Forward to Time Past by Unbridled Brunette

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. piccola06
     
    .

    User deleted


    O povera Buffy, sta vivendo sul serio un incubo. Mamma mia non vorrei trovarmi al suo posto e poi avere tutte contro in un epoca sconosciuta non è certamente una cosa confortevole. Speriamo che le cose cambino in fretta.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Leejongsukdipendente

    Group
    Sorelle Giurassiche
    Posts
    1,764
    Location
    l'isola che non c'è

    Status
    Offline
    ahahahahah...ho visto adesso che hai postato ALe,ti spuccio tutta per questo!!!!!!!!!! Uffy..... non voglio più sapere niente ....perchè se no io ti sequestro e ti tengo reclusa sotto minaccia qui a casa mia fin che non traduci tutta la ff!!!!!!
    Cmq adesso sono di super fretta, e non riesco a leggere.Domani come sveglia uso il secondo capitolo!!!!!!!!!!!
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Leejongsukdipendente

    Group
    Sorelle Giurassiche
    Posts
    1,764
    Location
    l'isola che non c'è

    Status
    Offline
    Ok, letto! ^_^
    Mamma mia che angoscia, poverina Buffyna, io nn sarei riuscita a stare in un posto così, meglio la strada,a quelle arpie!
    Spero davvero che buffy vada via al più presto.
     
    Top
    .
  4. kasumi
     
    .

    User deleted


    Ciao ragazze! Buffy se ne andrà dall'istituto già nel prossimo capitolo! Promesso!!!
    Però la domanda è: dove finirà? troverà un lavoro?
    Finirà per fare la serva in qualche casa di benestanti?!
    Lo scoprirete presto ^^
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Leejongsukdipendente

    Group
    Sorelle Giurassiche
    Posts
    1,764
    Location
    l'isola che non c'è

    Status
    Offline
    Non dirmi che andrà a lavorare per la madre di William?????......Aleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.....sono troppo curiosa!!!!!! :xd:
     
    Top
    .
  6. kasumi
     
    .

    User deleted


    Capitolo Tre

    (traduce Kasumi. Grazie a Keiko e Redan del wbs e a Nightlady per l’aiuto *.*)

    Ci si può abituare pressoché a qualsiasi cosa quando non si ha altra scelta e Buffy lo scoprì nel modo più difficile. Aveva pensato che l'Inghilterra del 1879 le sarebbe sempre stata aliena, ma riuscì ad ambientarsi in meno di una settimana. Il che non significava che ci si trovasse bene. Le sarebbe servito ben più di qualche giorno per imparare tutte le regole dell'etichetta Vittoriana, ma ora almeno riusciva a capire quello che le dicevano, sapeva come andava indossata tutta quella biancheria intima senza dover chiedere aiuto (il che (NdT 'il chiedere aiuto') aveva allungato i tempi per la propria integrazione). E prima della fine della seconda settimana, era riuscita persino a trovare un lavoro.

    Questo aveva sorpreso lei stessa più di tutti, visto com’era spaventata di non trovare un posto di lavoro per la fine del mese e di finire sulla strada, visti gli spettacolari fallimenti alle lezioni dell'Istituto. Ma, fortunatamente per lei, l'arrivo di quell'impiego non aveva nulla a che vedere con le abilità che non era riuscita ad apprendere, bensì con la propria esperienza personale. Durante una conversazione con una delle insegnanti di cucito, infatti, quando le era stato chiesto com'era morta la madre, Buffy aveva raccontato di essersi presa cura di Joyce durante la sua malattia. Questa rivelazione casuale aveva aumentato la fiducia nel suo potenziale, e la donna se ne era ricordata qualche giorno dopo, quando un servitore della Signora Anne Hartley aveva fatto richiesta per qualcuno che si prendesse cura della padrona ammalata.

    Buffy non ne fu così eccitata come qualcuno potrebbe immaginare. Sapere che non sarebbe diventata una prostituta del diciannovesimo secolo era un sollievo, ma sentiva anche di aver già visto abbastanza morte e malattia nella propria vita. Inoltre, non sapeva un accidenti di cosa significasse essere un'infermiera. Con sua madre si era trattato principalmente di seguire le indicazioni dei dottori riguardo le medicine, e controllare che Joyce fosse a suo agio e ben nutrita. Ma aveva il presentimento che occuparsi di una signora dell'epoca Vittoriana che soffriva di tubercolosi sarebbe stato ben più difficile. Specialmente perché non aveva idea di cosa fosse la tubercolosi.

    Non che l'avrebbe confessato a qualcuno. Le volontarie del Chapman non le avrebbero concesso il lusso di rifiutare quella proposta, e non sarebbero state felici di sapere che dubitava delle proprie capacità. Come Dorothea le aveva ricordato almeno una dozzina di volte, la reputazione dell'istituto dipendeva dalle lavoratrici che produceva – e non avrebbe tollerato che detta reputazione fosse sporcata da qualcuna che non fosse un modello esemplare nel proprio lavoro. Il che significava che Buffy sarebbe diventata un'infermiera, che si sentisse pronta o meno.

    Le diedero la sera per impacchettare le sue cose, ma nessuno si prese il disturbo di parlarle della famiglia con cui sarebbe andata a vivere di lì a poco. Tutto quello che sapeva era che erano in due, una signora anziana ed il figlio adulto, e che lei gli era stata mandata come una specie di infermiera, visto che la signora era invalida e aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura dei suoi bisogni primari. Da quello che Buffy aveva sentito, la famiglia era benestante e viveva in una delle zone più affascinanti di Londra. Erano dei “nuovi ricchi”, come usava chiamarli Dorothea con una piccola smorfia sprezzante. C’era da dire che, sebbene la donna facesse parte della classe operaia, aveva davvero una bassa opinione delle persone che avevano fatto la loro fortuna recentemente. Gli aristocratici invece, che avevano il denaro da generazioni, erano differenti per lei. Avevano classe da vendere ed erano educati. Ma i nuovi ricchi no, erano semplicemente goffi.

    A Buffy sinceramente non importava niente del loro essere goffi. Le importava molto di più che tipo di persone erano e come l'avrebbero trattata. Le altre donne dell'Istituto Chapman raccontavano storie orribili sui Londinesi di alta classe. Sembrava che alcuni di loro trattassero gli inservienti come se non fossero esseri umani. Molte ragazze dichiaravano di essere obbligate a lavorare da prima dell'alba fino a mezzanotte, spesso senza pasti. C'erano donne crudeli e violente, uomini che obbligavano la servitù femminile a soddisfarli sessualmente. E tutte le ragazze dicevano che non potevano farci nulla. Era parte della vita della classe servente e, in quanto tale, doveva essere sopportato.

    Ma nonostante questi infausti avvertimenti, Buffy partì il giorno seguente con una certa dose di speranza. Gli Hartley erano stati così gentili da mandare una carrozza a prenderla, il che doveva essere qualcosa di molto speciale, a giudicare dagli sguardi sorpresi e un po' invidiosi delle altre donne della casa, quando videro la carrozza nera chiusa e i meravigliosi cavalli chiazzati di grigio che la guidavano.

    Il cocchiere manovrò la carrozza attraverso le strade trafficate di Londra con competenza. Era un giovane uomo con una graziosa uniforme decorata. Le rivolse diversi sguardi fugaci prima di trovare il coraggio di parlarle e quando lo fece, la sua voce era aperta e gentile.

    “Sembrate qualcuno che non ha idea di che cosa lo aspetti.”

    Buffy ricambiò il sorriso, grata per la distrazione che la conversazione le offriva, visto che il suo nervosismo stava aumentando ad ogni isolato attraversato.

    “A dirvi la verità,” rispose, “non so proprio come fare. Sono nuova qui, vengo dall'America. Ho paura di sbagliare qualcosa e di deludere gli Hartley, e non posso davvero permettermi di farlo.”

    “Ah, andrà tutto bene,” la rassicurò. “La signora Hartley è la donna più dolce che esista; non se la prenderà affatto con voi se farete qualche errore. Ma se volete qualche consiglio per sapere da dove iniziare, posso provare ad aiutarvi.”

    “Oh sì, per favore! Ho davvero bisogno di tutto l'aiuto che riesco a trovare.”

    “Va bene. Una volta arrivati, vi farò scendere alla fermata delle carrozze prima di guidare la carrozza nella rimessa. Ora. La fermata è di fronte alla casa, ma non entrerete dalla porta principale. Camminerete attorno al giardino sul retro e suonerete la campanella alla porta di servizio della casa. Vi risponderà una donna di servizio della cucina. Non le chiedete nulla e non dite nulla a parte il vostro nome e che desiderate parlare con il Signor Edward. Lui è il maggiordomo. La Signora Fitzpatrick invece è la governante della casa e vi dirà che cosa dovete fare. Ma giacché il Signor Edward è il superiore di tutti gli inservienti, chiedere di parlare prima con lui farà un'impressione migliore. Potrebbe decidere di introdurvi al resto del personale, ma sarà la Signora Fitzpatrick a portarvi dalla Signora Hartley.”

    “E come mi devo comportare con l'uomo della casa?” chiese Buffy. “Dorothea ha detto che la Signora Hartley ha un figlio.”

    “Il Signor William Hartley non sarà in casa perché è in giro per affari. E ad ogni modo, non è lui che dovrete impressionare. Non passerete molto tempo con lui. Siate solo molto educata con la Signora Hartley. Vi dirà di chiamarla Signora Anne, ma non vi permettete di farlo prima che ve lo chieda.”

    Buffy si lasciò andare sul costoso sedile in pelle, restando in silenzio mentre cercava di ricordare tutte le cose che il cocchiere le aveva detto. Fuori della finestra della carrozza, le strade acciottolate erano piene di gente. Si erano lasciati alle spalle la parte più squallida della città ed ora tutte le case della strada erano dipinte di fresco ed ornate con elaborati disegni a spirale. Abbondavano prati ben tenuti e siepi attentamente scolpite, mentre basse recinzioni in ferro battuto evidenziavano i confini di ogni proprietà. Buffy realizzò che, da qualsiasi punto vedeva la cosa, era decisamente salita di un gradino nel mondo – in quel mondo, ad ogni modo. E gli Hartley non potevano certo rivelarsi peggiori di Dorothea.
    ~*~ ~*~ ~*~



    La casa degli Hartley era talmente imponente che era difficile non sentirsene intimoriti. Buffy girò attorno all'edificio come le aveva detto il cocchiere. Arrivata alla porta sul retro fece una pausa, impressionata dal giardino curato, dalla fontana, dalle rocce in stile giapponese e dalle sculture. Non era la casa più grande dell'isolato, ma era senza dubbio la più sfarzosa. Buffy ebbe un brivido, chiedendosi come sarebbero stati i suoi residenti.

    Appena suonata la campanella, la porta si aprì immediatamente. Dietro di essa, apparve un uomo alto e distinto e abbastanza anziano. Sebbene avesse all’incirca settant’anni, la postura era perfettamente eretta e i passi erano sciolti. Dal suo completo, Buffy indovinò si trattasse del maggiordomo, il Signor Edward. Questo la sorprese leggermente, dato che Matthew le aveva detto che sarebbe stata una domestica ad aprirle la porta.

    “Sì,” disse il maggiordomo, guardandola in modo interrogativo. Gli occhi sfumati di grigio erano severi -ma non scortesi- e un lieve sorriso gli curvava le labbra.

    “Il mio nome è Elizabeth Summers,” gli disse Buffy titubante. “Sono qui per occuparmi della signora Hartley.”

    Buffy fu sorpresa che, nonostante il nervosismo, fosse riuscita a ricordare perfettamente la frase che Dorothea le aveva insegnato. Il Signor Edward inclinò leggermente la testa e fece un passo indietro, indicandole che poteva entrare.

    “Naturalmente,” le disse. “Vi stavo aspettando. Sono il Signor Edward, il maggiordomo della casa.”

    Buffy si chiese se doveva stringergli la mano, ma prima che potesse decidersi, il Signor Edward si voltò e le indicò di seguirlo. Le fece attraversare rapidamente l'ampia cucina, dandole il tempo di sbirciare il pavimento in pietra e i banconi di granito, l'imponente forno a carbone ed i fornelli. C'erano molte altre persone nella stanza, che il Signor Edward non le presentò.

    Fuori dalla cucina, nel corridoio, salirono una stretta serie di scale che portava dal livello interrato alla zona in cui vivevano gli Hartley. In cima alle scale, una vecchia donna in carne li stava aspettando.

    “Pensavo mi sarei accorta del vostro arrivo,” disse la donna in un pesante accento irlandese, sorridendo caldamente.

    “Questa è la signorina Summers,” disse il Signor Edward alla donna. “Signorina Summers, questa è la Signora Fitzpatrick, la governante. Vi mostrerà la casa e vi spiegherà i vostri compiti. E ora permettete che mi accommiati.”

    Annuì brevemente, sorrise, e se ne andò prima che Buffy potesse pensare ad una risposta da dargli.

    “Bene,” disse la Signora Fitzpatrick. “Penso che faremo un piccolo tour della casa e poi vi presenterò alla Signora Hartley. Avete già avuto altre esperienze come infermiera?”

    “Non esattamente,” ammise Buffy. “Ma mi sono presa cura di mia madre mentre era ammalata, che purtroppo è scomparsa non molto tempo fa.”

    “Che cosa spiacevole.” Il viso della signora Fitzpatrick era pieno di comprensione. “E' stato per la tubercolosi?”

    “No… era qualcos'altro.”

    “Allora troverete la Signora Hartley senz’altro più facile da gestire. E' ancora in grado di camminare e badare ai propri bisogni. Quello che vuole veramente è solo un po' di compagnia. Povera donna. Da quando si è ammalata non ha avuto molte visite, col fatto che la gente ha paura di prendere la malattia da lei e tutto il resto.”

    “Migliorerà?”

    “No, purtroppo. Il dottore dice che i polmoni sono senza speranza. Mi dispiace dirlo, ma non vivrà ancora per molto. Però ha ancora delle belle giornate, assieme a quelle brutte. E’ il Signor William che la sta prendendo peggio di tutti. E’ molto legato alla madre.” Sospirò. “Allora. Possiamo andare?”

    Buffy seguì obbedientemente la signora Fitzpatrick. Questo tour era senz’altro più interessante di quello che Dorothea le aveva fatto fare all’Istituto Chapman, e la donna sembrava piena d’orgoglio per lo splendore della casa degli Hartley. Richiamò l’attenzione sui drappeggi di velluto che ricoprivano la stanza dei ricevimenti e sui costosi gingilli di vetro soffiato a mano sugli scaffali. I tessuti costosi e gli elaborati lavori di falegnameria erano impressionanti, e Buffy non poté fare a meno di notare quanto la casa fosse pulita. Nonostante il rituale giornaliero di strofinare, spazzare e spolverare, la casa dell’Istituto Chapman le era sembrata sempre un po’ sporca e spenta. Buffy sapeva quanto lavoro occorreva per tenere immacolata questa casa. Non c’era da meravigliarsi che gli Hartley avessero così tanta servitù.

    Fu solo quando Buffy ebbe visto ogni stanza e fu presentata ad ogni membro del personale, che la Signora Fitzpatrick la portò finalmente dalla Signora Hartley. La donna era seduta su una sedia a dondolo nella sua camera, lavorando ai ferri a qualcosa che sembrava un pezzo di merletto. Quando vide Buffy, le sorrise caldamente.

    “Mia cara bambina,” disse una volta che le presentazioni furono fatte. “Sono così contenta di incontrarvi. Perché non vi sedete?”

    “Vi ringrazio.” Buffy sedette a disagio sulla sedia di fronte alla signora.

    “Suppongo che la signora Fitzpatrick vi abbia accennato al motivo per cui siete qui?”

    “Un poco.”

    “Bene. Devo ammettere che le mie cure non sono un gran problema. Non abbastanza da assumere un’infermiera a tempo pieno, ad ogni modo, ma William ha insistito che avessi qualcuno durante la sua assenza. E’lui che vi ha assunta. Avrebbe voluto esserci per darvi il benvenuto, ma sfortunatamente è dovuto partire ieri mattina per occuparsi di alcuni affari nella nostra tenuta. Aveva programmato di prendere un treno successivo, ma i problemi con gli affittuari non potevano aspettare.”

    “Affittuari?”

    “Abbiamo affittato parte della campagna ai fattori. La nostra tenuta si trova in campagna. William la visita spesso per assicurarsi che il nostro responsabile badi a tutto correttamente, come non è riuscito a fare da un po’ di tempo a questa parte. E c’è stato anche un problema per i pagamenti degli affitti di questo mese, perciò…”

    Buffy osservò curiosamente la nuova titolare mentre le parlava. Anne Hartley era una donna anziana, ma era difficile dire la sua età a causa della malattia. I capelli erano grigi ed il viso era segnato e molto magro. Era evidente come la malattia ne aveva assorbito gran parte della forza e della giovinezza, sebbene lo spirito non sembrava esserne stato turbato. I suoi occhi azzurri erano dolci e sereni e, nonostante fosse più anziana di Joyce, c’era qualcosa in lei che gliela ricordava molto.

    Quell’impressione si rafforzò quando Anne si sporse in avanti attraverso lo spazio che le separava e le strinse la mano. “Oh, sono così felice che voi siate qui! Posso ancora arrangiarmi piuttosto bene, e se non ci riuscissi ci sarebbe comunque la servitù, ma mi sento così sola quando William è via per gli affari e non ho nessuno con cui parlare. Non voglio che voi mi vediate come una padrona, ma come un’amica, e che mi chiamiate ‘Anne’ fin dall’inizio. Cosa ne pensate?”

    E Buffy, sopraffatta dalla gentilezza materna di questa donna, poté solo annuire di gratitudine.
    ~*~ ~*~ ~*~

    NdT: non voletemene a male, ma ho deciso che –per comodità- dal prossimo capitolo lascerò i vari Mr, Mrs e Miss in inglese!


    Edited by kasumi - 6/7/2015, 13:38
     
    Top
    .
  7. piccola06
     
    .

    User deleted


    che bell'aria che sinrespira in quella casa, altro che l'istituto. Non st più. Nella pelle per l'attesa, non vedo l'ora che si incontrano!!!!! Aggiorna presto i mi raccomando ... chissà che faccia farà quando lo riconoscerà e se lo riconoscerà ... anche se penso che appena lo guarderà negli occhi capirà.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Leejongsukdipendente

    Group
    Sorelle Giurassiche
    Posts
    1,764
    Location
    l'isola che non c'è

    Status
    Offline
    ....Ma quanto è dolce la mamma di William....e buffy ha avuto decisamente una gran fortuna a trovare un "lavoro" del genere!!!!!
    Non vedo l'ora che arrivi LUI, per sapere la reazione di Buffy e soprattutto se lo riconoscerà all'istante!!!!!!

    E non ti preoccupare x i vari Mr, Mrs e Miss in inglese!!!!! La storia è splendida a prescindere!!!!!!

    Traduci Ale, traduci :wub:
     
    Top
    .
  9. kasumi
     
    .

    User deleted


    Grazie ragazze! Sono felice che la storia vi stia appassionando così tanto! *.*
    Vi anticipo che Buffy incontrerà William già alla fine del prossimo capitolo ;)
     
    Top
    .
  10. kasumi
     
    .

    User deleted



    Capitolo quattro


    (Traduce Kasumi. Grazie a Nightlady per l'aiuto con la prima parte del capitolo. Grazie ancora a Redan per l'aiuto a sistemare il 'voi' e altre cosucce :)



    In confronto all’istituto Chapman, vivere a casa degli Hartley era come vivere nella bambagia. Se Buffy fosse stata una ragazza dell’epoca, l'avrebbe percepito come il massimo del lusso. Gli Hartley avevano investito una parte delle loro ricchezze per dotare la casa di ogni comfort disponibile all'epoca: materassi di piume, illuminazione a gas, celle frigorifere e – la cosa migliore di tutte – la possibilità di fare veri bagni completi, giornalmente, in una vera vasca da bagno. Certo, l’acqua doveva ancora essere riscaldata sul fuoco e versata nella vasca, ma c’era la servitù a farlo per lei. Il sapone non era un ammasso viscido color marrone fatto a mano come al Chapman e non odorava di grasso rancido: veniva acquistato in drogheria, aveva la forma di una saponetta e profumava di legno di sandalo.

    Buffy aveva imparato ad apprezzare queste cose, ma nel 1879 ce n’erano ancora tante altre che non erano ancora state inventate: il microonde, l’acqua calda corrente, lo sciacquone, la televisione e gli assorbenti interni per dirne alcune. Tutte comodità del nuovo millennio che aveva sempre dato per scontate e che erano ancora troppo fresche nella sua memoria per farle apprezzare appieno quella che per l'epoca Vittoriana era un’ottima dimora.

    Cose di cui, però, sentiva di poter fare a meno – persino dei tamponi – fintanto che veniva trattava con gentilezza. La gentilezza era diventata per lei qualcosa di molto prezioso da quando era arrivata, giacchè non ne aveva ricevuta molta. Anne Hartley sembrava invece essere molto gentile e, sebbene Buffy fosse stata assunta come un'infermiera, divenne presto chiaro che un’infermiera non era quello di cui aveva bisogno. La signora era ammalata, non c'era ombra di dubbio, ma non era quel tipo di paziente che si lamenta o che sta a letto e aspetta di essere servito. La maggior parte dei giorni si sentiva abbastanza bene per lavorare a maglia o per ricamare e qualche volta voleva che passassero fuori la giornata per negozi, andando al ristorante e poi a teatro. Queste uscite avevano delle conseguenze pesanti per la sua tosse, a causa dell’aria fredda, ma Anne sosteneva che alla lunga le facevano bene.

    Le nottate erano il momento peggiore, comunque, in quanto lo stare distesa provocava ad Anne dei pesanti accessi di tosse. La prima volta che accadde, non avendo mai sentito nessuno tossire in quel modo, Buffy si sentì cadere a pezzi: Anne rantolava, sembrava soffocare e talvolta sputava addirittura sangue. Era davvero spaventoso. Il dottore le aveva prescritto uno sciroppo per darle sollievo e Buffy sperava che avrebbe imparato ad individuarne i sintomi per tempo per intervenire prima che l'attacco peggiorasse.

    Pur non essendo una donna esigente e bisognosa di attenzioni, Anne amava la compagnia. Da quando si era ammalata, però, il numero delle persone in visita si era ridotto considerevolmente e, quando si trattava di partecipare alle cene o alle feste per le quali aveva ricevuto un invito, la donna spesso non si sentiva bene. Le mancava il conversare, soprattutto con le altre donne, e sebbene Buffy fosse tecnicamente una dipendente, la trattava più come un'amica. Voleva che mangiasse addirittura con lei nella bellissima sala da pranzo, non nella cucina dabbasso come il resto della servitù. Buffy non sapeva molto delle usanze del tempo per comprendere appieno quello che significava, ma la cosa fece nascere delle dicerie tra gli altri domestici.

    Anne non si lamentava mai delle proprie condizioni, dell'inesorabile destino che le stava abbreviando la vita in modo così straziante. Le donne del tempo e della sua età non erano abituate ad annoiare gli amici con i dettagli trascurabili della propria morte imminente. Una volta sola però, accadde, e Anne confidò a Buffy di come la sua vita fosse diventata un po' più noiosa dopo la diagnosi della malattia. William era via per la maggior parte del giorno e quando era con lei non voleva portarla fuori perché temeva di peggiorare la sua malattia. In qualche occasione aveva acconsentito ad accompagnarla ad un concerto o fuori a pranzo, ma si era preoccupato per la sua salute per tutto il tempo, col risultato che entrambi non si erano divertiti molto. Era stata dura per lei, abituarsi ad una vita di privazioni, lei che un tempo era stata così attiva nella società. Era stato, diceva, persino più difficile che con il pensiero di morire.

    Ma più di tutto le mancava la casa nella tenuta di campagna, quella che era sempre stata la loro vera casa. Non questa di Londra, che un tempo usavano solamente per la stagione mondana della capitale. Le aveva assicurato che la tenuta di campagna era bellissima. Campi dorati di grano e lunghe file di pascoli verdi interrotte qua e là da macchie di alberi e cespugli. La casa non era lussuosa come questa, era più una casa grande che una villa, ma era più confortevole con la sua aria fresca e la tranquillità della campagna. Se il dottore non avesse insistito – e William non fosse stato così veloce ad acconsentire – Anne non l'avrebbe mai lasciata.

    “Perché ve ne siete andati?” chiese Buffy, sorprendendo Anne con la sua ignoranza.

    “Al confine meridionale della tenuta c'è una palude,” spiegò, “e l'aria umida che proveniva da lì alla sera aggravava le mie condizioni. Il dottore disse che con un clima più asciutto sarei stata meglio e ci suggerì addirittura di vendere tutto e di andare in America - sembra che le praterie dell'ovest siano abbastanza famose per curare la tubercolosi. Comunque, la cosa era fuori questione. E' già stata dura per il povero William abbandonare la campagna e venire a vivere a Londra... ma sradicarlo addirittura in un nuovo paese! Non l'avrei mai permesso. Perciò il dottore ci propose di trasferirci qui, dove siamo anche più vicini all'ospedale e lontani dalla palude. E' stata abbastanza dura per entrambi, ma William è così caro che non si è mai lamentato e non ha mai accennato di essere infelice.”

    Anne parlava molto di William, il figlio che Buffy non aveva ancora incontrato. Era ovvio di come ne fosse orgogliosa e di come fossero uniti, e Buffy si chiedeva perché l'avesse lasciata da sola per sbrigare gli affari di famiglia. Lei non avrebbe mai lasciato Joyce da sola per tutto quel tempo, mentre era ammalata, e non l'avrebbe di certo lasciata alle cure di un'infermiera sconosciuta. Anne le aveva spiegato che era stato William ad assumerla, attraverso una spiegazione dettagliata di quello che voleva al parroco, ma in pratica non aveva mai chiesto di parlarle.

    Questo le sembrò senza cuore, ma Buffy non glielo disse. Anne sembrava stranamente sollevata che il figlio fosse andato alla tenuta. Sembrava fosse la prima volta che ci andava dopo mesi, essendo stato troppo preoccupato per la salute della madre. E Anne sosteneva che se non fosse stato per i problemi alla tenuta, William non sarebbe mai stato via per tutto quel tempo. Sembrava molto in ansia per lui, come se temesse che la propria malattia gli rubasse la libertà e la giovinezza. A Buffy sembrò ingiusto che Anne passasse gran parte del tempo a preoccuparsi per lui, mentre era lei quella che era ammalata.

    Si sentiva molto protettiva nei confronti di Anne, sebbene la conoscesse da poco. La signora le ricordava Joyce: era così gentile, sensibile e generosa. Il terzo giorno che Buffy era da loro, Anne chiamò addirittura una sarta per farle preparare dei nuovi vestiti. Dei vestiti che sarebbero stati belli e le sarebbero stati bene, non come quelli che la moglie del poliziotto aveva recuperato dal cesto della beneficenza. Vestiti che sarebbero stati pronti in sole due settimane, perché Anne aveva chiesto di fare presto. Buffy era deliziata dalla prospettiva di indossarli, ma al tempo stesso si sentiva in colpa per la somma di denaro che Anne avrebbe dovuto pagare. Le sembravano già abbastanza il vitto e l'alloggio e l'essere pagata per le piccole cose in cui dava un aiuto, ma dodici nuovi vestiti alla moda le sembravano davvero troppo. Le sembrava di approfittarne.

    Anne scacciò le sue preoccupazioni con un gesto della mano sottile. “Non siate sciocca, Elizabeth. Non è come se vi stessi acquistando un abito da sera fatto in seta. Una giovane signorina per bene dovrebbe vestire in modo appropriato, soprattutto se lavora in una casa di questo calibro. Non è nulla, davvero, è solo una sciocchezza.”

    Eppure gli altri domestici indossavano delle uniformi.

    ~*~ ~*~ ~*~



    Il giorno seguente arrivò un telegramma.

    Buffy era nel mezzo delle misurazioni per gli abiti -una procedura dolorosamente lunga e sorprendentemente intima, che dubitava valesse la pena affrontare per avere un bell'aspetto. Un dubbio alimentato dal fatto che i vestiti sembravano più lenzuola tenute insieme con degli spilli che veri indumenti. Buffy si muoveva di continuo e sospirava, fino a che la sarta la colpì con il nastro per le misurazioni.

    “Non riesco a finire i vestiti in così breve tempo se non mi aiutate,” la rimproverò. “Con questo abbiamo finito. Ora lo togliamo e cominciamo con il successivo. Ce ne sono altri quattro da imbastire per questo pomeriggio.”

    Doverosamente, Buffy si spogliò del vestito abbozzato, conscia degli spilli sul bordo, e afferrò quello dopo. Se lo stava giusto infilando sopra la testa quando Anne arrivò di corsa con un foglio stretto nella mano pallida.

    “Guardate!” le disse, facendo ondeggiare il foglio di carta, le guance accese di rosa per l'eccitazione. “Ho ricevuto un telegramma da William!”

    William, il figlio fantasma che non si era ancora fatto vedere. L'uomo che assorbiva la maggior parte del'affetto di Anne, quello che sembrava le avesse scritto devotamente ogni giorno della sua assenza. Buffy si stava lentamente abituando all'idea che esistesse davvero, ma pensava che un figlio che volesse veramente bene alla madre ammalata non l'avrebbe mai lasciata per ben cinque giorni alle cure di una persona estranea.

    Naturalmente, non aveva mai fatto parola di questo con Anne. Nonostante i difetti del figlio, infatti, era ovvio di come Mrs. Hartley lo adorasse e lo considerasse infallibile. Buffy sapeva che qualsiasi critica destinata a William non sarebbe stata ben accetta, quindi si morse la lingua e le sorrise, mentre la sarta premeva e punzecchiava, alzava bordi e abbozzava cuciture.

    “Un telegramma,” disse, cercando di infondere un certo interesse genuino al proprio tono. “E' tutto a posto?” Era in quell'epoca da abbastanza tempo da sapere quanto i telegrammi fossero costosi e fossero riservati a occasioni importanti.

    “Sta splendidamente, grazie per averlo chiesto. Era solamente preoccupato che una lettera non ci avrebbe raggiunte in tempo.”

    “In tempo per cosa?”

    “Per il suo arrivo, naturalmente.” Gli occhi di Anne luccicavano. “Sarà a casa fra soli due giorni e abbiamo così tanto da preparare. Arriverà con il treno delle sei, giusto in tempo per la cena, e ha scritto che vuole cenare con noi, Elizabeth. Vuole incontrare la giovane donna di cui parlo così bene. Farò preparare il manzo alla Wellington, che è il suo preferito e oh, mi farebbe davvero piacere che i vestiti fossero pronti per allora. Mrs. Simms, pensate che riusciremo ad averne almeno uno?”

    Il sorriso artificioso di Buffy divenne difficile da mantenere. Non voleva che William tornasse a casa, manzo Wellington o meno. Aveva raggiunto una piacevole routine, conosceva tutti e sapeva che cosa ci si aspettava da lei. Stava molto bene in compagnia di Anne, quasi come se avesse riavuto indietro la propria madre. Una persona nuova avrebbe potuto cambiare quell'atmosfera, avrebbe potuto rovinare tutto. Avrebbe occupato tutto il tempo di Anne e avrebbe potuto lamentarsi per il denaro che aveva speso per i suoi nuovi vestiti. E non era sposato. Buffy aveva udito delle storie raccapriccianti su cosa i padroni scapoli tentavano di fare con la servitù femminile - e che facevano pure quelli sposati. Se William fosse arrivato a casa aspettandosi di usarla come una compagna di giochi, beh, avrebbe dovuto ripensarci.

    Quest'ultimo pensiero la fece sbiancare. Non tanto per l'idea che lui potesse usarle violenza – poteva combattere contro un essere umano senza spargere una sola goccia di sudore – ma per l'idea che lui potesse portarle risentimento se l'avesse rifiutato, che potesse sbatterla fuori di lì. Era il padrone di casa, dopotutto, ed Anne aveva detto chiaramente che era stato lui ad assumerla. Se si fosse arrabbiato a causa di questo, aveva tutto il potere di mandarla via. E in quel caso, dove se ne sarebbe andata? L'istituto l'avrebbe accolta di nuovo, dopo che aveva fallito col suo primo lavoro? E anche se l'avesse fatto, non c'erano garanzie che con il lavoro successivo le cose sarebbe state differenti. Londra era probabilmente colma di perdenti che usavano le domestiche come concubine e Buffy aveva visto di prima mano come certe padrone di casa trattassero male la servitù, mentre era in giro per la città per qualche commissione. L'ultima cosa che voleva era diventare la schiava di qualche vecchio uomo arrapato e della sua moglie malvagia.

    Come se le avesse letto nella mente, Anne si sporse dalla sedia per toccarle il braccio – il che fece infuriare la sarta, che stava cercando di imbastire proprio quella manica. Anne si tirò indietro immediatamente, sorridendo a Mrs. Simms per scusarsi e per cercare di rassicurare Buffy.

    “Non abbiate paura, Elizabeth. William vi vorrà bene, ne sono sicura.” Tornò a sedersi sulla sedia e sorrise con uno strano segreto piacere. “Vi vorrà bene.” Aggiunse nuovamente.

    ~*~ ~*~ ~*~



    Buffy aveva già sentito il termine “padrone di casa” in precedenza, ma non l'aveva mai compreso pienamente fino ad allora. William Hartley era il padrone della residenza e la persona più importante della casa. Questo status era stato suggerito dai frequenti accenni di Anne ed enfatizzato dagli scrupolosi preparativi fatti per il suo arrivo: tutto era fatto per il suo piacere e doveva essere perfetto per il suo ritorno.

    Il primo dei nuovi vestiti fu terminato in tutta fretta e spedito giovedì mattina. Anne le disse diplomaticamente – ma con una certa autorità – che l'avrebbe indossato quel pomeriggio per il ritorno a casa di William. Le era anche stato detto di prepararsi con più cura del solito, come se non fosse stata sempre attenta ad apparire in modo decoroso.

    Tuttavia, il vestito nuovo era davvero gradevole. Era color crema, bordato con una balza blu. Il collo era abbastanza basso da mostrare il più lieve accenno ai suoi seni, la vita era stretta, la gonna era arricchita da nastri e ricadeva meravigliosamente sopra la piccola struttura che la sosteneva. E al di sotto c'era la più adorabile sottogonna che avesse mai visto, decorata con un delicato pizzo irlandese fatto a mano. Tutti quegli strati le facevano caldo e, per dire la verità, erano molto scomodi, il corsetto era uno strumento di tortura e rendeva quasi impossibile respirare, ma nonostante questo Buffy non potè fare a meno di sentirsi soddisfatta del risultato -e le farfalle che sembravano volare nel suo stomaco glielo confermarono. Se doveva vivere in questo posto dimenticato da Dio, poteva almeno apparire carina.

    Si era lavata i capelli ed aveva usato delle forcine per tirarli all'indietro, lasciando fuori alcune ciocche che ricadevano in piccoli boccoli attorno al viso, scegliendo di raccogliere il resto in uno chignon dietro la testa. Il trucco pesante non era ben visto nell'alta società Vittoriana - era portato solamente dalle donne 'perdute' – perciò Buffy indossò solamente dell'acqua di colonia profumata di rose ed un tocco di balsamo colorato sulle labbra. Terminò che erano quasi le due del pomeriggio e Anne la stava già chiamando.

    Sedettero sul divano del salotto, fianco a fianco, attendendo il suo arrivo. Anne era stata male la notte precedente e appariva davvero pallida e tirata, sebbene gli occhi non tradissero la sua stanchezza. Buffy notò come il suo sguardo impaziente continuava a spostarsi sull'orologio, prima che la sua mano fredda e sottile andasse a stringere confortevolmente la propria.

    “Va tutto bene, cara. Non siate nervosa.”

    Buffy ricambiò tristemente il suo sorriso. La sua inquietudine aveva ben poco a che fare con l’impazienza e tutto a che fare con le stecche che le pugnalavano la parte sinistra della gabbia toracica. Affinché il vestito le stesse aderente, aveva dovuto legare i lacci più stretti rispetto a quelli del vestito di seconda mano che aveva indossato finora, e dopo ore in cui non era stata capace di respirare senza dolore, la gioia d’indossare dei nuovi abiti stava iniziando a scemare. Si lasciò cadere all’indietro e sospirò profondamente, desiderando blue jeans e t-shirt.

    Ci fu un improvviso suono di una calca all’entrata, accompagnato da voci maschili, e prima che Mr. Edward potesse annunciare l’arrivo di William, Anne si era già alzata dalla sedia e gli stava correndo incontro. Buffy le fu dietro, anche se con meno entusiasmo, e si fece da parte mentre Anne stringeva l’uomo ben vestito e non troppo alto tra le braccia.

    “Anche voi mi siete mancata, Madre,” la abbracciò gentilmente. “E’ andato tutto bene durante la mia assenza?”

    “Oh, amabilmente. Il dottor Gull è sorpreso di come sto resistendo bene alla stagione fredda.” Anne si separò da lui, voltandosi leggermente e lasciando spazio affinché Buffy potesse farsi avanti. “Ed ora, William, dovete incontrare la nostra più recente acquisizione: Miss Elizabeth Summers.”

    L’uomo–la cui vista non era più bloccata dalla madre – offrì a Buffy un sorriso esitante. “Naturalmente,” disse con un po’ di timidezza. “Le lettere di mia madre erano piene di complimenti per voi. Sono felice di potervi finalmente incontrare.”

    Fu il momento per Buffy per inclinare la testa e di rispondere con qualcosa di gentile, non di aprire la bocca e fissarlo in quel modo tutt’altro che raffinato. Mentre la ragazza restava senza parole, il suo cervello processava quello che aveva davanti. William Hartley–il padrone di casa, il signore del castello, l’orgoglio di sua madre- non era affatto lo sconosciuto che aveva pensato di incontrare. Era un’omicida, un aguzzino, era la disgrazia della sua esistenza.

    Si trattava di Spike.


    TBC

    Edited by kasumi - 6/7/2015, 13:52
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Leejongsukdipendente

    Group
    Sorelle Giurassiche
    Posts
    1,764
    Location
    l'isola che non c'è

    Status
    Offline
    Ale, finalmente, hai postato!!!!!

    Cavolo, la stai traducendo divinamente, ogni singolo dettaglio e focalizzato quasi fosse reale, sembra di guardare un film!

    Anne, cmq è dolcissima,e secondo me ha una piccola e a vaga idea di far si che il figlio e Buffy si innamorino, e Mi è sembrato proprio di vedere la faccia di Buffy quando ha visto che fosse il famoso padrone di casa!!!!

    Grazie ancora Ale , perchè questa ff è davvero una meraviglia e senza te non avrei potuto conoscerla!
    Adesso sono davvero più ansiose nel vedere come si evolverà il rapporto tra i due!
     
    Top
    .
  12. piccola06
     
    .

    User deleted


    Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh l'ha riconosciuto subitoooooooooo!!!!!!!! Mi immagino la faccia di Buffy in quel momento Auhauauhau sarà sbiancata, speriamo non faccia una figuraccia!!!!
    CITAZIONE
    Anne, cmq è dolcissima,e secondo me ha una piccola e a vaga idea di far si che il figlio e Buffy si innamorino

    sono d'accordissimo con te.
    Mi raccomando continua a tradurre
     
    Top
    .
  13. kasumi
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (spuffy.29 @ 25/5/2013, 07:19) 
    Ale, finalmente, hai postato!!!!!

    :cute: :cute:

    CITAZIONE
    Cavolo, la stai traducendo divinamente, ogni singolo dettaglio e focalizzato quasi fosse reale, sembra di guardare un film!

    Oh, quella è la bravura dell'autrice! ^_^
    Questo capitolo mi ha dato parecchio da fare, in realtà, perchè la struttura del testo era parecchio incasinata e ho voluto modificarla per renderlo più leggibile. Naturalmente, sempre cercando di rispettare il testo e lo spirito originale.
    Spero che la cosa non vi dia fastidio, perchè in tal modo lo stile dell'autrice ne risulta un po' alterato. Fatemi sapere in caso.

    CITAZIONE
    Anne, cmq è dolcissima,e secondo me ha una piccola e a vaga idea di far si che il figlio e Buffy si innamorino

    Anche William è dolcissimo, vedrai!! *__*
    E' che Anne sa qualcosa che Buffy scoprirà solo più avanti...^^

    piccola06
    CITAZIONE
    Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh l'ha riconosciuto subitoooooooooo!!!!!!!! Mi immagino la faccia di Buffy in quel momento Auhauauhau sarà sbiancata, speriamo non faccia una figuraccia!!!!

    LOL!

    Grazie per i commenti! Siete un tesoro e mi spronate a continuare a tradurre! *.*
     
    Top
    .
  14. GabrydiSpike
     
    .

    User deleted


    Ho avuto finalmente il tempo per recuperare questa meraviglia e non ho parole per ringraziare chi la traduce ( Kasumi, sei tu?!?) GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!! E mentre ci siamo diamo anche la grazia all'autrice che ha dato il permesso!
    La traduzione è spettacolare e il testo è magnifico, sembra quasi un film, e la storia si preannuncia dolce e divertente... non vedo l'ora di continuarla!
    Qualunque cosa sappia mi sa che Anne viene sottovalutata per la sua dolcezza... ma bisognava essere piuttosto sveglie per sopravvivere nell'alta società... e credo anch'io che abbia dei piani per Buffy e il suo altrettanto dolce William....
    Mi rotolo dal ridere a pensare all'espressione di Buif davanti al "padrone di casa"... si son invertiti i ruoli ora!!! AHAHAH! Speriamo non parta subito all'attacco del povero... perché le parole con cui termina il capitolo mi sembrano un veramente ingiuste!!!
    Continua presto!!!! È una storia così bella e tradotta meglio che crea dipendenza!!!
     
    Top
    .
  15. kasumi
     
    .

    User deleted


    Ciao Gabry! *_*
    Grazie!!
    :wub: :wub: :wub:
    Sì, l'ho tradotta io finora (Spuffy93 è con me nel progetto, ma purtroppo è sommersa dallo studio!^^ >___<)
    Mi scuso per averla lasciata in sospeso ma al momento sto andando avanti con 'il demone che c'è in me' e sto anche seguendo alcune ff in inglese..^^
    A presto!
    E ancora grazie per aver lasciato un commento e per i tuoi incoraggiamenti!! *__*
     
    Top
    .
587 replies since 8/2/2013, 14:59   8241 views
  Share  
.
Top