Posts written by spuffy.77

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    Redan....non so come possa aver fatto a non accorgermi del post nuovo!!!!!! Gli anni saranno sicuramente gli anni!!!!!


    E tu sei degna di essere un adepta del nostro Joss...cavoli che mente !!!!!
    Certo , così ci fai andare a noi il cervello in pappa...ma a me questa cosa piace.ma effettivamente non riesco proprio ad immaginare come possa proseguire la storia...anche se credo che (si Spike sarà pur morto nella battaglia ma alla Wolfram&Hart...è tornato) presto incontrerà lo Spike eroe...e che lavora con Angel...almeno credo...cmq..... vado come vada, non vedo l'ora di capire come proseguirà il tutto!!!!!!!!!
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    Ma io voglio l'happy end😞!!!!!
    Sicuramente ci saranno momenti straziacuore😭😭😭.... X forza di cose.. Ma nn accetto una fine senza loro due insieme💏💏😀!!!!!! 😃
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    O cacchio!!!!!!
    Ma io Amo te Ale e amo l'autrice come non mai!
    Sono di una dolcezza diabetica.....lui che le chiede di sposarlo per poterla avere completamente è di una pucciosità unica e lei ..è ...in questa storia ...è fantastica...ed è completamente persa di William...il loro rapporto va oltre tutto...e la cosa mi fa davvero paura :paralisi: ....perchè penso che non potranno sfuggire al destino a meno che lei non sia pronta a rinunciare alla sua vita (presente) per crearsene una solo ed esclusivamente con William ...sapendo che così Spike non esisterebbe più e tanto meno lei..ma ne dubito..e quindi sono stracuriosa di vedere dove e come va a parare l'autrice per far si che i nostri cuori non si frantumino in 1000 pezzi!!!!!
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    Lei è davvero dolcissima... Decidere di cambiare x lui!!! E lui spettacolo... Addirittura va "contro" le parole di sua mamma,xchè lui la ritiene giusta così!!!
    E si...un po' di ansia c'è x la frase inerente al cavallo! Aspettiamo che sarò ripetitiva ma più va avanti questa FF più la amo!
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    Avrei sperato fosse, solo un sogno, ma mi sa a questo punto che nn lo è !!!! Che angoscia!!!!! Adesso sono davvero curiosa di capire cosa sia successo!!!!
    E tu Redan BRAVISSIMA !!!!!
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    Augurissimi allora a tutte e due🎂🎂🎂🎂🎉🎉🎉🎉❤❤❤❤!!!!!! Ale il mio è stato il 5 giugno.. Mi faresti anche a me lo stesso tuo regalo?!!!!!!! 😁😁😁😁😁😁
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    Ma tutto questo è di una dolcezza incommentabile, davvero lui è uno spettacolo!!!!! E si sta trasformando sta prendendo consapevolezza di quello che prova per lei e di quello che vorrebbe da lei...e leibhe.... che dire lei è decismente stracotta!!!!!!......Sono uno spettacolo insieme, e lui sta iniziando a diventare come si può dire ehmmmm caldo??!!!!! Wow...davvero!!!! Guarda dovrebbero fare un monumento a ragazze che scrivono storie di questo genere , ma anche a ragazze che perdono il loro tempo a tradurre per dare la possibilità a tutte di conoscere certe meraviglie!!!!!! ogni capitolo è un regalo più che gradito quindi GRAZIE!!!!!
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    Poi nuda, come mamma l’ha fatta, scivola fra le lenzuola fresche e si addormenta abbracciando un cuscino (mi sa che quello sono io). Solo allora mi decido a scendere, in silenzio per paura di attirare la sua attenzione, sono ancora così eccitato, che quando arrivo a casa mi faccio una bella doccia fredda, prima di andare a dormire.
    Il mattino dopo, mi sveglio in un completo stato di beatitudine, è l’odore di lei che ha impregnato il mio letto. Ha fatto sì che avessi la sensazione di averla vicina, accoccolata a me. Mi chiedo quando questo potrà succedere, voglio potermi svegliare al suo fianco, ogni futuro giorno della mia vita!
    Ma ora non è tempo di sogni , il campanello ha suonato, deve essere Rupert, il discorso che dobbiamo affrontare è piuttosto serio, non so come prenderà quello che ho da dirgli.
    << Buon giorno Spike, spero di non essere in anticipo! >> a dire il vero lo sei, ma capisco che non resistevi più!
    << Buon giorno Rupert, non preoccuparti, ero già sveglio, ti va una tazza di caffè? >> gli chiedo gentile, meglio tenerselo buono.
    << A dire il vero, preferirei una tazza di quell’ottimo tè cinese che ho gustato l’altra volta! >> inglese fino al midollo.
    Mi segue in cucina, si vede che è agitato, non la finisce più di pulirsi gli occhiali! Si calma solo quando gli poso davanti la sua tazza di tè, vederlo bere è come assistere all’eucaristia! Per lui bere il tè deve essere un fatto quasi religioso.
    << Dimmi Rupert, tu che ne sai di come è stata creata la prima cacciatrice? >> il tè gli va quasi di traverso.
    Io invece tutto tranquillo mi bevo il mio nettare rosso, fonte della mia energia.
    << Due anni fa ne abbiamo incontrato lo spirito, non è stata esattamente una bella esperienza, sembrava avercela con me! >> e scommetto che è stata lei la ragione per cui si è dimesso dal consiglio.
    << Perché eri un osservatore, giusto? >> gli chiedo sicuro della risposta.
    << Come fai a saperlo? No…lascia stare, ormai ho capito che tu ne sai molto più di me su certi argomenti! >> ci hai azzeccato.
    << Vedi Rupert, nel racconto che vi ho fatto, ho coscientemente trascurato di dire alcune cose, cose adatte ad un pubblico più maturo, non volevo correre il rischio di turbare Buffy o i suoi amici con informazioni che difficilmente avrebbero accettato! >> dico serio, il momento degli scherzi è passato.
    << Ti ascolto, parla pure! >> anche lui è serio, capisce che quanto sto per dirgli forse non gli piacerà!
    << Nella mia personale ricerca su cosa fossi, sono venuto per caso a conoscenza di molti segreti che il consiglio custodisce con gelosa cura, credo che attualmente siano solo due o tre di loro a sapere tali segreti! Ho scoperto come ha fatto la prima cacciatrice a diventare tale, di come un gruppo di uomini (i precursori degli osservatori) codardi e privi di spina dorsale, l’abbiano costretta con la forza, incatenandola e torturandola, ad accettare dentro di sé la forza di un demone, quando loro stessi si erano rifiutati di assoggettarsi a tale rito. Ecco perché lei ce l’aveva con te, tu eri la rappresentazione dei suoi persecutori! >> gli spiego, boccone difficile da digerire.
    << Mi ero immaginato qualcosa di simile, ne avevo anche cercato informazioni più dettagliate, ma quando ho fatto richiesta mi è stata negata, è stato allora che mi sono dimesso, mi sono chiesto se stavo lavorando veramente dalla parte del bene! Povera ragazza, ora capisco cosa deve avere passato e perché in lei ci fosse tanto odio! >> disgusto e amarezza sono nella sua voce, ho fatto bene a fidarmi di lui.
    << Non ti crucciare, tu non hai nessuna colpa e lo prova il fatto stesso che sei ancora vivo, lei deve averlo capito altrimenti ti avrebbe ucciso! >> mi sento in dovere di confortarlo.
    << Parli come se l’avessi conosciuta, ma non è possibile, tu sei un vampiro, come puoi avere incontrato il suo spirito? >>bella domanda!
    << In un certo senso l’ho conosciuta….vedi….il potere di quel demone, che scorre nel sangue di ogni cacciatrice che è esistita o che è destinata a diventare tale….riunisce al tempo stesso, dentro di esse, lo spirito di quante che l’hanno preceduta! Il processo inizia lentamente, ma solo quando raggiungono una certa maturità ne diventano completamente consapevoli! >> anche questa informazione è un po’ pesantuccia.
    << Sapevamo che le cacciatrici traggono la forza da un demone, ma non avevo idea di quanto mi stai dicendo. Quindi Buffy, in teoria, dovrebbe poter sentire dentro di sé gli spiriti di tutte le cacciatrici che l’hanno preceduta! Interessante! >> vuol farmi credere che il suo sia puro interesse accademico, ma sento che la cosa lo turba.
    << Si, anche se di solito, questa evoluzione inizia verso i venticinque anni! Quando la loro mente è in grado di accettarlo senza problemi, per proseguire nel tempo. E’ un modo per tramandarsi nozioni e segreti che ognuna di loro ha scoperto. E’ così che ho fatto la conoscenza con la prima cacciatrice! >> chissà se capisce cosa c’è dietro?
    << Un attimo, tu come fai a sapere queste cose? Da quanto dici, dovresti avere conosciuto almeno una cacciatrice che abbia raggiunto quell’età, ma ciò non è possibile, visto che Buffy è la cacciatrice più longeva da 500 anni a questa parte, e lei di anni ne ha solo venti! >> intuitivo l’osservatore.
    << Sinceramente non so se il Consiglio sia a conoscenza di questo, e non so nemmeno se faccio bene a rivelarlo a te! Poiché esse si nascondono da loro. Ma sì, nel corso delle mie indagini, mi imbattei in una cacciatrice e posso assicurarti che aveva molti più anni di me, ed io ne avevo centoventi! >> colpito e affondato.
    Rupert è veramente andato nel pallone, il colpo è stato troppo forte, forse avrei dovuto dargli la notizia con maggiore cautela. Prendo dal pensile il mio Whisky, penso che abbia bisogno di bere qualcosa di forte. Lo manda giù come se fosse acqua di fonte, e no, un altro bicchiere non te lo do, sennò col cavolo che mi stai a sentire.
    << Ti rendi conto dell’enormità di cosa mi stai dicendo? Che una cacciatrice può vivere molto più a lungo, di qualunque altro essere umano?! >> si ne sono perfettamente consapevole.
    << Tecnicamente si, sempre che non venga uccisa prima! Cosa molto frequente in questo caso, sono in poche ad essere riuscite a sopravvivere! Ma per farlo hanno dovuto abbandonare la loro missione per cederla ad un'altra! Diventano così delle specie di guardiane, pronte ad accorrere quando sta per aggiungersi a loro un nuovo membro! Ti ricordi di Elise, la cacciatrice che aiutai contro il maestro? Lei è stata l’ultima a raggiungere quello stadio, benché fosse ancora molto giovane quando iniziò ad evolversi. E’ ancora viva, per quanto ne so vive in Francia al momento! Per sua fortuna, aveva una personalità molto forte, quando iniziò a sentire le voci, altrimenti avrebbe corso il rischio di impazzire, come accadde invece a Nikki Wood, che ne venne invece sopraffatta! >> chissà come prenderà questa ulteriore mazzata.
    << Vuoi dire che Buffy corre il rischio di fare una fine simile? Impazzire, cominciando ad uccidere indiscriminatamente o continuare a vivere, vedendo le persone care che ama, morire di vecchiaia intorno a sé? >> è un triste destino io lo so bene.
    << Dubito molto che Buffy possa impazzire, è persino più forte di Elise! Credo che sia più facile che accada la seconda possibilità! Invecchierà, anche se molto lentamente, proprio come me dovrà imparare che vivere tanto a lungo, non è per niente una cosa facile, ma io sarò lì accanto a lei, la sosterrò quando dovrà dire addio alle persone che ama. Ecco perché ho deciso di parlartene, perché tu sappia che non rimarrà mai da sola! Lei avrà sempre me al suo fianco! >> ed io avrò lei!
    Giles era ancora decisamente prostrato, sapere che colei che amava come una figlia, colei per la quale desiderava un futuro normale, non avrebbe mai potuto averlo, lo faceva stare male ed io lo comprendevo.
    << Ma come è possibile tutto questo? Perché una povera ragazza che rischia quotidianamente la propria vita, per il bene del mondo, non può semplicemente cessare di essere ciò che è e iniziare a vivere normalmente? Ma soprattutto come è possibile che la linea delle cacciatrici non si spezzi, se una di loro cessa di agire come tale? >> la sua preoccupazione andava di pari passo con il suo interesse scientifico.
    << E’ tutto a causa del potere del demone, lo stesso potere che le rende più forti, è quel potere la fonte della loro longevità! Non sono immortali, un giorno anche loro moriranno di vecchiaia, sempre che la raggiungano, ma questo non significa che non possano avere parvenze di vita normale, possono avere figli, amare, formarsi una famiglia, sempre che tengano in conto che mentre la loro vita andrà avanti, dovranno lasciare indietro coloro che hanno amato. Quanto al come è possibile che la linea non si spezzi è semplice…presumo che tu sappia che quando una cacciatrice muore, anche solo per pochi secondi una nuova ne viene attivata! Esiste una pozione che induce una sorta di morte apparente, dopo che l’hai bevuta il tuo cuore cessa di battere per un paio di minuti, quanto basta per attivare quella nuova, dopo di ché il cuore riprende a battere e la vecchia cacciatrice è libera dalla sua missione. Sta a lei scegliere quando questo deve avvenire! >> la lunga spiegazione è d’obbligo.
    << Capisco, quindi un giorno Buffy dovrà prendere questa decisione, mi conforta sapere che tu le starai accanto negli anni a venire, almeno non perderà te, ma al contempo non so quanto sia giusto, lei non potrà mai conoscere le gioie della maternità al tuo fianco, perché tu sei un vampiro e i vampiri non possono riprodursi! >> ora invece parla proprio come un padre.
    << Quanto a questo non ci giurerei, visto che io sono un vampiro…come dire…atipico! Non ho mai avuto figli miei, questo è vero, ma è anche vero che ci sono sempre stato attento, non volevo dei figli se non da una donna che avrei amato! In trecento anni, non mi sono mai veramente innamorato, non come lo sono ora. Non sono sterile, ecco perché ho sempre usato un contraccettivo! Si tratta della radice di una pianta che sminuzzata e mischiata al sangue che bevo, basta assumerla una volta al giorno, oltre a dargli un gusto piacevolmente piccante, inibisce la vitalità degli spermatozoi, rendendo il concepimento impossibile! E’ un vecchio trucco che imparai un paio di secoli fa da uno sciamano! >> e ora sentiamo che dici. Sterile io, tze!
    << Ma questa è un scoperta fantastica! Molto meglio della pillola per la donna o per l’uomo! Potresti farci soldi a palate vendendola! Sempre che non abbia effetti collaterali! >> lo scienziato ha di nuovo preso piede.
    << Nessun effetto collaterale, anche Liam la usa e posso assicurarti che non crea nessun problema, lui però la mette nel brodo, gli piace di più! >> inizio ad essere tentato dall’idea di metterla in commercio.
    << Comunque ascolta, vorrei che quanto abbiamo detto oggi, rimanesse un segreto fra noi due! Penso che Buffy non sia ancora pronta a sapere certe cose, lasciamo che la sua evoluzione proceda normalmente, è inutile turbarla prima del tempo, solo quando si rivelerà necessario la informeremo, che ne dici? >> propongo.
    << Sono d’accordo con te! E ora sono molto più sollevato al pensiero di voi due insieme, scusami se ho opposto delle resistenze! Credo che tu la ami davvero e che saprai renderla felice! >> è come se avessi avuto l’approvazione del padre di lei, ora mi manca solo quella della madre.
    Quando ci lasciamo, c’è un nuovo senso di fiducia e rispetto fra di noi. Adesso però devo sbrigarmi, Liam passerà a prendermi fra poco e devo ancora prepararmi. Per l’occasione, mi metto un po’ di gel per domare un po’ i miei riccioli ribelli, mai come in questo momento vorrei vederli del loro colore naturale, farebbero tutto un altro effetto! Ma tutto sommato va bene anche così, il leggero lupetto color azzurro scuro che la commessa mi ha consigliato non mi sta per niente male, anzi tende ad accentuare i miei muscoli, aderendomi come una seconda pelle. Ora che ci penso la ragazza aveva un po’ di bava alla bocca, mi sa che avevo fatto colpo anche su di lei, spiacente baby ma sono impegnato!
    Il completo giacca e pantaloni grigio chiari ci vanno a nozze, ora non sembro più l’impiegato infelice del mese, ma un manager rampante, pronto a dare la sua scalata al successo, ovverosia conquistare il rispetto e l’approvazione di mia suocera. Perché anche se lei ancora non lo sa, è proprio questo che voglio che diventi!
    << Scusi devo avere sbagliato indirizzo! >> mi fa quello scemo di Liam quando mi vede.
    << Sa, credevo che qui abitasse un poliziotto che si veste con i fondi di magazzino! >> insiste.
    << Ridi, ridi! Intanto io sono più bello e atletico di te! Tu, se continui ad ingozzarti di lasagne, altro che maniglie dell’amore ti ritrovi! >> ora tocca a me prenderlo un po’ in giro.
    Come al solito ci casca sempre, inizia a guardarsi attorno chiedendo:
    << Ti sembro ingrassato? >> noooooo.
    << Solo un po’, niente che una bella dieta e dello sforzo fisico non possano curare! E’ che stai sempre rinchiuso in quell’ufficio, non ti fa bene, dovresti muoverti di più, prendi esempio da me! >> sono gentile, non ho voglia di infierire.
    Oggi sono troppo felice, fra poco rivedrò il mio amore e avrò la possibilità di conoscere per bene la sua mammina.
    Per fortuna andiamo con la sua macchina, la mia e il mio vestito farebbero a botte! Per la strada ci fermiamo da un fioraio, dove prendo un delizioso mazzolino di margherite per il mio amore (non voglio che la madre pensi male) e delle orchidee per Joyce (spero che le piacciano!).
    Puntuali come due orologi svizzeri, ci presentiamo davanti alla porta della loro casa. Io guardo con nostalgia l’albero e ripenso a ieri sera. Fai il bravo Spike, non vuoi che la mamma capisca che la sua bambina non è più tale, vero?
    E’ il mio dolce sogno ad aprire la porta, oggi è vestita tutta di bianco, credo che voglia fare l’innocentina, ma noi sappiamo bene che invece è un diavoletto.
    << Spike, Liam, posso chiamarla Liam vero? Vi prego accomodatevi! >> fa tutta compìta!
    Se ripenso a quello che ha combinato al soldatino mi sembra di vedere insieme le due facce della stessa medaglia.
    << Certo che puoi chiamarlo Liam, e dagli del tu! >> rispondo io.
    Mi sa che anche lui stava ripensando alla stessa cosa, ma non riusciva a mettere insieme l’angioletto che ora ha davanti con quello che è successo.
    Sua madre è arrivata alle sue spalle, ora tocca a me fare tutto il compìto! Nel frattempo però mi gusto l’ammirazione che scorgo negli occhi di Buffy, ammirazione mista ad orgoglio, per me, perché sono il suo ragazzo.
    << Tesoro, perché non fai entrare questi affascinanti signori? >> esclama la madre con leggero tono di rimprovero.
    Io mi faccio avanti e protendo verso di lei le orchidee.
    << Queste, sono per l’incantevole padrona di casa, come ringraziamento per il gentile invito! >> dico, ricevendo un sorriso adorante come risposta.
    << E questo, per la sua adorabile figlia! >> sorriso identico, ma con un lampo birichino negli occhi.
    Ah, gattina, fai la brava, non vorrai che la mamma scopra più di quanto deve sapere! E lo scoprirà se continui a guardarmi così, anche se il mio corpo è freddo, il mio sangue è caldo!
    Veniamo fatti accomodare in una piacevole sala, dove ci vengono serviti gli aperitivi. Sangria, l’adoro!
    << Spike, ma tu hai bisogno dell’invito per entrare in una casa? Come gli altri vampiri intendo! >> curiosona di una cacciatrice!
    << No, tesoro, per fortuna non ho questo problema….altrimenti sarebbe un guaio con il mio lavoro! Ti immagini, dover chiedere il permesso di entrare prima di fare un’irruzione? >> rispondo leggermente ironico.
    << Non ci avevo pensato…ma perlomeno ho scoperto una nuova cosa su di te! >> non sai ancora quante ne dovrai scoprire piccola!
    << Fate entrambi un lavoro così pericoloso…correte così tanti rischi…non avete mai paura di quello che può succedervi? >> Il lavoro di tua figlia in fondo lo è molto di più Joyce, mi verrebbe da dirgli, ma capisco che per una madre non è facile pensare a simili concetti. E’ Liam per fortuna a rispondere, lui è più diplomatico di me in certi casi.
    << Per quanto mi riguarda non più di tanto, visto che passo la maggior parte del mio tempo in ufficio, ma mi preoccupo per i miei uomini, beh a parte Spike, lui ha una marcia in più essendo un vampiro a lui i proiettili fanno il solletico, non è vero? >> sento un brivido passarmi lungo la schiena a queste parole, ma non ne comprendo la ragione!
    << Non proprio il solletico….ma di certo mi creano meno problemi che ad altri! >> cos’è questa sensazione di disagio che provo?
    Per fortuna è giunto il momento di andare a tavola, così riesco a scacciare quel sentore che provo. Joyce Summers è veramente una brava cuoca, ha fatto un pollo arrosto con le patate da leccarsi i baffi (chissà Hilda come lo apprezzerebbe!).
    << Le faccio tutti i miei complimenti! Mai mangiato un pollo così buono! >> Joyce arrossisce orgogliosa.
    << Detto da lei è veramente un complimento! Ho sentito dire che non se la cava male in cucina! Buffy invece è un mezzo disastro! >> chissà perché me lo ero immaginato. Lei fa subito il broncio, adorabile.
    << Mi piace cucinare, per quattro anni ho lavorato in un ristorante di San Francisco! >> non si preoccupi, la sua bambina non morirà di fame con me!
    << La sua specialità è la cucina italiana, l’ha imparata quando ci trasferimmo in Italia dopo la morte dei miei genitori! >> già, ci siamo stati dieci anni, mi manca l’Italia non vedo l’ora di tornarci, magari in luna di miele!
    << E’ il mio sogno andare in Italia, Buffy, mi ha detto che lei possiede una casa lì! >> mi sa che questo è un punto a mio favore, meglio sfruttarlo.
    << Sì, è in Toscana, nelle colline fiorentine. La comprai poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ora ci vivono la sorella di Liam e suo marito, ma la casa è grande, sarò felice di averla come mia gradita ospite! >> dico galante.
    << Non sa quanto mi piacerebbe accettare il suo invito, ho sentito dire che Firenze è magnifica, mi piacerebbe tanto poterla visitare, la galleria degli Uffizi, il ponte vecchio….>> dice con voce sognante.
    << Non farci caso, la sua mente è già partita! La mamma adora tutto ciò che ha anche la minima attinenza con l’arte! >> dice ridacchiando il mio amore.
    << A te cosa piace invece, passerotto? >> le chiedo insinuante.
    << Non vado matta per i musei come la mamma…ma anche a me piacerebbe visitare l’Italia, è un paese così romantico! >> dice leggermente arrossita.
    Credimi tu non stai affatto pensando all’Italia, e nemmeno io a dire il vero! Attenzione, anche se sognanti le mamme hanno la vista lunga in certe situazioni. E’ arrivato il momento di alzarci da tavola, e Joyce propone di prendere il caffè in salotto.
    << Spike, sarebbe così gentile da darmi una mano a portare le tazze? Buffy rischierebbe di rovesciare tutto! >> lo so io cosa vuoi fare, vuoi parlarmi un momento in privato.
    Scambio uno sguardo con Liam, il quale prende Buffy sottobraccio e la conduce in sala. Ha capito che anch’io voglio approfittare della situazione per mettere le cose in chiaro.
    << Ma certo! Sarò felice di esserle d’aiuto! A una condizione però, mi dia del tu! >> propongo.
    << Solo se anche tu farai lo stesso! In effetti non avrei bisogno del tuo aiuto, ma volevo scambiare due paroline con te! >> non me lo dire.
    << Chiedimi pure quello che vuoi, sarò felice di risponderti! >> sorriso da cardiopalma, ma mi sa che questa volta non basterà.
    << So che fra te e mia figlia c’è del tenero…anche se non vi conoscete da molto….mi sento in dovere di chiedere che intenzioni hai con lei….>> è leggermente imbarazzata, ma capisco la sua preoccupazione non è facile tirare su una figlia tutta da sola, io ne so qualcosa.
    << Joyce, voglio essere completamente sincero con te, non sono un ragazzino alle prese con una cotta, ma un uomo che sa bene quello che vuole! Mi sono innamorato di tua figlia e le mie intenzioni con lei, sono le più serie che tu possa pensare! >> le dico serio, in poche parole sto chiedendo la sua mano.
    << Anche io voglio essere sincera con te, tu mi piaci…il mio istinto di madre mi dice che sei perfetto per lei, tu puoi prenderti cura di lei come io non posso fare….non sono stupida, so che in quanto vampiro sei molto più forte di un essere umano. Ma se da una parte, mi rassicura il fatto che tu sia in grado di proteggerla….dall’altra mi rendo conto che Buffy è ancora molto giovane….non so se sia pronta ad impegnarsi in un rapporto serio! >> deve averci pensato molto su.
    << Quanto a questo, credo che ti sbagli, non tieni in giusto conto il fatto che lei è una cacciatrice, mi rendo conto che per una madre sia difficile accettare questo, ma al contrario io comprendo bene cosa significa! Tua figlia a causa della missione per la quale è stata scelta, ha dovuto imparare a crescere in fretta! Ciò di cui lei ha bisogno non è di qualcuno che la protegga da sé stessa o dal suo compito….ma che al contrario le stia accanto, che faccia la strada insieme a lei, pronto ad aiutarla se necessario, ma senza tarparle le ali! Ed io questo non potrei mai farlo! >> non so se sono riuscito nel mio intento.
    Vorrei che smettesse di considerare la figlia come una bambina bisognosa di cure, invece della donna forte e tenace che è.
    << Hai ragione, su tutta la linea….ora più che mai sono convita che tu, sei la persona adatta a starle accanto! >> EVVIVA! Missione compiuta.
    << Che ne dici di raggiungere finalmente gli altri, Buffy non starà più nella pelle dall’impazienza! >> mi dice poi con uno sguardo birichino incredibilmente simile a quello della figlia. Forse in fondo queste due sono molto simili.
    Mentre beviamo il caffè, Buffy mette nel videoregistratore la famosa cassetta della recita. Più che una commedia vera e propria si tratta di una serie di parodie di film e spettacoli famosi messi insieme. E’ veramente molto divertente, c’è Willow che interpreta Kathe Bates nella famosa scena del film Titanic, solo che in quel preciso momento, la nave si scontra contro l’iceberg e lei vi si spatascia contro dicendo “Ehmm…qualcuno ha chiesto del ghiaccio?”. Poi finalmente arriva Xander, Buffy ha ragione, le sue gambe sono più belle di quelle del soldatino (che diavolo sto pensando? Bleah!), anche la sua interpretazione è decisamente migliore, il pezzo si rifà al film Fantasia, dove ci sono gli ippopotami che ballano, in questo caso tutti gli ippopotami sono interpretati da ragazzi, vestiti da normali ballerine, mentre le ragazze interpretano i coccodrilli in chiave maschile. Veramente buffo vedere delle ragazzine che cercano di sollevare quei ragazzoni per fargli fare delle piroette. Poi arriva il momento più interessante, è in scena il mio amore; si tratta della parte finale di Via col vento, quando Rhet Butler dice “Francamente me ne infischio!” e fa per andarsene, il mio amore vestita da Rossella (non le stanno niente male le crinoline) però non ci sta, afferra un vaso di fiori e lo tira in testa al malcapitato dicendo “Vediamo se ti infischi anche di questo!”, poi si trascina il poveretto su per le scale dicendo “Non preoccuparti, domani è un altro giorno, il mal di testa di passerà!”. Sinceramente lo preferisco come finale. Insomma battutine semplici ma non per questo meno divertenti.
    Ora però dobbiamo andare, abbiamo appuntamento con gli altri per provare a risolvere con la magia il caso di Tara. Ci congediamo dalla padrona di casa che ci rinnova l’invito di tornare presto da lei. Non preoccuparti Joyce, mi sa che ci vedrai molto spesso.
    Il luogo dell’incontro è chiaramente la casa di Giles, quando arriviamo sono già lì ad aspettarci.
    << Wow! Oggi sei uno schianto Spike! >> mi fa la rossa, guadagnandosi un’occhiataccia dal mio amore.
    Io le strizzo di nascosto un occhio.
    << Grazie! Sei la prima che me lo dice! Per questo ti meriti un bacio! >> e faccio per eseguire, ma una mano ferrea mi tira indietro.
    << Guai a te se ci provi! Ho io l’esclusiva sui tuoi baci! >> esclama facendo il broncio.
    << Ma tu non mi hai fatto i complimenti! >> se voglio so fare il finto broncio.
    << OK! Sei il vampiro più bello e sexy che abbia mai visto! Sei contento così? >> altroché amore.
    E così visto che entrambi abbiamo l’esclusiva sui baci dell’altro tanto vale che ne approfittiamo.
    << Piantatela di sbaciucchiarvi, siamo qui per una ragione seria! >> mi sa che Liam si è messo d’accordo con Rupert, mannaggia!
    << Ma tu gli affari tuoi non te li fai mai? Che male c’è se nel mentre tu, in veste ufficiale, informi i ragazzi su quanto devono sapere, io e Buffy ce la spassiamo un po’? Dopo ti assicuro che avrai tutta la mia attenzione! >> sono decisamente scocciato.
    Buffy ridacchia divertita, anche lei non ha tanta voglia di stare ad ascoltare le spiegazioni.
    << La prego di scusarmi “Signor sono innamorato”, faccia pure! >> ehi non è che è geloso pure lui?
    Mi sa di si, in fondo ha sempre potuto contare sulla mia attenzione e ora in qualche modo si sente messo da parte. Tipico comportamento di un figlio che vede il genitore alle prese con una storia. Credo proprio che dovrò farci un discorsetto, ma non ora, ora ho voglia di mettermi in un angolino e coccolare un po’ il mio amore.
    Cosa che prendo a fare sotto lo sguardo di disapprovazione di almeno tre persone, la quarta per fortuna tifa per me! Meno male che ci sei tu rossa, altrimenti avrei finito per mandarli tutti al diavolo. Invece il tuo sguardo compiacente mi solleva l’anima.
    Comunque sia l’intermezzo romantico dura poco, è giunto il momento di vedere la strega all’opera e non voglio perdermelo, anche in segno di rispetto.
    << Dunque…conoscendo l’indirizzo di posta elettronica, posso provare a carpire la password…poi da lì riuscire ad introdurmi all’interno del suo computer….sempre che ci sia una connessione attiva! >> gran bel piano rossa, io non ci sarei mai riuscito.
    << Peccato, il suo terminale deve essere spento e staccato….ma c’è un’altra strada…quando si crea una connessione, si devono fornire dei dati, forse fra questi c’è qualcosa che può esserci utile…Tombola! Eccolo qui…il contratto di connessione Adsl, la bolletta deve pur arrivare da qualche parte…vediamo se riesco ad inserirmi sul server per ottenere questa informazione! >> incredibile, non ho mai visto niente del genere.
    Willow ha completamente smesso di digitare sulla tastiera e tiene le mani ferme, un’energia azzurrina le percorre infiltrandosi nel portatile che usa, è come se lei stessa fosse direttamente connessa! Dubito molto che quanto stia facendo sia legale, ma se può aiutarci a trovare il covo del bastardo, ci preoccuperemo dopo di come fare per ottenere un mandato.
    << Sono dentro, uff…ho dovuto aggirare una gran quantità di protezioni, il ché è difficile se non vuoi lasciare tracce della tua presenza…vediamo un po’, a quell’indirizzo di posta elettronica risulta una connessione a nome Warren Wicked, indirizzo…Los Angeles, molo 11, banchina 7. Vive su una barca, ancorata al porto! Lo abbiamo trovato! >> ben fatto rossa.
    Lei si accascia esausta contro lo schienale della sedia, evidentemente usare a quel modo la magia deve stancarla molto. Forse allora la segnalazione che avevo avuto non era del tutto infondata, quel bastardo si trovava veramente nei pressi del porto.
    Ora dobbiamo trovare il modo di utilizzare le informazioni che ci ha fornito.
    << Ora che abbiamo il suo nome completo, potremmo cercare informazioni su di lui sulla banca dati della centrale, un tipo simile non può essere completamente pulito, avrà pure preso almeno una multa! Una volta che lo avremo individuato, basterà dire che sono arrivato a lui spulciando gli archivi e che quando ho visto la sua foto l’ho riconosciuto! Dovrebbe bastare per ottenere un mandato, che ne dici Liam? >> propongo.
    << A dire il vero il mandato c’è già, anche se per omicidio…ma potremmo farcene dare un altro per produzione e traffico di stupefacenti…in questo modo non dovremo coinvolgere quelli della omicidi! >> anche a lui non va giù che altri si godano il risultato dei nostri sforzi.
    << Bella mossa capitano (quando se lo merita lo chiamo così, so che gli fa piacere!)! Il caso è nostro, se ci diamo una mossa, possiamo prenderlo persino stasera! >> esclamo entusiasta.
    Di nuovo quel brivido lungo la schiena, quella sensazione di disagio, perché mai la provo ancora? E’ forse il mio istinto che mi dice che sta per succedere qualcosa? E perché sento forte, il bisogno di abbracciare forte il mio amore?
    << Senti Liam, visto che tu devi andare a parlare con il procuratore, io passerei da casa, penso che sia meglio che mi cambi! Che ne dici se ci vediamo nel tuo ufficio fra due ore, così mettiamo a punto il piano con gli altri agenti? >> questa sarà una grossa operazione, quindi è meglio prendere le dovute cautele.
    Lui mi guarda un po’ storto, sa che non mi ci vogliono due ore per cambiarmi, ma il mio sguardo serio lo confonde. Capisce che c’è qualcosa che mi turba.
    << OK! Allora io scappo! Per tornare a casa prendi un taxi! >> dice avviandosi verso la porta.
    In realtà avrebbe potuto portarmi lui, visto che gli rimango di strada, ma non voleva rendere palese il fatto che non avrebbe accompagnato solo me. Già infatti siamo in due a prendere il taxi, Buffy è venuta con me.
    Inizio a baciarla prima ancora di aprire la porta di casa, una volta dentro riusciamo a fare solo pochi passi che già ci siamo tolti i vestiti. Questa volta non riesco ad essere dolce, sento la passione che mi brucia dentro come il fuoco, è come se avessi paura di non vederla più, mi aggrappo a lei con tutte le mie forze. Per un attimo ho temuto di averla spaventata, in fondo non è ancora esperta in certe cose, ma sorprendendomi lei ha risposto con foga al mio impeto.
    Ti amo! Ti amo! Ti amo! Continuo a ripeterle all’infinito, ad ogni bacio, ad ogni spinta! Voglio perdermi in lei, nel suo corpo! E lei ricambia, urla il mio nome, mi accoglie sempre di più dentro di lei. E alla fine affondiamo insieme!
    Quando mi riprendo, mi rendo conto che lo abbiamo fatto in terra, sul tappeto dell’ingresso, travolgendo nella nostra passione un po’ di tutto! Quadri storti, l’appendiabiti a terra, abbiamo combinato un bel casino, chissà come si lamenteranno quelli del piano di sotto!
    Anche lei lo nota e poi scoppia a ridere allegra. Non resisto e mi unisco alla sua risata. Ridiamo ancora mentre cerchiamo di rimediare un po’ a quel disastro, poi decidiamo di fare la doccia insieme e la voglia di ridere ci passa.
    Abbiamo fatto molto di più che fare la doccia, certo che negli ultimi tempi Buffy sta sperimentando sempre nuove esperienze, anche io a dire il vero, perché non mi sono mai sentito così coinvolto! Una cosa è il sesso e una cosa è l’amore!
    Adesso però devo riaccompagnarla a casa, le due ore che Liam mi ha concesso sono quasi scadute. Una volta tanto, prima di lasciarla le do un bacio appassionato prima di lasciarla, chi se ne frega se sua madre può vederci dalla finestra, di quelle labbra non riesco a saziarmi.
    << Chiamami per farmi sapere come è andata! >> mi dice lei prima di rientrare in casa.
    << Certo amore, non appena mi sarà possibile ti chiamo! >> questo genere di azioni richiede tempo.
    Sono in macchina mentre mi sto dirigendo verso la centrale, quando mi riassale di nuovo quella sensazione sgradevole. Non appena metto piede nell’ufficio di Liam, lui nota subito che ho qualcosa che non va, ma non può dirmi niente, non siamo da soli. E stanno arrivando anche altri agenti.
    A quel punto ci spostiamo tutti nella sala riunioni, per fare il punto della situazione ed assegnare i ruoli che ciascuno di noi dovrà assumere, non sappiamo infatti quante persone potremmo trovare ad accoglierci. La prima cosa che Liam mette in chiaro è che deve essere mantenuto assolutamente il silenzio radio, non vuole che si ripeta la tragedia di Tara.
    Una volta tanto decide di essere presente anche lui, in qualità di capo delle operazioni, non saprei dire se la cosa mi preoccupa o se ne sono sollevato.
    Quando la riunione termina e gli agenti vanno a prepararsi (giubbotti anti-proiettile, radiotrasmittenti ecc.), lui ne approfitta per avvicinarmi.
    << C’è qualcosa che non va? E’ da oggi che ti vedo strano! >> mi chiede preoccupato.
    << Non lo so…è questa strana sensazione….come se avessi la sensazione che qualcosa potrebbe andare storto! Ma sinceramente non so se è legata all’operazione, è cominciata prima che sapessimo che era in programma! Chissà, forse mi sono sentito sotto pressione a parlare con Joyce e questo è il risultato….comunque sia, stai attento durante la retata, meglio essere prudenti! >> dico cercando di spiegargli qualcosa che anche a me non è chiaro.
    L’operazione di polizia è andata benissimo, si è rivelata molto più semplice di quanto credessimo. Warren Wicked è stato arrestato e la sua fabbrica di morte è stata smantellata. Il bastardo se ne stava tutto tranquillo da solo, a dormire, quando siamo penetrati all’interno della sua barca. Il suo covo era un vecchio peschereccio che lui aveva rimesso in sesto, aveva trasformato la stiva che prima serviva per custodire il pesce, in un laboratorio chimico, dove produceva la droga.
    Ne aveva prodotta un bel po’ e si apprestava certo a venderla. La barca aveva inoltre tutti gli optional, aria condizionata, vari computer, una tv a megaschermo e un gigantesco letto matrimoniale a poppa. Ma ora la pacchia era finita, per lui erano scattate le manette e la mia speranza era che rimanesse chiuso in gattabuia fino alla fine dei suoi giorni.
    Io e Liam abbiamo vigilato mentre gli agenti portavano via tutto il necessario per l’incriminazione e siamo gli ultimi a lasciare la barca, per poi porvi i sigilli. Gli altri ci aspettano in fondo al molo, in programma ora c’è di andare a festeggiare il colpo che abbiamo messo a segno.
    << E’ andato tutto nel migliore dei modi, vero? >> esclama verso di me.
    Già, allora perché ho la sensazione che sia andato tutto troppo liscio? Perché non riesco a rilassarmi?
    << Si direbbe di si….allora ragazzone, sei dei nostri? Andiamo a fare bisboccia? >> esclamo in tono che dovrebbe essere euforico ma che suona strano alle mie stesse orecchie.
    << Veramente dovrei andare da Kate, ma….per la miseria….una bevuta posso anche farmela, no? >> dice dandomi una pacca sulla schiena.
    La verità è che nessuno dei due è tranquillo e non vuole lasciare l’altro. In qualche modo la mia sensazione deve averlo contagiato.
    << Solo un attimo, telefono a Buffy! Le avevo promesso che l’avrei chiamata appena possibile! Dopo ho paura che sarò troppo sbronzo per farlo! >> il pensiero di lei mi calma momentaneamente.
    Ho in mano il telefonino e sto per comporre il numero quando…
    << Fossi in lei metterei subito giù quel telefono, tenente Tale! >> esclama una voce alle nostre spalle.
    Sia io che Liam ci giriamo di scatto, abbiamo riconosciuto la voce, è il tenente Finn.
    Si trova a circa cinque metri da noi, ed impugna una pistola. Maledizione come ho fatto a non sentirlo arrivare? Deve essere scappato dalla clinica dove era stato ricoverato, ed ora è qui e ci sta minacciando.
    << Finn, cosa crede di fare con quell’arma….lei è già abbastanza nei guai….non complichi ulteriormente le cose! >> gli dice Liam cercando di farlo ragionare.
    Ma lui non ragiona più, lo vedo dal suo sguardo, è quello di un folle. Istintivamente mi metto in posizione, tutti i sensi in allerta, pronto a scattare alla minima occasione. Il soldatino intanto ride, una risata sguaiata, che mette i brividi.
    << Più complicate di così, dice? Non credo che sia possibile…è tutta colpa vostra, di voi due…siete stati sempre in combutta…voi mi avete rovinato! Ma fosse anche l’ultima cosa che faccio ve la farò pagare! >> dice con tono gelido.
    Poi tutto per me ha incominciato a muoversi come al rallentatore, vedo Finn che mira contro Liam e fa fuoco, io mi getto sulla traiettoria spingendolo via e rimanendo ferito ad una spalla. Una fitta che sento quasi a malapena, poi l’odore del sangue, il mio. Per un attimo sembra tutto fermarsi, per poi riprendere a velocità raddoppiata. Finn spara ancora, ma questa volta mi prende solo di striscio, in un balzo sono addosso a lui ed entrambi cadiamo in acqua. Sento Liam che urla il mio nome, angosciato, ma non gli rispondo, dentro di me si è risvegliato qualcosa che da tempo era sopito.
    Finn ha perso la pistola nel cadere e ora cerca di lottare contro di me, stringendomi al collo, peccato per lui che io non respiri.
    Lui non riesce a vedermi è buio, ma al contrario io lo vedo benissimo, così come vedo bene gli scalini poco lontano, lo trascino fin lì e lui non può opporsi, sono troppo più forte di lui. Lo scaravento sopra e un attimo dopo gli sono addosso, per un istante, la luce del faro mi illumina, e lui vede, vede il mio volto deformato e i miei denti, se non fosse per le lenti a contatto vedrebbe anche i miei occhi gialli.
    << Co…cosa sei? >> sussurra spaventato, per mia fortuna non grida.
    << Qualcuno che avresti fatto meglio a lasciare in pace! >> gli dico ringhiando.
    Poi i miei denti sono sulla sua giugulare e la mia bocca si riempie di sangue umano, il suo sangue, lo sto dissanguando, lo sto bevendo, fino all’ultima goccia. L’eccitazione e il piacere che ne provo è incredibile, erano anni che non mi sentivo così, solo fare all’amore con Buffy mi fa sentire altrettanto vivo.
    Sento delle grida e dei passi che si avvicinano, quindi scivolo silenziosamente ancora in acqua, e lo trascino con me, verso il fondo, in modo da non essere visti. E continuo a bere, a saziarmi. Lui ormai ha smesso di respirare ma il suo sangue è ancora caldo e mi inebria.
    In trecento anni passati da vampiro, ho fatto anch’io le mie vittime, non molte, solo una trentina ma Nikki Wood non è stata la sola. Questo Buffy non lo sa, non ho avuto modo di raccontarglielo, in ogni caso nessuno di loro era innocente. Questo mi basta per mettermi la coscienza in pace, ho ucciso sì, ma erano tutti dei gran bastardi, che non meritavano di stare al mondo! Come Finn, se non fossi intervenuto avrebbe ucciso Liam, ora però devo trovare il modo di occultare il cadavere, se lo lascio all’interno del porto lo troveranno in un paio di giorni al massimo e questo non posso permetterlo. Devo portarlo fuori, verso il mare aperto, dove la corrente lo porterà via. Se sarò fortunato quando lo ritroveranno di lui ne sarà rimasto ben poco, se lo saranno in gran parte mangiato i pesci. Di me invece non ne rimarrà traccia.
    Ora me ne rendo conto, la sensazione che provavo trova la sua spiegazione! E’ giunto il momento per me di smetterla con questa sceneggiata, basta tenente Jake Tale, è ora di tornare ad essere quello che sono! E la cosa mi scoccia alquanto, perché doveva succedere proprio ora, che avevo trovato la donna della mia vita?
    Mentre nuoto trascinando il corpo del soldatino, mi maledico, per averlo ucciso! Non che non se lo meritasse, ma ora le cose si sono complicate, ci sarà certamente un’inchiesta e non mi conviene rimanere nei paraggi, con il rischio che la mia identità di vampiro venga scoperta.
    Molto meglio far credere che sono morto, partire e tornare in Italia, a casa da Cordelia e Wes! Prima però dovrò mettermi in contatto con Liam e Buffy, non voglio che stiano male per me. Ma come fare senza farmi notare? Ora il molo sarà certamente pieno di agenti! E fra poco arriverà di certo anche la televisione e i giornalisti della carta stampata, quando succedono cose del genere accorrono sempre a frotte.
    Ho raggiunto il mare aperto, sono fortunato, avverto una corrente che porta verso il largo, abbandono quindi il peso morto (in tutti i sensi) di quel baccalà e lascio che venga portato via. In lontananza vedo la pinna di uno squalo, forse sono più che fortunato, il soldatino sta per diventare la cena di un bel pescione! Ora devo trovare un approdo dove nessuno possa vedermi.
    Raggiungo la spiaggia deserta a quell’ora, devo fare in fretta, prima devo passare da casa a sistemare e a prendere alcune cose. La mia sola preoccupazione è di non lasciare delle tracce di sangue, delle impronte non mi preoccupo, dopotutto è casa mia! Entro senza accendere la luce, non voglio che qualcuno la possa notare ed io in fondo non ne ho bisogno! In camera prendo una sacca e la riempio con il vestiti nuovi, di quelli vecchi non può fregarmene di meno. Poi prendo il passaporto con il mio vero nome e un mucchietto di contanti.
    Ora devo andare in bagno, faccio sparire la soluzione per le lenti a contatto e il composto per tingermi i capelli, non voglio che li trovino, potrebbero far sospettare qualcosa.
    Infine vado in cucina dove prendo tutte le sacche di sangue, meglio che non le trovino nel frigo e poi potrebbero essermi utili lungo il viaggio, la ferita alla spalla mi fa male e avrò bisogno di energia. Prendo anche la radice in polvere, non si sa mai.
    Silenzioso ed invisibile come sono entrato, esco. Ora devo trovare un posto sicuro dove cambiarmi e medicarmi la ferita.
    Il caso vuole che mi venga in mente Kate, lei sa chi o meglio, cosa sono, inoltre è la fidanzata di Liam, grazie a lei potrò fargli avere mie notizie. Per fortuna conosco il suo indirizzo.
    Quando busso alla sua porta, lei apre subito, forse pensava che fossi lui.
    << Sei vivo! >> mi fa. Forse hanno già dato la notizia a qualche telegiornale.
    Maledizione, questo vuol dire che forse Buffy ora potrebbe stare piangendo per me, la sola idea mi provoca uno spasmo allo stomaco.
    << Non esattamente….diciamo che sono ancora un non-morto! Tu lo sai no, cosa sono in realtà! >> dico sarcastico, è più forte di me, in situazioni simili non riesco a non fare battutine.
    << Devo avvertire subito Liam, l’ho visto in TV, sembrava distrutto! Perché non sei andato da lui invece di venire da me? >> dice prendendo il telefono. Apprezzo che tenga tanto a lui.
    Io la fermo pacato, anch’io voglio che chiami Liam, ma prima ci sono una cosa o due che devo spiegarle! Spero che il suo amore per lui sarà più forte del suo senso di giustizia.
    << Ascoltami, Finn è morto, ho dovuto ucciderlo o lui avrebbe ucciso noi, la ferita sulla mia spalla te lo prova! A questo punto però non posso uscirmene fuori tutto tranquillo, finirebbero per scoprire cosa sono. Basterebbe che mi portassero in ospedale per medicarmi, non credi che qualcuno si insospettirebbe del fatto che il mio cuore non batte? E poi ci sarebbe l’inchiesta e anche Liam potrebbe andarci di mezzo, la cosa migliore da fare è far credere a tutti che sono morto anch’io! Beh non proprio a tutti…devi fare questa telefonata, avvertirlo che sono da te! >> spero di averla convinta.
    Kate, sembra soppesare con attenzione ogni mia parola, il suo senso del dovere e i suoi sentimenti, sento che stanno facendo a botte, poi però assume un’aria decisa e vedo che compone il numero del cellulare di Liam, per ora l’ho scampata.
    << Tesoro sono io….Sì, ho visto la notizia alla TV….Ti prego amore calmati, lui è qui!….E’ ferito, ma ancora non-morto, sue testuali parole!…Sì, ti aspettiamo qui!>> adesso capisco perché lui se ne sia innamorato, è una tipa tosta.
    Mentre lei parlava, sentivo vagamente Angel che quasi piangeva al telefono, e il mio fermo cuore ne ha risentito, mi fa male sapere di avergli causato tanto dolore.
    << Mentre aspettiamo, che ne dici di rappezzarmi un po’? Hai qualcosa in casa per riuscire ad estrarre la pallottola? E’ ancora dentro! >> meglio occupare il tempo in modo utile, invece di starcene in piedi a fissarci.
    << Ho delle pinze, delle bende e del disinfettante! Ma non pensi che sia meglio aspettare lui? Io non sono capace di estrarre la pallottola! >> mi dice impacciata.
    << Non preoccuparti, penso di riuscire a farcela da solo! Per fortuna mi ha colpito alla spalla sinistra, devo estrarla subito, prima che la ferita inizi a cicatrizzarsi attorno, dopo farebbe molto più male toglierla! >> cerco di spiegarle ma lei mi guarda confusa.
    << Le proprietà di guarigione di un vampiro sono molto più veloci di quelle di un essere umano, quando noi veniamo feriti ci riprendiamo molto più in fretta di voi! >> ora il concetto le è chiaro.
    Dio solo sa come ci riesco, fa un male cane e stringo i denti talmente forte che ho paura che qualcuno si spezzi, ma alla fine sudato marcio riesco a tirare fuori quel dannato proiettile! Alla fine sono però esausto. Lei si offre di medicarmi la ferita e fasciarla, ma la mia idea è un’altra.
    << Se non ti dispiace, prima vorrei approfittare della tua doccia! Vorrei togliermi di dosso il fetore delle acque del porto! >> lei acconsente ed io mi trascino verso il bagno.
    Sentire l’acqua calda che mi scorre addosso, mi restituisce un po’ di forze. Non appena ne esco, frugo fra le sue cose nel mobiletto accanto allo specchio. La mia non è curiosità cerco un paio di forbici, è giunta l’ora di dare un taglio ai miei capelli, se li lasciassi come sono ci sarebbero rischi di essere riconosciuto all’aeroporto.
    Quando esco dal bagno sono quasi irriconoscibile, con i capelli cortissimi e leggermente più chiari (la ricrescita) e gli occhi senza lenti a contatto. Mi sono messo i jeans dell’altra sera, per viaggiare saranno più comodi.
    Kate, mi guarda sbalordita e vagamente affascinata, non immaginava che potessi essere così! Poi prende a medicarmi con delicatezza, mi sto infilando la camicia quando qualcuno bussa alla porta, deve essere Liam. Lei apre con cautela per ogni evenienza.
    << Dov’è? >> chiede agitata la voce di Angel.
    Un attimo dopo mi ritrovo stretto in un abbraccio disperato. Già una volta mi aveva abbracciato così, fu quando morirono i suoi genitori, era solo un ragazzino di undici anni e si strinse a me in cerca di forza! Ora invece lo sta facendo come per assincerarsi che sono reale e non un fantasma.
    << Ehi! Calmo, va tutto bene, sono qui! >> quasi le stesse parole che gli rivolsi allora.
    << Accidenti a te! Questa volta ho proprio creduto che fossi spacciato! >> le sue invece no.
    Se non fosse per gli occhi lucidi che ha mi verrebbe voglia di tirargli uno scappellotto, che fa gufa? Invece mi intenerisco e gli do dei leggeri colpetti sulla schiena, proprio come si farebbe con un bambino piccolo. Kate ci guarda commossa, so cosa vede un padre e un figlio uniti.
    << Che è successo? >> chiede dopo qualche minuto, una volta ripreso.
    << E’ morto! Ora starà facendo compagnia ai pesci, al largo! >> non entro in particolari, può arrivarci da solo.
    << Ben gli sta! Prima di venire a cercare noi aveva ucciso un infermiere della clinica, lo avevano preso sotto gamba, non pensavano che fosse pericoloso, ma io lo avevo capito! Che intenzioni hai di fare adesso? >> che vi dicevo? Ha capito ed è passato oltre. Inoltre sapere di aver ucciso un assassino mi rende le cose ancora più semplici per la mia coscienza.
    << Mi spiace ragazzone, ma credo che la mia carriera nella polizia sia finita! Lasciamo che credano che sono morto anch’io! E’ la cosa migliore per tutti! >> lui annuisce, è d’accordo con me.
    << Pensi di tornare a casa? >> so che non si riferisce all’appartamento, casa per lui come per me, è in Italia da Cordelia.
    << Credo che sia la cosa migliore da fare! Qui non posso rimanere è ora che torni ad essere il vecchio William! >> già è questo il mio vero nome.
    << Maledizione! Se quegli idioti della clinica fossero stati più efficienti ora tutto questo non sarebbe necessario! >> so che gli dispiace che parta, anche a me mancherà.
    << Non crucciarti, prima o poi doveva pur accadere! Non potevo continuare per molto a fare il poliziotto, prima o poi qualcuno si sarebbe reso conto che non invecchiavo! E’ meglio che sia andata così! Morto da eroe per salvare il capitano, magari mi daranno pure una medaglia alla memoria! >> meglio buttarla sullo scherzo.
    << Se non te la danno, giuro che mi dimetto! >> ecco ora è il mio Angelus.
    << Ora ascoltami, devi farmi un favore, devi andare da Buffy! Le devi spiegare cosa è successo, dirle che sto bene e che la amo! Che non appena mi sarà possibile mi metterò in contatto con lei e che voglio che mi raggiunga in Italia! >> lui l’ho rassicurato ora tocca al mio amore.
    << Lo avrei dovuto fare lo stesso, per darle la notizia, ma ora la cosa mi sarà più facile! Non so se avrei avuto la forza di dirle che eri morto! >> a sentire quelle parole mi si stringe il cuore.
    << Su, adesso vai, non vorrei che anche lei avesse sentito il telegiornale! Io finisco di vestirmi e vado all’aeroporto! Non appena arrivo ti faccio chiamare da Cordy! >> gli dico.
    << Hai abbastanza denaro per il biglietto aereo? >> mi chiede con una mano già sul portafoglio.
    << Non preoccuparti, quelli che ho mi bastano e avanzano! Piuttosto, non appena la situazione si sarà calmata occupati tu del mio appartamento, vendilo e il ricavato dallo in beneficenza, tanto non ci tornerò più! Stessa storia per i soldi che ho in banca a nome Tale! >> meglio mettere subito in chiaro alcune cose. Non avrò bisogno di quei soldi, in Italia ho il mio gruzzoletto.
    Ci lasciamo con un abbraccio, lo invidio lui sta per vedere il mio amore ed io invece, mi sa che non potrò farlo per un bel po’!
    E’ con il cuore stretto in una morsa che abbandono questo paese, all’aeroporto non ho avuto problemi e ho beccato subito un volo che fa Los Angeles- Londra, da lì ne prenderò uno per Firenze, poi telefonerò a Cordelia perché mi venga a prendere. Mentre salgo sull’aero mi chiedo se Buffy ha già saputo che me ne sono dovuto andare, spero che Liam sia riuscito a farle capire che non l’ho abbandonata e che la nostra sarà solo una separazione momentanea.
    Mentre dall’oblò vedo le luci della città sparire, mi rendo conto che questa parte della storia non potrò essere io a raccontarla, dovrà pensarci lui il mio figlioccio, spero che riuscirà a fare un buon lavoro, non è un professionista come me. Poi mi rilasso esausto contro lo schienale della poltrona, ora ho bisogno di dormire per recuperare un po’ le forze. Mi sovviene un ultimo pensiero prima di addormentarmi, anche questa volta non vedrò il mio funerale, secondo voi sarebbe di cattivo gusto se qualcuno, ad esempio la mamma di Buffy, lo riprendesse con la videocamera? Mi sa di sì, però che peccato!

    Resoconto dei fatti a cura di Liam O ‘Connor:
    Sono in un auto di pattuglia insieme all’agente Care, stiamo andando a casa di Buffy Summers, ufficialmente per informarla del decesso dell’agente Tale, in realtà devo fare tutto il contrario. Spero solo di riuscire a trovare le parole giuste, non è facile dire ad una ragazza innamorata che il suo innamorato è dovuto fuggire perché ha ucciso un uomo, lei poi è la cacciatrice chissà come la prenderà!
    Dio, questa giornata era cominciata così bene….ed è finita veramente male. Anche se adesso so che lui sta bene, non posso ancora ripensare a quanto è successo, senza provare di nuovo tutta quella paura.
    Rivedo la scena con orrore, Finn che spara e Spike che si frappone fra me e il proiettile che mi era destinato. E’ successo tutto in un attimo, in un attimo li ho visti sparire entrambi in quell’acqua nera come la pece, ho urlato il suo nome disperato perché non riuscivo a vederlo. Poi sono arrivati gli altri agenti ed ho dovuto cercare di mantenere un minimo di controllo, ma non credo di esserci riuscito bene.
    Questa volta ho veramente temuto di averlo perso, mio padre, nel mio cuore lui è sempre stato questo e anche se non l’ho mai chiamato così, per rispetto a quello vero, questo non lo rende meno tale per me.
    L’attesa su quel molo mi è sembrata interminabile, ogni istante che passava sentivo ogni speranza andarsene via. Quando è arrivata la telefonata di Kate mi sono quasi messo a piangere dal sollievo. Ma non ho avuto pace fino a quando non ho potuto vederlo di persona, solo allora mi sono lasciato andare.
    Ora però ci siamo dovuti di nuovo separare e questo mi fa sentire incredibilmente solo, so che andrà da mia sorella, ma il non saperlo accanto a me mi rende insicuro, come quando ero un ragazzo. Il solo pensare che domani mattina, non lo vedrò come al solito entrare nel mio ufficio, con quella sua aria strafottente e che non me lo impuzzolirà più, con le sue dannate sigarette, mi fa provare una sensazione di vuoto nello stomaco e nell’anima. Maledizione Spike, perché è dovuta andare cosi?
    Siamo arrivati davanti alla casa, cattivo segno, tutte le luci sono accese, mi sa che i suoi timori sono veri, devono avere già saputo qualcosa. Infatti non faccio nemmeno a tempo a scendere dall’auto, che la porta si spalanca e Buffy, corre fuori verso di me. Sta piangendo povera ragazza.
    << Non è vero! Ti prego dimmi che non è vero! Non può essere morto! >> dice stringendomi le braccia, per la miseria quanto è forte!
    Faccio segno a Care di attendere e intanto cerco di sospingere lei verso la porta.
    << E’ meglio se parliamo dentro! >> che altro posso dirle.
    Lei quasi si affloscia contro di me, ha creduto il peggio, ma non posso parlarle davanti all’agente, quindi sorreggendola la porto fino in casa per poi chiudermi dietro le spalle la porta. Sono tutti lì, sua madre, l’osservatore e i suoi amici e negli occhi di tutti la stessa angoscia, lo conoscono solo da pochi giorni eppure è diventato per loro una persona importante, incredibile come Spike riesca a farsi voler bene in così poco tempo.
    << Sta bene! Calmati….lui sta bene! >> meglio mettere subito questa cosa in chiaro.
    << Allora perché non è qui? Che gli è successo, voglio la verità! >> e ora da dove comincio?
    Per fortuna interviene sua madre che con dolcezza le dice, invitandomi al contempo a sedere:
    << Tesoro, calmati, il capitano ti ha detto che Spike sta bene, se lo lasciamo parlare forse ci spiegherà cosa è successo! >>.
    Le faccio un sorriso riconoscente, in effetti mi sento in imbarazzo con tutti quegli sguardi su di me, forse se mi siedo e prendo un bel respiro riesco a raccontare loro come si sono svolti i fatti. All’inizio mi inceppo un po’, sono ancora scosso, ma poi riesco a fare il mio riassunto degli eventi. Racconto di come siamo riusciti a catturare Warren, di come sembrava essere andato tutto liscio e mi rendo conto della stranezza del fatto, queste persone dovrebbero essere felici perché l’assassino della loro amica è stato arrestato, invece sono qui tristi ad ascoltare me. Spiego che Spike stava per chiamarla con il telefonino, quando è arrivato Finn e ci ha minacciato con una pistola, minaccia che poi ha messo in atto. Di come Spike mi abbia salvato la vita e abbia poi ucciso Finn, di come io stesso abbia temuto che lui fosse morto, fino a quando non mi ha fatto sapere che stava bene. Li rassicuro ancora sulle sue condizioni, è ferito ad una spalla, ma niente di grave, ho potuto constatarlo di persona, poi spiego loro cosa comporta ciò che è successo, di come sia necessario per lui abbandonare la sua identità di agente e farsi credere morto.
    << Ecco perché prima, mentre eravamo fuori non ho potuto dirti niente, non volevo che l’agente sentisse! >> dico scusandomi per non avere messo subito fine alle sue paure.
    << Ma ora Spike dov’è? Perché non è venuto da me, aveva paura che lo giudicassi male per quello che ha fatto? Se io fossi stata al suo posto avrei agito nello stesso modo! >> ora capisco perché lui la ama, è veramente una ragazza speciale.
    Avevo paura che prendesse male il fatto che avesse ucciso, che la sua missione di cacciatrice la portasse ad odiarlo, invece è solo preoccupata per lui, proprio come me!
    << Sinceramente non credo che si sia posto il problema, se non è venuto da te, è perché tutto il dipartimento sa della vostra relazione e non voleva metterti in una situazione difficile. Inoltre era importante che lui si allontanasse da Los Angeles il prima possibile, prima che scattino tutte le misure del caso. Ci saranno certamente delle ricerche e poi un’inchiesta, si è quindi visto costretto a partire immediatamente per l’Italia, lì sarà al sicuro! Quando l’ho lasciato era da Kate, ma subito dopo era diretto all’aeroporto! >> rivelo.
    << Chi è Kate? >> chiede lei con sguardo gelido.
    << La mia fidanzata, (anche se ancora non lo sa nessuno) lei sapeva di lui gliene avevo parlato io, Spike deve avere pensato che fosse il posto più sicuro dove potersi curare le ferite e riuscire a contattarmi! >> e ora perché sembra tornata normale? Inutile io le donne non le capirò mai!
    << Corro subito lì, voglio salutarlo prima che parta! >> che vi dicevo un attimo prima sembra tranquilla, un attimo dopo…
    << NO! >> siamo in due ad esclamarlo, io e l’osservatore.
    << Buffy, rifletti è troppo rischioso, rischieresti di farlo scoprire! >> grazie per l’aiuto, io non avrei saputo dire meglio.
    << Ascoltami, il signor Giles ha ragione, anche a Spike avrebbe fatto piacere vederti, ma lui sapeva che sarebbe stato troppo rischioso! Mi ha fatto promettere di dirti che ti ama, che non appena gli sarà possibile si metterà in contatto con te e che vuole che tu lo raggiunga in Italia! Domani, non appena mia sorella mi chiamerà, verrò subito ad informarti, ma per un po’ sarà meglio se continuerai a fingere che lui sia morto! Questo darà credito alla storia! >> mi rendo conto di deluderla, ma in questi casi i sentimenti vanno messi da parte e si deve agire d’astuzia.
    Lei borbotta un po’, ma poi si convince. Ora è tempo per me di andarmene, devo andare in centrale il capo della polizia vorrà certo delle risposte e se il mio telefonino non squilla in continuazione è solo perché l’ho spento.
    Infatti, non appena esco di lì e lo riaccendo, inizia subito a squillare. Mi sa che i prossimi giorni saranno un vero inferno.
    Le mie previsioni si sono rivelate esatte, gli ultimi due giorni sono passati come un ciclone. Ho dovuto passare ore fermo sulla banchina del molo facendo finta, che mi importasse qualcosa dei subacquei che scandagliavano il fondo, quando sapevo bene che lì non c’era niente.
    Per non parlare poi dei giornalisti, sempre lì a rompere le scatole, in cerca di notizie. Infine le riunioni estenuanti con il capo della polizia e gli altri agenti.
    Ho avuto solo un momento di pace, ieri, quando mi ha telefonato Cordelia.
    << Ciao fratellone, papà è arrivato sano e salvo a casa, ma è di un umore così nero che più nero non si può! Per poco non mi mangiava quando all’aeroporto l’ho chiamato paparino! >> questo significa solo che sta bene, lui odia essere chiamato paparino!
    A dire il vero né più né meno, di come io odio essere chiamato fratellone! E lei lo sa bene, ma lo fa lo stesso!
    << Pensa che appena siamo arrivati si è subito fiondato in camera sua!>> ecco questo mi piace meno.
    La prima cosa che Spike fa quando torna, è andare a vedere i cavalli, non entra neppure in casa, va invece diretto lì!
    << Per la strada mi ha raccontato cosa è successo, non gli va giù l’idea di aver dovuto lasciare il suo amore. Mi sa che questa volta fa proprio sul serio con quella Buffy! >> ecco spiegato l’arcano, le sue sono pene d’amore.
    << Già, la ama per davvero! All’inizio non ci volevo credere, ma poi mi sono dovuto arrendere all’evidenza! >> dico io.
    << Ma lei lo ricambia? Tu che l’hai conosciuta che ne pensi? >> bella domanda.
    << Sai….fino a ieri non avrei saputo risponderti, ma dopo averla vista in lacrime perché lo credeva morto….si credo proprio che anche lei lo ami! Ma tu non dirglielo questo, lo farebbe stare solo più male! Lei è una ragazza in gamba, credo che sia proprio adatta a lui! >> ammetto, anche se leggermente a malincuore.
    << Allora dobbiamo fare qualcosa per aiutarli….idea, perché non mi dai il suo numero, così la chiamo subito e la faccio parlare con papà? >> ecco a voi Cordelia, sorella pestifera come poche, ma con un cuore d’oro!
    << Non credo che sia una buona idea Cordy! Proprio ora ho saputo che vogliono mettere il telefono di lei sotto controllo! Per ogni evenienza, sai, li stanno cercando entrambi sia lui che Finn. Quindi per favore avverti Spike di non provare a chiamarla, potrebbero registrare la chiamata e rintracciarlo! >> odio dare simili notizie, meglio che lo faccia lei.
    << Uffa! Certo che voi poliziotti siete proprio degli stronzi! >> mi sa che un po’ ha ragione.
    << Senti, facciamo così, io più tardi passo da lei, e ti chiamo io con il mio cellulare, e tu passi la chiamata a Spike! >> vediamo se si riesce ad aggirare il problema, non mi chiamano Angelus per niente!
    << Grande fratellone! Corro subito a dirlo a papà, non mi piace vederlo così triste! A proposito, hai visto come sta bene con i capelli corti?>> esclama tutta eccitata. Che capelli?
    Senza neanche salutarmi, poi mi ha riappeso il telefono in faccia, lasciandomi con questo interrogativo (scusate ma sul momento non lo avevo proprio notato!).
    Non so nemmeno io dove ho trovato il tempo di mantenere la parola data, ma ne è valsa la pena. Vedere Buffy piangere di gioia (questa volta) al telefono, mi ha fatto tanto sentire cupido. Non è che ora mi spunteranno le alucce vero? Nooo, è solo un mio momento da Angel, ma mi ha fatto sentire bene.
    Ora però ho di nuovo una riunione con il capo, solo che cazzo gli dico? “No, capo, nessuna novità!”? Quello mi manda di pattuglia! E se devo essere sincero comincio a rompermi, non mi piace più questo lavoro senza Spike, che mi prende costantemente in giro, che mi tira su quando ho i miei momenti tristi, mi mancano persino i suoi scherzi!(ma voi non diteglielo).
    ************************ (lo so non avete capito, ma sto imprecando ad ipervelocità)**********************
    Non bastava che mettessero sotto controllo il telefono di Buffy, ora vogliono metterle fisso un agente dietro! Cordelia ha ragione, sono proprio degli stronzi! L’idea di dimettermi prende sempre più campo. Per fortuna sono riuscito a rimediare anche a questo casino.
    Ho suggerito che durante il giorno se ne potrebbe occupare l’agente Lockley, visto che è una donna darà meno nell’occhio! Beh, quella è la scusa ufficiale, in realtà Kate è dalla nostra parte, quindi non rappresenterà un problema (per fortuna nessuno sa ancora che stiamo insieme). Poi per la sera mi sono offerto io stesso, con la scusa che la signorina Summers mi ha preso in simpatia, in poche parole andrò a trovarla con la scusa di aggiornarla sul caso e nel frattempo la terrò sott’occhio! Dopo la mezzanotte un altro agente potrà sostituirmi.
    Per fortuna hanno accettato, in questo modo Buffy potrà parlare con Spike tutte le sere, tramite me, inoltre non avrà problemi a fare la sua ronda serale, come sempre, senza timore di essere vista in situazioni strane. Poi farà bene anche a me accompagnarla la sera, magari riuscirò a perdere qualche chilo.
    Chi invece non è d’accordo per niente è proprio Kate, è disposta a fare il turno di guardia di giorno, ma non gli va giù che lo faccia io di sera, mi sa che è gelosa!
    << Scordatelo! Tu non ci vai di ronda con quella! E se un vampiro ti attacca e ti ammazza, io poi chi sposo? >> esclama furibonda.
    << Tranquilla, è vero che sono fuori forma, ma Spike aveva allenato sia me che mia sorella a combattere! Ci ha insegnato un mucchio di trucchetti! E poi c’è lei, la cacciatrice, con lei sono al sicuro! >> dico cercando di placarla.
    << Al sicuro un corno! Tu da solo non ci vai! Piuttosto ci vengo anch’io! >> non mi sbagliavo, è gelosa.
    Così è cominciata la ronda a tre, con il risultato che quelle due sono diventate ottime amiche, visto che si vedono anche di giorno! Uffa mi sento in minoranza, uccidono più vampiri loro di me, e come se non bastasse mi prendono pure in giro!
    Sono passate due settimane in questo modo, quando giunge la notizia del ritrovamento di un cadavere da parte di un motopeschereccio. Io so che è Finn, ma si deve aspettare che arrivi il risultato dei test del dna, infatti è irriconoscibile. Uno squalo deve averlo sistemato per bene.
    Quando finalmente arriva, tiro un sospiro di sollievo, ora può prendere campo l’ipotesi che anche Spike sia morto, visto che era ferito, quando è caduto in acqua, lo squalo potrebbe aver attaccato prima lui, ma riducendolo in modo peggiore!
    Questa è la tesi ufficiale, e visto che non ci sono stati contatti (come no) di nessun tipo con la sua fidanzata, ma soprattutto visto il suo impeccabile stato di servizio, il caso viene ufficialmente chiuso! Il tenente Jake Tale salvando il suo capitano, è morto a causa della follia del tenente Finn. Quindi funerali d’onore ad una bara vuota! Comprensivo di medaglia, proprio come voleva lui!
    Xander aveva avanzato l’idea di fare una grande festa, per festeggiare sia la chiusura del caso, che l’inizio del processo a Warren Wicked, in effetti ne avremmo avuto bisogno tutti, ma per un po’ è meglio se continuiamo a tenere un profilo basso. I media non si sono ancora stancati di questa storia e non conviene attirare la loro attenzione.
    Passano così i giorni e intanto il mio umore va sempre peggio, tanto che anche Kate se ne accorge.
    << Spike ti manca, dì la verità! Anche se lo senti ogni sera, tu e Buffy fate a gara a chi diventa più triste! >> come smentire.
    << Lei non vede l’ora di raggiungerlo, una cacciatrice può compiere la sua missione anche lì, ma non se la sente di abbandonare sua madre e i suoi amici! Ci sta male, si sente come divisa a metà e lui non se la passa certo meglio! Se solo ci fosse un modo per farli andare tutti….>> dico rimuginando fra me e me.
    << Lei non è la sola a sentirsi divisa a metà! Anche tu non scherzi! Pensi che non abbia capito che sei stufo di rimanere qui? Vuoi riunirti alla tua famiglia ed io ti capisco! Quello che mi chiedo è cosa aspetti a deciderti. Per la miseria, dai queste benedette dimissioni! >> esclama prendendomi decisamente di sorpresa.
    Non mi ero reso conto di essere tanto trasparente per lei! Ma se do le dimissioni e torno in Italia che ne sarà di noi, del nostro rapporto?
    << Per quanto mi riguarda io ho deciso, al diavolo la carriera! Se ti dimetti tu, lo faccio anch’io e ce ne andiamo tutti e due a vivere in Italia! >> ……………non riesco a credere alle mie orecchie!
    Scoppio in un urlo di gioia, la prendo fra le braccia e comincio a farla volare in giro! E’ da tanto che non mi sento così felice.
    Quella sera stessa andiamo a casa di Buffy per darle la notizia, ma quando arriviamo è lei a farci una sorpresa.
    << E’ arrivata una lettera alla mamma! Un magnate inglese, che sembra sia rimasto colpito dal suo lavoro, le offre di gestire una galleria d’arte, con uno stipendio decisamente superiore a quello che percepisce ora! Indovinate dove? A Firenze! >> esclama super eccitata.
    Questa storia mi suona strana e chiedo di leggere la lettera, mentre la scorro, mi corre l’occhio sul nome del magnate e per poco non scoppio a ridere, quello stampato lì, a lettere cubitali, è il vero nome di Spike!
    Questo è uno dei suoi scherzi, ma a fin di bene questa volta!
    Ha risolto a modo suo il problema del suo amore, offrendo un lavoro alla madre; in questo modo si assicura che entrambe lo raggiungano!
    Mi chiedo se è il caso di rivelare la sua identità, o se è meglio che lo scoprano in seguito, quando ormai saranno lì! Conoscendo Spike, il lavoro non è una bufala, lui fa sul serio!
    << Fantastico, proprio una bella notizia! Questo vuol dire che finalmente potrai partire! >> meglio tacere.
    Nei giorni seguenti mi correggo, ora tutti noi possiamo partire, visto che anche Xander, Willow e Giles hanno deciso di accodarsi.
    I giorni successivi sono frenetici, Joyce, dopo aver lasciato il suo vecchio lavoro, ha messo in vendita la sua casa e si sta occupando del trasloco, i mobili e gli oggetti più cari verranno infatti inviati a Spike che se ne occuperà. Stessa sorte per gli effetti personali degli altri (Giles ha un mucchio di libri!).
    La partenza è fissata fra due settimane, prima andranno Buffy, Joyce e Giles.
    Io, Kate, Xander e Willow li raggiungeremo in seguito, loro vogliono assistere alla fine del processo di Warren, in quanto a noi due, dobbiamo finire di dare le consegne a chi prenderà i nostri posti.
    La mattina della partenza arriva velocemente, anche se per qualcuno sembra che sia passato molto più tempo. Quando vedo l’aereo che si solleva sulla pista, mi chiedo come Buffy prenderà la serie di sorprese che l’attendono, mi sarebbe piaciuto essere lì per vedere la scena.

    Calenzano Alto, Firenze ( agosto 2005):
    E’ passato più di un mese e mezzo da quando sono tornato a casa, per l’esattezza 55 giorni! Li ho contati uno per uno, sognando questo momento, Buffy sta per arrivare ed io non vedo l’ora! Cordelia e Wesley sono andati a prenderla all’aeroporto, con quella specie di carro armato che hanno per auto! Io non sono andato, preferisco aspettarla qui, nella mia stanza. Voglio incontrarla in un posto un po’ più intimo di una affollata sala d’aspetto!
    E mentre aspetto, ripenso a cosa è successo durante questo tempo. Alla prima volta che ho risentito la sua voce al telefono; solo dopo essere arrivato qui, ho iniziato a domandarmi come lei avrebbe preso quanto era successo. La paura di perderla mi dilaniava il cuore, ho passato i momenti più brutti della mia vita, chiuso in camera, a rigirare fra le mani l’anello di smeraldi che volevo regalarle, ma quando l’ho sentita….mi sono sentito come rinascere, lei aveva capito! Non mi aveva condannato e mi amava ancora!
    Poi è iniziata l’attesa, prima che il caso venisse chiuso, poi che lei si decidesse a raggiungermi. Capivo il suo dilemma, ma ero incapace di trovare una soluzione, se non fosse stato per Cordy, non avrei saputo cosa fare, avevo quasi deciso di tornare a Los Angeles, quando lei mi ha dato l’idea.
    << Sua madre lavora in una galleria d’arte, no? Firenze è piena di gallerie, basta che le trovi un lavoro qui e il gioco è fatto! >> ho fatto i salti dalla gioia, finalmente avevo la concreta speranza di poterti rivedere.
    Così mi sono messo in moto, ho cercato una galleria che facesse al caso, poi ho fatto al proprietario un’offerta che non poteva rifiutare, rilevare la sua galleria e relativa licenza di commercio! Mi è costata una bella sommetta, ma ne è valsa la pena! A quel punto ho inviato la proposta di lavoro a Joyce, il fax che confermava la sua disponibilità credo che lo incornicerò!
    Quando Buffy mi ha detto che stava per arrivare, non so nemmeno io come ho fatto, a fare finta di cadere dalle nuvole! Spiacente passerotto, so che ti arrabbierai quando capirai che ti ho ingannata, ma in amore e in guerra tutto è lecito!
    Non hai idea di quanto ho riso dentro di me, mentre mi chiedevi di trovare un magazzino in cui sistemare le vostre cose, in attesa di trovare casa qui! Se solo sapessi dove sono ora….proprio qui a casa mia! Lo spazio infatti non manca di certo!
    La mia casetta in realtà è una villa dei primi dell’ottocento, ed ha almeno una quarantina di stanze, grandi come il mio vecchio appartamento. Altro che trovare casa, tu vivrai qui, insieme a me e ci sarà posto anche per gli altri. E’ una di quelle ville che i signori di una volta usavano come dimora per l’estate, visto che si trova sui 460 metri, ed è circondata da boschi, consentiva loro di avere un po’ di frescura nei giorni caldi. Inoltre la vista da qui è bellissima, soprattutto la sera, nei giorni sereni si può vedere la vallata tutta illuminata.
    Me ne innamorai non appena la vidi, era mezza diroccata a causa dei bombardamenti, ma era sempre bellissima. Sentii che doveva essere mia, quindi la comprai e iniziai a rimetterla in sesto. Ed ora è una delle più belle ville della zona.
    Sul retro ho fatto costruire i garage e le scuderie dove tengo un paio di cavalli, sono la mia passione, mi ricordano i bei tempi, quando si andava a passeggio a cavallo. E’ qui che sono cresciuti Liam e Cordelia, loro l’adorano e mi sa che quando la vedrai te ne innamorerai anche tu!
    Sento l’auto che sta percorrendo il viale ed un brivido dietro al collo, stai arrivando amore ed io sono qui ad aspettarti. Le portiere sbattono e finalmente odo la tua voce.
    << E’….è qui che abita Spike? >> c’è incredulità in essa.
    << Già! Papà la chiama la sua casetta! >> in questo momento Cordelia sta imitando il mio tono ironico.
    << Ma…ma è enorme! Lui dov’è? >> a quanto pare, il momento di sorpresa è passato e come al solito sei andata subito al punto.
    Sono qui, passerotto! Non mi sono affacciato alla finestra, voglio aspettare a vederti, per ora mi godo il suono della tua voce.
    << E’ Bellissima! Tardo settecento o primi dell’ottocento! >> brava Joyce, ci hai azzeccato, d’altronde da un esperta d’arte come te c’era da aspettarselo.
    << Gran bel posto! Avete una biblioteca? >> anche Giles non si smentisce.
    Certo che c’è una biblioteca, Rupert, e quando la vedrai ti luccicheranno gli occhi!
    << Uhmm, sì, ed è piuttosto fornita! >> gli risponde Wesley con il suo solito fare tutto anglosassone.
    Mi sa che quei due finiranno per diventare ottimi amici, oltre all’amore per i libri adorano entrambi il tè! Bleah!
    << Chi se ne frega della biblioteca! Io voglio sapere dov’è Spike! Perché non è qui ad accoglierci? >> ti adoro quando fai la così la dura!
    << Forse è uscito a fare una corsa a cavallo, per ingannare l’attesa! Era piuttosto nervoso e impaziente! >> non avrei mai pensato di dirlo, Wes sei un mito! Ottima scusa!
    << Che ne dite nel frattempo di entrare e andare a rinfrescarvi nelle vostre stanze? Sarete stanchi del lungo viaggio! Fra un paio d’ore si cena! Non preoccuparti Buffy, vedrai che papà ti raggiungerà presto! >> Cordy, giuro che la prossima volta che mi chiami paparino non mi arrabbio! Sei un genio!
    I minuti scorrono lenti, mentre attendo che la porta della mia camera si apra, mi sono messo in un angolino in penombra, in modo che quando tu entrerai non mi vedrai subito, ma io potrò vedere te.
    Ecco, la maniglia della porta si sta abbassando e la tua testolina bionda sta facendo capolino, ed io mi sento inondare di un calore indescrivibile. Hai un’espressione delusa sul volto, ma saprò farmi perdonare.
    Poi il tuo sguardo viene calamitato verso un dipinto appeso sul muro, in fondo alla stanza! Ti avvicini lentamente, scrutandolo con gli occhi spalancati, pieni di meraviglia. Sì, passerotto, quello sono io! Se tengo il mio ritratto in camera non è per vanità, ma piuttosto perché non mi piace l’idea che qualche estraneo lo veda.
    Tu intanto sei talmente presa a fissarlo, che non ti accorgi che mi sto silenziosamente avvicinando alle tue spalle. Tendi la tua mano verso di esso, sfiorando leggermente i lineamenti del mio volto dipinto.
    << Ora sai, come ero a venti anni! >> ti sussurro dolcemente in un orecchio.
    Tu sussulti, per poi voltarti di scatto verso di me. Non ti do il tempo di dire niente, la mia bocca è già sulla tua, le mie mani a percorrere il tuo corpo, a stringerti a me! Ti sollevo fra le braccia e ti porto fino al mio letto, lì vicino, non resisto più, devo averti, subito!
    Ed è come l’ultima volta che abbiamo fatto all’amore, ma ora è la gioia di ritrovarci che ci fa perdere la testa! Sento le tue mani fra i miei capelli (che nel frattempo sono un po’ ricresciuti ), e mi chiedo cosa ne penserai! Poi tutto sfuma nella mia mente, ci siamo solo tu ed io e la nostra danza.
    Quando alla fine ci riprendiamo, siamo ancora strettamente abbracciati, la tua testa sul mio petto ed io con il volto nei tuoi capelli, ad aspirarne quel profumo che mi è mancato così tanto.
    Poi tu ti tiri leggermente su e mi fissi, è come se mi guardassi per la prima volta. Il tuo sguardo corre di nuovo al ritratto e poi a me, come a raffrontare quello che vedi. C’è stupore nei tuoi occhi, me lo aspettavo, ma mi piace di più quando mi guardi languida.
    << Sembri così diverso! Più giovane…che hai fatto ai capelli? Li hai tinti diversamente, sono come quelli della parrucca che hai nel ritratto! >> sei sempre così sveglia, amore, ma questa volta ti sbagli!
    << No, li ho solo tagliati, questo è il mio colore naturale! E nel dipinto non porto la parrucca! >> ti spiego dolcemente.
    << Incredibile, sembrano tanti fili lucenti, ma come è possibile che sia il tuo colore naturale, hai le sopracciglia scure! >> esclami affascinata.
    Io sto per risponderti, quando tu mi poni un dito sulle labbra (dito che bacio).
    << Aspetta, credo di indovinare, è una lunga storia, giusto? >> dici maliziosa, che fai mi freghi le battute? Ora ti frego io!
    << Non esattamente! Diciamo solo che ero un po’ strano anche prima di diventare un vampiro! Quando sono nato, i miei si resero conto che ero per metà albino, avevo i capelli biondi, quasi bianchi. Speravano che crescendo si scurissero, invece sono rimasti sempre uguali, solo le sopracciglia sono diventate più scure. A dire il vero, solo a mio padre la cosa non piaceva, mia madre invece ne era felice, diceva che non c’era niente di male se ero così, che dovevo avere ripreso da un mio antenato, dal quale derivava il nostro cognome! >> come storia è stata piuttosto corta.
    << Concordo appieno con tua madre, sono bellissimi! Non sai cosa darei per averli io, capelli così! E….senti….non è che ora mi diresti…come ti chiami veramente? >> apprezzo il complimento passerotto, ma fra poco mi sa che sarò nei guai!
    Sarà meglio cercare di guadagnare tempo e magari approfittarne per fare qualcosa che sogno da troppo.
    << Certo micetta, ma prima c’è una cosa che voglio fare! >> dico alzandomi un attimo e andando a frugare nelle tasche dei miei pantaloni caduti a terra.
    Se fosse possibile ora il mio cuore andrebbe a mille, sono emozionato come un ragazzino, mentre mi siedo di nuovo accanto a te e ti dico:
    << Buffy, amore….mi sono innamorato di te in un attimo….ma so che ti amerò per tutto il resto della mia vita….la mia speranza è che per te sia lo stesso….vuoi sposarmi? >> ho un groppo alla gola mentre ti mostro quello che ho in mano.
    Tu guardi senza fiato prima me e poi l’anello, i tuoi occhi risplendono di gioia, mentre mi getti le braccia al collo e urli:
    << Sì, Sì, Sì! >> urlalo ancora amore, perché ho bisogno di sentirlo tante volte per crederci!
    Mi sa che sono morto e in paradiso, e visto che morto in un certo modo lo sono, questo è veramente il paradiso! Le mani mi tremano mentre infilo l’anello al tuo dito, e già mi immagino quando dovrò compiere di nuovo questo gesto.
    Il bacio che ne segue è di prassi, ma non è come gli altri, non sono solo due labbra, ma due anime che si incontrano, che si uniscono. E’ il sogno più bello che ho fatto in vita mia, ma come tutti i sogni….track!
    << Ora me lo dici come ti chiami? >> esclami tu decisa.
    E ora come svicolo? Non posso farlo! Mi sa che è arrivato il momento delle confessioni! Speriamo Bene….
    << Ehmm….io te lo dico, ma prometti di non arrabbiarti? Ti giuro che ti spiegherò tutto ! >> tu ora mi guardi sconcertata.
    << Il mio nome…ecco….io mi chiamo…WilliamJamesWanknight! >> lo pronuncio tutto d’un fiato.
    << Eheee! >> mi sa che non hai capito una mazza.
    << William….James…>> sto scandendo, ma tu mi blocchi.
    << Wanknight! Sei tu! Sei tu il magnate inglese! >> esclami infuriata.
    << Ora si spiega tutto! E’ stato tutto un imbroglio per farmi venire qui, vero? Aspetta che lo dica alla mamma! >> sei saltata alle conclusioni, ma ti sbagli.
    Sei talmente infuriata che sono costretto a bloccarti salendoti sopra.
    << Nessun imbroglio! La galleria d’arte esiste! E’ in pieno centro a Firenze! E’ di tua mamma, l’ho comprata a nome suo! >> sono costretto ad urlarti.
    Sembri calmarti, ma sei ancora perplessa.
    << Si, è vero l’ho fatto per te! Perché sapevo quanto bene vuoi a tua madre! Ho pensato che così non dovevate separarvi! >> ti spiego con più calma.
    << Tu….tu hai comprato una galleria per mia madre? Ma come…>> credo di capire cosa stai pensando.
    << Guardati attorno passerotto! Lo so che quando mi hai conosciuto sembravo un morto di fame, ma guarda questa casa, secondo te un morto di fame potrebbe permettersela? Mi pareva di averti detto, che non me la passavo male! >> la verità è che sono leggermente ricco
    << Vuoi dire che sei veramente un magnate? >> una specie.
    << Vedi amore, in trecento anni ho fatto un sacco di lavori, ma c’è n’è uno che ho iniziato a fare quasi duecento anni fa e che ancora sto facendo! E……diciamo che mi rende benino!>> ammetto movendo in su e giù le sopracciglia.
    << Che tipo di lavoro? >> curiosona.
    << Spiacente passerotto, ma questo ancora non te lo dico! Preferisco farlo dopo, quando ci saranno anche gli altri! >> ghigno.
    << Non vale! Dai…dimmelo! >> cerchi di tentarmi facendo le smorfiette.
    << Niente da fare! E’ la punizione per esserti arrabbiata con me! E poi non mi hai ancora detto se ti piace il mio nome! >> faccio il duro, ma in realtà ti sto solo mettendo alla prova, voglio sapere se mi hai perdonato.
    << Hai ragione! Sono stata cattiva….tu hai fatto una cosa molto bella e io non sono stata capace di capirlo! E poi adoro il tuo nome…William ….il cavaliere pallido, ti si addice!…….Ora me lo dici che lavoro fai? >> inutile non molli e fai pure il broncio.
    Non resisto e prendo a mordicchiartelo, se mai dovessi capire quanto mi attizza quel gesto, sarei fregato, non potrei più negarti niente!
    << No! Non te lo dico! Ma se vuoi, ti dico un’altra cosa che ho fatto! >> meglio dirottare la tua attenzione altrove.
    << Che cosa? >> dirottamento riuscito.
    << Hai presente Willow e Xander? Sono stato io a convincerli a venire qui! Sapevo che ti sarebbero mancati, così mi sono proposto come loro finanziatore per il viaggio! Wes, inoltre mi ha dato una mano, si è informato presso l’università di Firenze e ha fatto in modo che potessero iscriversi lì! Willow ha scelto di segnarsi alla facoltà di informatica, mentre Xander a quella di architettura! Ora manca solo a te passerotto, scegliere quale facoltà frequentare! >> e ora vediamo cosa mi dici.
    Sei esplosa in un urletto di gioia e ha ribaltato la situazione, vale a dire che ora sei tu sopra a me.
    << Tu hai fatto questo per me? Sei il più…meraviglioso…adorabile…sei proprio un vampiro da sposare! >> ogni parola scandita da un bacio, se continui così amore, mi sa che non usciremo mai più da questo letto.
    Ultime parole famose, proprio in quel momento si sente suonare una campanella, è il segnale che la cena sta per essere servita, è finita la pacchia!
    << Forza riccioli d’oro, la cena ci aspetta! Non vuoi raccontare agli altri, le ultime novità? >> ti dico baciandoti la mano con l’anello.
    << Oddio è vero! Devo dire alla mamma che ci vogliamo sposare! Piuttosto…hai convinto anche Giles a venire? >> dici mentre hai preso a rivestirsi.
    << No, non era necessario, lui per te oltre ad essere il tuo osservatore è anche una specie di vice-padre, era logico che ti seguisse! >> dico io, prendendo i miei vestiti da terra e gettandoli su di una sedia.
    Poi mi dirigo verso il guardaroba, visto che questa sera annunceremo il nostro fidanzamento ufficiale, voglio apparire al meglio. Tu mi segui curiosa, e prendi ad osservare la fila di vestiti appesi alle grucce.
    << Wow! Non avevo mai visto tanti vestiti insieme, a parte che nei negozi, che hai fatto, ne hai svaligiato uno? >> esclami stupefatta.
    << No è Cordy che mi rifornisce, lei possiede un paio di negozi, giù in centro! La moda è la sua passione! >> rispondo facendo spallucce.
    << Chissà perché me lo ero immaginato! Forse per quel vestito di Armani che indossava! >> c’è una punta d’invidia nella tua voce. Non devi amore ho una sorpresa per te.
    Intanto prendo una scatola dal ripiano in alto e te la porgo.
    << Tieni, questo è per te! >> voglio ricoprirti di regali, amore!
    Prendi a scartare la scatola eccitata come una bambina. Quando ne tiri fuori un vestito dello stesso verde dei tuoi occhi, la tua gioia diventa incontenibile.
    << Lo posso provare subito? >> chiedi.
    << No! Te lo devi mettere, subito! Altrimenti facciamo tardi! >> ti dico ridendo.
    << Ma non ho le scarpe adatte! >> credevi che non ci avessi pensato, amore?
    << Che ne dici di queste? >> dico sventolando un paio di sandali creati per stare insieme all’abito.
    Altro urletto di gioia! Poi scappi in bagno per sistemarti.
    Ora posso finalmente scegliere cosa mettermi, opto per un paio di pantaloni neri classici, ai quali aggiungo una camicia blu elettrico che lascio leggermente sbottonata. Una passata con le mani fra i capelli per sistemarli un po’ e sono pronto, ups mi sto dimenticando le scarpe, ne prendo un paio nere, chiaramente italiane.
    Quando la porta del bagno si apre ammiro la mia dea in miniatura, con quel vestito sei perfetta! Lo avevo capito subito, non appena lo avevo visto in vetrina, che ti sarebbe stato d’incanto.
    << Mi sta bene, non è vero? Hai anche indovinato la misura giusta! >> dici svolazzando come una modella professionista.
    Non l’ho indovinata, amore, la sapevo bene. Ora però sei tu ad ammirarmi e ti piace quello che vedi.
    << Perché non sei venuto a prenderci all’aeroporto? Ci sono rimasta male quando non ti ho visto! >> mi aspettavo questa domanda prima, ed ho già pronta la risposta.
    << Perché sapevo che non appena ti avessi vista, non avrei resistito e ti sarei saltato addosso! Quindi al fine di evitare una multa per atti osceni in luogo pubblico, ho preferito aspettarti buono, buono qui! >> ti spiego.
    Le mie ragioni devono esserti piaciute, perché diventi leggermente rossa e mi fai un sorriso birichino, che mi fa venire voglia di riportarti su quel letto. Ma, la campanella suona ancora, è l’ultimo segnale, dobbiamo andare. Ti scorto lungo i corridoi, fino alla sala da pranzo, sono già tutti lì! Joyce non appena mi vede mi viene incontro tutta sorridente per salutarmi.
    << Spike, la tua casa è meravigliosa, non so come ringraziarti per l’ospitalità che ci offri! >> mi dice raggiante, mentre mi fissa con sguardo critico i capelli. Chissà che crede che ci abbia fatto, non sono un hippy!
    Stessa reazione anche da Rupert, che mi guarda in modo strano “ Ehi, sono sempre io, il vampiro con l’anima, ha presente?” mi verrebbe da dirgli. Per fortuna ci pensi tu, mio dolce sogno a spiegare la cosa.
    << Non si è tinto i capelli, sono proprio così! In camera sua c’è persino un quadro che lo dimostra! >> dici spigliata.
    << E tu che ci facevi in camera sua, signorina? >> Ahi! Mi ero completamente scordato di questo aspetto della faccenda.
    Mi sa che Joyce non prenderà bene il fatto che d’ora in poi Buffy dorma con me. Meglio correre ai ripari! Urgh! Come non detto! Il mio passerotto mi ha bruciato sul tempo.
    << Accettavo la sua proposta di matrimonio! >> dici tutta pimpante, mentre le sventoli l’anello sotto il naso.
    Per un istante, mi sento gelare, e ora come la prenderà? L’istante dopo sono quasi sepolto da Cordy che mi salta addosso.
    << Si! Non hai perso tempo e lo hai fatto subito! Sono felice per te, paparino! >> Spike, calma, ricordati che lo avevi promesso! Per una volta il paparino passa!
    Anche Wesley, viene a congratularsi con me, ma lui lo fa nel suo modo serioso.
    << Congratulazioni! A quando le nozze? >> mi dice.
    << Ancora non ne abbiamo parlato, ma spero che sarà il prima possibile, non credo nei fidanzamenti lunghi! >> gli rispondo, mentre cerco di sganciarmi dalla morsa della mia figlioccia.
    << Concordo! Prima è, meglio è! >> dici sorridendomi amore mio, e non sai quanto mi rendi felice.
    Ed ora è Buffy ad essere sepolta, nella sua irruenza Cordelia è saltata addosso anche a lei. Joyce e Giles, invece sono rimasti lì, fermi come due salami. Speriamo che non credano di essere finiti in una famiglia di matti.
    << Mamma, non dici niente? Non sei felice per me? >> c’è una nota preoccupata nella tua voce.
  9. .
    Ohhhhh...dai che William forse forse e piano piano....si lascia trasportare dall'ormone lasciando in disparte la ragione ed i suoi modi da gentiluomo...che poi diciamocelo ...puù continuare tranquillamente ad essere un gentiluomo anche con l'ormone impazzito!!!!!

    Cmq devo dire che mi sono davvero immaginata la scena dove lei si prende cura di lui ed è dolcissima..Ma la preoccupazione di Buffy nel pensare a Drusilla e a quello che dovrebbe essere...mi fa capire che lei ancora nn è entrata nell'ottica ( e cmq come biasimarla ,lei si sta innamorando di William) che non dovrà impedire nulla...perchè se no Spike nn esisterebbe più ).....
  10. .
    Sono splendidi ...entrambe ...che si autoconvincono di essere nel giusto e di essere sinceri in quello che pensano.....ma che infondo sanno benissimo di provare quelle sensazioni di amaro un bocca ...proprio perchè si desiderano e si amano!!!!
    Ma adesso Buffy .....cioè ...nn sta più sognando??? si trova realmente a Roma???? E quello che stava invece sognando era di lei con un ipotetico fidanzato dopo la morte futura a Sunnydale di Spike???
    ......
    Mi prende davvero tantissimo!!!!!!!! .....E questa tua storia è una di quelle che mi fa "odiare" Joss per nn aver voluto approfondire chiaramente i sentimenti di buffy nei confronti di Spike!!!!!!!!
  11. .
    Quando torniamo dagli altri, la tensione che troviamo si potrebbe tagliare con un coltello. Il nostro arrivo viene accolto con sollievo da tutti, beh non proprio tutti, lei mi guarda accigliata, e ora che ho fatto?
    Per fortuna Willow mi sussurra all’orecchio:
    << E’ gelosa! >> ecco svelato l’arcano.
    Improvvisamente mi sento come un ragazzino e dentro di me gongolo come un matto.
    << Niente male questo tè, è veramente ottimo, dove lo compra? >> mi chiede l’osservatore.
    << Non lo compro, è il regalo di un’amica cinese, è una miscela che prepara lei! >> rispondo cortesemente, intanto spio la reazione di lei. Wow, la gelosia aumenta!
    << Ora che tutti quanti si sono serviti, credo che sia meglio arrivare al punto! Cosa volete da noi? >> Angelus è ripartito all’attacco.
    << La prego di scusarmi capitano O ‘Connor, ma posso chiederle perché ha tanta avversione nei nostri confronti? A meno che non mi sbagli….e sono certo che non è così, lei è umano, quindi…>> il compatriota sta tirando fuori le palle, ma Angelus lo interrompe.
    << Quindi un bel niente! Anche i miei genitori erano umani…ma questo non ha fermato quella pazza di cacciatrice dall’ucciderli! E il suo osservatore non ha fatto niente per impedirglielo! >> gran brutto boccone da mandare giù.
    Il gelo è caduto nella stanza, anche io non ne sono immune. Avevo creduto che Liam avesse superato quella brutta storia, ma il dolore presente nella sua voce, mi fa capire che mi sbagliavo di grosso.
    << Di che sta parlando, Giles, lei ne sa qualcosa? >> la mia micetta è stata l’unica ad avere il coraggio di chiedere di più.
    Il suo osservatore è invece nella confusione più completa. Ora è il mio turno di parlare.
    << Scommetto che questo genere di informazioni non si trovano nel manuale della perfetta cacciatrice! Il consiglio è molto bravo a mantenere certi segretucci! Non sia mai che si vengano a sapere certe cose! >> lei mi guarda storto, ma a questo punto non posso più tirarmi indietro, lo devo a Liam e a sua sorella.
    Sto per lanciarmi in un monologo degno di Shakespeare, quando Rupert mi ruba la scena.
    << Ora che ci ripenso…mi sembra di ricordare qualcosa…si, O ‘Connor…si chiamavano così! Successe a New York, vero? Una ventina di anni fa…se non sbaglio! La cacciatrice si chiamava Nikki Wood…ma non fu lei ad ucciderli, fu un vampiro che poi uccise anche lei! >> Ahi, guai in vista.
    << Dunque è questa la versione che il Consiglio diede? Allora lasci che le dica una cosa, NON E’ VERO NIENTE! >> che vi dicevo, Angelus alla riscossa.
    << IO ERO PRESENTE, NON FU SPIKE AD UCCIDERE I MIEI GENITORI, MA QUELLA PAZZA!>> e adesso come lo calmo?
    Dopo averci pensato per un secondo, mi rendo conto che non esiste altro modo, devo mostrare il mio volto di vampiro e scuoterlo per bene, letteralmente intendo.
    << Liam, piantala! Non è urlando che si risolvono le cose! >> con lui sembra servire, ma intanto gli altri non ne hanno una buona impressione.
    Vedo la mano della cacciatrice che corre alla sua tasca, ci scommetto che lì c’è un paletto pronto per me. Riassumo quindi il mio aspetto normale e vi rivolgo verso di loro con voce pacata.
    << Vi prego di scusarlo…ma cercate di capire, lui assistette a tutta la scena! C’è mancato poco che venisse ucciso a sua volta, insieme a sua sorella! >> sembra funzionare, la mano si allontana dalla tasca.
    << Anche all’epoca, facevo il poliziotto, di quartiere….quella sera, stavo rientrando dopo il turno, trovai la porta scardinata, poco lontano il corpo di Charles, con un paletto nel cuore….udii un grido era Mary, stava cercando di difendere i suoi figli da una furia scatenata, prima che riuscissi a fare qualcosa, quella le spezzò il collo. Confesso che persi la testa, uccisi la cacciatrice e ne bevvi il sangue. Ma cercate di capire, la famiglia di Liam è da sempre anche la mia famiglia! >> ammisi a capo chino.
    Di nuovo il silenzio fece da padrone. Tutti quanti avevano bisogno di metabolizzare quello che avevano appreso.
    << Sono trecento anni che la nostra famiglia protegge e viene protetta da Spike! Lui non avrebbe mai potuto fare del male ai miei genitori, li amava come figli, così come ama me e mia sorella. E’ stato lui a tirarci su, proprio come un padre! Noi gli dobbiamo molto più della vita! >> Angel sta cercando di difendermi e io mi commuovo.
    << Io vi prego di scusarmi…se le cose si sono svolte come dite…capisco perché siate tanto diffidenti! Sapevo già che molto spesso il Consiglio agisce in modo sbagliato! Tanto che un paio di anni fa mi sono dimesso….ma non immaginavo che nascondesse simili nefandezze! >> il tono dell’osservatore è disgustato, ma al tempo stesso partecipe.
    Il tizio inizia a piacermi, sembra pensare con la sua testa.
    << Ci sarebbe ancora molto da dire su questo….ma magari potremo farlo quando avremo imparato a conoscerci meglio! Che ne dite piuttosto di tornare all’argomento per il quale siete venuti qui? >> propongo per calmare le acque.
    << Non so voi, ma io penso che sia decisamente meglio! >> il bamboccio parla per la prima volta, rivolto ai suoi amici.
    Fino ad ora se n’era stato sempre zitto, tanto che mi ero persino dimenticato di lui. Chissà che ruolo ha nel gruppo, un sospetto inizia a inquietarmi.
    << Xander ha ragione! Siamo venuti qui, per sapere di più su di uno strano vampiro con l’anima….perché per il momento non ci concentriamo su questo? >> e vai rossa!
    Sembra che abbiamo finalmente trovato un accordo, sto per salire sul palco, quando mister occhiali mi frega un’altra volta, ma allora è un vizio!
    << Sbaglio o è stato detto che lei (riferito a me), fa parte della famiglia del capitano da 300 anni? Questo vuol forse dire che lei (sempre io) ha un’anima sin dall’inizio? >> e bravo osservatore, è andato subito al punto.
    << E perché la chiama Spike? Il suo nome non è Jake Tale? >> idem come sopra.
    << Il tenente Jake Tale, è l’identità che ho al momento, ne ho avute molte nella mia vita! Spike invece è il soprannome con cui sono sempre stato chiamato, anche prima di diventare un vampiro! All’epoca facevo il maniscalco, ha presente, ferrare i cavalli ecc. ecc….quanto all’anima….si è vero, l’ho sempre avuta! Che vuole che le dica…quando mi hanno vampirizzato…sono uscito fuori sbagliato….non che mi lamenti….ma è così! >> spiegai stringendomi nelle spalle.
    << Questo mi è molto utile, visto che non vi sono informazioni su di lei negli annali degli osservatori….Ma questa non è solo l’unica cosa che la contraddistingue….a quanto ho saputo, lei può circolare liberamente al sole…e le croci non rappresentano per lei un problema, giusto? >> indovina indovinello, chi sarà stato a dirglielo?
    Lei arrossisce sotto il mio sguardo, imbarazzata.
    << Scusa, ma io dovevo dirglielo! >> se mi sorridi così baby, ti perdonerei qualunque cosa.
    << No problem! Non mi aspettavo certo che tu mantenessi il mio segreto…solo, vorrei capire…passi l’osservatore, ma gli altri? Che ci incastrano? >> bella domanda la mia.
    Sento che anche Liam è del mio stesso avviso, anche lui nutre alcune perplessità nei confronti dei due ragazzi. Beh a dire il vero io sono interessato soprattutto al bamboccio, che rapporto c’è fra i due? Strano a dirsi è proprio lui a rispondere.
    << Noi siamo amici di Buffy, l’aiutiamo da sempre…nella sua missione! >> esclama mentre poggia affettuosamente una mano sulla spalla di lei.
    Se gli sguardi potessero uccidere, il marmocchio sarebbe bello che fritto.
    << Quello che Xander vuole dire, è che siamo come una squadra! Giles è il cervellone del gruppo, io mi occupavo…. insieme a Tara….dell’apporto magico, incantesimi…pozioni…roba così! Lui è invece il tuttofare imbranato! >> a parte la naturale esitazione, dovuta al dolore ancora presente, la sua spiegazione mi piace di più.
    E così la rossa è una streghetta, me lo sarei dovuto immaginare, avevo sentito delle strane vibrazioni provenire da lei.
    << Ehi! Io non sono un imbranato! >> scatta il bamboccio.
    << Ragazzi, state calmi…non è questo il momento per litigare! Piuttosto…vorrei sapere…la sua immunità, si limita solo al sole e alle croci…o c’è dell’altro? >> il prof. è salito in cattedra.
    Mi scambio uno sguardo con Liam, è il caso di spiattellare tutto o è meglio riservarci qualche cartuccia? Forse è meglio lasciare un alone di mistero su certe cose.
    Comunque sia, non riesco a rispondere, perché il campanello ha preso a suonare in modo imperioso. Maledizione e ora chi diavolo è?
    Più che un diavolo, oserei dire una piattola! Quando apro la porta mi trovo infatti davanti quel rompiballe del tenente Finn.
    E ora questo che cazzo vuole? Chi lo ha invitato a casa mia?
    << Sto cercando il capitano O ‘Connor, in centrale mi hanno detto che potevo trovarlo qui! >> mi dice con quel suo solito tono di voce sprezzante.
    Bella scusa, la verità è che hai trovato il modo per intrufolarti in casa mia per spiarmi. Sono furibondo.
    << CAPITANOOOO…..CI SONO VISITE! >> grido come se si trovasse all’altro capo del mondo.
    Liam arriva tutto bello tranquillo, ma anche a lui quella visita scoccia. Mentre lui si occupa del non-gradito ospite, io mi catapulto in sala e sussurro ai presenti:
    << Qualunque cosa succeda, non una sola parola con quel baccalà! Sono stato chiaro? >> sguardo minaccioso.
    Per fortuna non si rende necessario fare niente, Liam è un tipo sveglio e ha tenuto il soldatino davanti alla porta, impedendogli di occhieggiare in giro. Dopo un paio di minuti, la conversazione termina e la piattola se ne va.
    Liam torna da noi, ma lo sguardo scuro che ha non mi piace per niente.
    << Quello non molla Spike! Ha approfittato di un modulo che dovevo firmare per intrufolarsi qui! Se hai un modo per bloccarlo devi dirmelo! >> esclama preoccupato.
    << Scusate…ma che problema c’è? Chi era prima? >> chiede, con mia grande soddisfazione, leggermente preoccupata lei.
    << Il Tenente Riley Finn, della disciplinare! Sta addosso a Spike da un sacco di tempo! >> spiega sollecito il mio ragazzone.
    << Forse sarà meglio interrompere qui questa riunione! Se lo conosco…e credo proprio di sì, adesso sarà lì fuori, cercando di scoprire cosa sta accadendo qui dentro! >> mi sa proprio che hai ragione.
    << Ma perché ce l’ha con Spike? >> WOW mi ha chiamato con il mio soprannome.
    << E’ tutta colpa mia! >> ammette imbronciato Angel.
    << Guai a te se lo ripeti un’altra volta! Tu non hai nessuna colpa! >> gli dico tirandogli uno scappellotto.
    Tre paia di occhi ci guardano tutti con la stessa espressione, comprensione del legame che ci unisce e curiosità.
    << E’ successo cinque anni fa, ero da poco diventato il capitano della sezione narcotici, quando mi resi conto che alcuni degli agenti che vi lavoravano non la contavano giusta! >> prende a spiegare.
    << Ero nuovo del posto e non sapevo a chi rivolgermi…quindi chiesi aiuto a Spike! Lui aveva già lavorato in polizia, conosceva le procedure, assunse l’identità di Jake Tale e prese a lavorare per me! In poco meno di un mese, scoprì che ben cinque agenti, agivano sporco. Rubavano soldi e droga agli arrestati per poi rivenderla guadagnandoci. Si procurò tutte le prove necessarie e li fece condannare! >> quasi, quasi mi sento un eroe.
    << Questo non spiega però, perché la disciplinare ce l’abbia con lui! >> forse in amore non è molto sveglia, ma in altri campi ha un cervellino davvero acuto.
    << Non è la disciplinare ad interessarsi a lui, ma solo Finn! Uno dei poliziotti arrestati era un suo amico, avevano fatto l’accademia insieme. Non siamo mai riusciti a provarlo, ma sospettiamo che anche lui ci fosse di mezzo! In ogni caso si è legato al dito questa storia e da allora non da mai pace a Spike! Pensate, che era persino pronto ad accusarlo di avere ucciso la vostra amica! >> fine della spiegazione.
    Un velo di tristezza si posa su di loro, sono passati a malapena due giorni da quando il loro gruppo si è ritrovato con un membro in meno. In qualcuno però la rabbia prende posto al dolore.
    << Io quello lo spello vivo! Ma come si permette di utilizzare Tara per portare avanti la sua stupida vendetta! >> lampi di odio e furore gli scuriscono lo sguardo.
    Cavoli, la rossa è un tipo da non sottovalutare, meglio non averla come nemica.
    << Willow, calmati…lo so che stai soffrendo…ma Tara non vorrebbe vederti così! >> il bamboccio, una volta tanto fa la cosa giusta.
    << Ehi, rossa, non angustiarti! Questo è un problema mio….voi non c’entrate! >> le dico sporgendomi per battergli dolcemente una mano sulla sua.
    << E’ quello che dico anch’io! >> ora invece hai toppato.
    Infatti non sono solo io a guardarlo in cagnesco, ma anche gli altri. Soprattutto lei! Wow!
    << Ora però mi dici come intendi sbarazzarti di lui….non si può continuare così, si fa ogni giorno più insistente! >> Angelus vuole mettermi alle strette.
    << OK! Va bene! Te lo dico! Ma tu prometti di non fare niente e non dire niente senza il mio permesso! >> mi arrendo.
    Ottenuta la sua parola, mi alzo e vado al mobile lì vicino, da un cassetto tiro fuori una busta, è piena di foto. Tornato indietro gliela porgo.
    << Il nostro amico ha gusti…particolari! >> non resisto senza fare una battuta.
    L’espressione del suo viso quando vede le immagini riprodotte sulle foto sarebbe da immortalare a sua volta. Sconcerto misto a divertimento.
    << Posso vederle anch’io? >> chiede il mio amore. Ma sì, perché no?
    Pochi istanti dopo, le stanno guardando tutti.
    Il tenente Riley Finn, è stato ripreso a sua insaputa, mentre a pantaloni calati, chinato in avanti, si fa sculacciare con forza, da un’inedita Marilyn Monroe. Ed è chiaramente eccitato.
    << Cos’è un fotomontaggio? >> chiede prosaico l’osservatore.
    << Da lei mi farei sculacciare anch’io! >> le ultime parole famose di Xander.
    Io e Liam ci guardiamo e scoppiamo a ridere come matti. Lui ha riconosciuto Marilyn.
    << No, sono vere…quello è un travestito! >> esclamo fra mezzo ai singulti.
    L’eww è generale! Il bamboccio scioccato lascia cadere a terra la foto.
    << Come l’hai avute? >> mi chiede Liam che si sta asciugando gli occhi.
    << E’ stato Alonso a mandarmele, voleva aiutarmi! >> spiego.
    << Chi è Alonso? >> chiede con sguardo birichino lei, mi sa che ha capito.
    << Alonso, alias Marilyn, è un travestito al quale ho aiutato la sorella un annetto fa! Quando ha saputo che il soldatino mi faceva la posta, ha pensato di fargli fare queste foto di nascosto e inviamele per ripagarmi! >> spiego divertito.
    << Ma non sta facendo niente di illegale…disgustoso magari…ma come possono queste foto nuocergli? >> solito atteggiamento inglese.
    << Se iniziassero a circolare nel dipartimento, la sua reputazione ne verrebbe distrutta! Magari non lo fermerebbero ma gli toglierebbero credibilità! >> spiego come si spiegherebbe ad un lattante.
    << OH! Piano…geniale…>> è costretto ad ammettere.
    << Gia! Ma intanto il pervertito è là fuori, quindi che si fa? >> sempre dritta al punto passerotto.
    << La cosa migliore, è che io sia il primo ad uscire….mi darò uno sguardo intorno e vi chiamerò per dirvi dove si è appostato, così potrete scegliere da dove andare via! >> brillante piano, Angel.
    Infatti il mio palazzo ha due uscite e dubito che il soldatino abbia il dono dell’ubiquità. Potrebbe sorgere un problema, però.
    << Dove avete parcheggiato? >> chiedo.
    << A due isolati da qui! Perché? >> mi risponde l’osservatore.
    << Perché sarebbe stato un problema se la vostra auto fosse stata nelle vicinanze del baccalà! >> ma siamo sicuri che sia il cervellone del gruppo?
    << Bene io allora vado! Spike ci rivediamo fra tre ore! >> dice Liam uscendo con circospezione.
    << Perché fra tre ore? >> mi chiede il mio dolce sogno.
    << Perché alle 15 entro in servizio….e visto che sono le 12…>> ora che ci penso è quasi ora di pranzo.
    << Io avrei un’idea! >> salta su Willow.
    << Perché invece di andarcene tutti….perché Buffy non resta qui? Potrebbe utilizzare questo tempo per sapere di più…>> gran bella pensata rossa, appena possibile ti dirò che ti adoro.
    I quattro prendono a confabulare tra di loro, non ho dubbi su chi non è d’accordo, il bamboccio mi sta sempre più antipatico. A quanto pare però non ha molta voce in capitolo, e lei decide di rimanere. URRAAA!!!!
    Il telefono squilla, è Liam, a quanto pare il bastardo si è appostato proprio di fronte al palazzo. Dovranno uscire dal retro.
    Quando finalmente lo fanno non sto più nella pelle, FINALMENTE SOLI! Mi metterei a ballare dalla gioia.
    Lei è un po’ imbarazzata, forse si ricorda di ieri sera. Vorrei metterla a suo agio, magari offrendogli un altro pasto…ma mi ricordo che il mio frigo è spaventosamente vuoto. Mi sono dimenticato di fare la spesa. Allora mi viene un’idea.
    << Senti, che ne dici se usciamo anche noi? Quello ci seguirebbe, ma potremmo sempre dire che sei una vecchia amica! C’è un ristorantino giù, vicino alla spiaggia che fa il pesce in modo delizioso…potremmo riservarci un’angolino e parlare tranquillamente, conosco il proprietario! >> butto lì.
    Lei sembra ponderare la mia proposta, ne è attirata anche perché significherebbe non essere completamente sola con me. Cosa che io invece desidererei con tutte le mie forze, ma capisco che devo giocare con i suoi tempi.
    << Non è una cattiva idea…e poi dopo potremmo fare un giro in spiaggia…adoro l’oceano! >> e io vorrei che adorassi me.
    Così è deciso, usciamo, a dire il vero, mi vergogno un po’ a farla salire su quello schifo della mia auto. Mentalmente mi preparo un discorsetto in proposito.
    Quando ne arriviamo vicino, però esce fuori come un coniglio dal cappello il soldatino.
    << Dimmi la verità Finn, hai per caso una cotta per me? >> lo sfotto.
    Lui mi guarda storto ed io rincaro la dose.
    << Ovunque mi giri, ti trovo sempre nei paraggi….non è che mi stai facendo la corte? >>.
    Buffy, vicino a me si sta sforzando di non ridere, ha ancora presente le immagini delle foto.
    << Divertente, Tale! Aspetto solo che tu faccia una mossa sbagliata….a proposito questa non è la ragazza che era ieri alla centrale? >> addio scusa della vecchia amica, non credevo che l’avesse vista.
    << Sono proprio io, in effetti ci siamo conosciuti ieri…che dire…è stato un colpo di fulmine! >> esclama lei, strusciandosi sensualmente a me.
    Una volta tanto devo essere grato a quello stoccafisso, lei è stata geniale e devo dire che preferisco questa versione alla precedente, sento brividi in parti del corpo che avevo dimenticato esistessero (Che avete capito? Intendevo dietro il ginocchio, tanto per dirne una!).
    << Adesso te la fai con le ragazzine? Non avrà nemmeno diciotto anni! >> ghigna, pensa di avermi incastrato.
    << Per sua informazione di anni ne ho venti! Ed ora, se non ci lascia in pace la denuncio per molestie! >> grande, cacciatrice!
    << Ben detto passerotto…anche se l’accusa giusta sarebbe abuso di potere e persecuzione! >> beccati questa.
    Lui rimane fermo e furibondo d’ira repressa sul posto. Io e la mia nuova ragazza, saliamo sull’auto e partiamo sgommando, per quanto la mia auto, possa sgommare. Cinquanta metri dopo, guardandolo dallo specchietto retrovisore scoppio a ridere divertito e lei si unisce a me.
    Poi lei si guarda intorno e poi guarda me.
    << Scusa se te lo dico…ma quest’auto fa veramente pena, persino quella di Giles è meglio! >> c’è poco da fare, le donne notano queste cose.
    << Concordo appieno! Ma sai…i poliziotti non guadagno molto…e se comprassi un’altra auto…anche se posso permettermela…darei solo credito al soldatino! >> il discorsetto preparato mi è tornato utile.
    Lei ora mi guarda comprensiva, ha capito il punto della questione.
    << In trecento anni sono riuscito a mettermi da parte un bel gruzzoletto, ma la situazione non mi permette di fare come voglio! Ecco perché vado a giro vestito come un profugo e guido un’auto scassata! >> tengo a precisare che non sono un morto di fame, beh in fondo morto lo sono!
    << Quindi il tuo è una sorta di travestimento…interessante! Più ti conosco e più scopro che sono ben lontana dal farlo! >> dice pensierosa.
    << Come ti ho detto ieri sera, è una lunga storia baby! Una storia che desidero che tu conosca, perché vedi…si da il caso che tu mi piaccia! >> bando all’orgoglio e alle convenzioni, la piccola deve sapere a cosa va incontro, la voglio e questo deve essere chiaro.
    Non so se per lei è chiaro, ma diventa rossa come un peperone e un timido sorriso si fa spazio fra le sue labbra, labbra in cui vorrei annegare, perdermi e continuare a saziarmene fino alla fine dei giorni.
    Arriviamo intanto al porto, vorrei scendere e aprirle la portiera, ma lei mi batte sul tempo, maledetta emancipazione, non hanno idea le ragazze d’oggi di quanto possono essere romantici certi gesti. Allora faccio qualcosa di più attuale, le tendo una mano, sperando che lei l’afferri. Timidamente lo fa e io mi sento il padrone del mondo, quella piccola e delicata manina è intrecciata con la mia. Poi ci penso, piccola forse, ma delicata…in fondo lei è sempre una cacciatrice e di forza ne ha da vendere.
    Ci fermiamo davanti ad una costruzione che definire pittoresca è un eufemismo. Dall’esterno sembra uno di quei capannoni per il rimessaggio delle barche, non ci sono insegne, solo una grossa porta nera. Lei guarda il posto e poi me, con aria decisamente delusa.
    << Aspetta ad essere dentro per giudicare! >> le dico misterioso, inarcando un sopracciglio.
    Questa volta riesco a fare il galante e le apro la porta, invitandola ad entrare. Lei vi affaccia titubante, per poi rimanere come incantata. Il ristorante si sviluppa su due piani, una luce soffusa si propaga dai finestroni sul tetto, il tutto è di un’eleganza sobria, per niente pacchiana. I tavolini sono apparecchiati con candide tovaglie e su ognuno di essi brilla una candela, se di giorno fa un effetto di notte diventa pure meglio. Una musica leggera e piacevole completa l’atmosfera del luogo, rendendolo un posto incantevole.
    << E il cibo è la parte migliore! >> le dico.
    Mario, il proprietario, non appena mi vede mi fa grandi feste, è italiano. In men che non si dica ci fa accomodare al piano superiore ad un tavolino fatto apposta per una coppietta e prende le nostre ordinazioni.
    Quando rimaniamo da soli, in attesa di essere serviti, lei guardandosi ancora intorno mi chiede:
    << Come hai fatto a scovare questo posto? E’ delizioso! >>.
    << Mi piace mangiare bene, così la prima cosa che faccio, quando arrivo in una città e informarmi su quali siano i ristoranti migliori! Questo me lo aveva consigliato un collega, suo cugino è il proprietario! Gli sono diventato simpatico perché so parlare italiano, ho una casetta in Italia, dove adesso vive Cordelia la sorella di Liam, con suo marito! >> spiego.
    Intanto sono arrivati i nostri piatti, spaghetti allo scoglio per me e risotto di mare per lei. Niente vino, con grande dispiacere di Mario, ma devo andare a lavorare dopo. L’odorino invitante ha la meglio sulla parola, per un paio di minuti stiamo entrambi in silenzio, presi a gustare.
    Poi lei mi guarda in modo strano.
    << Sai, sei il primo vampiro che vedo mangiare….cibo normale intendo! >> ecco spiegato.
    << Mi nutro anche di sangue….animale s’intende! In teoria, non avrei bisogno d’altro….ma mangiare è uno dei grandi piaceri della vita e io, se posso, preferisco non rinunciare a godermela la vita! >> e mi viene da pensare ad un altro grande piacere.
    Il mio pensiero deve essere sembrato palese, perché lei diventa di nuovo tutta rossa.
    << Bene, che ne dici di iniziare a raccontarmi la tua storia? Dopotutto siamo qui per questo, no? >> dice cercando di cambiare discorso.
    << Dunque…sai già quando sono nato, ora ti parlerò della mia famiglia! Un tempo era piuttosto agiata e con velleità nobiliari, ma il mio caro nonnino, che sia maledetto, si fece fuori tutti i beni che i miei avi erano riusciti ad accumulare. Risultato, mio padre si ritrovò povero in canna! Eravamo inoltre una famiglia piuttosto numerosa, quattro figli e un’infinità di zii, zie e cugini. Tutti dovevamo lavorare, per contribuire al menage familiare. Mia madre e le sue sorelle cucivano vestiti per le signore dell’alta borghesia, mio padre insieme al mio fratello maggiore lavoravano con le chiatte sul Tamigi, una delle mie sorelle era stata messa in convento, mentre l’altra era ancora troppo piccola e stava in casa. Io fui mandato ad imparare il lavoro da un maniscalco! Era un lavoro duro, ma mi piaceva. Avevo venti anni quando, una sera, tornando a casa…venni aggredito…da una vampira! >> fin lì era stato facile, questa volta lei mi ascoltava senza interrompere. Ma il gioco è bello perché dura poco.
    << Venti anni?!? Ma tu ne dimostri di più! Per quanto ne so i vampiri non invecchiano! >> che vi dicevo?
    << E non vanno a giro con il sole, né tantomeno portano croci! Mi pareva di avertelo detto, io sono unico, baby! >> rimarco.
    << Scusa…ti prego continua! >>.
    << Ho rivisto quella scena un’infinità di volte nella mia mente, stavo camminando tranquillo, quando qualcuno da dietro mi saltò addosso, non vidi l’aggressore, seppi solo in seguito chi fosse. Sentii un forte dolore sul collo e poi, poco a poco le forze mancare e l’oscurità. Il mio corpo privo di vita, venne ritrovato poche ore dopo. Mia madre preoccupandosi di non vedermi tornare, aveva insistito che mio padre e mio fratello venissero a cercarmi. Ci fu il funerale (mi sono sempre chiesto se è stato bello) e mi lasciarono lì, in una tomba, nella nuda terra. La mia vita umana era cessata…ma due notti dopo, mi risvegliai a nuova vita! >> ho ancora i brividi quando ci ripenso.
    Mi ero interrotto perché avevo visto il cameriere arrivare con i secondi, spiedini di pesce per due. Lei non li degnò neppure di uno sguardo, era troppo presa dal mio racconto e non vedeva l’ora di saperne di più. Una volta che il cameriere si fu allontanato ripresi il mio monologo.
    << Svegliarsi in una bara, sottoterra, non è una bella esperienza per nessuno! In quel momento la sola cosa che desideravo era uscire da lì a tutti i costi! Presi a dare dei colpi al coperchio della bara e con mia grande sorpresa questa si ruppe, sentivo una nuova forza dentro di me (non che prima fossi deboluccio). Iniziai a scavare la terra con le mani, l’odore del mio stesso sangue agiva come un eccitante, dopo pochi minuti riuscii a uscire fuori. Desideravo riempirmi i polmoni con l’aria della notte, ma mi resi conto che non ne ero capace, scoprii inoltre che il mio cuore non batteva! Ero spaventato e confuso…cosa mi era successo? Presi a correre verso casa in cerca della sicurezza della mia famiglia. Quando vi giunsi bussai disperato alla porta, chiedendo aiuto. Aiuto che non ricevetti, sentivo mia madre piangere disperata, ma la porta rimase serrata. Mio padre stava dicendole che io non ero più il loro figlio, ma ero diventato una creatura del demonio! Io per loro ero morto per sempre! Piansi e mi disperai cercando di convincerli a farmi entrare, ma loro non risposero alle mie suppliche! >> mi interrompo, devo riprendermi, ancora oggi il ricordo di quella notte mi provoca gli incubi.
    Buffy, inaspettatamente mi prende una mano e la stringe, come per infondermi comprensione e forza. Dio, piccola non hai idea di quanto calore mi trasmetti. Farei tranquillamente andata e ritorno dall’inferno, se tu mi tenessi sempre così.
    << Deve essere stato orribile sentirsi rifiutati dalla propria famiglia…ma devi cercare di capirli…erano spaventati…>> incredibile, sta cercando di consolarmi senza per questo giudicare male i miei familiari. Quanto amore ti porti dentro…ed io ne sono attratto come una falena dalla fiamma.
    << Non preoccuparti passerotto, li ho capiti e perdonati tanto tempo fa! >> adesso sono io che voglio rassicurarla.
    << Li hai più rivisti? >> mi chiede partecipe.
    << No, non li vidi mai più! Quel giorno stesso lasciai Londra e non vi feci ritorno per molto tempo! Devi sapere che era quasi l’alba, io mi ero quasi addormentato rannicchiato contro la porta di casa, quando un anziano monaco, si avvicinò a me brandendo un paletto! >> spiegai.
    << Lo hai ucciso? >> chiede sospettosa.
    << Certo che no! Lì per lì non feci neanche caso al paletto! Mi gettai invece ai suoi piedi, piangendo e chiedendo il suo aiuto! Speravo che lui potesse convincere i miei genitori che io non ero un demone! Lui era un uomo di chiesa e a lui avrebbero creduto! Per questa ragione afferrai la grossa croce di legno, che portava legata intorno alla vita e presi a baciarla per dimostrargli le mie buone intenzioni! >> ora vediamo se capisci il resto.
    << E non ti bruciasti! E’ andata così, giusto? Ma allora perché non hai più rivisto la tua famiglia? >> non c’è male, è andata subito al punto, è veramente sveglia!
    << Il monaco era confuso, devi sapere che prima di prendere i voti, lui aveva fatto parte della grande famiglia del Consiglio! Era da loro che aveva imparato, che vampiri e demoni erano molto di più di semplici leggende! Se ne era però distaccato, disgustato dai loro metodi! Era da poco in città e aveva saputo di una strana morte, la mia! Si era quindi recato al cimitero e trovando la tomba aperta, aveva seguito le mie tracce fino a lì. Il suo scopo era uccidermi, ma quando vide che la croce non mi faceva niente, posò una mano sul mio petto. Poi di nuovo mi pose la croce sulla testa, niente! A quel punto, mi tirò un bel colpo in testa, facendomi perdere i sensi! >> mi interrompo ancora, senza rendermene conto sia io che lei ci siamo sbafati il secondo.
    Le chiedo quindi se vuole il dolce, la frutta o il caffè! Risposta negativa, quello che lei vuole e sapere il resto. Non mi resta che farmi portare il conto. Adesso è l’ora della passeggiata sulla spiaggia.
    Qualche minuto più tardi, ci sediamo sulla sabbia, in un posto isolato. Sento i raggi del sole che riscaldano le mie fredde membra, e riprendo il mio racconto.
    << Mi risvegliai, qualche ora più tardi in quello che sembrava essere un fienile. Ero stato legato come un salame ad un palo di quelli che servono per tenere fermi i cavalli. Il monaco che poi seppi si chiamava Eric O ‘Connor, mi stava davanti e mi osservava come se fossi stato una strana creatura, beh in effetti lo ero. Mentre ero privo di sensi doveva avere fatto qualche sorta d’incantesimo o strane analisi perché la prima cosa che mi disse fu “ Tu sei un vampiro eppure hai conservato la tua anima e altre peculiarità dell’essere umano, come ci sei riuscito?”. A me lo chiedeva! Io non sapevo nemmeno di essere diventato un vampiro! Dire che venire a scoprirlo fu uno shock, è dire poco! Per poco non svenivo di nuovo! >>.
    << Tu non sapevi cos’eri? Com’è possibile? >> mi chiede lei, incredula.
    << Vedi tesoro, anche se ero cambiato fisicamente, mentalmente ero rimasto lo stesso ingenuo ragazzo che ero in vita! Anche se intimamente avevo avvertito il cambiamento, il fatto che avessi conservato l’anima mi rendeva sempre lo stesso! Pensa che cercai di convincere padre O ‘Connor che si sbagliava, che io non potevo essere ciò che diceva! >> le spiegai pazientemente.
    << Ehi, un attimo….hai detto padre O ‘Connor! Non è che era parente del capitano? >> che vi dicevo, sveglia la ragazza.
    << Sì, ci hai azzeccato! Ma prima di dirti di più è il caso che riprenda la storia, altrimenti non capisci! Io ero debole, il mio organismo agognava quel nutrimento che è vitale per i vampiri, beh non solo per i vampiri! Lui lo comprese e mi tese una borraccia piena di sangue di maiale! All’inizio il solo odore di quel liquido mi rivoltò lo stomaco, cercai di evitare di berlo, ma ero legato e lui spinse a forza la fiaschetta alla mia bocca, dopo i primi sorsi la storia cambiò, adesso ero io ad attaccarmi ad essa. Senza rendermene conto assunsi anche l’aspetto della caccia! Fu a quel punto che il monaco prese dalla sua sacca uno specchio e me lo pose davanti, voleva che vedessi con i miei occhi cosa ero diventato! >> dissi facendo una smorfia d’amarezza.
    << Ehi, aspetta! Time out! Ma i vampiri non possono specchiarsi! >> sempre attenta la piccola.
    << Io si! E a quanto pare, lui doveva averlo scoperto mentre ero svenuto! Non ti dico come mi spaventai quando mi vidi! Mio padre aveva ragione, ero diventato un demone! Iniziai a gridare come un matto chiedendo di essere ucciso. L’unica cosa che ottenni fu un bel ceffone! Una volta che mi fui calmato, lui mi spiegò cosa fosse un vampiro e quanto io ne fossi simile e diverso al tempo stesso! Considerando che ancora non sapevo di essere immune al sole. Mi disse che aveva pensato di uccidermi, ma che lo scoprire la mia diversità lo aveva convinto a risparmiarmi, però per il mio stesso bene e per quello della mia famiglia era necessario che mi allontanassi da Londra. Per tutti io ero morto e un mio ritorno sarebbe stato visto male, avrei rischiato il linciaggio o peggio e con me i miei familiari! Mi convinse a seguirlo in Irlanda, a Dublino dove risiedeva suo fratello; io accettai, arrivato a quel punto non avevo più niente da perdere! >> diedi uno sguardo all’orologio, il tempo a nostra disposizione stava per scadere.
    << Spiacente piccola, ma ora devo andare, devo timbrare il cartellino! >> esclamai frustrato, avrei voluto rimanere con lei tutto il giorno, ma prima il dovere poi il piacere.
    << A che ora finisci il turno? >> mi chiede lei a sorpresa.
    << A mezzanotte, perché? >>
    << Potrei passare a prenderti dopo la ronda, così finiresti la storia! >> magnifica proposta bambolina.
    << E magari potremmo andare a bere qualcosa, conosco un localino fantastico! >> non voglio solo parlare con te, micetta.
    Voglio poterti stringere fra le braccia magari ballando al suono di una musica lenta e sensuale.
    << Ok, allora ci vediamo dopo! >> evviva ha accettato.
    Ci separiamo da buoni amici, vale a dire con un bacetto sulla guancia, che però lascia entrambi insoddisfatti, lo vedo da come mi guarda. Lei raggiunge la fermata dell’autobus, mentre io mi dirigo alla mia scassatissima autovettura.
    In ufficio c’è sempre la solita routine, piccoli spacciatori presi in flagranza di reato, poliziotti che vociano ordini a destra e sinistra, insomma un gran casino. Ma oggi mi sembra tutto diverso, sto passeggiando su di una nuvola, questa sera la rivedrò e magari riuscirò a ottenere più di un bacetto sulla guancia.
    << Tenente! Le sarei grato se volesse venire nel mio ufficio! >> Angelus il solito rompiscatole.
    Si ostina a darmi del lei sul lavoro, davanti ai colleghi, non vuole che si sappia in giro come stanno le cose fra noi. Per fortuna quelli hanno gli occhi foderati di prosciutto, fin’ora nessuno ci ha fatto attenzione.
    Con un sorriso leggermente beota, lo raggiungo.
    << Si, capitano, cosa posso fare per lei? >> dico a beneficio degli astanti.
    Una volta dentro, la musica non cambia, a parte che comincia a darmi del tu.
    << Si può sapere perché non ti sei fatto vivo prima? Che è successo dopo che me ne sono andato? >> chiede preoccupato.
    << Niente…se ne sono andati anche loro…a parte Buffy, lei è rimasta con me siamo andati a pranzare fuori insieme! >> sono ancora fra le nuvole.
    << E QUESTO SAREBBE NIENTE PER TE? SCOMMETTO CHE LE AVRAI RACCONTATO TUTTO! >> mi chiedo se abbia problemi di pressione alta, se continua a vociare così rischia un infarto.
    << No, gli ho solo raccontato come sono diventato un vampiro…il resto lo saprà questa sera, abbiamo un appuntamento! >> gongolo felice.
    Lui scuote il capo afflitto, si è reso conto che qualunque cosa mi dicesse, mi entrerebbe da un orecchio, per uscirne dall’altro! Eh si, sono proprio cotto! Non mi ha mai visto così, e è incerto se esserne felice o preoccupato.
    << Fantastico…per te….ma come la mettiamo con Finn? Quanto vuoi aspettare prima di mettere in giro quelle foto? Io non lo reggo più! >>.
    Questo mi fa ricordare del breve incontro con il soldatino, e cado dalla nuvoletta.
    << Era ancora fuori quando siamo usciti! >> rivelo cautamente.
    << COSA?>> ecco ci siamo, saranno fuochi d’artificio.
    << Calmo! Buffy ha avuto una brillante idea e si è presentata come la mia nuova ragazza! >> dico per tranquillizzarlo.
    << Pensa che lo ha perfino minacciato di denunciarlo per molestie! E se continua a rompere ci scommetto che è pronta a farlo! Forse non sarà necessario usare le foto…anche se mi sarebbe piaciuto far sapere in giro che al soldatino, piace pagare dei travestiti per farsi sculacciare da loro, tutti i gusti son gusti ma il suo è veramente strano! >> aggiungo.
    Il ricordo di quelle immagini serve più delle parole, un sorriso perfido si staglia sul suo volto. Lui intende usare quelle foto, eccome! Dopotutto è o non è Angelus?
    Ma ora è arrivato il momento di pensare al lavoro, devo mantenere la promessa che ho fatto alla rossa.
    << Senti, pensi che sia il caso, che vada ad interrogare quei due a cui ho sparato? Non vorrei calpestare i piedi a quelli dell’omicidi…lo sai sono così permalosi! >> chiedo a lui in quanto mio superiore.
    << Che vadano a farsi fottere! Questo caso era nostro, prima che ci mettessero lo zampino loro! Inoltre abbiamo ancora un’indagine in corso…è logico che chiediamo informazioni sul trafficante che è scappato! Tu vai pure e se fanno storie mandali da me! >> e con questo ultimo scorcio di Angelus, la conversazione è finita.
    Esco e mi dirigo verso l’ospedale, non ho neppure bisogno di mostrare il distintivo, alla ragazza alla reception basta un mio sorriso e sarebbe pronta a rivelarmi qualunque cosa. Non molto professionale, ma molto utile.
    Camera 314, li hanno messi insieme. Andrew Dullard e Jonathan Cork, due pesci piccoli che speravano di allargare il giro. Per loro sfortuna, hanno incontrato me.
    C’è un poliziotto di guardia alla loro porta, mostro il distintivo per poter entrare, quello fa un po’ di storie, ma un paio di paroline lo rimettono a posto. Quando entro provo istintivamente il desiderio di ridere. Uno dei due, Dullard credo, è messo prono sul letto, con una vistosa fasciatura sulla chiappa destra.
    << Ehi! Tu sei quello che si è divertito a bucherellarci! >> è il piccoletto a parlare.
    << Cosa? Ahia…per tutti Klingon , sei proprio tu!>> mai girarsi di scatto, proprio sulla parte ferita.
    << Salve ragazzi! Vi trovo bene! >> la mia è ironia se non si fosse capito.
    << Bene? Adesso ho un buco che prima non avevo! >> spiritoso il nanerottolo.
    << Ma proprio al culo dovevi prendermi? >> un po’ meno l’amico.
    << Se preferisci posso farti un buco in fronte, avresti la possibilità di far uscire tutta l’aria che ti entra dalle orecchie! >> non sono lì per giocare ed è meglio che lo capiscano.
    Il pivello ammutolisce, non deve essere molto sveglio, forse non ha capito la battuta. L’altro invece mi guarda storto.
    << So perché sei qui! Ma da noi non ricaverai niente…noi non parliamo! >> non so se è furbo o stupido.
    << Esatto! Noi non diciamo niente! >> questo invece è proprio stupido.
    << Fate voi…io almeno ho fatto un tentativo…prima di passare il caso a quelli della omicidi! >> dico noncurante.
    << Ehi! Un attimo che c’entrano loro? L’accusa è di traffico di stupefacenti, no? >> sia ringraziato il cielo, i miei colleghi in doppiopetto non hanno ancora parlato con loro, il mio trucco può funzionare.
    << Eh! Volete dire che non lo sapete? L’accusa è omicidio di primo grado! Avete sparato ad una ragazza e quella ci ha rimesso le penne! Ho paura che non ve la caverete facilmente questa volta! >> faccio il dispiaciuto.
    Si tirano su ritti a sedere, persino il biondino con le natiche forate, tutti spaventati. Sono proprio dei novellini, chissà come si sono messi in una situazione più grande di loro.
    << Non siamo stati noi a sparare a quella ragazza! >> esclamano all’unisono.
    << Non che a me interessi…ma anche se, e badate bene dico se, le pallottole che l’hanno uccisa non sono uscite dalle vostre pistole, ciò non toglie che siate complici in omicidio! Il procuratore non ci va tanto leggero con questo reato, chiederà certamente il massimo della pena! A meno che…>> lascio la frase in sospeso, voglio vedere se abboccano.
    << Parleremo solo in presenza del nostro avvocato!>> dice Cork, vuole fare il duro.
    << Parla per te! Io voglio prima sentire cosa ci propone! >> non è poi così stupido il biondino.
    << Come ho già detto, questo caso non è più di mia competenza…ma se rispondete a qualche domandina…potrei mettere una buona parola per voi, il mio capitano è pappa e ciccia con il procuratore e se mi aiutate a catturare quel bastardo di Warren…potrebbe uscirne qualcosa di buono per voi! Se invece volete un avvocato fate pure, ve la vedrete con quelli della omicidi! >> la mia proposta è chiara.
    << Possiamo discuterne un attimo fra di noi? >> chiede pratico il tappetto.
    Più che giusto, mi allontano di qualche passo e mi metto in un angolo. Tanto posso sentire lo stesso quello che si diranno.
    << Tu che ne dici? >> Dullard.
    << Non lo so, e se poi ci frega? >> Cork.
    << Lui è da solo, se anche rivelasse quello che diremo, non avrebbe prove per sostenerlo! >> e no, non è per niente scemo.
    << Hai ragione, a questo non avevo pensato, non abbiamo niente da perdere! >> questo lo dici tu!
    Sarò anche da solo, ma ho nascosto un registratore in tasca.
    << Siamo d’accordo, fai le tue domande, vedremo se rispondere! >> l’accordo è raggiunto.
    << OK! Prima domanda: come avete fatto a prendere contatto con lui? >> e mentre lo chiedo, mi domando come due sfigati come loro siano riusciti a contattare uno di quel calibro.
    << Ho intercettato per caso una sua e-mail! Stava comunicando con un suo contatto, ci siamo interessati e abbiamo deciso di contattarlo. Io sono un genio con il computer e mi piace scorrazzare su internet! Trovare la sua casella di posta elettronica è stato semplicissimo! >> esclama tutto gasato il biondino. Mi mancava un Hacker.
    Naturalmente chiedo quale fosse e mi appunto la risposta, questo potrebbe rivelarsi molto utile.
    << Di che natura era la consegna? >> chiedo.
    << Ehhh? >> santa pazienza aiutami tu.
    << Che tipo di droga doveva consegnarvi? Crack, cocaina, pastiglie…cosa?>> spiego pazientemente.
    << Una nuova droga sintetica, da tirare, come la cocaina! L’ha inventata lui, si chiama Blood, perché rossa come il sangue, noi ne avevamo sentito parlare….e visto che il commercio è solo all’inizio il prezzo era buono! >> interessante, quindi deve avere un laboratorio da qualche parte.
    << Presumo che non sappiate dove trovarlo, vero? >> sarebbe troppo bello.
    << No! Tutta la transazione si è svolta tramite internet, ci ha chiesto due foto per poterci identificare e ci ha dato appuntamento in quella palazzina, precisando che dovevamo presentarci da soli! >> come immaginavo.
    << Bene ragazzi, questo è tutto! Avete visto è stato semplice…tre domandine e ve la siete cavata! >> è inutile cercare di spremerli di più, questi non sanno altro.
    << D’avvero metterai una buona parola per noi? >> chiede Dullard speranzoso.
    << Ne parlerò al mio capitano, la parolina la deve mettere lui! >> questo posso anche farlo.
    Esco dall’ospedale appena in tempo, stanno arrivando i detective della omicidi e non ci tengo a scontrarmi con loro. Quando arrivo in centrale, a Liam è già arrivata una telefonata, hanno saputo che ho fatto visita ai due.
    E’ al telefono quando entro nel suo ufficio, ancora una volta mi gusto Angelus al meglio delle sue potenzialità.
    << Si dà il caso che il tenente Tale, abbia agito su mio ordine!…..Si lo so che l’omicidio è affare vostro…. Dovevamo saperne di più sul traffico di stupefacenti, e questo è affare nostro! >> non c’è che dire sa proprio farsi valere. Ne sono orgoglioso.
    Quando finalmente riesce a mollare quei rompiscatole si rivolge a me.
    << Che hai saputo? >> sa che non andrei mai da lui a mani vuote.
    Io tiro fuori dalla tasca il registratore e gli faccio ascoltare il nastro, meglio che senta con le sue orecchie.
    << Quindi ora in giro c’è una nuova droga, della quale non si conoscono gli effetti! Come se le altre non bastassero! >> certe volte è decisamente pessimista.
    << Già e gli accordi vengono presi tramite internet, non sarà facile scoprire dove si nasconde quel topo di fogna! >> e mi contagia.
    << Comunque dalla casella di posta elettronica, potremo scoprire dove si terranno altri contatti! >> per fortuna io mi riprendo in fretta.
    << Già, buona idea, magari riusciremo ad incastrarlo in uno degli incontri! >> anche io posso essere contagioso, è tornato ad essere Angel.
    << Mi metto subito al lavoro! Senti…ho detto a quei due che tu potevi mettere una parolina per loro…sono solo degli sfigati finiti in un giro troppo grosso per loro… >> accidenti a me e al mio cuore tenero.
    << Vedrò cosa posso fare…ma qualche annetto di carcere non glielo toglie nessuno! >> anche lui in fondo è un tenerone.
    Passo il resto del mio turno incollato al computer, leggendo e rileggendo ogni e-mail che quello stronzo ha inviato. L’ultima risale a due giorni prima, è l’appuntamento con i due bambocci. Da allora silenzio assoluto, forse sta rimanendo fermo in attesa che il clamore passi, o forse ha cambiato casella postale.
    Mi sento gli occhi come due palline da golf, le lenti a contatto mi bruciano come il fuoco, non so che darei per togliermele, ma non posso rischiare. Finn potrebbe essere nei paraggi e apparire quando meno me lo aspetto.
    Improvvisamente però ogni sensazione di stanchezza sparisce, Buffy è appena entrata e si sta guardando in giro, cercandomi.
    Liam è già andato a casa, lui è il capo può permetterselo. E’ mezzanotte e io non mi sono reso conto del passare del tempo, beh ora ha smesso completamente di scorrere.
    << Ciao! >> mi fa timidamente lei.
    << Ciao! >> rispondo a corto di saliva io.
    Afferro la giacca che avevo messo sullo schienale della sedia e la prendo a braccetto, la trascino quasi, fuori della centrale, non resisto più, mi infilo in un vicolo lì vicino. E finalmente la bacio. Mi attacco alle sue labbra come uno che sta annegando si attaccherebbe a una bombola d’ossigeno che gli viene porta.
    Lei all’inizio cerca di tirarsi indietro, ma poi si lascia andare e diventa persino più appassionata di me! Le nostre lingue danzano l’una nella bocca dell’altro. Le mie mani corrono al suo seno, ne stuzzicano i capezzoli, ottenendo un gemito in risposta.
    Anche lei inizia ad esplorare il mio corpo e le sue manine si posano sui miei glutei, stringendoli, attirandomi di più a sé.
    La mia erezione ora preme contro di lei che vi si struscia sensualmente.
    Una volante che passa con la sirena accesa, mi fa tornare alla realtà! Maledizione, non voglio che la nostra prima volta sia in uno sporco vicolo, con il rischio che qualcuno ci veda. Il bacio si interrompe, ma rimaniamo abbracciati, le nostre teste poggiate fra di loro, i respiri affannati. Io non respiro, ma l’affanno ce l’ho lo stesso. Wow lei è dinamite!
    << Scusa, ma quando ti ho vista non ho retto più! >> le dico, cercando di dare una spiegazione a quella tempesta di ormoni.
    Lei non risponde, forse è ancora sconvolta da quello che è accaduto e sarebbe potuto accadere. Le cingo le spalle con un braccio mentre la scorto verso la mia auto, lei timidamente mi allaccia il suo alla vita. Ci scambiamo uno sguardo che vale più di mille parole, qualunque cosa sia successa non è stato uno sbaglio ed è destinata a ripetersi. Questo mi tranquillizza alquanto.
    Raggiungiamo in silenzio il locale dove intendevo portarla. E’ un piano bar, musica discreta e accoglienti separè, dove le coppiette possono trovare un minimo d’intimità. Ci sediamo vicini, i corpi ancora frementi dalle carezze ricevute e date.
    << Senti…non prendertela a male…ma quello che è successo prima…io non sono ancora pronta a parlarne….ti spiace se mentre cerco di metabolizzare la cosa, ti chiedo di andare avanti con la tua storia? Forse se ti conoscerò meglio riuscirò…o non so neppure io a fare cosa…ma mi sarebbe d’aiuto! >> lei parla esitante.
    Mi ricordo che in fondo è ancora molto giovane, capisco il suo desiderio di prendere tempo, io stesso ne ho bisogno.
    << Come vuoi tu passerotto! Ma una cosa voglio che ti sia chiara…tu ed io…non è una storia da poco…non per me! Io voglio una storia con la S maiuscola, qualcosa di serio, insomma! >> meglio essere chiari.
    Lei annuisce, e la mia speranza cresce, forse è lo stesso anche per lei.
    << Dunque, riprendiamo…dove ero rimasto? Ah si! La mia partenza per l’Irlanda…dopo che ebbi accettato di accompagnarlo, lui mi slegò e mi disse che dovevamo attendere la notte per metterci in viaggio, almeno questa era la sua idea, ma io ero ancora intento in propositi suicidi, lo spinsi con forza di lato e cercai di uscire fuori al sole, che secondo quanto mi aveva detto avrebbe dovuto farmi bruciare. Immagina la mia e la sua sorpresa quando mi resi conto che non avveniva, così come le croci, neanche il sole poteva nuocermi! A quel punto non sapevo davvero più che fare, tanto valeva che lo seguissi veramente! Visto che la luce solare non era più un problema, ci recammo al porto, dove salimmo su un brigantino diretto in quel paese, era la prima volta che lasciavo Londra e vedendo la costa che scompariva lentamente mi chiesi se ci avrei mai più fatto ritorno.>> c’è amarezza nella mia voce.
    << Deve essere stato difficile per te, abbandonare ogni cosa! Anch’io ero triste quando ho lasciato Sunnydale, la città in cui sono nata…ma almeno io avevo vicino a me mia madre e i miei amici! >> la sua partecipazione al mio dolore mi commuove.
    << In fondo, nemmeno io ero solo…padre O ‘Connor fu molto gentile e comprensivo, si prese cura di me. Quando arrivammo a Dublino, mi portò a casa di suo fratello, Adam. Fece in modo che venissi ben accolto dalla sua famiglia, che in seguito divenne anche la mia. Iniziai quindi a lavorare con loro. Adam O ‘Connor era un signorotto locale e aveva diversi possedimenti, una mano in più per gestirli faceva sempre comodo. Imparai a fare di tutto, da zappare la terra a tenere i conti, riuscii insomma a farmi ben volere. Gli anni passavano e di tanto in tanto il monaco tornava a farci visita, ogni volta però, benché le avesse cercate, non aveva spiegazioni per la mia diversità! Ma a me non importava, stavo bene dove mi trovavo. Dovettero passare una ventina di anni prima che insorgessero dei problemi! >> ho la gola secca a furia di parlare e mi fermo per ristorarmi con una bella birra fresca. Buffy però non molla.
    << Che genere di problemi? >> mi incita.
    << La gente cominciava a notare che non invecchiavo…>> riprendo a narrare, ma lei mi interrompe.
    << Ma tu hai detto…>> ora sono io ad interromperla.
    << Piccola, ho più di trecento anni e nel frattempo ne sono invecchiato solo di una decina, dopo venti anni la differenza non si vedeva proprio! Ho scoperto dopo che invecchiavo, anche se molto lentamente! >> le spiego.
    << Capisco, quindi a quel tempo dimostravi sempre venti anni! Sai mi sarebbe piaciuto conoscerti allora! >> mi confessa candidamente.
    Oh tesoro, non sai quanto sarebbe piaciuto anche a me!
    << Già, non ero niente male…considerato che ora non sono esattamente al meglio delle mie potenzialità! Se mi vedessi con il mio vero aspetto ne rimarresti stupita! >> ghigno.
    << Che intendi dire? >> chiede lei confusa.
    << Tanto per cominciare il mio colore di capelli non è quello naturale, idem per quanto riguarda il colore degli occhi, porto lenti a contatto colorate. Inoltre i vestiti che indosso mi fanno sembrare una specie di salsicciotto ambulante! >> spiego.
    << Ma perché lo fai? >> chiede stupita.
    << Passerotto siamo nell’era della tecnologia, i sistemi per identificare una persona si fanno ogni giorno più difficili da eludere. Il minimo che posso fare per dare credito alla mia attuale identità è cercare di assumere un aspetto diverso dalle mie precedenti identità! >> ecco spiegato l’enigma.
    Lei annuisce pensosa, forse sta cercando di immaginarmi diverso, te l’ho detto piccola, ti sorprenderei.
    << Comunque, ritornando a noi…a quel tempo la caccia alle streghe non era ancora proprio finita, e uno che per venti anni non invecchia dava nell’occhio! Se si aggiunge che poi scoppiò un epidemia di febbre…ne venni considerato il colpevole! Che importa se alcuni membri della famiglia erano morti…secondo loro avevo fatto un patto con il demonio! Dovetti scappare, abbandonando persone care che erano ancora malate, per il loro stesso bene! Altrimenti ci avrebbero messi al rogo tutti! >> rabbia a disgusto arrochiscono la mia voce.
    << Ma è orribile, disumano…barbaro! Possibile che fossero ancora così arretrati? >> anche lei è furibonda.
    << Buffy, eravamo solo nella prima metà del settecento, la popolazione era ancora composta in maggioranza da analfabeti, le credenze popolari avevano ancora un forte ascendente! Pensa che in alcuni paesi è ancora così oggi, e persino peggio! Fuggire era la sola cosa che potessi fare, tornai in Inghilterra, a Londra, confesso che desideravo sapere cosa ne era stato della mia vera famiglia! Non trovai niente, tutto era diverso, persino la casa era stata abbattuta, sopra ci era stato costruito un nuovo palazzo. Chiedendo informazioni in giro, seppi che la mia famiglia se ne era andata a vivere in campagna, presso dei parenti, nemmeno due mesi dopo che ero morto, come se volessero tagliare per sempre i ponti con me! La mia tomba giaceva abbandonata al cimitero e nessuno vi aveva mai messo dei fiori! Non sapendo dove altro andare, rimasi lì al cimitero, in una cripta, rifuggendo chiunque, umani e esseri simili a me! Avevo di nuovo perso tutto e questa volta il colpo era stato peggiore! Mi nutrivo a malapena, con animali catturati nel bosco vicino! >> devo fare una pausa, l’amarezza dei ricordi è troppo forte.
    Lei mi guarda con calore poi improvvisamente si sporge verso di me e mi bacia, un bacio dolce, tenero teso a lenire.
    << Ma le cose devono essere migliorate dopo, no? Lo prova il fatto che tu e il capitano siete ancora una famiglia! >> giusto amore, ne ho passate tante, ma ho ancora una famiglia.
    << Già! Non sarò mai grato loro abbastanza! Erano passati quasi due mesi dalla mia fuga, quando un giorno mentre mi aggiravo nel cimitero, mi sentii chiamare. Era Liam, il figlio maggiore di Adam; il capitano ne porta il nome in suo ricordo. Mi disse che lui e ciò che restava dei parenti, avevano abbandonato a loro volta la città. Era stata una loro scelta, avevano venduto tutto e si erano trasferiti a Londra, con il preciso scopo di ritrovarmi! Il vecchio Adam era morto e con lui tre dei suoi cinque figli, falciati dalla febbre! Rimanevano solo Liam, Dafne sua madre e sua sorella Delphine. Non ero più solo, avevo di nuovo una famiglia che al contrario di quella vera, non aveva nessuna intenzione di lasciarmi al mio destino! >> do uno sguardo all’orologio, si sono fatte le due di notte.
    << Passerotto, è molto tardi, che ne dici se ti riaccompagno a casa e riprendiamo il discorso domani ? >> propongo.
    << Hai ragione è tardissimo, mia madre sarà preoccupata! >> dice lei saltando in piedi.
    Corriamo quasi verso la macchina, lei mi da il suo indirizzo ed io cerco di fare il più in fretta possibile. Riportare a casa tardi una ragazza, non fa un bell’effetto sulla madre, non la conosco ancora ma vorrei farle una buona impressione.
    << Senti domattina non posso, c’è il funerale di Tara, anzi, perché non vieni anche tu? Sempre se non sei di turno! >> mi propone.
    << No, domani, o meglio oggi…entro alle venti e faccio tutta una tirata fino alle 6 di mattina, carenza di personale, noi poliziotti abbiamo dei turni massacranti! Senti…ma non sarò di troppo? >> chiedo, in fondo io neanche la conoscevo e i suoi amici potrebbero non apprezzare la mia presenza.
    << No, sono certa che a Willow farebbe piacere…ti trova simpatico! >> sentimento reciproco rossa.
    << OK! A che ora si tiene il rito? >> spero che non sia troppo presto.
    << Alle 11, presso la cappella del cimitero grande, quello in cima alla collina, hai presente? >> no, per fortuna non lo è.
    << Si, conosco il posto! Allora ci vediamo lì! >>.
    Intanto siamo arrivati davanti a casa sua, una villetta veramente carina, con un bel giardino davanti. Lei scende e si avvia alla porta, io la seguo, magari rimedio il bacio della buonanotte.
    Niente bacio, sua madre è appena uscita di casa con un diavolo per capello!
    << Buffy, ti sembra questa l’ora di tornare? Ti è successo qualcosa? E quello chi è? >> parla a raffica.
    Io preso in contropiede le sussurro all’orecchio:
    << Tua madre sa che sei una cacciatrice? >>
    Non posso certo presentarmi dicendo “Salve signora, stia tranquilla io sono un vampiro ma anche un poliziotto!”, voglio sapere come comportarmi e poi certe cose è meglio che le sappia dalla figlia.
    << Si! >> mi sussurra lei di rimando.
    Bene adesso devo dare il meglio di me, tirare fuori tutto il mio charme.
    << La prego di scusarmi, signora Summer, è colpa mia se sua figlia ha fatto così tardi! Mi presento: tenente Jake Tale della sezione narcotici di Los Angeles! Mi sto occupando del caso di Tara Maclay, ho promesso a sua figlia e ai suoi amici, che avrei catturato il colpevole a tutti i costi. Stavamo parlando e non ci siamo resi conto dell’ora. La prego di scusarmi ancora, so bene come una madre deve stare in pena quando la figlia è fuori di questi tempi! >> dico, con un sorriso da cardiopalma e concludo con un baciamano, alle signore fa sempre un certo effetto.
    Colpita e affondata, lei diventa uno zuccherino, scommetto che se non fosse per l’ora tarda, mi inviterebbe dentro a bere una bella cioccolata calda, magari con dei marshmallow dentro!
    << Oh, la prego di scusarmi tenente…se avessi saputo che mia figlia era con lei, non mi sarei preoccupata così! Si vede che lei è una persona di cui ci si può fidare! >> Buffy la guarda con tanto d’occhi.
    << Ma siamo certi che sia mia madre? >> mi sussurra a voce leggermente più alta di prima, la sua intenzione è palese.
    << Che intendi cara? >> le chiede la madre, che non ha problemi d’udito.
    << E me lo chiedi anche? E’ la prima volta che ti vedo tutta gentile con qualcuno che hai appena conosciuto! Persino a Giles hai fatto il terzo grado! >> esclama il mio amore.
    Io ghigno soddisfatto, è questo l’effetto che ho sempre fatto sulle donne e a quanto pare non ho perso il mio tocco.
    << Che sciocchezze! Io sono sempre gentile…e poi basta guardare il tenente per capire che è una brava persona! >> tale madre tale figlia, stessa verve!
    << Sarà….ma secondo me…tu sei stanca morta e non connetti più! Forse sarà meglio che ti scorti in casa e ti metta a letto!>> che vi dicevo?
    Le due Summer, rientrano in casa, a turno mi fanno un salutino con la mano, di nascosto l’una dall’altra. Speriamo bene, non vorrei aver esagerato, vorrei Joyce Summer come suocera, non come corteggiatrice.
    Salgo sull’auto e sto per mettere in moto, quando vedo una luce accendersi al piano superiore della villetta, poi nella finestra vedo stagliarsi l’immagine di lei, dunque è quella la sua camera. Noto che un albero del giardino con i suoi rami sfiora il tetto sotto la finestra. E’ un attimo, scendo e prendo ad arrampicarmi sull’albero come un ragazzino, mi sento tanto Romeo.
    Poi la vedo, si sta infilando un buffo pigiama con le paperelle, sembra così giovane e dolce. Non resisto e busso al vetro.
    Lei si gira di scatto, quando mi riconosce, prima chiude a chiave la porta di camera sua, poi viene ad aprirmi e si sporge verso di me.
    << Che ci fai appollaiato vicino alla mia finestra…è pericoloso…se cadi…>> che tenera si preoccupa per me.
    << Ehi, vampiro qui, ricordi? Dubito che una caduta da questa altezza mi sarebbe fatale! Non resistevo…>> e le scrocco un bacio da una mille e una notte.
    Poi, mentre lei è ancora ad occhi chiusi, fremente, mi stacco e comincio a scendere.
    << Te ne vai gia? >> chiede delusa.
    << Volevo darti il bacio della buonanotte e l’ho fatto! Buona notte principessa riccioli d’oro! Sognami perché io sognerò te! A domani! >> le lancio un altro bacio, prima di andarmene.
    Quando arrivo a casa, sono già nel mondo dei sogni, prima ancora di posare la testa sul cuscino. Per fortuna ho messo la sveglia, altrimenti avrei continuato a sognarla per sempre.
    E’ piacevole risvegliarsi senza i postumi di una sbornia. Liam, se fosse qui non crederebbe ai suoi occhi, vado a giro per l’appartamento cantando a squarciagola un vecchio successo italiano, Volare! Lo so come canzone non è nel mio genere, io preferisco il rock duro, ma questa mattina mi sono svegliato con questo maledetto motivetto in testa, e devo dire che è in sintonia con il mio umore. L’unico problema è che devo andare ad un funerale, speriamo che questo momento di pazzia canora mi passi, non vorrei mettermi a canticchiare durante la funzione, sarebbe di cattivo gusto.
    Sono le 10,30, devo spicciarmi, voglio essere lì prima che lei arrivi. Guido la mia carretta come un matto e mi becco alcuni accidenti dagli altri automobilisti, fremo al pensiero di rivederla.
    Quando arrivo lì, ne approfitto per dare un’annusata in giro, il posto alla luce del giorno sembra sereno e accogliente, ma io so bene che di notte è tutto un altro discorso. Distinguo infatti l’odore di almeno cinque o sei vampiri, più quello di un paio di demoni. Evidentemente, Buffy non ha fatto qui la ronda stanotte, devo appuntarmi di informarla dell’attività che ho registrato.
    Mi sono sempre chiesto perché dei vampiri, che notoriamente cercano umani vivi per nutrirsene, amino circolare in quel luogo di morte, è un controsenso.
    Vedo arrivare una fila di macchine, devono essere loro, infatti vedo scendere da una, la rossa. Mi dirigo verso di lei, pronto a farle di nuovo le mie condoglianze.
    << E questo che ci fa qui? >> vengo apostrofato dal bamboccio che è sceso dietro Willow.
    << Xander, non fare l’antipatico e l’ignorante! Il tenente è qui perché è stato invitato! >> mi difende la rossa.
    << Da me! >> senza che me ne accorgessi, Buffy mi è arrivata dietro e mi si è attaccata al braccio.
    Il marmocchio mi guarda storto, ricambiato. Vorrei bearmi della vista del mio amore, ma prima il dovere e poi il piacere.
    << Willow, spero che la mia presenza non sia inopportuna, visto che non conoscevo la tua compagna, ma Buffy ha insistito, inoltre anch’io ci tenevo a essere presente! >> le dico cerimonioso.
    << Anzi, ti sono grata, sono certa che a Tara, ovunque sia il suo spirito, farà piacere il tuo interessamento! >> mi risponde sorridendo triste.
    Seppellire la persona amata è sempre tremendo, ma a quanto sembra, lei si sta facendo forza. Ha fatto il primo passo, riconoscendo che il corpo che si trova nella bara, è solo questo, un corpo. L’anima ora è certamente in un luogo migliore.
    Le stringo dolcemente una spalla, cercando di infonderle calore e comprensione. Lei sembra apprezzare il gesto.
    Ci avviamo verso la cappella e Buffy mi tiene ancora a braccetto.
    << Lo sai? Mamma aveva ragione, sei veramente una persona speciale! >> mi dice a voce bassa.
    << Uhmm, che sarei io? >> chiedo confuso.
    << E quando hai parlato di me con tua madre? >> aggiungo.
    << Questa mattina, prima che andasse al lavoro! E’ per questo che non è potuta venire, gestisce una galleria d’arte e non può assentarsi, visto che ha appena iniziato! Le ho raccontato tutto di te! >> mi risponde lei, ed io entro nel panico.
    Chissà che razza di giudizio si è fatta su di me, fino a quando mi credeva solo un poliziotto ero relativamente al sicuro, ma sapere che un vampiro ultracentenario è interessato alla sua figlioletta….dubito che l’abbia presa bene. Sempre che Buffy le abbia raccontato anche questo.
    << Le ho detto che anche se ti conosco solo da poco, penso a te come al mio ragazzo! >> ecco sono fottuto.
    Un attimo, sono il suo ragazzo? Questa è una vera e propria bomba! Tanto che inciampo nei gradini della cappella, vorrei urlare a squarciagola la mia felicità, saltare come un matto, peccato che siamo ad un funerale, devo contenermi.
    << E…e lei…come l’ha presa? >> chiedo tornando alla realtà.
    << Benissimo! Tu le piaci, si è commossa quando le ho raccontato le tue vicissitudini e anche lei non vede l’ora di sapere il resto! Dice che ieri sera, quando le hai preso la mano, ha provato una sensazione di forza e sicurezza, la stessa che devi avere trasmesso a Willow poco fa, la stessa che provo io quando ti sono vicino. Tu hai la capacità di far sentire una persona amata e protetta, ecco perché la mamma dice che sei una persona speciale, ed io sono d’accordo con lei! >> WOW, la spada di Damocle che prima pendeva sulla mia testa è scomparsa, sono arcifelice.
    Ora però dobbiamo fare silenzio, la funzione è iniziata, il pastore ha iniziato a fare il suo sermone. Odio questo genere di cose, mi sta bene che si parli in tono lodevole del defunto, ma tutte quelle storie sul perdono e su quanto questo ci elevi, non le sopporto proprio. Warren, non si merita nessun perdono, non puoi perdonare uno che non è pentito delle sue azioni! Riuscirò a prendere quel bastardo, costi quel che costi!
    Finito il sermone, ci rechiamo tutti a rendere omaggio alla salma. E’ la prima volta che rivedo la ragazza da quella sera, l’hanno sistemata bene, sembra serena e in pace. Povera Tara, mi sarebbe piaciuto conoscerla, a guardarla si direbbe che fosse una persona dolce e gentile. Willow scoppia in singhiozzi, subito sostenuta dagli amici. Maledizione, tutto questo non è giusto!
    La bara viene chiusa, per poi essere portata al suo eterno riposo. A turno gettiamo tutti una manciata di terra nella fossa, polvere alla polvere, cenere alla cenere! La vita va avanti per coloro che rimangono, è una dolorosa lezione e mi chiedo quante persone ancora dovrò lasciare andare.
    Ci ritroviamo tutti nel piazzale, è ora di tornare a casa. Giles propone di andare tutti da lui, ha preparato un piccolo rinfresco in onore di Tara, anche io vengo invitato. Accetto anche se so bene che non è certo di Tara che vorrà parlarmi, Buffy decide di accompagnarmi in macchina, la scusa ufficiale è per farmi da guida. Come se non conoscessi la città come le mie tasche.
    Infatti vuole dirmi una cosa in privato, altra bomba in arrivo.
    << Senti….domenica sei di turno? >> chiede.
    << No, dovrei essere di riposo, perché? >> rispondo titubante, sento che sta per arrivare una mazzata.
    << Beh, ecco…la mamma….sarebbe felice se tu venissi a pranzo da noi! >> cazzo, la conosco solo da tre giorni e fra due ho già in vista un pranzo ufficiale.
    Va beh che le ho detto che voglio fare sul serio con lei, ma le cose stanno andando un tantinello troppo veloci.
    << Naturalmente è invitato anche il capitano! >> pure! Lei però mi guarda con due occhioni dolci.
    << Passerotto, non per voler fare il guastafeste…ma dubito che Liam potrà venire…dobbiamo tener conto del soldatino, già lo ha trovato una volta a casa mia, se poi venissimo insieme a pranzo da tua mamma….inizierebbe a sospettare qualcosa…ora che ci penso…è strano che questa mattina non si sia fatto vedere! >>.
    Mi sono arreso all’idea di fare la parte del fidanzatino, in fondo non è poi tanto male. Ma devo tenere conto delle conseguenze che Liam potrebbe ricavare se si sapesse dei nostri legami familiari, in certi ambienti il nepotismo non è ben considerato, anche se in questo caso il padre sono io. Eh già, perché se non si fosse capito, io ottenni la tutela legale dei due bambini, quando i loro genitori morirono. Per fortuna solo Cordelia, che all’epoca era ancora molto piccola mi chiama papà, o paparino, anche se sa che lo odio.
    << Forse era impegnato altrove! >> lei sta commentando la mia frase, ma io non ci credo.
    Il mio sesto senso mi dice che farei bene a stare sul chi vive. Comunque non voglio impensierire il mio amore.
    << Già, e oggi è il mio giorno fortunato, perché posso stare con te! >> buttiamola sul romantico, che è meglio.
    Nel frattempo siamo giunti davanti alla casa dell’osservatore, scendiamo e raggiungiamo gli altri che nel frattempo sono già arrivati!
    << Alla buonora, vi stavamo per dare per dispersi! >> il bamboccio è sulle spine, forse non apprezza il mio rapporto con l’amica.
    << Scusate, ma la mia auto è già tanto se fa 50 all’ora! >> rispondo serafico, mentre poso un braccio sulle spalle di lei.
    << Allora perché non la cambi? >>dice acido, non mi sbagliavo, classico caso di amore non corrisposto.
    Io non rispondo, ci pensa la mia nuova fidanzata a spiegare a tutti le mie ragioni, sanno già di Finn e quindi comprendono.
    << Come stanno andando le indagini? >> mi chiede interessata la rossa.
    Ecco ora sono in imbarazzo, il solo che può rilasciare questo genere di informazioni è Liam, se si venisse a sapere che mi sono sbottonato, potrei avere dei seri problemi. Ma non riesco a resistere a quegli occhioni tristi, in fondo lei è pure la migliore amica di Buffy.
    << Mettiamo in chiaro una cosa, quello che sto per dirvi deve rimanere fra noi…altrimenti mi mettereste nei casini! >> premetto.
    Ci accomodiamo tutti in sala, poi li aggiorno, sorvolando però su di alcuni particolari dell’indagine in corso. Non posso rivelare tutto, ne va della mia reputazione.
    Spero vivamente che Harris, riesca a tenere la bocca chiusa, non vorrei che a causa dell’antipatia che prova per me, la sua lingua si sciogliesse.
    << Spero che la mia domanda non sembri sciocca, ma vorrei sapere come dobbiamo chiamarla, tenente Tale o Spike? >> mi fa l’osservatore.
    << Tanto per cominciare, preferisco che mi si dia del tu! Potreste chiamarmi Jake in pubblico e Spike in privato, sempre se per te non è un problema Rupert! >> tanto lo so dove vuoi andare a parare.
    << Bene Spike! Penso saprai che Buffy ci ha messo al corrente della tua storia….e vorrei saperne di più!>> che vi dicevo?
    << Fra l’altro avrei anche una cosa da mostrarti! >> ecco questa non me l’aspettavo.
    Cosi dicendo, si è alzato ed è andato a prendere un grosso libro dall’aria piuttosto antica.
    << Quando ho saputo che il monaco che ti ha aiutato, Eric O ‘Connor, aveva lavorato per il consiglio, mi sono ricordato di possedere questo volume dove sono stati stampati i ritratti di molti membri, con mia grande sorpresa, ho trovato questo! >> dice mostrandomi la riproduzione di un ritratto di Eric.
    In quel ritratto era molto più giovane di quando lo avevo conosciuto, ma i tratti somatici sono gli stessi, era proprio lui! Confesso di essermi veramente commosso rivedendo l’immagine del mio vecchio amico.
    << Sì, è lui! Ora che guardo bene, vedo anche la somiglianza con suo fratello Adam! >> esclamo con un groppo alla gola.
    << Sarei felice di regalarti questo libro, credo che anche i suoi discendenti avrebbero piacere di vederlo! >> questo mi spiazza del tutto.
    Questo osservatore è proprio diverso dai suoi simili. E va bè, diamogli quello che chiede, in fondo non mi dispiace di avere maggiore pubblico.
    << Grazie, un pensiero veramente gentile, lo apprezzo molto! Sono certo che anche Liam lo apprezzerà! Ora dimmi, cosa vuoi sapere? >> rispondo cortese.
    << Penso che la cosa migliore è che tu continui la storia da dove l’avevi interrotta, sono certo che così si chiariranno molte cose! >> che dire, si rincomincia.
    E’ incredibile, si sistemano tutti comodi, come se stessero per vedere un film, ci manca solo che qualcuno prenda il pop corn! Sbagliato! Xander si alza e va in cucina, quando ritorna ha un vassoio stracarico di stuzzichini e bevande varie, c’è anche il pop corn! Sono finito in una banda di matti!
    << Erano due settimane che gli O ‘Connor mi avevano raggiunto a Londra, quando arrivò anche Eric. Lo trovai per caso, giaceva accasciato nei pressi del porto. Era in uno stato pietoso, stava molto male, a quel tempo la medicina era un vero strazio, ma con il senno di oggi direi che aveva problemi cardiaci. Era molto anziano e il suo cuore non reggeva più! Venire poi a sapere che il fratello e i nipoti erano morti non gli fu d’aiuto. Cercammo di dargli sollievo come potevamo ma senza risultati. Parlando affannosamente, mi raccontò che era riuscito a rintracciare la mia famiglia, vivevano nel Norfolk. Erano ancora tutti vivi e stavano bene, era persino riuscito a parlare con mia madre, la quale gli aveva affidato una lettera per me! >> mi fermo, tanto per vedere cosa succede.
    Se ne stanno tutti a bocca aperta come se stessero seguendo un thriller e si stesse per scoprire chi è l’assassino! Mi sa che quando cesserò di fare il poliziotto, ho un futuro assicurato come attore, magari di teatro! Tanto per darmi un tono, mi mangio una pizzetta e bevo un sorso di birra, ne ho tutti i diritti, non è giusto che siano solo loro a mangiare.
    << Conservo ancora quella lettera, in essa mia madre mi diceva che mi voleva ancora bene e che pregava per me. Mio padre invece non voleva neppure che fosse nominato il mio nome, ragion per cui mi veniva chiesto di non cercare di mettermi in contatto con loro, al fine di evitare dolorosi scontri. Mi chiedeva di ringraziare gli O ‘Connor da parte sua, per l’aiuto che mi davano e mi prometteva di continuare a scrivermi presso di loro. Quella stessa notte, Eric morì! Fu deciso di seppellirlo nella mia vecchia tomba, in questo modo non sarebbe stata più vuota e non gli sarebbero mai mancati dei fiori…>> questa volta non sono io a fermarmi ma vengo fermato.
    << Ecco perché non ho trovato da nessuna parte cenni inerenti alla sua morte, lo avevate sepolto sotto il tuo nome! >> cavoli, ma quando ci ha lavorato? Questo tizio non dorme mai?
    << Pensammo che fosse la cosa migliore, in questo modo l’avremmo avuto vicino e non correvamo il rischio che il Consiglio ci mettesse lo zampino! >> spiego.
    << Ma tua madre, ti ha poi scritto? >> dolce angioletto, non hai idea di quanto apprezzi il tuo interessamento.
    << Si, ricevetti alcune lettere, ma con molto ritardo, poiché erano state spedite al mio vecchio recapito. Per fortuna il notabile di Dublino, le inviò di nuovo a Londra! >> rispondo.
    << E cosa c’era scritto? >> forse il tuo non è interessamento, ma curiosità!
    << Più o meno le stesse cose che aveva detto nella prima, che gli mancavo e che mi pensava sempre! Poi però le lettere smisero di arrivare…così decisi di partire per il Norfolk per saperne di più! Partii da solo, Liam non poteva abbandonare sua madre e sua sorella da sole, inoltre si era appena sposato e sua moglie aspettava un bambino! Cercai di mascherarmi, mi tinsi i capelli neri, con la pece, non volevo creare problemi o destare sospetti! Quello che era successo in Irlanda non doveva ripetersi. Quando arrivai sul posto compresi che non avrei mai più letto una sola riga scritta da mia madre, poiché lei era morta, un paio di mesi dopo avermi scritto l’ultima lettera! Andai di notte al cimitero, non volevo rischiare di farmi vedere da qualcuno…e piansi sulla sua tomba, piansi per quella madre che anche se non mi aveva più potuto vedere, aveva continuato ad amarmi! >> ho gli occhi lucidi, ma non sono il solo nella stanza, persino l’osservatore ha uno strano luccichio nello sguardo.
    << Che facesti dopo, tornasti a Londra? >> mi chiede lei con le lacrime agli occhi, lacrime che asciugo dolcemente.
    << Si, ma quella notte stessa, venni di nuovo aggredito da un vampiro…forse credeva che fossi umano, fatto sta che per la prima volta mi ritrovai di fronte un mio simile e ne rimasi scioccato, io mi sentivo profondamente diverso da lui, che in fondo era solo un animale, lo uccisi, senza provare alcun rimorso, così come si uccide un cane rabbioso! Ma quell’incontro lasciò comunque il segno, ora iniziavo veramente a chiedermi perché io fossi tanto diverso e nacque prepotente in me il desiderio di scoprirne le cause! Tornato a Londra iniziai a fare ricerche, che però non portarono a niente! Dovetti aspettare quasi cento anni prima di saperlo! >> ora vediamo se la piccola è stata attenta.
    << Fu il maestro di Sunnydale a dirtelo, vero? >> dieci e lode, ha imparato bene la lezione.
    << Già, ma a quel tempo si trovava ancora a Londra! E pensare che in cento anni avevo girato mezzo mondo, alla ricerca di spiegazioni, quando la risposta si trovava proprio nella mia città! >> ironico che sia andata così!
    << Cosa ti disse? >> mi chiede fremente la rossa, bruciando sul tempo Giles.
    << Ehi! Un attimo! Io invece voglio sapere cosa gli è successo in quei cento anni! >> esclama Xander, forse sta vincendo l’antipatia per me.
    Riprendono a confabulare tra di loro, devono decidere se è il caso che continui la storia o salti letteralmente quei cento anni, questa volta trovare un accordo non si rivela semplice. Io intanto ne approfitto per ingozzarmi di salatini, è ora di pranzo e ho una fame che non ci vedo! Speriamo che non mi tengano lì tutto il giorno, vorrei anche poter stare un po’ da solo con il mio amore.
    Alla fine arriva il responso, dovrò parlare di quei cento anni, ma facendone solo un breve riassunto, per poi arrivare al momento importante, la rivelazione. Nel caso in cui si dovesse rendere necessario, quel periodo della mia vita verrà discussa in seguito! Mi sembra di essere sotto esame, e loro sono la commissione che dovrà giudicarmi. O peggio ancora, sto raccontando le puntate precedenti di una soap opera!
    << In realtà non c’è molto da dire, mano a mano che passavano gli anni, si succedevano le generazioni della famiglia, perdevo vecchi amici e ne acquistavo di nuovi. Avevo inoltre iniziato a compiere lunghi viaggi, a volte da solo, a volte accompagnato da uno o più familiari. Ho girato tutta l’Europa, fra mezzo a guerre e rivoluzioni, mi sono battuto per la mia patria e ho aiutato alcuni nobili francesi a sfuggire alla ghigliottina, ero a Trafalgar il 21 ottobre del 1805, mentre l’ammiraglio Nelson batteva Napoleone Bonaparte. Tutte cose che trovate sui libri di storia, niente di nuovo insomma! >> volevano un breve riassunto, e io gliel’ho dato!
    Allora perché mi guardano come se avessero davanti un marziano? Che credevano che in 300 anni di vita non avessi visto niente di quello che succedeva nel mondo? Se dovessi raccontarle tutte ci metterei una vita, la loro!
    << Dunque, che faccio, vi racconto di come ho incontrato il “maestro”? >> chiedo blandamente.
    E’ un’ovazione di si! E va beh! Però dopo questo chiudo, le prossime puntate possono aspettare.
    << Accadde nel 1818, a Londra come vi ho già detto! Ero da poco tornato in patria, quando mi scontrai con una cacciatrice…e no, non la uccisi, anzi…l’aiutai. Il suo osservatore era stato ucciso proprio dal maestro, la poveretta era riuscita a sfuggirgli per miracolo! Vagava per i vicoli di Londra, cercando di raggiungere la sede del Consiglio in cerca di aiuto! Per sua sfortuna o fortuna, si scontrò letteralmente con il qui presente. Era ridotta male, aveva varie ferite e un braccio rotto. Nell’urto con me cadde a terra e vi rimase svenuta. Avevo già sentito parlare delle cacciatrici e ne avevo anche incontrate un paio, quindi non mi fu difficile riconoscerla. Mi fece pena, povera ragazza era così giovane, in seguito seppi che aveva diciassette anni, comunque sia la raccolsi da terra e la portai a casa, in modo da poterla curare. Quando iniziò a riprendersi, dovetti convincerla che io non rappresentavo una minaccia per lei, ma che al contrario intendevo aiutarla! >> mi fermo, so che sono in arrivo delle domande.
    << Ricordo di avere letto qualcosa sull’argomento, ma non si faceva nessun accenno ad un vampiro con l’anima che aiutò la cacciatrice allora in carica! >> che vi dicevo?
    << Ehi! Pronto? Mi pareva di aver detto che l’osservatore fosse morto, quanto ad Elise, lei promise che non avrebbe rivelato a nessuno il mio coinvolgimento nella storia! >> dico scocciato.
    << Oh! Allora si spiega! >> e gia, per mia fortuna, altrimenti chissà quanto dovremmo andare avanti.
    << Mi raccontò del suo scontro con il maestro e di dove ora si trovasse! Essendo una cacciatrice, le sue ferite rimarginarono in fretta e ben presto, approntammo un piano per introdurci nel suo covo e farlo fuori. Il mio compito era proprio quello di occuparmi di lui, mentre lei faceva fuori gli altri vampiri. Le cose non andarono però come previsto, perché mentre lei teneva fede al piano, io mentre stavo per ucciderlo mi fermai, interessato a quanto poteva dirmi! >> provo un leggero rimorso al ricordo, ma d’altronde se non avessi fatto così, oggi non saprei perché sono come sono!
    << Lui mi spiegò che a vampirizzarmi era stata una sua childe, il suo nome era Drusilla. La poveretta era stata vampirizzata a sua volta un decennio prima di me. Il guaio era, che quando era in vita era una sciroccata, una pazza demente, e diventare un vampiro non aveva aiutato gran che! Lui la teneva presso di sé solo perché era in grado di avere delle visioni del futuro, ma la disprezzava in quanto essere inferiore. Così, cercando di ottenere maggiori attenzioni, Drusilla aveva preso a vampirizzare a destra e a manca, con il preciso scopo di farsi valere. A parte me, però nessun’altro era diventato un vampiro, erano morti tutti, perché la demente non sapendo quale fosse il modo giusto per vampirizzare le persone, aspettava troppo prima di farle bere il suo sangue! L’unica ragione per cui io non ero morto, era che il mio cuore aveva smesso di battere solo da un paio di secondi, prima che il suo sangue mi calasse giù per la gola! In poche parole, visto che io non avevo bevuto coscientemente il suo sangue, ma l’avevo avuto quando ormai ero “leggermente” morto, mi ero trasformato in un vampiro ma non completamente! Ero rinato a nuova vita, mantenendo qualità degli esseri umani, l’anima, la luce del sole, ecc. ecc. Inoltre poiché non ero un demone completo, non avevo avversità verso i simboli religiosi! Era quanto volevo sapere, mantenni la promessa e non uccisi il maestro, ma lo obbligai ad andarsene, doveva lasciare la città, in questo modo, Elise non avrebbe corso rischi di incontrarsi di nuovo con lui! >> Wow, è stata una bella tirata, non ne posso più di parlare.
    Scruto le espressioni sui volti dei presenti. Giles sembra perso nei suoi ricordi su quanto ha letto di quegli avvenimenti. Xander è rimasto come bloccato, con una mano alzata piena di pop corn che si stava portando alla bocca ( lui mi sa che è rimasto fermo al thriller). Willow invece sta guardando Buffy con aria divertita. Buffy invece sta guardando me con sguardo torvo.
    << Che c’è stato fra te e quella Elise? >> ecco la spiegazione, è di nuovo gelosa.
    Adesso capisco il divertimento della rossa, lei lo aveva capito prima di me.
    << Niente, che vuoi che ci sia stato? Era solo un’amica….l’unica cacciatrice per cui ho provato qualcosa sei tu! >> meglio correre ai ripari.
    << Come sarebbe a dire “provato”? >> è ancora torva.
    << Provo! Volevo dire che provo! Maledizione passerotto, sono perdutamente innamorato di te! E ora….se i signori vogliono scusarci…vorrei passare il resto del pomeriggio da solo con te! Per provartelo! >> dico alzandomi di scatto e portandola via da quella casa.
    Inutilmente Giles cerca di trattenerci, ulteriori spiegazioni possono aspettare, ci avviamo alla macchina e lei ha un sorriso che più largo non si può!
    La mia intenzione è chiara, voglio portarla nel mio appartamento e poi….ve lo lascio immaginare. Lei mi si accoccola al fianco mentre guido e posa la sua testa sulla mia spalla.
    << Spike, potresti accostare un attimo la macchina….de…devo dirti una cosa…e vorrei…tutta la tua attenzione! >> non vorrà tirarsi indietro, spero.
    Intanto faccio come mi ha chiesto, e mi volto per guardarla impensierito.
    << Ti…ti prego, non guardarmi così…anzi non guardarmi affatto! Mi sarà più facile dirtelo! >> oddio e adesso che c’è?
    Comunque sia acconsento ancora alla sua richiesta.
    << Vedi…io ho avuto dei ragazzi…ma niente di serio! Questa cosa…mi fa un po’ paura…perché sta succedendo tutto così in fretta e io…non so come comportarmi! >> non sta dicendo quello che penso stia dicendo, vero?
    << Forse è colpa del fatto che sono una cacciatrice…è un po’ difficile lasciarsi andare con un ragazzo, quando sai che non puoi dirgli chi sei veramente…immagina la scena, non posso dire ad un ragazzo “Scusa amore, ma questa sera non posso vederti perché devo fermare un’apocalisse!”. Ecco perché non ho mai approfondito nessuna relazione, ma tu sei diverso, con te posso essere completamente me stessa! Non devo fingere o inventarmi delle scuse…con te posso lasciarmi andare come non ho mai fatto prima! Ma al tempo stesso, ho un po’ paura di questa nuova esperienza….in fondo sono anche una semplice ragazza che non è mai andata al di là di semplici baci o carezze! >> lo sta dicendo, lo sta dicendo!
    O mio Dio! E’ vergine! A questo proprio non avevo pensato! La testa mi gira come se avessi bevuto una bottiglia di Whisky! E adesso che faccio? Il gentiluomo che è in me, mi dice di non affrettare le cose, di andarci piano! Ma maledizione, io la voglio! Inoltre sapere che sarò il primo e magari l’ultimo, mi da una sensazione di potere e gratitudine immensa!
    OK! Cambiamento di programma! Niente appartamento, per una prima volta ci vuole un posto più adeguato! Sono le 13,20 c’è tempo a sufficienza per programmare qualcosa di meglio.
    << Passerotto, vorrei poterti dire di non avere paura, ma la verità è che anch’io sono spaventato quanto te! Tutto quello che posso fare e chiederti: ti fidi di me? >> attendo trepidante la risposta.
    << Sì! Ti conosco solo da tre giorni, ma sento che potrei affidarti la mia vita per sempre! E’ illogico, ma è questo che provo! >> mi sento avvolgere da un calore che non ho mai provato prima.
    << Bene! Ora devo fare una telefonata! >> dico tirando fuori il cellulare.
    << Chi chiami? >> curiosa come tutte le donne.
    << Il direttore del Grand Hotel di Los Angeles, ho il suo numero privato, vedo se ha disponibile una suite! >> spiego.
    Lei arrossisce deliziosamente, voglio solo il meglio per te amore!
    Tempo 15 minuti e siamo già in stanza. Nel frattempo ho dovuto spiegargli che il direttore mi deve un favore, due anni prima, uno degli ospiti era morto in stanza per un overdose, io avevo fatto in modo che tutto passasse sotto silenzio, garantendo la rispettabilità del Hotel.
    La suite è stupenda, ampia e arredata con cura, ha una bellissima terrazza, da cui si può vedere l’oceano, ma la parte migliore è un immenso letto matrimoniale che troneggia nella camera da letto. Anche il bagno ha le sue doti, ma intendo usufruirne dopo.
    All’inizio siamo entrambi un po’ impacciati, ma basta che le nostre labbra si sfiorino e tutto il resto viene accantonato.
    La spoglio lentamente, mentre lascio una scia di baci languidi. Quando i suoi capezzoli sono scoperti, li stuzzico con la lingua e i denti, strappandole gemiti. Lei intanto si aggrappa alle mie spalle e passa frenetica la mano fra i miei capelli.
    La sollevo e la porto verso il letto dove la poso dolcemente, lì la libero dai restanti vestiti e finalmente mi appare nuda, incomparabile visione.
    Io, sono ancora completamente vestito, lei vorrebbe che mi spogliassi, ma la sola cosa che mi tolgo è la giacca. Prima c’è una cosa che devo fare, tiro fuori dalla tasca, il contenitore delle lenti a contatto e prendo a togliermele. Non voglio che ci sia questa bugia fra di noi! Lei mi guarda curiosa, ma io tengo gli occhi chiusi, poi la bacio di nuovo.
    Un poeta una volta disse che un bacio è un apostrofo scritto fra le parole ti amo, beh quel bacio era un intero capitolo. Infine, apro gli occhi per specchiarmi nei suoi.
    << Hai gli occhi azzurri! >> esclama lei affascinata.
    E non hai ancora visto niente passerotto. Riprendo il mio percorso di baci sulla sua pelle, intanto le mie agili dita si stanno insinuando dolcemente all’interno delle sue gambe, fino a raggiungere la sua parte più intima, dove prendono delicatamente a torturarla. Lei si agita e geme, mentre le mie labbra raggiungono il suo ombelico.
    Si aggrappa ai miei vestiti, cercando di togliermeli e finalmente l’accontento. Quando mi vede nudo e eccitato, si irrigidisce per un attimo, forse pensa che voglia andare subito al sodo. Non hai idea di quanto ti sbagli amore. Riprendo a carezzarla e il suo sguardo cambia, quello è lo sguardo di una donna a cui piace ciò che vede.
    Le mie labbra sostituiscono le dita e il mio volto affonda nella sua peluria scura, è una falsa bionda, ma lo avevo già capito. Ora il gioco si fa più fremente, il suo corpo è scosso da puri brividi di piacere, per la prima volta sta sperimentando un orgasmo. Questo è quello che intendo per preliminari.
    Poco a poco i suoi tremiti rallentano, mentre cade nella piccola morte. Con voce soffocata mi chiede:
    << Ma tu…io…non lo abbiamo ancora fatto! >> anche questo è amore baby.
    << Una donna deve essere ben preparata per la sua prima volta…altrimenti non ne conserverà un buon ricordo! >> le spiego pazientemente.
    Riprendo a eccitarla, le mie dita esperte sentono che lei si sta aprendo sempre di più, istintivamente si sta preparando ad accogliermi. Mi distendo su di lei, lascio che il naturale contatto delle nostre pelli, aumenti la sua eccitazione, quando sento che è finalmente pronta, la penetro. Delicatamente, senza forzare, fino a quando il naturale velo che la protegge si dissolve e lei prorompe in un grido, non di dolore, ma di piacere.
    E la danza comincia, dapprima lenta poi sempre più appassionata. I nostri corpi sudati, si muovono in un ritmo vecchio come il mondo, eppure ogni volta sempre diverso. Giungiamo insieme all’orgasmo, i nostri sguardi incatenati come i nostri corpi.
    Ed è bellissimo, per la prima volta nella mia vita, mi sento completo e sento che per lei è lo stesso! Ho dovuto aspettare 300 anni prima di provare una sensazione simile e ne sono così commosso che quasi mi metterei a piangere.
    Rotolo giù da lei esausto, Buffy si accoccola contro di me, ed io la cingo con un braccio.
    << E’ stato bellissimo, pensavo che avrei provato almeno un po’ di dolore…invece…mi hai portata in paradiso! >> ma perché le donne hanno sempre voglia di parlare dopo?
    << Ci siamo andati in due passerotto! E non è ancora finita! >> ghigno soddisfatto.
    Lei mi guarda incuriosita, mentre io mi alzo e mi dirigo in bagno. Poco dopo si sente uno scrosciare d’acqua (che avete capito? Sto riempiendo d’acqua calda, la gigantesca vasca che vi si trova dentro!). Poi tornato in camera, la sollevo fra le braccia e la porto con me.
    E’ giunta l’ora del bagnetto, ma non ci saranno paperelle, solo noi e tanta soffice schiuma. Entro nella vasca, tenendola ancora fra le braccia, mi siedo e la poso sopra di me, riprendendo a baciarla. Lei sente subito che sono di nuovo eccitato e pensa che stia per iniziare il secondo round.
    << Amore, per te è ancora troppo presto! E’ per questo che ti ho preparato il bagno caldo, per ridurre l’indolenzimento che segue sempre la prima volta! Ora ho solo voglia di coccolarti e magari darti ancora piacere, ma in modo meno traumatico! >> le dico fermando il suo tentativo di iniziare un nuovo rapporto.
    << Come fai a sapere tutte queste cose? >> chiede con un tono vagamente geloso.
    << Tesoro, in trecento anni qualcosa l’avrò pur imparato! Non per questo devi essere gelosa del mio passato, ho avuto delle storie, ma non ho mai sentito per nessuna, quello che provo per te….la verità è che tu sei la prima di cui mi sono veramente innamorato…è come se ti avessi aspettato per tutti questi anni! >> che sviolinata, ma ogni parola è veramente sentita.
    << Non ho mai detto a nessuna queste parole….Ti amo Buffy!>> per concludere al meglio.
    << Oh Spike! Sei l’uomo o il vampiro più fantastico che abbia mai conosciuto! Anch’io ti amo! Anche se sono ancora incredula…se penso che fino ad una settimana fa non sapevo neppure che esistessi…ed ora sei così importante per me!>> non hai idea di quanta gioia mi dai passerotto.
    Il bacio che segue è dolcissimo, speriamo che a nessuno dei due venga il diabete. Ora però voglio tener fede ai miei proponimenti.
    Scivolo da sotto di lei e arretro un po’, poi mi immergo e prendo di nuovo a stuzzicare con la lingua la parte più intima di lei, per fortuna non ho bisogno di respirare, non consiglio questa operazione ai respiranti, è una prerogativa tipica dei vampiri.
    Di nuovo la porto fino al culmine del piacere, solo allora riemergo e la guardo mentre è tutta languida e fremente. Ora non è più una ragazzina, ma la mia donna!
    Le coccole proseguono fino alle 19, quando finalmente decidiamo di uscire dalla vasca, a parte che l’acqua sta diventando fredda, dobbiamo asciugarci e rivestirci, ho promesso al direttore del Hotel che avremmo lasciato la suite di lì a mezzora.
    In perfetto orario, usciamo dall’albergo, saliamo in macchina, devo riportarla a casa per poi andare al lavoro.
    Mentre ci dirigiamo verso casa sua, mi ricordo della cosa che dovevo dirle.
    << Senti Buffy, a proposito della ronda….>> cerco di iniziare a dire.
    << Non è che ora diventi possessivo e non vuoi più che vada a giro sola di notte, vero? Io sono la cacciatrice te lo ricordi?>> cavolo fa alla svelta ad andare sulla difensiva.
    << Niente del genere…volevo solo consigliarti di dare un’occhiata al cimitero dove è stata seppellita Tara, questa mattina ho percepito la presenza di alcuni vampiri e demoni! >> dico, in tono più serio del solito.
    << Scusa! Cattiva abitudine…la mamma mi fa sempre una testa così prima di uscire! Ti prego, perdonami! >> mi dice pentita.
    Se solo la mamma sapesse cosa può accadere, o meglio è accaduto, di giorno, alla sua adorata figlioletta! Altro che fare storie per uscire di notte.
    << A proposito della mamma…sarà meglio che non sappia cosa abbiamo fatto oggi….o domenica mi accoglierà con un accetta, invece di un buon pranzo! >> ci tengo al mio collo.
    << Tranquillo…lo racconterò solo a Willow! >> le donne e i loro pettegolezzi sul sesso. E poi dicono di noi uomini!
    Ci lasciamo scambiandoci un altro bacio, speriamo che la mamma non sia alla finestra a sbirciare.
    Quando arrivo davanti alla centrale, per fortuna mi guardo nello specchietto, ho dimenticato di rimettere le lenti a contatto. Ma non posso rimettermele lì, dove chiunque potrebbe vedermi. Gran brutto affare, per fortuna, rovistando nello sportello del cruscotto trovo un paio di occhiali scuri, bene mi serviranno per giungere indisturbato fino all’ufficio di Liam.
    Quando ci entro vengo subito aggredito.
    << Era ora! Non ti sei fatto vivo per tutto il giorno! >> se le madri rappresentano un problema, anche i figli non scherzano.
    << Tranquillo Liam, sono stato solo un po’ occupato in faccende private! >> dico togliendomi gli occhiali.
    << Non sarai andato a giro così! >> ti pareva se non notava subito che non ho le lenti.
    << Solo dall’albergo fino a casa di Buffy, non mi ha visto nessuno…a parte lei naturalmente! >> dico mentre le rimetto.
    << COSAAA!!! Come sarebbe a dire che lei ti ha visto? E cosa diavolo ci facevi in albergo? >> ma siamo sicuri che il figlio sia lui?
    << Quello che di solito tu fai ogni sera, con la tua dolce Kate! Pensavi forse che non lo sapessi, che tu e la bella poliziotta vi vedete di nascosto? >> meglio rimettere le cose in chiaro.
    Inoltre ho cambiato discorso, ora è lui sotto accusa. Vediamo come se la cava.

    << Tu…tu lo sai? Come? >> non va molto bene.
    << Dunque, vediamo…ci vedo meglio di un essere umano, ci sento anche meglio, ma soprattutto sento molto meglio gli odori! E non hai idea di quante volte ho sentito l’odore di lei su di te! Dunque…quando pensavi di dirmelo? >> lo incalzo ai fianchi.
    << E’ lei, non vuole che si sappia che abbiamo una relazione, non vuole passare come quella che fa carriera perché va a letto con il capitano! >> come scusa non regge.
    << Posso capire gli altri, ma a me potevi anche dirmelo, a meno che per te non sia una cosa seria! >> è quasi al tappeto.
    << Certo che è una cosa seria! Le ho persino chiesto di sposarmi! Se non te l’ho detto è perché lei non mi ha ancora risposto e non volevo che tu, nel frattempo di divertissi a sfottermi! >> povero cucciolone, papà cattivo.
    E’ vero mi diverto un mondo a sfotterlo, è più forte di me, ma lo faccio a scopo educativo, così quando incontra qualcuno che vuole sfotterlo lo riconosce! Ma a chi la racconto, mi diverto e basta!
    << Bene, adesso hai imparato che non me la si fa su certe cose! E poi non pensi che sarei potuto essere felice per te? Era ora che trovassi qualcuna con cui fare sul serio, rischiavi di diventare un vecchio scapolone triste! Sei l’ultimo discendente della famiglia degli O ‘Connor, devi avere dei figli che continuino la stirpe! I figli di tua sorella si chiameranno Wyndham-Price! >> esclamo facendo una smorfia al solo pronunciare quel nome.
    << Ehi! Vedi di non correre, non mi ha ancora detto di si e tu pensi già ai figli! Potrebbe anche rifiutare, non credi? >> dice abbattuto.
    << Se lo facesse sarebbe una scema, ed io non credo proprio che lo sia! E poi basta vedere come ti guarda quando pensa che nessuno la veda…quello è amore ciccio bello! Io me ne intendo! >> cerco di tirarlo su.
    << Ha parlato l’esperto! Se io rischio di diventare un vecchio scapolone triste, tu lo sei già, da almeno un paio di secoli! >> non conosci le novità cocco.
    << Per tua informazione, io sono felicemente fidanzato! E dopodomani, sono stato invitato ufficialmente a pranzo, da mia suocera! >> vediamo cosa dici adesso.
    << COSAAA! E quando è successo tutto questo?>> esclama cadendo dalle nuvole.
    << Ehmm….nelle ultime ventiquattrore…mi sono dichiarato e anche lei mi ama, non abbiamo ancora parlato di matrimonio, è troppo presto…ma conto di farlo! Guai a te però, se lo dici a tua sorella….mi perseguiterebbe al cellulare….trapanandomi i timpani fino a quando non avrà saputo ogni minimo particolare! Se credi, invece puoi dirlo a Wesley, lui saprà tenere la bocca chiusa e inoltre ho bisogno che mi faccia un favore, voglio che mi spedisca l’anello di smeraldi che tengo in cassaforte, ho intenzione di regalarlo a Buffy! >> dico candido come un angioletto.
    << Dimenticavo…mia suocera aveva invitato anche te a pranzo, ma ho spiegato a Buffy che è meglio se il soldatino non ci vede troppo insieme! >> mi manca solo l’aureola e sono perfetto.
    La notizia è stata un colpo troppo grosso, sta andando in iperventilazione, sono costretto ad alzarmi e a fargli aria con una cartelletta di documenti. Questo a momenti mi sviene!
    Proprio in quel momento, entra Bore, uno degli agenti della sezione e mi becca mentre sventolo a tutto spiano.
    << Beh! Che c’è? Il capitano ha avuto un malore e io stavo cercando di aiutarlo! Chiama un dottore piuttosto…non vorrei che fosse un infarto! >> esclamo fintamente concitato.
    << Ma che infarto e infarto! E’ stato solo un abbassamento di pressione, Bore, non chiamare nessuno ora mi sento meglio! >> salta su, il diretto interessato, ma mi sa che ha sbagliato diagnosi, la pressione non era bassa, ma alta.
    Il povero Bore, non ci capisce più niente e se ne va senza avere detto perché era venuto. Chissà se chiamerà un dottore, mi domando perfido, ho in mente uno dei miei scherzetti.
    Esco dall’ufficio approfittando del fatto che Liam non si è ancora completamente ripreso, deve ancora metabolizzare quello che gli ho detto.
    Appena fuori, vengo circondato dagli altri, me lo immaginavo, Bore è uno che non tiene neanche un cecio. La domanda che tutti fanno è sempre la stessa: Come sta?
    Facendo una faccia preoccupata, rispondo:
    << Mah…dice di stare meglio….ma ha una faccia che non mi convince! >> lo so sono tremendo.
    Chi propone di chiamare un’ambulanza, chi di portarlo di forza all’ospedale, non ce né uno che non abbia un’idea.
    << Lo sapete come è fatto, si arrabbierebbe…però magari potremmo chiamare l’infermeria della centrale e farci mandare su qualcuno…>> propongo maligno.
    Il fatto è, che io so chi è di turno stasera.
    La mia proposta viene approvata all’unanimità e un paio di minuti dopo, con timore di tutti, ecco arrivare di gran carriera, Hilda! Un metro e cinquanta di altezza per uno in larghezza, brutta come il peccato e con un paio di baffi che farebbero invidia a Poirot. Ma soprattutto innamorata persa del capitano, che le cerca tutte per sfuggire al suo insistente corteggiamento. L’ho proprio sistemato per le feste, così impara a non dirmi che è innamorato, aspettavo da un po’ di fargliela pagare.
    Per sicurezza comunque mi dileguo, con la scusa di dover andare a parlare con un informatore. Con un po’ di fortuna quando tornerò Liam sarà già andato a casa, tanto ci penseranno gli altri a raccontarmi quello che è successo. Anche se mi immagino la scena.
    La mia finzione diventa realtà, quando ricevo a sorpresa una telefonata da Willie, vuole parlarmi, di persona. Accetto e fisso un incontro dietro al suo bar, fra un’ora. La cosa però non mi convince per niente, e se fosse una trappola? E se ci trovo un gruppetto di demoni pronti per farmi la festa? Non posso chiedere il supporto dei miei colleghi, sarebbero più d’impiccio che altro! Poi mi viene in mente lei, perché no! Lei è la cacciatrice con lei a guardarmi la schiena vado sul sicuro. Ma prima devo trovarla, infatti scemo come sono, ho dimenticato di chiederle il numero del cellulare.
    Mi dirigo quindi verso il cimitero, forse ha seguito il mio consiglio, se non la trovo posso sempre provare a casa sua, la madre saprà bene il suo numero di cellulare.
    Tombola! Lei è lì, impegnata in un combattimento con tre vampiri, se la cava decisamente bene, visto che è in difficoltà numerica, con un movimento veloce ne polverizza uno, gli altri però la colpiscono alla schiena. Istintivamente intervengo, non ho paletti, ma con un paio di mosse d’arti marziali ne scaravento uno contro un albero, il ramo che si trova dietro di lui fa il resto. Lei intanto si è occupata dell’altro.
    << Sei qui per controllarmi? >> uffa, la piccola ha la coda di paglia su questo argomento.
    << No! A dire il vero, ero venuto per chiederti di aiutarmi in una faccenda! Ma penso sia giunto il momento di mettere in chiaro una cosa….una volta per tutte! Lungi da me l’idea di intromettermi nella tua missione di cacciatrice. Se mai vorrai il mio aiuto non avrai che da chiederlo, ma vedi di smettere di stare sempre sulla difensiva a questo proposito!>> rispondo scocciato, non sono né il suo osservatore, né suo padre! Sono solo uno che la ama, maledizione!
    A quel punto giro il culo e faccio per andarmene, al diavolo il suo aiuto, me la caverò da solo! Non sono un bamboccio e non tollero essere considerato tale. Lei però, mi corre dietro e mi afferra un braccio per trattenermi.
    << Mi spiace, è che sono sensibile su questo punto…sono stufa di gente che si preoccupa sempre per me! Mi riferisco a mia madre e ai miei amici, mi stanno sempre addosso. E’ come se mi togliessero il respiro….è frustrante! Non ho scelto io di essere quella che sono…ma gli altri molto spesso non lo capiscono! Tu invece…sei l’unico che sembra accettare tutto ciò, è strano, non ci sono abituata…ma ti prometto che non metterò più in discussione le tue ragioni! >> sembra veramente pentita.
    Le accarezzo dolcemente il volto.
    << Devi imparare a fidarti di me…io non potrei mai fare niente di proposito, per farti del male! Io voglio solo esserci quando ne hai bisogno…per qualunque cosa, ma non intendo privarti del diritto di scegliere quando questo può avvenire! >> cerco di spiegarle.
    Vedo dal suo sguardo che ha capito, mi sorride fiduciosa. Questo è stato il nostro primo litigio, ed è servito a farci conoscere meglio, abbiamo fatto un passo avanti nella direzione giusta! Naturalmente come ogni litigata che si rispetti, deve finire con un bel bacio mozzafiato. Cosa che mi appresto subito a fare. E credetemi, è persino meglio di come me lo immaginavo!
    << In cosa posso esserti utile, padrone? Tu comanda, e io obbedisco! >> dice lei birichina, felice perché l’ho perdonata.
    In poche parole le spiego la situazione, inutile dire che accetta di supportarmi.
    << Non permetterò a nessuno di farti del male….il mio ragazzo non si tocca! >> ora è lei quella troppo protettiva.
    Non che mi lamenti, anzi mi fa decisamente piacere sapere che ci tiene a me, ma non vorrei che mi considerasse un deboluccio che non sa da che parte rifarsi.
    << Ehi! Forse non sarò un grande cattivo, ma questo non significa che non sappia difendermi da solo! Il mio lavoro mi ha semplicemente insegnato ad essere prudente! >> dico con tono leggermente permaloso.
    << Oh, ma tu sei un grande, grandissimo cattivo! Mi hai rubato il cuore e qualcos’altro! >> dice lei maliziosa.
    Dio, la mangerei di baci quando fa così. Ma ora non posso, Willie mi aspetta.
    Quando arriviamo nel vicolo che si trova dietro al bar, troviamo Willie che se ne sta tutto solo e triste seduto su di una cassa.
    A quanto pare non ci sono pericoli in vista, forse mi sono sbagliato sulla trappola, ma si sa, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
    Dire che quel tanghero sia sorpreso di vedermi con la cacciatrice è dire poco, ne resta così impaurito che se ne scapperebbe come il sorcio che è, in un attimo, se non lo fermassi al volo.
    << Ehi, bello! Non è gentile da parte tua scappare così, dopo che mi hai fatto venire fin qui! Quindi sputa il rospo, che avevi di tanto urgente da dirmi? >> non mi va tanto giù l’idea che lei faccia più paura di me.
    << Giusto! E vedi di fare in fretta, mi prudono le mani! >> ehi passerotto, mi stai fregando la parte.
    Il povero Willie, è completamente nel pallone, non sa chi guardare se lei o me.
    << Non è che voi due state insieme, vero? >> chiede confuso.
    Buffy ed io ci guardiamo fra di noi, poi ci rivolgiamo verso di lui, con un identico sorriso stampato in faccia.
    << Sì! Qualcosa in contrario? >> esclamiamo insieme.
    A quanto pare capisce che non è il caso di fare ulteriori domande in proposito.
    << N…no…sss..siete una b..bella coppia! >> già, ce lo dicono tutti.
    << Grazie! E ora vedi di parlare, altrimenti mi arrabbio, anzi ci arrabbiamo! >> ho aggiunto l’ultima parte perché Buffy mi si è incollata addosso.
    << Si tratta di quel tipo di cui mi hai parlato l’altra volta, Warren! A quanto pare non traffica solo con gli umani, ma vende la sua roba anche ai demoni. L’adorano, perché riesce a sballarli di brutto! Due di loro mi hanno quasi distrutto il locale, da come erano fatti! >> interessante, ma voglio saperne di più.
    << Sinceramente del tuo locale non può fregarmene di meno, io voglio quel bastardo! Dimmi dove posso trovarlo! >> faccio con tono duro.
    << Questo non lo so! Lo giuro! Ma ho qualcosa che può aiutarti a trovarlo! >> dice mentre infila una mano in tasca.
    Poco dopo ne tira fuori una bustina di plastica, piena di una polverina rosso cupo.
    << Questa l’ho fregata ad uno di quei demoni, tu sei un vampiro e annusandola puoi rintracciare chi l’ha confezionata! >> mi dice tutto orgoglioso per la sua pensata.
    << Sai, come idea non sarebbe male, se non fosse per due problemi! Primo, se annuso quella roba, vado fuori di testa anch’io! Secondo, chissà per quante mani è passata prima di finire nella tua tasca, ed ora scommetto che l’unico odore che riuscirei a sentire è il tuo! >> mi dispiace quasi disilluderlo.
    << Comunque mi sarà lo stesso utile, la porterò al laboratorio dove potranno analizzarla! >> un contentino in fondo se lo merita.
    << Va bene, se vengo a sapere qualcos’altro ti chiamo! Se questo schifo non cessa di girare, ne va dei miei affari! >> avevo capito che non lo facevi per il tuo buon cuore.
    Lo lascio andare, e lui se ne scappa subito, sono certo che non vede l’ora di raccontare a tutti che io e la cacciatrice stiamo insieme, è un gran pettegolo e prima di domani tutto il mondo demoniaco saprà la novità. E sinceramente non me ne può fregare di meno, sono troppo felice.
    << Passerotto, prima che me ne dimentichi ancora, non è che mi daresti il tuo numero di cellulare? >> chiedo candido.
    << Certo, io il tuo ce l’ho già! Me lo sono segnato oggi, quando eravamo in albergo! >> lei è più candida di me, ma non me la conta, lo ha preso di nascosto. Cosa che io in quanto gentiluomo non farei mai.
    Comunque sia finisco per segnarmi non solo il suo, ma anche quello degli altri.
    << Che hai intenzione di fare adesso? >> mi chiede.
    << Devo tornare in centrale, ma prima se vuoi ti do un passaggio a casa! >> le rispondo.
    << No, cioè sì…mi va bene se mi dai un passaggio, ma io intendevo dire: che hai intenzione di fare riguardo al caso? Lo so che non puoi parlarne, ho capito che oggi non avevi detto tutto…è solo che magari Willow potrebbe aiutarti! Lei è una maga del computer, in tutti i sensi! Riesce a trovare informazioni su internet anche utilizzando la magia, grazie ad essa può ottenere risultati che normalmente non sarebbe possibile avere! >> interessante la cosa.
    << Non è una cattiva idea, ma prima devo chiedere a Liam, in fondo anche se tendo spesso a dimenticarlo il capitano è lui, se mi autorizza a procedere, potremmo fare un tentativo! >> le dico dandole un bacino sul naso.
    Non mi azzardo a baciarla per bene, altrimenti col cavolo che torno in ufficio!
    Riportarla a casa e lasciarla è uno strazio e quando arrivo in centrale, mi girano come un ventilatore. Poi mi ricordo dello scherzetto che ho fatto a Liam, devo ancora scoprire come è andata. Faccio un salto al laboratorio per consegnare la bustina che mi ha dato Willie e poi su di corsa, verso il mio reparto.
    << Beh, come è andata? >> chiedo a tutti e a nessuno, appena entro.
    All’inizio, mi accoglie solo il silenzio, poi tutti scoppiano in una risata generale.
    << Accidenti a te Tale, non hai idea di cosa hai combinato! >> mi fa Bore, l’unico che cerca di rimanere serio.
    A dire il vero un ideuzza me la sono fatta.
    Per fortuna gli altri non sono della stessa idea di quel lecchino. Ed iniziano a raccontare.
    Hilda è entrata come un uragano nell’ufficio del capo, ed ha cercato di spogliarlo con la scusa di misurargli la pressione, intanto lo palpeggiava in posti dove non batte il sole. Lui ha cercato di scappare, ma lei aveva chiuso a chiave la porta, con la scusa che durante la visita non dovevano essere disturbati. E’ incominciato così un giro tondo attorno al tavolo, Liam che scappava e Hilda che lo inseguiva. Mai visto Tom e Gerry? Qualcosa di simile ma molto più comico. Ad un certo punto lei è riuscita ad agguantarlo e lo ha praticamente spalmato sulla scrivania, cercando di fargli la respirazione bocca a bocca. A quel punto lui non ha retto più e con una spallata ha divelto la porta del suo ufficio e si è dato alla fuga, con Hilda sempre alle costole.
    La porta dell’ufficio tutta sbilenca, testimonia che doveva essere proprio disperato. Domani mi sa che mi fa nero.
    Mentre parliamo e ridiamo continuano ad uscire fuori nuovi particolari, ad un certo punto però con la coda dell’occhio vedo affacciarsi timidamente l’agente Kate Lockley, ha uno sguardo preoccupato.
    Lasciando gli altri vado da lei, è l’occasione giusta per parlarle. Le faccio cenno di seguirmi in una delle stanze per gli interrogatori, anche se con evidente controvoglia, lei lo fa.
    << Se eri preoccupata per Liam, non esserlo, sta bene e ora dovrebbe essere a casa, anzi perché non lo raggiungi? >> le dico spiazzandola.
    << Cosa le ha fatto credere tenente, che fossi preoccupata per il capitano? Si sbaglia di grosso! >> fa lei stando tutta sulle sue.
    << Me lo fa credere il fatto che so che voi due state insieme! E da quello che mi ha detto, lui ti ha persino chiesto di sposarlo! Quindi puoi smettere di fare la finta tonta! Si da il caso che sappia tutto, ma puoi stare tranquilla non ne farò parola con nessuno! >> le dico accendendomi una sigaretta. Mi rendo conto che è la prima che fumo da tre giorni a questa parte.
    Lei non sa più quali pesci prendere, questa proprio non se lo aspettava.
    << Senti, conosco Liam da molto più tempo di quanto tu non creda…è una lunga storia che penso spetti a lui raccontarti…comunque sia, sono molto affezionato a quel ragazzone…e mi sento in diritto di dirti di non fare strani giochetti con lui! Non tirare troppo la corda, se non vuoi sposarlo diglielo subito e se invece la cosa ti interessa diglielo ancora prima! E’ una brava persona e non merita come tu lo stai trattando! Le tue fisime sul capo e l’agente non hanno ragione di esistere, chiunque vi conosce lo sa! Quindi perché ora non fai la brava e vai da lui, parlate e chiaritevi. Dimenticavo, digli che da parte mia non ci sono problemi se vuole raccontarti come ci siamo conosciuti! >>
    Prima che riesca ad emettere anche una sola sillaba, sono già uscito. Lei mi segue dopo un paio di minuti. Sono certo che andrà direttamente a casa sua, ho stuzzicato la sua curiosità di donna. Le cose che le ho detto sono vere, e poi se fra quei due dovesse andare bene, mi sarò fatto perdonare per lo scherzetto.
    Il resto del turno passa in una noia quasi mortale, quando esco dall’ufficio il sole è già spuntato. Sono esausto corro subito a casa e mi getto vestito sul letto, non ho la forza di spogliarmi. Le gioie dell’amore sono anche faticose.
    Nel sonno ripercorro i momenti salienti del mio rapporto con Buffy, quando imperioso squilla il telefono. Con gli occhi abbottonati, scruto la sveglia sul comodino, segna le 9,30. Cazzo, non ho dormito nemmeno tre ore! E ora chi è che rompe?
    << Pronto! >> dico con voce biascicata, sono ancora quasi del tutto addormentato.
    << Tenete Tale, sono il capitano O ‘Connor! >> come se non lo avessi riconosciuto, il suo modo serio però mi dà da pensare.
    << La sua presenza è richiesta urgentemente, presso gli uffici della disciplinare! >> ecco spiegato, non è da solo e mi sa che ci sono casini in arrivo.
    << Dimenticavo, sarebbe così cortese da portare con sé la busta che ho lasciato lì, l’ultima volta che ci sono stato? >> parla in codice, ma capisco il messaggio, il problema viene dal soldatino.
    << Ok! Arrivo subito! >> dico riagganciando.
    Il sonno mi è passato di botto, cerco di dare una lisciata alla meglio ai miei vestiti, dormici dentro non gli ha fatto tanto bene.
    Passo nel bagno dove mi sciacquo la faccia con l’acqua fredda e poi corro a prendere al busta incriminata, quella che contiene le foto. Penso che abbia ragione, è arrivato il momento di usarle.
    Quando arrivo alla centrale non so cosa aspettarmi, devo ammettere di essere un tantino intimidito. In cinque anni, nonostante il tormento del soldatino, non avevo mai ricevuto un richiamo della disciplinare. Quando entro negli uffici, vengo subito accolto e indirizzato presso lo studio del capitano della sezione.
    Non appena entro mi rendo conto che non si tratta di una cosa da poco, infatti oltre al capitano, c’è anche Liam insieme con il capo della polizia di Los Angeles, in un angolo il soldatino che gongola soddisfatto.
    << Prego, si accomodi tenente Tale! >> mi fa il capo, giusto in fondo il pezzo più grosso è lui!
    << Prima di tutto devo informarla delle accuse che sono state mosse contro di lei, in seguito, avrà la possibilità di chiedere l’aiuto di un avvocato del sindacato, con il quale potrà consultarsi, o rispondere alle domande che le verranno poste rinunciando a questo diritto! Le è tutto chiaro fin qui? >> mi è chiaro, andiamo al punto!
    << Lei è stato accusato di intralcio alla giustizia e di avere dato informazioni sul caso che sta seguendo a non addetti! Di avere intrapreso una relazione con una possibile testimone e infine, di essersi reso colpevole di traffico di stupefacenti! >> cazzo!
    E ora a questi che gli racconto?
    << Rinuncia all’ausilio di un avvocato? >> non so come rispondere, ma Liam mi fa un cenno come a dire sì. E va beh, diamogli retta!
    << Rinuncio! Ma prima vorrei sapere maggiori dettagli su queste accuse, insomma voglio vedere le prove! >> non sono del tutto scemo, voglio prima sapere cosa hanno in mano.
    << E’ nel suo diritto! Che ne dice se affrontiamo ogni imputazione alla volta? >> qui c’è sotto il tranello, una volta che avrò iniziato a rispondere, l’unico modo per smettere sarà appellarmi al quinto emendamento, come se mi autoaccusassi.
    Angel ancora una volta mi fa cenno di accettare, tanto non è lui nei guai…visto però che non ho niente da nascondere (perlomeno per quello che riguarda il mio lavoro) accetto.
    << Dunque, la prima accusa si riferisce alla sua intromissione in un caso della omicidi! Ha interrogato senza permesso due sospetti, ricoverati presso l’ospedale! Cosa ha da dire in proposito? >> che questa è una passeggiata.
    << Prima di andare da loro, ho chiesto e ottenuto il permesso del mio capitano! Lui è qui e può confermarlo! >> dico sicuro.
    << E’ vero! Sono stato io a mandarlo ad interrogare i due sospetti! Il caso era ancora in parte, d’appartenenza alla nostra sezione! Cosa di cui ho fatto presente al capitano della omicidi! Il tenente, ha agito nei limiti del suo ruolo, non ha fatto domande sull’omicidio, ma solo sul traffico di stupefacenti! >> così dicendo Liam tira fuori il registratore che avevo con me al momento del fatto, grande Angelus!
    Il nastro viene ascoltato e il soldatino comincia a gongolare un po’ meno! Infatti il documento su cui era stata scritta l’accusa, viene timbrato con “ACCUSA RIMOSSA” e firmato dal capitano della disciplinare.
    << Andiamo avanti! Lei è stato visto parlare con amici della vittima del caso Maclay! E’ stato persino fotografato mentre assisteva al funerale della suddetta! Cosa può dire in proposito? >> guardo le foto, devono essere state scattata con il teleobbiettivo!
    Chissà dove si era nascosto Finn per prendere quelle foto. Chissà forse si era arrampicato su un albero!
    << A parte il fatto che non ci vedo niente di male nel presenziare ad un funerale! E’ una cosa che capita spesso nel nostro lavoro! Sì, ho parlato con gli amici di Tara Maclay, ma senza rivelare loro niente che non avessero già letto sul giornale, non ho discusso con loro dei particolari del caso…potete chiamarli e chiederglielo. Sono certo che lo confermeranno, anche se a quel punto capiranno che ci sono cose che non sono state dette e ne vorranno sapere di più! Ma sono certo che voi avete l’autorità per rispondere alle loro domande! >> anche questo documento fa la stessa fine dell’altro.
    Il soldatino ora non gongola più, anzi sta quasi diventando serio.
    << Passiamo all’accusa di aver intrapreso una relazione con una testimone! Tale Buffy Summers! E’ stato fotografato con lei, mentre entra nel Grand Hotel, Ammette questa accusa? >> nuovo giro di foto, per fortuna sono state scattate all’entrata e non all’uscita, maledette lenti a contatto devo stare più attento!
    << Ammetto di essere fidanzato con Buffy Summers, ma quanto al fatto che lei sia una testimone, sinceramente non so di cosa state parlando! >> chiedo falsamente confuso.
    << Vuole farci credere di non sapere che la signorina Summer era una buona amica di Tara Maclay? >> è Finn a prendere la parola, ma gli altri lo guardano male, evidentemente non aveva il diritto di parlare, ben gli sta!
    << Certo che lo sapevo, l’ho conosciuta proprio in questa veste! Ma non vedo come questo possa farla diventare una testimone e di cosa poi? >> dico candido come la neve.
    << Il tenente Finn, sospetta che la signorina Summers possa essere stata presente all’omicidio e che lei abbia intrapreso una relazione allo scopo di inquinare le prove! >> questa sì che è bella.
    << Con tutto il dovuto rispetto, sa dove può metterseli i suoi sospetti il tenente Finn? Buffy non era lì quella sera, sinceramente non saprei dire dove fosse, questo dovete chiederlo a lei! In ogni caso ogni azione che ho compiuto quella sera, è stata confermata dalle varie prove raccolte, sono certo che il capitano O ‘Connor, sarà felice di mostrarvi il rapporto inerente al caso! >> ghigno compiaciuto.
    << In ogni caso lei ammette di avere questa relazione, come la giustifica? >> mi sa che questi l’amore non sanno neppure dove sta di casa.
    << Semplice, mi sono innamorato e per mia fortuna sono ricambiato! E’ stato un colpo di fulmine per entrambi! Ma questo non vuol dire che non facciamo sul serio, come il capitano O ‘Connor potrà confermarle, ho espresso proprio ieri il desiderio di sposarla! Se avessi voluto tenere la cosa segreta, non sarei certo andato a dirla a lui! >> ora sono io che gongolo.
    << In effetti il tenente mi ha informato fin da subito che fra lui e la Summers stava nascendo qualcosa, sono persino andato a casa sua per tranquillizzare i due, che la loro relazione non rappresentava un problema alle indagini in corso! >> cattivo Angelus, hai detto una bella balla.
    Ma almeno questo spiega perché ti trovavi a casa mia l’altra mattina, questi idioti non sapranno mai che le cose non sono andate così!
    << Già! Pensate che Buffy, per ringraziarlo, lo ha invitato insieme a me a pranzo, domani a casa sua, quando farò ufficialmente conoscenza con la madre! A dire il vero pensavo anche di chiedergli di farmi da testimone di nozze! >> così ti ho fregato, domani vieni anche tu!
    << Ciò però non spiega questa foto! >> dice il capo della polizia tendendomela.
    Lo sapevo che da qualche parte ci doveva essere la fregatura. Io e Buffy, siamo stati ripresi mentre parliamo con Willie e lui mi tende la bustina con la droga. Ecco ora devo spremere le mie cellule grigie.
    << Ieri sera, mentre ero di turno, i colleghi potranno testimoniarlo, ho ricevuto una telefonata da un informatore, l’uomo ripreso nella foto! Aveva saputo che mi ero fidanzato, che volete che vi dica certe voci corrono veloci! Mi proponeva quindi di raggiungerlo dopo un’ora sul retro del suo bar. Diceva di avere un regalo per me, ma che me lo avrebbe dato solo se fossi andato in compagnia della mia ragazza. Visto che lo conosco da tempo non avevo ragione di dubitare di lui, è un buon informatore, regolarmente registrato. Così sono passato a prendere Buffy e siamo andati lì, non immaginavo certo quello che volesse darmi! Era una bustina della nuova droga che ha preso a circolare, la stessa che quel malvivente voleva commerciare la sera dell’omicidio, ne era venuto in possesso per caso e aveva pensato che la cosa mi sarebbe stata d’aiuto. Sapeva inoltre che Buffy era stata amica della defunta, in questo modo era come se facesse ad entrambi un regalo, aiutando me, dava a lei la speranza che il colpevole sarebbe stato assicurato alla giustizia! Ho consegnato la suddetta bustina ai laboratori della centrale, potete controllare! >> gran bel raccontino, speriamo che la bevano.
    WOW! Lo hanno fatto! Entrambi i documenti relativi alle ultime due accuse, fanno la stessa fine degli altri. Nonostante le alte (di volume) opposizioni di Finn! Il quale viene non troppo gentilmente fatto uscire dalla stanza. Le sue grida si continuano a sentire anche da fuori, quello ha proprio perso la testa.
    << Tenente Tale, credo di doverle porgere le scuse di tutto il dipartimento! Sapevo già che le accuse che il tenente Finn le aveva mosso erano infondate! (si come no), ma ho voluto mettervi a confronto! Il capitano O ‘Connor, mi aveva già messo al corrente di tutto a parte qualche particolare che lei ha fornito, inoltre ero informato che il tenente sembrava avere nei suoi confronti atteggiamenti persecutori, quasi maniacali, e ho voluto metterlo di fronte alle sue responsabilità! Le garantisco che una cosa simile non si ripeterà! Il caso del tenente Finn verrà esaminato con attenzione e se dovesse rendersi necessario, verrà degradato o cacciato dalle forze di polizia! >> Mi fa tutto ossequioso il capo della polizia. In poche parole mi hanno preso per il culo, facendomi venire la strizza.
    << A tal proposito, Signore, avrei da mostrarle io delle foto! Tenente Tale, vuole essere così gentile da darmi la busta che le avevo chiesto di portare? >> Angelus all’opera.
    Io tiro fuori dalla tasca la busta incriminata, poi la tendo verso di lui rispettoso. Non avete idea di come sghignazzo dentro di me.
    << Vede Signore, sono venuto casualmente in possesso di queste foto, che testimoniano che il tenente Finn ha gravi squilibri mentali! Ero incerto però sul mostrarle in giro, tanto che avevo chiesto un parere al tenente Tale, visto che era lui a subire le vessazioni di Finn, finendo per dimenticarle a casa sua. Ora però, penso che sia giusto che queste foto vengano rese note! Il tenente necessita di uno scrupoloso esame psichiatrico! >> il soldatino è fottuto per sempre.
    Sinceramente non so come ho fatto a non scoppiare a ridere mentre guardavo il capo della polizia che ammirava le foto di Alonso. Per fortuna a lui non ci fu bisogno di spiegargli che quello era un travestito, altrimenti non avrei retto.
    Dieci minuti più tardi, però nell’ufficio di Liam, eravamo entrambi piegati in due dalle risate. Fra tutti e due avevamo sistemato per bene il soldatino.
    << Accidenti a te! Mi hai quasi fatto prendere un colpo quando mi hai convocato nell’ufficio della disciplinare! >> ammetto fra le lacrime dal gran ridere.
    << Così impari a mandarmi Hilda! Quella pazza mi ha strappato una manica del mio vestito migliore! >> per non parlare della respirazione bocca a bocca, mi verrebbe da dirgli.
    << Però, visto che ti sei quasi fatto perdonare mandandomi anche Kate, ti ho fatto cenno che potevi parlare liberamente! >> dice lui, con un sorriso a trentadue denti ( o sono trentaquattro? Non me lo ricordo mai!).
    << Come è andata con la poliziotta? Ha detto si? >> gli chiedo alzando un sopracciglio.
    Si gonfia come un tacchino e poi mi dice tutto orgoglioso:
    << Mi sposa! >> E VAI! Magari saremo in due a sposarci prima della fine dell’anno!
    << Le ho anche raccontato di te! A dire il vero io non sono bravo come te a raccontare, le ho detto i fatti salienti! Ma ora sa chi sei e ha giurato di mantenere il segreto! Devi avergli fatto una buona impressione ieri sera! >> ammette poi.
    << Saggezza ultracentenaria! E’ questo il segreto! >> esclamo ammiccando con le sopracciglia.
    << Senti, davvero domani vai a pranzo a casa di Buffy? >> chiede scettico.
    << Certo, e a questo punto, visto che non ci sono più problemi vieni anche tu! Anzi sai che faccio? Telefono subito a Buffy e glielo dico! >> ho già il cellulare in mano.
    << Ciao amore, sono io! >> certo che sono io, lo avrà visto dal numero di cellulare, ma che volete l’amore rincitrullisce.
    << Ciao! Sei già sveglio? Pensavo che avresti dormito fino a tardi! >> in effetti era quella la mia idea.
    << Ci sono stati dei problemi e sono dovuto tornare in centrale, ti chiamo per avvertirti che domani viene anche Liam a casa di tua mamma, sempre se l’invito è ancora valido! >> sempre meglio non dare tutto per scontato!
    << Ma certo che è valido! Ma il tenente Finn non creerà problemi? >> adoro quando si preoccupa per me.
    << Nessun problema amore, il soldatino è stato messo completamente fuori gioco! E’ una lunga storia, te la racconterò più tardi! >> la tranquillizzo.
    << Ti sei ricordato di parlare a Liam della mia proposta di usare Willow per le indagini? >> no a dire il vero me ne ero dimenticato.
    << Stavo per farlo, passerotto! Ma prima volevo chiederti se possiamo vederci oggi, pensavo di darti la risposta allora! >> e chi ci pensava, io voglio vederla e basta.
    << Devo passare dall’università per consegnare una tesina, ma dopo sono completamente libera! Puoi passare a prendermi lì fra mezz’ora che ne dici?>> dico che mi va bene, che vuoi che dica.
    << Perfetto! Ci vediamo lì! Ti amo! >> non posso fare a meno di dirglielo.
    << Anch’io ti amo! >> adoro sentirglielo dire.
    Faccio il giro della scrivania e avvicino il telefono all’orecchio di Liam, voglio che anche lui senta.
    << Che hai detto…scusa non ho sentito! >> ho sentito ma voglio risentire.
    << Ho detto che anche io ti amo! Adesso vado altrimenti arrivo in ritardo, ciao! >> ripete lei per poi riagganciare.
    << Sentito? Lei mi ama! >> dico serio a Liam.
    << Ho sentito! Ho sentito! Ma soprattutto ho capito, ho capito che questa volta fai veramente sul serio, per tua fortuna anche lei sembra pensarla nello stesso modo. Ero preoccupato che ne uscissi con il cuore spezzato, simbologicamente parlando! E’ per questo che ieri sera ero andato nel pallone, ero in pensiero per te! >> come diavolo fa, riesce sempre a farmi sentire in colpa per qualcosa.
    << Senti, a proposito di Buffy, ha avuto un’idea a proposito delle indagini e vuole che te la sottoponga! >> meglio cambiare discorso.
    << Vuoi dire che hai veramente messo al corrente delle indagini quelle persone? >> uffa pensa sempre male.
    << No, mi pareva di essere stato chiaro su questo, mentre eravamo alla disciplinare! Ho solo accennato loro alcune cose, ma senza rivelare segreti d’ufficio! Comunque Buffy pensa che Willow potrebbe aiutarci nelle indagini. La rossa, come sai è una strega e sa fare vere magie con il computer, letteralmente parlando! Potrebbe aiutarci a rintracciare da dove sono partite le e-mail, e non mi riferisco alla connessione, ma ad un vero e proprio indirizzo! >> spiego pazientemente.
    Lui ci pensa un po’ su, poi mi dice tentennante:
    << Mah! Si potrebbe sempre fare un tentativo, dobbiamo fermare la produzione di quella droga, da un primo esame dei laboratori, sembra che si tratti di un alcaloide molto potente, con effetti collaterali micidiali! Se quelli delle persone scomparse si affidano ai medium per ritrovarle, non vedo perché noi non potremmo fare un tentativo con la magia! Basta che resti un segreto! Potremmo parlare con la strega domani, dopo il pranzo!>> non credevo che fosse tanto progressista, ma d’altronde è stato allevato da un vampiro!
    << Bene! Allora corro a dirlo a Buffy! >> sono già mezzo fuori della porta mentre dico queste parole, non vedo l’ora ti tenerla ancora fra le braccia!
    Non appena esco fuori però mi scontro di nuovo con il soldatino, ha un diavolo per capello e cerca la rissa. Inizia a spintonarmi e a inveire contro di me, non so dove trovo la forza per non spaccargli la faccia. Solo il luogo dove mi trovo mi impedisce di farlo. Per fortuna, alcuni agenti intervengono, e cercano di trascinarlo via. Ha fatto una tale scenata che tutti quelli che sono negli uffici, hanno assistito dalle finestre! Persino Liam.
    Quello stupido di Finn, non si rende conto che così si sta scavando la fossa da solo, ora tutti sanno quanto è instabile. Dovrei rientrare e presentare regolare denuncia, ma Buffy mi sta aspettando, quindi grido a Liam, chiamandolo capitano è ovvio, di pensarci lui, in fondo i testimoni non mancano. Salgo quindi sulla mia auto e metto in moto, quando quel pazzo, si libera degli agenti e prima da una serie di calci alla mia auto, rompendo fra l’altro uno dei miei fanali, poi si dà alla fuga.
    Ora sì che è veramente nei pasticci. E lo sono anch’io, a questo punto non posso andarmene subito, sono costretto a telefonarle per avvertirla del ritardo. Lei vuole sapere il motivo, ma io svicolo dicendole che le racconterò tutto in seguito.
    Odio la burocrazia, sono costretto a firmare un centinaio (va beh esagero) di moduli per denunciare sia la tentata aggressione che il danneggiamento della mia auto! AAARRRGGGHHH!!! Io voglio andare dal mio amore!
    Quando finalmente riesco a sganciarmi, ho anch’io un diavolo per capello! Quando arrivo nei pressi del campus, sono in ritardo di un’ora. La trovo seduta su di una panchina che mi aspetta, e la rabbia, puff, svanisce come per incanto.
    << Che è successo? Perché sei dovuto andare alla centrale e perché mentre stavi arrivando avevi un’aria truce? >> mi chiede lei preoccupata.
    Evidentemente lei mi ha visto prima che io vedessi lei!
    << Faresti prima a chiedermi cosa non è successo! >> le dico sarcastico.
    E prendo a raccontarle del bel risveglio che ho avuto e di tutto il resto, fino ad arrivare a quel momento.
    Avete mai visto una cacciatrice incazzata nera? Non ve lo consiglio, soprattutto ai minori e ai deboli di cuore! Mi fa quasi paura, se non sapessi che non è incazzata con me, scapperei a gambe levate.
    << Questa volta quel tizio ha veramente esagerato! Non soltanto ha cercato di coinvolgere me e tutti i miei amici, persino Tara, nei suoi sporchi imbrogli, ma ha cercato persino di farti passare per un trafficante! Ti ha persino scassato la macchina! >> esclama con un furore gelido. Da brivido ve lo assicuro.
    << Quanto a quello, in fondo visto la mia auto, si potrebbe quasi considerare un miglioramento, almeno adesso ha un’aria un po’ vissuta! >> dico ironico, ammiccando con le sopracciglia.
    Non so come, ma sono riuscito a farla ridere. Ma poi torna seria di nuovo.
    << Non so tu, ma a me non basta che venga sbattuto fuori dalla polizia! Io voglio vendicarmi! E….ora che ci penso so anche come! >> uno strano luccichio le brilla nello sguardo, lo riconosco è quello che ho sempre io prima di combinare uno scherzo.
    << Che hai intenzione di fare? >> le chiedo pronto a soddisfare il mio diavoletto.
    << Tanto per cominciare, indire una riunione d’emergenza! >> con queste sibilline parole, prende a digitare a velocità supersonica sul telefonino.
    E’ chiaro che sta mandando dei messaggi ai suoi amici. Io cerco di sbirciare per capire cosa scrive ma non ci riesco, va troppo veloce!
    << Andiamo! >> poi mi fa.
    << Dove? >> chiedo confuso io
    << A casa di Giles, la riunione si terrà là! >> mi spiega spiccia.
    Quando vede come è ridotta la mia auto, la osserva come se osservasse un’opera d’arte.
    << Sai che ti dico…hai ragione…sembra meglio, incredibile ma è così! >> naturalmente scoppiamo entrambi a ridere.
    Siamo i primi ad arrivare a casa dell’osservatore, non c’è neppure lui. Buffy prende una chiave nascosta dietro una pianta e apre la porta.
    << Ottimo sistema antifurto! Eppure il tuo Giles mi sembra grande e vaccinato, e ancora non sa che questi trucchetti sono il pane dei ladri? >> che volete farci è il poliziotto che è in me a parlare.
    << Willow ha fatto un incantesimo alla chiave, solo chi ha il permesso di usarla può prenderla, altrimenti diventa intangibile! >> bel trucchetto rossa, magari potrei approfittarne.
    << Pensi che al tuo osservatore scoccerà se mi faccio un caffè? Questa mattina non sono ancora riuscito a berne una tazza, a dire il vero non ho nemmeno fatto colazione! >> chiedo facendo una faccia simil smunta.
    << Amore, perché non me lo hai detto prima! Tu vai a sederti ci penso io a portarti da mangiare, se non sbaglio ci dovrebbero essere dei biscotti al cioccolato, ti vanno bene? >> adoro i biscotti in generale, ma quelli al cioccolato sono i miei preferiti.
    << Più che bene, passerotto! >> se mi chiami amore e poi mi servi, sono al settimo cielo.
    Mi accomodo come un pascià sul divano, in attesa della mia concubina che un paio di minuti dopo mi porta una bella tazza di caffè e un piatto pieno di biscotti fatti in casa, settimo cielo? Sono perlomeno al nono. E i bacetti che ci scambiamo fra un biscotto e l’altro mi fanno giungere anche oltre.
    << Vi sarei grato se la smetteste di sbaciucchiarvi in casa mia! >> è arrivato il guastafeste!
    << Si può sapere qual è l’emergenza? E cosa è successo alla sua auto? >> deve avere visto il danno arrivando.
    << Qual è l’emergenza? E che è successo all’auto di Spike! >> sono arrivati anche gli altri due.
    Visto che io sono impegnato a mangiare, è Buffy a raccontare tutto quello che mi è successo. Enfatizzando leggermente le cose.
    << Non so come la pensate voi, ma a me non va giù che quel….testa di….si sia preso gioco di noi in questo modo! Senza contare che ha aggredito Spike! Beh la sua auto…ma fa lo stesso! >> dio come ti adoro in questo momento.
    Sta tirando in fuori il labbro inferiore e io muoio dalla voglia di mordicchiarglielo.
    << Giusto! Dobbiamo fargliela pagare! Hai già qualcosa in mente, Buffy? >> lo sapevo che la rossa è un tipo focoso.
    << Concordo appieno! Qual è il piano? >> incredibile anche Xander è d’accordo.
    Mi sa che sarò costretto a non considerarlo più un bamboccio, visto che tifa per me.
    << Calma ragazzi, in fondo il tenente Finn è ancora un agente, potremmo metterci nei guai se gli facessimo qualcosa! >> la voce della ragione, bleah!
    << Tranquillo Giles, non ho in mente niente di cruento! Ma solo di dargli una spintarella nella direzione che ha intrapreso! >> enigmatica la ragazza, chissà cosa passa per quella testolina adorata.
    << Dicci tutto! >> è una corale.
    << Dunque, Willow…ti ricordi di quella tisana che preparasti due anni fa? Devi rifarla esattamente uguale! Xander, hai ancora il costume della recita di fine anno? Si? Bene, vai a prenderlo! Spike il tuo compito sarà di scoprire dove si trova Finn, con il tuo fiuto non dovresti avere problemi! Giles lei verrà con noi e ci seguirà con la sua auto, non appena lo avremo trovato, Spike se ne andrà, magari a crearsi un alibi e noi faremo il resto! >> non ci ho capito niente! E poi perché dovrei avere bisogno di un alibi? Ma soprattutto perché gli altri sghignazzano?
    << Ehmm, passerotto, non è che mi daresti qualche chiarimento? >> chiedo completamente spaesato.
    << No! Voglio che ti gusti la scena! Ti dirò solo che Willow due anni fa combinò quasi un mezzo disastro a causa di una tisana magica, che aveva degli effetti strani su chi la beveva! Quando ti farò uno squillo dovrai andare alla centrale e aspettare lì! Capirai ! >> decisamente enigmatica.
    << Non è che se gli fanno gli analisi scoprono cosa ha preso? >> deformazione professionale, non voglio che si metta nei pasticci.
    << Non preoccuparti, è una normalissima tisana alle erbe che si compra in erboristeria, quello che la rende particolare è l’incantesimo e quello le analisi non lo possono rivelare! >> interessante!
    Visto che la riunione è finita, tutti noi ci mettiamo a fare la nostra parte del piano. Prima di uscire, però, Xander mi tira da una parte, ha qualcosa da dirmi a quanto sembra!
    << Senti, all’inizio tu non mi stavi per niente simpatico! >> sentimento reciproco.
    << Ma poi ho capito che ci tieni veramente a Buffy! >> concordo.
    << Ma soprattutto che lei ci tiene a te! >> per mia fortuna.
    << La conosco da cinque anni e non l’ho mai vista felice come in questi giorni! Questa mattina, era addirittura raggiante! >> credo di sapere il perché! Eh, Eh!
    << Quindi ho deciso di darti una possibilità! Ma guai a te se le fai del male….non so ancora come, ma te la farei pagare cara!>> apprezzo quello che sta dicendo.
    << Se mai dovessi farle del male, hai il mio permesso di farmi quello che credi! Anzi, ti aiuterei pure! >> voglio che sia chiaro che una simile eventualità non la tollererei nemmeno io.
    Messo in chiaro le cose fra di noi, ci lasciamo con una vigorosa stretta di mano. Forse mi sono appena fatto un nuovo amico!
    Ed ora via, alla caccia del soldatino!
    Mentre mi aggiro, naso per aria, Buffy mi chiede cosa mi ha detto Xander, quando le riferisco la conversazione, sorride felice. Le fa piacere che il suo migliore amico e il suo ragazzo vadano d’accordo. Non resisto più la devo baciare, almeno una volta.
    << Se continuate a sbaciucchiarvi ogni due passi non lo troveremo mai ! >> grida Giles dall’auto, è proprio un gran guastafeste!
    Torno al mio lavoro di segugio, ho fiutato una pista e mi dirigo sicuro verso la parte nord della città, il soldatino, si è diretto in uno scalcinato motel sulla statale. Evidentemente resosi conto di avere combinato un guaio, ha ben pensato di rifugiarsi lì, invece di tornare a casa.
    Bene, il pollo è stato trovato! Alloggia presso la camera 12, il mio compito si è concluso, ma ora come torno alla mia auto?
    << Passerotto, mi sa che il tuo piano abbia una falla! Se Giles resta qui ad aiutarti, a me tocca tornare a piedi fino a casa sua, per riprendere la mia auto, non posso rischiare di prendere un taxi, si potrebbe rivelare una prova a mio carico! >> le faccio notare.
    << Hai ragione, scusa! Senti, facciamo così, io resto qui a sorvegliare Finn, mentre Giles ti riporta a casa sua! Che ne dici? >> a dire il vero è proprio quello su cui contavo.
    Salgo quindi sull’auto dell’osservatore, il quale dopo neanche un minuto attacca discorso.
    << Avevo giusto bisogno di parlarti! A proposito di Buffy! Lei per me è come una figlia…e sinceramente il rapporto che si è creato fra di voi mi preoccupa alquanto! >> me lo ero immaginato.
    Non rispondo, voglio vedere dove vuole andare a parare.
    << Non che abbia qualcosa contro di te….beninteso….ma sono impensierito dal fatto che intendete prendete questa storia troppo sul serio! Non fraintendermi, se tu fossi stato un normale essere umano non ci sarebbero stati problemi! Ma sei un vampiro….e anche se invecchi lentamente…hai davanti a te una vita molto più lunga di quella di Buffy! >> eccoci arrivati al punto dolente.
    << Ti riferisci al fatto che mentre io rimarrò relativamente giovane, Buffy invece invecchierà e morirà? E che non potrò darle dei figli? Né assicurarle una vita normale? >> metto il dito nella piaga.
    << Esattamente! Vedo che anche tu hai considerato la cosa…sarebbe meglio se interrompeste la vostra relazione, per il vostro stesso bene, prima che diventi troppo seria! >> è già seria, ma tu non sai quanto.
    << Ascoltami Rupert, se devo essere sincero anch’io avevo bisogno di parlarti, giusto di questo! Mi ero immaginato i tuoi timori, ma non ero certo che tu fossi all’oscuro di alcune cose, il discorso che mi hai appena fatto invece lo conferma! Ci sono fatti che tu non conosci, evidentemente; fatti di cui vorrei discutere con te! Ma è un discorso troppo lungo da fare e non credo che questo sia né il momento né il luogo migliore per farlo! Quindi che ne dici se domani mattina vieni a casa mia verso le nove e ne parliamo con calma? Non devo essere a casa di Buffy prima di mezzogiorno! >> gli ho messo la pulce nell’orecchio.
    << Va bene? Ma non potresti darmi almeno un accenno adesso? >> la pulce sta facendo il suo lavoro, è curioso come una scimmia!
    << Mettiamola così, tu ripassati quello che sai, su cosa rende una cacciatrice quello che è! Presumo che tu sappia almeno da dove trae la sua forza, se invece non lo sai….lo scoprirai domani mattina! >> rispondo enigmatico.
    Sento che vorrebbe chiedermi di più, ma intanto siamo arrivati davanti a casa sua e la conversazione deve interrompersi, lui deve tornare da Buffy. Chissà cosa ha in mente di fare quella adorabile testolina.
    Sono stanco, nell’ultime ventiquattro ore ne ho dormito solo tre. Vorrei tornare a casa e farmi un bel sonnellino, ma essere da solo a casa a dormire, non è un gran ché come alibi, sempre se devo averne bisogno. Quindi mi decido, andrò a comprarmi dei vestiti nuovi, domani voglio presentarmi a casa di lei indossando qualcosa che non sembri uscito dallo straccivendolo. Voglio fare una buona impressione sulla mia futura suocera! E magari sorprendere un po’ Buffy.
    Poi devo fare anche la spesa, la mia scorta di sangue si sta esaurendo! E perché no, potrei invitare Buffy a cena, una seratina in casa, candele, musica romantica…il mio letto…oddio ho i bollori solo a pensarci.
    Sto sistemando la carne nel frigorifero, quando mi arriva la telefonata di Buffy. Devo correre alla centrale.
    Quando Liam mi vede arrivare strabuzza gli occhi.
    << Che ci fai tu qui? Pensavo che fossi a dormire o con la tua bella, o entrambe le cose insieme! >> mi chiede.
    Gli racconto sommariamente quel poco che so.
    << Che pensi voglia fare? >> mi chiede perplesso.
    << Non ne ho la più pallida idea, ma non voglio perdermelo! >> ghigno io.
    In quel momento squilla di nuovo il cellulare, è sempre lei.
    << Affacciati alla finestra e aspetta! Sta arrivando, lo spettacolo comincia! >> mi dice sibillina, per poi riappendere subito dopo.
    Io e Liam facciamo come ci è stato chiesto. All’inizio non vediamo niente di strano, ma poi da un vicolo spunta Finn.
    Non dimenticherò mai quella scena, rimarrà per sempre impressa nella mia mente.
    Il soldatino è vestito e truccato come una ballerina classica, avete presente il tutù? Si muove come danzando al ritmo di una musica che sente solo lui. Mi sbaglierò ma mi sembra che stia interpretando la morte del cigno, peccato che sembri di più un anatra. Liam ed io ci guardiamo in faccia poi guardiamo di nuovo lui e infine scoppiamo a ridere come matti.
    Chiunque lo veda adesso non si farà più dubbi sulla sua sanità mentale, Buffy lo ha veramente conciato per le feste.
    Intanto lui tutto concentrato continua il suo balletto, mentre gli agenti di guardia lo fissano sbalorditi. Ehi! Ha fatto una piroetta niente male! Se mai lo faranno uscire dal manicomio potrebbe avere un futuro come ballerino. Alla fine stramazza al suolo, l’anatra è morta, no aspetta, vedo una zampa che ancora si muove, l’ultimo singulto prima di dire addio alla sua carriera!
    Solo a quel punto gli agenti, si riscuotono dal torpore in cui erano caduti ed intervengono. Qualcuno arriva portando una camicia di forza! Io e Liam invece applaudiamo entusiasti dello spettacolo, non ci crederete, ma lui tutto contento ringrazia!
    Il telefonino squilla di nuovo.
    << Piaciuto lo spettacolo? >> incomparabile, passerotto sei proprio la donna per me!
    << Sia io che Liam facciamo i nostri entusiasti complimenti alla regista e sceneggiatrice! L’interpretazione lasciava un po’ a desiderare, ma la sceneggiatura è fantastica, non mi sono mai divertito tanto! >> dico ancora sghignazzando a più non posso.
    << Tutto merito della pozione di Willow, lo scoprimmo per caso, ha la capacità di far cadere chi la beve, in uno stato simile all’ipnosi! Dopo puoi fargli fare tutto quello che vuoi, l’effetto dura circa un’ora e non lascia tracce sull’organismo! >> grande rossa e grande cacciatrice!
    << Toglimi una curiosità amore, ma davvero Xander ha indossato quel tutù alla recita di fine anno? >> me lo immagino, deve essere stata una recita molto spassosa.
    << Sì! A casa ho anche il nastro che lo prova, lo ha girato la mamma! Se vuoi domani te lo faccio vedere! >> contaci passerotto non me lo perderei per niente al mondo.
    << Era una commedia comica, devo ammettere che Xander è stato impagabile, ha delle belle gambe! A proposito se ti è possibile vedi se riesci a recuperare il costume, ci tiene! Dopo la recita un gruppo di ragazze si gettò letteralmente fra le sue braccia e per lui è diventato come un trofeo! >> a cosa si deve ridurre un uomo.
    << Vedrò cosa posso fare, visto che io e lui stiamo diventando amici, non vorrei deluderlo! Senti amore, che ne dici se stasera vieni a cena da me? >> propongo pieno di speranze.
    << Proposta interessante, ma vengo solo se mi prometti che ora vai subito a casa a dormire…ti voglio in forze per il dopo cena! >> maliziosa la piccola.
    << Adoro i dopocena, non me li perderei per niente al mondo….vado subito a fare la nanna! >> e che sono scemo?
    Faccio un saluto spicciolo a Liam (che ha ascoltato la conversazione) e corro subito a casa, punto la sveglia alle sette per essere certo di svegliarmi in tempo e mi getto fra le braccia di Morfeo. Uhmm…sogni erotici….
    Quando lei arriva sono le otto, ho fatto una bella doccia e mi sono messo uno dei miei vestiti nuovi, semplici jeans attillati e una camicia bianca, a cui ho lasciato qualche bottone slacciato, portata fuori dai pantaloni. L’effetto non è niente male, sembro più giovane! Inoltre sul fuoco sta bollendo la pentola, dove a breve getterò le tagliatelle.
    Il menù della serata è questo: tagliatelle panna, asparagi e pancetta, seguiti da scaloppine al vino bianco con contorno di carotine primavera saltate al burro! Per concludere una bella macedonia di frutta fresca, la cena ideale per chi non vuole appesantirsi troppo, in previsione di un’intensa attività fisica notturna!
    La faccio accomodare al tavolo preparato sulla terrazza, elegantemente apparecchiato e sul quale ho acceso una candela del colore della sua pelle! Il cielo notturno con le sue stelle sembra volerci abbracciare, come sottofondo musicale ho scelto un CD di Barry White, uno degli uomini con la voce più sexy che io abbia mai sentito (peccato che sia morto!), l’ideale per una seratina romantica.
    I suoi occhi mi mandano lampi di eccitazione, ed io mi sento scorrere brividi sotto la pelle. Dio piccola, stasera sei bellissima con quel tubino nero che indossi, sembra che stia su per miracolo! Non vedo l’ora di togliertelo, e ammirarti con le giarrettiere che certamente indossi! Ma prima la cena, ho bisogno di calorie da poter bruciare in seguito.
    Prendo dal frigo il vino bianco che mi è servito anche per preparare la cena, è alla temperatura giusta, lo verso delicatamente nei calici che ho preparato. Facciamo un piccolo brindisi, a noi e al destino che ci ha finalmente fatto incontrare. Poi le porgo una rosa che avevo tenuto nascosta dietro la schiena, è rossa, come la passione che sento per lei.
    Questa sera non parliamo, ho ancora molto da raccontarle, da dirle, ma questa sera sono i nostri corpi a parlare. Mangiamo senza quasi renderci conto di cosa mettiamo in bocca, poi le tendo una mano e la invito a ballare al suono di una musica che proviene da dentro di noi, il CD infatti è finito. Poi i soli suoni che si sentono sono i gemiti e le grida di piacere, questa volta non devo andarci piano, ma non per questo il tutto è meno dolce.
    A mezzanotte in punto la deposito davanti a casa sua, Cenerentola non è tornata dal ballo tutta sola e quello che c’è tra noi non svanirà tutto come per magia! Lei rientra in casa stringendo e annusando la rosa che le ho donato.
    Non resisto, mi arrampico di nuovo sull’albero, voglio vedere se ha ancora il pigiama con le paperelle o lo ha sostituito! Mi nascondo fra le fronde e la spio come l’ultimo dei guardoni, mentre si spoglia. Lei si muove come se io fossi lì con lei, come se si spogliasse per me, in una danza erotica.
    TBC.....
  12. .
    20°Capitolo
    C’è il sole fuori. Vedo i raggi fluire dalla trappola delle finestre.
    Scorrono lunghi verso le coperte, lasciando il mio corpo in ombra.
    Una copriletto di raso porpora si stringe a me tenendomi al caldo, mentre le voci della tv si espandono nella mia mente. Mi metto a sedere in quel letto non mio mettendo a fuoco la stanza.
    So dove sono. Dove da sempre avrei voluto essere. Tra le sue lenzuola.
    Il mio corpo stranamente trema e la mente è persa nell’oblio volontario di quei ricordi senza passato. Un mostro senza volto traccia linee di sangue sulla mia pelle che qualcuno lava via con dell’acqua. Non sono io.
    Sono l’ombra di quella che ero o forse non sono mai stata. Stringo le braccia al mio copro sussultando per quell’indumento estraneo. Il suo profumo si propaga nella mia mente mentre fisso la camicia blu di cotone che mi copre.
    Non ricordo nulla delle ore precedenti oltre quella piscina. La mia mente si aggroviglia tra quelle mostruose statue greche e sulla bocca di quel mostro. Corre verso il suo corpo, aggrappandosi forte, singhiozzando disperata …”Perdonami” e poi nulla. Buio totale.
    Perdonarti Spike? E di cosa? Di avermi fatto innamorare disperatamente di te?Non è colpa tua?
    E’ il mio cuore che sciocco ha creduto in una luce senza vita.
    Mi alzo piano mentre la testa mi gira per qualche istante quando i miei piedi toccano il pavimento. La voci senza significato della tv continuano a mescolarsi nel mio cervello.
    Attraverso piano la camera da letto affacciandomi nella stanza illuminata dalla tv.
    Spike è seduto in poltrona, fissa distante lo schermo che trasmette un programma arabo.
    I suoi occhi si perdono sulla parete,immobile tiene tra le dita una sigaretta.
    Poi di colpo sente la mia presenza e si volta.
    Io sono sulla porta, ancora coperta solo dalla sua camicia. Si alza di scatto venendomi in contro.
    -Come stai?- mi chiede preoccupato senza toccarmi.
    -Sto bene- rispondo senza guardarlo. Turbata, imbarazzata terribilmente da quello che ha visto.
    -Non ho ritenuto opportuno chiamare un dottore, ma se vuoi sporgere denuncia….-
    -Non voglio farlo- lo blocco notando che evita di dire chiaramente quello che è accaduto ieri notte. Quello che l’uomo senza volto stava per farmi.
    -Non vuoi riposare ancora un po’?- mi chiede guardandomi per la prima volta.
    Io mi perdo in lui e sento che lo amo. Che vivo di lui. Che è la cosa più importante della mia vita. Ma non lo dico. No potrò mai dirglielo. E questo mi fa mancare il respiro, mi fa mancare la vita.
    -Perché eri li?- mi chiede mettendo via la sigaretta ancora accesa.
    -Lavoro- rispondo balbettando. Mi vergogno, di me e del mio corpo, di tutto quello che sono.
    Lo schifo che sono, parafrasando una sua frase.
    -La pagherà- dice rabbioso stringendo i pugni e io vibro.
    Perché si comporta così?Cosa l’ha ferito tanto? Da dove provenivano quelle lacrime che cocenti mi hanno bagnato la pelle l’altra notte? Amami Spike. “Non potrei mai ricambiare Buffy”.
    -Non importa Spike- dico fissandolo. Ripenso a quelle ore e stringo le mie braccia al corpo come per cancellare quei segni di fuoco.
    -Mi dispiace- mi dice abbassando gli occhi lui. Io lo guardo. Le lacrime mi pungono gli occhi.
    -Non è colpa tua, vado a rivestirmi- dico voltandomi di scatto per non mostrare tutta l’angoscia che mi brucia urlando straziata dentro. Tutto il dolore che lancinante mi sta uccidendo.
    Perché ho solo paura di amarti.
    Perché ti amo terribilmente Spike Stratford e so che non amerò mai nessun altro quanto te, che virò solo e sempre del tuo ricordo, della tua voce, delle tue mani.
    -Ti prego dimmelo Buffy- dice di colpo lui mentre io sono quasi nell’altra camera.
    Vibro senza voltarmi.
    -Cosa vuoi sapere Spike?- chiedo mentre sto piangendo. Mentre mi odio per starlo facendo.
    -Dimmi che mi ami- mi chiede duro o forse terribilmente impaurito. Io mi volto di scatto.
    Mostro le mie lacrime. Non ho più la forza di nasconderle. Lui mi guarda.
    -Perché?- gli chiedo senza muovermi.
    Lui mi fissa, stringe i pugni. La stanza è ancora poco illuminata, la tv continua a parlare.
    -Perché devo saperlo- mi dice senza avvicinarsi. Fisso la sua maglietta nera.
    Vorrei solo stare con lui. Morire con lui. Amare Spike Stratford.
    -Ti amo- gli dico .Non so perché lo faccio. Non so perché piango. Ma voglio dirglielo, voglio dirglielo fino a morire e sperare, sperare che lui mi baci ancora.
    -Ti amo come non ho mai amato nessuno e come non potrò mai amare nessuno- rispondo fissandolo negli occhi, mentre lui si copre di meraviglia.
    E lo urlo a me stessa. Basta combattere Buffy. Il tuo cuore è stato rubato, trascinato in quel turbine senza ritorna. Le ali si sono attaccate provocando un dolore acuto alla lampada incandescente. L’odore di bruciato è atroce.
    Lo guardo. Cerco ansimante una sua riposta. Cerco sconvolta nei suoi occhi la forza di vivere.
    Dammi la risposta Spike. Dammi le parole a cui aggrapparmi per non morire.
    Morirò Spike senza di te. Perché ti ho conosciuto, sei nella mia carne ed essa non può più vivere senza.
    Carne ed anima.
    Lui continua a fissarmi. Si specchia nei miei occhi smerlando con tutto quello splendore del suo oceano.
    Amami Spike. Fa l’amore con me. Anche solo stanotte. Dopo morirò. Non importa.
    Mi volto dopo averlo scrutato un’ ultima volta. Senza parlare chiudo la porta, senza avere il coraggio di aspettare quella risposta che tanto lui non mi darà.
    Cerco con lo sguardo il mio vestito e mi rivesto in fretta.
    Sento ogni rumore. Tutto si propaga.
    La zip del vestito, la coperta che fruscia vicino alle mie gambe, la tv nell’altra stanza ancora accesa. Esco dopo pochi istanti e lui è ancora lì. Vicino alla porta, questa volta con la schiena vicina al muro.
    -Mi dispiace- mi dice mentre io gli passo davanti. Non so di cosa.
    Se di avermi fatto innamorare perdutamente di lui, di avermi costretta a dire che lo amavo o di non potermi amare. Non lo so. Non voglio saperlo.
    -Non importa- rispondo. E’ giusta per tutte le ipotesi. Falsa comunque. Esattamente come prima. Scivolo fuori dalla sua camera e piango. Piango come non ho mai fatto in tutta la mia vita. Singhiozzando mentre mia aggrappo al muro del corridoio. Perché so che non ce la farò.
    Che non resisterò a vivere una vita falsata. Un film senza luoghi e suoni.
    Non posso dimenticare. Non riuscirò. Vivo di lui.
    Piano mi accascio sul pavimento, piangendo forte. Sperando che nessuno senta.
    Che nessuna veda. Che nessuno percepisca la mia disperazione.
    Perché lo amo, lo amo più della mia vita e non so come.
    Come mi sia innamorata di un attore di cui non conoscevo nemmeno il nome, di due occhi che non avevo mai visto un mese fa, di quella voce che mai prima avevo ascoltato. Come è possibile?
    Dove era scritto? Ma so di essere nata solo per amarlo. Solo per viverlo, nella mia mente, nei miei sogni. Lui eterno e indissolubile. Indelebile.
    La porta della stanza si apre di colpo mentre Spike esce quasi correndo. Io alzo la testa dalle mani. Ecco cosa sono. Guardami. Guarda cosa non potrei mai essere.
    Lui veloce si accascia al mio fianco prendendomi la testa tra le mani e cominciando a baciarmi.
    Gli occhi, il viso, le labbra. Dieci, cento, mille baci, ansimante senza fermarsi.
    Io comincio a colpirlo piangendo forte. Colpendo lui che mi ha distrutto la vita, piangendo perché sia qui donandomi la speranza.
    Non sono nulla di quello che ero un mese fa.
    I suoi occhi cerulei hanno sconvolto la mia esistenza. Continuo a colpirgli il petto singhiozzando, senza sosta.
    -Amami Buffy, non potrei vivere senza.- mi intima baciandomi tutto il viso freneticamente e stringendomi forte.
    -Ti amo Spike, ti amo- gli ripeto urlando mentre continuo a colpirlo.
    Colpire lui che mi ha stravolto l’anima. Lui di cui non potrò fare a meno nemmeno un attimo. Piange, piange insieme a me e io ansimo di paura.
    Non so quello che accade. Non so quello che il suo cuore sente, ma percepisco la sua anima. Percepisco il mio essere nata per viverlo. Ogni suo muscolo, ogni suo gesto, ogni suo attimo. Continuando a singhiozzare mi aggrappo a lui stretta, continuando a ripetergli di amarlo. Continuando ad intimarlo alla mia anima.
    Dolcemente mi prende tra le sue braccia riportandomi in camera e io per la prima volta mi riposo.
    I miei muscoli smettono di tendersi, la mia mente trova la pace, lì tra le sue braccia e mi chiedo solo come sia potuta esistere la mia vita fino ad allora. Come e perché io sia cresciuta senza conoscere il suo volto .
    Mi adagia piano sul divano e prima ancora che mi lasci comincia a baciarmi la bocca. Prima lentamente, succhiando dolcemente le mie labbra e poi insinuando voracemente la sua lingua nella mia mentre io mi aggrappo alla sua schiena.
    -Vuoi fare l’amore con me Buffy?- mi chiede continuando a baciarmi il collo. Io muoio tra le sue parole e so che non potrei vivere un altro istante senza che lui entri dentro il mio corpo, fino alla fine.
    L’immagine sporadica del suo corpo che si riveste velocemente e dei suoi occhi imbarazzati mi fanno vibrare l’anima rabbrividendo.
    Lui si stacca da me e mi guarda negli occhi, con il suo oceano azzurro.
    -Sono stato a letto con centinaia di donne Buffy- mi dice lui dolcemente facendo stonare terribilmente il tono della sua voce con le sue parole e io senza capire distolgo lo sguardo.
    Lui dolcemente gira il mio viso verso al suo.
    -Ma voglio che la prima volta che faccia l’amore sia con te- mi dice serio, terribilmente sconvolto dalle sue stesse parole, con quell’oceano su di me che sono i suoi occhi.21°Capitolo
    Mai è stato così vicino.
    Mai un uomo, il suo volto ,le sue braccia, mi hanno toccato così in profondità.
    Qualcuno ha sfiorato da lontano la mia pelle, ma io non c’ero.
    Lontana correvo alla ricerca di qualcosa di più grande, convinta che potesse esistere.
    Convinta che ci fosse qualcuno che mi avrebbe rubato l’anima, che mi a avrebbe saputo toccare davvero.
    Ed ora è davanti a me. E non mi importa dei suoi soldi e del suo nome, ne del mio.
    Mi importa solo dei suoi occhi.
    Quegli occhi che mi hanno stravolto la vita.
    Gli occhi che mi hanno dato la conferma che qualcuno c’è davvero lassù.
    Lui continua a fissarmi. Spaurito, sconvolto da se stesso. Da quello che sta diventando per me.
    Lo sento, percepisco chiara la sua mutazione. O forse è solo la mia mente che se ne convince.
    Il suo corpo preme sul mio ed io sento la sua erezione forte su di me.
    Ricomincio piano a baciarlo, succhiando dolcemente le sue labbra infinite.
    Il cuore urla forte nel mio petto. Scalpita furioso e impaurito per queste ore che si tingeranno di sconosciuto. Non ho alcuna paura dei rimorsi. Non ci saranno.
    Non dirò che non ha mantenuto le sue promesse perché non ne ha fatte.
    Non dirò che non mi ha amata perché nemmeno ora so se sia così.
    Voglio solo darmi a lui. Donare ciò che c’è di più importante in me.
    Ciò che resta delle giovane Buffy, della sua freschezza, della sua ingenuità.
    A lui che mi fa volare il cuore, lui che mi lascia senza fiato, respiro.
    Che mi fa sentire donna per la prima volta e bambina sempre.
    Che mi fa toccare una felicità mai nemmeno immaginata. Che mi fa avere paura di morire.
    La mia bocca piano scende sul suo collo mentre lui comincia ad aprirmi la zip del vestito.
    I ricordo sono nell’oblio. Siamo solo noi.
    La stoffa bianca scivola sulla mia pelle arrivando fino alle mie gambe mentre lui scende ad accarezzarmi con la lingua i seni. Mi inarco gemendo verso di lui quasi piangendo di piacere. Dolcemente mi slaccia il reggiseno con le sue mani esperte.
    Le mani in cui morirei. Le mani in cui vivrei.
    Piano appoggia la sua lingua sui miei capezzoli turgidi e comincia a succhiarne l’estremità mentre io stringo la sua testa dai riccioli assurdi.
    Continuo a gemere intensamente sotto il suo tocco ad occhi socchiusi non sapendo se arriverò alla fine di questa folle corsa dai colori sfocati.
    So solo che lo amo. Che lo amo infinitamente. Che mai è esistita un’emozione tanto intensa,
    un’ emozione che mi spezza il fiato.
    Di colpo lui si stacca dai miei seni e posso percepire il suo respiro affannato, i suoi occhi lucidi.
    Si sfila la maglietta veloce lasciandola ricadere ai piedi del divano e io spalanco gli occhi davanti al suo addome. Piano, con la terribile sensazione che possa scomparire, comincio a toccare la sua schiena e poi i suoi pettorali mentre lui comincia a gemere con me.
    Lo stringo forte a me mentre sento la sua pelle a contatto col mio seno. Un calore senza fine mi invade.
    -Ti prego vieni dentro di me- supplico con voce roca mentre lo stringo.
    Mentre sono stravolta da me stessa.
    Lui si stacca da me spalancando gli occhi. Leggo ancora quella tremenda paura che non capisco. Frettolosamente lo libero dai jeans e lui si posiziona tra le mie gambe cominciando a muoversi.
    Un movimento lento e infinto che mi fa venire voglia di urlare, mentre il suo pene scivola vicino alla mia femminilità coperta solo dagli slip.
    La sua voce ora è diventata roca e sconnessa mentre ringhiando mi libera da quel sottile strato di stoffa e sconvolgendomi scivola col viso tra la mia femminilità. Boccheggio sconvolta mentre un piacere senza fine si impossessa di tutto il mio corpo. La sua lingua lecca tutta l’estremità bagnata della mia zona più intima ripetutamente senza fermarsi, con movimenti ritmici mentre io urlando di piacere spingo verso la sua faccia. Improvvisamente un emozione immensa mi avvolge mentre lui comincia a muovere la sua lingua nel mio stretto canale e io sento che mi sto bagnando ancora di più. Comincio ancora una volta a premere il mio bacino verso il suo viso che continua a spingere dentro di me, mentre mi afferra con forza le cosce.
    Gemo senza fermarmi urlando il suo nome mentre sento il suo respiro diventare sempre più instabile e posso vedere la sua erezione attraverso gli slip arrivare al limite.
    Urlo senza sosta mentre sento che un piacere mai conosciuto comincia a pervadermi e lui si stacca da me lasciandomi senza fiato.
    -Non ora amore- mi dice lasciandomi a boccheggiando di piacere, sperando che lui continui.
    Calde lacrime cominciano a sgorgarmi sul viso mentre tutto diventa muto.
    Mentre solo i nostri corpi esistono, senza sosta.
    Ti amo Spike Stratford, ti amo da quando ti ho visto la prima volta fumare su quel balcone.
    Ti amo quasi da morire. Lui mi tocca il viso baciando le mie lacrime mentre si libera da quell’ultimo indumento.
    Lui il giornalista bugiardo, l’attore dagli occhi infinite, William, Spike Stratford.
    Immenso e indimenticabile. Quello che amerò per sempre. Dovunque sarà.
    -Non aver paura- mi sussurra all’orecchio mentre comincia a spingere piano in me.
    -Non ne ho- gli dico. E sono sincera. Voglio solo averlo in me. Il resto non conta.
    Voglio solo amarlo senza sosta.
    Lui continua a baciarmi il collo, sale piano fino alla mia bocca non lasciandomi mai mentre io mi aggrappo alla sua schiena, mentre un dolore acuto mi trapassa il corpo.
    Mi stringo più forte a lui senza sosta.
    -Sei l’unica amore mio- mi dice lui mentre io piango di gioia senza sosta.
    Il dolore diventa maggiore mentre sento i nostri corpo che si uniscono, mentre so che la mia felicità sta per essere completa.
    I suoi occhi tornano nei miei, sconvolti, spaventati mentre boccheggia di piacere insieme a me. Quando finalmente posso sentirlo tutto dentro di me lui sparisce col viso nell’incavo del mio collo riprendendo a baciarlo e cominciando a muoversi piano in me.
    Geme insieme a me senza sosta mentre il piacere più bello e intenso che abbia mia conosciuto e nemmeno immaginato mi pervade l’anima.
    Immenso senza fine.
    Dolcemente mi culla con le sue spinte indelebili che mi fanno vibrare il cuore.
    Sento le mie pareti stringerlo più forte mentre prego solo che non finisca mai.
    La sua voce rotta dal piacere mi accompagna in questo viaggio di immenso, in questo piacere illimitato.
    Il movimento dopo un po’ comincia a diventare più sconnesso e ansioso mentre il dolore scompare completamente per lasciare il posto ad una droga fantastica, una godimento senza freni.
    Spike comincia a spingere con più forza in me mentre mi guarda boccheggiare di piacere.
    Fissa le mie labbra tremando insieme a me e sembra godere del mio piacere.
    Mi afferra le cosce per spingere più a fondo, più forte, più veloce, lasciandomi dapprima senza fiato e poi mi fa urlare senza freni il suo nome mentre sento che sto per raggiungere un emozione immensa.
    - Vieni per me amore- mi sussurra alle orecchie mentre io non aspetto un altro secondo. Un piacere senza fine si riversa in me lasciandomi senza nemmeno la forza di urlare sostituito da un immenso appagamento che mi stranisce per attimi infiniti.
    -Ti amo Spike- urlo nell’apice del godimento continuando a muovermi in modo sconnesso sul suo pene e cozzando con forza verso di lui.

    Spike comincia ad urlare il mio nome senza sosta mentre gode con me, senza fermarsi e comincia a spingere con movimenti sconnessi prima di riversarsi completamente dentro di me, ansimante e senza fiato.
    E so di essere arrivata. So di essere nata solo per essere in questo momento preciso.
    Penso alla perfezione. Ora so che esiste. E può nascere anche da me.
    Da Buffy Summers. Quella che vive in un appartamento da puffo, con un pesce rosso e scrive per una rivista di addominali unti.
    Può nascere anche dalle mie lacrime calde, dal mio cuore innamorato, dalla mia anima sempre vergine.
    Spike sorridendo mi bacia ancora, con la stessa passione e poi mi fa appoggiare il viso sul suo petto.
    Per la prima volta dormirò tra le braccia di un uomo
    La perfezione è nato ora, adesso…in questa unione, sulla sua pelle, tra la sua carne di cui per sempre vivrò.
    22°Capitolo
    La vita scorre sulla mia pelle. Scivola veloce mentre il mio corpo cerca di afferrarla, viverla ancora senza freni.
    Corro ansimante verso attimi d’immenso,verso giorni senza fine.
    Rivedo il mio corpo piccolo, ancora privo di forme femminili, il capo nascosto dal cuscino per non sentire quegli insulti, quelle urla.
    E’ colpa tua Buffy. E’ per questo che sono sempre arrabbiati.
    Ma tu non sarai così.
    Il tuo bimbo si cullerà sul tuo seno, godendo del tuo profumo, immerso in una dolce ninna nanna.
    La mia mente di colpo si allontana da quel mondo sfocato, mentre comincio ad aggrapparmi al presente.
    Fresche lenzuola ricoprono il mio corpo. Un piano soffice ha accompagnato le mie ore.
    La mia mente si perde ancora nell’oblio mentre mi volto nel torpore del sonno.
    Qualcosa di eccessivamente insolito urta col mio corpo tanto da farmi sussultare, spalancare gli occhi e tornare di colpo alla realtà.
    Quello che mi trovo davanti non è certamente il corpo flaccido di mio padre coperto dal suo pigiama in flanella e questo mi fa perdere un battito.
    Un torace liscio e chiaro è al mio fianco e ci metto qualche istante per alzare il mio sguardo fino al suo viso. La temperatura è salita di colpo mentre mi rendo conto di non essere nel mio appartamento, ma nel letto di un uomo. E questo è solo l’inizio.
    Me ne rendo conto quando i miei occhi riescono a metter a fuco il viso di chi è al mio fianco.
    Salto dal letto come se avessi preso la scossa.
    -Dannazione- impreco a denti stretti mentre in piedi fisso Spike Stratford addormentato nel suo letto. Qualcosa però attira la mia attenzione, uno strano brivido che percorre il mio corpo.
    Dove è finito il mio adorato pigiama con i porcellini?
    Mi arrotolo velocemente il copriletto attorno al corpo mentre vago davanti e indietro per la camera in cerca di un po’di calma.
    Ma cosa diavolo mi è venuto in mente? Insomma, io Man, addominali unti, Grande Puffo….cos’altro voglio dalla vita?
    Ok, Spike Stratford mi piace, ma questo cosa c’entra con il mio corpo nel suo letto?
    Nudo forse.
    Incuriosita e spaventata alzo piano la coperta che lo copre lì e avvampando lo ricopro.
    Ok è nudo e messo bene ….decisamente bene….ma questo non cambia le cose!
    Le ore precedenti continuano ad apparire come flash nella mie mente mentre io cerco solo di calmarmi. Impossibile.
    Ho appena ricordato il suo corpo nudo, dopo averlo visto proprio ora per giunta….Oddio!
    L’immagine della sua lingua che saetta tra le mie gambe mi fa venire il capogiro così mi siedo sul letto col viso di fuoco.
    Qualcosa di colpo attira la mia attenzione. Guardo il letto, dalla parte dove ho dormito e le lenzuola leggermente macchiate di rosa mi fanno fuggire come una matta e chiudermi in bagno, non prima di essere inciampata nel lenzuolo!
    Mi fisso allo specchio. Deve esserci qualcosa. Insomma io mi sento completamente diversa. Diamine, stanotte sono stata con un uomo! Qualcosa deve essere cambiato!
    Poi di colpo sorrido. Un sorriso che se pur per pochi attimi mi distende, mi riappacifica e penso a lui. Alle sue mani, alle sue parole e a quanto infinitamente lo ami.
    Sono persa nella speranza di queste ore, nell’incognito dei suoi sguardi e delle sue parole che non riesco a capire.
    Ma in quest’attimo non importa. Non vorrei essere in nessun altro posto più che qui.
    Tra le sue braccia, dove regna l’infinito.
    Riapro piano la porta arrossendo mentre fisso il divano che ha subito la stessa sorte del letto.
    Non ricordo nemmeno come ci sia arrivata.
    Nel modo più silenzioso possibile mi rinfilo nel letto. Spike si volta e mi cinge col braccio continuando a dormire. Perfetto!
    Ora sono bloccata e terribilmente imbarazzata.
    Forse dovrei dire qualcosa. Si, dovrei farlo.
    Ma cosa?
    E se poi lui è uno di quei tipi che appena svegli, non vogliono vedere nessuno tranne la mamma?
    Potrebbe cacciarmi via o magari farmi pestare dalle sue guardie. Sono sempre convinta che lo voglia fare da quando mi ha conosciuta! Inconsciamente, ma lo vuole fare!
    Basta Buffy con queste assurde storie. Non ci crede più nessuno.
    Ti sei avvinghiata a lui come una ninfomane e ora non dire stronzate.
    Poi penso a Rupert. Così si chiamava e rabbrividisco. Senza parole.
    Il suo pugno saetta ancora nelle mie orecchie, così come il ricordo del suo sesso in me.
    Solo ora mi accorgo che Spike mi sta fissando. Oddio. Panico più totale. Sorrido come un’ebete nella speranza che lui faccia lo stesso. Ma dove è finita tutta la mia disperazione?
    Possibile che una notte con quest’uomo mi abbia reso di nuovo la solita Buffy imbranata?
    -Buongiorno- mi dice baciandomi piano la bocca e io riprendo a respirare.
    Non vuole sua madre e non è ubriaco. E questo è un punto a mio favore.
    Faccio uno stupido segno con la testa che dovrebbe essere un saluto e continuo a fissarlo immobile.
    -Che c’è che non va?- mi chiede lui divertito e io avvampo di colpo.
    -Il tuo letto e in verità anche il tuo divano- dico mentre il mio colore diventa indecifrabile e la temperatura sale di colpo. Complimenti Buffy. Davvero una bella uscita!
    Lui mi guarda e scuote il viso senza capire.
    -Cosa?-mi chiede incuriosito e ora non ride più. Oddio deve aver capito. O forse decisamente no.
    Poi di colpo vedo il suo sguardo vagare alle mie spalle, dove fino a pochi muniti fa dormivo e mi viene voglia di sparire mentre seguo i suoi occhi.
    Nascondo il viso sotto le lenzuola come una cretina. Non voglio assistere a questa figura!
    No, portatemi via!Cancellate quella macchia!
    Di colpo mi ritrovo il suo viso a pochi centimetri da me. Anche lui è finito “sotto coperta”.
    -Buffy ma cosa fai qui sotto?- mi chiede trattenendosi dal ridere.
    -Non voglio uscire, mi vergogno troppo- gli dico coprendomi il viso con le mani e lui scoppia in una fragorosa risata. Improvvisamente mi trovo scoperta.
    Spike ha tirato giù il lenzuolo e ora siamo entrambi nudi sul letto. Mi metto in ginocchio cercando di trovare la coperta per coprirmi imbarazzatissima, ma lui mi blocca le mani e prende a baciarmi insinuando da subito la lingua nella mia bocca.
    Io prima resisto, ma dopo pochi attimi già ansimo insieme a lui. Possibile che mi sia mancato così tanto solo per poche ore?Mi aggrappo a lui mentre mi viene quasi voglia di urlare di gioia!
    Di gridare al mondo quanto lo ami. Quanto è infinitamente bello. Ma questo penso che già lo sappiano!
    Dopo pochi attimi mi ritrovo di nuovo sdraiata sotto di lui che ha preso ad accarezzare il mio seno.
    -Spike- sussurro per spiegargli qualcosa ma tutti i miei piani si vanno a far benedire mentre sorprendendomi e lasciandomi senza parole, lui mi penetra con una sola poderosa spinta. Boccheggio senza riuscire a finire la mia frase, mentre chiudo gli occhi e mi aggrappo alla sua schiena.
    -Dicevi?- mi chiede ironizzando e io non riesco nemmeno a guardarlo di sbieco.
    Mi fisso solo a contemplare il suo stupendo mezzo sorriso, i suoi occhi ancora lucidi dal sonno e i capelli scompigliati, mentre lui spinge dentro di me e mentre i miei pensieri si riempiono di lui cominciando a perdere la ragione. Le sue spinte diventano sempre più poderose mentre il suo pene cozza verso di me e io mi lascio trasportare dal suo tocco esperto. Sento il suo respiro sul mio collo sempre più pesante e i miei gemiti si mischiano ai suoi. Adoro il suoi modo di godere, quel suo respirare e la sua voce rauca. Verrei solo ascoltandolo.
    -Dimmi che mi ami Buffy- mi supplica lui spingendo in modo sconnesso in me, mentre io sto urlando di piacere ed esattamente come poche ore prima, comincio a ripetergli quella frase che tanto mi fa vivere e morire.
    -Ti amo Spike, ti amo- gli dico mentre lui mi penetra più in profondità e di colpo si riversa in me facendomi raggiungere un orgasmo infinitamente intenso.
    Rimaniamo qualche atro minuto a respirare pesantemente mentre lui è ancora su di me. Carezzo piano il suo viso squadrato e il solo poterlo fare mi fa vibrare l’anima. Possibile che esista un amore talmente intenso? Possibile che sia meglio di qualsiasi film?
    -Non vergognarti Buffy- mi dice lui dolcemente mentre alza il viso per guardarmi.
    - E’ il regalo più bello che abbia mai ricevuto- mi dice baciandomi la pancia piano.
    Sorrido ammirando i suoi gesti e tutto mi diventa chiaro. E so finalmente che non scherza.
    Che dopo stanotte non scherzerà mai. Che ciò che c’è stato è talmente importante per entrambi.
    -Cosa succederà?- gli chiedo e stranamente non ho paura della sua risposta.
    -Per prima cosa ucciderò Rupert- mi dice senza sorridere, profondamente rabbioso.
    -Non intendevo questo- rispondo evitando di parlare dell’uomo senza volto.
    Lui mi fissa e io mi specchio nei suoi occhi ricominciando di nuovo a tremare.
    - E’stata la notte migliore della mia vita Buffy- l’immenso del suo oceano si riversa in me e io lo fisso senza parlare.
    -So che tante cose di me sono state assurde e senza senso- mi dice abbassando lo sguardo.
    -Che tanti gesti ti sono sembrati cattivi o freddi ma…- aggiunge cercando le parole.
    -Nulla è come sembra- ironizzo io parafrasando la sua frase di quello stupendo primo bacio e lui torna a sorridere.
    -Esattamente- conclude baciandomi le labbra.
    -Potrai convivere con queste mie profonde ombre?- mi chiede e per la prima volta sento che è lui quello che ha paura delle mie risposte.
    Ma come potrei farti del male Spike Stratford? Come potrei farlo a te che mi fai amare la vita?
    -Ti amo- è ciò che mi sembra più giusto da dire.
    Perché è così.
    Perché l’amore è pazzo e senza regole.
    Perché solo quello può farmi accettare le sue ombre.
    E lui lo sa. Lo sa perfettamente.
    -Sei la prima cosa vera che abbia mai toccato- mi dice toccandomi prima il collo e poi scendendo fino ai miei seni.
    -Resterai con me Buffy?- mi chiede mentre mi fa accoccolare sul suo petto stringendomi forte.
    Ti amo Spike Stratford, ti amo più della mia stessa vita.
    E so che solo tra la tua oscurità potrò essere felice.
    Che sarò più felice nel tuo buio che in mille giorni senza il tuo volto.
    “Per sempre” mi viene da dire.
    Per sempre va bene Spike Stratford?
    TBC....
  13. .
    CITAZIONE (elijem @ 18/7/2016, 12:14) 
    è bellissima questa storia !!!! mi piace Buffy così fragile a tratti ma anche così ferrea nelle sue convinzioni.. e bè Spike è perfetto in tutte le salse :)

    Hai perfettamente ragione! Questa era stata una delle mie prime ff fiction lette...e amate. Sono contenta ti piaccia.
  14. .
    9°Capitolo
    Stanotte. Cosa sarà stanotte?Ho già nell’anima il tuo respiro irregolare che soffia nel mio orecchio.
    La tua bocca che lieve e suadente attraversa ogni centimetro della mia pelle. Ed il tuo corpo, unico e indelebile, che si muove caldo ad ogni battito. Come una lenta e dolce danza. La nostra danza.
    La nostra musica.
    Mi scosto bruscamente da Spike Stratford e in quell’istante il suo volto mi sembra rovente. Boccheggio senza riuscire a trovare una frase di senso compiuto.
    Lui mi fissa. Non come dovrebbe. Sorride. Come al solito.
    Perchè fai questo? E’ un’altra delle tue prese in giro? Quanto vuoi scalfirmi?
    Fin dove vuoi arrivare? Quanto in profondità?
    Perchè poi mi farà male. Lo so. Ho la certezza delle sue risa alle mie labbra, alle mie parole.
    Delle sue battute agli amici, davanti a un bicchiere di champagne, sui miei gesti, sui miei atteggiamenti.

    Dei suoi pensieri che odoreranno di ridicolo sulla mia pelle, mai davvero toccata.

    Voglio solo andare via quando mi volto e non mi importa di quello che penserà.
    Non mi importa che sarebbe giusto dire o fare qualcosa. Io sono solo terrorizzata e questo basta.
    Giro con forza la maniglia e quando sto per uscire dalla camera la sua presa forte mi afferra il braccio costringendomi a girarmi verso di lui. Vorrei chiudere gli occhi per non guardarlo, ma ho ancora un po’ di buon senso. E lui mi fissa. Infinitamente bello.
    Scava fino a dentro e so di conoscerlo.
    Di conoscere da sempre i suoi occhi e le sue mani.
    Di averle sognate ogni notte in quelle fantasie che al mattino ti lasciano l’amaro in bocca e tanta voglia di riaddormentarti.
    Di averlo amato infinitamente come l’angelo irraggiungibile, quello che immagini fin da bambina di incontrare.
    Di averci fatto continuamente l’amore ogni qual volta chiudevo gli occhi da sempre.
    Perchè lui era tutto quello che desideravo da una vita.
    Perchè è l’unico che ho mai desiderato davvero.
    -Non sono come le altre- dico sussurrando. Ho tanta voglia di piangere ma non lo farò. Mai. Potrebbe dirmi qualsiasi cosa. Potrebbe finalmente chiarire che non ha alcuna intenzione di avere una storia con me. Che sono ridicola a dire una cosa del genere. Ma lui è diverso.
    -Lo so- mi risponde accarezzandomi ancora.
    -Voglio solo passare una giornata con te- mi dice mentre io sento che sto lentamente cedendo.
    -Fidati- aggiunge con un colpo davvero basso. Non c’è alcun dubbio che non mi fiderò mai e poi mai di quest’uomo, ma è come se acconsentissi alla sua richiesta.
    -Non sono l’attore più famoso d’Europa e tu la promessa del giornalismo londinese?- mi chiede facendomi sorridere dopo tanto.
    -Mangeremo caviale e faremo una sauna. Che ne dici?-
    Che ne dico? Morirei per te, mi viene senza senso da dire.
    Il mio corpo non risponde più al mio cervello. Sono una falena attratta dalla lampada che le brucerà le ali. Ma lo so. So che sto volando per l’ultima volta e non voglio fermarmi.
    -Dico che va bene ma....- rispondo sovra pensiero.
    -Ma?- mi chiede lui per farmi terminare la frase. I suoi occhi cerulei mi scrutano.
    -Si fa a modo mio- rispondo seria.
    Lui mi sorride raggiante e io so che sto, lentamente volando, verso la lampada rovente.

    Mi sembra di rivivere esattamente la scena di due sere fa, con la differenza della luce del sole, quando ci intrufoliamo per le scale e sgusciamo via per la porta di servizio. Questa volta però io sono stata complice dello pseudo- rapinatore. Dopo che Spike ha cercato di mascherarsi indossando un berretto.....si, lo so che è assurdo e stupido, che lo riconosceranno appena metterà piede fuori, ma lui è stato decisamente irremovibile sul suo look. Per fortuna ha coperto almeno i suoi vistosissimi capelli platinati, così abbiamo forse la esile speranza di rimanere anonimi almeno fino all’angolo.
    Io comunque ho avuto il compito di distrarre le sue guardie del corpo dato che per mia scelta, questa sarà una vera giornata da persone “normali”. Inutile mi è servito fare la civetta mentre lui scivolava fuori dalla camera e posizionava il cartello “Non disturbare”, i due mi scrutavano come se fossi una demente così l’unica cosa da fare, è stato chiedergli come era il loro lavoro perchè avevo seriamente voglia di diventare una guardia del corpo. Non so come sinceramente abbiano potuto credermi e se davvero poi l’hanno fatto, ma hanno cominciato a parlare tutti altezzosi e Spike ha avuto il tempo di uscire. Mi è dispiaciuto anche quando, dopo quindici minuti, ho sentito il bisogno di interromperli per raggiungerlo.
    Abbiamo attraversato il quartiere lussuosissimo dove era situato il suo albergo senza parlare, per poi fermarci di scatto dopo un po’.
    -Allora, che si fa?- mi ha detto lui come un bambino entusiasta.
    -Per prima cosa si mangia- gli ho risposto io ascoltando il brontolio allo stomaco che avevo da un po’.
    -Bene, sto morendo di fame!- ha esultato lui. Decisamente ancora l’espressione da bambino!
    E’ semplicemente adorabile.
    - Escargot?- Ecco che non è più semplicemente adorabile!
    -Spike abbiamo detto a modo mio e io non sono certamente un’ abitudinaria di lumache che si catapultano nei bicchieri di vecchie signore- gli dico col broncio.
    Lui scoppia in una fragorosa risata. Si vede che nonostante si sia scompisciato abbastanza quel giorno, questa ce l’aveva proprio pronta da allora!
    Arrossisco ripensando all’accaduto e ai deliziosi aggettivi che mi ha potuto affibbiare in quel momento! Devo certamente riprendere in mano la situazione.
    -Sono americana Spike quindi....hot dog senape e ketchup- dico seria e risoluta.
    Direi che lui ora non ha una faccia partecipe anzi....la trovo alquanto disgustata.
    - Ok- mi risponde e questa volta è lui ad avere il broncio
    -Non ti piacciono?- gli chiedo sconvolta. Non ho mai incontrato nessuno a cui non piacciano gli hot dog....a parte Grande Puffo certamente!
    -Non ne ho mai mangiati- si giustifica lui ma continua ad avere quelle faccia disgustata.
    -Hei, sembra quasi che io ti abbia chiesto di mangiare lumache!- ironizzo io.
    Come può qualcuno non avere mai assaggiato un hot dog?
    -Vedrai che ti piaceranno- gli dico sorridendo.
    E’stranissimo. Sembra quasi che lui non sia più una star. Sono strafelice quando mi rendo conto che sto lentamente perdendo quell’imbarazzo, quell’arrossire continuamente, a parte per l’affare delle lumache, si intende.
    Siamo finalmente alla pari. Sono certa che ora riuscirò a essere decisamente me stessa, disinibita e pronta a divertirsi.
    -Andiamo- mi dice lui, prendendomi per mano!
    Bene...dicevo?Lui non è più una star, io perdo l’imbarazzo, io non arrossisco, sono disinibita.....certo!
    Lo seguo col viso in fiamme, il cuore a mille e gli occhi fissi sulle nostre mani che si intrecciano.
    Non penso che arriverò viva a stasera!
    Aiutami Grande Puffo!10°Capitolo
    Sto cercando con un abile mossa di non far scivolare il ketchup dal mio mega hot dog.
    Continuo a rigirarlo imbarazzata!Scelta davvero pessima quella del cibo! Immagino come lo ingurgiterei con foga se fossi a casa leccando per bene anche la carta stagnola, ma il piccolo e tenue particolare di essere in compagnia di una star mi fa evitare la performance.
    Spike Stratford gusta col viso deliziato il suo hot dog senza farne cadere una sola briciola mentre si stende al sole di Hyde Park. E’ decisamente sublime. Continuo a fissare il mio panino.
    Gli darei volentieri un bel morso di quelli alla Buffy, con tutta la senape che cola dai lati e le mani appiccicate, ma non è proprio possibile!
    Il mio stomaco comincia decisamente a borbottare mentre fisso Spike gustare il suo cibo.
    Ma non aveva detto che non gli piaceva?
    Con una presa di posizione decido di mordere il mio pranzo. Insomma non starà mica sempre a fissare me? Potrebbe anche girarsi prima o poi. Intanto aspetto.
    Allora, pronti, partenza, via Buffy!
    Addento con quanta più delicatezza possibile il mio hot dog rimanendo semplicemente estasiata dal suo sapore che riempie la mia anima affamata.
    -Davvero buono Buffy!- mi dice lui dandomi il colpo di grazia. Io fingo indifferenza mentre cerco di ripulirmi il viso che già sento appiccicato.
    -Rischiavo di perdermi una vera prelibatezza- aggiunge. Vorrei sorridere ma ho il terrore di mostrare la mia bocca imbrattata di salsa. Panico!
    Ti prego fa che non si accorga del mio allarme rosso.
    - C’è qualcosa che non va?- mi chiede lui. Bene! E come poteva essere altrimenti?
    Come avrebbe potuto lasciarmi mangiare senza fare commenti imbarazzanti?
    -Certo.- sussurro a labbra strette mentre mi ripulisco al meglio le mani.
    Lui mi sorride. Ha la maglietta appiccicata al torace e il giubbotto steso sul prato. Improvvisamente alla mia fame di cibo se ne sostituisce una alquanto perversa e il fatto che io invece, sia tutta rossa e col viso imbrattato, non penso che susciti lo stesso in lui!Su, stai buona Buffy.
    Pensa che hai un hot dog stritolata tra le mani!
    -Sei deliziosa quando mangi- mi dice guardandomi.
    Solo adesso ho l’assoluta certezza che questo tipo mi stia prendendo in giro. Forse sono su una Candid televisiva con uno strambo presentatore col riporto o roba del genere, perchè non è possibile che l’uomo più figo del pianeta trovi attraente il modo imbarazzante in cui mangio.
    Mi sento decisamente avvampare mentre il ketchup continua a scivolare.
    -Mi sdraierò un po’ qui con gli occhi chiusi- mi dice indicandomi il prato e facendomi un imbarazzante occhiolino.
    Mi ritrovo a fissare il mio panino mentre Spike Stratford finge di dormire.
    Decisamente molto evidente il suo tentativo di non mettermi in imbarazzo.
    Come per dire: “Datti pure al tuo orrido e animalesco modo di mangiare, io intanto fingerò di tenere gli occhi chiusi”!
    Perfetto!

    Ho finito velocemente il mio pranzo e fatto una breve seduta psicologica tra me e me. Stai calma Buffy. Cerca di essere te stessa. O forse è quello il problema? Fingo di sdraiarmi al suo fianco con molta disinvoltura e indifferenza. Lui fortunatamente continua a tenere gli occhi chiusi e mi viene quasi il dubbio che stia dormendo per davvero.
    Cerco di sistemarmi al meglio i capelli e la camicetta bianca che certamente ora con l’erba si tingerà di verde. Siamo stesi all’ombra di un piccolo albero, nel luogo penso più nascosto di Hyde Park.
    Non riesco ancora a credere che nessuno abbia ancora riconosciuto Spike anche se effettivamente il berretto e l’aria trasandata che assume quando siamo in strada, lo rende davvero diverso.
    Io stessa penso di averlo ricordato solo nell’istante in cui è sceso da quella limousine. Improvvisamente il ricordo di ieri notte mi riempie la mente facendomi rabbrividire.
    -Cosa vuoi fare da grande?- mi chiede Spike interrompendo i miei pensieri, gli occhi ancora chiusi.
    Penso a quello che mi ha detto e socchiudo anche io gli occhi, non facendo nemmeno caso al modo in cui ha posto la domanda.
    -Voglio scrivere- gli rispondo sicura.
    -Per “Love Story”?- mi chiede sarcastico lui.
    Decisamente scortese.
    -Non tutti possono cominciare dall’alto Spike, c’è chi si accontenta- gli rispondo stizzita.
    -E poi...- aggiungo dopo aver pensato qualche altro istante alle sue parole e mettendomi seduta per sbraitare meglio.
    -Non mi sto nemmeno accontentando. Devo pur cominciare da qualcosa!L’importante è non scivolare mai nel ridicolo o in qualcosa di cui in futuro ti vergognerai.-
    Lui continua a tenere gli occhi chiusi come se non mi avesse ascoltata.
    -Scherzavo- mi dice dopo un po’.
    -Dovresti dare un’occhiata ai miei film- aggiunge alzando un sopracciglio in un gesto che mi fa vibrare.
    -Pellicole commerciali e decisamente stupide. Non mi piace quello che faccio-
    Io spalanco gli occhi con la consapevolezza che lui non possa vedermi.
    Non avevo mai pensato in queste trentasei ore, che Spike Stratford non fosse super felice e gasato della sua vita e del suo lavoro. “William” sussurro tra me e me ripensando alle sue strane parole di ieri mattina.
    - Perchè lo fai?- gli chiedo richiudendo anche io gli occhi e sdraiandomi al suo fianco.
    -Non scherzare Buffy, guarda quello che ho!- mi risponde come se fosse la cosa più naturale del mondo.
    -Non capisco- rispondo io sincera. Cosa c’entra quello che ha con i suoi sogni?
    -Dici sul serio?- mi chiede lui quasi sconvolto e ho come l’impressione che abbia riaperto gli occhi.
    -Davvero Spike, non capisco. Insomma sei famoso, hai un mucchio di soldi, ma questo cosa c’entra con quello che vuoi fare. Vale davvero più dei tuoi sogni?- gli dico lisciandomi i capelli. Spero davvero che anche lui abbia gli occhi chiusi. Sembra tutto più facile.
    -Un giorno le cose cambieranno- mi dice lui quasi per voler convincere più se stesso che me.
    -Preferirei non dover negare poi il mio passato piuttosto che essere sui giornali- gli rispondo con naturalezza. Infondo è quello che penso e non ci vedo poi chissà che!
    Tutto sembra diverso con lui. Decisamente capovolto.
    -Sei speciale Buffy- mi dice lui e ho la sicurezza che abbia gli occhi chiusi quando lo fa, perchè scatto quasi in piedi a quelle parole.
    -Non avevo mai incontrato nessuna che avesse preferito il prato di Hyde Park ad un lussuoso Hotel- aggiunge sorridendo.
    So già di essere diventata rossa come al solito, ma per una volta non mi importa. Non avevo mai pensato di essere speciale!Soprattutto per aver preferito un hot dog a delle lumache.
    -Stai con qualcuno?- mi chiede improvvisamente con la stessa naturalezza di quando un attimo fa mi ha chiesto di passargli dell’acqua!
    Boccheggio senza riuscire a trovare nella mia mente una frase di senso compiuto.
    -No, cioè....- dico mordendomi le labbra per il terribile tono che ho assunto involontariamente.
    Una bimbetta imbarazzata, ecco cosa sembro!
    -Bene!- risponde sussurrando lui e leccandosi le labbra.
    Mi sto letteralmente disciogliendo. Presto il mio corpo si mimetizzerà col prato. E quel gesto che diavolo era? I miei ormoni stanno combattendo all’ultimo sangue tra di loro. Perchè vuole sapere se sto con qualcuno? Che intenzioni ha?
    -E tu?- gli chiedo mentre voglio svenire. Certe volte non so con quale coraggio io riesco a dire certe cose. Vorrei staccarmi la lingua a morsi. Nonostante questo attendo con ansia la risposta.
    Lui sorride, poi apre gli occhi facendomi rabbrividire e mettendosi seduto accanto a me.
    A pochi centimetri.

    -Non ancora- risponde sorridendo.11°Capitolo
    Facciamo il punto della situazione.
    Sono con un super,mega attore strafigo conosciuto ovunque, tranne da me naturalmente.
    Abbiamo passato due giorni assieme.
    Siamo stesi sul prato, io ho appena terminato l’esecuzione di un hot dog e questo tizio ha appena risposto:”Non ancora!”.
    Sono talmente sconvolta che non ricordo nemmeno il perché di queste sue parole.
    Non mangeremo ancora, non andrà via ancora….forse.
    O magari….non mi accarezzerà ancora, non mi bacerà ancora…….
    Ho il viso in fiamme mentre lo osservo a pochi centimetri da me.
    I suoi occhi oceano mi scrutano come se volessero catturare ogni mio particolare, mentre io non faccio altro che fissarlo. Non riesco a dire una sola parola.
    Per fortuna dopo attimi di panico ho ricordato qual’ era stata la mia domanda, ma questo ha decisamente peggiorato la situazione. Le cose si mettono davvero male.
    Insomma non dice mai nulla di chiaro, che potrebbe farmi aprire un vero discorso sull’argomento senza farmi sentire ridicola, ma allo stesso tempo so che c’è decisamente dell’altro sotto.
    Un paio di volte credo di aver boccheggiato incerta sul voler dire qualcosa, ma naturalmente il risultato è stato alquanto scarso. Fisso i suoi zigomi pronunciati e la sua pelle chiara.
    Vorrei solo che parlasse. Che mi dicesse qualcos’altro. Che mi desse la conferma dei mie sospetti.
    Che aggiungesse qualcosa che mi farebbe avvampare ulteriormente.
    -E ora?- mi chiede e quando lo fa tiro involontariamente un sospiro di sollievo.
    Naturalmente non ho capito cosa abbia detto. Certo: impossibile guardarlo e capire!
    Non pretendiamo troppo dalla vita Buffy.
    -Cosa?- balbetto incerta sperando di risultare il più naturale possibile.
    -Non si faceva a modo tuo oggi?- mi chiede lui.
    Bene, voglio precisare che questa volta ero stata davvero attenta. Insomma, il mio piccolo e striminzito cervelletto si era attivato e aveva anche preso appunti ma….niente!
    Spike sta parlando accarezzandomi i capelli con le labbra a pochi centimetri da me e potrebbe dire qualsiasi cosa…..io continuerei a sorridere come un ebete.
    Senza aspettare una mia risposta, fortunatamente dato che non sarebbe stato soddisfatto, si alza trascinandomi con se.
    -Questo tuo modo mi piace, quindi continuiamo- mi dice entusiasta. Io naturalmente lo fisso estasiata quando un suono decisamente fastidioso, almeno quanto la voce della segretaria del mio giornale, rovina il nostro magico e spettacolare momento.
    -Scusami- mi dice allontanandosi per rispondere al suo cellulare.
    Io finalmente riesco ad attivare il mio sistema stimolo-risposta e gli faccio un cenno.
    Respirando per recuperare gli anni di vita che ho perso in questi minuti, mi appoggio ad una panchina lì vicino, godendomi i caldi raggi del sole.
    L’idea sul come continuare la giornata mi viene subito, dato che voglio sia più indimenticabile possibile…almeno per me naturalmente. Nemmeno per un attimo mi è passato per la mente il fatto che lui potesse trovare un prato e un hot dog indimenticabile, per quanto lui si sforzi di farmelo credere. Sono pur sempre realista!
    Dopo pochi minuto la mia pazienza già scarseggia. Odio aspettare e sono proprio curiosa di sapere con chi stia parlando. Cerco di captare qualche sua parola, ma rimango sbalordita quando dopo un po’ , mi accorgo di non dover fare nessuno sforzo. Spike Stratford ha cominciato decisamente ad alzare la voce e la cosa stranamente mi turba. Non l’avevo visto mai arrabbiato in questi due giorni, nemmeno quando ho lanciato le lumache. Sfortunatamente la distanza non mi permette di capire il significato delle sue parole e quando mi sembra di aver agganciato almeno per qualche istante il filo del suo discorso, lui d’un tratto diventa nuovamente silenzioso aggiungendo poche parole, prima di terminare la telefonata.
    Si volta per venirmi incontro quando io sono già a pochi metri da lui, un po’intimorita dal suo scatto, ma appena ci guardiamo torna a sorridere facendomi sentire decisamente bene.

    Sono stra-euforica quando, dopo aver aggiunto dei grossi occhiali al suo look “anonimo” e certamente neutrale come un elefante in una cristalleria, ci inoltriamo per le vie di Londra.
    Lui dopo un po’ mi tira in un grosso negozio di cappelli di un piccolo uomo messicano.
    Il locale ha foto con paesaggi di spiagge stupende e alcuni oggetti di cui per quanto mi sforzi non riesco a trovarne l’utilizzo. Un grosso specchio è posizionato al centro della stanza e così, mentre Spike ride felice parlando con l’uomo, che comincio a sospettare sia ubriaco, dato che non capisce una mazza di inglese e ha le guance infuocate, mi fa provare deliziosi cappellini dopo i quali scoppia a ridere…assieme al messicano e…questo non è certamente un buon segno!
    Dopo un po’ decidiamo di acquistare un gelato o meglio…lui decide. Io ormai a conoscenza della mia abilità a maneggiare il cibo avrei con piacere evitato questa figura, ma lui insiste e non so proprio come dirgli di no . Sono decisamente sollevata però quando al primo assaggio lui si pasticcia prima la faccia e poi la maglietta. Ma allora è un comune mortale!
    Sorrido e senza accorgermene mi ritrovo a pulirgli il viso. Lui mi guarda, non so spiegare come. Come non mi ha mai guardata nessuno, come se fossi davvero speciale.
    -Ho un’idea- gli dico di colpo. Lui mi fissa titubante. Forse è impaurito dai miei pensieri e decisamente lo sarei anche io di me stessa.
    -Foto- gli dico entusiasta. Lui mi guarda spaesato.
    -Ti prego, continuano a fotografarmi da una vita- mi dice lui piuttosto infastidito.
    -Lo so, ma queste saranno diverse-
    Lui mi sorride. E adoro come lo fa. Adoro che trovi in me tutto così limpido, che si fidi ciecamente.
    Adoro che mi faccia sentire così.

    Sto letteralmente morendo dalle risate quando ci intrufoliamo come due ladri in una di quelle piccole cabine per le foto. Spike non ha fatto altro che raccontarmi degli assurdi film che ha girato finora e mi sembra quasi sollevato che io non ne abbia visto nemmeno uno, tanto che quando mi accenna uno dei suoi titoli e io ci metto qualche secondo per pensarci, lui quasi si allarma.
    Ci mettiamo l’uno accanto all’altro e quando parte il flash non ho nemmeno bisogno di spiegargli come si fa:lui è già partito con delle smorfie fortissime e io non posso far altro che seguirlo. Ridiamo come matti mentre ci impegniamo tra linguacce e sbirciatine ai passanti al di là della tenda, che dallo schermo ci guardano sconvolti. Poi improvvisamente lui, senza nemmeno farmene rendere conto, mi fa ritrovare seduta quasi sopra di lui.
    -Ora si cambia genere- mi dice e io….comincio a morire!
    Dolcemente appoggia il suo viso al mio per la prima foto e a me sembra che il tempo si sia fermato. Spero proprio che non venga la mia espressione da psicopatica imbarazzata.
    La sua pelle è calda e io posso sentire i suoi muscoli forti al di sotto delle mie gambe. Ho l’istinto fortissimo e senza senso di aggrapparmi a lui per non cadere.
    Dopo il flash mi poggia delicatamente le labbra su una guancia e io mi sento avvampare.
    Posso percepire con estrema chiarezza la stessa sensazione di ieri sera.
    Le sue labbra calde e umide che mi rubano l’anima.
    Non so quale forza mi trattenga dal girarmi e iniziare un’ infinita lotta nella sua bocca.
    Forse la paura del suo viso che si allontana e dei suoi occhi che mi guardiano come per dirmi che ho frainteso tutto….forse.
    Sto ancora riorganizzando i pensieri quando lui, osservando che sia l’ultima foto, decide di dare il meglio di se!
    Accarezzandomi dolcemente i capelli mi da un leggero bacio sul collo…se vogliamo chiamarlo così!
    Le sua bocca si appoggia chiudendosi a bacio sulla mia pelle, mentre riesco a percepire per un istante la sua lingua. Vibro come se avessi preso la scossa e poi come inanimata socchiudo gli occhi per godermi questo vero delirio dei sensi.
    Non mi accorgo nemmeno che lo schermo si illumina per indicarci di uscire.
    O meglio….non ci accorgiamo. Rimaniamo qualche altro istante nella stessa identica posizione. Ancora la sua bocca sul mio collo, ancora i miei occhi socchiusi e…..
    So che stanotte accadrà.

    12°Capitolo
    Quasi barcollo quando usciamo dalla cabina fotografica. I miei occhi smeraldo vanno in tutte le direzioni, mentre cerco di connettere il cervello, per trovare una frase plausibile.
    Il sole ha ormai abbandonato la città e una leggera brezza notturna mi accarezza la pelle sudata.
    Mi ritrovo a pensare alla mia casa. Al mio letto che presto sarà pieno di me, a Grande Puffo che mi interrogherà con i suoi occhietti e a questa giornata che lentamente volge al termine.
    Ma sono sempre due le possibilità. So con certezza, o forse l’ho appreso solo adesso, che potrei terminare la serata in un modo molto più dolce.
    La mia pelle potrebbe trovare riparo tra le sue braccia, potrebbe bruciare sotto le sue mani.
    Danzerei lentamente tra le lenzuola di seta del suo albergo, vibrerei mentre il suo corpo si muove tra le mie gambe. Sento con chiarezza il suo respiro affannato nelle mie orecchie e la mia voce che si rompe urlando il suo nome.
    Ma domani arriverà……
    Mi sveglierò da sola nel suo letto e lo vedrò vestirsi davanti allo specchio.
    Troverò un enorme vassoio per la colazione e cercherò i suoi occhi invano. Mi ringrazierà senza guardarmi per le belle ore trascorse insieme e accennerà bruscamente, facendomi arrossire, alla mia verginità….forse anche fastidiosa. Mi chiamerà…..si, come no!
    Non rivedrò mai più Spike Stratford se non su un giornale o in una conferenza.
    Piangerò di notte, col viso nascosto tra le coperte, mentre per lui sarò solo una delle tante notti senza senso. Ricorderà di me forse il mio nome, così strambo e inusuale, ma non certo la mia voce, il mio imbarazzo….la mia pelle mai toccata.
    -Passeggiamo Buffy?- mi scosto bruscamente da lui mentre la sua mano mi sfiora un braccio.
    Lui mi guarda titubante. Sorrido per cancellare il mio gesto e i miei pensieri e acconsento alla sua richiesta.
    Non voglio essere questo e non posso essere altro. In qualsiasi modo mi comporti.
    Posso solo sperare di rimanere nei suoi pensieri come la simpatica ragazza americana. Nient’altro.
    E questo implica decisamente il non dormirci assieme. So esattamente di aver sbagliato tutto in queste ore, di pensare in un modo assurdo a qualcuno per cui appena esisto.
    D’un tratto sento la mia assurda suoneria spaccare il silenzio. Mi maledico ogni volta che l’ascolto per non averla cambiata! Allontanandomi da Spike rispondo nervosamente al cellulare.
    -Salve Buffy- mi saluta una voce che comincio decisamente a non sopportare.
    -Buonasera signor Darcy…..mi dica.- rispondo infastidita.
    -Devo dire che ti stai rivelando un ottima alleata. Stai facendo un buon lavoro- mi dice il mio capo lasciandomi senza parole.
    -Voglio questa di Hyde Park domani in prima pagina- sento mormorare da lui rivolto a qualcun altro e tutto diventa lentamente chiaro.
    -Non penso che ci ricaverà sopra una bella storia, siamo solo amici- rispondo alterata.
    -Ma certo Buffy, nessuno lo mette in dubbio- mi risponde viscidamente lui.
    -Non è questo il mio lavoro- sussurro io odiando più me stessa che lui.
    -Lo so Buffy, io infatti aspetto il tuo articolo- mi risponde lui cinicamente.
    Riattacco senza aggiungere altro, riavvicinandomi a Spike.
    Lui già mi ha detto che le foto non gli creeranno alcun problema, ma comincio a non sopportare più questa situazione. Per la prima volta da quando sono arrivata metto in conto di tornare a casa.
    Di scappare senza dir nulla da questa assurda frenesia.
    -Cosa sei Buffy?- mi chiede lui interrompendo improvvisamente i miei pensieri.
    -Cosa sono?- lo interrogo io sorridendo. Lui non mi risponde e capisco che la sua domanda era seria.
    -Sono una donna sconosciuta che passeggia con l’uomo più famoso d’Europa?- gli chiedo senza guardarlo, ma potendo percepire il suo sorriso.
    -Sono un’aspirante giornalista che lavora per un orribile giornale con un orribile segretaria e…- alzo gli occhi per pensare.
    -Sono una donna credo….o forse ancora una bambina- aggiungo con un filo d’amarezza.
    -Sono qualcuno che ha viaggiato per un’infinità di ore, per trovarsi in una vita che non va bene.
    Che la distruggerà- rispondo sperando che lui non colga a cosa mi riferisco.
    -Sono qualcuno che avvererà comunque i suoi sogni- aggiungo come unica risposta positiva.
    -Sono qualcuno che non si fida, che non deve fidarsi……. perché non può bruciarsi.- lo guardo e questa volta incrocio il suo sguardo.
    -Non se lo può permettere- dico distogliendo lo sguardo.
    -E tu?- gli chiedo sorridendo.
    Lui torna bruscamente a guardarmi. Non si aspettava la mia domanda o forse per la prima volta non è preparato.
    -Non lo so quello che sono Buffy- mi risponde senza guardarmi.
    Vibro mentre ascolto senza capire la sua amarezza. So esattamente cosa vorrei dirgli, ma non ne ho il coraggio. So con precisione, nonostante non lo conosca affatto, cosa voglia essere.
    “William” sussurro nella mia mente.
    -Vieni con me- gli dico trascinandolo nella direzione opposta in cui eravamo diretti.

    Sgusciando per un enorme prato sento Spike mormorare qualcosa.
    -Non preoccuparti- gli ripeto spazientita. Comincia davvero a darmi sui nervi. Cosa crede che stiamo facendo in questa enorme villa, in cui ci siamo intrufolati scavalcando il cancello?
    Che pensi che io voglia rubare? In fondo era lui quello con l’aria da rapinatore!
    Dopo aver attraversato gran parte di un enorme giardino, ci ritroviamo sul bordo di una trasparente piscina. La vasca forma una grossa goccia d’acqua che si espande per tutto il perimetro della casa. Grosse luci sono posizionate ai bordi di essa e attraversandola formano stupendi giochi di barlume.
    - Buffy, ma cosa diavolo facciamo qui?- mi chiede sconvolto Spike.
    -Nuotiamo- rispondo io cominciando a togliermi le scarpe.
    -Cosa? Ma conosci chi abita qui?- mi chiede lui osservandomi senza riuscire a muoversi.
    - E’del proprietario del mio appartamento. E’in vacanza con sua moglie.- rispondo passando all’altra scarpa, ma fermandomi a riflettere. Ho chiamato il signor London l’altro giorno per l’affitto e lui stesso mi ha riferito di trovarsi in Italia. Avevo visto la sua casa la settimana scorsa, appena arrivata a Londra.
    -O almeno lo era….- dico ridendo a fior di labbra e tornando alle scarpe.
    -No, tu sei matta. Ci arresteranno- mi urla lui furioso, continuando a guardarsi intorno.
    -Diavolo Spike, ti avevo detto che si faceva a modo mio- dico bloccandomi.
    -Ma avremmo potuto utilizzare la mia piscina personale…..- non gli permetto nemmeno di terminare la frase.
    -E qual’era il divertimento?- urlo prima di tuffarmi con ancora tutti i vestiti addosso nell’acqua gelata.
    Quando finalmente torno in superficie Spike è scomparso. Penso quasi che se ne sia andato, prima di sentire il secondo tonfo nell’acqua. Mi guardo attorno non riuscendo a vederlo.
    Improvvisamente una presa forte mi trascina ancora una volta sott’acqua. Riemergo dopo poco trovandomi il viso di Spike completamente bagnato, i capelli che si scompongono in piccoli riccioli e gli occhi azzurri ancora più chiari, a pochi centimetri da me.
    -Non è bello fare il bagno vestiti- mi dice lui facendomi segno di togliergli la maglietta.
    Improvvisamente mi rendo conto che questa non è stata affatto una buona idea!!
    Con le mani che quasi mi tremano gli afferro il bordo immerso nell’acqua dell’indumento e lo porto verso l’alto. Approfitto dei suoi occhi coperti dalla tschirt per osservare il suo corpo. Vibro visibilmente mentre posso vedere il suo torace nudo, la sua pelle chiara e i suoi muscoli forti che si muovono nel riflesso dell’acqua. Quando incrociamo gli sguardi sono certa di avere il viso in fiamme. Lui sorridendo si sfila via i jeans che lancia sul bordo della piscina e riesco a intravedere i suoi boxer nell’acqua trasparente.
    Ma non voleva andare via?
    Mi si avvicina maggiormente e so che intenzioni ha. Sento l’acqua gocciolarmi sul viso e nella bocca, mentre sbottonandomi uno ad uno i bottoni, mi sfila via la camicetta. Il mio reggiseno nero è inzuppato d’acqua, mentre il mio seno è completamente sotto i suoi occhi. Riesco a vederlo indugiare con lo sguardo su di esso, mentre ho quasi voglia di aggrapparmi a lui. Senza che io prenda l’iniziativa porta la mano ai bottoni dei miei jeans e comincia a togliermeli. Nonostante l’acqua riesco a percepire chiaramente il tocco leggero delle sue mani sulla mia femminilità e ho l’indomabili voglia di essere nuda sotto di lui.
    Quando orami anche io sono coperta solo dalla mia biancheria, lui mi circonda la vita con le braccia tenendomi stretta a lui. Sapendo di non poter resistere per molto sguscio via fluttuando nell’acqua. Lo sento urlare e poi immergersi per seguirmi. Cominciamo una corsa infinita mentre i nostri corpi non fanno altro che sfiorarsi. Le sue mani mi afferrano continuamente mentre io nuoto veloce.
    Mi inchioda col corpo sul fondo della piscina e io tentando di spingerlo via appoggio le mie mani sul suo torace, potendone sentire tutta la forza. Riemergiamo entrambi affannati.
    Lui mi sorride lievemente. Non come ha sempre fatto. In un modo malizioso e ammaliante che mi ruba l’anima. Io sono seria. Ansimo per lo sforzo.
    -Mi stai torturando- mi dice lui sussurrando a pochi centimetri da me e io posso sentire una fitta di piacere all’interno del mio corpo.
    Sto ancora volando. La luce della lampada è diventata più abbagliante e io posso percepirne già il calore bruciante che mi spezzerà la vita.
    Si avvicina cingendomi nuovamente la vita e facendo aderire completamente il mio corpo al suo. Rimango sconvolta nel sentire l’enorme erezione della sua virilità che preme contro di me.
    Lo desidero ardentemente, quasi tanto da soffocare. Boccheggio col viso a poco da lui.
    -Ti voglio- mi sussurra sulle labbra facendomi assaporare il sapore dell’acqua che scivola via dalla sua bocca.
    Con uno scatto mi ritrovo ancora una volta sott’acqua lasciandolo in superficie.
    Vedo il mio corpo smosso energicamente dalle sue spinte. Sento il dolore della mia preziosa barriera che si sgretola. Riesco a vedere il suo futuro sguardo assente. Sento la sua voce che sussurra nel mio orecchio…….. Le sue risa con gli amici….il mio seno voglioso del suo tocco.
    Riemergo senza quasi il respiro appoggiandomi con la schiena al bordo della piscina e in una frazione di secondo lui mi è davanti. Appena fuori dall’acqua, il viso bagnato a pochi centimetri da me…..E mi brucio.
    In un istante le nostre labbra si afferrano spasmodicamente. Lui assaggia con voracità le mie, afferrandomi entrambe le mani e tenendomele contro il bordo. Aspetto poco per sentire la sua lingua che battendo contro la mia bocca, mi incita ad entrare. Pochi istanti dopo la danza è cominciata. Le nostre lingue si intrecciano vorticosamente e le nostre labbra si assaggiano e si succhiano. Spike aderisce completamente a me e posso sentire il suo pene muoversi vicino alla mia femminilità.
    Gemo senza rendermene conto continuando a rimanere bloccata dalla sua presa.13°Capitolo
    Coprirò ansiosa il mio corpo nudo con le lenzuola. Sussurrerò qualcosa che mi farà arrossire ogni qual volta ci ripenserò, ma sarò esattamente dove voglio essere.

    Stanotte farò l’amore con lui.

    Ne ho l’estremo bisogno, è assolutamente necessario, dannatamente vitale!
    Devo essere tra le sue braccia, voglio che sia dentro di me.
    Ho paura, una terrificante, gelida paura delle prossime ore. Di quando si muoverà caldo donandomi piacere, dei nostri corpi che dormiranno l’uno accanto all’altro e delle luce che albeggiando incerta, domani toglierà l’oscurità assurda della notte.
    Ho paura di me, di quello che sento.
    Di quello che percepisco senza senso, ma maledettamente forte per questo sconosciuto dagli occhi d’oceano.
    Spike lasciandomi le mani le fa scivolare con forza sui miei seni e io gemo nella sua bocca. Ansiosamente le fa passare al di sotto del reggiseno chiudendomi i seni a coppa e cominciandoli freneticamente a toccare e io, nonostante non abbia ormai nessuna presa che mi trattiene al bordo, continuo a rimanere inerme nella stessa identica posizione, completamente soggiogata da lui.
    Ho la straziante voglia di infilare le mie mani nei suoi boxer, ma non ne trovo la forza.
    Le nostre lingue continuano e ballare freneticamente senza fermarsi, il suo corpo a cercarmi senza freni.
    “Oh, non sai quanto ti voglio Buffy” mi dice con voce roca lui, mentre passa la sua lingua nel mio orecchio. Gemo incessantemente mentre lui mi divarica le gambe e si posiziona nel mezzo.
    Sento le sue mani scendere .

    So cosa devo dirgli. Ne ho l’imminente bisogno.

    Lo sento armeggiare con i suoi boxer. Di colpo un rumore ci fa sobbalzare.
    Le luci in una delle stanze del piano superiore della casa si accendono.
    Lo fisso incerta e in un istante siamo fuori dall’acqua. Cerco ansimante i miei jeans mentre lui è quasi vestito. Il mio respiro è pesante e terribilmente affannato.
    Dopo un attimo mi porge la mia camicetta e mentre l’afferro lui, cingendomi la vita, torna a baciarmi senza sosta.
    Dimentico che sono sul bordo della piscina di un uomo che è forse dall’altra parte di una di queste finestre e molto probabilmente sta per chiamare la polizia.
    Le nostre lingua si incontrano ancora una volta, maggiormente ansiose di noi.
    Dopo un po’ ci stacchiamo e ci inoltriamo a piedi scalzi nello stesso prato di prima, l’erba bagnata si attacca alla nostra pelle e il tragitto sembra più lungo di quanto era stato in precedenza.
    Ogni tanto lungo la corsa lui si ferma per tornare a baciarmi, sempre più eccitato.
    Appena abbiamo scavalcato il cancello formula un numero sul suo cellulare e dopo pochi minuti l’auto blindata è fuori dalla villa. Le due guardie del corpo ci guardano a dir poco allibiti e sconvolti. Siamo completamente inzuppati e continuiamo a baciarci senza sosta.

    Lui non è più Spike Stratford, è solo l’uomo più bello che abbia mai visto, dagli occhi infiniti e stiamo per fare l’amore.

    Quando ci infiliamo nell’auto i sedili di pelle si bagnano completamente.
    - Signor Stratford, non è questo il comportamento da tenere. Doveva avvisarci. La stiamo cercando da stamattina. - dice uno dei due omoni aprendo il vetro che ci tiene separati.
    Spike lo fissa smettendo subito di sorridere.
    -Sa che è sotto la nostra responsabilità. - aggiunge l’altro visibilmente irritato.
    -Avete ragione ragazzi. Non capiterà più. - risponde lui in un tono serio che stona decisamente con la sua lampo aperta e l’acqua che si porta dietro.
    Percepisco per un istante uno strano bagliore nei suoi occhi, ma mi intimo di non farci caso.
    -Che ragazzo responsabile- gli sussurro sulle labbra mentre lui comincia a ridere.
    -E vedrai stanotte che bravo sarò- mi sussurra facendomi fremere di desiderio quanto di paura.
    Dopo pochi minuti la grossa porta della stanza del suo albergo si chiude alle nostre spalle.
    Fremo a quel rumore.

    Quando la riaprirò qualcosa…..decisamente tutto sarà cambiato.

    Lui ha già ricominciato a baciarmi e mi fa sdraiare sul suo letto. Perfetto.
    I miei sogni stanno letteralmente prendendo forma e io sono letteralmente terrorizzata.
    Non riesco ad avere il tempo di aver paura che ho ricominciato a gemere di piacere.
    Alzandomi la camicetta Spike ha preso a succhiare uno dei miei seni mentre tocca ansiosamente l’altro.
    -Ti farò sognare raggio di sole- mi sussurra lui e questa volta le sue parole non hanno esattamente l’effetto sortito. Ho come l’impressione di una frase fatta.
    Di parole dannatamente dettate dal suo pene. Cerca di non pensare.
    Infondo è praticamente impossibile con lui che i tortura il mio corpo.
    La sua bocca scende fino al mio ombellico e comincia a sfilarmi via i jeans.
    Il cuore batte nella mia testa. Ne sento il tamburellare frenetico che sembra farmi scoppiare la testa. Spike passa la lingua sui miei slip inumidendoli maggiormente e comincia a spostarne la stoffa.
    La sua lingua si infila nelle mia femminilità e io sento la temperatura alzarsi di colpo, la stanza diventare un piccolo buco.
    Sento di esplodere da un momento all’altro. La sua lingua umida passa velocemente tra le mie labbra leccandone tutta la superficie una, due, tre volte. Poi la infila nel mio stretto canale e afferrandomi i glutei comincia a spingere. Sono al limite, sento che raggiungerò il piacere da un momento all’altro. Spike si stacca da me e tolti i jeans si mette tra le mie gambe. Mi accorgo solo ora che ormai indossa solo la maglietta ancora inzuppata d’acqua. E’uno spettacolo infinito. Non riesce nemmeno a togliermi gli slip, freme di piacere, ansima senza sosta e così si limita a spostarmeli da un lato.
    -Fa piano, ti prego- sussurro in un fremito mentre mi faccio piccola piccola.
    Vorrei morire per averlo detto ma so che se ne sarebbe accorto comunque.
    Lui si blocca di colpo e alzandosi da me mi fissa senza capire.
    “Sono…..” non riesco a terminare la frase. E’naturale che lui abbia capito quello che voglio dire.
    Lui continua a scrutarmi immobile. I suoi occhi d’oceano sono diventati di un blu intenso.
    Di colpo si alza dalle mie gambe e comincia a rivestirsi.
    Io lo fisso spaesata. Non so quello che pensi e non voglio nemmeno immaginarlo. Senza volerlo una solitaria lacrima mi solca il viso e io mi odio ancora di più.
    -Mi dispiace Buffy. Non doveva andare affatto così- dice in tono serio.
    Non sono sicura di averne capito il significato. La mia mente correva alla ricerca di altre informazioni. Mi infilo velocemente i jeans senza aggiungere una parola. Lui mi si avvicina accarezzandomi un braccio e io mi scosto brutalmente.
    Sto piangendo come non facevo da quando i miei genitori urlavano in casa facendomi tremare nel sonno. Non posso fermarmi e mi odio come non mai.
    -Non fraintendermi. Non è per te.- ripenso a mia madre e alla mia stanza.
    A come vorrei solo essere a casa.
    - Tu sei speciale- aggiunge e nello stesso istante la mia mano gli colpisce violentemente il volto tanto da fare un rumore quasi assordante. Le lacrime continuano a sgorgare ma io sono immobile. Afferrando la mia borsa scivolo nel lungo corridoio.

    La porta si richiude alla mie spalle.
    Qualcosa è cambiato………decisamente tutto.

    14°Capitolo
    Le mie mano scorrono sul mio corpo nudo. Le finestre sono completamente chiuse e la temperatura raggiunta al di sotto delle lenzuola è insopportabile. La mia pelle è arrossata. Immensa è la testimonianza di quelle ore assurde. I miei vestiti sono sparpagliati in modo scomposto sul pavimento formando l’assenza di quello che sono o forse non sono mai stata. Il mio corpo è stato violentemente denudato dalle mie mani ansiose e velocemente ricoperto da queste lenzuola chiare.
    Sono solo l’incessante smorfia di quello che avrei voluto essere, sono solo l’insignificante voglia di stringermi ad un uomo senza senso. Odio?
    Si, immensamente. In modo devastante per il mio viso imbarazzato, per la mia anima ferita, per il mio corpo mai toccato. Odio per questa notte che non cancellerò, che rimbomberà continuamente su ogni viso di uomo, su ogni mano fremente.
    No, l’assatanato sentimento non è per lui.
    Non è per i suoi occhi d’oceano che hanno invaso il mio corpo di donna di un sentimento mai provato.
    Né per la sua pelle d’avorio che profumava di sogno.
    Non odio il suo volto, né le sue parole.
    Non odio la sua risata.
    “Non doveva andare così”
    Un brivido mi percorre la schiena facendo abbassare di colpo la temperatura. Il viso mi si contrae.
    Chi odio allora?
    Per chi questa rabbia devasta la mia anima, facendomi sentire meno di niente?
    Facendomi sentire una bambina piccola e sola rintanata nel buio della sua stanza. Un cucciolo spaventato nascosto dietro al suo armadio con l’incessante voglia di piangere. Stretta alla mia bambola di pezza, le mani ferme sulle orecchie per non sentire le grida assordanti. E’colpa tua.
    Lo è sempre. Non si piange Buffy. Non puoi piangere.
    “Sei speciale”. Trattengo l’insano gesto di volermi colpire il viso.
    Chi odi Buffy? Chi odi infondo?
    Chi detesti più di ogni altra cosa per questa ferita aperta, forse mai rimarginata?
    Mi detesto. Odio il mio essere caduta in una trappola di cui sono stata l’artefice. Odio aver visto la speranza di una felicità che non mi appartiene, che non può essere mia, di cui non ho diritto.
    Disprezzo il mio aver creduto di poter essere alla sua altezza.
    Il mio essermi illusa di contare più che una notte. Un sola, singola notte.
    Sfioro la mia pelle. E’madida di sudore. “Sei speciale”
    Va al diavolo Spike Stratford. Scivola via dai mie pensieri prima che io possa cancellarti con una violenza che lasci una cicatrice ancora più grande.
    Il suono incessante del telefono mi tortura il cervello.
    Non mi importa chi sia. Che senso ha infondo?
    Ancora una volta ho dimostrato tutto quello che sono. L’incessante nulla. L’irreparabile sognatrice. L’illusione senza sosta.
    Squilla ancora il telefono. Di un suono incessante e fastidioso. . Forse. Che importa?
    Solo la sua voce potrebbe farmi morire. Solo il suo volto riporterebbe a galla quello che è stato.
    L’immagine dei suoi occhi sconvolti e imbarazzati mi fa raggomitolare maggiormente su me stessa.
    Esplode facendomi rabbrividire il suo corpo che si riveste guardandomi furtivamente.
    Vai via Buffy. Chi diavolo sei? Sei patetica.
    Di colpo un suono diverso cattura la mia attenzione. Il nastro della segreteria è partito per la registrazione innervosendomi maggiormente.
    -Ciao Buffy. Forse dormi a quest’ora o magari sei a lavoro……
    In ogni caso mi dispiace di….cioè….insomma……..-
    Ascolto con gli occhi sbarrati mentre il mio cervello urla di coprirmi le orecchie. Di non ascoltare le urla dei miei genitori. E’colpa tua Buffy.
    -Mi dispiace per stanotte ma in un istante ho capito tutto. Per la prima volta nella mia vita tutto è stato chiaro.-
    Ancora una volta la sua voce si interrompe insieme al mio cuore che freme per cancellare gli attimi di silenzio.
    -Per una volta so quello che è giusto. Tenerti lontana da me. Da tutto lo schifo che sono. -
    Sono nella sua voce. Nelle sue mani che mantengono la cornetta del suo lussuoso hotel.
    Nei suoi occhi che fissano nervosi il pavimento.
    -A presto spero….- Aggiunge mentre io aspetto ansiosa il rumore del suo ricevitore che viene messo giù. Invano.
    -Sei troppo bella per essere vera- sussurra in un fremito che mi fa sbarrare gli occhi.
    Il bip della segreteria che si spegne mi fa scattare in piedi. Il mio corpo nudo trema per il freddo così afferro una camicia. Le sue parole corrono nella mia mente, dalla prima all’ultima, senza tralasciare una sola pausa, un solo respiro.
    Afferro di scatto la cornetta con la speranza di sentire ancora la sua presenza dall’altra parte del ricevitore. Un suono monotono mi raggiunge le orecchie distogliendomi dal mio stato.
    Piano apro le finestre che mostrandomi il sole mi fanno capire di colpo che ore sono. L’ora di pranzo è passata da un pezzo e la luce batte sul mio appartamento illuminandolo di colpo.
    Il ricordo del messaggio di ieri mi raggiunge il cervello facendomi sussultare. Angel Darcy mi aspetta oggi nel suo ufficio. Odio la sua voce e le sue parole. So già quello che mi chiederà e lo detesto maggiormente. Vorrei non essere ridotta a scrivere per questa assurda rivista, vorrei poter tornare a casa senza sentirmi un’ idiota, un’ illusa avvertita ripetutamente.
    Afferro il mio blocco e sedendomi al tavolo della cucina mi preparo a scrivere le cento parole che mi aveva richiesto. Sono completamente assente quando afferro la biro.
    Spike Stratfor scrivo nell’intestazione. E senza senso aggiungo prima del suo nome la parola “Amare”………

    “Amare Spike Stratford

    Firma milioni di autografi per poi sparire nelle feste super esclusive di qualche suo amico miliardario. Stratford, la nuova rivelazione del cinema internazionale, riempie in modo devastante qualsiasi copertina e prima pagina degli ultimi tempi. E’ in cima alle lista dei botteghini e in quelle dei registi più affermati. Centinai sono i siti Internet dedicati a lui e due i tipi di profumi nati dal suo marchio. Ma soprattutto miliardi sono i sogni che lui riempie.
    Spike Stratford è il nuovo principe azzurro del secolo.
    Ride quando gli si additano queste qualità e sbandiera in modo imperterrito il suo mancato romanticismo. Una cosa è certa: qualcuno in questo istante starà innamorandosi di lui.”

    Fingo di non vedere il ridicolo delle belle e assurde parole che ho scritto. Un ritratto perfetto è quello che volevo creare ed è quello che ho fatto. Immagino già un paio di foto che affiancheranno all’articolo e un paio di annotazioni che aggiungeranno alla fine per smentire la notizia su un film che avrebbe dovuto fare e additargli un nuovo flirt. Buffe sono queste righe. Assurde queste parole.
    Grottesche queste affermazioni.
    Chi ama Spike Stratford?
    Darcy mi sgriderà per averne scritte centoquattordici.
    Il mio sguardo si posa su Grande Puffo.
    -Come stai piccolino?- sussurro mentre le ultime parole mi muoiono in gola. Fingo di non accorgermi di star piangendo.
    -Sono solo una stupida . Una piccola giornalista da quattro soldi che ha creduto di essere più di questo- aggiungo mentre le lacrime mi scivolano tra le labbra. Grande Puffo mi fissa facendomi sorridere.
    -Non capiterà più. Non voglio più stare male- dico mentre mi appoggio al tavolo alle mie spalle. Le mani coprono il mio volto. Le lacrime scorrono facendomi odiare maggiormente.
    -Non voglio più stare male- sussurro ripetendolo un, due, tre volte.
    -Non voglio più innamorarmi- aggiungo sbarrando gli occhi per la sconvolgente rivelazione che vorrei solo affogare.

    Angel Darcy mi fissa dall’altro lato della sua scrivania.
    -Buffy mettiamola così: ho un ottima opportunità per te- mi dice dopo aver letto le miei centoquattordici parole.
    -Il quotidiano New Life ha bisogno di un nuovo uomo d’azione. Qualcuno che possa occuparsi di tutto compreso sport e cultura- aggiunge fissandomi negli occhi.
    -Poteri farlo. Ne sono certa.- dico mostrando tutta la mia sicurezza. Per un attimo il presagio del mio sogno si avvicina.
    -Ma ho bisogno che tu mi dimostri quanto vali, ho bisogno di testare le tue capacità sul saper fare un scoop- aggiunge sorridendo.
    -Sai già su chi-
    So dove vuole arrivare. Lo so dal primo istante in cui sono entrata.
    Penso a lui. “Troppo bella”.A come non voglio rivederlo. Ai suoi occhi. Alle sue mani vogliose di me.
    “Tenerti lontana da me”. A quanto voglio lavorare davvero. “Da tutto lo schifo che sono”.
    Annuisco mentre urlo dentro di me.
    “Amare Spike Stratford”.15°Capitolo
    La rivista ancora profumata d’inchiostro vibra tra le mie mani.
    In prima pagina regna con un frivolo rosa il grosso articolo: “Amare Spike Stratford”.
    Ecco l’anticipo per il mio lavoro.
    Angel Darcy ha pubblicato oggi il mio articolo e mi ha chiamato da ieri almeno altre 5 volte.
    Aspetta il mio scoop per formulare quel numero di telefono, ha detto.
    So che ci guadagnerà. So che per lui questo articolo frutterà milioni, mentre darmi lavoro sarà un idiozia.
    Eppure non importa. Non posso tornare a casa o forse non voglio.
    Non ho la forza e il coraggio per tornare indietro e guardare il mio vecchio mondo negli occhi.
    Spike Stratford domani non ricorderà nemmeno più chi sono e io dovrò viverci con questo lavoro. Non solo per soldi. Devo farlo per trovare uno stupido motivo per andare avanti.
    Per trovare un senso alla mia vita…quel senso che non ha mai avuto.
    Continuo a fissare il mio nome alla fine della pagina:
    “Un servizio di Buffy Summers”
    Il mio cuore accelera al pensiero che lui lo legga. Che lui almeno per un attimo possa pensare che io lo ami. Perché non è così. Lui è la mia ossessione. Solamente questo.
    L’albergo di Spike è davanti ai miei occhi. Il sole afoso mi fa mancare l’aria e la tachicardia è aumentata maggiormente. Spike Stratford ha indetto eccezionalmente una conferenza stampa per comunicare il titolo del suo nuovo film. Non so come potrò trovare qualcosa di eccezionale su di lui. Qualcosa che scritto sui giornali non farà più male a me che a lui.
    Boccheggio cercando di trovare un po’ di forza. Cercando di cancellare la sua impressione sorpresa e divertita nel vedermi alzare la mano tra i giornalisti. La mia voce tremerà d’incertezza e mi renderò conto di quanto questo mio piano vale poco.
    Mostro il tesserino all’ingresso e di colpo divento di fuoco. A controllare il mio nome c’è una delle guardie del corpo che l’altra sera mi ha visto gocciolare come una sarda avvinghiata a Spike!
    Fingo di non conoscerla e abbasso lo sguardo, mentre vorrei solo scomparire o almeno essere andata dal chirurgo stamattina, invece che dal parrucchiere.
    Lui mi fissa e d’un tratto mi sento addosso il suo allegro sorriso. E’a dir poco ridicolo vedere un omone di due metri sorridermi divertiti come un ebete. Si sarà fatto una bella risata l’altra sera….soprattutto per l’inaspettato finale. Villano!
    Fingo indifferenza anche quando fa un osceno occhiolino al suo amico,anch’ egli naturalmente presente allo scempio dell’altra sera e mi vado a sedere sperando di mimetizzarmi con la folla.
    Non ho la più pallida idea di come riuscire nel mio intento e l’assoluta voglia di non fare alcuna domanda, non mi aiuta per niente. Di colpo i flash dei fotografi cominciano a diventare accecanti. Il rumore continuo delle macchine fotografiche diventa insopportabile mentre Spike Stratford entra nella sala congressi del hotel.
    Il suo corpo è come al solito stretto in semplici jeans e maglietta e il suo sorriso è sempre lo stesso. Mai toccato. Senza alcuna differenza. In fondo quale dovrebbe mai essere poi?
    -Buongiorno a tutti e grazie di essere qui- dice alla folla che gli sorride ansiosa di cominciare il dibattito.
    La sua voce mi fa tremare l’anima. Si, è possibile.
    Vibro mentre le sue parole raggiungono le mie orecchie e tutto il resto scompare.
    Scompaiono le fastidiose voci dei giornalisti, scompaiono i flash e le luci.
    Siamo solo noi due….o forse è solo lui.
    Una biondina dalla voce stridula da il via alle domande a cui Spike comincia a rispondere con molta disinvoltura e in modo molto coinciso. Lo guardo gesticolare e sorridere quando non ha la risposta giusta.
    Lo vedo rigirarsi un discorso pur di avere ragione o fare una battuta quando è in difficoltà.
    E la folla lo osserva…..ammaliata dai suoi modi lo guarda essere il centro del mondo.
    So quello che sentono. Conosco la loro ossessione. So come li tratta.
    Esattamente come ha fatto con me. Con la stessa identica maschera.
    L’immagine delle sue gambe coperte velocemente dai jeans mi fanno tremare. Non dimenticherò il suo sguardo allarmato. Mai. Sto quasi per afferrare la giacca e il mio blocco quando una domanda mi fa sussultare.
    -E la sua vita sentimentale signor Stratford?- chiede un uomo stempiato in prima fila.
    Osservo il viso di Spike tendersi e poi rilassarsi di nuovo. Un’ idea assurda mi balena per la mente, che abbia pensato a me, ma sporadicamente la cancello.
    -Nulla di nuovo Jack – risponde Spike con fare amichevole mostrando di conoscere il giornalista.
    -Conosce il mio piacevole andazzo- aggiunge sorridendo maliziosamente mentre l’intera sala scoppia in una fragorosa risata.
    Io rimango immobile. La mia mente finge di non aver capito il significato delle sue parole.
    “Piacevole andazzo”, ecco l’unica cosa che sarei potuta essere.
    -Qualcuno ha parlato di una ragazza misteriosa: è forse la ragazza fotografata su Love Story e se si, fa parte del mondo del cinema?-
    Il mio cuore si ferma. Di chi parla? Di me? In fondo avranno ritratto Spike con milioni di donne su quel giornale….boccheggio maledicendomi per non essere uscita prima.
    Non vorrei mai ascoltare la sua risposta.
    Questa volta il suo viso non mostra emozioni. La maschera è perfetta.
    -Mi annoia ripetermi: non esiste alcuna ragazza misteriosa- risponde quasi infastidito alla donna che gli aveva posto la domanda. Non ascolto. Sono immobile.
    Pochi istanti dopo l’uomo che gli siede accanto, di sicuro il suo manager, avvicina la bocca al microfono da cui parla Spike.
    Vedo gli occhi di Spike diventare a dir poco allarmati ascoltando la voce dell’uomo.
    -Dovreste parlarne con chi scrive, di chi sono le donne fotografate con Spike, sembrano saperne più di lui- afferma l’uomo alquanto nervoso, evidentemente contrariato dall’atteggiamento di chi parla di Spike.
    Lo vedo sussurrare a denti stretti qualcosa al suo manage, mentre tamburella nervosamente il tavolo con le dita.
    -Deve esserci un rappresentante di Love Story- sento dire da qualcuno seduto in prima fila.
    Il mio cuore si ferma e per la prima volta lo sento.
    So che anche il suo cuore si è fermato.
    Un brusio si alza in sala mentre una donna al mio fianco mi sorride fissando il mio cartellino.
    - C’è solo lei per Love Story?- mi chiede mentre la mia mente spera solo che qualcuno si alzi al mio posto, che eviti di farmi vedere da lui.
    Il brusio aumenta sempre di più mentre Spike incita i giornalisti ad un'altra domanda. Nulla.
    Con le gambe che mi tremano e le mani appiccicate ai fogli ancora bianchi mi alzo in piedi imitando chi prima di me ha fatto una domanda.
    Velocemente un uomo mi passa il microfono che sento incandescente.
    Solo ora gli occhi di Spike si posano su di me. Mi fissano sconvolti e spaesati.
    Io lo guardo. Le labbra mi tremano.
    -Sono di Love Story- esclamo con un filo di voce che invece, a causa del microfono, rimbomba per l’intera sala.
    Sento uno stridulo grido nella mia testa che mi toglie il respiro.
    -Sembrava che conosceste molto di più di quello che avete scritto. Aspettavamo un seguito sul prossimo numero ma c’era solo uno banale articolo senza senso- dice l’uomo che prima aveva parlato con Spike.
    Jack….è questo il suo nome. Banale…..il mio articolo. “Amare Spike Stratford”.
    Vedo un uomo passare la rivista a Spike. Lo vedo fissare la prima pagina e guardare nervoso l’articolo all’interno mostratogli dal suo manager.
    “Amare Spike Stratford”. I suoi occhi corrono nei miei. Solo di lui. Eterna voglia di trovare riparo tra le sue braccia. Di piangere sul suo cuore. Piangere con lui….di lui.
    -La ragazza su Love Story non fa parte del mondo dello spettacolo e non ho alcuna voglia di parlarne- aggiunge rabbioso verso i giornalisti che continuano a fissarmi. Le loro voci mi rimbombano nella testa. L’imminente paura di essere riconosciuta mi sconvolge.
    -Per oggi può bastare- aggiunge mentre le voci diventano ancora più insistenti.
    Lo guardo sussurrare qualcosa alla sua guardia del corpo e sparire tra la folla mentre io scivolo sulla sedia.
    Vorrei scappare da qui ,ma non ne ho la forza.
    L’uomo che mi ha accolta all’ingresso mi da un colpetto sulla spalla e io sussultando mi volto.
    - L’aspetta di sopra- mi dice indicandomi di seguirlo.
    Ci metto qualche altro attimo per trovare la forza di alzarmi.

    16°Capitolo
    Il lungo corridoi dalle pareti avorio è esattamente uguale a pochi giorni fa. La mia ansia ha però superato ogni limite. So perfettamente che non dovrei essere qui. Che dovrei correre il più lontano da lui, se davvero tenessi al mio cuore, ma non posso.
    Ho bisogno delle sue parole, di tutto ciò che potrebbero fruttarmi.
    L’imminente impressione di voler prendere in giro me stessa mi tartassa la mente.
    Perchè davvero sono qui?Cancello velocemente la risposta che urla nel mio corpo.
    “Piacevole andazzo”. Devo trovare qualcosa.
    “Nulla”. Qualcosa che lo inchiodi come lui ha fatto con me.
    “Amare Spike Stratford”. Che lo distrugga.
    “Mi dispiace”. Questo miserabile”Piacevole anadazzo” e”Tutto lo schifo che sono”.
    Per la prima volta da quando le sue mani si sono allontanate furtivamente da me, voglio fargli del male. Odiare lui almeno una parte di quanto odi me. Per trovare la forza di vivere.
    Scivolo nella sua stanza mentre la porta si chiude alle mie spalle facendomi sussultare.
    Lui è in piedi. Lo scorgo dopo pochi attimi nascosto nell’ombra delle tende ancora chiuse.
    -Credevo che avessimo chiuso- mi viene da dire. Non so perché. So che non è esatto.
    Che nulla in fondo per lui era aperto, mentre per me è una ragione vitale.
    -Non che fosse aperto qualcosa- aggiungo sarcastica, questa volta infinitamente misurata.
    Lui si volta verso di me. Non sorride. Non stavolta.
    -Dobbiamo parlare Buffy- mi dice guardandomi dall’altra parte della stanza.
    E’ quello che voglio Spike Stratford. Non di me.
    Dello schifo che sei, di come amerò spiattellarti su tutti i giornali. “Piacevole andazzo”
    - Spike non penso ci sia molto da dire e se è per l’articolo, sai che non ha senso. Faccio il mio lavoro- aggiungo ancora in modo studiato.
    So che non che non ce la farò.
    So che sto fingendo miseramente di voler distruggere tutto ciò per cui ora vivo. Ma non lo amo. Mai.
    -Non volevo farti del male- mi dice avvicinandosi a me. Indietreggio involontariamente.
    Deve starmi lontano. E’l’unico modo per darmi la forza di fingere.
    Lui si ferma di scatto osservando il mio gesto.
    -Permettimi di rimediare- aggiunge tendendo una mano verso di me che poi contrae velocemente.
    Rimedia Spike. Rimedia ora.
    -Non ce ne è bisogno davvero Spike- rispondo sorridendo in un modo che odio.
    -Eravamo entrambi fuori di noi l’altra notte, è tutto dimenticato- dico con un enorme sorriso alla fine. Lui segue alla lettera ogni mia parola. Vedo il suo viso contrarsi per qualche istante.
    Poi torna a sorridere.
    -Bene- mi risponde.
    E io finalmente lo odio.
    Finalmente mi è chiaro quello che posso fargli. Quanto posso fargli.
    Devo solo trovare il modo.
    Il modo di distruggerlo come lui ha fatto con me.
    -So che avevo detto di non vederci più ma sarebbe così assurdo poter essere almeno amici-
    Mi dice titubante. Sa Buffy cosa potrebbe dirgli. Sa esattamente il battito del cuore che ho perso. Che vorrei solo essere tra le sue braccia. Che le lacrime urlano nei miei occhi. Lo sa.
    E allora preme.
    Più profondo. Se mai è possibile.
    Cerco nella mia anima l’assurdo sorriso che non ho e lo sfodero con tutta me stessa osservando il suo viso sbalordito.
    Perché l’hai detto Spike Stratford?Perchè sapevi che avrei pianto?Che mi sarei sciolta e magari ti avrei schiaffeggiato ancora, mostrandoti tutto quello che sono?Perchè sapevi che avrei rifiutato?
    Che avrei odiato le tue parole?
    E’così Spike Stratford. Sei in me a tal punto da odiarti per non morire.
    -Certo- rispondo quando sento che il mio sorriso si sta già smorzando.
    Resisto ancora qualche istante.
    -Bene- balbetta lui incerto. I suoi occhi mi scrutano titubanti.
    -Se non hai nulla da fare potremmo pranzare assieme- dico sicura mentre vedo il suo sguardo sorprendersi incredibilmente.
    So quello che pensi Spike. Perchè non piango?Come posso essere qui?Come posso chiederti di passare delle schifosissime ore con te quando dovrei solo odiarti?
    Pensa che sono come tutte le altre, è quello che voglio. Forse troverai il coraggio di scoparmi. Rabbrividisco. Lo odio.
    -Certo- balbetta nella stessa identica maniera di prima.
    -. Non credevo…-biascica tradendosi.
    -Cosa non credevi?- ribatto io. Ora sono arrabbiata. Spero solo che non l’abbia visto.
    Che non abbia visto il mio assurdo sarcasmo. Sorrido per nasconderlo.
    -Nulla Buffy, nulla. Sono contento di poter stare con te- mi risponde ricomponendosi e mi sorride. Mi sorride come ha sorriso alla sala, alla folla di giornalisti. Falso nello stesso identico modo.
    La solita maschera.
    Afferra il telefono bianco dell’hotel e ordina “il solito” per due. Spero solo che non siano lumache. Non penso che la mia recita reggerebbe. Sorrido tra me e me ripensando a quel ristorante.
    A quel prato dal profumo di hot dog. Alla piscina. Alle sue mani. Al suo corpo che si riveste frettoloso.
    Rabbrividisco tornando al presente.
    -Allora Buffy, che ne pensi di questo nuovo film?- mi chiede sfidandomi. Questa volta sono preparata Spike Stratford. Sorrido. Sono pronta per incastrarti per bene.
    -Il solito- ingrano io fissandolo negli occhi. Non ne ho la forza. So che vorrei correre via ma devo arrivare a fondo. Dove lui è arrivato.
    Lui mi sorride divertito. Io lo fisso senza capire.
    -Il solito Buffy- mi risponde.
    -Non riesco ad uscire dal giro- continua ridendo.
    -Bhe…penso che tu non abbia bisogno di soldi. Potresti aspettare qualcosa di meglio che i soliti film commerciali-
    -Certo Buffy, hai ragione- mi risponde.
    So che mi sta sfidando. So che lo sta facendo nello stesso identico modo in cui io lo faccio con lui. Non sospetta di me. Non potrebbe mai farlo. Ma è abituato a questo.
    Abituato a ragazzine rifiutate da lui e pronte a farsi usare solo per stare con lui.
    -Sono abituato a fare soldi- mi risponde mentre una cameriera entra con la cena.
    La grossa campana di metallo viene alzata rivelando pasta col sugo, certamente italiana e arrosto con patate.
    -Adoro il cibo italiano- mi dice fissandomi. Io lo guardo. Spero solo di ricordare almeno come si mangino degli spaghetti.
    -Oltre alle lumache e agli hot dog- mi dice mentre il mio sguardo corre nel suo.
    Ho paura di non farcela, ma è un attimo.
    -Perché sei abituato a fare soldi?- gli chiedo riprendendo il discorso precedente
    -Perché non ne ho mai avuti.- mi risponde lui spiazzandomi mentre si mette a sedere.
    -E’un buon motivo?- gli chiedo cercando di scavare fin dove posso.
    -Non lo so- dice lui smettendo di sorridere.
    -Mio padre non ha mai portato un soldo a casa, deve essere per questo- è sarcastico mentre io lo fisso.
    -Lui faceva una vita diversa. Come la definiva lui.- aggiunge senza toccare cibo.
    Io fingo indifferenza e comincio a torturare gli spaghetti nel mio piatto.
    -Cosa vuol dire?-
    - Beveva- mi risponde fissandomi negli occhi.
    So di essere arrivata.
    So che manca poco. Sono esterrefatta dal poco tempo che ci sia voluto.
    Non riesco a trovare nulla da dire. Nulla che scavi di più. So solo che non vorrei avere ascoltato. Nulla di ciò che ha detto.
    -Beveva continuamente e sapeva solo prendersela con me e mia madre- aggiunge mentre io fremo alle sue parole. I miei occhi brillano di lacrime.
    Lo sento e spero che lui possa solo non accorgersene.
    -Questo è un suo ricordino.- mi dice sorridendo indicando la cicatrice che ha sul sopracciglio.
    -Mi dispiace- rispondo. Mi maledico. So che non doveva andare così. So che sono inanime contro di lui. Lo sono da sempre. Dal primo attimo che ho creduto di essere capace di distruggerlo.
    -Non importa- mi dice sorridendo.
    -Mangia che si fredda Buffy- dice cominciando nervosamente il suo cibo mentre io sento solo il mio enorme nodo allo stomaco…o forse al cuore.
    Di colpo il grosso omone dell’ingresso bussa alla porta e si infila nella stanza.
    -Signor Stratford mi dispiace enormemente, ma ho ricevuto quella telefonata- dice nervoso guardandomi.
    -Certo Brad, hai ragione, arrivo subito- dice serio mentre si alza.
    L’uomo scompare dopo essersi congedato e io fisso Spike senza capire.
    -Scusami Buffy, ma come vedi il dovere chiama….i soldi- mi dice sorridendo.
    -Finisci pure con calma. Provvederò che un auto dopo ti riaccompagni a casa. Resta comunque tutto il tempo che vuoi- mi dice infilandosi in fretta la giacca e io ho tutta l’impressione che non abbia alcun appuntamento lavorativo. Che sia rivolto in tutt’altro luogo.
    -Ok- dico senza riuscire a trovare altre parole.
    Lui si volta per uscire. La maschera è ricomparsa. La mia, solo una stupida illusione.
    So che non sono nulla.
    -Mi fa piacere che ciò che è accaduto sia stato dimenticato- mi dice senza guardarmi.
    Senza avere il coraggio di guardarmi.
    -Così facilmente- aggiunge sparendo nel corridoio.
    Bene Spike Stratford.
    Sari felice di esserti tolto il peso che avevi sulla coscienza. Il dover pensare alla stupida ragazzina in lacrime per essere stata rifiutata da te. Ti senti meglio Spike Stratford?
    Vedrai come sarà quando ti farò provare quello che tu hai fatto sentire a me.
    Te ne accorgerai.
    Senza finire il mio pranzo prendo la mia borsa e mi alzo per lasciare la stanza. Il mio sguardo viene colpito da una candida camicia che sbuca dall’armadio. Come se fossi governata da un assurda forza mi dirigo verso le ante e la osservo. Piano, come se qualcuno posso vedermi, la porta al viso ispirando il suo odore. Senza senso una lacrima solitaria mi riga il volto.

    -Bene Buffy, davvero brava- mi dice Angel Darcy guardandomi felice.
    -Sto appena tornando dalla sua camera- rispondo sicura.
    -Davvero complimenti, mai nessuna era stata capace di avvicinarsi così tanto- aggiunge fissandomi.
    Le sue parole sono infinitamente viscide. Spero solo che componga presto quel numero e mi faccia lavorare per quel giornale.
    -E hai trovato qualcosa di interessante?- mi chiede. Io guardo fuori dalla finestra.
    Il cielo si è rabbuiato. Forse pioverà. Forse.
    -Si, signor Darcy, ma non voglio che lei lo pubblichi- rispondo fissandolo.
    -Cosa?- mi dice strabuzzando gli occhi mentre il suo sorriso scompare.
    -Non sono ancora sicura- gli rispondo tornando a non guardarlo.
    -Maledizione Buffy , questo è il tuo lavoro. Penso che la cosa sia alquanto importante ma….- aggiunge leccandosi le labbra per l’intuizione.
    -Non devi preoccuparti, gli attori sono preparati a questo- mi risponde tornando a sorridere.
    Io non rispondo.
    -Buffy c’è forse qualcos’altro sotto?- mi chiede famelico. Vuole la mia risposta. E’ansioso di sentirla. Rimango in silenzio.
    Improvvisamente il silenzio viene rotto dal mio cellulare che per la prima volta mi appare come un sollievo.
    -Pronto?- dico scusandomi con lo sguardo con Angel che appare alquanto irritato.
    -Ciao Buffy- mi dice una stupenda voce dall’altro lato. Rimango qualche istante estasiata a pensare.
    -Spike?- mi sfugge e vedo il mio capo illuminarsi.
    -Volevo farmi scusare per oggi. Sono stato davvero maleducato a scomparire così- mi dice alquanto nervoso.
    -Non preoccuparti è tutto ok- gli rispondo guardando Angel che sorride divertito.
    -Ti prego accetta il mio invito per stasera. E’una semplice cena- dice mentre io già avvampo e perdo un battito.
    -No Spike, non credo sia necessario- rispondo mentre vedo le labbra di Angel che formulano in silenzio la parola”accetta”.
    -Buffy insisto- aggiunge stranamente serio. Io rimango in silenzio.
    Angel ripete la stessa parola di prima, questa volta senza sorriso.
    -Ok, a stasera- rispondo rassegnata.
    Ci metto qualche altro istante per capire quello che è successo.
    -Non mi sembra opportuno che lei decida anche della mia vita privata- dico stizzita al signor Darcy.
    Lui è tornato felice.
    -Esci con lui stasera e ti do il tempo di decidere per la tua formidabile scoperta- mi dice alzandosi come per congedarmi.
    -Cosa le frutterà questo?- gli chiedo senza capire.
    -Come vedi tutto il tempo che passi con lui mi frutta molto. Hai o no l’articolo del secolo?- mi chiede senza nemmeno aver bisogno di una risposta. Io scompaio nell’ascensore.
    “Accetta il mio invito per stasera”. “Una semplice cena”. La sua voce calda e vellutata.
    “Hai o no l’articolo del secolo?”
    “Beveva”….e io non se avrò mai il coraggio di dirlo a qualcuno Spike Stratford.

    17°Capitolo
    Rabbrividisco quando l’acqua gelida mi colpisce la schiena. Cerco ad occhi chiusi il bagnoschiuma sulla mensola, mentre il getto diventa più caldo.
    Cosa mi hai fatto Spike Stratford?Perchè sono ossessionata così dannatamente da te?
    I suoi occhi oceano gridano ferendomi nella mia testa e io boccheggio per respirare, mentre l’acqua mi scivola tra le labbra. So che sto giocando a un gioco troppo rischioso. Che non ne sono decisamente all’altezza. Ma non riesco a smettere. E’un’assurda dipendenza. Una droga paradisiaca che mi uccide facendomi godere. Ancora una volta penso a lui. A quanto vorrei solo ……….
    Cosa vorrei?
    Cosa vuoi Buffy? Che lui si prenda la tua verginità?Che ti scopi facendoti urlare?
    E’ questo che vuoi?O è quello che vuoi credere Buffy?
    Che vuoi credere per non scoprire cosa desideri davvero…fin dove la tua pazzia sta arrivando…
    Tampono il mio corpo con l’accappatoio mentre scivolo in cucina. L’ambiente è decisamente troppo caldo. Cerco Grande Puffo nella penombra con un sorriso. Lo vedo immobile con la testolina rossa verso di me. I suoi occhietti sono come al solito indifferenti. Con cura ripulisco il suo boccale mentre lui sguazza nel lavabo. Ora è nervoso. Sa che sono decisamente poco affidabile in queste cose. Per fortuna porto a termine la missione e lui può tornare nel suo recipiente da birra mentre io gli verso qualche briciola. Non penso più alla vaschetta. Lo vedo decisamente affezionato al suo habitat anche se non del tutto felice.
    -Torniamo in America Grande Puffo?E’un bel posto,vedrai che ti piacerà- gli dico sorridendogli rendendomi conto contemporaneamente che sto cominciando a diventare patetica e questo decisamente mi spaventa. Immagino già il mio corpo flaccido e rugoso che dondolerà su una sudicia sedia. Sferruzzerò per ore babbucce di lana, parlando col corpo putrefatto, inanime e senza vita da ormai quarant’anni, di Grande Puffo. Rabbrividisco a quell’idea mentre corro nella stanza da letto a cercare qualcosa da mettere. Mission Impossible direi!
    Dopo minuti interminabili seduta sul letto davanti al mio desolabile armadio opto per aderentissimi pantaloni di raso nero e uno scintillante top rosso. Quando sono vestita comincio a fissarmi nervosamente. Sembro decisamente dire :“Fammi qualsiasi cosa” mentre in realtà vorrei sussurrare languidamente:”Potevi e ora non puoi. Ora sei solo la mia vittima. Quello che farò andare col culo per terra…” mi ricompongo sfilandomi il top e lanciandolo sul letto, mentre afferro un’aderente maglietta nera con stampa argento. Decisamente meglio. Ora sono una via di mezzo: “Vorrei che mi facessi quello che vuoi ma sono troppo occupata a farti andare col culo….”
    Ok, ok! Ora basta!
    Corro in bagno per cercare di riorganizzare le idee e dopo pochi minuti il campanello suona.

    Sono alquanto nervosa mentre l’autista mi apre elegantemente la portiera fissandomi. Non deve avere un ottimo ricordo di me. Tremo mentre mi infilo nell’auto, ma dopo poco mi accorgo con stupore che Spike non c’è. Comincio a pensare che abbia scoperto tutto e questa sia una trappola per portarmi in una landa desolata e pestarmi a sangue!
    -Il signor Stratford l’aspetta in albergo. Era in ritardo e per non farla aspettare ha preferito che venissi a prenderla- mi dice richiudendo poi velocemente il vetro che ci divide.

    Scendo dopo pochi attimi dall’auto e comincio a sistemarmi i pantaloni che proprio non ne vogliono sapere di stare come dico io. Mi volto per incamminarmi verso le scale e lo vedo.
    Lui è li. Fermo davanti all’entrata. I suoi splendidi capelli platinati racchiusi nella gelatina, i suoi atroci occhi che mi fissano sorridendomi, il suo corpo eternamente perfetto racchiuso in un abito nero elegante e camicia bianca, senza cravatta. Fisso il suo sguardo correre dal mio viso fino ai miei sandali e rabbrividisco di piacere.
    -Buonasera Buffy- mi dice avvicinandosi all’auto. Io sono ammaliata. Completamente alla sua mercè. Sua dalla prima volta che il suo sguardo si è posato nel buio su di me.
    Tienimi con te Spike. Sempre.
    -Ciao- sussurro senza riuscire a scollare i miei occhi dai suoi. Lui continua a fissarmi. Quasi assente ora. In un gesto improvviso porta la sua mano al mio viso e io ancora più improvvisamente mi inarco verso di lui. Amami Spike Stratford.
    Un brivido mi percorre la schiena facendomi rinvenire e mi scosto freddamente.
    Lui contrae velocemente la sua mano allontanandosi da me e senza guardarmi si infila nell’auto.
    La città sfreccia attorno a noi. Improvvisamente ogni domanda si è dissolta nella mia mente non lasciandone più nulla. Sono solo Buffy ora.
    - Dov’eri quando ti ho chiamata?- mi chiede guardando fuori. Boccheggio pensando a cosa fare e senza significato ho paura di dire la verità.
    -A casa- dico fissandolo incerta. Lui continua a guardare fuori.
    -Avrei giurato di no- aggiunge e io rabbrividisco.
    Improvvisamente so che questa non sarà una semplice cena.
    Che questa non sarà una semplice notte.

    Il piccolo ristorante dove ci inoltriamo è elegantissimo e con pochissimi tavoli. Ancora una volta mi sento decisamente inadatta guardando gli ospiti. Splendide donne fasciate in lussuosissimi abiti ci fissano bisbigliando qualcosa. Spero solo che il trucco non si sciolga ora che sento che la temperatura è salita in questo modo. Spike continua a non guardarmi. Sembra cambiato improvvisamente. Nascosto in una corazza che io non posso minimamente scalfire. A stento pronuncia qualche sillaba quando ci viene servita la cena e io mi maledico per essere venuta.
    Per aver dato retta a quel verme.
    -A cosa pensi Buffy?- mi chiede fissandomi senza sorridere. Con uno sguardo improvvisamente sinistro.
    -A nulla- biascico nervosa torturando il cibo nel mio piatto. Lui abbozza una smorfia contrariata che mi fa rabbrividire. Non l’ho mia visto così. Mai. Comincio decisamente a sospettare che sia colpa mia. Che abbia saputo tutto quello…che in fondo non ho nemmeno fatto.
    Tremo senza rendermene conto e per la prima volta ho paura di lui.
    Lui continua a guardarmi negli occhi nello stesso identico modo.
    -Sei felice?- mi chiede quasi facendomi sussultare e i miei occhi tornano nei suoi.
    Sei felice Buffy? No, Spike Stratford.
    -Certo- rispondo sorridendo ma lui rimane impassibile.
    -Eri felice l’altra notte?- mi chiede mentre la mia forchetta cade sonoramente nel piatto.
    Comincio a tremare maggiormente. Le mie ali sono quasi completamente bruciate. Balbetto cercando di trovare una possibile risposta. Ho paura di capire fin dove voglia arrivare.
    -A cosa ti riferisci?- biascico con gli occhi bassi.
    -Balliamo- mi risponde mentre io quasi sussulto alle sue parole. Non ho nemmeno il tempo di pensare che lui mi ha già afferrato le mani intimandomi di alzarmi. La sua presa ora è forte e decisa e io ho paura di morire. Di scoprire quello che non è.
    Sussulto contrariata mentre ci avviciniamo alla pista ormai deserta, ma quando lui mi stringe al suo corpo mi abbandono di colpo. Posso sentire ogni suo singolo muscolo aderire completamente al mio. Le sue braccia sono attorno al mio collo e le sue mani carezzano la mia nuca. Inanimata appoggio le mani alla sua schiena morendo dentro. Sussulto quando il suo viso sprofonda nell’incavo del mio collo e io posso sentire il suo splendido respiro sulla mia pelle. Le lacrime mi pungono improvvisamente gli occhi senza motivo e faccio di tutto per trattenerle.
    Per trattenere la mia anima ferita.
    -Allora Buffy eri felice l’altra notte?- mi sussurra ancora col viso vicino al mio collo.
    Io continuo a tremare senza capire dove voglia arrivare mentre i miei nervi tornano in allerta.
    -Quando non ho voluto fare l’amore con te-aggiunge appoggiando le labbra sulla mia pelle.
    Io non rispondo. Non ho il coraggio di spostarmi da lui per guardarlo.
    Sono sconvolta dalle sue parole. Lacrime amare bruciano nei miei occhi.
    -Perché ora tremi Buffy? -mi chiede baciandomi dolcemente la pelle.
    Io sono inanime. Completamente bloccata. Socchiudo gli occhi.
    -Non sei felice Buffy. L’altra notte non ti è indifferente e….- mi dice colpendomi dritto. A fondo.
    -E prima non eri a casa- aggiunge appoggiando la lingua sulla mia pelle e cominciando a baciarmi in un modo diverso.
    La stessa canzone continua a risuonare, ma a me sembrano passate ore.
    Today. Di L’aura mi sembra.
    La mia mente corre alla ricerca di particolari irrilevanti. Ho paura di cadere. Che questo sia il mio ultimo volo. Per la prima volta nella mia vita ho il terrore di rispondere. Continuo visibilmente a tremare inarcando maggiormente il mio collo verso di lui.
    -Perché menti Buffy?- mi chiede in un modo che certamente non implica risposta. La sua tortura continua e i suoi baci sulla mia pelle diventano più avidi. La sua lingua continua a leccarmi alternandosi alle sue labbra.
    -Cosa mi stai facendo?Cosa vuoi da me?- mi chiede mentre le sue mani accarezzano avide il mio corpo. La stanza è ormai completamente vuota.
    Torno a socchiudere gli occhi mentre stringo più forte la sua schiena.
    -Mi stai uccidendo Buffy- mi dice mentre in un lampo la sua bocca è sulla mia in un bacio spasmodico e ansioso che mi fa letteralmente morire di piacere.
    -Non mi posso fidare di te- mi dice sulle labbra tornando poi a baciarmi con più avidità, con più foga. La sua lingua saetta vorace nella mia bocca.
    -E tu non puoi farlo di me- aggiunge ringhiando per poi riprendere a leccare e mordere le mie labbra.
    Rabbrividisco staccandomi da lui ansimante e con le labbra arrossate.
    -Ma cosa sei Spike?- ringhio rabbiosa mentre lui mi guarda sconcertato come risvegliatosi da un sogno. In un attimo sono fuori dal ristorante con le lacrime che urlano per uscire.
    Quando il vento della notte raggiunge la mia pelle riportandomi a respirare, la sua presa forte mi blocca un braccio intimandomi di voltarmi per rivelare il mio viso in lacrime.
    I suoi occhi mi fissano sconvolti e in un attimo mi attira a lui stringendomi forte.
    Vorrei morire piuttosto che mostrare quello che sono in realtà. Quello che sento maledettamente.
    Mi strattono con forza da lui.
    -Diavolo lasciami andare Spike, hai vinto- urlo tra le lacrime disperate. Mi odio profondamente.
    Ho fallito. Fallito ancora. Non odio nemmeno minimamente questi occhi blu che mi stanno togliendo il respiro. Lui mi afferra ancora mentre rabbioso cerca solo di tenermi a se.
    -Perché hai mentito Buffy, perché?- ringhia più forte stringendomi maggiormente. Scalpito colpendolo sul petto con i miei pugni deboli, mentre le lacrime continuano ad inondarmi il volto.
    -Perché ho paura d’amarti Spike- gridò con voce roca e mi copro la bocca con le mani come per voler cancellare le mie ultime dannate parole.
    Quelle parole che non conosceva nemmeno la mia anima.
    Spike Stratford. Amare Spike Stratford.
    Il suo corpo si blocca di colpo restando solo ancorato alle mie mani.
    Boccheggia senza riuscire a dire nulla.
    Le mie lacrime sono finite.
    Sono sconvolta da me stessa.
    Da quello che sono diventata per quest’uomo.
    -Non devi amarmi Buffy, non potrei mai ricambiare- aggiunge lasciandomi le mani.
    Infinitamente bello.
    Infinitamente lui.
    Terribilmente sconvolto.
    Atrocemente distrutto.
    Di me ora, più nulla.18°Capitolo
    Amare. Cosa vuol dire in fondo amare?
    Specchiarsi nei suoi occhi morendo dentro, vivere sulle sue parole, sognare sulla sua pelle….capire di essere nata esattamente per lui. Per guardare ogni suo movimento, per seguire ogni suo gesto. Essere viva solo per toccare il suo corpo, per sentirsi chiamare, per ascoltare il suo respiro ansimante su di te, per sentirsi sussurrare da lui e solo da lui “ancora”.
    Lui. Dannatamente bello e cattivo. Senz’anima. Che gioca con me. Ride del mio cuore. Lo stringe forte facendolo sanguinare e poi lo lascia di colpo. Solo.
    E poi ci sono io. Pazzia senza senso. Mente annebbiata. Voglia di correre da lui. Fino alla fine. Fino a che le sue parole mi feriscano a tal punto che la mia anima sia straziata. Fino a quando io abbia la tremenda conferma di non poter mai essere sua, di non poter mai vivere ogni singolo attimo della mia vita con lui, di non passare tutte le notti tra le sue braccia. Allora forse….quando di me nulla è rimasto mi arrenderò. Forse…..Perchè l’amore è pazzo. L’amore vive di lui, delle sue parole terribili, dei suoi colpi duri e resiste.
    Fino alla fine. Fin quando lontana migliaia di kilometri da lui, piangerò per l’ultima volta nel mio letto odiandolo. Odiandolo….finalmente.
    Dove sono ora? Fino a che punto il mio cuore è matto….folle?
    Fin quanto? Amare Spike Stratford. Possibile?
    O forse la domanda è un'altra…..Come non amare Spike Stratford?
    Come chi si è stretta al suo corpo, si è specchiata nei suoi occhi, ha ascoltato la sua voce può essere andata via? Può vivere ancora? Respirare? Spike Stratford. Ancora.
    Una rabbia accecante urla dentro di me. Graffia profonda facendomi urlare. Odiarmi più che mai. Odiare questa realtà che non profuma della sua assurda cattiveria.
    Lacrime amare bruciano nei miei occhi arrossati dalla notte, da questa assurda follia che mi sta trascinando dove non c’è più via di ritorno. Ho paura. Vibro nel terrore di lui. Delle sue parole che continuano ad urlare straziate nella mia mente, ferendomi l’anima.
    Facendomi boccheggiare senza respiro.
    Perché ho solo paura di amarti Spike Stratford.
    E poi i suoi occhi. “Non devi amarmi Buffy, non potrei mai ricambiare.”
    Come puoi farlo? Come puoi lasciarmi morire così?
    Dove sei finita Buffy? Dov’è il tuo orgoglio, pudore…dove sei?
    Annientata dai suoi occhi blu. Morire sapendo che li cercherai in ogni uomo, che vivrai paragonandoli a lui….che non troverai mai quelli giusti.
    Amare Spike Stratford.
    Ti amo Spike Stratford ?

    L’acqua gelida colpisce il mio viso facendomi riprendere dal torpore della notte. Tampono il viso con un asciugamano mentre fisso i miei occhi arrossati nello specchio.
    Un eterna lacerazione urla nella mia mente. Devo scappare. Correre via da qui.
    Infilo veloce un paio di jeans e una canotta. Le mani mi tremano. Lego i miei capelli in una coda e i miei occhi tornano allo specchio. Amare Spike Stratford.

    “La vera storia di Spike Stratford

    La sua fama è ormai fuori discussione. I giornali non fanno altro che parlare di lui e della sua vita privata di cui si cerca continuamente di saperne qualcosa. Conosciamo solo le sue affermazioni. Quelle parole che hanno suscitato grande scalpore rivelandone l’immagine del bello senz’anima. Con estrema chiarezza ci ha detto di essere cinico e estremamente realista. Di non credere nell’amore e in quello che ne scaturisce. Di stare con le donne solo per sesso.
    L’ha urlato. Sbandierato alle maggiori testate facendo spesso scandalizzare chi leggeva. Ma cosa c’è davvero sotto Spike Stratford?
    Cosa l’ha turbato a tal punto? Cosa cela la sua anima?
    La sua cicatrice sul sopraciglio sinistro ne è un segno indelebile. Il padre di Spike Stratford, da una sua personalissima testimonianza, faceva largo uso di alcolici tanto da diventarne dipendente. Il nostro attore era solo un bambino e ha convissuto con questa amara realtà che gli ha impedito di restare innocente.
    L’ha sradicato dai suoi anni. Suo padre era violento nei suoi attimi di non lucidità…..cioè sempre.
    Usava la sua assurda violenza su di lui e su sua madre.
    La storia ci lascia di sasso, decisamente con l’amaro in bocca. Ci fa guardare il nostro divo con occhi diversi. Ci fa forse capire la sua grande avversità verso la vita.
    Ma è solo questo?
    E’ questo che ha creato la sua corazza? La sua assurda cattiveria che…..ferisce….sempre. “
    Buffy Summers

    L’ascensore si ferma di colpo facendomi sussultare e il grosso numero in alto comincia a lampeggiare tintinnando. Le porte scorrevoli si aprono veloci rivelando una sala gremita di gente. Mi avvicino nervosa alla scrivania dell’odiosa segretaria del mio capo.
    -Il signor Darcy mi aspetta- dico fissando la parete alle sue spalle che lucida riflette un’ immagine distorta di me. Come al solito accenna sua smorfia contrariata e afferra il telefono.
    - C’è qui la signorina Buffy Summers- dice stizzita per poi riattaccare velocemente.
    -Queste persone aspettano da ore e non penso siano contente di vederla entrare prima di loro- mi dice guardandomi di traverso.
    -Perciò mi segua, la farò entrare da qui- mi dice indicandomi una porta alle sue spalle. Fisso gli uomini fermi nella sala mentre entro con lei nella stanza.
    Pezzi grossi sicuramente, ma non quanto me ora…..quanto quello che so di lui…ed Angel Darcy ne è consapevole.
    Lui continua a correre nella mia mente. Non l’ha mai abbandonata. I suoi occhi. Sempre.
    Amare Spike Stratford.
    Distruggerlo per vivere.

    Angel Darcy sorseggia il suo caffè esaminando i suoi documenti. Finge visibilmente di non averci sentite.
    -Buongiorno- dico seria. Sussulta falsamente e mi sorride.
    -Buffy, è un vero piacere- mi dice facendo cenno alla sua segretaria di lasciarci soli.
    -Caffè? – mi chiede distratto. Io non rispondo. Sono molto più avanti di queste ipocrisie da quattro soldi.
    -Ho preso la mia decisione- dico fissandolo. Ho un assurda e senza senso voglia di piangere.
    -Bene, bene- mi dice lui accomodandosi meglio sulla poltrona e cominciando a pregustare il mio racconto.
    -Tutto bene ieri?- mi chiede fingendo di essersene ricordato improvvisamente.
    Ieri? “Perché ho paura di amarti.” “Non devi amarmi Buffy, non potrei mai ricambiare.”
    Rabbrividisco sussultando visibilmente e lui se ne accorge. Ora sorride maggiormente.
    Si lecca le labbra.
    -Non pensavo che mi saresti stata così utile Buffy quando ti ho conosciuta- mi dice sorridendo.
    Io continuo a fissarlo.
    -Specialmente per quanto riguarda Spike Stratford- aggiunge ridendo.
    - E’l’attore più famoso del momento e non si sa mai praticamente nulla di lui-
    Io continuo a rimanere in silenzio. Respiro profondamente. Ho paura.
    Paura di amare Spike Stratford.
    -Io non posso più lavorare per lei- dico di colpo. Lui sgrana gli occhi.
    Continua a sorridere per qualche altro secondo mentre mette a fuoco le mie parole.
    -Cosa?- mi chiede incredulo.
    -Non penso ci sia bisogno di altro dato che tecnicamente lei non mi aveva ancora assunta e…- non riesco a terminare la frase.
    -No…Buffy…cioè, ma cosa dici?- mi chiede bloccandomi.
    -Non posso farlo signor Darcy, non è il lavoro per me…rovinare la vita alla gente intendo.- gli rispondo guardandolo.
    -E le informazioni su Spike Stratford?- mi chiede visibilmente nervoso.
    -Credo che dovrà farne a meno- gli rispondo alzandomi.
    -Ti rendi conto che stai perdendo l’occasione della tua vita, l’unica certamente- mi dice rabbioso.
    Ed è in quel momento che me ne rendo conto. In quell’istante preciso.
    Amare Spike Stratford. La mia mente rabbrividisce formulando quel pensiero che brucia l’anima…..
    -“New Life” ti rendi conto- lo sento urlare, ma non ne capisco nemmeno il senso in questo istante.
    Amare Spike Stratford.
    Ti amo Spike Stratford.
    -Arrivederci- dico sparendo nel corridoio, mentre ho solo una gran voglia di piangere disperatamente.

    -Ha detto che non poteva rovinargli la vita. E’ qualcosa di molto grosso Xander-
    -Me ne rendo conto signor Darcy, ma c’è sempre il mio lavoro. Insomma manca poco per averne la certezza. Ho già le foto. Qualche settimana al massimo.-
    -Lo so Xander, ma pensa se uscissero insieme, ho bisogno di quelle informazioni-
    -Ok, mi dia po’ di tempo però-19°Capitolo
    Il mio tailleur, di cotone celeste con minigonna, mette in risalto la mia pelle abbronzata.
    L’estate quasi del tutto passata lascia quella frescura tipica delle ore del tramonto.
    Una leggera brezza mi fa venire la pelle d’oca mentre sistemo la mia borsetta in tinta e fisso la sala congressi gremita di gente.
    Mostro il mio tesserino ad una donna vestita di nero e mi siedo nelle prime file.
    E’ancora presto. Il lungo tavolo ricco di microfoni è ancora completamente vuoto nonostante i giornalisti siano tutti presenti. Comincio a preparare i miei blocchi mentre aspetto che la conferenza cominci. Una donna davanti a me sfoglia un giornale scandalistico.
    Sorrido leggendo la testata “Love Story”. Si, ne so qualcosa!
    So qualcosa di quel giornale da quattro soldi che vende milioni di copie e del suo capo viscido e opportunista.
    Sorrido tra me e me con ancora l’amaro in bocca.
    Poi qualcosa mi colpisce.
    Qualcosa che da più di un mese la mia mente cerca di affogare.
    Un luogo da cui corro lontana per non morire.
    Fisso i suoi occhi blu, la sua mascella squadrata.
    Ho visto la sua faccia stampata almeno mille volte da quel giorno.
    Invano ho cercato di non leggere gli articoli dedicati a lui e la settimana scorsa ho toccato il fondo.
    Dopo aver guardato quel cartellone pubblicitario per almeno mezz’ora, mi sono infilata nel cinema affollato e ho guardato il suo ultimo film fino alla fine.
    Non so se qualcosa in me sia cambiato.
    Se senta in me esattamente ciò che provavo l’ultima volta che le sue mani mi hanno sfiorato.
    Ma ci ho pensato.
    Ho pensato a lui e ai suoi occhi ogni attimo degli ultimi trenta giorni. Senza darmi pace.
    Correndo di giorni lontano da lui e cercandolo di notte ansimando.
    Spike Stratford. Ancora tremo pronunciando il suo nome.
    Che stupida che sono! La donna davanti a me stringe ancora la sua immagine.
    Non mi sporgo per leggere l’articolo. Questa volta proprio non ce la faccio.
    I flash partono impazziti e Cordelia Sallinbergh viene avvolta dalle sue guardie del corpo.
    Si muove leggera fluttuando nel suo abito rosso strettissimo e molto corto.
    Sorride mentre i fotografi sgomitano per un primo piano. Mi sporgo per guardarla meglio.
    Ha un’aria terribilmente familiare!
    Naturale…l’avrò vista tante volte sui giornali e ho già dimostrato la mia grande memoria in materia.
    I miei colleghi cominciano a riempirla di domande. Parla felice del suo ultimo film. Un vero flop da quanto ho sentito. Sorrido tra me e me mentre la sento elogiare il suo regista e tutti quelli che hanno collaborato. Se fossi in loro non ne sarei felice.
    Arriva il mio turno e un po’ impacciata mi alzo in piedi afferrando il microfono.
    La scena mi ricorda una situazione che vorrei sradicare per sempre dalla mia mente, ma fingo di non farci caso.
    -Man- dico annunciando la mia rivista e mentre tutti prendono appunti faccio la mia veloce e inesperta domanda.
    Si, si, avete sentito bene! Scrivo per una rivista maschile. Sono ancora in prova in realtà, ma dovevo pur muovermi. Questa volta ho evitato le raccomandazioni di mio zio e mi sono data da fare. Il risultato non è stato dei migliori.
    E’risaputo che non sappia praticamente nulla di uomini, ma tanto per cambiare mi è stata proposta la rubrica cinema e io faccio di tutto per accaparrarmi questo lavoro. Spero di non essere costretta a crearmi scrupoli anche per recensire un film, ma a giudicare dall’enorme simpatica che mi ispira quest’oca, non penso che accadrà!
    Ascolto sorridente la sua risposta e veloce mi metto a sedere lasciando il posto a qualcun altro.
    Esco dopo circa mezz’ora quando ormai la sala è quasi vuota. Sto bene! Sto decisamente bene!
    Insomma il mio appartamento da puffo è finalmente in ordine, ho un buon lavoro che mi costringe a leggere riviste con uomini nudi e addominali unti, mangio praticamente sempre da Mc Donald’s e sono single. E’ vero: Grande Puffo è ancora ubicato nel suo sudicio boccale, ma è una sua scelta….figurati se non trovo il tempo per comprargli una vaschetta!
    E’ tutto perfetto!
    Mi guardo intorno mentre raccatto le mie cose. Sola. Come al solito sono sempre l’ultima!
    Cerco invano la mia biro blu infilandomi sotto le sedie di plastica.
    -Salve- mi dice una voce femminile.
    -Vado via subito- dico stizzita alla donna alle mie spalle che sicuramente sta per fare storie perché deve pulire il pavimento. Mi metto in piedi e quella che ho davanti non è decisamente la donna delle pulizie!
    -Salve- dico a una sorridente Cordelia. La fisso sbigottita. Cosa vorrà da me?
    -Buffy Summers giusto?- mi chiede offrendomi la mano.
    Io la stringo annuendo. Non ho capito ancora cosa voglia. Sono nel panico.
    -Ho letto i suoi articoli su Love Story e li ho adorati, le dispiacerebbe farmi un intervista?- mi chiede tutta sorridente.
    La cosa puzza decisamente.
    -Veramente ho scritto un solo articolo per quella rivista e ora non lavoro nemmeno più per loro- dico sarcastica. E’evidente che la ragazza mi stia prendendo in giro.
    -Certo- mi dice terribilmente imbarazzata.
    -Era su Spike Stratford giusto?- mi chiede incalzando.
    -Si- sussurro evitando volontariamente di ripetere quel nome.
    -Bene…io stasera sono ad una festa, magari potremmo incontrarci lì?- mi chiede come se non avesse capito che so perfettamente che non è così gentile solo per una mia intervista!
    Continuo a fissarla. Non so dove voglia arrivare.
    -Ci vediamo qui- mi dice dandomi un invito che apro delicatamente.
    Le lettere sono in dorato su una raffinata carta avorio. La festa è di un certo conte….
    Alzo lo sguardo quasi sorridendo. E’evidente che ci sia un errore, ma Cordelia è già sulle scale.
    -A stasera- mi dice voltandosi mentre due uomini la scortano.
    Quando sono fuori casa mia ci capisco sempre meno. E’evidente che queste cose mi portino tecnicamente sfortuna e altrettanto evidente è che l’intervista mi frutterebbe molto.
    Sto ancora pensando cosa fare quando mi infilo il mio tubino bianco.
    Mi guardo allo specchio spazzolandomi i capelli. E’ la festa di un conte dopotutto.
    Sorrido pensando che mi sto decisamente facendo troppi problemi. Può essere che il mio stile le sia piaciuto….tutto qui.
    Dopo un po’ il campanello mia avvisa che il mio taxi è arrivato e correndo mi chiudo le porta alle spalle. Mi rendo conto solo quando saluto l’autista che Cordelia non mi ha nemmeno chiesto per quale rivista scrivo.

    Faccio volontariamente fermare il taxi prima del viale. Scorgo grosse limousine e quindi eviterei la mia trionfale uscita da questa sgangherata auto guidata da un cinese.
    Stringo in mano il mio invito, ma il maggiordomo all’entrata dopo avermi fissato mi sorride lasciandomi passare. Il tubino ha fatto centro.
    Musica classica si espande in tutta la sala gremita di gente mentre un vasto buffet è ricolmo di prelibatezze. Dopo giorni di cheesburgher mi avvicino al tavolo come un oasi nel deserto e comincio a guardarmi intorno. Tutto tranquillo. Sarà una di quelle feste senza senso dove si beve champagne e si mangia caviale. E’inutile crearmi problemi. Sto quasi per afferrare la più grossa tartina del vassoio quando una voce mi fa sobbalzare.
    -Speravo venisse- mi dice la stessa voce di stamattina.
    Sorrido controvoglia a Cordelia mentre lei mi fa segno di seguirla.
    Percorriamo un lungo corridoio fino ad arrivare ad uno studio ricco di libri.
    -Si sieda, prego- mi dice sorridente indicandomi una poltrona. La guardo sedersi dietro alla scrivania. E’evidente che la casa non sia sua. La vedo più spaesata di me!
    -Non capisco come mai desidera tanto farsi intervistare da me- le dico senza sorriso.
    La vedo decisamente preparata a questa domanda.
    -Le ripeto: è per l’intervista a Spike Stratford- risponde fissandomi sicura.
    -Ok- dico poco convinta. Tutta la mia sicurezza riguardo questa serata comincia a dissolversi.
    -E’evidente che lo conoscesse bene dalle sue parole- mi dice guardandomi.
    Ripenso a quell’articolo “Amare Spike Stratford”. Era evidente che non lo conoscessi affatto mi viene da risponderle.
    Ripenso ai suoi occhi. Perdo un battito. Spike Stratford.
    -Ho visto le foto. Era lei giusto?-mi dice mentre io quasi boccheggio. Come può saperlo?
    -Quali foto?- chiedo fingendomi innocente.
    -Non si preoccupi, so tutto. Spike mi aveva detto che era lei. Una apprendista di Love Story- mi risponde ora più nervosa.
    Spike. Spike mi aveva detto.
    Immagino le sue labbra pronunciare il mio nome. Cosa le ha detto?
    “Da tutto lo schifo che sono. “, “Non puoi amarmi”. Cosa?
    -Vi eravate visti solo per quell’intervista, ma si sa che i giornali montano storie assurde. Ne sa qualcosa lei!- mi dice cercando di fare una stupidissima battuta.
    La mia mente è lontana. Perché ha mentito?
    Forse per celare solo nel suo cuore le nostre emozioni? Ripenso a lui e alle sue mani.
    Cancello tutto. Distruggerlo per vivere.
    Cosa altro doveva dire? In fondo per lui non c’era altro da aggiungere se non qualche risata.
    -Certo- rispondo abbassando gli occhi.
    -O c’era dell’altro?- mi chiede di scatto. Questa volta non sorride. La fisso. Il suo corpo perfetto. Altro? Perché ho solo paura d’amarti.
    Boccheggio senza riuscire a risponderle.
    -Non vedo Spike Startford da tempo- è l’unica cosa che riesco a dire e quasi muoio mentre pronuncio il suo nome. Quanto tempo era che non lo facevo? Quanto tempo era che urlava nella mia mente? Amare Spike Stratford.
    La porta si apre di colpo e un uomo calvo ci guarda scusandosi con lo sguardo.
    -Signorina?- le chiede come aspettandosi un suo segno.
    -Dimmi- dice Cordelia con una voce alquanto falsata. E’evidente che non sia un’ottima attrice.
    -Dobbiamo andare- le dice l’uomo spalancando la porta. Recita meglio di lei. Decisamente.
    -Mi scusi, sarà per un’altra volta- mi dice sparendo senza nemmeno darmi il tempo di risponderle.
    E’evidente che l’intervista fosse l’ultimo dei motivi per cui sono qui.

    Spike Stratford. Credevo di averti affogato. Di averti lasciato vivere solo dentro di me eppure i tuoi occhi mi aleggiano attorno. Non possono lasciarti. Nessuno può farlo.
    Penso a Cordelia. A come lui l’abbia toccata. L’abbia saputa toccare. Lui.
    Lui che non scompare. Che rimane dentro e scava profondo. L’avevo detto: “Qualcuno in questo istante starà innamorandosi di lui”.
    Amare Spike Stratford

    Scivolo per il lungo corridoio osservando i dipinti scuri. Dopo pochi attimi mi ritrovo nello stesso salone. Le persone sono aumentate. Qualcuno balla. Un incantevole musica risuona leggiadra. Corro lontano. Lontano dalla sua essenza. Ma sono passi vani. Lui è dentro di me. Vive in me.
    Il suo ricordo regna padrone.
    -Signorina Summers vero?- mi chiede una voce che mi fa sobbalzare.
    Rupert Giles è davanti a me. Sorseggia dello champagne nel suo completo marrone. Lo fisso e annuisco senza sorridere. Non mi aveva fatto una buona impressione. Penso ancora a lui.
    -Salve- dico storcendo il naso e quasi mi volto per andarmene.
    -Come vedo io non dimentico i nomi- aggiunge trattenendomi.
    -Almeno questo- sussurro fissandolo.
    -Sola?- mi chiede offrendomi un calice che ruba dal vassoio di un cameriere.
    -Si, ero qui per lavoro, ma stavo tornando a casa- rispondo cominciando a guardarmi intorno.
    Ci deve essere una via di fuga!
    -Non dica sciocchezze!Lasciare una festa così bella.- mi dice prendendomi la mano mentre io la ritraggo di scatto.
    -Mi rendo conto, ma ho un altro impegno- gli rispondo cercando di allontanarmi.
    -E Spike?L’ha più visto?- mi chiede di colpo. Io lo guardo. Spike.
    -Devo proprio andare- dico congedandomi e senza voltarmi mi avvio alla porta.
    Voglio correre via. Scappare da questo mondo che solo odora di lui.
    Perché brucia. Brucia quasi da morire.
    Una presa mi blocca facendomi voltare.
    Rupert mi tiene un braccio ma con delicatezza, senza fare pressione.
    -Non stia male Buffy. Gli attori sono così. Spezzano cuori senza rendersene conto- mi dice piano mentre io fisso il suo braccio. Respiro profondamente.
    Non rispondo. Non saprei cosa dire.
    -Mi conceda un ballo. Cerchi di rilassarsi- aggiunge muovendosi con me verso il centro del salone.
    La musica è diventata più intensa. Bella e travolgente. Rupert avvolge un braccio intorno al mio bacino mentre prende una mano tra la sua.
    Ha un aspetto regale nonostante mi sembra voglia quasi scappare da questa impressione che da. Cominciamo a muoverci tra alcune coppie mentre lui mi conduce magistralmente.
    Io sono un po’ frenata dal mio tubino aderente, respiro cercando di allentare la tensione.
    Ho ancora voglia di andare a casa.
    La musica continua. La gente si muove. Passi ora senza significato. Spike è con me.
    E’ come se lui fosse con me da sempre. Davvero. Tra la gente….nella mia mente.
    E lo sento. Di colpo sento il tu sguardo su di me. Che brucia, che mi fa venire voglia di piangere, aggrapparmi a lui. Mi volto di scatto allontanandomi da Rupert.
    I miei occhi roteano veloci per la stanza. Niente. Senza lui nulla.
    Torno a guardare l’uomo davanti a me scusandomi con lo sguardo.
    -Devo andare- dico senza guardarlo. Non so cosa ci faccio qui. Amare Spike Stratford.
    - Se insiti- mi risponde senza sorridere visibilmente scocciato.
    Attraversiamo la sala mentre la musica si allontana da noi.
    -Passiamo per di qui, c’è il giardino e il mio autista ti riaccompagnerà- mi dice senza guardarmi mentre percorriamo un altro corridoio.
    Dopo pochi metri ci ritroviamo in una grossa stanza senza tetto. La luce della luna filtra nel barlume di un enorme piscina.
    Statue greche sono poste sui quattro lati del bordo. Mi guardo attorno senza capire.
    -Cosa facciamo qui?- chiedo innervosendomi. Mi sembrava di essere stata chiara.
    -Volevo solo mostrarti questo posto- mi dice prendendomi le mani. Io continuo a guardarmi attorno, le ritraggo bruscamente.
    -Voglio andare casa- sussurro mentre le mie parole si spezzano nell’aria.
    Rupert mi spinge con forza alla colonna alle nostre spalle, mentre attacca il suo corpo al mio. Rimango scioccata mentre cerco di risvegliarmi da questo incubo. Mi strattono con forza, spingendolo via da me. Lui sembra attutire i miei colpi, la sua lingua comincia a saettare sul mio collo. Comincio ad allarmarmi.
    La situazione si distorce nella mia mente mentre scalcio forte. Provo di colpo ad urlare ma la sua mano mi copre bruscamente la bocca.
    La musica è sparita. Sento solo il mio respiro pesante e i miei gemiti di dolore.
    Sento solo questo mostro. Corpo estraneo che usurpa il mio in un modo atroce.
    -Su, non fare storie- mi intima all’orecchio mentre comincia ad abbassarmi il tubino mostrando il mio reggiseno.
    Continuo a spingere mentre la sua presa diventa d’acciaio.
    Calde lacrime scorrono sul mio viso sconvolto. Urla straziata la mia mente per questo abuso innaturale, per questi movimenti assurdi.
    Grida stridule si espandono nel mio cervello mentre i suoi occhi bussano prepotenti nel mio cuore. Ti amo Spike terribilmente. Non guardare. Non vedere il mio corpo usurpato che tu non hai voluto. Amami, ti prego.
    -Vediamo cosa cela la ragazzina che ha fatto innamorare Spike- dice mentre mi alza la gonna.
    Amami Spike. Le mie unghie si conficcano nella pelle di quest’uomo ormai senza volto mentre il mio corpo trema e il respiro diventa terribilmente innaturale.
    Di colpo sono libera.
    Cado bruscamente sul pavimento ora senza sostegno, risistemandomi alla meglio il vestito.
    Tremo vivendo scene non avvenute. Boccheggio immaginando cosa quel mostro avrebbe compiuto. Fin dove le mie grida sarebbero arrivate.
    Una macchia scura si propaga davanti a me.
    Ascolto strane parole di cui non riesco a percepire il significato.
    Di colpo lui si espande nella mia mente. Non è più il suo ricordo.
    Immagini già vissute che profumano d’immenso.
    E’ qui davanti a me, i suoi occhi sono su di me.
    Il mostro è ancora davanti a lui. Con un movimento brusco il suo pugno saetta nell’aria.
    Riesco solo a vedere quell’uomo scivolare di colpo sul pavimento producendo un rumore sordo, mentre sotto di lui una torbida pozza di sangue si fa largo .
    Io sono immobile. Tremo ancora nel mio angolo freddo.
    E’tardi devo tornare a casa. Chiamare un taxi. Si, devo chiamare un taxi e correre a casa mia.
    E poi piangere.
    Piangere finché non farà giorno.
    E’tardi.
    Continuo a boccheggiare mentre lacrime cocenti fluiscono nella mia bocca.
    Si accascia al mio fianco. Riesco a percepire il suo eterno profumo.
    Ed è li. E’ reale. Mi guarda e trema. Trema anche lui.
    Poi di colpo mi afferra. Veloce mi abbraccia fino a farmi mancare il respiro, mentre io mi stringo singhiozzando e piangendo rumorosamente.
    Mi allaccio più forte a lui, mentre sento il suo viso che sparisce nei miei capelli e mi bagna di lacrime.
    Ho paura Spike. Paura di morire.
    Paura di amarti terribilmente, atrocemente.
    -Perdonami- mi sussurra stringendomi a sé.
    TBC.... :shifty:
  15. .
    11° CAPITOLO(parte seconda)
    Paradisiaca visione di lei. Biondi capelli dall’aroma d’infinito, occhi smeraldo, scuri, profondi, atrocemente veri. Ricordava con estrema chiarezza le piccole mani affusolate capaci di farlo sanguinare senza sosta o di regalargli un meraviglioso amplesso, né ricordava la voce chiara e forte, il suo nome gridato con pura rabbia mentre lo colpiva, sussurrato durante lo sfrenato sesso e…. ricordava un poeta….. Un vampiro che come posseduto viveva solo di lei, che senza sosta le gridava di amarla, che senza sosta odiava il suo mostro. Cos’erano quei ricordi? Possibile che l’assurda storia della ragazzina bionda fosse vera? Possibile che la sua mente non fosse malata, che quegli assurdi sentimenti, quelle bestemmie al suo vampiro, fossero reali?
    Sussultò ricordando con estrema chiarezza la voce di quella donna “Sei un mostro.”
    Cantilena squartante che lui odiava.

    Il cuore correva insieme ai suoi passi. Furioso e incosciente, vero e reale. L’assurda verità non era più celata e ciò che procurava faceva più male che mai. Male atroce sentire i suoi amici non ricordare nemmeno il suo nome, totale devastazione vedere Dawn guardarla come un estranea e…. dolore totale, sconvolgente, tremendamente indelebile…. lui, i suoi occhi oceano lontani.
    Non l’amava. Non sapeva nemmeno chi fosse. Usata oltre ogni immaginazione. Bruciava da morire”Perché ti sto usando e questo mi fa male. Mi dispiace William.”
    Conficcò con forza i pugni sul petto per non gridare. Maledetta. Nella sua mente sconvolta gridavano belli e infiniti i suoi occhi, sussurravano ardenti le sue mani, ringhiava deciso il suo bel corpo. Lui, profondamente lui.
    Amava Spike.
    Lo sapeva da sempre.
    Da quando le era stato accanto senza parlare quella notte, da quando lei gli aveva sfiorato per la prima volta le labbra coperte di sangue, da quando avidamente si era impossessata della sua bocca, da quando profondo e reale l’aveva sentito per la prima volta muoversi dentro di lei.
    Il respiro sembrò mancarle quando dopo essere inciampata nell’erba fresca del cimitero aveva ripreso la sua corsa. Scorrevano calde e copiose le lacrime amare, come l’insopportabile musica dell’orchestra dello spettacolo . La morte è il tuo dono.
    Sperò senza sosta che lui di colpo la fermasse e crudele affondasse i suoi denti nella sua carne fino a strapparla via da quell’incubo, dalla vita. Quella si che sarebbe stata la morte, solo lui magnificamente speciale gliela avrebbe saputa donare. Oscura e bella come lui la raccontava. Regalata da lui. Un dono.

    Tremava. Spaventato, terrorizzato dalla veridicità che potessero avere quelle parole. Sconvolto dall’eventualità di essere diverso. C’era qualcosa in lui. Qualcosa che credeva di non aver mai percepito e che ora sentiva come di possedere da tempo, che in un passato remoto l’aveva perseguitato. Una sensazione, un’ eretica scintilla che avrebbe volentieri vomitato e che ora gridava per uscire fuori. La donna bionda e la ragazzina ne erano certamente la causa.
    Di scatto gettò con ferocia un calice ricolmo di sangue sul pavimento. Il liquido vermiglio si aprì velocemente in piccoli rivoli espandendosi in una macabra pozza.
    Ricordava di aver girato da anni intorno alla cacciatrice bruna, di averla cercata, bramata, desiderata. Adorava vederla combattere, vedere quella piccola donna massacrare in un attimo qualsiasi essere infernale eppure… adorava la cacciatrice… non Faith. La ragazza più volte le si era avvicinata, profondamente attratta da lui, eppure lui era corso via.
    Mostruosamente legato ad un'altra. Da sempre. Senza nemmeno mai essersene accorto.
    I suoi occhi avevano cercato in Faith la cacciatrice che non era. La dea bionda, la ragazzina dagli occhi smeraldo.

    Uno scontro violento la fece cadere all’indietro, percependo subito e con estrema chiarezza il corpo che si era scontrato con il suo. Il signor Giles le allungò una mano per aiutarla ad alzarsi dall’erba fissando sconvolto la cacciatrice che non sembrava più .
    Gli occhi di Buffy, totalmente arrossati e ricolmi di lacrime chiedevano, urlavano per la prima volta aiuto.
    Il suo volto ormai era la maschera di quella che era stata, sconvolto profondamente. Nemmeno il suo corpo sembrava più lo stesso: mai si era reso conto di quanto fosse fragile e esile!
    La cacciatrice cercò di asciugarsi alla meglio con le mani le calde lacrime, ma la terra che si era appiccicata alla pelle le sporcò tutto il viso. L’osservatore estrasse dalla tasca un fazzoletto in cotone e con cura cominciò a ripulirle il viso.
    “Sapevo di trovarti qui” disse dolcemente ”Infondo sei sempre un’ ammazza-vampiri” Buffy si gettò tremando tra le sue braccia, stringendosi a quell’uomo, tra le lacrime e i convulsivi singhiozzi.
    “Perchè sei scappata stanotte. Sai che devo tornare in Inghilterra.”
    Buffy lo strinse più forte “Non se ne vada signor Giles. La prego non mi lasci piu’sola.” Una commozione senza freno inumidì come non succedeva da tempo gli occhi dell’osservatore inglese. La sua piccola e forte cacciatrice piangeva, implorava.
    Non era più Buffy o forse… lo era più che mai. Strappata via da tutto ciò che aveva, privata di ogni briciola di vita, riusciva a malapena a sopravvivere.
    “Dica al Consiglio di uccidermi, la scongiuro non voglio più vivere in questo incubo.”
    Il signor Giles la strinse più forte che poteva accarezzandole i capelli.
    “Non lascerei mai che ti uccidano Buffy. Mai” strinse i pugni cercando di trattenere più che potesse quelle lacrime che non pensava nemmeno più di possedere “Farò tornare tutto come prima, te lo giuro.”
    L’osservatore la scostò leggermente da sé “Guardami Buffy” le disse strattonandola lievemente mentre i loro sguardi si incontravano “Ti salverò, te lo prometto.”
    La cacciatrice annuì sperando di trovare nei meandri più nascosti e abissali di sé, una minima scia di speranza. Assurdamente non una speranza per il risveglio da quell’incubo…. Lo riporti da me.

    La piccola stanza del sudicio albergo dove tragicamente si era chiuso il primo atto era illuminata dal sole.
    “Resta qui. Ritornerò appena posso te lo assicuro.”
    L’osservatore fissò la cacciatrice che si era seduta vicino alla piccola finestra “Buffy va tutto bene?”
    I raggi si posarono gradatamente sulla sua pelle che arrossata non nascondeva neanche i segni di quelle ore col vampiro, la cacciatrice annuì silenziosa. Quali parole avrebbero placato quel dolore? Non esistevano. L’uomo accarezzandola un’ultima volta uscì chiudendo la porta alle sue spalle. Dopo pochi istanti Buffy lo vide attraversare il piccolo cortile e mettere in moto l’utilitaria, prima di sparire nel vialetto alberato.
    Si chiese quante ore avesse resistito prima di correre dal mostro supplicando di ricevere il liberatorio dono.


    12° CAPITOLO
    “Ieri 147. Oggi 148 giorni, ma oggi non conta vero?”
    Le mani strette ansiosamente nelle sue. Gli occhi profondi del vampiro sembravano voler piangere. Voler far emergere con assoluta chiarezza la felicità, la sorpresa enorme per il suo ritorno, per la sua salvezza.
    Non era stato più niente senza di lei, lo sapeva. Lo percepiva, chiaro, fissandolo negli occhi sconvolti, mentre le ferite profonde e ricolme di sangue le facevano bruciare le mani.
    Ma cosa ti prende vampiro? Possibile che pretendi ancora di amarmi? I tuoi occhi mi confondono.

    Il viso era imbrattato di terra. Linee scure lo ricoprivano interamente cancellando ogni traccia di lei. Infilò la testa sotto il getto dell’acqua ghiacciata. Quel bagno era da incubo, sudicio e malridotto si adattava molto bene con la scenografia del macabro spettacolo. Attraversò lentamente lo stretto corridoio del piccolo albergo e senza nemmeno chiudere la porta a chiave, si stese sul letto polveroso.
    La mamma non sarebbe salita nella sua camera con una calda tazza di latte. Dawn non sarebbe entrata senza bussare per rovistare nei suoi cassetti. Willow, Xander e Anya non avrebbero saccheggiato il suo frigo. Il signor Giles non avrebbe parlato di alcun tipo di nuovo addestramento.
    Nessun demone da sterminare. Nessuna apocalisse da cui scappare. Nessun vampiro da amare.
    Sua madre era morta, sua sorella e i suoi amici non le appartenevano più. Il suo osservatore era su un assurdo aereo per Londra, con la speranza senza senso di salvarla. I suoi poteri erano scomparsi. Le apocalissi l’avrebbero solo potuta divorare.
    E il bel vampiro ossigenato? Lui era in lei.
    Profondamente immerso nei suoi meandri più nascosti e celati, totalmente parte di lei, essenzialmente ciò che definiva se stessa. Non era possibile amare così tanto. Il suo cervello e il suo cuore non avevano nemmeno mai pensato che esistesse un sentimento tale, un’emozione talmente incontrastata. Ancora le risa del burattinaio nella sua testa.

    Anche il sole pomeridiano stava lentamente scomparendo. Giorni senza senso si rincorrevano assetati, rimescolando continuamente i pezzi di un puzzle senza soluzione.
    “Lo so che vuoi ballare con me.”
    Scosse furioso la testa mentre ricordi eretici e privi di significato riempivano la sua mente. Ancora incontrastata l’immagine della ragazzina bionda in lacrime, perfettamente sovrapposta a quella della dea bionda. Con ferocia afferrò una coperta in lana per coprirsi dagli ormai quasi scomparsi flebili raggi. L’avrebbe trovata.

    L’odore degli aerei di linea era sempre lo stesso. Disinfettanti e salatini si mescolavano prontamente. Non si era seduto vicino al finestrino. Gli aveva sempre fatto uno strano effetto volare. Ancora impressa a fuoco c’era l’immagine sconvolgente di Buffy. Solo Buffy, la cacciatrice no. Quella era scomparsa giorni addietro.
    Il Consiglio non l’avrebbe certo aiutato e chi c’era di più forte non ricordava nemmeno chi fosse lui. La strega infondo era l’unica speranza.

    I suoi passi erano sembrati più veloci mentre Sunnydale scompariva alle sue spalle. Senza accorgersene stava seguendo l’esatto percorso che la notte prima aveva fatto per inseguire la ragazza bionda. Quando attraversò il piccolo vialetto alberato la luce era ormai del tutto scomparsa. Sentiva il suo odore. Lo percepiva chiaro man mano che le si avvicinava. Tutto conduceva a lei. E lui non riusciva a fermarsi.

    I suoi occhi verdi erano ancora fissi sul soffitto. Chissà quanto avrebbe dovuto aspettare. Forse giorni, mesi.... forse il signor Giles non sarebbe più tornato. Infondo niente era più una certezza. La più grande era scivolata via poche ore prima.
    Forse sarebbe morta in quel sudicio albergo senza che nessuno si accorgesse mai di lei, fin quando l’anziana signora avrebbe affittato la stanza a qualche grassone e avrebbe trovato il suo corpo riverso sul pavimento. Che importava? Chi avrebbe pianto?
    La porta malridotta si spalancò di colpo rivelando nella luce buia della stanza un corpo di uomo. Non dovette accendere le luci, il suo profumo era inconfondibile. In un attimo le aveva ridato la linfa vitale.
    Ogni muscolo del suo corpo si era svegliato. Forse le avrebbe finalmente fatto il prezioso dono. Lo sperò con tutta se stessa.
    La cacciatrice si alzò avvicinandosi a lui, mentre il vampiro richiudeva la porta alla sue spalle, facendo ripiombare la stanza nell’assoluta oscurità.
    Dove era finito il suo orgoglio, animo ferito per le parole agghiaccianti urlate da lui? Perchè non lo buttava fuori urlando il suo disprezzo? Gli spettatori erano col fiato sospeso. La protagonista già morta negli atti precedenti sembrava impazzita. Forse non ricordava più le battute.
    “Non so chi tu sia” le disse Spike con la bocca a pochi centimetri dalla sua. Poteva percepire la sua pelle nonostante la totale oscurità celasse tutto.
    “Ma ricordo una donna” Buffy trattenne il fiato.
    “So poco di lei, immagini e ricordi si contorcono senza rivelarmi nulla.”
    La cacciatrice spalancò gli occhi nel buio. Com’era possibile? Sapeva di chi il vampiro stesse parlando, ma non poteva capire come. In quale sconvolgente modo Spike poteva vincere, anche se solo parzialmente, l’incantesimo?
    In un attimo gli occhi di Dawn le riapparvero nelle mente. Totalmente chiaro era il fatto che nel vederla la ragazzina non avesse provato nessuna emozione, che nessun lembo di malridotto ricordo le fosse affiorato. E allora perchè proprio il vampiro ricordava? Possibile che il suo amore, stracciando qualsiasi ostacolo, arrivasse fino a lì.
    “Le sue parole non mi sono chiare e la sua immagine è distorta, ma di una cosa sono certo” disse lui in una voce che tremava.
    Buffy poteva distinguere con estrema chiarezza l’enorme sforzo che stesse facendo per pronunciare, anzi, per rivelare prima di tutto a se stesso quelle parola.
    “Che l’amavo profondamente” disse con voce roca “Che lei, sola e unica, aveva strappato via il mio mostro regalandomi la luce, per quanto amarla facesse dannatamente male.”
    La cacciatrice rimase ancora in silenzio col cuore che le batteva, ma erano profondamente chiare per Spike le sue parole, la sua risposta. Era lei. Questo era quello che la ragazzina bionda gli stava urlando da sempre.
    “Non so se sia tu” disse il vampiro totalmente turbato, mentre le mani tremavano visibilmente. Il mostro, almeno per ora, era scomparso.
    “Ma sento di amarti come amavo lei”


    12°(parte seconda)
    “Mi ami Buffy.”
    Credici vampiro. Se questo ti da la forza di andare avanti, credici pure.
    Mi infastidisce da morire quel tuo sentirti sicuro. Quel tuo ripetermi continuamente la tua consapevolezza. Mi ami, l’ho capito. Per quanto comunque possa amare un vampiro, intendiamoci.
    Ma cosa ti dice che anche io ami te? Forse il mio sguardo che segue ogni parte di te? I mie occhi che continuamente cercano i tuoi? Le mie mani che da mesi vivono solo della tua pelle? Ti sbagli vampiro e non so più come fartelo capire. Te lo ripeto ancora.
    Ma ora baciami. Il giorno è ancora lontano Spike.

    E ora? Dov’era la bella dea che rideva del demone? Dove la cacciatrice che gli ripeteva continuamente di detestarlo, prima di infilarsi tra le lenzuola di seta del suo letto?
    La luce era ancora del tutto assente. Gli spettatori col fiato sospeso. Qualcuno aveva ascoltato forse la sua disperata e angosciante richiesta?
    Ti prego, amami. E lui l’aveva fatto.
    Il burattinaio non rideva più. Il suo sinistro sorriso era finalmente scomparso da quella sua orrenda faccia giallastra.
    Dillo ancora Spike. Ripetimelo fino a farmi morire.
    Buffy rimase immobile. Ancora il chiaro tradimento del suo orgoglio pronto a riaffiorare. Non avrebbe pianto. Le lacrime erano esaurite proprio ora che sarebbero state fautrici di un sentimento diverso. Gioia, senza limiti.
    Impossibile sarebbe stato prima pensare che proprio il vampiro ossigenato avrebbe potuto regalargliela. Impossibile quando lui era troppo scontato per essere amato. Troppo vicino per sentirne la mancanza. Impossibile quando il vampiro era un’assoluta certezza.
    Ma era esattamente così? Sicuro che lei non l’amasse, da quando lui le era continuamente accanto, da quando lui ogni notte entrava affamato dentro di lei?
    Lo sapeva la cacciatrice, lo sapeva da sempre. Troppo orgogliosa anche solo per dirlo a se stessa. Troppo sconvolta dal fatto di amare un mostro.
    Sfiorò leggermente la pelle d’avorio del suo viso mentre Spike socchiudeva gli occhi a quel contatto inclinandosi verso la sua mano. Spaventato come non mai. Tremava dolcemente il bel vampiro sotto le sue mani. Buffy fece per accendere l’interruttore, ma la sua mano la ostacolò.
    Spike le prese il viso tra le mani avvicinandolo al suo. Poteva percepire il respiro quasi affannato della ragazza, la sua ansia e la sua felicità, il suo cuore che tamburellava forte e violento.
    “So già quanto tu sia infinitamente bella” le disse per giustificare l’azione precedente, mentre una parte di lui urlava per non completare quel gesto. Bastava poco, troppo poco per uccidere per sempre il suo mostro.
    Per la seconda volta, anche se lui non lo sapeva.
    “Aiutami a ricordare ” le disse con una voce tremante, il suo viso ancora accarezzato dalle sue mani.
    La cacciatrice sussultò. Ricordare cosa? Le sue grida continue? I suoi colpi violenti? Il suo ripetergli continuamente di essere un mostro? O forse.. “Non ti amo Spike.”
    O meglio ancora… “Ti sto usando e questo mi fa male.”
    Goccioline di sudore le impregnarono il viso “Mi dispiace William.”
    L’enorme portale infuocato le sembrò riaffiorare nella mente. Ora più che mai si sarebbe lanciata ancora. Tutto pur di non ammettere la sua assurda pazzia.
    Spike la fissava nel buio aspettando un suo movimento. Silenziosamente la cacciatrice avvicinò lievemente le labbra alle sue. In un gesto infinitamente immenso di dolcezza, ricolmo dello sconosciuto sentimento, in un modo che da sempre avrebbe voluto utilizzare per baciarlo.
    Il vampiro rimase immobile cercando di abituarsi a quella sconosciuta sensazione. Dolcezza, delicatezza.... cos’erano tutte quelle novità? Non le conosceva... ma profumavano di lei.
    Per la prima volta nella sua esistenza lasciò che le labbra timide e tremanti si appoggiassero lievemente alle sue, lasciò le sue mani semplicemente a sfiorare il viso della sua ragazzina stramba.
    Nel corpo di Buffy un’ ansia incontrastata regnava. Ferirlo pur di farlo ricordare o amarlo lasciandolo nell’oblio. Raggelò al pensiero che il vampiro ricordasse tutta la sua violenza e il suo disprezzo, che capisse quante bugie gli aveva, nell’assurdo incubo, raccontato.

    “Pagherò” disse al limite del nervosismo il signor Giles. La piccola finestra cristallina era coperta da una tenda dai colori sgargianti. Pioveva a Londra.
    “Se è stata praticamente cancellata da questa vita, io posso fare ben poco” disse la piccola donne nascosta dalla penombra della stanza.
    “Non le sto chiedendo questo”disse l’osservatore sicuro, che se la donna avesse ancora indugiato, avrebbe lasciato subito la stanza “Le chiedo di far tornare i ricordi solo ad una di queste persone.”
    La strega si allontanò sparendo nell’altra stanza. Quello doveva essere il suo strano modo di acconsentire.

    Entrambi erano ormai stesi sul piccolo letto polveroso mentre Spike assaporava ancora lentamente le sue labbra, il mostro ormai solo un alone grigiastro.
    Bugie? Gesti mai provati, ma da tempo bramati? Era quello il suo modo di aiutarlo a ricordare? La lotta interna della cacciatrice continuava senza sosta.
    Se il tempo doveva essere rimescolato, se la realtà doveva essere celata e l’oblio aiutato allora avrebbe finalmente dato tutta se stessa. Avrebbe creato l’immensità e l’infinito che da sempre cercava col vampiro e che da sempre aveva negato.
    “Ti amo Spike” gli sussurrò all’orecchio, mentre lui baciava lentamente il suo collo “Voglio essere parte di te, completamente”.
    Il vampiro sbarrò gli occhi a quella frase. Possibile che avesse capito quello che intendeva? Rimase immobile e incredulo mentre la cacciatrice lo spingeva con più forza verso l’incavo del suo collo.
    “Mordimi Spike” gli disse con una voce tremante “Come fai tutte le notti.”
    Sangue e amore. Tutto si mescolava nella sua mente che correva senza sosta. L’amava, l’amava disperatamente e voleva essere in lei in qualsiasi modo.
    Appoggiò piano i denti sulla sua pelle, come mai aveva fatto prima d’allora e lentamente penetrò nel suo interno. Buffy dovette aggrapparsi a lui mentre il dolore acuto scompariva dolcemente per lasciare spazio all’infinito più totale. Tutto era compiuto.
    Lei amava Spike.
    La cacciatrice amava il vampiro. Senza freni, confini, contro ogni ordine e natura. Per sempre.
    Sarebbe potuta vivere, morire, rinascere se fosse stato necessario, nulla importava. L’avrebbe amato ancora e ancora e ancora.
    Grossi sorsi di liquido vermiglio scorrevano nella sua gola mentre l’estasi più totale lo raggiungeva. Nirvana. Inferno. Paradiso. In qualunque modo la si volesse chiamare. Tutto era in lei. Nella sua dea bionda, nella sua riccioli d’oro. Interminabili minuti passarono mentre la sua bocca si deliziava con quel pregiato nettare. Era parte di lei. Mai come allora.
    Lentamente si staccò da lei per baciarla ancora una volta, facendole assaporare il suo stesso sangue.
    “Voglio essere in te Buffy. Ti prego” le sussurrò al limite continuando a baciarla.
    La cacciatrice o chiunque altro fosse era scomparsa. Totalmente, immensamente, perdutamente in lui. In pochi gesti i due furono nudi sotto la coperta impolverata.
    Mille baci ricoprirono il corpo tremante di Buffy. Il mostro graffiava, cercava inerme di non precipitare nell’abisso. Tutto inutile. Il burattinaio fissava sbalordito i protagonisti che improvvisavano senza il suo permesso.
    “Dimmi che mi ami” le disse sulle labbra.
    “Ti amo” gli rispose la cacciatrice spingendo il suo bacino verso di lei, intimandogli di continuare.
    “Dillo ancora” le ripetè, il mostro era allo stremo.
    “Ti amo”gli urlò quasi Buffy.
    Candide lacrime le rigavano il volto. Poterglielo finalmente rivelare era l’immenso. “Ancora” le urlò a sua volta lui entrando deciso in lei.
    “Ti amo William”gli sussurrò Buffy con una voce roca, mentre si abituava alla sua paradisiaca presenza.

    “L’avevo detto di non lasciarla andare” sibilò a denti stretti Faith.
    “Ma cosa mai può farti una ragazzina spaventata. Sarà partita con quel suo zio inglese la mattina stessa. Come potevi pretendere che ci raggiungesse il giorno dopo?”
    Faith restò in silenzio mentre continuava a lavare i piatto sotto lo sguardo annoiato di Dawn. La rossa senza aggiungere altro salì nella sua camera. La testa le doleva maledettamente. Lentamente si stese sul letto dopo aver, con un cenno della mano, chiuso le tende. Aveva bisogno di dormire.

    Mentre in una stanza buia nascosta nei vicoli malfamati di Londra una donna piccola e paffuta mescolava liquidi colorati, dando vita ad odori insopportabili, recitando parole senza senso, la grossa ed elegante stanza del Consiglio era vuota.
    Solo un uomo in giacca e cravatta fissava assorto il panorama che si intravedeva dalla finestra.
    “Rupert non ce lo perdonerà mai”.
    Una donna dal corpo sottile uscì dalla stanza adiacente, in mano stretta una tazza di caffè.
    “Non è colpa tua. Non è di nessuno” disse lei appoggiando una mano sulla spalla dell’altro. “Non sapevamo che il Primo sarebbe arrivato lo stesso. Che tutto sarebbe stato inutile.” L’uomo sembrò non udirla “Come era stato profetizzato, l’anno prossimo il Primo si manifesterà e noi abbiamo cancellato una cacciatrice per niente. Dovremmo invertire l’incantesimo.”
    La donna che si era seduta su una sedia posta vicino al grosso tavolo sbarrò gli occhi.
    “E’ impossibile, perderemmo tutta la nostra rispettabilità. Lasciamo le cose come stanno, è la cosa migliore.”
    L’uomo senza muoversi dalla finestra annuì silenziosamente.

    “Io sono Buffy” la sua voce terribilmente familiare. Quell’abbraccio sotto la pioggia.
    “Sono la cacciatrice” Willow continuò a rigirarsi nel letto tra gli incubi, gemendo di dolore. Le lacrime della ragazzina bionda urlavano nella sua mente.
    “Buffy” urlò svegliandosi di colpo.

    Il bel vampiro dopo averla riempita del suo dolce liquido regalandole il massimo piacere scivolò dolcemente sul suo corpo. Il suo viso si muoveva insieme ai movimenti del suo petto. Il respiro affannato di Buffy lo accarezzava dolcemente. Tutto era compiuto. Tornare indietro impossibile. Aveva conosciuto l’amore. Lei era l’amore. Il mostro era morto. Mentre l’oblio lo accompagnava nelle braccia di Morfeo, un bisbiglio sussurrato dalle sue labbra si udì nella stanza buia “Ti amo cacciatrice.”


    13° CAPITOLO
    Lo fissava nella cripta buia. Nei suoi occhi ancora l’insopportabile meraviglia. Per chi? Per lei? Per il suo ritorno? Certo. Lei era morta e lui aveva continuato ad amarla.... come diceva lui......
    Le magiche luci di quel luogo senza spazio e senza tempo in cui era stata aleggiavano ancora nella sua mente ora disturbata. Lui e quel suo viso estremamente perfetto, quel suo corpo che profumava d’inferno, la allontanavano ancora di più dal paradiso. Lo percepiva. Ma doveva toccarlo. Doveva toccare il suo fuoco. Doveva toccare Spike.
    “Ma vorrei farti sapere che ti ho salvata. Non quando contava ovviamente,ma dopo la tua morte. Ogni notte dopo quella volta, rivivo tutto e faccio sempre qualcosa di diverso. Qualcosa di più veloce e più furbo,capisci?Dozzine di volte,in tanti modi diversi.”
    Possibile che sia amore? Possibile che il demone senz’anima possa amarmi fino a questo punto? Mi confondi Spike, profondamente.
    “Ogni notte, io ti salvo”
    Ho voglia di sussurrarti parole senza senso. Ho paura d’amarti vampiro.

    Le sue labbra profumate d’infinito avevano parlato. Che bella verità avevano svelato. Amami Spike. Ama me e ama la cacciatrice. Fin dove arrivava l’emozione carica di per sempre? Quel vampiro biondo, quel suo corpo di marmo, quei suoi occhi d’oceano... fin dove sapevano amare? Possibile che proprio a lui Dio, avesse dato la forza di farlo così infinitamente? O forse non solo a lui....
    Percepiva, sentiva di amarlo almeno quanto lui amava lei. Ne percepiva la bellezza, lo stupore, la meraviglia.
    Che importava del mondo? Che importava della vita, della morte, dell’oblio e dell’incubo? Tutto era perfetto. Il bel vampiro dormiva col viso sul suo petto. Cos’altro contava?
    “Ti amo vampiro”gli sussurrò mentre lui già sognava di lei.

    Willow tremando si mise a sedere sul letto. Il mosaico lentamente si ricomponeva. Cos’era accaduto? La figura della ragazza bionda prendeva inesorabilmente forma. La testa le doleva in modo insopportabile, mentre immagini e suoni divenivano finalmente carichi di verità.
    Dovette strofinarsi continuamente gli occhi prima di avere continui conati di vomito. Il mondo tutt’ad un tratto si era messo a girare.
    La sua vita di colpo era sembrata una grossa bugia.
    Qualsiasi cosa le avessero fatto era molto potente. Ancora una volta la sua retina fu ricolma del viso di quella donna.
    Buffy.
    In una sporadica visione l’immagine di loro due sul divano di casa sua, cariche di popcorn, la fece barcollare. Tutto diventava chiaro, l’alone grigiastro scomparendo ne creava uno che odorava di terrore. Falsa era quella casa, falsa era la cacciatrice.
    Solo l’opprimente voglia di comporre un numero telefonico le attanagliava lo stomaco. Immaginava già le sue dita sul ricevitore che avrebbero continuamente sbagliato quel codice. Londra.
    Ricordava con estrema chiarezza l’uomo che aveva preso con se la cacciatrice e più pensava a lui, più un odore, sapore familiare si faceva strada nella sua mente. .
    Lentamente aprì la porta della stanza di Dawn. L’oscurità regnava, ma poteva distinguere il suo respiro sereno. Dormiva. Solo lei doveva essersi risvegliata dall’incantesimo o da che altro diavolo fosse.
    O forse no... Le venne quasi voglia di urlare mentre si muoveva in quella casa che fino a poche ore fa credeva sua e che solo ora vedeva come nata dal nulla. Le mani scendendo le scale le si appiccicarono sul passamani per quanto fossero sudate. Trattenne il respiro sperando e augurandosi che la cacciatrice bruna dormisse.

    La pioggia stava terminando. Quel suo continuo tintinnare sul tetto sembrava si stesse esaurendo. La vecchia fattucchiera aveva detto che Willow aveva già ricordato tutto. Non si sentiva affatto sicuro. Lo stato d’ansia che da giorni infiniti lo stava accompagnato non era affatto scomparso. Doveva tornare subito a Sunnydale e parlare con lei. Un dolore senza fine gli attanagliava la gola. Anche se la strega ce l’avesse fatta, se avesse annullato l’incantesimo il Consiglio sarebbe rimasto in silenzio?
    Immaginava già la furia di quei vecchi incartapecoriti che gli avrebbero dato tutte le colpe per il successivo arrivo del Primo. Ora il mondo era salvo. Buffy no. La sua cacciatrice.....
    Sperò che l’hostess dall’altro lato del telefono, confermasse in fretta quel maledetto volo per Sunnydale.

    Occupato. Il numero di Londra continuava a risultare occupato. Le mani le tremavano ancora. Non poteva nemmeno dire con certezza di averlo formulato nel modo giusto. Era 5 o 6 l’ultima cifra? Doveva fare in fretta.
    Trovava poco probabile che i due fossero ancora a Sunnydale. Mentre un estenuante voglia di piangere la sconvolgeva afferrò il cappotto e corse fuori.

    Lentamente Buffy accarezzava il volto del bell’angelo biondo. Doveva essere in paradiso. Ne ricordava ancora alcuni tratti ed erano infinitamente simili a lui. Con più forza si strinse al suo corpo. Quella notte non sarebbe scivolato via dai suoi sogni.
    “Buffy” biascicò silenziosamente nel sonno il vampiro.
    La cacciatrice sorrise “Dormi amore mio”gli sussurrò senza che lui potesse udirla “Sono qui. Per sempre se tu lo vorrai ” aggiunse prima di addormentarsi tra le sue braccia.
    Quella notte i suoi sogni profumarono dell’incubo infinito. Sperò con tutta se stessa che nessuno la salvasse. Che tutto andasse storto. La morte infondo non era il suo dono? Quella non era la morte?
    Il suo mostro era con lei.... cos’altro importava?

    Le mani le tremavano ancora mentre componeva sull’apparecchio il numero del signor Giles. Calde lacrime le scivolarono sul viso mentre anche la figura dell’osservatore diveniva totalmente reale. Era tornata a casa col fiatone. Quello che aveva visto l’aveva sconvolta oltre ogni dove. Raggelò al pensiero dell’effetto che avesse fatto su Buffy.
    ‘Vendesi’ c’era scritto sul grosso cartello affisso al di fuori di casa Summers. Tutte le luci erano spente. Solo un odore nauseante di vernice l’aveva accompagnata per tutta il tragitto. Ancora quei maledetti conati di vomito le fecero portare una mano alla bocca. Poteva percepire il tamburellare del suo cuore attraverso il ricevitore.
    Un rumore sordo si udì tanto che si ritrovò ad urlare quasi in lacrime “Signor Giles” ma gli squilli continuarono a riempire le sue orecchie. Rispondi. Continuò a pregare nella sua testa. Di colpo la voce dell’osservatore rimbombò dall’altro lato dell’apparecchio.
    “Grazie a Dio. Signor Giles!” sussurrò con una voce rotta la strega, sperando che nessuno la udisse.
    “Willow” gridò quasi l’uomo.
    “Signor Giles mi ricordi tutto. Di lei, di Buffy e di questa orrenda farsa che stiamo vivendo” aggiunse per convincere prima ancora se stessa.
    “Bene ha funzionato!” balbettò euforico l’osservatore “Willow raggiungi Buffy. E’in quel piccolo motel nella periferia di Sunnydale” disse cercando di organizzare le idee.
    “Ok ci vado subito!” rispose la strega.
    “No o almeno non andarci fin quando nessuno si accorgerà che sei uscita. Tranne tu, nessuno ricorda nulla.”
    La strega annuendo cercò di calmarsi continuando a spiare le scale nella speranza che nessuno comparisse. Continuamente l’immagine di Faith con gli occhi rossi di rabbia le faceva aumentare quell’ansia insostenibile.
    “Certo ma cos’altro posso fare?”
    “Non far insospettire nessuno. Potrebbero vederti come una nemica o chissà cos’altro.”
    La strega sentì la temperatura aumentare impercettibilmente mentre si concentrava sugli ordini dell’osservatore.
    “Io sarò lì domani notte. Tu intanto cerca di trovare un incantesimo potente. Buffy è stata completamente cancellata ma ora non posso più aggiungere nulla... ” aggiunse di colpo l’osservatore ricordandosi solo allora che il telefono non fosse affatto sicuro.
    “Certo signor Giles. Faccia presto però.”
    Col viso impregnato di sudore la strega appoggiò il ricevitore a posto. Forse se tutti dormivano poteva raggiungere Buffy la notte stessa. Sarebbe rinata nel vedere che si ricordava di lei. In un lampo ripensò a tutte le parole lontane che le aveva sussurrato.... completamente cancellata... così aveva detto l’osservatore.
    Rabbrividì nel ripensare a quelle parole. Quando però si voltò per afferrare di nuovo il cappotto ciò che vide le tolse il fiato.
    Faith!
    La cacciatrice bruna la fissava con gli occhi spalancati.
    “Buffy hai detto?” le disse con lo sguardo furioso e turbato.
    Willow rimase in silenzio. Poteva percepire la nausea aumentare in modo insopportabile. Indietreggiò come per difendersi. Loro non ricordavano nulla ma Faith cosa diavolo centrava?
    Possibile che fosse stata proprio lei a fautrice di quell’incantesimo.
    “E’quella ragazzina che diceva di essere la cacciatrice giusto?” disse la ragazza bruna avvicinandosi maggiormente, il viso profondamente sconvolto.
    “Tu hai detto di ricordarti di lei, di tutto e hai parlato di una farsa..... che tutto questo era una farsa. Che vuoi dire Willow?” le disse mentre diminuiva le distanze.
    Cosa poteva dirle? Nessuna scusa plausibile esisteva alle parole di prima e dirle la verità era fuori discussione. Se Faith la conoscesse già l’avrebbe certamente fatta fuori e se invece fosse stata anche lei vittima di un incantesimo non avrebbe certamente capito. L’avrebbe presa per una matta proprio come aveva visto Buffy.
    “Rispondi Willow” le urlò la cacciatrice così forte da farla sussultare.
    “Barriera” gridò la strega sconvolta. Senza nemmeno voltarsi corse via, il cuore che batteva all’impazzata.
    L’energia, con lei dal lato opposto della città, non l’avrebbe tenuta a bada per molto. Corse a perdifiato tra le vie buie di Sunnydale sperando di farcela. Si maledì per non aver preso il cappotto perchè ora il freddo le attanagliava le ossa.
    Buffy l’avrebbe protetta. O almeno così sperava.
    La cacciatrice bruna dopo poco le fu alle costole.


    13°CAPITOLO(parte seconda)
    La nausea era sembrata opprimente. Ancora una volta dovette portarsi una mano alla bocca mentre la sua cassa toracica si allargava spasmodicamente.
    I passi erano sembrati scoordinati e privi di logica mentre correva su quella strada sconosciuta. Un ricordo sporco di quel motel era poco chiaro nella sua mente. Ricordava uno sbiadito cartello posto davanti ad una stradina non asfaltata e quello già l’aveva passato da un bel pezzo.
    Quando finalmente intravide la piccola porta malandata con le luci ancora accese, accelerò la corsa, con l’opprimente sensazione che da un momento all’altro, una presa forte la scaraventasse sul suolo.
    Si ritrovò ad urlare come una matta il suo nome nel buio corridoio.
    La stanza al piano inferiore era vuota, sentiva la presenza di Faith sempre più vicina.
    “Buffy!” urlò ancora una volta disperata.
    La cacciatrice sussultò nel sonno. Una voce troppo familiare ma che nell’incubo non poteva essere presente, era rimbombata al di fuori della piccola stanza.
    Scivolando via dal letto si infilò dei jeans e una canotta che il signor Giles le aveva procurato e silenziosamente aprì la porta.
    La strega le era davanti, girata di spalle, gesticolava spaventata.
    Forse stava ancora sognando.
    “Willow?” sussurrò sconcertata. La ragazza voltandosi di scatto e piangendo di gioia le corse in contro.
    Gli spettatori ancora una volta trattenevano il fiato.
    “Povera Buffy. Scusami” disse tra i singhiozzi abbracciandola “Ora ricordo tutto.”
    L’afferrò per le spalle attirandola più forte a se. Il corpo era ghiacciato e le mani bagnate, certamente di lacrime.
    Ricordava.
    Che tutti stessero lentamente risvegliandosi dall’incubo?
    Che presto il bel vampiro si fosse svegliato accorgendosi delle menzogne che gli aveva, fino a poche ore prime, raccontato?
    Brusca allontanò il corpo di Willow “Che vuoi dire?”
    “L’incantesimo è stato spezzato?” le disse con gli occhi assenti.
    La strega la fissò sconvolta “No Buffy. Solo io ricordo ma ora.... ” la voce della ragazza si perse nell’aria insieme all’apparente calma che quelle parole avevano provocato nella cacciatrice.
    Qualcun’altro era nel corridoio.
    “E così sei rimasta qui per tutto questo tempo! Ero sicura che avrei dovuta farti massacrare da quel vampiro” sentenziò la cacciatrice bruna comparsa sulle scale.
    “Che incantesimo gli hai fatto strega?”urlò la ragazza bruna carica di rabbia contro Buffy.
    “Nessun incantesimo” disse la cacciatrice cercando di ritrovare un’apparente forza. Possibile che non le fosse rimasto niente della guerriera che era?
    “Io dico di si” aggiunse la bruna “E per quanto riguarda il vampiro si può ancora rimediare.”
    Con un gesto rabbioso fece cadere la strega sulla moquette sporca afferrando con forza il braccio di Buffy. Solo in quell’istante Willow si ricordò, o forse si rese conto che la cacciatrce non possedesse nemmeno un briciolo di forza.
    Boccheggiò incerta mentre pensava a incantesimi di cui ora non ricordava una parola.
    “Esci dalla mia vita” le urlò in faccia Faith scaraventandola contro il muro.
    Proprio nell’istante in cui stava per riafferrarla, alzandola dal pavimento, una presa forte la fece girare su se stessa e con un colpo deciso la stese sul suolo.
    Spike si mantenne la testa gemendo di dolore e guardandola di sbieco.
    Il poeta per un istante era scomparso, il mostro riaffiorato prepotente squartando l’alone in cui era celato. O almeno così pensava.
    Se solo avesse alzato un altro dito su Buffy l’avrebbe fatta a pezzi, ne era sicuro. Si sforzò più che poté di non spezzarle il collo con un solo colpo.
    “Cosa diavolo vuoi Faith? ” le gridò il vampiro pronto a continuare ciò che aveva cominciato.
    “E tu cosa c’entri?” disse toccandosi la mascella indolenzita la bruna, gli occhi che le luccicavano di rabbia.
    In un lampo il suo sguardo fu sulla ragazzina bionda. Un verità troppo pungente la fece sprofondare. Quello che più temeva era realtà. Ciò che da sempre aveva più bramato e desiderato nelle notti insonni, ciò che più c’era di oscuro e apparentemente intoccabile, le era sfuggito via.
    Il vampiro dagli occhi oceano era scivolato dalle sue mani ferendola fino a dentro con dolorosi pugni nello stomaco.
    “Hai incantato anche lui bella bambolina?” le disse pronta a massacrarla da un momento all’altro.
    Willow li fissava senza capire. Forse Spike ricordava. Era l’unica possibilità che riuscisse a trovare alla sua presenza nella stanza di Buffy, per di più a torso nudo..... rimase con gli occhi spalancati fissando la scena.
    No, non c’era alcuna spiegazione!
    “E così ti sei pure scopata il vampiro ragazzina?”le disse rimettendosi in piedi la bruna, un rivolo di sangue le scendeva al lato della bocca.
    Buffy scattò verso di lei. Quella maledetta continuava a pretendere ciò che non era suo. Quella dannata continuava ad aggrapparsi con le unghie, procurando quello stridulo rumore, alla sua vita. Sua. Solo sua.
    Il vampiro veloce la bloccò afferrandola per un braccio e facendogli segno di stare in disparte.
    “Lei non c’entra Faith. Ora va via prima che ti uccida!” le disse con parole coincise e calibrate, ma cariche di rabbia.
    “Sei proprio sicuro che non sia io ad uccidere te.”
    In pochi istanti la cacciatrice bruna fu sul vampiro. Inchiodandolo al suolo gli tenne ben ancorate entrambe le braccia ed estrasse un paletto di legno dalla tasca posteriore dei jeans. Willow alzando una mano verso di lei la scaraventò ancora una volta sul suolo, ma la bruna con un colpo deciso le fece sbattere la testa contro il grosso mobile, posto nel sudicio corridoio, facendole perdere i sensi.
    Un altro colpo, questa volta da parte del vampiro, la fece barcollare, ma lei sbattendolo contro al muro, nell’istante in cui lui si toccava la testa per il dolore, lo bloccò nuovamente.
    Puntò il paletto proprio all’altezza del cuore facendogli sentire la consistenza della punta.
    “Fallo” gridò il vampiro carico di rabbia.
    Buffy raggelò pronta a colpirla a mani nude, con la forza che non aveva.

    Con la cacciatrice che da qualche parte era sepolta in lei. C’era. La sentiva più che mai.

    La bruna spinse più a fondo il paletto fissandolo negli occhi. Come aveva potuto dare a lei le sue labbra, i suoi occhi, il suo corpo.
    Lacrime amare le punsero gli occhi, ma cercò con tutta se stessa di trattenerle. Ancora gli occhi scuri in quell’oceano.
    Dov’era il mostro? Per quanto la sua rabbia sfiorasse la pazzia, non lo intravedeva. La maschera della caccia non era ancora comparsa.
    Nemmeno la più piccola parte dell’atroce malvagità di quel demonio che era, si poteva distinguere nei suoi occhi. Boccheggiò senza parlare mentre una verità troppo dura da digerire le si mostrava in tutto il suo assurdo splendore.
    Lui l’amava.
    Il bel vampiro amava la ragazzina.
    Lasciò senza rendersene conto cader via il paletto.
    Senza aggiungere altro, veloce, sparì per le scale buie.

    Buffy in pochi istanti fu tra le braccia di Spike.
    Il suo cuore batteva senza sosta. Il burattinaio si stava silenziosamente risvegliando.
    “Non è successo nulla Buffy ” le sussurrò nell’orecchio accarezzandole il viso in gesti che non conosceva. Le mani gli tremavano ancora. Nemmeno per un istante aveva temuto per la sua vita.
    Tutti i suoi pensieri erano per lei.
    Nemmeno l’idea che la sua pelle candida fosse scalpita era sopportabile.
    Atrocemente, totalmente lei!
    La strinse più forte a se, chiedendosi come avesse fatto a vivere per secoli, senza la sua riccioli d’oro.

    14° CAPITOLO
    Il burattinaio strofinava le mani soddisfatto. Il suo spettacolo tornava esilarante. Gli attori forse stavano riprendendo in mano il suo copione. Qualche spettatore aveva però lasciato la sala.

    Quando Willow riaprì gli occhi la luce era sorta da ore. Nonostante questo la finestra dell’albergo era stata sigillata così bene, che sembrava fossero passate solo poche ore da quando aveva battuto la testa. Buffy era appisolata sul lettino al fianco al suo e Spike, seduto su una sedia posta vicino alla porta, era lì, immobile, a fissarla.
    In poche ore un’intera esistenza era stata capovolta. Estratto dalla sua natura si era ritrovato in una realtà che da sempre gli era stata vietata. Anche la cervellona dai capelli rossi sembrava ricordarsi di Buffy.
    Forse si sarebbe fatta luce su quelle giornate che correvano da sole, senza alcuna voglia di fermarsi. Nella sua mente erano marchiate a fuoco le parole, i gesti che insieme avevano condiviso. Scottavano ma non solo.... riempivano di una beatitudine che lui credeva non avrebbe mai avuto il privilegio di conoscere.
    Quegli occhi smeraldo che profumavano d’amore rivelavano verità che mai avrebbe voluto conoscere, ma che ora aveva la necessità di rendere chiare completamente, fino alla fine.
    La ragazzina pretendeva di essere la dea.
    In effetti quelle eterne gocce di eternità bruciavano esattamente nello stesso modo.
    La realtà di quei giorni si avvicinava in modo sconvolgente al bel sogno che era stata la dea dai capelli color del miele. Bruciava maledettamente.
    “Ma che ore sono?” disse la strega quando finalmente ogni parte del suo cervello tornò nitida.
    Spike sembrò non udirla o forse non aveva la minima voglia di risponderle.
    Non sembrava affatto cambiato, pensò Willow mentre lo guardava fumare assente una sigaretta .
    Buffy si appoggiò vicino a lei accarezzandole lievemente il viso.
    “Va meglio?” le chiese sorridendo.

    Inorridita si ritrovò a sperare che la ragazza fosse ripiombata nell’oblio.

    Spike senza guardarle sembrava più nervoso che mai.
    “Hai parlato di un incantesimo giusto?” chiese alla ragazza sotto gli occhi spaventati di Buffy.
    La rossa finalmente sentì la forza di mettersi in piedi, continuò a strofinare le tempie indolenzite .
    “Dobbiamo aspettare il signor Giles, ho bisogno di maggiori informazioni per invertire l’incantesimo” disse la strega.
    “Si, ma non sappiamo nemmeno dove sia, forse per ora.... ” balbettò insicura la cacciatrice. “Facciamolo e in fretta” sentenziò il vampiro visibilmente turbato.
    Perchè diavolo non si dava da fare? L’aveva vista piangere, disperarsi, implorare il suo amore, la sua vita e ora sembrava più che mai spaventata dal ritorno della sua vera esistenza.
    “Non capisco Spike cosa c’entri?” aggiunse la rossa guardando verso Buffy.
    Era evidente che il vampiro non ricordasse nulla se pretendeva di invertire l’incantesimo e quindi non capiva proprio il perchè delle sue parole.
    “Maledizione non perdiamo tempo!” urlò Spike così tanto da far sobbalzare le due ragazze .
    “Si Buffy, forse è meglio che cominci a organizzarmi, ci vorrà un po’ di tempo”le disse rinvigorita la rossa avvicinandosi alla porta.
    Buffy scattando in piedi le si avvicinò “No Willow, io dico di aspettare il signor Giles e poi Faith potrebbe aggredirti.”
    Il burattinaio rideva particolarmente divertito. La moviole sembrava interminabile.
    Una presa forte la fece allontanare dalla ragazza impedendole di terminare la frase.
    “Non so chi diavolo sia questo signor Ghiles e non mi interessa. Voglio che si faccia luce su questa storia e in fretta!” le disse ringhiando a denti stretti.
    Buffy lo guardò senza parlare. Il vampiro voleva correre via proprio da quello a cui lei voleva tenerlo ancorato.
    “Ti accompagnerò io a prendere ciò che ti serve. Guadagneremo tempo. Non penso che Faith se ne starà buona per molto.”
    “Ma è giorno non puoi uscire” disse Buffy cercando di farlo desistere.
    “Passami una coperta, prenderemo una di queste auto qua sotto.”
    “Rubare non mi... ” le parole della rossa furono interrotte dal vampiro che afferrando una delle coperte e tirandola per un braccio, la trascinò giù.
    “Non muoverti da qui tu!” urlò a Buffy quando già era sulle scale. Ecco lo strano modo di farle capire che si preoccupava per lei.
    Presto avrebbe dovuto temere ben altro.
    La verità non gli sarebbe piaciuta per niente. Ancora una volta la speranza di restare nell’incubo, sotto gli occhi vigili del burattinaio, le riempì la mente.

    Sentiva la sua pelle bruciare in un modo assurdo. Quella vecchia auto non l’aveva protetto per niente e la coperta era più sottile di quanto sembrasse.
    Avrebbe volentieri affondato i denti in quella ragazzina dai capelli rossi. La sue pelle era chiara e fresca, certamente l’avrebbe rinvigorito. Doveva essere un’amica di Buffy e stranamente questo gli impediva di farlo, in più lei sembrava l’unica in grado di far luce su quella storia. Ma cosa diavolo gli accadeva?
    Profondamente spaventato da quello che stava diventando. Ignaro della trasformazione già completamente avvenuta. Dal primo giorno in cui l’aveva vista.
    Quando finalmente fu nel Magic-Box urlò di dolore. La frescura di quel luogo faceva alzare dalla sua pelle il fumo che pochi attimi prima lo ricopriva, le tempie completamente impregnate di sudore. Il locale fortunatamente era vuoto. Solo Anya leggeva annoiata una rivista dietro alla cassa.
    “Hei Willow, ma cosa fai con quel vampiro?” chiese la ragazza nonostante sembrasse visibilmente poco interessata.
    “Niente di importante Anya. Devo prendere alcuni libri e oggetti, te li riporterò più tardi” disse la rossa già immersa negli scaffali polverosi.
    “Certo ma questa volta dovrai pagarli. Sono stufa di essere sempre in passivo a fine mese.” La strega che le era vicina annuì senza nemmeno aver ascoltato.
    “Ok, allora io segno tutto Willow.”
    Spike intanto gironzolava tra gli scaffali. Ci aveva sempre capito poco e niente di magia nera e poi la pelle bruciava ancora dannatamente.
    Maledetta non-vita!

    Dolcemente il sole calava. Una piccola brioche era sbriciolata sulla coperta in lana. Non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva mangiato.
    Cos’aveva lei?
    Cos’aveva di così diverso da non poter essere una ragazza come tutte?
    Perchè non poteva dormire fino a quando il sole non si posa caldo sul letto?
    Perchè non poteva guardare la tv per un intera giornata, piangendo per uno stupido problema di matematica senza soluzione?
    Perchè non poteva dormire di notte e vivere di giorno?
    Perchè non poteva fare l’amore con chi amava e restare nel suo letto fino a tardi?
    Nulla più aveva senso. Qualcosa di troppo meraviglioso e stupendo era celato nell’incubo. Lo amava. Disperatamente. Bruciava in lei come qualcosa di troppo conosciuto.
    Il suo mostro paradisiaco. Il suo angelo infernale.
    Avrebbe sgranato gli occhi scoprendo la menzogna. Lui che aveva seppellito il suo demone fidandosi di lei, immergendosi completamente in lei, che solo aveva dentro di se l’indelebile ricordo della bella cacciatrice.
    Strinse il lenzuolo mentre l’odore di vernice riaffiorava prepotente nella sua mente. Dov’era il suo dono? Non avrebbe vissuto un solo istante senza i suoi occhi. Nulla era senza l’oceano.
    Lo spettacolo forse lentamente stava terminando. Infondo le tragedie si sa come vanno a finire.

    14°Capitolo(parte seconda)
    Quel posto aveva un odore orribile.
    Occhi di salamandra, zampe di gallina, incenso e chissà quale altra diavoleria.
    Per fortuna la stanza buia dalle poche finestre rimaneva ben nascosta dai raggi del sole che lentamente si andavano estinguendo. Stranamente era nervoso. Non sarebbe stato tutto così facile. Tremava il bel vampiro mentre pensieri privi di logica si addensavano nella sua mente. La bella ragazzina parlava di verità e amore. Parlava di meandri nascosti e celati al mostro che da sempre sentiva di essere. Distrutto aveva cercato di affogare i gesti e le parole eretiche.
    Scappando aveva sperato che lei sparisse come un sogno alle prime luci dell’alba. Avrebbe voluto che fosse solo questo: un bellissimo e paradisiaco sogno da cui risvegliarsi con l’amaro in bocca.
    Sconvolto aveva corso lontano, profondamente attratto da lei.
    Ma c’erano cose impossibili. Cose da cui non si può semplicemente scappare, fingere di non essere in casa, spegnere tutte le luci.
    La dea bionda da infinito e celato sogno che era, si era trasformata in splendida realtà che come pena aveva l’uccisione del suo mostro. Sentiva il demonio che era completamente assopito. Forse dormiva.
    Il ricordo di Buffy gli fece bruciare gli occhi. Come qualcuno fatto di carne e sangue, di cui da secoli si era cibato, aveva potuto sconvolgere completamente la sua assurda esistenza? L’imponente voglia di allontanarla da se l’aveva fatto barcollare tra i pugni e le carezze, ma il guerriero poco leale non ce l’aveva fatta.
    Come un automa aveva attraversato la terra che li divideva, aveva creduto a lei, in lei.
    La voce squillante della testolina dai fulgidi capelli lo fece ritornare in se.
    “Io ho fatto. Andiamo e in fretta.”
    Senza aggiungere altro il vampiro si diresse a grandi passi verso l’uscita.
    “Ma avete tutte da fare?” urlò Anya dal fondo del locale.
    “Cosa vuoi dire?” chiese Willow mentre con forza spingeva la porta che Spike, senza troppi accorgimenti, si era chiuso alle spalle.
    “Anche Faith ha preso qualcosa ed è scappata via.”
    Willow avvampò salutando frettolosamente l’amica alle sue spalle e correndo verso l’auto, ormai priva dei caldi raggi del sole.
    “Sta cercando di fare qualcosa”disse nervosa a Spike, mentre chiudeva lo sportello dell’auto.
    “Dovevamo immaginarlo” rispose il vampiro senza nemmeno bisogno di chiederle di chi parlasse.

    Stava impazzendo. Lo sentiva. Che i malati di mente si accorgessero di quando la pazzia comincia a sfiorare le loro noiose esistenza?
    La sua vita si contorceva in una danza senza fine. La odiava maledettamente.
    Non esisteva attimo di pace, non esisteva solo istante per respirare, riempire con cura i polmoni per poi tornare in apnea. La marea era alta da secoli. La sentiva. Ricordava stranamente l’ultima sera passata nel suo letto.
    I suoi folli pensieri. La sua imminente pazzia.
    Ma se allora la sua mente era malata, ora come stavano le cose?
    La porta si aprì per lasciare entrare sua madre con una tazza di latte.
    L’appoggiò dolcemente sul comodino per poi sedersi al suo fianco. Candida . Come solo lei sapeva essere. Una lacrima le solcò il volto.
    Cosa succede mamma? Fammi dormire nel tuo letto stanotte.
    Solo stanotte e non urlerò quando domani aprirai le tende presto per andare a lavoro. Rimarrò ferma a graziarmi del dolce calore che hai lasciato al mio fianco.
    La sudicia stanza dell’albergo era nel buio.
    “Sei tu il mio problema. Tutto è cominciato da quando tu sei arrivata. Tu morirai e tutto finirà.....è semplice.”
    La voce di Faith era inconfondibile e chiara era anche la sua presenza alle sue spalle.
    Sole. Loro due. La mamma era andata via. Una calda lacrima le solcò il volto. Sola anch’essa.
    “Fatta fuori tu, dovrò solo rimettere le cose a posto con la magia.”
    La luce era andata via. Perchè? Non è in estate che il sole cala più tardi? Forse era qualcosa letto su un giornale, infondo avevano sempre detto di non credere a ciò che scrivevano.
    “Non ti volti? Hai così paura? Non eri la cacciatrice?” disse cinica la bruna, per niente divertita.
    “Dillo che menti bastarda.”
    Perchè urlava? La stanza era piccola e lei sentiva benissimo. Forse era nervosa. Forse.
    Buffy lentamente si voltò verso di lei. Il viso della bruna era sconvolto dalle lacrime.
    “Ti sei fatta male?” chiese la cacciatrice.
    Con ferocia la bruna le torse un braccio imponendole di alzarsi.
    “Parla maledetta!” le urlò in faccia.
    La mamma era tornata nella stanza, in piedi stava vicino alla porta sorridendole. Avrebbe voluta solo toccarla, solo essere toccata. Poi scomparve.
    “Lo amo” la bionda piangeva.
    Ora anche sua madre sapeva .
    Disperati mamma. Amo un mostro senz’anima che profuma di paradiso. Amo un vampiro che solo, può amarmi a sua volta. Solo quando la lama fredda premette contro la sua maglietta si ricordò della bruna, piangeva ancora.
    Entrambe.
    “Devo farlo” disse la bruna spingendo tanto che la maglietta divenne più attillata in quel punto.
    La morte è il mio dono. Non questa. Solo il suo morso........
    E’ il mio dono

    14° CAPITOLO(parte terza)
    Ma perchè dicono che quando si muore la vita passa davanti ai tuoi occhi come in un film? Qualcuno è morto e poi è tornato vivo per dirlo?
    Eppure insistono, te lo fanno pensare fino alla fine. Tanto che quando stai morendo, la delusione maggiore è proprio non vedere la tua vita come una bella proiezione cinematografica .
    Lei era morta già due volte. Entrambe totalmente delusa.
    Sentì solo dei passi nella stanza e poi il corpo della bruna lentamente scivolò via dal suo. La lama non spingeva più sulla sua pelle e il suo fastidioso rumore sul pavimento la fece sobbalzare. Faith era stesa a terra e al di sotto del suo capo riuscì a intravedere il macabro liquido vermiglio.
    “Tutto bene?” chiese affannato il signor Giles.
    La bionda annuì col capo senza parlare, gli occhi assenti e spaesati fissi sulla bruna. Lei aveva forse ricevuto il dono? Chissà se era rimasta delusa?
    L’osservatore si abbassò sul corpo della ragazza alzandole la testa. Una massiccia bottiglia di liquore era riversa sul pavimento, rotta in più punti.
    “Sta bene” disse controllandole sulla giugulare il battito cardiaco.
    ”Il sangue” disse Buffy indicando la piccola macchia formatosi sul pavimento, tremendamente sconvolta.
    Ancora una volta intravide sua madre sul fondo della stanza.
    “Non è niente. Si è ferità col vetro. E’superficiale” aggiunse continuando ad esaminare il capo della ragazza.
    Alzando lo sguardo si rese conto che Buffy boccheggiava tremando.
    “Buffy sta bene. Non preoccuparti. Ha solo perso i sensi.” disse cercando di farla tornare in se.
    La cacciatrice continuando a tremare si appoggiò sul davanzale polveroso.
    “Buffy ho detto che sta bene. Non è niente” esclamò con voce alterata l’osservatore.
    La cacciatrice stava peggio di quanto avrebbe immaginato. Calde lacrime le ricoprivano il volto facendola singhiozzare.
    “Dorme ed è un bene per noi. E’ una cacciatrice, sai che non potrebbe mai morire per questo.”
    Buffy tremava spasmodicamente. Gli occhi fissi su quella piccola macchi di sangue. La madre ancora sul fondo della stanza.
    Con forza l’osservatore la strinse tra le braccia.
    “Va tutto bene, calmati. Va tutto bene” le sussurrò dolcemente alle orecchie.
    Dovevano fare in fretta. Buffy era nel delirio più totale. Si appoggiò assente alla sua giacca, senza nemmeno abbandonarsi nel suo abbraccio, continuava a tremare.
    Il signor Giles sobbalzò di paura. Sembrava che presto della sua cacciatrice non sarebbe rimasto più niente.

    La porta dopo pochi istanti si aprì lasciando entrare la rossa. Appena il suo sguardo fu sull’interno della stanza, i suoi occhi si spalancarono.
    “Sta bene Willow” disse l’uomo captando la sua paura.
    La strega mettendo parzialmente a freno il suo nervosismo, tornò a concentrarsi sull’osservatore. Veloce e sconvolta corse nelle sue braccia, stringendo contemporaneamente anche Buffy.
    Ma la cacciatrice era lontano. I suoi occhi ancora su quella macabra macchia.
    Sua madre velocemente scomparsa.
    I due forse parlarono perchè udì la loro voce ma, non ne capì il significato.
    Ci sono certi rumori che però ti restano nell’anima.
    Non come lo squillo di un cellulare o il rumore della sveglia. Alcuni suoni si impregnano in te: la campanella della scuola, i passi di tua madre nel corridoio, il rumore delle chiavi di tuo padre quando rientra a casa.
    Sono tanti eppure li tieni dentro con estrema chiarezza, distinguendoli gli uni dagli altri.
    E quello era un rumore dell’anima. Il fruscio della sua giacca di pelle, perfettamente armonizzato ai suoi passi decisi.
    Lui.
    La sagoma del vampiro non riuscì nemmeno ad attraversare la porta, che le sue braccia erano piene di lei. Buffy singhiozzando si era stretta nel suo abbraccio. Forte e decisa aveva afferrato la sua giacca, allargandola per farsi spazio. Tremando posò la sua bocca nell’incavo del suo collo per poter aspirare a grandi boccate il suo odore. Si sa anche alcuni odori sono dell’anima.


    Spike osservando il corpo della bruna riverso sul pavimento la strinse forte a se. Il signor Giles rivolse uno sguardo sconcertato a Willow. Come era possibile che il vampiro ricordasse e soprattutto, perchè Buffy trovava conforto tra le sue bracca.
    La strega rispose con un cenno incerto. Nemmeno lei sembrava averci capito niente.
    La bella cacciatrice continuava a stringersi al corpo del vampiro.
    Tutto era pronto.
    Poteva distinguere sul letto i vecchi libri, le ampolle e ora anche il signor Giles era arrivato. Tutti i pezzi erano al loro posto. Presto il vampiro sarebbe uscito dall’oblio. Presto avrebbe scoperto l’assurda menzogna.
    Forse avrebbe capito. Infondo Spike l’amava oltre ogni cosa.
    Ma non poteva rischiare. L’essenza della sua vita era racchiusa in quel corpo, in quella non vita, in quell’anima assente.
    Non avrebbe fatto niente senza la totale e assoluta certezza che lui rimanesse indelebile.

    15°CAPITOLO
    “ Tu sei solo un ripiego “.
    Maledizione non volevo dire questo. Stanotte brucia ancora.
    Perchè hai detto che scoparmi sarebbe stato meglio? Rovini sempre tutto vampiro!
    Ma ora perchè non ridi più?
    Angel?
    No, tu sei diverso. Possibile che ti abbia ferito? Sei un mostro Spike, non hai sentimenti. Dai, non fare quella faccia. Non puoi soffrire.
    Ho paura vampiro. Stanotte è cambiato qualcosa.
    Maledizione non volevo dire questo. Stanotte brucia ancora.

    La bella ragazzina stava ancora ancorata alla sua giacca piangendo.
    Ma che le accadeva. Aveva completamente sopraffatto il suo mostro e in qualche modo fatto fuori Faith.....che motivo c’era di piangere?
    Sentì una fitta al cuore quando le sue mani si bagnarono di lacrime preziose. Il solo pensiero che la sua anima tremasse lo distruggeva. Ma fin dove arrivava l’eretica emozione?
    Fin dove la piccola riccioli d’oro aveva fatto a pezzi il suo mostro?
    “ Mi ami Spike? “chiese tra le lacrime Buffy con una voce così sottile che a malapena il vampiro riuscì ad udirla. Lo sapeva. Forse voleva fargli ancora male.
    Voleva farglielo ripetere distruggendolo maggiormente. Silenziosamente fece scivolare il suo corpo e quello della ragazza nel buio corridoio.
    Le carezzò dolcemente il viso per impedirle di piangere ancora. Era inanime contro di lei.
    “ Cosa c’è? “ chiese cercando di cimentarsi in gesti sconosciuti. La cacciatrice rimase in silenzio, immergendosi nel suo splendido oceano.
    Le noccioline erano finite. Le mani degli spettatori sudate. Gli attori stanchi.
    L’ultimo atto volgeva memorabilmente al termine.

    “ Lo sai quello che sento “ disse con dolore. L’aver abbandonato, se pur parzialmente, le tenebre feriva ancora.
    “ Allora lasciamo tutto così. Tu mi ami. Cos’altro conta? ” disse come rinvigorita la cacciatrice, mentre il cuore quasi le usciva fuori dal petto.
    Vibrò il corpo del vampiro. Sentì udire nei suoi meandri più nascosti l’atroce ululato della sua bestia.
    “ Ma come puoi dire questo? Mi sono fidato di te completamente e ora vieni a dirmi che è meglio lasciare tutto così. “ ringhiò a denti stretti lui cercando di rimanere calmo.
    “ Non sono sicura che ti piacerà quello che scoprirai. “ la voce della cacciatrice lontana e assente.
    Correva lontana la sua mente. Troppo terrorizzata dal risveglio del mostro.
    Sbattendo con ferocia un braccio contro al muro il vampiro la fece sussultare.
    “ Dannato inferno ragazzina, cosa vuoi dire? “ le ruggì furioso sulle labbra Spike.
    Fuggire. Fuggire lontano. Chiudersi nella sua stanza e poi piangere sul suo letto.
    Le coperte stropicciate sotto di lei, la musica alta.
    Ma era lì.
    Gli occhi del vampiro profondamente nei suoi. Cercò sua madre con lo sguardo.
    Era andata via.
    Perdonami Spike.
    “ Ti ho mentito “ disse la cacciatrice, gli occhi lontani e sconvolti, le lacrime finite.
    Forse per sempre. Lo sperò con tutta se stessa. Stanca . Stremata ma, soprattutto terrorizzata.
    Senza lui nulla.
    “ La storia che ti ho raccontato, la cacciatrice , il vampiro e tutto il resto. “ aggiunse allontanandosi impercettibilmente da lui.
    Spike sgranò gli occhi. Il suo oceano non fu più calmo. Tornò la burrasca.
    La tragedia l’aveva previsto.
    I suoi pugni si strinsero con una forza estrema. Uno degli arti saettò con una tale velocità che Buffy urlando, si protesse il viso con le mani.
    Nessun dolore. Il pugno si era conficcato nel muro creando un grosso buco polveroso. Quando la mano del vampiro fu estratta, il sangue colava a fiotti.
    A passi lenti si avvicinò alle scale buie. La maschera della caccia senza motivo era riapparsa sul suo volto. Le sue iridi si erano colorate di giallo. Il suo mare ora era inquinato.
    La bella ragazzina aveva saputo raggirarlo come mai nessuno aveva fatto.
    Annientato il suo mostro, insegnatogli l’antica emozione e quella, lui lo sapeva ora, non si poteva scordare, cancellare come una pagina vecchia.
    Gli occhi gli bruciarono senza motivo. Improvvisamente sentì il viso bagnato.
    Acqua calda in piccole linee attraversava il suo bel volto. Cosa accadeva? Forse un maledetto incantesimo della strega?
    Va via maledetta ragazzina. Non sai quanto male tu mi abbia fatto.
    Ancora una volta i suoi occhi furono in quelli di Buffy.
    I suoi smeraldi infiniti immersi nel suo oceano tornato nitido.
    La maschera era scomparsa. Il bel mostro stava piangendo.
    Veloce, corse via.

    “ E’ finita. “
    Si, ridi pure vampiro. Credi di avermi in pugno vero? Non scherzo affatto.
    Mi riprendo la mia vita.

    “ Perchè ti sto usando e questo mi fa male. “
    Non guardarmi così. Lo sapevi. Sono stata chiara dal primo istante.
    O forse no.....
    Non capisci Spike, mi turbi profondamente. I tuoi occhi mi confondono.
    Ho troppa paura d’amarti.

    “ Mi dispiace William “.
    Ti prego......fermami!

    Il cuore le era in gola. Spike era andato via. Non sarebbe più tornato.
    Non si sarebbe più voltato. Torna indietro amore mio.
    Le sue mani d’argento non avrebbero mai più toccato la sua pelle candida.
    Non l’avrebbe mai più sorpresa a piangere sulle scale e le avrebbe chiesto: “ Posso fare qualcosa? “ con lo sguardo più dolce del mondo.
    Non avrebbe mai afferrato il suo corpo in quella stretta che profumava di fuoco.
    Non sarebbe più entrato, tremando, dentro di lei.
    La sua bocca d’angelo non avrebbe più sfiorato la sua.
    Nessuno l’avrebbe mai massacrato per colpa sua. Nessuno ogni notte l’avrebbe salvata.
    Chi era il mostro? Chi era senz’anima?

    Troppo sconvolta, impaurita dal fatto che la perfetta cacciatrice, potesse amare il sadico vampiro.

    Troppo distrutta dal fatto che la guerriera potesse desiderare chi più al mondo, potesse amarla a sua volta.

    Perchè l’amore spaventa.

    Perchè si ha troppa paura d’amare veramente, totalmente, di immergersi fino alla fine nell’altro lasciando niente di noi.
    Perchè l’amore dilania quando va via.

    Perchè troppo fa piangere, troppo fa vivere.

    E allora chi era il mostro?
    Lui che aveva distrutto l’inferno che aveva in se, che aveva massacrato la belva che era, amandola, disperatamente, senza freni e confini?
    Amandola come solo una volta nell’esistenza si può amare.
    O forse lei?
    Guerriera spaventata da se stessa . Sconvolta di amare il bel vampiro.
    Lei, che gli vomitava addosso tutto il suo disprezzo, che aveva infondo solo per se stessa.

    Ti amo Spike, totalmente. E ogni via lastricata di questa esistenza continua a condurmi da te, dai tuoi occhi, dalle tue mani, che sole, celano l’infinito.

    Piangeva la cacciatrice. Le maledette lacrime non erano esaurite.
    Le ultime carte erano state scoperte e quello che avevano rivelato non le era piaciuto per niente. La partite era persa.
    Era più Buffy ora, di quanto non lo fosse mai stata.
    Di quando pur di restare ciò che tutti credevano, aveva affogato le sue emozioni. Seppellendole . Bruciandole. Perchè nessuno trovasse più nulla.
    Nessuna prova per incastrarla.

    Aveva mentito spudoratamente raccontando la favola che più di tutto, avrebbe voluto fosse realtà, portando alla redenzione il bel mostro e ora, alle stretta, aveva confessato una verità troppo scottante.

    Perchè l’amore dilania quando va via. Perchè troppo fa piangere, troppo fa vivere.

    Inanimata rientrò nella stanza sudicia che in poco si era già riempita di libri e pergamene.
    Il signor Giles forse parlava. Riusciva a vedere le sue labbra muoversi, i suoi occhi cercarla, ma non poteva udirlo. Willow aveva il volto sudato. Si muoveva in gesti che ora proprio non riusciva a comprendere. Faith era stesa sul letto dove quella notte avevano dormito.

    “Dimmi che mi ami “
    Più di ogni altra cosa al mondo amore mio.

    La cacciatrice dormiva? Forse il dono era arrivato anche per lei. Sorrise istericamente.
    La mamma era tornata sul fondo della camera. Sorrideva.
    Perchè ridi mamma?
    Per me? Sono talmente ridicola? Stupida Buffy !
    Innamorata del vampiro che mostro non è.
    Troppo impegnata a mostrare solo la cacciatrice.
    Buffy no!Quella non si può.
    Non ridere mamma. Non vedi che piango? Fa così male che non riesco a respirare.
    Perchè non mi hai mai chiamato bambolina bella?
    Ho bisogno di te.

    La moviola era terminata.
    Il burattinaio aveva abbandonato i fili.
    Senza voltarsi corse via.

    Maledetta ragazzina. Cosa sarebbe stato ora di lui?Cosa sarebbe rimasto ora del mostro che non sentiva di essere più? Bruciava, dilaniava il cuore.
    Possibile che lei gli avesse restituito l’anima che non aveva?

    Le gambe si muovevano da sole. Riusciva a sentire il suo respiro affannato nelle orecchie. Come se qualcun altro la stesse inseguendo. Riusciva a vedere se stessa correre, dirigersi col fiato in gola verso il cimitero. Non era lei. O forse no.....lo era per la prima volta.
    Mai la cacciatrice era stata più vera quanto nell’atroce incubo.
    Il resto non importava. Solo lui. Avrebbe bramato tutto del bel vampiro. La morte e la vita.

    In qualsiasi modo, sarebbe stato il suo dono.

    La testolina fulgida si riverse sul pavimento stremata. Il signor Giles la sorreggeva preoccupato. “ E’andato tutto bene Willow. Sei stata bravissima. “disse sorridendole teneramente, mentre la strega si appoggiava a lui.
    Faith si era messa proprio in quell’istante a sedere sul letto. “ Cosa ci faccio qui signor Giles? “ chiese mentre si toccava la ferita superficiale, l’espressione stordita. L’uomo non ebbe il tempo di esultare di gioia. Il suo cellulare aveva cominciato a squillare. Rispose con l’ansia che era diventata una costante di quei giorni. Le mani completamente sudate.

    La grossa sala del Consiglio era illuminata dal sole.
    L’uomo seduto di spalle continuava a guardare fuori. La finestra era sporca in più punti.
    “ Mi dispiace per i guai che abbiamo procurato alla cacciatrice. E’stato davvero un grosso errore. Spero si potrà rimediare. Mi dispiace Rupert. “ disse con quel senso di colpa che lo aveva accompagnato da quando aveva appreso la notizia. Avevano fatto un altro buco nell’acqua. Cancellato inutilmente una cacciatrice. Forse Rupert avrebbe rimediato alla situazione. La donna alle sue spalle sorseggiando un caffè, lo fissava di sbieco.

    “ Cos’ è successo? “ chiese Willow incuriosita dalla telefonata appena terminata.
    Il signor Giles ripose il cellulare sul comodino. Ernest non sapeva di avergli dato un’ottima notizia. “ Nulla. “ rispose sorridendo a Willow. La strega aveva eseguito tutto l’incantesimo senza la minima idea del perchè di quella catastrofe. “ E’ una lunga storia. “.

    Dovette aspettare qualche minuto per riprendere fiato. Il respiro sembrava quasi mancarle e il cuore scivolarle vie. Stranamente però si sentiva fortemente rinvigorita.
    La grossa porta della cripta era chiusa. Pronta a qualsiasi cosa.
    Tutto di lui.
    “ Perchè mi hai mentito Buffy? Cosa volevi in cambio?” la voce del vampiro alle sue spalle la fece sobbalzare. Le ombre dell’incubo si stavano allontanando. La dea bionda fusa indissolubilmente con la ragazzina.
    Buffy respirò a fondo cercando di trovare le parole. Perdonami amore mio.
    Sentiva il peso di quegli interminabili giorni gravarle interamnete sulla schiena.
    “ Perchè ho paura d’amarti. “ disse senza voltarsi. Guardare il suo oceano le faceva male.
    La sincerità non era cosa facile.
    Spike sgranò gli occhi.

    Che splendida melodia era arrivata alle sue orecchie.
    Sussurrata dalla meravigliosa voce della sua cacciatrice, gli aveva allargato il cuore regalandogli l’infinto.

    “ Significa che Buffy può amarmi, ma la cacciatrice no? “ chiese il vampiro con voce tremante.
    Si ricordava della cacciatrice? Come?
    Buffy si voltò di scatto. Stringendo i pugni potè percepire tutta la sua energia.

    L’incantesimo era stato spezzato.
    Lui ricordava.

    Indietreggiò come se la maschera che l’aveva protetta fino a quel momento, fosse volata improvvisamente via.
    Il burattinaio aveva abbandonato senza apparente motivo la scena.
    Lo spettacolo era tutto nelle mani degli attori.
    Gli spettatori trattenevano il fiato per l’inaspettato finale.

    “ La cacciatrice è in me. “ disse con le labbra che le tremavano.
    Aveva dimenticato quanto Spike sapesse imbarazzarla. Il vampiro le si avvicinò fissandola. Impresse a fuoco c’erano le parole e i gesti che ora più di allora, profumavano di paradiso.

    “ E solo ora mi rendo conto che nemmeno la più piccola parte della mia anima può non amarti. “ .
    Piangeva. Ancora le gemme d’ infinito le ricoprivano il viso.
    L’incubo era finito ma Spike ora, poteva aprirne uno che non avrebbe avuto più fine.
    Tutto era in lui. La sua intera esistenza. Qualsiasi cosa ora dipendeva dalle sue labbra. Totalmente indelebile.

    Fece un respiro profondo come per cercare più forza. Le gambe le tremavano.
    “ Ti amo William e non so quello che tu ora pensi ma...” strinse i pugni cercando l’ultimo briciola di coraggio.
    “Io non posso più vivere senza di te.” aggiunse forte come solo la cacciatrice che era in lei sapeva essere, mentre paradossalmente il viso era ricoperto di acqua salata.
    Annullato per sempre l’ultimo antico frammento d’orgoglio. Cancellata l’antica barriera, forse da sempre inesistente.

    “ Ti prego, amami “ sussurrò. “ Amami per tutta la vita Spike .“

    Nulla sarebbe stato senza il suo bel vampiro.
    Niente senza i suoi occhi. Vuoto senza la sua bocca.
    Inspirò sentendo l’aria che le mancava.
    Salvami Spike.

    Il vampiro aveva sgranato gli occhi. L’oceano stava letteralmente prendendo fuoco.
    La bestia solo un ricordo lontano.
    Pensò che presto si sarebbe risvegliato nel suo letto morendo dentro, scoprendo l’immenso sogno. Quanto amore era racchiuso nella sua bella cacciatrice? Possibile che fosse stato concesso anche a lui il paradiso. Tutto era in lei. Completamente.

    Lei gli aveva restituito la sua anima. La sentiva.

    Rammentava ancora il dolore immenso delle sue ultime parole.
    “ Mi dispiace William. “
    No, ti prego, non andare amore mio.

    Perchè l’amore troppo dilania quando va via. Perchè troppo fa male, troppo fa vivere.

    Si avvicinò a lei e dolcemente le sfiorò il viso con le mani. Poteva finalmente percepire, come la prima volta, la sua candida pelle rosata.
    “ Mi dispiace Buffy, non posso amarti per tutta la vita. “ le disse sorridendo.
    Il cuore della cacciatrice si era fermato. Le sembrò di intravedere nella foschia il viso giallastro del burattinaio. L’odore di vernice le fece girare la testa.
    Gli spettatori lentamente abbandonavano la sala, voltandosi ogni tanto per osservare il susseguirsi delle ultime scene.

    Come poteva smettere di vivere per lei anche un solo istante? Come poteva anche solo guardare qualcosa che non le appartenesse?

    “ Posso amarti solo per sempre cacciatrice. “

    Gli occhi smeraldo dei Buffy si illuminarono rivelando l’immenso splendore che da giorni celavano.
    Tutto era compiuto. Il paradiso era tornato.
    Ora più che mai la guerriera era presente. La gioia più totale le inondò l’anima da tempo ferita
    In un istante le loro labbra si sfiorarono assaggiandosi morbidamente, mentre Spike le carezzava dolcemente il viso.
    Lievemente, nei gesti che solo l’amore può insegnare.
    La vita era ricominciata. Il respiro era finalmente tornato dopo interminabili giorni nel corpo di Buffy. O forse, era arrivato ora per la prima volta. Il suo tocco donava la vita.
    Il tocco dello splendido angelo biondo che di mostruoso ora non aveva proprio nulla.
    Dolce gesto dal profumo di primavera.
    Immensità racchiusa nell’attimo infinito.
    Danza antichissima che tutto celava.

    Perchè l’amore dilania quando va via. Perchè troppo fa male ma soprattutto......
    Troppo fa vivere.

    Sul sottofondo l’applauso del pubblico.
    Solo i più pazienti, rimanendo in sala avevano assistito al reale finale.
    Infondo chi aveva detto che fosse una tragedia?

    Ed ora eccoli.....la cacciatrice e il vampiro.
    Infinitamente insieme.
    Perchè quando l’eretica emozione, come la definiva Spike, si incontra realmente, nulla conta.
    Nessuna differenza o contrario.
    Perchè sola è per sempre. Unica è infinita. Perfettamente indelebile.

    La cacciatrice e il vampiro.

    Paradosso senza fine di questo mondo.
    Imperfezione carica di paradiso.

    Fine.
418 replies since 4/12/2006
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