Timeless di Marvelouskatie

Vampire Diaries

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  1. kasumi
     
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    Capitolo 18



    Klaus si trovava di fronte al fuoco. Guardava Caroline, in attesa. Per la seconda volta, da quando si erano incontrati, lei era incosciente nel suo letto. Gretchen aveva detto di portare pazienza, ma la pazienza non era una qualità che possedeva. Non quando si trattava di lei.
    « L'incantesimo sta agendo dentro di lei, lo sento » aveva detto Gretchen. « Guarda, il suo braccio sta guarendo. »

    Il cuore di Caroline si era fermato e la strega aveva ipotizzato che Caroline fosse in transizione ancora una volta, che tutto nell'universo stava tornando al proprio posto.

    Elijah aveva detto che non appena era svenuta in mezzo al cortile, il polso aveva rallentato fino a fermarsi. La teoria a Klaus sembrava debole, ma era tutto quello che avevano per andare avanti in quel momento.

    Per un attimo pensò che in realtà sarebbe stato meglio se Caroline non si fosse svegliata. Quante volte avrebbe dovuto guardarla morire? Sempre di più, ogni giorno, si stava insinuando nella sua stessa anima, avvolgendosi attorno a lui, intrecciando le loro vite insieme.

    C'erano momenti in cui non riusciva a immaginare i suoi giorni senza di lei. Svegliarsi con lei ogni mattina e guardarla dormire, stringerla per tutta la notte, vedere i suoi occhi illuminarsi di gioia e lampeggiare di rabbia.

    Aveva pensato che la maledizione dell'ibrido fosse la cosa peggiore che gli potesse accadere, ma ora si rese conto che c'era una maledizione ancora più crudele, e giaceva incosciente nel suo letto.

    Un brusco respiro provenne dal letto. La testa di Klaus scattò e in un attimo balenò sopra a Caroline. Si posizionò accanto a lei, senza toccarla, mentre lei riprendeva conoscenza.
    « Caroline? »
    I suoi occhi si sollevarono per incontrare quelli di lui.
    « Klaus », sussurrò.

    Lui non ce la fece più. La sollevò e schiacciò le labbra sulle sue. Caroline emise un suono di sorpresa, ma si sciolse nel suo bacio un attimo dopo. Lui avvolse le braccia strette intorno a lei mentre la assaggiava, viva e vegeta, ancora una volta. Quando finalmente si tirò indietro, lei era senza fiato. Abbassò lo sguardo sui suoi occhi e li vide illuminati; un sorriso si estendeva lungo tutto il viso.

    « Ti sono mancata? » lo prese in giro.

    « Sei di nuovo un vampiro, » disse, notando l'assenza del battito cardiaco nel suo petto.
    « E non ho mai pensato che mi avrebbe reso così felice, » rispose lei. Klaus la baciò di nuovo e lei avvolse le braccia intorno alle sue spalle, bisbigliando deliziata contro la sua bocca.
    « Devi smetterla di morire addosso di me, Caroline », le disse.
    « Non posso fare promesse, » rispose, « ma è bello sapere che ti importa. »



    ***



    ~ Una settimana dopo ~



    Caroline aveva visto molte cose durante il coma durante il quale si era trasformata di nuovo. Sogni e ricordi e cose che potevano accadere, tutti sparsi nella sua mente, in disordine. La prima cosa che Caroline aveva fatto, una volta che Klaus le aveva finalmente permesso di lasciare il suo letto, era stato andare da Gretchen.

    « Mi serve aiuto per riuscire ad organizzare tutto, » disse alla strega. « So che questi eventi si collegano. So che i sogni che ho avuto non sono delle coincidenze. »
    « Nulla è mai una coincidenza » concordò Gretchen.
    Caroline sorrise. « Allora aiutami. »

    Caroline impiegò le sue giornate a rivangare ogni evento a cui riusciva a pensare insieme a Gretchen. Klaus era impegnato a prepararsi per il sacrificio e ad assicurarsi che tutto fosse "al sicuro", per cui lasciò Elijah a sorvegliare Katerina. Nessuno dei due notò la sua assenza. Sapeva che Klaus l'avrebbe uccisa per aver lasciato il parco del castello, con i lupi mannari che rappresentavano ancora una minaccia, ma non poteva far loro scoprire che cosa stava facendo. La casa di Gretchen, nel bosco, era l'unico posto sicuro dove potevano avere un po' di privacy.

    Caroline fissò la pergamena sul tavolo di Gretchen. C'erano scarabocchi d'inchiostro tutto intorno; frasi cancellate e poi riscritte, frecce e linee disegnate intorno, che collegavano gli eventi l'uno all'altro. Sembravano scarabocchi, ma per Caroline aveva più senso vederlo sulla carta piuttosto che cercare di risolverlo nella sua testa.
    Caroline studiò l'albero del viaggio nel tempo che avevano disegnato. Racchiudeva tutti gli eventi accaduti prima, fino al sacrificio, l'incantesimo del viaggio nel tempo e tutto ciò che era apparso nella mente di Caroline dopo, inclusi tutti i suoi sogni/ricordi.
    « Ci sono due eventi che davvero non capisco. Uno è il mio sogno di Alaric e l'altra è quello in cui sto grotta con Tyler. »
    « Sei sicura che li abbiamo collocati nel posto giusto? » Chiese Gretchen.
    « So che quello con Tyler è corretto, non dimenticherò mai quel giorno. » Caroline dovette rimanere vaga sul giorno del sacrificio, senza dare informazioni a Gretchen. « Potrei sbagliarmi su quella di Ric anche se suppongo... sia solo casuale. Non mi sembra neppure che si colleghi a qualsiasi altra cosa. »
    « Beh, forse... » cominciò Gretchen ma poi si zittì, piegando la testa di lato. « Sta arrivando qualcuno ».
    Caroline tese l'orecchio. Lo aveva sentito anche lei. Si affrettarono a nascondere i loro appunti.
    Gretchen usò la magia e fece apparire due tazze di tè sul tavolo. Sembrava che fossero state sempre sedute lì, sorseggiando un drink e chiacchierando. Qualcuno bussò alla porta e Gretchen lo fece entrare. Elijah varcò la porta. Non sembrava del tutto non sorpreso di vederla lì.
    « Klaus ti cerca. » disse entrando nel piccolo cottage e chiudendo la porta dietro di lui. « Ha finalmente notato le tue piccole assenze. »
    Caroline alzò gli occhi. Ancora una volta, nulla sfuggiva agli occhi d'aquila di Elijah.
    « Suppongo che dovrò tornare indietro e chiedere perdono allora », mormorò.
    « Infatti, » rispose Elijah. « Ho alcune cose di cui parlare con Gretchen. »
    Caroline annuì, mandando un silenzioso sorriso in direzione di Gretchen, ringraziandola per il suo aiuto di quel giorno, e uscì dalla porta. Si trattenne un momento: voleva origliare qualcosa di cui Elijah e Gretchen stavano discutendo, ma Gretchen gettò un incantesimo di privacy e lei ne fu esclusa.
    Caroline si strinse nelle spalle e cominciò a correre di nuovo verso il castello.


    Quando arrivò, Klaus la stava aspettando nel cortile. Se ne stava lì, guardandola arrabbiato, le
    braccia incrociate sul petto.
    « E dove eri sparita, love? »
    « Se proprio vuoi saperlo, sono stata con Gretchen » rispose Caroline.
    « Elijah ha detto che sei stata nel bosco tutti i giorni. »
    « Oh, così ora hai Elijah a tenermi sotto controllo come fai con la doppelganger? Non mi sento
    speciale. »
    Caroline gli passò accanto. Era irritata. Non le piaceva sentirsi dire cosa fare. Klaus le afferrò il
    braccio delicatamente e lei si voltò di scatto.
    « Ho una mezza idea di legarti a una sedia e non lasciarti andare lontano dalla mia vista, » ringhiò Klaus a mezza voce.
    « Tu fallo, e io non parlerò mai più con te » ribatté lei. Caroline strattonò il braccio, liberandolo, e
    continuò a salire per le scale, verso la sua stanza. Sapeva che Klaus la stava seguendo dietro di lei. Aprì la porta ed entrò dentro la sua camera da letto. Klaus si chiuse la porta alle spalle. Proprio mentre lei si stava voltando per dirgli di uscire, che non era dell'umore giusto, lui le apparve davanti schiacciando le labbra alle sue. Immediatamente, aveva definitivamente acquisito l'umore adatto.
    Lei gli gemeva in bocca e Klaus la portò di nuovo verso il suo letto. Era stata a letto con il nemico per una settimana. Durante il giorno se ne stava in disparte, ma trascorrevano ogni notte insieme, per perdersi l'uno nell'altra. Le mani di Klaus vagavano per il suo corpo mentre si spogliavano.
    Ogni volta era come la prima volta. C'era sempre qualche emozione, qualche nuova sensazione, una parte dell'altro che non sapevano esistesse. Quando Klaus faceva l'amore con lei, non era un fatto solo di ormoni e di lussuria, anche se era guidato da grande parte di queste sensazioni. Voleva guardarla negli occhi, con uno sguardo che la faceva rabbrividire e bruciare tutta in una volta, e lei avrebbe avvolto le gambe intorno a lui sapendo che era una cosa da cui non potevano fuggire. In fondo, però, entrambi potevano sentire il profondo presentimento che il loro tempo insieme stesse per finire.
    Klaus la distese sul letto, nudo, e attaccato al suo seno. Caroline allargò le gambe e lasciò che si annidasse tra le sue cosce mentre la mordeva e le leccava il petto. Il calore cresceva tra le sue gambe e il suo corpo lo implorava. Ma Klaus prese il suo tempo, assaporando ogni centimetro della sua pelle bianca.

    « Ti voglio » lo implorò, tirandolo indietro, bruciandolo con un bacio. Klaus spostò i suoi fianchi e la penetrò, seppellendo se stesso dentro di lei. Caroline rimase a bocca aperta contro le sue labbra mentre lui la riempiva. I suoi movimenti erano lenti e tortuosi ma mai così divini mentre lui entrava dentro e fuori di lei. Si morse il labbro mentre lui si chinava a premere il suo clitoride, provocandole
    piacere dall'interno verso l'esterno.
    Klaus si crogiolava nei suoni che emetteva mentre la prendeva. Ogni lamento e gemito del suo
    nome infiammavano il suo corpo. Amava il modo in cui le sue unghie gli raschiavano le spalle,
    mescolando il dolore al piacere, spingendolo via. Si immerse di più dentro di lei e quando lei decise di capovolgere le posizioni, la lasciò fare. La vide mettersi a cavalcioni su di lui, il suo seno perfetto rimbalzava su e giù, stuzzicandolo mentre lei cercava il suo piacere e di dargli piacere a sua volta.
    Caroline rimase a bocca aperta mentre invertivano la loro posizione, ancora una volta, seduti
    faccia a faccia l'un l'altra. I suoi occhi erano neri e le sue zanne erano scoperte. Allungò una mano, tremante toccando una zanna con la punta del dito. Era successo ogni volta che avevano fatto l'amore. Klaus avrebbe raggiunto quel punto e la perdita di controllo avrebbe cominciato a dominarlo. Era spaventata ed eccitata durante il breve tempo che era stata umana, e questo la spaventata ed eccitava anche adesso che era un vampiro. Sapeva quello che lui desiderava, quello che lui voleva veramente. Lui aveva il suo corpo, ed era così dannatamente vicino ad avere il suo cuore, ma Klaus era un vampiro in tutto e per tutto.
    Girò il collo lentamente, da un lato. « Fallo ».
    Lei cercò di nascondere il nervosismo nella sua voce mentre parlava. Klaus fissò le vene nella sua gola. Aveva i capelli appiccicati alla pelle, coperta da un leggero velo di sudore. Lui era ancora dentro di lei. Cominciò a ruotare di nuovo i fianchi, le sue membra erano ancora in movimento contro il suo membro, cominciando di nuovo lo sfregamento.

    « Klaus, fallo » ripeté.
    I suoi occhi si spostarono fino a quello di lei e poi di nuovo al suo collo. Abbassò le labbra alla base della gola, dandole un bacio dolce, per poi affondarci i denti. Caroline gridò e l'orgasmo la
    attraversò violentemente, mentre Klaus le beveva il sangue dalle vene.
    L'afflusso del suo sangue in bocca portò anche lui al culmine. La distese di schiena sul letto,
    bevendo da lei, il sapore del suo sangue era delizioso come lo ricordava. Il suo sangue e il suo corpo erano come una droga deliziosa e non ne avrebbe mai avuto abbastanza. La sentiva cominciare ad indebolirsi e lasciandosi andare, baciandola nel punto in cui l'aveva morsa e guardando le ferite richiudersi.
    Klaus alzò la testa e guardò il suo viso. Un sonnolento sorriso soddisfatto pieghettavano gli angoli dei suoi occhi. Non c'era paura nel suo sguardo, né odio o giudizio, solo affetto. Capì che le cose erano cambiate tra lui e questa ragazza. Non sapeva quando o come, ma era successo. Non era più solo un mistero da risolvere o un desiderio da soddisfare o una distrazione per intrattenerlo. Non poteva più negarlo. Si preoccupava per lei. Profondamente. L'amore era la più grande debolezza di un vampiro e il fatto che ci fosse così vicino lo terrorizzava oltre ogni comprensione.
    « Ehi » disse Caroline notando le troppe emozioni che attraversano il suo volto tutte insieme « Va
    bene. Non mi hai fatto male. »
    Klaus rise una volta, e appoggiò la testa sul suo petto. Aveva bisogno di qualcos'altro a cui pensare.
    Di cosa avevano discusso prima?
    « Quindi non mi dirai mai perché hai trascorso così tanto tempo con Gretchen? »
    Caroline sospirò. « Mi sta aiutando. »
    «A fare cosa? »
    «A trovare un modo per tornare indietro. » Sentì Klaus irrigidirsi e subito si sentì male. Ma cosa si aspettava, ovviamente lei sarebbe tornata alla sua epoca, non poteva restare in quei tempi bui.
    « Lei mi sta aiutando a capire qual è il mio scopo qui. »
    Klaus la lasciò andare e si tirò a sedere sul letto.
    « Beh certamente, love. Questo era il patto originario. Hai mantenuto la tua parte dell'accordo. »
    Caroline si sedette accanto a lui, tirando il lenzuolo sopra il suo corpo nudo.
    « Pensavo avessi detto che l'accordo non aveva più importanza. »
    Klaus si voltò e premette la fronte contro quella di lei, chiudendo gli occhi.
    « Non ce l'ha » disse « e allora perché mi vuoi lasciare? »
    « Devo tornare, Klaus. I miei amici, la mia famiglia, hanno bisogno di me. Non posso restare qui »
    cercò di spiegare. « Inoltre io sono totalmente una ragazza del XXI secolo. Mi mancano le docce e l'aria condizionata e la televisione. Tutte cose che non hai ancora visto, ma credimi, le adorerai. »
    Aveva cercato di scherzare, ma non stava funzionando. Lui alzò le spalle verso di lei.
    « Non devi darmi delle spiegazioni » disse dondolando le gambe sopra il letto e alzandosi in piedi.
    Caroline aggrottò la fronte. « Non farmi questo, Klaus. Non agire come se un minuto prima ti
    importasse e poi il successivo non ti importasse più. »
    « Non mi interessa » disse Klaus girandosi verso di lei.
    «Sì che ti interessa » rispose Caroline. « Io non ti sto lasciando Klaus, se è questo quello che pensi. Ci rivedremo in futuro. »
    « Non mi odi nel futuro? »
    « Ti odio un po' in questo momento » rispose spostandosi sulle ginocchia e inginocchiandosi di fronte a lui sul letto, « ma non durerà. Quando tornerò indietro sarà quando potremo iniziare di nuovo. »
    La bocca di Klaus si torse leggermente. « Okay love, se sei così intelligente, come faremo a sapere
    quando arriverà quel momento? »
    Caroline ci pensò un attimo prima che le venisse in mente qualcosa.
    « Il mio braccialetto », disse scuotendo il polso davanti a lui. Indossava ancora il bracciale zaffiro che le aveva comprato alla fiera. « Non lo vorrò fino a quando non tornerò indietro nel tempo. Quando lo indosserò tu lo saprai. E tu prendi questo » lo raggiunse e si tolse la collana col ciondolo a forma di cuore dal collo « indossala e io saprò. »
    « Saprai cosa? »
    « Solo che ... tu ... oh basta, prendilo! »
    Allungò una mano e fissò la catena d'oro al collo di Klaus. Il cuore d'oro con le sue iniziali era
    appena sotto il suo collo. Allungò una mano e lo toccò leggermente, qualcosa le lampeggiò per la mente.


    L'irruzione a casa di Klaus, il furto della collana, l'incantesimo.


    « Stai bene? » chiese Klaus abbassando lo sguardo. Caroline sbatté le palpebre e scosse la testa.
    « Mi sono sentita solo stordita per un secondo. »
    Klaus le prese il mento. « Ti ho appena riavuta indietro. Non voglio vederti svenire o quasi morire di nuovo, ancora una volta. »
    Caroline rise e annuì di nuovo. « Sto bene. »
    Klaus sorrise. « Non posso credere che dovrò aspettare altri 600 anni per vederti di nuovo » sfiorò la sua guancia con il pollice « e per te sarà appena passato un giorno. »
    Avrebbe voluto dirgli tutto. Fare una lista di persone da non uccidere. Bonnie, Matt, Tyler, Stefan, Jenna, forse anche Damon avrebbe fatto quella lista. Ma lei non poteva. E se avesse cambiato qualcosa? La magia probabilmente non avrebbe potuto lasciarglielo fare comunque.
    « Credo che sia un po' ingiusto » rispose. « Posso solo immaginare... »
    Ma si fermò, un ricordo improvviso le ritornò in mente. Uno dei sogni che aveva fatto di recente.
    Lo aveva collocato al posto giusto, lei non se ne era resa conto subito.


    « Ric. Ehm, voglio dire, Signor Saltzman, mi dispiace, non l'avevo vista lì. »

    « Caroline" »
    Il modo in cui pronunciava il suo nome. Era strano. Non era affatto come Ric. Suonava più come... non sapeva cosa. Pure il modo in cui la stava guardando era strano. Lui la guardava come se lei fosse l'oceano e lui non avesse visto una goccia d'acqua da migliaia di anni.


    « Sei stato nel suo corpo » mormorò. « Eri nel corpo di Alaric. »
    « Di che cosa stai parlando? » Domandò Klaus.
    Caroline si alzò improvvisamente e si avvolse il lenzuolo intorno come una toga. Cominciò a
    camminare freneticamente, si stava formando un'idea nella sua mente. Era Klaus allora, quello con cui aveva parlato a scuola, quando pensava che fosse Ric. Era per questo che sembrava così strano.
    Perché era Klaus.
    Klaus la conosceva. Lui la conosceva prima che lo incontrasse lei. Ma se la conosceva allora,
    perché l'aveva rapita per il sacrificio? Stava per uccidere lei e Tyler per spezzare la maledizione.
    Perché? Sondò a fondo la sua memoria e cercò di concentrarsi. Qualcosa stava spingendo verso di lei. Non aveva mai esaminato niente da questo punto di vista, ma i punti non erano collegati, niente aveva proprio senso.
    Si girò di nuovo verso Klaus. « Mi hai soggiogato. »
    Klaus scosse la testa. « Non ti ho mai soggiogato, Caroline. »
    « No, non ora » disse « nel futuro. » Caroline si mise di fronte a lui. « Disammaliami. »
    « Che cosa? »
    « Dovrebbe funzionare, anche se è stato il te-passato o il te-futuro » disse « basta dire 'Ricorda' o qualcosa del genere. »
    Klaus la studiò per un lungo momento in silenzio mentre lo implorava di farlo, per lei. Aveva paura di quello che poteva essere stato costretto a farle dimenticare. Era davvero così malvagio? Che cosa non doveva sapere lei? Ma doveva. Doveva essere coraggioso e scoprire la verità. Questa era proprio quello che lei voleva sapere. Questo era il pezzo del puzzle che aveva cercato per tutto questo tempo.
    Lentamente, Klaus mise le mani ai lati della sua testa. Abbassò il viso in modo che lui la potesse guardare negli occhi e guardò le sue pupille dilatarsi, il nero della pupilla coprì il blu dell'iride per poi ritirarsi di nuovo.
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    Capitolo 19
    *** Capitolo 19 ***

    Capitolo 19



    Caroline si svegliò di nuovo. Era nella prigione, in catene. La sua testa era dolorante e si sentiva stordita. Come era arrivata lì? I suoi occhi fissavano qualcuno accasciato al muro di fronte a lei. Era Tyler, incatenato e svenuto sul pavimento freddo. Il panico la pervase e cercò di alzarsi per raggiungerlo, ma era trattenuta dalle sue stesse catene. Tirò le manette fino a che i muscoli non iniziarono a bruciare e i polsi a mostrare la pelle viva, per lo strofinio; era inutile.
    Alzò gli occhi, era ancora giorno, il sacrificio non era ancora avvenuto. Elena era al sicuro? Certamente Stefan stava ancora cercando di trovare un modo per salvarla. Sorrise dentro di sé, era lei quella incatenata e si preoccupava se Elena stesse bene.
    All'improvviso sentì un rumore fragoroso proveniente dalla porta. La sua testa scattò in direzione del rumore. Il respiro le si bloccò in gola mentre aspettava di vedere chi sbucava da dietro l'angolo.
    Una figura scura si fermò sulla soglia. Non riusciva a vedere la sua faccia. Non aveva un odore
    umano e non sentiva il battito cardiaco, per cui non poteva essere una delle streghe.
    « Damon? Stefan? » Sperava. Qualcuno era venuto a salvarla?
    « Le mie scuse, love. »
    Era Klaus. Lei si ritrasse, stringendosi contro il muro. Lui si fece avanti e si fermò di fronte a lei.
    Lei alzò lo sguardo verso di lui.
    « Hai intenzione di uccidermi? »

    Klaus lentamente si abbassò per essere faccia a faccia con lei. Fece del suo meglio per controllare il respiro, per non mostrare alcun timore. Se stava per morire, non aveva intenzione di fargli sapere quanta paura avesse.
    « No, non ho intenzione di ucciderti » disse. Si rilassò un po', ma non gli credeva lo stesso. Se lui
    non aveva intenzione di ucciderla, perché aveva fatto incatenare lei e Tyler? Un po' di luce si
    propagò sul suo viso. La sua espressione era buia e triste, quasi abbastanza avvilita da tirare le corde del suo cuore. Ma quest'uomo era un assassino, sapeva che lui non sentiva angoscia o rimpianto.
    « Mi dispiace per il rapimento e le catene. Serviva per mantenere le apparenze » le disse « Suppongo che questa sarà una delle ultime volte che ti vedrò. »
    Le sue dita si allungarono verso il suo collo e giocò con una delle molte collane appese al suo collo.
    « Cosa vuoi dire? » chiese Caroline, confusa.
    « E' ironico che tutto questo accada ora » ridacchiò « Ho aspettato 600 anni per due cose, e quando finalmente ne ottengo una, dovrò perdere l'altra. »
    Klaus aveva gli occhi pieni di lacrime, una fuggì e rotolò giù per la guancia. La bocca di Caroline
    era spalancata, per il turbinio di emozioni provenienti da Klaus. Era tutto così surreale, il malvagio nemico, in ginocchio davanti a lei, piangeva e lei non sapeva capirne il perché.
    « Per favore, lascia andare Elena. Lasciala vivere. Non farle questo. » lo pregò. Forse aveva un cuore, dopo tutto. Forse poteva convincerlo.
    « Non posso » disse. « Non posso farlo. Il destino è stato così crudele. Sarò onesto, non riuscivo a
    starti lontano. Ti ho controllato nel corso degli anni, ti ho visto crescere e diventare la donna che sei adesso. Non ho mai visto la doppelganger accanto a te, in tutto questo tempo. Farei qualsiasi cosa per te, ma non posso fare quello che mi chiedi. » Tirò su col naso e trascinò una mano sulle guance, asciugandosi le lacrime silenziose. « Ma presto non sarà più importante. Non sarai in giro ad odiarmi per questo. »
    Si chinò in avanti, più vicino a lei che cercava di tirarsi indietro di nuovo, ma non c'era più spazio per muoversi.
    « Ho cercato di ricreare l'incantesimo che ti aveva mandato indietro. Per cambiare le
    cose. So che questo non è 'permesso', ma non mi importava. Non mi importava se avessi sventrato l'intero universo solo per mantenerti al sicuro e viva. Ma nessuna strega avrebbe potuto far funzionare l'incantesimo per me. Ogni volta che fallivo era come perderti di nuovo. Ho passato 600 anni a caccia della doppelganger e a piangere la tua morte. Sarebbe stato sufficiente a portare qualsiasi uomo alla pazzia, vampiro o altra creatura, con rammarico. Ala fine almeno io ho questa possibilità. Voglio sperare di poterti salvare. Vorrei che non ci fosse bisogno di farti dimenticare tutto questo. » Le sue mani si avvicinarono e dolcemente cullarono i lati del viso di Caroline.
    Gli occhi di Caroline saettavano avanti e indietro, guardandogli dentro, cercando di capire quello che le stava dicendo. Era così vicino ora. Abbastanza vicino da poter vedere ogni macchia di blu e di grigio nei suoi occhi. Le sue labbra aleggiavano vicino a lei, respirandogli sul suo viso. Si sentiva spaventata e incuriosita allo stesso tempo. La sua lingua guizzò fuori e si inumidì le labbra e per un attimo, pensò che Klaus avrebbe potuto piegarsi in avanti e annullare quell'ultimo centimetro di distanza tra di loro. Ma poi parlò di nuovo. « Per me, questa è la fine. Per te, è solo l'inizio. »
    Caroline aprì la bocca per rispondere, ma poi gli occhi di Klaus si allargarono, e quelli di Caroline si chiusero mentre cadeva in un sonno profondo.

    Il ricordo era finito. Tornò al presente. Al passato. Va beh, comunque... Klaus stava lì, immobile, in attesa di una sua risposta. Si sentiva come se fosse stata un'eternità a vedere questi nuovi-vecchi ricordi, ma in realtà erano passati solo pochi secondi.
    « Ti sei ricordata qualcosa? »
    « Devo vedere Gretchen » disse lei girandogli intorno e cercando il suo vestito.
    « Non essere ridicola, siamo nel cuore della notte. Tra i lupi e Mikael non ho intenzione di farti
    uscire da questo castello. »
    Lei si fermò e si girò verso di lui. « Mikeal? »
    « È arrivato a Londra. Proprio ieri. Le mie spie me lo hanno comunicato ieri sera tardi. »
    « Mi stai dando proprio una bella notizia adesso » ribatté. « Devo vedere Gretchen. »
    Caroline si tirò il vestito sopra la testa.
    « Dovrò farla venire qui. Non lascerai il castello, fine della discussione. »
    Caroline incrociò le braccia e gli fece una smorfia, ma si vedeva che era stata sconfitta. Klaus
    mandò Trevor a prendere la strega. Il vampiro era stato fatto venire a stare con loro negli ultimi giorni vicini alla luna piena, per fornire una maggiore sicurezza alla doppelganger. Caroline aspettava Gretchen nel suo salotto, con Klaus vicino. Sapeva che probabilmente stava morendo dalla voglia di chiederle cosa ricordava, ma per fortuna si era astenuto dal farlo.
    Gretchen entrò nella stanza, e Trevor dietro di lei. Vide lo sguardo negli occhi di Caroline e sapeva esattamente cosa stesse succedendo.
    « Lasciaci » comandò la strega. I due vampiri si guardarono e si diressero fuori dalla stanza. Klaus lanciò a Caroline uno sguardo e lei annuì con la testa mentre lui chiuse la porta.
    « Puoi lanciare un incantesimo di privacy? » chiese Caroline.
    « Sì » rispose Gretchen.
    « Fallo »
    Gretchen lanciò l'incantesimo. « Cosa è successo, Caroline? »
    « So perché sono qui, nel passato, so perché l'incantesimo di Bonnie ha funzionato » spiegò
    Caroline. Gretchen sgranò gli occhi per la curiosità mentre Caroline continuava. « Dovevo venire
    qui. Avevi ragione. Non sono qui per cambiare il futuro, perché questo, tutto ciò che è successo ora, è già successo. So che non ha senso, ma tu sai cosa voglio dire. »
    « Come fai a saperlo? »
    « Klaus mi ha affrontato nel mio passato, e poi mi ha fatto dimenticare tutto. »
    « Che cosa ha detto? »
    « Ha detto che... » Caroline si fermò, ricordando quello che le aveva detto, le sue parole, infine rispose « Ha detto che piangeva la mia morte. Che per lui era la fine e per me l'inizio. » Si fermò ricordando l'agonia impressa sul suo volto. « Morirò. Questo è quello che mi succederà qui, io morirò. E lui non saprà che questo mi riporterà indietro. »
    « Tu non lo sai con sicurezza » Gretchen afferrò la mano di Caroline. « Non puoi dirglielo. Lui non ti consentirà di rischiare. » Caroline si morse il labbro, corrugando la fronte. « Caroline vedo il tuo
    volto ma non è possibile. »
    « Ma tu non hai visto la sua faccia! » gridò « Soffriva. Pensa a quante persone ha ucciso e che ha
    portato alla rovina perché era pieno di dolore! »
    « Klaus ha vissuto nel dolore tutta la vita. Non puoi cambiare le cose. »
    « Ma posso! Io posso cambiarle! Lui deve sapere che mi vedrà ancora. »
    Gretchen scosse la testa. « Io conosco Klaus. So come funziona la sua mente, come opera e vedo il modo in cui ti guarda. Non permetterà che tu muoia. Non giocherà d'azzardo, non con qualcosa che per lui conta così tanto. »
    Caroline si fermò, sentendo l'implicazione delle parole Gretchen... Klaus non le aveva detto che
    l'amava, non sapeva quali fossero i suoi sentimenti per lei. Sapeva che la stava controllando e che era iperprotettivo e impulsivo verso di lei. Se questo era il modo in cui trattava qualcuno a cui teneva, di sicuro lei era sulla sua lista.
    Ma ancora più importante, sapeva quali sentimenti lei stessa provava e di chi era il suo cuore. E dannazione, lo amava. Nonostante tutto, lo amava. Amava la sua risata, il modo in cui parlava, e il modo in cui la metteva in discussione. Amava il suo controllo, la sua natura iperprotettiva e impulsiva. Sapeva che era probabilmente la peggiore forma di tradimento nei confronti dei suoi amici, parenti e verso tutti coloro che erano morti per far si che Klaus diventasse invincibile. Poteva vedere tutti i pezzi del puzzle che si univano. Sin dall'inizio di questo folle viaggio Gretchen le aveva detto che le cose che dovevano accadere sarebbero accadute comunque, e sapeva, nel profondo del suo cuore, che sarebbero accadute per lui. Tutto nella sua vita l'avrebbe portato a questo.
    Sapendo tutto questo, raccontò la parte successiva della sua rivelazione inspirando molto di più, perché sapeva che prima di poter anche sognare di avere un futuro con lui, lo avrebbe tradito nel modo peggiore che si potesse immaginare.
    « Caroline, » disse Gretchen dolcemente, « non hai ancora cambiato le cose. Non dovresti iniziare
    adesso. »
    « Lo so. Hai ragione » rispose lei. « So quello che devo fare. »



    ***


    Klaus era nella sua stanza, chiedendosi di cosa Gretchen e Caroline avrebbero potuto parlare.
    Caroline gli stava nascondendo qualcosa. E non gli piaceva. Gli stava ancora nascondendo
    informazioni, informazioni che non avevano niente a che fare con la magia che la riguardava. Aveva chiesto a Gretchen di lanciare l'incantesimo di privacy, una scelta fatta per nascondere qualcosa di proposito.
    Voleva lasciarlo. Anche dopo tutto quello che c'era stato, voleva tornare alla sua epoca, al suo
    futuro, e lasciarlo ad aspettarla. Era assurdo. Non ci sarebbe stata nessuna attesa. L'avrebbe
    dimenticata, in un decennio o giù di lì. Ci sarebbero state altre donne, altre distrazioni nella sua vita.
    Questi sentimenti non sarebbero durati per sempre. Non sarebbe mai successo niente del genere. Il tempo avrebbe fatto la sua parte e lei sarebbe diventata come polvere nella sua memoria. Un barlume di candela, cenere, niente di più.
    Klaus si allungò e toccò la collana al collo, un ricordo del tempo trascorso insieme. Tirò la catena via dal collo, stringendo il ciondolo a forma di piccolo cuore nel palmo della mano. Si avvicinò al fuoco scoppiettante e tenne la catena sopra le fiamme. Proprio in quel momento Elijah entrò nella sua stanza, senza preavviso, e Klaus tolse via la mano dal fuoco.
    « La luna piena è domani, fratello » disse Klaus, cercando di spostare i suoi pensieri a una più felice notizia « dopo tutti questi secoli, è finalmente giunto il momento. »
    « Sono stato a vedere le streghe » gli disse Elijah « Credono di aver trovato un modo per risparmiare la doppelganger. »
    « Che importa se vive o no? Lei è un mezzo per raggiungere lo scopo. Questo è tutto. »
    « Deve morire per il tuo scopo? »
    Klaus fece un sorrisetto. « Lei è umana, la sua vita non significa nulla. »
    « Ti prego di prenderlo in considerazione », dichiarò Elijah. Il tono di voce di suo fratello lo fece
    voltare. C'era una punta di disperazione.
    « Sei così sciocco da preoccuparti di lei? » lo mise in discussione.
    « Certo che no » rispose velocemente Elijah.
    Klaus mise una mano sul petto del fratello, stando molto vicino a lui, guardandolo dritto negli occhi mentre parlava. « L'amore è la più grande debolezza di un vampiro e noi non siamo deboli, Elijah. Noi non proviamo nulla. Noi non ci preoccupiamo. »
    « Lo abbiamo fatto una sola volta. »
    Klaus guardò negli occhi del fratello e vide una vita di ricordi che avevano condiviso. All'interno dello sguardo di Elijah vide la propria famiglia, come esseri umani, Rebekah e Kol e Finn. Erano felici, insieme e vivi. Vide le ragazze del villaggio a cui piacevano da ragazzi. Vide Tatia, la ragazza che pensavano di amare. Li vide proteggersi l'un l'altro dopo essere diventati vampiri, restando insieme attraverso ogni imprevisto e tribolazione. Insieme, sempre e per sempre.
    « Troppe vite fa per preoccuparsene » rispose « Dì alle streghe di non preoccuparsi, il sacrificio avrà luogo come previsto. »



    ***


    Klaus non era tornato nella stanza di Caroline quella notte. Sapeva che era arrabbiato con lei per il colloquio che avuto con Gretchen. Ma probabilmente era una cosa buona che la stava evitando. Non voleva vederlo. Non poteva. Se l'avesse fatto sarebbe scoppiata e gli avrebbe detto tutto, lo sapeva.
    C'erano troppe cose in gioco ed era necessario che mantenesse la bocca chiusa, cosa che non era sicuramente uno dei suoi punti forti.
    Caroline girovagava nelle sale del castello, contemplando come diavolo avrebbe potuto avere a che fare con tutto quanto quando, correndo, andò a sbattere contro Elijah. Lui la afferrò per le braccia e la sorresse.
    « Mi dispiace, non ti avevo visto » disse.
    « Né io avevo visto te», rispose Elijah. Sembrava triste.
    Caroline inclinò la testa verso di lui. « Tutto bene? »
    « Avevi ragione, » le disse, « le streghe hanno trovato il modo per risparmiare la doppelganger. »
    « Beh, è una buona notizia! » disse, poi subito si morse le labbra, mentre Elijah scosse la testa.
    « Klaus non vuole saperne niente di tutto questo » disse. « Ho pensato che forse stava cambiando, che avrebbe capito, ma… »
    Caroline si sentì male per Elijah. Da quello che conosceva poteva dire che Elijah era un uomo
    buono. Un uomo d'onore. Elena aveva ragione su di lui. Era ingiusto che dovesse soffrire così.
    « Forse potrei parlare con lui … »
    « Va tutto bene, Caroline » disse Elijah, « non è importante. Non voglio interferire mentre mio fratello sta rompendo la sua maledizione. »
    Elia le fece un cenno solenne e la sorpassò.
    « Elijah » lo chiamò Caroline e attese che lui si voltasse indietro. « E se tu glielo dicessi, semplicemente? Scapperesti con lei? »
    « Non potrei mai tradire Klaus in questo modo. È mio fratello » disse, « e so che non potremmo mai
    stare al sicuro. Non potremmo mai avere una vita insieme. Niklaus ci darebbe la caccia fino ai confini della Terra. Non avrebbe riposo fino a quando non ci avrebbe strappato il cuore dal petto. »
    Caroline non poteva non essere d'accordo. Annuì e lo guardò ritirarsi lungo il corridoio. Che cosa avrebbe dovuto fare? Aveva pensato che forse avrebbe potuto contare su Elijah per aiutarla. Ma sapeva che non poteva fidarsi di lui. Non con questa faccenda. Elijah non avrebbe tradito Klaus per salvare la ragazza che amava. Ricordò la notte in cui Elijah le disse di fare felice Katerina, perché le restava ancora poco tempo prima della sua morte. A quanto pareva l'empatia di Elijah se ne era andata. Aveva appena pensato a quanto rispettasse e ammirasse Elijah, a quanto pensasse che lui fosse onorevole, ma ora poteva vederlo come quel po' di cattivo che aveva inizialmente pensato.
    L'orologio ticchettava. Non aveva idea di dove fosse Klaus o quale fosse esattamente il suo piano per il sacrificio. Gretchen era introvabile, Caroline era da sola. Avrebbe dovuto solo dire tutto a Katerina stessa e trovare un modo per facilitarne la fuga. Tutto dipendeva lei.
    Accelerò, facendosi strada verso il corridoio, attraverso i cortili e superando l'ala di Klaus. Sperava che Katerina fosse ancora nella stanza accanto a quella di Klaus. Caroline lasciò che il suo udito da vampiro la raggiungesse, mentre sondava lo studio di Klaus e la camera da letto per ascoltare e capire se lui fosse nei paraggi. Non sentì niente. Ma sentì qualcosa nella stanza di Katerina.
    Sembrava una lotta, ma poi si rese conto che non era esattamente una lotta, erano ....
    Gemiti. Caroline deglutì. Cercò di soffocare la sensazione di assoluta angoscia al suono di Klaus e Katerina in camera da letto insieme. Sapeva che Klaus aveva fatto finta di corteggiare la doppelganger ogni volta che poteva, ma Caroline non aveva mai pensato che sarebbero arrivati fino al sesso. Se lo avesse saputo non si sarebbe data a lui, in nessun modo. Sentì un altro inebriante lamento provenire da Katerina e le lacrime sgorgarono dagli occhi di Caroline.
    « Trevor » sospirò Katerina.
    « Trevor? » ripeté a se stessa Caroline.
    Non era Klaus, era Trevor! Caroline si risollevò. Non c'era Klaus di là. Non aveva giocato con lei.
    Beh, sapeva che di sicuro non lo stava facendo in questo momento, ma non ci avrebbe pensato ora.
    In questo momento lei voleva andare là dentro, abbracciare sia Trevor che Katerina e offrirsi di stare a fare la guardia mentre loro due continuavano. Caroline afferrò la maniglia e spinse la porta aperta.
    La coppia si sciolse, Trevor coi capelli arruffati e la camicia fuori dai pantaloni, Katerina con i lacci del corsetto allentati. La doppelganger aveva un'aria colpevole mentre ricominciava a respirare dopo lo shock iniziale.
    « Caroline! » respirò.
    « Caroline, per favore » iniziò Trevor . Poteva vedere il guizzo negli occhi di lui. Si stava
    controllando, cercando di non diventare vampiro di fronte a Katerina, ma Caroline poteva leggerci la minaccia. Se Caroline avesse teso una mano nella direzione sbagliata, l'avrebbe fatta tacere per sempre. Un'idea si formò nella sua mente allora, così in fretta, che non era nemmeno sicura che avrebbe funzionato. Ma considerando che non aveva assolutamente altre idee, valeva la pena provarci.
    « Non vi preoccupate » disse loro « Va tutto bene. In realtà sono qui per aiutare. »









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    Capitolo 20
    *** Capitolo 20 ***

    Capitolo 20



    Il tramonto era solo a un'ora di distanza. Klaus poteva sentire l'energia che vibrava attraverso le sue ossa mentre camminava intorno al cortile. Poteva sentire il lupo dentro di lui che lottava per liberarsi. Molto presto, la bestia avrebbe avuto la sua chance. Molto presto. Quel giorno, Klaus aveva ricevuto la notizia che il Distruttore, Mikael, sarebbe arrivato a Londra tra uno o due giorni.
    Sorrise tra sé. Il vecchio sarebbe stato in ritardo. Klaus lo avrebbe fatto a brandelli nel momento stesso in cui suo padre avesse avuto il coraggio di oltrepassare la sua porta di casa. Tutti gli anni passati a sfuggirgli sarebbero finalmente finiti.
    Proprio in quel momento una delle serve umane si precipitò verso di lui.
    « Milord » disse la ragazza. « Ho un messaggio per voi da Lady Caroline. »
    Strano, Caroline manda mai messaggeri. « Cosa c'è? »
    « Mi ha detto di riferirvi che è giunto il momento per lei di andarsene. Ma prima vorrebbe dirvi addio. »
    « Che cosa vuol dire? »
    La ragazza tremava sotto il suo sguardo inquisitore. « Ha detto che voi avreste capito. Ha anche detto che se volete vederla sarà nel luogo che solo voi potete vedere. »
    La ragazza aveva recitato le parole, come dovesse farlo per forza. Klaus alzò gli occhi al cielo. Si stava facendo buio. La sua mano era andata alla collana di Caroline, che aveva rimesso al collo. Per lei era giunto il momento di andare. Può darsi. Non l'avrebbe più rivista per altri sei secoli. Se lui non fosse andato da lei, allora queste sarebbero state le sue ultime parole per lui, dette per bocca di una serva.
    « Vattene » ringhiò. La ragazza corse via in fretta, scappando dalla sua rabbia.


    Klaus girò sui tacchi e si diresse lungo il corridoio principale e alla porta d'ingresso, facendosi strada attraverso la foresta. Fece del suo meglio per spegnere i suoi pensieri mentre correva tra gli alberi.
    Gretchen avrebbe preparato tutto per il sacrificio, Elijah avrebbe protetto Katerina, Klaus poteva permettersi di vedere Caroline per l'ultima volta.
    Si fermò, poco prima di raggiungere le rovine. Sembravano sempre le stesse. Le vecchie colonne di pietra e i muri fatiscenti lo chiamavano, come un vecchio amico dimenticato. Camminò attraverso la soglia, sentendo la magia che manteneva il posto nascosto da occhi indiscreti. Mentre camminava al centro delle rovine, si ricordò dell'ultima volta che era stato qui, con Caroline. Era ancora l'unica persona che avesse mai portato qui. Aveva finto di mostrarlo alla doppelganger, solo per ottenere una reazione da parte di Caroline, e aveva funzionato.
    Caroline uscì girando intorno alla fontana. Indossava un semplice abito azzurro, i lunghi capelli ondeggianti giù per le spalle e intorno alla sua vita. Gli sorrise timidamente e Klaus sapeva di aver fatto la scelta giusta. Si precipitò verso di lei e la prese tra le braccia, stringendo il suo corpo stretto contro il suo.
    Era passato quasi un giorno da quando aveva parlato con lei e ne aveva odiato ogni minuto. Il suo orgoglio non gli permetteva di smettere di serbarle rancore per aver tenuto per sé i suoi segreti, ma bastò uno sguardo di lei per fargli dimenticare quanto era arrabbiato. Non sapeva come avrebbe superato tutti quei secoli, senza di lei, quando aveva a malapena superato un giorno.
    « Sono contenta che tu sia venuto. Pensavo che fossi arrabbiato con me » parlò contro il suo petto.
    « Lo ero » rispose guardandola negli occhi. Poteva vedere le lacrime che iniziano a formarsi.
    « Mi dispiace » disse. « Dovevo sapere se avevo ragione. Dopo che ho visto i ricordi dovevo parlare con Gretchen e scoprire se avevo ragione su alcune cose. Prima che te le dicessi. »
    « E hai intenzione di dirmi cosa hai visto? »
    « Sì. Tutta la verità questa volta. Niente più bugie » disse, con la voce piena di determinazione.
    Klaus le rivolse un piccolo sorriso. Infine, avrebbe avuto delle risposte. Infine, non ci sarebbero più stati segreti tra loro.
    « Hai parlato con me in futuro, come se già mi conoscessi, e poi mi hai spinto a dimenticare. Ma mi hai anche detto come torno a casa. »
    « In che senso? »
    « La maledizione dell'ibrido. Una volta che si rompe, sono libera, e torno a casa. Gretchen disse che avevo un compito da completare, ed era questo. Proteggere la doppelganger e aiutarti ad assicurarti che fosse tutto pronto per la luna piena. »
    Klaus sospirò. « Così spezzo la maledizione e ti perdo. La vita può essere così crudele. »
    Lei sorrise a malincuore. « Tu non mi stai perdendo. Non sarà per sempre, ci rivedremo. »
    Il sole era quasi tramontato. La luna cominciava a fare più luce, splendeva sul volto di Caroline, ricordandogli dove aveva bisogno di essere in quel momento.
    « Resterai qui, allora? Prima di andare? »
    « Ho pensato che fosse una buona scelta. E' sicuro, nessuno saprà che sono qui o in grado di trovarmi, mentre stai rompendo la tua maledizione, » disse, « e ci sono bei ricordi qui. »
    Klaus ridacchiò, pensando alla prima volta che ci andarono insieme. Sembrava davvero che fossero passati secoli. Il tempo era così divertente. Poteva solo sperare che passasse in fretta e che lei tornasse di nuovo da lui, in un batter d'occhio.
    « Abbiamo un po' di tempo, love » disse Klaus « per avere un ricordo in più. »
    Lui abbassò la testa e le bloccò le labbra. Klaus esplorò la sua bocca lentamente, gustandola, ogni millimetro, impegnandosi a tenere a mente ogni cosa di lei per i prossimi 600 anni.
    Si passò la lingua tra le labbra e poi si trasferì al viso, baciandola dolcemente sulle guance, su gli occhi, sulla sua mascella. Assaggiò le lacrime salate silenziose che le scorrevano giù per le guance.
    Lentamente lui si avvicinò alla fontana e la posò a terra accanto ad essa. Non c'era tempo per questo, altre cose stavano chiedendo la sua attenzione, ma non era mai stato in grado di controllare i propri impulsi con questa ragazza. Si baciarono l'un l'altra, aumentando la loro passione, le loro labbra diventavano sempre più urgenti. La mani facevano volare i lacci e i nodi mentre l'abbigliamento veniva rimosso e gettato via, fino a che si ritrovarono insieme, completamente nudi, pelle contro pelle.
    Klaus trascinava le dita lungo i lati del corpo di Caroline, guardando i brividi formarsi sotto il suo tocco. Lei gli prese il viso tra le mani, lasciando che i suoi pollici sfiorassero la barba. I suoi occhi guizzarono al suo viso.
    « Tu non sei come pensavo che fossi » gli sussurrò.
    Si chinò e catturò la sua bocca ancora una volta, il suo bacio era come un vino dolce. Klaus spostò il suo peso e Caroline aprì le gambe per lui. Si era posizionato ed entrò dentro di lei lentamente, riempiendosi centimetro per centimetro. Caroline chiuse gli occhi e si inarcò all'indietro mentre le sue membra lo accoglievano dentro, come se fosse stata fatta solo per lui. Iniziò a dondolarsi lentamente contro di lei. Rimasero a bocca aperta l'uno contro l'altra; il corpo di Caroline vibrava di desiderio ad ogni spinta.
    Le sue dita scavavano nella schiena per invitarlo. Lui poteva sentirla stretta intorno a lui, il suono del suo respiro in aumento. Klaus la baciò, aumentando il ritmo. Aveva voluto assaporare il momento più a lungo possibile, ma non era riuscito a trattenersi di più. Ma poteva sentire un po' di esitazione in Caroline. Si tirò indietro e si vedeva nei suoi occhi, mentre un'altra lacrima le scivolava lungo la guancia.
    « Andiamo tesoro, lasciati andare » le disse.
    Le prese la testa per posarvi un altro bacio e un attimo dopo, ansimò nella sua bocca, mentre l'orgasmo si precipitò su di lei. Un altro paio di spinte e Klaus gemette contro le sue labbra, rilassandosi su di lei e collassando.
    Era rilassato su di lei mentre lo cullava con il suo corpo, nel loro letto di foglie ed erba. Il respiro di Caroline era rallentato mentre faceva scorrere le sue dita tra i capelli, e le unghie raschiavano contro la sua pelle. Lui poteva sentirsi di nuovo pronto per lei ma sapeva che aveva bisogno di allontanarsi.
    Non c'era più tempo per loro. Il sole era scomparso, la luna era arrivata, e il tempo si era esaurito.
    Entrambi si alzarono e si vestirono in silenzio.
    « Devo andare » disse Klaus.
    « Lo so » rispose Caroline.
    Rimasero vicini, senza toccarsi. Klaus aveva preso tutto ciò che poteva per il momento. Se lui l'avesse toccata ora, non avrebbe mai potuto lasciarla andare.
    « Klaus, io... » Caroline si fermò. Fece un respiro profondo e proseguì lentamente. « Spero che un giorno tu possa capire. Perché ho dovuto fare tutto questo. »
    Lui la guardò negli occhi. Era proprio davvero doloroso per lei come lo era per lui. Lui non capiva perché gli stava facendo questo, lasciarlo. Se stava così male, allora perché doveva andarsene? La sua mano si sollevò, ma poi la
    lasciò cadere di nuovo al suo fianco.
    Non toccarla, si disse.
    « Addio, Caroline » disse, e poi corse via nella notte.



    ***


    Klaus si precipitò su per le scale verso la sua stanza, la sua rabbia era lampante. Aveva voglia di uccidere qualsiasi cosa, facendogli sentire un dolore estremo. I suoi occhi e la sua gola bruciavano di lacrime. Fortunatamente per lui c'era una doppelganger in cima alle scale, pronta e creata appositamente per la sua indulgenza selvaggia. Fece irruzione in camera di Katerina, ma lei non c'era. Controllò le sue altre camere, ma era introvabile. Se ne era andata.
    Klaus ruggì e corse verso lo studio di Elijah. Elijah era seduto su una sedia, con calma a leggere a lume di candela.
    « Che cosa hai fatto? » chiese.
    « Non capisco » rispose Elijah.
    « Katerina è sparita, è fuggita. »
    Elijah si alzò lentamente, gli occhi spalancati per la sorpresa. « No. »
    Ma Klaus non poteva essere ingannato. « Che cosa le hai detto? »
    « Non le ho detto niente. »
    Klaus poi lo afferrò per la gola e lo spinse contro il muro.
    « Non mentirmi! » tuonò, le vene gli pulsavano sulle guance.
    « La troverò, » promise Elijah, toccandosi la mascella per il fastidio, « hai la mia parola. »
    « Se non lo farai, ti do la mia parola:sarai morto. » Klaus gettò via il fratello e Elijah si voltò per un ultimo sguardo, prima andarsene dalla stanza.

    Klaus fece un respiro profondo. Questo non poteva accadere ora. Aveva bisogno di arrivare alla foresta, da Gretchen, e avvertirla della fuga della doppelganger. Forse poteva fare un incantesimo di localizzazione e trovarla prima che potesse allontanarsi.
    Gretchen aveva già preparato il sacrificio e lo aspettava. Un forte bagliore arancione proveniente dal fuoco in mezzo alla radura del bosco. C'era il suo lupo che aveva tenuto nei sotterranei, privo di sensi. A sinistra c'era un vampiro che aveva creato qualche giorno primo per il solo scopo di essere sacrificato.
    « Gretchen, la doppelganger è fuggita, » la informò Klaus.
    « Quanto tempo fa? » chiese Gretchen, mentre si preparava ad eseguire un incantesimo di localizzazione.
    « Non ne sono sicuro » rispose. « Ero con Caroline. Elijah deve averla presa per metterla in salvo durante la mia assenza. »
    « Elijah? »
    Klaus annuì. « So che l'ha aiutata a fuggire, e quando li troverò, li farò soffrire. »
    Gretchen scosse la testa. « Non può essere Elijah » disse « non ti tradirebbe così. »
    « Non importa » disse Klaus « dobbiamo trovarla prima che Mikael o i lupi la prendano e la uccidano. »
    Guardò Gretchen usare la sua magia, cercando di individuare il luogo dove era la doppelganger.
    Sicuramente non poteva essere andata lontano. O l'avrebbe trovata Elijah o anche Gretchen poteva riuscirci. I suoi pensieri si spostarono rapidamente a Caroline. Lei era ancora alle rovine, in attesa che l'incantesimo si infrangesse. Si starà probabilmente chiedendo perché ci metteva così tanto, ma almeno lei sarebbe stata al sicuro.
    « Non funziona » disse Gretchen.
    « Prova di nuovo! » chiese Klaus.
    « Ho provato due volte » rispose lei. « C'è una sola spiegazione del perché l'incantesimo non funzioni. Lei è già morta. »




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    Capitolo 21
    *** Capitolo 21 ***

    Capitolo 21



    Caroline era già in marcia da quando Klaus l'aveva lasciata alle rovine. Le lacrime le scorrevano lungo il viso mentre volava via. Non sapeva dove stava andando o dove sarebbe andata, ma sapeva che non le importava. Lui avrebbe capito tutto abbastanza presto. Avrebbe riconosciuto il suo zampino nella fuga di Katerina e poi l'avrebbe odiata. Avrebbe anche potuto volerla uccidere.
    Allora corse.
    Questo faceva di lei una codarda?
    Probabilmente.
    L'alba cominciava a vedersi. Caroline aveva smesso di correre e si accasciò contro un albero.
    Fisicamente, stava bene, ma emotivamente, era esausta. Si strinse le ginocchia al petto e pianse tra le sue braccia. Tutto quello che voleva era tornare a casa. Voleva indietro i suoi amici e la sua vita. Perché le cose dovevano andare in questo modo? Perché era il suo destino innamorarsi di Klaus solamente per rovinare la sua vita? Arrivare a tradire l'uomo che amava per salvare tutto ciò che conosceva. Questa era la sua punizione per essersi innamorata del suo più grande nemico? Era troppo tardi per fermarsi adesso però. Aveva preso la decisione ed era stata fatta.
    « Caroline? »
    Scattò. C'era Elijah, in piedi di fronte a lei. Non lo aveva nemmeno sentito avvicinare.
    « Cosa ci fai qui? » gli chiese con circospezione. Klaus aveva già capito le cose e avesse mandato suo fratello a cercarla?
    « Katerina è fuggita » disse Elijah.
    Caroline tirò un sospiro di sollievo. Tutto era andato come previsto. Almeno poteva avere un po' di conforto con questo.
    « Mi pare di capire che hai partecipato alla fuga di Katerina. »
    Non c'era motivo di mentire a lui. Elijah aveva visto tutto.
    « Era quello che dovevo fare » gli disse « Non lo sapevo in quel momento. Ho appena capito tutto »
    « Ho provato a dire a Klaus di non fidarsi di te, ma non mi ha mai ascoltato. In effetti, mi ha accusato di aver messo la mia umanità in mezzo alla strada della realizzazione della sua missione. »
    « E' difficile fare la cosa giusta per tutto il tempo, credo. »
    « Infatti » rispose Elijah. Balenò verso di lei e poi la afferrò dal braccio. Caroline cercò di scappare via, ma la sua presa era di ferro.
    « Che cosa stai facendo? »
    « Non sono riuscito a trovare Katerina, ma non posso tornare indietro a mani vuote, » disse Elijah.
    « Lui mi ucciderà. »
    « Come hai detto, Caroline, è difficile fare la cosa giusta per tutto il tempo. »
    Elijah trascinava Caroline al castello. Furono accolti da Gretchen nei cortili.
    « Caroline! Elijah! Siete tornati! » La strega sembrava sollevata, completamente non curante del fatto che Elijah stringeva Caroline come se lei fosse una prigioniera.
    « Nessun segno di Katerina? » chiese Elijah.
    « Trevor e la sua compagna, Rose, l'hanno trasformata in vampiro » disse Gretchen. « I tre sono fuggiti. »
    Elijah teneva ancora Caroline. « Dov'è Niklaus? »
    « E' andato a cercare la sua vendetta » spiegò Gretchen. « Non so quando tornerà. »
    Elijah rilasciò Caroline. « Molto bene » rispose senza problemi andando verso le sue stanze.
    « Elijah, per favore! » gridò Gretchen. « Devi scappare. Ti ucciderà. Anche dopo tutto quello che ha visto, tutto quello che gli ho fatto vedere, lui ancora non crede che tu gli resterai fedele. »
    « Cos'è che non mi stai dicendo Gretchen? »
    « Klaus ha portato le bare fuori della cripta. »
    Elijah si voltò lentamente e il suo sguardo lampeggiò. A Caroline venne in mente che non aveva mai visto Elijah nella sua forma di vampiro. Ogni volta che Klaus perdeva le staffe, i suoi occhi cambiavano e le sue zanne scendevano, ma Elijah era sempre rimasto freddo e calmo. Il nero dei suoi occhi era ciò che di più terrificante avesse mai visto. Era come essere gettato in un abisso oscuro, senza speranza di poter mai raggiungere il sole. Non era nemmeno completamente trasformato e Caroline capì perché non avesse mai voluto vedere la parte vampiro di Elijah. C'era qualcosa di spaventoso in tutta la trasformazione di un uomo composto che diventa una bestia feroce.
    « Dove le ha portate, Gretchen? » La voce di Elijah era un ringhio ghiacciato mentre parlava. La strega scosse la testa, le lacrime cominciano a scendere dai suoi occhi. « DOVE! »
    Caroline sussultò al boom della voce di Elijah e Gretchen singhiozzò.
    « Per favore Elijah, per favore. Scappa. »
    La mascella di Elijah si contrasse mentre prendeva un respiro profondo, per tornare alla sua compostezza abituale. Lo sguardo scivolò verso Caroline.
    « Vi auguro buona fortuna » disse Elijah « Davvero, Caroline. Forse ci incontreremo di nuovo. »
    E poi se ne andò.



    ***


    Caroline era sola nella stanza di Klaus. Rimase alla finestra, a guardare il sole che tramontava nel cielo. Era tranquillo e silenzioso e completamente all'oscuro di tutto ciò che era accaduto negli ultimi due giorni. Elijah se ne era andato. Gretchen aveva pianto tutto il giorno. I servi erano confusi su tutto quello che stava succedendo e Caroline non sapeva cosa fare. C'era davvero una via di uscita? Tornarono le sue preoccupazioni originali. Dove sarebbe andata? Klaus aveva ragione, lei non avrebbe mai potuto sopravvivere in questa epoca, sia da umana che da vampiro.
    Klaus.
    Dov'era?
    « Bulgaria » disse Gretchen, apparendo sulla soglia. Caroline si voltò verso di lei. « Scusami, ma stavi pensando a voce molto alta. I tuoi pensieri su di lui sono molto forti. »
    « Perché la Bulgaria? »
    « E' dove abita la famiglia di Katerina » disse Gretchen senza fornire ulteriori spiegazioni. La strega entrò nella stanza. Caroline poteva dire che aveva trascorso la maggior parte giorno a piangere, il suo viso era stanco e aveva gli occhi rossi.
    « Ho incontrato Klaus e Elijah quando ero vicino alla tua età. Ero giovane e stupida e i miei poteri non erano raffinati. Mi hanno portato dentro e mi ha aiutato. Fu solo molti anni dopo, quando cercai di lasciarli, che realizzai come Klaus si serviva di me per il proprio profitto. Ma ho accettato di aiutarlo. Mi avevano aiutato, mi avevano salvato la vita, perché non avrei dovuto restituire il favore?
    « Una notte, molti anni fa, Klaus ed Elijah avevano litigato. Non ho mai saputo di cosa si trattasse. Ma Klaus mi disse che se Elijah dovesse mai tradirlo, avrebbe nascosto la loro famiglia lontano. Avrebbe avuto bisogno del mio aiuto nel farlo. Ho dovuto renderli invisibili ad Elijah. Potrà essere in grado di trovarli solamente se io glielo permetterei. Ho avvertito Elijah una volta. Gli ho detto del piano di emergenza di Klaus. Ma non disse nulla. Rimase perfettamente calmo e mi ringraziò per averglielo detto. »
    « Klaus non ha portato la sua famiglia da nessuna parte. Mi ha fatto fare l'incantesimo qui. Le bare sono ancora di sotto nelle cripte. »
    Caroline scosse la testa leggermente. « E allora perché non hai detto a Elijah che Klaus li tiene qui? »
    « Mi piace Elijah. Più di chiunque altro. Klaus mi comanda da quasi un secolo. Il modo in cui impugna la sua famiglia contro Elijah. Amo Elijah, ma temo Klaus. Quando Klaus tornerà dalla Bulgaria, il prossimo su cui metterà gli occhi sarà Elijah. »
    « Pensi davvero che ucciderà il proprio fratello? » la neutralizzò Caroline.
    Gli occhi castani di Gretchen incontrarono i suoi, un valore di secoli di conoscenze mischiati a disperazione. « Lo pensi davvero? »
    Fuori, Caroline sentì l'arrivo dei cavalli. « È già di ritorno? »
    Gretchen sembrava altrettanto confusa e si precipitarono fuori dalla stanza e giù per le scale per vedere la confusione. Sentivano le urla di alcuni servitori e Caroline fu catturata dall'odore del sangue fresco. Afferrò il braccio di Gretchen e la trattenne.
    « Dobbiamo uscire di qui » disse in fretta. Gretchen annuì.
    Prima che potessero girare, le porte che portavano dal grande salone al cortile furono aperte.
    Caroline trattenne il respiro, in attesa di vedere chi o che cosa l'aspettava dall'altra parte. Mantenne la sua posizione, preparandosi a combattere e a difendere tutte e due, se ce ne fosse stato bisogno.
    Poteva esserci qualsiasi cosa dall'altro lato della porta. Un altro vampiro, i lupi mannari, e Elijah non aveva detto qualcosa a proposito di cacciatori di vampiri?
    La porta cigolò spalancata e si trovò davanti un uomo alto magro e biondo, affiancato da altri due vampiri. Batté le sue mani insanguinate insieme e sorrise loro.
    « Ah Gretchen, quanto è bello rivederti » disse camminando in avanti.
    Gretchen si mosse, parandosi davanti a Caroline protettiva, fissando il biondo uomo con la barba.
    « Ora dimmi, mia dolce strega, dove posso trovare mio figlio? »



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    Capitolo 22
    *** Capitolo 22 ***

    Capitolo 22



    Klaus aveva fatto piovere sangue in quel piccolo villaggio bulgaro. Quando aveva lasciato Londra per trovare Katerina, pensò che la sua casa potesse essere il primo posto in cui si sarebbe rifugiata e quando scoprì che non era lì si rese conto che c'erano altre punizioni molto più crudeli della morte immediata. Katerina avrebbe pagato con la propria vita, un giorno: il suo destino era segnato, ma per ora avrebbe pagato con la vita della sua famiglia.


    Arrivò di nuovo a Londra pochi giorni dopo, la violenza efferata aveva lasciato evidenti macchie di sangue sulla camicia. Ogni uomo o donna abbastanza stupido da starsene per conto suo durante tutto il suo viaggio fu prosciugato.
    Mentre camminava sopra la collina finale, vedeva la sua casa perfettamente. Poteva vedere Caroline, dalla finestra, che guardava fuori verso il paesaggio.
    Stava cercando lui? Si era dimenticato di lei nella nebbia di sangue e di carne maciullata, il suo calore, la sua luce. Ma lo aspettava, la sua bellezza radiosa e splendente, come un secondo sole.
    Klaus accelerò il passo. Non voleva altro che spegnere le sue emozioni ed essere tra le sue braccia.
    Mentre si avvicinava, Caroline si era spostata dalla finestra e gli venne incontro davanti alla porta.
    Lui le sorrise, ma lei non ricambiò il sorriso.
    « Sei ancora qui » disse stando di fronte a lei.
    « Certo » rispose lei.
    Le sue parole e i suoi movimenti erano falsi e strani.
    La fronte di Klaus si aggrottò. « Sei arrabbiata con me? »
    « No » disse, mordendosi il labbro.
    « E questa è l'unica accoglienza che ottengo? »
    Lei scosse la testa e fece un passo verso di lui, appoggiando la mano sul petto. Il calore fluiva dalle sue dita dentro di lui, ma il suo sguardo gli lasciò una sensazione di freddo. Lei lo guardò attraverso le ciglia. C'era qualcosa di sbagliato, poteva capirlo. Si rese conto che era tranquilla. Troppo tranquilla.
    « Caroline, qual è il problema? »
    Lentamente si alzò sulla punta dei piedi e gli baciò l'angolo della bocca. Poco prima che le sue labbra si toccassero, la sentì sussurrare una sola parola, appena abbastanza forte da essere sentita.
    « Mikael. »
    Improvvisamente lei gridò e cadde a terra. Un uomo apparve dietro alla porta, tenendo la mano in direzione di Caroline, e Klaus lo riconobbe immediatamente come strega. Caroline si contorceva dal dolore a terra e Klaus era a un mezzo passo dalla strega prima che un altro uomo si rivelasse.
    « Caroline, perché avevi bisogno di rovinare la sorpresa » Mikael uscì e si fermò davanti alla porta.
    « Basta. »
    La strega lasciò cadere la mano e rilasciò Caroline.
    « Caroline, vieni qui » ordinò Mikael. Lei si alzò sulle gambe tremanti e si avvicinò a Mikael, mettendosi accanto a lui. « Lei fa tutto quello che le dico di fare.
    Il soggiogamento è molto divertente a volte. Avere quel controllo su un altro essere. Ne vale davvero la pena. »
    Klaus guardò suo padre.
    Mikael ridacchiò semplicemente alla rabbia muta di Klaus. « Forse dovremmo parlare dentro. Andiamo. »
    Mikael si voltò e tornò dentro. Caroline lo seguì, facendo a Klaus uno sguardo preoccupato. Rimase impassibile, annuendo verso di lei, mentre seguiva entrambi all'interno della grande sala. Mikael prese posto a capotavola, mantenendo Caroline al suo fianco. Klaus rimase in piedi, dalla parte opposta.
    « Avevo sentito voci che una ragazza dai capelli biondi si era unita al vostro gruppo, e ho ipotizzato in un primo momento che fosse semplicemente la nostra cara Rebekah, risvegliata e tornata nelle tue grazie » disse Mikael, « ma quando sono arrivato qui e ho incontrato Caroline mi sono reso conto che questa era la bellezza in causa. Le storie che ho sentito sulla tua infatuazione per lei, l'uccisione di lupi per lei, l'aver gettato via ogni precauzione che avessi mai preso per tenerti al sicuro... sapevo che doveva essere una donna speciale. Ero semplicemente impaziente di incontrarla. »
    « Se sei qui per uccidermi Mikael, perché non la fai finita? » Klaus rispose finalmente, la sua voce piena di rabbia.
    « Sempre così pronto a venire al sodo, Niklaus; mai un momento per la conversazione. »
    « Beh, hai cercato di uccidermi per oltre 300 anni, non ci sono mai state chiacchiere coinvolgenti prima. »
    « È vero » ammise Mikael. « Beh, se non hai voglia di chiacchierare. Ho qualcosa da mostrarti. »
    Mikael si alzò di nuovo dalla sedia e li accompagnò fuori, nel cortile. C'erano corpi, sdraiati tutto intorno, in vari stati di smembramento, al centro di tutti c'era Gretchen, la sua testa su una picca, con gli occhi magicamente aperti e offuscati dalla morte. Ai margini del giardino, erano seduti alcuni uomini, intenti a guardare l'entrata di Klaus, con sguardi feroci.
    « Mi sono fatto qualche amico interessante, mentre ti aspettavo » disse Mikael. « Sapevi che questi individui sono molto arrabbiati con te? A quanto pare hai ucciso alcuni dei loro fratelli, del loro branco. »
    Mikael si fermò a nel mezzo al cortile e si voltò verso Klaus.
    « Quindi hai ucciso la mia strega e i miei servi. » Klaus si strinse nelle spalle. « Danni collaterali. »
    « Non li ho uccisi. I lupi erano affamati. Era luna piena, lo sai. »
    Klaus rise senza allegria al timido ricordo del suo fallimento. Teneva un occhio attento su Caroline mentre lei stava accanto a Mikael. Se ne stava lì, impassibile e coraggiosa. Klaus avrebbe voluto tirarla fuori da tutto questo, non avrebbe lasciato che Mikael le facesse del male. Non a causa sua.
    « E adesso che succede? »
    « Ora » disse Mikael « mi dici dove hai rinchiuso i miei figli. Così che io possa liberarli. »
    « Con liberarli intendi ucciderli? Se mi uccidi, allora non li troverai mai. »
    Mikael si mise a ridere. « Così questa è la tua arma, ragazzo? Beh, non sono qui per ucciderti. Esistono alcune punizioni molto più crudeli della morte. »
    La mano di Mikael sparì all'indietro e irruppe attraverso la schiena di Caroline, comprimendo il suo cuore.
    Un malato, gorgogliante grido sfuggì la sua bocca e Klaus inciampò in avanti prima di fermarsi. Mikael lasciò la sua mano nel petto di lei e cominciò a ridere.
    « Bel tentativo, Niklaus » disse. « Hai provato così duramente a far finta che non ti importasse. Ma i tuoi occhi ti tradiscono. La tua possessività. Io non ho alcun interesse per questa ragazza, diversamente da ciò che lei significa per te. »
    La presa di Mikael strinse e gli occhi di Caroline rotearono all'indietro nella sua testa, prima di cadere, senza vita e grigia a terra.
    Camminò avanti e si fermò accanto a Klaus, i cui occhi rimasero fissi sul cadavere di Caroline. Mikael strinse il cuore di Caroline nella sua mano, il suo sangue gli copriva il braccio, e gli diede una rapida scossa di fronte a Klaus prima di farlo cadere a terra. Passò accanto a lui, una risata bassa risuonava nella gola del Distruttore. Klaus si voltò lentamente e si lanciò pronto ad attaccare, ma i lupi furono su di lui in un attimo, spingendolo indietro. Anche con la sua forza non c'era partita contro tre licantropi.
    « Ora sai cosa vuol dire, ragazzo, guardare qualcuno che strappa il cuore alla donna che ami » sogghignò Mikael. « Ci vedremo di nuovo. »



    ***


    Mikael se andò, con i suoi lupi, lasciando Klaus solo nel cortile, circondato dalla morte e dalla distruzione che avevano lasciato. Klaus lo guardò allontanarsi, le lacrime gli cadevano liberamente lungo le guance. Si voltò dove giaceva Caroline, ma lei non c'era più. Il suo corpo non c'era più.
    Klaus si avvicinò e si fermò in quel punto, scendendo fino alle ginocchia. L'unica prova che era stata lì era una pozza di sangue e nel mezzo, un bracciale con un piccolo zaffiro.
    Qualche tempo dopo, si alzò dalla terra, con in mano il braccialetto di Caroline, con il suo sangue ancora sulle dita. Trascinava i piedi mentre camminava lungo il corridoio e spinse indietro la porta del muro di pietra che conduceva alla cripta. Bottiglie di vino vuote caddero a terra, ma non si preoccupò di cercare di afferrarle. Si fermò davanti alle bare dove erano i suoi fratelli.


    « Sei coraggiosa » sorrise « ho ucciso altri vampiri per molto meno. »
    « Cosa? Vuoi dire impedirti di diventare il primo vampiro a morire per alcoolismo? » lei lo raggiunse e gli tolse un po' di vino dal mento. « Non cercare di intimidirmi. »


    Lui chiuse gli occhi, respirando profondamente, cercando di bloccare i ricordi di Caroline che lo circondavano. Voleva spegnere, dimenticare.
    Amore. Che miserabile maledizione. Non gli aveva portato altro che tristezza e dolore.
    « Qual era lo scopo? » mormorò tra sé e sé « QUALE ERA LO SCOPO! »
    Klaus si trascinò una mano sul viso. Tutto quello che vide quando chiuse gli occhi fu il suo viso. I suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso. Questa volta era reale. Lei non giaceva sul suo letto dolorante, bisognosa del suo sangue per curare un morso di lupo. Lei non era priva di sensi, la transizione di nuovo a vampiro. Lei non c'era più. Era morta. Non avrebbe potuto vederla di nuovo in futuro. Non la lei che lui conosceva. Non come avevano programmato. Non ci sarebbe stata una seconda possibilità adesso. Non aveva potuto dirle addio. Non aveva nemmeno avuto la possibilità di tenerla stretta per l'ultima volta. Era scomparsa subito, come se non fosse mai stata nemmeno lì.
    Tutto era diventato niente. Aveva perso ogni possibilità di rompere la sua maledizione.
    Elijah lo aveva tradito e lasciato. Gretchen era morta. E ora Caroline era morta.
    Klaus afferrò una delle bare facendola scivolare fuori dal suo alloggiamento, aprì la bara e guardò il corpo all'interno, grigio e freddo, con un pugnale scintillante che sporgeva dal cuore. Klaus afferrò il pugnale e lo tirò via dal corpo, facendolo cadere sul pavimento.
    « È ora di svegliarsi, sorellina » sussurrò « non posso farcela da solo. »

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    Capitolo 23
    *** Capitolo 23 ***

    Capitolo 23



    Caroline poteva sentire gli uccellini che cantavano felicemente il loro canto mattutino. Gemette. La sua testa la stava uccidendo. Tutto il suo corpo la stava uccidendo. Uccelli maledetti. Che cosa avranno da essere così felici? Si girò e si allungò sul cuscino, afferrandolo e infilandoselo sotto la testa. Un sospiro di soddisfazione lasciò le sue labbra mentre si rannicchiava nel suo letto.
    Bel tentativo Niklaus.
    Gli occhi di Caroline si spalancarono. « Mikael! »
    Si mise a sedere in fretta sul suo letto, con gli occhi che giravano freneticamente per la stanza. Nel suo letto. Suo. Era di nuovo nella sua stanza, nel presente. Le familiari pareti gialle la accoglievano mentre la luce del mattino entrava dalle sue vaporose tende bianche.
    Mikael l'aveva uccisa davanti a Klaus e l'aveva mandata indietro.
    « Caroline? » Sentì la voce di sua madre venire dalla sala. « Sei tu? »
    Liz irruppe nella stanza e vide sua figlia, seduta sul suo letto.
    « Mamma... » Caroline si arrampicò e corse tra le braccia di sua madre. Pensava che non l'avrebbe mai più rivista.
    Liz la strinse. « Grazie a Dio. Finalmente è finita » disse tirandola a sé e cullando il viso di Caroline « Elena e Bonnie mi hanno detto tutto. Sei nei guai, signorina. Ma in questo momento, ciò che conta è che tu sia a casa. »
    Sua madre la tirò indietro per un altro abbraccio.
    « Sto bene mamma » disse, in tono di scusa. « Te lo giuro. »
    Liz finalmente si allontanò e cambiò rapidamente espressione, entrando in modalità “madre-arrabbiata”. « Che cosa stavate pensando voi tre? Giocare con la magia? »
    « Non stavamo pensando, è questo il punto! » ammise Caroline.
    « Tu non pensavi, è esattamente questo il punto! » disse Liz a voce alta, spalancando la bocca per un momento, per poi chiuderla goffamente. « Mi hai rubato il mio tono di madre arrabbiata. »
    Caroline si lasciò sfuggire una piccola risata. « Guarda mamma, pensi che potresti urlare contro di me più tardi? Ho bisogno di andare a parlare con Bonnie. »
    « Bonnie è andata via. È con il suo papà e la sua famiglia per il resto dell'estate. »
    « Oh » disse Caroline, sentendosi un po' indignata al pensiero che Bonnie potesse prendere tutto e partire, mentre lei era bloccata nel dannato Medioevo. « Allora Elena. »
    Liz annuì. « Sto andando a lavorare. Appena arrivi a casa, però, sei in punizione. »
    Caroline annuì. Voleva ridere di nuovo. Essere in punizione era il castigo più piccolo che aveva ricevuto ultimamente. Liz uscì per andare a lavorare e Caroline afferrò il cellulare dal comodino.
    « Elena, sono io. Sono tornata. »


    Dopo essersi vestita e bevuto una sacca di sangue, Caroline raggiunse rapidamente Elena.
    Lei la strinse in un abbraccio stritolante, nel momento stesso in cui la vide.
    « Care, sono così dispiaciuta, non riesco a credere come abbiamo fatto a pensare che un incantesimo di viaggio nel tempo potesse essere una buona idea » disse Elena.
    « Va tutto bene. Scherzi a parte, se fossi stata umana mi avresti soffocata in questo momento. »
    Caroline grugnì sotto l'abbraccio di ferro della sua amica.
    « Oh » Elena la lasciò andare e fece un passo indietro in modo che Caroline potesse entrare.
    « Non è colpa tua. Semmai è lo stupido universo. »
    Elena piegò la testa di lato. « Di cosa stai parlando? »
    « Te lo dico tra un minuto. Prima cosa. Quanto tempo sono stata via e che cosa mi sono persa? »
    Le due ragazze entrarono nel salotto di Elena e si sedettero sul divano mentre Elena prese a raccontare quello che stava scendendo a Mystic Falls da quando Caroline era stata nel XV secolo.
    « Due settimane. Klaus tiene ancora Stefan in ostaggio e non sa che sono viva. Ho cercato di lavorare con Damon per trovarli, ma lui è così strano in questo momento. Sta nascondendo qualcosa, lo so. »
    Klaus. Caroline sentì il cuore stringersi, sentire il suo nome, vedere il disprezzo nell'espressione di Elena ogni volta che lo nominava. Non che lei potesse biasimarla. Klaus l'aveva uccisa e stava ricattando l'amore della sua vita per farsi seguire ed attraversare il paese facendo baldoria di sangue.
    « Dov'è Klaus ora? » Domandò Caroline.
    Elena si strinse nelle spalle. « Non lo so, ma scommetto che Damon lo sa. »
    « Devo arrivare laggiù » disse Caroline saltando su dal divano e dirigendosi verso la porta.
    « Ehi, Caroline aspetta » disse Elena seguendola. Le afferrò un braccio e la fece fermare. « Cosa è successo Caroline? Che cosa è successo nel passato? »
    « Un sacco di cose Elena; veramente un sacco di cose. »
    « Dimmi » disse Elena. « Nessuno mi dà risposte su niente. Lo odio. Ho bisogno che qualcuno mi dica qualcosa. »
    Caroline le rivolse uno sguardo comprensivo. Non poteva dire a Elena quello che era successo nel 1492, non dopo tutto quello che Klaus le aveva fatto. A tutti loro.
    « Lo so » disse Caroline. « È solo, che non credo che abbiamo avuto ragione nel cercare di cambiare le cose che erano già successe. Non si può cambiare il passato, ma si può cambiare il futuro. »
    Caroline sapeva che Elena non aveva idea di cosa stesse parlando, ma le annuì comunque e la lasciò andare.


    ***


    La tappa successiva che fece Caroline fu la casa dei Salvatore. Damon aprì la porta, a torso nudo, con indosso il ghigno arrogante, suo marchio di fabbrica.
    « Barbie, quando sei tornata dai secoli bui? »
    Caroline gli fece un sorriso salato e balzò in casa. « Mi sei mancato anche tu » disse.
    « Se cerchi Elena, non è qui » disse Damon chiudendo la porta e seguendola in soggiorno.
    « Sono già stata a vedere Elena, ora sono qui per vedere te. »
    « Beh, cosa posso fare per te? » chiese Damon. Si diresse verso il bar al centro della sala e si versò un bicchiere di scotch e sangue mescolato. Special Salvatore, lo chiamava. « Bevi? »
    Caroline scosse la testa. « Ho bisogno di sapere dove sono Klaus e Stefan. So che lo sai. »
    Damon strinse le labbra. « Hai colpito forte la testa a terra, cadendo, non è vero? » rispose. « Cosa? Elena pensa forse che tu potresti convincermi a dirle qualunque cosa lei pensi che le stia nascondendo? »
    « Beh, ovviamente le stai nascondendo qualcosa. Invece no, Elena non mi ha mandata qui. Sono qui per conto mio. »
    « E allora? »
    Caroline esitò un po', cercando di trovare una sorta di scusa che poteva convincere Damon. « Stefan è mio amico. Tengo a lui. »
    Damon si avvicinò a lei, i suoi occhi blu fissi in quelli di lei, studiandola attentamente. Caroline
    fece del suo meglio per tenere il suo sguardo, mantenendo il mento alto e la schiena dritta, sperando di fargli bere la sua scusa. Non era esattamente una scusa, Caroline aveva fatto attenzione a cosa era successo a Stefan, ma in questo momento lui non era esattamente la sua priorità assoluta.
    « Non me la bevo, Barbie, mi dispiace », disse Damon, « Un '10' per la fatica però. »
    Caroline gemette. « Allora, pensi di trovarlo e risolvere tutto da solo? »
    « Questo è esattamente quello che ho intenzione di fare » rispose Damon « quindi perché non te ne vai a casa, fai una pausa, programmi una vendita di torte o qualunque cosa tu faccia e lasci che i vampiri grandi si occupino dei grandi problemi di un vampiro, ok? Non ho bisogno che tu ti faccia ammazzare o faccia casini con mio fratello in modalità squartatore e Klaus ok? »
    Caroline lo canzonò. Se Damon avesse saputo che, quando fosse andato da Klaus, lei sarebbe stata la cosa più sicura che avevano per ottenere indietro Stefan. « Come vuoi Damon. Se non mi aiuterai, scoprirò da sola dove sono. »



    ***


    ~ Due settimane dopo ~

    « Sono 52,80 dollari » disse la ragazza del negozio a Caroline.
    Caroline sorrise e porse la sua carta di credito per la miliardesima volta, quel giorno, ed era appena mezzogiorno. Era stata a fare la spesa per tutta la mattina, cercando di avere tutto pronto per il compleanno di Elena, quella sera. La sua migliore amica era arrivata ai diciotto anni. Era una pietra miliare e dannazione, a dispetto di tutto quello che succedeva, era determinata far divertire tutti.
    Mentre camminava fuori del negozio, sentì squillare il telefono dentro la sua borsa. Subito agganciò il gran numero di borse della spesa in tutto il gomito e scavò nella borsa per il suo telefono, rispondere e parlare attraverso il suo auricolare.
    « Ehi, mamma. »
    « Ciao tesoro, ho una notizia » disse Liz sull'altra linea.
    Caroline si fece seria. « Che cos'è? »
    « Un altro attacco animale. Questa volta a Memphis. E' il terzo che è stato segnalato questa
    settimana in Tennessee. Tutte le relazioni che ho letto sembrano coprire un attacco di vampiro. »
    Aveva smesso di camminare, ascoltando attentamente la relazione di sua madre. Da quando Damon le aveva negato aiuto per trovare Klaus e Stefan, lei ed Elena avevano preso a fare da sole un po' di lavoro investigativo. Caroline aveva deciso di far uso dei suoi poteri come figlia dello sceriffo. Per fortuna, la sua mamma non protestò troppo quando le aveva chiesto aiuto.
    « Dirò a Elena di chiamarti, » disse Caroline riagganciando il telefono con la madre.


    Caroline chiamò Elena per riferire la notizia. Sapeva che non era molto con cui andare avanti, gli attacchi non erano nemmeno necessariamente di Klaus, ma era tutto quello che avevano. Dopo la rapida chiamata, incontrò Tyler al Grill per il pranzo. Si sedettero a uno dei tavoli del patio, fuori, sotto il sole estivo. Caroline guardava le persone e le auto mentre erano seduti lì. Sembrava così strano essere di nuovo lì. Dopo aver trascorso così tanto tempo nel XV secolo, era strano vedere cose come le auto, e parlare di nuovo al cellulare. Le ricordava il momento in cui Klaus le aveva regalato il sogno, quando pensava che lei stesse morendo per il morso di un licantropo.
    Sospirò, puntellandosi la testa con la mano, pensando a Klaus. Dove diavolo era e che cosa diavolo stava facendo? E perché aveva preso Stefan? Caroline sapeva che doveva trovarlo velocemente, prima che succedesse qualcosa a Stefan.
    Non solo, aveva bisogno di vedere di nuovo Klaus.
    Aveva pensato che fosse morta. Tutto aveva un senso ora. Il sogno, l'ammaliamento, tutto. Klaus era lì quando Mikael le aveva strappato il cuore. Aveva visto tutta la scena sanguinosa e aveva trascorso gli ultimi sei secoli, pensando che era morta in modo permanente.
    « Caroline? Pronto? » Tyler stava agitando la mano davanti al suo viso, cercando di ottenere la sua attenzione.
    « Cosa? » disse sbattendo gli occhi su di lui e rivolgendosi di nuovo al suo menu.
    « Eri solo a un milione di miglia di distanza » disse « che succede? »
    « Niente, stavo solo pensando al party. »
    « Davvero? » la sfidò. « Perché sembrava che stessi pensando a qualcos'altro. »
    « No » rispose lei « sono solo preoccupata che il forno non farà la torta in tempo. Possono essere così fastidiosi. »
    Sapeva che la sua voce era un po' stridula e strana, ma sperava che Tyler se la bevesse. Era un ragazzo, giusto? Doveva essere insensibile ai meccanismi emotivi interiori della mente di una ragazza.
    « Giusto » disse Tyler lanciandole uno sguardo strano e abbassando lo sguardo verso il suo menu.
    In quel momento Jeremy venne a prendere i loro ordini.
    « Matt ti ha passato la sua sezione? » gli chiese Caroline. Jeremy sospirò all'affermazione e aggrottò la fronte verso Tyler. « Pensa che usciamo insieme. »
    Tyler si strinse nelle spalle. « Anche mia madre. »
    « Che cosa? »
    « Siamo insieme tutto il tempo, non è una conclusione affrettata. »
    Era vero. Caroline aveva trascorso la maggior parte del suo tempo con Tyler da quando era tornata. Elena aveva trascorso il suo tempo in giro con Damon, cercando di trovare Stefan e Bonnie era sparita per un po' e sembrava che Matt si sentisse ancora a disagio intorno a lei, così Tyler era praticamente l'unico amico che aveva. Aveva pensato che forse stava sviluppando dei sentimenti per Tyler all'inizio dell'estate, e sapeva che lui aveva dei sentimenti per lei. O aveva avuto. Ma questo era prima del suo viaggio nel tempo. Prima che tutto cambiasse.
    « E' pazzesco » disse cercando di scrollarsi quei pensieri di dosso come se fossero uno scherzo.
    « Vero? » Tyler accettò, ma il suo tono era acido. « Ascolta Care, in realtà stavo pensando... »
    Il telefono di Caroline squillò, lampeggiava il numero di Elena, e lei rispose ponendo fine a qualunque cosa Tyler stesse per dire.
    « Ehi, che succede? Sì, ci vediamo là tra una mezz'ora? » e riattaccò il telefono. « Era Elena. Sta andando da Damon per chiedergli di questa nuova pista che abbiamo ottenuto sulle tracce di Klaus. Vado a incontrarla e allestiremo per la festa dopo che avremo mangiato. »
    « Vengo con te » disse Tyler.
    Caroline sorrise e bevve un sorso di acqua. « Ok. »
    Dopo il pranzo, Tyler le raggiunse alla pensione, dove scaricavano molti sacchetti di Caroline e
    cominciò la creazione per la festa di compleanno di Elena, quella notte.
    « Così Damon pensa che potrebbe essere Klaus? » chiese Caroline mentre scartava un altro manicotto di bicchieri rossi.
    « Non lo so. Mi sento come se dovessi combattere Damon ogni volta che otteniamo qualcosa su Stefan » disse Elena.
    « Forse non vuole trovarlo » intervenne Tyler
    Caroline si voltò e lo guardò. « Tyler! »
    « Cosa? Ti è entrato dentro, non è vero? »
    « L'unica ragione per cui Stefan è andato con Klaus era perché era l'unico modo che aveva per salvare la vita di Damon, voglio dire, fidati Damon vuole trovarlo » rispose Elena.
    « Ma l'hai baciato. Probabilmente è fuori con la testa. »
    Gli occhi di Caroline si spalancarono ancora di più a lui. « Tyler! »
    Tyler non sapeva nulla del codice segreto tra ragazze? Si voltò verso Elena dandole uno sguardo di scusa. « Mi dispiace. »
    « Non preoccuparti. » disse Elena, tornando a dividere i bicchieri.
    « Guarda Elena prometto che troveremo Klaus e tutto sarà di nuovo a posto. Con o senza l'aiuto di Damon. »
    « Sì » disse Elena guardando lo schermo del telefono « Oh, ho appena perso una chiamata da Bonnie. Torno subito. »
    Una volta che Elena fu fuori dalla stanza, Caroline si rivolse a Tyler.
    « Solo perché ti dico le cose non significa che hai il permesso di saperle » lo rimproverò.
    « Mi dispiace », rispose.
    « Elena non ha bisogno di preoccuparsi dei sentimenti di Damon per lei, non deve essere in cima a tutto il resto » disse Caroline. « L'importante è trovare Klaus. »
    « Vuoi dire Stefan » la folgorò Tyler.
    « Eh? »
    « La cosa importante è trovare Stefan. Non Klaus. »
    Caroline alzò gli occhi. « Klaus, Stefan, è la stessa cosa. Sai cosa voglio dire. » Si voltò e cominciò a scaricare un sacco di bandierine sul tavolo.
    « Elena parla sempre di trovare Stefan, ma tu parli sempre di trovare Klaus » disse Tyler. Caroline non lo guardò negli occhi mentre si avvicinava al suo fianco. Aveva paura che se lo avesse fatto, avrebbe visto tutto quello che stava cercando di nascondere. « Cosa è successo nel 1492 Caroline? Non vuoi parlarne. Voglio dire, so che hai trascorso un po' di tempo con quel tipo vero? Ma lui non ti ha ucciso. Che cosa è successo tra te e Klaus? »
    « Niente. »
    « Qualcosa è successo. Puoi rifiutarti di dirlo a me o a chiunque altro, ma so che è successo qualcosa. Ci hai girato intorno con la tua felicità, ma ho capito che qualcosa non va, Caroline. Lo so. L'unica volta che ti sei ravvivata un minimo è stata quando tu ed Elena vi siete ossessionate nel trovare Stefan - Oh, mi dispiace, volevo dire Klaus. »
    « Che vuoi dire con questo? » rispose Caroline. « Qual è il tuo problema? »
    « Io non ho un problema Caroline, chiaramente ce lo hai tu. Ed è necessario lasciare che qualcuno ti aiuti. Non è che quello che mi dicevi sempre? »
    Caroline si morse il labbro. Stava scoppiando. Voleva dirlo a qualcuno, voleva farlo davvero. Voleva vuotare il sacco su Klaus e su tutto ciò che era accaduto nel 1492 e su tutto quello che stava succedendo nella sua testa ora. Stare tranquilla non era il suo forte. Aveva bisogno di parlare dei suoi sentimenti e dei suoi problemi. Caroline non era mai stata brava a imbottigliare le sue emozioni, a differenza di tutti gli altri che conosceva.
    « Tyler, la verità è che... » disse Caroline facendo un respiro profondo « Sono solo preoccupata per dove mettere il barilotto stasera. Damon sa essere così incazzato. Ce l'hai ancora il tuo documento falso? »
    Tyler rispose con un sospiro pesante. « Bene, se è così che vuoi giorcartela. Devo andare, comunque. »

    TBC
     
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