Shiny di Ash_carpenter

Gattini!Spangel, completa

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    Ho trovato questa ficlet deliziosa e non ho resistito a tradurla.
    E' veramente una cosa carinissima e vi consiglio di leggerla. *w*
    Manca soltanto il finale, ma siccome sono stanca lo posto domani. I commenti, come sempre, sono graditi, ed ecco l'autorizzazione:


    ash_carpenter on January 2nd, 2013 10:17 pm (UTC)

    They are adorable, aren't they? Please feel free to translate!


    La versione originale la potete trovare qui: http://ash-carpenter.livejournal.com/154774.html





    Shiny






    Spike si stiracchiò, svegliandosi nel calore del sole che filtrava attraverso i vetri necro-temperati e scaldava il suo corpo nudo. Sentiva una strana, seppur piacevole, vibrazione nel torace e le sue orecchie pizzicavano al brontolio.

    Aspetta, cosa?

    I suoi occhi si spalancarono e Spike si trovò a fissare il soffitto da una strana prospettiva. Una coppia di appendici pelose riempiva la sua vista. Spike cercò di scacciarle via con le mani ma queste si mossero e – oh, dannazione, erano zampe quelle?

    Reclutante, il vampiro guardò il suo corpo.
    “Cazzo,” ringhiò. Solo che uscì fuori più come, “Mreow.”



    -




    “Non so! Li ho trovati così.”

    Wesley annuì rivolto a Fred. Tentare di sembrare saggio e grave, piuttosto che divertito, era difficile. Angel e Spike – almeno, tutti supponevano fossero Angel e Spike – erano acciambellati ai lati opposti del divano e si fissavano, gli occhi ridotti a fessure e le orecchie appiattite.

    “Mew.”

    “Mroar.”

    “Mew.”

    La coda del gattino beige si mosse, agitata.

    “Mroar. Mow.”

    Wesley ebbe la chiara impressione che ‘mow’ significasse idiota nella lingua dei gatti.

    “Chi vorrebbe trasformarli in gattini?” Wesley s’interrogò, chiedendosi se fosse appropriato comprare loro della birra. Le maledizioni erano di facile risoluzione, solo imbarazzanti per i due vampiri. E, visto che i due avevano speso gran parte della settimana irritando Wesley, invischiandolo nei loro ridicoli dibattiti e rompendo preziosi artefatti nel suo ufficio durante i loro azzuffamenti, l’ex osservatore era alquanto a corto di empatia.

    “Non so,” disse Fred in un’alzata di spalle, sorridendo deliziata alla vista di Angel che leccava la sua coda e la sfregava contro il pelo appiattito della sua testa. “Forse qualcuno che vuole rendere il mondo un posto più adorabile!”

    Angel le sibilò contro e tentò di allontanarsi dal divano, mentre la scienziata tubava e serrava le mani come a volerlo afferrare. Sfortunatamente, il gattino non riuscì a scappare in tempo e dovette lagnarsi rumorosamente mentre veniva accoccolato tra le braccia di lei.

    “Mew!” obbiettò, le orecchie appiattite contro il cranio.

    “Chi è un gattino furbino spuccino?” sorrise Fred, solleticandogli il rotondo pancino.

    Spike cominciò a fare le fusa, compiaciuto dallo spettacolo.

    “Credi che siano ancora vampiri?” domandò Wesley con distaccata curiosità.

    “Gattini vampiri?” L’espressione di Fred si aggrottò. “Questo sarebbe strano.”

    Wes raggiunse il divano e pizzicò Spike, guadagnandosi un sibilo indignato. Provò ancora e tirò la lunga coda gialla di Spike, quando questi si alzò sulle sue gambe squadrando ogni centimetro della sua sagoma.

    “Cosa fai, bullo?” domandò Fred, impegnata a soggiogare un dissidente Angel che non voleva farsi accarezzare. Il gattino le morse un dito, in avvertimento. I suoi occhi divennero grandi per l’oltraggio, quando la scienziata gli picchiò il naso.

    “Sto provando a vedere se assume l’aspetto di vampiro. Negli interessi della scienza, è chiaro,” spiegò Wes, rivoltando Spike sulla schiena e serrando le sue zampette ribelli.

    “Awww, guarda il suo piccolo broncio!”

    “Mreow! Mroar! MOW!”

    “Credo che mi stia minacciando.” Disse Wesley, sopprimendo a malapena un risolino. “Beh, credo si possa dire con certezza che se Spike avesse potuto sfoggiare i canini, l’avrebbe già fatto.”

    “Mroar.”

    Non appena Wesley lo lasciò andare, Spike saltò giù dal divano e atterrò col suo set di unghie su una gamba dell’osservatore. Almeno, sul materiale che componeva i suoi pantaloni. Rimase a mezz’aria, miagolando e tentando senza successo di mordere l’umano attraverso la stoffa.

    “Tenero,” disse Wes, staccando la piccola palla di pelo per il collo e riposizionandola nel divano.

    Spike si allontanò immediatamente, leccando con noncuranza la sua coda, rifiutandosi di riconoscere la sconfitta.

    Angel si agitava furiosamente, miagolando quelli che dovevano essere frasi, fino a che Fred non lo ripose nuovamente sui cuscini vicino a Spike. Il gattino si fece prossimo al compagno schioccando la coda.

    “Noi stiamo andando a vedere se la situazione può essere risolta,” promise lei. “Voi due state qui e comportatevi bene, okay?”

    Il paio di sguardi indifferenti che Fred ricevette probabilmente non costituivano un segno d’assenso. E tuttavia la scienziata scosse il capo. “Bene.”

    Wesley la seguì fuori dall’ufficio. Prima di chiudere la porta puntò il dito contro i gattini e disse “E non rovinate l’arredamento …” Ridacchiò, non appena chiuse la porta.

    I gattini sibilarono insieme.







    Angel e Spike si ignorarono con successo per due interi minuti e mezzo.

    Poi, un incidentale scontro di code causò una lieve zuffa, terminata con Spike che si alzava dal divano – per sua volontà, è chiaro! Come evidenziato dall’incurante maniera di ignorare Angel, leccando in modo compiaciuto i suoi affondi.

    E fu allora che la vide. La Cosa Luminosa e Ondeggiante.

    Nella sua precedente incarnazione, avrebbe probabilmente dismesso la questione senza un secondo sguardo – dopo tutto, la corda imperlata per le tende, che si muoveva a causa dell’aria condizionata e brillava al sole, non sarebbe stata alquanto affascinante per un vampiro.

    Adesso, invece? Assolutamente irresistibile.

    Spike si acquattò e strisciò sotto la scrivania, spiando la Cosa Luminosa con tutta l’astuzia e l’abilità che possedeva. Una volta che riuscì ad approssimarsi a tre piedi dall’insospettabile minaccia, il gattino oscillò le anche preparandosi al colpo.

    Fatto!

    Spike batté la corda, trionfante prima che questa si spostasse nell’aria cosicché lui fosse pronto a ribatterla immediatamente.

    Angel sedeva sul bordo del divano, gli occhi enormi, inchiodati sulla scena, e le orecchie spalancate. Dio, quel gioco sembrava così divertente!

    Di una cosa era sicuro: non avrebbe lasciato che Spike monopolizzasse la meraviglia che era la Cosa Luminosa e Ondeggiante.

    Silenziosamente, il gattino saltò giù dal divano e raggiunse il luogo dell’azione. Con un miagolio scacciò via Spike.

    “MOW!” protestò lui, istintivamente mostrando l’intero set di affilatissime unghie. Non avrebbe permesso un affronto del genere: aveva visto la Cosa Luminosa per primo, maledizione!

    “Mew!”

    Allontanati dalla mia Cosa Luminosa!

    “Mreow!”

    Quella è la mia Cosa Luminosa, stupido!

    “Moar!”

    Tutte le tue Cose Luminose mi appartengono!

    “Mraw!”

    Perché ti prendi la Cosa Luminosa? L’ho vista prima io!

    “Mowar!”

    Perché voglio tutto ciò che è luminoso e tuo!

    Onestamente, qualcosa in quello scambio di battute era fastidiosamente familiare.

    Spike finì con l’esaurire tutto il fiato che possedeva e sputò la coda scura a cui aveva dato un bel morso. Impressionato, si mosse e incidentalmente graffiò il naso di Angel, così profondamente da farlo sanguinare.

    “Meeeeewl,” pianse Angel, ritraendosi immediatamente e carezzando il suo naso con la coda. Azzardò anche una leccata sul doloroso squarcio e chinò il capo, nel tentativo di sedare il dolore. Mentre arretrava verso una gamba della scrivania, esalò un lieve miagolio.

    “Mrew?” chiese Spike, risultando imbarazzato e in cerca di perdono.

    Poiché non ottenne alcuna risposta, si mosse in avanti.

    Angel lo fissava in modo accorto, sembrando un cucciolino imbronciato e ferito più di quanto qualsiasi gattino avesse il diritto di sembrare. Si tese lievemente, ma i suoi muscoli non collaborarono e Spike poté carezzarlo gentilmente sul naso, come a dire “hai qualcosa qui.”

    Angel roteò gli occhi.

    Spike emise un piccolo suono di protesta quando la sua coda venne scacciata, ma Angel non aveva sfoderato gli artigli.

    Il povero ragazzo sembrava decisamente ferito, nonostante la lacerazione al musetto fosse lieve.

    “Murr.”

    Angel inclinò il capo di lato, adorabilmente confuso.

    “Murr,” ripeté Spike. Dio, Angel era lento di comprendonio ed a Spike non piaceva ripetersi, soprattutto quando si stava scusando. Non gli piaceva scusarsi una volta, figurarsi due.

    “Mew?”

    Sbuffando appena, Spike avvicinò il volto al naso di Angel e lo annusò. Quando divenne evidente che il gattino più grande non l’avrebbe attaccato per vendetta, Spike si fece ancora più vicino e leccò dolcemente il taglio.

    Angel incrociò gli occhi tentando di vedere la lingua di Spike che leccava la sua ferita. Era curiosamente piacevole.

    Nell’esatta vaga maniera in cui Spike sapeva che mettersi a caccia di una corda sarebbe stato noioso in normali circostanze, sapeva anche che coccolare Angel non era un comune hobby per lui.

    Ma Angel era morbido e sapeva di buono e … oh, stava facendo le fusa!

    Timidamente, Angel sfregò la sua faccia contro quella di Spike e prese a leccare il suo orecchio. Spike poté sentire l’inizio del brontolio delle fusa nel suo stesso petto. Il gattino beige sentiva la fastidiosa paura che avrebbe potuto pentirsene ad un certo punto, ma era difficile negare quanto comodo e fantastico tutto sembrava.

    I gattini si mossero in cerchio per un momento. Poi, Angel spinse piano Spike verso la porzione di tappeto che si scaldava al sole della finestra. Una volta arrivati, i due si sistemarono, si stiracchiarono, premendo i corpi vicini, dal retro delle zampe alle spalle.

    “Mroar.”

    Angel leccò il naso di Spike e sfregò la sua guancia. Le fusa di Spike s'intensificarono.

    Completamente sfiancati dalla breve lotta e dall’enorme sforzo di essere gentili l’uno con l’altro tanto per cambiare, i gattini scoprirono di essere insonnoliti. Caldi, comodi e socievoli, si addormentarono insieme alla luce del sole.




    TBC
     
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  2. keiko89
     
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    OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH



    E' dolcissima, tenerissima, TANTO AMORE!


    Non riesco a far un commento sensato sono tutta "awh" e occhioni dolci!


    Attendo il finale ♥
     
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    Non sono spuccissimi e tenerissimi!
    Ecco il finale della storia. Spero vi sia piaciuta. ù__ù







    “Oh mio Dio, sono così cariiiiiiiini!” mormorò Fred, serrando le mani al petto. “Non possiamo lasciarli così? Per favore?!”

    Wesley dovette ammettere d’essere tentato. Tuttavia Angel era marginalmente più utile in qualità di CEO e nella sua forma vampirica.

    Beh, possibilmente.

    L’ex osservatore mormorò il necessario incantamento e bruciò le erbe che aveva portato con sé in una ciotola, rivolgendo a Fred uno sguardo apologetico. Non appena realizzò la posizione in cui Angel e Spike si sarebbero svegliati, dovette sopprimere un piccolo e malvagio ghigno, che nascose a Fred passando la mano sulla bocca.

    I piccoli batuffoli di gioia si tramutarono all’istante in due uomini decisamente cresciuti e nudi, vampiri da così tanto tempo da scansarsi istintivamente dalla luce che brillava innocua sulla loro pelle.

    “Argh! Oh.”

    “Cazz … non importa.”

    Entrambi spesero qualche secondo per riprendersi e, una volta che riuscirono, congelarono istantaneamente.

    “Come vi sentite?” chiese Wesley, sollecito. “Sembrate disgustosamente intimi.”

    Accigliato, Angel non si mosse dal punto esatto in cui premeva contro un decisamente nudo – e completamente attraente – Spike. Invece, il vampiro indicò la porta dell’ufficio.

    “Fuori! Entrambi.”

    “Ehi, non è stata colpa nostra!” protestò Fred con un broncio, prima di borbottare. “Mi manca gattino Angel!”

    “Non m’importa. Vattene.”

    “Beh, c’è qualcuno che si sveglia burbero dopo il riposino?” Wesley cercò di non scoppiare a ridere quando Angel gli ringhiò contro e prese Fred per il braccio, conducendola all’uscita. “Andiamo, lasciamoli liberi di offendersi e discutere sino a che si sentiranno sicuri della loro mascolinità.”

    “Sei licenziato, Wesley. Sono serio.”

    “Sì, sì … ci vediamo dopo.”

    Nuovamente soli, Spike ghignò e avvolse le braccia attorno ad Angel, roteando i loro corpi sino a trovarsi sopra di lui, stirandosi nel lussurioso calore del sole e lasciando aderire le loro erezioni.

    “Grazie a Dio ci hanno fatti tornare come prima,” commentò Angel, afferrando il sedere di Spike e lasciando scivolare le sue dita tra le natiche. I pollici opponibili erano una figata.

    “Dannazione, sì.” Concordò Spike.

    Wesley avrebbe potuto pensare ciò che voleva delle loro attività post-feline, ma apparentemente aveva dimenticato un fatto molto importante: i gattini non potevano eccitarsi.

    E, adesso, Angel e Spike avevano quattro ore perdute da recuperare.






    Fine. :3
     
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  4. keiko89
     
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    Davvero carinissima questa storia, mi ero persa il finale ma ho recuperato!





    adesso andranno a farsi le coccole! XD


    Complimenti all'autrice e grazie per averla tradotta ♥
     
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3 replies since 3/1/2013, 02:04   90 views
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