Amore Indecente

by *drusilla*

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  1. *drusilla*
     
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    Salve a tutte... Questa è una mia vecchia fanfic che ho deciso di ripostare :wub:
    Spero vi faccia piacere leggermi.. un bacio sissine!
    Buona lettura.

    Categories: Spuffy
    Genere: romanzo
    Universo: AU - tutti umani
    Bollino giallo-rosso

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    CAPITOLO 1



    “Elisabeth!! Elisabeth” la voce stridula si spargeva nel giardino della villa, ma il vento la disperdeva allontanandola dalle orecchie della giovane.

    “Ahhh, quella maledetta ragazzina!!” una donna gracile e dai lunghi capelli neri camminava a passi spediti verso l’ingresso della villa.

    Calpestava il terreno con rabbia e gli occhi avevano assunto uno strano colore violetto.

    L’abito leggero di pizzo bianco la faceva sembrare un essere evanescente e le lunghe unghie le davano l’aspetto di una ammaliatrice.

    Percorse con velocità impressionante la scalinata di marmo che conduceva alle stanze da letto e spalancò la porta della camera della figlia Elisabeth Anne Shelby.

    In effetti la ragazza non avrebbe potuto di certo sentirla…solo sommessi gemiti uscivano dalla sua bocca e le orecchie ovattate non permettevano che alcun suono potesse rompere quell’incanto che stava vivendo con Angel McQueen.



    Drusilla spalancò la porta e si ritrovò davanti la solita scena di ogni mese…sua figlia intenta a cavalcare un ragazzo che regolarmente dopo trenta giorni lasciava per gettarsi nelle braccia e sul corpo di un altro.



    “Elisabeth ti ho detto mille volte di chiudere la porta a chiave quando ti porti a letto un uomo, è la prima regola che ti ho insegnato!!”



    Elisabeth continuava a muoversi su e giù quel fascio di muscoli che si chiamava Angel e raggiungendo l’orgasmo emise frasi scommesse “La chiave….oooohhhhhh….non c’è……Oh Diooooo…..oooooh!!”



    Drusilla scosse la testa e se ne andò veloce come era arrivata.

    Il giovane rampollo non sembrava disturbato dalla comparsa della madre, quella era una famiglia davvero strana e a volte la madre entrava sgridando per una qualsiasi ragione la figlia e poi se ne andava senza degnarlo di uno sguardo…si era abituato a quelle incursioni furtive, ma l’importante era farsi quel pezzo di ragazza di Elisabeth.



    Quello era il trentesimo giorno che saltava e veniva nel letto della signorina Shelby e doveva dire che era proprio una furia tra le lenzuola, una bomba del sesso.

    Elisabeth non riuscì a ragionare, mille brividi che partivano dalla clitoride si spargevano su tutto il corpo, scuotendola come una canna al vento.

    Venne con il miglior orgasmo con Angel McQueen. “Peccato sia l’ultimo!” pensò divertita immaginando già un altro sotto le sue mani.



    Lui si agitava ancora aspettando che il cuore tornasse a battere a ritmo normale.

    “Piccola, sei stata fantastica…lo sei sempre…è un mese che ci diamo dentro, non credi che adesso sia arrivato il momento di decidere del nostro futuro? Vuoi essere la mia ragazza?”



    Buffy ridacchiò “Ottimo tempismo” pensò.



    Sollevandosi da quel corpo sudaticcio, ma comunque molto affascinante si rivestì lentamente lasciandolo ancora lì sbalordito dalle emozioni.

    “Allora?” domandò impaziente.

    Buffy che era completamente vestita si stiracchiò un poco e poi incrociò le braccia “Allora io dico che il nostro sesso è finito qui…è stato bello, ma un po’…come dire…monotono!!”

    Gli gettò addosso i vestiti e lo invitò a fare in fretta ed andarsene “Mi dispiace, ma siamo giovani credo che le esperienze siano la cosa più importante…io ne voglio fare altre! Conosci la strada…”



    Angel si alzò come una furia e si infilò i jeans e la maglietta, la fulminò con lo sguardo e uscì dalla stanza e dalla villa.

    A questo punto, Elisabeth, andò alla ricerca della ‘madre’.







    “Dru, che c’è?” chiese un po’ stizzita.

    “Elisabeth, ti ho detto tante volte di chiamarmi mamma…” le disse facendo le fusa quella matta.



    “Ma tu non lo sei, lo sanno tutti…l’unica cosa di cui ti posso ringraziare e di avermi messo un tetto sopra la testa…per il resto sono cresciuta con le mie mani”



    “Non fare i capricci mio angioletto biondo…io e tuo ‘padre’ ti abbiamo salvata, non sai come piangevi quando ti abbiamo trovato ai margini della villa diciannove anni fa!!”



    “Lui non è mio padre…io lo odio, perché ci ha abbandonato per quella svampita senza cervello Fred, ma razza di nome è??? Avevo cinque anni e la cosa migliore che sapeva fare era scoparsi la segretaria…tu sei l’unica che in qualche modo mi ha fatto andare avanti…” e il viso le si indurì…non sapeva se fosse stato migliore restare in quella cesta di vimini o essere capitata in quella gabbia di matti.



    Era cresciuta con Drusilla e il suo compagno Rupert Shelby molto più vecchio di lei e già divorziato con un figlio che viveva con la madre…fino all’età di cinque anni per Elisabeth tutto andò abbastanza bene, poi Rupert trovò più divertente scoparsi la segretaria e le abbandonò tutte e due.

    Fin da piccola Elisabeth dovette subire la precarietà dell’affetto di Drusilla, che la trattava più come una bambola che una bambina…le dava un affetto artefatto, sempre strani frasi che la mettevano a disagio.

    Crescendo aveva capito che Drusilla era l’unico residuo di quella che normalmente si chiama famiglia…e si abituò.



    Grazie alla sua bellezza Elisabeth aveva imparato presto l’arte della seduzione e già a sedici anni portò il primo ragazzo nel suo letto.



    Drusilla che la sorprese per la prima volta, la sgridò, ma poi la lasciò sperimentare, in fondo sapeva che le era stato negato tanto amore da bambina e se quello era il modo per riottenerlo che il suo piccolo angioletto facesse sesso quando e con chi volesse. Per lei non c’era problema, l’unica cosa che era importante era il preservativo che aveva imposto alla figlia come un’unica regola del sesso, senza quello si manda il ragazzo in bianco.



    Drusilla la guardò curiosa…chissà cosa stava macchinando in quella testolina furba.

    “Angioletto, prima era venuta a cercarti per parlarti di una cosa importante”



    “Dimmi...mamma” laconica e lapidaria.



    “Stasera siamo invitate da tuo padre Rupert a cena…non serve che tu dica no, perchè ho già dato il nostro consenso”



    Elisabeth sospirò “A cosa devo questa allegra rimpatriata?”



    “Dobbiamo festeggiare tuo fratello William Shelby!!” disse lei volteggiando per la stanza.



    “Chi? E perché?” fece Elisabeth sinceramente sorpresa.



    “Ma sì angioletto…sai che Rupert aveva un altro figlio, no? Avuto dalla prima moglie, è morta circa un anno fa e adesso William Shelby vive con suo padre e cioè tuo padre Rupert. Si è laureato con il massimo dei voti”



    “Quindi dovrei essere felice per un perfetto sconosciuto??” chiese Elisabeth.



    “Certo, e ricorda che d’ora in poi non sarà più uno sconosciuto, ma tuo FRATELLO!!”



    “Va bene, ci sto…conosciamo il mio fratellino!!”



    CAPITOLO 2

    “Allora Dru, cosa ne dici, come sto così?” domandò Elisabeth volteggiando davanti a lei. Indossava una minigonna in pelle nera e una maglietta con scollo a V color rosso sangue, ai piedi calzava un paio di stivali neri col tacco alto.

    Gli occhi verde smeraldo erano esaltati dal sapiente tocco del mascara e la matita nera, la bocca brillava di gloss trasparente.

    I capelli biondo grano erano elegantemente raccolti in una crocchia che faceva scendere un paio di ciuffi ai lati…sarebbero stati lisci, ma la piastra era servita per trasformarli in due graziosi boccoli.



    “Angioletto biondo, sei perfetta!!” le disse Drusilla battendo le mani e avvicinandosi a lei disse “E io…come ti sembro?”



    Dru indossava un elegante abito nero in chiffon, i capelli lasciati lisci sulle spalle e un tocco di rossetto vermiglio sulle labbra. Ai piedi aveva un paio di sandali argentei allacciati al polpaccio.

    Era davvero molto bella, una donna piena di fascino e mistero, gli occhi che assumevano spesso la sfumatura sul violetto erano il suo pezzo forte, ma aveva anche un corpo sinuosamente femmineo.



    “Sei molto bella, farai di nuovo colpo su Rupert…ma ti prego tu lascialo perdere!!” Elisabeth prese la borsetta e sotto braccio con Drusilla uscì dalla villa…era un po’ spaventata all’idea di vedere il padre dopo tanti anni e provava molta curiosità per il fratello.

    La limousine le stava aspettando.

    “Mie signore siete incantevoli” le accolse il loro autista, Xander Harris.

    Le due salirono ridacchiando e si godettero il tragitto fino alla villa di Rupert Shelby.







    Una volta arrivate davanti alla villa, Elisabeth attese che Drusilla scendesse dalla limousine e poi si rifiutò di farlo a sua volta “Dru, davvero…non me la sento…è troppo presto per vedere Rupert e questo fratello, per favore dammi tempo…stasera non aspettarmi torno tardi o mi fermo fuori…Xander vai” disse rivolta all’autista.



    Drusilla rimase lì impalata mentre la limousine sfrecciava via “Povero angioletto…” e suonò al campanello del portone principale della villa.



    Rupert venne ad aprirle quasi subito e rimase incantato…“Drusilla sei bellissima” e le fece il baciamano.



    Lei entrò e osservò la casa, davvero grande e bella… “Rupert, mi dispiace ma Elisabeth all’ultimo minuto ha rinunciato a venire qui…saremo solo noi tre: tu, io e William!!”



    Rupert la accompagnò verso il salotto e le disse “Mi dispiace deluderti ma saremo solo noi due…William è uscito dieci minuti fa…non aveva voglia di questa rimpatriata, sono davvero desolato…pensavo di fare una buona cosa questa volta!” e si rabbuiò.



    “No micione, forse da soli potremo parlare, no?” disse Drusilla languidamente.



    “Certo” rispose Rupert offrendole una coppa di champagne.







    “Xander lasciami davanti al Bronze, grazie!” e detto questo guardò fuori dal vetro oscurato della limousine.



    Era davvero ben intenzionata ad accontentare Drusilla seguendola a casa di Rupert, ma alla fine l’aveva assalita una strana paura e aveva seguito come sempre il suo istinto…quella che si prospettava era un’ottima serata di caccia, del resto doveva trovare un ottimo fascio di muscoli per renderlo suo schiavo mensile…

    Rise all’idea e prendendo lo specchietto dalla borsa si calcò la matita nera, quella sera voleva divertirsi come non mai…e al diavolo Rupert e suo fratello William Shelby.



    Di solito andava poco nei locali solo per rimorchiare…o meglio far credere ai ragazzi di essere loro a farlo…infatti riusciva sempre a conquistare quello che aveva puntato appena entrata.

    I locali più famosi di Sunnydale erano il Bronze, il Guilty, il K2 e il Paradise.

    In tutti aveva racimolato conquiste e le piaceva avere la fama della mangia uomini.

    Aveva 19 anni, ma nell’aspetto ne dimostrava almeno 23…

    “Grazie Xan!!” disse scendendo e facendogli l’occhiolino.

    “Di niente signorina…devo passarla a prendere più tardi?” chiese gentilmente.

    “No, grazie…non credo di rincasare!!” e andò sbattendo piano la portiera.







    William non aveva alcuna intenzione di incontrare quella pazza donna che aveva strappato suo padre dalla madre oramai defunta e nemmeno questa fantomatica sorella.

    Drusilla e Elisabeth Shelby. Lo infastidiva moltissimo che quella ragazza portasse il suo cognome, lui non l’aveva nemmeno mai vista e suo padre senza troppi complimenti gli aveva fatto capire che d’ora in avanti avrebbe dovuto trattarla a tutti gli effetti come una sorella.

    Si ricordò le parole di Rupert “Fai come se fosse la sorella che hai sempre avuto ma non hai mai conosciuto perché era in una specie di coma…adesso si è svegliata e inizierete tutto come fratello e sorella!!”

    “Al diavolo tutto!!” disse William sfrecciando sulla sua mot

    o nera.

    Pensò di andare in un locale e passando davanti al Paradise fu quasi tentato a fermarsi, ma poi preferì optare per il Bronze…sgasò con forza e impennò a razzo per il locale in cui avrebbe dimenticato tutte le preoccupazioni.





    La luce soffusa del locale la immerse e vagò con lo sguardo qua e là indecisa sul da farsi.

    C’era abbastanza gente e decise di mettersi comoda sui divanetti per dare iniziò alla sua personalissima caccia…



    Il Bronze era un locale abbastanza alternativo in cui passavano tutti i generi di musica a differenza degli altri che si vantavano di un genere fisso…adesso stava tuonando “Numb” dei Linkin Park.



    Elisabeth si accomodò in un divanetto e si assaporò la canzone e fu il quel momento che lo vide entrare. Rivestito di pelle nera e con i capelli platinati ingellati effetto bagnato che risplendevano nel buio…si muoveva sinuoso tra la gente, sembrava una pantera.

    Ne rimase folgorata…eccolo, aveva trovato la sua preda!!


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  2. p.i.a
     
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    hai fatto benissimo :)
    l' ho già letta...ma una rispolveratina mi fa comodo
    posta posta..che io rileggo rileggo :D
     
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  3. *drusilla*
     
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    CAPITOLO 3



    Il ragazzo andò direttamente al bar e si fece versare un bicchiere d’alcool.

    Elisabeth puntò al bancone e si mise casualmente ad ordinare vicino lui “Una tequila, grazie”

    William sentì la voce cinguettante di una donna a fianco a lui, strabuzzò gli occhi “Wow…è uno schianto!!” pensò squadrandola da capo a piedi…davvero una bella bionda.



    “Ehi…ti piace quello che vedi?” gli domandò facendogli l’occhiolino e sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.



    William si riscosse e fu intimorito per tanta schiettezza, ma poi si disse che era un bocconcino da non far scappare “Molto…non capita tutti i giorni di vedere tanta bellezza!” e le sorrise in modo terribilmente sexy…sentì le gambe tremarle.



    Gli occhi blu del ragazzo erano ancora persi in quelli verdi e pesantemente truccati di lei…

    “Il tuo nome?” domandò Elisabeth con curiosità.



    William ci pensò un po’ su e poi “Mi chiamo Spike e tu?”



    “Io sono Buffy…Buffy Summers!!” si era inventata al momento una nuova identità…così per giocare ancora di più.



    Lui aveva una voce bassa e sensuale, altro che la voce alta e a tratti stridula di Angel.



    Si sorrisero e dopo aver bevuto William la afferrò per un braccio portandola in pista, muovendosi appiccicati sul remix di “Gasolina” di Daddy Yankee.



    Elisabeth si strofinava su di lui, su e giù, William sentiva che avrebbe perso presto il controllo, quella ragazza era un vero vulcano.

    Le teneva le mani sul ventre e seguiva i suoi movimenti sensuali…la testa di lei appoggiata sul suo collo mentre spingeva con il suo sedere contro il suo membro…



    William iniziò a leccarle il collo così ben esposto…e lei venne percorsa da un brivido.

    Sapeva di buono…di vaniglia, però pensò che una fragranza così dolce non si addiceva a una donna così ricca di sex appeal. La vedeva meglio con un profumo forte…tipo quelli firmati Hungaro.

    Lui le baciava la pelle liscia e Elisabeth gli afferrò la testa con una mano premendo di più la sua bocca contro il collo.



    William sentì il suo membro tendersi e si premette contro di lei per farglielo sentire, un sussultò uscì dalla bocca della ragazza che si girò lentamente verso di lui.

    Lo guardò negli occhi e senza lasciarli per un solo istante prese ad accarezzarlo attraverso i jeans in quel punto…voleva vederlo impazzire per lei, si addossò a lui e continuò a sfregarlo con foga…la gente intorno ignara di quello che stava succedendo.



    “Buffy…non qui, vieni con me…” le sussurrò catturando la sua bocca.

    Le loro labbra aderirono perfettamente, quasi fossero state create per completarsi, William spinse con la lingua contro i denti di Elisabeth facendole aprire la bocca.



    Con un gemito lo baciò appassionatamente lasciando scivolare la sua lingua contro quella di lui…erano due fiamme che ardevano insieme, si cercavano, si trovavano, ricominciavano a toccarsi, prendersi e godersi.



    Si staccarono affannati e per la prima volta Elisabeth si sentì spaesata tra le braccia di un uomo…con tutti i ragazzi con cui andava non funzionava così, sapeva ogni volta cosa sarebbe successo dopo un determinato bacio o quella carezza. Sapeva riconoscere gli sguardi e dominare il piacere degli altri, era come un gioco di cui ormai sapeva le regole a memoria…le solite pedine, le solite mosse, ma con Spike era diverso…era così misterioso, perfino il suo tocco la faceva tremare con una vergine…non sapeva cosa aspettarsi e gli occhi blu erano dominati da una passione indecifrabile…per la prima volta si sentì avvolta da un desiderio schiacciante e sconosciuto e tutto questo la spaventava ed eccitava allo stesso tempo.



    Ripreso a baciarsi e sentì le mutandine bagnarsi…Spike le prese il viso tra le mani bruciante di desiderio e continuava a far duellare la sua lingua con quella della sua Buffy…così calda e così bella.



    “Piccola…vieni, vieni con me…” le disse guardandola con gli occhio lucidi prendendola per mano.



    Lei lo seguì senza fiatare tenendosi ben stretta a lui, si reggeva a fatica in piedi…i brividi e vampate di calore la facevano ansimare. Quel ragazzo era molto più che una facile scopata.

    Uscirono dalla folla e William la trascinò sui gradini per raggiungere la balconata.



    Si rallegrò vedendo che non c’era nessuno e prendendola per le spalle la adagiò su un divano.

    “Spike…” sussurrò lei in preda ad una voglia devastante.



    La risposta fu lui che si adagiò su di lei palpandole il seno e leccandole il collo, Elisabeth si sentì un po’ schiacciare e gli disse “Stiamo in piedi amore”



    La spinse contro la ringhiera della balconata e si mise dietro di lei, le baciava il collo e le sussurrava all’orecchio “Guarda tutta quella gente…qui siamo nell’oscurità…non ci può vedere nessuno, lo sai vero?”



    Si fregava contro di lei ubriacandole ulteriormente i sensi “Sì, lo so…”



    “Potrei farti qualsiasi cosa adesso e tu non mi fermeresti…Buffy ho bisogno di entrare in te, di venire dentro la tua calda fessura”



    L’unico pensiero coerente che riuscì a formulare fu “Ho preso la pillola, grazie a Dio, l’ho presa”



    Le accarezzava il sedere attraverso la minigonna e le fece divaricare un po’ le gambe, Elisabeth si teneva con tutte e due la mani alla ringhiera stringendola fino a farsi male.



    E poi dalla sua bocca uscì una sola, ma significativa parola “Prendimi”



    William non se lo fece ripetere due volte, le sollevò la gonna all’altezza del bacino e prese a palparle il sedere sodo e sexy. Passò un dito della morbida incurvatura dei suoi glutei e trovando il filo del perizoma glielo strappò con foga facendola gemere tremendamente.



    William si portò al naso l’indumento e l’annusò “Questo è il profumo che mi piace” Elisabeth aveva girato lo testa e lo osservava rapita…



    Lui infilò un dito dentro di lei che con gli occhi aperti gemeva guardando di sotto “Spike, ti prego…prendimi…”



    Lui sorrise “Ancora un po’ piccola…fai scivolare ancora un po’ le mie dita nel tuo miele”



    Elisabeth cacciò la testa all’indietro impalandosi sul suo dito e sentendo la clitoride fremere…

    “Spikeeeee….” Adesso era il momento, si tirò giù la zip dei pantaloni e il suo membro scattò fuori completamente duro e già umido.



    La penetrò con un’unica spinta facendola gridare di autentico piacere…sotto di loro tutti erano all’oscuro di quei due giovani persi nell’oscurità…



    Pompava avanti e indietro mettendo le mani sopra quelle di lei e stringendole…

    “Buffy sei così calda, così bagnata…” il fiato caldo le solleticava il collo.



    Lei chiuse gli occhi godendo con quello sconosciuto che stava regalandole l’orgasmo più erotico, eccitante e selvaggio che avesse mai provato.

    I loro bacini si urtavano e la crescente velocità con cui si muovevano l’uno dentro l’altro fece arrivare tutti e due all’apice.



    “Buffyyyy….oh Dio……” stava venendo, si riversò completamente in lei che nel momento dell’orgasmo guardava di sotto con gli occhi sbarrati.



    “Spikeeeeee, sììììììììììì….non smettere….sìììììì” venne sentendo le loro essenza unirsi e mescolarsi.



    Non più in grado di reggersi in piedi caddero sfatti uno sull’altro nel divano.



    CAPITOLO 4



    Elisabeth si girò nel sonno e si andò a scontrare contro qualcosa…o meglio qualcuno!!

    Aprì leggermente gli occhi e vide quel diavolo platinato nudo che dormiva accanto a lei.

    Sospirò ricordandosi della notte trascorsa saltando nel suo letto come una pazza scatenata.



    Dopo il sesso al Bronze si erano leggermente ripresi e montando sulla moto di Spike erano giunti fino al suo appartamento…lì avevano continuato a ‘ballare’ per molte ore consecutive, per poi addormentarsi prima dell’alba. L’avevano fatto tre volte quella notte, anzi, contando anche la volta al Bronze erano state quattro…ridacchiò.



    Si sentiva piacevolmente stanca…si alzò leggermente sul letto e osservò la stanza, con i raggi che si infiltravano dalle finestre si aveva un’immagine piacevolmente chiaroscurale…una riproduzione dell’urlo di Munch era appesa dietro la porta, un grande specchio era posizionato sopra un mobile e l’armadio color noce aveva un’anta aperta dalla quale si vedevano una marea di vestiti…

    Vicino alla finestra c’era un mobiletto con la tv e un paio di sedie.

    Guardò la sveglia sul comodino erano le dieci passate.

    Decise di andarsene e appuntò un biglietto sul cuscino di Spike.

    Faticò un po’ prima di ritrovare i vestiti e il perizoma non riuscì proprio a ritrovarlo!!

    Si diede un’aggiustata davanti allo specchio e guardando un’ultima volta quel diavolo dal viso d’angelo uscì.





    William dormiva beato, era felice e stranamente rilassato…nei suoi sogni rivedeva Buffy che gli chiedeva ogni volta di rifare l’amore, sempre più forte, sempre con più passione…si girò nel letto cercandola, ma non c’era nessuno.



    Aprì gli occhi preoccupato e il cuore iniziò ad accelerare…dove era finita? Non era certo un letto freddo il risveglio che si era immaginato!!

    Sul cuscino c’era un post-it colorato.



    “2033-1289, è il mio numero: se non vuoi che rimanga solo un bel ricordo…Buffy”



    Caspita…quella ragazza ci sapeva davvero fare, adesso lo teneva sulle spine…facendolo decidere di sua iniziativa come se per lei fosse indifferente…William si alzò dal letto completamente nudo e si cacciò sotto la doccia.

    Aveva ancora gli odori di lei addosso: il profumo vanigliato, l’odore del suo sudore, della sua pelle di fata, il balsamo al cocco dei suoi capelli…



    Accese il getto gelido e con un brivido che gli fece venire la pelle d’oca si strofinò con il bagnoschiuma alla menta…se Buffy voleva il gioco duro lo avrebbe avuto.

    Lui, William Shelby non era certo il tipo che corre dietro alla prima gonnella con cui va a letto. In passato aveva perso la testa per una donna, Harmony e si era ripromesso di non cadere più così in basso al punto di diventare lo schiavetto del sesso di una donna.

    Con Harmony era successo, lui ne era davvero innamorato, ma lei lo vedeva solo come un corpo su cui sfogare i proprio bollenti e perversi spiriti…sperando che imparasse ad amarlo, si era fatto usare per troppo tempo…

    Cercò di scacciare quel collegamento tra Buffy e Harmony e uscì dalla doccia legandosi uno stretto asciugamano bianco in vita.



    Le goccioline scivolavano impertinenti sul suo corpo tonico e sensuale…lo sguardo era fisso su un punto davanti a se e decise che avrebbe buttato il numero di Buffy. Anzi, andò in camera prese il post-it, lo fece a pezzettini e lo gettò nella spazzatura in cucina.

    Si vestì è uscì dall’appartamento che fino a qualche tempo prima aveva condiviso con l’amata madre…doveva andare dal padre e scusarsi per la scenata della sera prima e magari avrebbe anche accettato l’idea di conoscere la sorella.







    Elisabeth era tornata in taxi alla villa e cercando di non far caso alle insistenti occhiate che l’autista le dava uscì sbattendo la portiera.



    Trovò Drusilla in giardino che curava le sue rose blu…la donna le gettò un’occhiata fugace, ma penetrante, “Allora angioletto hai passato una buona serata?”



    Elisabeth si fermò davanti a lei chiedendosi come potesse essere così ‘fredda’, non si preoccupava nemmeno un po’ del fatto che saltasse da un letto all’altro e soprattutto…da un membro all’altro.

    “Sì Dru ottima serata…tu e Rupert?” chiese con interesse.



    Gli occhi le si illuminarono ma restò calma “Abbiamo parlato di un po’ di cose angioletto…adesso mi sembri abbastanza sbattuta, vai a farti una bella doccia e poi ne parliamo va bene??”



    “Sì hai ragione…Dru?”



    “Mmm” fece la donna ritornando alle rose.



    “Non è che siete tornati insieme, vero?” Elisabeth temeva la risposta.



    “Non sta più con la segretaria e comunque no, non siamo tornati insieme…poi ti spiegherò tutto con calma, ma ricorda che faccio tutto per il tuo bene”



    “Questo mi preoccupa abbastanza” rise Elisabeth incamminandosi verso l’entrata della villa.



    “Vedrai angioletto, torneremo insieme tutti e quattro” pensò Drusilla ridendo.



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    Carina.. mi è paiciuto leggerla... I ruoli che hai dato ai personaggi mi piacciono molto: Dru la madre svampita e assente , Xander l'autista rosicone... ahahha
    Complimenti per la creatività!! :D
     
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3 replies since 20/1/2013, 14:45   411 views
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