School relationship

di **spike's fan 4ever**

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    School Relationship Completa


    Autrice : spike’s fan forever
    Rating : NC17
    Coppie : Buffy / Spike (e chi altrimenti?)
    Disclaimer : è tutto di joss…ecc..ecc… sapete già che non scrivo a scopo di lucro, ma solo per puro piacere personale.



    Buffy viveva a Los Angeles e si trasferisce a Sunnydale, durante il suo primo giorno di College, incontra Willow Xander e Tara e si è innamora follemente del suo professore, William,anche lui ricambia i suoi sentimenti. Ma Buffy nasconde un segreto lei è la cacciatrice e William? William si scoprirà essere il suo osservatore. Nel frattempo, l'acerrimo nemico di Buffy escogita la sua vendetta ....



    (Buffy POV)

    Capitolo 1

    Era una bellissima giornata, i raggi del sole illuminavano il mio volto riscaldandolo … camminavo lentamente tra le vie di Sunnydale osservando minuziosamente il paesaggio. Mi ero trasferita da poco più di una settimana in quella piccola città , minuscola in confronto a quella in cui abitavo, ovviamente prima che i miei genitori mi cacciassero di casa . Ebbene si… ero sola ,lì, in quella cittadina, non conoscevo nessuno e quello era il mio primo giorno di università , contavo almeno di fare amicizia con qualche compagno di corso , sono una socievole io!
    Guardai l’orologio che tenevo al polso e sgranai gli occhi per poi iniziare a correre più veloce che potevo. Erano le 8.30 dannazione! Il mio primo giorno di università ed ero già in ritardo! Ci avrei pensato due volte prima di perdermi ad osservare un’altra volta il paesaggio!
    Con il fiatone riuscii a raggiungere l’università in poco più di cinque minuti e ancora correndo entrai all’interno dell’edificio raggiungendo la classe della facoltà di psicologia. Spalancai la porta ed avevo già preparato in mente tutto il mio discorso per porre le mie scuse al professore o alla professoressa quando mi accorsi che quest’ultimo/a non era ancora arrivato/a infatti c’era schiamazzo e tutti gli studenti chiacchieravano tra loro amichevolmente. Sospirai di sollievo rimanendo impalata ad osservare l’aula in cui mi trovavo. All’improvviso la confusione cessò e i miei pensieri vennero interrotti da un leggero tossicchiare alle mie spalle. Mi voltai lentamente e mi impalai nuovamente osservando il gran pezzo d’uomo che avevo davanti.

    - oh scusami tanto!- esclamai arrossendo facendogli spazio per passare. Lui sorrise divertito e indicò con lo sguardo i posti a sedere.

    Io , ancora rossa in viso annuii brevemente per poi voltarmi e raggiungere quasi correndo un posto in cui sedermi e aspettare in religioso silenzio l’arrivo del professore. Scorsi una ragazza dai capelli rossi che mi fece cenno di andare a sedere vicino a lei, le sorrisi e appena la raggiunsi mi presentai subito stringendole la mano.

    - Mi chiamo Buffy, molto piacere e….grazie!- esclamai.

    Sentivo già che io e lei saremmo diventate ottime amiche. Lei mi sorrise stringendo ancora la mia mano

    - Molto piacere Buffy! io mi chiamo Willow! Ma dimmi… come ti sembra il professore?- mi chiese sedendosi e io , a sua volta, imitandola risposi.

    - Beh… non saprei…io sono nuova ! appena arriverà ti saprò dire!- dissi e iniziai a preparare il quaderno e la penna per prendere i miei appunti…speravo solo di non avere nessun tipo di problema a seguire la lezione attentamente.

    Mi voltai e osservai Willow che mi guardava con un’espressione shockata in viso per poi voltarsi e indicarmi con un cenno della testa la cattedra dove stava seduto… oh mio dio!

    - non…non dirmi…che….- balbettai diventando per la seconda volta in pochi minuti rossa come un pomodoro .

    Quando la vidi annuire sorridendo imbarazzata sentii le mie forze cedere e cercai in tutti i modi di nascondermi dalla visuale del professore .

    <benissimo Buffy! hai già fatto la tua figura da perfetta idiota! Dovrebbero darti il premio oscar!! >

    La lezioni procedette abbastanza bene, superato l’imbarazzo iniziale smisi di nascondermi e iniziai a prendere appunti sul mio quaderno. Fortunatamente non ebbi alcun tipo di problema a seguire…tranne le poche volte in cui mi incantavo ad osservare il corpo sinuoso del professore che spiegava camminando avanti e indietro vicino la cattedra, ma è meglio sorvolare su questo argomento. Non appena la lezione finì decisi che sarei andata a porgere le mie scuse al professore per avergli mancato di rispetto poco prima dandogli del tu…ma cavolo! Si può sbagliare a volte nella vita… < soprattutto se quello che ti sta davanti è simile ad una statua di un dio greco!> i miei pensieri mi portavano in tutt’altra strada che porgere le mie scuse e scossi la testa per scacciare quei pensieri che andavano via via facendosi sempre più osceni. Mi avvicinai lentamente alla cattedra e tossicchiai come per rendere nota la mia presenza.
    Lui alzò lo sguardo dal libro che stava consultando e mi guardò.Per un attimo mi sentii come se stessi per precipitare da un precipizio (scusate per il gioco di parole…) e sentii le mie gambe farsi improvvisamente molli non appena incontrai i suoi occhi incredibilmente blu come l’oceano.
    Perché ero andata li a parlargli? A già…le mie scuse…il mio cervello elaborava frasi concrete ma la mia bocca si rifiutava di emettere qualsiasi suono.
    Il suo sguardo si fece interrogativo aspettando che io parlassi , ma ormai la salivazione era scomparsa e il mio cuore prese a battere furiosamente nel mio petto.

    < Buffy stai facendo la figura dell’idiota! E per la seconda volta per giunta! > pensai e finalmente mi decisi a parlare, anche se forse era meglio star zitta.

    - io….- iniziai per poi fermarmi istantaneamente.

    - Lei…- disse lui e la sua voce mi provocò dei brividi lungo tutta la schiena.

    Come mai non mi ero accorta prima di quanto fosse sensuale la sua voce?

    < forse perché eri troppo impegnata ad osservare il suo fondoschiena Buffy?> disse una piccola voce nel mio cervello. Scossi nuovamente la testa e lo sguardo di lui si fece più preoccupato.

    - Si sente bene? – mi chiese e si alzò dalla sedia per venirmi vicino.

    < non potevi stare fermo lì no? Sta per venirmi un infarto…>

    - Chi ? io? – dissi arrossendo sempre di più fino a raggiungere un colore simile al viola

    quella stupida voce non la smetteva di mettermi sempre più in agitazione e dopo avere preso un lungo respiro continuai

    .- sto bene! Anzi…benissimo! Io… io volevo chiederle scusa per averle dato del tu poco …poco fa! Ecco … tutto qui! - dissi infine alzando la testa decisa ma quando incontrai il sorriso di lui me ne pentii amaramente.

    - Non si preoccupi signorina…-

    - Summers. Buffy Summers. – dissi con voce tremolante continuando ad osservare le sue labbra.

    - Signorina Summers… allora arrivederci.-

    Lo guardai ancora una volta e annuii per poi uscire velocemente dall’aula maledicendomi . Mi sarò sbagliata , ma mi sembrò di sentire una risata provenire dalla stanza da cui ero appena uscita, ma decisi di lasciar perdere. Per quel giorno avevo già fatto abbastanza brutte figure. .

    < stupida! Stupida Buffy!!hai fatto la figura della perfetta imbecille!>

    Non appena uscii dall’edificio scorsi Willow seduta su una panchina in compagnia di un ragazzo così decisi di essere discreta e non mi avvicinai. Contavo di rivederla il giorno dopo a lezione.
    Ma come avrei potuto guardare in faccia il professore dopo la figura che avevo fatto poco prima? Le mie guance divennero color porpora mentre pensieri sconci iniziavano nuovamente ad affollare la mia mente, fortunatamente furono interrotti immediatamente da qualcuno, che stava chiamandomi. Mi voltai e incontrai il dolce sorriso di Willow. Le feci un segno di saluto con la mano ma lei mi fece segno di avvicinarmi , e cosi feci.

    - ciao Willow- poi mi voltai verso il ragazzo che avevo notato poco prima e gli sorrisi porgendogli la mano che lui prontamente strinse.

    – piacere , io sono Buffy.- dissi sedendomi poi accanto alla mia nuova amica.

    - Ciao Buffy , io sono Xander. Allora…come ti è sembrata la lezione del professor Shelby?- mi chiese e per me fu la fine. Allargai gli occhi con stupore e deglutii a fatica.

    < Shelby…è così che si chiama…> cominciai ad agitare le mani nervosamente e a boccheggiare cercando di dire qualcosa di sensato.

    Era passata solo un’ora e già i miei rapporti sociali stavano andando a farsi benedire. Mentre la mia mente si sforzava di elaborare una frase di senso compiuto senza nessun tipo di riferimento sessuale Willow e Xander mi guardavano un po’ preoccupati.

    - Ti senti bene? – mi chiese Willow poggiando una mano sulla mia spalla.

    <maledizione perché pensano tutti che io stia male? Dico, è normale sbavare davanti ad un tipo così da…wow! O no? Forse sono io quella strana!? Forse tutte le ragazze lo considerano un uomo ripugnante…e sono io quella con i gusti strani! Ma cosa posso farci se ha quel fondoschiena…oddio basta Buffy! Stop stop!!>

    La mia mente era ormai lontana dalla realtà e nel frattempo io continuavo i miei ragionamenti contorti mentre i miei neo-amici si preoccupavano sempre di più per me.

    - Buffy???!- urlarono all’unisono e fu allora che ritornai nel mondo reale.

    - Uh?- mi limitai ad esclamare guardandoli con occhi sognanti. Poi fortunatamente mi ripresi e sfoderai uno dei miei migliori sorrisi – scusate…ma…stavo pensando che… devo ancora comprare il libro su cui dovrò studiare!- esclamai infine cantando interiormente vittoria.

    Entrambi si guardarono un po titubanti ma poi annuirono sorridendo

    – ok Buffy , io vado…ci vediamo domani allora?- mi disse infine Willow che si alzò seguita da Xander .

    Dopo avermi salutata , insieme si incamminarono e fu allora che potei tirare un sospiro di sollievo.
    Ma forse avevo cantato vittoria troppo presto, una voce calda e suadente arrivò alle mie orecchie e le mie gambe diventarono improvvisamente molli.

    - signorina Summers. –

    Mi voltai e benedii la panchina che in quel momento stava almeno sorreggendomi. Se fossi stata in piedi non credo che sarei riuscita a rimanerci.

    - s…si?- dissi e mi fermai a guardare i suoi occhi molto simili al cielo di quel giorno.

    < oddio potrei perdermi dentro quell’oceano> pensai mentre continuavo a guardarlo inebetita.

    - Come mai ancora qui? Aspetta qualcuno?- mi chiese per poi sedersi accanto a me.

    Il cuore prese a battere velocemente , sembrava quasi che stesse lottando contro il mio torace per poter uscire di lì. Appena sentii il profumo di lui , un misto di UOMO e tabacco , sentii la testa girare vorticosamente, ma mi sforzai di rispondere decentemente, non potevo rischiare di fare un’altra brutta figura. Così dissi

    – veramente no… ero qui con Willow ed un suo amico , ma sono appena andati via…-

    Lui annuì e si appoggiò contro lo schienale della panchina sospirando.

    – le è piaciuta la lezione?- mi chiese dopo e io fui riportata nuovamente alla realtà.

    < uffa ! possibile che non si possa nemmeno fantasticare un po?>

    - si. Abbastanza. – risposi abbassando lo sguardo sentendo già le mie guance infiammate.

    < insomma…dammi un po di tregua…è troppo per me, sono ancora giovane io! Non vorrai farmi morire …oddio quelle mani…sono stupende…>

    - quanti anni ha?- la mia bocca aveva deciso tutto quanto da sola e la tappai subito con la mia mano accorgendomi della mia domanda inopportuna.

    Insomma…adesso lui avrebbe pensato che io ci stessi provando! Non era affatto così!!

    < si che ci stai provando Buffy…pagheresti per averlo nel tuo letto anche solo per una notte!>

    Ed ecco che quella maledettissima voce iniziava nuovamente a farmi sentire sempre di più in imbarazzo. Decisi di scacciarla ed esclamai, purtroppo a voce alta.

    – no! Perché io la notte non ci sono mai! Ho il mio lavoro!-

    Ecco fatto, perfetto Buffy! Abbassai lo sguardo ormai certa che di lì a poco mi sarei scavata la fossa sotto terra dalla vergogna.
    Lo sentii ridere di gusto e non trovai nemmeno il coraggio di fronteggiarlo e dirgliene quattro tanto era il mio imbarazzo in quel momento.

    - mi scusi signorina Summers… ma la trovo una ragazza estremamente divertente. Ma una cosa mi incuriosisce…lavora di notte? – mi chiese diventando improvvisamente serio.

    <e adesso perché ha questa espressione? Cosa gliene importa se cacci…lavoro di sera?? > ripresi a giocare nervosamente con le mie mani e risposi cercando di assumere un tono sicuro.

    - si…lavoro….io caccio….caccio i cani!- esclamai sgranando poi gli occhi rendendomi conto dell’assurdità appena detta.

    La sua espressione si fece interrogativa e si avvicinò ancora di più a me provocandomi un brivido lungo la schiena.

    – capisco….- mi disse, poi continuò con aria divertita – lavora in un canile quindi….-

    Stufa delle provocazioni di quell’imbecille… < imbecille sexy…hey! Buffy! Che dici?? Imbecille e basta! Niente sexy…> mi alzai di scatto dalla panchina e con sguardo furente esclamai

    – senta, non voglio perdere un secondo di più a farmi prendere in giro da lei, quindi me ne vado! Arrivederci professor Shelby!- così mi incamminai con passo deciso ma non appena lo sentii chiamarmi mi fermai e mi voltai lentamente.

    - Buffy? –

    < oddio quel nome pronunciato dalle sue labbra suona così….bello.> stavo perdendomi di nuovo nel mio mondo quando lui continuò.

    - ventinove- mi disse ma quando incontrò il mio sguardo interrogativo continuò. – ho ventinove anni.- :shifty:

    Edited by spuffy.29 - 21/5/2013, 09:45
     
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    Capitolo 2

    Vi è mai capitato di cercare con tutte le vostre forze di smettere di pensare a qualcosa e non riuscirci? Beh…è esattamente quello che successe a me quel pomeriggio quando tornai a casa .
    Le immagini del mio professore si rifiutavano categoricamente di sparire dal mio cervello…e soprattutto l’ultima frase che udii quella mattina. Ventinove anni. Quando me lo disse il mio cervello rimase sconnesso per circa 10 secondi. Poi però mi voltai con espressione indignata e mi diressi a passo spedito verso Revello Drive.
    Professore da strapazzo…come aveva osato umiliarmi in quel modo?? Solo perché aveva un corpo da favola e due occhi altrettanto belli si sentiva libero di prendere in giro me?? Se solo sapesse chi sono !!
    Decisi di porre fine a quegli assurdi pensieri e di mettere da parte, almeno momentaneamente, la rabbia. Mi alzai lentamente dal divano e quando osservai l’orologio appeso sulla parete di fronte a me rimasi stupita … non mi ero accorta si fosse fatto così tardi. Mi avvicinai alla finestra e osservai fuori spostando leggermente la tendina. Il sole stava ormai per tramontare… e i miei fantasmi si sarebbero svegliati…come ogni notte.
    Decisi di farmi una doccia veloce e salii al piano di sopra chiudendomi la porta del bagno alle spalle. Non appena fui dentro la doccia e il getto dell’acqua mi colpì il viso mi sentii rinvigorita…poggiai la testa sulle mattonelle lasciando scorrere l’acqua lungo il mio corpo e di nuovo la mia testa tornò dove era stata per l’intero giorno.

    < oddio ma basta!! Ti infili in ogni pensiero! Lasciami un attimo di tregua…>

    Rividi i suoi occhi , così belli e profondi, e quei capelli…di quel colore così assurdo che lo rendevano tremendamente sexy… aprii di scatto gli occhi e scossi la testa arrossendo.

    < basta! È il momento di focalizzarsi su altro…>

    Un’ora dopo ero già in cammino tra le vie di Sunnydale… mi persi di nuovo ad osservare il paesaggio attorno a me come era accaduto quella mattina…mi ritrovai a paragonarlo con Los Angeles… la caotica città degli angeli. Lì avevo lasciato tutto…la mia famiglia…i miei amici…alzai gli occhi al cielo scacciando le lacrime che ormai premevano sui miei occhi…non avrei mai lasciato che loro vincessero.
    I miei pensieri furono interrotti bruscamente da una voce che esclamava il mio nome. Willow mi corse incontro felice, aveva in mano dei libri e adesso i suoi capelli non erano più sciolti ma legati in una coda di cavallo. Ricambiai il suo sorriso e la salutai

    - ciao Willow! Come mai in giro a quest’ora?-

    - beh potrei farti la stessa domanda…- mi disse sorridendo imbarazzata.

    Mi irrigidii istantaneamente cominciando a pensare ad una scusa valida , annotando mentalmente di cancellare l’assurdità del lavoro al canile. Arrossii e abbassai lo sguardo non avendo trovato ancora nulla da dire.

    - è ok. – la sua voce mi costrinse a sollevare lo sguardo stupita e lei continuò – non c’è bisogno che tu me lo dica… -

    Annuii sorridendo e mi guardai attorno imbarazzata. Il mio sguardo fu poi catturato dai libri che stringeva al petto. Notando la mia curiosità lei indietreggiò lentamente e si congedò salutandomi frettolosamente.
    Mi sarò sbagliata …ma mi sembrò di avere letto la parola wicca in uno di quei libri… Feci spallucce e ripresi a camminare < che parola strana!>
    Quando arrivai al cimitero i miei sensi si misero in allerta, mi guardai attorno nervosamente cercando di sentire qualcosa…ma niente. Niente di niente. Decisi di abbassare la guardia e il mio cammino si fece ancora più lento.

    - ma non potevano scegliere qualcun altro per questo compito?- esclamai sbuffando annoiata.

    Ebbene si. Io ho un compito… all’età di sedici anni mi fu messa sulle spalle un’enorme responsabilità… Per anni mi sentii ripetere la solita filastrocca…

    “Per ogni generazione c'è una prescelta che si erge contro i vampiri, i demoni e le forze del male…lei è la cacciatrice.”

    E’ questo che sono, niente di più.

    Ogni giorno combattevo contro tutte le specie di demoni possibili e inimmaginabili,ogni mattina mi svegliavo e mi domandavo se sarebbe stato quello il giorno della mia morte.

    E per questo che mi trovavo senza famiglia, senza amici. I miei genitori , dopo l’ennesimo guaio, avevano deciso che era giunto il momento che io diventassi indipendente e responsabile di me stessa. Ma come potevano sapere che io lo ero già ormai da quasi sei anni? Come potevano sapere che la biblioteca della mia università era andata a fuoco perché ero stata accerchiata da una quarantina di vampiri e che dovevo sventare l’ennesima apocalisse? Se quei vampiri fossero usciti da quell’edificio a quest’ora la popolazione di Los Angeles sarebbe stata dimezzata.
    Ma non potei spiegarglielo purtroppo,così eccomi lì. A convivere giorno per giorno con il mio destino.

    Fu un attimo e i miei sensi si misero subito in allerta. Sentii un fruscio alle mie spalle lentamente infilai la mano nella tasca del giubbotto pronta ad estrarre il mio fedele amico. Mister punta.
    Non appena lo sentii nella mia mano mi voltai lentamente e lo vidi. I suoi occhi gialli e la sua fronte deforme non mi provocarono nessun brivido di paura. Sollevai il braccio pronta a combattere stringendo saldamente nella mano il mio paletto.
    Non appena lo vidi cambiare espressione, che divenne leggermente timorosa, ghignai divertita.

    Ero pronta,quella era la mia notte speciale.

    La prima lì a Sunnydale.

    La bocca dell’inferno.


    Il ringhio della bestia che avevo di fronte arrivò alle mie orecchie e una scarica di adrenalina mi attraversò tutto il corpo.

    Io ero fatta per questo. Per cacciare.

    Improvvisamente il vampiro si scagliò contro di me ma con un’agile mossa riuscii a scansarlo e gli diedi un pugno sul viso, facendolo capitolare rovinosamente per terra.

    - cos’è? Non sei in forma?- esclamai stringendo sempre più forte il paletto.

    Si asciugò il rivolo di sangue che scendeva dal suo labbro inferiore e fece per alzarsi. Ma non gli diedi nemmeno il tempo di colpirmi… conficcai velocemente e duramente il paletto nel suo cuore e in un attimo di lui rimase soltanto polvere.

    - primo vampiro… una schiappa! E siamo sulla bocca dell’inferno!- esclamai alzando le braccia e gli occhi al cielo.

    Mi guardai attorno ma nessun altro vampiro avanzò… feci spallucce e ripresi a camminare. Questa volta in direzione del mio letto, morbido e caldo, che stava aspettandomi con ansia.
    Quando uscii dal cimitero il mio passo si fece più veloce,tanta era la fretta di tornare a casa .
    Non era stata una ronda eccezionale, mi aspettavo certamente una diversa accoglienza e sicuramente vampiri più forti…ma ero certa che prima o poi avrei incontrato qualcuno che mi avrebbe dato filo da torcere. Avevo bisogno di questo... Combattere.
    In un attimo i miei pensieri tornarono alla mia famiglia e mi chiesi stupidamente cosa stessero facendo loro in quel momento. Scossi la testa per scacciare via quei pensieri assurdi e allungai ancora più di prima il mio passo.

    < dolce letto…sto per arrivare…>

    Improvvisamente il mio viso sbattè contro qualcosa… alzai immediatamente lo sguardo pronta a fare le mie scuse ma le parole mi morirono in bocca.
    Blu….blu erano gli occhi in cui stavo affogando… mi sorrideva divertito osservando la mia bocca leggermente dischiusa per lo stupore.

    - Signorina Summers…a quest’ora in giro per Sunnydale… non lo sa che è pericoloso?- mi disse e io mi risvegliai dal mio stato di torpore.

    Indietreggiai lentamente e con sguardo deciso gli risposi.

    - Non penso siano affari suoi professor Shelby…e poi anche lei è qui.-

    Purtroppo non riuscii a sostenere il suo sguardo con decisione quando una sua mano si avvicinò a scostarmi una ciocca di capelli che avevo davanti gli occhi e le mie gambe si fecero improvvisamente molli.

    < panchina? Dove sei?? Mi hai abbandonata?>

    Perché? Perché dovevo sciogliermi come burro caldo quando lui mi guardava o sfiorava innocentemente? Perché il mio corpo sussultava quando lui era presente?

    - passerotto…non ti scaldare!!- mi disse con aria divertita avendo notato sicuramente il mio “stato”
    Boccheggiai non appena quella parola arrivò alle mie orecchie…

    < come…oddio…passerotto?? Mi hai chiamata passerotto?? Penso che perderò i sensi a breve…>

    Come al solito la mia bocca parlò a sproposito , e invece di sorvolare su come mi aveva apostrofata , fece tutt’altro.

    - p…passerotto??- esclamai balbettando mentre le mie gote diventavano scarlatte.

    Indietreggiai nuovamente e continuai a boccheggiare come un pesce…mi sentivo proprio un’idiota.

    - Scusami…ti da fastidio essere chiamata così?- mi chiese ghignando sempre di più divertendosi a mettermi in imbarazzo.

    Scossi la testa in senso di diniego e cominciai a giocare nervosamente con le mie mani. Quell’uomo riusciva a mettermi a disagio, qualunque cosa facesse. Ma dove era finita la cacciatrice che pochi minuti prima aveva polverizzato con le sue sole forze un vampiro??

    - non hai ancora risposto alla mia domanda…- disse all’improvviso cogliendomi di sorpresa.

    Lo guardai interrogativamente inarcando un sopracciglio – quale domanda?- gli chiesi avvicinandomi senza accorgermene.
    Lui rise di gusto ma quando incontrò il mio sguardo, ora più vicino di prima, si fece improvvisamente serio.

    – cosa ci fai così tardi da queste parti? È pericoloso…- mi disse allacciando i suoi occhi ai miei .

    Mi sentii morire…il mio cuore prese a martellare furiosamente nel mio petto e la salivazione andò a farsi benedire.

    < perché?? Perché devo sentirmi così!!!!!!!!!>

    - ho appena finito di lavorare…- esclamai improvvisamente chiudendo istantaneamente la bocca.

    < ma porca miseria Buffy! Un attimo zitta non ci sai stare??>

    Si avvicinò ancora di più e in quel momento solo una frase echeggiava nel mio cervello

    < sta per baciarti Buffy… il professore sta per posare le labbra sulle tue…> maledetta vocina! Sparisci! Lasciami in pace e fammi godere questo attimo pienamente!!

    Quando arrivò ad un soffio dalle mie labbra sussurrò – beh Buffy…dovresti pulirli i tuoi bei cagnolini… ti hanno lasciato un po di polvere lì…- e indicò il mio giubbotto di pelle.

    Ansimai e sgranai gli occhi comprendendo come al solito in ritardo il senso della sua frase. Abbassai lo sguardo e osservai il mio giubbotto e lo rialzai incontrando nuovamente il suo sguardo serio.
    Allungò una mano e pulì via la polvere dall’indumento…tornò a guardarmi e un lieve sorriso si dipinse sul suo volto.

    - non pensare che io non voglia farlo…solo non posso. – mi sussurrò a fior di labbra per poi voltarsi e sparire ingoiato dal buio di quella sera.

    Rimasi per alcuni secondi imbambolata ad osservare il punto in cui era sparito, quando la sua ultima frase mi tornò a mente. Aggrottai le sopracciglia confusa…

    - eh?!!!-

    TBC
     
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  3. piccola06
     
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    Ok, questa storia è davvero stupenda e ti ringrazio infinitamente per averla tradotta. Buffy incoerente davanti a William la adoro :D L'ultima frase poi ... hihihihi a quanto pare anche lui è attratto. Non vedo l'ora di leggere il resto!!
     
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    CITAZIONE (piccola06 @ 7/11/2012, 06:41) 
    Ok, questa storia è davvero stupenda e ti ringrazio infinitamente per averla tradotta. Buffy incoerente davanti a William la adoro :D L'ultima frase poi ... hihihihi a quanto pare anche lui è attratto. Non vedo l'ora di leggere il resto!!

    Si è vero è molto bella, ma non è tradotta è italianissima, ed era stata scritta da Clara una siss, che frequentava questo forum, io lo solo trascritta nuovamente...cmq sono contenta che ti piaccia! :lol:
     
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  5. piccola06
     
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    ah scusa c'hai ragione non avevo visto in che sezione l'avevi messa :cute: che figura!!! Comunque ti ringrazio lo stesso perchè senza di te non avrei potuto leggerla :D
     
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    ....Nessun problema, mi sembrava solo giusto specificare, tutto qui.

    ...E visto che apprezzi tanto questa storia, il capitolo 3 lo dedico proprio a te, Federica, giusto???




    Capitolo 3

    Il mattino dopo fu lo squillo del mio cellulare a farmi ridestare. Aprii gli occhi e mi misi seduta di scatto guardandomi attorno confusa. Mi voltai ed osservai con odio il cellulare poggiato sul comodino accanto a me che continuava imperterrito a squillare.
    - chi diavolo è a quest’ora? – esclamai arrabbiata afferrando l’odioso oggetto.
    Un secondo prima di premere il tasto ok il telefono smise di squillare e una miriade di imprecazioni fuoriuscirono dalla mia bocca…ma non sto qui a ripeterle, sarebbe poco educato.
    Mi alzai dal letto borbottando e mi diressi spedita verso il bagno…una bella doccia era quello che ci voleva! Poi sarei andata direttamente all’università.
    Ed ecco che la serata precedente mi tornò in mente, soprattutto la sua conclusione… spiacevole o piacevole non saprei dirlo… diedi un leggero pugno al muro e scossi ripetutamente la testa per scacciare l’immagine di quell’uomo così bello e dannato dalla mia mente.
    Era più forte di me…mi era entrato nelle vene. Non riuscivo a smettere di pensare a lui …e mi arrabbiavo per questo…! Perché io ero la cacciatrice…non avevo tempo per la mia vita privata.
    Il mio compito era quello di cacciare i vampiri, non di sbavare dietro al professore più bello e più sexy dell’università! Mi avrebbe solo dato distrazioni e non avrei potuto adempiere al mio dovere correttamente.
    Mi immaginavo già camminare sognante tra i cimiteri con la bava alla bocca e gli occhi a cuoricino…così distratta da finire tra le grinfie di un vampiro ed essere uccisa in un batter d’occhio.

    Ma allora di cosa avevo più paura io?

    Di non portare a termine il mio compito o…della morte?
    Quella morte che io già avevo vissuto, anche se solo per pochi secondi…perché c’era stato lui a salvarmi…

    Un vampiro che salva una cacciatrice.

    Strano a dirsi…ma così accadde. Anche se solo per puro interesse personale lui mi salvò.
    Quello che poi divenne il mio più acerrimo nemico mi aiutò a sfuggire alla morte…Angelus.
    Si chiamava così…voleva che io passassi dalla sua parte. Ma ovviamente non accettai…provai ad ucciderlo, ma non ci riuscii …
    Forse in fondo gli ero grata per ciò che aveva fatto per me... Così lo lasciai libero, libero di continuare ad uccidere gente innocente. E ancora adesso il mio animo di cacciatrice mi rimprovera per questo.

    Quando uscii dalla doccia mi vestii rapidamente e guardai soddisfatta l’orologio. Erano ancora le otto. Quella mattina avrei potuto camminare con calma per raggiungere il campus.
    Sgranai gli occhi quando mi ricordai di non avere ancora acquistato il libro di testo assegnatomi dal professor Shelby.
    < bravissima Buffy…dove avevi la testa?? Forse al fondoschiena del tuo prof?>
    - no no no! Mai e poi mai! Niente fondoschiena…niente occhi…niente di niente! Non c’è nessun professore Shelby tra i miei pensieri!- esclamai chiudendomi la porta di casa alle mie spalle ed iniziando a camminare.
    Ma all’improvviso la frase della sera prima mi ritornò in mente.

    - non pensare che io non voglia farlo…solo non posso.-

    Cosa voleva dire quella frase? Feci spallucce e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai già davanti l’università. Scorsi Willow seduta su una panchina sempre in compagnia di quel ragazzo…
    < Xander…se non erro è questo il suo nome. > pensai avvicinandomi ai due .
    - salve ragazzi!- esclamai facendo loro un cenno di saluto .
    - hey Buffy… oggi hai fatto presto ! – mi disse Xander facendomi spazio, così mi sedetti accanto a lui.
    Annuii e risposi – già… quando posso evito di arrivare in ritardo…- dissi poi voltandomi verso Willow . Quest’ultima aveva un’aria imbarazzata…forse pensava ancora all’incontro della sera prima. – hey Willow…cosa c’è?- le chiesi infine sorridendole.

    - ehm…niente… p…perché? Ho qualcosa di strano? – mi chiese balbettando e le sue guance divennero immediatamente rosse.

    Scossi la testa in senso di diniego e le posai gentilmente una mano sul braccio per rassicurarla.
    - nulla…è ok. – le dissi infine alzandomi. Guardai l’orologio allacciato al mio polso e sbuffai. – è già ora di entrare ragazzi…andiamo?- dissi loro ,che prontamente si alzarono annuendo e mi seguirono. Mi sentivo bene e a mio agio con loro…ma chissà perché avevo il cuore in subbuglio…una miriade di interrogativi affollarono la mia mente già persa e quando entrai in aula il respiro parve fermarsi, insieme al mio cuore.
    Stava sorridendomi dolcemente oppure avevo cominciato ad avere le allucinazioni all’improvviso?
    Sbattei più volte le palpebre per sincerarmi di non avere avuto le travecole …ma lui era ancora lì…così bello e dannatamente sexy!
    Ed ecco che ricominciai… inutile dire che il resto della lezione lo trascorsi osservandolo minuziosamente e sospirando ogni tanto riconoscendo che quell’uomo non aveva nessun difetto. Proprio niente di sbagliato…
    Quando tutti si alzarono per lasciare l’aula essendo la lezione finita, mi si avvicinò e io mi sedetti immediatamente…. Era meglio evitare svenimenti e brutte figure quella mattina!
    - signorina Summers… vedo che oggi è arrivata in orario…- mi disse mentre sulla sua faccia si disegnava un sorriso divertito.
    Ecco cos’era! Si divertiva a prendermi in giro! E io come una stupida glielo lasciavo fare! Assunsi un’espressione seria e indignata allo stesso tempo e lentamente mi alzai poggiando poi le mani sul tavolo con fare autoritario. – si…prestissimo professore! Ora se non le dispiace…- risposi prendendo la mia borsa pronta a lasciare quell’aula che per me stava diventando piano piano troppo stretta.
    Ma una presa ferrea mi costrinse a fermarmi. Abbassai lo sguardo e vidi la sua mano circondare il mio polso. Una scarica elettrica mi percorse tutto il corpo e tremai. Lo desideravo…e se non avessi avuto una dignità e se quello non fosse stato il mio professore penso proprio che avrei lasciato prendere il sopravvento al mio istinto.
    - non te ne andare…- mi sussurrò avvicinandosi al mio orecchio scostandomi una ciocca di capelli.
    Tutta la mia autorità di poco prima svanì nel momento in cui il suo naso sfiorò la mia guancia e il suono roco e sensuale della sua voce raggiunse le mie orecchie.
    Era uno stregone? Aveva fatto un qualche tipo di incantesimo su di me? Chiusi gli occhi …ma li riaprii di scatto quando sentii la sua mano scorrere lungo il mio collo per poi posarsi lieve sulla mia guancia.
    - ieri avevo detto che non potevo…- sussurrò nuovamente guardandomi negli occhi questa volta. – ma non ce la faccio a resistere…- continuò poi avvicinandosi sempre di più al mio viso.
    Da quel secondo in poi divenni gelatina nelle sue mani e la vocina che la sera prima mi aveva torturata in sua presenza tornò nuovamente a farmi visita …non ricordo esattamente ciò che disse… ero troppo occupata a scrutare negli occhi di quell’uomo.
    - cosa…?- chiesi ma non feci in tempo a finire la frase. La bocca di lui si impossessò della mia dapprima dolcemente… da li perdemmo il controllo della situazione, e io stessa tutt’ora non riesco a ricordare come sia successo il tutto.

    Ricordo solo la sua lingua che con foga cercava la mia e mi invitava in una dolce danza , le sue mani che mi accarezzavano lentamente e sensualmente le braccia per poi sfiorarmi un seno che subito si tese sotto quel lieve tocco.
    Beh…ecco…E’ vero ...ho mentito. Ricordo ogni singolo istante, ogni singola sensazione …ma cavolo…come potrei dimenticare un momento così??
    Le mie mani , che fino a quel momento erano rimaste ferme sia per lo shock iniziale che per la mia paura di non essere all’altezza , adesso accarezzavano minuziosamente ogni singolo centimetro della sua schiena…e …

    < cavolo! Non mi ero accorta che fossi così muscoloso!>

    Sento i suoi muscoli tendersi sotto il mio tocco e i gemiti provenienti dalle labbra di lui ancora ancorate alle mie mi danno potere . Sento che mi desidera e questo mi piace . Questa sensazione provoca in me una miriade di brividi di eccitazione che percorrono tutta la mia schiena.
    Posso sentire indistintamente il suo membro già pronto strusciare contro la mia coscia e senza nessun controllo le mie mani scendono a sfiorare il rigonfiamento dei suoi pantaloni.
    Lui geme ancora iniziando a sfibbiare uno per uno i bottoni della mia camicetta e dentro di me prego che questa lenta agonia finisca al più presto.

    < insomma! Strappami questo sottile indumento e prendimi lì! Sul banco! >

    Come se mi avesse letto nel pensiero l’agonia termina e lui inizia a spingermi lentamente verso il banco continuando nel frattempo ad accarezzarmi un seno.
    Gemo di piacere stringendomi sempre di più a lui , chiedo di più… voglio di più. Sento ormai il freddo legno del tavolo sulle mie spalle, sono distesa e le mie gambe sono già nude e dischiuse e non me ne sono nemmeno resa conto.

    - passerotto…ti desidero così tanto…- mi sussurra nell’orecchio.

    Ed io, non appena udii la sua voce roca piena di desiderio mi sentii come riscossa e lo spinsi via. Non so ancora perché… ( e me lo chiedo tuttora infatti…)
    Sgranai gli occhi osservando poi i miei vestiti sparsi sul pavimento insieme ai suoi.

    < Oddio! Stavo per fare sesso con il mio professore!!>

    Alzai lo sguardo ( evitando accuratamente di soffermarmi..lì..insomma avete capito) e lo vidi passarsi una mano tra i capelli imbarazzato. Decisi di ignorarlo e con un piccolo balzo scesi dal banco e raccolsi frettolosamente i miei vestiti che poi indossai con altrettanta fretta.
    Per tutto il tempo lui rimase fermo con la testa china , fui io a rompere quell’imbarazzante e fastidioso silenzio.

    - io…beh ecco…- iniziai ma fui interrotta dalla mano di lui che si alzò a mezz’aria facendomi segno di smettere di parlare.

    Annuii e presi la mia borsa. Gli rivolsi un ultimo sguardo imbarazzato ed uscii a passo spedito dall’aula lasciandolo lì solo e svestito.
    Inutile dire quante volte fui tentata di ritornare indietro sui miei passi e di abbandonarmi tra le sue braccia ma la mia dignità e il mio dovere mi impedivano ovviamente tutto ciò.
    Una volta uscita dall’edificio come al solito vidi Willow seduta sulla solita panchina questa volta non in compagnia di Xander. Mi avvicinai sorridendo e mi sedetti accanto a lei che sussultò non essendosi accorta di me.

    - scusa Willow…ti ho spaventata…- le dissi sorridendo questa volta imbarazzata.

    Lei scosse la testa e ricambiò il mio sorriso.

    - no… non preoccuparti… ero solo soprappensiero, tutto qui ! – rispose aggrottando poi le sopracciglia. – ma tu che ci fai ancora qui? La lezione è finita da un quarto d’ora! – continuò poi.

    Le mie guance si fecero paonazze mentre il ricordo di ciò che era accaduto pochi istanti prima ritornava nella mia mente. Cosa avrei potuto dirle? Sai Willow ero in classe e stavo quasi per farmi il professore più bello e più sexy del pianeta? Naa… scossi la testa decisa iniziando a mettere in moto il mio cervello…

    < insomma Buffy! Possibile che non sai mai trovare una scusa plausibile??>

    - beh io…ero…- iniziai continuando nel frattempo a pensare a cosa dirle… poi come colta da un’illuminazione sorrisi e continuai – in biblioteca! –

    Willow aggrottò nuovamente le sopracciglia – ma Buffy…la biblioteca è chiusa per lavori di ristrutturazione… - mi disse ed lì entrai nel panico più totale.

    - beh…ecco…sono finiti i lavori! Oggi era aperta …altrimenti io come avrei fatto a prendere il mio libro …- risposi poi convinta pregando che se la bevesse.
    Gli occhi di Willow si illuminarono e si avvicinò di più a me – davvero? Che libro hai preso?? – mi chiese e fortunatamente l’arrivo di una ragazza abbastanza alta con dei capelli lunghi e biondi mi salvò da una gaffe sicura.

    - W…Willow…- disse la ragazza e la mia amica alzò lo sguardo per incontrare il suo.

    Le guardai imbarazzata e mi alzai stringendo la mia borsa con fermezza.

    - beh Willow io devo andare… ci vediamo domani a lezione…- dissi indietreggiando lentamente, ma lei nemmeno mi ascoltò.

    - Tara…-
     
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  7. piccola06
     
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    Ah che bello hai già inserito un nuovo capitolo e me l'hai addirittura dedicato, sono lusingata. Comunque si mi chiamo Federica :D Hai ragione adoro questa storia, mi è piaciuta dal momento in cui ho letto la trama e più leggo più mi piace. Il fatto che William si sia lasciato andare mi è piaciuto tantissimo... non si può fare niente contro l'attrazione fisica; ora sono proprio curiosa di sapere che rapporto c'è tra Tara e Willow anche se penso di immaginarlo. Aggiorna presto ok? :D
     
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    Capitolo 4

    A volte mi chiedo se si può essere così imbecilli nel prendere le proprie decisioni…ero lì da circa mezzora , seduta sulla mia piccola poltrona col mento poggiato sulle ginocchia a torturarmi la testa chiedendomi se avessi fatto la cosa giusta…insomma… avevo lasciato lì il mio professore, mezzo nudo e con una mano tra i capelli …in quel secondo mi sentivo così scema…
    Un’altra ragazza al posto mio non si sarebbe lasciata sfuggire quell’occasione…sarebbe stata ancora lì, tra quelle forti braccia a farsi stringere e a gemere di piacere per le carezze ricevute da quelle mani stupende…
    Sospirai capendo quanto fosse inutile continuare a torturarmi…

    - non puoi tornare indietro Buffy…- dissi a me stessa ad alta voce alzandomi e dirigendomi verso la cucina.

    Gelato. Questo era quello che ci voleva dopo tutto quello che era accaduto quel giorno.

    Aprii con svogliatezza il piccolo sportello del freezer e iniziai la mia ricerca. Dov’era finito il gelato?

    Cibo surgelato, cibo surgelato, CIBO SURGELATO!

    Niente gelato. Avevo dimenticato di acquistarlo.

    Alzai gli occhi al cielo , e come avevo aperto lo sportello lo richiusi con altrettanta svogliatezza, seguita questa volta da un leggero filo di rabbia.
    Mi guardai attorno con le mani sui fianchi come indecisa sul da farsi… erano ancora le quattro di pomeriggio…era ancora presto per la ronda.
    La mia attenzione fu catturata improvvisamente dal telefono fissato nella parete davanti a me.
    Per un attimo fui tentata di chiamarli…ma la paura prese il sopravvento.

    < Se loro non avessero voglia di parlare con me? Se mi chiudessero il telefono in faccia al suono della mia voce? >

    Scossi la testa e mi allontanai dalla cucina dirigendomi a passo spedito verso il piano di sopra…forse avrei potuto trovare qualcosa da fare per occupare il tempo…quando entrai in bagno e vidi una pila di vestiti ancora da lavare raccattati in un angolo abbassai le spalle frustrata…

    Tutto…

    Ma non il bucato.

    ********

    Circa tre ore dopo ero già tra le vie di Sunnydale pronta per la mia solita routine quotidiana…ogni sera la stessa storia…ogni sera caccia.
    Senza nemmeno accorgermene arrivai davanti il cimitero e con estrema agilità scavalcai il cancello atterrando poi in piedi dall’altra parte.

    Subito i miei sensi di cacciatrice mi misero in allerta e dopo avere estratto con decisione il mio paletto dalla tasca della giacca iniziai a correre sapendo già dove dirigermi.
    Un fruscio alle mie spalle mi fece improvvisamente fermare e mi voltai lentamente sapendo già cosa mi aspettava…

    - hey! Ma non avete altro da fare voi che spaventare delle povere fanciulle indifese? – dissi con il mio solito sarcasmo…quello non mi abbandona mai!
    La creatura dinanzi a me mi guardò confusa per poi ghignare, già convinto che sarei stata la sua prossima vittima … o per meglio dire …pasto

    - che c’è? Perché sorridi? Avanti togliti quella brutta maschera e va via prima che chiami la polizia…- dissi assumendo un finta espressione leggermente impaurita.. mi piaceva prenderli in giro per poi vedere la loro faccia sbalordita un secondo prima di polverizzarli… e poi se devo dire la verità, a Los Angeles mi divertivo di più…lì a Sunnydale i vampiri erano tutti fessacchiotti alle prime armi… mentre nella città degli angeli un combattimento non durava meno di dieci minuti.


    - Oh piccola…non sai proprio in che guai ti stai cacciando…- disse il vampiro di fronte a me continuando a ghignare divertito…non sapendo però che in quel momento ero io quella che si stava divertendo maggiormente!

    Feci spallucce e mi avvicinai a lui lentamente, quando fui a meno di cinque centimetri dal suo viso il suo ringhio arrivò alle mie orecchie…e lì fui io a sorridere. Presi il mio fedele paletto che poco prima avevo riposto nuovamente nella tasca della giacca e lo polverizzai istantaneamente.
    Sfortunatamente la polvere di quello stupido vampiro con una folata di vento ricoprì tutto il mio giubbotto.

    - eeww! Che schifo! – dissi disgustata spolverando poi la giacca con le mani.

    Improvvisamente un urlo ruppe il silenzio che regnava quella notte e lasciai perdere immediatamente il mio giubbotto ricominciando a correre . La voce che sentii sembrava quella di una giovane ragazza , qualche demone o qualche vampiro l’aveva sicuramente aggredita.
    Quando arrivai a destinazione vidi la ragazza, tremante, accasciata a terra con le spalle poggiate al tronco di un albero ma non era sola.
    Due uomini stavano combattendo contro un grosso demone e se la cavavano anche bene! Non riuscii a vederli in faccia ma uno dei due indossava un lungo spolverino nero in pelle. Questo smise di combattere e si avvicinò alla ragazza che ad occhi sgranati osservava incredula la scena dinanzi a lei. Non riuscii a sentire quello che le disse ma pochi secondi dopo la vidi scappare via .
    Decisi di smettere di rimanere lì ferma impalata ad osservare il combattimento e di darmi da fare per aiutare nel combattimento l’uomo più anzianotto. Mi avvicinai e quest’ultimo, notando la mia presenza, si voltò verso di me guardandomi stupito. Il demone approfittandosi della sua distrazione gli diede un pugno facendolo cadere rovinosamente al suolo .

    - hey! Perché te la prendi con i più deboli! – esclamai correndo poi verso di lui e assestandogli un poderoso calcio su quella che avrebbe dovuto essere la sua pancia. Con una mossa veloce mi ritrovai alle sue spalle e con estrema rapidità gli spezzai il collo lasciando poi che si accasciasse per terra.

    Mi avvicinai all’uomo che era ancora shockato e disteso al suolo e lo aiutai a mettersi seduto.
    - come sta? È ferito? – gli chiesi aggrottando poi le sopracciglia notando il suo sguardo confuso.
    - Che c’è? Quella confusa dovrei essere io…insomma…che ci faceva qui con quell’uomo a combattere contro un demone? – chiesi divenendo poi seria aspettando la sua risposta.

    L’uomo sgranò gli occhi e iniziò a guardarsi attorno – William…- sussurrò poi alzando nuovamente lo sguardo su di me.

    - si quell’uomo sembra essere scappato… forse ha avuto paura.- dissi facendo spallucce aiutandolo poi ad alzarsi.

    Lui scosse la testa e sorrise divertito – non credo proprio signorina…?-
    - Buffy. Mi chiamo Buffy – risposi continuando a sorreggerlo .

    - Buffy… molto piacere…il mio nome è Rupert…-

    Aggrottai le sopracciglia confusa mentre lo osservai pulirsi gli occhiali con un lembo della camicia continuando a sorridere divertito. Mi stava forse prendendo in giro?? Forse era qualche vecchio maniaco che per attirare l’attenzione aveva deciso di farsi uccidere da un demone!
    Scossi la testa scacciando via quell’assurda idea…insomma…non c’era bisogno di rischiare la propria vita per attirare l’attenzione di una ragazza…e poi…alla vista di quel demone sarebbe scappato chiunque.
    Quindi forse era me che voleva attirare… la cacciatrice. Anche questo impossibile…insomma chi sapeva dell’esistenza della prescelta?? O forse no…
    Con ancora quella miriade di interrogativi in testa mi decisi a fargli qualche domanda.

    - cosa ci faceva qui? Voleva per caso farsi ammazzare? No perché ci stava quasi riuscendo…- dissi con voce tagliente lasciando la presa sul suo braccio sicura che ce l’avrebbe fatta da solo a sorreggersi.
    Lui sgranò gli occhi per poi continuare a sorridere e i miei nervi stavano già per arrivare al limite…lo sentivo. Incrociai le braccia al petto cominciando poi a sbattere il piede per terra in attesa di qualche risposta che però tardava ad arrivare. – allora? Cosa c’è? Il demone le ha tagliato la lingua? – continuai sempre più arrabbiata.

    - scusami Buffy …- disse smettendo di sorridere.

    Scusa Buffy…SCUSA BUFFY? era tutto lì quello che riusciva a dire?? Ecco…la mia pazienza era andata a farsi benedire e la parte aggressiva di me emerse senza ritegno. Presi il vecchietto per il bavero della giacca sollevandolo a pochi centimetri da terra e quasi urlai per quanto ero furiosa .
    - insomma! Ci vuole così tanto a dirmi che voleva attirarmi qui? Farsi uccidere da un demone…e per cosa se non per avvicinarsi a me??? –
    Per un attimo scorsi paura in quegli occhi azzurri che mi guardavano cercando di rimanere impassibili e non mostrare alcuna emozione , così mi calmai un po e lo lasciai.

    - uh…siamo aggressive eh? Comunque arriviamo al sodo…non avevo idea di chi tu fossi…ma dopo averti vista combattere ho capito…ho a che fare con voi tutti i santi giorni…vampiri, demoni , cacciatrici. –

    Per un attimo rimasi in silenzio cercando di comprendere il significato di quella frase…

    ho a che fare con voi tutti i santi giorni…

    chi era quell’uomo? La mia testa formulava da sola la risposta ma io mi rifiutavo categoricamente di accettarla…insomma…non poteva essere… assolutamente no!
    In un attimo i flashback di quel maledetto giorno ritornarono a torturarmi…chiusi gli occhi appoggiandomi ad una lapide vicino a me cercando di scacciare via le immagini.
    Quando li riaprii Rupert era davanti a me e mi osservava preoccupato

    - ti senti bene? Sei forse ferita? – mi chiese e nella sua voce scorsi ansia…la sua stessa ansia…

    Scossi la testa cercando di abbozzare un sorriso …

    - no…non sono ferita…sto benissimo. Ma chi è lei? Insomma…cosa voleva dire quella frase? – chiesi sperando con tutta me stessa di aver capito male.

    - mi stupisce che tu mi stia chiedendo una cosa così ovvia…- disse aggrottando le sopracciglia e sfilandosi nuovamente gli occhiali per poi ricominciare a pulirli scrupolosamente.
    Quando incontrò il mio finto sguardo interrogativo sgranò leggermente gli occhi sospirò indossando le sue lenti ormai splendenti. Così dopo pochi secondi , che per me sembrarono un’eternità , egli diede la risposta che già in cuor mio sapevo.

    - mai sentito parlare di osservatore? –

    Al suono di quella parola il mio cuore prese a battere furiosamente nel petto. Sgranai gli occhi sentendo sempre di più il bisogno di un appiglio e la mia mano strinse sempre di più il pezzo di pietra a cui ero appoggiata, fino a far diventare bianche le nocche.
    Sapevo già che dal mio viso lui aveva compreso la mia muta domanda… ma non rispose e questo mi mise ancora di più l’angoscia. Avevo bisogno di sapere…sapere se il consiglio aveva deciso di inviarmi un altro osservatore… perché io non volevo.
    Non volevo nessuno che sostituisse lui… me l’avevano strappato via e ne avevo sofferto, tanto. Non potevo rischiare che accadesse di nuovo…

    <preferisco non avere nessuna guida, cavarmela da sola invece che assistere nuovamente alla morte di una persona a me cara senza poter far nulla per impedirlo>
    .
    La sua voce mi fece sobbalzare distogliendomi dai miei pensieri . Mi voltai a guardarlo e incontrai il suo sorriso timido.

    - non vorrei che tu avessi frainteso… - disse aggrottando poi le sopracciglia notando il mio sguardo impaurito. – o forse si? – continuò avvicinandosi nuovamente a me.

    Scossi la testa e presi un respiro prima di iniziare a parlare

    - io… io vorrei sapere soltanto una cosa… ho capito perfettamente che lei è un osservatore , ma…- mi fermai osservando la sua testa scuotersi in senso di diniego.

    - no …non il tuo…- mi disse per poi sorridere sinceramente.

    Tirai un sospiro di sollievo e ricambiai timidamente il sorriso per poi abbassare lo sguardo imbarazzata non sapendo più cosa dire. Fu lui a interrompere il silenzio che si era creato .

    - bene Buffy…adesso devo andare… chissà, forse ci rincontreremo… - mi disse voltandosi e iniziando a camminare verso l’uscita del cimitero.

    - aspetti! – urlai per poi pentirmene amaramente. Avevo così tante domande da fargli… domande che mi ero sempre fatta e a cui non avevo mai saputo trovare delle risposte… ma ovviamente il mio orgoglio non mi permise di formularle. Così mi limitai a domandare :

    - è sicuro che stia bene? non è ferito? –

    Si voltò e scosse la testa sorridendo amaramente

    - tranquilla Buffy…sto bene. Arrivederci. – disse per poi voltarsi nuovamente e riprendere il suo cammino.

    Rimasi lì ad osservare la sagoma dell’uomo che piano piano scompariva dalla mia visuale per poi voltarmi sospirando osservando il corpo del demone morto minuti prima ancora per terra. Mi chiesi se era il caso di far sparire il cadavere… ma feci spallucce voltandomi nella direzione che poco prima aveva preso l’uomo. Per quella sera sarei tornata a casa , la ronda era finita…la mia doccia mi aspettava impaziente , così come il mio letto.
    Quella sera era particolarmente fredda, tirava un forte vento che sembrava tagliarmi il viso per quanto era gelido.
    Mi strinsi maggiormente al mio giubbotto abbracciandomi , continuando il mio cammino verso casa.
    Mi ritrovai a ripercorrere nella mia mente gli avvenimenti di tre anni prima e le lacrime che poco prima avevo cercato di ricacciare indietro premevano nuovamente nei miei occhi desiderose di solcare le mie guance , mostrando alla luna di quella notte che pian piano veniva nascosta dalle nuvole che stavano imbrunendo ancora di più il cielo , quanto la cacciatrice fosse in realtà debole e sensibile. Che non era ciò che sembrava ogni volta che impugnava il suo paletto.

    L’arte del combattere , del cacciare , non era solamente una qualcosa che possedevo dentro di me , non era soltanto forza che scorreva nelle mie vene.

    Mi era stata insegnata.

    Ore ed ore trascorse ad allenarmi insieme a lui … il mio osservatore .

    Ebbene si , anche io ne avevo uno…ed è stato strappato alla vita sotto i miei occhi , senza che io potessi fare qualcosa per impedirlo . Non mi ero mai sentita così inutile e impotente come quel giorno.
    Il tutto successe in un attimo , e il nome del colpevole è solo uno : il Maestro. E i denti di quest’ultimo erano affondati sul mio collo mentre un suo fedele servo poneva fine alla vita del mio osservatore.
    Così mi ritrovai sola, senza nessuna guida e soprattutto senza l’unica persona che in quel periodo della mia vita mi capiva. L’unico con cui condividevo il peso che gravava sulle mie spalle.

    Ancora persa nei ricordi mi ritrovai davanti la porta di casa senza nemmeno rendermene conto. Presi con svogliatezza le chiavi dalla tasca del mio giubbotto quando sentii un ringhio alle mie spalle.

    < devo essere davvero stanca…i miei sensi di cacciatrice non mi hanno proprio avvisata…>

    Mi voltai incontrando poi le iridi gialle della bestia che mi osservava. Riposi nuovamente le chiavi nella tasca e sbuffai.

    - senti…sono stanca, puzzo di demone e sono anche di malumore…quindi facciamo una cosa veloce ok? – esclamai afferrando dalla stessa tasca delle chiavi il mio paletto e scagliandolo poi dritto contro il suo cuore.

    E di lui rimase soltanto polvere.

    Polvere e nient’altro.

    Capitolo 5

    Quel giorno il sole era talmente caldo che si faticava a respirare, la gente attorno a me camminava frenetica, forse troppo ansiosa di tornare a casa e posizionarsi dinanzi al condizionatore d’aria. Cosa che, sinceramente, avrei tanto voluto fare anche io, se solo avessi avuto il condizionatore!
    Aumentai anche io il mio passo sventolandomi di tanto in tanto una mano davanti il viso cercando di farmi un po di vento… cosa che ovviamente era impossibile, visto che anche all’ombra c’erano la bellezza di 40° gradi.

    Era una settimana che non vedevo Rupert, ed una settimana che saltavo le lezioni all’università. Stavo seriamente pensando di abbandonare i corsi e trovarmi un lavoretto… di quello vero però! Quello dove ti pagano per ciò che fai… Con l’università e la storia del cacciare i vampiri al tramonto non avevo il tempo materiale per un lavoretto… stavo entrando in bancarotta e il mio portafoglio piangeva.
    I miei pensieri furono improvvisamente interrotti da un picchiettio sulle mie spalle. Mi fermai e mi voltai incontrando lo sguardo euforico di Xander.

    - Ciao Xander! Come stai? – gli chiesi sinceramente interessata, era dal giorno del mio piacevolissimo “incontro ravvicinato” con il professor Shelby che non lo vedevo. Arrossii al ricordo di quegli occhi che mi spogliavano con un solo sguardo, e mi concentrai nuovamente sul mio amico che rispose prontamente alla mia domanda.

    - Bene… molto bene e tu? – mi chiese guardandosi attorno. Sembrava quasi che fosse imbarazzato!

    - Benissimo! Stavo giusto andando al supermarket a comprare qualcosa per il pranzo, tu invece? Cosa ci fai da queste parti? –


    - Oh nulla! Passeggiavo… non ti stavo seguendo! Cioè… volevo dire… non vorrei che tu pensassi che io ti stessi pedinando… insomma… è stata una coincidenza! Una pura e semplice coincidenza! Quindi…-


    Lo interruppi e sorrisi alla sua goffaggine – Hey Xan! tranquillo… nessuno ti sta dicendo che mi stavi seguendo!-

    Egli annuì vigorosamente e mise le mani nelle tasche dei suoi jeans. Perché era così nervoso??

    - Beh … io vado… ci vediamo… presto! Ciao! – mi disse praticamente dileguandosi.

    Feci spallucce e ripresi a camminare in direzione del supermarket, ma quando mi voltai andai a sbattere contro qualcuno…

    < ma ce l’ho per vizio di sbattere contro le persone??> imprecai mentalmente.

    Mi fermai di colpo quando sentii un odore a me conosciuto… quell’odore. Pelle, tabacco e… uomo. Sbattei le palpebre più volte incapace di alzare lo sguardo sapendo già chi mi trovavo davanti.

    - Chi non muore si rivede! Salve passerotto! –

    Mi decisi ad alzare lo sguardo e tremai quando incontrai i suoi occhi.

    - S…salve…- balbettai indietreggiando e abbassando nuovamente lo sguardo.


    - Non ti vedo da un po Summers… da una settimana per essere precisi… per caso sei stata male pet? – mi chiese inclinando di lato il capo.


    < no dannazione… non guardarmi così… chiamate un’ambulanza vi prego!!>

    - Io…? S… si si!! Sono stata male, moooltoo male… io… io… perdevo vari fluidi corporei… sa… niente di cui preoccuparsi… si…! – esclamai maledicendomi per la mia completa idiozia.

    < perfetto Buffy… il premio Nobel e sei a posto! >

    Lo sentii trattenere una risata ed il colore del mio viso passò dal rosa, al rosso per finire poi con il porpora. Contemporaneamente i miei nervi salirono a mille, strinsi i pugni e ridussi i miei occhi a due fessure aspettando la sua risposta.

    - Passerotto… mi dispiace che tu… insomma… abbia perso i tuoi fluidi corporei…- disse sforzandosi di non ridere – ma ora stai bene giusto? – mi chiese poi sorridendo timidamente.
    Mi calmai leggermente e decisi di abbandonare l’ascia di guerra e mi ritrovai a ricambiare il suo sorriso.

    - Si… ora sto bene… sto andando a fare un po di spesa…- risposi abbassando lo sguardo timidamente.


    - Ti ho vista poco fa… con il bamboccio…- esclamò improvvisamente. C’era un non so che di acido nella sua voce. Alzai di scatto il viso e aggrottai le sopracciglia.


    - Xander? – chiesi con espressione interrogativa non capendo il motivo del suo nervosismo… che fosse… < no Buffy! cosa ti viene in mente! Lui geloso… e di te!? >
    Lo vidi annuire e il mio sguardo si fece ancora più confuso di prima.

    - Era tutto sorrisi… e ti faceva gli occhi dolci! Quasi quasi gli usciva la bava dalla bocca! – esclamò tutto d’un fiato chiudendo poi istantaneamente la bocca.

    Ecco… le mie idee erano fondate… il professore era geloso… geloso di me… di Xander! Possibile che quello che stava per accadere una settimana prima avesse avuto un significato per lui? Arrossii avvicinandomi a lui per poi sorridere timidamente. Se era come io pensavo che fosse, allora non mi sarei lasciata sfuggire un’altra volta l’occasione.

    Mi protesi verso di lui e in un attimo le mie labbra si incollarono alle sue.

    Le nostre lingue si cercarono, desiderose di iniziare la loro folle, e nello stesso tempo dolce, danza.
    Incurante dello spettacolo che forse stavamo dando alla gente, gli allacciai le braccia al collo e quando sentii la sua lingua setosa cercare e rincorrere la mia, mugolai e mi strinsi più forte a lui.
    Le mie mani correvano frenetiche dai suoi capelli alle sue braccia, desiderose di scoprire ogni piccolo centimetro della sua pelle. Sentii i suoi muscoli, tonici e scattanti, tendersi sotto il mio, seppur inesperto, tocco.

    Mi staccai da lui, a malincuore ovviamente, per riprendere fiato e lo guardai negli occhi sfiorandomi poi il labbro inferiore, gonfio del bacio appena interrotto, con un dito.
    Cercai di leggere nel suo sguardo, ma i suoi occhi, adesso scuri come l’oceano in tempesta, mi comunicavano soltanto una cosa: eccitazione, lussuria.

    Lui mi voleva quanto io volevo lui.

    In quel momento mi chiesi se stavo sbagliando, se avessi fatto il più grande errore della mia vita ad incollarmi stile piovra alle labbra del mio professore di università… ma nello stesso tempo in cui pensavo tutto ciò ero già partita in quarta e avevo ripreso a baciarlo, se non con più foga di prima.
    Le sue mani mi accarezzavano i capelli freneticamente, mentre le mie erano perfettamente ancorate alle sue spalle.

    Stavo sbagliando? E chi se ne importava!!

    Ero un essere, carne e sangue. Quell’uomo mi attirava come una falena viene attratta dalla luce. Lo desideravo con tutta me stessa e avevo ceduto al mio istinto, ai miei desideri… e visto che quello che volevo maggiormente non mi sarebbe mai stato concesso, che male ci sarebbe stato nel perdersi tra le braccia del mio professore?
    Oddio il mio corpo chiedeva di più.

    Voleva di più.

    In un attimo le immagini di una settimana prima tornarono alla mia mente e mi strinsi maggiormente a lui. Desiderosa di sentire, mentre le nostre lingue continuavano a volteggiare insieme.
    Poi improvvisamente lui si staccò da me, non bruscamente ma gentilmente, con dolcezza.

    - non possiamo… - mi sussurrò ancora con la fronte poggiata sulla mia.

    I nostri respiri erano affannati e potevo sentire che anche lui voleva ciò che volevo io. Lo guardai negli occhi senza muovermi da quella posizione.

    - perché… - sussurrai quasi implorandolo di continuare a baciarmi.

    Lui scosse la testa e iniziò a guardarsi intorno.

    - passerotto… ti sembra il luogo adatto? – mi chiese inarcando il sopracciglio con fare sensuale.

    Il mio corpo fu scosso da una marea di brividi…ma quanto desideravo quell’uomo?? Ero forse sotto l’effetto di qualche strano incantesimo?

    Scossi la testa rispondendo alla sua domanda e abbassai lo sguardo timidamente, quando poi la sua mano strinse la mia lo rialzai per poi osservare le nostre mani intrecciate.
    Gli sorrisi e annuii. In qualunque posto mi avrebbe portata, io l’avrei seguito.

    Iniziammo a camminare con passo veloce tra le vie della città ancora mano nella mano… non sapevo dove stessimo andando, ma in quel momento tutto ciò mi sembrava così giusto…
    Il cuore prese a battermi furiosamente nel petto al pensiero di quello che sarebbe successo da un momento all’altro e le mie guance si fecero paonazze.
    Una strana sensazione stava facendosi strada in me… sentii lo stomaco stringersi per quanto ero nervosa… ma cosa era?
    Stavo forse innamorandomi del mio professore ?
    Scossi la testa decisa continuando a camminare insieme a lui.
    Era impossibile… non conoscevo nulla di lui… avevamo si e no scambiato due parole, visto che la maggior parte del tempo l’avevamo passato a baciarci… come potevo solamente pensare una cosa del genere?
    Eppure c’era qualcosa in lui... qualcosa che mi attirava e nello stesso tempo mi faceva sentire profondamente legata.
    La confusione prese il sopravvento nella mia mente e mi fermai di scatto.

    Cosa stavo facendo? Era giusto comportarsi così?

    La cacciatrice dentro di me urlava no… che non era corretto, che non dovevo farlo.

    Ma io… io cosa volevo?

    - cosa c’è pet? – mi chiese con sguardo preoccupato.

    < ecco Buffy bella domanda… cosa hai? Perché proprio adesso tutta questa confusione? >

    In quel momento decisi di lasciar perdere tutti i dubbi e tutte le paure… scossi la testa e risposi.

    - nulla… scusami… andiamo. –

    Lui annui e mi sorrise, e in quel momento non ebbi più dubbi.

    Così riprendemmo a camminare, più lentamente questa volta… non c’era nessuna fretta, ma solo voglia di godersi quel momento di pace.


    Pochi minuti dopo ero già dentro casa sua seduta sul divano a grattarmi le mani per quanto ero nervosa… mi ero immaginata un’entrata diversa… insomma di quelle in cui non riesci a resistere nemmeno davanti alla porta a non spogliare il tuo lui, e vi baciate fino a fare l’amore nell’ingresso, senza aspettare di raggiungere il letto. Ma niente… mi aveva tenuto la mano fino a pochi secondi prima di varcare la porta di ingresso della sua stupenda casa.
    Ebbene si… il mio prof molto probabilmente era miliardario… mancava solo la piscina pensandoci bene!
    Ed eccomi qui… seduta in questo divano costoso attenta a non muovermi troppo per evitare di stropicciare l’altrettanto stupenda fodera. E lui lì… a guardarmi passandosi una mano tra i capelli imbarazzato.

    Perché siamo qui?

    Non ci stavamo baciando fino ad un quarto d’ora fa? Perché non siamo di sopra a rotolarci fra le coperte?

    I miei pensieri decisamente hot vennero interrotti da lui che mi si avvicinò per poi sedersi al mio fianco, non curandosi come me di fare attenzione al divano ultra costoso.
    Mi voltai a guardarlo con le sopracciglia aggrottate e lui sembrò leggere i miei pensieri… perché prontamente mi rispose.

    - oh… non mi importa di questo divano… non preoccuparti… - esclamò sorridendo .

    Io ricambiai il sorriso e annuii cominciando a guardarmi attorno. Era tutto arredato in stile etnico… ecco adesso sapevo qualcosa in più. Aveva i miei stessi gusti in quanto arredamento!

    - allora Buffy… cosa mi dici di te? – mi chiese distogliendomi dal mio accurato esame dei suoi mobili.

    - ti assicuro nulla di interessante… abitavo a Los Angeles prima, sono qui a Sunnydale da quasi un mese… - risposi facendo spallucce. La mia vita non era poi così interessante… anzi… la parte interessante c’era, ma di certo non potevo raccontarla a lui.

    Lui mi guardò interrogativamente avvicinandosi di più a me.

    - tutto qui? Non racconti nulla al tuo William? - mi chiese inclinando di lato la testa.

    < oddio si chiama William… che bel nome… >


    - cosa vuoi sapere? Su fammi delle domande… - gli risposi allargando le braccia con rassegnazione per poi sospirare e aumentare le nostre distanze… stavo già perdendo la testa e ritornando ai pensierini hot…

    Lui annuì e si mise a pensare a qualche domanda da farmi, nel frattempo io continuai la mia ispezione della casa. Mi alzai e mi avvicinai alla finestra scostando la tenda in seta grigia. Si stava facendo tardi… il sole stava per calare. Ma qualcosa mi diceva che per quella notte non avrei cacciato.

    Mi voltai e incontrai il suo sguardo che si era soffermato sul mio corpo e in un attimo capii cosa voleva… perché infondo lo volevo anche io, lo desideravo con tutta me stessa, con ogni fibra del mio essere. Il mio cuore prese a battere forte e in quel momento un’altra certezza si faceva strada nella mia mente… il mio cuore non mi apparteneva più del tutto… non era soltanto mio, adesso apparteneva anche a lui.
    Mi avvicinai nuovamente al divano e gli porsi una mano per indurlo ad alzarsi. La mia attenzione fu catturata dalla cicatrice che solcava il suo sopracciglio sinistro… la accarezzai gentilmente e incollai gli occhi ai suoi.

    - cosa mi accade? – sussurrai avvicinando il viso al suo.

    - non sei l’unica a chiederselo Buffy… me lo chiedo anche io… dalla prima volta che ho visto i tuoi occhi… - mi rispose lui ad un soffio dalle mie labbra circondandomi poi la vita con le braccia.

    Adesso i nostri corpi si toccavano… e bruciavano, nonostante fossero separati dalla barriera creata dai nostri indumenti.

    - ti ho portata qui per parlare… volevo che ci conoscessimo di più… ma non riesco… io… - disse ma io lo zittii con un bacio. Cercai la sua lingua e la accarezzai con la mia.
    Allacciai le braccia al suo collo e per la seconda volta quel giorno mi sentii in paradiso… le carezze si fecero pian piano più audaci… le sue mani vagavano lungo il mio corpo e quando sfiorò un mio seno persi il controllo.
    Cominciai a sbottonargli freneticamente la camicia evitando di strappargliela, e quando il suo petto fu nudo davanti ai miei occhi cominciai ad accarezzarlo minuziosamente, senza ignorare un solo piccolo centimetro di pelle.
    Poco dopo lo sentii mugolare di piacere e, ancora incollato alle mie labbra, iniziò a sfilarmi la canotta che presto finì sul pavimento insieme alla sua camicia. Le sue mani, che poco prima stavano accarezzando i miei capelli scesero ai miei seni cominciando a torturarli, e a torturarmi.
    Iniziò a pizzicare i miei capezzoli rendendoli duri e facendomi gemere di piacere.
    Le mie mani scesero allora alla cinta dei suoi jeans, la aprirono con foga e si affannarono a sfibbiare tutti i bottoni.

    < maledetti bottoni! Una semplice zip no? > imprecai mentalmente, ma quando anche i suoi jeans andarono a fare compagnia al resto degli indumenti sorrisi e mi staccai dalle sue labbra per riprendere fiato. Respirando affannosamente lasciai scorrere il mio sguardo lungo tutto il suo corpo e arrossii notando l’erezione ben visibile attraverso i boxer neri aderenti.
    Mi leccai involontariamente il labbro inferiore inumidendolo e sussultai quando lui improvvisamente si precipitò con le mani al bottone dei miei jeans e li sfilò con foga.

    - sei da togliere il fiato passerotto… oddio… ti desidero così tanto… - sussurrò circondandomi nuovamente la vita con le braccia a sfiorando la mia guancia con il naso.

    Iniziò poi a baciare il mio collo, leccarlo e succhiarlo rendendomi completamente inerme tra le sue braccia… incapace di formulare una frase coerente.

    - io… oddio… si ti desidero… anche io… - dissi gemendo allo stesso tempo.

    Ma cosa stava facendo quest’uomo? Non ero più capace di ragionare per un solo bacio sul collo…

    Continuando quella dolce tortura mi spinse piano verso il divano e un attimo dopo ero sdraiata con il suo corpo sopra il mio.

    - ti prego… - sussurrai incapace di resistere un altro minuto di più…

    Le sue mani scesero e sfiorarono i bordi dei miei slip ormai colmi dei miei umori e gentilmente li sfilò lasciandomi interamente nuda e arrossata dal piacere.
    Fece lo stesso con i suoi boxer e ritornò sopra di me.

    Sussultai non appena sentii la durezza del suo membro premere sulla mia coscia e la mia mano scese per poi circondarlo.
    Lo sentii gemere sotto il mio tocco e iniziai a torturarlo accarezzandolo in tutta la sua lunghezza.
    I miei movimenti si fecero più veloci e quando sentii la sua mano raggiungere la mia femminilità boccheggiai e aumentai ancora di più il ritmo delle mie carezze.
    Quando un suo dito si fece strada in me e iniziò a esplorare il mio canale lasciai il suo membro e mi portai una mano davanti il viso, iniziando a gemere e boccheggiare.

    Era troppo… stavo per impazzire.

    - oddio passerotto… sei stupenda… meravigliosa… solo per me… - sussurrò contro il mio orecchio continuando la sua stupenda tortura.

    Annuii continuando a gemere e lo strinsi forte quando sentii di stare per raggiungere il limite.
    Evidentemente lui lo capì e in un attimo fu in me.
    I nostri sguardi si allacciarono mentre lui iniziava a spingere lentamente portandomi in paradiso…
    Cominciai ad assecondare le sue spinte inarcando i fianchi e il mio respiro si fece più affannato.

    - William… - gemetti posando la testa nell’incavo del suo collo – ti prego… di più… -

    Accontentò la mia richiesta e le sue spinte si fecero più profonde e più veloci. I suoi gemiti si unirono ai miei e insieme pochi attimi dopo raggiungemmo la vetta più alta del piacere soffocando un urlo di appagamento baciandoci.

    Ancora scossa dall’orgasmo lo guardai e gli accarezzai una guancia sorridendogli mentre lui prese a strusciarsi contro il mio collo.

    - è stato stupendo… - gli sussurrai baciandogli il lobo dell’orecchio.

    Lo sentii annuire e sospirai godendomi le sue coccole stringendomi di più a lui.

    - cosa faremo ora…? – gli chiesi iniziando ad accarezzargli la schiena sensualmente.

    - non pensiamoci… - mi rispose dandomi un lieve bacio sulla spalla.

    Annuii e sorrisi felice mentre il mio cuore urlava qualcosa che non avevo ancora il coraggio di pronunciare.

    - già … hai ragione… non pensiamoci. –
     
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  9. piccola06
     
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    Ho davvero bisogno di una doccia ghiacciata :sbav: l'ultimo pezzo è stato davvero hot e ora mi faccio la sessa domanda di Buffy: cosa faranno adesso?
    Lo sai non mi aspettavo ci fosse pure Rupert, e sicuramente l'altro uomo che stava con lui era il nostro William che è scappato per non farsi riconoscere da lei. Aspetto il resto e ancora grazie per averla postata, la adoro
     
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    Capitolo 5

    Quel giorno il sole era talmente caldo che si faticava a respirare, la gente attorno a me camminava frenetica, forse troppo ansiosa di tornare a casa e posizionarsi dinanzi al condizionatore d’aria. Cosa che, sinceramente, avrei tanto voluto fare anche io, se solo avessi avuto il condizionatore!
    Aumentai anche io il mio passo sventolandomi di tanto in tanto una mano davanti il viso cercando di farmi un po di vento… cosa che ovviamente era impossibile, visto che anche all’ombra c’erano la bellezza di 40° gradi.

    Era una settimana che non vedevo Rupert, ed una settimana che saltavo le lezioni all’università. Stavo seriamente pensando di abbandonare i corsi e trovarmi un lavoretto… di quello vero però! Quello dove ti pagano per ciò che fai… Con l’università e la storia del cacciare i vampiri al tramonto non avevo il tempo materiale per un lavoretto… stavo entrando in bancarotta e il mio portafoglio piangeva.
    I miei pensieri furono improvvisamente interrotti da un picchiettio sulle mie spalle. Mi fermai e mi voltai incontrando lo sguardo euforico di Xander.

    - Ciao Xander! Come stai? – gli chiesi sinceramente interessata, era dal giorno del mio piacevolissimo “incontro ravvicinato” con il professor Shelby che non lo vedevo. Arrossii al ricordo di quegli occhi che mi spogliavano con un solo sguardo, e mi concentrai nuovamente sul mio amico che rispose prontamente alla mia domanda.

    - Bene… molto bene e tu? – mi chiese guardandosi attorno. Sembrava quasi che fosse imbarazzato!

    - Benissimo! Stavo giusto andando al supermarket a comprare qualcosa per il pranzo, tu invece? Cosa ci fai da queste parti? –


    - Oh nulla! Passeggiavo… non ti stavo seguendo! Cioè… volevo dire… non vorrei che tu pensassi che io ti stessi pedinando… insomma… è stata una coincidenza! Una pura e semplice coincidenza! Quindi…-


    Lo interruppi e sorrisi alla sua goffaggine – Hey Xan! tranquillo… nessuno ti sta dicendo che mi stavi seguendo!-

    Egli annuì vigorosamente e mise le mani nelle tasche dei suoi jeans. Perché era così nervoso??

    - Beh … io vado… ci vediamo… presto! Ciao! – mi disse praticamente dileguandosi.

    Feci spallucce e ripresi a camminare in direzione del supermarket, ma quando mi voltai andai a sbattere contro qualcuno…

    < ma ce l’ho per vizio di sbattere contro le persone??> imprecai mentalmente.

    Mi fermai di colpo quando sentii un odore a me conosciuto… quell’odore. Pelle, tabacco e… uomo. Sbattei le palpebre più volte incapace di alzare lo sguardo sapendo già chi mi trovavo davanti.

    - Chi non muore si rivede! Salve passerotto! –

    Mi decisi ad alzare lo sguardo e tremai quando incontrai i suoi occhi.

    - S…salve…- balbettai indietreggiando e abbassando nuovamente lo sguardo.


    - Non ti vedo da un po Summers… da una settimana per essere precisi… per caso sei stata male pet? – mi chiese inclinando di lato il capo.


    < no dannazione… non guardarmi così… chiamate un’ambulanza vi prego!!>

    - Io…? S… si si!! Sono stata male, moooltoo male… io… io… perdevo vari fluidi corporei… sa… niente di cui preoccuparsi… si…! – esclamai maledicendomi per la mia completa idiozia.

    < perfetto Buffy… il premio Nobel e sei a posto! >

    Lo sentii trattenere una risata ed il colore del mio viso passò dal rosa, al rosso per finire poi con il porpora. Contemporaneamente i miei nervi salirono a mille, strinsi i pugni e ridussi i miei occhi a due fessure aspettando la sua risposta.

    - Passerotto… mi dispiace che tu… insomma… abbia perso i tuoi fluidi corporei…- disse sforzandosi di non ridere – ma ora stai bene giusto? – mi chiese poi sorridendo timidamente.
    Mi calmai leggermente e decisi di abbandonare l’ascia di guerra e mi ritrovai a ricambiare il suo sorriso.

    - Si… ora sto bene… sto andando a fare un po di spesa…- risposi abbassando lo sguardo timidamente.


    - Ti ho vista poco fa… con il bamboccio…- esclamò improvvisamente. C’era un non so che di acido nella sua voce. Alzai di scatto il viso e aggrottai le sopracciglia.


    - Xander? – chiesi con espressione interrogativa non capendo il motivo del suo nervosismo… che fosse… < no Buffy! cosa ti viene in mente! Lui geloso… e di te!? >
    Lo vidi annuire e il mio sguardo si fece ancora più confuso di prima.

    - Era tutto sorrisi… e ti faceva gli occhi dolci! Quasi quasi gli usciva la bava dalla bocca! – esclamò tutto d’un fiato chiudendo poi istantaneamente la bocca.

    Ecco… le mie idee erano fondate… il professore era geloso… geloso di me… di Xander! Possibile che quello che stava per accadere una settimana prima avesse avuto un significato per lui? Arrossii avvicinandomi a lui per poi sorridere timidamente. Se era come io pensavo che fosse, allora non mi sarei lasciata sfuggire un’altra volta l’occasione.

    Mi protesi verso di lui e in un attimo le mie labbra si incollarono alle sue.

    Le nostre lingue si cercarono, desiderose di iniziare la loro folle, e nello stesso tempo dolce, danza.
    Incurante dello spettacolo che forse stavamo dando alla gente, gli allacciai le braccia al collo e quando sentii la sua lingua setosa cercare e rincorrere la mia, mugolai e mi strinsi più forte a lui.
    Le mie mani correvano frenetiche dai suoi capelli alle sue braccia, desiderose di scoprire ogni piccolo centimetro della sua pelle. Sentii i suoi muscoli, tonici e scattanti, tendersi sotto il mio, seppur inesperto, tocco.

    Mi staccai da lui, a malincuore ovviamente, per riprendere fiato e lo guardai negli occhi sfiorandomi poi il labbro inferiore, gonfio del bacio appena interrotto, con un dito.
    Cercai di leggere nel suo sguardo, ma i suoi occhi, adesso scuri come l’oceano in tempesta, mi comunicavano soltanto una cosa: eccitazione, lussuria.

    Lui mi voleva quanto io volevo lui.

    In quel momento mi chiesi se stavo sbagliando, se avessi fatto il più grande errore della mia vita ad incollarmi stile piovra alle labbra del mio professore di università… ma nello stesso tempo in cui pensavo tutto ciò ero già partita in quarta e avevo ripreso a baciarlo, se non con più foga di prima.
    Le sue mani mi accarezzavano i capelli freneticamente, mentre le mie erano perfettamente ancorate alle sue spalle.

    Stavo sbagliando? E chi se ne importava!!

    Ero un essere, carne e sangue. Quell’uomo mi attirava come una falena viene attratta dalla luce. Lo desideravo con tutta me stessa e avevo ceduto al mio istinto, ai miei desideri… e visto che quello che volevo maggiormente non mi sarebbe mai stato concesso, che male ci sarebbe stato nel perdersi tra le braccia del mio professore?
    Oddio il mio corpo chiedeva di più.

    Voleva di più.

    In un attimo le immagini di una settimana prima tornarono alla mia mente e mi strinsi maggiormente a lui. Desiderosa di sentire, mentre le nostre lingue continuavano a volteggiare insieme.
    Poi improvvisamente lui si staccò da me, non bruscamente ma gentilmente, con dolcezza.

    - non possiamo… - mi sussurrò ancora con la fronte poggiata sulla mia.

    I nostri respiri erano affannati e potevo sentire che anche lui voleva ciò che volevo io. Lo guardai negli occhi senza muovermi da quella posizione.

    - perché… - sussurrai quasi implorandolo di continuare a baciarmi.

    Lui scosse la testa e iniziò a guardarsi intorno.

    - passerotto… ti sembra il luogo adatto? – mi chiese inarcando il sopracciglio con fare sensuale.

    Il mio corpo fu scosso da una marea di brividi…ma quanto desideravo quell’uomo?? Ero forse sotto l’effetto di qualche strano incantesimo?

    Scossi la testa rispondendo alla sua domanda e abbassai lo sguardo timidamente, quando poi la sua mano strinse la mia lo rialzai per poi osservare le nostre mani intrecciate.
    Gli sorrisi e annuii. In qualunque posto mi avrebbe portata, io l’avrei seguito.

    Iniziammo a camminare con passo veloce tra le vie della città ancora mano nella mano… non sapevo dove stessimo andando, ma in quel momento tutto ciò mi sembrava così giusto…
    Il cuore prese a battermi furiosamente nel petto al pensiero di quello che sarebbe successo da un momento all’altro e le mie guance si fecero paonazze.
    Una strana sensazione stava facendosi strada in me… sentii lo stomaco stringersi per quanto ero nervosa… ma cosa era?
    Stavo forse innamorandomi del mio professore ?
    Scossi la testa decisa continuando a camminare insieme a lui.
    Era impossibile… non conoscevo nulla di lui… avevamo si e no scambiato due parole, visto che la maggior parte del tempo l’avevamo passato a baciarci… come potevo solamente pensare una cosa del genere?
    Eppure c’era qualcosa in lui... qualcosa che mi attirava e nello stesso tempo mi faceva sentire profondamente legata.
    La confusione prese il sopravvento nella mia mente e mi fermai di scatto.

    Cosa stavo facendo? Era giusto comportarsi così?

    La cacciatrice dentro di me urlava no… che non era corretto, che non dovevo farlo.

    Ma io… io cosa volevo?

    - cosa c’è pet? – mi chiese con sguardo preoccupato.

    < ecco Buffy bella domanda… cosa hai? Perché proprio adesso tutta questa confusione? >

    In quel momento decisi di lasciar perdere tutti i dubbi e tutte le paure… scossi la testa e risposi.

    - nulla… scusami… andiamo. –

    Lui annui e mi sorrise, e in quel momento non ebbi più dubbi.

    Così riprendemmo a camminare, più lentamente questa volta… non c’era nessuna fretta, ma solo voglia di godersi quel momento di pace.


    Pochi minuti dopo ero già dentro casa sua seduta sul divano a grattarmi le mani per quanto ero nervosa… mi ero immaginata un’entrata diversa… insomma di quelle in cui non riesci a resistere nemmeno davanti alla porta a non spogliare il tuo lui, e vi baciate fino a fare l’amore nell’ingresso, senza aspettare di raggiungere il letto. Ma niente… mi aveva tenuto la mano fino a pochi secondi prima di varcare la porta di ingresso della sua stupenda casa.
    Ebbene si… il mio prof molto probabilmente era miliardario… mancava solo la piscina pensandoci bene!
    Ed eccomi qui… seduta in questo divano costoso attenta a non muovermi troppo per evitare di stropicciare l’altrettanto stupenda fodera. E lui lì… a guardarmi passandosi una mano tra i capelli imbarazzato.

    Perché siamo qui?

    Non ci stavamo baciando fino ad un quarto d’ora fa? Perché non siamo di sopra a rotolarci fra le coperte?

    I miei pensieri decisamente hot vennero interrotti da lui che mi si avvicinò per poi sedersi al mio fianco, non curandosi come me di fare attenzione al divano ultra costoso.
    Mi voltai a guardarlo con le sopracciglia aggrottate e lui sembrò leggere i miei pensieri… perché prontamente mi rispose.

    - oh… non mi importa di questo divano… non preoccuparti… - esclamò sorridendo .

    Io ricambiai il sorriso e annuii cominciando a guardarmi attorno. Era tutto arredato in stile etnico… ecco adesso sapevo qualcosa in più. Aveva i miei stessi gusti in quanto arredamento!

    - allora Buffy… cosa mi dici di te? – mi chiese distogliendomi dal mio accurato esame dei suoi mobili.

    - ti assicuro nulla di interessante… abitavo a Los Angeles prima, sono qui a Sunnydale da quasi un mese… - risposi facendo spallucce. La mia vita non era poi così interessante… anzi… la parte interessante c’era, ma di certo non potevo raccontarla a lui.

    Lui mi guardò interrogativamente avvicinandosi di più a me.

    - tutto qui? Non racconti nulla al tuo William? - mi chiese inclinando di lato la testa.

    < oddio si chiama William… che bel nome… >


    - cosa vuoi sapere? Su fammi delle domande… - gli risposi allargando le braccia con rassegnazione per poi sospirare e aumentare le nostre distanze… stavo già perdendo la testa e ritornando ai pensierini hot…

    Lui annuì e si mise a pensare a qualche domanda da farmi, nel frattempo io continuai la mia ispezione della casa. Mi alzai e mi avvicinai alla finestra scostando la tenda in seta grigia. Si stava facendo tardi… il sole stava per calare. Ma qualcosa mi diceva che per quella notte non avrei cacciato.

    Mi voltai e incontrai il suo sguardo che si era soffermato sul mio corpo e in un attimo capii cosa voleva… perché infondo lo volevo anche io, lo desideravo con tutta me stessa, con ogni fibra del mio essere. Il mio cuore prese a battere forte e in quel momento un’altra certezza si faceva strada nella mia mente… il mio cuore non mi apparteneva più del tutto… non era soltanto mio, adesso apparteneva anche a lui.
    Mi avvicinai nuovamente al divano e gli porsi una mano per indurlo ad alzarsi. La mia attenzione fu catturata dalla cicatrice che solcava il suo sopracciglio sinistro… la accarezzai gentilmente e incollai gli occhi ai suoi.

    - cosa mi accade? – sussurrai avvicinando il viso al suo.

    - non sei l’unica a chiederselo Buffy… me lo chiedo anche io… dalla prima volta che ho visto i tuoi occhi… - mi rispose lui ad un soffio dalle mie labbra circondandomi poi la vita con le braccia.

    Adesso i nostri corpi si toccavano… e bruciavano, nonostante fossero separati dalla barriera creata dai nostri indumenti.

    - ti ho portata qui per parlare… volevo che ci conoscessimo di più… ma non riesco… io… - disse ma io lo zittii con un bacio. Cercai la sua lingua e la accarezzai con la mia.
    Allacciai le braccia al suo collo e per la seconda volta quel giorno mi sentii in paradiso… le carezze si fecero pian piano più audaci… le sue mani vagavano lungo il mio corpo e quando sfiorò un mio seno persi il controllo.
    Cominciai a sbottonargli freneticamente la camicia evitando di strappargliela, e quando il suo petto fu nudo davanti ai miei occhi cominciai ad accarezzarlo minuziosamente, senza ignorare un solo piccolo centimetro di pelle.
    Poco dopo lo sentii mugolare di piacere e, ancora incollato alle mie labbra, iniziò a sfilarmi la canotta che presto finì sul pavimento insieme alla sua camicia. Le sue mani, che poco prima stavano accarezzando i miei capelli scesero ai miei seni cominciando a torturarli, e a torturarmi.
    Iniziò a pizzicare i miei capezzoli rendendoli duri e facendomi gemere di piacere.
    Le mie mani scesero allora alla cinta dei suoi jeans, la aprirono con foga e si affannarono a sfibbiare tutti i bottoni.

    < maledetti bottoni! Una semplice zip no? > imprecai mentalmente, ma quando anche i suoi jeans andarono a fare compagnia al resto degli indumenti sorrisi e mi staccai dalle sue labbra per riprendere fiato. Respirando affannosamente lasciai scorrere il mio sguardo lungo tutto il suo corpo e arrossii notando l’erezione ben visibile attraverso i boxer neri aderenti.
    Mi leccai involontariamente il labbro inferiore inumidendolo e sussultai quando lui improvvisamente si precipitò con le mani al bottone dei miei jeans e li sfilò con foga.

    - sei da togliere il fiato passerotto… oddio… ti desidero così tanto… - sussurrò circondandomi nuovamente la vita con le braccia a sfiorando la mia guancia con il naso.

    Iniziò poi a baciare il mio collo, leccarlo e succhiarlo rendendomi completamente inerme tra le sue braccia… incapace di formulare una frase coerente.

    - io… oddio… si ti desidero… anche io… - dissi gemendo allo stesso tempo.

    Ma cosa stava facendo quest’uomo? Non ero più capace di ragionare per un solo bacio sul collo…

    Continuando quella dolce tortura mi spinse piano verso il divano e un attimo dopo ero sdraiata con il suo corpo sopra il mio.

    - ti prego… - sussurrai incapace di resistere un altro minuto di più…

    Le sue mani scesero e sfiorarono i bordi dei miei slip ormai colmi dei miei umori e gentilmente li sfilò lasciandomi interamente nuda e arrossata dal piacere.
    Fece lo stesso con i suoi boxer e ritornò sopra di me.

    Sussultai non appena sentii la durezza del suo membro premere sulla mia coscia e la mia mano scese per poi circondarlo.
    Lo sentii gemere sotto il mio tocco e iniziai a torturarlo accarezzandolo in tutta la sua lunghezza.
    I miei movimenti si fecero più veloci e quando sentii la sua mano raggiungere la mia femminilità boccheggiai e aumentai ancora di più il ritmo delle mie carezze.
    Quando un suo dito si fece strada in me e iniziò a esplorare il mio canale lasciai il suo membro e mi portai una mano davanti il viso, iniziando a gemere e boccheggiare.

    Era troppo… stavo per impazzire.

    - oddio passerotto… sei stupenda… meravigliosa… solo per me… - sussurrò contro il mio orecchio continuando la sua stupenda tortura.

    Annuii continuando a gemere e lo strinsi forte quando sentii di stare per raggiungere il limite.
    Evidentemente lui lo capì e in un attimo fu in me.
    I nostri sguardi si allacciarono mentre lui iniziava a spingere lentamente portandomi in paradiso…
    Cominciai ad assecondare le sue spinte inarcando i fianchi e il mio respiro si fece più affannato.

    - William… - gemetti posando la testa nell’incavo del suo collo – ti prego… di più… -

    Accontentò la mia richiesta e le sue spinte si fecero più profonde e più veloci. I suoi gemiti si unirono ai miei e insieme pochi attimi dopo raggiungemmo la vetta più alta del piacere soffocando un urlo di appagamento baciandoci.

    Ancora scossa dall’orgasmo lo guardai e gli accarezzai una guancia sorridendogli mentre lui prese a strusciarsi contro il mio collo.

    - è stato stupendo… - gli sussurrai baciandogli il lobo dell’orecchio.

    Lo sentii annuire e sospirai godendomi le sue coccole stringendomi di più a lui.

    - cosa faremo ora…? – gli chiesi iniziando ad accarezzargli la schiena sensualmente.

    - non pensiamoci… - mi rispose dandomi un lieve bacio sulla spalla.

    Annuii e sorrisi felice mentre il mio cuore urlava qualcosa che non avevo ancora il coraggio di pronunciare.

    - già … hai ragione… non pensiamoci. –


    Capitolo 6



    Freddo.

    Questo fu ciò che sentii non appena mi svegliai il mattino dopo. Ancora con gli occhi chiusi, toccai con la mano l’altro lato del letto.

    Vuoto.

    Feci il broncio e mi accucciai nuovamente con espressione triste voltandomi verso l’altro lato del letto, mentre una cruda verità stava facendosi strada in me.

    < un sogno… è stato solo un sogno meraviglioso…> pensai cercando nel frattempo mister gordo, forse in lui avrei trovato un pò di conforto…!
    Aprii gli occhi non sentendo il mio fedele amico da nessuna parte accanto a me, e mi misi seduta guardandomi attorno.
    Sgranai gli occhi quando mi accorsi di essere nuda e in un letto non mio. Se in un primo momento mi sentivo confusa, adesso ero solo arrabbiata. Arrabbiata con l’uomo con cui avevo evidentemente trascorso la notte, e che adesso non era al mio fianco, insieme a me.
    Abbassai lo sguardo lasciando trasparire lo sconforto dal mio viso mentre una sola domanda cominciava a rimbombare nel mio cervello.

    Cosa aveva significato quella notte per lui?

    Nulla evidentemente… il solo fatto di non averlo trovato accanto a me al mio risveglio ne era una prova certa. Avrei tanto voluto ridestarmi con le sue carezze e i suoi baci… e magari continuare a fare l’amore per tutta la mattina, alla luce del sole.

    Chiedevo troppo?

    Non ero andata a caccia la sera prima… e per che cosa poi?... Per una semplice nottata di sesso con il professore di università più sexy e bello del mondo! Perché così l’aveva resa… anche se per me non lo era.
    Il mio cuore batteva forte non appena lo vedevo o semplicemente pensavo a lui… sapevo già cosa voleva dire tutto ciò ma mi rifiutavo categoricamente di pronunciarlo. Dovevo scacciarlo. Soprattutto in quel momento in cui il mio castello di sabbia era stato distrutto con un semplice soffio di vento.
    Sbuffando mi alzai dal letto e cercai i miei vestiti che puntualmente non trovai… feci un breve sunto di ciò che era successo la sera prima e mi ricordai di aver raggiunto la camera da letto insieme a lui… dopo la… terza volta, avvenuta infatti al piano di sotto.
    Dovevano trovarsi lì i miei indumenti.
    Ancora scalza e ovviamente nuda scesi velocemente le scale, e quando arrivai giù un leggero profumo arrivò alle mie narici. Indossai velocemente le calzine e la camicetta, perfettamente piegata e disposta sul divano, e raggiunsi la cucina.


    - cosa?? – esclamai stupita avvicinandomi al tavolo dove regnava un piatto stracolmo di frittelle, un bicchiere di succo d’arancia, un bigliettino piegato in due parti e, per finire, una rosa.

    Sorrisi come un’ebete e presi la rosa annusandola leggermente. Tutti i miei propositi di scacciare via i miei sentimenti, e la rabbia di poco prima, non vi furono più. Completamente spariti. Ed il mio castello di sabbia si era ricostruito perfettamente da solo.
    Mi sedetti su uno sgabello e iniziai a consumare la colazione che William aveva diligentemente preparato per me, lasciando di proposito la lettura del bigliettino alla fine del mio pasto.
    Non appena finii di divorare le frittelle ( è questo il termine giusto… ero sola e potevo permettermelo, invece di mangiare come gli uccellini ) bevvi tutto d’un sorso il mio succo e presi un bel respiro prima di decidermi ad aprire il bigliettino lasciatomi da lui.
    Quando finalmente lo feci lo aprii molto lentamente, pregando con tutta me stessa di non trovarci parole del tipo “mi dispiace ma non doveva succedere” oppure “ è stato tutto un errore dettato dalla foga…” .
    Scossi la testa e richiusi nuovamente il bigliettino mentre un assurdo pensiero si faceva strada in me.

    < oddio e se mi ha preparato la colazione proprio per ammorbidire il contenuto del messaggio? e quindi per lui tutto ciò non ha significato nulla?…>

    Scossi la testa nuovamente e mi feci forza… avrei superato anche quello. In fondo ero la cacciatrice io!
    Lo aprii con decisione e lo lessi.


    Buongiorno passerotto… come vedi sono dovuto scappare per andare all’università. Mi dispiace di non essere stato lì al tuo risveglio…ma avevi un espressione così bella mentre dormivi che non mi andava di svegliarti. Spero tu non abbia alcun ripensamento riguardo stanotte… perché vedi… io non ne ho!
    Un bacio dormigliona.
    William.

    Ps. Mi raccomando, ti aspetto oggi a lezione e… sii puntuale!

    Xxxxxxxxxxxxxx

    Ecco… sorriso da ebete in quel momento non era la parola giusta da usare. Direi un sorriso più da… oddio non esiste nemmeno una parola per descriverlo.
    Ero felice come una pasqua e non so nemmeno io quante volte ho letto e riletto quel bigliettino, che poi riposi accuratamente nella tasca dei miei jeans che indossai dopo aver fatto una bella doccia.
    Pochi minuti dopo ero già per strada e stavo letteralmente correndo, tanta era la fretta di raggiungere l’università e di vederlo.
    Quando arrivai (ovviamente con cinque minuti di ritardo…) ed entrai nell’aula il respiro mi si mozzò. Era seduto sulla cattedra con il viso chinato intento a leggere un foglio. Mi avvicinai lentamente guardandomi attorno. I miei compagni di corso erano già tutti ai loro posti… non mi smentisco mai eh!
    Tossicchiai leggermente per far notare la mia presenza, e quando lui alzò lo sguardo incontrando il mio gli rivolsi un leggero sorriso.

    - buongiorno professore… mi scusi per il ritardo – esclamai per poi aggiungere sottovoce – ma vede… dormivo così bene stamattina che non mi andava di alzarmi, anche se potevo svegliarmi in maniera diversa…- sussurrai.

    Quando notai il suo sguardo mortificato gli sorrisi sincera e aggiunsi

    - è tutto ok …-

    Mi allontanai dirigendomi verso il mio posto, avendo già notato Willow seduta accanto a quella ragazza di pochi giorni prima…Tara se non sbaglio.
    Le salutai velocemente e mi sedetti pronta ad ascoltare la mia lezione di sociologia… anche se ero sicura che tutto avrei fatto, tranne che prestare attenzione.


    Non so quanto tempo era passato di preciso… so solo che non appena sentii la calda voce di William annunciare che la lezione era appena terminata, mi ridestai dal mio stato di torpore e soprattutto di “osservazione” e aspettai volontariamente che uscissero tutti quanti dall’aula.
    Rimase solo Willow che era ferma davanti la porta ed evidentemente mi stava aspettando. Annuii e le sorrisi per poi avvicinarmi

    - Willow… non c’è bisogno che mi aspetti… vai, non preoccuparti. – esclamai con voce nervosa… volevo rimanere sola con lui e molto probabilmente non ci sarei riuscita. Decisi così di giocare la mia carta e continuai – vai da Tara…- dissi ammiccando leggermente e regalandole un sorriso sincero.

    Anche se lo stavo facendo per farla andare via ero davvero felice per lei. Tara era una ragazza dolcissima e Willow meritava avere una così bella persona accanto.
    La vidi arrossire e annuire, così lasciò velocemente l’aula mentre io cantavo internamente vittoria e mi avvicinavo sorridendo alla cattedra, dove William stava apparentemente correggendo qualcosa che sembrava un compito.

    - come hai fatto a farla andare via…? – mi chiese con ancora il volto chinato sul foglio.

    Feci spallucce e poggiai la mia borsa sul pavimento per poi sedermi in un piccolo angolo del tavolo.

    - oh… sai… quando parli ad una ragazza della persona che le piace allora scappa per raggiungerla… - risposi con naturalezza omettendo la parola gay accanto a ragazza… non mi sembrava opportuno rivelare a William qualcosa di così tanto personale, e che per giunta non mi riguardava.

    Lui annui e finalmente posò la sua attenzione su di me… allargò gli occhi con finto stupore quando si accorse che ero seduta sul tavolo con le gambe accavallate. Mi sentivo un po’ Francesca con il signor Sheffield in “La tata” !

    - hey! Non mi piace che qualcuno si sieda sulla mia cattedra! – esclamò incrociando le braccia al petto.

    Io feci spallucce e inarcando un sopracciglio risposi.

    - calma professore… potrei anche fartelo piacere…- sussurrai spostandomi un po più a destra in modo da essere perfettamente di fronte a lui.

    Lo vidi deglutire e distogliere lo sguardo dalle mie gambe. Gli accarezzai una mano e quando rialzò gli occhi e vide il mio leggero broncio, sorrise e intrecciò la sua mano alla mia.

    - non mi hai ancora dato un bacio…- gli dissi imbronciandomi ancora di più.

    Lui sorrise e si avvicinò a me sfiorandomi la guancia con l’indice.

    - hai ragione love… non ti ho ancora baciata, sono un dannato idiota. – mi rispose ringhiando per poi baciarmi con foga.

    Allargai le gambe e lui si posizionò tra di esse continuando a torturarmi accarezzandomi la lingua, sussultai non appena sentii la sue erezione premere contro la mia femminilità ancora coperta dai jeans e mi strinsi più forte a lui.

    < madonna mia… qui ci vogliono i pompieri… sto per andare a fuoco…>

    Mi staccai da lui per riprendere fiato e sorrisi convincendomi, ahimè, che dovevo fermarmi lì se non volevo rischiare di farmi trovare nuda e in pieno orgasmo da qualcuno. Lui sembrò aver capito le mie intenzioni e si sistemò la camicia passandosi poi una mano tra i capelli.

    - mi dispiace per stamattina… ma era tardissimo e… - mi disse ma io lo interruppi poggiando l’indice sulle sue labbra.

    - shtt… è tutto ok, chiaro? Niente risentimenti… anche se devo dire la verità… ho pensato che… insomma... che non mi volessi… forse perché faccio puzza... oppure non ti piace il mio lavoro…-balbettai e mi bloccai immediatamente quando pronunciai quest’ultima parola.

    Lavoro.

    Come avrei gestito il tutto? Avrei dovuto dirglielo? Rivelargli che ero la cacciatrice...?

    < si Buffy… così poi ti riderà in faccia e ti consiglierà di andare da uno psicologo! E poi cos’è questa storia della puzza? Sei un’idiota!>

    Scossi la testa decidendo che per il momento era il caso di sorvolare su quell’argomento.
    Mi voltai e incontrai il suo sguardo, era un misto di confusione e divertimento… sorrisi colpevole e all’improvviso esclamai:

    - pranziamo insieme? -

    Ero lì, seduta ad un tavolo di uno dei più eleganti ristoranti di Sunnydale e non potevo non sentirmi in imbarazzo. I flashback della sera prima tornavano sempre a “farmi compagnia” e mi ritrovavo ad arrossire ripetutamente mentre William, davanti a me, se la rideva di gusto notando il mio imbarazzo, o forse ( cosa molto probabile ), per la storia di poco prima riguardo al mio lavoro e alla mia puzza!
    Oddio mi dò dell’idiota ancora adesso ogni volta che ci penso!
    Spesso il mio cervello e la mia bocca non sono perfettamente collegati. Ma sia chiaro! Solo con William!
    Con lo sguardo abbassato iniziai a giocare con la forchetta, strusciandola ripetutamente contro il tovagliolo che non avevo ancora adagiato sulle mie gambe. Lui intanto continuava ad osservarmi, lo sapevo… sentivo il suo sguardo su di me.
    Dire che ero nervosa era il minimo e ancora mi chiedevo come fossi riuscita a provocarlo in quel modo poco prima sulla cattedra! Soffrivo forse di doppia personalità?

    Probabile.

    Ma lo era ancora di più il fatto che forse mi sentivo in quel modo per via delle mie insicurezze e delle mie “voglie”. Non pensate subito male, nessun tipo di riferimento sessuale! La mia voglia era un’altra… avevo voglia di dire tutta la verità a William, rivelargli la mia vera identità e togliermi quel dannato peso dalle spalle. Ma non potevo. Dovevo continuare a portarmelo addosso e a mentire….

    Mentire a William.

    - hey passerotto, c’è qualcosa che ti preoccupa?-

    La sua voce interruppe i miei contorti ragionamenti, così alzai lo sguardo incontrando quello di lui leggermente preoccupato. Scossi la testa sorridendo timidamente e smisi di torturare la mia povera forchetta, adesso splendente come non mai!

    - no William… non ho nulla…- risposi poggiando entrambi i gomiti sul tavolo.

    Lui annuì e allungò una mano per accarezzare il mio braccio. Gesto che, ovviamente, scatenò in me un’infinità di brividi. Possibile che bastasse solo un suo lieve tocco per mandarmi in tilt?
    Arrossii nuovamente e intrecciai la mia mano con la sua, accarezzandola leggermente con il pollice.

    - interessante la lezione di oggi…- dissi cercando di trovare un argomento sul quale discutere.

    William sorrise inarcando un sopracciglio con fare sensuale.

    - davvero love? E allora di cosa parlavamo? – mi chiese mentre il mio viso diveniva di mille colori.

    Bella domanda prof.

    Di cosa parlavamo?

    Boh!

    < del tuo fondoschiena? Delle tue labbra…? O delle tue mani? Sorvolando su qualcos’altro.. ehm>

    - ovvio che parlavamo dei… dei rapporti…tra…- cercai nella mia mente qualcosa riguardante l’ultima lezione di sociologia a cui avevo assistito, ma come al solito, quando studio qualcosa, il mio cervello lo elimina automaticamente dopo due settimane.
    Lui annuì divertito facendomi segno con la mano di continuare.

    < maledetto! Me lo fai apposta!>

    Sbuffai e nascosi il mio viso tra le mani, maledicendomi mentalmente e congratulandomi con me stessa per il grandioso numero di brutte figure che riuscivo a fare nel giro di un solo giorno.
    Lo sentii ridere di gusto… gentilmente cercò di scostare le mie mani che non ne volevano proprio sapere di smettere di nascondermi il viso… e quando finalmente mi decisi a spostarle, gli diedi un bello spettacolo del mio viso rosso come una fragola con delle tonalità ancora più scure sulle gote.
    Cominciai a boccheggiare e alla fine misi il broncio non avendo trovato nulla di sensato da dire (come al solito).
    Lui sorrise e la sua espressione adesso non era più divertita… ma dolce. - sei adorabile…- mi disse guardandomi negli occhi continuando a sorridermi.

    - chi? Io…? – chiesi con gli occhi sgranati indicandomi con un dito.

    Lui annuì e incrociò le braccia al petto mettendosi più comodo sulla sedia.

    - si, tu…- rispose .

    Ed ecco che ricominciai a boccheggiare e arrossii nuovamente.

    - ah… grazie… ma vedi io…- iniziai ma fui interrotta dalla sua mano che si posò gentilmente sulla mia.

    - hey pet… calma. Non si deve per forza rispondere ad un complimento… quindi mi basta la prima parte della tua … chiamiamola frase… ovvero quella in cui mi ringrazi. – esclamò sorridendo divertito.

    Annuii arrossendo e cominciai a guardarmi attorno nell’attesa che il cameriere portasse le ordinazioni che aveva preso all’incirca un’ora prima.

    - hey!!! Cosa volevi dire con quel “ chiamamola frase” ????! – esclamai all’improvviso indignata imitando il suo accento britannico.

    Lui sobbalzò e mi guardò confuso… poi scoppiò a ridere portandosi una mano a coprire la bocca per evitare il troppo baccano.
    Lo guardai ancora più infuriata di prima e strinsi i pugni trattenendomi dal picchiarlo. In quel caso gli avrei fatto proprio male e gli sarebbe passata sicuramente la voglia di prendermi in giro!

    - cosa c’è? Sono per caso una specie di fenomeno da baraccone ? – esclamai ancora più arrabbiata vedendo le lacrime che gli si erano formate agli occhi per il troppo ridere.

    Mi alzai di scatto afferrando la mia borsa ma la sua mano mi trattenne.

    < accidenti! Quanta forza… se non fossi la cacciatrice mi sarei fatta una gran male! > pensai abbassando lo sguardo e osservando la sua mano che circondava il mio polso con fermezza.

    Se ne accorse e allentò un po’ la presa sorridendomi e facendomi cenno con la testa di riprendere a sedere. Lo accontentai, e mi misi seduta con aria offesa guardando dall’altra parte.

    - scusa passerotto… ma sei adorabile… e divertente… e… – mi disse sorridendo sinceramente.

    Feci per replicare ma la sua voce mi interruppe.

    - …mi piaci anche per questo.- continuò, questa volta guardandomi seriamente.

    Sentii le gambe farsi molli sostenendo l’intensità del suo sguardo, e ringraziai di essere seduta altrimenti non credo mi avrebbero retto.
    I suoi occhi, in quel momento di un blu più scuro, come il mare in tempesta, mi trasmettevano delle sensazioni indescrivibili…
    Annuii sorridendo timidamente e finalmente il cameriere arrivò con le nostre ordinazioni.

    < evviva si mangia! Anche se come un uccellino…>

    Il resto del pranzo trascorse in maniera piacevole… chiacchierammo a proposito dei nostri hobbies e della nostra vita prima di trasferirci in California.
    Avevo già capito che William proveniva dall’Inghilterra dal suo stupendo, nonché sexy, accento, che mi stregò dalla prima volta in cui lo sentii.
    Mi raccontò di essere nato a Londra e di aver perso la madre a causa di una grave malattia. Tumore al seno, disse.
    In quel momento il mio affetto per lui (se si poteva ancora chiamare così) crebbe. In un certo senso eravamo simili… mia mamma non era morta… è vero… ma io crebbi senza la sua presenza costante accanto.
    Suo padre invece era ancora in vita, fortunatamente, e anche lui insieme a William si era trasferito in California.
    Quando mi chiese di raccontargli qualcosa su di me, evitai accuratamente di fare gaffe che mi avrebbero messo in difficoltà, e gli dissi in breve che, non andando troppo d’accordo con i miei, decisi di trasferirmi e di non dipendere più da loro economicamente.
    Per tutto il tempo rimasi incantata a guardarlo, prestando attenzione ad ogni sua singola parola e al movimento della sua bocca mentre masticava.
    Il mio cuore batteva forte ogni qualvolta il suo sguardo diveniva più profondo o si soffermava sulle mie labbra.

    Oddio quanto avrei voluto baciarlo! Farlo mio!

    Ma il locale (decisamente pubblico) proibiva uno spettacolo del genere ovviamente. Anche se a dire il vero William avrebbe potuto insegnare a qualcuno quel suo stupendo giochetto che faceva con la lingua… ehm… sono andata troppo oltre?

    Beh…

    Siamo tutti maggiorenni e vaccinati! Oppure no??

    Poco importa! La verità è che William a letto è un talento… non c’è nulla da dire!!

    - vuoi che ti accompagni a casa? -

    La sua voce mi ridestò dai miei pensieri… erano circa dieci minuti che continuavo a fissare il mio piatto di spaghetti al pomodoro continuando a pormi, nel frattempo, mille domande.
    Alzai lo sguardo incontrando il suo e scossi leggermente la testa.

    - no… cioè… se tu hai qualcos’altro da fare… oppure non v - iniziai ma fui interrotta dalla sua mano che veloce si poggiò sulla mia cominciandola poi ad accarezzare.

    - sai che non è così… io voglio stare qui con te… non ho nessun impegno… sembravi solo preoccupata da qualcosa… tutto qui! - disse allargando le braccia sorridendo.

    <perché? Perché hai lasciato la mia mano? Continua ad accarezzarla ti prego… il tuo tocco mi fa sentire così bene…>

    Annuii timidamente e mi asciugai lentamente le labbra con il tovagliolo che poco prima stava poggiato sulle mie gambe.
    Decisi di rompere quell’imbarazzante silenzio che si era appena creato, così mi stampai in viso un sorriso a trentadue denti e poggiai i gomiti sul tavolo.

    - allora! Che si fa? – gli chiesi evitando accuratamente di cambiare discorso... si era accorto che qualcosa mi preoccupava.

    <ops. Forse ho urlato un pò troppo …>

    Tutti si girarono a guardarmi con espressione divertita, ma fortunatamente si voltarono dopo un secondo borbottando… Evitai di proposito di nascondere il mio volto, visti gli scarsi risultati di poco prima, e mi limitai a divenire viola in viso… (tanto per cambiare).
    William nel frattempo si tratteneva dallo scoppiarmi a ridere in faccia e di questo gliene ero grata… se l’avesse fatto la mia faccia sarebbe caduta direttamente per terra, così che qualcuno l’avrebbe dovuta raccogliere col cucchiaino.

    - ok pago il conto e andiamo via da questo dannato posto – esclamò cercando sempre di contenersi, mentre io annuivo continuamente e raccoglievo le mie cose.

    Decisi di aspettarlo fuori dal ristorante e prendere un pò d’aria…

    - andiamo?-

    Mi voltai ed annuii seguendolo in direzione del parcheggio, non vedevo l'ora di infilarmi in auto e far finta di essere concentrata a guardare il paesaggio attorno a me! Sono una che ama la natura io!
    Mi infilai frettolosamente in macchina e mi sistemai velocemente i capelli guardandomi nello specchietto retrovisore.
    Ok capelli apposto.
    Trucco ok.
    Manca solo il mio cervello che ho dimenticato a Los Angeles a casa dei miei... maledizione!
    Avevo fatto la figura della deficiente e in quel momento avevo solo voglia di sprofondare sempre più giù... onde evitare un'altra catastrofe.
    Quando William entrò in macchina si voltò a guardarmi e sorrise felice.

    < e adesso cos'ha? un momento prima sembra disperato per la brutta figura che gli ho fatto fare e adesso è felice?>

    -passerotto dove ti porto di bello?-

    Sgranai gli occhi stupita. Quest'uomo mi sorprendeva ogni attimo di più!

    - io... veramente... pensavo volessi portarmi a casa... - balbettai contorcendo le mani nervosamente.

    Lui alzò un sopracciglio con fare sensuale ammiccando.

    Ecco Buffy! Ti sei fatta fraintedere!!

    < adesso lui pensa che... beh infondo non sarebbe una cattiva idea! ma meglio chiarire le cose...>

    sorrisi timidamente cercando di trovare le parole giuste per spiegargli il malinteso... non volevo che pensasse che la nostra..., chiamiamola storia, si basasse solo ed esclusivamente sul sesso!

    - beh... ecco... non vorrei tu avessi frainteso... cioè... non è che non mi piaccia l'idea... ma non intendevo proprio quello insomma... per me potremmo anche solo parlare... parlare... parlare! per tutto il giorno... certo che se ci annoiassimo potremmo trovare qualche altra cosa da... da fare... ma non per forza quello! anche se non è che sia contraria... insomma...-

    Ecco! Avevo iniziato a parlare a vanvera! A proposito... qualcuno sa dirmi cosa ho detto? Non l'ho capito nemmeno io che ho parlato!

    William alzò nuovamente il sopracciglio questa volta divertito dalla mia insicurezza e ghignò avvicinandosi a me.
    Eravamo vicinissimi in quel momento... potevo sentire il suo respiro vicino alle mie labbra e il mio cuore martellare furiosamente nel petto. Un tremito mi attraversò tutto il corpo in anticipazione di quello che sarebbe successo di lì a poco.
    Ogni fibra del mio essere voleva William... non potevo respingerlo.

    Sarei stata solo una pazza!

    Così feci la prima mossa e mi avventai sulle sue labbra... mordendole leggermente... succhiandole e leccandole con voracità. Il mio cuore cantava solo per lui, insieme alla mia anima.
    La sua lingua setosa giocava a rincorrersi con la mia... sempre più bisognosa di attenzioni.
    Gli allacciai le braccia al collo avvicinandomi di più a lui, e non so come, ma poco dopo mi ritrovai a cavalcioni sulle sue gambe.
    Potevo sentire indistintamente la sua erezione premere sulla mia coscia... nonostante fosse fasciata dai jeans che aveva indossato quella mattina.

    - oddio William... penso che dovremmo fermarci... io... - iniziai continuando a baciarlo e a stringermi sempre di più a lui.

    Lui scosse la testa infilando una mano furtivamente sotto la mia maglietta e scostando leggermente il reggiseno per poi torturarmi un capezzolo che prese ad accarezzare con il pollice.
    Gemetti e inarcai la testa all'indietro chiedendo di più.
    Quell'uomo mi faceva impazzire...

    - Buffy... passerotto... sei perfetta... dannatamente perfetta... Dio sa perchè io provi questo per te... non dovrei... ma...-

    Lo zittii impadronendomi nuovamente delle sue labbra cominciando ad accarezzare la sua erezione che sembrava voler uscire dai pantaloni.
    Fu la sua mano che gentilmente si posò sulla mia ad interrompermi.
    Mi staccai dalle sue labbra e lo guardai confusa.

    -p… perché mi hai fermato? -gli chiesi continuando a guardare le sue labbra.
    - pet... non pensi di essere in un luogo pubblico...? non c'è nessuno è vero... ma è pur sempre un parcheggio. Potrebbe arrivare chiunque... sarebbe meglio andare a casa non credi?-

    Annuii sorridendo e scesi dalle sue gambe cercando di sistemare un pò il mio aspetto.

    Quando accese la macchina e iniziò a guidare le sue parole mi tornarono in mente.

    Buffy.. passerotto.. .sei perfetta.. .dannatamente perfetta... Dio sa perchè io provi questo per te... non dovrei... ma...-

    - cosa volevi dire quando hai detto che non dovresti provare quello che provi... per me?- gli chiesi guardandolo negli occhi seriamente.

    Lui sembrò irrigidirsi e si voltò a guardarmi.

    - beh è ovvio...- iniziò ma quando incontrò il mio sguardo confuso continuò - perchè io sono il tuo professore...-

    Annuii anche se non ero completamente convinta... chiamatelo presentimento...chiamatela intuizione femminile... ma non me la raccontava giusta… non era la prima volta che diceva una cosa del genere.

    < cosa mi nascondi William?>



    Capitolo 7 ( da questo capitolo in poi si parla al presente)



    Con la fronte poggiata sulle piastrelle color azzurro cielo della mia doccia, mentre l'acqua tiepida scorre lungo il mio corpo rigenerandomi, mi rendo conto di aver trascorso gli ultimi trenta minuti a ripercorrere tutta la mia “storia” con William a partire dal primo giorno arrivata a Sunnydale fino ad arrivare a poche ore fa…William era andato via da quasi un’ora ma sentivo ancora il suo odore impresso nella mia pelle come un marchio
    Trascorsero interminabili minuti prima di arrivare a destinazione…optammo questa volta per casa mia. Certo non è lussuosa e grande come quella di William…ma io la trovo piuttosto…comoda. Arrivati nella mia umile dimora non abbiamo avuto nemmeno il tempo di entrare che le nostre bocche si incollarono cercandosi fameliche e desiderando un contatto più intimo. Facemmo l'amore lì,sul pavimento dell'ingresso cercando di non distruggere gli oggetti intorno a noi. Ma qualcosa era scattato dentro di me... non so cosa...ma assunsi un atteggiamento scostante…quasi freddo.
    Sospiro passando la spugna colma di sapone lungo le mie braccia.

    William mi nascondi qualcosa...?

    Dio sa perchè io provi questo per te... non dovrei... ma... perchè non puoi William? cosa ti allontana da me ?

    Beh è ovvio...perchè sono il tuo professore... no,non è per questo William... me lo sento. Me lo dice il mio cuore. Il mio cuore che tanto vorrei darti ma che per qualche motivo si chiude... la cacciatrice dentro di me lo sa....sa che mi menti su qualcosa...ma cosa?
    Scuoto la testa e giro velocemente la manopola dell'acqua bloccando il flusso.Indosso l'accappatoio e dopo aver ben frizionato i capelli con un'asciugamano inizio a pettinarli.
    Rimango ferma dinanzi lo specchio a guardarmi...mentre la mia mente e il mio "cuore" tornano a diciotto anni prima. Quando la mamma prima di andare a letto veniva in camera mia e mi spazzolava con cura i capelli e li accarezzava fino a quando non mi addormentavo...

    Mamma.

    Io ho ancora una madre?

    Lo è mai stata con me?

    Si...lo è stata. Per sei lunghi anni mi è stata vicina, aiutandomi a crescere...poi il vuoto, lei si allontana... e Dio solo sa perché…
    Cercando di scacciare quei pensieri dalla mia testa riprendo a spazzolare i capelli,questa volta più velocemente e mi dirigo in camera mia preparandomi per la serata. Ho trascurato la ronda ieri sera per stare con William … devo fare fuori i cattivoni!

    Cavoli! Quando non serve faccio proprio presto a prepararmi! Faccio spallucce ed entro in cucina osservando l’orologio appeso alla parete di fronte a me. Sono ancora le cinque e mezza, io sono già vestita e pettinata e per di più ho già le scarpe messe. Il sole ancora splende nel cielo anche se mancano pochi minuti e farà spazio alla luna e al male che c’è sulla terra.
    Mi siedo sullo sgabello poggiando i gomiti sul tavolo e la guancia sul palmo della mia mano. Sbuffo guardandomi attorno pensando a come occupare il tempo quando un oggetto cattura la mia attenzione. Mi alzo quasi correndo e afferrò altrettanto velocemente l’oggetto in questione.

    Un accendino.

    L’accendino di William per essere precisi. Io non fumo!

    Ecco che abbiamo trovato il passatempo. Pensiamo a William Buffy! Su…struggiamoci l’anima pensando a quanto impossibile sia la tua storia con lui.
    Sei una cacciatrice…non puoi perdere tempo a sbaciucchiarti con il tuo ragazzo invece di salvare il mondo da un imminente strage di persone che finiranno con l’avere due buchi al collo,oppure si sveglieranno due giorni dopo la loro morte felici di essere tornati a vivere,senza un anima e con una gran fame… e indovina un pò…non di patatine fritte! Ma di sangue!

    Sangue.

    Sangue di innocenti.

    Magari anche il tuo di sangue… il sangue della cacciatrice.
    In un attimo rabbrividisco mentre la mia mente ritorna ad anni prima …ad Angelus e al maestro. Ai suoi denti affondati sul mio collo che volevano succhiar via ogni minuscola goccia del mio sangue…

    Succederà ancora?

    Riuscirà un altro vampiro ad arrivare fin dove è arrivato il maestro?

    E soprattutto ci sarà ancora qualcuno che verrà a salvarmi?

    Queste sono le domande che riempiono il mio cervello, questa è la mia paura. La morte.

    Mi dirigo nuovamente in cucina e alzo lo sguardo fissando nuovamente l’orologio. Le sei e due minuti. Cavolo ne è passato di tempo! Infilo in tasca l’accendino trovato poco prima sul tavolo dell’ingresso ed esco dal retro. Se passassi di nuovo dall’ingresso le immagini di poco fa tornerebbero a farmi visita e non esiterei un secondo a correre da William e passare il resto della serata a…parlare.
    Arrivo in fretta al cimitero e dopo un piccolo controllo al lato sud mi inoltro nella zona più animata della notte.
    Mi fermo all’improvviso, sento bisbigliare qualcuno. Lentamente, cercando di non fare alcun rumore inizio a dirigermi verso la direzione da cui provengono quei suoni tanto leggeri quanto inquietanti. Sbarro gli occhi non appena mi accorgo cosa sta succedendo.
    Willow e Tara camminano tra le lapidi…e con un paletto in mano per giunta!!
    Cosa fare adesso? Farsi vedere oppure allontanarsi e far finta di non aver visto nessuno?
    Scuoto la testa con vigore. No.

    Non mi piace nemmeno un po questa storia …e voglio vederci chiaro.

    Faccio volontariamente rumore per annunciare la mia presenza e piano mi avvicino a loro che subito scattano in avanti con espressione mista di paura e coraggio. A meno che non siano cacciatrici anche loro hanno avuto un bel po di coraggio a venire qui con l’intenzione di fare fuori i vampiri. Ma chissà…forse non sanno nemmeno che faccia hanno.
    Non appena Willow mi riconosce i suoi occhi si sbarrano mentre Tara abbassa lo sguardo timidamente.

    - B….Buffy?- sussurra Willow deponendo velocemente il paletto nella tasca della giacca sperando di non essere stata vista. Ma mi dispiace Will…ti ho beccato in pieno.

    - Willow…Tara…anche voi qui! – inizio con finto stupore. – cosa state facendo oltre che cercare di farvi ammazzare? – continuo poi questa volta più severamente.

    Tara alza finalmente lo sguardo e guarda Willow cercando di trovare qualcosa da dire.

    - ammazzare? Cosa stai dicendo Buffy…- risponde Willow che cerca di salvarsi e spera ancora che io non l’abbia vista posare il paletto.

    Vedo Tara stringerle la mano e scuotere la testa in senso di diniego. Lei ha ancora il paletto nelle mani, non ha cercato di nasconderlo… < che lei sappia…>

    - Willow. Ti ho vista… so che tenevi un paletto nelle mani e non certo perché va di moda quest’anno… siamo in un cimitero e il paletto serve ad una sola cosa qui.- rispondo incrociando le braccia al petto aspettando una risposta sincera.
    Questa volta anche Willow abbassa lo sguardo per poi alzarlo nuovamente e fissarmi a bocca aperta stupita.
    La guardo confusa mentre vedo Tara abbassare nuovamente lo sguardo.

    - scusami Buffy…ma come fai a sapere …insomma a sapere tutto ciò…- mi chiede.

    E questa volta sono io a rimanere spiazzata e lei a chiedersi il perché anche io sia lì. Cosa fare adesso? Confessare tutto quanto a Willow oppure usare la solita scusa?
    La guardo negli occhi e in un attimo trovo la risposta.

    Lei è Willow…

    ….e di lei mi posso fidare.



    Comincio a guardarmi intorno cercando le parole adatte per spiegarle tutto e non sconvolgerla. Ma forse non esistono parole adatte… e poi… anche lei sta qui a cacciare vampiri… quindi!? Che problemi mi sto creando…? Mi avvicino a lei con espressione seria e le rubo il paletto che tiene in mano.
    Improvvisamente un ringhio distoglie la mia attenzione. Ecco! Quale modo migliore per farle capire che sono la cacciatrice?
    Faccio spallucce e mi volto scagliando il paletto contro il vampiro e colpendolo dritto al cuore.
    Quando mi volto di nuovo verso di lei vedo i suoi occhi guardarmi con stupore e battere più volte le palpebre. Penso sia rimasta sbalordita comunque…

    - allora… penso tu abbia capito… - le dico continuando ad essere seria. Ho intenzione di scoprire cosa tramano quelle due…non è certo il momento di scherzare. Anche se un pò di humor ci vorrebbe per sdrammatizzare un minimo la serata.

    La vedo scuotere la testa con vigore e boccheggiare, alzo gli occhi al cielo e sto per risponderle quando la voce di Tara mi precede.

    - lei è la cacciatrice… - sussurra tenendo lo sguardo basso.

    Mi volto verso di lei e la scruto… lei lo sa. Sa chi sono e forse l’ha sempre saputo. Ecco. Adesso il mistero è stato svelato... ora ne è rimasto solo uno.

    Che diavolo ci fanno due ragazze come Willow e Tara in un cimitero con un paletto in mano??

    Tara sembra leggermi nel pensiero e avanza di qualche passo per poi stringere la mano dell’amica.

    - noi… siamo qui…. - inizia ma Willow si volta improvvisamente verso di lei fulminandola con lo sguardo.

    - Tara…! - esclama e con gli occhi sembra rimproverarla.

    - che senso ha adesso? L’avrà sicuramente capito… è la cacciatrice! Come può non capirlo…?? Lei che ha a che fare con queste cose ogni giorno… - risponde Tara lasciando la sua mano e voltandosi verso di me.

    Io?

    È grave se non ho capito nulla…? Insomma… si sono la cacciatrice ma… continuo a chiedermi:

    Cosa ci fanno loro qui?

    Vorrei tanto che lei continuasse il suo discorso perché è evidente che sono un’imbecille se non ho capito un emerito tubo di tutta questa storia… forza Tara! Continua su…
    Niente. Aspetta che io dica qualcosa.

    - certo che ho capito chi siete… ma vorrei sentirvelo dire. – rispondo cercando di rimanere seria e incrocio le braccia al petto.

    Ci saranno cascate?

    Willow guarda prima me e poi Tara, per poi abbassare gli occhi.

    - noi siamo streghe. Hai capito bene. – sussurra continuando a tenere lo sguardo basso.

    Ok. Penso proprio di essere su scherzi a parte. Willow e Tara… due streghe???? Strabuzzo gli occhi e mi appoggio alla lapide che ho accanto.

    - ok dove sono le telecamere? – esclamo cominciando a guardarmi attorno. La mia mente si rifiuta categoricamente di accettare una spiegazione del genere… insomma… quelle due tutto sembrano tranne che… streghe.
    E poi io non ho mai avuto a che fare con una di loro… insomma non pensavo esistessero veramente! Ma oramai non mi stupisco più di nulla… a sedici anni sono stata avvicinata da uno strano tizio che mi diceva che ero la prescelta… ho scoperto che i vampiri esistono veramente… quindi! Che c’è da stupirsi?

    - Buffy? –

    Willow mi chiama e io alzo lo sguardo sorridendo timidamente. Mi sento in imbarazzo adesso… dalla mia reazione avranno capito che conosco a malapena quella parola.

    - scusate… ma vedete sono rimasta un pò scossa. Non… non pensavo che voi due… voi due foste…- ecco, sto iniziando a balbettare e questo non è buono.

    - streghe…- continua Tara per me.

    - ecco si… quella cosa là. – esclamò cercando di mostrarmi meno nervosa.

    Ma forse ho sbagliato qualcosa… Willow strabuzza gli occhi e adesso sembra addirittura arrabbiata.
    Cosa ho fatto di male?

    - quella cosa là??? Buffy perché parli così? Noi… noi non siamo una cosa!!- esclama stringendo i pugni.

    Fortunatamente Tara arriva in mio soccorso e avanza verso la compagna, accarezzandole un braccio cercando di calmarla.

    - Willow… forse lei non ha mai avuto a che fare con delle streghe… per questo sembra shockata…-

    Alzo lo sguardo e faccio capire loro che è così annuendo.

    - scusa Will… non volevo offenderti. È che… è tutto così improvviso… non pensavo che voi due foste delle streghe. –

    La mia amica annuisce e si avvicina a me stringendomi la mano. Lo so Willow… so che è tutto passato.

    - ma cosa facevate qui a cacciare vampiri? Anche le streghe lo fanno? – continuo guardandole confusa. Non mi sono mai imbattuta in altre persone al cimitero di notte… oltre Giles ovvio… ma lui è un osservatore.

    Entrambe scuotono la testa ed è Tara a rispondere alla mia domanda.

    - ci serviva la polvere di vampiro… per fare un incantesimo… -

    - ah… - questo è tutto quello che riesco a dire.

    Vorrei tanto chiedere loro che tipo di incantesimo hanno intenzione di fare, ma non vorrei sembrare troppo invadente quindi mi sto zitta e inizio a guardarmi attorno… è calato un silenzio abbastanza imbarazzante. Inizio a torturarmi le mani contorcendole e manca poco ed inizierò a fischiettare. Decido di rompere il silenzio annunciando la mia ritirata.

    - beh… io vado a casa. – dico loro sorridendo sinceramente. Non mi turba il fatto che loro siano streghe… anzi… ora non sono sola… loro sanno chi sono e non dovrò nascondermi. Solo con lui dovrò… purtroppo.

    - aspetta un secondo! Veniamo anche noi… raccolgo la polvere di vampiro e ci incamminiamo… a proposito… grazie… non so se ce l’avremmo fatta ad ucciderlo. – esclama Willow sorridendo timidamente.

    Annuisco ricambiando il sorriso, e non appena Willow finisce di raccogliere la polvere e conservarla in una bustina tutte e tre, insieme, ci incamminiamo verso l’uscita del cimitero.
    Appena varcato il cancello che le mie amiche hanno aperto grazie alla magia il mio cuore smette momentaneamente di battere.

    William.

    Tutto attorno a me sembra essersi fermato… i ricordi di questa mattina si affacciano prepotentemente e adesso più che mai sono sicura di una cosa… Io lo amo.
    Non so come sia successo il tutto… forse quando per la prima volta sono rimasta imbambolata a contemplare i suoi occhi blu… ma poco importa. L’importante è aver fatto chiarezza e averlo ammesso a me stessa… cosa che non ero ancora riuscita a fare.
    Il problema che mi distrugge è sempre uno però… così come la domanda.

    Riuscirò a rivelare a William ciò che sono? La paura che lui si allontani da me una volta scoperto chi sono mi devasta… scuoto la testa cercando di scacciare quei pensieri e vedo che anche lui si è accorto di me… anzi… di noi.
    Si avvicina con la sua solita camminata che mi mozza il fiato e si ferma davanti me Willow e Tara sorridendo.

    - salve ragazze… cosa ci fate qui…- inizia, poi guarda il cancello dietro di noi semichiuso e riporta lo sguardo davanti a se. – a quest’ora… fuori il cimitero???- chiede e mi sembra di vedere un ghigno dietro quella faccia seria che ha assunto adesso.

    Io e le mie amiche ci guardiamo colpevoli e ognuna nella sua testa cerca una scusa plausibile per giustificare la nostra presenza qui.
    Mentre mi spremo quel poco di cervello che ho sento su di me lo sguardo di William… alzo gli occhi verso di lui e lo vedo sorridere dolcemente.

    < scusami William... scusami se non posso dirti la verità…>

    Ricambio il suo sorriso, ma non appena mi accorgo che Willow ci sta guardando incuriosita assumo nuovamente un’aria imbarazzata e colpevole, e decido che sarò io ad umiliarmi anche questa sera.

    - noi… noi non siamo andate al cimitero! Cosa crede professore… che siamo delle sciocche ragazzine che per divertirsi fanno ancora quelle stupide prove di coraggio?- esclamo fingendomi offesa e mi volto verso le altre due vedendole annuire anche loro un pò stizzite. Forse Tara meno… in fondo rimane la più timida di noi!

    - già!- aggiunge Willow contorcendosi le mani.

    Lui annuisce e ci sorride prendendo poi il pacchetto di sigarette dalla tasca del suo spolverino.

    - ok ragazze… se non vi dispiace adesso tolgo il disturbo…-

    Annuiamo all’unisono e lo vedo voltarsi per poi ritornare sui suoi passi.

    -ah signorina Summers…- esclama ed io sento già che ho bisogno della mia adorata panchina. La sua voce è così sexy…

    - riguardo la lezione di oggi pomeriggio… vorrei parlarle. C’è qualcosa che vorrei riprendere con lei…-

    Ok. Sto decisamente entrando in fibrillazione. Qualcuno mi aiuti! Pietà!

    Annuisco arrossendo lievemente e, come per verificare che la bava non stia colando dalla mia bocca, porto un indice a sfiorare le labbra che fino a quel pomeriggio lui ha accarezzato con le proprie.
    Lo vedo allontanarsi dopo aver fatto un cenno di saluto alle mie amiche mentre io continuo a contemplare il suo bel culetto.

    - Buffy? – Willow mi chiama e io mi volto con ancora i cuori stampati al posto degli occhi.

    - uh? – è tutto quello che riesco a dire per ora… comprendetemi ragazze! Come si può resistere ad un uomo così… e poi dopo quello che mi ha detto!

    - ma… oggi pomeriggio non c’è stata la sua lezione all’università!- esclama Willow guardandomi interrogativamente.

    Sgrano gli occhi e inizio a spremere nuovamente il cervello. Possibile mai che io debba sempre inventare qualche scusa???

    - beh… il professore mi da ripetizioni sai… ho bisogno di aiuto…- sussurro sperando che se la sia bevuta.

    La vedo annuire riluttante e prendere Tara per mano. Mi caccio sempre nei guai maledizione!!!

    Insieme riprendiamo a camminare e un sorriso si forma sulle mia labbra.

    È vero.

    Non sono più sola.


    **********

    Sono le otto del mattino ed è circa mezzora che sono ferma qui. Guardo l’orologio… esatto! Quando sono arrivata erano le sette e mezza circa…
    Mi guardo attorno e mi chiedo per la milionesima volta se sia il caso.
    Insomma…. È presto, magari dorme… magari… magari si sta prendendo un caffé e potrebbe offrirmene uno!
    Ok ok… troppe pippe mentali.
    Avanzo di qualche passo e sto per suonare il campanello quando qualcuno mi precede e la porta si apre. Rimango imbambolata come al mio solito, e il fiato mi si spezza in gola quando con gli occhi percorro il suo corpo e incontro il suo torace nudo.

    - era ora love… sono trenta minuti che stai lì ferma…- esclama e io mi riscuoto dalle mie fantasie perverse.

    Ok Buffy, come al solito hai fatto la figura dell’idiota… ma che importa adesso? Ti prego fammi entrare e rendi reali le fantasie che ho scacciato poco fa dalla mia mente!

    - scusami…- sussurro abbassando lo sguardo.

    Lui ridacchia e mi prende per mano facendomi entrare. Mi appoggio alla porta ormai chiusa e in un attimo lui si avvicina non lasciandomi nessuna via di fuga. Sento il suo alito soffiare sul mio collo mentre con il naso mi annusa. Cos’è? un cane?? O forse faccio puzza?!
    Oddio ma stamattina mi sono lavata vero???
    Ripercorro con la mente il mio programma mattutino e si… mi sono lavata. Menomale!
    Non che io non mi lavi mai… ma… è strano sentirsi… annusata.
    Tremo leggermente quando la sua lingua sfiora il lobo del mio orecchio, e gemo quando la sua mano scende a sfiorare un mio seno. Sto per prendere fuoco.

    - W…William…- cerco di fermarlo. Di nuovo nell’ingresso no! Ho voglia di un letto in questo secondo.

    - uhm? – sussurra continuando a sfiorare con il naso il mio collo leccandolo di tanto in tanto. Sa che mi farà impazzire e forse è proprio questo il suo scopo.

    - hai… hai un letto vero? Si insomma… lo so che hai… hai un letto… ma…- inizio ma non riesco a terminare la frase. Le sue labbra sono subito sulle mie e la sua lingua inizia a succhiare il mio labbro inferiore con foga.

    William cosa mi fai? Sto per andare a fuoco e solo per un bacio…

    Allaccio le braccia al suo collo e le gambe alla sua vita saltandogli in braccio, ricambiando il suo bacio con altrettanto bisogno.
    Con una mano scendo e sfioro la sua erezione che preme contro il pantalone della tuta che indossa, lo sento gemere e staccarsi dalla mia bocca per guardarmi con desiderio.

    - Buffy…- sussurra con voce roca.

    - andiamo di sopra… ho bisogno di te William. – gli sussurro appoggiando la fronte contro la sua e continuando ad accarezzare la sua erezione.

    Lui annuisce e riprende a baciarmi, questa volta con più foga di prima… sento tutto il mio corpo reclamare di più e non vedo l’ora di raggiungere la camera da letto.

    Eccoci arrivati, William da un calcio alla porta e con me ancora in braccio si avvicina al letto per poi depositarmici.
    Lo guardo togliersi i vestiti e involontariamente mi passo la lingua sulle labbra.

    - non pensi che io abbia troppi vestiti addosso?- gli chiedo inarcando un sopracciglio per poi far scorrere il mio sguardo su tutto il suo corpo.

    È perfetto cacchio. Sembra una statua di un dio greco.

    Si avvicina con passo felino verso di me e mi lecca il labbro per poi scendere a sfilarmi la camicetta beidge che ho indossato stamattina. Non ho messo reggiseno e i miei seni sono sotto il suo sguardo indagatore, adesso è lui a leccarsi le labbra.
    Si abbassa e prende un capezzolo tra le labbra facendomi gemere e contorcere dal piacere.

    - sei maledettamente stupenda Buffy… perché… perché dannazione…-

    Mi blocco. Lo ha detto di nuovo… ha chiesto di nuovo perché.

    Probabilmente mi avrà sentito irrigidire perché anche lui si è fermato e adesso mi guarda confuso.

    - perché? – gli chiedo guardandolo dritto negli occhi e sono seria, ancora eccitata ma seria.

    - cosa?- mi guarda confuso… credo non abbia capito.

    Mi poggio sui gomiti e mi sollevo un pò, giusto per osservarlo meglio.

    - continui sempre a dire perché… ma adesso la mia domanda è una. Cosa perché?-

    Lo vedo farsi serio, ma poi un sorriso illumina il suo volto. Mi fa coricare nuovamente e mi accarezza il collo sensualmente.

    - perché non penso di meritarti… sei troppo… per me.- mi dice per poi riprendere a baciarmi.
    Per il momento mi basta come risposta.

    Sento la sua mano scendere e raggiungere il bottone dei miei jeans, mi stacco dalle sue labbra e lo guardo negli occhi trattenendo il fiato nell’attesa… nell’attesa che il mio ultimo indumento raggiunga la camicetta che adesso è sul pavimento.
    Lo vedo sgranare gli occhi di sorpresa quando si rende conto che adesso sono completamente nuda sotto di lui.

    Si William… nessuna barriera tra noi.

    Inarca un sopracciglio con fare sensuale e scende, questa volta con il viso, verso il mio stomaco, per poi dirigersi là dove se solo mi sfiorasse toccherei il cielo con un dito. E lo fa… lo fa dannatamente bene che in pochi secondi mi ritrovo ad ansimare sotto l’esperto tocco delle sue mani.
    All’improvviso si ferma e io alzo la testa di scatto guardandolo con gli occhi da cucciolo smarrito. Chissà… riuscivo sempre a convincere mia mamma da piccola a comprarmi il gelato così… potrei convincerlo a continuare quella sua dolce tortura.

    - devo sentirti attorno a me pet…- mi sussurra all’orecchio e io rabbrividisco.

    Annuisco leggermente e divarico un pò di più le gambe per lui, per accoglierlo.

    -William…- sussurro e mi aggrappo più forte che posso alle sue spalle.

    Inizia a spingere dentro di me facendomi toccare le vette più alte del piacere, e presto mi ritrovo anche io ad assecondare ogni sua spinta inarcando il bacino in avanti e sussurrandogli all’orecchio quanto lo desidero. Anche se l’ho ammesso a me stessa non sono ancora pronta a dirgli che lo amo.

    - Buffy… Buffy… mia dolce Buffy…- continua a sussurrarmi nell’orecchio e io non faccio che annuire e gemere sentendo che sto per arrivare al limite.

    - si…William io… io non ce la faccio più…- quasi urlo dal piacere mentre sento che anche lui ha raggiunto l’orgasmo e si accascia su di me con il fiatone.

    È stato stupendo. Ho fatto l’amore con William… per la prima volta consapevolmente.

    Sorrido accarezzandogli i capelli e inalandone il profumo… sembra odorare di incenso…William alza lo sguardo e ricambia il mio sorriso baciandomi pigramente le labbra.

    - pet… dimmi. Come mai sei venuta così presto stamattina?- mi chiede guardandomi divertito.

    Uffa… è già finito il momento delle coccole!

    Metto un leggero broncio e mi chiedo anche io come abbia fatto a svegliarmi così presto dopo che ieri sera sono riuscita a tornare a casa alle 3.

    - beh… ieri hai detto che… beh insomma…- inizio ma arrossisco e non ho intenzione di finire la frase…che capisca lui una buona volta!

    Ghigna divertito e rotola di fianco a me, stringendomi saldamente, come se avesse paura di una mia eventuale fuga.

    - ah esatto… la storia delle ripetizioni…- esclama per poi iniziare a ridere .

    Cosa c’è? Non dovevo prenderlo sul serio quando mi ha detto che voleva “riparlarne”?? Lo guardo confusa e imbarazzata allo stesso tempo… oddio forse scherzava!

    - non dovevo venire vero?- dico voltandomi e faccio per alzarmi quando la sua mano avvolge il mio polso in una presa ferrea.

    Accidenti…William è abbastanza forte. Ma mai quanto me.

    Mi volto nuovamente verso di lui e con una mossa decisa stringo il suo polso costringendolo a lasciare il mio. Le lacrime pungono prepotentemente i miei occhi e stanno per rotolare sulla mia guancia.

    - hey… che ti prende…?- mi sussurra avvicinandosi a me seppellendo il volto fra i miei capelli.

    Dannazione andava tutto così bene… non voglio soffrire William.

    Per ogni generazione c’è una prescelta… sono io quella dannata prescelta… ma non posso rivelarti il mio segreto amore mio… scapperesti. Lo so.

    Che si erge contro i vampiri , i demoni e le forze del male… ogni notte… ogni dannata notte. Come posso stare con te senza poterti spiegare le mie uscite a tarda sera… come?

    Lei è la cacciatrice.

    - cosa?- mi chiede smettendo di sfiorarmi il collo con il naso e guardandomi negli occhi.

    Lo guardo confusa e lui sembra capirlo così continua la sua domanda.

    - hai sussurrato qualcosa…- mi dice e io sgrano gli occhi incredula.

    L’ho pensato ad alta voce… il mio dolore, la mia condanna. L’ho detto e spero che lui non mi abbia sentito. La mia anima urla dentro… Cacciatrice… cacciatrice… cacciatrice…

    Scuoto la testa cercando di scacciare via quella parola e mi volto verso di lui sorridendo forzatamente.

    - scusami… è vero. Ma ho appena pensato che forse non dovevo prenderti sul serio… ieri sera.- cerco di cambiare discorso prendendo quello precedente e fortunatamente ci sono riuscita. Lui adesso mi sta sorridendo e mi bacia dolcemente sulle labbra.

    - ovviamente no pet. Sai che facevo sul serio… altrimenti non l’avrei detto davanti alla rossa e alla sua amica.- esclama e nel dire quest’ultima parola mi fa capire che anche lui sa. Ma fingo di non capire.

    - che c’è? – esclamo sorridendo dandogli un buffetto scherzoso sulla spalla. – ti piace la sua amica?- continuo mettendo il broncio.

    Lui scoppia a ridere divertito e si distende trascinandomi con lui.

    -hey! Perché ridi? Cosa c’è di divertente? – gli chiedo fingendomi offesa.

    - pet! Anche un bambino capirebbe che tra quelle due c’è del tenero! Willow e Tara stanno insieme!- risponde sorridendo.

    Mi fingo stupita e inizio a boccheggiare. Ovviamente per finta.

    - oddio! Sai che non me ne ero proprio accorta…?- gli dico ricambiando il suo sorriso.

    Lui inarca il sopracciglio e scoppia nuovamente a ridere.

    -sei una pessima attrice passerotto!-

    Ok scoperta… ma non sono una pessima attrice. È quello che faccio ogni giorno… recito… recito con tutti perché non posso dire chi sono in realtà… nemmeno a te William.

    Soprattutto a te.
     
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    Capitolo 8

    Mi metto seduta di scatto sul letto ansimando, mentre piccole goccioline di sudore imperlano la mia fronte e rotolano giù sulle mie tempie. Mi volto e accendo la lampada poggiata sul mio comodino ascoltando i battiti furiosi del mio cuore.
    Sono le 5 del mattino… sono passate solo 2 ore da quando mi sono addormentata dopo la ronda serale.
    I miei sogni stanotte sono stati popolati dall’orrore più assoluto. Il mio corpo viene percorso da brividi al ricordo del sangue e delle urla di dolore che ho udito durante il sonno.
    Che sia un sogno premonitore? Qualcosa di brutto accadrà?
    Mi alzo lentamente stringendomi nelle braccia iniziando a sfregarle. Sento freddo e la colpa non è del clima di Sunnydale. Mi avvicino alla finestra e lentamente scosto le tende rimanendo lì ad osservare il paesaggio al di fuori della mia casa.
    Se oggi avessi un osservatore avrei qualcuno che possa aiutarmi, dirmi se i miei sogni hanno un qualcosa di veritiero… se dovrò affrontare la fine del mondo.

    Un’apocalisse.

    Pian piano i battiti del cuore si regolarizzano e la paura va via lasciando il posto ad una leggera inquietudine. Mi avvicino nuovamente al letto e scosto le coperte per poi sedermi a gambe incrociate. Forse potrei parlare a Willow e Tara di quest’incubo… forse loro potrebbero aiutarmi.
    Scuoto la testa cercando di convincermi che andrà tutto bene, è stato solo un sogno niente di più.
    Ma dentro di me so che non è così… e la cacciatrice ha bisogno di sapere.

    È da poco sorto il sole e sono già in cucina a trafficare cercando invano, ahimè, di cucinare qualcosa di decente. La frittella che è sul fuoco sta diventando di un colore simile al marrone… forse è già cotta. Ok si vede che non ho alcuna esperienza in cucina e nei lavori di casa in generale, mi vedo già sposata con dei bambini costretta ad uscire a cena fuori ogni sera perché troppo imbranata per cucinare qualcosa di decente.

    Stop. Cosa ho appena immaginato??

    Io… sposata??? Dico ma stiamo scherzando?

    Probabilmente oggi sarà il giorno della mia morte e io mi metto a fantasticare sulla mia vita futura tutta casa e famiglia…
    Scuoto la testa ripetendomi quanto io sia stupida in questo momento, anzi… non in questo momento… sempre! Osservo l’orologio e mi accorgo che è già ora di andare, l’università mi aspetta e ho urgente bisogno di parlare con le mie amiche.
    Come ho un urgente bisogno di vedere il mio sole… William.
    So che è passato solo un giorno da quando ho sfiorato le sue labbra e mi sono persa nei suoi occhi… ma non ne posso fare a meno. È la mia aria… il mio tutto. Il mio cuore scalpita ogni volta che il suo sguardo mi sfiora, e il mio corpo trema ogni qualvolta ci uniamo in una sola anima.

    Io lo amo… lo amo lo amo lo amo!

    Sento il bisogno esasperato di dirlo, urlarlo a tutto il mondo… ma c’è sempre quel qualcosa che mi blocca. E dentro di me sento che questo qualcosa mi dividerà da lui.

    Sono già arrivata all’università. Perbacco non ricordavo di fare così presto la mattina… forse perché è la prima volta che arrivo puntuale? ahh l’amore!
    Decido di sedermi un pò e di aspettare Willow e Tara. Mi avvicino ad una panchina e, una volta seduta, una voce squillante mi fa sobbalzare. Alzo lo sguardo ancora un po’ impaurita ed incontro gli occhi nocciola di Xander, gli sorrido sinceramente.

    -ciao Xan! Come mai da queste parti così presto?- gli chiedo. Anche lui ha la fama di eterno ritardatario.

    Lui fa spallucce e si siede accanto a me sfilandosi la borsa a tracolla e poggiandola accanto a sé.

    - potrei farti la stessa domanda Buffy…- mi risponde. Ok colpita e affondata.

    Certo non posso dirgli che ho fretta di vedere William Shelby in persona! Non che io mi vergogni, anzi! Ma voglio tenere la mia storia d’amore per me. Anche se probabilmente è un amore a senso unico, ma non mi importa, col tempo si innamorerà di me… lo farà vero?

    - hey?- Xander sventola una mano davanti i miei occhi e mi ridesto. Come al solito quando mi metto a pensare non la finisco più.

    -scusami… oh ecco Willow e Tara!- esclamo non appena scorgo la chioma rossa della mia amica. Mi alzo di scatto andando loro incontro.

    - Buffy! – mi saluta Willow mentre Tara sussurra a sua volta un saluto. Mi volto a guardare Xander ancora seduto nella panchina che sventola una mano salutando anche lui le ragazze.

    - Will… Tara…- sussurro avvicinandomi un pò di più a loro – ho bisogno di parlarvi… in privato - continuo e vedo loro farsi preoccupate. Decido di tranquillizzarle
    – non preoccupatevi… non è nulla di grave… almeno per ora.- finisco a voce a più bassa.

    Annuiscono all’unisono e fanno cenno di avvicinarci a Xander rimasto solo ad aspettarci.

    - oh si si! Scusate! Ma avevo bisogno di dirvelo. Andiamo.- esclamo incamminandomi insieme a loro. Tra un pò inizieranno le lezioni e non sono mai stata così in ansia in vita mia.

    Lo sento. Sento il suo sguardo su di me mentre con passo lento varco la porta dell’aula di sociologia. Mi volto e gli regalo un timido sorriso avanzando insieme a Willow, Tara e Xander e prendendo posto nei banchi più vicini.
    Vedo Xander guardarci un pò stranito e le altre due, al contrario, entusiaste.
    Mi siedo e apro la borsa per poi prendere il mio quaderno di appunti. Ok è vuoto. Ma devo fare un po’ di brodo no?
    Xander è ancora in piedi e continua a guardare prima me e poi le mie amiche.

    - cosa c’è Xan?- gli chiedo cominciando a scarabocchiare qualcosa su un foglio.

    - oh… cosa c’è?? Scusate se non voglio stare a contatto ravvicinato col professore da strapazzo!!- esclama e sento la rabbia farsi strada in me.

    Cosa ha osato dire?? Prendo un respiro profondo per evitare che si sospetti qualcosa. Mi volto a guardare William e lo vedo chinato su una pila di fogli aspettando che gli altri studenti arrivino. Rivolgo nuovamente la mia attenzione a Xander e sorrido falsamente.

    - beh Xander, se non ti sta bene puoi anche sederti da qualche altra parte. Io ho bisogno di ascoltare attentamente le lezioni- rispondo cercando di rimanere calma il più possibile.

    Alza gli occhi al cielo e decide di sedersi insieme a noi… prende posto accanto a me e inizia a guardarmi con insistenza.

    - cosa c’è adesso?- gli chiedo piuttosto scocciata. Non so perché ma mi sento un pò nervosa in sua presenza. Soprattutto perché c’è anche William qui…

    Lui sembra ridestarsi e scuote la testa vigorosamente.

    - n..nulla! assolutamente nulla. Ascoltiamo la lezione… interessante. Si. Interessantissima…- balbetta leggermente e si volta dall’altra parte.

    Faccio spallucce e mi volto a guardare Willow seduta alla mia destra, la vedo piuttosto divertita e inizio a guardarla con aria interrogativa.

    - che c’è? Anche tu ti ci metti?-

    - ma non l’hai capito?? – mi chiede indicando Xander ammiccando leggermente.

    - eh?- sento che qualcosa di spaventoso sta x essermi riferito. No vi prego! Non voglio ascoltare!

    - quello è cotto di te!-

    Oddio no. Proprio questa non ci voleva!

    -Ditemi che è un demone per favore! Così potrei ucciderlo e non proverei nessun senso di colpa! O forse si? Forse lo proverei perché è un mio amico!! Oppure no, in fondo io sono…- inizio ma la mano di Willow vola a tappare la mia dannata bocca .
    La guardo supplicandola con gli occhi e la vedo indicare nuovamente Xander.
    Perfetto! Ho capito tutto…
    Mi volto lentamente e lo vedo fissarmi ad occhi sgranati.
    Rido leggermente e mi volto di nuovo verso le mie amiche.

    <aiutatemi vi prego! Mi caccio sempre nei guai…!!>

    - eheh… tu hai visto quel film in prima visione ieri vero Xander??- esclamo all’improvviso voltandomi verso di lui sorridendo.

    La sua espressione cambia e pian piano si normalizza.

    - si insomma… quello sui demoni… sulla ragazza che uccide i demoni… stavamo parlando di questo film! E io ho citato la mia battuta preferita! L’avrò visto almeno venti volte!- continuo e vedo Willow e Tara annuire vigorosamente trattenendo una risata.

    - oh! ho capito… ma scusa. Non hai detto che era in prima visione?- mi chiede lui con aria interrogativa.

    - si perché?- rispondo ricambiando il suo sguardo. Dove vuole arrivare?

    - e come hai fatto a vederlo una ventina di volte se l’hanno fatto in tv ieri per la prima volta?-

    Ok. Sono proprio un’imbecille. E adesso che gli dico??

    - ovviamente l’ha visto al cinema! No Buffy?- interviene Willow ad aiutarmi. Grazie amica mia… come farei senza di te??

    Annuisco sorridendo.

    - ovvio! E poi l’ho anche in dvd!!- rispondo ringraziandola con lo sguardo.

    - bene! mi piacerebbe vederlo qualche giorno! Magari mi presti il dvd e te lo riporto il giorno dopo… mi piacciono i film di fantascienza!-

    Bene! Andiamo sempre meglio… adesso che gli dico??

    Fortunatamente William si alza dalla cattedra e inizia a parlare distraendo Xander. Mi guarda entrandomi dentro… facendo vibrare la mia anima. Non sento quello che sta dicendo… mi limito a guardare le sue labbra desiderando di sfiorarle con le mie.
    Osservo il suo corpo muoversi, camminare lentamente tra i banchi, rialzo lo sguardo verso i suoi occhi e rimango pietrificata. Mi sta guardando… ma diversamente. Sento cosa vuole e lo vorrei tanto anche io…

    < Ti amo William…> la mia anima lo urla di nuovo mentre il mio cuore accelera i suoi battiti.

    Distolgo lo sguardo imbarazzata e osservo Willow che ascolta attentamente le parole di William. Scuoto il capo e prendo la penna continuando il mio scarabocchio.
    Sento la testa farsi pesante improvvisamente… lo schizzo del cuore che ho disegnato sembra girare vorticosamente.
    Inizio a guardarmi attorno confusa. Le palpebre pian piano si chiudono, sento Willow chiamarmi e qualcuno sorreggermi. I battiti del mio cuore aumentano sempre più e ormai non vedo più nulla. Riesco solo a sentire il brusio attorno a me, sento il suo odore. Le sue braccia sorreggermi e qualcosa di duro e freddo contro la mia schiena.
    Il mio William sta urlando a qualcuno di chiamare un dottore. No William io sono qui… sto bene. Non spaventarti.
    Sobbalzo internamente quando inizio a scorgere qualcosa… fuoco. Mi guardo attorno mentre la paura inizia ad assalirmi. Dove mi trovo?
    Poi è un attimo e ricordo tutto. Il mio sogno… il sogno di stanotte. È qui che mi trovavo. È qui che ho visto l’orrore più assoluto. E tutto si ripete… vedo gente sanguinare e urlare dal dolore. Inizio a tremare mentre lacrime salate iniziano a rotolare sulle mie guance.

    - no no no! Questa non è la realtà! Non accadrà! Portatemi indietro vi prego…!!- mi accascio a terra continuando a singhiozzare mentre le urla si accavallano alle voci di William e Xander che cercano di rianimarmi.

    - non potrai sfuggire al tuo destino cacciatrice… -

    Mi guardo attorno cercando la fonte di quella voce. Ma pian piano tutto scompare e di nuovo il buio regna padrone.
    Apro gli occhi di scatto e incontro quelli blu di William. Mi fissano confusi e terrorizzati.

    - Buffy!- esclama trattenendosi dall’abbracciarmi. Accenno un sorriso e cerco di alzarmi dal banco su cui mi hanno distesa. Ma la sua mano mi costringe gentilmente e rimettermi sdraiata.

    - signorina Summers… rimanga sdraiata. Un’ambulanza sta arrivando la porteranno in ospedale e la visiteranno. – esclama ricambiando il mio sorriso.

    - non ce n’è bisogno professore. Sto benissimo. È stato soltanto un capogiro. – rispondo e questa volta riesco a mettermi a sedere.

    Incontro lo sguardo di Willow e Tara piuttosto preoccupato e annuisco leggermente. Hanno capito che qualcosa sta per accadere.

    E non potrò sfuggire al mio destino. Per niente al mondo.

    **********
    Quasi corro per i corridoi dell’università mentre cerco di fermare le lacrime che premono presuntuose nei miei occhi. Non posso lasciare che vincano. Allora tutto mi crollerebbe addosso e non riuscirei ad accettare la realtà.

    La fine del mondo si sta avvicinando e tocca ancora una volta a me fermarla.

    Solo una domanda però mi rimbomba nel cervello senza darmi un attimo di pace.
    Ce la farò?
    Mi sento così sola… non ho nessuno vicino, nessuno con la mia stessa forza… nessuno che possa darmi una mano. Si, non mi importa di fare la dura, non mi importa di sentirmi superiore agli altri. Io non voglio esserlo… voglio essere come tutte le ragazze. Spensierate… senza nessun dovere. Vorrei passare le mie serate insieme ai miei amici, o a casa a guardare un film strappalacrime e mangiare popcorn.
    Non voglio chiedermi continuamente quando morirò. Se sarò fortunata oppure no…

    Non voglio…

    Sono fuori dall’edificio adesso e ormai sto singhiozzando. Raggiungo barcollando la panchina mentre i tiepidi raggi di sole illuminano il mio volto riscaldandolo. So che tutti mi stanno guardando preoccupati ma non mi importa… voglio solo piangere fino ad esaurire le lacrime… forse chissà… dopo non piagnucolerò più e riuscirò ad affrontare il tutto con più grinta.
    Mi stringo le ginocchia al petto senza far cessare i miei singhiozzi, mentre la mia mente rivive l’orrore che ho visto pochi attimi fa nel mio sogno.

    - Buffy!-

    Alzo la testa di scatto e incontro gli occhi di Willow. È preoccupata, come tutti del resto, e si siede accanto a me poggiando una mano sulla mia spalla per confortarmi.
    Tiro su con il naso e con il dorso della mano mi asciugo gli occhi voltandomi poi verso di lei.

    - perché sei qui ?- le chiedo e forse il mio tono è risultato un pò troppo duro.

    Lei abbassa gli occhi dispiaciuta così cerco di rimediare.

    - scusami… non dovevo rivolgermi così a te. Tu ti stai preoccupando… e ti ringrazio. Solo che…- inizio ma vengo interrotta da lei che alza lo sguardo ora fattosi serio.

    - sta per succedere qualcosa di brutto vero?- mi chiede e io mi limito ad annuire.

    - non so cosa di preciso… ma la fine del mondo si avvicina Willow. Devo fare qualcosa … ma in questo momento vorrei tanto non essere la cacciatrice. – l’ho detto. Sono riuscita ad esternare le mie paure a Willow.

    Lei accenna un sorriso e mi accarezza la mano annuendo.

    - lo so… cioè, posso capirlo. Non so cosa si provi esattamente ad essere la cacciatrice, ma penso che in una situazione del genere io sarei scappata…- esclama e io abbasso lo sguardo colpevole.

    Non sa quanto desidererei farlo. Lascerei la città e lascerei questo dannato lavoro a qualcun altro.

    - hai ragione Will… non sai quanto pagherei per essere come tutti gli altri. – affermo – ma questo non sarà mai possibile.- continuo poi volgendo lo sguardo altrove.

    - Buffy… non voglio che tu ti consideri diversa dalle altre persone. Tu sei come tutti noi… solo sei un pò speciale. E se posso darti un consiglio… inutile restare qui a commiserarsi e a lamentarsi… le cose non cambieranno di certo. Bisogna agire. Cominciare a fare delle ricerche in modo da scoprirne di più. Io e Tara ti daremo una mano… non sarai sola ad affrontare tutto questo Buffy. Te lo prometto. –

    Mi volto a guardarla e le sorrido sinceramente. Ha ragione lei… non serve lamentarsi.

    - grazie – sussurro stringendole la mano. – ti voglio bene Will-

    Vedo i suoi occhi illuminarsi e sono felice. Mi abbraccia forte e mi sussurra.

    - anche io te ne voglio Buffy -

    Un colpo di tosse alle mie spalle mi costringe a sciogliere l’abbraccio. Mi volto e incontro il sorriso di Tara. Ci guarda dolcemente e mi verrebbe quasi voglia di abbracciare anche lei.

    - ciao Tara… siediti vicino a noi. – le dico e mi sposto per farle un pò di spazio.

    Annuisce e si siede accanto a Willow stringendole poi la mano. Quando la guarda gli occhi le si illuminano e lo stesso è per la sua metà. Mi sento quasi in più adesso e mi viene in mente il mio William, il suo sguardo apprensivo dentro l’aula… si è davvero spaventato. Avrei voluto gettargli le braccia al collo e sfogarmi con lui, ma tutto ciò è praticamente impossibile.

    - come stai?- la voce di Tara mi distoglie dai miei pensieri costringendomi a voltarmi.

    - bene. Si insomma…bene come si può stare dopo aver avuto una visione pre apocalittica . – cerco di scherzarci su ma mi riesce molto male. Entrambe sono serie in questo momento e anche il mio sorriso si spegne.

    - beh diciamo che cerco di essere forte. A te non dispiace aiutarmi nelle ricerche vero Tara?- le chiedo sperando in cuor mio che dica di si. Quasi mi si ferma il fiato mentre attendo la sua risposta.

    - ovvio Buffy… ti aiuteremo entrambe. Ci metteremo subito al lavoro te lo prometto.- tiro un sospiro di sollievo mentre involontariamente un sorriso illumina il mio viso. Non dovrei essere felice adesso, ma lo sono. Sono euforica perché finalmente non sono sola, perché finalmente posso condividere con qualcuno questo fardello. Perché finalmente ho delle amiche vere.

    - grazie. Non so come ringraziarvi veramente…- mi mancano le parole in questo istante. Vorrei mettermi a saltellare proprio come facevo da piccola, quando mia madre veniva da me con in mano un pacchetto regalo, che ovviamente era il giocattolo che avrei voluto tanto avere.

    Ci alziamo tutte e tre dalla panchina e ci ripromettiamo di tenerci in contatto per ulteriori novità. Le guardo allontanarsi e sospiro. Dentro di me so quello che dovrei fare, ma il mio cuore si rifiuta categoricamente di farlo. No non posso… non mi sento ancora pronta. Come faccio ad abbandonarlo? Proprio ora che ho più bisogno di lui… ma se non posso dirgli nulla… dirgli che sono la cacciatrice… condividere questo segreto anche con lui… il nostro rapporto si basa su una menzogna. Scuoto la testa. È inutile porsi queste domande adesso.
    Mi incammino verso Revello Drive e guardo il mondo attorno a me. Tutto oggi mi sembra più bello… da proteggere. Il cuore inizia a battermi forte mentre rivivo nuovamente le emozioni della mia visione. Perché nel mondo deve esistere il male… perché il bene deve coesistere con i demoni, i vampiri e tutto ciò che c’è di maligno in questo mondo… perché?
    Però penso che se non fossi stata la cacciatrice, forse non sarei mai andata via da Los Angeles e non avrei mai incontrato William. Lui che in questo momento mi sembra il solo raggio di sole nella mia stupida vita. Lui che mi fa battere il cuore come non ha fatto nessun altro. Lui, semplicemente William.
    Sorrido continuando a camminare cominciando a guardare tutto da un’altra prospettiva. Una sola parola rimbomba nella mia testa.

    William, William, William!

    Arrivo a Revello Drive e scorgo da lontano la mia casa, mancano pochi metri e poi potrò sprofondare nel mio letto, con la speranza che il mio sonno non si popoli di nuovo dell’orrore più assoluto. Mi fermo di scatto quando vedo lui seduto sui gradini davanti alla mia porta. Guarda un punto fisso davanti a se e sembra soprappensiero. Non si è ancora accorto di me e mentre il mio cuore comincia a galoppare mi avvicino e mi siedo accanto a lui.

    - hey- sussurro.

    Lui mi guarda e mi sorride teneramente per poi avvicinarsi e stringermi forte a se. Infila la testa nell’incavo del mio collo e sospira.

    - Dio Buffy… mi hai spaventato oggi.- sussurra e io non posso fare altro che stringerlo forte. È tutto passato William.

    - scusami…- gli rispondo mentre con la mano gli accarezzo la schiena disegnando dei piccoli cerchi. – è stato solo un capogiro- continuo sciogliendo l’abbraccio e guardandolo negli occhi.

    È amore quello che leggo?? William Shelby è innamorato di me? Lui può amarmi?

    - non mentirmi Buffy – esclama ed è estremamente serio mentre lo dice. – ti ho vista… piangevi. Cosa ti è successo?- continua scostando poi una ciocca di capelli dal mio viso.

    Trattengo il respiro mentre valuto se è meglio dirgli o no la verità.

    - io… io soffro di crisi… queste crisi… e mi sono solo spaventata. Ecco tutto. Io… quando ho… insomma si quando ho queste crisi sento quello che c’è attorno a me, ma non … non riesco a ritornare in me. Tutto qui. Piangevo perché ero spaventata. Non per altro. – rispondo e abbasso immediatamente lo sguardo. Ho paura che scorga nei miei occhi la menzogna.

    William ti devo lasciare… non posso continuare così. Devo allontanarti da me… ma dannazione. Non ce la faccio.

    Poggia la mano sul mio mento e gentilmente mi costringe ad alzare lo sguardo. Riluttante lo lascio fare cercando però di guardare altrove.

    - hey. Non devi fare così, non vergognarti. È ok. Ti voglio bene così come sei. – afferma e io annuisco mentre le lacrime cominciano a pungere i miei occhi per le parole che ho appena sentito.

    Ti voglio bene. Mi vuoi bene William? Beh io no… io ti amo. Ti amo così tanto… ti amo così tanto che mi riesce difficile respirare se mi guardi così. Mi riesce difficile stabilire un battito regolare al mio cuore quando ci sei tu con me. Mi riesce difficile non tremare ogni volta che la tua mano sfiora il mio corpo. Dannazione William, anche io voglio volerti bene, e nient’altro. Sarebbe tutto più facile… ma non posso. Io non ti voglio bene.

    Io ti amo.

    - entriamo?- esclamo e la voce mi trema leggermente. Lui annuisce e mi prende per mano aiutandomi ad alzarmi. Prendo le chiavi dalla borsa e con le mani ancora tremanti infilo quella giusta nella serratura e apro la porta. Sto per dirigermi in cucina ma la sua mano mi blocca e mi costringe a voltarmi. Mi accarezza il viso e rabbrividisco sotto il suo tocco.

    Ti prego no… non farlo.

    - baciami Buffy – sussurra guardandomi negli occhi.

    E io non posso non accontentarlo… come fossi una marionetta nelle sue mani mi avvicino lentamente al suo viso e premo le mie labbra contro le sue. Dischiudo la bocca non appena sento la sua lingua cercare di farsi strada e rimango lì tra le sue braccia, inerme. Senza la minima forza e voglia di porre fine a quella dolce tortura.
    Si stacca da me per riprendere fiato e mi guarda con occhi sgranati, che si sia reso conto di quanto grande e importante sia il sentimento che provo per lui?
    Può una persona capirlo solo con un bacio?

    - Dio Buffy…- si limita a sussurrare. Cosa vuol dire William? Non ti capisco…

    Lo guardo e lo prendo per mano.

    - andiamo in camera mia… voglio fare l’amore con te.- sussurro e non so cosa mi sia preso.

    Annuisce e mi segue mentre saliamo le scale mi accarezza la mano. Arrivati in camera mia ci chiudiamo la porta alle spalle. Lentamente accarezzo il suo corpo osservandolo minuziosamente.

    È così bello il mio William…

    - sei un angelo…- sussurro continuando ad accarezzarlo.

    - e tu sei il mio…- risponde e alzo lo sguardo per incontrare i suoi occhi blu, adesso scuri come il mare in tempesta.

    Lo bacio dolcemente e sento le sue mani accarezzare il mio seno, lentamentemi sfila la canottiera. Mi sfiora leggermente le braccia e poi mi sfila il reggiseno facendolo scivolare sul pavimento.
    Faccio lo stesso con lui e adesso siamo entrambi a petto nudo e non possiamo non accarezzarci a vicenda.

    - sei stupenda Buffy…- mi sussurra iniziando a baciarmi il collo facendomi gemere.

    Presto si stacca da me e si sfila i jeans insieme ai boxer. Oggi li ha messi penso sorridendo divertita.
    Si avvicina come un predatore ricambiando il mio sorriso e riprende a baciarmi il collo mentre con le mani lavora al bottone dei miei di pantaloni che presto si ritrovano a fare compagnia ai suoi.

    Siamo nudi adesso e ci guardiamo. Come se volessimo trovare un difetto nel corpo dell’altro. Ma io non vedo nulla. Sento solo il mio cuore che batte furiosamente nel petto e sento il desiderio di unirmi a lui. E lo facciamo, ci uniamo, anima e corpo, voliamo lassù, tocchiamo le vette più alte e sfioriamo le stelle del firmamento.
    Ed è lì che mi sento felice. Insieme a lui, almeno fino a domattina. Capitolo 9


    - crogiolati nel tuo sonno Cacciatrice…presto ,molto presto, saremo soli io e te… e allora vedremo chi vincerà. –

    Apro gli occhi di scatto e poggio la mano sulla mia fronte ansimando. Di nuovo… questa volta posso dare una parvenza di aspetto al mio nemico, è alto ed è un uomo, considerando la sua voce. Ma non mi è permesso conoscere il suo viso … e questo mi turba, i miei sogni invece di aiutarmi mi mettono in difficoltà.

    E se non fossero dei sogni premonitori?

    Se fosse lui a provocare questi incubi e sconvolgere il mio sonno? Esiste un incantesimo che possa permettere ciò? Ne parlerò con Willow e Tara.

    Mi giro e osservo il volto di William. Dorme beato accanto a me, incurante della battaglia che scuote la mia anima. Ho voglia di accarezzarlo, di seguire con le dita la bellezza dei suoi lineamenti, ma la possibilità che ciò possa svegliarlo mi trattiene dal farlo. Sospiro mettendomi a sedere continuando ad osservarlo. Il mio William sembra un angelo… un angelo strappato dal paradiso e destinato a me. A rendere la mia vita più bella, piena d’amore e di speranza.
    Speranza che un giorno, probabilmente molto lontano, io possa vivere la mia vita tranquillamente, al fianco dell’uomo che amo. Magari non sarà William… chi lo sa. Ma lui è la mia ancora adesso, e per quanto la mia anima mi urli che devo lasciarlo, abbandonarlo ed essere solo Buffy la cacciatrice… il mio cuore invece sanguina al solo pensiero.
    Il problema adesso è capire qual’è la cosa più giusta da fare. Non per me, ma per lui. Non potrei metterlo in pericolo… ed è evidente che stando accanto a me lo sarebbe di continuo.
    Cerco di scacciare questi pensieri dalla mia mente e sussulto leggermente quando William inizia a grattarsi la pancia. Mi viene quasi da ridere e cerco di trattenermi chiedendomi cosa farà adesso.
    Vedo il suo naso muoversi impercettibilmente, come se qualcosa gli stesse dando fastidio, e stavolta non riesco a trattenermi devo per forza poggiare una mano sulla bocca per reprimere la mia risata.
    Il mio angelo apre gli occhi ed è come osservare il sole che sorge. Gli sorrido e mi accoccolo vicino a lui scoppiando poi a ridere.
    Con gli occhi ancora decisamente assonnati William mi guarda confuso e si tira sù sui gomiti.

    - buongiorno anche a te dolcezza…- esclama con voce impastata dal sonno.

    La mia ilarità cessa e gli do un leggero bacio sulla punta del naso.

    - guarda che è sera orsetto!- rispondo e sto per scoppiare di nuovo a ridere.

    Lui sgrana gli occhi e adesso sembra decisamente sveglio.

    - cosa??- quasi urla mettendosi a sedere.

    - che cosa “cosa”? si, sono le sette di sera.- affermo anche se ho già capito il motivo di tanto stupore.

    Scuote la testa in senso di diniego e mi fissa.

    - tu come… come mi hai chiamato??- ecco lo sapevo! Scoppio di nuovo a ridere, ma quando osservo il suo cipiglio mi fermo sorridendogli sinceramente.
    - orsetto! Sembravi proprio un orso poco fa! hai cominciato a grattarti la pancia e muovevi il naso in un modo così buffo!- rispondo ridacchiando. Qualunque cosa pur di non pensare…

    - non è vero!- esclama fingendosi offeso.

    - oh si… professore. È verissimo. – annuisco ghignando e lui si volta dall’altra parte.

    Mi avvicino di più a lui posandogli un lieve bacio sulla guancia e accarezzandogli i capelli.

    - professore? Gliel’ho mai detto che trovo gli orsi degli animali stupendi?- affermo mentre aspetto che lui si giri.

    E lo fa, adesso mi sorride divertito.

    - oh no signorina Summers. Ma adesso che ne sono a conoscenza sarei ben lieto di fargliene vedere uno!- esclama abbracciandomi e mordicchiandomi il labbro.

    - davvero?- mi fingo stupita e lo vedo annuire, così continuo – e dove sarebbe professor Shelby?-

    Lui ringhia e mi costringe gentilmente a coricarmi baciando le mie labbra sensualmente.

    - proprio davanti a te signorinella. –

    Scoppiamo a ridere entrambi e penso proprio che per almeno altre due orette saremo impegnati, così che non possa annebbiarmi la mente con i miei ragionamenti riguardo al mio futuro.


    Le mie previsioni si sono rilevate esatte. Io e William siamo usciti dalla mia camera circa due ore dopo, entrambi mezzi nudi e abbastanza soddisfatti. Adesso siamo di sotto, in cucina, e sto cercando di preparare qualcosa di decente per cena.
    Ma la puzza di bruciato che aleggia per la stanza mi scoraggia e sbuffo tirando una presina sul tavolo. Mi siedo ormai rassegnata sullo sgabello e mi volto a guardare William che si sta trattenendo dallo scoppiarmi a ridere in faccia.

    - fallo pure - esclamo abbassando di nuovo lo sguardo e mettendo il broncio. Ma lui non lo fa, anzi si alza e mi accarezza gentilmente i capelli.

    - passerotto… ma non ti è mai venuto in mente di seguire un corso di cucina? O magari comprare qualche rivista di ricette? - mi chiede e alza lo sguardo per poi scuotere la testa.

    - no - sospiro – non ci ho mai pensato. Quando vivevo a Los Angeles ci pensava mia madre a cucinare anche se…- inizio ma mi blocco immediatamente.

    - anche se ?- mi chiede lui invitandomi a continuare.

    - anche se non era molto presente… ecco…- mi decido a dirlo e mi appoggio alla pancia di William cingendogli la vita con le braccia.

    Lui continua ad accarezzarmi i capelli e mi sento così bene insieme a lui… protetta e amata.
    Tutto ciò finirà presto però… l’apocalisse mi attende e certo io non posso mettere in pericolo la persona che amo.
    Il petto mi duole al solo pensiero, ma è la cosa giusta da fare, anche se fa soffrire.

    - ordiniamo una pizza?- mi chiede alzandomi il mento e baciandomi le labbra dolcemente.

    Annuisco e mi alzo per prendere il ricevitore del telefono. Anche per stasera pizza.
    Mentre parlo col fattorino e ordino la cena scorgo con la coda dell’occhio William farsi cupo in volto e cambiare stanza. Mi affretto a concludere la conversazione e mi dirigo verso il salone, dove trovo William seduto sul divano. Mi accomodo accanto a lui e gli prendo una mano intrecciandola con la mia. Sento che c’è qualcosa che non va ma non voglio forzarlo… se vorrà sarà lui a parlarmene.
    Si volta e mi sorride portandosi le nostre mani intrecciate alle labbra per poi baciare il dorso della mia. Ricambio il suo sorriso mentre con l’altra mano gli accarezzo gentilmente il volto.

    - passerotto io…- inizia ma la mia mano scende sulle sue labbra fermando il fiume di parole che stavano per fuoriuscirne.

    - shht… non fa nulla William. So quando devo evitare di chiedere qualcosa… non voglio spiegazioni. Quando ti sentirai me lo dirai. Ok?- lo vedo annuire e abbassare lo sguardo.

    Cosa ti turba così tanto amore mio? Anche tu come me nascondi qualcosa e senti il peso della menzogna opprimerti?
    - sei maledettamente stupenda Buffy… perché… perché dannazione…- amami William, non porti queste domande… amami e basta. Perché non puoi farlo?
    Ti voglio bene così come sei non puoi vero? Non puoi aprirmi completamente il tuo cuore...

    - io… io dovrò dirti una cosa Buffy… ma non ora. Non me la sento. – esclama e mi distoglie dai miei ragionamenti.

    Mi limito ad annuire. Anche io William… anche io devo dirti qualcosa… ma io non posso dirtela. Me lo dirai tu… e io mi limiterò a continuare a mentire, a convincermi che tutto va bene.
    Il campanello suona e mi alzo rendendomi solo ora conto che non sono presentabile. Ho indosso la camicia di William e non posso di certo andare ad aprire così.

    - William?- lo chiamo e lui alza lo sguardo aspettando che continui.

    - ah bene! Vuoi che vada ad aprire la porta così? La tua Buffy potrebbe far conquiste!- esclamo e lui sembra ridestarsi da qualunque ragionamento stia logorandogli il cervello.

    - assolutamente no! Corri a metterti qualcosa, vado io ad aprire. – mi risponde e dopo avermi baciato dolcemente si dirige verso la porta di ingresso.

    Salgo le scale facendo i gradini a due a due e una volta arrivata in camera mia indosso un paio di pantaloni da tuta. Di solito li uso per allenarmi ma sono piuttosto comodi per una serata in casa a mangiare pizza. Quando scendo William è già seduto a tavola e aspetta me per iniziare a mangiare. Gli sorrido sinceramente e mi siedo di fronte a lui aprendo poi il cartone della pizza e agguantandone una fetta. La guardo tristemente e sospiro.

    - buona la pizza. La mangerei tutte le sere…- esclamo con finto entusiasmo.

    William però non sembra avermi sentito, troppo preso com’è dal divorare letteralmente la prima fetta di pizza.
    Sorrido e inizio anche io a mangiare. Dopotutto non è così male, soprattutto perché c’è lui accanto a me.

    ********

    William è andato via da circa due ore e ancora non mi decido a scollarmi da questo divano. Sto esaminando la situazione e il mio dannato cervello non riesce a trovare nessun’altra idea, oltre quella di chiamare Willow e Tara e indagare sui miei misteriosi sogni. Non credo siano premonitori… forse un incantesimo permette al mio nemico di entrare nella mia testa e spaventarmi. Perché è questo quello che vuole fare… eppure… quella voce io l’ho sentita da qualche parte.
    Tremo mentre un brivido mi percorre la schiena al ricordo dei denti del maestro affondati sul mio collo e la mia vita spegnersi.
    Chiudo gli occhi e cerco di scacciare le immagini ma mentre lo faccio sento il sonno che prepotentemente si fa strada in me.
    No, non voglio addormentarmi. Lotto invano, cerco di aprire gli occhi, ma questi sono troppo pesanti e rifiutano di schiudersi. Cerco allora di muovere le braccia ma tutto il mio corpo sembra paralizzato. Smetto di lottare. Non posso fare altro che sottomettermi al mio nemico e osservare ciò che lui mi mostrerà questa volta. Qualcosa mi dice che sarà ancora più spaventoso di prima.
    Ecco che tutto ha inizio.
    Il buio regna sovrano intorno a me, mi guardo attorno cercando di scorgere qualche figura ma tutto ciò che sento è un respiro, lento e regolare che man mano va avvicinandosi. Lo sento sul mio collo e mi volto di scatto sussultando. È questo quello che dovrò affrontare? Il mio nemico non si farà vedere e potrà così porre fine velocemente alla mia vita?

    - chi c’è la? Fatti vedere!- esclamo continuando a guardarmi attorno. Nessuno mi risponde e all’improvviso il paesaggio cambia. Una forte luce mi invade e sono costretta a ripararmi gli occhi con una mano. Quando vedo ciò che lui mi mostra il mio cuore perde un battito.
    Vedo me… sto combattendo contro qualcuno. Non riesco a vederlo poiché è di spalle, ma riesco benissimo a vedere la figura sanguinante distesa dietro di me.

    William.

    Scuoto la testa mentre le lacrime iniziano a rotolare sulle mie guance.

    - no! Non sarà così!! Lui non morirà!- urlo e sento una risata riecheggiare.

    Mi volto di scatto e lo vedo davanti a me, il mio nemico, colui che ucciderò se solo osasse toccare William. Sgrano gli occhi quando il suo volto viene illuminato e trattengo il respiro.

    - no… non può essere… non tu…- sussurro scuotendo la testa. Non riesco ad accettarlo e ancora una volta il mio animo da cacciatrice mi rimprovera di non aver fatto il mio dovere quando dovevo.

    - si.. io!- risponde e inizia a ridere con cattiveria.

    Un brivido mi percorre la schiena e i miei occhi si riducono a due fessure.

    - tu! Tu non puoi!- esclamo puntandogli un dito contro.


    Smette di ridere all’improvviso e mi guarda serio per poi avvicinarsi. È ad un passo dal mio viso adesso e nei suoi occhi si può scorgere solo il male.

    - oh si che posso cacciatrice… ti pentirai di non aver fatto ciò che ti avevo chiesto…- sussurra e all’improvviso il buio torna padrone e sento che posso aprire gli occhi adesso.

    E lo faccio. Apro gli occhi di scatto iniziando poi a singhiozzare.

    Non posso… non posso continuare così. William non deve morire… devo proteggerlo.
    Devo affrontare il male e devo vincere, a tutti i costi. Ma come? È questa la domanda che riecheggia nella mia testa.
    Chi mi aiuterà ad affrontarlo?
    All’improvviso un’idea mi balena in mente e sorrido, felice di aver trovato almeno un poco di speranza dentro di me.

    - Giles…-

    E’ mattina e sto correndo in direzione dell’università. Devo raggiungere presto Willow e Tara, parlar loro dei miei ultimi sogni e di Giles. Devo riuscire a contattarlo in qualche modo, anche se non so come… il cuore mi si ferma quando vedo la chioma platinata di William. Sta venendo verso di me e mi sorride radioso.
    William ti prego no… non rendermi tutto più difficile. Lasciami… lascia andare il mio cuore. Non possederlo con così tanta autorità. È mio lo sai vero? Abbandonalo…
    Ormai è davanti a me e mi riesce difficile sorridere in questo momento. Lo guardo seria e cerco di scacciare le lacrime che premono nei miei occhi.

    - Buffy…- sussurra e inclina di lato la testa come per leggermi meglio dentro.

    Cosa vedi William? Lo vedi il mio dolore? Non voglio ma devo… devo lasciarti angelo mio.

    - ciao William…-sussurro anche io evitando di baciarlo… siamo all’università e poi mi renderebbe il tutto più difficile.

    Si guarda attorno e poi posa nuovamente il suo sguardo su di me.

    - qualcosa non va?- mi chiede avvicinandosi e sfiorandomi il viso con un dito.

    Mi ritraggo di scatto sentendomi bruciare sotto quel lieve tocco. Non toccarmi William… non farlo ti prego.
    Lui sgrana gli occhi confuso dal mio atteggiamento e cerco di trovare una scusa per giustificare la mia azione.

    - siamo in pubblico…- sussurro indicando con lo sguardo la massa di studenti che si dirigono verso l’entrata dell’edificio.

    Lo vedo annuire e continuare a guardarsi intorno.

    - bene allora… ci vediamo in classe. – mi dice e fa un cenno con il capo per poi allontanarsi.

    Sento il mio cuore farsi in mille pezzi mentre lo osservo andar via… sta andando via da me e dalla mia anima…

    Come farò a dirglielo? Cosa gli dirò?

    Scorgo Willow e Tara avvicinarsi all’edificio e per un attimo decido di togliermi dalla testa William. Corro verso di loro desiderosa di sapere se hanno trovato qualcosa.

    - Willow! Tara!- esclamo e le vedo voltarsi verso di me e sorridermi.

    Le raggiungo e ansiosa si sapere chiedo loro : - novità?-

    Si guardano entrambe negli occhi e annuiscono.

    - si Buffy. Abbiamo scoperto qualcosa. Sediamoci. –

    Annuisco e una volta sedute iniziano la loro spiegazione.

    - allora… hai ragione tu. Un’apocalisse sta per arrivare. Nella seconda settimana del mese di Gennaio il nuovo maestro attaccherà colei che vuole distruggere il male, e farla sua. Una di loro. Un vampiro. – Willow mi stringe la mano mentre sento il mio corpo sussultare.

    - un vampiro… vuole fare di me un vampiro…- sussurro guardando un punto fisso davanti a me.

    - ma… noi ti aiuteremo! – esclama Tara stringendo anche lei la mia mano.

    Alzo lo sguardo verso di loro sconvolta… non posso lasciare che vengano con me. Non posso metterle in pericolo.

    - ma… come?- chiedo continuando a sperare.

    - con la magia. - risponde Willow. – faremo un incantesimo per ridurre la potenza del maestro. Non sappiamo chi è… come è fatto… ma possiamo localizzarlo. –

    La guardo e il ricordo del sogno di ieri sera mi fa tremare leggermente.

    - io lo so chi è… so come è fatto…-sussurro abbassando lo sguardo.

    - come?? Chi?- chiede Tara. Sono entrambe confuse e devo loro una spiegazione.

    - è Angelus. Anni fa il maestro mi ha uccisa. Sono stata morta per pochi secondi… ma lo sono stata. Se ora sono qui è proprio grazie ad Angelus. Lui mi ha salvata… voleva che passassi dalla sua parte, pensava che lo avrei fatto per ringraziarlo. Ma io non lo feci. E nemmeno lo uccisi. So… so che ho sbagliato ma… non ce la feci. Ieri sera… ieri sera ho fatto un sogno. È lui il nuovo maestro adesso, credo anche che i miei non siano sogni premonitori. È lui… lui che si insinua nella mia mente per spaventarmi… adesso mi vuole ancora. Sta riprovando a farmi sua, e questa volta con la forza.-

    Alzo lo sguardo e vedo Willow e Tara decisamente sconvolte. Stringo loro le mani e scuoto la testa.

    - è tutto ok, io ce la farò. Ma non voglio che voi veniate con me… potete effettuare la magia da casa?- chiedo sperando dentro di me che possano farlo.

    Annuiscono entrambe ma non sembrano molto convinte.

    - ok. Non voglio mettervi in pericolo. Angelus era pericoloso prima, figuriamoci adesso che è diventato il nuovo maestro. – esclamo e mi alzo dalla panchina lisciandomi la gonna.

    Cerco di sorridere e le prendo per mano aiutandole ad alzarsi.

    - bene! Adesso andiamo a lezione! Manca ancora un mese prima che il cattivone mi attacchi quindi… non pensiamoci per adesso!-

    ****

    Mentre gioco con la matita mordicchiandola di tanto in tanto osservo William camminare avanti e indietro davanti la cattedra e spiegarci qualcosa. Non so assolutamente di cosa stia parlando e nemmeno mi importa. Ho già deciso di lasciare l’università, questa sarà la mia ultima lezione. In questo mese dovrò allenarmi…allenarmi senza mai fermarmi. E poi… non posso continuare a vedere William sapendo che non potrò mai averlo.
    All’improvviso l’immagine del mio sogno mi costringe a chiudere gli occhi. Vedo lui… dietro di me disteso… così… morto. Scuoto la testa convincendomi sempre di più che devo lasciarlo andare.
    Il petto mi duole al pensiero ma è l’unica cosa che posso fare. Questo è il prezzo… il prezzo di essere la cacciatrice.
    Ovvero rimanere perennemente sola… senza nessuno da amare, senza nessuno che ti possa ascoltare quando hai bisogno di sfogarti e che non sia una tua amica, senza nessuno che asciughi le tue lacrime e che le baci portando via tutta la tristezza. Senza nessuno che ti prometta il suo cuore e si prenda cura del tuo, senza farlo soffrire. Senza nessuno che ci sia ad aspettarti sempre e comunque… senza nessuno.

    Senza William.

    Adesso le lacrime scendono copiose sulle mie guance e mi affretto ad asciugarle con il dorso della mano. Non voglio che qualcuno mi veda piangere. Da ora in poi non dovrò nemmeno più farlo… dovrò essere forte. Basta piagnistei e soffiatine di naso.
    Adesso devo essere solo la cacciatrice. Affrontare Angelus e spedirlo all’inferno, dov’è giusto che si trovi. Vedo tutti attorno a me alzarsi e raccogliere le proprie cose e intuisco che la lezione è finita. Mi alzo dall’ultimo banco dove ho deciso oggi di mettermi per stare lontana da tutti e mi dirigo verso Willow e Tara.
    Faccio loro cenno di seguirmi e una volta uscite fuori dall’università ci sediamo sotto un albero all’ombra.

    - stasera andrò di pattuglia. Vorrei che veniste anche voi… vi dispiace? Potremo parlare meglio di tutto e pianificare la situazione. Per voi va bene?- chiedo e aspetto la loro risposta che non tarda ad arrivare.

    - certo nessun problema!- esclama Willow e Tara annuisce in risposta.

    - ok. Allora a stasera. Alle otto all’entrata del cimitero- affermo alzandomi e loro fanno lo stesso.

    Le saluto abbracciandole e ringraziandole ancora di tutto l’aiuto che mi stanno dando. Senza di loro non so se ce l’avrei fatta.

    - spero tanto di incontrare una persona stanotte…- sussurro ma loro sono già lontane e non possono sentirmi.

    ************

    Mentre l’acqua scivola lentamente sul mio corpo la mia mente come al solito corre a lui. Do un pugno alla piastrella della doccia e osservo il sangue che fluisce dalla mia mano come ipnotizzata. Di nuovo l’immagine di William sanguinante mi lascia senza fiato e chiudo gli occhi poggiando la fronte al muro. Con decisione inizio a strofinare la mia pelle con la spugna ricolma di sapone… devo togliere il suo odore… non devo vedere più nulla che appartenga a lui, ne sentirlo. Non dovrò più sentirmi marchiata… non dovrò più sentirmi sua.
    Chiudo la manopola bloccando il flusso dell’acqua e mi avvolgo nell’accappatoio posato sullo sgabello accanto a me. Mi guardo allo specchio e mi sfioro le labbra con un dito… nemmeno quelle sentiranno più l’ardore di William… io non lo vedrò più.
    Ho deciso di non dirgli nulla, sparire… sparire come se niente fosse e cercare di dimenticarlo.
    Lui lo farà presto… spero che non me ne vorrà.
    Ti voglio bene così come sei. No… lui non si arrabbierà. Rimarrà deluso ma non soffrirà.
    Mi volto e mi dirigo verso la mia camera scegliendo poi senza interesse i vestiti che dovrò indossare stasera. Mi siedo sul letto voltandomi a guardare il cuscino accanto a me. In un moto d’ira lo prendo e lo scaglio via, lontano. Riesco a sentire il suo odore senza nemmeno annusarlo da vicino.

    -Maledetto! Mi hai stregata con i tuoi occhi blu e la tua dolcezza infinita! Ma io non posso averti!!- urlo sfogando tutta la mia rabbia così, aspettando che mi prepari ed esca di ronda. Lì potrò veramente farlo.

    Altrettanto svogliatamente mi vesto e scendo di sotto, prendo il cappotto ed apro la porta ma i miei occhi si soffermano a guardare il pavimento dove io e William abbiamo fatto una volta l’amore. Al ricordo di quella notte scuoto la testa ridestandomi da quei pensieri ed esco di casa sbattendo violentemente la porta e borbottando un’imprecazione.
    Arrivo al cimitero in men che non si dica e trovo Willow e Tara ad aspettarmi dinanzi il cancello. Mi avvicino a loro sorridendo.

    - bene ! Eccoci qui… andiamo? Mi raccomando state vicino a me!- esclamo sto per scavalcare il cancello e aprire loro da dentro rompendo il catenaccio quando una voce mi fa sobbalzare.

    - Buffy!-

    Mi volto di scatto e vedo Giles sorridente. Sto per ricambiare il saluto ma la voce mi muore prima ancora di aprire bocca.

    - vorrei presentarti il tuo nuovo osservatore. Te lo avevo detto che non ero io! – afferma e si volta a guardare la persona che lo affianca dandogli un leggero colpetto alle spalle e facendolo avanzare di un passo.

    Sento che sto per venir meno e le gambe iniziano a tremarmi… riesco solo a sussurrare flebilmente…

    - William…-

    Capitolo 10


    È tutto un sogno. Non può essere vero.
    Sbatto le palpebre più volte per accertarmi di aver visto bene, ma nessun’altra persona appare. Non è stato uno scherzo della mia immaginazione… purtroppo.
    Mi tremano le gambe e vorrei riuscire a dire qualcosa, urlare, piangere… ma non ci riesco. Dopo aver sussurrato il suo nome non è uscita una sola parola dalla mia bocca… mi limito a rimanere immobile e osservarlo ad occhi sgranati.
    William… William è il mio osservatore.
    Ho appena razionalizzato quello che mi è stato detto e sento tutto intorno a me girare… è un attimo e rivivo i flashback dei giorni passati.
    Non pensare io non voglia farlo solo non posso… sei maledettamente stupenda Buffy… perché… perché dannazione… Buffy.. passerotto... sei perfetta... dannatamente perfetta... Dio sa perchè io provi questo per te... non dovrei... ma… beh ovvio perché sono il tuo professore… ti voglio bene così come sei…
    Sento i miei occhi colmarsi di lacrime, lacrime di frustrazione e di rabbia. Cerco dentro di me la forza di parlare, di urlare qualcosa… e la trovo.

    - tu!- gli punto un dito contro riducendo i miei occhi a due fessure. – tu mi hai presa in giro per tutto questo tempo! Tu…- sussurro alla fine mentre una sola lacrima rotola sulla mia guancia.

    La asciugo velocemente, non deve vedermi piangere… io odio William. Lo odio perché mi ha mentito… lo odio perché ha distrutto il muro che mi ero creata attorno… lo odio perché gli ho permesso di toccare il mio corpo… lo odio perché ha rubato il mio cuore e lo possiede con tanta autorità… lo odio perché se solo lo guardo mi tremano le ginocchia…

    Lo odio… ma lo amo ancora di più.

    Dannazione è così.

    Mi volto verso Giles lanciandogli lo stesso sguardo che ho regalato a William… so che Rupert non ha colpe, ma devo sfogare la mia rabbia su qualcuno.
    William continua a guardarmi senza dire una parola, è rigido e cerca di non far trasparire alcuna emozione… come se di me e della mia reazione non gli importasse nulla.

    Nulla. Lui non prova nulla per me…

    - quando pensavi di dirmelo eh?- riparto in quarta e gli urlo tutto il mio disprezzo – sei un bastardo! Ecco cosa sei… ti sei preso gioco di me!! Tu sapevi tutto… le tue frasi ambigue...- alzo gli occhi al cielo facendo finta di essere esasperata ma in realtà cerco di scacciare queste maledette lacrime che mi fanno sentire ancora più debole.

    - io…- inizia ma io alzo un mano verso di lui per farlo tacere.

    Non voglio ascoltarlo… voglio solo andar via e dar sfogo alla mia rabbia. Mi volto verso Willow e Tara che mi guardano con un espressione mista di incredulità, confusione e… pena.
    La mia rabbia aumenta e stringo i pugni cercando di trattenermi dallo scagliarmi addosso al mio nuovo osservatore e conciarlo per le feste.

    - ragazze io vado, voi tornate a casa è pericoloso qui- affermo risoluta e loro annuiscono iniziando ad incamminarsi.

    Mi volto verso la via di casa pronta a scappar via ma la voce di Giles mi costringe a fermarmi.

    - scusate se mi intrometto, ma voi due vi conoscete?- mi chiede e io mi volto incenerendolo con lo sguardo. Non rispondo, e dopo aver guardato William con disprezzo mi volto nuovamente e inizio a correre.

    Non ho una meta precisa, sento che mi devo allontanare da questo posto… allontanarmi da William. Non lo accetterò come osservatore, mai e poi mai. Preferisco affrontare tutto quanto da sola, gestire le mie ricerche assieme a Willow e Tara piuttosto che vedere la sua faccia ogni giorno e ogni minuto della giornata, rendendola un inferno e soprattutto… dolorosa.
    Mi guardo attorno rendendomi conto di non saper nemmeno dove andare e mi accorgo solo ora dei passi dietro di me. Mi volto e vedo William correre, non riesce a starmi dietro in quanto a velocità ma non ha il fiatone. Mi fermo senza sapere il motivo, avevo intenzione di scappar via, ma evidentemente le mie gambe hanno deciso tutto quanto da sole.
    Il suo volto si fa ancora più serio quando si accorge che mi sono fermata e si avvicina a me titubante. Indietreggio di un passo e stringo i pugni cercando di contenere la rabbia.

    - cosa vuoi?- gli urlo. Ormai nessuno può più trattenermi. William Shelby, se è veramente così che si chiama, ha rubato il mio cuore e si è preso il lusso di romperlo in mille pezzi. Gli restituirò tutto il male che mi ha fatto, magari avrò questa intenzione solo per stasera ma almeno soffrirà la metà di quanto sto soffrendo io.

    - Buffy calmati. Lo so che ho sbagliato ma…- inizia ma la mia ira è troppa per fermarla.

    - “ma” cosa?? Ti sei forse dimenticato di dirmi che sapevi che ero una cacciatrice e, cosa più importante, che eri il mio nuovo osservatore?? È così?? Dimmelo!- urlo ancora mentre gli occhi mi si riempiono nuovamente di lacrime.

    - ah davvero? E tu? Anche tu mi hai mentito! Se davvero provassi qualcosa per me avresti dovuto essere sincera e dirmelo!- esclama e io sgrano gli occhi per lo stupore. Mi avvicino a lui e gli do un pugno facendolo rovinare al suolo.

    - non permetterti di dire un’altra cosa del genere! Ti rendi conto? Ti stai girando il coltello dalla parte del manico! IO non posso dire a nessuno quello che sono hai capito? Il mio destino non posso andarlo a urlare ai quattro venti, tanto meno a te! E poi se tu non fossi stato il mio osservatore mi avresti creduta? Mi avresti sicuramente lasciata e mi avresti presa per pazza!-

    Si alza asciugandosi con il dorso della mano il rivolo di sangue che gli cola dal labbro inferiore e si avvicina a me.

    - cosa mi dici di Willow e Tara?- mi chiede e adesso anche lui è arrabbiato.

    È geloso. Pensa che io abbia detto loro di mia spontanea volontà che sono una cacciatrice. La rabbia pian piano scivola via e ho quasi voglia di rassicurarlo, accarezzargli il volto e assicurargli che lui è ben più importante… che loro lo hanno solo scoperto. Ma all’improvviso l’immagine del mio sogno torna e vedo nuovamente William disteso a terra e sanguinante. Non posso, devo allontanarlo… non posso mettere la sua vita in pericolo costantemente.

    - questo a te non interessa- affermo, decisa a farlo arrabbiare. Vai via William, non devi volermi bene, odiami. Mi renderesti tutto più facile.

    Sgrana gli occhi e mi guarda incredulo e nel suo sguardo scorgo il dolore. Sai quanto sto soffrendo io William? Se mi amassi allora il tuo dolore sarebbe pari al mio. Ma tu mi vuoi bene così come sono…
    Lo osservo un ultima volta cercando di far trasparire odio dal mio sguardo e mi volto con l’intenzione di andar via.

    - Buffy…- sussurra e si avvicina cercando di prendermi la mano.

    La ritraggo di scatto e mi volto puntandogli un dito contro cercando di trovare forza dentro me, ciò che sto per dirgli mi costerà tanto dolore.

    - tu non sarai mai il mio osservatore William. Non mi servi, non più. Me la caverò, affronterò Angelus con le mie sole forze. Io sono la cacciatrice, e finora sono andata avanti da sola e così continuerò a fare.- affermo risoluta sentendo il mio cuore spezzarsi. Quasi mi manca il respiro mentre attendo la sua risposta che non tarda ad arrivare.

    - Non puoi… io devo essere il tuo osservatore! Dobbiamo lavorare insieme! E poi cosa vuol dire che non ti servo? Finora ti sono servito a qualcosa?- esclama cercando di nascondere il dolore assumendo un’espressione seria.

    Scuoto la testa con aria di scherno e lo guardo seria.

    - esci.fuori.dalla.mia.vita.- quasi urlo scandendo ogni parola.

    William abbassa lo sguardo e annuisce debolmente mentre il mio cuore duole e le mie gambe tremano. Mi volto e lascio rotolare sulle mie guance tutte le lacrime che ho trattenuto finora. Mi incammino verso casa cercando almeno di trattenere i singhiozzi. Un’apocalisse mi aspetta e devo impedirla a tutti i costi. Adesso William sarà al sicuro… lontano da me.

    - Addio William- sussurro tremante mentre come un automa mi dirigo verso casa lasciandolo lì, solo ma almeno lontano da Angelus.

    Dopo una decina di minuti sono finalmente a casa, apro la porta di ingresso e la sbatto violentemente. Sono arrabbiata, ma non più con William... sono arrabbiata con chi ha scelto per me questo dannato destino... come se la mia vita non fosse già complicata così! Sono la cacciatrice, destinata a combattere il male e convivere giorno per giorno con la morte, e adesso scopro anche che l'uomo di cui mi sono innamorata è il mio nuovo osservatore.
    Salgo le scale come un'automa e mi dirigo in camera mia. Lentamente mi spoglio e osservo il letto che sta aspettandomi. Le immagini di me e William avvinghiati sotto le coperte mi tornano in mente e cerco con tutta me stessa di scacciarle via.

    < William non esiste... William non è mai esistito, non fa parte di me... il mio cuore non batte forte come quando si è innamorati... il ritmo è lento e regolare... > penso e mi do della stupida perchè non è affatto così.

    Nessuno sa quanto in questo momento vorrei dare sfogo alla mia frustrazione, piangere tutte le lacrime con la speranza di sentirmi meglio dopo. Ma non posso, nemmeno questo mi è concesso. Se iniziassi temo proprio che non smetterei più, meglio aspettare l'alba sveglia... non voglio che Angelus mi mostri nuovamente quell'orrore.
    All'improvviso mi rendo conto di aver lasciato solo Giles al cimitero senza dargli nemmeno una spiegazione... ovviamente non sapeva nulla di me e William, questo spiega la sua faccia confusa e l'atteggiamento di William, la sua maschera di freddezza, ma soprattutto le sue frasi ambigue.
    Temo proprio che non sia concesso ad un osservatore di innamorarsi della sua allieva... nessun problema comunque, William non lo è. Siamo stati a letto insieme si... ma per lui era solo questo. Non gli costerà poi tanto staccarsi da me e trovarsi qualcun'altra per soddisfare i suoi desideri sessuali.
    La rabbia mi assale al solo pensiero, afferro la lampada poggiata sul mio comodino e la scaglio contro l'armadio con violenza. Ansimo cercando di calmarmi e di scacciare le lacrime che stanno offuscando la mia vista.
    Troppo tardi... non ce l'ho fatta. Lentamente mi accascio sul letto e inizio a singhiozzare... le lacrime rotolano sulle mie guance senza contegno e adesso so che non mi fermerò presto. Il mio cuore è ridotto a mille pezzettini mentre la mia anima urla e si contorce dal dolore.

    Perchè?? Perchè devo soffrire così dannatamente tanto??

    Questo è quello che continuo a chiedermi mentre continuo a piangere. Afferro mister gordo e lo tengo stretto a me mentre le lacrime si arrestano e lentamente sento gli occhi farsi pesanti, la spossatezza vince contro di me e pian piano mi abbandono tra le braccia di Morfeo, sperando con tutta me stessa che almeno quella di oggi sia una notte senza incubi.

    ***********************

    L'indomani mattina vengo svegliata dal suono incessante del campanello di casa. Mi metto a sedere sul letto e osservo la sveglia accanto a me, sono le undici inoltrate e ancora sono a letto.
    Mi alzo e svogliatamente mi infilo la vestaglia poggiata sullo schienale della sedia e scendo di sotto.

    - un attimo arrivo! - esclamo non appena il campanello suona nuovamente.

    Appena apro la porta di casa smetto di respirare.

    - Buffy... -

    - Giles- esclamo facendomi da parte per farlo entrare.

    Lui accetta il mio invito e si accomoda dentro guardandomi poi un po imbarazzato.

    - scusami ti ho svegliata? insomma... sono le undici, io... beh pensavo che... - inizia a balbettare e decido di interromperlo.

    - è tutto ok Giles. Non si preoccupi... ho avuto solo una nottataccia. Vuole del caffè? Oppure vuole del thè? insomma voi inglesi prendete sempre quell'odiosa bevanda non è vero? - cerco di scherzare per farlo sentire a suo agio. Però forse dovevo evitarla la battuta sul thè.

    Lui sorride ancora evidentemente imbarazzato e si toglie gli occhiali iniziando poi a pulirli accuratamente con il lembo della giacca.

    - il caffè andrà bene - mi risponde e mi segue in cucina per poi sedersi su uno sgabello.

    - scusami se sono indiscreto Buffy... ma... come mai ieri hai avuto quella reazione?- mi chiede poi e io lascio cadere la cialda che avevo in mano pronta per preparare un buon caffè.

    Mi abbasso a raccoglierla e quando mi alzo vedo i suoi occhi troppo seri scrutarmi.

    - beh io... lo sa già! - esclamo voltandomi iniziando a sistemare la macchina del caffè. Le mani mi tremano e non so cosa dirò, perchè già immagino la sua prossima risposta.

    - no, non lo so. Dimmelo tu - ecco lo sapevo.

    Metto la macchina in funzione e apro uno sportello prendendo poi due tazze. Il caffè è già pronto così lo verso e porgo una tazza all'uomo seduto davanti a me. Mi sento in imbarazzo e sto cercando di prendere un po di tempo per elaborare qualche scusa. Come al solito non sono molto brava ad inventarle.

    - il mio osservatore fu ucciso - esclamo abbassando lo sguardo verso il liquido nero che riempie la mia tazza - è stato ucciso anni fa dal maestro e da allora mi sono sempre rifiutata di averne uno - continuo mentre i ricordi mi assalgono.

    Alzo lo sguardo e vedo la sua espressione addolcirsi un po.

    - mi dispiace... ma come è successo? Non vorrei essere indiscreto ma... voglio dir -

    - il maestro mi ha uccisa - lo interrompo e lo vedo sgranare gli occhi.

    - c...cosa ?? Cioè tu... tu sei qui... c...che vuol dire che ti ha uccisa? - mi chiede e decido di dare una risposta alle sue domande.

    - Angelus mi ha salvata - la sua espressione adesso è scioccata, ha sicuramente riconosciuto il nome e forse è proprio di questo che è venuto a parlare, decido di continuare e soddisfare la mia curiosità dopo - lui voleva che io passassi dalla sua parte e mi salvò.
    Mentre il maestro affondava i suoi denti sul mio collo i suoi tirapiedi uccidevano senza pietà il mio osservatore. Così io rimasi sola e decisi che mai nessun altro mi avrebbe seguita - affermo e la sua espressione è ancora confusa.

    - cioè tu... Angelus ti ha salvata e t...tu...tu non l'hai ucciso dopo? Insomma dopo aver rifiutato di passare dalla sua parte... -

    Scuoto la testa e mi stringo le braccia attorno alla vestaglia.

    - non ho avuto la forza di farlo... e come se gli fossi debitrice. So che ho sbagliato... e adesso ne pago le conseguenze - rispondo e abbasso lo sguardo. Non ho bisogno di essere rimproverata da nessuno, so già che ho sbagliato.

    - bene, faccio finta di capirti e arrivo subito al sodo... William dovrà farti da osservatore se tu vorrai sconfiggere Angelus, lui dovrà guidarti e allenarti, insieme dovrete elaborare un piano e prepararvi per la battaglia - esclama sfilandosi nuovamente gli occhiali per pulirli.

    - NO! - urlo e lo vedo sobbalzare. Di certo non si aspettava una reazione simile.

    - cosa vuol dire no? Non devi fare i capricci adesso! Ne va della tua vita e della nostra! - sento che si sta arrabbiando e che infondo ha ragione. Ma cosa posso fare? Dovrei davvero permettere a William di farmi da osservatore e vederlo ogni giorno permettendo al mio cuore di frantumarsi ulteriormente??

    - io... io non posso... - sussurro e sobbalzo quando Giles si alza facendo cadere lo sgabello sul pavimento. Sbatte una mano sul tavolo e adesso sembra esasperato.

    - Perchè??????- adesso ha urlato anche lui così mi alzo di scatto imitandolo.

    - Perchè è così e basta!! Io sono la cacciatrice ed IO sconfiggerò Angelus senza l'aiuto di nessuno! -

    scuote la testa esasperato e si abbassa a raccogliere lo sgabello.

    - sai cosa vuol dire questo? - mi chiede abbassando il tono di voce e non ottenendo nessuna risposta da me continua - stai andando incontro alla morte Buffy... Angelus è diventato il maestro oramai, lui ha ucciso con le sue stesse mani colui che ha cercato di uccidere te -

    un brivido mi percorre la schiena e mi siedo nuovamente abbassando lo sguardo confusa.

    - cosa... cosa vuol dire? - sussurro alzando poi lo sguardo.

    - lui ha ucciso il maestro. Ti sei mai chiesta che fine abbia fatto e come ha fatto Angelus a prendere il suo posto? Lui è più forte di te Buffy... hai bisogno di aiuto. Lui ti vuole, non ti ha avuta prima e ti avrà adesso - afferma e adesso so con certezza che ha ragione. Ma ho bisogno di pensare, non posso dare adesso una risposta.

    - io... io ho bisogno di rifletterci su... non so... non so se accetterò... io... - inizio ma mi interrompe porgendomi un bigliettino.

    - questo è il mio negozio, quando avrai deciso, se la tua risposta sarà positiva, troverai me e William lì... adesso devo andare. Grazie per il caffè - esclama alzandosi e dirigendosi verso la porta di ingresso.

    Annuisco e lo accompagno ancora scossa dalle sue affermazioni stringendo nella mano il bigliettino da visita che mi ha dato. Mi fa un cenno di saluto con la testa e va via, lasciandomi lì, confusa e piena di interrogativi.



    **************

    - magic box!!! - esclama Willow entusiasta stringendo il bigliettino che poche ore fa mi ha consegnato Giles. Annuisco ovviamente meno entusiasta di lei e mi lascio cadere sul divano.
    Sono nella confusione più totale adesso e sento di dover fare la cosa giusta per tutti... se solo fosse meno difficile...

    non devi fare i capricci adesso! ne va della tua vita e della nostra.

    Hai ragione Giles... ma poi che farai? Li raccoglierai tu i cocci del mio cuore? Mi consolerai tu?? Sono la cacciatrice e per anni ho pensato al bene dell'umanità... mi è concesso almeno una volta pensare al mio di bene??

    - è un negozio di magia!!! - la voce di Willow mi riporta alla realtà e cerco di sorriderle.

    - beh così sembra!... venderanno cilindri... polverine magiche, carte truccate... - inizio alzando poi gli occhi al cielo cercando di ricordare qualche altro utensile da mago, ma appena sento lo sguardo assassino della mia amica su di me scuoto la testa e assumo un espressione indignata - ovviamente no! Che vado a pensare! Voi... voi magh... streghe! Non usate queste corbellerie... non è vero?- chiedo con voce speranzosa.

    Willow annuisce e sembra soddisfatta. Fiuu me la sono cavata questa volta, qualcosa mi dice che è meglio non far arrabbiare una strega.

    - allora che farai? - ed ecco che la realtà mi cade sopra come un macigno. Mi basta scherzare per due minuti per estraniarmi da tutto il male del mondo.

    Alzo le spalle e sospiro. Non lo so ancora... vorrei tanto poter dire tutto a Willow ma qualcosa mi frena... ho paura che possa giudicarmi.

    - si vedrà. Non penso di essere pronta a prendere una decisione... definitiva - abbasso lo sguardo iniziando a giocherellare con un lembo della vestaglia, sono ancora in desabillè e vorrei tanto affogare in una vaschetta di gelato al cioccolato in questo momento. I suoi occhi blu mi tormentano e il dolore che vi ho letto dentro ieri sera ancora di più. Ho fatto capire a William di averlo usato... quando molto probabilmente è tutto il contrario. Mi sento in colpa, anche se non vorrei esserlo... vorrei solo correre da lui e fregarmene di tutto, del mio destino... di Angelus e dei vampiri. Stare con lui, per sempre e dovunque.
    Ma se ciò non attentasse alla sua vita ogni secondo della giornata lo farei immediatamente.

    - se non te la senti Buffy... -

    - non c'entro IO qui Will... - la interrompo alzando lo sguardo e sospirando. La soluzione a tutto si fa strada in me e devo accettarla maledizione - qui si tratta dell'umanità. Posso convincermi del contrario ma... Giles ha ragione. Mi costa tanto ammetterlo ma è così. Se io... se io non mi faccio seguire da W... William io... io potrei fallire... - la voce inizia a tremarmi e la mano di Willow giunge a ricoprire la mia per confortarmi. Le sorrido sinceramente e tiro su con il naso.

    -Buffy... - sussurra accarezzandomi i capelli. Lo so amica mia, non avresti mai pensato di trovare una cacciatrice così vulnerabile...

    Annuisco stringendole la mano.

    - non devi preoccuparti per me Will... sono solo innamorata - ecco l'ho detto, sto per confessare tutto quanto a Willow, non mi importa quello che pensa la gente di me... questa è Buffy Summers, coraggiosa ma allo stesso tempo piena di paure, imbranata e combina guai e soprattutto con un cuore come tutti quanti... questa sono io. Questa è la cacciatrice in carica.
    Willow mi guarda confusa, non penso abbia capito a chi appartiene il mio cuore...

    - William... io e lui... - inizio ma quando la vedo sgranare gli occhi mi blocco.

    - ohh!! - esclama aprendo la bocca per lo stupore - è tutto ok Buffy, non voglio saperlo per forza... quando e se vorrai me lo racconterai ok? - mi chiede e io annuisco sorridendo.

    -Grazie Will. Sei una vera amica - le dico abbracciandola sinceramente - ti voglio bene - le sussurro poi all'orecchio.

    - anche io Buffy - mi risponde stringendomi forte.

    Una volta sciolto l'abbraccio mi alzo con un sospiro dal divano lisciandomi poi la vestaglia.

    - vado a farmi la doccia - esclamo e mi volto verso di lei continuando a sorridere - tu preparati nel frattempo, abbiamo un negozio da visitare!- continuo poi salendo di corsa le scale lasciandola lì sorridente.

    Ho preso la decisione giusta, e questo mi fa sentire meglio.

    *******************

    Siamo arrivate all'indirizzo indicatoci nel bigliettino lasciatoci da Giles e adesso l'idea di allenarmi con William non mi sembra poi così tanto giusta. Le mie gambe si rifiutano categoricamente di muovere un altro passo e io sono decisamente d'accordo con loro. Non posso... non posso rivedere William e distruggere tutti i miei propositi di proteggerlo.
    So che si tratta solo di essere guidata e allenata e che lui non parteciperà alla battaglia, ma chi mi garantisce che Angelus mi attaccherà il giorno prestabilito? Insomma potrebbe essere tutta una trappola ed io sarei impreparata ed insieme a me William. Mentre dentro di me avviene la battaglia la gente entra ed esce noncurante dal negozio.... vorrei tanto poter farlo anch'io. Entrare lì come se niente fosse, senza sentirmi il cuore pesante ed il respiro mancare. Fra le persone scorgo Tara, è appena uscita dal negozio e tiene in mano una busta. Le regalo un sorriso sincero e mi volto verso Willow che è accanto a me. Le si sono illuminati gli occhi osservando il suo amore. Sono felice per loro, possono amarsi senza riserve e senza paure. Mentre io e William...

    - Tara! - esclama Willow avvicinandosi a lei e baciandola a fior di labbra - sei in anticipo! Ti aspettavamo tra un quarto d'ora! -

    Tara annuisce e arrossisce leggermente indicando la busta che tiene tra le mani.

    - non ho resistito! Quel negozio mi attrae come una falena è attratta dalla luce!! - risponde euforica e poi si volta verso di me - tu come stai Buffy? Ieri sera sembravi molto scossa... - mi chiede sorridendomi dolcemente.

    Ricambio il suo sorriso e scrollo le spalle.

    - sto così... Willow ti racconterà tutto - le rispondo e mi decido finalmente a fare un passo avanti.

    < forza Buffy... metti un piede davanti all'altro e vedrai che ce la farai >

    Adesso mi do anche lezioni per camminare!!?? L'amore mi ha dato proprio alla testa.
    Arrivo dinanzi la porta e poggio una mano sulla maniglia non osando girarla.

    - non ce la faccio - sussurro mordendomi il labbro inferiore per poi voltarmi di scatto, ma mi è difficile scappar via.

    Willow e Tara bloccano il passaggio e mi guardano con severità con le braccia incrociate al petto mentre io assumo un'espressione da cucciolo smarrito sperando con tutta me stessa di riuscire a convincerle a lasciarmi andar via. Scuotono la testa con decisione ed io sbuffo alzando gli occhi al cielo.

    - va bene va bene!! Adesso entro... datemi solo... cinque minuti... - affermo con poca decisione ricominciando a torturare il mio labbro inferiore.

    Mi volto e quando finalmente mi decido ad aprirla qualcuno mi precede. La porta si spalanca e William appare in tutto il suo splendore.

    - Buffy! - esclama sopreso di vedermi prendendo poi la sigaretta ancora spenta che aveva tra le labbra e deponendola nuovamente nel pacchetto.

    - professor Shelby - saluto senza tono facendo anche un cenno con il capo.

    La sua mascella si irrigidisce e si sposta di lato per permetterci di passare. Accetto il suo invito ed entro dentro. Il mio cuore martella furiosamente nel petto e temo che possa da un momento all'altro scoppiare. Tossisco leggermente per far notare la mia presenza a Giles, il quale si volta e si toglie gli occhiali da vista guardandomi con incredulità.
    Nel frattempo Willow e Tara mi hanno seguita e adesso sono dietro di me, e mentre William si limita ad osservarmi da un angolo del negozio, io cerco in qualche modo di trovare un po di calma dentro di me. Il che in questo momento mi sembra l'impresa più ardua che ci sia.

    - Buffy!! - esclama Giles una volta accertatosi di non stare sognando. Continua a sbattere le palpebre incredulo ma è già una cosa che sia riuscito ad emanare qualche suono con la bocca.

    - in persona - rispondo incrociando poi le braccia al petto. - tu... sei venuta... quindi questo vuol dire che... -

    - vuol dire che ci ho riflettuto e che ho deciso di accettare il suo consiglio - lo interrompo e lo vedo annuire sorridente, così decidodi continuare - Angelus mi vuole ed io non sono pronta ad affrontarlo. Vediamo un po cosa sa fare il mio nuovo osservatore - affermo in tono duro (soprattutto le ultime parole) voltandomi poi verso William guardandolo quasi con rabbia. Mi dispiace amore mio... ma non posso far crederti che tutto sarà come prima.

    Lui mi guarda ad occhi sgranati, è decisamente shockato, evidentemente non sapeva della mia conversazione con Giles e soprattutto non si aspettava che io avrei cambiato idea.

    - cosa???-

    Lui mi guarda ad occhi sgranati, è decisamente shockato, evidentemente non sapeva della mia conversazione con Giles e soprattutto non si aspettava che io avrei cambiato idea.

    - cosa???-


    Sorrido amaramente scuotendo la testa. È inutile, non finirà mai di stupirmi!! Ieri sera voleva a tutti costi farmi da osservatore e adesso è lì, che strabuzza gli occhi e apre la bocca più volte per poi richiuderla. Cosa c’è William? Non vuoi più starmi accanto adesso?? Ti ho ferito non è vero? Non può essere… tu non mi ami. Forse ho ferito il tuo orgoglio ma non il tuo cuore.

    - che c’è? Non hai nulla da insegnarmi? Beh se è così allora posso anche andarmene! - faccio spallucce dirigendomi poi verso l’uscita del negozio ma la sua voce mi blocca.

    - no! - quasi urla ed io mi fermo di scatto mentre il mio cuore accelera i battiti. Mi vuoi con te William? Vuoi che io stia accanto a te? Beh io no… non voglio che il mio cuore venga spezzato un’altra volta, non voglio illudermi di essere qualcosa per te, qualcosa di più di un semplice corpo con cui soddisfare le proprie voglie… vorrei essere parte di te, parte del tuo cuore. Allo stesso modo in cui tu lo sei di me, fai parte di me, del mio cuore… della mia anima. Sei ciò che mi completa William… sei ciò che ho sempre cercato. Ti ho trovato e adesso non posso averti, non farmi del male William.

    Mi volto lentamente e adesso il mio sguardo è serio, non c’è derisione, scherno o rabbia. C’è solo paura, lui lo sa, l’ha capito. Si avvicina a me e vorrei tanto scappare, non permettere che la sua pelle sfiori la mia… ma le mie gambe sono ancorate qui, non vogliono andar via.

    < scappa, scappa Buffy… ti farà male! Brucerà… farà male… farà male… > urla qualcosa dentro di me. Piange, si ribella ma io la tengo a bada.

    William, il mio tutto…William, il mio sole nelle giornate uggiose, William, il mio cuore, William, il mio amante…William… il mio osservatore.
    Quest’ultimo pensiero sembra riscuotermi ed alzo lo sguardo lentamente per incontrare il cielo degli occhi di lui.

    - stai qui - sussurra per non farsi sentire da nessuno mentre io scuoto leggermente la testa ed ho gli occhi ricolmi di lacrime.

    Lui inclina di lato il capo come per leggermi l’anima e leggo nei suoi occhi il dolore. Sembra riscuotersi all’improvviso e guarda Giles mentre si rivolge a me

    - ti insegnerò ciò che so... ovvero ti aiuterò a perfezionare le tue tecniche. Studieremo un piano, pattuglieremo di notte e cercheremo informazioni su Angelus in qualche bar di demoni. Angelus probabilmente non è ancora in città, o forse si. Dobbiamo sapere tutto, ogni maledetto dettaglio su di lui – afferma e quando ha finito riposa i suoi occhi su di me.

    Annuisco leggermente e arretro di un passo. Mi volto verso Willow e Tara e faccio loro cenno di avvicinarsi mentre io mi accomodo su una sedia.

    - bene. E’ tutto? – chiedo e quando William e Giles annuiscono all’unisono sospiro decidendo di rivelare loro tutto ciò riguardante i miei sogni.

    - Buffy ha fatto dei sogni queste notti… - Willow mi precede ed io la ringrazio con un cenno del capo – Angelus ha fatto un incantesimo e ogni notte tormenta Buffy con degli incubi… le fa vedere morte e dolore… beh… pensiamo voglia solo spaventarla, ma come ha detto il professor Shelby -

    - William – la interrompe lui e Willow si volta arrossendo verso di lui.

    - c…come? - chiede facendo finta di non aver capito.

    Lui le sorride e le risponde nuovamente.

    - chiamami William, nessun professor Shelby qui – afferma guardandomi duramente. Penso si riferisca a poco fa, quando io stessa l’ho chiamato in quel modo.

    - uh… ok… dicevo, come ha detto William non sappiamo se Angelus è in città. Dovremmo fare delle ricerche – Willow finisce il suo discorso e tutti annuiscono all’unisono evidentemente d’accordo con lei.

    Tara mi si avvicina e mi stringe la mano cercando di darmi conforto e io le sorrido come per ringraziarla. Se non ci fossero loro qui con me come farei?

    - bene, adesso è meglio iniziare gli allenamenti! – esclama William togliendosi lo spolverino rimanendo in jeans e maglietta.

    Sgrano gli occhi osservando il suo torace scolpito messo in evidenza dalla maglietta aderente e scuoto la testa.

    - io… io… no! Nessun allenamento… ora. Io… devo cambiarmi i… devo cambiarmi la maglietta… e anche i pantaloni! Si! Adesso che ci penso devo cambiare anche le scarpe! Devo… andare a casa! Immediatamente! Non voglio rovinarmi i vestiti - sussurro alla fine alzandomi di scatto e quasi corro verso la porta d’ingresso per poi spalancarla e fermarmi di scatto osservando l’uomo davanti a me.

    - cosa??? Xander!!!?? - esclamo stupita sbattendo le palpebre più volte.

    - Buffy? - anche lui sembra stupito e il suo sguardo va dietro di me per osservare Willow, Tara e i due osservatori – che ci fai qui? - mi chiede quando il suo sguardo si riposa su di me.

    Inizio a boccheggiare voltandomi a guardare le mie amiche con occhi imploranti. Cosa dirò?

    - io… io ero venuta a cercare… delle candele! Sai mi piacciono molto… le candele. Non che mi servano per qualche scopo di tipo se… serale!!! La luce a casa ce l’ho, mi piacciono solo come sopramobili tutto qui! - oddio che imbecille che sono! Penso di essere arrossita fin sopra i capelli, abbasso lo sguardo trattenendo una risata isterica – bene, adesso che lo sai, posso andare!! - esclamo all’improvviso spingendolo di lato pronta a fuggir via ma non appena sento Giles parlare mi blocco.

    - lei è la cacciatrice Xander – esclama l’uomo lasciando Xander a bocca aperta. Si volta verso di me e adesso è lui a strabuzzare gli occhi.

    Sono furente, lo spingo nuovamente, questa volta per rientrare nel negozio e mi dirigo verso Giles. Avrei tanta voglia di prenderlo per il bavero della giacca e scuoterlo per bene ma cerco di trattenermi e mi limito a rivolgergli un’occhiata inceneritrice.

    - cosa c’è? Sono diventata un fenomeno da baraccone??? Già che c’è potrebbe uscire fuori e urlarlo con il megafono no?? Buffy è la cacciatrice!! SE NON SBAGLIO doveva rimanere tutto un segreto no? O forse mi sono rovinata la vita senza motivo?? - urlo e mi blocco rendendomi conto di quello che ho detto.

    Mi volto verso William e osservo il suo cipiglio, nei suoi occhi scorgo un lampo di dolore mentre la mia mente ripercorre i momenti dei giorni passati. Distolgo lo sguardo da lui e mi volto nuovamente verso Giles che ovviamente si è tolto gli occhiali e ha preso a pulirli con il lembo della giacca.

    - e la smetta di pulirsi in continuazione quegli occhiali!! - sbotto ancora più infuriata e mi volto di scatto tornando a sedermi nella sedia che occupavo poco prima.

    Osservo il ghigno che si sta formando sul viso di William, a stento trattiene una risata e adesso anche io avrei voglia di ridere, essere felice e spensierata, ma ciò mi è praticamente impossibile.
    Xander, Willow e Tara che fino ad ora si sono limitati a star zitti si avvicinano a me, il primo cercando spiegazioni e le altre due per cercare di calmarmi. Si limitano a starmi accanto mentre Xander cerca di trovare le parole giuste per chiedermi qualunque cosa.

    - lei è la cacciatrice Harris, ti basti sapere questo. Lasciala in pace, non ha bisogno di stupidi bambocci che le girano attorno per adesso – esclama acido William che ha deciso di venirmi in aiuto.

    Lo ringrazio con un cenno del capo rivolgendomi poi verso Xander, cercando di trovare le parole giuste per fargli capire che è meglio lasciarmi in pace in questo momento… ma è troppo tardi. Il ragazzo si è voltato di scatto e si è scagliato contro William.

    - tu! Come osi darmi del bamboccio!! - urla Xander pronto a sferrare un pugno contro il viso di William.

    Mi alzo di scatto pronta ad intervenire e fermare quella rissa ma mi blocco rendendomi conto che William ha bisogno di tutto, tranne del mio aiuto. Con un agile mossa ha bloccato il braccio di Xander e lo ha fatto voltare in modo tale da immobilizzarlo facendolo sussultare dal dolore.

    - non ti conviene bamboccio – esclama quasi divertito dando maggiore enfasi all’ultima parola.

    In un attimo la mia mente ritorna al mese prima e il mio cuore riprende i battiti accelerati.

    Ti ho vista poco fa… con il bamboccio… Era tutto sorrisi… e ti faceva gli occhi dolci! Quasi quasi gli usciva la bava dalla bocca!

    Il giorno in cui William ed io abbiamo fatto l’amore… il giorno in cui gli ho donato tutta me stessa, anima e corpo.
    Lui era geloso di Xander, e lo è anche adesso. Mi blocco ripercorrendo ogni attimo di quella giornata incurante di quello che accade attorno a me.
    William…William…

    cosa mi accade? non sei l’unica a chiederselo Buffy… me lo chiedo anche io… dalla prima volta che ho visto i tuoi occhi.
    - Buffy?? -

    sei da togliere il fiato passerotto… oddio… ti desidero così tanto… io… oddio… si ti desidero… anche io… sei stupenda passerotto…solo per me…

    - Buffy? -

    - uh? – mi riscuoto improvvisamente accorgendomi solo adesso che qualcuno reclama la mia attenzione. Mi volto e osservo il viso di Willow preoccupato che indica in direzione di Xander e William.

    - non pensi bisogna fare qualcosa?? - mi sussurra all’orecchio e io mi giro verso di loro sgranando poi gli occhi.

    William e Xander si stanno prendendo a pugni! Ovvero… William sta prendendo a pugni Xander! Li raggiungo velocemente e li divido prendendo entrambi per il bavero della giacca.
    Li riposo gentilmente a terra e arretro di un passo incrociando le braccia al petto

    - si può sapere cosa vi è preso??? – esclamo arrabbiata aspettando una loro risposta.

    - non l’hai sentito come mi ha chiamato?? – esclama Xander indignato scoccando un’occhiata rabbiosa verso William.

    Sbuffo alzando gli occhi al cielo.

    - e cosa siete?? Bambini di due anni?? Fate a botte perché lui ti ha chiamato bamboccio?? - chiedo stupita guardandolo incredula. Non penso che Xander sia così stupido… o forse sì. ( N.d.A. mi scuso per le eventuali fan di Xander, ma io proprio non lo sopporto, soprattutto per come tratta Spike nella serie tv).

    - beh io… - inizia Xander ma William lo interrompe.

    - io di certo non l’ho aggredito per il semplice gusto di farlo! - esclama distogliendo lo sguardo facendomi capire che non accetta altre domande. Ma voglio punzecchiarlo un pò, quindi decido di fregarmene e parto all’attacco.

    - e perché di grazia?? - chiedo ghignando internamente. < a noi due William! >

    Si volta guardandomi serio e io annego nei suoi occhi. Smettila William… perché devi sempre riuscire a zittirmi con i tuoi occhi… perché mi manca il respiro? Perché la mia salivazione si è arrestata?
    Cuore smettila di martellare imperterrito nel mio petto… smettila di provare dei sentimenti per quest’uomo. Mi tremano le gambe, non riesco a reggere l’intensità del suo sguardo. Ciò che vi leggo mi fa paura, perché mi renderei conto di aver perso tutto quanto… tutto quanto questa volta. Non ho perso solo il mio cuore e una buona dose di lacrime… ho perso l’amore di William.
    I suoi occhi luccicano mentre mi guarda e leggo dentro di essi dolore. Dolore per non avermi più con se, dolore perché gli ho fatto credere di averlo usato, dolore perché mi ama. Lui mi ama e sta soffrendo.

    Adesso lo so… ma non posso più tornare indietro.

    Non mi risponde e si limita a sbuffare e dirigersi verso il retro del negozio. Devo seguirlo… devo capire se ciò che ho visto è vero.

    - bene! Adesso penso sia meglio… -

    -stia zitto Giles!!- esclamo e corro nella direzione che ha preso William. Attraverso il corridoio guardandomi attorno cercando di capire dove potrebbe essere andato. Scorgo una porta e sento dei rumori provenire da dentro.

    Tiro un bel respiro e poi apro lentamente la porta chiudendola dietro di me cercando di non far rumore.

    - vattene via - dice William mentre continua a prendere a pugni il sacco.

    - no - sussurro avvicinandomi per poi fermare il punch bag.

    Lui alza lo sguardo verso di me e scuote la testa esasperato.

    - cosa vuoi? - mi chiede infastidito e io faccio spallucce.

    Cerco di sembrare rilassata il più possibile mentre dentro di me vi è il finimondo.

    - sono qui per allenarmi no? – chiedo togliendomi le scarpe e la giacca. Rimanendo con la canottiera e i jeans.

    - non sai combattere con quelle?- mi chiede William indicando con un cenno del capo le scarpe con il tacco posate per terra.

    - certo che si! Ma poi me li ridai tu cento dollari se per caso viene a rompersi un tacco?- chiedo sorridendo e lui alza le mani in segno di resa ricambiando il mio sorriso.

    Mi metto in posizione di difesa e aspetto che lui mi attacchi. Ma non lo fa… rimane fermo e mi guarda serio. Sospiro e abbasso le braccia rilassandomi.

    - mi ami William? -

    Tbc....
     
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    Capitolo 11

    - Mi ami William? -

    Oh mio dio! Cosa ho detto?

    Sgrano gli occhi e porto una mano davanti la bocca distogliendo immediatamente lo sguardo. Mi è bastato fissarlo un attimo per capire la risposta, ed il castello di sabbia che ho costruito pochi minuti fa si è sgretolato come se niente fosse, ci hanno soffiato sopra con noncuranza e adesso non ne rimane nulla.

    <questo silenzio mi sta uccidendo, parla accidenti!!>

    William sembra avermi letto nel pensiero e finalmente dice qualcosa.

    - perché… - sussurra guardandomi dritto negli occhi.

    Quasi sussulto per l’intensità del suo sguardo. Io lo distolgo nuovamente e chiudo gli occhi. Non chiedermelo William… non lo so nemmeno io perché voglio così tanto farmi male.
    Decido di far finta di nulla e mi volto nuovamente verso di lui sorridendo.

    - su iniziamo! - esclamo sbattendo un pugno sul palmo della mia mano.

    Lui invece si arrabbia e avanza verso di me per poi prendermi per le spalle e iniziare a scuotermi.

    - perché???? - adesso urla, mentre io mi limito a boccheggiare e scuotere la testa, scacciando via le lacrime che ormai mi offuscano la vista.

    - cosa perché… - sussurro e lui mi lascia spingendomi. Alza gli occhi al cielo e poi inizia a ridere istericamente.

    - io… - sussurro ancora indietreggiando per poi lasciarmi cadere sulla panca mentre mille emozioni mi scuotono l’anima.

    Lo osservo mentre dentro di me mi chiedo cosa fare… come comportarmi adesso… dirgli tutta la verità? O aspettare che lui risponda alla mia domanda?
    Inizio a torturarmi le mani e a mordicchiarmi il labbro inferiore, non so cosa fare. Sono così confusa…

    - la domanda non è se ti amo io Buffy - le sue parole mi fanno sussultare. Che vuoi dire William? Che il tuo amore è sottointeso?? Che è il mio invece a essere messo in dubbio?

    Come ti sbagli… mi ami William? Beh io non lo sento. Non lo sento il calore del tuo cuore, non me l’hai mai dimostrato. Mi hai sempre fatto credere di volermi bene, adesso che non posso più averti e donarmi a te mi fai capire che mi ami? È ingiusto. Non posso sopportarlo. Dillo William, dì che non mi ami… dì che mi vuoi bene.
    Non ho ancora emesso un suono e lo sento sbuffare mentre la rabbia cresce in me.
    Mi alzo di scatto e stringo i pugni cercando di trattenermi dallo scagliarmici addosso e prenderlo a pugni. Urlargli il mio dolore e la mia insicurezza.
    Ma non ce la faccio, almeno in parte. Ho bisogno di urlare, di sfogare la mia rabbia, anche lui ne ha bisogno e sarò io ad accendere la miccia.

    - cosa vuoi dire eh? Che anche se fosse tu mi hai forse dimostrato qualcosa?? - urlo avvicinandomi a lui e lo vedo allargare gli occhi stupito. Non si aspettava una simile reazione da parte mia.

    Si avvicina anche lui e adesso siamo a pochi passi di distanza. Vedo la sua mascella indurirsi e so che adesso anche lui vorrebbe sfogarsi.

    - dannazione perché cosa pensi che io provi per te?? Dimmelo!!!!!!!!!- afferra la sedia che ha accanto e la scaglia contro il muro ansimando. Cavoli! È proprio arrabbiato.

    - nulla, completamente nulla. Me lo hai detto anche tu… ti voglio bene così come sei!!! - esclamo imitando la sua voce. In un altro frangente sarebbe scoppiato a ridere perché l’ho completamente storpiato ma credo di averlo fatto arrabbiare ancora di più.

    - oh… certo… cambiamo le carte in tavola, signorina non mi servi più - afferma acido avvicinandosi a me di un altro passo.

    Apro la bocca senza emettere un suono, mi ha davvero spiazzato. Ma cosa posso dirti William? Che ero troppo ferita e che ti ho mentito? Che sto cercando di salvarti da Angelus? Se lo facessi saresti ancora più testardo e avresti una ragione in più per voler venire con me. Ti conosco già.
    Mi limito a stare in silenzio ed abbassare lo sguardo mentre una lacrima rotola sulla mia guancia. Il mio muro sta pian piano crollando e mi sento impotente in questo momento.
    William inizia a ridere di nuovo e mi sento ridicola davanti a lui, mentre il mio cuore si fa in mille pezzi lui ride e si prende gioco di me.

    - no - afferma non appena la sua ilarità cessa.

    Io alzo lo sguardo di scatto e lo guardo confusa - cosa?- chiedo mentre dentro di me so già quello che mi dirà adesso e sento che il mondo presto mi crollerà addosso.

    Lui resta fermo e mi guarda serio adesso. Non mi ha ancora risposto e ho tanta paura… ho paura che mi dica che non mi ama e che spezzi ulteriormente il mio cuore.
    Ma non proferisce una parola, si limita a scuotere la testa prima di iniziare a raccogliere i resti della sedia che ha lanciato poco fa contro il muro.

    - io non ti ho usato William…l’ho detto perché ero ferita - sussurro avvicinandomi a lui lentamente temendo una possibile reazione violenta.

    Lui sgrana gli occhi e sbatte le palpebre più volte. Appoggio una mano sul suo braccio e lo sento tremare. Lo senti anche tu William? Anche tu tremi quando io ti tocco? Cosa ci accade… cosa?

    - nemmeno io Buffy… nemmeno io ti ho usata - inizia e sento il mio cuore scoppiare di gioia, vorrei gettarmi fra le sue braccia e rimanerci per sempre. Amami William… baciami, abbracciami… fammi sentire tua. Solo tua.

    - ma… - continua e tutta la mia felicità si dissolve. Apro la bocca incredula e mi fermo a guardarlo aspettando che continui la frase. Trattengo il respiro mentre sento le gambe perdere consistenza.

    Deglutisce a vuoto e chiude gli occhi per un istante. Quando li riapre la sua espressione è cambiata. È fredda e priva di amore… cosa è successo William??

    - ma io non ti amo – afferma, ed io mi allontano immediatamente da lui lasciandogli il braccio, scostandomi come se fosse fuoco a contatto con la mia pelle.

    Ti odio William… prenditi gioco di me, dei miei sentimenti. Fammi credere qualcosa quando mi dici che non mi hai usata… fammi illudere come una ragazzina che tu possa provare qualcosa per me. Fallo. Ti odio, ti detesto con tutta me stessa. Hai spazzato via tutte le mie barriere emotive e ti sei divertito un mondo a prendermi in giro, vero William?
    Ma io non ti ho detto che ti amo… e non te lo dirò mai.

    - nemmeno io - rispondo fredda riprendendo la giacca e indossando nuovamente le scarpe.

    Lo soffocherò, lo eliminerò dal mio cuore come se nulla fosse, ci vorrà poco ne sono sicura. Non ti amerò più William Shelby, mai più. Anche adesso sento il mio sentimento per te affievolirsi, già, non c’è più. Hai visto? È facile… troppo facile.

    Senza nemmeno guardarlo in faccia apro la porta e vado via attraversando poi a passo svelto il corridoio. Quando entro nel negozio tutti gli occhi si puntano su di me, ma non faccio caso nemmeno a loro. Con altrettanta indifferenza spalanco la porta del negozio ed esco fuori. Mentre i raggi del sole mi illuminano il viso riscaldandolo, mi incammino verso casa dandomi della stupida per come mi sono illusa pochi minuti fa, sono una stupida perché non ho saputo rispondere a tono, gli ho quasi confessato il mio amore mentre lui se la rideva internamente, ne sono certa… sono una stupida perché ho cercato così tanto di convincermi di non amarlo più… perché non è vero.

    Io ti amo William Shelby, ti amo e mi maledico per questo. Perché amare te vuol dire soffrire le pene dell’inferno.

    Ma io non ti amo… non mi ami William? Nemmeno io ti amo… nemmeno io. Mi convincerò di questo, forse sarà più facile… forse.

    ***************

    L’incessante suono della sveglia mi ridesta dal mio sonno. Brontolo qualcosa per poi nascondere la testa sotto il cuscino. Chiedo così tanto?? Vorrei dormire in pace per una buona volta! Ma presto la realtà si fa strada in me e mi metto di scatto seduta sul letto per poi stropicciarmi gli occhi e guardare il mio riflesso nello specchio di fronte a me.

    Oggi ci saranno gli allenamenti.

    Questa volta sul serio, niente interruzioni o domande con la parola amore in mezzo… Ieri, quando sono tornata a casa, ho affogato i miei dispiaceri in un’enorme vaschetta di gelato al cioccolato. Fortuna che sono una cacciatrice, altrimenti a quest’ora starei rotolando per la città stile omino della michelin invece di camminare come tutte le persone normali…

    Faccio una smorfia continuando ad osservarmi. Sono davvero un mostro stamattina! Sbuffo scagliando un cuscino contro lo specchio e mi alzo malvolentieri. Come un automa mi dirigo verso il bagno grattandomi nel frattempo la pancia e continuando a sbadigliare.
    Ma non appena entro e guardo nuovamente il mio riflesso nello specchio mi fermo di scatto.

    Oddio.

    Un brufolo!!!!

    Mi avvicino ancora di più al vetro cercando di osservarlo meglio, magari mi sono sbagliata! Magari è solo una macchia dello specchio!! Sbuffo quando mi rendo conto che no, non mi sono affatto sbagliata. Quasi schiaccio la faccia contro il vetro cercando in qualche modo di eliminarlo e finalmente ci riesco, ma una macchia rossa rimane come a confermare che non dovrò mai più esagerare con il gelato al cioccolato.
    Faccio la linguaccia al mio riflesso e apro il rubinetto per poi sciacquarmi la faccia con dell’acqua fresca. Dopo essermi accuratamente asciugata faccio spallucce e mi dirigo verso la doccia aprendo il box.

    - il gelato al cioccolato è troppo buono, e poi scaccia via il malumore! –


    Dopo pochi minuti sono fuori dal bagno e davanti l’armadio, in accappatoio, insieme ad una pila di vestiti che aspettano di essere risistemati dov’erano prima. Non so cosa indossare e prendo e riprendo pantaloni e maglie di ogni genere per poi gettarli sopra il letto a far compagnia all’altra pila di indumenti.
    Mi fermo di scatto e stringo i pugni. Perché diavolo sto cercando di vestirmi in modo carino?
    Scuoto la testa e comincio a ripiegare i vestiti in modo ordinato e a disporli nell’armadio. Scelgo un jeans chiaro e una canotta nera.
    < non devo piacere a nessuno… > penso mentre finisco di indossare gli indumenti e iniziare poi a spazzolare i capelli con cura.
    Ce la farò? Ce la farò a soffocare i miei sentimenti che giorno per giorno crescono ancora di più? Potrò mai fingere di odiare William… fingere di odiare il mio osservatore? Fingere di odiare la persona che ha cambiato la mia vita?
    Come vorrei avere accanto mia madre in questo momento… tornare indietro… tornare bambina. Quando non avevo problemi, nessuna responsabilità e nessuna missione da svolgere. Semplicemente spensierata… quando piangevo perché la mamma non voleva comprarmi una bambola, e adesso piango perché il mio cuore è spezzato, perché l’uomo che amo non mi ama, perché il nostro, anzi il mio, è un amore impossibile.
    Sospiro scendendo poi di sotto. Mi dirigo in cucina e apro il frigorifero per poi versarmi del succo di arancia in un bicchiere. Sussulto quando sento il telefono squillare. Quando alzo la cornetta e sento quella voce il respiro si ferma ed il mio cuore batte più velocemente.

    - Buffy? - mi chiama ed io chiudo gli occhi cercando di mostrare una parvenza di calma.

    - William si… cosa c’è? - chiedo e tengo ancora gli occhi chiusi.

    - come mai non sei qui? Avevamo l’allenamento alle 9… -

    Apro gli occhi di scatto e guardo l’orologio davanti a me. Ma sono le undici!!!!

    - oddio si scusami… ma… non mi è suonata la sveglia… stavo proprio venendo lì. Non è troppo tardi vero? – chiedo speranzosa… voglio vederti William. Anzi no! Non voglio vederti… sparisci!! Fai puff!!!

    - no assolutamente. Ti aspetto allora ok? - mi sembra quasi di vedere il suo sorriso. Rispondo affermativamente e chiudo la conversazione riprendendo a respirare normalmente.

    Corro verso l’ingresso e indosso la giacca per poi uscire di corsa da casa. Non voglio vederti William… corro soltanto perché è maleducazione arrivare in ritardo. Si, solo per questo!

    - tu sei l’osservatore ed io la cacciatrice… tu osservi ed io caccio… - inizio a parlare sola continuando la mia corsa.

    Quando l’insegna del Magic Box è davanti ai miei occhi mi fermo e mi guardo nella vetrina sistemandomi un pò i capelli e lisciandomi la maglietta. Faccio un bel respiro e poi entro al negozio.

    - Salve - esclamo notando il signor Giles seduto accanto a Xander e chinato su un libro. Non appena sente la mia voce alza la testa di scatto e si toglie gli occhiali iniziando a pulirli.

    < ma non la finisce mai con quegli occhiali?! >

    - oh Buffy, ciao. Sbaglio o… - inizia poi si volta a guardare l’orologio attaccato alla parete e si rimette gli occhiali - sei in ritardo. – afferma poi alzandosi e riposando il libro al suo posto.

    Cavoli! Devono proprio mettermi in imbarazzo! Xander mi guarda sorridendo e io ricambio. Ah… ma non potevo innamorarmi di te??

    - si mi scusi, ma come ho già detto a Wil… al signor Shelby stamattina non mi è suonata la sveglia - mi giustifico correggendo in tempo il mio modo di chiamare il mio osservatore.

    Formalità Buffy. Formalità.
    Giles annuisce e indica con la testa il retro del locale.

    - ti sta aspettando, mi raccomando… non so quali screzi avete avuto ma… - inizia ma decido di interromperlo.

    - non si preoccupi signor Giles… nessuno screzio! - esclamo sorridendo forzatamente. Saluto Xander e mi dirigo verso il retro del negozio.

    Sento già il cuore iniziare a battere all’impazzata, un nodo si forma nella mia gola e devo per forza fermarmi e fare un bel respiro.

    Oddio cosa farò? Come mi comporterò? Normalmente Buffy… normalmente!!

    < maledetta vocina! Sparisci!!!!!! > impreco mentalmente stringendo i pugni.

    Ok è arrivato il momento di entrare. Mi stampo un bel sorriso in faccia e apro la porta da cui ieri sono uscita con il cuore spezzato.

    E lui è lì.

    Mi blocco immediatamente sentendo pian piano la salivazione azzerarsi e le gambe tremare. Sta prendendo a pugni il sacco ma questa volta è a petto nudo e minuscole goccioline di sudore percorrono lentamente la sua schiena come a voler godere di quel meraviglioso spettacolo.
    Si accorge della mia presenza e si volta sorridendo passandosi poi il dorso della mano sulla fronte per asciugare il sudore.

    - sei arrivata – afferma cominciando poi ad asciugarsi con un asciugamano.

    < si sono arrivata > penso ma ovviamente non l’ho detto. Sono letteralmente muta davanti a lui e non so cosa accidenti dire. Magari quello che hai pensato stupida!!

    - Buffy? - mi chiama con voce preoccupata ed io scuoto la testa ridestandomi

    - cosa? - chiedo voltandomi di scatto e chiudendo la porta.

    - dicevo… sei arrivata. - ripete lui sedendosi poi nella panca continuando a sorridermi.

    Annuisco e mi metto a debita distanza da lui.

    - s… si. Sono arrivata…s..si.- cavolo!! Sto balbettando!!!! Aiutatemi!!

    Mi fa segno di sedermi accanto a lui ed io come un automa mi dirigo verso la panca e mi ci siedo.
    Mi volto a guardarlo e il suo sorriso mi spiazza. Cosa hai da sorridere William Shelby? Oh si… certo. Sorridi perché sai di avermi in pugno… ma io non ti amo William, e non ti amerò mai!!!!

    - allora iniziamo? - mi chiede ed io sbuffo alzando gli occhi al cielo cercando di mostrare una parvenza di calma.

    - uffa di già? - chiedo e sorrido – sono venuta qui di corsa posso riposarmi un po’? - chiedo facendo gli occhi dolci. Tiè William. Non mi hai in pugno. Semmai io ho in pugno te! Non potrai negarmi nulla con questa espressione!!!
    Il sorriso di lui si allarga e si alza facendo poi spallucce.

    - ok, vorrà dire che riprenderò a prendere a pugni il sacco – afferma e si allontana fermandosi poi di scatto – anzi… no! Voglio allenarmi. Voglio vedere come te la cavi, sono molto curioso. Come posso convincerti? - chiede alzando un sopracciglio con fare provocatorio.

    Mi blocco incapace di dire qualcosa e anche quando lo vedo avvicinarsi rimango ferma incapace di fare qualsiasi movimento. Le sue labbra si avvicinano pericolosamente alle mie e il cuore sembra fermarsi.

    Mi sta baciando. Mi sta baciando… mi sta baciandoooo !!!!!!!

    Un brivido di eccitazione si fa strada in me per essere presto sostituito da una rabbia ceca.

    Come osa??? Come osa dirmi che non mi ama e tutto il resto e poi baciarmi?????????????

    Lo spingo violentemente e gli do un pugno sulla mascella facendolo cadere per terra. Ansimo pesantemente per la rabbia e stringo i pugni.
    Lui si alza e mi sorride in modo beffardo.
    < ora gli mollo un altro pugno!!!! >

    - bene bene passerotto… come pensavo. Sono riuscito a convincerti. Su… balliamo un po’.-

    Sgrano gli occhi incredula. Come osa comportarsi in questo modo con me,dopo tutto quello che mi ha fatto… stringo ancora di più le mani fino a far sbiancare le nocche e gli mollo un altro un pugno che questa volta riesce a schivare velocemente.

    -hai sbagliato a sfidarmi William!- quasi urlo scagliandomi contro di lui cercando di colpirlo.

    Ma riesce a schivare tutti i miei colpi e una furia ceca mi assale. Dannazione! Sono o non sono la cacciatrice?

    - mi sembri fuori forma cacciatrice – ghigna beffardo facendomi infuriare ancora di più.

    Finalmente riesco a colpirlo e con un calcio lo faccio rovinare al suolo. Velocemente mi siedo a cavalcioni su di lui e avvicino il mio viso al suo.

    - non.dovevi.sfidarmi.- scandisco bene ogni parola e improvvisamente mi manca il respiro. Sento la sua erezione premere sfacciatamente sulla mia femminilità fasciata dai jeans e i suoi occhi osservano le mie labbra con lussuria.

    <no no no!! Avevo detto nessun contatto ravvicinato!!> impreco mentalmente continuando a trattenere il fiato.

    Il suo sguardo si sposta sui miei occhi ed io tremo. Ti voglio William…ti voglio così dannatamente tanto...
    Improvvisamente un sorriso stira le sue labbra e con un abile mossa riesce a capovolgere le posizioni. Sgrano gli occhi iniziando a respirare affannosamente.

    - lasciami…-sussurro avvicinando nel frattempo il viso al suo.

    Il suo naso inizia a sfiorare il mio collo per poi risalire alla mia guancia mentre con la mano mi sfiora una coscia provocando in me sensazioni indescrivibili.

    - no…-sussurra lui leccando il lobo del mio orecchio ed io gemo per poi spingere il suo volto verso di me e impadronirmi della sua bocca con passione. Le nostre lingue si cercano e iniziano a volteggiare con passione. Lo sento gemere e il desiderio in me aumenta, mi stringo a lui più che posso senza curarmi che potremmo essere scoperti da un momento all’altro.
    Ci stacchiamo per riprendere fiato e lui mi guarda negli occhi.

    -Buffy…- sussurra mentre io ricambio il suo sguardo. Non dirlo William…non chiederti cosa stiamo facendo…non lo so nemmeno io.

    So solo che non riesco a scacciarti dalla mia testa,dal mio cuore,dalla mia anima. Sei dentro di me,sei il mio tutto e vorrei tanto che non lo fossi. Vorrei poter dire che non ti amo,ma non posso.

    - William…- sussurro anche io scrutandolo. Ho paura. Paura che stia per dirmi che è stato tutto un errore. Che non dovevo baciarlo…

    Ma lui non lo dice, anzi, si rituffa nella mia bocca più voglioso che mai e inizia a succhiare il mio labbro inferiore scendendo con la mano a sfiorare il mio seno. Miagolo di piacere accarezzandogli le spalle possenti. Amami,amami William…
    All’improvviso si ferma ed io sgrano gli occhi impaurita. Mi fa cenno di fare silenzio per poi alzarsi di scatto, e adesso capisco anche io il motivo.

    -sistemati, sta arrivando qualcuno- afferma con voce dolce ma io rimango ferma mentre sento gli occhi colmarsi di lacrime.

    - certo,l’avevo sentito anche io – affermo fredda voltandomi dall’altra parte. Non voglio che mi veda piangere.

    Perché piangi Buffy? forse perché mi rendo conto sempre di più di stare al suo gioco,di essere solo un “corpo” per lui.

    …ma non ti amo Bravo William…prendimi in giro.

    La porta si apre e Giles entra con un libro in mano.

    - ragazzi scusate se interrompo l’allenamento ma ci sono novità- afferma e mi viene quasi da sorridere. L’allenamento. Si è proprio questo che ha interrotto signor Giles.

    - nessun problema- affermo voltandomi e sedendomi nella panca che occupavo poco fa, prima che…

    - ci dica- esclama William sedendosi accanto a me. La sua coscia sfiora la mia ed io mi allontano di scatto come se mi fossi scottata.

    Lui si volta a guardarmi confuso e io fuggo via dal suo sguardo voltandomi verso Giles. Con la coda dell’occhio scorgo un lampo di dolore nei suoi occhi e il mio cuore si stringe. Perdonami William.
    Ma l’uomo di fronte a noi incurante di tutto inizia a parlare ed è estremamente serio.

    - avevi ragione – afferma ed io lo guardo confusa. A cosa si riferisce?

    - riguardo ad Angelus ed i tuoi sogni. Più che sogni sono…visioni. – annuisco abbassando lo sguardo ripercorrendo ciò che quel dannato vampiro mi ha mostrato. Sgrano gli occhi ricordando il corpo di William disteso e sanguinante e tremo impercettibilmente.

    - è lui che si impossessa della tua mente e ti fa vedere ciò che vuole- continua ed io alzo la testa di scatto. E se…

    - c’è la possibilità che tutto ciò che ho visto non sia…reale? Insomma…che me l’abbia fatto vedere solo per spaventarmi. – chiedo speranzosa. Forse non è tutto perduto,forse William non sarà in pericolo.

    Giles si sofferma pochi secondi a pensare mentre William accanto a me rimane in silenzio.

    - c’è questa possibilità, si…- afferma ed io tiro inconsapevolmente un sospiro di sollievo. – ma …-

    - ma cosa?-lo interrompo sgranando gli occhi,stupida Buffy…c’è un ma. Non illuderti.

    - non siamo sicuri al cento per cento, potrebbe anche essere tutto vero. – ha ragione…non devo abbassare la guardia. William deve stare lontano da questa storia.

    Annuisco abbassando lo sguardo e nella stanza cala un imbarazzante silenzio.Inizio a torturare le mie mani e William,come se avesse percepito la mia battaglia interiore,decide finalmente di parlare.

    -cosa vedevi Buffy?- mi chiede ed io mi volto di scatto verso di lui perdendomi nell’infinita bellezza dei suoi occhi. Rimango impietrita per alcuni secondi per poi ridestarmi e fare spallucce.

    - nulla di importante. – affermo con freddezza. Mi alzo e inizio a sfregare le mani sul tessuto ruvido dei miei jeans.

    Nulla di importante…magari lo fosse. Vorrei tanto che tu non fossi in pericolo amore…

    -stasera andrete di ronda – esclama Giles sfilandosi gli occhiali e iniziando a pulirli (come al solito
    )

    Entrambi ci voltiamo verso di lui ad occhi sgranati.

    -cosa????- esclamiamo all’unisono sconcertati.

    <io e William di ronda?? Non se ne parla assolutamente!>

    William si è alzato e ha iniziato a camminare avanti e indietro per la stanza.

    - non posso!- esclama all’improvviso. Allo sguardo interrogativo di Giles continua. – io..devo fare il bucato!-

    Giles inizia a pulire i suoi occhiali con più foga,segno che sta innervosendosi,ed io scoppierei a ridere per l’assurdità della situazione se solo non capissi che William sta cercando di evitarmi.
    Ma ha ragione a comportarsi così…dopo quello che stava per accadere pochi minuti fa è il minimo che si possa fare…dovremmo stare lontani l’uno dall’altra. Solo così forse potremmo evitare eventuali contatti fisici.

    - nemmeno io posso – esclamo trovandomi perfettamente d’accordo con William. Quest’ultimo si volta a guardarmi e sembra quasi deluso.

    Cosa c’è? Non lo sai nemmeno tu ciò che vuoi William…

    Lo guardo con freddezza come per alzare l’ennesima barriera tra di noi non accorgendomi dello sguardo inceneritore che mi sta offrendo Giles.
    Quando mi volto a guardarlo sorrido ingenuamente facendo spallucce.

    - che c’è? Non posso mica stare dietro a lui durante la ronda! Si caccerebbe sicuro nei guai ed io ho altro a cui pensare che salvare il suo fondoschiena ogni minuto!- sbotto fingendomi infastidita.

    William sgrana gli occhi e apre la bocca stupito.

    - COSA??- esclama avvicinandosi pericolosamente a me.

    Alzo gli occhi al cielo ed incrocio le braccia al petto. Ecco che si ricomincia.

    - che c’è? Non è forse vero? Sei lento e nemmeno abbastanza forte!- affermo voltandomi e mi dirigo verso la finestra evitando il suo sguardo.

    Lui scoppia a ridere e si avvicina a me.

    -davvero? Poco fa non mi sembrava affatto così….cacciatrice. – afferma dando maggiore enfasi all’ultima parola.

    Mi volto a guardarlo furente. Lo spingo facendolo indietreggiare di un passo e gli punto un dito contro.

    - non permetterti mai più a chiamarmi in quel modo capito? E poi te l’ho già detto…sei una schiappa. Poco fa stavo semplicemente divertendomi!- sto quasi urlando adesso,ma la mia rabbia repressa è tanta.

    - oh davvero? E se ti dicessi che anche io stavo divertendomi Buffy? anzi no…cacciatrice?- il suo ghigno mi da sui nervi e vorrei tanto prenderlo a calci in questo momento.

    - ti ho detto di non chiamarmi così. – affermo con freddezza scostandomi da lui dirigendomi verso la panca.

    - altrimenti?- chiede in tono di sfida ed io mi riavvicino a lui pericolosamente

    - Vuoi proprio saperlo ? – chiedo ormai ad un soffio dal suo viso. Lui inizia ad osservarmi le labbra e sul mio viso compare un ghigno. Gli do un pugno facendolo barcollare leggermente indietro e arretro di un passo incrociando le braccia al petto.

    - soddisfatto?- chiedo

    - BASTA! SMETTETELA!!- urla Giles dietro di noi che fino ad ora ha assistito alla scena in silenzio.

    William si tocca la mascella dolorante e mi guarda in cagnesco.

    - dillo a lei Rupert, non a me…dannata cacciatrice…- borbotta allontanandosi da me.

    Io rimango in silenzio aspettando che Giles dica qualcosa.

    - voi due stasera andrete di ronda,che vi piaccia o no capito? William tu sei il suo osservatore,e devi starle accanto,intesi? Vale anche per te Buffy. Il discorso è sempre lo stesso ricordalo…non si fanno i capricci quando c’è in gioco la vita di molte persone, non voglio più ripetertelo. – afferma per poi alzarsi e lasciare la stanza a passo spedito.

    Ha ragione maledizione, come al solito mi sono lasciata trasportare dai miei sentimenti per William.
    Senza nemmeno degnarlo di uno sguardo mi dirigo versa la porta e poggio la mano sulla maniglia. Mi volto leggermente prendendo un bel respiro prima di parlare.

    - ci vediamo stasera. – quasi sussurro, poi apro la porta e lo lascio lì, desiderosa di tornare presto a casa.

    Vaschetta di gelato al cioccolato? Attendimi sto arrivando!

    E al diavolo i brufoli!

    ********

    -Dannato Vampiro!- esclamo infuriata sbattendo la porta di casa. Se quell’Angelus non fosse tornato a rompermi le scatole a quest’ora sarei insieme a William a rotolarmi tra le coperte del suo letto. Mi dirigo a passo spedito verso la cucina e apro ansiosa lo sportello del freezer. Non appena scorgo la vaschetta del gelato gli occhi mi si illuminano e un sorriso ebete si stampa sul mio volto.Ma non appena la prendo la mia espressione diviene quasi disperata.

    - chi è quell’idiota che ha messo la vaschetta di gelato vuota nel freezer?- mi chiedo alzando gli occhi al cielo.

    < imbecille ci vivi solo tu in questa casa,chi vuoi che sia stato…! > Gemo esasperata e getto nel cestino la mia amata vaschetta vuota.

    Voi due stasera andrete di ronda, che vi piaccia o no,capito?

    Oh ma certo! Ai suoi ordini signor Giles! Sa che c’è? Rimane sempre quel piccolo problemino, sa… ci pensa lei poi a comprarmi un altro cuore no? Dannazione!!! Non me ne va bene nemmeno una in questo periodo.
    La mia famiglia mi ha completamente abbandonata, l’uomo che amo è il mio osservatore e, ciliegina sulla torta, c’è la possibilità che Angelus voglia mangiarselo a colazione. Stupendo!

    - tutti pagherebbero per avere una vita come la mia… - borbotto salendo le scale,dirigendomi in camera mia.

    Ma cambio immediatamente idea e scendo frettolosamente le scale. Rientro in cucina e afferro il ricevitore del telefono componendo poi il numero di Willow. Lei sarà la mia salvezza!

    - pronto?- la voce di Willow mi giunge un po’ affannata. Aggrotto la fronte chiedendomi cosa stesse facendo per essere così stanca.

    - Willow ciao! Sono Buffy.- esclamo attorcigliando il filo del telefono.

    Dall’altra parte rimane il silenzio per pochi istanti poi la mia amica si decide a parlare.

    - Buffy,ciao…- sussurra meno entusiasta. – come mai hai chiamato?è successo qualcosa?- mi chiede questa volta con voce preoccupata.

    - uhm…no,io veramente…Willow ti ho disturbata?- le chiedo imbarazzata. Voce affannata…poco entusiasmo…mi ricorda qualcosa.

    - no! No! Perché dovresti! Si insomma…- cerca di arrampicarsi sugli specchi ed io ho già capito tutto.

    - eri con Tara?- le chiedo timidamente chiudendo gli occhi arrossendo fin sopra i capelli.

    < sei sempre la solita Buffy!>

    - si…- sussurra lei per poi continuare – ma non importa! Non stavamo facendo nulla,cosa hai capito!?- si si come no,Willow. Decido di terminare questa chiamata che si sta rivelando piuttosto imbarazzante.

    - ok,non fa nulla. Scusa per averti disturbato! Ci sentiamo. – blocco senza darle nemmeno il tempo di replicare. Non voglio metterla ancora di più in imbarazzo.

    Sospiro scoraggiata e mi dirigo nuovamente in camera mia.

    -uffa…magari Willow poteva fare un incantesimo per farmi disinnamorare di William…- mi blocco all’improvviso abbassando lo sguardo.

    < sei sicura di volere questo Buffy?> Capitolo 12

    Sono qui ad aspettare davanti il cancello del cimitero da circa un quarto d’ora e capitan ossigeno ancora non è arrivato. Sbuffo sbattendo un piede spazientita. Insomma! Dovrei essere io a farmi aspettare! Non lui… mi guardo attorno cercando di rilassarmi ed infine scorgo la sua figura avanzare verso di me a passo svelto. Assumo un’espressione fredda e lo saluto con un cenno del capo,cosa che lui ricambia.

    -scusa, sono in ritardo. È da molto che aspetti?- mi chiede infilando le mani nelle tasche dello spolverino.

    Scrollo le spalle e mi volto verso il cancello.

    -affatto. Sono appena arrivata anche io – affermo evitando di rivelargli che si è fatto aspettare,ed abbastanza.

    -meglio.- mi risponde lui sorridendomi. Mi trattengo dal rispondere al suo sorriso e con un agile mossa scavalco il cancello pronta ad aprirlo per lui da dentro. Ma non faccio in tempo ad avvicinarmi al lucchetto che lui è già accanto a me sorridente.
    Lo guardo stupita e strabuzzo gli occhi indossando poi nuovamente la mia maschera di freddezza.

    - che c’è? Te l’ho detto, stavo giocando anche io stamane.- afferma ed io non rispondo iniziando a camminare. Lui mi segue e la sua vicinanza mi fa tremare. Odio trovarmi in queste situazioni.

    Il suo profumo mi sta inebriando i sensi,e Dio solo sa quanto in questo momento vorrei gettarmi tra le sue braccia e assaporare le sue labbra fino alla fine dei miei giorni.

    < giorni che finiranno molto presto se non stai attenta Buffy…tieni gli occhi aperti!> torna a farmi visita la maledetta vocina nel mio cervello. È molto brava a far nascere in me i sensi di colpa!

    Con la coda dell’occhio scorgo il suo sguardo. È pensieroso e forse anche un po’ imbarazzato. Decido di rompere questo silenzio snervante.

    - il signor Giles ha ragione. Dovremmo smettere di fare i capricci in questa situazione…Angelus non è uno scherzo. – affermo e lui si volta a guardarmi continuando a camminare.

    - sei tu quella che fa i capricci signorina Summers- esclama ed io mi irrito alquanto. Ha abbandonato il nomignolo ‘cacciatrice’ e adesso inizia ad essere formale!

    Stringo i pugni e mi fermo improvvisamente. Lui se ne accorge e si volta di nuovo a guardarmi arrestandosi.

    -cosa c’è adesso?- mi chiede quasi seccato. Cosa c’è? Ha pure il coraggio di venirmi a chiedere cosa c’è????

    Scuoto la testa e decido di lasciar perdere.

    - nulla,andiamo.- affermo fredda ricominciando a camminare. Lo vedo alzare gli occhi al cielo e seguirmi aumentando il passo,per poi rallentarlo una volta raggiuntami.

    Continuiamo a camminare così,in silenzio,per altri minuti fino a quando un fruscio alle nostre spalle,seguito da un lieve gemito, attrae la nostra attenzione. Ci voltiamo entrambi di scatto ed io tremo non appena riconosco la persona,anzi, ‘l’animale’ che ho davanti. Angelus.
    Spingo leggermente William facendolo arretrare di un passo e vedo che mi guarda confuso. Non ora amore…non ora. Morirei se lui ti toccasse anche solo con un dito. Devo proteggerti.
    Osservo lui e poi la ragazza terrorizzata che tiene tra le braccia. Ha già due buchi sul collo,segno che quel bastardo l’ha già assaggiata. Ma non la ucciderà. Lo giuro.
    La sua maschera di cattiveria mi fa rabbrividire leggermente,ma non mi faccio impaurire ed avanzo di un passo incrociando le braccia al petto. Il che mi da un po’ più di coraggio.

    - lasciala andare- affermo duramente osservando poi il ghigno malefico che si sta formando sul suo volto.

    Lui fa finta di non avermi sentita.

    - guarda guarda…cosa ho trovato qui? La cacciatrice…e…chi è lui Buffy?- rabbrividisco ancora sentendo il mio nome pronunciato dalle sue labbra.

    < non farti intimorire Buffy >

    - questo non ti riguarda. Tu vuoi me,giusto? – chiedo inarcando un sopracciglio.

    Lui annuisce osservando quasi con lussuria il mio collo. Istintivamente alzo una mano e copro la mia giugulare dalla sua vista. Lui scoppia a ridere con gusto e stringe ancora di più la presa sulla ragazza strappandole un gemito di dolore.

    - ti ho detto di lasciarla andare!- esclamo sfiorando la tasca della mia giacca come per accertarmi che mister punta sia lì.

    Lui scuote la testa e indica con un cenno del capo in direzione delle mie spalle. William. Continua ad indicarlo. Un brivido percorre la mia schiena, e questa volta non è un brivido di eccitazione.

    Paura.

    La provo oggi dopo tanto tempo… l’ultima volta che la provai fu quando vidi per la prima volta un vampiro. Da allora, da quel giorno di tanti anni fa, più nulla mi spaventò.

    - il bell’addormentato è più che sveglio adesso…ma ricorda quello che ti ho “gentilmente” mostrato cacciatrice…- afferma ed io mi mordo il labbro inferiore e stringo i pugni con rabbia. Si avvicina ancora di più a me ed io indietreggio.

    - sta lontano – affermo facendo trasparire dalla mia voce disgusto. Non deve capire che lo temo

    William avanza e adesso è accanto a me.

    - vattene – esclama lui ed io mi volto di scatto a guardarlo.

    <no no no…William non farlo.>

    Angelus scoppia nuovamente a ridere e si volta verso di me sorridendo con cattiveria.

    - presto accadrà quello che hai visto…e tu non potrai fare nulla per fermarmi. Mi basterà far fuori lui per strappare via il tuo cuore, poi berrò il tuo sangue e ti farò mia. Mia… Solo la cacciatrice è degna di essere la mia compagna per l’eternità. Lei che fa parte dell’oscurità anche da umana…lei che ha la violenza dentro…lei ch-

    - basta! Smettila!- lo interrompo afferrando il paletto dalla tasca della mia giacca. – io non sono niente di ciò che hai detto. Tu sei malato, sei ossessionato da me. Non mi avrai mai, mai!- quasi urlo e mi trattengo dallo scagliarmici addosso.

    William mi guarda ad occhi sgranati come se avesse compreso tutto. Dannato vampiro, non poteva stare zitto?
    Angelus continua a sorridere noncurante di ciò che ho detto e poi abbassa lo sguardo sulla sua preda. La lascia cadere per terra e arretra di un passo.

    - la lascio a voi… non mi piace il suo sangue. Vado a cercarmi qualcun altro. A presto cacciatrice, ciao anche a te osservatore.- così dicendo si incammina e sparisce inghiottito dal buio della notte ed io resto immobile, senza fermarlo.

    Mi accascio a terra come priva di forze,mentre William corre ad aiutare la ragazza che è stata morsa da quel mostro. Scuoto la testa cercando di scacciare le lacrime e mi stringo le braccia al petto. Le parole del vampiro riecheggiano ancora nella mia mente…
    presto accadrà quello che hai visto…e tu non potrai fare nulla per fermarmi. No dannazione…io ci riuscirò. Io lo fermerò e William starà bene…starà bene vero? Mi basterà far fuori lui per strappare via il tuo cuore . Cuore…

    Ce l’ho ancora io un cuore? Mi è stato brutalmente spezzato in mille pezzettini e strappato dal petto così tante volte che penso non si sia più ricomposto. Alzo lo sguardo e scorgo William con gli occhi puntati su di me,mentre tiene la ragazza tra le braccia. Gli sorrido timidamente come per rassicurarlo che sto bene ma il suo sguardo non cambia. È preoccupato, e forse fa bene ad esserlo. Ha delle domande da farmi… ed io non so se dirgli o meno la verità.

    Cosa devo fare?

    ******

    Abbiamo portato la ragazza all’ospedale,e dopo esserci assicurati che stesse bene, siamo andati via e adesso stiamo camminando tra le vie di Sunnydale senza una meta precisa. William non mi ha chiesto nulla finora, ma ho come la sensazione che le domande arriveranno presto. Ho deciso che gli dirò tutto quanto, forse un po’ di buon senso gli è rimasto, e quando gli avrò chiarito la situazione e i rischi che corre capirà da solo che non è il caso di mettersi in gioco in questa battaglia. Capirà che deve starne fuori…capirà, forse capirà.
    Sospiro stringendomi le braccia al petto notando che questa sera fa particolarmente freddo. O forse sono io? Probabile.
    William osserva silenzioso il cielo di quando in quando e in questo momento vorrei tanto non aver incontrato Angelus stasera.

    -Buffy…- sussurra lui fermandosi ed io mi arresto voltandomi verso di lui timorosa. È arrivato il momento.

    - dimmi – quasi bisbiglio facendogli cenno di accomodarci in una panchina che si trova vicino a noi.

    Mi segue e dopo essersi seduto sospira guardandomi negli occhi per pochi istanti.

    - Perché Angelus parlava di me…in quel modo? Non mi hai detto tutto riguardo i tuoi sogni vero?- mi chiede diretto ed io abbasso lo sguardo.

    Hai centrato in pieno amore. Non ti ho detto tutto e vorrei tanto non dirtelo ancora adesso.

    - esatto. Lui nei miei sogni mi ha mostrato qualcosa di…orribile. Dolore, sangue, morte e…te. Morto.- rispondo ingoiando il groppo che mi si è formato in gola.

    Lui sgrana gli occhi e poi annuisce rassegnato.

    - io… io volevo allontanarti da me per…non metterti in pericolo. – affermo poi voltandomi verso di lui cercando di sostenere il suo sguardo.

    - capisco…- si limita a dire ed io aggrotto la fronte. Perché risponde a monosillabi? Cosa ti passa per la testa William?

    - tutto qui?- chiedo mentre una strana idea si fa strada nella mia mente, William non sembra scomposto più di tanto…

    - inutile dirti che io non mi tirerò indietro. – afferma lui ed io sgrano gli occhi stupita ed…inorridita.

    - sei impazzito?- urlo e mi alzo di scatto stringendo i pugni.

    Lui sembra quasi stupito dalla mia reazione e mi segue a ruota,alzandosi.

    - vorresti magari che mi andassi a nascondere come un agnellino impaurito??- adesso urla anche lui e una rabbia ceca mi assale. No William! non ti permetterò di fare ciò che vuoi.

    - ah certo! Vuoi farti ammazzare. Beh io non te lo permetterò! Userò anche la violenza se sarà necessario!-

    Lui mi guarda con un misto di stupore e risentimento ed io sbuffo sedendomi nuovamente nella panchina. Forse è meglio andarci con le buone.

    - William… io non voglio che ti accada nulla. Tu non parteciperai alla battaglia…se necessario lascerai la città, per tornare solo quando io avrò sconfitto Angelus. Lui ti ucciderà. Tu non hai visto quello che ho visto io, nei mie sogni…- mi trema leggermente la voce ma continuo lo stesso, tenendo lo sguardo basso, evitando di guardarlo negli occhi. – tu eri morto capisci? Ricoperto di sangue…senza vita….morto! Io non posso permetterlo… non ce la faccio capisci? Tu…io…io e te…io ti…- cerco di dirglielo, di esprimere i miei sentimenti, ma lui mi interrompe.

    - non mi interessa. Non mi interessa se lui ti ha fatto vedere quelle cose… c’è anche la possibilità che non sia vero nulla, ma anche se fosse certo, non mi importerebbe lo stesso. Io combatterò in questa battaglia, che tu lo voglia o no. Non mi fermerai Buffy. – afferma ed io alzo lo sguardo sconvolta.

    So che ne è capace e questo mi fa paura. Non è servito a nulla farlo ragionare…e dire che stavo quasi per confessargli i miei sentimenti.

    - a domani – sussurra e si volta incamminandosi, lasciandomi sola, con un enorme senso di vuoto e di timore che non vuole lasciarmi andare. Ho paura. Ho tanta paura…

    Cambia idea William…cambia idea ti prego.

    - non mi interessa. Non mi interessa se lui ti ha fatto vedere quelle cose… c’è anche la possibilità che non sia vero nulla, ma anche se fosse certo, non mi importerebbe lo stesso. Io combatterò in questa battaglia, che tu lo voglia o no. Non mi fermerai Buffy. – afferma ed io alzo lo sguardo sconvolta.

    So che ne è capace e questo mi fa paura. Non è servito a nulla farlo ragionare… e dire che stavo quasi per confessargli i miei sentimenti.

    - a domani – sussurra e si volta incamminandosi, lasciandomi sola, con un enorme senso di vuoto e di timore che non vuole lasciarmi andare. Ho paura. Ho tanta paura…

    Cambia idea William… cambia idea ti prego.

    ********

    Forse non è stata una buona idea rimanere ancorata in questa panchina per tutta la notte…ma non me la sentivo di tornare a casa e avevo bisogno di riflettere. Una piccola goccia mi cade sul naso ed alzo lo sguardo verso l’alto osservando il cielo. Sta per piovere.
    Un’altra goccia di pioggia colpisce il mio viso. Mi alzo con un sospiro dalla panchina e inizio ad incamminarmi. Sarà meglio tornare a casa… tra un po’ scoppierà un temporale.

    < chissà che ore sono…> penso osservando il mio polso vuoto. Ho dimenticato di indossare l’orologio ieri sera dopo aver fatto la doccia.

    Ieri sera… William come starà? Era alquanto shockato ieri e spero tanto che con una buona dormita abbia cambiato idea riguardo al voler partecipare alla battaglia… spero tanto che abbia capito che non può farlo. Morirà se lo farà.
    Mi stringo le braccia al petto e allungo il passo desiderosa di tornare presto a casa. Adesso sono io quella che ha bisogno di dormire. Chiudere gli occhi e non pensare più a nulla per ore.
    Ma all’improvviso mi blocco e riduco gli occhi a due fessure non appena scorgo Angelus davanti a me sorridere perfidamente.

    -cosa vuoi ancora?- gli chiedo mentre sento la rabbia in me crescere.

    Come al solito lui fa finta di non avermi sentito e alza gli occhi verso il cielo.

    - che fortuna, un temporale alle prime luci del mattino... mi era venuta fame. – afferma puntando poi lo sguardo su di me.

    Sorrido scuotendo la testa. Che illuso, pensa di poter fare banchetto con me!

    - ti consiglio di non provarci – esclamo afferrando il paletto pronta a fare di lui soltanto polvere.

    Lui indietreggia e fa segno di no con l’indice. Sgrano gli occhi mentre uno strano pensiero si fa strada in me.

    - vedo che hai compreso, non voglio te. – afferma indietreggiando ancora. – a presto cacciatrice, mi divertirò un po’ con lui prima di mangiarmelo. Lo faccio solo per te.- continua per poi voltarsi e sparire nuovamente.

    William. No, non può essere. Una singola lacrima rotola sulla mia guancia e mi accascio a terra incapace di fare qualsiasi cosa. Lo ha preso.

    Ha preso William.

    Sento qualcosa dentro di me spezzarsi e stringo i pugni fino a far sbiancare le nocche. Adesso le lacrime scorrono sul mio viso mischiandosi alla pioggia che è già iniziata a scendere e ha bagnato i miei vestiti. Do un pugno al terreno e non sento nemmeno il dolore. Osservo il sangue scorrere dalla mia mano e come ogni volta vedo William senza vita. Chiudo gli occhi e do sfogo al mio dolore, piango senza sosta, incurante delle poche persone che a quest’ora del mattino sono per strada, magari diretti al lavoro. Non mi importa, non mi importa di nulla in questo momento, vorrei solo poter tornare indietro…

    …voglio William.

    Devo liberarlo.

    Ormai la pioggia mi ha offuscato la vista e sbatto più volte le palpebre alzandomi. Inizio a correre in direzione del Magic Box, non preoccupandomi di asciugare le mie lacrime. Agli altri sembrerà solo pioggia, non sapranno che è acqua salata intrisa di dolore.

    < William … devo salvarlo, devo salvarlo…>

    a presto cacciatrice, mi divertirò un po’ con lui prima di mangiarmelo. Lo faccio solo per te.

    Stringo i denti continuando a correre e finalmente l’insegna del Magic Box appare davanti ai miei occhi.
    Come un'automa avanzo e poso la mano sulla manopola della porta d'ingresso per poi girarla. A vuoto. Mi rendo conto solo adesso che è ancora troppo presto per trovare il negozio aperto, ancora non è arrivato nessuno ed io non so dove andare, a chi chiedere aiuto. Mi siedo sul marciapiede e alzo nuovamente lo sguardo verso il cielo. La pioggia bagna i miei vestiti senza lavar via la mia angoscia. Sto in silenzio a guardare un punto fisso piangendo silenziosamente lacrime amare, che sanno di dolore e di sofferenza. Come starà William? Lo starà torturando? Sta soffrendo? Il respiro sembra mancarmi non appena la mia mente ripropone la sua immagine ed il colore del sangue sembra quasi accecarmi. Chiudo gli occhi cercando di calmarmi e trovare una soluzione. Non so dove si nasconda Angelus, non so dove abbia portato William. Non so cosa abbia in mente, potrebbe essere tutto una trappola per indurmi a cercarlo senza nemmeno verificare se William sia stato rapito oppure no. Oppure ha detto la verità e vuole ugualmente che io lo cerchi per farmi finalmente sua.
    Mi alzo lentamente e inizio a camminare diretta verso casa di William. Dentro di me spero infinitamente che Angelus mi abbia mentito, ma qualcos'altro mi dice che la mia esistenza sta per essere sconvolta.
    Aspettami William, ovunque tu sia aspettami, sii forte, per me.

    *********************

    Ha smesso di piovere, e adesso sono davanti casa di William. Sembra tutto tranquillo dall'esterno, la porta è chiusa e non è stata forzata, forse lui sta davvero bene.

    Forse.

    Faccio un respiro profondo e busso sperando che lui venga ad aprirmi, non felice di vedermi dopo quello che è successo ieri notte, ma almeno salvo. Ma tutto ciò non accade. Nessun suono proviene dall'interno e il cuore prende a battere velocemente. Do un calcio deciso alla porta che rovina al suolo ed entro guardandomi attorno. Come previsto la casa è in ordine, non ci sono segni di lotta.

    < forse sta dormendo...> penso dirigendomi verso la camera da letto. Busso alla porta leggermente.

    - William? - chiamo con voce tremante.

    <no, Angelus non l'ha rapito, William è al sicuro, nel suo letto. È per questo che non faccio irruzione dentro...William sta bene.>

    Cerco di convincermi che tutto sia ok, ma dentro di me sento il vuoto e so di avere torto.

    - William?- busso ancora una volta.

    Niente, nessun suono, nessun sbadiglio, nessun borbottio. William, dove sei? Apro la porta di scatto e rimango immobile a fissare il letto vuoto e non disfatto. Corro via velocemente, non posso restare ancora qui a illudermi che niente sia accaduto. Angelus ha rapito William ed io devo trovarlo prima che...

    < ...prima che lo uccida. >


    Capitolo 13

    Mi precipito fuori, nuovamente in direzione del Magic Box. Corro, corro a perdifiato. Non ha ancora smesso di piovere ma non mi importa in questo momento. Non sento nulla, non sento i miei vestiti fradici attaccati alla pelle, non sento gli sguardi delle altre persone su di me, non sento nessun suono oltre al battere furioso del mio cuore. I miei piedi non sembrano nemmeno toccare l’asfalto, finalmente raggiungo il negozio d’arti magiche e posso prendere un po’ di fiato. Mi avvicino lentamente alla vetrina e scorgo una luce soffusa provenire da dentro.

    < finalmente hanno aperto il negozio > penso sfregando le mani sulle braccia cominciando a sentire il freddo penetrarmi nelle ossa.

    Apro la porta con decisione ed entro, sbattendola per attirare l’attenzione. Il signor Giles è alla cassa chino su una pila di fogli e sobbalza al rumore della porta sbattuta. Non appena i suoi occhi si posano su di me il gelo aumenta.

    < come farò… come farò a dirgli che…>

    - Buffy che succede?- mi chiede avvicinandosi e spingendomi dolcemente verso il centro della stanza.

    Con lo sguardo assente lo seguo e non appena arrivo al tavolo posto vicino la scaffalatura, mi lascio cadere pesantemente su una sedia continuando a guardare il pavimento.

    < È tutta colpa mia… è tutta colpa mia…>

    -Buffy?- il signor Giles mi chiama di nuovo, ma decido di non rispondere stringendomi nelle braccia cercando di scaldarmi.

    Sulla mia guancia rotola una singola lacrima, sfacciata, e soprattutto orgogliosa di esternare il mio dolore. Se solo l’avessi accompagnato a casa ieri, tutto questo non sarebbe successo. Perché è ormai evidente che è stato rapito per strada, mentre stava tornando a casa dopo che… abbiamo discusso. Scuoto la testa e nascondo il mio volto tra le mani cercando di scacciare via le lacrime che premono nei miei occhi.

    - Buffy?!- la voce di Giles adesso sembra abbastanza spazientita. Alzo lo sguardo lentamente e non appena scorge le mie lacrime aggrotta la fronte preoccupato. – cosa è accaduto Buffy? Parla…- mi sussurra inginocchiandosi davanti a me.

    Ingoio il groppo che mi si è formato in gola e scaccio con gesto rabbioso le lacrime che mi hanno rigato il volto.

    - William…- sussurro e il suo sguardo si fa sempre più preoccupato. – Angelus l’ha rapito – continuo con voce tremante cercando di sostenere il suo sguardo.

    - cosa?- chiede stupito alzandosi di scatto. – come… come è possibile? Perché?-

    In un’altra situazione mi verrebbe da sorridere. William è stato rapito e lui si chiede il perché.
    Si volta nuovamente a guardarmi e non appena scorge i miei occhi impauriti scuote la testa e inizia a strofinare gli occhiali con il lembo del maglione che indossa stamattina.

    - scusami, domanda stupida. Ti compro una tazza di the, dopo mi racconterai tutto. – annuisco leggermente e lui si volta in direzione della porta d’ingresso per poi lasciarmi sola ad aspettarlo.

    ***************

    - E così non hai trovato nulla a casa sua… - mi chiede Willow stringendomi la mano libera, l’altra sostiene la tazza di the che il signor Giles è andato a prendermi al bar più vicino pochi minuti fa.

    Prima che rientrasse è arrivata anche lei, doveva fare solo acquisti, ma dopo avermi vista in quello stato e dopo essere venuta a conoscenza di quanto è accaduto ha deciso di rimanere. Le sono infinitamente grata, ho tanto bisogno di sostegno in questo momento. Chi l’avrebbe detto che l’arrivo a Sunnydale mi avrebbe portato anche delle cose meravigliose?
    Ho conosciuto l’amore “vero” per la prima volta in vita mia, quello che ti fa tremare le gambe al solo pensiero che lo rivedrai a minuti, quello che ti fa battere il cuore e ti fa vibrare l’anima se solo ti sfiora… poi ho trovato due amiche meravigliose. Tara e Willow.
    Quest’ultima mi guarda tristemente, capendo più degli altri come mi possa sentire in questo momento. Lei sa tutto… di me e di William. Annuisco ricambiando la stretta e mi alzo iniziando a camminare per la stanza.

    - nulla, tutto in ordine. L’hanno preso mentre… mentre tornava a casa. – affermo voltandomi verso Giles. Si sfrega il mento pensieroso e poi mi si avvicina sorridendo leggermente.

    - lo troveremo Buffy – cerca di consolarmi. Tentativo fallito Signor Giles.

    Niente e nessuno può consolarmi per ora, l’unica cosa che mi farebbe stare bene è riavere qui William. Solo questo.

    - Buffy, ha ragione Giles, lo troveremo. Potrei fare un incantesimo di localizzazione se…-

    Mi volto di scatto verso di lei con espressione speranzosa e la interrompo.

    - potresti davvero Willow?- le chiedo ma vedo la sua espressione titubante.

    - potrei se…-

    - se? – la incito a continuare per poi avvicinarmi alla sedia che occupavo precedentemente.

    - se avessi qualcosa di suo – afferma ed io abbasso lo sguardo sconfitta.

    Non posso più tornare a casa di William, dopo aver sfondato la porta sicuramente la polizia avrà circondato l’abitazione e farà la guardia anche la notte… se solo mi avesse regalato qualcosa di suo…

    - l’accendino!!!!- esclamo euforica alzando lo sguardo verso Willow. Adesso anche lei sorride e mi viene incontro per poi abbracciarmi.

    - ce la faremo vedrai… -sussurra nel mio orecchio ed io annuisco ancora una volta mentre una nuova speranza si fa strada in me.

    Ti troverò William, ti riporterò a casa .

    -scusate se vi interrompo ma… di quale accendino state parlando?- chiede Giles aggrottando la fronte confuso.

    Mi volto verso di lui con uno strano sorriso stampato sul volto.

    - oh lei non si preoccupi signor Giles, piuttosto recuperi gli ingredienti per l’incantesimo di Willow-

    Annuisce con espressione un po’ contrariata ed io non posso non continuare a sorridere.

    Ce la farò, riuscirò a salvare William.

    Mentre Giles si allontana a passo deciso per cercare gli ingredienti che serviranno per localizzare il mio osservatore io mi avvicino a Willow che sfoglia con attenzione uno strano libro.

    - cosa stai facendo?- chiedo e mi stupisco del mio tono quasi spensierato.

    Lei alza lo sguardo e mi sorride sinceramente.

    - sto rileggendo l’incantesimo – mi risponde per poi tornare a dedicarsi al libro.

    Sospiro e mi volto in direzione della porta di ingresso. È meglio andare a casa a riposare, per un po’ dubito che qui possa fare qualcosa.
    Così, senza dire nulla apro la porta e mi avvio verso casa, mentre il mio pensiero corre inevitabilmente a lui, al mio raggio di sole tenuto prigioniero chissà dove.

    < ma io ce la farò…>

    Si, William. Io ti salverò.

    ******************************

    Accendo la radio e con un sospiro mi avvicino alla vasca da bagno già colma quasi fino all'orlo. Tolgo l'accappatoio e mi immergo rilasciando un altro sospiro quando l'acqua quasi bollente viene a contatto con il mio corpo. La voce di un dj mi tiene compagnia mentre mi rilasso prima di uscire per andare nuovamente al Magic Box. Una nuova speranza si è accesa in me e sto affrontando tutto in maniera positiva.

    < oppure sto solo evitando di razionalizzare tutto? >

    Scuoto leggermente la testa per poi chiudere gli occhi e appoggiare il capo contro il bordo della vasca. Il dj lancia una canzone e le prime note arrivano alle mie orecchie cullandomi.

    I try to fly away but it's impossible
    and every breath I take gives birth to deeper sighs
    and for a moment I am weak
    so it's hard for me to speak
    even though we're underneath the same blue sky

    Provo a volare via ma è impossibile
    e ogni respiro che faccio da vita a nuovi singhiozzi
    e per un momento sono debole
    tanto che per me è difficile parlare
    anche se siamo sotto lo stesso cielo blu.

    Le parole della prima strofa mi toccano fin dentro l'anima e riapro gli occhi di scatto mettendomi poi semiseduta. Sto volando via anche io... sono debole. Ho così tanta paura che mi convinco che tutto va bene per non affrontare la realtà.

    If I could paint a picture of this melody
    it would be a violin without its strings
    and the canvas in my mind
    sings the songs I left behind
    like pretty flowers and a sunset

    Se potessi disegnare un immagine di questa melodia
    sarebbe un violino senza le sue corde
    e la tela nella mia mente
    canta le canzoni che mi sono lasciata dietro
    come dei bei fiorellini e un tramonto.

    < un violino senza corde... è così che mi sento senza di te...> penso mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime e il mio pensiero corre a William

    I't heavy on my heart
    I can't make it alone
    heavy on my heart
    I can't find the way home
    heavy on my heart
    so come and free me
    It's so heavy on my heart

    Pesa sul mio cuore
    non posso farcela da sola
    pesante sul mio cuore
    non riesco a ritrovare la strada verso casa
    pesante sul mio cuore
    e allora vieni e liberami
    è così pesante sul mio cuore.

    Si... non ce la farò mai da sola... ho bisogno di aiuto William... non riesco... non riesco ad affrontare tutto questo...

    I've had my share of pleasure
    and I've tasted pain
    I never thought that I would touch an angel's wings
    there's a journey in my eyes
    I't getting hard for me to hide
    like the ocean at the sunrise

    Ho avuto la mia fetta di piacere
    e ho assaporato il dolore
    non avrei mai pensato di toccare le ali di un angelo
    c'è un viaggio nei miei occhi
    sta diventando difficile per me nascondermi
    come l'oceano al sorgere del sole.

    Si William... so cos'è il dolore. L'ho provato lasciandoti dopo aver trovato in te l'amore della mia vita, dopo aver provato la felicità più assoluta. Ma adesso... adesso sono nel baratro della disperazione, ti hanno portato via da me e non riesco più a fingere davanti agli altri di non amarti.

    Pesa sul mio cuore
    non posso farcela da sola
    pesante sul mio cuore
    non riesco a ritrovare la strada verso casa
    pesante sul mio cuore
    e allora vieni e liberami
    è così pesante sul mio cuore.

    < no... non ce la farò mai da sola...>

    Love, can you find me in the darkness, and love?
    don't let me down
    there's a journey in my eyes
    I't getting hard for me to hide
    and I never though that I'd touch an angel's wings

    Amore,puoi trovarmi nell'oscurità, e amarmi?
    non abbandonarmi
    c'è un viaggio nei miei occhi
    sta diventando difficile per me nascondermi
    e non avrei mai pensato di toccare le ali di un angelo.

    Scoppio in un pianto disperato e stringo la spugna che tengo tra le mani. No William... non abbandonarmi... non morire. Sii forte.

    < aspettami... resisti...>

    Capitolo 14

    Quando torno al Magic Box è ormai pomeriggio inoltrato. Dopo aver fatto il bagno sono rimasta distesa sul letto a sfogare la mia frustrazione, e adesso mi sento un pò meglio. Solo un pò. In effetti sto malissimo. Finalmente ho razionalizzato tutto, ho capito cosa veramente è successo, e cosa rischia William stando nelle mani di quel mostro. Se non dovessi arrivare in tempo...
    No, non voglio nemmeno pensarci.
    Willow e Giles stanno facendo un cerchio magico, almeno così mi hanno detto... inutile dire che di queste cose non ci capisco un tubo. L'unica cosa che mi riesce bene è ammazzare i vampiri, il che è buono, visto che è proprio un vampiro quel mostro che dovrò uccidere per liberare William.
    Inizio a torturarmi le mani sedendomi poi su una sedia. Mi sento così inutile in questo momento... e poi odio aspettare senza far nulla! Inizio a torturami anche il labbro inferiore e osservo spazientita Giles che cerca una polvere magica. Quando la trova ritorna accanto a Willow consegnandole il barattolo. Dopo pochi minuti di estenuante attesa sul viso di Willow vedo formarsi un sorriso radioso.

    - ecco fatto! è tutto pronto! - esclama ed io mi alzo di scatto raggiungendoli.

    Mi guardo attorno e un odore pungente arriva alle mie narici facendomi starnutire. Giles mi porge un fazzoletto che io gentilmente rifiuto e continuo a guardarmi attorno. Hanno formato una specie di stella con le candele e hanno sparso qua e là la fastidiosissima polvere "pungente".

    - cosa sarebbe tutto questo?- chiedo storcendo leggermente il naso. Odio quest'odore!

    Willow si fa pensierosa, forse sta cercando di spiegarmi in parole povere di che tipo di incantesimo si tratta. Penso che non capirei nulla comunque.

    - ma non possiamo fare come tutti gli altri?- chiedo all'improvviso interrompendo il ragionamento di Willow.

    -come scusa?- mi chiede lei con espressione confusa.

    - si insomma... in Charmed Piper Phoebe e Paige localizzano le persone con una specie di ciondolo attaccato ad una collana... si insomma... avete capito. - penso proprio che non avrei dovuto dire una cosa del genere, non si può paragonare una strega come Willow a delle streghe di un telefilm...

    Alzo le mani in segno di resa e sorrido imbarazzata.

    - cancella ciò che ho detto! - esclamo continuando a sorridere

    - quest'incantesimo ti porterà direttamente dove si trova William. - afferma Giles avvicinandosi a me e poggiando una mano sulla mia spalla.

    Sgrano gli occhi leggermente e annuisco. Sono un pò sorpresa in realtà... non pensavo che accadesse tutto così in fretta. Arriverò direttamente dove si trova William... e se... se Angelus dovesse farmi fuori? Chi salverà William?
    Il signor Giles sembra avermi letto nel pensiero.

    - tranquilla. Non ci sarà Angelus - afferma ed io tiro un sospiro di sollievo. Ma presto mi chiedo... come fanno loro a saperlo? E questa volta è Willow a rispondere alla mia muta domanda.

    - non è ancora sorto il sole... e poi... ho fatto un incantesimo anche a lui...- afferma quasi timidamente.

    - grazie Will, non so come farei senza di te - dico e un leggero tossicchiare alle mie spalle mi fa capire che forse è meglio correggersi. - e ovviamente anche il signor Giles! senza voi due non sarei mai riuscita a trovare l'incantesimo per salvare William. -

    Annuiscono entrambi e dopo avermi sorriso Giles mi indica di entrare dentro la stella formata dalle candele. Eseguo gli ordini senza chiedere e dentro di me spero che vada tutto bene e di.... di trovare William vivo.
    Willow inizia a pronunciare delle strane parole magiche mentre il signor Giles sparge la polvere rimasta attorno a me. Pochi secondi dopo vengo “catapultata” in un altro posto e non c'è più nessuna traccia del Magic Box e delle candele.

    Mi guardo attorno spaesata, sembra che sia arrivata dentro una caverna ma... nel sottosuolo. Alle pareti sono attaccate qua e là delle torce.

    < E' sicuramente il covo di quel bastardo > penso avanzando guardinga. Il freddo mi fa tremare leggermente e mi stringo attorno alle braccia cercando di infondermi un pò di calore. All'improvviso i miei sensi si mettono in allerta e avverto un leggero rumore provenire dalle mie spalle. Mi giro di scatto e mi ritrovo ad osservare le iridi gialle e la fronte grinzosa di un vampiro. Evidentemente Willow e Giles non hanno previsto che Angelus potesse avere degli “scagnozzi”.
    Decido di sbarazzarmi immediatamente di lui e con un'agile mossa lancio il paletto dritto in direzione del suo cuore, e in un attimo diventa polvere. Sospiro voltandomi di nuovo e riprendo a camminare.
    In questo inquietante silenzio sento il suono dei miei passi riecheggiare nell'aria e il battito frenetico del mio cuore. Miliardi di pensieri si affollano nella mia mente in questo momento... e se William non fosse qui in realtà? E se Angelus fosse proprio lì ad aspettarmi... e se...

    < e se William fosse... morto? >

    Scuoto la testa con decisione e continuo a camminare guardandomi attorno. Sbatto più volte le palpebre quando scorgo una luce più forte provenire dal fondo della caverna e inizio a correre. Il cuore mi batte all'impazzata, sento che lì troverò il mio amore e nuovamente la speranza si fa strada in me. Sto arrivando William, pochi attimi e...

    ...ed eccolo lì.

    È legato con delle catene al muro ed il suo viso è cosparso di ematomi. Ingoio il groppo che mi si è formato in gola e poi scendo con lo sguardo lungo tutto il suo corpo notando delle ferite che sembrano essere colpi di frusta. I miei occhi si colmano di lacrime mentre i suoi rimangono chiusi. Non si è ancora accorto di me ed io in questo momento non riesco a muovermi. Quando lui inizia a tossire e del sangue fuoriesce dalla sua bocca mi scuoto all'improvviso e avanzo velocemente verso di lui.
    William dischiude gli occhi leggermente e mi guarda stupito mentre un leggero sorriso si fa strada sul suo volto. Non riesco a ricambiarlo però, e le lacrime cominciano a solcare le mie guance... cosa ti ha fatto William?

    - B... Buffy....- sussurra per poi ricominciare a tossire.

    Asciugo con rabbia le mie guance e mi avvicino a lui posandogli gentilmente un dito sulle labbra

    -sshh... non parlare adesso.- gli sussurro sorridendo leggermente.

    Con un gesto secco rompo le catene che lo tengono prigioniero e dopo avergli passato un braccio attorno alle spalle mi incammino sorregendolo amorevolmente.

    < pagherà per ciò che ti ha fatto...> penso mentre sbatto le palpebre scacciando nuovamente le lacrime.

    Sento William fermarsi e mi volto a guardarlo. La sua mano si alza e va ad accarezzare leggermente la mia guancia facendomi fremere, ma non di desiderio... di amore.

    - grazie...- sussurra ed io stringo la sua mano che non accenna a lasciare il mio viso.

    Non devi ringraziarmi William, non devi. Ti amo e avrei fatto qualunque cosa pur di salvarti.

    Riprendiamo a camminare lentamente, ed io, continuando a sorreggerlo, mi guardo attorno chiedendomi dove si possa trovare quel bastardo, ma all'improvviso una luce accecante ci investe e come pochi minuti fa vengo catapultata in un altro luogo. Riapro gli occhi e sbatto le palpebre più volte per poi incontrare il sorriso di Willow. Il suo sguardo si sposta su William e la sua espressione si fa preoccupata.
    Annuisco leggermente evitando di guardarlo e piano piano lo aiuto a sedersi. Lui inizia a tossire nuovamente e aggrotta la fronte. Sta soffrendo...il mio William sta soffrendo ed io non posso fare nulla...

    - mi sento così impotente...- sussurro. Senza rendermene conto ho pensato ad alta voce.

    La mano di Willow si poggia sulla mia spalla e gentilmente mi costringe a voltarmi.

    - non lo sei... lo hai salvato da una morte certa Buffy - afferma lei, ed io alla parola morte rabbrividisco.

    La morte... la mia fedele compagna di viaggio. Mi segue ovunque io vada. Sento i denti del maestro affondare sul mio collo...le urla strazianti del mio osservatore in fin di vita...vattene via. Vattene morte. Non sei la benvenuta. Non sei riuscita a portar via me e adesso cerchi di farmi morire nel più atroce dei modi...facendomi assistere alla morte delle persone che amo. Ma no...non accadrà mai più... lo giuro.
    Un altro colpo di tosse rompe il silenzio creatosi e sia io che Willow corriamo accanto a William cercando in qualche modo di alleviare il suo dolore.

    - Willow per favore, potresti andare a comprare del disinfettante e delle garze in farmacia?- le chiedo senza staccare gli occhi da William.

    - certo, vado. Ah Buffy...il signor Giles tornerà presto. E' andato in biblioteca a prendere dei testi - risponde e solo adesso mi accorgo che in effetti Giles non è al negozio.

    Annuisco leggermente e pochi secondi dopo sento la porta del negozio chiudersi. Accarezzo la guancia di William e lui finalmente apre gli occhi e mi guarda.

    - Buffy...- sussurra ed io gli sorrido accovacciandomi accanto a lui.

    - starai meglio ok? - gli dico e lui annuisce aggrottando poi la fronte per il dolore. - ti porterò a casa mia - continuo accarezzandogli leggermente la guancia ferita.

    Annuisce nuovamente e chiude gli occhi lasciandomi qui, logorata dal senso di colpa...e sola. Sola come non lo sono mai stata.


    **********************


    Il fastidioso trillare della campanella (segno che qualcuno è appena entrato al negozio) mi ridesta. Dormivo profondamente. Alzo la testa dal tavolo e trattengo uno sbadiglio volgendo immediatamente lo sguardo in direzione della porta. Il signor Giles mi guarda sorridendo ma non appena il suo sguardo si posa sull'uomo che prende posto sulla sedia accanto a me , il sorriso svanisce. Rivolgo una veloce occhiata a William e poi mi alzo raggiungendo Giles. Il suo sguardo si è incupito e posso ben capire il motivo.

    - Willow è andata a prendere bende e disinfettante - affermo senza tono.

    Annuisce leggermente senza distogliere lo sguardo dal mio osservatore per poi sorpassarmi e dirigersi verso di lui.

    - penso stia dormendo - continuo sperando che mi ascolti e che lo lasci riposare. Questo è quello di cui ha bisogno William in questo momento...oltre che alle cure. Ma Willow non è ancora tornata...

    Alzo lo sguardo e osservo il solito orologio fissato alla parete spoglia. Sono passati solo trenta minuti da quando mi sono appisolata ... Il signor Giles è ancora fermo davanti a William e lo osserva minuziosamente senza emettere un suono. Sospiro e lo prendo per un braccio facendolo indietreggiare.

    - Giles?- chiamo e finalmente lui si decide a guardarmi.

    - cosa è successo? - mi chiede, ha l'aria sconvolta.

    Scuoto la testa e scrollo leggermente le spalle. Magari lo sapessi.

    - non lo so...l'ho trovato così, ma non mi ha ancora detto nulla. Ha bisogno di riposo... - rispondo e poi mi siedo accanto a William osservandolo.

    Giles mi imita e si siede continuando a scuotere la testa e borbottare qualcosa che non capisco...e che non voglio capire. Vorrei solo che lui stesse meglio. Vorrei tornare indietro nel tempo, rivivere tutti i momenti trascorsi insieme a lui e fermarmi. Godere di quegli attimi per sempre, per tutta la vita. Vorrei chiudere gli occhi e non riaprirli mai più...dormire per sempre. Vivere in un mondo mio, un mondo senza dolore e sofferenze. Un mondo dove io e William potremmo essere felici.

    ma io non ti amo... No, io non potrei mai essere felice insieme a William... lui non mi ama. Non mi amerà mai. Ti voglio bene così come sei...

    Scuoto la testa e mi alzo di scatto facendo sobbalzare Giles.

    - mi accompagna? - gli chiedo indossando poi la giacca.

    Lui mi guarda confuso e aggrotta la fronte. - dove? - mi chiede poi alzandosi.

    - Revello Drive, devo portare William a casa mia. -


    *****************************

    Apro la porta di casa scostandomi poi di lato per permettere a Giles di entrare insieme a William. Quest'ultimo è ancora privo di sensi tra le braccia dell'osservatore che lo trasporta con poca difficoltà dentro casa.

    - lo porti di sopra, in camera mia - esclamo e lo vedo annuire e dirigersi verso le scale.

    Willow li segue a ruota tenendo in mano il sacchetto con l'occorrente per curare William e mi si avvicina.

    - come stai?- mi chiede ed io mi limito a scrollare le spalle. Potrei stare meglio, sicuramente. Il fatto che lui non abbia ancora ripreso i sensi mi preoccupa...e se avesse qualcosa di grave?

    - forse sarebbe meglio farlo visitare da un medico non credi? - esclamo dirigendomi poi verso la cucina. Lei mi segue per poi poggiare il sacchetto sul tavolo e accomodarsi su uno sgabello. La sua espressione è preoccupata, e forse fa bene ad esserlo.

    - aspettiamo che si svegli - risponde cercando di infondermi un pò di coraggio, ma niente e nessuno in questo momento può darmi forza.

    Annuisco versando l'acqua fredda nel bollitore e poi accendo il fuoco pronta a preparare del thè. Willow si alza e mi si avvicina tirandomi poi in un confortevole abbraccio.

    - stai calma Buffy...andrà tutto bene - mi sussurra accarezzandomi i capelli e in questo momento mi sento un pò bambina. Vorrei aggrapparmi a lei con forza e piangere tutte le lacrime che finora non ho lasciato fuoriuscire dai miei occhi. E' tutto così difficile ed ingiusto.

    Un leggero tossicchiare rende nota la presenza di Giles in cucina. Mi sciolgo dall'abbraccio sorridendo a Willow e tolgo il bollitore dal fuoco versando poi l'acqua fumante in tre tazze contenenti già una bustina di thè. Ne porgo una ad entrambi ma Giles la rifiuta borbottando un grazie e lasciandosi scivolare sopra lo sgabello. Si tiene la testa tra le mani e continua a sussurrare qualcosa che ovviamente continuo a non capire.

    -cosa dice?- chiede Willow aggrottando la fronte confusa. Poi si volta verso di me sperando che le dia una spiegazione ma io scrollo le spalle e continuo a sorseggiare la chiara bevanda fumante.

    Poggio la tazza sul tavolo con forza facendolo sobbalzare ed incrocio le braccia al petto cercando di infondermi coraggio, e ovviamente,di infonderlo anche a lui.

    - mi vuole spiegare cosa ha da borbottare?- chiedo con voce forse un pò troppo aspra.

    Lui scuote la testa ed evita di guardarmi negli occhi.

    - Giles?- lo chiamo avvicinandomi ancora di più a lui.

    - Dannazione è tutta colpa mia!!- quasi urla facendoci sobbalzare dalla sorpresa. Colpa sua? Bene! eccone un altro divorato dai sensi di colpa. Facciamoci compagnia a vicenda!

    - no, non lo è - affermo seriamente sedendomi accanto a lui. - è colpa mia...se non avessimo discusso in quel modo lui non se ne sarebbe andato infuriato, e io lo avrei accompagnato sicuramente a casa - continuo abbassando lo sguardo.

    < Già...tutta colpa mia... >

    - no... lui... voi non volevate andare di ronda insieme. Sono stato io a costringervi a farlo ...-

    - no! è colpa mia invece! non deve dire questo! -

    - ...e adesso mio nipote ... -

    - BASTA! smettetela di incolparvi per cose che non avete fatto! come? suo nipote? - urla Willow che fino ad ora è rimasta in silenzio ad ascoltarci.

    Giles annuisce ed io sgrano gli occhi incredula.

    - suo...suo cosa?-

    Capitolo 15

    - Ho bisogno di sedermi... - borbotto ed il risolino di Willow arriva alle mie orecchie.

    - sei già seduta Buffy - mi dice e in effetti ha ragione.

    Ma sono letteralmente shockata. Si insomma... William è il nipote di Giles. Ma quante cose mi ha nascosto? E quante cose ancora mi nasconde? Scuoto la testa con decisione chiudendo gli occhi. Quando li riapro incontro lo sguardo di un distrutto Giles divorato dai sensi di colpa e in un attimo mi rendo conto che questo non è affatto il momento di pensare alle menzogne e soprattuto di portare rancore per una mancata verità.
    Willow sembra avermi letto nel pensiero.

    - non è il momento di discutere di queste cose, William ha bisogno di cure - afferma ed io annuisco alzandomi dallo sgabello.

    - hai ragione, vado di sopra. - rispondo e porto con me l'occorrente per medicare il mio William.

    Salgo le scale lentamente e non appena raggiungo la porta della mia stanza prendo un bel respiro prima di girare la maniglia ed entrare. Quando lo faccio incontro il sorriso di William ed il mio cuore prende a battere più velocemente.

    < perchè deve farmi sempre questo effetto?> penso avanzando verso di lui e ricambiando il suo sorriso.

    - sei sveglio - affermo poggiando le garze e il disinfettante sul comodino per poi prendere posto sulla poltroncina accanto al letto.

    Annuisce lentamente e prova a mettersi semiseduto ma con scarsi risultati. Una smorfia di dolore si dipinge sul suo volto ed io mi alzo di scatto per aiutarlo.

    - aspetta, ti do una mano- gli dico mettendogli dei cuscini dietro la schiena per farlo stare più comodo.

    - grazie – borbotta per poi abbassare lo sguardo.

    Sospiro iniziando a svitare il tappo della boccetta di disinfettante. Vorrei tanto chiedergli cosa gli ha fatto quel maledetto vampiro…come ha fatto a catturarlo. Ma non ne ho il coraggio. O forse non voglio sentirmi dire che è stata tutta colpa mia, che se lo avessi accompagnato a casa quella sera ,invece di perdere tempo a discutere, allora tutto questo non sarebbe accaduto. Lui starebbe bene ed io non sarei qui a dover sopportare la vista del suo corpo martoriato e coperto di ematomi. Quando mi volto a guardarlo i miei occhi incontrano nuovamente il suo sorriso ed io rimango incantata a guardarlo. Ti amo William, amo come i tuoi occhi brillano quando mi sorridi, e amo la piccola fossetta che ti si forma sulla guancia sinistra. Vedo le sue labbra muoversi, ed io invece rimango ferma a contemplare il suo viso.

    - Buffy? – mi riscuoto dallo stato di trance in cui ero caduta e sbatto più volte le palpebre sorridendo ingenuamente.

    - cosa? – chiedo volgendo nuovamente la mia attenzione alla bottiglietta di disinfettante.

    < oh ma guarda…c’è ancora l’adesivo con il prezzo attaccato >

    - hai sentito quello che ti ho detto?- mi dice ed io lo guardo con aria interrogativa.

    Scuoto la testa leggermente e sento le guance infuocarsi.

    - ti ho chiesto se quel dannato medicinale brucerà – afferma ghignando.

    Ma come fa ad essere così anche quando è coperto di ferite? Alzo gli occhi al cielo sorridendo divertita.

    - non lo so William…anche se bruciasse non sei più un bambino no? – lo provoco avvicinandomi a lui per poi bagnare un po’ di cotone idrofilo con il “dannato medicinale”,come lui l’ha appena definito.

    Inizio a disinfettare il graffio poco profondo che parte dal collo e scende giù fino al petto. Dannato Angelus, pagherai per ogni piccola ferita infertagli. William sussulta un poco ma non protesta ed io non posso fare a meno di sorridere.

    - è il mio tocco a farti sussultare William? – gli chiedo e mi pento immediatamente di ciò che ho appena detto.

    Insomma ma da dove escono certe frasi? Aiutatemi a scavarmi una fossa vi prego! Da sola non potrei farcela!

    Il suo silenzio non fa che aumentare il mio imbarazzo e decido di non dire nulla, così continuo a bagnare il cotone idrofilo con il disinfettante e a passarlo sulle ferite infertegli sul petto.

    < cosa mi è saltato in mente? > penso .

    All’improvviso sento la sua mano circondare il mio polso e alzo il viso guardandolo. I suoi occhi blu mi scrutano e mi fanno vibrare l’anima, la sua bocca si apre come per dire qualcosa ma nessun suono ne fuoriesce. Scuote la testa e mi lascia il polso volgendo lo sguardo verso la finestra.
    Sento che devo uscire immediatamente da questa stanza, i granelli di sabbia si stanno pian pianino ricomponendo ansiosi di riformare il mio castello ed io non voglio. Non ha senso…perché prima o poi arriverà qualcosa o qualcuno che senza il minimo rispetto ci soffierà sopra e lo distruggerà di nuovo.
    Ed io non posso, non posso bruciarmi ancora una volta. E poi ci saranno lacrime, lacrime e ancora lacrime, tutte quante intrise di sofferenza e disperazione.

    No, non posso.

    Ma non me ne curo, rimango qui da perfetta autolesionista e continuo a medicare il suo petto,accarezzando con gli occhi ogni singolo centimetro di lui. Ce la farò William? Ce la farò a non amarti e a non soffrire?

    Non lo so.

    È questa la risposta che in questo momento posso darmi.

    Getto nel cestino il cotone idrofilo che stavo usando e ne prendo un altro poco bagnando anche questo con il disinfettante. Non ho il coraggio di alzare lo sguardo ed osservarlo, ho paura di quello che potrei leggere dentro i suoi occhi.
    Ancora persa nei miei pensieri non mi accorgo che ho imbevuto un po’ troppo il batuffolo di cotone ed il risolino di William mi ridesta.

    - Buffy hai intenzione di mettere ancora un po’ di quella dannata cosa nel cotone? Non pensi sia abbastanza? – esclama ghignando ed io sbuffo alzando gli occhi al cielo.

    - ero solo soprappensiero ok? Zitto altrimenti ti farò così tanto male che lo ricorderai per tutta la vita! – sbotto quasi indignata cercando di nascondere il mio sorriso.

    Lui alza leggermente le mani in segno di resa e mi accarezza leggermente una mano per poi ritrarsi di scatto.

    - continua il tuo lavoro infermierina – borbotta distogliendo nuovamente lo sguardo.

    Mi chiedo perché si comporta così con me, cosa è quel sorriso e soprattutto quel bagliore che ha negli occhi ogni volta che mi guarda? Mi confonde e mi fa paura. Come quel giorno… quando lo incontrai per strada dopo aver parlato con Xander e lo seguii a casa sua senza nemmeno sapere come si chiamava.

    -ti ho portata qui per parlare… volevo che ci conoscessimo di più… ma non riesco… io… -

    Mi basta un attimo e mi sembra di sentire le sue mani scorrere lungo il mio corpo e le sue labbra baciare la mia pelle infuocata dal suo tocco. Scuoto leggermente la testa imponendomi di non pensarci.
    Non farlo Buffy, non distruggerti da sola con questi pensieri assurdi. E’ tutto passato, è tutto finito.
    Niente ormai potrà tornare come prima, o forse si? Ormai non importa più…
    Continuo a medicarlo mentre i ricordi si affacciano presuntuosi provocandomi una fitta al petto, lì dove tutto per ora sembra essere spento e i battiti confermano solo che sono viva.

    Viva, ma senza emozioni.

    Un enorme vuoto dentro di me che solo tu puoi colmare. Guardami, continua a guardarmi con curiosità mentre accarezzo il tuo corpo e lo fascio con attenzione, non mi importa. Non passerò le mie notti insonne a sognare un futuro insieme a te.

    -vorrei presentarti il tuo nuovo osservatore-

    È questo che sei. Il mio osservatore. Niente di più… ed è ora che io cominci ad accettarlo.

    Finisco di medicarlo e fasciarlo, poi, in silenzio, prendo la bottiglietta di disinfettante e le garze e lascio la stanza, senza guardarlo. Mi farebbe troppo male.


    ****************************




    Soffoco uno sbadiglio continuando a premere svogliatamente il tasto del telecomando. È da circa due ore che sono semisdraiata sul divano a guardare la tv, ma non c’è nulla di interessante stasera. Così mi sono limitata a girare i canali senza dar loro importanza, soffermandomi di tanto in tanto ad osservare le immagini di un documentario o di qualche film. Non ho voglia di andare a letto, soprattutto perché il pensiero che William si trovi a poca distanza dalla camera degli ospiti mi rende nervosa. Non potrei sopportarlo. Sarei combattuta tra il desiderio di infilarmi sotto le coperte insieme a lui e godere del calore che emana il suo corpo, e il rimanere ferma immobile nel mio letto a ripetermi che è sbagliato. Perché lo è vero?

    < si che lo è! È tremendamente sbagliato! Sbagliatissimo! >

    Sbuffo gettando il telecomando di lato, non riuscirò mai a distrarmi. Tanto vale salire di sopra e cercare di dormire almeno un po’. Mentre salgo le scale il respiro diviene accelerato e quando passo davanti la mia stanza dove adesso si trova William mi fermo. Con la mano accarezzo la porta soffermandomi pochi secondi sulla maniglia. Un desiderio irrefrenabile di entrare e guardarlo dormire si fa strada in me, cerco di scacciarlo via, mi ripeto che è sbagliato, ma ormai nulla può fermarmi. Ho già girato la maniglia e come un’automa mi sono intrufolata dentro chiudendomi la porta alle spalle. Il respiro lento e regolare di William rompe il silenzio della notte mentre i miei occhi si soffermano sulla sua figura distesa e immobile. Mi avvicino lentamente cercando di non far rumore e prendo posto nella poltroncina accanto al letto. Inizio a torturarmi il labbro inferiore reprimendo il bisogno impellente di accarezzarlo.

    Di sentirlo.

    Di sentire la sua pelle sotto il mio tocco, di sentire il battito del suo cuore contro il palmo della mia mano. Quanto mi manca tutto questo? Quanto? E come sempre rimpiango di essere la cacciatrice, rimpiango il mio destino, così ingiusto… da sempre.
    E mi ritrovo a pensare ai miei anni da ragazzina spensierata, alle mie serate passate con le amiche a spettegolare sui ragazzi. Ai miei genitori. Penso a loro continuamente, mi chiedo se mi accetterebbero ancora tra loro… se fossi rimasta a Los Angeles la situazione sarebbe cambiata?

    < non lo so…>

    E forse non voglio nemmeno saperlo. Perché infondo venire a Sunnydale non è stata una cattiva idea.

    - Buffy…- lo sento sussurrare ed io sussulto per la sorpresa. Cosa significa? Sogna di me?

    Scuoto la testa sorridendo amaramente. Non importa… ricordi Buffy? Ormai nulla ha più importanza.
    Non avvicinarti alla luce, ti brucerai le ali e morrai. Ma questa volta nessuno verrà a salvarti…nessun vampiro assetato di sangue ti strapperà dalle mani ossute della morte. Lei verrà comunque, quindi fermati. Fallo ora finchè sei in tempo.
    Sento le palpebre farsi pesanti e senza rendermene conto chiudo gli occhi lasciandomi cullare dalle braccia di Morfeo, così confortevoli in questa notte triste e malinconica.

    Sembrano passati solo pochi minuti quando sento una voce lontana chiamarmi. Apro le palpebre lentamente iniziando poi a guardarmi attorno finchè non incontro gli occhi di William scrutarmi curiosi. Sbatto le palpebre più volte afferrando i braccioli della poltrona su cui sono seduta e capisco. Mi sono addormentata qui. Arrossisco iniziando a boccheggiare e un sorriso stira le labbra di William.

    - Ben svegliata Buffy – sussurra dolcemente inclinando di lato il capo.

    - g…grazie. Buongiorno anche a te – balbetto alzandomi e lisciando il pantalone del pigiama con gli orsetti che ho indossato ieri.

    < che situazione imbarazzante…> penso guardandomi attorno imbarazzata.

    - come mai qui?- mi chiede.

    Ecco,colpita e affondata. Adesso cosa rispondo? Oh William avevo tanta voglia di osservarti dormire e mi sono trattenuta dall’infilarmi nel *tuo* letto. No, risposta errata.

    - volevo vedere come stavi e mi sono addormentata, tutto qui . – affermo velocemente facendo spallucce e incollandomi un finto sorriso sulla faccia.

    Annuisce poco convinto e distoglie lo sguardo. Aggrotta la fronte dal dolore quando cerca di mettersi in posizione seduta sul letto ed io mi avvicino per aiutarlo. Ma mi blocco non appena la sua mano si alza facendomi segno di fermarmi.

    - no, non voglio aiuto – afferma quasi scontrosamente ed io rimango di sasso.

    - cosa? Perché? – chiedo e lui scuote la testa amaramente.

    I suoi occhi si incupiscono e il suo sorriso amaro svanisce.

    - sono un dannato buono a nulla – esclama ed io mi stupisco di quanto dolore ci sia nella sua voce.

    - cosa ti ha fatto William? – sussurro sedendomi accanto a lui e invitandolo gentilmente a coricarsi nuovamente.

    Lui obbedisce e chiude gli occhi per pochi istanti. Quando li riapre scorgo in essi un lampo misto di dolore e rabbia. Rabbrividisco intuendo che il suo racconto non sarà piacevole da ascoltare,ma devo farlo e stringo i denti aspettando che inizi.

    - mi ha torturato, mi ha frustrato e mi ha picchiato per due ore di seguito senza mai fermarsi. Beveva da me, leccava le mie ferite con la sua lingua sudicia per togliere via il sangue. Mi avrebbe volentieri mangiato a colazione se non fosse stato per te. Lui ti aspettava, era questo quello che diceva. –

    Sgrano gli occhi ormai ricolmi di lacrime e abbasso lo sguardo incapace di guardarlo negli occhi. È colpa mia, tutto questo non sarebbe successo se ti avessi tenuto lontano da me William…

    - come hai fatto a trovarmi ? – mi chiede ed io scrollo le spalle.

    - un incantesimo – affermo secca continuando a non guardarlo. Sento le lacrime rotolare sulle mie guance e mi odio. Mi odio perché dovrei essere forte, per lui, per me. Invece continuo a piangermi addosso come una stupida bambina.

    - non piangere – sussurra avvicinando poi la mano al mio volto e asciugando via le lacrime. – non farlo…- continua prendendomi per il braccio e avvicinandomi al suo petto.

    Adesso siamo faccia a faccia, occhi negli occhi e dannazione, non voglio leggere quello che c’è dentro.
    William mi sorride e mi accarezza la guancia dolcemente. Tiro su col naso cercando di ricambiare il suo sorriso ma ciò che ne esce fuori è un’orribile smorfia.

    - scusa … - sussurro per poi ricoprire la sua mano con la mia.

    È un attimo e William mi attira a se facendomi ritrovare fra le sue braccia. Il suo profumo mi inebria i sensi e sospiro stringendomi a lui cercando allo stesso tempo di non provocargli dolore. Vorrei urlargli tutto il mio amore ma non posso. Ora non più. Ricordi Buffy? Scappa, scappa dalla luce. È troppo vicina adesso.
    Non la ascolto, non ascolto questa assurda voce che mi consiglia di allontanarmi. E mi avvicino, mi avvicino sempre di più rischiando di scottarmi, ma l’unico calore che per adesso sento è quello confortevole che donano le braccia di William strette attorno a me.
    Sento le sue labbra posarsi sui miei capelli regalandomi un piccolo bacio che mi scalda il cuore.

    - stai meglio ? – mi chiede accarezzandomi la schiena ed io annuisco senza staccarmi da lui.

    - possiamo rimanere così ancora un po’? – gli chiedo anche se so che è sbagliato.

    Lo sento annuire e sospiro nuovamente chiudendo gli occhi e ascoltando il battito del suo cuore adesso leggermente accelerato.

    Batterà mai per me questo cuore?


    Capitolo 16

    L’aroma fragrante di biscotti appena sfornati arriva alle mie narici facendo nascere in me il desiderio di festeggiare insieme a tutti gli altri questa festa, come le persone normali.
    Oggi è Natale e mi ritrovo qui a passeggiare tra le vie di Sunnydale addobbate a festa. Non c’è nessuno per strada, anche i babbo natale che i giorni scorsi hanno fatto felici centinaia di bambini con una sola fotografia sono a festeggiare insieme alle loro famiglie stamani.
    Sospiro pensando che sono passate quasi tre settimane da quando, grazie a Willow e Tara, ho scoperto che Angelus mi voleva con se. Ed allora mancava un mese al grande giorno, adesso mi rimangono poco più di quindici giorni. Riuscirà nella sua impresa? Chi lo sa…forse si, forse no.
    Mi arresto guardando la vetrina di un negozio adornata con le lucine colorate che al tempo stesso suonano la solita canzoncina natalizia che mi ha sempre dato sui nervi, ma chissà perché questa sera mi è così tanto di conforto.
    Mi allontano riprendendo a camminare e mi chiedo se almeno *loro* stiano passando un felice Natale, se al contrario mio a quest’ora sono seduti attorno alla tavola insieme alle persone loro care a ridere e a scherzare felici. All’improvviso sento un bisogno impellente di chiamarli.
    Infilo la mano nella tasca del giubbotto in cerca di una monetina, quando la trovo mi fermo davanti una cabina telefonica e la inserisco prendendo un bel respiro prima di comporre il numero.
    Mille interrogativi si affollano nella mia mente e mi chiedo se sia veramente la cosa giusta da fare, se anche loro come me hanno voglia di sentirmi.
    Ma scrollo le spalle componendo il numero senza indecisioni, ormai non ho più nulla da perdere.

    < stai facendo una pazzia Buffy…> penso mentre la mano che regge la cornetta trema appena quando sento una voce femminile dall’altra parte del telefono.

    - pronto? –

    Mi manca il respiro, nessun suono fuoriesce dalla mia bocca mentre il cuore inizia a battermi all’impazzata.
    Mamma.
    Tu che in passato sei stata tutto per me… perché siamo arrivate a questo punto?

    - p…pronto – balbetto senza rendermene conto.

    La sua voce è sempre quella, raggiante anche nei periodi più bui. E mi sembra quasi di sentire le sue braccia attorno a me, le sue mani accarezzarmi i capelli che tanto amava… biondi come il grano diceva.
    E questo silenzio dall’altra parte del telefono mi sta uccidendo, anche un respiro mi farebbe sentire meglio, ma sembra lo stia trattenendo.

    - B…Buffy? – si mamma, sono io. Hai indovinato.

    - si…- sussurro trattenendo le lacrime, ma ormai è troppo tardi. Sto piangendo, troppo in quest’ultimo periodo.

    Un singhiozzo arriva alle mie orecchie e chiudo gli occhi cercando di fermare questo fiume inarrestabile che scende a percorrere le mie gote. Troppo tardi anche per questo.

    - oh Buffy! Dove sei tesoro? Ti abbiamo cercato così tanto! – esclama continuando a piangere mentre io mi fermo.

    Mi hanno cercata…i miei genitori mi hanno cercata per tutto questo tempo, ed io troppo impegnata a distruggermi ancora di più la vita non li ho mai chiamati.

    - scusami mamma, scusami tanto – ormai singhiozzo stringendo forte la cornetta del telefono.

    - no, scusami tu tesoro! Ti prego torna a casa – mi implora continuando anche lei a singhiozzare.

    - dov’è papà? – chiedo cambiando discorso. Non posso tornare a casa mamma…non ora.

    - è uscito, tornerà a momenti. Anche lui è dispiaciuto Buffy, ti ha cercata ovunque ma non ti abbiamo trovata da nessuna parte, dove sei bambina mia? – mi chiede ed io sorrido. Continua a chiamarmi così anche se ormai ho ventidue anni.

    - non posso dirtelo mamma, scusami – affermo asciugandomi con un gesto secco le lacrime. – appena torna papà digli che ho chiamato e che mi dispiace –

    - Buffy cosa vuoi dire? Perché non puoi dirmi dove sei? Verremo a prenderti! –insiste ed io continuo a sorridere malinconica.

    Lo vorrei tanto mamma, tantissimo. Ma non posso, il mio destino è questo.

    Purtroppo.

    Quanto vorrei parlarti di tutto, dirti quello che provo così da potermi sentire un po’ meglio. Ma il peso che porto sulle spalle è troppo grande… adesso che sono andata via comprendi cosa vuol dire sentire lontano le persone a te care?
    Non te lo rinfaccerò mai, non potrei. Anche se non mi sei stata vicina, anche se ti sei allontanata ti ho sempre voluto bene e te ne voglio ancora.

    Te ne vorrò per sempre.

    - no – esclamo e sto per chiudere la conversazione ma mi blocco quando sento la sua domanda.

    - tornerai? – mi chiede ed io rimango in silenzio per pochi minuti.

    - non lo so… - rispondo e metto giù la cornetta.

    Apro la porta della cabina telefonica con un gesto secco ed esco rabbrividendo non appena il vento gelido colpisce il mio viso come una lama tagliente.
    È ora di tornare a casa e, soprattutto, di tornare alla realtà. La mia, quella dura, dove nulla è facile e nemmeno la voce di chi ami può farti stare meglio.
    Così mi incammino verso casa, più leggera forse, ma adesso non importa… nulla adesso ha importanza.

    La missione, quella viene prima di tutto.

    I miei pensieri vengono però interrotti. La mia attenzione è stata catturata dalla vetrina di un negozio che sembra essere di oggettistica. Mi avvicino cominciando ad osservare minuziosamente tutto quanto, probabilmente mi stanno brillando gli occhi in questo momento. Le luci natalizie rendono il tutto più bello. Inevitabilmente il mio pensiero corre a lui e mi rendo conto che non gli ho nemmeno comprato un regalo per Natale. Scrollo le spalle continuando a perdermi osservando ogni candela ed ogni scatoletta di legno.
    All’improvviso però sento qualcosa, il cuore inizia a battermi e il suo odore arriva alle mie narici. Non ho il coraggio di voltarmi e non lo faccio. Rimango immobile.

    - Ciao Buffy… - sussurra ed io rabbrividisco, questa volta non per il vento freddo.

    Mi volto lentamente e non appena i miei occhi si incatenano ai suoi sento che potrei morire in questo istante.
    Adesso William è completamente guarito, è passata solo una settimana ma le ferite si sono chiuse e fortunatamente non ha subito danni interni.
    Deglutisco e finalmente mi decido a salutarlo.

    - ciao William – sussurro abbassando lo sguardo. È da quattro giorni che non lo vedo, ultimamente ho cercato di stare un po’ sola e sono sicura che Giles è molto arrabbiato con me.

    William si avvicina e guarda curioso la vetrina che poco fa stavo osservando.

    - ti piace qualcosa? – mi chiede ed io scuoto la testa in senso di diniego, mento.

    - no, nulla. Perché? – chiedo sempre in tono di voce basso.

    Lui scrolla le spalle e mi sorride. Poi infila una mano nella tasca della giacca e prende una scatolina.

    - Buon Natale Buffy… - sussurra porgendomela ed io esito un po’ prima di prenderla.

    Un regalo. Per me.

    Scuoto la testa e lo guardo interrogativamente mentre dentro di me le emozioni si scatenano.
    Lui si limita a sorridermi e indica il regalo che tengo tra le mani.

    - aprilo – afferma ed io annuisco arrossendo.

    La scarto lentamente mentre sento la salivazione azzerarsi. Una volta tolta la carta apro la scatolina trattenendo il respiro. Sorrido radiosa mentre sento le lacrime premere nei miei occhi.

    - è bellissima… - sussurro emozionata prendendo in mano una collana d’oro bianco con un ciondolo a forma di goccia con incastonata una pietra d’acqua marina.

    - ti piace? – mi chiede ricambiando il mio sorriso.

    Annuisco e arrossisco pensando che io purtroppo non ho nulla per lui. Mi avvicino lentamente e lui mi guarda confuso.
    Avvicino le mie labbra alle sue sfiorandole dolcemente e rimango così per alcuni secondi. Quando mi stacco William mi prende per il polso e mi avvicina nuovamente a se catturandomi le labbra dolcemente sfiorando il mio labbro inferiore con la lingua chiedendomi il permesso per entrare. Ed io glielo concedo. Dischiudo le labbra e le nostre lingue iniziano a volteggiare con dolcezza mentre le sue braccia mi stringono forte come se non volessero che io me ne vada.
    Ci fermiamo per riprendere fiato ed io mi allontano sorridendogli con amore.

    - Buon Natale William e…grazie. –

    Me ne vado a passo svelto sorridendo.

    Oggi è stata una giornata *speciale*


    *******************************

    Impugno la spada con fermezza guardando Giles con aria divertita. Sembra un po’ infastidito…sarà perché l’ho svegliato alle cinque del mattino perché volevo allenarmi? Probabile. Ma non mi andava di chiamare William. Dopo quello che è successo tre giorni fa, ovvero il giorno di Natale, mi sentirei in imbarazzo ad allenarmi con lui.

    < meglio far passare un po’ di tempo… >

    L’ennesimo sbuffo di Giles mi ridesta dai miei pensieri e stringo con più forza l’impugnatura dell’arma. Iniziamo a combattere e con poche agili mosse riesco a disarmarlo e a lasciarlo con il fiatone.

    - signor Giles, su! Non mi dica che è gia stanco … - esclamo sorridendo per poi sedermi sul pavimento incrociando le gambe.

    Scuote la testa in senso di diniego continuando però a respirare affannosamente. Emetto un risolino e sto per alzarmi e lasciare la stanza quando entra Xander con un’espressione inorridita tenendo tra le mani un telecomando.
    Mi alzo di scatto andandogli incontro.

    - cosa è successo? – chiedo poggiandogli una mano sulla spalla. Ho un brutto presentimento.

    - venite…v…venite a vedere. In tv… - sussurra voltandosi per poi farci strada.

    Giles ci segue con un’espressione preoccupata mentre io sento l’angoscia farsi strada in me. Quando arriviamo davanti la televisione il telegiornale è ormai terminato e Xander si volta nuovamente verso di noi.

    - Angelus – si limita a sussurrare ed io tremo. E’ arrivata l’ora, lo so…

    - ha…ha violentato due donne e ha bevuto da loro, sono…sono morte – continua per poi sedersi, la sua fronte è imperlata di sudore. Finora non aveva ucciso nessuno…

    - dove… - sussurro poggiandomi contro il muro, dentro di me so già la risposta.

    - Revello Drive – risponde abbassando lo sguardo.

    Un conato di vomito mi assale e mi tappo la bocca come per reprimerlo sgranando gli occhi. Giles mi si avvicina cingendomi le spalle con le braccia mentre dentro di me sento riaffiorare la paura. Mi allontano di scatto come se mi fossi scottata, non voglio il conforto di nessuno adesso.
    Il tintinnio della campanella posta sopra la porta del negozio annuncia che qualcuno è appena entrato.

    - Buffy … - la voce di Willow arriva alle mie orecchie e mi volto lentamente verso di lei. I suoi occhi parlano da soli, già sa tutto. Mi si avvicina titubante, indecisa se abbracciarmi o meno. Scuoto la testa indietreggiando. Ho bisogno di lui, ho bisogno di William.

    Scappo via chiudendomi alle spalle la porta del Magic Box incurante dei miei amici che sconvolti cercavano solo di farmi forza.

    Ma in questo momento non ho bisogno di loro.

    Tbc.....
     
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    Capitolo 17

    Busso violentemente alla porta mentre le lacrime solcano le mie guance senza fermarsi. Ho il fiatone, ho corso cercando di arrivare qui il prima possibile. Qui dove il tempo sembra fermarsi , qui dove mi sento libera, qui dove mi sento amata.
    La porta si apre di scatto e William mi guarda sconvolto non appena si accorge che sto piangendo. Respiro affannosamente continuando a guardarlo, senza muovermi. Mi perdo nel blu dei suoi occhi, li guardo… perché questa potrebbe essere l’ultima volta. L’ultima volta che mi specchio in loro…
    Mi si avvicina lentamente e mi accarezza titubante un braccio. Fallo, stringimi ti prego.

    - Buffy? Cosa è successo? – mi chiede ed io sorrido scacciando la paura.

    - nulla – scuoto la testa in senso di diniego e prendo la sua mano intrecciandola con la mia.

    Le guardo continuando a sorridere mentre con il pollice accarezzo il dorso della sua. Sono così belle insieme… così giuste. Oggi non m’importa, non m’importa di fare la cosa sbagliata… domani potrei non esserci più. Mi avvicino e poso la testa sul suo petto cingendogli poi la vita con le braccia.

    - fammi entrare… - sussurro contro il suo maglione chiudendo gli occhi. Il cuore prende a battere furiosamente in attesa della sua risposta che tarda ad arrivare.

    Trattengo il respiro e dopo pochi secondi lo sento annuire e tirarmi con se dentro per poi chiudere la porta. Mi sciolgo dal suo abbraccio e lo guardo ancora una volta leggendo nei suoi occhi confusione. Non sai perché sono qui amore mio?

    - Buffy…-

    - sshh…. - sussurro poggiando l’indice sulle sue labbra. – non parlare… non serve. – continuo sorridendo timidamente.

    Gli porgo la mano che lui prontamente stringe e mi dirigo verso le scale che poi salgo insieme a lui. Appena arriviamo davanti la porta della camera da letto mi fermo e mi volto a guardarlo ancora una volta prima di aprirla. Gli sorrido e stringo leggermente la sua mano. Mi guarda confuso mentre io giro la maniglia della porta e lo trascino dentro.

    - stai con me… - sussurro costringendolo gentilmente a sedersi sul letto.

    Annuisce lentamente mentre sento la sua respirazione diventare leggermente accelerata. Questa notte mi amerai William… e se non sarà realmente così mi convincerò del contrario. Ne ho bisogno. Ho bisogno di vivere, almeno per stanotte.
    Lentamente le mie dita raggiungono i bottoni della mia camicietta ed ad uno ad uno li sbottono lasciandola poi scivolare dalle mie spalle.
    William mi divora con lo sguardo leccandosi incosapevolmente le labbra facendomi fremere d’anticipazione mentre lascio scivolare anche i miei jeans. Mi avvicino accarezzando le sue braccia raggiungendo i bordi del suo maglione per poi sfilarlo lentamente.

    - Buffy… - è la seconda volta che lo ripete. Sorrido senza accorgermene e lui inclina il capo scrutandomi.

    - cosa c’è… - sussurro per poi baciare lentamente il suo petto ormai nudo.

    La mia lingua sfiora la sua pelle con dolcezza e circondo con le labbra un suo capezzolo succhiandolo leggermente. Lo sento sussultare e circondare la mia vita con le braccia per poi avvicinarmi a lui. Le sue labbra si uniscono alle mie con passione e le nostre lingue iniziano a danzare. Quando si stacca poggia la sua fronte contro la mia sospirando.

    - cosa stiamo facendo…? – mi chiede e per un attimo me lo chiedo anche io. Ma la realtà che mi viene sbattuta in faccia è la risposta. < stanotte…solo stanotte…> penso scuotendo la testa.

    - ti sto amando William… - rispondo sincera.

    Sul suo viso vi è adesso un’espressione shockata e non posso fare altro che baciarlo di nuovo. Le mie mani scendono alla cintura dei suoi jeans e dopo pochi secondi anche quelli sono andati via. Lentamente mi sfila il reggiseno e gli slip e il contatto del mio corpo contro la sua pelle nuda mi fa rabbrividire. Quanto ti amo William… quanto…
    In un attimo capovolge le posizioni e mi ritrovo sotto di lui inerme, bloccata dalle sue braccia attorno al mio corpo. La sua lingua raggiunge il mio collo e quando scende a baciare i miei seni mi inarco contro di lui chiedendo di più.
    La sua erezione preme sfacciatamente contro il mio interno coscia e la mia mano scende a circondarla desiderosa di sentire.
    William si stacca improvvisamente dal mio seno alzando il viso di scatto. Mi guarda con la bocca leggermente dischiusa e poi chiude gli occhi rituffandosi sul mio collo. Lo succhia, lo morde, lo lecca e dalla mia bocca esce un gemito.

    - di più… - sussurra al mio orecchio mentre un brivido mi percorre la schiena quando la sua mano scende sul mio sesso .

    - William… ti prego… ti voglio … - sussurro di rimando aumentando il movimento della mia mano.

    Annuisce fermando gentilmente i miei movimenti e posiziona il suo membro eretto tra le mie gambe per poi entrare con una sola spinta. I nostri sguardi si incatenano per quelli che sembrano essere interminabili minuti. Poco dopo William inizia a spingersi in me dapprima lentamente, poi sempre più veloce. I nostri fianchi si incontrano ad ogni spinta e i nostri gemiti accompagnano quest’atto d’amore.

    - Buffy…. Sei bellissima…. – sussura contro il mio orecchio con voce roca ed io raggiungo la vetta del piacere raggiunta poco dopo da lui.

    Sbatto le palpebre come per assicurarmi di non stare sognando, ma William è qui e questa notte è per noi. Le sue braccia circondano la mia vita e mi tengono stretta mentre il suo viso affonda sul mio collo.

    - è stato stupendo pet… - afferma ed io non posso che annuire. – … ma perché?- mi chiede infine ed io mi irrigidisco leggermente.

    - sembravi sconvolta quando sei arrivata qui… è forse successo qualcosa? – continua e alza lo sguardo per incontrare il mio.

    Sorrido forzatamente scuotendo la testa. Non voglio che scopra che dovrò presto combattere con Angelus, so che finirebbe con il partecipare alla battaglia.

    - te l’ho già detto… non è accaduto nulla. Solo volevo stare con te…- sussurro infine arrossendo leggermente. Devo dirglielo? Confessare apertamente i miei sentimenti ?

    William annuisce e si accoccola accanto a me posando un braccio con fare possessivo attorno alla mia vita. Sorrido osservando il soffitto per poi chiudere gli occhi sconfitta. Devo tornare vincitrice da questa battaglia, qualcuno deve sapere che sono perdutamente innamorata di lui.


    *************************


    Stropiccio il naso trattenendomi dallo stiracchiarmi e apro gli occhi. Fuori c’è già il sole. Mi guardo intorno e lo sguardo si posa sull’uomo che dorme beatamente accanto a me con il viso affondato tra i miei capelli. Lentamente, cercando di non svegliarlo, mi scosto alzandomi poi dal letto e cercando i miei vestiti. Mi dirigo in bagno e decido di fare una doccia veloce.
    Immagini della notte appena passata mi tornano in mente e sorrido guardandomi allo specchio. Dovrei tornare al Magic Box, parlare con Giles e far sapere agli altri che sto bene. In effetti non è stato un bel modo di andarsene il mio… ma ero troppo sconvolta.
    Un brivido mi percorre la schiena. E se non ce la facessi? Se fossi troppo debole per affrontare Angelus? Vedo quegli occhi che implorano il mio aiuto, sento quei denti affondati sul mio collo e istintivamente la mia mano corre a coprirlo. Scuoto la testa cercando di infodermi un po’ di coraggio, l’ho promesso a me stessa ieri sera: devo vincere.
    Ripenso a tutto quello che potrei perdere… i miei amici, Giles… William. E diavolo, non posso. Non posso permettermi di perdere… di perdere la battaglia, e di perdere il mio uomo.

    - a che pensi love? – la sua voce mi fa sobbalzare e osservo il suo sorriso dallo specchio.

    Scrollo le spalle – a niente… - affermo voltandomi finalmente ricambiando il suo sorriso.

    - volevi andartene vero? – mi chiede e il suo sguardo si fa improvvisamente triste.

    Non capisco, lo guardo interrogativamente alzando un sopracciglio.

    - volevi andartene senza salutarmi stamattina…. O sbaglio? – continua chiarendomi il concetto.

    Beh…beccata in pieno amore. Non volevo che questo sembrasse un addio… non volevo ricordare questo nel caso in cui….non voglio pensarci. Scuoto la testa sforzandomi di sorridere.

    - no… assolutamente. Stavo solo…stavo solo facendo una doccia. –

    Inclina la testa di lato squadrandomi, non sembra abbastanza convinto ma finisce con l’annuire. Spero mi abbia creduto, non posso dirgli della battaglia. So che, se vincerò, una volta scoperto tutto si arrabbierà, ma almeno sarà vivo. E’ solo questo quello che desidero, quello che per me è più importante. La sua vita, che poi è la mia.

    < vincerò ….> penso avvicinandomi a lui abbracciandolo. < non posso perdere tutto questo, questi momenti con te…>

    Si William… non mi importa più chi sei, non mi importa che tu sia il mio osservatore. Non ha senso, non implica nessuna rinuncia.

    - vuoi fare la doccia con me? – chiedo senza staccarmi da lui limitandomi ad alzare lo sguardo.

    Sul suo viso compare un ghigno malizioso e arriccia la lingua, sa che mi fa impazzire.

    - e me lo chiedi pet? – afferma prendendomi in braccio improvvisamente ed io lancio un urletto di sorpresa.

    Gli do un leggero schiaffetto sulla spalla fingendomi indignata.

    - ma che fai? Mettimi giù…! - affermo, ma poco convinta.

    Alza un sopracciglio scettico e mi sorride.

    - semplice pet… faccio la doccia con la mia ragazza –

    Decido volontariamente di tralasciare l’aggettivo possessivo dinanzi a “ragazza”. Mi stringo a lui facendomi trasportare dentro la doccia.
    Il resto…? Il resto penso che lo possiate almeno lontanamente immaginare.
    Capitolo 18

    - non puoi chiedermi una cosa del genere Buffy… -

    Cercando di mantenere la calma mi siedo e prendo un bel respiro.

    - si che posso… - affermo un po’ più decisa incrociando le braccia al petto.

    - ma è il tuo osservatore!! – quasi urla il signor Giles alzandosi di scatto sbattendo un pugno sul tavolo.

    Sobbalzo leggermente e mi alzo anche io. Non pensavo sarebbe stato così difficile convincerlo. Il mio cipiglio si incupisce ancora di più e stringo i pugni per trattenermi dallo schiaffeggiarlo. Quando si ci mette il signor Giles è proprio fastidioso. Decido di colpirlo nel suo punto debole.

    - oh certo, gli dica tutto Giles, così questa volta suo nipote invece di tornare a casa sano e salvo con qualche graffietto, si trasferirà direttamente sotto terra… morto. – affermo dando maggiore enfasi all’ultima parola.

    Colpito e affondato. Sospira e si risiede lentamente. Si toglie gli occhiali e comincia a pulirli con il lembo della camicia che indossa.
    Sorrido scuotendo la testa rassegnata, non cambierà mai.

    - Quei maledetti occhiali finiranno con il consumarsi se continua a pulirli in quel modo maniacale ogni volta. –

    - non sei l’unica a dirmelo… - risponde ricambiando il mio sorriso. – non dirò niente a William… ma… - continua per poi fermarsi.

    Si rimette gli occhiali e mi guarda fissa negli occhi.

    - ma? – chiedo io guardandolo interrogativamente.

    - vedi di tornare sana e salva. – afferma seriamente.

    Sorrido e mi alzo prendendo la borsa che ho poggiato poco prima sopra il tavolo. Sto per rispondere alla sua affermazione quando la porta del Magic Box si apre rivelando William.
    Il mio cuore inzia a battere velocemente e sul mio viso si forma un sorriso rivolto solo a lui. I suoi occhi si posano sul mio corpo e si avvicina lentamente salutando con un cenno Giles. Cerca di accarezzarmi il braccio ma poi ritrae subito la mano rendendosi conto che purtroppo non siamo soli.

    - stavi andando via? – mi chiede indicando con un cenno della testa la borsa che ho in mano.

    Annuisco abbassando lo sguardo arrossendo. – si.. – rispondo girandomi a guardare Giles.
    Quest’ultimo annuisce, ha capito cosa ho voluto chiedergli con lo sguardo.
    Mi volto nuovamente verso William sorridendo.

    - io… io vado… - la mia voce trema ma lui sembra non essersene accorto fortunatamente.

    Lo sorpasso ma la sua mano corre a circondare il mio polso fermandomi.

    - aspetta! – quasi urla e poi mi lascia andare velocemente mettendo le mani dentro la tasca dello spolverino. – questa sera…. Questa sera andremo di ronda…. Insieme…. Ok? – afferma cercando di assumere un tono autoritario, ma non c’è per niente riuscito.

    Più che altro è uscito fuori un balbettio confuso. Sgrano gli occhi rendendomi conto che stasera non potrò esserci, staserà dovrò combattere contro Angelus. Cosa inventare adesso?

    - Buffy non può William… - Giles viene in mio soccorso alzandosi dalla sedia e ci raggiunge.

    William si volta verso di lui con espressione interrogativa.

    - mi ha appena detto che stasera andrà a Los Angeles per il…. Per il compleanno della sorella. – continua Giles.

    Lo ringrazio con lo sguardo e poi annuisco verso William.

    - si… ero proprio venuta per comunicarlo a Giles… mi ha chiamata poco fa mia sorella, fa una festa di compleanno e vuole che ci sia. – affermo maledicendomi.

    William annuisce poco convinto e si allontana dirigendosi verso la libreria.

    - Ok. Io farò delle ricerche allora, falle gli auguri da parte mia. –

    Dal tono capisco che è deluso, avrebbe sicuramente voluto che io gli chiedessi di venire con me. Ma non posso… per il semplice fatto che non c’è nessuna festa di compleanno, e soprattutto non esiste nessuna sorella.
    Saluto con un cenno entrambi e sto per uscire dal negozio, ma mi fermo di scatto.

    -Giles?-

    Lui si volta e mi guarda in attesa che io continui la mia frase.

    - per quanto riguarda quello che ha detto poco fa… lo farò. – affermo sorridendo.

    < tornerò sana e salva…>

    Annuisce ricambiando il mio sorriso per poi voltarsi verso William che guarda entrambi confuso. Scrollo le spalle ed esco dal negozio tirando poi un respiro di sollievo. La parte meno difficile è stata superata, adesso tocca all’impresa ardua. Trovare Angelus. E per far ciò mi servirà l’aiuto di una persona.


    ******************************

    Busso a quella che dovrebbe essere la porta della camera di Willow, subito dopo quest’ultima viene ad aprirmi e la sua espressione si fa preoccupata. Sa in che settimana siamo, la seconda di gennaio. Ed è questa la settimana in cui lei aveva previsto l’attacco di Angelus. L’unica cosa differente è che sarò io ad attaccarlo, e non aspetterò tranquilla che sia lui a fare la prima mossa.

    - Buffy… è successo qualcosa? – mi chiede Willow facendomi spazio per entrare.

    Avanzo di qualche passo scuotendo la testa e mi siedo sul letto.

    - no Will... a parte le uccisioni di ieri sera… - affermo guardandomi intorno. – Tara non c’è? – chiedo infine.

    - no… devo chiamarla? – mi chiede sedendosi accanto a me stringendomi la mano.

    Annuisco e ricambio la stretta – si Willow… chiama Tara. Stanotte combatterò contro Angelus…. – rispondo per poi continuare con tono deciso - … e lo ucciderò. –

    Mi alzo di scatto dal letto iniziando a contorcere le mani. Non so se mi sento pronta per affrontare tutto questo, non so se uscirò vincitrice da questa battaglia, ma so di non poter permettermi di perdere. Willow prende il cellulare e compone il numero di Tara. Pochi secondi dopo mi raggiunge annuendo.

    - sta arrivando – afferma, poi si ferma a guardarmi. – Buffy… stai bene? – mi chiede per poi abbracciami.

    Ed io mi lascio andare in quella stretta, la ricambio, e cerco di scacciare le lacrime che presuntuose pungono i miei occhi. Scuoto la testa in senso di diniego e trattengo un singhiozzo stringendo ancora di più la mia amica.

    - no … non sto affatto bene. – affermo evitando di affermare di aver paura. So che Willow lo ha capito, anche se ci conosciamo da poco tra noi non c’è bisogno di parlare.

    Un leggero bussare alla porta ci fa sciogliere dall’abbraccio e subito dopo la porta si apre rivelando Tara. Mi sorride e si avvicina titubante non sapendo come comportarsi. Ricambio il sorriso e la stringo forte sussurrandole un grazie.

    - ragazze ho bisogno del vostro incantesimo – affermo allontanandomi da Tara per poi sedermi nuovamente sul letto. – due incantesimi per la precisione. Uno per trovare Angelus, e l’altro per ridurre la sua forza. Avevate detto di poterlo fare no? – chiedo guardandole speranzosa.

    Al loro cenno affermativo lascio andare un respiro di sollievo. Posso farcela, posso sconfiggere Angelus.

    Willow e Tara stanno preparando gli ingredienti per il loro incantesimo quando il mio cellulare inizia a squillare. Quando rispondo il suono della voce dall’altro capo del telefono mi fa subito preoccupare.

    - Buffy! Devi venire qui…! – quasi urla Giles.

    - Giles? Dove? Dove devo venire…si spieghi! Cosa è successo? – rispondo iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.

    Le ragazze si voltano a guardarmi preoccupate e non so dare risposta alla loro muta domanda.

    - da ….da William…- sussurra Giles, la sua voce trema.

    Ed ora anche io.

    - Cosa è successo! – adesso urlo e le lacrime premono già sui miei occhi. – Giles mi risponda! –

    - è meglio… è meglio che tu lo veda di presenza… - risponde e riattacca il telefono lasciandomi senza risposte.

    Afferro la borsa e guardo Willow e Tara con le lacrime agli occhi. Annuiscono sapendo ciò che devono fare.

    - devo andare, William… è successo qualcosa… devo andare. – la mia voce trema e senza aspettare una loro risposta lascio la stanza iniziando a correre diretta verso casa di William.


    ************************


    Sfondo, per la seconda volta nel giro di poche settimane, la porta di casa di William. Mi guardo attorno ma non scorgo nessuno al piano di sotto, Giles deve essere di sopra. Salgo gli scalini a due a due e in un attimo mi ritrovo davanti la porta della camera da letto. La apro lentamente e vedo Giles seduto sulla poltrona posta accanto al comodino. Mi avvicino e il suo viso, poco prima nascosto dalle sue mani, si alza di scatto. Mi fissa e poi indica con lo sguardo il muro .
    Le mie mani iniziano a tremare, avanzo di qualche passo sgranando gli occhi e la mano corre a coprire la mia bocca. Una scritta fatta con il sangue .

    < è abbastanza? >

    Sbatto più volte le palpebre e stringo i pugni facendo sbiancare le nocche. Questa volta Angelus la pagherà, e con la morte.

    Capitolo 19

    Xander, Giles, Willow e Tara mi guardano preoccupati mentre cammino avanti e indietro per il Magic Box. Sospiro decidendo di fermarmi e i miei occhi vengono catturati dallo spolverino di William che giace su una sedia. Chiudo gli occhi cercando poi di fermare il tremore delle mie mani. Angelus mi ha sferrato un colpo basso, ha rapito William. Un’altra volta.

    - Buffy … forse dovresti cercare di calmarti innanzitutto… -

    Mi volto verso Xander fulminandolo con lo sguardo.

    - calmarmi?? - alzo gli occhi al cielo decidendo di ignorarlo. Mi volto verso Willow speranzosa. – pensate di essere pronte per l’incantesimo? Deve essere due volte più potente Will… ho bisogno di voi… - concludo voltandomi poi verso Tara.

    Quest’ultima annuisce e avanza stringendo la mano di Willow.

    - ce la possiamo fare Buffy… io e Willow abbiamo già preparato tutto quanto, aspettiamo solo che tu sia pronta. -

    Annuisco titubante voltandomi verso Giles. Insieme a me è il più preoccupato e stringe un libro di magia tra le mani non prestandogli però molta attenzione. Il suo sguardo sembra perso nel vuoto.

    - Giles? – mi avvicino a lui poggiando la mano sul suo braccio.

    Alza la testa di scatto e si toglie gli occhiali massaggiandosi il naso. Cerco di sorridere ma ciò che ne esce fuori è una terribile smorfia.

    - io vado – affermo annuendo per poi voltarmi verso gli altri.

    - no Buffy… non puoi andare ora… è ancora giorno… - risponde Giles prendendomi per il braccio.

    Scosto gentilmente la sua mano e guardo fuori la finestra.

    - presto tramonterà il sole. E poi dobbiamo ancora localizzare Angelus, non penso sia così stupido da nascondere William nello stesso covo…- affermo voltandomi poi verso le ragazze. – Willow, Tara, preparate l’occorrente per gli incantesimi. Inizieremo con il trovare William. –

    Pochi minuti dopo sento le due ragazze pronunciare delle parole magiche e mi avvicino titubante osservando loro fare l’incantesimo. Si voltano sorridendo verso di me e indicano la luce che illumina un punto della mappa di Sunnydale.

    - lo abbiamo trovato… - afferma Willow – si trova alla magione –

    Annuisco dirigendomi verso la cassa delle armi per poi aprirla. Prendo una spada e la fisso, immaginandomi già la morte del vampiro.

    - Buffy sei sicura che sia meglio andare ora? – mi chiede Giles preoccupato.

    - già… è meglio aspettare… - continua Xander avvicinandosi di un passo.

    Scuoto la testa rassegnata. La paura annebbia loro il cervello.

    - voi non capite. William è nelle mani di Angelus, se non vado ora quando dovrei? Quando sarò sicura di trovare al mio arrivo un corpo morto? – affermo, guardando soprattutto Giles.

    Quest’ultimo annuisce per poi voltarsi verso gli altri.

    - Buffy ha ragione… William è in pericolo. – rivolge poi lo sguardo verso di me - …solo … stai attenta. – afferma.

    Sorrido leggermente e mi incammino verso la porta del negozio per poi fermarmi di scatto. Mi volto verso Willow e Tara facendo loro un cenno.

    - l’incantesimo. Deve essere il più efficace possibile. Avete pochissimo tempo – affermo per poi uscire dal Magic Box con espressione sicura. Mentre dentro tremo al sol pensiero di ciò che troverò una volta arrivata alla magione.


    *************************

    Un edificio possente si trova dinanzi ai miei occhi adesso. Sono arrivata alla magione in meno di un quarto d’ora e in questo lasso di tempo il sole è tramontato. Cerco di scacciar via la paura mentre lentamente, cercando di non far rumore, apro la porta della magione ed entro. L’interno fortunatamente è illuminato dalle torce poste alle pareti delle stanze. Ne prendo una e mi incammino, cercando con i miei sensi da cacciatrice di localizzare Angelus. Mentre un brivido mi percorre la schiena apro lentamente una porta che cigola, facendo voltare di scatto i tre vampiri che si trovavano all’interno dela stanza. Ringhiano contro di me avvicinandosi, mentre con un agile mossa li supero ritrovandomi poi alle loro spalle per poi dar loro fuoco. Sospiro alzando poi di scatto lo sguardo verso il soffitto. Angelus si trova di sopra.
    Esco dalla stanza e salgo lentamente le scale ritrovandomi dinanzi un corridoio buio.

    < non si è curato di mettere delle torce alle pareti il signore della notte…> penso alzando un sopracciglio scettica.

    Penso che lui sappia che io mi trovo qui. Anzi, ne sono quasi certa. Mi volto di scatto sentendo un rumore alle mie spalle e mi ritrovo dinanzi gli occhi Angelus battere le mani guardandomi con un sorriso compiaciuto stampato in viso.

    - complimenti cacciatrice, non hai impiegato molto a raggiungermi – esclama avanzando.

    Istintivamente faccio un passo indietro mordendomi le labbra, tenendo la torcia dritta davanti a me a scopo difensivo. Lui scuote la testa sorridendo indicando l’oggetto nelle mie mani.


    - pensi di fermarmi con quell’affare? – mi chiede ed io sorrido scuotendo la testa.

    - non proprio. Ho di meglio – rispondo risoluta. Ma l’unico pensiero che mi passa per la testa al momento è rivolto a William, non al vampiro davanti a me.

    - cacciatrice, voglio battermi con te, lealmente. Devi meritarti l’eternità –

    Scuoto la testa con espressione disgustata.

    - tu pensi che io la voglia? Non hai capito nulla… io non sono qui per questo. –

    - lo so. – risponde continuando a sorridermi malignamente. – l’osservatore è il motivo. Chissà dov’è… - continua iniziando a fischiettare.

    Stringo la mascella avanzando di un passo avvicinando il fuoco verso il vampiro che di scatto arretra.

    - dov’è ? Dimmelo. – affermo duramente avvicinandomi ancora una volta.

    - no no cacciatrice – risponde facendo segno con il dito – non arriviamo ad un accordo così. Combattiamo ho detto. – ripete ghignando.

    Annuisco abbassando la torcia.

    - bene. Dove? Qui? Non mi sembra il posto adatto… - affermo guardando lo stretto corridoio.

    Angelus annuisce indicando con un dito il piano di sotto.

    - sei perspicace… scendiamo. –

    Mi supera iniziando a scendere i gradini e dopo pochi minuti lo seguo. Le gambe tremano leggermente e quando arrivo giù mi guardo attorno cercando di capire dove potrebbe essere William. Angelus mi guarda sollevando un sopracciglio schioccando poi le dita. Subito un vampiro gli si presenta dinanzi facendo un leggero inchino.

    - porta qui l’osservatore – afferma ed io tremo ancora di più.

    < William….> penso guardando il vampiro annuire e scattare, dirigendosi verso la stanza accanto. Subito dopo ritorna con il corpo di William in braccio. Non riesco a vederlo bene e mi avvicino, fermandomi quando Angelus alza una mano per bloccarmi.

    - lui starà lì cacciatrice. Non puoi toccarlo. So che la cosa ti dispiace ma…-

    - sta zitto – lo blocco stringendo le mani fino a far sbiancare le nocche.

    Il vampiro getta il corpo di William per terra quasi fosse uno straccio e finalmente posso vedere il suo corpo martoriato. Trattengo il respiro cercando di scacciare le lacrime, ma non la rabbia. Quella mi servirà per combattere. Ucciderò Angelus per aver ridotto William in questo stato… di nuovo. Il suo corpo è coperto di graffi ed ematomi, specialmente il suo viso. Scuoto la testa posando la torcia che tenevo in mano al suo posto. La mia mano corre ad afferrare il mio paletto dentro la tasca del giubotto e lo lancio dritto al cuore del servo che poco prima ha portato qui il mio uomo.
    Angelus non sembra stupito da questo mio gesto, o semplicemente non lo da a vedere.

    - non dovevi farlo – afferma avanzando lentamente.

    Faccio spallucce sorridendo malignamente.

    - nemmeno tu – rispondo e vedo la sua espressione farsi divertita.

    - mi piaci cacciatrice… sono quasi tentato di farti mia adesso. – afferma ed io lo guardo in modo disgustato.

    - eeew! Sai una cosa? Mi fai proprio schifo – rispondo dandogli un pugno facendolo rovinare per terra.

    Non se l’aspettava. Si alza asciugandosi il rivolo di sangue che scende dal suo labbro inferiore e ghigna scrosciandosi poi il collo.

    - non dovevi fare nemmeno questo cacciatrice – afferma per poi ringhiare e scagliarsi contro di me.

    Schivo il suo attacco una, due, tre volte.

    - cosa – pugno – posso – calcio – dirti? – colpisco con un altro calcio il corpo di Angelus, che nonostante le botte continua a ghignare divertito - faccio sempre ciò che non bisogna fare…- continuo incrociando le braccia al petto.

    Il vampiro si alza e mi fa cenno di aspettare un secondo. Annuisco, osservandolo avvicinarsi ad una statua e prendere una spada nascosta dietro essa. Sorrido, prendendo la mia, togliendola dal fodero sulle mie spalle. Entrambi puntiamo l’arma l’uno contro l’altro sorridendo compiaciuti.
    Sto per attaccarlo quando una voce rimbomba nelle mie orecchie.

    - Buffy…sono Willow. L’incantesimo è stato fatto, la forza di Angelus è stata ridotta del 50% - Capitolo 20

    Sorrido osservando Angelus portarsi una mano al petto e guardarmi sbalordito. Non te lo aspettavi eh? Avanzo leggermente continuando a puntare la spada contro di lui.

    - maledetta cagna…cosa mi hai fatto? – quasi urla toccandosi il petto iniziando a guardarsi attorno.

    Faccio finta di essere shockata per poi continuare a sorridere.

    - cosa? Non te lo ha insegnato nessuno che non bisogna offendere le donne? – chiedo continuando a ghignare cantando vittoria internamente. Ma meglio non esultare prima di vedere il suo corpo diventare polvere. – mi hai semplicemente sottovalutata … - continuo tornando seria.

    - o forse tu stai sottovalutando me… pensi di potermi battere? – mi chiede alzando la spada guardandomi negli occhi.

    Cerco di mantenere il suo sguardo e sopprimo un brivido.

    - la risposta è si? – rispondo facendo spallucce per poi attaccarlo.

    E ora Angelus, a noi due.

    Vediamo chi uscirà vittorioso da questo scontro.

    Iniziamo a combattere senza mai colpirci, entrambi riusciamo a schivare i colpi dati anche se Angelus è più stanco di me. La sua spada riesce a ferirmi un braccio, ma non è niente di grave.
    Guardo il graffio e poi gli sorrido facendo spallucce. Sgrana gli occhi attaccandomi nuovamente ma questa volta riesco a schivarlo, e la danza continua. Nel silenzio della magione si sente solo il rumore delle nostre spade che si colpiscono, mentre io cerco di evitare che la mia attenzione venga attratta dall’uomo disteso a distanza di pochi metri.
    Lo osservo quel tanto che basta per farmi perdere la concentrazione e cado per terra dando vantaggio al vampiro. Quest’ultimo punta prontamente la spada contro il mio collo.

    - che c’è cacciatrice? Qualcosa ti ha distratto? – mi chiede indicando poi con un cenno il corpo di William che giace per terra.

    Scoppia a ridere scuotendo la testa per poi spingere la punta della spada ancora più a fondo sul mio collo.

    - te l’ho detto che mi avevi sottovalutato… dì addio al tuo bell’osservatore cacciatrice. Presto sarai mia… - continua.

    Trattengo ancora una volta un brivido e chiudo gli occhi tremando. Il cuore inizia a battere velocemente mentre l’adrenalina scorre all’interno del mio corpo. In un attimo le immagini mostruose che hanno popolato i miei sogni tornano dinanzi ai miei occhi ancora chiusi e stringo le mani annaspando.
    Non dovevo distrarmi, non dovevo sottovalutare il mio avversario e cantare vittoria facilmente. L’incatesimo ha dato i suoi effetti ma a quanto pare Angelus può essere molto più forte di così.

    vedi di tornare sana e salva…

    La frase di Giles riecheggia nelle mie orecchie dandomi quel pizzico di forza in più che serve a farmi ridestare. Apro gli occhi di scatto afferrando di scatto la lama della spada che stava per colpire il mio collo, spingendola verso la direzione opposta facendo barcollare Angelus.

    - ti sbagli vampiro, *tu* hai sbagliato a sottovalutare *me* - affermo alzandomi in piedi di scatto riprendendo con un agile mossa l’arma che pochi minuti fa mi era scivolata dalle mani.

    Guardo per l’ultima volta il mostro che mi ha portata fin qui, che ha picchiato e torturato il mio osservatore per ben due volte, che ha reso la mia vita un inferno. Ma anche colui che mi ha salvato la vita, che mi ha permesso di continuare a vivere, di incontrare William.
    Lo guardo negli occhi accennando leggermente osservando la sua espressione confusa.

    - grazie… - sussurro per poi affondare con forza la spada nel suo torace.

    Sbarra gli occhi aprendo la bocca più volte per poi richiuderla e osservare la ferita al suo torace. Osservo per terra il paletto che poco prima ha ridotto in polvere il suo schiavo e lo afferro per poi avvicinarmi ad Angelus con risolutezza. Cerca di alzare la mano per bloccarmi il braccio ma l’incantesimo di Willow e la ferita all’addome lo hanno reso del tutto privo di forze. Questa volta affondo il paletto nel suo cuore dandogli il colpo di grazia.

    Il suo corpo diviene velocemente polvere.

    Polvere e nient’altro.

    - nient’altro…- sussurro ritrovandomi a sorridere quando un leggero colpo di tosse alle mie spalle mi fa sussultare.

    Mi volto di scatto osservando William cercare di mettersi in piedi. Mi avvicino velocemente a lui aiutandolo a mettersi seduto. Osservo ogni piccola ferita infertagli e gli occhi mi si riempiono di lacrime.

    - Buffy… - sussurra guardandomi accennando un leggero sorriso. – ma…dov’è? – mi chiede iniziando poi a tossire per lo sforzo.

    Scuoto la testa lasciando cadere le lacrime che iniziano a rigarmi le guance.

    - shhht… non sforzarti… non sforzarti William… - rispondo prendendogli la mano.

    Annuisce leggermente ripetendo poi la domanda.

    - dov’è? – ripete guardandosi attorno.

    Sorrido felice annuendo quando i suoi occhi si sgranano per lo stupore.

    - l’ho ucciso. – affermo continuando a sorridere.

    William ricambia il mio sorriso stringendo ancora di più la mia mano. Abbassa lo sguardo iniziando a ridere leggermente. E rido anche io, mi lascio trasportare dalla sua allegria, anche se ancora non mi sembra vero che quest’incubo sia finito.

    - andiamo… ce la fai almeno ad uscire di qui? – gli chiedo pochi minuti dopo aiutandolo ad alzarsi.

    Annuisce seguendomi, barcollando leggermente per poi fermarsi di scatto.

    - Buffy… - sussurra ed io mi volto scuotendo la testa.

    - dopo… - rispondo sorridendo. – adesso pensiamo solo a tornare a casa. –


    *******************************

    Osservo Giles scendere le scale lentamente e mi alzo di scatto raggiungendolo. Mi sorride togliendosi gli occhiali iniziando a pulirli con il lembo della camicia ormai stropicciata.

    - come sta? – chiedo apprensiva togliendogli gli occhiali dalle mani. Non la finirà mai.

    Fino alla fine eh Giles?

    Borbotta qualcosa riprendendosi di nuovo gli occhiali per poi andarsi a sedere sullo sgabello. Prende in mano la tazza di thè che gli avevo preparato e inizia a sorseggiarla per poi fare una smorfia di disgusto.

    - cosa diavolo hai messo in questo thè? – sbotta poggiando la tazza sul ripiano della cucina.

    Sbatto le palpebre più volte boccheggiando. E’ la prima volta che lo sento parlare così.

    - Giles! – lo rimprovero per poi sorridere divertita - ho messo il latte… - continuo poi abbassando lo sguardo colpevole.

    Alza le sopracciglia scuotendo poi la testa.

    - c’è ancora dell’acqua nel bollitore, posso preparargliene un’altra tazza se vuole… - affermo con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia per poi dirigermi verso la credenza per prendere un’altra tazza. Mi fermo però di scatto voltandomi verso Giles.

    - non mi ha ancora risposto! Come sta William? – chiedo nuovamente e al suo cenno affermativo prendo un sospiro di sollievo.

    - sta bene, si riprenderà. Tutto merito tuo…- risponde sorridendo leggermente.

    Abbasso lo sguardo imbarazzata scuotendo la testa.

    - Buffy… - mi chiama ed io rivolgo nuovamente la mia attenzione verso di lui. Lo guardo interrogativamente aspettando che continui.

    - c’è… c’è qualcosa vero? – continua con espressione dolce.

    Sgrano gli occhi iniziando a boccheggiare e a gesticolare con le mani.

    - io… io….c…cosa…cosa i-intende? – chiedo balbettando mentre sento le guance andare a fuoco.

    Giles mi sorride calorosamente questa volta per poi avvicinarsi e mettere una mano sulla mia spalla. Abbasso nuovamente lo sguardo incapace di sostenere il suo mentre sento le mie mani iniziare a tremare.

    - è tutto ok Buffy… lo ami? – mi chiede prendendomi il mento con una mano costringendomi a guardarlo negli occhi.

    Annuisco sentendo gli occhi colmarsi di lacrime abbracciandolo d’impulso. L’uomo inizia a schiarirsi la gola imbarazzato per poi picchiettare leggermente con la mano una mia spalla. Già…dimenticavo fosse inglese.

    Borbotto delle scuse sciogliendomi dall’abbraccio imbarazzata improvvisando un sorriso.

    - forse dovresti dirglielo… - sussurra ed io sorrido amaramente scuotendo la testa.

    - già… - rispondo per poi incamminarmi verso il soggiorno.

    < se solo lui….> penso per poi bloccarmi e voltarmi nuovamente verso lo zio del mio osservatore.

    - Giles? – lo chiamo e lui si volta sorridendo. – grazie.. – continuo e al suo piccolo cenno lascio la stanza osservando le scale che portano al piano di sopra sospirando.


    ************************

    Apro lentamente la porta della mia camera cercando di non far rumore e scorgo William seduto sul letto guardare un punto fisso dinanzi a se.
    Busso leggermente attirando la sua attenzione osservando il suo sguardo posarsi su di me. Gli sorrido per poi chiudere la porta e avvicinarmi al letto sedendomi accanto a lui.
    E’ passata una settimana e mezzo dalla battaglia con Angelus e il mio William sembra essersi ripreso abbastanza. Le ferite si sono chiuse e gli ematomi quasi del tutto scomparsi.
    Osservo il suo viso continuando a sorridere decidendo di rompere quel fastidioso silenzio.

    - come stai oggi? – gli chiedo mentre William continua a guardarmi come fosse imbambolato.

    Poi scuote la testa e ricambia il mio sorriso annuendo.

    - bene, grazie. Ormai sono quasi del tutto nuovo… - risponde indicando le ferite ormai chiuse. – c’è da lavorare ancora un po’ qui… - continua indicando il suo viso con l’indice ghignando.

    Sorrido al suo commento sarcastico per poi tracciare lentamente con la mano i contorni del suo viso osservandolo attentamente. La sua espressione si fa seria, e sembra quasi che stia trattenendo il respiro. Mi stacco subito, come se mi fossi scottata, abbassando lo sguardo imbarazzata.

    - scusa…non…non so cosa mi sia preso…- sussurro alzando poi lo sguardo timorosa solo per incontrare il suo sorriso.

    La sua mano si avvicina al mio viso e ripete ciò che io ho fatto poco fa. Un brivido percorre la mia spina dorsale e questa volta sono io a trattenere il respiro. I suoi occhi sono fissi sui miei e di tanto in tanto scendono a guardare le mie labbra.

    -William… - sussurro inclinando la testa contro la sua mano che adesso foggia a coppa la mia guancia.

    - Buffy io… - inizia ma il mio dito si posa sulle sue labbra per farlo zittire.

    Scuoto la testa sorridendo leggermente.

    - non devi dire niente William… - inizio ma questa volta è lui a farmi zittire.

    - no. Buffy... – la sua espressione si fa seria.

    Annuisco sospirando, allontanandomi leggermente da lui.

    - Quella volta nella sala allenamenti… ti dissi la verità. Almeno in parte. Io non ti usavo, ma il fatto che fossi il tuo osservatore mi bloccava, non riuscivo a comportarmi nel modo in cui *io* mi volevo comportare… - inizia e il mio cuore inizia a battere velocemente.

    - William.. – cerco di bloccarlo, non voglio sentire ciò che sta per dirmi.

    - No Buffy. Fammi finire –

    Non voglio illudermi che sia qualcosa di buono per poi veder crollare senza poter fare niente il mio castello di sabbia. Ma lui sembra non ascoltarmi.

    - Dicevo… ti dissi la verità solo in parte. Quando…quando tu mi facesti quella domanda… tu… beh… mi hai chiesto… m-mi hai chiesto cosa io provassi per te… mi hai chiesto se io ti amassi… - continua balbettando leggermente.

    Abbasso lo sguardo scuotendo la testa mentre sento gli occhi colmarsi nuovamente di lacrime.

    - Ho reagito male… ti ho scossa… e ti chiedo scusa. Non mi sono comportato bene, ti ho mentito riguardo il mio ruolo nei tuoi confronti… ti ho fatto credere che io fossi il tuo professore, quando ero ben altro. E ho lasciato anche che tutto questo accadesse. Mi è sfuggito di mano, non potevo non stare accanto a te… -

    - William! – cerco di farlo zittire nuovamente lasciando cadere le lacrime.

    - Per l’inferno maledetto Buffy! Sto cercando di dirti che ti amo! – esclama guardandomi.

    Sgrano gli occhi per poi sbattere le palpebre più volte per accertarmi di non stare sognando. Inizio a boccheggiare e la mia vista è ormai offuscata dalle lacrime.

    - ti amo così dannatamente tanto… passerotto… ti amo.. – continua per poi iniziare a baciare il mio viso e scacciare via le mie lacrime continuando a sussurrarmi il suo amore.

    Il suo amore. William mi ama. Il mio tutto, il mio sole, il mio respiro, la mia anima, semplicemente lui.

    Lo abbraccio forte sfiorando poi le sue labbra con le mie per poi schiuderle dando facile accesso alla sua lingua che poi inizia a volteggiare con la mia affamata. Le sue mani circondano la mia vita per poi scendere ad accarezzare le mie gambe facendomi rabbrividire. Mi stacco dalle sue labbra respirando per poi poggiare la mia fronte contro la sua.

    - ti amo anch’io, da sempre – sussurro sorridendo tra le lacrime.

    I suoi occhi si illuminano e la sua bocca si fionda nuovamente sulla mia. Finalmente il mio cuore smette di sanguinare, e urla di gioia al solo pensiero di ciò che William mi ha appena confessato. Stento ancora a crederci persino io. Infondo tutto quello che ho affrontato fino ad ora mi è servito per arrivare a lui, e non rimpiango più nulla ormai.
    William mi spinge dolcemente supina sul letto e inizia a sfiorare il mio corpo tracciando dei piccoli cerchi sul mio stomaco.

    - fai l’amore con me… - mi sussurra ed io non posso che annuire.

    - sempre… - sussurro per poi baciarlo dolcemente e tirarlo giù verso di me. – dimmelo ancora… - chiedo contro le sue labbra interrompendo il bacio.

    Mi sorride e mi bacia la punta del naso dolcemente.

    - ti amo Buffy – afferma ed io lo stringo forte mentre tutto ciò che finora abbiamo vissuto passa dinanzi ai miei occhi.

    - me lo dirai ancora vero? – gli chiedo sorridendo felice. Al suo cenno di assenso continuo -sempre?-

    - abbiamo tutta la vita… -

    Già. Tutta la vita… ormai più niente ostacolerà il nostro amore.


    FINE.
     
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