The Butterfly Effect di cousinjean

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    Sì, l'ho vista quella fic! *w*
    Questa devo dire che mi attira un po' di più perché è più spuffolosa, quella scelta da NightLady sembra più complessa e enigmatica. Seguirò con attenzione!
    Può postarla anche qui, se crede. Farebbe sicuramente piacere alle altre!

     
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  2. Levian91
     
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    ah che tenero spike *_* si fa sempre in 4 per lei >_< lei ke solitamente nn se lo merita >_<
     
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    Leejongsukdipendente

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    :blink: ....Ma io mi ero persa tutti questi post!!!!!!!
    Oggi , con tranquillità....me li gusto pucciosamente in santa pace!!!!! Bacio Ale
     
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  4. kasumi
     
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    (NdT: Eccomi con la seconda parte del settimo capitolo! Un grandissimo grazie a Nightlady per l'aiuto che mi ha dato a sistemare le frasi! <3)


    Finalmente Mudge apparve, portando con sè la borsa con cui Spike l'aveva visto la notte prima al cimitero. Da vicino, sembrava la versione più grande di uno di quei cosi del film Gremlins. "Gentlemen," salutò in tono cordiale, alla maniera di Bugs Bunny. I suoi modi urlavano “genio della truffa”. Poggiò la borsa sulla scrivania e guardò a turno ognuno di loro. “Grazie per essere venuti.”

    "Non siamo venuti qui per compiacerti, Mudge,” disse Armoto. “Mostraci la merce.”

    "Sicuro. Ce l'ho proprio qui.” Mudge aprì la borsa.

    "Nessuno vi ha mai detto che la pazienza è una virtù?"

    Ogni testa nella stanza si alzò bruscamente verso la passerella, eccetto quella di Spike. Lui si limitò a chiudere gli occhi e a sospirare. Un leggero tonfo annunciò la sua presenza dietro di lui, e aprì gli occhi per vederla alzarsi dalla posizione accovacciata con la grazia di una leonessa.

    "Una bella entrata," disse, ma lei non sembrò curarsi di lui. Ok, questo poteva fare un po' male.

    "Chi ha invitato la Cacciatrice?" chiese lo Zo'orax. Spike studiò velocemente gli altri. Il Polgara si era posizionato davanti al suo capo ed entrambi erano pronti a combattere. L'umano si era spostato dietro agli altri, tentando malamente di nascondere la faccia. Mudge se ne stava impietrito, la bocca aperta mentre la fissava.

    Lei si gettò i capelli all'indietro sulla spalla e ricambiò lo sguardo. “Mi ha mandato Willow.”

    "Uh… eh. Ehi!" Mudge fece un largo sorriso. "Come sta Willow?"

    "Rivuole indietro il suo libro." Si mosse fino alla scrivania e si sporse in avanti. "E io voglio la croce."

    "Guarda, Cacciatrice," Mudge alzò le mani con aria indifferente, “non vogliamo problemi qui. Sono un uomo d'affari-"

    "Sei uno sporco ladruncolo."

    "Le adulazioni non ti porteranno da nessuna parte, bambinella. Come stavo-"

    "Mi hai appena chiamato 'bambinella'? Da dove vieni? Dal 1943?"

    "Come stavo dicendo, ci sono altre parti interessate. Ma sei benvenuta, nel caso volessi fare un'offerta.”

    "Un'offerta." Annuì la Cacciatrice. "Sicuro. Questa è la mia proposta. Dammi quello che voglio, e Spike ed io non uccideremo nessuno in questa stanza."

    Aveva appena…? "Uh…" Spike alzò una mano. "Non siamo veramente insieme in questa cosa."

    "Bene." Lei scrollò le spalle. "Lo farò da sola."

    "Va bene, va bene." Mudge svuotò la sacca sulla scrivania. Da essa fuoriuscirono un libro molto spesso ed una grande croce d'oro lavorata. "Come ho detto, non voglio problemi. Li vuoi, Cacciatrice? Prenditeli."

    "Non uscirai di qui con quelli," le disse Armoto. Lo sguardo che lei gli rivolse lo fece rannicchiare dietro il Polgara e Spike dovette sopprimere un sorriso. Quindi la Cacciatrice si voltò e fece per afferrare la croce ma, nel momento in cui la sfiorò con le dita, una serie di scintille si sprigionò da essa e risalì lungo il suo braccio, facendola urlare di dolore.

    Spike fu al suo fianco, tirandola indietro, ancora prima di rendersi conto di essersi mosso.Quando realizzò quello che stava facendo, allontanò le mani di scatto e indietreggiò. Oh, questa cosa era dannatamente terrificante. Stava salvando la ragazza? Si era precipitato in suo aiuto senza pensarci due volte, o meglio, neanche una?

    "Oh, questo sì che è interessante," disse l'umano.

    Massaggiandosi la mano, la Cacciatrice si voltò per guardarlo con gli occhi stretti in due fessure. “Li hai stregati.”

    Gli altri parlarono all'unisono. "Che significa?" chiese Armoto. "Sento puzza di doppio gioco," disse lo Zo'orax. Il Polgara grugnì solamente.

    "Mi sento insultato," disse Mudge. "Non è affatto così."

    "E allora com'è?" Chiese Spike.

    "Che cosa, pensavate che io portassi la mia roba ad una riunione con la peggior feccia che Sunnydale offra in questo momento, senza avere una piccola assicurazione? Funziona in questo modo. Quello che avrà fatto l'offerta migliore se ne andrà con la borsa e, non appena sarò a una distanza di sicurezza con il denaro in mano, annullerò l'incantesimo. E' molto semplice. E, nel caso ve lo stiate chiedendo, uccidermi non annullerà l'incantesimo." Disse lui, dirigendo l'ultimo sguardo verso la Cacciatrice.

    Ma lei stava ancora fissando l'umano. Attraversò la stanza verso di lui, lo afferrò per il davanti della maglietta e lo trascinò fino alla scrivania. "Puoi annullarlo?" Gli chiese.

    "Er…" Lo vide avvicinare la mano al libro con cautela, allontanandola non appena le scintille iniziarono a volare. "No. Vorrei tanto aiutare, veramente, ma non posso farlo senza conoscere le specifiche dell'incantesimo. Mi dispiace."

    Lei continuò a trattenerlo per la maglietta, intenta a indagare se lui stesse mentendo. Dall'espressione sul suo viso, si capiva che sarebbe stata più che contenta di strangolare il povero bastardo. Spike si chiese chi diavolo fosse quell'uomo. Finalmente, la Cacciatrice lo mise giù e bisbigliò nel suo orecchio “Questo sarebbe il momento buono per scappare.”, e lo lasciò andare con una spinta.

    Lui incespicò all'indietro, guardandosi intorno e lisciandosi la maglietta, mentre riacquistava l'equilibro e continuò ad indietreggiare verso la porta. “Bene allora,” disse, guardando i presenti. “Tanti saluti!” E con questo, se ne andò.

    La Cacciatrice si voltò verso Mudge. "Quindi ucciderti non lo annullerà. E cosa mi dici riguardo la tortura prolungata?"

    "Cosa ne dici di startene zitta e lasciarci fare le nostre offerte?" chiese lo Zo'orax.

    "Cosa ne dici di startene fuori da questo?"

    "Scusateci un momento," disse Spike, accompagnando la Cacciatrice fuori nel magazzino. Odiava se stesso per essere intervenuto. Se avesse usato il cervello, se ne sarebbe stato in parte a guardare mentre veniva massacrata. Ma non riusciva ad essere lucido da quando l'aveva incontrata – incontrato questa versione di lei, in ogni caso. Una volta che ebbero attraversato le porte, lei liberò il braccio dalla sua presa.

    "Che diavolo stai facendo?" chiese.

    "Io? Non sono io quello che sta facendo incazzare una stanza piena di cattivoni. Stai cercando di farti uccidere?"

    "Cosa, non pensi che io possa gestirli?" Lei si alzò sulle punte dei piedi per sbirciare attraverso le finestre delle porte scorrevoli, un gesto che lui dovette ammettere di trovare adorabile. Ma non si permise di sorridere a questo.

    "Da sola?" chiese lui, scuotendo la testa. "Ritiro quello che ho detto. Non sei troppo sicura di te stessa, sei folle."

    Lei tornò a poggiare i talloni a terra e lo guardò con il viso pieno di disappunto e un po' ferito. “Non hai veramente intenzione di aiutarmi?"

    L'impulso immediato di lui fu quello di scusarsi e rassicurarla che l'avrebbe fatto. Aveva persino aperto la bocca per dirlo, quando il suo cervello ritornò sui binari e gli disse quanto sbagliato sarebbe stato. Quindi emise un ringhio frustrato ed arrabbiato, volse lo sguardo lontano da lei e iniziò a camminarle intorno. "Ti vuoi svegliare?!" le urlò in faccia. "Non sono lui! L'hai detto anche te. E non voglio dannatamente essere lui! Mai!” Mosse alcuni passi nell'altra direzione, tenedosi la testa tra le mani. "Sono un assassino. Sono malvagio. E mi piace!" Si diresse di nuovo verso di lei. "E, nel caso non l'avessi sentito, ho una ragazza. Drusilla, ricordi? Sono qui per lei. Non sono qui per combattere le tue fottute battaglie!” Le diede una piccola spinta sul petto.

    Lei non reagì. Se ne stette solamente lì, con le braccia incrociate davanti al petto e gli occhi rivolti verso il basso. Le sue labbra tremarono appena e lui si sentì il Re degli Coglioni.

    Che Dio lo maledicesse!

    Retrocedette per lasciarle il suo spazio e aspettò, ficcando le mani nelle tasche. Aspettandosi che lei lo bastonasse per il magazzino e intenzionato a lasciarglielo fare. Finalmente, lei alzò gli occhi per guardarlo, ed era seria. Quandò parlò, la sua voce fu ferma ma lieve.

    "Se mi aiuti ad ottenere quello di cui ho bisogno da Mudge, dimenticherò che mi hai mentito riguardo l'asta."

    Lui alzò le spalle. "Sicuro. Quello che è. Non che io non stessi pianificando di rubare la croce in ogni caso."

    Lei annuì. "Bene, allora abbiamo bisogno di mettere fuori gioco gli altri e fare in modo che Mudge rimuova l'incantesimo di protezione."

    "Non sarebbe più facile lasciare che l'asta faccia il suo corso e poi prenderlo dal nuovo proprietario, no?"

    La Cacciatrice aggrottò la fronte. "Beh, sicuro, se vuoi fare la parte di quello astuto e con la testa sulle spalle."

    Questa volta lui sorrise, non riuscendo a trattenersi. Quando vide il viso di lei addolcirsi e ricambiare il sorriso, pensò che dopotutto non c'era nulla di male nel fatto che lei lo guardasse così. Coprì la bocca con una mano e tossicchiò senza una vera ragione, poi fece un cenno con la testa in direzione delle porte. “L'asta è probabilmente già iniziata. Meglio tornare dentro-”

    La porta venne spalancata ed il Polgara volò in mezzo a loro. Atterrò di schiena e scivolò per alcuni metri, fino ad urtare alcune scaffalature, dalle quali si rovesciarono diverse pile di scatole di scarpe che finirono sulla sua testa. Spike e la Cacciatrice si girarono entrambi per spiare attraverso le finestrelle la confusione dentro la stanza. Videro Angel che le stava prendendo dallo Zo'orax e l'altra Cacciatrice che si stava occupando di Mudge.

    "Che palle," disse Spike.

    "Puoi dirlo forte." Lei si girò verso di lui. "Devi andare ad assicurarti che non uccidano Mudge."

    "Che cosa? Perché io?"

    "Io non posso entrare lì! Mi vedrebbero!"

    "E allora? Probabilmente penserebbero che sei un demone cambia-forma o qualcosa del genere."

    "Spike!"

    L'espressione sul viso di lei era un divertente miscuglio di irritazione e frustrazione e “Porta il tuo culo lì.” Ma c'era anche qualcos'altro sotto. Fiducia. In lui. Non solo credeva che lui potesse farlo, ma anche che l'avrebbe fatto. Dopo un sonoro e ostentato sospiro, Spike lanciò il suo grido di battaglia ed entrò.

    Angel stava avendo la meglio sullo Zo'orax. Con un pugno lo aveva mandato a sbattere contro uno scaffale dal lato opposto della stanza ed era troppo intento a dargli il colpo di grazia per notare l'arrivo di Spike. Nemmeno la Cacciatrice se ne accorse, troppo impegnata a prendere a pugni Mudge. Lo teneva schiacciato sopra la scrivania, al di sotto della quale stava rannicchiato Armoto. La Cacciatrice alzò il pugno per un colpo mortale e Spike le afferrò il braccio.

    "Mi dispiace, tesoro," disse, mentre Mudge scivolava sul pavimento e si trascinava via a gattoni. "Non posso lasciartelo fare."

    "Spike?"

    Il viso di lei non mostrò nulla oltre la furia, mentre gli piazzava un calcio nel petto, mandandolo a volare contro l'intelaiatura delle porte. Mentre si rialzava, Spike guardò fuori dalla finestra, dove la sua Cacciatrice (non sapeva perchè era diventata improvvisamente la sua Cacciatrice, ma era facile differenziarle in quel modo) li stava guardando a disagio. Lei sillabò uno "Scusa!" e indicò qualcosa, riportando l'attenzione di lui sull'altra, giusto in tempo per scansare un pugno.

    "Dovevo saperlo che c'eri tu dietro questo," disse lei.

    "Oh, sì, certo." La colpì. "'Perché io sono la fonte di tutto il male di questa città."

    "Forse no," disse lei, strofinandosi la mascella. Si abbassò e fece oscillare una gamba rasoterra, colpendolo ai piedi e facendogli perdere l'equilibrio, poi saltò sopra di lui. "Ma sei la fonte della maggior parte delle mie rotture di scatole di questi giorni."

    "Ho notizie per te, Tesoro." La lanciò sopra la sua testa, rotolando con lei e finendole al di sopra. "E' reciproco." Mentre lei lottava al di sotto di lui, lui realizzò che ce l'aveva in pugno. Niente armi, le braccia bloccate sopra la sua testa, la gola esposta, completamente vulnerabile. Avrebbe potuto ucciderla in quel momento, e l'altra sarebbe scomparsa dalla sua esistenza. Angel sarebbe stato troppo distrutto per poter combattere e lui avrebbe veramente governato sulla Bocca dell'Inferno. Niente avrebbe reso Drusilla più felice.

    Guardò in alto verso la finestra e vide l'altra che lo guardava. Che confidava in lui.

    Che credeva in lui.

    Allentò la presa sui polsi di lei solo per una frazione di secondo, ma fu sufficiente. Con uno strattone, lei liberò il braccio e lo colpì con un pugno, lanciandolo via da lei e facendolo sbattere sul davanti della scrivania. Armoto gemette dall'altra parte del pannello di legno. Spike iniziò a ridere mentre la Cacciatrice si rialzava. "Tra tutti quelli in questa stanza, Cacciatrice, perchè ti scaldi tanto a combattere con me?" Mosse la lingua lascivo e le sorrise compiaciuto. “Sei ansiosa di mettermi le mani addosso, eh?”

    Le labbra di lei si curvarono in una smorfia di disgusto. "Taci, Spike." Lo afferrò per il cappotto e lo trascinò contro la scrivania, allungandosi al di sopra di essa per prendere qualcosa. Quando la sua mano tornò indietro, era stretta a pugno attorno ad una matita. Lui le afferrò il polso prima che la punta potesse colpirlo, quindi, trattenendola, tastò il piano della scrivania dietro di lui, senza sapere bene cosa cercare. Quando le scintille volarono sulla sua mano, seppe di averlo trovato. Per favore, fa che sia il libro. Quando la mano si chiuse attorno all'oggetto stregato, il bruciore della carne gli disse invece che non si trattava del libro. Urlò per il dolore ma tenne duro, permettendo alla scossa di attraversarlo e raggiungerla. La mano di lei si aprì di scatto e fece cadere la matita mentre il suo corpo veniva scosso dagli spasmi e la mano di lui continuava a bruciare.

    "Buffy!" Angel stava sopra uno Zo'orax morto, guardando allarmato quello che stava succedendo. Spike lasciò andare la croce e la Cacciatrice cadde al suolo senza sensi. Angel corse da lei. “Spike, che cosa hai fatto?”

    "E' viva." Spike si appoggiò alla scrivania, ansante, tenendosi la mano ancora fumante. "E se vuoi che lo rimanga, ti consiglio di portarla via da qui. Penso che per questa notte avete giocato abbastanza agli eroi e mandato abbastanza a puttane le cose.”

    Angel la raccolse tra le braccia. "Se non ce la farà…"

    Spike alzò due dita della mano buona in segno di saluto. Angel si prese un attimo per guardarlo in cagnesco, prima di fare la sua ritirata attarverso il negozio.

    Mentre la porta che dava sul negozio si chiudeva, l'altra porta si apriva. La sua Cacciatrice apparì in piedi sul vano della porta, osservando la sua mano con preoccupazione. “Stai bene?”

    Lui scrollò le spalle. "Guarirà."

    "Così stai lavorando con la Cacciatrice," disse Armoto, trascinandosi fuori da sotto la scrivania. "Hai un bel po' di spiegazioni da dare, Spike."

    Spike sospirò. "Se tu non fossi stato così occupato a tremare lì sotto, avresti notato che io ho lottato contro la Cacciatrice."

    Armoto guardò la Cacciatrice dall'alto in basso. “E allora dov'è?”

    "Nulla di cui tu ti debba preoccupare."

    "Sono la sua gemella malvagia," disse lei, sembrando troppo divertita per i propri gusti. Mudge provò ad approfittare della sua distrazione per scivolare di nascosto dietro di lei, ma lei allungò un braccio e lo afferrò per un orecchio.

    "Ow!" disse lui mentre glielo torceva e lo tirava per averlo di fronte. "Ow ow owowowowow! Giù le mani!"

    Lo lasciò andare e incrociò le braccia davanti al petto. "Annulla l'incantesimo."

    "Cosa hai intenzione di fare se non lo faccio?"

    "Ti ricordo che ho menzionato qualcosa riguardo le torture."

    "Non lo faresti."

    Lei gettò i capelli oltre la spalla con una risata. "Ricordi la ragazzina che te le ha suonate di brutto nemmeno cinque minuti fa? Io sono più forte, meglio allenata, meno paziente e sto diventando pure più incazzata. Vuoi veramente mettermi alla prova riguardo cosa non farei?"

    Spike si trovò a ridere allo scambio di battute. Doveva ammetterlo, quella donna sapeva essere molto tosta. Si alzò e si piazzò di fronte a Mudge. "E qualsiasi cosa lei non dovesse fare, sono sicuro che io non avrei problemi."

    "Beh, se la mettete così-" Mudge si azzittì quando uno schizzo di sangue lo colpì in volto. La Cacciatrice emise un rantolo e guardò in basso. Spike seguì il suo sguardo verso l'osso appuntito che le fuoriusciva dallo stomaco. Prima che potesse rendersi conto di quello che era successo, lei fu lanciata attraverso il magazzino, dove rimbalzò contro una serie di scaffali e colpì il pavimento di cemento come una bambola di pezza. Gli scaffali traballarono, lasciando cadere una valanga di merce sopra di lei, prima di rovesciarsi sopra il mucchio.

    Spike osservò tutto questo in un silenzio stordito, prima di rendersi conto che il Polgara stava in piedi di fronte a lui, l'aculeo osseo retrattile del suo braccio macchiato di sangue ed esteso per tutta la sua lunghezza. Fu a malapena consapevole della sua fronte che cambiava forma mentre ringhiava e si lanciava contro il demone. Lanciandosi sulla sua schiena, ne afferrò il collo con una presa soffocante e piantò le zanne sulla sua spalla. Il Polgara cercò di artigliarlo fino a che riuscì a levarselo di dosso, lanciandolo al di sopra della sua testa. Spike colpì il pavimento rotolando e si rialzò a passo malfermo.

    Il Polgara cercò di infilzarlo. Spike saltò all'indietro e afferrò l'aculeo, strattonandolo per la stanza e trascinandolo verso le porte, che chiuse ripetutamente su di esso, ancora e ancora, fino a strapparlo e a fare urlare lo stronzo di dolore. Quindi aprì le porte con un calcio, camminò in mezzo ad esse e , facendo dondolare l'osso come una mazza, colpì il figlio di puttana attraverso il magazzino. Questi atterrò ai piedi del mucchio al di sotto del quale giaceva Buffy. Spike fu subito sopra di lui, infilzandolo ripetutamente con il suo stesso aculeo. La cosa si contorse al di sotto di lui, infine si calmò ed esalò l'ultimo respiro.

    Non appena fu morto, Spike saltò giù da lui e si lanciò verso il mucchio. "Cacciatrice!" chiamò, gettandosi attraverso il miscuglio di scarpe. "Buffy!"

    Niente.

    Provò a scavare per cercarla, ma gli scaffali rovesciati erano in mezzo. Si piazzò al di sotto di essi di spalle e fece forza per sollevarli. Essi iniziarono a salire, ma scivolarono dalla sua presa e caddero improvvisamente nell'altra direzione, colpendo le altre file con un effetto domino. Si girò e la vide, il braccio ancora sollevato nel gesto di lanciare via lo scaffale, il petto che si alzava ed abbassava rapidamente per lo sforzo e la rabbia. Lo sguardo nei suoi occhi era di pura rabbia assassina mentre essi si posavano sul Polgara. Spike si tirò indietro mentre lei si mosse verso di esso, calciando via le scatole delle scarpe di mezzo.

    Mudge e Armoto uscirono dalla stanza, Mudge stringendo la borsa al petto. Armoto restò con la bocca aperta davanti al Polgara caduto e indicò Spike. "Mi devi una nuova guardia del corpo, vampiro!"

    Con un'unica e velocissima mossa, Buffy strappò l'aculeo dal petto del Polgara e lo lanciò verso i due demoni. Esso si conficcò tra gli occhi di Armoto, immobilizzandolo contro il muro alle sue spalle.

    La bocca di Mudge si spalancò, mentre dirigeva lo sguardo da Armoto che pendeva senza vita dal muro a Buffy. Strinse la sacca più forte e si lasciò scappare una risata nervosa. Spike realizzò di avere un largo ghigno sul viso, che non sembrava volersene andare. Aveva detto che lei era molto tosta? Questo l'aveva resa incredibilmente e fottutamente straordinaria. Uncinò i propri pollici sulla cintura e camminò verso il piccolo demone.

    "Allora, Mudge. Sembra che tu sia rimasto senza compratori. Cosa succederà adesso, amico?"

    L'imbecille indicò con il mento appuntito dietro a Spike. "Sembra che tu abbia perso una fidanzata. Cosa farai adesso, amico?"

    Confuso, Spike diede uno sguardo dietro di lui e reagì in ritardo al viso di Buffy riverso sul pavimento. "Cacciatrice?" Esitò solo una frazione di secondo, prima di tornare a guardare Mudge. Ma in quell'istante aveva già preso la sua decisione. Nel momento in cui si chinò a fianco della sua Cacciatrice, udì la chiave del proprio destino sfuggirgli di mano.

    "Buffy?" La girò sottosopra e trattenne il fiato. Non aveva notato prima tutto quel sangue. Si era allargato in una pozzanghera sotto di lei, e la maglietta e i jeans ne erano zuppi. “Merda,” mormorò, togliendosi il cappotto. "Buffy, andiamo," cercò di tranquillizzarla, mentre si sbottonava il colletto della camicia. "Non farlo. Non ora." Appallottolò la camicia e la pressò sulla ferita, ma si accorse che il sangue fuoriusciva anche da dietro. Dio, ce n'era così tanto. L'ultima volta che aveva avuto così tanto sangue di Cacciatrice sulle sue mani, l'aveva bevuto avidamente, l'aveva diviso con Dru e leccato via dal suo corpo mentre ci faceva l'amore a fianco del corpo esanime della Cacciatrice. Ora voleva solamente che si fermasse. Si sfilò la maglietta dalla testa e la depose al di sotto di lei. Il dolore nella mano bruciata era in secondo piano mentre premeva il bendaggio improvvisato su entrambi i lati della ferita, tentando di arrestare il flusso. Scosse la testa. “Devo portarti in ospedale.”

    "No." Gli occhi di lei si aprirono di scatto. "Niente ospedale."

    "Non vedi che c’è una possibilità, Amore. Non dobbiamo dire loro il tuo vero nome."

    "No." Lei afferrò il polso di lui, senza che nella presa ci fosse molta forza. "Troppo rischioso. Sistemami alla bell’ e meglio. Starò bene."

    Lui scosse la testa. "Non capisci, Tesoro. Tu-" La voce di lui si ruppe per la verità di quello che stava per dire. Poteva sentire il cuore di lei rallentare; sentire il calore del suo corpo diminuire. "Stai morendo."

    Le labbra di lei si tesero in un sorriso stanco. "Non sarebbe la prima volta." Gli occhi di lei incatenati a quelli di lui, che lo supplicavano. "Fidati di me."

    La mascella di lui si strinse mentre sosteneva lo sguardo di lei, desiderando contro ribattere, desiderando zittirla e smetterla di perdere tempo e darle l’aiuto di cui lei aveva bisogno. Non si era sentito così impotente da quella volta a Praga, e lo odiava. Ma annuì. "Va bene, allora. Niente ospedale." Srotolò la sua camicia rossa e ne tirò fuori una manica. "Ma farai bene ad avere ragione su questo, Cacciatrice." Strappò la manica e la avvolse gentilmente attorno alla vita di lei. "Perchè non puoi entrare allegramente nella mia vita e sconvolgere il mio intero maledetto modo di vedere il mondo per poi andartene così." Scosse la testa mentre legava la manica strettamente attorno a lei. "Non puoi morire così."

    Ma lei aveva perso conoscenza di nuovo.

    Posizionato l’emostatico, si mise a sedere e osservò il corpo pallido e quasi immobile. Quante volte aveva sognato questa vista? Si strofinò la guancia con la mano buona, per allontanarla bagnata. Che Dio lo aiutasse, stava piangendo per una Cacciatrice. Era veramente una causa persa. La avvolse con cura nel cappotto e la alzò tra le sue braccia. "Stai con me, Buffy," le sussurrò all’orecchio, cullandola contro di sè mentre si dirigeva alla macchina.


    TBC

     
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  5. Spike-Spuffy
     
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    Oooh, che bello il finale di questo capitolo, molto commovente :)

    posta presto, non vedo l'ora di leggere il seguito :)
     
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    E' il vampiro più adorabile mai esistito. ç__ç
    In ogni caso, ancora una volta un bel capitolo. Complimenti per la scelta della storia! E' veramente bella.




     
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  7. kasumi
     
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    *
    Capitolo 8
    ***

    Il rumore dell'acqua che scorreva nel lavandino le suggerì che Dawn doveva essersi alzata. Buffy considerò di aprire gli occhi per vedere che ora fosse, ma la stanza era ancora al buio e il cuscino era così morbido che, invece, decise di girarsi e rifugiarsi ancora di più sotto le coperte. Ma, quando cercò di muoversi, le sue membra andarono a fuoco ed un'esplosione di dolore l'attraversò, facendola gridare.

    La porta si aprì, gettando luce nella stanza, e Spike entrò. La sua vista le mozzò il fiato. Il volto e la fronte erano nascosti nell'ombra, ma la luce alle sue spalle ne delineava i contorni del corpo, donando alla pelle pallida e ai capelli una soffice aurea dorata. “Cacciatrice?” Le chiese. “Sei sveglia?”

    "Ci sono quasi," disse lei, strizzando gli occhi mentre sbirciava in giro. Sul comodino a fianco del letto c'era una lampada. Fece per raggiungerla e gemette.

    "Attenta!" Spike si affrettò ad accenderla per lei. "Così sanguinerai di nuovo." Spostò le coperte e sedette a fianco a lei per ispezionare i bendaggi, mentre lei osservava la camera. L'aveva portata in un motel, ovviamente, ma non in uno dei migliori della città. Non aveva bisogno di chiedere dove fosse. Sembrava proprio il posto dove aveva vissuto Faith. Buffy guardò in basso, imbarazzata, accorgendosi di indossare solamente la biancheria intima ed una garza sterile legata strettamente attorno al busto. Osservò le mani di Spike passare delicatamente sulla propria opera, e pensò a quanto sarebbe stato sensuale quel momento, se solo non avesse avuto un esercito di piccoli demoni Polgara che le stava pugnalando le viscere. "Per un momento, ho temuto che non sarei riuscito a fermarlo.” Alzò lo sguardo verso di lei. “Non sono abituato a rattoppare le persone.”

    Lei esaminò il lavoro ed annuì. "Non è male per un primo tentativo."

    "Fai il quinto. Ho fatto un po' di pratica."

    "Wow. Meticoloso."

    "Sì, beh. Per un attimo, ho pensato che fossi spacciata."

    Buffy scrollò le spalle. "Ne ho avute di peggio."

    Gli angoli della bocca di lui si sollevarono e la guardò attraverso le ciglia. "Se stai provando ad impressionarmi, stai facendo un maledettissimo buon lavoro.” Inclinò la testa e la osservò per un momento. "Nessuno ti ha mai detto quanto tu sia straordinaria?"

    Il suo cuore accellerò il battito e lei sorrise. "Credo tu l'abbia accennato una o due volte."

    "Lo spero proprio." Le spostò i capelli dal viso, lasciando che le dita le accompagnassero le ciocche fino alla spalla, dove si posarono. Il pollice le disegnò una linea su e giù per il collo. Oh, perchè doveva essere così piacevole? "Penso di iniziare a capire quello che ho visto in te."

    Buffy guardò in basso, improvvisamente conscia della sua quasi nudità. "In questo momento stai vedendo molto di quello che hai visto in me.”

    "Oh, hai ragione." Spike allontanò la mano. "Um, scusa." Rimise le coperte al suo posto mentre si alzava in piedi. "I tuoi, uh… i tuoi pantaloni sono appesi ad asciugare." Indicò verso la stanza da bagno. "Sono riuscito a togliere la maggior parte del sangue, ma la maglietta è una causa persa.” Una maglietta nera a maniche corte pendeva dallo schienale di una sedia. “Qui.” Disse, prendendola e lanciandogliela in grembo.

    Lei la raccolse e la annusò, aspettandosi di sentire il suo odore. Ma, con sua delusione, profumava solo da bucato fresco. "Da dove viene tutto questo?"

    "Tengo un cambio di vestiti nel portabagagli." Si appoggiò allo schienale della sedia. "Ci tengo un sacco di roba lì dentro, giusto in caso. Mi piace essere preparato ad ogni evenienza."

    "Sei sicuro di non essere un boy scout?"

    Lui ghignò di rimando e abbassò la testa, in quel tipico gesto impacciato che lei trovava dannatamente adorabile, a maggior ragione perchè era spontaneo. Lei iniziava a fargli un certo effetto e questo la fece sorridere. Fece per indossare la t-shirt, ma quando sollevò le braccia sopra alla testa per infilarla, la ferita protestò e lei sibilò per il dolore.

    Spike fu lì in un lampo. “Ecco, piano.” disse, aiutandola con la maglietta. Spike che le metteva i vestiti. Questa era una novità.

    Alzò lo sguardo verso di lui, attenta a non indugiare troppo sul suo petto scoperto. “E cosa mi dici di te?”

    "I miei si stanno asciugando. Non sono riuscito a togliere tutto il sangue, ma... “ Scrollò le spalle. “E' uno dei vantaggi di vestire in nero. Oh, ecco” Andò al comò e afferrò una borsa marrone di carta. “Ho pensato che dovresti mangiare qualcosa. Per farti forza.”

    Buffy aprì la borsa e sbirciò, e fu invasa dal profumo di carne troppo cotta e unta. Un po' troppo unta per quello che il suo stomaco potesse digerire in quel momento. “Magari più tardi.” Disse, richiudendo la borsa e mettendola da parte. “Sono abbastanza sicura che non andrebbe giù ora. Ma grazie.” Si affrettò a dire, vedendo cadere il sorriso di lui. “Da quando sono arrivata qui, tutto quello che ho mangiato è una fetta di pizza fredda. Sono destinata a morire di fame da un minuto all'altro.”

    Lui annuì. “Sicuro.” Stette lì in piedi, guardandoper la stanza con aria incerta.

    Buffy si riposizionò sui cuscini. “Grazie di tutto.” Gli disse. “E' strano che tu ti prenda così cura di me. Il vecchio Spike mi avrebbe probabilmente lasciato lì a sanguinare e sarebbe corso dietro alla croce.” Aggrottò la fronte. “Ehi, aspetta un minuto. Tu sei il vecchio Spike. Che succede?”

    Ci fu di nuovo quel sorriso mentre lui ficcava le mani in tasca. “Ci ho pensato. Per un microsecondo.”

    "Allora, perchè non l'hai fatto?"

    "Uh… eh. Buona domanda." Si grattò la nuca. "Credo che, di colpo, un futuro senza di te mi sia sembrata l'opzione meno tollerabile.” La mano tornò in tasca, mentre la fissava,, apparentemente indeciso su cosa farne di lei. “Mi sa che qui sto combattendo una battaglia persa in partenza, Tesoro.”

    "Dillo a me."

    "Che cosa ne sai, tu?" Brontolò.

    I sopraccigli di lei scattarono verso l'alto. “Mi stai prendendo in giro?” Si sistemò più dritta contro i cuscini. “Pensi forse che ti sia caduta tra le braccia, non appena mi hai detto che ti eri innamorato di me? Sono andata totalmente fuori di testa."

    Lui strabuzzò gli occhi per un momento, restando a bocca aperta. Poi sbuffò. “Immagino.” Incrociò le braccia, stringendosi leggermente nelle spalle. "Io, um… Non ti ho scritto una poesia o qualcosa del genere, vero?"

    "No, grazie a Dio. Voglio dire, sarebbe stato un motivo in più per andare fuori di testa."

    "Sì," sospirò lui. "Le mie poesie tendono ad avere questo effetto sulle persone."

    Buffy sorrise. "Non si trattava di questo. Non ero semplicemente pronta a conoscerti. Avevo questa idea che tu fossi un duro e un teppista e quando mi hai detto che mi amavi...” Seguì con il dito l'orribile tessuto blu e arancione a motivi cachemire sulla trapunta. “Il che non fu così di punto in bianco, ripensandoci. C'erano stati diversi segni. C'eri già stato per me quando ne avevo avuto bisogno, in modi che io non mi sarei mai aspettata. Ma continuavo ad avere quella mentalità che ci odievamo a vicenda. Mi ci è voluto parecchio tempo per abituarmi all'idea che non fosse più così.” Alzò lo sguardo su Spike. “Ho sprecato un mucchio di tempo per venire a patti con l'idea di noi due insieme.”

    Lui continuava a stare lì in piedi, fissando un'ammaccatura del piede del letto. “La prima volta che ti ho visto,” disse infine, “L'avevo capito. Avevo questa sensazione nelle mie viscere che tu saresti stata la mia rovina. E la ignorai, naturamente.” La fissò. “Ma non avrei mai creduto che sarebbe successo in questo modo.”

    Lei richiamò alla memoria una discussione avvenuta tra di loro. “Una volta mi hai detto di essere abbastanza sicuro di aver iniziato ad innamorarti di me in quel momento. Mi hai detto che te ne stavi lì in piedi a guardarmi ballare, con l'intenzione di studiarmi, ma eri rimasto, em...”

    "Incantato."

    "Sì."

    Lui annuì. "Sì, beh, cosa posso dire? La ragazzina si è rivelata una piacevole sorpresa.”

    Questo la fece ghignare. Lui venne a sedersi sul bordo del letto, distante da lei, poggiando i gomiti sulle ginocchia, e girò la testa per guardarla. "Non ha nulla della versione cresciuta, comunque.” Le sorrise e qualcosa nel petto di Buffy iniziò a gonfiarsi. Era il sorriso che destinava a lei. Quello dolce e adorante. Quello che aveva temuto di non rivedere mai più. Le lacrime le punsero gli occhi e tirò su col naso.

    "Spike…"

    Lui si piegò per avvicinarsi a lei, puntano i pugni sul letto a circondare le sue gambe. “E' inevitabile, vero? Tu ed io?”

    Lei alzò una mano verso il viso di lui e deglutì. “Non lo è.”

    Una lacrima scese sulla sua guancia. Spike la asciugò ma sembrò confuso. "Perchè…?"

    "Ci è voluto un insieme particolare di circostanze per metterci insieme. Se adesso ne roviniamo qualcuna, ci potrebbe non essere un noi."

    Lui scosse la testa. "Non capisco, Amore. Noi siamo qui, adesso. Insieme. Perchè il resto dovrebbe importare?”

    "Spike… Dio. Non farmi questo."

    "Cosa?"

    "Non… Non posso cambiare nulla. Le cose devono accadere nel modo in cui sono già accadute, oppure…"

    "Oppure cosa?"

    "Oppure nulla!" Lo spinse via ed uscì dal letto, ferita come non mai. Cercò di non mostrarlo, ma non potè fare a meno di tenersi il fianco.

    "Buffy, avanti. Siediti." Provò a farla tornare a letto, ma lei rifiutò l'invito e arrancò verso la sedia. Lui stette indietro e la guardò appoggiarsi ad essa, il corpo talmente teso che sembrava la frustrazione rotolasse fuori da lui in forma di onde. “Perchè non possiamo solamente... Sarebbe così terribile se ce ne andassimo via insieme? Solo tu ed io, a costruire il nostro futuro. Andremo da qualche parte dove non dovrai preoccuparti di influenzare quello che c'è qui attorno..."

    "Ma non capisci?" Si portò le mani al petto. "Questa versione di me che tu trovi così straordinaria, non esisterebbe, se io non avessi vissuto la vita che ho avuto. Non sarebbe stata in giro per scappare con te. Dio, non pensi che io... “ La testa di lei ruotò un poco come per scacciare un pensiero. Si sedette e riportò lo sguardo su di lui. "Fra circa sei mesi, dovrò mandare il mio fidanzato all'inferno. Fra tre anni, tornerò a casa e troverò mia madre morta sul divano del soggiorno. Dopo di che, morirò, e quando tornerò indietro dovrò affrontare il peggior anno della mia vita, il peggiore di molti anni brutti. E poi dovrò guardarti mentre...” Il viso le si contrasse in una smorfia e si affrettò a nasconderlo dietro le mani.


    Edited by kasumi - 22/9/2012, 00:31
     
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    Che tristezza la confessione finale! Però è vero che le delusioni e tutti i dolori hanno fatto di Buffy la donna che è e che, in ultima analisi, ha pure conquistato il cuore di Spike. Chissà come la risolverà la cosa l'autrice, visto che adesso Spike sembra innamorarsi sempre di più, ma lui è ancora quello della Seconda Stagione, mentre Buffy è "più vecchia".
    In ogni caso sono entrambi un amore, tenerissimi, e mi piace tanto sia la caratterizzazione di lei che, soprattutto, di lui. Che bello che è! >O<
     
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  9. kasumi
     
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    Oh, lui è fantastico in questa fic! E pure Buffy mi piace!
    :wub: :wub:
    Non vorrei fare spoiler, ma ci saranno dei momenti molto toccanti... °_°
     
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  10. Levian91
     
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    povera buffyyyy ç_ç dover rinunciare ad un ritrovato Spike, separarsi da lui un altra volta ç_ç come potrebbe reggere?.. spero tnt che l'autrice abbia trovato qualche stratagemma, per far felici entrambi >_<

    cmq non sò.. Spike non sembra che sia cambiato troppo e in poco tempo? insomma..anche nella 4 stagione cambia parecchio.. ma rimane sempre un mascalzone..(anche se molti di qst comportamenti sono dati dai rifiuti di B) o no? D: quando sarà tutta finita la rileggerò.. magari è solo un impressione XD
     
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    E' verissimo, sia Pike (ma lui lo è sempre) che Buffy, sono splendidi, in questa storia,e lei cmq , si ha ragione, ma sapeva che mettendolo a conoscenza di un loro futuro avrebbe potuto ottenere quello che sta ottenendo!
    Non so come adesso possa evolversi il tutto, ma mi piange il cuore nel pensare che per un altra volta lei dovrà rinunciare alla felicità!

    Sempre più convinta che questa ff sia FANTASTICA.
     
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  12. kasumi
     
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    grazie ragazze!

    Levian91
    CITAZIONE
    cmq non sò.. Spike non sembra che sia cambiato troppo e in poco tempo?

    concordo e penso che sia l'unico difetto di questa fic. purtroppo è ambientato tutto in pochi giorni e l'innamoramento di Spike risulta un po' affrettato.
     
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  13. p.i.a
     
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    ho recuperato pure io!!!
    'E un gioiellino sta ff
    brava Kasumuccia che l'ha scovata e tradotta per noi :abbracc:
     
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  14. kasumi
     
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    grazie pia! *.*
    dovete ringraziare nightlady che me l'ha consigliata e mi ha incoraggiato a leggere dall'inglese! ^o^

    in settimana vorrei finire di tradurre il capitolo.

    A presto!!
     
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  15. kasumi
     
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    Spike si accovacciò davanti a lei e le scostò le mani dal viso. "Non posso ancora credere di averti lasciato così."

    "Non l'hai fatto. Te l'ho detto, non è stato così."

    "Non m'importa di come è stato. Perchè l'avrei fatto? Come avrei potuto?"

    Buffy scosse la testa. "Non pensi che se avessi potuto, l'avrei fatto diversamente? Che avrei fatto qualsiasi cosa per impedire a tutte quelle cose di accadere? Ma non posso. Non posso permettermi di farlo, e nemmeno tu!" Tirò su con il naso e si appoggiò all'indietro sulla sedia, strofinandosi la fronte. "Ci sono troppe cose in ballo. Per favore, cerca di capire." Lui restò accovacciato e le tenne semplicemente le mani sulle ginocchia, quindi lei si sporse per accarezzargli i capelli. "Ci sarà un noi, al momento giusto. Come deve essere."

    Lui piegò le labbra. "Certo. Penso di aver capito." Quindi la fissò negli occhi. "Se devo innamorarmi di te nel modo giusto, devo dimenticare che è già successo."

    "Mi dispiace," Disse lei in un sussurro.

    "Sì," Annuì lui. "Anche a me." E si alzò. "Devo andare."

    "Spike, non-"

    Ma lui era già nel bagno e ne uscì subito dopo mentre si infilava la maglietta. "Hai bisogno di riposare, di recuperare le forze. Prepararti per affrontare Mudge."

    "Che cosa farai tu?"

    "Ho intenzione di trovare lo stronzo." Raccolse il cappotto dal comò e lo indossò. "Prima lo becchiamo e prima potrai tornare alla tua vita. E lasciare me ad andare avanti con la mia."

    Sembrava arrabbiato. No, non esattamente arrabbiato, ma ferito. "Spike, per favore, non andartene via così."

    Lui fece una pausa con la mano sulla maniglia della porta. "Non posso rimanere qui, Amore. Se lo faccio..." Deglutendo, si girò verso di lei con un sorriso triste ad addolcirgli il viso. "Se solo scoprissi esattamente quello a cui dovrò rinunciare…" Scosse la testa. "Non riuscirei a lasciarti andare."

    Buffy annu, tenendosi per le braccia. "Stai attento."

    Lui la fissò per un altro momento. "Dormi un poco, Cacciatrice. Sarò di ritorno prima del'alba." E poi uscì.

    Buffy non seppe per quanto tempo rimase lì seduta, avvolta nella sua camicia, desiderando che ci fosse lui ad abbracciarla al posto dell'indumento. Sapeva che, desiderandolo, si stava comportando da egoista. Lui non era ancora suo, e non doveva esserlo in quel momento. Dandogli di più... e prendendo da lui di più di quello che lui era pronto a dare, l'avrebbe solo ferito.

    E poi, mentre lui avrebbe dimenticato e l'avrebbe avuta nel suo futuro, quello che sarebbe rimasto a lei, sarebbe stato solo un vecchio accendino consumato ed un cuore pieno di ricordi e di dolore. Ma lei aveva bisogno di questo e aveva bisogno di lui. E più di tutto, aveva bisogno di sapere che ad un certo punto, anche se solo per un momento, Spike non avrebbe avuto dubbi sul fatto che lei lo amasse.

    E, prima di andarsene, voleva fare almeno questo.

    ***

    Aveva bisogno di bere.

    Aveva detto che sarebbe andato a cercare Mudge, ma invece tutto quello che aveva fatto era stato guidare senza prestare molta attenzione e senza sapere dove andare, provando a non pensare, per finire nel posto dove aveva portato Buffy la notte precedente. O forse dove lei lo aveva portato? La prima possibilità implicava che lui avesse avuto una qualche sorta di controllo su quello che gli stava accadendo, ma la realtà era che lui aveva perso quel controllo fin dal primo pugno che le aveva tirato nel vicolo.

    Si era seduto con l'intenzione di stare meglio, di ubriacarsi per non dover pensare a cosa fare dopo. Ma dopo un paio di bicchieri di Bourbon, aveva iniziato a considerare dei piani per recuperare il controllo, pensando a dei modi stravaganti per portarla via e farla stare con lui. Perchè lei lo voleva quanto lui, non importava quello che aveva detto, e probabilmente avrebbe smesso di protestare nel momento in cui l'avrebbe fatta andare via da lì, e portata in qualche posto caldo e isolato, dove avrebbero potuto dormire insieme nei giorni caldi e passare le notti miti a fare l'amore sotto le stelle.

    Spike fece un ampio sorriso. Quella fantasia gli stava piacendo davvero. Ma il sorriso scomparve, nel momento in cui l'immagine di lei iniziò a scomparire nel nulla, come avveniva al bambino di quel film di Spielberg, e fece un cenno con la mano alla cameriera per farsi riempire il bicchiere.

    Aveva immaginato di salvarla, di sistemare tutto in qualche modo, così lei non avrebbe dovuto passare attraverso le cose che l'attendevano, ma tutti gli scenari che aveva immaginato terminavano allo stesso modo. Una sola mossa sbagliata, e lei avrebbe perso il diritto di esistere, la sua controparte più giovane sarebbe stata uccisa, oppure lui sarebbe stato ucciso.

    Almeno avesse potuto impedirsi di lasciarla. E, mentre si spremeva sulla possibilità di fare almeno questo, il pensiero di come aveva visto Drusilla per l'ultima volta, giacente nel loro letto tutta pacifica e riposata, lo spinse a tornare a casa da lei con una cura. Spike si prese la testa tra le mani e rise fino a piangere. Come poteva lasciare Buffy? E in modo così facile, come apparentemente poteva lasciare Dru. Dio, che ipocrita che era.

    Ma no, con lei sarebbe stato diverso. Dopo tutto, Dru avrebbe superato la cosa in un paio di mesi. Dopo quasi centoventi anni che erano stati insieme, lei se lo sarebbe lasciato alle spalle. E se a lei importava così poco di lui, perchè a lui doveva importare così tanto?

    Ma lo faceva, e anche ora…

    Lui amava Drusilla. Per davvero. Eppure, improvvisamente, sembrò come se in tutti quegli anni, lui avesse solo atteso il momento opportuno per stare con lei, aspettando qualcuno che l'avrebbe visto veramente per quello che era, per l'uomo che era ancora, e che loro non erano stati capace di uccidere. Qualcuno che poteva ricambiare quello che riceveva, combattendo o scopando o... anche solo prendendo. Confortandosi l'un l'altro. Guardandosi la schiena a vicenda. Accogliendo le cause dell'altro. Qualcuno che potesse essere al suo pari, ma anche superiore a lui, che lo invogliasse ad essere migliore. Qualcuno...

    No. Non qualcuno.

    Lei.

    Buffy.

    Spike non sapeva se credere nel destino. Lo faceva quando era umano, pensando che fosse un'idea romantica. Aveva creduto di essere destinato ad incontrare Dru, una volta. Ma col passare degli anni, aveva iniziato a vedere a poco a poco l'evidenza di come non ci fosse stato nessuno a guidarlo e a dare forma alla sua esistenza, tranne lui stesso. Eppure, mentre fissava il bicchiere, immaginando di vedervi i disegni di come si era compiuto il proprio fato, attraverso le scelte che aveva fatto e le opportunità che aveva colto, che non erano state casuali, gli sembrò improvvisamente che la sua intera non-vita fosse stata programmata per portarlo lì, da lei.

    E probabilmente non era il caso di andare contro questi disegni, proprio adesso. Ma Dio, doveva proprio perderla per averla?

    Era talmente perso in quei pensieri, ben distante dall'essere sobrio, che gli ci volle un buon minuto per accorgersi che qualcuno si era seduto di fronte a lui, dicendogli che doveva prestare attenzione. Fissò il demone verde per un altro minuto, prima di ingoiare il resto del contenuto del bicchiere e poggiarlo sul tavolo. "Ti dispiace ripeterlo, amico?"

    Mudge sospirò. "La mezzanotte di domani, al Restfield? Tu porti i contanti, io porto la croce."

    "U-hu. Giusto dove avevo intenzione di andare… E quanto, di nuovo?"

    "Cinquanta mila."

    I sopraccigli di Spike scattarono all'insù. "Cinquanta mila dollari?"

    "No, pesos. Certo che stiamo parlando di dollari, stupido."

    Spike annuì. "Bene, allora. Credo che farò un salto alla banca di credito vampiresca giusto per fare un prelievo."

    Mudge scoppiò in una piccola risata. "Dove li troverai non è un mio problema. Ma farai meglio ad averli. Stesso patto di prima? L'incantesimo di protezione verrà tolto solo quando sarò pagato. E se porti la Cacciatrice, non se ne farà nulla."

    "Non devi preoccuparti di questo," Mormorò Spike.

    "Non devo? Dopo che lei ha quasi ucciso tutti i miei potenziali compratori?"

    "Balle. Ha ucciso solo Armoto."

    "E non dimentichiamo di come ha minacciato di torturarmi. O di come tu avevi intenzione di aiutarla." Le labbra di Mudge si curvarono in una smorfia di disgusto. "Lo sai, avevo sentito dire di come William il Sanguinario era disposto verso la Cacciatrice, ma non avevo immaginato che fosse andato così oltre."

    "Sì, nemmeno io." La cameriera posò un nuovo bicchiere davanti Spike. Con una smorfia, lo prese e ingurgitò circa metà del suo contenuto.

    "Guarda, lo so che hai tutto da perdere a rinunciare a quella croce. E' il motivo per cui sono venuto da te personalmente. Ti sto offrendo un patto. Lo sai che potrei prendere il doppio, se volessi vendere il libro assieme alla croce."

    "Li voglio entrambi," disse Spike, fissando il suo drink.

    Mudge sbuffò. "Cosa hai intenzione di fare con quel libro?"

    "Non sono affari tuoi, non credi?" Spike alzò lo sguardo sul demone. "Portami il libro e la croce, allo stesso prezzo."

    Mudge spalancò la bocca. "Allo stesso… ma hai sentito quello che ti ho detto prima, riguardo il doppio?"

    "Mi prendi per un idiota? Sappiamo entrambi che il libro è inutile senza la croce. Entrambi, o nessun patto."

    "E sappiamo entrambi che tu possiedi già un libro che è inutilizzabile senza la croce. Non sei in condizione di fare proposte, qui."

    La mano di Spike scattò attraverso il tavolo e afferrò la gola di Mudge. "Come ti sembra questa condizione?"

    Mudge fece alcuni gorgoglii provando a far leva sulle dita di Spike. Quindi finalmente si arrese come un pesce preso all'amo ed emise alcuni suoni strozzati. Spike allentò la stretta. "Cos'era quello?"

    "Ho già venduto il libro," Rantolò Mudge.

    Spike strinse gli occhi. "Senza la croce? A chi?"

    "E' un'informazione riser-"

    Questa volta Spike trascinò Mudge sul tavolo prima che gli rispondesse. Poi lo lasciò andare, e lui ricadde sulla sedia, confuso. "Cosa vuole fare Eddie Izzard con il libro?" (NdT: E' un famoso cabarettista britannico, qui nominato ironicamente.)

    Ruotando gli occhi, Mudge si allontanò dal tavolo e dalla portata di Spike, massaggiandosi il collo. "Il mago. Rayne. E' venuto fuori dicendo che poteva trovare un modo per tradurlo da sè, oppure che si sarebbe divertito provandoci."

    Spike emise un sospiro. "E' così vanitoso?"

    "Guarda, vampiro, vuoi la croce o no? Perché se non la vuoi, non mi faccio in quattro per te. Posso sempre trovare un altro compratore in un altro anno."

    "Sarò lì," Disse Spike, abbattuto.

    Mudge mostrò i denti. Spike si immaginò che dovesse essere un sorriso. "Lo vedi? Sapevo che potevi essere comprensivo."

    "Levati dalle palle, dannato piccolo ricattatore." Spike afferrò il suo drink e si sistemò più a fondo sulla sedia.

    "E' un piacere fare affari con te," Mormorò Mudge, facendo la sua uscita.

    Spike fece per sorseggiare il Bourbon, ma poi ci ripensò. Sembrava che il fato avesse lasciato la decisione a lui, dopo tutto. Avrebbe fatto meglio ad essere sobrio per questo.


    *fine ottavo capitolo*
    TBC

    Edited by kasumi - 18/10/2012, 18:20
     
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