fino al momento della battaglia con il Primo.

    Buffy si raddrizzò sul sedile, il cuore che le batteva all'impazzata. Le dita affondate sulla maniglia della portiera mentre combatteva l'urgenza di correre fuori e dire a Spike quello che aveva appena realizzato.

    Che poteva salvarlo.

    Avrebbe significato vivere in completa solitudine per i prossimi anni, senza contare il modo in cui l'avrebbe salvato... indossando probabilmente l'amuleto al suo posto. Ma avrebbe significato che l'altra se stessa sarebbe sopravvissuta e lui pure.

    Lui l'avrebbe fatto al suo posto. Non c'era alcun dubbio.

    Le ci volle un momento per riconoscere la sensazione di caldo che si spandeva nel petto per quella che era:

    Speranza.

    ***

    Ethan raccolse quello che rimaneva della lampada da tavolo e provò a tamponare il sangue che gli fuoriusciva dal naso. Era andata abbastanza bene, come si era aspettato. Se ne sarebbe venuto fuori senza altre ossa rotte o segni di morsi. Era sollevato che la Cacciatrice non ne aveva preso parte. Il vampiro era più facile da giocare.

    Un lieve cambiamento della pressione atmosferica nella stanza gli disse che aveva compagnia. Si voltò per vedere Mudge all'altro lato della camera, che si teneva l'avambraccio.

    "Mi ha rotto il braccio!" si lamentò.

    "E lui mi ha rotto il naso. Chi vince?"

    "Non hai mai detto che farmi picchiare a sangue facesse parte del piano."

    "Oh, mi sono scordato di precisarlo? Beh, per le prossime volte, ricorda che minacciare la vita della Cacciatrice comporta sempre essere picchiati. Sii solo felice che il suo Osservatore non fosse coinvolto."

    Mudge raddrizzò una sedia caduta a terra e sprofondò su di essa. "Ho pensato che mi avrebbe ucciso veramente."

    "Che è il suo lavoro," disse Ethan in modo disinteressato, per poi notare lo sguardo avvilito di Mudge. "Oh, avanti. Lo sai che più foga ci hai messo e più convincente sei stato. La cosa importante è che loro credano che tu non volessi fargli avere la croce."

    "Se è così, perché lui ha ottenuto il libro e tu hai ottenuto solo un naso sanguinante?"

    "Perché ho la reputazione di un codardo e mi è sempre servita."

    "Ma certo, va bene. Non me ne frega un cazzo se hanno la croce. Non è un mio problema se non riescono a rimetterla al suo posto in tempo."

    Ethan sospirò. "Lo sai che la linea del tempo non deve essere alterata fino a che non è il momento-"

    "Certo, certo. Ho capito."

    "A proposito," disse Ethan, "sei sicuro che loro…"

    "Oh certo. Ho potuto annusarli fin troppo bene l’un sull’altro." Mudge ridacchiò. "avresti dovuto vederli al cimitero. L’avrebbero fatto lì sul posto se io non fossi stato in mezzo. Te l’avevo detto che non avrebbero potuto resistersi l’un l’altro."

    "Davvero." Ethan fece una smorfia. "Non credo di aver mai visto un vampiro così sdolcinato."

    "E una Cacciatrice addolorata fin troppo ansiosa di fare un giro nel passato. Non è stato difficile immaginare come sarebbe andata a finire. Eppure, è una vergogna di come il ragazzo abbia potuto avere un assaggio senza nemmeno vedere-"

    "Forse. O forse no."

    "Cosa, sai qualcosa che io non so?"

    "Vuoi veramente che ti risponda?"

    "Uomo saggio."

    Ethan sorrise. "Dirò solo che, l’artefatto non è stata l’unica cosa che Spike mi ha chiesto prima di andarsene."


    TBC

    (ricordo che mancano solo due capitoli...)
     
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  2. kasumi
     
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    Ecco un nuovo pezzetto..^^


    **
    Capitolo dodici
    ***


    "Beh, avevi ragione su Rayne," Disse Spike appena rimise piede nell'auto. "L'ho sbattuto un po' in giro e si è arreso subito."

    Buffy gli prese la sacca dalle mani ed estrasse la croce. "Ora disponibile senza grandi sforzi per spaccargli il sedere. Ottimo." La rimise nella sacca e ripose tutto ai propri piedi. "Non hai ferito troppo Ethan, vero?"

    "Naa. Vivrà ancora per seminare il caos."

    "Meno buono. Ma necessario, suppongo. Ed il libro?"

    "Qui." Glielo stava per porgere.

    "Whoa!" Buffy alzò le mani di scatto. "Se lo tocco adesso, finisco come una frittata sul cratere."

    "Oh. Giusto. Allora lo terrò io." Lo posò sul proprio grembo e si mise a fissarlo, passandoci distrattamente sopra il pollice sugli angoli delle pagine. "Immagino che abbiamo finito. Missione compiuta e tutto il resto. Puoi andare a casa."

    "U-hu. Oppure posso andarmene in qualche posto esotico e isolato dove posso avere una lunga e piacevole vacanza, fino al momento di tornare qui ed impedirti di morire. Ho sentito che Tahiti è carina."

    Lui la guardò con un sopracciglio alzato. "Di che cosa stai parlando?"

    "Mentre eri con Ethan, mi è venuto in mente che posso cambiare il futuro. Se resto in quest'anno e aspetto per i prossimi sei anni, posso salvarti."

    "Salvarmi dallo salvare te? Per non parlare del resto del mondo. Come pensi di farlo?"

    "Io…" Buffy sospirò. "Non credo che tu debba morire. Hai già fatto abbastanza danno, la Bocca dell'Inferno stessa avrebbe... in ogni modo, non è necessario che sia tu. Posso farlo io, al tuo posto."

    "Che cosa? Intendi morire per salvare me?" Scosse la testa. "No. Non te l'avrei lasciato fare."

    "Sei morto per me."

    "E' stata una mia decisione."

    "E questa è la mia. Credimi, Spike, ci ho pensato molto."

    "Come? Nei dieci minuti in cui sono stato via?"

    "Guarda, possiamo andare? Non abbiamo ancora finito, fino al momento in cui la croce non viene rimessa al suo posto. Poi, possiamo anche litigare per questo."

    Lui contrasse le labbra e guardò dritto davanti a sé, poi annuì. "Bene." Mise in moto l'automobile e iniziò ad uscire dal parcheggio. Si concesse un momento per considerare attentamente qualcosa, poi si immise sulla strada principale.

    "Pensavo saresti stato più contento della la mia idea," Disse Buffy, dopo alcuni minuti di guida silenziosa.

    "Contento che tu voglia farti uccidere per me?"

    "Non sappiamo se mi ucciderà. Voglio dire, era come la luce del sole. Magari non fa nemmeno male."

    "E l'intera città che ti cadrà addosso? Ti farà solamente un leggero bernoccolo sulla testa?"

    "Forse posso uscire in tempo. E comunque, non lo sapremo fino ad allora. Ne tu ne io, ne la mia versione che avrà la possibilità di avere una vita assieme a te."

    "Certo, fino a che non dovrà tornare indietro nel tempo e ricominciare di nuovo l'intera cosa."

    Buffy si accigliò. "Non penso che funzioni così. Voglio dire, se cambiassi il futuro... chi ci dice che accadrebbe tutto nella stessa maniera? Potrei decidere diversamente, magari farmi aiutare da Giles come avrei dovuto fare."

    "Forse… ma poi come avresti-""Oh! O forse potrei assicurarmi che Mudge non rubi il libro, tanto per cominciare!"

    Spike strabuzzò gli occhi. "Ma allora come faresti a tornare qui da me per poi venir fuori con questo astuto piano per salvarmi?"

    Lei alzò le spalle. "Non lo so. Voglio dire, penso che una volta che è successo poi sia a posto per sempre. Non che io debba tipo tornare indietro e fermare me stessa di nuovo. Sarebbe un... come si dice?"

    "Un paradosso."

    "Esatto. Uno di quelli. Ad ogni modo, ho sei anni di tempo per risolvere tutte queste imperfezioni."

    "C'è un'altra cosa. Stai parlando di sei anni in isolamento, che già di per sé ti faranno andare via di testa, senza parlare di ogni volta che si avvicinerà un evento che vorresti poter cambiare e saresti tentata di correre a casa per impedirlo."

    "Certo, sarei tentata, ma so molto bene che non posso cambiare tutto. E la tua morte? E' così recente che non dovrebbe causare una catastrofe." Con un sospiro, guardò fuori dal finestrino. "E so che non sarebbe facile. La peggior cosa sarà come mi mancheranno tutti, specialmente Dawn."

    "Dawn?"

    Tornò a guardarlo. "Mia sorella. Ma per lei non cambierebbe nulla, come per gli altri, perchè non avrebbero modo di sentire la mia mancanza."

    "Io la sentirò."

    Buffy sorrise. "No, non la sentirai. La pozione servirà a questo."

    Sulla bocca di Spike si disegnò un sorriso lievemente doloroso. "Giusto. Sicuro."

    "Quindi le grandi domande a cui dobbiamo rispondere sono dove andrò e come riuscirò a -" Si interruppe nell'attimo in cui il cartello 'State lasciando Sunnydale' attirò la sua attenzione. "Dove stiamo andando? La città è dall'altra parte."

    Subito dopo aver oltrepassato il cartello, Spike si portò fuori dalla strada.

    "Che cosa stai facendo?" Chiese lei. Lui stette lì seduto per un momento, poi uscì dall'auto. Buffy lo seguì. "Spike?"

    Fece alcuni passi nella direzione della città, poi si fermò e si voltò verso di lei. "E' così, giusto? Il cratere termina ai confini della città?"

    "Sì, ma cosa ha a che fare con-"

    "Ti amo."

    Il tono della voce di lui era così determinato da spaventarla. Lo fissò, cercando di capire cosa avesse in mente. "Anche io ti amo," disse alla fine.

    Tornò indietro verso di lei, la testa inclinata mentre la osservava. "Ed affronteresti veramente tutto questo per me?"

    Lei annuì. Dio, non ne era ancora convinto? "Sì. Per te, per noi. Ma prima dobbiamo-"

    Lui la baciò, interrompendola. Il braccio che andava a posizionarsi attorno alla vita di lei così perfettamente, in modo così naturale. Le mani di lei posate inizialmente sul suo petto, si fecero strada gradualmente fino al viso. Quando finalmente si separarono, lei aveva quasi le vertigini. Lui poggiò la fronte sulla sua. "Grazie," disse. "Per pensare che io valga tutto questo."

    Lei potè solo annuire, ancora troppo presa dall'emozione per poter formulare un pensiero coerente.

    Le lasciò andare la vita e pose la mano a coppa sul suo viso, poi si tenne indietro per guardarla. Si guardarono negli occhi per un lungo momento mentre il suo pollice le accarezzava la guancia, poi lui sorrise. "Ma io ho un piano migliore." Allontanò la propria mano e si tenne indietro.

    Buffy strabuzzò gli occhi, confusa. "Tu… che cosa-"

    "Prendi." Tirò fuori qualcosa dal cappotto e glielo lanciò. Lei lo prese e guardò in basso verso il libro nelle sue mani. Quando rialzò lo sguardo di nuovo, era giorno e l'unica cosa di fronte a lei era un cratere enorme.

    (continua)

    Edited by kasumi - 1/2/2013, 16:17
     
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  3. piccola06
     
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    Nooooooooooooooo, l'ha fatta tornare indietroooooooooo!!!! Aveva già capito i suoi intenti e lui l'ha anticipata, ecco cosa ha chiesto a Ethan. Spike la conosce troppo bene. Chissà se sarà cambiato qualcosa, sicuramente Buffy ora si dispererà. Dio come sono curiosa Posta presto il continuo, manca ancora un capitolo e mezzo giusto?
     
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  4. p.i.a
     
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    CITAZIONE
    "Ma io ho un piano migliore."

    gif gif gif
     
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  5. piccola06
     
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    Aspetta un momento ma ... ma il libro non doveva tenerselo lui? Mi sto sbagliando? no perchè se l'ha dato a lei vuol dire che .... o dio non può fare il rito per Drusilla e così tutto cambia!!!! Mi sto facendo prendere una crisi di nervi inutilmente?
     
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  6. kasumi
     
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    no Piccola, stai tranquilla! XDD il libro è giusto che ce l'abbia Buffy!^^
    il libro viene dal futuro dove Mudge l'ha rubato.

    Cmq ho quasi finito il capitolo e fra poco pubblico!! *.*
    Poi ne manca solo uno!!

    Pia non piangere!!!!!!!!!
     
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  7. kasumi
     
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    Il primo pensiero di Buffy fu che non erano andati abbastanza lontano e che si trovasse proprio sopra al cratere, da come il suo intero mondo le stava cadendo sotto i piedi. Ma le sue ginocchia toccarono il terreno. Stette seduta lì, sbalordita.

    "No."

    "Buffy!" Willow la chiamò da qualche parte lì vicino.

    "Ehi!" La voce di Dawn. "Hai visto? E' comparsa improvvisamente dall'altra parte della strada. E' stato così figo."

    "Stai bene?" chiese Willow, mentre si avvicinavano a lei. "Hai avuto problemi con Mudge?"

    "E' la stessa maglietta che avevi prima?" chiese Dawn.

    "Buffy?" Willow si chinò per prenderle il libro dalle mani. "E' andato tutto-?"

    "Mandami indietro."

    "Come?"

    Buffy alzò lo sguardo verso di lei. "Mandami indietro. Willow, per favore, non ero... Non avevo intenzione di-""Mi dispiace, Buffy, ma non posso." Willow scosse la testa. "L'incantesimo ha assorbito molte delle mie energie, dovrei andare a recuperare altri ingredienti e... ma, ad ogni modo, perchè vorresti farlo? E' tutto come prima, no?"

    Buffy guardò il cratere e il recinto eretto attorno ad esso, la lettera di Xander e le pietre che Willow aveva riposto al di sotto. Nulla era cambiato.

    Proprio nulla.

    Si sentì male al pensiero.

    "Buffy? Ci stai spaventando-ehi, che cosa…?"

    Un singhiozzo si fece strada in lei. Buffy si sentì mancare e Dawn la prese prima che crollasse a terra.

    "Buffy, che succede?"

    Ma lei non poteva dirlo. Non riusciva nemmeno a parlare. Ma anche se ci fosse riuscita, loro non avrebbero capito. Tutto quello che poteva fare era posare la testa sulla spalla della sorella e piangere.

    ***

    E proprio così, lei se n'era andata.

    Spike fissò il posto dove era stata solo qualche secondo prima, mentre assimilava quello che aveva appena fatto. Non avrebbe dovuto essere così precipitoso. Avrebbero potuto avere un altro po' di tempo... avrebbe potuto tenerla un altro po', baciarla ancora una volta... ma non sarebbe mai stato abbastanza. Ed era fatta. Non poteva tornare indietro. Cacciando indietro le lacrime, tornò in macchina. Aveva ancora del lavor da sbrigare.

    Prima, la croce. Riporla nella tomba di Du Lac era abbastanza facile. Si chiese per quanto tempo sarebbe rimasta lì prima che lui ed i suoi scagnozzi avrebbero pensato di cercarla. Quanto tempo ci sarebbe voluto prima di reincontrare Buffy? Non che per quel momento gliene sarebbe importato.

    Il suono della sua risata, mentre si faceva strada al di fuori del cimitero, gli fece quasi battere il cuore. Girò l'angolo e la vide, circondata dalle braccia di Angel. Si stavano baciando, e in quel momento Spike pensò che fosse troppo presto per prendere la pozione.

    Doveva occuparsi di un altro paio di cose, come farsi una doccia e lavare i propri vestiti. Cancellare il profumo di lei dalla macchina. E mentre lavava via tutte le tracce di lei, si ripeteva che lo stava facendo per assicurarsi che sarebbe stato con lei nuovamente, che avrebbero avuto il loro tempo per stare insieme.

    E molto, anche, se Rayne fosse venuto. Mentre guidava verso il loro rendezvous, pensò al loro ultimo incontro. "Sono più un tipo da pozioni magiche.” Aveva detto Rayne, quando Spike gli aveva chiesto di rimuovere la protezione. Spike non ci aveva fatto molto caso e solo quando stava già per uscire dalla porta, si era accorto di quello che quella frase poteva significare per lui.

    "Hai detto di conoscere le pozioni magiche?" Aveva chiesto mentre si girava.

    Rayne annuì. "Perché?"

    Spike gli si era fatto appresso, scivolando nel volto della caccia. Afferrò Rayne per il davanti della maglietta e lo fece alzare in piedi, poi estrasse la fiala dalla tasca e gliela mostrò. "C'è un'altra cosa che farai per me."

    Rayne protestò. Spike pensò che se lo stronzo avesse cambiato idea, gli avrebbe fatto rimpiangere di non averlo ucciso, sebbene non fosse ancora convinto di come la sua morte avrebbe influito sul proprio avvenire.

    Eppure, fu sollevato di entrare da Willy e vederlo seduto al bar. Prese lo sgabello vicino al suo e ordinò sangue e bourbon.

    "Ce l'hai?" Chiese.

    Rayne estrasse la fiala dalla tasca e la depositò sul bancone. "Spero che questa concluda i nostri affari."

    "Dipende. Hai fatto le modifiche?"

    "Proprio come mi hai specificato. Spero che la Cacciatrice apprezzi il romanticismo dell'innesco che hai scelto."

    "Lascia che mi preoccupi io della Cacciatrice." Spike prese la fiala e la ispezionò. "Come farò a sapere se l'hai fatto nel modo giusto?"

    "Non lo saprai, almeno per altri sei anni. Devi solo avere un po' di fede."

    "Ho abbastanza fede nel fatto che tu sia un bugiardo e bastardo doppio-giochista."

    Rayne fece un sorrisetto. "Ed è ben riposta. Ma chiediti, amico, che cosa ne guadagnerei a fare il doppio gioco con te? Mi basta aver visto la pozione. Questa, amico mio, è un'opera d'arte, pura e semplice e chiunque l'abbia inventata ha un sicuro talento mistico. Fare le alterazioni che mi hai chiesto è stata una bella sfida. Per un momento ho quasi temuto che non sarei riuscito a farcela." Sorrise. "Quasi."

    "Allora, se la prendo adesso, chiuderai quel maledetto becco? O devo prima ucciderti?"

    Rayne rise. "Puoi sempre non prenderla."

    Spike sorseggiò il proprio drink, poi sibilò un fischio con la bocca. "Ci ho pensato, naturalmente, ma le ho fatto una promessa. E poi... non penso che potrei andare avanti, sapendo quello che so e quello che ho perso."

    "Fa come ti pare," disse Rayne con un'alzata di spalle e sollevò la birra alla bocca.

    "Bene, allora." Spike stappò la fiala e la tenne in alto. "Questo è per Buffy."

    Rayne fece una risata nasale. Quando Spike lo fissò di sbieco, lui roteò gli occhi. "Oh, che cavolo." Sollevò il proprio boccale di birra. "Alla salute," disse, e mandò giù.

    Spike portò la pozione alle labbra ma esitò. Lasciò la mente soffermarsi sul loro ultimo bacio, la sensazione della pelle di lei, il suo calore. Il modo in cui l'aveva amato. E con cui l'avrebbe fatto di nuovo, un giorno.

    "Cin cin," disse, e bevve la pozione.

    (con questo termina il dodicesimo capitolo! :))
     
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  8. piccola06
     
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    Ma no, ma dai non può finire così il capitolo :( Cmq forse ho una mezza idea di cosa ha chiesto Spike a Ethan riguardo alla pozione ... o almeno è quello che avrei fatto io al posto suo. Sono proprio curiosa di vedere se ho ragione.
     
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  9. kasumi
     
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    ***
    Capitolo tredici
    ***


    Buffy non aveva--ovviamente—voglia di andare a mangiare cinese, ma non aveva nemmeno voglia di cucinare, così fecero un compromesso e si fermarono lungo la strada per andare a casa per prendere del cibo d’asporto. Willow stette seduta con lei nell’automobile mentre Dawn entrava ed ordinava.

    "Non devi stare con me," le disse Buffy. "Se vuoi andare a prendere qualcosa…"

    "Nah, sto bene così. Anche se desidero ardentemente un pezzo di pizza. Penso che prenderò qualcosa all’aeroporto."

    "Parti di già?"

    "Beh, sì. Devo riportare indietro questo libro e assicurarmi che stia dove deve stare. E magari rendere la nuova biblioteca a prova di Mudge."

    "Mi dispiace di averlo fatto scappare."

    "E’ okay, Buffy. Non importa se non l’hai ucciso. Il suo se stesso del passato avrebbe probabilmente trovato un modo per cambiare le cose e per non farlo succedere."

    Buffy si strinse nelle spalle. "Buon per lui." Si voltò per guardare fuori dal finestrino.

    Stettero in silenzio per un momento prima che Willow chiese, "Allora, vuoi parlarne? Voglio dire, va bene anche se non vuoi farlo."

    Buffy scosse la testa. "Grazie, ma… Non posso. Non ancora."

    Willow annuì. "Certo. Capisco." Un altro momento trascorse in silenzio. "Scusami, Buffy," disse infine. "Avrei dovuto immaginare quanto difficile sarebbe stato tornare lì."

    "Non scusarti." Buffy si protese per stringerle la mano. "Avevo bisogno di tornare indietro. E’ solo che…"

    "Ci sono delle cose che avresti desiderato portare via con te?"

    "Sì." Buffy lasciò andare la mano di Willow e incrociò le braccia. "Io-" Sospirò. "Sì. Si tratta di questo."

    Willow annuì. "Capisco." Emise un sospiro e guardò verso la strada, poi si voltò nuovamente verso Buffy. "Lo sai, il libro può aspettare, se vuoi che resti un po’ con te…"

    Buffy fu tentata per un attimo di dire di sì, ma aveva bisogno veramente di stare da sola. "No. Ma grazie. Non penso che sarei di buona compagnia stanotte."

    "Il punto è che io sia di buona compagnia."

    "Grazie, Will. Starò bene."

    "Sei sicura?"

    Lei annuì.

    Willow non sembrò convinta, ma cedette. "Va bene. Ma tornerò non appena ne avrò la possibilità. E intendo presto. E sarò la 'Willow venuta per una felice e divertente rimpatriata'. Faremo shopping e cose divertenti e non porterò brutte notizie."Buffy sorrise. "Suona bene."

    "Arriva Dawnie," disse Willow, facendo un cenno con il mento. Mise in moto l’automobile non appena Dawn salì a bordo sul sedile posteriore con due borse piene di cibo d’asporto. "Sei sicura di aver preso abbastanza?"

    "Penso di sì," disse Dawn, senza cogliere il sarcasmo. "Non ho preso le bibite, ma penso che in casa ci siano ancora sei confezioni di Coca Cola."

    "Va bene," disse Buffy. "Non ho molta fame. Penso che andrò a letto appena arriveremo a casa."

    "Non sei malata, vero?" Dawn guardò verso Willow. "E se avesse portato un raffreddore o i germi dell’influenza o qualcos’altro con lei? Guasterebbe la linea del tempo?"

    Willow sorrise. "Non in modo irreparabile, credo."

    "Non sono malata," disse Buffy. Dio, riusciva a mala pena a tenersi insieme. Desiderò che Willow guidasse più velocemente. "Ho solo bisogno di…" Spike. "…una pennichella."

    Il resto del tragitto trascorse in relativo silenzio. Willow e Dawn chiacchierarono del Consiglio e della vita scolastica di Dawn, mentre Buffy lottava contro l’urgenza di rannicchiarsi.

    Finalmente, furono a casa. Willow accostò di fronte al loro edificio. "Allora non vuoi che stia con te? Sei sicura?" chiese. "Perchè posso farlo."

    Buffy scosse la testa. "Ho veramente intenzione di andare a dormire per un po’. Credo di avere una specie di jet lag, ma infinitamente più forte."

    "Okay." Willow si sporse in avanti per un abbraccio. "Ma chiamerò non appena arriverò a casa."

    Ricambiando la sua stretta, Buffy tirò su con il naso ma riuscì a sorridere. "Bene. Fai buon volo." Scese dall’auto mentre Dawn si sporgeva verso il sedile anteriore per dare l’abbraccio d’addio a Willow. La sorella scese portando con sè il cibo e si diressero entrambe verso i gradini.

    "Allora, stai veramente bene?" Le chiese Dawn nell’ascensore.

    Buffy alzò le spalle.

    "E’ per la mamma? Intendo, l’hai vista?"

    Buffy la guardò, sorpresa. Se ne era proprio dimenticata. "Un po’," disse. "Ma non potevo parlarle o altro."

    Dawn annuì solamente. Per lei era una spiegazione sufficiente.

    Quando raggiunsero il loro piano, Buffy tastò nella tasca per tirare fuori le chiavi e l’accendino di Spike cadde sul pavimento. Lo guardò per un momento, prima di piegarsi per recuperarlo, lottando per non scoppiare a piangere nel mezzo del corridoio. Lo ripose invece nella tasca e andò ad aprire la porta.

    Appena la aprì, Dawn si sbrigò a superarla e portò le borse in cucina. "Io prendo il mu shu!" Chiamò. (NdT: è un piatto cinese con verdure fritte, uova, e carne o pesce, tutto servito con delle frittatine)

    "Ti ho detto che non ho fame," disse Buffy, andando a posare la borsa sul tavolo. "Metti pure quello che non mangi nel frigorifero."

    "Hai preso un poca di quella senape piccante?"

    Buffy sussultò alla domanda. O, più precisamente, alla voce che la pose. Scosse la testa. Era proprio come prima, subito dopo che era morto. Era così sicura di quello che avrebbe detto in certe situazioni che poteva praticamente sentirglielo dire. Si chiese quanto tempo ci avrebbe messo questa volta per smettere di farlo.

    "Quella cosa è incredibilmente disgustosa," disse Dawn.

    "Che cosa?" chiese Buffy.

    "Quella senape."

    Aspetta. Aveva appena-

    "Va bene, ma ne hai presa?"

    Okay, questa volta era forte e chiaro dietro di lei. Buffy congelò. Tutto tranne il suo cuore, che le batteva forte nel petto. Prese un respiro profondo e cercò di calmarsi. Non poteva essere reale.

    Nemmeno le mani forti che le stavano cingendo le spalle potevano esserlo.

    O le labbra premute contro la propria tempia.

    "Ne ho presi tipo una dozzina di pacchetti," disse Dawn mentre divideva i contenitori sul mobile. "Dovrebbero essere abbastanza. Non che la voglia qualcun’altro."

    E fu improvvisamente di fronte a lei, camminando verso la cucina. "Tu prendi quelli con la carne di maiale, giusto?"

    "Uh… certo." Dawn indicò il contenitore a destra.

    "Fantastico!" Lui lo prese. "Ci sta meglio con il sangue di maiale rispetto al pollo."

    "Ew!" Urlò Dawn, e gli tirò un canovaccio. Lui lo prese, sogghignando, e aprì il cassetto delle posate.

    "Voi donne volete forchette o bacchette?"

    "Bacchette!"

    Lui ringhiò. "Certo, come se l’ultima volta fossero andate bene." Le porse una forchetta, poi guardò Buffy. "E per te, Amore?"

    Lei strabuzzò gli occhi. "Um…" Il suo cervello non riusciva a pensare, troppo occupato ad elaborare il fatto che lui era lì. Spike era lì, a piedi scalzi, i capelli tutti arruffati ed era nella sua cucina, stava ridendo e giocando con sua sorella e stava mangiando cibo cinese con loro ed era reale.

    Inclinò la testa. "Buffy?"

    "Ha detto di non aver fame," disse Dawn. "Penso che abbia preso un germe degli anni ‘90."

    "Un cosa? E tu dove sei stata, comunque? So che non eri a scuola, perché qualcuno di nome ‘Tandy’ ha chiamato per darti i compiti di francese."

    "Merde," lamentò Dawn.

    "Ehi!" Spike guardò Buffy. "Questo non l’ha imparato da me."

    Dawn rise sotto i baffi. "Mi dispiace. Buffy ti ha lasciato una nota sul tavolo, non l’hai vista?"

    Lo sguardo di Spike viaggiò sul tavolo, come quello di Buffy. Non c’era nessuna nota, ma un foglio di carta giaceva sul pavimento. Lei andò a prenderlo mentre Dawn raccontava a Spike della loro giornata. Era una nota, sicuro. Era indirizzata a lui ed era scritta nella propria calligrafia, ma lei non ricordava di averla…

    Guardò in giro per l’appartamento. Per la prima volta notò il cappotto di lui pendere dall’appendiabiti vicino alla porta. Si allungò per toccarlo, per sentire la sensazione del cuoio, per assicurarsi che anche quello fosse reale. Sul tavolino da caffè nel soggiorno giaceva un libro che non riconosceva e sullo scaffale ne erano allineati alcune dozzine. L’odore stantio di sigarette permeava l’aria. Tutti segnali che dicevano ‘Spike vive qui’.

    "Ma avresti dovuto vederlo," Dawn stava dicendo. "Un attimo prima era seduta per terra di fronte a Willow e l’attimo dopo stava dall’altra parte della strada e teneva in mano il libro. E’ stato così figo."

    "E com’è andata la parte nel mezzo?" chiese lui, osservando Buffy. "Immagino che te la sei cavata senza grandi ostacoli, visto che siamo ancora tutti qui."

    Buffy rise, di una risata incredula e non completamente sana.

    Il sopracciglio di Spike scattò in alto. "Tesoro?"

    "E’ un po’ strana da quando è tornata," disse Dawn. "Ha visto la mamma."

    Spike annuì, mostrando comprensione. "Questo ti ha sicuramente ferito. Ti senti bene?"

    Lei scosse la testa. "No. Questo non può… non è andata così."

    "Buffy?" Spike posò il cibo. "Dolcezza? Vuoi parlarmene?"

    Lui cominciò ad avvicinarsi, ma lei indietreggiò. "No!"

    Spike si fermò.

    Buffy tenne una mano alzata per tenerlo lontano da sè. "Non è successo così. Non per me. Le persone non tornano semplicemente indietro e poi va tutto bene come se niente fosse. Ci sono conseguenze. Grandi, incasinate e spaventose conseguenze!"

    "Uh… Briciola? Sarebbe un buon momento per chiamare Tandy."

    "Sì, davvero un buon momento." Dawn afferrò un altro contenitore di cibo e una lattina di Coca Cola e corse praticamente nella propria stanza.

    Buffy incrociò le braccia al petto e respirò a fondo, provando a calmarsi. Perché non riusciva a vederne il lato positivo? Perché non poteva semplicemente gettarsi tra le sue braccia come avrebbe voluto?

    Perché a lei non toccavano mai i finali felici. Non così.

    "Che cosa hai fatto, Spike?"

    Gli occhi di lui si allargarono per l’incredulità. "Okay, ho bisogno di avere più informazioni qui."

    Lei fissò il suo petto, rimurginando sull’ultima volta che l’aveva visto, le cose che le aveva detto. Non poteva guardarlo negli occhi. Non ancora. "Hai detto che avevi un’idea migliore. Tu hai fatto questo."

    Lui fece scorrere le mani attraverso i capelli. "Quando siamo andati a dormire la scorsa notte, andava tutto bene. Oggi mi sono alzato, ho guardato un po’ di TV, ho bevuto un po’ di sangue, ho letto un po’." Si mosse verso il soggiorno. "Poi sei tornata a casa. Se c’è qualcosa che avrei dovuto-"

    "Dio, non te ne ricordi nemmeno."

    "Ricordare cosa, Amore? Se mi dici cosa avrei fatto."

    "Sei qui."

    Lui sussultò, sobbalzando all’indietro come se l’avesse colpito. Poi la sua bocca si strinse e guardò in basso al pavimento. "Se c’è qualche altro posto in cui preferiresti che io sia-" "No. Non intendevo-" Buffy si coprì il viso con le mani. Non avrebbe pianto. Almeno fino a quando non avrebbe avuto una buona ragione per farlo. Aveva pianto troppo negli ultimi giorni. Strofinò la propria fronte mentre cercava il modo per spiegarglielo. "Spike, quando sono andata a letto la scorsa notte, ero sola. Quando mi sono alzata oggi... quando sono tornata a Sunnydale... Prima che Willow mi mandasse indietro-"

    "Ero morto."

    Buffy lo guardò dritto in viso. Vide la comprensione che si disegnava sul suo volto, i sopraccigli uniti mentre richiamava qualcosa alla memoria.

    Poi gli occhi di lui incontrarono quelli di lei. "E’ questo?"

    Lei annuì.

    Inclinò la testa mentre la fissava, gli occhi che si stringevano e formavano delle increspature agli angoli. "Sei tornata nel '97?"

    "Sì."

    Lui sorrise leggermente e si morsicò il labbro. "Beh, che io sia fottuto," disse in ultima. "Per tutto questo tempo ho pensato che si fosse trattato di un vecchio sogno."

    "Allora ricordi?"

    "Sì, qualche cosa."

    Ed eccolo lì. Buffy fece cadere la testa all’indietro e lasciò scappare una risata incredula dalla bocca. "Non hai preso la pozione."

    Spike si accigliò. "La pozione… Oh, quella. Giusto. Certo che l’ho presa."

    Ma Buffy era già assorta nei propri pensieri, provando ad immaginare che cosa avrebbe comportato per loro. "Mi chiedo che cos’altro sia cambiato."

    "Nient’altro. Ti ho detto che l’ho presa, Buffy."

    "Spike, per favore. Se l’avessi presa, non sapresti nemmeno di che cosa sto parlando."

    "Ho preso la tua maledetta pozione! E ti giuro che non è cambiato nulla, a parte il mio esser qui!"

    "E allora come…"

    "Beh, l’ho… um. L’ho fatta modificare."

    Buffy si accigliò. "Modificare in che modo?"

    "Oh. Beh. Strano che tu lo chieda. Riordi quel mago con cui-"

    "Ethan? Hai permesso ad Ethan Rayne di maneggiare la pozione di Willow?"

    "Okay, con il senno di poi mi rendo conto che non è stata probabilmente una bella idea."

    "'Probabilmente?!" Buffy si portò un mano alla fronte. "Oh, questo si ritorcerà sicuramente contro di noi.”

    "Forse. Ma allo stesso tempo ha funzionato, no? Io sono qui e non sono morto. E questa parte è positiva, giusto?"

    Lei si portò la mano alla bocca per soffocare un singhiozzo o un attacco di riso, nemmeno lei era sicura quale, ed annuì. Lui si avvicinò e questa volta lei non indietreggiò, lasciando invece che le prendesse la mano e la attirasse a sè. Si sciolse contro di lui, realizzando che stava accadendo tutto veramente. Lui era veramente lì, senza essere pazzo o depresso o completamente selvaggio (NdT: si fa riferimento al ritorno di Angel nella terza serie). Era vivo e la Bocca dell’Inferno era ancora chiusa. Improvvisamente, non le importò più di qualsiasi altra conseguenza che la sua decisione poteva aver comportato.

    Buffy gli avvolse le braccia attorno al collo e lo tenne stretto. Lui ricambiò l’abbraccio, e per un lungo momento si tennero solamente l’un l’altro. "Pensavo che non ti avrei più rivisto," sussurrò lei.

    Spike la strinse più forte. "Avresti dovuto saperlo. Quando mai ho fallito nel tornare indietro?"

    Lei sorrise e gli afferrò il viso, seminando baci su ogni superficie poteva raggiungere prima di soffermarsi finalmente sulle labbra. Lui le portò una mano al viso e interruppe il bacio. "Ehi," disse, asciugandole le guance. "Che cos’hai, adesso?"

    "Credimi, sono del tipo buono." Tirò su con il naso. "Che cosa hai fatto fare alla pozione?"

    "Oh, giusto. Um." Si morsicò il labbro inferiore e serrò gli occhi mentre provava a ricordare. "Gli ha dato una scadenza."

    "Quando?"

    Lui sorrise. "La prima volta che mi hai detto di amarmi."

    "Sulla Bocca dell’Inferno?"

    Spike annuì. "Mi è sembrato il momento migliore."

    "Quindi… che cosa è successo?"

    "Intendi con il Primo?"

    "U hu."

    "Beh, siamo entrati, abbiamo portato le ragazze … molte di loro non ce l’hanno fatta, ma hanno combattuto tutte."

    Buffy annuì. "Questo è quello che ricordo."

    "Bene. E io stavo indossando l’amuleto. Non stava andando molto bene fino a che la luce non ha iniziato a risplendere. E’ piombata sugli Übervamps e ne ha tirata giù la maggior parte in una volta sola, bruciandoli. Mi è sembrato di bruciare io stesso, e la caverna ha iniziato a crollare attorno a noi."

    "E tutti hanno corso."

    "Tutti tranne te. Restasti per dirmi che mi amavi. E fu quando...." Chiuse gli occhi e diede alla testa una veloce scrollata. "Tutte quelle immagini riempirono la mia mente. Eravamo tu ed io ma non riconoscevo nulla. Non potei nemmeno darci un senso a tutte quelle cose, ma…" Alzò un dito per tracciare i contorni del viso di lei. "Mi colpì l’immagine di te che eri in lutto per me. Eri devastata. E seppi che eri stata sincera. Che mi amavi veramente."

    "E poi che cosa è successo?"

    Spike alzò le spalle. "Mi strappai l’amuleto e volammo come due dannati pazzi fuori da quell’inferno."

    Buffy si lasciò scappare una risatina incredula. "E’ tutto qui? Hai corso?"

    "Beh, sì. Che cosa dovevo fare? Starmene lì a friggere dopo quello che mi avevi appena detto?"

    "Nella mia versione, l’avevi fatto."

    "Nella tua versione ero un idiota." Lei sorrise e tirò su con il naso. "Non posso davvero discutere su questo."

    "E la parte della corsa non fu semplice come sembra. Ero bruciato e preso abbastanza male, avevo il sole ad aspettarmi fuori, e il terreno che cedeva dietro di noi. Non so ancora esattamente come sei riuscita a farmi salire su quel pulmino scolastico tutto d’un pezzo. Sono stato anche elogiato all’esterno, ma non mi sono ancora ripreso del tutto."

    Buffy si accigliò, facendo scorrere le mani su di lui, controllando di persona se stava bene, sebbene fossero passati diversi mesi dal fatto. "Ha fatto male?"

    "Diavolo se ha fatto male." La sua fronte si corrugò mentre la guardava. "Non te ne ricordi?"

    "Non dopo la parte del 'ti amo’."

    "Quindi per tutto questo tempo, per te, sono stato morto."

    Accarezzando il petto di lui, Buffy annuì. Poi sorrise. "Centocinquantadue giorni."

    Lui ricambiò il sorriso. "Ma oggi non conta."

    Lei scosse la testa. "No. E per la mia mente nemmeno gli ultimi tre."

    Spike la lasciò andare quel tanto da poter avvicinare a sé una sedia della cucina, poi si sedette e l’attirò sul proprio grembo. "Mi dispiace che hai dovuto sopportare questo, Amore."

    Buffy tirò di nuovo su con il naso e si asciugò gli occhi. "Sì, anche a me. Penso che questo pareggi i conti." Si sporse contro di lui e accarezzò la linea del suo mento. "Ma ora sei qui."

    "Sì, lo sono." Le braccia di lui le circondarono la vita. "E non sto nemmeno andando da nessuna parte. Non fino a quando avrò un capitolo in materia." Lei si sporse per baciarlo. La mano di lui risalì la schiena di lei e si fermò appena sotto la chiusura del reggiseno, poi lui gettò la testa di lato all’improvviso. "Oh, merda. Devo andare."

    Buffy si tirò indietro e lo guardò. "Che cosa?"

    "Stanotte devo lavorare."

    Buffy non aveva mai pensato che i propri occhi si potessero spalancare così tanto. "'Lavoro'? Che sta per ‘impiego’?"

    Lui le fece un sorrisetto. "Non dovresti sembrare così sorpresa."

    "Scusa. E’ solo che… beh, sono sorpresa. Che cosa fai?"

    "Dannato inferno. Devo per caso aggiornarti su tutti gli avvenimenti delle nostre vite degli ultimi cinque mesi?"

    "Almeno che tu non preferisca la versione che ricordo…"

    "Eh. No grazie. Sono un buttafuori."

    Buffy strabuzzò gli occhi. "Un buttafuori."

    "Più un uomo che sta alla porta, in realtà. Giù da Curly."

    "Quel posto punk dal gusto retrò?"

    "Sì."

    Buffy sorrise. "Significa che per lavorare devi indossare eyeliner e farti i capelli appuntiti?"

    Lui fece un largo sorriso. "Penso che dovrai aspettare un altro giorno per scoprirlo. Un paio di ragazzi mi devono dei favori e penso che non sarà difficile trovare una copertura per stanotte."

    "Oh. Non devi farlo."

    "No. Non avrei nemmeno dovuto stare fuori da casa tua ogni possibile momento dopo che sei tornata dalla tomba, ma l’ho fatto. E stanotte non ti lascerò."

    Buffy sorrise e lo baciò di nuovo. Lo fece a lungo, lentamente e con indulgenza, come se avessero tutto il tempo del mondo. Che di fatto avevano. Poi scivolò via dal suo grembo. "Lo sai, un po’ di mu shu non suona poi così male dopo tutto." Si diresse alla cucina mentre lui si faceva strada verso il telefono.

    "Oh, Tesoro?" chiamò. Si girò per vederlo trattenere una sigaretta tra le dita. Le fece un sorrisetto. "Hai un accendino?"

    Lei portò la mano alla tasca ed estrasse il suo accendino. Lo tenne per un momento e ne soppesò il peso, prima di farne scattare l’apertura e la chiusura un’ultima volta. Poi lo chiuse e andò da lui.

    "Ecco," disse, prendendo la mano di lui e posandoglielo sul palmo. Poi sorrise al suo sguardo confuso, mentre ci chiudeva sopra le dita. "Non ne ho più bisogno."


    ***

    FINE
    ***

    Nota dell'autrice: Sì, questa è veramente la fine. Questa storia era stata originalmente concepita per essere la prima di una trilogia (ecco perché alcune cose sono state lasciate in sospeso), ma sfortunatamente non riesco più a trovare il tempo per scrivere fan fiction e non ci sarà nessun seguito. Credetemi, sono triste quanto voi per questo, ma qualche volta è tempo di fare delle rinunce e andare avanti.
    Detto questo, è stata una gioia e vi ringrazio per avermi letto.

    Nota della traduttrice: Eh sì, alla fine ce l’ho fatta! XD Sono veramente felice del riscontro che ha avuto questa storia. Ho sudato tipo sette camicie per adattarla, visto il modo un po’ difficile di esprimersi dell’autrice, ma sono soddisfatta del risultato.

    Avviso che creerò presto un account come "unbridled brunette" per dedicarmi assieme a Spuffy93 alla traduzione di "Forward to Time Past".

    A presto!

    Kasumi
     
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  10. p.i.a
     
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    Ohhhhhhh;hhhhhhhh che gioia che è stata questa storia!!
    Mi è piaciuta moltissimo, brava all' autrice e bravissima alla nostra Kasumucia plizz sudaticcia;) per averla tradotta
    grazie! BRAVO126
     
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  11. kasumi
     
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    Grazie Luv! *__* (ormai parlo come Spike XD)
    :wub: :wub: :wub:
     
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  12. piccola06
     
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    Lo sapevo io che andava a finire così, l'idea che avevo era esatta, Spike no n l'avrebbe mai lasciata da sola. Sono contentissima e questa storia è stata davvero fantastica.
     
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  13.  
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    Ho appena finito di leggere questa bella fanfic... mi è piaciuta e mi ha lasciato addosso un po' di serenità... ^_^ bella l'idea del viaggio nel passato (adoro ritorno al futuro!!anche se immagino che il titolo sia preso dall'omonimo film, non male anche quello!!) ed è un pò il sogno di tutte noi spuffy!!!
    Complimenti a Kasumi, il testo scorre che è una meraviglia, hai fatto una traduzione eccellente!!:D
    Grazie Grazie cara per averci regalato questo piccolo gioiellino. :D
    Peccato che l'autrice non voglia continuare a scrivere...
     
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  14. kasumi
     
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    Grazie Faithless! *.*
    In realtà l'autrice ha continuato a scrivere, ma ora fa solo storie originali.
     
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  15. GabrydiSpike
     
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    Ho ripreso anche questa... e che dire... è cos' dolce che mi sono sciolta ed ho gli occhi a cuoricino!!! Ho sospirato così tanto che i miei gatti mi guardavano tutti preoccupati!!!
    I più vivi complimenti all'autrice con un doveroso grazie per il permesso dato alla traduzione e un applauso a scena aperta per la traduttrice ( sei sempre kasumi, vero? E che la barra laterale non mi fa leggere chi posta!) un eccellente lavoro riuscito alla perfezione!!! Un infinito grazie per questo lavoro da chi con l'inglese proprio non ce la può fare!

    P.S Me la cavo decisamente meglio con lo spagnolo... se ti capita nuovamente di averne bisogno!

    Besos!
     
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107 replies since 12/6/2012, 22:20   3827 views
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