The Butterfly Effect di cousinjean

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  1. kasumi
     
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    *

    Capitolo 2

    ***



    Willow distese una coperta sul terreno accanto alla strada principale, appena fuori la recinzione che era stata eretta intorno al cratere. Mentre lei e Dawn preparavano l'incantesimo, Buffy prese a camminare lungo la lunghezza della recinzione e pensò che fosse incredibilmente spoglia. O forse non era così incredibile. Qualcuno aveva scavato per estrarre il cartello di benvenuto a Sunnydale e l'aveva poggiato sulla recinzione, ma non prima di aver grattato via “dale” e aver dipinto “Hell” sopra di esso. (nota: Sunnydale “valle soleggiata” è stata corretta in Sunnyhell “inferno soleggiato”)



    “Questo sì che è originale.” Mormorò Buffy.



    Pensò alle foto di altre recinzioni che aveva visto sui giornali, quelle costruite attorno ai siti distrutti dai disastri o dalle bombe. Erano sempre coperte con dei fiori, cartoline e altri cimeli per onorare la morte. Lì invece non c'era nulla. Suppose che fosse un segno che tutti ne erano usciti, che non c'erano vittime da onorare. Solo quelli che se n'erano andati combattendo, e che spettava a lei onorare.



    Beh, eccetto naturalmente…



    Una borsa di plastica contenente una lettera era stata inserita attraverso la catena. Sul davanti c'era una parola scritta a mano. Buffy potè distinguere solamente le “A” alle due estremità, ma fu abbastanza per riconoscere la scrittura di Xander. Toccò il sacchetto con le dita, attenta a non rovinarlo. Ignorò l'impulso momentaneo ad aprirla e a leggerla. Qualsiasi cosa ci fosse all'interno, non era destinata a lei. Era tra loro due.



    Prima che lui se ne andasse, lei e Xander avevano parlato di tornare lì per recuperare i resti, non solo di Anya, ma anche di tutte le ragazze che non erano riuscite a diventare Cacciatrici durante la battaglia. Amanda, Cho-Ahn… ragazze che erano venute da Buffy aspettandosi di essere protette, ma che invece erano state obbligate a diventare guerriere, giusto in tempo per morire. Ma poi ricordarono le altre. La mamma di Buffy. Tara. La signorina Calendar. Molly e Chloe e tutte le altre ragazze che non ce l'avevano fatta ad arrivare alla fine. E sembrò giusto lasciarle lì. Giusto che Sunnydale, la città che era entrata nel Guinness dei primati per avere più cimiteri di ogni altra città nel mondo, ora fungeva come un ammasso di tombe per quelli che non le erano sopravvissuti.



    E di Spike... tutto quello che rimaneva di lui, Buffy lo portava nella tasca. E nel cuore.



    Osservò con attenzione il cratere, desiderando all'improvviso di aver portato dei fiori o qualcos'altro, anche se -tutto considerato- sarebbe sembrato abbastanza ingenuo. Era difficile credere che stava per tornare indietro, vedere la città ricostruita e le sue persone ricomparse – non che a lei fosse permesso di interagirci. Tutte le persone che avevano perso... sarebbero state vive. Tutte. Beh, eccetto Jesse. Faceva ancora male, nonostante non lo conosceva molto bene. Era stato il primo amico che aveva fallito nel salvare. Quel tipo di cosa che ti rimane dentro. Ma tutto il resto... Sembrava un crimine non fare nulla quando ne aveva la possibilità. Eppure, in base a ciò che aveva detto Willow, salvarli sarebbe stato un crimine ancora più grande.



    Willow le venne appresso. Anche lei toccò la lettera per Anya, prima di accovacciarsi e depositare un mucchietto di ciottoli lisci alla base della recinzione.



    “Sono per l'incantesimo?” Chiese Buffy.



    Willow si alzò e scosse la testa. “E' un omaggio commemorativo.” Sorrise un poco. “E' una cosa ebrea.”



    "Oh. Giusto."



    "Avrei voluto farlo da un pezzo, ma non ho mai avuto l'occasione di tornare qui."



    "E' stata un'estate indaffarata."



    Willow annuì, ed entrambe le donne stettero in piedi per un momento, osservando il posto che era stato la loro precedente casa, ognuna persa nei propri pensieri. Alla fine, Willow toccò il braccio di Buffy. “L'incantesimo è stato preparato. Saremo pronte non appena lo sarai tu.”



    “Allora facciamolo.”

    Buffy seguì Willow sopra la coperta, mentre Dawn camminava attorno ad un cerchio tracciato con le candele, agitando un qualche tipo di erba che produceva del fumo.



    "Questa roba puzza” brontolò, appena Willow si inginocchiò all'interno del cerchio.



    "Beh, se fossi andata a scuola come ti avevo detto,” disse Buffy, “non ci avresti avuto a che fare.”



    "Per favore." Dawn roteò gli occhi. "Come se sarei stata capace di concentrarmi, chiedendomi per tutto il giorno se mia sorella avrebbe fatto qualcosa per negare la mia esistenza.”



    "Non preoccuparti per me, andrà tutto bene.” disse Buffy impassibile. Si inginocchiò di fronte a Willow e diede la schiena al cratere. Poi aggrottò la fronte. “E grazie mille per l'incoraggiamento.”



    "Andrà bene.” disse Willow. "Voglio dire, è una missione veramente semplice. Si tratta solo di trovare Mudge prima che lui trovi la croce, ucciderlo, e portare indietro il libro. Poi tornerai indietro e ci prenderemo una pizza.”



    "Potremmo fare cinese?" chiese Dawn. "Desidero ardentemente del pollo al sesamo.”



    "Uh, certo."



    "Cosa succede se lui non ha il libro?” chiese Buffy. “Quanto è importante riportarlo indietro?”



    "Beh, sarebbe un male se cadesse nelle mani sbagliate. Inoltre, l'incantesimo ha una condizione. Dopo che Mudge sarà morto, tornerai qui solo nel momento in cui toccherai il libro. Quindi, come vedi, è una sorta di imperativo.”



    Buffy strinse gli occhi. "Chiedo di nuovo, cosa succede se non riesco a trovare il libro? Cosa succede se viene distrutto o qualcosa del genere? Come diavolo faccio a tornare indietro?”



    "Huh." Willow si accigliò. "Buona domanda."



    "Non mi dirai che non hai pensato ad un piano B per portarmi a casa?”



    "Dunque, ehm, non ho mai preso in considerazione quella possibilità..."



    “Pensavo che fossi un genio a valutare le possibilità! Le farfalle che battono le ali e tutta quella merda della connessione zen!”



    "Buffy, calmati. Se non riappari subito, sapremo che qualcosa è andato storto e risolveremo il problema.”



    "Sì," disse Dawn. "Oppure, nella peggiore delle ipotesi, dovrai andare a nasconderti da qualche parte e restare lì per cinque anni."



    Buffy fissò la sorella, incredula. "Ok, puoi farla sembrare una cosa meno preoccupante?”



    "Come? Beh, dovrai trovare una spieggia remota in cui bighellonare fino a che non sarà ora di tornare a casa. Non suona così brutto e noi non avremo l'occasione di sentire la tua mancanza."



    "Beh, se la metti così…"



    "Allora," le interruppe Willow, "siamo pronti?"



    Buffy sospirò. "Sì. Facciamola finita. Allora, dove andrò a finire? Al cimitero?”



    "Uh, certo! Lo sai, dopo essere arrivata lì."



    "Huh?"



    Willow le rivolse un'espressione esasperata. “Te l'ho detto, posso farti viaggiare nel tempo, ma non nello spazio. Idealmente, avremmo dovuto fare l'incantesimo nel punto in cui tu avresti dovuto essere, ma ci è impossibile, con l'enorme cratere e tutto il resto.”



    "Ma il cimitero era nel bel mezzo della città. Dovrebbe essere almeno tre miglia da qui.”



    "Ma come, hai improvvisamente qualcosa contro le camminate?"



    "No, ma… cosa succede quando ottengo il libro? Il terreno scompare al di sotto di me?"



    "Oh. Um…"



    "Buona domanda?" Buffy scosse la testa. "Willow, quel cratere è profondo centinaia di metri Nemmeno io posso sopravvivere ad una caduta del genere."



    "Beh, dovrai solo assicurarti di essere fuori dalla città quando prenderai il libro."



    "E come diavolo posso fare?"



    "Puoi adescare Mudge lì prima di ucciderlo o... Oh! Hai la pozione della memoria. Puoi sempre chiedere a Giles di aiutarti. Lui puoi portarti in questo punto e poi porgerti il libro.”



    "Ok" Buffy annuì. "Tutto bene. Andiamo."



    "Stai attenta," disse Dawn.



    Buffy sorrise. "Lo sarò. Ci vediamo tra, uhm, un minuto."



    "Se tutto va bene, anche meno.” disse Willow. Poi chiuse gli occhi e iniziò a recitare una litania.



    Dopo un minuto o due, il braccio di Dawn iniziò ad essere stanco. La ragazza scuoteva senza entusiasmo il mazzetto di erbe, sospirando annoiata. Buffy sorrise. La sua piccola sorellina era cresciuta, ma era bello vedere che in fin dei conti era ancora una bambina. Ancora più bello vedere che poteva esserlo. Fece sentire Buffy molto meglio riguardo alla sua decisione di non lasciarla unire agli altri.



    Ma dopo un altro minuto di canto, anche Buffy iniziò a sentire la noia. Prese un filo che sporgeva dall’orlo della camicetta e lo tirò accidentalmente. Fece una smorfia e provò a legarlo.

    Considerò di chiedere se ci voleva ancora tanto, ma poche cose facevano arrabbiare Willow velocemente come essere interrotta durante un incantesimo, quindi Buffy tenne la bocca chiusa e si concentrò a sistemare l’orlo.



    All'improvviso il cielo divenne scuro e Buffy guardò in alto. “Era previsto questo?” chiese, ma appena guardò Willow per una risposta, al suo posto vide un paio di fanali che venivano verso di lei.



    Buffy si scansò dalla strada e finì in una pozzanghera. Si accucciò lì per un momento, stordita. Un colpo di vento attraversò la strada principale che ora era intatta, soffiando acqua fredda sul suo viso e passando oltre. Sputacchiò, consapevole dell’acqua che gocciolava nella sua biancheria, e si alzò. Diede un’occhiata al cielo notturno e il suo viso fu inondato dalla pioggia.



    Le passarono per la mente diverse imprecazioni, la maggior parte rivolte a Willow, ma invece che dare loro voce si limitò a sospirare, strofinare gli occhi, e a guardarsi in giro per cogliere dei punti di riferimento. Il cartello di benvenuto giaceva integro al suo posto, invitandola a casa.

    Buffy si strinse nelle braccia e procedette con fatica verso Sunnydale, contro la pioggia ed il vento, desiderando tremendamente di aver indossato una giacca.



    Aveva percorso si e no mezzo miglio quando un’automobile si fece in parte sulla strada e si fermò a poca distanza da lei. Buffy accellerò il passo, grata, ma si bloccò non appena riconobbe il vecchio maggiolino. Mentre stava decidendo se continuare a camminare e passare oltre o gettarsi tra gli alberi, la porta del passeggero venne aperta.



    "Buffy?" Chiamò la signorina Calendar dall’interno. "Cosa stai facendo qui fuori?"



    Buffy arrancò fino all’auto. “Um…” L’incantesimo di Willow mi ha scaraventato qui, e ovviamente abbiamo mancato entrambe tutte le basi. Però, considerando che il viaggio nel tempo è una specie di territorio nuovo per noi, credo che lascerò perdere. Ehi, ma guardati, wow, tutta viva e vegeta. “Stavo inseguendo un demone.” Alzò le spalle. “L’ho perso.”



    "Dai, entra. Sembri giù di morale. Nemmeno la Cacciatrice dovrebbe uscire in una notte come questa.”



    Buffy si morsicò il labbro per un momento. Era veramente giù di morale, e questo avrebbe potuto farla arrivare prima in città– per poter battere Mudge sul tempo nella cripta di Du Lac. Di sicuro, un breve giro in auto non avrebbe irrevocabilmente alterato il futuro. Non se avrebbe tenuto la bocca chiusa. Quindi entrò.



    La signorina Calendar - Jenny – si sporse verso il sedile posteriore e afferrò la borsa della palestra. “Tieni” disse, porgendola a Buffy. “Dovrebbe esserci un asciugamano da qualche parte.”



    "Grazie."



    "Nessun problema."



    Jenny osservò il traffico oltre la sua spalla, mentre Buffy frugava nella borsa. Trovò l’asciugamano e si asciugò il viso, poi sciolse la coda di cavallo e strizzò i capelli.



    Una volta che furono ripartite, Jenny osservò meglio Buffy “Hai fatto le extension?”



    Buffy gelò e la guardò. "Huh?"



    Jenny sorrise. "I tuoi capelli sono più lunghi."



    "Oh." Buffy li arrotolò velocemente e li assicurò in uno chignon. “Sì, ma… solo quelle a clip. Ho fatto una prova per decidermi se fare quelle vere.”



    "Sembra che tu abbia scelto una brutta notte per provarle. Ma sono sicura che saranno molto carine da asciutte."



    Buffy ricambiò il sorriso. "Grazie."



    "Allora, questo demone che stavi inseguendo... E' niente di serio? Qualcosa in cui posso aiutarti?”



    "No, un demone qualunque. Niente che io non riesca a gestire."



    "Ne sei sicura?"



    Buffy vide sincera preoccupazione sul viso della donna e fu colpita da una fitta di dolore. Non solo per quello che sarebbe accaduto a Jenny, ma anche per il modo in cui le cose sarebbero state lasciate tra loro. Si girò dall’altra parte e guardò fuori dal finestrino mentre i suoi occhi iniziavano a inumidirsi. “Um… sì, ne sono sicura.” Indicò una curva. “Puoi lasciarmi qui.”



    "Qui? Non vuoi che ti porti a casa?"



    "No! Io… penso di aver visto il demone. Farò meglio a seguirlo."



    "Va bene." Jenny accostò. “Il lavoro di una Cacciatrice non è mai finito.”



    Le labbra di Buffy si curvarono in un sorriso triste. “Puoi dirlo forte.” Afferrò la maniglia della portiera ed esitò per guardare Jenny per l’ultima volta. Aprì la bocca per parlare. C'erano diverse cose che volevano venire fuori. Dì loro della maledizione. Non lavorare al rimedio a scuola. Non lavorarci da sola. Non provarci per fare una sorpresa. Diglielo. Ma invece disse “Grazie di nuovo. Per il passaggio e per l’asciugamano.”



    "Quando vuoi."



    "Sì." Buffy si spostò sul sedile ma non uscì. “Apprezzerei se non raccontassi di questo a nessuno.”



    Jenny corrugò la fronte. "Perchè no?"



    "Oh, lo sai come si preoccuperebbe Giles. Non ho davvero bisogno di un'altra ramanzina. Inoltre, stasera ho dato buca per un'uscita con gli amici perchè volevo avere una serata tutta per me. Penso che ci starebbero male, se scoprissero che sono andata a fare la ronda.” Wow, guardami. Sono ancora in grado di dire le bugie agli adulti. Dawn ne sarebbe orgogliosa.



    "Va bene," disse Jenny, sorridendo di nuovo. "Con me, il tuo segreto resterà al sicuro."



    Buffy avrebbe voluto dirle che il mantenere segreti avrebbe finito per ucciderla, ma invece uscì dall'auto. Come Jenny ripartì, Buffy si guardò in giro per capire dove fosse e realizzò di essere solo a qualche isolato dalla sua casa.



    La sua casa, con sua madre all'interno.



    I suoi piedi fecero alcuni passi in automatico verso la casa, ma poi si fermarono. Aveva una missione. Non l'avrebbe aiutata farsi distrarre dai fantasmi. Doveva superare la cosa e tornare a dove apparteneva. Dopo un'ultima, lunga occhiata verso Revello Drive, si sforzò di girarsi dall'altra parte e di incamminarsi verso la città.



    Si sforzò di non fare più caso a quello che vedeva. Era troppo... essere lì, camminare per quelle strade... una parte di lei voleva rallentare e assaporarle, sapendo che non ci sarebbe più tornata. Ma voleva anche correre, attraversare la città più veloce che poteva, finire la missione e andare a casa. Perchè questa non era più la sua casa, e non lo sarebbe più stata, e questo le faceva più male di quello che aveva immaginato.



    Ma il suo intento divenne più difficile da mantenere appena raggiunse il centro della città. Si mise a guardarsi intorno mentre percorreva la strada principale e fu come guardarla per la prima volta. La strada era illuminata e piena di vita... Buffy pensò che di notte fosse più animata di tutte le altre piccole città. Prese in considerazione di fermarsi alla caffetteria, ordinare un caffelatte con cacao e sedersi vicino al marciapiede pigramente, guardando semplicemente cosa succedeva intorno. Non l'aveva mai fatto prima. Era sempre stata presa dalla sua vita e dai suoi problemi, da quelli degli amici o dagli affari di Cacciatrice, per potersi prendere il tempo di apprezzare Sunnydale per quello che era. Per i suoi lati di piccola città e non per quelli demoniaci di Bocca dell'Inferno. Oltretutto, sarebbe stato simpatico trovare un riparo dalla pioggia.



    Ma tutto quello che lei doveva fare era passare davanti al cinema, attraversare alcuni isolati e arrivare dritta al cimitero. Trovare la croce, fare un'imboscata a Mudge, recuperare il libro e-



    Dannazione. Recuperare il libro e spiaccicarsi sul fondo del cratere. Aveva bisogno di Giles. I suoi occhi cercarono automaticamente il Magic Box, realizzando subito che era ancora presto per esso. Lui sarebbe stato con tutta probabilità in casa. A meno che non fosse stato in biblioteca o fuori a fare la ronda, magari con la sedicenne se stessa, alla quale non aveva nessuna intenzione di correre incontro.



    "Scegliene una, Buffy." sospirò, e si incamminò verso l'appartamento.



    Realizzò che il giro che aveva scelto l'avrebbe fatta passare giusto per il Bronze, solo quando fu troppo tardi. Ok, non era un grosso problema. Tutto quello che doveva fare era sbrigarsi a superarlo. Se avesse tenuto la testa bassa, forse nessuno l'avrebbe riconosciuta. E, anche se l'avesse fatto, bastava non rivolgergli la parola.



    Questo, fino a che non si accorse di essere in due posti diversi nello stesso momento. Anche Xander l'avrebbe notato, da dove si trovava, se solo avesse alzato lo sguardo verso di lei. Ovvero giusto in piedi di fronte alla sua stessa più giovane, mentre parlava con lei appena fuori dalla porta del locale.



    "Merda!" Buffy si imbucò in un vicolo. A proposito di cose surreali.

    Poteva sentire la propria voce provenire da dietro l'angolo. Sembrava di ascoltarsi da un registratore, eccetto che qui era mille volte più strano. La sua versione più giovane si stava lamentando riguardo un compito di francese come se questo fosse la cosa più terribile sulla terra. “Ok, ti stai ricordando del Maestro, vero?” Mormorò Buffy, lottando contro l'urgenza di correre lì e scuotere se stessa, dicendole che doveva essere felice che quella era la peggior cosa di cui doveva preoccuparsi quella sera. Poi ricordò alcuni film di cui aveva sentito parlare Andrew, in cui quando qualcuno del futuro toccava il proprio se stesso del passato, faceva implodere il pianeta o qualcosa del genere. Willow non aveva detto niente del genere ma, stare alla larga da se stessa era decisamente una buona idea.



    La voce di Willow si unì alle altre e Buffy fu travolta dall'urgenza di vederli. Si avvicinò al bordo del muro e diede una sbirciata, prima di tornare nell'oscurità. Dio, erano così giovani. Non si ricordava di essere mai stata così spensierata, almeno non da quando era stata prescenta, ma questo era probabilmente il punto più vicino ad esserlo a cui lei era arrivata. Si sentì male al pensiero di quello che stava per arrivare per loro. Ma provò anche una punta di orgoglio, pensando a tutto quello che avevano affrontato e a cui erano sopravvissuti. Insieme, per la maggior parte.



    Tutti questi viaggi nella memoria non le stavano facendo un gran bene. Era ora di muoversi. Avrebbe aggirato furtivamente il Bronze dal retro e ripreso la strada per andare da Giles. Almeno, ora sapeva che non era con lei. Quindi si voltò, giusto per prendere un pugno nel viso che la scaraventò a terra.



    Sedette sul suolo, intontita. Cercò di capire cosa fosse successo, gli occhi sul punto di lacrimare.



    "Questo," annunciò una dolorante voce familiare, "era per Drusilla."



    Buffy sbattè le palpebre per vedere meglio il suo aggressore. "Sp… Spike?"



    Un calcio la colpì al fianco. “E questo è per averci chiuso tutta la notte in quel seminterrato.”



    La testa di Buffy vacillò ed il suo cuore accellerò il battito. Di che cosa diavolo stava parlando? Drusilla... il seminterrato... E allora ricordò. “Ford,” disse.



    Lui rise. “Sì. Avresti dovuto sentirlo gridare mentre io e Dru lo mordemmo.”



    Si meravigliò di come lui poteva farla sentire felice di rivederlo e disgustarla, farla arrabbiare, veramente arrabbiare e annoiarla, tutto allo stesso tempo. Stava in piedi di fronte a lei, guardandola in modo lascivo e giocoso, e per quanto lei avesse voglia di piangere e allungare un braccio per toccarlo, sentiva anche un bisogno opprimente di cancellare quel ghigno dalla sua faccia. Lo colpì quindi con un calcio allo stomaco e, appena lui si piegò in due, balzò in piedi e lo spinse verso una pila di casse vuote.



    Le casse caddero e lui cadde con loro. Buffy ne calciò una per liberare il passaggio e si piazzò al di sopra di lui. “Che cosa? Non pensi che aver ucciso il mio amico fosse un ritorno sufficiente?”



    "Il ragazzo aveva fatto un accordo. L’ho tenuto fino alla fine.” Spike le lanciò una cassa, che lei colpì e deviò. “Comunque, il tuo amico ti aveva venduto.”



    "Ne ero consapevole."



    "Certo, beh, in ogni modo." Si alzò in piedi. "Nessuno deve osare ad avvicinare un paletto a Dru."



    Buffy roteò gli occhi. "Oh, avanti. Non puoi passarmi un ostaggio di prima qualità come quello e aspettarti che io non-“ La realizzazione di quello che stava facendo la colpì come uno schiaffo sul viso. Si stava punzecchiando. Con Spike. C’era caduta in automatico, come da vecchia abitudine, e la stava facendo sentire bene. Come un pezzo di casa che pensava non avrebbe più avuto. Chiuse gli occhi e si girò per andarsene, grata per la pioggia.



    "Ehi! Stiamo avendo un confronto qui, tesoro. Sei con me?” Calciò via il resto delle scatole che stavano fra loro. “Non mi divertirò ad ucciderti stanotte se prima non combattiamo un po’.”



    Lei scosse la testa. "Non sono qui per combattere contro di te, Spike. Non stanotte.”



    "Oh, lo dici come se ti avessi dato una scelta.” Iniziò a seguirla. “Mi dispiace amore, ma ti sbagli se-“



    "Non farlo!" Si fermò e la guardò con le labbra contratte, nella sua tipica espressione accigliata. Buffy alzò un dito. “Non chiamarmi ‘amore’”. Rabbrividì, sebbene non sentisse più il freddo. “Non lo intendi.”



    Lui aprì la bocca per dire qualcosa ma al suo posto si morsicò la lingua, letteralmente, inclinò la testa e la guardò di traverso. “Cos’hai stanotte, Cacciatrice? Sembri… giù di morale. Tu e paparino con l’anima siete ai ferri corti? Fammi indovinare, ha detto qualcosa di deprimente? Vuole stare da solo con la sua grande e cupa miseria?” Roteò gli occhi. “Pfft. Non so perché la femminuccia non esca dalle miserie di tutti una volta per tutte. Se io avessi un’anima-“



    "Taci, Spike. Stattene zitto."



    "Oh! Ci siamo.” Rise, esponendo le zanne. Buffy notò solo in quel momento che aveva ancora il volto della caccia. “Angel non sta facendo il suo dovere per tenerti felice, eh? Il che è sorprendente, considerando tutto quello che Darla gli ha insegnato- Cosa? Perché mi stai guardando in quel modo?”



    Lei realizzò che il suo labbro stave tremando. “Niente,” disse, tirando su col naso.



    "Oh, chi cazzo se ne frega. Combattiamo." Cercò di colpirla ma lei si chinò e schivò il colpo, poi lo spinse con la faccia contro il muro e lo immobilizzò da dietro.”Maledizione… ehi, quand’è che sei diventata così forte?”



    Lo fece girare e lo afferrò per i baveri. “Spike, perchè non-“



    Qualcuno stava arrivando. Quel qualcuno. Buffy spinse Spike nell’oscurità, dietro un cassonetto per l’immondizia, e gli serrò la bocca con la mano. Lui borbottò una protesta contro il suo palmo. "Shhh!" sibilò lei, premendogli un ginocchio di avvertimento contro l’inguine. Gli occhi di lui si strinsero, ma la sua faccia tornò nella forma umana. Rabbrivì, appena i freddi occhi blu di lui la perforarono con lo sguardo. Aveva dimenticato di come lui in passato era stato capace di guardarla in quel modo. Chinò la testa e si volse verso la fine del vicolo.



    La sua vivace versione più giovane entrò per prima, seguita da Xander e Willow giusto dietro di lei. Esplorarono il vicolo. Buffy si schiacciò più vicino a Spike e lo silurò con uno sguardo minaccioso per tenerlo buono, che lui sembrò non notare. I suoi occhi si erano spalancati e stavano fissando la Buffy teenager.



    "Avrei giurato di aver sentito qualcosa," stava dicendo agli altri. “Come, rumori di combattimento.”



    "Come se qualcuno avesse festeggiato un Heineken Jammin Festival qui dietro.” disse Xander.

    (nota: in originale dice “messapalooza”, ovvero mess (casino) + palooza, che è un suffisso che gli americani aggiungono ai festival, derivante dal festival rock Lollapalooza che tengono ogni anno!)



    "Forse è stato il vento a spostare queste casse." Suggerì Willow.



    "Forse," La Buffy con le labbra luccicanti di lucida labbra annuì vivacemente. “Ma dobbiamo controllare lo stesso. Avanti.” Iniziò a scendere lungo il vicolo, seguita dagli altri. Bagnata, infangata, depressa, e improvvisamente sentita vecchia, Buffy trattenne il respiro fino a che non fossero passati. Gli occhi di Spike li seguirono fino a che raggiunsero l’altra estremità del vicolo, e si sporse in avanti per guardare meglio.



    Buffy tolse la mano dalla sua bocca e lui la guardò, studiandola con occhi socchiusi. “Tu…” Tornò a guardare verso la fine del vicolo. “Lei…”



    "Mi dispiace," gli disse.



    "Che cosa stai-“ Lo colpì forte con un pugno prima che lui potesse finire la domanda. La sua testa sbattè all’indietro contro il muro, scivolò per terra e chiuse gli occhi.



    Si accovacciò di fronte a lui e toccò delicatamente il punto in cui l’aveva colpito. Lui emise un gemito, ma non aprì gli occhi. “Mi dispiace veramente.” Sospirò. Si assicurò che fosse nascosto bene dietro il cassonetto, poi dispose delle casse intorno a lui in caso gli altri fossero tornati indietro.



    Gli diede un’ultima occhiata. La pioggia gli aveva spettinato i capelli, disponendo disordinatamente i suoi riccioli bagnati. Allungò il braccio, esitante, e passò le dita tra di essi. Poi la mano di lei si attardò sulla guancia per un momento.



    Un piccolo momento rubato prima di assicurarsi che sarebbe morto tra cinque anni.



    TBC






    Edited by kasumi - 10/8/2012, 14:28
     
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