Il demone che c'è in me

(seguito di Sogno ad occhi aperti)

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  1. kasumi
     
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    --- Il demone che c’è in me ---




    Questa fiction è il seguito di “Sogno ad occhi aperti”, che vi invito a leggere per capire quello che è successo tra Buffy e Spike prima degli eventi narrati in questa storia.

    Genere: What If, erotico, sentimentale, avventura

    Trama: Spike ha qualcosa di cui Buffy ha bisogno per fermare il suo nuovo nemico ed ha tutta l’intenzione di approfittarne.
    Ambientata durante la quinta serie, questa storia narra uno sviluppo alternativo della relazione tra Spike e Buffy, in cui Buffy dovrà fare i conti con il suo demone interiore e con la malattia della madre.

    Dal testo: Poteva fermare decine di apocalissi, uccidere i demoni più pericolosi a mani nude. Non aveva paura di morire, né delle battaglie, ma temeva lui, temeva l’effetto che le faceva, e a volte credeva di odiarlo. Spike rappresentava tutto quello che combatteva da anni, il male, i vampiri...
    Ma Buffy non lo odiava, in realtà, odiava solo quello che lui rappresentava, perché era più facile incanalare verso di lui tutta la propria frustrazione e insoddisfazione, invece che ammettere di provare attrazione verso di lui e di aver paura di lasciarsi andare, accettando una parte di sé che temeva di scoprire.
    Quel tormento era straziante. Forse doveva veramente ucciderlo, come suggeriva Giles, oppure provare a dargli un posto nella propria vita?

    Rating: VM18

    Avvertimenti: scene spinte, blood play, un po’ di angst

    Iniziata nel febbraio del 2012



    Capitolo 1
    Affrontarsi di nuovo

    (Revisionato nel febbraio 2013. Ringrazio Terri per le correzioni alla versione inglese, che mi hanno permesso di migliorare anche quella italiana.)


    «Quindi dobbiamo impedire questo rito a tutti i costi?» Chiese Buffy con decisione, sebbene conoscesse già la risposta.
    «La profezia dice che il “demone distruttore” può essere evocato solo attraverso questi oggetti.»
    Giles indicò dei disegni sulla pagina e iniziò a pulire accuratamente le lenti degli occhiali con un fazzolettino.
    «Faccia vedere meglio!» La ragazza strappò il volume di fronte all’uomo e cercò di memorizzare i disegni di quegli strani manufatti.
    L’odore di polvere e muffa le riempì le narici. L’odore di libri antichi. Si chiese come il suo mentore riuscisse a stare per ore con quell’odore sotto al naso.
    «Tutti e tre i manufatti sono egizi, ma risalgono ad epoche diverse.» Spiegò Giles. «Il primo è appena stato rubato dal British Museum. Il secondo riposa probabilmente in una cassaforte di qualche collezionista, visto che ne abbiamo perso le tracce. Il terzo invece è passato per diverse mani. Ma per fortuna ne abbiamo tracciato tutti i movimenti.»
    «Il rito può avvenire solo quando i tre manufatti sono assieme?» Chiese Buffy.
    «Esattamente. Essi devono essere disposti agli angoli di un triangolo equilatero immaginario.»
    «Quindi basterebbe rintracciarne e distruggerne almeno uno?»
    «Beh, sì. Almeno uno dei tre.»
    Buffy sospirò e si rilassò sullo schienale della sedia. «Chi ha il terzo? Quello che è passato di mano in mano?»
    L’osservatore sfogliò le pagine ingiallite, scorrendo il manoscritto con l’indice della mano. «Dunque… se ne hanno tracce precise nel tredicesimo secolo avanti Cristo-»
    «Giles! La versione corta, la prego!» Supplicò Buffy.
    L’uomo girò altre pagine e si concentrò totalmente nella lettura. Le labbra sottili si mossero impercettibilmente mentre leggeva a bassa voce una lista di nomi e date. Un gruppo di linee parallele si disegnò sulla fronte aggrottata, interrotte dal segno di una vecchia cicatrice obliqua.
    Il dito si fermò finalmente a metà pagina e gli occhi fissarono concentrati.
    «Nel nostro secolo, se ne hanno tracce nelle cronache del vampiro Marcus e Kraven. E’ stato rubato dal nobile Viktor, che è stato ucciso da… uh!»
    Un sorriso illuminò il viso dell’uomo.
    «Prego? Condivida con la classe, per favore.»
    «L’attuale proprietario è una persona che conosciamo molto bene.» Fornì Giles con un sorriso.
    Buffy scattò in piedi e puntò le braccia sul tavolo, assumendo la sua espressione più temibile. «Mi dica chi è. Mi dica chi devo prendere a calci nel culo!»
    L’uomo tenne il volto abbassato e la guardò al di sopra delle lenti.
    «Spike.» Scandì a voce alta.
    Un brivido percorse la schiena della ragazza in tutta la sua lunghezza, poi tutta la sua determinazione svanì in un secondo.
    «Spike.» Ripeté in un soffio, gli occhi sbarrati.
    Ma con tutti gli uomini, i vampiri e le creature demoniache della terra, perché doveva essere proprio lui?!
    «Non occorre rammentarti, vero, di come ce lo siamo fatti scappare sotto il naso circa un mese fa? E per di più senza chip?» Chiese Giles.
    Ma Buffy non se l’aveva fatto scappare sotto al naso. L’aveva deliberatamente evitato!
    Avvampò al ricordo di quello che era accaduto tra loro, di come lui aveva approfittato di lei mentre era semi-incosciente. Di come sarebbe stata una violenza, se lei non si fosse lasciata toccare da lui credendo che fosse solo un sogno.
    Dio, non aveva trovato nemmeno il coraggio di parlarne con nessuno.
    Ne era rimasta così sconvolta. Insicura se provasse più vergogna per quell’abuso o per l’eccitazione ed il piacere che lui le aveva fatto provare. Così si era chiusa in se stessa, minando e rovinando inesorabilmente il rapporto con Riley, e non era più riuscita a farsi toccare da un uomo.
    Ma quando ripensava a quella notte, non poteva fare a meno di chiudere gli occhi e dischiudere le gambe, chiedendosi perché il suo corpo la tradisse in quel modo.
    «Maledizione!» Esclamò.
    «Calmati, Buffy. Per fortuna Spike è un tipo facile da rintracciare, visto che gli piace farsi notare.»
    «Mi lasci fare una visitina a Willy. Scoprirò dove si nasconde in un attimo e gli sarò già addosso con una mano alla gola per domani sera!»
    Giles si sistemò meglio gli occhiali, spingendo il centro della montatura verso l’attaccatura del naso. «Bene. Conto su di te.» Si avvicinò alla ragazza e le appoggiò una mano sulla spalla, prima di dirigersi verso gli scaffali e riporre il volume.
    Buffy abbassò lo sguardo e si accorse solo in quel momento di quanto erano serrati i propri pugni. Talmente serrati da sentire le unghie conficcate nella carne. Ogni singolo muscolo del suo corpo teso e pronto ad affrontarlo.
    Era giunta l’ora di fare i conti.


    Capitolo 2
    Indecent proposal

    (Revisionato il 19/02/13)

    William the Bloody si era trasferito in una città poco distante da Sunnydale, per poter fare i propri comodi indisturbato. Aveva pensato che, dal momento che non aveva più il chip, era libero di sfogare tutti i suoi istinti demoniaci.
    Tuttavia, qualcosa lo bloccava.
    «Dannazione. Dove cazzo è finito Rob?» Chiese Spike ad uno dei vampiri seduti al tavolo da gioco.
    «Rob si è fatto... Err... L’hanno beccato la settimana scorsa.» Rispose il vampiro.
    Spike trattenne un’imprecazione. «Perché diavolo non riesco a trovare dei collaboratori fidati?!»
    ‘Forse perché non ci si può fidare dei miei simili?’ Rifletté amaramente.
    L’ultima volta che aveva potuto contare veramente su qualcuno, questo qualcuno era stato un umano. Perché solamente all’interno del gruppo di Buffy, Spike aveva potuto cogliere un autentico senso di fiducia e affiatamento.
    Un senso che era sul limite di rimpiangere, come la sensazione di agire per un fine più alto del proprio divertimento. Avere qualcosa che desse un significato alla sua vita immortale.
    Non che l’avrebbe mai ammesso. Come non avrebbe mai ammesso che Buffy gli mancava.
    Quella piccola stramaledetta biondina che lo trattava peggio di una pezza da piedi. E peggio lei lo trattava, più cresceva l’ossessione per lei.
    Non che lei gli avesse dato qualche soddisfazione, a parte quella notte in cui l’aveva avuta con l’inganno. Ma era bello starle vicino, sentirne il profumo, guardarla mentre combatteva…
    Aveva sperato che dopo aver preso quello che gli interessava, se la sarebbe tolta dalla testa. E invece non faceva altro che pensare a lei. E più ripensava a quella notte, più cresceva il desiderio di riaverla di nuovo tra le braccia.
    Per sentire di nuovo il calore di quel corpo meraviglioso, per accarezzare quella pelle soffice, per provare nuovamente tutte quelle sensazioni indescrivibili che l’avevano avvolto mentre l’aveva tenuta stretta.
    Sospirò e si concentrò sul gioco, tentando di scacciare quei pensieri inopportuni. Anche se... Diavolo! Era difficile ignorare il livello al quale era arrivato il proprio desiderio...
    Quindi portò il bicchiere alle labbra, sperando che almeno l’alcool riuscisse a distrarlo.
    In quel momento, un texano alto e robusto varcò la porta e batté le nocche sullo stipite della stessa per attirare la sua attenzione.
    «Capo, ci sono visite.»
    Spike girò la testa con sguardo interrogativo. «Chi per l’inferno è venuto ad interrompere questa cazzo di partita di Poker?!» Poggiò le carte sul tavolo e si alzò.

    Gli anfibi percorsero velocemente il tragitto fino all’altra stanza del locale, dove una piccola ragazza bionda lo stava aspettando a braccia incrociate e con un’espressione feroce in viso.
    Alla sua vista, la collera fu sostituita dalla sorpresa. Una lieta sorpresa. I suoi lineamenti si addolcirono immediatamente.
    «Dolcezza!» Esclamò «Non credevo avresti resistito così a lungo all’impulso di cercarmi!»
    «Gli ho resistito benissimo.» Disse lei a denti stretti.
    La tensione nell’aria era palpabile ma il vampiro era perfettamente a suo agio.
    «Lasciaci da soli.» Ordinò al ragazzo. Poi, appena questi lasciò la stanza e ne chiuse la porta, il vampiro tornò a rivolgersi a Buffy.
    «Lasciami indovinare che cosa ti porta qui, Amore. E’ forse la voglia del mio… » Disse con voce melliflua. Lasciò la frase in sospeso e si accarezzò il cavallo dei pantaloni in modo allusivo.
    «Non sono qui per questo! Razza d’idiota!» Sbottò Buffy.
    «Oh, pensavo ti fosse piaciuto l’altra volta.» Disse lui, notando come lo sguardo di Buffy era rimasto ipnotizzato dal suo gesto.
    La ragazza riportò velocemente lo sguardo sul suo viso. «Figurati. Come se non avessi passato l’ultimo mese a cercare di dimenticare completamente quello che mi hai fatto! Ti avrei già ucciso, se solo non odiassi l’idea di rivederti.»
    «Non credo proprio.»
    «Non tentarmi!»
    «Oh, tu non mi odi affatto. Provi solo frustrazione perché non hai avuto il controllo della cosa. E hai paura di affrontare la verità.»
    «Che verità? Sentiamo.»
    Il vampiro strinse gli occhi e si mosse lentamente verso di lei. Si avvicinò fino al punto da poterla toccare, se solo avesse voluto stendere un braccio verso di lei.
    «La verità che tu smaniavi di fare sesso con me.» Le sussurrò lentamente, facendo attenzione a scandire bene ogni parola.
    Buffy alzò il braccio per dargli uno schiaffo ma lui anticipò la mossa, afferrandole prontamente il polso. La ragazza provò allora con l’altra mano, ma lui le imprigionò anche quella.
    Oh, che bella vista gli stava presentando. Tutta intrappolata di fronte a lui, i loro corpi così maledettamente vicini e stava ansimando in modo così piacevole...
    «Non ti uccido solo perché ho bisogno di una cosa che possiedi!»
    «Finalmente lo ammetti, Tesoro!» I suoi occhi si incollarono intensamente a quelli di lei e le labbra si curvarono in un ghigno soddisfatto.
    «Non è quello che pensi tu, depravato!»
    Buffy si liberò facilmente dalla presa e lo spinse via. «Ho bisogno di un manufatto egizio che hai rubato diversi anni fa.»
    «E perché ne hai bisogno?»
    «Perché serve per fare un rito che devo assolutamente impedire.» Rivelò e trasalì immediatamente, accorgendosi di aver appena raccontato la verità, che ora lui poteva facilmente usare per ricattarla.
    «Molto interessante. La quotazione di quella statuetta si è appena decuplicata! Hai un milione di dollari?»
    «Merda. Non ho nessuna intenzione di darti del denaro per averla!»
    Il vampiro sorrise. «Non voglio alcun denaro da te. Posso dartela senza problemi, se solo tu fossi un po’ più carina con me... » Alzò e riabbassò velocemente i sopraccigli scuri, prima di sentire un gran dolore alla parte del corpo con cui desiderava lei fosse più carina e che lei aveva appena colpito con il ginocchio.
    «Ouch!» Esclamò, lasciando la presa e indietreggiando, portando subito la mano sull’inguine per alleviarne il dolore. Poi cercò gli occhi di lei alla ricerca di una risposta, ancora sbalordito.
    «Scordatelo! E non osare mai più farmi una proposta del genere!» Urlò lei.
    «Beh, allora credo proprio che la venderò ad uno di quei gentilissimi signori che mi hanno contattato recentemente!» Minacciò lui amaramente.
    «Devi solo provarci e ti spezzo le gambe!»
    Spike sogghignò di rimando, consapevole di avere il coltello dalla parte del manico.
    «Pensaci… Dipende tutto da te.»
    Lei si accigliò, poi girò i tacchi e lasciò l’edificio.

    Edited by kasumi - 12/5/2013, 15:02
     
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