A Girl Next Door by too_many_spike_posters

tradotta da Spike-Spuffy [In corso]

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  1. Spike-Spuffy
     
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    A GIRL NEXT DOOR by too_many_spike_posters
    Tradotta: Spike-Spuffy
    Subject: AU
    Warnings for: Linguaggio per adulti. Buffy/Altro. Scene di sesso. Spike/Altro.
    Rating: NC-17
    Genere: Angst. Romance.
    Lunghezza 20 capitoli
    Summary Spike è sposato da sei anni e non ha mai pensato di tradire sua moglie. Ma quando inizia a notare una certa Buffy Summers nella sua stanza alla notte, le sue considerazioni cambiano.
    Link dove trovare la ff originale:http://spikeluver.com/SpuffyRealm/viewstory.php?sid=37141

    Traduco con il permesso dell'autrice
    That's fine with me as long as it's under my pen name, too_many_spike_posters. Enjoy!! And please send me the link when you have finished :)


    Capitolo 1: Out of sight, in mind [Fuori dalla vista, nella mente]
    Nei loro sei anni di matrimonio, non era mai stata così sazia. Facevano l'amore di continuo: ogni sera nei mesi passati. Drusilla non capiva l'improvviso aumento di appetito sessuale del marito, ma non si lamentava o neanche ne parlava per paura che potesse andare via. Spike lo sapeva.

    Drusilla, comunque, non si rese conto che, quando facevano l'amore, Spike era lontano. Spike era fuori dalla finestra e dall'altra parte della strada dove viveva una giovane Buffy Summers.

    Non era iniziata come una perversione. Più un incidente, in realtà. La famiglia Summers si era spostata nella casa accanto cinque mesi prima. I soliti convenevoli tra vicini di casa si erano verificati abbastanza bene. Spike non si era preoccupato della più giovane dei figli Summers all'inizio. Non sembrava particolarmente intrigante o bellissima in quel momento; era solo una ragazza come le altre.

    Oh, come sono cambiate le cose.

    3 Mesi Prima

    “Spike, vuoi chiudere la finestra? Ho freddo.” aveva piagnucolato Drusilla dal letto.

    “Si, si,” Spike si era alzato a malincuore e aveva fatto cinque passi per arrivare alla finestra. Non si era aspettato di vedere qualcosa di particolarmente interessante al di là della finestra. In realtà, in un primo momento non aveva nemmeno alzato gli occhi per chiudere la maledetta finestra. Ma la luce dall'altra parte della strada aveva attirato la sua attenzione.

    Cosa sono, le 3 del mattino? Cosa sta facendo a quest'ora? aveva pensato mentre cercava di guardare meglio. Circa quando il suo volto aveva colpito il vetro, aveva visto lo spettacolo più erotico dei suoi 27 anni: Buffy Summers nuda, la testa che rotolava all'indietro in estasi mentre cavalcava quel ragazzo del dimenticatoio.

    Spike non era riuscito a respirare o a muoversi. Se n'era stato lì e appannando il vetro con il suo respiro, trafitto su di lei. Aveva immaginato il suono dei suoi lamenti e il cigolio del letto. Aveva immaginato il dolce profumo dei suoi capelli mentre oscillavano avanti e indietro sulla sua schiena. I suoi pantaloni della tuta si erano ristretti mentre una piccola brezza si era diffusa nella stanza. Spike aveva ricordato per un momento perché era lì e ancora una volta aveva provato a chiudere la finestra.

    Ma Buffy era vicina; lo aveva sentito.

    Spike aveva visto le sue convulsioni e come lei aveva raggiunto il suo orgasmo. Senza pensare, si era chinato per alleviare il dolore del suo membro rigido. Si era accarezzato mentre lei cavalcava le onde del suo orgasmo. Spike si era accarezzato finché l'asino nel letto li aveva capovolti e si era spinto dentro di lei.
    Anche se sembrava che lei si divertisse, Spike aveva sentito un improvviso scoppio di rabbia. Come aveva osato bloccare la sua vista?! Ancora senza pensarci, Spike aveva sbattuto le mani contro la finestra, facendola chiudere.

    “Torni a letto?” aveva chiesto Drusilla, molto probabilmente prima di addormentarsi.

    Spike aveva guardato la moglie e poi di nuovo la coppia, incerto su cosa fare. Si era sentito così attratto dalla ragazza che aveva da poco etichettato come una ragazza qualsiasi. E, RAGAZZA inteso come ragazzina, tu schifoso pervertito.

    Rendendosi conto che stavano buttando i vestiti dietro le loro spalle, Spike aveva preso un profondo respiro e aveva lasciato perdere. Era stato un momento di debolezza, niente di più. Aveva smesso di guardare e aveva chiuso le tende dietro di lui. Aveva pensato che fosse tutto lì: che fosse finita.

    Non era così.

    Dopo due notti, Spike aveva notato la luce sul lato opposto della strada. Contro il suo giudizio migliore, aveva sbirciato fuori dalla finestra alla fine del letto. Aveva visto il sordido affare, ma questa volta, era un ragazzo diverso. Era rimasto sorpreso della piccola angoscia che aveva sentito mentre guardava Buffy passare da un ragazzo all'altro.

    Ma per qualche motivo, non riusciva a smettere di toccare il fondo. Era come una costrizione. E aveva continuato a tormentarlo per due settimane.

    Spike semplicemente non ce la faceva più. Ogni notte un nuovo ragazzo abbelliva il letto di lei. Ogni notte lei mormorava il suo nome nella mente di lui. Ogni fibra del suo essere voleva Buffy, voleva assaggiarla, essere dentro di lei, e ogni fibra del suo essere sapeva che era sbagliato. E quella sensazione alimentava solo il fuoco per lei di più.

    Come potevano quei ragazzi sapere quello che stavano facendo? Cambiava l'età, ma nessuno avrebbe potuto avere più di 22 anni. Anche se il pensiero lo aveva scoraggiato un po', niente poteva dissuadere il pensiero che Buffy fosse sua. Sapeva che non sarebbe mai accaduto, ma ogni notte lui voleva di più. Seduto sul suo ufficio per quelle due settimane, aveva seriamente considerato di cambiare casa solo per non vederla, ma una parte di lui credeva che lasciare la sua casa significava andarla a vedere dalla strada. Quella prospettiva era anche peggio.

    Così, in un momento di disperazione, Spike aveva deciso di prendere quello che aveva. Aveva fatto l'amore con sua moglie per la prima volta dopo mesi. Anche se non era niente vicino a quello che immaginava che sarebbe stato come con Buffy, lo aveva saziato fino al giorno successivo. Ma quella notte, aveva potuto vedere chiaramente Buffy attraverso la finestra mentre spingeva dentro Drusilla. Aveva guardato Buffy e aveva immaginato di essere dentro di lei, facendola venire come non mai, sentendo il suo corpo liscio contro il suo.

    Si sentiva come uno schifoso pervertito, ma sua moglie aveva un corpo caldo meglio di quanto la sua immaginazione avrebbe mai potuto fare. Spike sapeva che se fosse riuscito a possederla una volta, i suoi problemi sarebbero cessati. Lo sapeva.

    Ma per i prossimi mesi, lui aveva ignorato la sua chiamata. Sbatteva sua moglie ancora e ancora, pregando che l'avrebbe superata. Ma aveva aiutato solo per poco tempo. Poi era tornato a sbavare sopra la ragazza della porta accanto e il suo nuovo ragazzo giocattolo.

    Il presente

    Spike decise che ne aveva abbastanza. Sarebbe andato a parlare con Buffy. Domani. L'unico problema era prendere coraggio (e capire quanto fosse incredibilmente sbagliato prendere in considerazione anche lei.

    Il giorno dopo mangiò la colazione, diede un bacio d'addio a sua moglie, e si diresse a lavoro. La prima campanella suonò e lui corse per raggiungere la sua classe in tempo. Fortunatamente per lui, la Stanza 103 era situata vicino alla porta d'ingresso della scuola. Si diresse alla sua scrivania e guardò la classe. Quando la seconda campanella suonò, i suoi occhi incontrarono quelli di Buffy. Lei gli sorrise appena e lui mise giù i registro.

    “Signorina Summers, perché non ha mai letto prima?”



    Per ora posto solo il primo capitolo, per vedere cosa ne pensate :shifty: :shifty:
    Aspetto i vostri commentini :rolleyes: :rolleyes:
     
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  2. Levian91
     
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    mi piaaasce.. mi piaaaaasceee!! anke se mi dispiace x drusilla >_< aspetto il seguito :D
     
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  3. Spike-Spuffy
     
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    Ecco a voi il secondo capitolo :)

    Capitolo 2: Schooling [Istruzione]
    “Perché non parte da pagina 340 del libro di testo,” disse direttamente il Signor Giles. Buffy non rispose, e invece fissò assente il suo insegnante. “C'è qualche problema, Signorina Summers?”

    “Si, sfortunatamente ho avuto una commozione cerebrale durante il fine settimana e ora sono tragicamente analfabeta,” disse lei sorridendo. Alcuni studenti si misero a ridere. Il signor Giles, tuttavia, non sembrava divertito per niente.

    “Pagina 340, Signorina Summers. E questa volta senza il suo atteggiamento?” disse lui, alzando il sopracciglio sfregiato. Buffy roteò gli occhi e fece finta di salutare il Signor Giles. Era il suo bersaglio fin dal primo giorno.

    Quando si era trasferita a Sunnydale, Buffy si era spettata una piccola città con standard bassi, almeno rispetto alla sua vecchia scuola. La Hemory High era troppo coinvolta nel mondo accademico per i suoi gusti. Non che fosse stupida o più lenta rispetto agli altri studenti; le era solo importato poco. Alla Hemory, era completamente inaccettabile. Buffy aveva detto ai suoi genitori che era tormentata dai suoi coetanei brillanti; chiamata stupida e inutile dai suoi professori (anche se non dicevano esattamente quelle parole, lei poteva dire quello che realmente intendevano). La maggiore pressione che aveva, la meno motivata per fare il suo lavoro scolastico. Dopo anni di accattonaggio, i suoi genitori le avevano fatto cambiare scuola fino all'ultimo anno. Avevano pensato che sarebbe stato un po' meglio per farla andare all'università con un paio di buoni voti durante il suo ultimo anno.

    Ma non era tutta la verità.

    Tutto era iniziato con Riley Masterson: capitano della squadra di football, capo della finta UN, e soprattutto il ragazzo più popolare della Hemory. Quando Buffy era un'umile matricola e lui dell'ultimo anno, lui aveva cominciato a mostrare interesse per lei. Le lasciava i suoi appunti sul suo armadietto, le mandava messaggi durante le lezioni, e una volta le aveva anche lasciato dei fiori sulla sua porta. All'inizio, era entusiasta di avere qualcuno come Riley che voleva uscire con lei. Lei scriveva il suo nome sui suoi taccuini e parlava ai suoi amici delle loro future nozze. Quando erano usciti per il loro primo appuntamento, era come un sogno. Erano andati su una scogliera che si affacciava sulla città Los Angeles e avevano parlato tutta la notte. Era il suo salvatore.

    Ma una notte era stata sufficiente per trasformare il suo principe azzurro in un cattivo. Dopo poche settimane che stavano insieme, Buffy aveva notato che ogni appuntamento che avevano aveva qualcosa di strano. All'inizio non le dava fastidio che non c'era nessuno durante i loro appuntamenti, ma dopo un po' cominciava a chiederselo. Poi, aveva notato che quando salutava Riley nei corridoi tra le classi, la ignorava. Certo, le mandava dei messaggi e le scriveva, ma non l'aveva mai chiamata o l'aveva portata in un ristorante; e non le aveva mai chiesto di presentargli i suoi amici.

    Quel giorno dopo la scuola, Buffy l'aveva chiamato. L'errore non era in quello che doveva dire; l'errore era dirlo davanti ai suoi amici. I suoi stupidi amici si erano presi gioco di lei mentre gli apriva il suo cuore.

    Dopo quel giorno, Riley le aveva urlato nel parcheggio e l'aveva chiamata puttana, tra gli altri nomi. Buffy aveva pianto ed era corsa a casa. Aveva scoperto più tardi che Riley l'aveva tenuta nascosta. Era imbarazzato ad essere visto con lei, aveva mentito ai suoi amici riguardo la natura del loro rapporto. Quando avevano menzionato che Buffy gli stava attorno, aveva detto loro che l'aveva scopata dietro il campo da football; che lei era una facile.

    I successivi anni alla Hemory erano stati un puro inferno. Fuori dalla rabbia, aveva perso la sua verginità con un suo compagno di educazione fisica che non sapeva il suo nome ne prima ne dopo il fatto. Dopo di lui, Buffy aveva dormito con metà della scuola. Nella sua mente, stava solo cercando di regolare i conti; cercando di far ingelosire Riley. E forse Riley era stato geloso, almeno per un po' di tempo. Ma non sarebbe passato molto tempo prima che capisse lo scherzo e che la dimenticasse.

    I ragazzi della scuola chiamavano i suoi nomi. Era la puttana della scuola e lei lo sapeva, ma non riusciva a smettere. Si era trasformata in una droga e lei non ne aveva mai abbastanza, non importava quanto fosse difficile affrontare gli altri studenti. Lasciò la Hemory senza avere un solo amico.

    Buffy non aveva mentito ai suoi genitori quando diceva che la tormentavano a scuola.

    Per la maggior parte del tempo, Buffy andava bene alla Sunnydale High. Faceva i suoi compiti e seguiva le lezioni. Tutto era bello eccetto per la classe di inglese del signor Giles. Lui aveva semplicemente rifiutato di lasciarle il successo. Buffy sapeva che se avesse potuto dargli un calcio nel sedere, sarebbe stato meglio. Aveva anche dato un'occhiata ai fogli di un suo compagno di classe e avevano avuto dei buoni voti. Anche Cordelia Chase l'aveva picchiata, essendo stata la ragazza che, quando aveva chiesto esempi per nuove invenzioni nella Storia degli Stati Uniti, aveva esclamato: “la ruota!”.

    Qual era il suo intento?

    “…Pertanto quando Shakespeare disse,

    'La vita non è altro che un'ombra in cammino, un povero attore,
    Che si agita e si pavoneggia sul palcoscenico,
    E poi non si sente più. Si tratta di una favola
    Raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore,
    Che non significa nulla.'

    intende trasmettere la sua versione attraverso gli occhi di Macbeth.” finì Buffy e alzò gli occhi verso il Signor Giles. Lei voleva lanciargli uno sguardo di sfida, ma sapeva che probabilmente era uno sguardo stanco.

    “E cosa vuole dire Shakespeare con queste parole?” chiese a Buffy. Lei esitò per un momento.

    “Vuole dire quello che l'autore intende dire.”

    “E che cos'è?”

    “Vuole… trasmettere la sua visione di vita-att”

    “No!” La interruppe il Signor Giles. “Che cosa significa per lei?”

    “Non Lo So!” Buffy si sentiva come se la stesse attaccando personalmente. “Cosa vuole che dica?!”
    Buffy si alzò in piedi dal suo banco contro il suo miglior giudizio. “Cosa vuole da me?!”

    L'aula rimase in silenzio. Alcuni studenti rimasero a bocca aperta come il Signor Giles serrò la mascella in segno di rabbia, ma rimase calmo. Buffy si guardò attorno e si sedette di nuovo, il viso di un brillante rosso. Tutti sapevano della reputazione di William Giles: lui era gentile e comprensivo quando voleva esserlo, ma quando era arrabbiato… il suo temperamento era leggendario. Delle voci giravano per la scuola di quella volta che aveva piantato un coltello sulla scrivania, proprio di fronte al Preside Snyder e minacciato la sua vita solo per avere cambiato un libro sulla libreria. Comunque, nessuno lo aveva mai visto agire in quel modo di fronte agli studenti.

    “Mi scuso, Signorina Summers,” cominciò il Signor Giles, “per farle delle domande che sono apparentemente troppo difficili da rispondere per lei. In futuro, però, preferirei che si mordesse la lingua piuttosto che avere un'altra esplosione adolescenziale. Sono stato chiaro?”

    Buffy strinse gli occhi, furiosa per come l'aveva trattata. Lui la guardò un momento, e annuì a se stesso.

    “Bene. Ora, che qualcun altro che sa rispondere alla domanda?” disse lui, guardando direttamente Buffy. Lei incrociò le braccia e mormorò qualcosa tra sé. “Che cosa ha detto?” chiese, continuando a concentrarsi su di lei. “Ho detto che cosa ha-”

    “L'ho chiamata stronzo,” lei fece una pausa a effetto e sorrise, “Signore.” Quando il Signor Giles sorrise come se avesse vinto, il sorriso si spense sulle labbra di lei.

    “Mi vedrà dopo la scuola,” altra pausa. “Buffy.” Dopo una sfida di sguardi, quella di lui felice e giocosa, quella di lei spalancata e nervosa, il Signor Giles continuò. “Ora, chi può rispondere a questa semplice domanda? Cosa vuole dire Shakespeare con quelle parole?”


    Commenti pleaaaaaase :)
    :B):
     
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  4. p.i.a
     
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    a me non dispiace per Drusilla....mi dispiacerà per te ..........se non POSTI!!!!!!!!!!!!!!!!!! :powah:
     
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  5. kasumi
     
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    Uh... ammetto che non vado matta per gli AU. Li leggo volentieri solo se cercano di rispecchiare il carattere dei protagonisti, che purtroppo non è il caso di questa storia ;__; Per non parlare del modo in cui Spike "conosce" Buffy e si prende una cotta per lei... °_°

    Per la traduzione.. ci sono alcune espressioni letterali che andrebbero adattate in italiano.

    Ciao! :)
     
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  6. Spike-Spuffy
     
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    Si, scusate, ieri non ho avuto tempo di connettermi :)

    p.i.a.: hehehe :) per scusarmi posto due capitoli ;)

    Capitolo 3: Moments in time [Momenti nel tempo
    Il resto della classe se ne andò come monotoni. Poche anime coraggiose avevano alzato la mano per rispondere a ogni domanda mentre il resto della classe guardava nel vuoto. A volte Spike pensava davvero di aver sbagliato professione. I ragazzi non sembravano davvero avere a cuore la letteratura inglese di cui lui aveva un'alta considerazione. Non poteva dar loro torto; dopotutto, si sentiva in quel modo con la scienza quando era cresciuto a Londra.

    Sembrava che l'Inglese non fosse per tutti, soprattutto per gli Americani.

    Spike si sentiva un idiota per aver trattato Buffy nel modo in cui aveva fatto. Sapeva che era sbagliato e si sentiva male per averla messa in imbarazzo, ma cosa poteva fare? Aveva bisogno di un motivo per trattenerla dopo la scuola e se questo era quello che doveva fare per farlo arrivare lì era disposto a farlo. Oggi era il giorno. Non sapeva esattamente come fare per perseguire una studentessa, ma credeva che non sarebbe stato troppo difficile. Dopotutto, non era molto più vecchio di lei e lei sembrava essere moderatamente promiscua comunque.

    Il vero problema era le potenziali conseguenze delle sue azioni. Aveva passato in rassegna tutti i possibili scenari e dei risultati di un rapporto con Buffy, ma non poteva farne a meno. Spike si sentiva male per lei. Vederla attraverso la finestra ogni sera gli faceva ribollire il sangue e il solo pensiero lo faceva chiudere gli occhi. Oh come la voleva.

    Allora che la scuola sia dannata, che il sistema legato sia dannato, che sua moglie…

    Si sentiva male per sua moglie. Non era mai stato un infedele. Prima di Buffy, non aveva mai preso seriamente in considerazione l'idea. Ma le cose erano cambiate e lui non ce la faceva più.

    Non che non gli importasse di sua moglie. All'inizio, lui e Drusilla erano stati una coppia potente. Avevano il rapporto che tutti volevano, di cui tutti erano gelosi. Ma quando Dru era rimasta incinta, era ora di crescere ed essere uomo: sposare la ragazza a ventun anni…

    Spike si scrollò di dosso il ricordo e guardò l'orologio. Le 2:26. Quattro minuti per andarsene. Oh merda, oh merda, cosa posso dire? Cosa diavolo sto facendo? Questo è sbagliato, oh Dio questa una brutta idea…

    Ma Buffy sembrava deliziosa quella mattina. La sua canotta bianca, la mini gonna nera e la felpa rossa (il colore preferito di lui) avevano fatto il botto. Spike guardò la camicia blu chiaro, con il colletto gessato e i pantaloni cachi e sospirò. Dio sapeva che non avrebbe mai indossato qualcosa di così 'all'antica' ai suoi tempi. Spike si sentì circa a un centinaio di anni e un milione di chilometri di distanza da dove era partito.

    Spike sospirò di nuovo e guardò l'orologio. Era passato solo un minuto dal suo precedente sguardo. Passandosi le mani tra i capelli leggermente ingellinati, Spike continuò a considerare gli errori che aveva fatto e l'errore che stava per fare. Si stropicciò gli occhi nel tentativo di tornare sulla retta via, ma riuscì solo a ottenere pezzi di gel seccato nel suo occhio. Arrabbiato, Spike si precipitò verso il lavandino per lavarseli via prima dell'arrivo di Buffy.

    …………………………………….

    La campanella suonò e Buffy chiuse lentamente il suo zaino. Non vedeva l'ora di essere sgridata dal Signor Giles. Buffy sospirò e prese lo zaino. Guardò l'orologio e si rese conto che sarebbe arrivata in ritardo.

    “Dannazione, adesso si che si incazza,” mormorò tra sé e sé, mentre apriva la porta e correva verso la classe.

    Sospirando e sbuffando, arrivò finalmente davanti alla porta. Buffy bussò e sospirò di nuovo mentre l'apriva.

    "Argh!" gridò una voce in un angolo vicino al lavandino. Inclinando la testa a destra, Buffy ammirò il sedere davanti a lei. Per un attimo rimase lì, immobile, ipnotizzata dalla vista. Perché non lo aveva mai notato prima? Forse perché raramente scriveva alla lavagna e non si piegava spesso per mostrare il suo posteriore alla classe.

    “Dannata vergogna, se me lo chiedi,” disse Buffy, a bassa voce.

    “Hmm?” disse lui mentre cercava alla cieca un tovagliolo di carta. Buffy si scrollò di dosso l'immagine, strappò un pezzo di carta e glielo porse. “Grazie,” Disse, con voce soffocata dalla carta. Quando alzò lo sguardo, sembrò sorpreso e timoroso per un breve momento. Poi tornò immediatamente al suo calmo, freddo stato. Forse Buffy era allucinata dal suo sguardo; dopotutto, lui aveva gli occhi rossi per averli lavati. Ma per un secondo, lei rimase persa nel blu dei suoi occhi.

    Non era brutto da guardare. Ma chi sto prendendo in giro? È bellissimo! Con quegli zigomi e quegli occhi elettrici e i suoi capelli, di un biondo brillante quasi bianco…

    Buffy aveva sempre trovato attraente il Signor Giles, ma lui pensava a lei come una ragazzina. Lo sapeva perché lui la trattava come un'idiota di cinque anni. Lei si ricordò che le urla sarebbero iniziate.

    Ma allora perché lui rimaneva tranquillo?

    “Senta, Signor Giles, mi dispiace per oggi,” iniziò lei stancamente e non del tutto sincera. “Non volevo dire quello che ho detto e… non lo so, qualsiasi altra cosa lei voglia che io dica. Siamo a posto?” sorrise speranzosa.

    “Signorina Summers…” il Signor Giles guardò la sua scrivania, come se stesse contemplando qualcosa di molto importante. Buffy sperò che non stesse per chiamare i suoi genitori; avrebbero avuto una brutta giornata. “Non l'ho chiamata qui per parlare di quello che è successo in classe. Beh, voglio dire, forse ha un po' a che fare con quello, ma non è quello il punto… Il punto è-” Lui la guardò, ora a corto di parole. Buffy si appoggiò a una scrivania di fronte a lui e alzò il sopracciglio.

    Gesù Cristo, la gonna di lei si era alzata. Stupidi banchi e gambe lisce… Pensò Spike. La sua bocca si era seccata e non riusciva a pensare a una sola cosa da dire. Si era ripetuto il suo discorso un centinaio di volte, ma la sua mente era vuota di fronte della sua pelle esposta.

    “Um… Signor Giles? Sta, uh, bene?” chiese Buffy, sinceramente preoccupata.

    “Buffy—”

    “Ooh, questa è la prima volta che lei dice il mio nome penso,” disse con un sorriso arrogante. Gli angoli della bocca di lui si sollevarono leggermente. Poi, si alzò in piedi e si appoggiò contro la sua scrivania.

    “Volevo chiederle se… beh, volevo sapere… Perché porti delle gonne così corte?!” Le gambe di lei sembrarono aver capito la frase, catturando l'attenzione di lui e togliendogli tutti i pensieri. Dire che Buffy era sorpresa era un eufemismo.

    “Mi scusi? Che cosa vorrebbe dire questo—”

    “Voglio dire, indossi sempre dei vestiti corti nella mia classe e io non… perché lo fai?” Le chiese bruscamente, a malapena in grado di dare un senso alla frase. Spike la voleva e lei era lì, in pratica lampeggiando davanti a lui. Era più di quello che lui potesse sperare e aveva mandato il suo cervello alla deriva.

    “Non puoi semplicemente coprire… quelle belle gambe…” non riuscì a trattenersi mentre guardava in basso verso le sue gambe abbronzate; lui la raggiunse. Buffy non sapeva che altro fare, quindi stette lì mentre lui le afferrava le gambe. Le accarezzò leggermente mentre guardava nei suoi occhi da cerbiatta. “Capisci quello che sto dicendo, amore?” disse lui, la sua voce roca dal desiderio. Buffy rabbrividì per quel contato e quella vicinanza. Non sapeva che tipo di trucco stava usando per torturarla, ma stava funzionando. Mentre guardava in profondità nei suoi occhi azzurri, non voleva fare altro che baciarlo.

    Per un attimo, entrambi dimenticarono che erano insegnante e studentessa; per un momento si dimenticarono del resto del mondo e si fissarono negli occhi, incapaci di muoversi. Dopo quello che sembrava un secolo di tensione, Spike si chinò e la baciò. Le labbra di lei sapevano di pesca matura e si mossero immediatamente sulle sue. Lei si mosse per approfondire il bacio, ma Spike aprì gli occhi e si rese conto di quello che aveva fatto.

    Spike guardò a bocca aperta Buffy, con le gambe divaricate e metà e il respiro affannoso, i suoi occhi erano socchiusi e vogliosi. Lui lasciò andare le sue gambe lisce e barcollò all'indietro, incapace di guardarla. Quasi cadendo, lui si mosse veloce per arrivare dietro la sua scrivania e afferrò la borsa e il cappotto. Con un ultimo sguardo al suo viso arrossato e agli occhi spalancati, Spike tuonò fuori dalla stanza.

    “Huh?” chiese lei alla stanza vuota.

    Capitolo 4: Assumptions [Ipotesi]
    “Huh?” chiese lei alla stanza vuota.

    Buffy guardò nel vuoto e cercò di pensare agli ultimi minuti trascorsi. Che cosa era successo? Con il bacio e la vicinanza… Che cos'era?! Non che le dispiacesse. In realtà, lei avrebbe voluto un po' più di azione. Non aveva nemmeno importanza che lui era il suo insegnante… la differenza di età non era molta, giusto?

    …………………………………….

    “Stupido. Cretino. Idiota.” Spike sbatté la testa contro gli armadietti ad ogni parola. “Imbecille. Lasciare. Buffy. In. Quel. Mo— ” Colpì più forte la testa: l'aveva appena lasciata. L'aveva appena LASCIATA in quella classe!

    Cosa avrebbe fatto se lei l'avesse detto a un altro insegnante? O se l'avesse detto ai suoi compagni di classe e fossero andati dal Preside Snyder, e lui sarebbe stato licenziato e mandato in prigione per violenza sessuale? L'attacco di panico di Spike raggiunse alte vette mentre camminava per il corridoio vuoto. Cosa avrebbe fatto se lei pensasse di esserselo immaginato? Oppure che lei adesso mi odiasse e che lo dicesse alla classe? Usarlo come ricatto contro di me! Tornò a a sbattere la testa contro l'armadietto, esclamando, “Cretino! Bastardo! Immorale! Stronzo! Stupido idiota!” Alzò la testa, i suoi occhi si spostarono verso il corridoio. Doveva tornare lì e fermare Buffy dal fare qualcosa di cui si sarebbe pentita. Corse velocemente per tornare nell'aula, pregando che sarebbe stata lì.

    Spike spalancò la porta. Tutta l'aria venne risucchiata fuori dal suo corpo quando trovò le luci spente e la classe vuota.

    “Cazzo,” urlò mentre sbatteva la porta. Si voltò solo per trovare una rossa pietrificata che lo fissava, la bocca spalancata. “Cosa?!” gridò, sentendosi come un bambino capriccioso.

    “La sua testa, è uh… piena di lividi?”

    “Cosa?” chiese più a sé stesso che a lei. Spike si toccò la fronte.

    “Non è n-n-niente, Signor Giles. Stavo camminando… stavo giusto tornando a casa… così farò quello adesso…” Balbettò mentre si allontanava.

    Lui fece un respiro profondo e si lasciò andare lentamente. Sono nella merda. Di malumore e con la testa bassa, Spike la seguì fuori dalla porta.

    …………………………………….

    Buffy andò a casa da sola, che non era solito per lei. Solitamente, aveva qualche ragazzo che l'accompagnava a piedi o in macchina oppure anche Willow, una dei suoi due amici della Sunnydale High. Ma quel giorno era diverso e sentiva il bisogno di camminare da sola.

    Quando raggiunse la porta di casa, Buffy si girò e diede un'occhiata alla casa dall'altra parte della strada. Sapeva che apparteneva al signor Giles e alla sua folle, agorafobica moglie che non lasciava mai la casa. Forse lui era a casa proprio in quel momento. Si chiese che cosa avesse significato quella scena in classe.

    Mi vuole? Buffy sorrise a quello. Lei certamente non avrebbe detto di no, ma lui era un insegnante. Quanti limiti poteva superare prima di perdere tutta la sua dignità? Sospirando sconfitta, aprì la porta di casa ed entrò.

    Se lui la voleva, era chiaro che non sapeva cosa fare. Oh, sapeva cosa stava facendo; poteva parlare del loro bacio. Ma forse aveva bisogno di un po' di incoraggiamento?

    Un piano terribile cominciò a formarsi nella sua testa, ma lei lo scacciò via. No! La quantità di guai che avrebbe avuto, per non parlare delle conseguenze per lui, sarebbe stato catastrofico. Ma sarebbe stato divertente… Lei lo voleva adesso e lui non voleva lasciare la sua mente.
    E forse nessuno lo avrebbe scoperto?

    Senza sentire lo stesso livello di certezza che di solito sentiva quando decideva di dormire con qualcuno, Buffy prese una decisione. Avrebbe testato le acque con il Signor Giles e avrebbe visto come avrebbe risposto. Lui avrebbe dovuto prendere la decisione per lei. Dopo tutto, lei era giovane e impressionabile. Buffy ridacchiò tra sé mentre sviluppava il suo piano. Una parte di lei sentiva che era una cattiva idea, ma adesso era incuriosita da questo Signor Giles. Lei salì le scale verso camera sua e si stese sul suo letto.

    Buffy si girò su un fianco e guardò fuori dalla finestra. Avrebbe fatto presto freddo; beh, freddo come si avrebbe potuto avere nella soleggiata California. Un uccello cinguettò davanti al suo davanzale e lei gli si avvicinò. Fu allora che notò qualcosa che davvero non aveva mai visto prima.

    La finestra di lui. E come la sua finestra dava direttamente su quella di lei. E come lei non avesse mai chiuso le tende; più che altro per pigrizia, più che per altro.

    Poi, un pensiero la colpì come un mattone sulla faccia: lui l'aveva vista con gli altri ragazzi. Non l'aveva mai toccata il pensiero prima che lui l'avesse guardata. Dopotutto, si era trasferita a Sunnydale solo pochi mesi prima. Come avrebbe potuto saperlo? Buffy era mortificata. Ecco perché lei gli piaceva! Lui pensava che fosse solo una puttana che andava a letto con tutti i ragazzi della città. Aveva pensato che avrebbe avuto una possibilità come tutti gli altri. Quel… quell'idiota!

    Oh, glielo avrebbe mostrato. Scacciò via il primo piano. Era tempo di uno nuovo: torturarlo fino a che i suoi coglioni sarebbero diventati blu. Buffy sorrise leggermente all'idea, ma si sdraiò sul suo letto con un sospiro. Perché tutti arrivavano a quella conclusione? Sapeva che lei dormiva con tutti, probabilmente più della maggior parte delle ragazze della sua età, ma non significava che era una puttana. Non pensavano che lei fosse lo stupido giocattolo di tutti.

    Per un momento, aveva pensato che gli piacesse davvero. Fu sorpresa dalla tristezza che la raggiunse. Era vero, poteva ricattarlo o torturarlo, ma a cosa sarebbe servito?

    Buffy guardò fuori dalla finestra e sospirò. Lei lo immaginava a fissare la sua finestra, guardandola mentre scopava. I suoi occhi si strinsero. Non era giusto! Come osava guardarla e poi, arrivare alle sue conclusioni basate sulle sue ipotesi!

    Forse un po' di tortura era giusta, e non altro per fargli capire che asino era stato.

    Anche se il suo sedere era un capolavoro.
     
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  7. Spike-Spuffy
     
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    Capitolo 5: Musings and muses [Riflessioni e meditazioni]
    Quando Spike arrivò a casa, classificò i suoi documenti per ore. Non poteva sopportare di salire in camera sua nel caso in cui la potesse vedere attraverso la finestra. Non poteva nemmeno pensare di vederla con un altro ragazzo. La gelosia lo attraversò come un lampo. Fece volare via la pila di fogli sulla scrivania e si prese la testa fra le mani. Strofinarsi la testa piena di lividi gli fece venire il mal di testa.

    Come aveva potuto essere così stupido?!

    Spike fece un respiro profondo per quello che sembrava la milionesima volta quel giorno, e cominciò a ripulire il pasticcio. Sentì un rumore martellante dal piano di sopra e non era proprio dell'idea di avere a che fare con Dru. I suoi attacchi erano sempre peggiori e con la pressione di quel giorno… sapeva che era meglio stare alla sua scrivania fino a quando lei sarebbe andata a letto.

    Si ricordò del giorno in cui aveva chiesto a Dru di sposarlo e sentì un brivido lungo la schiena.

    La sua vita non avrebbe dovuto essere così: classificare le carte della scuola superiore in quel mausoleo mascherato da casa, dopo aver visto una piccola-grande bionda. Vide un flash del suo futuro davanti ai suoi occhi e rabbrividì per il suo squallore. Spike fissò il soffitto e visualizzò sua moglie, prendendolo in giro attraverso le assi del pavimento. Avrebbe dovuto ignorare le sue grida di quel giorno, sarebbe stato meglio.

    Dopo aver finito di classificare ogni singola carta, pianificato la lezione con un mese di anticipo, e una serie di altri compiti noiosi, Spike finalmente spense la luce e andò al piano di sopra.
    Buffy si sarebbe già addormentata nel suo letto e forse fortunatamente anche Dru. Avrebbe avuto un buon sonno per una volta.

    Ruotando la maniglia lentamente per non fare rumore, Spike aprì la porta di una stanza vuota.

    “Dru?” sussurrò. Nessuno rispose. “Drusilla?” disse un po' più forte questa volta. Qualcosa si sentì dalla soffitta: una risposta. Probabilmente era andata a dormire in soffitta di nuovo; qualcosa che faceva da quando sentiva che la camera da letto era infestata. Spike sospirò e scosse la testa, una cosa che era abituato a fare.

    Quando finì di prepararsi per andare a letto, Spike guardò la finestra e considerò di chiudere le tende. Quella tentatrice di una finestra che aveva bisogno di essere chiusa prima di guardarla di nuovo. Con mano tremante, Spike si mosse per chiuderla, ma si fermò quando vide la luce sul lato opposto della strada.

    Non guarderò. Non guarderò. Chiuderò queste tende e andrò a dormire, si disse mentre la sua mano rimaneva attaccata alla stringa. Magari solo un'occhiatina? Magari lei sta facendo i compiti o qualcos'altro di altrettanto innocente. Si derise Spike.

    Sembrava piuttosto improbabile.

    Eppure i suoi occhi si mossero di loro spontanea volontà per guardare la sua finestra. Spike guardò Buffy mentre lei si preparava per andare a letto nella danza più straziante della sua vita. Lei lentamente, in modo allettante si tolse la canottiera, lasciandosi solo con le mutandine rosse. Senza reggiseno a coprire i seni impertinenti, il suo corpo brillava alla luce della luna.

    Le sue mani sottili scivolarono giù per il collo e si accarezzò i capezzoli mentre fissava quello che Spike pensava fosse il suo specchio. L'altra mano di lei scivolò lungo il suo stomaco teso e lungo tutta la coscia.

    L'erezione di Spike divenne dolorosa pensando che avrebbe potuto toccarla lì solo poche ore prima. Le dita di lei danzarono lungo il pizzo tra le sue gambe. Oh, come avrebbe voluto essere quella mano. Si immaginò in ginocchio davanti a lei, abbassando lentamente il bordo delle sue mutandine e inspirando profondamente il suo odore. Toccando lentamente e leccando la sua forma nuda mentre la scopriva. Solo per lui.

    I suoi occhi erano vitrei al solo pensiero.

    Se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe donato alla sua dea più e più orgasmi. Avrebbe adorato ogni curva, memorizzando ogni suo profumo e ogni suo gusto. Lei avrebbe ballato per lui e per nessun altro.

    Spike la guardò mentre lei immergeva due dita dentro le sue mutandine, e allo stesso modo lui fece scendere la mano verso il basso e accarezzò la sua erezione palpitante. I suoi occhi rotolarono all'indietro mentre si toccava.

    Lui gemette piano mentre lei chiudeva gli occhi e si toccava. Lei si toccò il seno, sapendo esattamente cosa stava facendo con ogni movimento delle sue mani. Mentre il suo braccio si muoveva più velocemente, avanti e indietro, l'altra mano abbandonò lo stomaco e si tirò i capelli. Così, alla gattina piace rude, pensò lui mentre si accarezzava più velocemente.

    I suoi quieti lamenti divennero ansimi e gemiti mentre lei arrivava al culmine. La testa di lei rotolò all'indietro verso la sua schiena, le spalle tremarono, la sua bocca si aprì e lui immaginò di baciare quelle luccicanti, dolci labbra. Era troppo da sopportare. Diciassette anni, diciassette anni, si ripeteva mentalmente lui cercando di smettere di toccarsi. Non funzionò; niente avrebbe funzionato. Era sbagliato, ma si sentiva troppo bene per smettere. Aumentò il ritmo, immaginando il corpo di lei, liscio e morbido, che si contorceva sotto di lui, sfrenata e volenterosa.

    Spike venne con un grido. Continuò ad accarezzarsi finché non gli divenne morbido. Esaurito e stanco, guardò ancora una volta attraverso la finestra per vedere la soddisfazione sul volto di lei.

    Quel viso glorioso si girò e guardò direttamente verso di lui; con un sorriso impertinente e una strizzatina d'occhio, lei chiuse le tende. Spike era in un tale stato di shock che non riusciva a muoversi. Il tempo si fermò, e così fece lui: la bocca aperta, gli occhi spalancati e il cazzo fuori.

    “Quella maledetta puttana!” Urlò alla finestra chiusa. Spike prese a calci la parete, ma si fece male al piede e zoppicò verso il letto. “O sono sono io il maledetto bastardo…”Scuotendo la testa, pensò alle brutte cose che stava per fare. Sorrise leggermente il pavimento.

    Oh, avremmo un confronto Summers.

    Immaginò la risposta di lei, “Puoi contarci.” con uno dei suoi malvagi sorrisi.

    Dall'altra parte della strada, Buffy giaceva sul suo letto sconvolta. Sapeva che lui l'avrebbe fatta fuori domani, se avesse saputo qualcosa circa quell'uomo, era lui che si è affrettato ad agire. Ma come avrebbe fatto a gestirlo? Non lo sapeva; non aveva pensato molto alla parte dello striptease nel suo piano.

    Capitolo 6: You kissed me [Tu hai baciato me]
    A metà di una frase, Spike si fermò e guardò Buffy mentre entrava in aula con dieci minuti di ritardo. Gli studenti si sarebbero aspettati che l'avrebbe sgridata, l'avrebbe mandata nell'ufficio del preside, o qualcosa. Ma lui non fece niente. Continuò con la sua lezione e cominciò a scrivere sulla lavagna.

    Anche se aveva messo su la facciata dell'insegnante calmo, si era voltato verso la lavagna per non voltarsi verso di lei. Spike non voleva vedere il suo sorriso e l'occhiolino, né voleva vedere i suoi occhi rossi e stanchi e preoccupata per quello che aveva fatto. Lui pensò che la prima opzione era più probabile, ma comunque. Non era giusto che la povera ragazza era diventata un mostro per colpa sua.

    Lui sapeva che prima o poi doveva girarsi, ma voleva evitarlo a tutti i costi.

    Buffy, comunque, si stava godendo la vista. Finalmente, lui si era deciso di mostrare il sedere alla classe. Notò che altre due ragazze ridacchiavano alla vista e si guardavano tra di loro. Sentì una piccola fitta di possessività prendere il sopravvento, la se la scrollò di dosso. I suoi sentimenti oscillavano talmente tanto che si sentiva male. Persa nei suoi pensieri, non si accorse il Signor Giles aveva detto qualcosa.

    “Hmm?”

    “Ho detto,” continuò il Signor Giles. “di vedermi dopo la scuola. Non accetterò un ritardo in questa classe.” Si rifiutò di guardarla mentre lo diceva e per qualche ragione la irritò. Lei borbottò tra sé e sé mentre lui continuava la lezione.

    …………………………………….

    Dopo la scuola, Buffy entrò in classe giusto in tempo. Poteva dire al Signor Giles di apprezzare almeno questo, ma sapeva che il loro incontro non riguardava il suo ritardo.

    “Allora…” cominciò lui.

    “Allora…?”

    “Allora, la scorsa notte hai… era… cos'era esattamente?”

    “Non so di cosa stia parlando, scusi.”

    “Lo sai dannatamente bene…” Sospirò Spike. Era impossibile rimanere calmo durante i suoi incontri con Buffy. “Quel piccolo incidente la scorsa notte…”

    “Pensavo che io fossi qui per il ritardo di-”

    “Non giocare con me, Buffy, sai perfettamente di cosa sto parlando!”

    “Bene! Mi sono spogliata e lei ha guardato, fine della storia.”

    “Non è la fine della storia! Cosa vuoi da me, Buffy? Tu mi hai baciato ieri, ti sei spogliata per me la scorsa notte, tu-”

    Lei ha baciato me.” gli disse, scandendo bene ogni parola.

    “Cosa?! Cosa vuoi dire, io ti ho baciata?” rispose lui, irritato.

    “Cosa vuol dire, cosa voglio dire? Voglio dire quello che ho detto. Ho detto che lei ha baciato-”

    “Mi hai confuso, ti sei avvicinata… tu hai baciato me, Buffy!”

    “Non mi sono spogliata per lei, io solo… lo stavo facendo da sola comunque!”

    “Si che l'hai fatto, perché mi hai fatto l'occhiolino

    “Non ho fatto una cosa del genere!”

    “Invece si!” ribatté lui.

    “Cos'ha, dodici anni? Si suppone che lei dovrebbe essere l'adulto qui! Lei è l'unico responsabile, ricorda?!”

    “Oh e così vuoi giocarti questa carta, hmm? Fai la parte della ragazzina confusa quando sappiamo entrambi che sei migliore di questo?” Buffy non disse niente per un momento, sentendo fiorire una speranza nel suo petto. “Sappiamo entrambi che sei tu la tentatrice qui!” Quella speranza morì.

    “Tentatrice?! Lei è il più incredibile… Ugh! Cosa pensa di essere lei?” Buffy lo colpì al petto con ogni parola fino a raggiungere il bordo della scrivania. Lui si sedette un po' perché non c'era nessun altro posto dove andare e un po' perché era un po' spaventato. “Lo so che lei mi ha guardato per tutto questo tempo con tutti quei ragazzi e pensa di essere l'innocente qui?! Ho diciassette anni! Io-”

    “Amore-”

    “Non si azzardi ad interrompermi!” disse Buffy furiosamente. “Posso essere giovane, ma non sono stupida e so cosa sta cercando di fare. Lei pensa che mi piaccia quello che la gente dice di me, quello che probabilmente lei pensa di me? Lei mi guarda fare cose… a mia insaputa, senza voce in capitolo, e io sarei la tentatrice? Perché? Perché ho lasciato le tende della finestra aperte? Non era esattamente un invito, Spike. Forse io ti ho tentato ma è tutta colpa tua. Non riesci a gestire me intorno a te? Guarda, è un tuo problema. Sei tu quello che mi ha baciato!”

    Spike non disse niente mentre Buffy cercava di riprendere fiato. La sua rabbia sparì rapidamente, trasformandosi in tristezza. Le soffici linee della sua bocca e delle sue guance si rovinarono. Si sentiva un asino ancora più di prima. E lei aveva ragione: lui aveva baciato lei. Lui aveva cominciato.

    Era veramente un mostro.

    “Buffy, io-”

    “Dimenticalo,” disse lei tirando un po' su col naso. Spike guardò il pavimento vergognandosi di sé stesso e delle sue azioni. Non avrebbe mai dovuto baciarla.

    Spike la guardò, pronto a scusarsi, ma si fermò quando vide le curve morbide delle sue labbra. Avrebbe voluto distogliere lo sguardo, ma ne era attratto. Il suo cuore gli batteva nel petto, come se stesse cercando in qualche modo di avvicinarsi a lei. Spike sollevò delicatamente una ciocca di capelli e gliela mise dietro l'orecchio. Lei lo fissò e guardò giù verso il pavimento.

    “Cosa vuoi da me?” sussurrò lei alle piastrelle. Quando lui non disse niente, lei guardò nelle profondità dei suoi occhi e glielo chiese ancora. Lei cercò di leggere la sua espressione, ma lui non lasciò trapelare alcun pensiero.

    “Io voglio solo te,” disse lui quietamente. “Hai detto che ti ho guardata. Beh, l'ho fatto; ti ho guardata mentre ti davi via per mesi. Non hai pensato che ho cercato di fermarmi? Volevo… odiarti, ma ho solo peggiorato le cose. Ho provato, oh ho provato di tutto per farti uscire dalla mia mente, ma tu sei bloccata lì come la testarda che sei.” Spike sorrise a sé stesso. “Non avrei voluto causarti alcun danno. Ero solo un uomo debole; io sono un uomo debole perché tutto quello che voglio è averti. E so che è sbagliato, lo so. Ma solo,” sospirò pesantemente, “non mi importa.”

    Lei ascoltò le sue parole in silenzio.

    “A cosa stai pensando?” disse lui un po' nervoso.

    “È solo… un po' pesante per me elaborare.” Non era la risposta che lui si aspettava o voleva, ma almeno era una risposta.

    “Io… ho capito. Perché non ti prendi un po' di tempo per-”

    “No io… io, um, si questa è probabilmente una buona idea. Io solo… vado.” Buffy si diresse verso la porta con la testa bassa. Spike si prese la testa tra le mani come si chiuse.

    Cosa ho fatto adesso!

    “Idiota!” gridò lui alla classe vuota. Improvvisamente, la porta si aprì e con scoppio di pianto lei corse fra le sue braccia e lo baciò.

    Lui rispose immediatamente sfregando le labbra sulle sue. La sua passione per lui era evidente attraverso i suoi movimenti ed era evidente attraverso il materiale della sua gonna. Spike lasciò la sua bocca e la baciò sul collo.

    “Cosa… cosa stai facendo?” Sospirò Buffy.

    “Ti sto baciando,” disse con voce roca baciando leggermente il suo collo tenero. Le lasciò una scia leggera con la lingue e sospirò piano.

    “Te l'avevo detto.”

    “Detto cosa?”

    “Che sei tu quello che ha baciato me.” Ridacchiò lei.

    “Oh, ma voglio fare molto di più di questo,” disse rocamente e si appoggiò alla scrivania. L'odore di lei incendiò i suoi sensi e non si contenne più. Una delle sue mani si fece strada verso la sua schiena mentre l'altra le accarezzava la coscia. La morbidezza della sua pelle gli faceva venire voglia di toccarla tutta, di sentire la morbidezza del resto di lei. La sua immaginazione corse mentre la parte primitiva di lui prendeva il sopravvento.

    Lui la baciò, duramente e appassionatamente. La ragazza era una dea. La voleva e lei era sua. Anche se solo per un attimo, lei era sua.

    Capitolo 7: Rocking the boat [Smuovendo le acque]
    “Mia!” ringhiò lui mentre la metteva sulla scrivania. Non poteva ricordare quante volte aveva immaginato di scoparla sulla sua scrivania, fogli che volavano dappertutto, lei che lo chiamava Spike e lui che la puniva per quello.

    L'elettricità pulsò attraverso ogni nervo di Buffy. Ogni movimento che lui faceva appiccava un incendio dentro di lei e tutto quello che voleva fare era… beh, lui. Voleva seguire con il suo piano ma era troppo difficile da fare.

    Quando aveva lasciato il suo ufficio, il suo piano era quello di lasciarlo lì a volerla. Lasciare che lui la pensasse per un paio di giorni, magari dandogli un altro show. Il punto era di fargli avere i testicoli più blu del pianeta. Sfortunatamente, c'erano voluti cinque secondi prima di dimenticare il piano e andare da lui. La sua determinazione la lasciava quando si trattava di sesso.

    “Mmm, Spike,” sospirò pesantemente nel suo orecchio.

    “Che cosa mi stai facendo?” ansimò mentre le unghie di lei gli graffiavano la schiena. Lui la baciò di nuovo, rudemente e profondamente. Voleva essere dentro di lei; voleva ogni parte di lei. Una delle sue mani le sollevò l'orlo della gonna e la strofinò le mutandine zuppe. “Ah ah ah Signorina Summers, le ho dato il permesso di farlo?” La spinse giù fino a che la sua schiena toccò la scrivania.

    “Questo è un comportamento inaccettabile per una studentessa,” disse lui, massaggiandola attraverso il materiale sottile.

    “Come mi punirà?” disse lei, frustandolo con i suoi capelli. Spike era contento che lei si stesse divertendo quanto lui. “Quanto cattiva devo essere per ricevere la giusta punizione?” Spike la colpì con il palmo della mano e accarezzò lentamente la zona arrossata. Buffy non era mai stata così eccitata in vita sua e gemeva sotto di lui. Lui si chinò a sussurrarle nell'orecchio.

    “Quando avrò finito con te, vorrai-” fu interrotto da un leggero bussare alla porta. Buffy e Spike alzarono lo sguardo pietrificati.

    “Signor Giles,” disse una familiare voce femminile. “vorrei parlarle di-”

    “Non può aspettare?!” disse lui, un po' più arrabbiato di come voleva sembrare.

    “No, veramente no. È qualcosa di urgente. Per favore venga in ufficio; tutti gli insegnanti stanno andando lì.” Lui sentì il ticchettio dei suoi tacchi sulle piastrelle. Nel momento in cui la classe piombò nel silenzio, Spike si girò verso Buffy e la baciò.

    “Adesso dove eravamo?” disse lui con un sorriso.

    “E… oh dio,” lui trascinò leggermente i denti sul suo collo e la sua mano si mosse sotto la sua gonna. “E la riunione?”

    “Non è la prima a cui manco,” rispose lui sulla sua clavicola. Le gambe di Buffy si avvolsero attorno alla sua vita mentre slacciava rapidamente la cintura dei pantaloni di lui. Niente biancheria intima… interessante.

    Lui strofinò la sua lunghezza contro di lei, facendo dei cerchi sul suo clitoride ma senza mai toccarlo. “William, andiamo.” Spike schiaffeggiò la sua figa e lei gemette una risposta incoerente.

    “È Signor Giles in classe,” disse lui mentre si posizionava alla sua entrata e spingeva dentro di lei. La testa di Buffy rotolò all'indietro.

    “Uhn, mi riempi così bene…” mormorò lei. Spike grugnì in risposta mentre usciva ed entrava dentro di lei lentamente.

    “Ti voglio così tanto.”

    “Uhn, continua a farlo,” disse lei e lui si mosse più veloce. Nella foga del momento, Spike dimenticò sé stesso e le strappo la camicetta. Aveva bisogno di più di lei e la toccò dovunque poteva.

    Si mossero freneticamente mentre la scrivania scricchiolava. Spike cercò di soffocare le sue grida baciandola sulla bocca.

    “Mi fai sentire così bene, non durerò ancora per molto.” Le strofinò il clitoride senza pietà, si mosse e le morse il collo. “Vieni per me,” sospirò pesantemente.

    Buffy gridò il suo orgasmo e Spike la seguì presto. Lui collassò su di lei respirando affannosamente.

    “Wow,” disse lei.

    Sentendo un po' di imbarazzo, Spike uscì da lei e si pulì. Poi andò a prendere dei tovaglioli di carta e pulì lei in silenzio. Si sistemarono i vestiti, incapaci di guardarsi. Nessuna parte di Spike avrebbe voluto fare un discorso, ma sapeva che era l'ora. Buffy si appoggiò alla scrivania.

    “Buffy-”

    “Probabilmente dovremmo parlarne, ma prima posso prendere in prestito una camicia o qualcosa?”

    “Um… lasciami vedere se c'è qualcosa tra gli oggetti smarriti. Perché non… indossi la mia giacca per adesso.” Buffy si mise la giacca con gratitudine sopra i suoi vestiti fatti a brandelli. Spike lasciò la stanza e si diresse verso la scatola degli oggetti smarriti. Sperava che la riunione in ufficio fosse finita in modo da poter prendere una camicia e tornare in classe senza essere notato.

    Fortunatamente, riuscì a sgattaiolare davanti a loro. Ascoltando la conversazione, sembrava un bambino che aveva appena rubato un coltello da burro della scuola e che fosse un grosso problema. Spike roteò gli occhi. Trovò una maglietta e tornò indietro. Buffy non si era mossa dalla sua posizione. Gli diede un leggero cenno con la testa mentre se la metteva. Lui si sedette sulla sedia alla sua scrivania.

    “Allora…”

    “Allora.”

    “Guarda,” cominciò Buffy, “Devo andare. Ma ci vediamo domani.”

    “Ma io-”

    “Solo… dormiamoci su. Parleremo domani,” disse lei con occhi imploranti. Spike annuì e lei gli sorrise leggermente. Poi lei uscì dalla porta.

    Spike sbatté la testa contro la scrivania.

    …………………………………….

    Una volta che fuori fu buio, Spike tornò a casa. Quando arrivò, entrò tranquillamente in casa. Camminò in punta di piedi verso la sua camera al piano di sopra, e sperò che Dru fosse già addormentata.

    “La vedo tutta su di te,” disse una voce in un angolo buio. Era troppo sperare.

    “Cosa? Dru, sei ridico-”

    “Non mentirmi!” urlò lei. Dru si avvicinò lentamente fino a quando non venne delineata dalla luce della luna, terribile e bella. Spike chiuse la bocca. “L'ho vista, quella ragazza, strisciando sulla tua pelle come un'eruzione cutanea, un prurito e dandoti la pelle d'oca anche quando non è in giro. Come una malattia nel tuo cuore, che fiorisce e si diffonde dentro di te.” Spike era abituato ai suoi discorsi, ma anche attraverso le sue distorte parole non l'aveva mai sentita parlare così coerentemente in tutti quegli anni. Lei gli si avvicinò. “L'ho visto; l'ho visto brillare. Perché non hai mai brillato per me, Spike? Dimmi perché?”

    Spike era senza parole. Come avrebbe risposto a quello?

    “Dru io-”

    “Niente scuse!” strillò lei. “Li vedo nella tua testa mentre parlano, uno dopo l'altro, a cercare di uscire dalla tua bocca. No! Dimmi perché!”

    “Non lo so!”

    “Dimmelo!”

    “Non so cosa vuoi che io dica!”

    “Dimmelo, Spike! Dillo!” le sue grida cominciarono ad affievolirsi dalle sue lacrime. “Dimmi perché ami lei e non me! Sono tua moglie! Si suppone che tu debba amare chi hai sposato! Perché vuoi lei-”

    “Perché lei è sana, Dru! Perché lei è bella e giovane e, e maledettamente sana, per l'amor di Dio! Lei è il sole e tu sei l'oscurità che mi toglie un giorno alla volta!” Le urlò contro. Voleva fermare le parole terribili che uscivano dalla sua bocca, ma non ci riusciva. Lei collassò e singhiozzò sul pavimento.

    “Non ho scritto in questi mesi, in questi anni, perché me li hai portati via. La mia passione, il mio amore, la mia luce: è tutto finito e tu anneghi. Questo è quello che ho perso! Questo è quello che sono adesso. Guarda bene. Guardami!” Spike le alzò la testa, ma rimase terrorizzato da quello che vide. Le sue guance erano piene di lacrime e i suoi occhi erano rossi che lo guardavano con terrore e angoscia. Spike non riusciva a credere di avere causato tanto dolore. L'aveva amata una volta.

    Cos'era diventato?

    “Sono incinta,” sussurrò lei.

    “Cosa? È la verità?” chiese lui, con le lacrime agli occhi.

    "Ha importanza?"

    “Che razza di… Ma certo che ha importanza!”

    “No, no, non l'avrebbe perché tu non mi ami più.”

    “Dru, questo è un gioco per te?!”

    “Non come la prima volta.” Lei cominciò a ridacchiare tra sé e sé.

    “Smettila di ridere! Se sei incinta allora noi… Cosa vuoi dire, non come la prima volta?” La sua domanda venne accolta con delle risatine. “Dru! Rispondi alla domanda! Che cosa vuoi dire…?” E all'improvviso tutto aveva un senso.

    Furiosi brividi gli corsero su e giù per la schiena. Spike si alzò in piedi e lanciò un comodino contro il muro, mandando in frantumi. Dru smise di ridere.

    “Tu… mi hai preso in giro! Tu fottutamente… mi hai preso in giro come l'idiota che sono. Come ho potuto… come hai potuto. Come hai potuto, Dru?!”

    “No… Spike, per favore, ascoltami,” lo supplicò in ginocchio.

    “Ho finito di ascoltarti.” Spike si voltò e quasi uscì dalla porta quando sentì gridare.

    “Ma il bambino, Spike. Lui è qui, lo giurò è…” Lui si bloccò sulla porta, incapace di girarsi. Spike sbatté il pugno contro il muro, rompendosi le nocche, e cominciò a ridere.

    “Sembra un buon modo per farmi avvicinare a te, passerotto. Farmi diventare pazzo come te,” disse lui mentre smetteva di ridere. Spike non poteva guardarla. “O io l'ho fatto a te?” disse più a se stesso che a lei.

    Dru sussurrò. “Mi dispiace, mi dispiace…” disse più e più volte. Spike si lasciò scivolare lungo il muro fino a terra e si passò le mani tra i capelli.

    “Dru, guardami,” disse piano. Lei fece tristemente quello che le era stato chiesto. “Mi stai dicendo la verità? Sei incinta?” Dru annuì e Spike sospirò e annuì anche lui.

    “Ti amo, Spike,” disse disperatamente. Spike si alzò, andò al piano di sotto e uscì, accusando se stesso per tutto.

    Chiuse piano la porta, andò verso l'albero più vicino del suo giardino e colpì la testa contro di esso. Notò che lui stava facendo molto di più da quando aveva incontrato Buffy. Presto sentì un rumore dalla soffitta e capì che Dru era di nuovo là.

    “Stai… stai bene?” disse una dolce voce dietro di lui. Buffy era in piedi non molto lontano, e lui si voltò verso di lei, avrebbe potuto giurare che lei fosse un angelo al chiaro di luna. “Io… ti ho visto litigare attraverso la finestra e poi ti ho visto uscire… cos'è successo?” Lui avrebbe riso, ma i suoi occhi erano così pieni di dolce preoccupazione che lui si sentiva nudo. Scivolando verso il terreno, la guardò inginocchiarsi accanto a lui. Spike non si rese conto che stava piangendo fino a quando lei si avvicinò a lui e le asciugò una lacrima.

    “Complicate cose da adulti, Buffy.”

    “Non trattarmi come una bambina!” disse lei con voce un po' più alta. “Raccontami.”

    “Buffy, mi sono sposato quando avevo ventun anni. Li avrai tra quattro anni, tu. Lo capisci? Ventuno e non ne avevo idea. Così quando Dru rimase incinta, io ero… io ero un ragazzo onesto; quello che l'avrebbe sposata per salvarla. E poi lei… lei l'ha perso e io…” Spikesi strozzò con le sue parole. “Non potevo semplicemente lasciarla. Che tipo di persona avrebbe fatto quello? Così, sono rimasto come un bravo uomo avrebbe fatto. Sei anni, Buffy, e ogni anno volevo sempre meno un bambino. Con il suo sfondo… lei è schizofrenica tra le altre cose. Cosa sarebbe successo se anche i nostri figli lo fossero stati? Cosa sarebbe successo se lei fosse peggiorata e avesse fatto loro del m-male? E adesso lei mi dice che era tutto una bugia.”

    “La sua schizofrenia?”

    “No, il bambino. Non era vero e io l'ho sposata. Lei l'ha usata come scusa per avermi. Sapeva che io non l'avevo mai amata, lo sapeva… e mi ha preso in giro per farmi stare con lei. E adesso lei-” Spike si fermò e guardò Buffy. Sembrava che lei lo capisse, ma lui non poteva condividere di più. Era esausto.

    “Lei cosa?”

    “Io… non posso più farlo, non è giusto Buffy. Potremmo avere molti problemi-” Buffy mise due dita sulle sue labbra.

    “Shhh.” Spike smise di parlare e la guardò con occhi iniettati di sangue. “Stai con me stanotte.”

    “Cosa?”

    “Vieni a casa con me. Stai con me. Solo per stanotte.”

    “I tuoi genitori-”

    “Non saranno a casa fino a domani pomeriggio. Non dobbiamo, sai, fare qualcosa. Lasciami… lasciami aiutarti?”

    “Non c'è nessun aiuto per me.”

    “Fammi provare.” Buffy si alzò e tese la mano. Troppo stanco per pensare, Spike afferrò la sua mano e si alzò in piedi. Mano nella mano mentre attraversavano la strada verso la casa di Buffy.

    Scusate se sono stata assente per qualche giorno, sono stata impegnata con tutta quella roba degli stage! :rage:
    Commenti pleaseeeeeeeee :cuor:
     
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  8. Spike-Spuffy
     
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    Ragazze, posto altri tre capitoli perché questa settimana non so quando potrò postare di nuovo :)

    Capitolo 8: Reason [Ragione]
    Poche ore prima:

    Buffy si appoggiò alla scrivania mentre stringeva la giacca del suo insegnante al suo petto. Che cosa le era successo? Ogni piano era fallito miseramente, perché non riusciva a tenerlo insieme. Sapeva che avevano davvero bisogno di parlare di quello che stavano facendo, ma aveva bisogno di tempo per capirlo.

    Poi lui era tornato indietro e lei aveva inventato qualche patetica scusa per non parlare. Si sentiva male per aver lasciato in quello stato, ma che altro poteva fare?

    Buffy stava per tornare a casa da sola di nuovo quando vide Willow uscire dalle porte anteriori.

    “Hey! Willow!” gridò, facendo sì che l'amica la guardasse.

    “Buffy! Ciao!”

    “Oh Wills, mi sento come se non ti vedessi da una vita.”

    “Ti ho vista a pranzo!”

    “Ed è stato oh, tanto tempo fa,” le ragazze risero mentre cominciavano ad incamminarsi verso casa. L'amica di Buffy viveva una strada più in la da lei quindi aveva senso camminare insieme ogni tanto, ma i molti impegni che Willow aveva dopo scuola rendeva difficile incontrarsi.

    “Allora, com'è andata la tua giornata?” Era una semplice, innocente domanda, ma Buffy non sapeva cosa dire. Avrebbe dovuto dire a Willow i sordidi dettagli come faceva di solito, o avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa, non considerando le circostanze particolarmente fragili?

    “È stata… è stata lunga.”

    “Lunga come?”

    “Beh… io, uh… solo uno di quei giorni sai?”

    “Si, ho avuto uno di quei giorni l'altro giorno. Stavo solo cercando di avere della roba per la Mock UN e il Signor Giles ha urlato con me senza alcun motivo. Ho passato il resto della giornata cercando di non essere così nervosa. Quell'uomo è spaventoso di cattivo umore.”

    “Cos'ha detto?” Buffy cercò di usare un tono casuale ma gli occhi di Willow si strinsero leggermente.

    “Ha urlato a pieni polmoni e mi ha chiesto perché lo stavo guardando. Ma aveva un livido sulla fronte!”

    “Aveva un livido?” Perché non l'aveva notato?

    “Già. Voglio dire, ho sentito un rumore che lui fa quando grida o qualcosa del genere. Forse l'ha fatto?”

    “Forse.”

    “Così ad ogni modo, ero così scossa che ho finito per andare a casa. Ti ho vista camminare davanti a me, in realtà, ma ho pensato che saresti stata con qualcuno. È venuto fuori che che non era quello che pensavo quando sei arrivata a casa.”

    “Già, ho voluto… non voglio dire 'prendere una pausa' da quella vita ma… provando qualcosa di nuovo, definitivamente.” Buffy mormorò più a sé stessa.

    “Qualcosa di nuovo? Come cosa?” Willow sembrava davvero interessata, ma Buffy non sapeva che cosa rispondere. “Solo dimmelo, Buffy. Sei stata così silenziosa come se avessi un problema un questi giorni. Hai un segreto e hai voglia di dirmelo, così dillo e basta.”

    “Cosa? Come fai a dirlo?”

    “È quello che una migliore amica deve fare. In più, ti agiti quando vuoi dire qualcosa,” Willow rise mentre Buffy cercava di tenere le mani lungo i fianchi irrequieta.

    “Ugh, va bene! Lo dirò, ma Wills,” Buffy si fermò e la guardò seriamente. “Se te lo dico, tu non dovrai dire niente a nessuno, hai capito?”

    “Uh, ok penso-”

    “Promettimelo!”

    “Ok, lo prometto. Adesso quel è?” disse Willow guardando la sua amica in attesa.

    “Ok, io… ho cominciato a vedere qualcuno…”

    “Oh, come a lungo termine?”

    “Non lo so, Wills! È ancora troppo presto…”

    “Beh, qual è il suo nome? Viene alla nostra scuola? Quanti anni ha? Che aspetto ha…”

    “William, in un certo senso si, ha la nostra età, biondo con gli occhi azzurri e alto. Qualcos'altro?”

    “Si. C'è qualcos'altro, così dimmi che cos'è!”

    “Beh, lui… io… nono so cosa sto facendo!”

    “Beh dimmi i dettagli e cercheremo di scoprirlo.”

    “Da quando sei diventata la regina del gossip?” scherzò Buffy a metà.

    “Da quando tu hai cominciato ad essere distante e scontrosa, penso,” Rispose Willow, seriamente.

    “Mi dispiace, Will. Sto veramente cercando le parole per spiegarlo. Um,” forse il miglior piano sarebbe stato quello di uscire allo scoperto e dire: ho dormito con il Signor Giles! “Io… uh.” ho dormito con il Signor Giles, ho dormito con lui, sulla sua scrivania, nella sua classe. “Ho dormito con lui!” gridò a voce alta.

    “Beh, non per essere cattiva ma penso di immaginare che tu l'abbia fatto,” disse Willow.

    “Già, beh, non ero pronta. Ho bisogno di pensarci prima di andare oltre.”

    “Ok… beh, sai cosa sente per te?”

    “So che lui mi vuole,” disse Buffy.

    “E cosa senti tu per lui?”

    “Penso di volerlo anche io… Sembra che non riesca a fermarmi quando mi è intorno, ma ho davvero bisogno ti rimanere sotto controllo.”

    “Buffy,” Willow cercò di dirlo meglio che poteva. “Tu sei molto più… esperta di me, ma a volte hai solo bisogno di parlarne.”

    “Lo so, lo so! Abbiamo bisogno di parlarne, ma non so cosa fare.”

    “Non sai cosa fare? Hai appena detto che lui ti vuole, che tu vuoi lui; cos'altro hai bisogno di sapere?”

    “È sposato Wills.”

    “Oh… allora dovresti aspettare che le cose si raffreddino un po',” rispose esitando. “Guarda, siamo sulla mia strada. Pensaci bene Buffy; ci sono molti ragazzi la fuori e tu non vuoi distruggere il matrimonio di qualcuno. Io non ne so molto su queste cose, ma so questo. Ci vediamo dopo; chiamami appena decidi qualsiasi cosa! Ciao!” finì Willow mentre correva verso casa sua.

    Buffy sapeva di aver messo Willow a disagio. Poteva solo immaginare la sua faccia se le avesse detto che il misterioso ragazzo era il Signor Giles.

    Quando arrivò a casa, corse al piano di sopra e crollò sul letto. Era tutto troppo per lei da affrontare. Avrebbe voluto che sua mamma fosse lì, ad abbracciarla come nessun altro, lei e suo padre si era presi una vacanza per alcuni giorni e non sarebbero tornati fino a domani. Forse avrebbe dovuto portare a casa qualcuno con cui scopare; e sicuramente si sarebbe dimenticata di tutte le altre cose. L'idea era sembrata buona per un momento ma poi scacciò quel pensiero immaginando la faccia di lui se avesse visto. Non poteva fargli questo.

    Non che loro stessero insieme, ma Buffy si sentiva come se appartenesse alle sue braccia. Certo, lui era stato saziato dalla sua “esperienza”, ma era molto più di questo. Buffy sentiva qualcosa per lui.

    Ma lui non sentiva la stessa cosa per lei. Lui pensava a lei come a un giocattolo con cui poteva giocare. Alla fine, era così che era andata.

    Magari avrebbe potuto fargli cambiare idea? Forse avrebbe potuto farlo innamorare di lei. Sapeva di stare facendo un gioco pericoloso, ma come aveva detto William, a lei non importava.
    Willow aveva ragione: lui voleva lei e lei voleva lui. Cos'altro aveva da prendere in considerazione? Certo, c'era il problema che lui era il suo insegnante… ma se le cose fossero funzionate, avrebbe potuto laurearsi molto presto e poi non sarebbe stato più un problema. Se non fosse che lui era sposato… non aveva chiaramente una bella relazione con sua moglie. Litigavano spesso da come poteva vedere attraverso la finestra. E William sembrava essere respinto da lei. Poteva essere che non fosse felice la.

    Alla fine lei sperava che lui non lo fosse.

    Lui non poteva esserlo! Se lui fosse stato felice con Dru, allora non sarebbe andato a cercarla.

    Ma forse era andato a cercare lei o qualsiasi altra che fosse stata disponibile. E Buffy era stata debole.

    Avevano davvero bisogno di parlarne. Questo piano di “venire a patti con sé stessi” non funzionava alla fine.

    Buffy cercò di chiudere le emozioni e cominciare a fare i compiti questa volta. Avrebbe aiutato per un po', fino a che non vide William e Dru litigare attraverso la finestra…

    …………………………………….

    “Non c'è nessun aiuto per me.”

    “Fammi provare.” Buffy si alzò e tese la mano.


    Lui afferrò la sua mano e si alzò in piedi. Attraversarono la strada fino a casa di lei, mano nella mano, e lei sorrise. Forse c'era ancora speranza per loro.

    Buffy chiuse la porta dietro di loro, senza sapere cosa aspettarsi.

    Capitolo 9: Not a school night [Non una notte di scuola]
    Buffy chiuse la porta dietro di loro, senza sapere cosa aspettarsi.

    “Posso chiamarti William?” chiese lei esitando. Sapeva di volerlo confortare, ma lei non era sicura al cento per cento su come farlo. Buffy si morse il labbro.

    “Chiamami Spike. Tutti lo fanno,” disse con noncuranza mentre si guardava attorno nel salotto di lei.

    “Spike…” lei lo assaggiò sulle sue labbra e dopo un minuto approvò con un cenno della testa. Spike cercava di essere calmo e calcolatore, ma dentro non lo era per niente. Era nella casa di lei, nel salotto di lei

    “Allora…”

    “Allora.”

    “Guarda,” cominciò Buffy. “So che dovremmo parlare adesso ma… ma possiamo rimandare per un po'?”

    “Non lo so, penso che dovremmo ordinare un paio di cose prima…” disse lui. Buffy sospirò.

    “Ok allora… cosa stiamo facendo? Voglio dire, so quello che stiamo, beh, facendo ma… questo-” Indicò entrambi, “Cos'è questo esattamente?”

    “Non lo so.”

    “Sono contenta che ne abbiamo parlato-” disse lei sarcasticamente.

    “No, Buffy, solo… non so cosa sto facendo qui. So che questo è sbagliato, che non dovremmo fare qualsiasi cosa stiamo facendo. So che è sbagliato volerti in questo modo, ma non posso farne a meno. Voglio continuare a fare questo? Si, lo voglio. Ogni parte di me lo vuole…”

    “Ma?”

    “Ma penso che dovremmo provare ad essere più forti di quello. Sono sposato, sono il tuo insegnante, dovrei essere io… dovrei essere io quello responsabile ma ti sto corrompendo-”

    “Woah fermati cowboy. Corrompermi? Penso che sappiamo entrambi che è un pochino tardi per quello. Ed ero in quella classe tanto quanto lo eri tu.”

    “Ma avrei dovuto dire di no!”

    “E io non avrei dovuto lasciartelo fare!” Spike si fermò pensieroso mentre Buffy continuava, “Ti volevo anche io! Ti voglio! E se non era qualcosa che volevo, l'avrei fermato! Ok?” Spike stava quasi per rispondere, quando venne interrotto da un altro, “Ok?!”

    “Ok…” disse piano Spike. Stettero in silenzio non sapendo cosa dire.

    “Vuoi… vuoi sederti?” disse lei indicando il divano. Lui annuì, sedendosi in un angolo e strofinandosi gli occhi.

    “Tutto è così sbagliato…” mormorò lui mentre Buffy si sedeva vicino a lui.

    “Per me è giusto,” disse lei quietamente, senza guardarlo negli occhi. Lui la fissò con occhi tristi per un lungo momento. Sorridendo leggermente, lui le accarezzò il collo con il dorso della mano.

    “Vorrei non volerti così tanto.” Buffy si appoggiò contro il suo tocco e chiuse gli occhi. Non era abituata a tanta tenerezza.

    “Forse un giorno non lo vorrai più,” disse Buffy tristemente. La infastidiva quanto lei provasse per quell'uomo, anche se sapeva così poco di lui. Sembrava così misterioso e mondano, che cosa avrebbe mai potuto mai significare per lui? Non aiutò che lui rimase in silenzio, dimostrando la sua teoria.

    “Buffy… cos'è questo per te? Ho bisogno di saperlo. Sto impazzendo pensandoti giorno e notte.” Lui si mosse più vicino a lei sul divano, “Quando mi sei attorno voglio toccarti, esserti vicino, e ho bisogno di sapere che lo senti anche tu.” La baciò leggermente sulle labbra, prima di appoggiare la fronte alla sua. “Lo senti anche tu, Buffy? Riesci a sentirmi?” sussurrò Spike.

    Il calore aumentò tra di loro mentre i loro respiri diventavano affannosi. La loro vicinanza era troppa da gestire mentre si baciavano profondamente.

    “Mmm, Buffy,” gemette lui mentre stringeva i capelli di lei. Buffy sentì lo stomaco sottosopra mentre il loro bacio diventava frenetico. Lui le tolse il maglioncino e la sollevò sul suo grembo. Lei sentì la sua eccitazione attraverso il sottile materiale della sua gonna. Spike l'alzò su di se e ruggì quando lei aprì di più le gambe. “Amo quando porti le gonne, gattina.”

    Buffy mosse i fianchi contro i suoi mentre lui sfiorava il suo collo con i denti. Lei rabbrividì al contatto e lui sorrise. Spike la mise sul divano e si mosse su di lei senza rompere il bacio. Divenne più bisognoso e rude mentre si mossero l'uno contro l'altra, cercando un po' di attrito.

    “Lascia che ti assaggi,” disse lui senza fiato. Buffy borbottò una risposta. “Cos'hai detto?”

    “No.”

    “No? Perché no?” disse lui, guardandola.

    “Non lascio che i ragazzi lo facciano,” disse lei semplicemente. Spike cercò di scacciare la gelosia che sentì, ma ci riuscì a malapena.

    “Non sono solo un ragazzo, passerotto,” disse lui, cercando di rimanere giocoso nonostante lo sguardo serio sulla faccia di lei, Spike colse l'occasione. “Lasciamelo fare. Se non ti piace, puoi dirmi di smetterla.” disse con voce roca accarezzando il suo interno coscia. Lei gemette leggermente, ma poi si lasciò andare.

    Dio sapeva quanto voleva lasciarglielo fare, ma lasciarglielo fare significava dimostrare quello che sentiva per lui. Era troppo intima come cosa e decise che non avrebbe potuto farcela. Ma cominciò a riconsiderarlo quando Spike si mosse più vicino al suo obiettivo.

    "Per favore?" chiese lui semplicemente, facendo un broncio adorabile. La testa di Buffy ricadde sul cuscino.

    “Be-eeeeene!” urlò lei mentre lui leccava la sua fessura attraverso il pizzo delle sue mutandine lasciandola a metà frase. Con riverenza, scivolò verso le sue gambe dorate baciando ogni lembo di pelle scoperta. Fece dei cerchi con la sua lingua mentre le toglieva il materiale fradicio e se lo metteva in tasca. Buffy lo guardò interrogativamente, ma gettò la testa all'indietro quando lui tornò verso il suo centro con vigore. Lottò per non alzare i fianchi contro la sua bocca mentre lui si occupava del suo sesso gonfio.

    “Sei migliore di quanto pensassi,” disse fra le leccate. “Pronta e volenterosa, con gli occhi fiammeggianti… come l'angelo caduto dal cielo che sei.” Buffy gemette di nuovo mentre lui le succhiava la carne tenera.

    “Per favore, William-”

    “Ah ah ah, Spike,” canticchiò lui.

    “Spike, per favore…”

    “Per favore cosa? Questo,” disse rudemente mentre schioccava la lingua sul suo clitoride. Il respiro le si mozzò in gola e squittì, Spike ridacchiò al suono e le vibrazioni la fecero gemere ad alta voce.

    “Si, si, quello. Uomo, sei bravo in questo!” osservò lei. Il naso di lui rimase sepolto nel suo punto più sensibile e lo strofinò su e giù. Lui leccò un po' di umidità con la lingua e succhiò. Dio, lei aveva un buon sapore. Lo stava facendo diventare duro come l'inferno. In passato non aveva mai avuto problemi nell'assaggiare le ragazze, ma questo… questo era diverso. Buffy era diversa, ed era fuori di testa per lei. Come fece scivolare un dito dentro il suo canale, lei gridò e afferrò i cuscini del divano fino a far diventare le nocche bianche.

    Lei era così vicina; lui poteva sentirlo; e questa volta, non era solo una sensazione che aveva. Rimase sorpreso sentendo le sue pareti interne stringere il suo lungo dito e succhiò con più forza il suo clitoride. Lei venne selvaggiamente, dibattendosi talmente tanto che lui le tenne i fianchi finché le convulsioni non finirono.

    Spike le diede un'ultima leccata e la guardò con un sorriso orgoglioso mentre lei cercava di riprendere fiato. Si alzò su di lei e la baciò profondamente; lei rispose con entusiasmo, amando il suo sapore sulle sue labbra.

    “Allora,” disse lei guardando nei suoi occhi con un'espressione vitrea, “cosa adesso?”

    Capitolo 10: In the middle of the night [Nel mezzo della notte]
    “Allora,” disse lei guardando nei suoi occhi con un'espressione vitrea. “cosa adesso?”


    Spike sembrò davvero pensarci per un momento; cioè, fino a quando non arricciò la lingua dietro i denti e le torse leggermente un capezzolo.

    “Penso che dovremmo andare al piano di sopra, passerotto.”

    Tutto quello che fece Buffy fu annuire.

    Prendendolo per mano, Buffy si alzò in piedi e lo portò al piano di sopra. Spike ridacchiò un po' all'ansia di lei. Considerò brevemente la gravità di quello che stava facendo, ma la scacciò. Rifiutò di sprecare il tempo che passava con lei. Lo rifiutò e basta. Spike le sorrise quando lei praticamente buttò giù la porta per entrare.

    Spike si lanciò su di lei e lei strillò, cercando di scappare. L'acchiappò velocemente fra le sue braccia e caddero sul letto.

    “Aspetta, passerotto,” disse lui alzandosi e chiudendo le tende della finestra. Un breve brivido di dolore lo attraversò mentre guardava dall'altra parte della strada verso casa sua. La sua tristezza strinse il suo cuore quando cominciò a piovere.

    Spike guardò Buffy. Era bellissima distesa sul letto che lo aspettava unirsi a lei. Lei sorrise lentamente, guardandolo come se lui fosse perfetto. Si sentiva voluto. Lei aprì le braccia per lui e gli chiese di andare da lei. Ogni parte di lui voleva unirsi a lei, ma per qualche ragione i suoi piedi si rifiutarono di muoversi da quel posto. Vedendo la sua indecisione, Buffy si alzò e gli avvolse le braccia intorno alla vita.

    “Balli con me?” chiese lei dolcemente, un po' imbarazzata per il commento. Tutti i pensieri uscirono dalla mente di lui mentre lei si strofinava innocentemente sul suo petto e ondeggiava con lui. Spike posò la testa sui suoi boccoli dorati e respirò a fondo. Voleva rimanere così per sempre.

    Ballarono sotto il dolce suono della pioggia che cadeva, una leggera luce viola della luna spezzava l'oscurità. La mente di lui si fece pesante e nebbiosa, ubriacandosi della presenza di lei. Si immaginò quanto le era mancata prima che si incontrassero; come la solitudine scomparve quando lei lo guardò.

    Spike le baciò la tempia e gli occhi di lei si chiusero contro il suo petto. Lui si aprì per lei giusto quando la baciò. Nessuno dei due si mosse per approfondire il bacio per non rovinare la quiete perfetta di quella notte.

    Buffy fece un passo indietro e si tolse lentamente la camicetta. I suoi grandi occhi mostravano il suo nervosismo, ma Spike non disse niente. Sentì l'intimità del momento, feroce e spaventosa. Spike la seguì e si tolse la sua camicia.

    Presto, il resto dei loro vestiti giacevano sul pavimento mentre si fissavano l'un l'altra in soggezione. Spike la prese tra le braccia, facendola distendere sul letto e salendo su di lei.

    “Sei una dea, lo sai questo?” disse lui. Buffy era sorpresa dalla sincerità della sua voce e lo baciò teneramente.

    Spike fece correre le dita lungo il suo stomaco e lei rabbrividì. Giocarono con la pelle di lei mentre si avvicinavano sempre di più nel punto in cui lei ne aveva bisogno.

    “Per favore,” disse lei semplicemente.

    “Per favore cosa?”

    “Per favore, Spike… non prendermi in giro. Non questa volta,” lo pregò lei senza troppa convinzione. Spike ridacchiò e la baciò sul naso prima di prendere a coppa il suo monte.

    “Va meglio così?”

    “Si,” sussurrò lei. “Molto, molto meglio.” Lui mosse la mano avanti e indietro e lei si spinse leggermente contro di essa.

    “Così bagnata… è per me?”

    “Hmm?” mormorò lei.

    “Per me, Buffy? Solo per me?” disse lui mentre faceva scorrere un dito fra le sue labbra e poi lo succhiava. Buffy si lamentò alla vista.

    “Oh si,” rispose lei con entusiasmo. La visione davanti a lui stava diventando troppa. Tutto il sangue si precipitò a sud e si sentiva come se stesse morendo senza il suo tocco.

    “Mi dispiace, amore, non posso più aspettare. Devo averti,” disse lui senza fiato posizionandosi alla sua entrata e scivolando dentro di lei lentamente. Gli occhi di Buffy rotolarono all'indietro.

    Spike si strofinava contro di lei con ogni spinta, cercando di trovare il punto più debole dentro di lei. Quando lei gemette e alzò le braccia contro la testiera del letto, sapeva che sarebbe successo. Lui la fece gemere e mormorare mentre spingeva un po' più velocemente.

    Sollevando una gamba sopra la sua spalla, Spike spinse dentro di lei. Tutto quello che voleva era guardare il suo seno perfetto e schiacciarla sul materasso, ma si trattenne. Doveva trattenersi. Doveva-

    “Più veloce!” gridò lei. Lui grugnì e si spinse più veloce.

    “Uhn, uhn, Buffy sei, ah incredibile,” gridò lui incoerente. Lei non aveva bisogno di rispondere; le sue pareti interne parlarono per lei mentre si stringevano intorno a lui. La testata del letto sbatteva contro il muro mentre il letto scricchiolava. “Avanti baby, avanti, vieni per me.” Gemette lui nel suo orecchio.

    Spike spinse dentro di lei più veloce che poteva. Sentiva le sue pareti interne spremerlo, portandolo al suo orgasmo come lei.

    Anche quando scesero dalle vette del piacere, Spike continuò a spingere dentro di lei. Quando non ebbe più energia, collassò su di lei.

    Lei ridacchiò piano tra i i sospiri di soddisfazione. Spike sorrise e mise le mani ai lati del viso di lei. I suoi grandi, verdi occhi incontrarono quelli di lui e si sentì perso.

    “Spike, dimmi qualcosa di bello,” disse lei gentilmente. Lui ci pensò per un momento e disse.

    “Ho paura di svegliarmi nella notte, e scoprire che questo è solo un sogno…” disse lui, i suoi occhi erano lontani.

    “Troppo lusinghiero e dolce per essere sostanziale.” Concluse lei.
    Spike era sorpreso che lei conoscesse quella poesia. È davvero perfetta per me. La guardò addormentarsi fra le sue braccia e sapeva che quello era come doveva essere.

    Che ne pensate?? :)
     
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  9. Spike-Spuffy
     
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    Capitolo 11: Harsh light of day [Crudele luce del giorno]
    La mattina dopo, Buffy si svegliò tra le braccia di Spike. Per un attimo, lei rimase sul letto guardando la sua espressione da bambino mentre dormiva. Era così adorabile che dovette baciarlo. Senza aprire gli occhi, lui la baciò di rimando.

    “Buongiorno, passerotto,” disse rocamente cercando di schiarirsi la gola. Si strofinò gli occhi e la trovò a guardarlo pensierosa.

    “'Giorno,” disse lei dolcemente.

    Spike sbadigliò e stiracchiò le braccia sopra di lui. Buffy guardò i muscoli delle braccia e delle spalle guizzare; si leccò inconsapevolmente le labbra.

    “Che ore sono?” gracchiò lui, guardando per la stanza in cerca di un orologio. Buffy salì su di lui alla ricerca della sveglia sul comodino. Spike le accarezzò i fianchi giocosamente, suscitando una risata dalla ragazza.

    “Mezzogiorno circa,” replicò lei fra le risate. Sembrava così bella su di lui in quel modo, il sole che illuminava la sua pelle.

    “Mi piace farti ridere,” disse lui onestamente. Buffy gli sorrise. Sembrava così giovane e innocente sotto di lei, come un ragazzino che ha un prezioso giocattolo in braccio. Stava per baciarlo quando impallidì.

    “Mezzogiorno?! Oh mio- oh mio Dio! Devi andartene!” esclamò lei mentre scendeva dal letto.

    “Cos-? Perché?” rispose lui, confuso dal suo cambio d'umore.

    “I miei genitori ritornano alle 12:30 dal loro viaggio! Devi andartene, adesso.”

    “Buffy, calmati, sto per alzarmi. Vedi?” fece un cenno ai pantaloni che stava indossando. “Abbiamo ancora mezz'ora e vivo dall'altra parte della strada. Non è lontano, amore,” disse lui in modo calmo mentre si rimetteva i vestiti. Buffy sembrò rilassarsi un po', ma si mosse per la stanza ansiosamente. Lui non poteva aiutare l'insicurezza che era dentro di lei mentre realizzava che lei si vergognava di lui. Ma certo che lo faceva, lui era il suo insegnante. Lui non significava niente per lei come tutti gli altri.

    Ma lei lo aveva fatto rimanere per la notte, cosa che lui non l'aveva vista farlo con gli altri. Di solito se ne andavano dopo cinque minuti. Questo gli diede una piccola speranza.

    Quando entrambi finirono di vestirsi, Spike la baciò sulla fronte e uscì. Centinaia di pensieri e preoccupazioni fluttuarono nella sua testa per il sopravvento, ma Spike li mise da parte. Si rifiutò di essere disturbato oggi.

    Mentre saliva i gradini di casa sua, notò che c'era qualcosa di diverso. Spike aprì la porta e non sentì nulla: niente colpi, niente urla o parole, solo silenzio. Chiudendo la porta, chiamò Dru per tutta la casa. Lui poteva metterci la mano sul fuoco, ma c'era qualcosa di sbagliato.

    “Dru? Drusilla, sei lì?” Urlò per le scale. Salendo per le scale, pregò che Dru non avesse fatto qualcosa di stupido dopo la loro litigata. Proprio quando raggiunse il piano superiore, sentì un leggero scricchiolio e guardò giù. Un piccolo, strappato pezzo di carta e un CD giacevano sulla cima della scala. Lo stomaco di Spike si contorse.

    Con mano tremante, Spike aprì la nota strappata e lesse:

    Ho mentito riguardo al bambino. È ora di andarmene. Non mi vedrai di nuovo. Per favore ascolta.
    ~ Ti amerò per sempre, Drusilla


    Spike si precipitò in camera da letto e cercò nei suoi cassetti, ma non trovò nulla. Vuoto. Il senso di colpa della notte scorsa riemerse in tutta la sua forza. Spike si sforzò di andare al piano di sotto.

    Con uno strano sentimento, Spike mise il CD nel registratore in salotto. Per una volta, l'avrebbe ascoltata.

    Let me hold you for the last time [Lascia che ti abbracci per l'ultima volta]
    It's the last chance to feel again [È l'ultima occasione per sentire di nuovo]
    But you broke me now I can't feel anything [Ma tu mi hai distrutta adesso non riesco a sentire niente]
    When I love you, it's so untrue [Quando ti amo, è così falso]
    I can't even convince myself [Non riesco neanche a convincere me stessa]
    When I'm speaking, it's the voice of someone else [Quando sto parlando, è la voce di qualcun altro]

    Oh it tears me up [Oh mi distrugge]
    I try to hold on, but it hurts too much [Cerco di tenere duro, ma fa troppo male]
    I try to forgive, but it's not enough to make it all okay [Cerco di dimenticare, ma non è abbastanza per mettere tutto a posto]

    You can't play on broken strings [Non puoi giocare con corde rotte]
    You can't feel anything that your heart don't want to feel [Non puoi provare niente che il tuo cuore non vuole provare]
    I can't tell you something that ain't real [Posso dirti qualcosa che non è reale]
    Oh the truth hurts and lies worse [Oh la verità fa male e le bugie sono peggio]
    How can I give anymore [Come posso dare di più]
    When I love you a little less than before [Quando ti amo un po' meno di prima]


    Non sapeva che Dru aveva sentito le stesse cose che aveva sentito lui. Se solo lei glielo avesse detto coerentemente… Aveva cercato di dirglielo per tutto il tempo ma lui era così concentrato sui suoi problemi che aveva rifiutato di ascoltare. Lui aveva sbagliato e anche lei, ma questo era per colpa di lui. Era rimasto con lei, e mentre gli sembrava la cosa giusta da fare, aveva fatto la cosa peggiore.

    Oh what are we doing we are turning into dust [Oh quello che stiamo facendo è ridurci in polvere]
    Playing house in the ruins of us [Mettere case fra le nostre rovine]
    Running back through the fire [Correre indietro attraverso il fuoco]
    When there's nothing left to save [Quando non è rimasto niente da salvare]
    It's like chasing the very last train when it's too late [È come inseguire l'ultimo treno quando è troppo tardi]
    Oh it tears me up [Oh mi distrugge]
    I try to hold on, but it hurts too much [Cerco di tenere duro, ma fa troppo male]
    I try to forgive, but it's not enough to make it all okay [Cerco di dimenticare, ma non è abbastanza per mettere tutto a posto]

    You can't play on broken strings [Non puoi giocare con corde rotte]
    You can't feel anything that your heart don't want to feel [Non puoi provare niente che il tuo cuore non vuole provare]
    I can't tell you something that ain't real [Posso dirti qualcosa che non è reale]
    Oh the truth hurts and lies worse [Oh la verità fa male e le bugie sono peggio]
    How can I give anymore [Come posso dare di più]
    When I love you a little less than before [Quando ti amo un po' meno di prima]


    Dru gli stava dando la vita che lui voleva lasciandolo. Lei se ne era disinteressata: certamente all'inizio. Ancora non ci credeva che lei se ne fosse andata. La canzone continuò e pulsava nel suo petto. Lui sentiva ogni parola.

    But we're running through the fire [Ma stiamo correndo indietro attraverso il fuoco]
    When there's nothing left to save [Quando non è rimasto niente da salvare]
    It's like chasing the very last train [È come inseguire l'ultimo treno]
    When we both know it's too late (too late) [Quando sappiamo entrambi è troppo tardi (troppo tardi)]

    You can't play on broken strings [Non puoi giocare con corde rotte]
    You can't feel anything that your heart don't want to feel [Non puoi provare niente che il tuo cuore non vuole provare]
    I can't tell you something that ain't real [Posso dirti qualcosa che non è reale]
    Oh the truth hurts and lies worse [Oh la verità fa male e le bugie sono peggio]
    How can I give anymore [Come posso dare di più]
    When I love you a little less than before (Quando ti amo un po' meno di prima]

    Let me hold you for the last time [Lascia che ti abbracci per l'ultima volta]
    It's the last chance to feel again… [È l'ultima occasione per sentire di nuovo…]


    Quando le ultime parole risuonarono come un eco in casa, la pesante, soffocante pressione dentro di lui scomparve. Si sentì bene e resuscitato, ma in qualche modo vuoto dove l'oscurità era stata. Spike se lo scrollò di dosso e sospirò. Avrebbe dovuto sentirsi peggio; dopotutto, sua moglie aveva appena impacchettato le sue cose e l'aveva lasciato, presumibilmente per non rivederlo mai più. Una parte di lui era triste, non perché lei se n'era andata, ma piuttosto perché lui si sentiva responsabile della rovina di lei. Non ce l'aveva spinta?

    Spike si asciugò le lacrime dagli occhi. Doveva parlare con Buffy. Si alzò e corse fuori dalla porta verso casa di lei. In modo frettoloso, Spike suonò il campanello più volte non vedendo l'ora di parlare con lei.

    Stava per bussare selvaggiamente alla porta quando sentì il catenaccio e la porta si aprì un po'. Una donna che lui riconobbe come la mamma di Buffy stava in piedi dall'altra parte. Aveva completamente dimenticato che i genitori di Buffy erano tornati. La sua bocca di aprì e si chiuse come quella di un pesce.

    “Signor Giles? Posso… posso aiutarla?” chiese lei preoccupata. Doveva esserle sembrato un malato di mente dal livello di preoccupazione da qualcuno che lui conosceva appena.

    “Joyce… salve, io um… stavo cercando..”

    “Cosa?”

    “Il mio… cane. L'ho perso e mi stavo chiedendo se voi l'avevate…visto?” Spike avrebbe voluto sbattere la testa contro al muro per la sua stupida scusa di cercare... beh, una scusa.

    “Oh, mi dispiace così tanto!” disse lei, sinceramente preoccupata per il benessere del cane. “Non sapevo che lei avesse un cane,” disse più a sé stessa che a lui.

    “Nuovo cane… così l'avete visto?”

    “Beh, lui com'è?” disse lei, in cerca di dettagli. Spike era agitato e non riusciva a pensare, la sua energia emozionale dispersa.

    “Uh, marrone?”

    “Non credo di aver visto un cane marrone, ma sono appena tornata a casa da un viaggio. Magari mia figlia Buffy l'ha visto. Aspetti, Buffy?!” gridò lei. “Buffy! Vieni giù un momento!”

    “Sto venendo, sto-” lei lo vide in piedi fuori dalla sua porta mentre spalancava gli occhi. “Sp- um, Signor Giles? Posso aiutarla?”

    “Stavo… stavo cercando il mio c-cane…”

    “Ha un cane?” chiese lei incredula.

    “Scusate, io solo… vado.” disse mentre praticamente saltava i gradini dell'ingresso. Aveva bisogno di stare con Buffy o da solo e da quando lei era preoccupata, era ora di stare da solo.

    “Darò un'occhiata!” gridò Joyce alla sua schiena. “Quello è un uomo strano,” ammonì lei mentre chiudeva la porta.

    “Già…” rispose Buffy confusa. “Strano.”

    Sapeva che che c'era qualcos'altro e l'avrebbe scoperto.

    Capitolo 12: Sweet agony [Dolce agonia]
    Spike vagava per le strade di Sunnydale. Anche se era una piccola città, era facile perdersi per le strade piene di curve. Se avesse fatto attenzione a dove metteva i piedi, certamente avrebbe saputo dove si trovava. Ma era così perso nei suoi pensieri che aveva perso sé stesso. Non riconosceva niente.

    Come un bambino, tutto quello che voleva era tornare a casa, ma non aveva più una casa. Tutto quello che aveva, l'aveva condiviso con Dru e lei se n'era andata…

    Tutto quello che voleva era Buffy.

    Buffy: con la sua dolce voce e il sorriso perfetto, con i suoi occhi di smeraldo, profondi per la sua età. Lei era la sua salvezza, ma cos'era lui per lei? Cosa avrebbe mai potuto darle?

    Non aveva dato molto a Dru; se non altro, le aveva portato via tutto ciò che somigliava alla ragazza che era una volta. Spike ricordò un tempo quando l'amava.. almeno pensò di esserlo stato. Ai tempi in cui lei sembrava esotica e affascinante, quando era interessata a lui. Lo aveva trasformato dal timido, balbettante William allo sveglio punk Spike. Perché aveva voluto lui? Magari perché lui era rimasto con lei dall'inizio: perché lui non riusciva a capire come una ragazza come Dru aveva scelto uno come lui. Si era sentito bene per un po'.

    Spike calciò una pietra sul marciapiede.

    E il bambino? Gli aveva detto che non stava mentendo, ma il giorno dopo era fuggita. E se fosse stata la verità, ma non era suo? Spike non sarebbe stato sorpreso dalla sua infedeltà. Ma se fosse stata la verità ed era suo, e lui l'aveva solo lasciata andare? Aveva sempre voluto un bambino, ma non ne voleva uno di Dru e si sentiva una persona terribile.

    Camminò per ore e pensò a sua moglie, Dru, al bambino, a Buffy e a tutto quello che gli dava fastidio. Alla fine, trovò la strada per tornare a casa e guardò alla finestra per vedere se Buffy era a casa.

    Purtoppo, lei aveva chiuso le tende. Una parte di Spike avrebbe voluto attraversare la strada e chiederle di venire fuori. Non voleva ammetterlo, ma lei poteva essere con qualcun altro. Il pensiero gli fece ribollire il sangue e gelare allo stesso tempo. Le nocche di Spike divennero bianche mentre stringeva i pugni. I suoi occhi si strinsero mentre cercava disperatamente di vedere oltre l'ombra viola.

    Dopo qualche minuto, si arrese e collassò sul suo letto. Voleva il suo conforto e l'aroma di vaniglia che impregnava la stanza e lo circondava. A Spike le mancava e si addormentò cullando un cuscino tra le braccia.

    …………………………………….

    Buffy camminava nella sua stanza. Cosa stava succedendo a lui? Spike era sembrato un cucciolo sperduto quando si era presentato alla sua porta.


    Mentre saliva sull'albero, realizzò quanto inappropriato fosse piombare in casa sua. Si fermò e si appese a un altro ramo per un momento, considerando cosa stava facendo. E se Dru fosse stata là? E se stanno… dopotutto, lei era sua moglie pensò tristemente. Guardando la finestra, decise di procedere e sperò che fossero già addormentati o non nella stessa stanza.

    Trovò un ramo più robusto e vicino alla finestra e ci avvolse le gambe intorno. Buffy sorrise quando lo vide dormire, il suo viso imbronciato. Era buio, ma sembrava fosse solo. Bussò leggermente al vetro.

    “Spike.” sussurrò. “Spike!” L'uomo si mosse un po' nel sonno ma non mostrò segni di risveglio. Buffy roteò gli occhi e cercò di aprire la finestra dall'esterno. Quando non si mosse, bussò alla finestra un po' più forte. “Spike, svegliati!” Disse un po' troppo forte. Si guardò intorno per assicurarsi che nessuno l'avesse sentita.

    Fortunatamente, Spike si sedette sul letto.

    “Spike!” sussurrò lei mentre cercava di nuovo di aprire la finestra. Gli occhi di lui si spalancarono e corse immediatamente alla finestra. Tirando il pannello dipinto, Spike lottò per farla entrare. Temendo che lei sarebbe caduta dall'albero e rotta il collo, lo tirò con forza rinnovata.

    “Odio questa maledetta finestra!”

    “Cosa?” disse lei.

    “Cosa hai detto?” replicò lui. Le loro voci erano attutite dal vetro spesso e verniciato. “Aspetta.”

    “Cosa?!” disse di nuovo lei un po' troppo forte. Spike indicò la finestra e fece il gesto di aprirla. Buffy annuì, anche un po' divertita. Mise la mano contro il vetro e gli fece segno di guardarla. Mentre si indaffarava, lui notò la sua mano e lo scintillio dei suoi occhi. Lei sorrise mentre lui alzava la mano per incontrare la sua.

    Improvvisamente, il ramo tremò sotto il suo peso. Lui vide l'espressione di paura sulla sua faccia mentre cominciava a scricchiolare. Nella foga del momento, Spike corse fuori dalla stanza, scese le scale e poi sul prato. La prese appena raggiunse l'albero, ma il ramo era venuto giù con lei lo aveva colpito in faccia. Lui collassò e lei cadde su di lui.

    “Oh mio Dio, Spike? Stai bene?” chiese lei preoccupata.

    “Si, sto bene passerotto.”

    “No, non lo sei! La tua testa sta sanguinando!” esclamò lei.

    “Non sento niente. Tu stai bene?” chiese lui seriamente.

    “Un po' ammaccata probabilmente, ma a te ti ha colpito!”

    “Fammi vedere,” lui si mise a sedere.

    “Spike, sto be-”

    “Fammi vedere,” le ordinò severamente. Lei non sapeva se era preoccupazione scritta sul suo volto o la sua 'voce da insegnante', ma rimase in silenzio e gli mostrò la gamba. Lui se la mise gentilmente sul grembo e diede un'occhiata. Annuendo a sé stesso, la rimise sul prato. “Sembra che stia bene, ma per essere sicuri ci metteremo del ghiaccio. Vieni dentro, amore,” disse lui alzandosi. Camminarono in silenzio e andarono in casa. Spike prese del ghiaccio dal freezer, lo avvolse in alcuni tovaglioli di carta e lo posò lentamente sulla sua gamba.

    “La prossima volta amore, vieni solo dalla porta principale,” Ridacchiò lui leggermente prima di sentire la ferita sulla sua testa pulsare.

    “Spike? Dovresti probabilmente metterci sopra un cerotto.”

    “Probabilmente hai ragione,” replicò lui, ma non voleva smettere di abbracciarla.

    “Beh, se fossi venuta dalla porta principale, sai, qualcuno che non sei tu avrebbe potuto rispondere.” Spike non disse niente per un momento e fissò il pavimento.

    “Dru… Dru se n'è andata,” disse lui piano. Buffy guardò il suo volto in cerca di un qualsiasi barlume di emozione, ma lo nascondeva bene.

    “Oh…” disse lei, incapace di trovare qualcosa di meglio da dire. “Cos'è successo?”

    “Dru ha lasciato un messaggio… dicendo che 'era ora per lei di andarsene'. Dicendo che aveva mentito riguardo… certe cose.” Spike non sapeva perché non poteva semplicemente dire a Buffy riguardo al bambino, ma qualcosa dentro di lui lo mise in guardia.

    “Mi dispiace tanto, Spike,” disse Buffy tristemente. Spike voleva risponderle, ma non poteva. La guardò mentre lei si sedeva sul bancone della cucina, dispiaciuta per lui. Il dolore che aveva provato per la scomparsa di Dru tornò e tutto quello che voleva era confortarla. Voleva sentire qualcosa.

    Spike la baciò appassionatamente come se fosse alla disperata ricerca di qualcosa dentro di lei. Buffy non sapeva come lui si sentiva, ma se era quello di cui lui aveva bisogno, allora non avrebbe fatto domande. Avrebbe aspettato. E poi avrebbero parlato.

    La faccia di Buffy era febbricitante e lui la baciò dovunque poteva. Spike le tolse velocemente la camicia da notte e le baciò un percorso verso lo stomaco. L'umidità scese tra le sue cosce e si immaginò loro insieme. Avvolgendo le gambe intorno alla sua vita lei spinse i pantaloni della tuta di lui giù fino ai tuoi piedi. Non c'era tempo per i preliminari questa volta, avevano solo bisogno l'uno dell'altra.

    Lui entrò dentro di lei con un'unica spinta e si crogiolò nella dolce agonia della loro connessione. Si spinse dentro di lei ancora e ancora mentre lei si accasciava sul tavolo, i suoi capelli ovunque come una dea.

    “Sai di amare il mio cazzo dentro la tua deliziosa figa.” Gemette lui mentre spingeva con ardore. Lei mormorò una risposta, ma non era abbastanza. “Dimmi quanto hai bisogno di questo, baby.” Lui accelerò le spinte. “Dimmi che sono l'unico che ti fa sentire così.”

    Mentre i suoi colpi diventavano più selvaggi, la pregò di dirglielo negli occhi. Lei era così persa nella sua passione che non poteva rispondere, ma lui prese il suo silenzio come qualcosa di completamente differente. La immaginò con tutti gli altri uomini che lei si era portata a letto. La gelosia salì alle stelle dentro di lui. Nessuno tranne me, nessuno. Lei è MIA era il solo pensiero che correva nella sua mente. Un bisogno primordiale uscì in superficie mentre gridava. “DIMMELO, Buffy!”

    Buffy era incoerente mentre la passione della loro unione sovrastava i suoi sensi. Di nuovo senza una risposta, Spike fermò i suoi movimenti. Fu allora che Buffy notò la disperazione e l'insicurezza nei suoi occhi. Le sue spinte rallentarono.

    “Io-”

    “Dimmi che sono l'unico,” la interruppe dolcemente, con voce leggermente spezzata dallo sforzo. Buffy non riusciva a credere quanto velocemente era cambiato il suo comportamento. Ora a pochi centimetri da lei, lei poteva vedere la sua espressione di incertezza; lei gli accarezzò la guancia e lo guardò inarcarsi contro il suo palmo.

    Capitolo 13: Doors close and windows open [Porte chiuse e finestre aperte]
    “Dimmi che sono l'unico.” La interruppe dolcemente…

    Buffy si morse il labbro, non sapendo cosa dire. Vero, provava qualcosa per lui. Ma era disposta a donare sé stessa a qualcuno che poteva farle male come Riley? Non sapeva se sarebbe riuscita a sopportare un altro colpo del genere. Considerando le loro circostanze, era ancora più probabile che non potevano stare insieme.

    Ma il suo silenzio lo rese debole. I suoi occhi blu erano pieni di passione e paura prima di cominciare a indurirsi. Non era questo un uomo il cui cuore era appena stato spezzato? Buffy non sapeva fino a che punto corsero i suoi sentimenti, ma sentiva abbastanza bene per aiutarlo.

    Lei gentilmente lo guidò davanti ai suoi occhi.

    “Sei l'unico,” disse lei semplicemente. Lei guardò i suoi occhi in cerca di qualsiasi esitazione, ma dentro di loro vide solo sincerità. Spike sorrise un po' mentre le sue paure sparivano, credendo a malapena quanto potere aveva su di lui. Un tocco, una singola occhiata da lei e le avrebbe donato il mondo.

    Lei non gli aveva mentito; lui era l'unico. Ma quanto a lungo sarebbe durata? La fisicità, la passione: cose che lei non poteva capire e affrontare. Le vere, sincere emozioni del cuore erano un mistero per lei. Non riusciva a gestirlo per il momento.

    Con le gambe di lei avvolte intorno alla sua vita, lei lo incoraggiò a spingere dentro di lei. Lui lo fece con entusiasmo e fece scricchiolare e gemere il tavolo. Buffy lasciò andare tutto e lasciò sé stessa sentirlo dentro di lei. Lei gemette mentre lui cambiava angolazione. Lui la spinse sul tavolo con fervore finché non raggiunsero la completezza.

    Entrambi tentavano invano di regolarizzare il loro respiro. Non seppero quanto rimasero in quella posizione; potevano essere minuti o ore e millenni. Ma erano perfettamente sazi l'uno nelle braccia dell'altra.

    “Ti amo,” sussurrò lui con reverenza, toccandole gentilmente il collo. Fortunatamente lui non vide come gli occhi di lei si spalancarono per la sorpresa e la paura. Quando lui sollevò la testa per guardarla di nuovo, lei sorrise e annuì leggermente.

    Lo baciò con gli occhi aperti.

    Spike uscì da lei e internamente si lamentò per la perdita di contatto. La voleva già di nuovo e quel pensiero lo spaventò.

    “Probabilmente dovrei andare,” sussurrò lei gentilmente. Ci fu un momento di puro panico negli occhi di lui, ma si sgonfiò altrettanto rapidamente.

    “Okay,” disse lui mentre le baciava la tempia con amore. La guardò mentre lei si ripuliva e si rimetteva la camicia da notte dalla testa. Gli diede un bacio sulla guancia e si diresse fuori.

    “Ci vediamo a scuola,” disse lei guardando oltre la sua spalla prima di chiudere la porta.

    “Ci vediamo,” disse lui al corridoio vuoto.

    …………………………………….

    Spike guardò la classe vuota mentre l'ultima campanella suonava.

    Non avrei dovuto dirle che l'amo, non avrei dovuto dirlo! Perché l'ho fatto?! Si lamentò Spike internamente. Non rimpiangeva il sentimento, ma non avrebbe dovuto dirglielo così. Lei era solo una ragazzina per l'amor del cielo! Come poteva aspettarsi che lei fosse capace di provare quel tipo di emozione o anche solo un impegno alla sua età? Spike si passò le mani tra i capelli. È solo più giovane di dieci anni… cercò di giustificarsi, ma poi scosse la testa. Dieci anni sono molto tempo.

    Spike ricordò gli eventi di quel giorno:

    Lui era arrivato a scuola con venti minuti prima del solito cercando Buffy nel caso fosse arrivata in anticipo. Non si era nemmeno presentata nella sua classe. Da quello che aveva capito, lei aveva perso le prime due ore di scuola e vagava nella classe di Educazione Civica di lei quindici minuti dopo.

    Cosa stava cercando di fargli? O cosa stava cercando di dirgli?

    Aveva dato un'occhiata durante la sua pausa pranzo, ma non l'aveva trovata. Aveva addirittura chiesto ai suoi compagni di classe se l'avevano vista. Aveva usato la scusa che non si era presentata nella sua classe e non aveva seguito la lezione quella mattina. La testolina rossa aveva affermato di non averla vista per tutto il giorno.

    Buffy non era andata a trovarlo, non l'aveva contattato in alcun modo. Forse aveva solo bisogno di elaborare, ma se era così, perché non gliel'aveva detto? Ipotizzò che ce l'avrebbe fatta.

    Ma più lei era lontana, più si sentiva male per lei. Se avesse potuto vederla per un momento sarebbe andato tutto bene. Ma no: lei doveva evitarlo e farlo preoccupare per tutto il giorno.

    Poi, nel bel mezzo della settima ora, aveva pensato di averla intravista fuori dalla sua porta. Aveva sentito l'urgenza di correre fuori dalla stanza a metà frase e assicurarsene, ma cosa sarebbe successo agli altri i venti e passa ragazzi a cui stava insegnando? Una parte di lui voleva dire loro 'andate all'inferno', ma sapeva di poter fare meglio. L'avrebbe vista di nuovo; dopotutto, abitava dall'altra parte della strada. Per quanto poteva sparire?

    L'ottava ora arrivò e passò. Nel momento in cui la campanella dell'ottava ora suonò, l'agitazione di Spike raggiunse il suo picco.


    Aveva davvero bisogno di controllare meglio le sue emozioni.

    Spike strinse una pallina antistress che aveva trovato qualche settimana prima sul pavimento. Alla fine non aveva calmato i suoi nervi. La lanciò attraverso la stanza e colpì il muro con un piccolo schiocco. Aiutò un po'. Non si preoccupò di raccoglierla.

    …………………………………….

    Buffy si sentiva male per averlo ignorato tutto il giorno. Si giustificò che non era colpa sua se non aveva sentito la sveglia e aveva perso le prime due ore di scuola. Non era colpa sua se aveva deciso di mangiare in biblioteca perché voleva recuperare un po' di compiti che aveva trascurato di fare. E non era colpa sua se aveva raggiunto il bagno durante la settima ora, e aveva preso la strada più lunga per andare nella sua classe.

    Non che lei non volesse vederlo. A conti fatti, le era mancato terribilmente per tutto il giorno. Dopo il weekend che avevano condiviso, Buffy aveva voglia di parlare con lui ma cosa avrebbe detto? Non aveva ancora capito i suoi sentimenti o quello che voleva dalla loro 'relazione'.

    Era chiaro cosa volesse lui. Sperò che lui non si fosse preoccupato troppo per lei. Almeno, non quanto lei era preoccupata per lui…

    Buffy sbatté la testa contro il suo armadietto mentre l'ultima campanella suonava. Dio, cos'aveva quell'uomo? Quanto potere aveva su di lei?

    Mentre strofinava il piccolo bernoccolo che aveva in testa, capì che quell'attesa non era la risposta.
    Stava solo peggiorando le cose e lei era una persona che agiva.

    Prendendo una decisione, Buffy camminò velocemente verso la classe dove sperava che lui fosse ancora. Quando raggiunse la porta, lo vide rannicchiato sulla sedia con le mani che gli coprivano il viso. Buffy prese un profondo respiro e andò dentro, chiudendo la porta dietro di lei con un thwak.

    Lui si mise a sedere diritto all'ingresso di lei. Buffy sbatté i suoi libri sul tavolo più violentemente di quanto intendesse.

    “Dobbiamo fare una chiacchierata. Ora.”


    Capitolo 14: The talk [La chiacchierata]
    “Dobbiamo fare una chiacchierata. Ora.”

    Spike era così sorpreso di vederla che la sua bocca di aprì e si chiuse come quella di un pesce. Si aspettò che lei volesse chiudere e stare solo lontana da lui.

    “Cosa?” rispose lui stupidamente.

    “Parlare. Ora.”

    “Bene, parleremo. Perché mi hai evitato?” disse lui con un tocco di fastidio che aveva provato per tutto il giorno.

    “Non ti ho evitato…”

    “Allora dove sei stata? Mi stai dicendo che è semplicemente capitato di arrivare in ritardo a scuola e saltare il pranzo-”

    “Cosa fai, mi spii?”

    “No, Buffy sto solo-”

    “Smettila. Solo smettila, okay?” Lei fece una pausa per un momento, guardandolo direttamente negli occhi.

    “Scusa. Vuoi parlare? Bene. Vai. Il palcoscenico è tuo,” disse lui appoggiandosi allo schienale della sedia. Buffy pensò a quello che stava per dire prima di parlare.

    “Come mi trovi?” disse lei semplicemente.

    “Cosa vuoi dire?”

    “Voglio dire, cosa sono per te? Perché prima di tutto questo, fiasco,” Buffy agitò il braccio enfaticamente per sottolineare il suo punto. “Non pensavo davvero di piacerti come studentessa. Te la prendevi con me basandoti sul giorno. Odiavo venire qui perché cercavi sempre delle ragioni per rendere questa classe un vero inferno e mi facevi sentire una ignorante, stupida ragazzina!” Lei prese un profondo respiro e Spike mi mosse per interromperla. “Ma poi, quel giorno tu eri qui e mi hai baciata e io… non sapevo cosa rispondere a quello. Così stavo baciando il mio insegnante di Inglese, lo stesso insegnante che pensavo mi disprezzasse, ma a cui non sembrava dispiacesse. Per un minuto, sono stata felice di sentirmi voluta. È un problema che ho.

    “Ma poi, mi è venuto in mente che che potevi avermi vista attraverso la mia finestra. Probabilmente avresti potuto supporre che fossi una puttana da quattro soldi che avresti potuto vincere o con cui soddisfare qualche strana fantasia. Dopotutto, tua moglie era pazza, giusto? Così ho provato a prenderti in giro… non lo so, sembrava una buona idea al momento. Ma era un'idea stupida perché a quanto pare ha solo alimentato di più il fuoco! Mi hai perseguitata dopo quello! Mi hai baciata ancora e non sono riuscita a fermarmi perché…”

    “Perché cosa, passerotto?” chiese lui guardandola intensamente.

    “Perché ti volevo anche io,” rispose lei a bassa voce prima di continuare il suo discorso. “Ma non volevo volerti! Non perché ci fosse qualcosa di sbagliato in te, ma perché eri l'insegnante che mi disprezzava! Ma ho perso qualcosa da qualche parte… e quando ti ho visto seduto sul tuo prato quella notte, qualsiasi resistenza era solo scomparsa. Sembravi così devastato e… solo, e io… l'ho riconosciuto in me stessa. Volevo aiutarti. E questo weekend è stato davvero meraviglioso.” Buffy sorrise un po', ma sbiadì altrettanto velocemente come si era presentato.

    “E allora mi ami?” Spike fece una smorfia alle sue parole. “Voglio dire, come potevi? Non sapevi niente di me! Certo, abbiamo una connessione; possiamo entrambi vederla. Ma l'amore? Potrai sapere il colore dei miei occhi e le espressioni della mia faccia ma non sai non sai niente delle mie simpatie o antipatie o le cose che faccio. La lussuria non è amore, Spike. Se so qualcosa, è questo,” Lei si lasciò cadere sulla sedia, esausta per il suo discorso. “Guarda, non so cosa sta succedendo nella tua testa, ma ho bisogno di sapere cosa sta succedendo la o esploderò.”

    Insegnante e studentessa rimasero in silenzio, fissando il pavimento. Spike fu il primo ad alzare lo sguardo.

    “Posso avere il palcoscenico per un po'?” chiese lui con le mani che gli ricoprivano il viso.

    “Tutto tuo,” disse la soffocata voce femminile. Spike pensò alle sue parole, ma rinunciò a dirle in modo corretto; c'era troppo da dire.

    “Io so qual è la differenza… tra la passione e l'amore. Probabilmente meglio di molti, direi. E forse è cominciata come una fantasia, ma qualcosa è cambiato.” Buffy lo guardò a questo. “Quando ho detto che ti amo, non era una bugia o un'esagerazione. Io ti amo, Buffy. E non importa quali sono i tuoi hobby, le tue simpatie o le tue antipatie o qualsiasi cosa tu stia pensando; ti amo per la tua bontà. Perché quando ti guardo, mi sento debole vicino alla tua forza. Conosco il colore dei tuoi occhi perché quando li guardo vedo saggezza sebbene la tua età. Mi sono perso in loro. Mi hai aiutato nel mio momento peggiore quando non l'ho fatto uscire. Sei la persona migliore che io abbia mai conosciuto e anche se ti conosco da poco, mi sento come se ti conoscessi da una vita.

    “Non ho mai pensato che tu fossi stupida o ignorante, Buffy. Solo che non sapevo come gestire la cosa. Suppongo di avere pensato che se ti avessi spinto, avresti lavorato più duramente. Sapevo che tu eri più intelligente del coglione che è venuto fuori da me.” Spike sorrise leggermente e si alzò in piedi solo per inginocchiarsi davanti a lei.

    “So che ti senti sola. Quella notte quando mi hai trovato, ero un guscio vuoto e il fatto che tu ti sei riconosciuta in quello? E si, ti ho guardata nella tua stanza per mesi e non ne sono orgoglioso, ma come potevo fermarmi? Non tanto per guardare i ragazzi venire e andare, ma piuttosto a vedere quanta passione hai dentro di te giorno dopo giorno… non sapevo che la gente potesse essere così. E no, non ho pensato che tu fossi u-una puttana che potessi vincere o qualcosa del genere. Ti amo per cose che non riesco a spiegare, perché tutto di te mi chiama. So di essere più grande di te, ma-”

    “Non così vecchio,” lo interruppe lei piano.

    “Si, non così vecchio, ma vecchio abbastanza da sapere quando è giusto o sbagliato. So che questo è sbagliato Buffy,” lei si voltò con le lacrime agli occhi, ma Spike la fece girare verso di lui. “Ma come posso dire che è sbagliato quando mi sento così bene quando sto con te? Ho cercato di convincere me stesso che era sbagliato volerti, ma non mi importa più. Sei la mia salvezza e non riesco a credere che sia sbagliato,” finì lui.

    “E se non riuscissi ad essere la tua salvezza?” chiese Buffy mentre una lacrima le rotolava sulla guancia. Spike la baciò via. “E se fallisco?”

    “Tu mi hai già salvato,” le sussurrò nell'orecchio. Buffy scoppiò a piangere alle sue parole. Lo tirò a sé per un bacio profondo.

    “Ti amo anch'io, Spike,” gli sussurrò.



     
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  10. Spike-Spuffy
     
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    Capitolo 15: Ups and downs [Su e giù]
    “Ti amo anch'io, Spike,” gli sussurrò.

    “No non è vero, ma grazie per averlo detto,” disse lui con un piccolo sorriso. Buffy non rispose e lo baciò invece, sperando che le sue azioni potessero parlare più forte delle sue parole.

    Non lo fecero.

    Spike era felice di averlo sentito, ma non riusciva a crederle dopo tutto quello che lei aveva detto. Ma lei si sentiva nel suo stesso modo alla fine.

    “Ma sei la mia ragazza?” chiese lui con una punta di disperazione nella sua voce che non era riuscito a nascondere. Buffy annuì.

    “Sono la tua ragazza.” Lei si mosse per baciarlo ancora, ma lui la spinse via gentilmente. L'espressione sul volto di lui era molto seria adesso.

    “Nessun altro uomo. Solo io. Hai capito?” disse lui semplicemente. Buffy voleva roteare gli occhi, e una piccola parte di lei sentiva che sarebbe stato difficile stare con lui. E sei lui si sarebbe stufato di lei come Riley? E se lei non fosse in grado di gestirlo?

    Con un'espressione di assoluto determinazione che non aveva del tutto sentito, Buffy rispose che aveva capito.

    …………………………………….

    Quattro mesi più tardi

    Buffy ridacchiò mentre lo baciava ancora una volta.

    “Devo andare alla mia prossima lezione!” lo pregò lei, raggiante. Spike la baciò profondamente e la spinse fuori dal suo ufficio.

    “Vai! Vai! Non posso sottrarti dai tuoi doveri scolastici,” disse lui ridendo.

    “Non è quello che hai detto l'altra notte,” rispose lei scherzosamente. Spike finse di prenderla a calci nel sedere fuori dalla porta e lo guardò oscillare avanti e indietro mentre usciva.

    “Calmo,” disse a sé stesso.

    Buffy stava praticamente scintillando quando raggiunse la sua prossima classe, che era una sorpresa considerando che la materia era fisica. Ma lui la rendeva così felice che non riusciva a contenersi. Si sedette al suo solito posto vicino a Willow e si preparò a scarabocchiare il nome di Spike sul suo taccuino e a guardare fuori dalla finestra.

    Willow, d'altra parte, sembrava nervosa mentre fissava la lavagna.

    “Buffy?” sussurrò lei mentre l'insegnante cominciava a leggere.

    “Che c'è?” rispose Buffy nervosamente. Il Signor Brenner diede alle ragazze un'occhiataccia e continuò con i suoi interessantissimi fatti sulla velocità. Buffy roteò gli occhi e passò una nota a Willow.

    -Che c'è?

    -Ho un favore da chiederti, ma è un po' imbarazzante..
    le scrisse Willow.

    -wills, andiamo! Dimmi! scarabocchiò Buffy.

    -Ok. Ti ho vista parlare con Angel l'altro giorno e mi stavo chiedendo se, sai, potevi parlargli di me?

    -Willow! sei andata avanti con la tua parte malvagia!


    -So che voi ragazzi eravate amici quando giocavate insieme così mi chiedevo se l'avresti fatto. Nessuna pressione però!

    -certo che lo farei! lo farò la prossima volta che lo vedo. promesso.


    Willow trascorse il resto dell'ora in un nervoso, ma eccitato, stupore. Buffy era solo felice che si fosse finalmente aperta. Certo, avrebbe voluto che Willow gli avesse chiesto di uscire lei stessa, ma capì il nervosismo della sua amica.

    Fu una fortuna che Buffy lo trovò nel corridoio mentre l'ultima campanella suonava.

    …………………………………….

    Spike stava fischiettando tra sé mentre passeggiava lungo il corridoio piastrellato male. Naturalmente, Buffy occupava la sua mente. La vide più avanti e pianificò di pizzicarla un po', ma poi la vide parlare con qualcuno.

    Spike cercò di nascondersi dietro una fila di armadietti, ma sapeva quanto ridicolo potesse sembrare. Buffy stava flirtando con quel tipo Angel! Si stava arrotolando una ciocca di capelli attorno al suo dito e gli stava toccando il braccio… sembravano divertirsi a parlarsi e non voleva intromettersi. Dopotutto, poteva essere solo una conversazione innocente. Lui era il suo uomo.

    Giusto?

    Il sangue di Spike ribollì quando vide Angel muoversi per baciare la sua ragazza, ma Buffy lo spinse via gentilmente e ridacchiò.

    Per quanto tempo sarebbe andato avanti?

    La voglia di strapparlo via da lei e picchiarlo era travolgente, ma non era il luogo giusto. Lui era un insegnante, per l'amor del cielo. Gli insegnanti non prendono a pugni i loro studenti. Non gli impedì di immaginare la scena di lotto nella sua testa mentre loro si salutavano e prendevano strade separate.

    Freddo, calmo e calcolatore come al solito, Spike camminò lungo il corridoio passando lo stupido ragazzo adolescente verso Buffy. La trovò che controllava il suo cellulare e si appoggiò al suo armadietto.

    “Che cosa diavolo era quello?!” chiese in un sussurro aspro. Buffy alzò gli occhi sorpresa dall'urgenza nella voce di lui.

    “Cos'era cosa?” chiese lei.

    “Hai… hai dormito con lui?”

    “No! Dio, di che cosa stai parlando?!” rispose lei quasi ridendo all'idea. Spike a quanto pareva non lo trovava divertente.

    “Perché il modo in cui flirtavi con lui… sembrava molto che stessi con lui.” Spike non l'aveva neanche ascoltata e Buffy era a due secondi da una tempesta.

    “Stai diventando ridicolo, Spike,” disse lei impazientemente. Lui sapeva che la stava per allontanarsi da lui, ma la sua gelosia aveva preso il sopravvento e non voleva lasciarla andare.

    “Lo sono?” piagnucolò lui più di quanto volesse. “Perché mi hai promesso… mi hai promesso che sarei stato l'unico ragazzo nella tua vita e tu ti stavi praticamente spingendo verso di lui!”

    “Come ti permetti di parlarmi così! Non no fatto niente!”

    “Ho visto tutto quello che è successo!”

    “Cosa fai, mi stai spiando?” disse lei, spingendolo via.

    “No! Stavo solo… stavo camminando e ho visto voi due e io… cosa sta succedendo Buffy?!” Rispose lui, la sua voce era bassa e diventava sempre più disperata ad ogni parola. La sua gelosia raggiunse il picco e la mise con le spalle al muro.

    Poi, Spike spinse Buffy contro il muro. Le sue forti braccia la intrappolarono da entrambi i lati mentre strofinava il ginocchio tra le sue cosce. Lei gemette nel duro bacio, la loro litigata momentaneamente dimenticata.

    “Sei mia, Buffy. Mia,” disse lui nell'incavo del suo collo. Buffy si ricordò perché fossero lì e lo spinse via di nuovo.

    Improvvisamente, qualcuno squittì e Buffy e Spike si voltarono. La ragazza li guardò con orrore per qualche secondo prima di girare sui tacchi e andare nella direzione opposta.

    “Willow, aspetta!” Disse Buffy prima di seguirla disperatamente. Spike si maledisse e scivolò sul pavimento.

    Capitolo 16: Friendships [Amicizie]
    “Willow, aspetta!” gridò lei mentre raggiungeva la sua amica a metà strada lungo il corridoio. Willow si voltò e la guardò.

    “Cosa Buffy? Cosa stai facendo?! Voglio dire, sapevo che stavi vedendo qualcuno ma…” la sua voce divenne un sussurro aspro. “Il Signor Giles?!”

    “Lo so, lo so Willow! Solo…” lacrime cominciarono a cadere sulle guance e immediatamente Willow fece marcia indietro per aiutare la sua amica.

    “Mi dispiace Buffy, sono un'idiota totale. Sediamoci,” disse lei mentre faceva sedere la sua amica sui gradini della scuola. Buffy asciugò le lacrime dai suoi occhi e sorrise. Willow era sempre così di intesa; sperò che lei potesse capire anche questo.

    Quando si sedettero sugli ultimi due gradini, rimasero entrambe in silenzio. Dopo quelli che sembrarono millenni, Willow fu la prima a parlare.

    “Va bene Buffy, spiegami.” Buffy le diede un'occhiata di traverso e Willow balbettò, “V-voglio dire, nessun giudizio,voglio solo capire.” Buffy annuì con aria cupa.

    “Penso che sia iniziato un po' di tempo fa…”

    Mentre Buffy le raccontava tutta la storia, l'espressione di Willow cambiò. Ci furono guizzi di sorpresa e confusione nonché una lunga pausa di sospetto quando le spiegò la scomparsa di Dru. La sua amica ascoltò con tutto il cuore e annuì mentre guardava in basso.

    “…e poi mi ha vista parlare con Angel, cercando di chiedergli se voleva uscire con te, e Spike è diventato geloso penso ed è venuto a parlarmi. Questo quando sei apparsa tu.” Buffy sospirò pesantemente mentre il sollievo di averlo detto qualcuno entrava in lei.

    Willow sembrò pensarci su per un momento prima di mordersi il labbro e guardare Buffy con occhi da cerbiatta.

    “Non per, um, cambiare argomento… ma cos'ha detto Angel?” Lo sguardo di puro nervosismo che passò sulla sua faccia fece ridacchiare Buffy.

    “Certo che l'ha fatto, sciocca. Sei una bambina!” Willow sorrise luminosa e fece una piccola danza di vittoria. “Il che significa, naturalmente, che devi portarlo alla mia festa di compleanno questo weekend per il vostro primo appuntamento.” La testolina rossa annuì entusiasta, ma a poco a poco sembrò preoccuparsi.

    “Suona bene, Buffy, ma… perché volevi ingelosire Spike parlando con Angel di me? Voglio dire, non sto… non ti sto accusando o qualcosa di quel genere, sto solo… perché volevi ingelosirlo?” Chiese Willow esitante. Buffy sembrò pensarci un momento prima di rispondere quietamente.

    “Credo di essere stata un po' civettuola, ma solo per tuo beneficio lo giuro! Era più un, 'ehy sei un bel ragazzo, ti serve una bella ragazza al tuo fianco, la mia amica Willow è perfetta per te!', tipo. Penso che Spike abbia visto quello e ha creduto che stessi flirtando con lui.”

    “L'ha fatto molto?”

    “Fatto cosa?”

    “Spiarti? Creduto delle cose? Diventare veramente geloso? Posso non sapere molto di relazioni, ma sono abbastanza sicura che quelli siano brutti segni.”

    “Non lo so, Wills, a volte penso che sia molto dolce e a volte penso che sia, sai, un ragazzo. Inoltre, non abbiamo la più convenzionale delle relazioni,” ridacchiò Buffy.

    “Non lo so. A volte penso di farlo. Il modo in cui mi guarda… penserai che io sia una martire o qualcosa del genere. Ma a volte lo guardo e penso che sia amore. Ma penso veramente che lo saprò quando lo saprò, sai?” Buffy sorrise leggermente e Willow annuì di nuovo.

    “La cosa dell'età di da fastidio?” sbottò Willow, incapace di trattenersi. “La cosa dell'età di da fastidio?” Sbottò Willow, incapace di trattenersi. “Scusa, non intendevo dirlo così duramente… ma ti da fastidio?!” Buffy rise di cuore per le buffonate di Willow.

    “No, non mi da fastidio. Beh, magari solo un po', ma adesso non lo fa. Voglio dire non ha nemmeno trent'anni. È come uscire con qualcuno giusto fuori dal college o qualcosa del genere,” Buffy fece una pausa per un momento, sapendo che a Willow non sarebbe piaciuto il suo commento ma sperò che ci passasse sopra. “Hey Will?”

    “Si?”

    “Vorresti magari saltare il resto della giornata e andare a vedere un film o qualcosa?” L'espressione di puro terrore sul volto di Willow fece scoppiare a ridere Buffy.

    “N-non possiamo farlo! Sarebbe sbagliato e io… ho un test di matematica domani!” Balbettò lei.

    “Willow, andiamo! Vivi un po'! Sei già stata accettata alla Stanford, cosa differenza vuoi che faccia un test? Inoltre, sai che andrò a Boston a Settembre e saremo da una parte all'altra del paese! Dobbiamo trascorrere insieme il più tempo possibile e penso che ci meritiamo un po' di tempo per la nostra amicizia. Che ne dici?”

    Willow si morse il labbro e guardò il prato curato di fronte alla scuola.

    “Sei sicura che non ci beccheranno?”

    “Certo. E se lo facciamo, qual'è la cosa peggiore che può capitare? Uno schiaffo sul braccio?” Buffy le fece i suoi migliori occhi da cucciolo.

    “Va bene. Dobbiamo solo stare attente, ok?”

    “E che attenzione sia. Fai strada!” disse lei mentre salutava la sua migliore amica.

    “Willow, non puoi dire a nessuno di questo. Hai capito?” Willow annuì per quello che sembrava la ventesima volta nella conversazione, ma sentì il disagio della situazione alla bocca dello stomaco. Buffy sapeva che non era brava a mantenere i segreti, ma questo era quello che lei avrebbe dovuto mantenere.

    Quando la conversazione divenne brutta, Buffy sorrise e rimbalzò lungo il marciapiede discutendo i dettagli della festa.

    …………………………………….

    Spike concluse la giornata in uno stato di completa liberazione dal corpo. Sentiva come se niente fosse reale e le sue classi venivano e andavano. Non riusciva a concentrarsi su niente tranne che sulla possibilità che Willow avrebbe parlato di loro e l'avrebbe persa. Non poteva perdere Buffy; l'avrebbe distrutto.

    Quando la campanella finale suonò, Spike si sedette alla sua scrivania con la porta aperta e si concentrò sui suoi piedi. C'era una pila di carte sul tavolo mentre si accasciava sulla sedia. Si sentiva come se avesse guardato da qualsiasi altra parte invece che le emozioni che erano dentro di lui l'avrebbero tradito.

    E se Willow avesse parlato di loro? E se Buffy non fosse riuscita a convincerla? Nel migliore dei casi, il consiglio scolastico gli avrebbe dato fuoco e non gli avrebbe permesso di insegnare ancora. Nel peggiore dei casi, sarebbe stato considerato per sempre un pedofilo e lasciato morire con quella brutta reputazione. Anche se lei era a due giorni dall'avere diciotto anni, nessuno l'avrebbe considerato bene.

    Spike non voleva pensarci. Voleva solo parlare con Buffy e assicurarsi che stavano bene. Spostò lo sguardo tremolante dalle sue scarpe lucide a un paio di pantaloni marroni che stavano davanti a lui.

    “Hey uomo, stai bene?”

    Spike alzò lo sguardo e vide Xander Harris, l'insegnante di Ginnastica*, in piedi vicino a lui. Non avevano mai parlato prima ma si erano salutati alle riunioni occasionali.

    “Si, sto bene,” disse un po' più arrabbiato di quello che intendeva e si alzò. Xander fece un passo indietro.

    “Okay, uomo, volevo solo vedere cosa stessi facendo. Dimentica che te l'abbia chiesto,” disse mentre si metteva la borsa sulla spalla. Spike sospirò.

    “No, è ok. È solo una brutta giornata.” Xander si spostò alcuni capelli castani molli dagli occhi e ridacchiò.

    “Conosco la sensazione. Vorresti, non so, venire a bere un drink o qualcosa? Allontanando qualsiasi cosa che ti preoccupa dal petto?” Chiese educatamente. Spike pensò un momento che gli stesse chiedendo un appuntamento, ma capì subito che l'uomo intendeva come amici e si rilassò. Sembrava abbastanza bello. Non aveva problemi con la gente gay, ma lui non lo era.

    “Non è un po' troppo presto per bere?”

    “Sono le cinque. È un'ora felice, se non mi sbaglio.” Gli ricordò Xander. Spike diede un'occhiata al suo orologio e aveva ragione. Era rimasto seduto in quel punto esatto per quasi due ore. Aveva sicuramente bisogno di un drink.

    “Fai strada,” disse con voce stanca.


    *[N.d.T.: nella ff originale, l'autrice ha scritto che Xander è un professore di 'woodshop', io le ho chiesto cosa vuol dire, e lei mi ha detto che significa che insegna 'carpenteria', ma essendo che questa materia non esiste, ho messo che è un insegnante di ginnastica, è la prima materia che mi è venuta in mente :)]

    Capitolo 17: Never enough [Mai abbastanza]
    Spike non era mai stato al Bronze anche se era l'unico bar/club a Sunnydale. Xander sembrava essere abbastanza familiare con il personale del bar e i clienti abituali, comunque, così non fu troppo strano. Xander si rivelò essere un divertente, piuttosto imbarazzante, ragazzo. Era contento per la distrazione e per l'alcol nel bicchiere mentre lo roteava.

    “Bene, fermiamo la girandola del divertimento, sono stordito,” affermò con sarcasmo. “Ascolta uomo, se hai intenzione solo di guardare il tuo drink per il resto della notte, allora dovrei costringerti a ballare con qualcuna. E posso dirti che è una cosa che tu non vuoi fare.” Xander aspettò pazientemente che Spike dicesse qualcosa, ma lui sospirò solamente e roteò il bicchiere nella direzione opposta.

    “Andiamo uomo. So che non ci conosciamo molto bene, ma a volte è meglio venire fuori e dirlo.”

    “Perché stai cercando di aiutarmi?” rispose Spike in maniera piuttosto brusca.

    “Cosa?” chiese Xander sorpreso.

    Perché stai cercando di aiutarmi? Quali sono i vantaggi per te?”

    “Quali sono i vantaggi… Cosa? Guarda, ti ho visto in giro negli ultimi due mesi alle riunioni, nel salone e nelle sale e da altre parti e se sempre dappertutto. Gli altri insegnanti sono preoccupati per te e ho pensato di fare il primo passo e vedere se potevo aiutare. Siamo tutti a conoscenza… beh di Dru e da allora è stato difficile parlare con te. Ti rintani nel tuo ufficio o nella tua classe e poi vai via. Quindi, no, non ci sono vantaggi per me, solo qualcuno con cui parlare
    se vuoi.”

    Spike posò il bicchiere sul bancone e cercò di scegliere con cura le parole.

    “Okay,” cominciò lui, “vuoi sapere cosa mi da fastidio?” Xander annuì. “Vuoi sapere cosa mi da fastidio?” Xander annuì. “Sono innamorato di… di questa ragazza e io solo… mi sento come se non potessi stare con lei, sai? Come se la perderò in ogni secondo. E lei… beh, lei non dovrebbe stare con me comunque. Ma io la amo e penso che anche lei mi ami, ma questo non è mai abbastanza capisci?”

    “Beh, perché pensi che la perderai?”

    “Perché questa cosa è condannata dall'inizio.”

    “Sento un sacco di vaghezza qui.”

    “Mi dispiace amico. Vuoi che parli, questo è quello che ottieni.” Spike bevve dal suo bicchiere e ne ordinò un altro.

    “Beh,” iniziò Xander lentamente, “Se ami la ragazza allora dovresti chiederle, una volta per tutte, come si sente. Se veramente ti ama anche lei non ti lascerà.”

    “Ma mi lascerà. Quando arriverà il momento, dovrà farlo.”

    “Spike, nessuno deve farlo.”

    “Beh, lei lo vorrà,” ribatté lui.

    “Se lei lo vorrà, allora perché non l'ha già fatto?” chiese Xander un po' confuso dalla sua logica.

    “Non lo so,” disse Spike piano. “Forse mi ama, o forse sono solo una novità. Chi lo sa.”

    “Le donne sono una razza molto diversa.”

    “Non lo so.” rispose Spike onestamente. I due brindarono e buttarono giù i loro drink.

    …………………………………….

    “Buffy. Buffy!” storpiò lui in quello che sembrava un sussurro. Spike lanciò un sassolino alla sua finestra, pensando che fosse romantico nel suo stato da ubriaco. Dopo un po', una luce si accese nella casa ma non era la finestra di Buffy. Spike fuggì dietro un albero e guardò se ci fossero segni di movimento. Si sentiva come Tom Cruise in Missione Impossibile e cominciò a canticchiare la melodia tra sé e sé mentre si rotolava sul suo prato davanti.
    Sentì la porta aprirsi e saltò dietro un cespuglio.

    “Spike? Spike, sei la fuori?” disse Buffy con una torcia in mano. Indossava una piccola, rosa camicia da notte che svolazzava dietro di lei ed era di nuovo la più bella visione che lui avesse mai visto. Sperando che nessun altro fosse in casa, Spike si mostrò e si scontrò con la faccia di lei. “Spike, cosa stai facendo?”

    “Continui a dire il mio nome, Spike Spike ed è bellissimo,” disse con voce impastata mentre tentava di prenderla tra le sue braccia. “Continua a dire il mio nome.”

    “Sei ubriaco,” dichiarò lei, scocciata dal suo comportamento.

    “No, no, no non ubriaco tesoro,” disse lui, il suo alito puzzava di roba. Buffy raggrinzì il naso.

    “Oh, no?” disse lei mentre lo lasciava andare e lui cadde sul prato a faccia in giù. “Portiamoti a casa tua, va bene?”

    Buffy cercò di trascinarlo per la strada, ma era troppo pesante.

    “Andiamo, Spike, aiutami un po'? Per favore?”

    “Non voglio,” disse lui con aria di sfida. “Vieni a sdraiarti sull'erba con me.” Spike cercò di accarezzare l'erba sotto di lui ma riuscì solo a toccare l'aria.

    “No, alzati e aiutami!” si lamentò lei, non volendo che i suoi genitori lo trovassero la mattina a gambe divaricate sul prato.

    “Bene, bene, bene,” ridacchiò lui e cercò di alzarsi. Insieme, vacillarono fino a raggiungere la porta di casa di lui. Buffy era completamente senza fiato mentre collassava sul gradino.

    “Cosa c'è di sbagliato in te?” chiese infastidita.

    “Sono innamorato di te, questo c'è di sbagliato in me,” disse lui mentre la sua testa penzolava vicino allo stipite della porta.

    “Lo so, Spike.”

    “Lo sai? Lo so che lo sai Buffy, ma non so cosa sai e il non sapere mi sta uccidendo!” confessò lui in modo illogico.

    “Cosa so che tu non sai?”

    “Mi ami, Buffy? Perché non ne ho idea e sono passati mesi e mesi e ancora non lo so.”

    “Spike, sei ubriaco e hai bisogno di dormirci su,” disse lei mentre cercava disperatamente di aprire la porta. Lui le bloccò il polso con una mano e le diede la chiave. Buffy spinse la porta e lo trascinò dentro finché non fu accanto al suo letto. Lui cercò di prenderla, ma lei sgusciò via.

    “Per favore, Buffy,” disse lui disperatamente. “Sdraiati con me per un po'.” Buffy si inginocchiò accanto a lui e gli accarezzò una guancia. Si avvicinò a lui con lo scopo di baciarlo delicatamente sulla bocca, ma lui approfondì il bacio. Lui si sedette, si appoggiò al divano, e la strinse tra le sue braccia forti. “Odori così di buono,” sospirò lui mentre le leccava un sentiero fino al suo collo.

    Buffy voleva essere forte, ma lui conosceva così bene i suoi punti deboli. Lo baciò con forza mentre dei brividi correvano su e giù per il suo corpo. In un momento di necessità, Spike le strappò la camicia da notte a metà e le succhiò il petto. La testa di Buffy cadde all'indietro e lui la sostenne in qualche modo contro di lui. Lui toccò la sua pelle liscia dovunque riuscisse ad arrivare con le mani ruvide, ma non era abbastanza.

    Non era mai abbastanza.

    Capitolo 18: Drunk [Ubriaco]
    Buffy si inginocchiò sul pavimento vicino a lui mentre liberava il suo membro dolorante dai suoi jeans. Spike rimase a bocca aperta mentre lei faceva scivolare la sua mano sottile su e giù per il suo cazzo e i suoi occhi rotolarono all'indietro. Lui si appoggiò contro il divano nel tentativo di sostenerli entrambi.

    “Buffy,” mormorò lui. Mentre lei si posizionava su di lui e sbatteva giù, lui avrebbe potuto giurare che il mondo aveva cambiato il suo asse. Lei lo spinse ad altezze che lui non poteva immaginare mentre lei andava su e giù, le sue tette che rimbalzavano ad ogni movimento.

    Sapeva di essere a pochi minuti dal venire, ma resistette. Si insinuò tra di loro e strofinò furiosamente il suo clitoride con la pelle ruvida delle dita. Buffy praticamente ringhiò al nuovo contatto e si mosse freneticamente contro di lui.

    Spike sentì gli spasmi delle pareti di lei intorno a lui e sapeva che non sarebbe durato a lungo. Le morse il collo forte e lei aprì la bocca. Lui venne con un ruggito mentre le pareti interne di lei lo spremevano come l'inferno portandola al suo orgasmo subito dopo.

    “Beh,” ansimò pesantemente lei mentre cercava di regolare il suo respiro. Spike tossì, disidratato e accecato dalle attività della notte. “Sai, è il mio diciottesimo compleanno tra un paio di giorni.”

    “Non ricordarmelo,” rispose lui ubriaco, gli occhi socchiusi in esaurimento.

    “Va bene!” esclamò lei mentre si alzava. Buffy si raddrizzò e sospirò pesantemente per la stoffa a brandelli che una volta era la sua camicia da notte preferita. In un battibaleno, si mosse per lasciare la casa.

    “Buffy, no, no non farlo. Non lasciarmi.”

    “Spike, sei ubriaco e io ho bisogno di un po' di sonno. Ci.. ci vediamo domani,” disse lei mentre usciva dalla porta. Spike cercò di rispondere, ma non gli venne in mente niente. Tutto era nuvoloso e scuro prima di svenire.

    Il giorno dopo, Spike non andò a scuola. Buffy sapeva che lui stava dormendo per far passare la sbornia, ma non fermò la lotta di preoccupazione nel suo stomaco. E se il suo sangue fosse avvelenato dall'alcol o qualcosa di peggio? Si sentiva ridicola per preoccuparsi per lui; era un uomo adulto dopotutto. Ma non poteva farne a meno.

    A pranzo, cercò di concentrare tutta la sua attenzione su Willow e i suoi piani per la sua festa di compleanno. Visto che i genitori di Willow erano fuori città per il fine settimana, Buffy l'aveva essenzialmente corrotta per farle ospitare la sua festa del suo 18° compleanno. Buffy decise che tutto sarebbe stato perfetto se no l'avrebbe uccisa. Aveva bisogno di meno dramma nella sua vita e di più divertimento.

    …………………………………….

    Solo un giorno e lei avrà 18 anni, ripeté lui nella sua testa. Spike non riusciva a credere che asino era stato la notte precedente. Anche se era felice di aver trovato un amico, pensò interamente a come quella notte di bevute l'aveva fatto comportare. Spike immaginò il bel viso di lei, con uno sguardo di fastidio per colpa delle sue buffonate. Voleva dirle quanto dispiaciuto fosse ma era ancora troppo ubriaco per lasciare il suo letto.

    Forse quando lei avrebbe avuto diciotto anni, sarebbe stato meglio. Forse la loro relazione non sarebbe stata completamente sbagliata, anche se la maggior parte di quel sentimento in lui era morto nel corso degli ultimi mesi. Spike sospirò e si ribaltò.

    …………………………………….

    La Sera della Festa

    Buffy era infelice. Aveva voluto così tanto divertirsi alla sua festa, ma la maggior parte degli invitati la conosceva appena. Willow non si trovava da nessuna parte così lei era rimasta seduta sul divano per un'ora, incapace di concentrarsi su qualunque cosa tranne che su Spike. Sospirando, sperò che lui fosse la a confortarla come un vero e proprio fidanzato.

    Buffy raddrizzò il suo vestito rosa e si sistemò leggermente i capelli. Proprio quando decise di alzarsi e prendere un drink come chiunque altro avrebbe fatto, sentì il divano muoversi vicino a lei. Angel era già chiaramente ubriaco; si chinò e la guardò maliziosamente, con grande sorpresa di lei. Non poté farne a meno ma pensò a quanto Spike fosse più sexy quando la guardava maliziosamente, anche se di solito lei simulava scherzosamente con disgusto le sue azioni.

    “E cosa fa una bella ragazza tutta sola durante il suo compleanno?” disse lui con voce impastata, il suo alito puzzava di un mix di alcol. Perché gli uomini sono tutti ubriachi quando stanno intorno a me? si chiese brevemente.

    “Niente, sto semplicemente seduta e mi godo la festa,” rispose lei. “Dov'è Willow?”

    “Oh chi lo sai, sai? Lei… potrebbe essere dovunque!”

    “Uh huh…” disse lei lentamente, capendo quanto fosse ubriaco. “Perché non vai e la cerchi. Sono sicura che a lei piacerebbe la tua compagnia.”

    “Ma perché essere da qualche parte dove tu non sei? Perché… tu sei qui. Stiamo qui insieme,” disse lui sorridendo un po' troppo per i gusti di lei. Buffy lo spinse via leggermente.

    “Non la penso così, Angel. Perché non ci dormi su, hmm?”

    “Non darmi ordini! Mi hai invitato qui perché mi volevi, ammettilo Buff!” disse lui un po' esasperato.

    “Ti ho invitato per stare con Willow, ok? Adesso o vai e la cerchi o ti consiglio di andartene.”

    “Andiamo, non fare così!”

    “Angel!” disse lei fermamente. “Vattene. Adesso.”

    Angel si fece indietro e quasi cadde sul pavimento. Buffy non riusciva a capire cosa Willow ci vedesse in lui. Proprio in quel momento, si accorse che Willow la fissava dall'altra parte della sala. Buffy si alzò e tentò di raggiungerla attraverso la grande quantità di persone.

    “Willow!” gridò lei mentre la ragazza in questione gettava le braccia in alto e si precipitava fuori dalla porta. Dopo un minuto di imprecazione interna, la seguì e camminò nell'aria fresca della notte. Non fece neanche due passi fuori prima di notare Spike che correva verso di lei dall'altra parte della strada.

    “Spike?” sussurrò lei. Spike la raggiunse e rimase senza parole per un momento.

    “Ciao amore, io uh…” lui si grattò la nuca, non sapendo cosa dire.

    “Grazie a dio sei tu,” disse lei prima di baciarlo duramente. Lei si gustò immediatamente il sapore di lui mentre lui approfondiva il bacio. Mentre il corpo di lei si infiammava, lui si separò velocemente da lei. “Magari non dovremmo fare questo a pochi passi dai tuoi compagni di classe.” Buffy ridacchiò, decisamente felice che lui fosse venuto.

    “Come sapevi che sarei stata qui?” chiese lei, sorpresa di non averci pensato prima. Gli aveva detto della festa, naturalmente, ma non dove si teneva; era sicura che lui non sarebbe venuto alla festa di liceo. Ma lui era lì, in tutto il suo splendore, sembrando più bello che mai.

    “Me l'ha detto Willow,” rispose lui timidamente. Buffy sorrise brevemente, ma aggrottò le sopracciglia quando si rese conto di quello che l'aveva portata fuori nella notte.

    “Dannazione, dobbiamo trovarla!” disse lei mentre lo prendeva per mano e lo conduceva in cortile. “Willow? Willow?!” pregò la sua amica di farsi vedere. Sentì un rumorino provenire dall'altra parte della casa e si precipitò a scoprirne il colpevole.

    Buffy non riuscì a smettere di ridere mentre vedeva Willow e Oz, un basso chitarrista della band della scuola, darsi da fare contro il muro.

    Willow fissò Buffy in stato di shock mentre Oz non cambiava espressione.

    “Buffy?!” chiese lei incredula.

    “Willow? Sono uscita per cercarti, sembravi così arrabbiata con me! Sono così dispiaciuta, Wills, io-”

    “Aspetta, di cosa stai parlando?”

    “Il modo in cui Angel era tutto su di me e tu hai visto e-”

    “Angel era tutto su di te?” disse una furiosa voce Britannica da dietro la casa.

    “Non adesso Spike,” rispose lei.

    “Signor Giles? È lei?” chiese Willow mentre l'uomo si mostrava. Oz sorrise leggermente e annuì.

    “Si, sono io,” disse Spike.

    “Aspetta, non sei arrabbiata con me?” intervenne Buffy.

    “No!” gridò Willow un po' troppo forte per i suoi gusti. “No, ho visto Angel darsi da fare con Cordelia Chase circa un'ora fa e ero un po' arrabbiata per quello, ma poi ho cominciato a parlare con Oz ci siamo piaciuti subito penso.”

    “Allora perché sembravi così arrabbiata?” chiese Buffy. La faccia di Willow divenne così rossa che era visibile alla luce della luna.

    “Beh, Oz ha sussurrato qualcosa… di suggestivo nel mio orecchio e poi siamo usciti dalla casa. Così io, um, lo seguito qua fuori e… e poi hai visto.”

    Buffy ridacchiò di nuovo, incapace di trattenersi.

    “Beh è molto chiaro penso,” disse lei tra le risate. Spike andò cautamente dietro di lei insicuro di come reagire alla situazione. Oz non cambiò la sua posizione. “Credo che dovrò lasciavi fare quello!” sussurrò Buffy mentre i due si guardavano di nuovo negli occhi. Spike strinse leggermente la mano di lei e la condusse nel cortile.

    “Buon compleanno,” sussurrò lui prima di baciarle la tempia. Lei non sapeva perché, ma non poteva fare a meno di sentire che tutto era stranamente perfetto.

    Per quanto sarebbe durato?


    :) :)
     
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  11. Spike-Spuffy
     
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    Ecco gli ultimi 2 capitoli!!!! :) :)

    Capitolo 19: Prom [Ballo]
    Il Ballo era proprio dietro l'angolo e Buffy si ritrovò senza un appuntamento. Ovviamente, Spike si era offerto volontario, ma non era la stessa cosa. Buffy voleva l'intera faccenda: il vestito, la limousine con la sua migliore amica, e ballare sotto le stelle (o i palloncini, a seconda del film degli anni '80 che stava immaginando). Ma soprattutto, voleva scendere le scale e incontrare il suo appuntamento in fondo. Ma no. Queste cose non le accadevano mai.

    Il piano era di incontrarlo lì, magari condividere qualche bacio frettoloso e tornare a casa da sola. Il pensiero le fece chiudere lo stomaco, ma che altro poteva fare? Buffy sospirò mentre camminava per i corridoi della sua presto-sarebbe-stata-dimenticata scuola.

    Lui l'aveva spinta a prendere delle decisioni sul college nelle settimane precedenti. La persistenza di Spike era confortante e tuttavia frustrante al di là di ogni ragione. Questo le ricordava che se ne stava davvero andando, e a niente meno che New York. Buffy aveva deciso di dirglielo durante il ballo per non causare una scenata. Non avrebbe fatto una scenata in un luogo pubblico, giusto? Sapeva di metterlo in una brutta posizione ma credeva che fosse la cosa giusta da fare, anche se l'idea le aveva lasciato una sensazione di malessere nello stomaco mentre si faceva strada nell'ufficio di lui.

    …………………………………….

    Spike aveva una sensazione di malessere nello stomaco. C'era qualcosa che non andava con Buffy e lui non riusciva a capire cosa. Sembrava la tipica Buffy per la maggior parte del tempo, ma ogni tanto lui intravedeva della tristezza o paura o anche desiderio. Non poteva fare a testa o croce con questo, ma non voleva parlarne. Dio sapeva che ci aveva provato, ma lei lo spazzava via come se niente fosse. “Una brutta giornata,” o qualcosa del genere. Non aveva nemmeno scelto una scuola e anche lui sapeva i termini di presentazione erano vicini se non già passati. Che cosa stava aspettando? Una piccola parte di lui sperò che lei non voleva decidere perché lei voleva stare con lui, ma sapeva che lei poteva scegliere una scuola vicina se quello era l'unico suo problema.

    Spike sospirò. Voleva aiutarla ma non sapeva come; voleva egoisticamente che lei rimanesse a Sunnydale. Era così sbagliato? Lei era l'ancora che lo teneva fermo. La porta suonò un po' con la nuova campanella che lui aveva appeso alla maniglia per amor suo e di Buffy. Tutto quello che faccio, lo faccio per lei, pensò rassegnato.

    “Hey,” disse lei piano.

    “Hey a te,” rispose Spike, rifiutandosi di notare la distanza tra loro, anche se erano a pochi metri di lontananza.

    …………………………………….

    La sera del ballo per la maggior parte del tempo fu meglio del previsto. Buffy aveva spiegato ai suoi genitori che stava andando da sola e non vergognosamente, certo, per il loro disappunto. Willow e Oz si erano presentati con una limousine nera ed erano andati da lei dicendole che il suo vestito era bello, sapendo perché fosse sola. Il gesto le aveva quasi fatto venire le lacrime agli occhi, ma li aveva gentilmente ringraziati ed era salita in macchina invece. Proprio come aveva previsto, Spike la aspettava per qualche bacio rubato nel ripostiglio vicino alla palestra.

    “Spike…” cominciò Buffy senza fiato.

    “Si passerotto?”

    “Voglio parlare con te di qualcosa.”

    “Mhmm, cos'è questa cosa? Hai qualche sporca idea per stasera?” ridacchiò lui.

    “No, voglio dire… beh si, ma non è questo il punto…”

    “Dimmi amore, che cosa vuoi?” sussurrò con foga lui sul suo collo.

    “Spike, ascoltami, sto cercando di dirti qualcosa qui!”

    “Ok, ok,” disse lui ridacchiando mentre le mordicchiava l'orecchio. “Cos'è?”

    “No Spike, fermati,” mormorò lei impotente mentre le azioni di lui cominciavano ad avere effetto su di lei. Capendo che lei era seria lui indietreggiò, ma un sorriso curvava ancora le sue labbra.

    “Cos'è passerotto?”

    “Andrò a scuola a New York,” dichiarò lei tranquillamente.

    “Cosa?” rispose lui, il sorriso si congelò spaventosamente dalla sua faccia.

    “Ho detto…” Buffy sospirò pesantemente, la sua voce un po' scossa, “Andrò a New York.”

    “New York?!” esclamò lui un po' più forte di quanto intendesse. “Non potevi andare a scuola qui?”

    “No! Spike, io… questo è il modo in cui tutto si sistemerà! È il programma perfetto per me e -”

    “Cosa, non ci sono altri programmi in California?”

    “Certo che ci sono! Ma i miei genitori vogliono che io vada a New York. Pensano sia la cosa migliore.”

    Spike era silenzioso mentre lei contemplava le sue parole. Improvvisamente, gli occhi di lui si strinsero in sospetto.

    “Da quanto tempo lo sai?”

    “Lo so da un po'…”

    “Un po'? E tu, cosa? Hai pensato di dirmelo adesso?” sentì il suo volto diventare rosso.

    “Spike! Devo fare quello che è giusto per me e quello che è giusto per me è a New York!”

    “Così…cosa? Sono sbagliato per te?!” Buffy non rispose.

    “Sapevi che questo era sbagliato…” sussurrò lei mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. La bocca di Spike si aprì e si chiuse, senza parole per la prima volta durante la conversazione.

    “Stai cercando di allontanarti da me,” dichiarò lui in tono monotono.

    “No, Spike non stai ascoltando! I miei genitori, loro-”

    “Perché stai facendo questo a me?” disse lui cominciando a spezzarsi.

    “Non lo faccio, lo giuro. Non mi stanno lasciando scegliere!”

    “Buffy sei un'adulta adesso! Questo significa fare le tue proprie scelte!”

    “Lo so, ma non ho scelta!” urlò lei mentre pestava il piede a terra.

    “Lo fai, Buffy, lo fai. E sembra che tu abbia preso le tue.” Con quello, Spike si sbatté la porta alle spalle e rabbrividì terribilmente. Sentì leggeri singhiozzi dall'interno ma era troppo arrabbiato per muoversi. Troppo arrabbiato per parlare. Arrabbiato con se stesso per essersi permesso di arrivare fino ad ora, per il suo sfogo emotivo e per aver lasciato la ragazza dei suoi sogni piangere in un ripostiglio la sera del suo ballo. Era un cattivo, rude uomo.

    Spike si appoggiò al muro freddo. Cosa ho fatto?

    Capitolo 20: When you fall [Quando cadi]
    Una settimana dopo

    Buffy tirò su col naso mentre calciava un sasso lungo la strada. Spike era totalmente ingiusto con lei. Non le aveva più parlato dalla sera del ballo; sembrava anche assente in classe. Willow non era molto di aiuto, dicendole ancora e ancora che la loro “rottura” (come la chiamava lei) era la cosa migliore. Dopotutto, Buffy si stava spostando giusto dall'altra parte del paese, giusto?

    Ma non può essere la cosa migliore! Non quando fa così male, parlò lei ad alta voce. Si guardò velocemente attorno per vedere se qualcuno la stava guardando, ma era l'unica in strada. Volendo che la musica si adeguasse al suo stato d'animo, cliccò sul suo iPod la versione di Johnny Cash di “Hurt”. Sospirando pesantemente, Buffy si scrollò di dosso la sensazione e calciò il sasso più lontano lungo la strada.

    I hurt myself today [Mi sono fatto male oggi]
    To see if I still feel [Per vedere se sento ancora]
    I focus on the pain [Mi concentro sul dolore]
    The only thing that's real [L'unica cosa che è reale]
    The needle tears a hole [L'ago piange un buco]
    The old familiar sting [Il caro vecchio pungiglione]
    Try to kill it all away [Cerco di ucciderlo via tutto]
    But I remember everything [Ma ricordo tutto]


    Lui non la stava guardando. Non gli importava di lei; se fosse stato così, non le avrebbe spezzato il cuore così maliziosamente. Il suo Spike era completamente insensibile alla sua situazione. Ed eccolo lì, il “suo” Spike. Non sembrava davvero il suo.

    What have I become [Cosa sono diventato]
    My sweetest friend [Il mio dolce amico]
    Everyone I know goes away [Tutti quelli che conosco se ne vanno]
    In the end [Alla fine]
    And you could have it all [E potresti avere tutto]
    My empire of dirt [Il mio impero di sporcizia]
    I will let you down [Ti deluderò]
    I will make you hurt [Ti farò del male]


    Buffy strinse forte le braccia intorno a lei. Solo le mancava. Beh, non solo. Le mancava terribilmente e si sentiva come una stupida ragazzina pensando che avrebbe potuto funzionare. E lui le aveva detto di scegliere una scuola!! Concedendole quello che aveva già.. ma ancora.

    I wear this crown of thorns [Indosso questa corona di spine]
    Upon my liar's chair [Sulla mia sedia da bugiardo]
    Full of broken thoughts [Pieno di pensieri spezzati]
    I cannot repair [Non riesco a riparare]
    Beneath the stains of time [Sotto le macchie del tempo]
    The feelings disappear [I sentimenti scompaiono]
    You are someone else [Sei qualcun altro]
    I am still right here [Io sono ancora giusto qui]


    Una lacrima le rotolò lungo la guancia e lei non si preoccupò di asciugarla. Forse stava meglio con Drusilla tenendola in una soffitta nella sua casa come un animale in gabbia. Forse gli piaceva semplicemente il controllo. Buffy si sentiva confusa e ingenua. In un impeto di rabbia, diede un calcio troppo lontano al sasso.

    What have I become [Cosa sono diventato]
    My sweetest friend [Il mio dolce amico]
    Everyone I know goes away [Tutti quelli che conosco se ne vanno]
    In the end [Alla fine]
    And you could have it all [E potresti avere tutto]
    My empire of dirt [Il mio impero di sporcizia]
    I will let you down [Ti deluderò]
    I will make you hurt [Ti farò del male]


    Ma era proprio questo, giusto? Di sicuro Spike non voleva che lei lo lasciasse, ma era più di quello. Non aveva pensato che lei avrebbe potuto essere da sola! Lui voleva prendersi cura di lei e non poteva farlo se era dall'altra parte del paese a New York. Dall'inizio, la nostra relazione era insegnante e studentessa, ma adesso la bilancia del potere era equilibrata e lui non riesce a sopportarlo! Buffy si diede mentalmente una pacca sulla schiena per la sua innovazione e per la sua scelta di vocabolario.

    If I could start again [Se potessi ricominciare]
    A million miles away [A un milione di chilometri di distanza]
    I would keep myself [Vorrei tenermi]
    I would find a way [Vorrei trovare un modo]


    O forse era tutto nella sua mente: non lo sapeva. Il pensiero di dargli un altro show attraverso la finestra spuntò nella sua testa. Buffy scosse la testa avanti e indietro. Non avrebbe provato nulla della sua disperazione. La palla era dalla parte di lui adesso e se davvero la voleva, nel modo in cui lei voleva lui, allora avrebbe fatto qualcosa.

    Non era solo la ragazza della porta accanto, giusto?

    …………………………………….

    Spike guardò Buffy da lontano. Nascondersi dietro un albero come lo stalker raccapricciante che sapeva di essere, Spike la guardò dare un calcio a terra per la frustrazione. Una parte di lui sperò che fosse per lui, ma che era molto da chiedere considerando come l'aveva trattata. Non riusciva a perdonarsi. Spike non sapeva nemmeno più cosa pensare. Quando la sua vita era diventata così complicata? Accusò Dru per i suoi problemi…

    Ma era proprio questo, giusto? Stava facendo proprio quello che Dru aveva fatto per stare insieme. Dru gli aveva mentito riguardo la sua gravidanza per tenerlo al guinzaglio. Diavolo, l'aveva sposata per quello! E adesso stava costringendo Buffy a stare con lui. Cosa mi aspettavo da lei? borbottò lui.

    Era terrorizzato di perderla. In effetti, la sola settimana che avevano messo da parte era stata più tortuosa di ogni altra cosa che aveva vissuto. Spike cominciò a seguirla da e per la scuola a metà settimana e anche se non era orgoglioso delle sue azioni, non era riuscito a fermarsi. Lui prudeva per lei, desiderava per lei. Non poteva nemmeno immaginare la sua vita se lei se ne fosse andata.

    Spike sapeva che ne era troppo attaccato, ma si sentiva male quando lei non era fra le sue braccia. L'aveva lasciata andare troppo presto e non c'era ritorno.

    C'era solo una cosa da fare.

    Spike inspirò ed espirò profondamente, chiudendo gli occhi e tornando a scuola.

    …………………………………….

    Buffy guardò l'orologio decidendo se fosse rotto. Avrebbe potuto giurare di averlo sentito suonare, ma non sembrava che si stesse muovendo. Forse si era rotto in quella esatta ora ieri? O alle 11 di mattina? Il suono del campanello interruppe le sue fantasticherie. Buffy non voleva sperare che fosse lui, ma non fermò le sue gambe dal muoversi un po' più velocemente del solito per arrivare alla porta. Quasi senza fiato per aver sceso le scale, Buffy aprì la porta solo per non trovare nessuno.

    Forse qualcuno l'aveva ding-dong-piantata in asso? Cercò di non lasciare che il suo disappunto colorisse la sua voce mentre sua madre le chiedeva chi fosse dall'interno. “Non è nessuno, mamma. Solo un vicino…” ansimò alla vista della terra prima di finire, “burlone.”

    Sul terreno prima della sua porta c'era una grossa, rossa rosa e un foglio bianco con 'Ti Incontro Di Sopra' scritto in pennarello nero. Buffy si guardò intorno eccitata, ma non trovò nessuno vicino alla porta. Dopo aver raccolto le cose, chiuse la porta e corse al piano di sopra. Con sua grande delusione, non trovò Spike nella sua stanza. Anche se non era del tutto sicura di come avesse fatto quel passo, considerando che lei era lì dentro da quando era arrivata a casa da scuola.

    Improvvisamente, una luce tremolò dal lato opposto della strada. Buffy quasi inciampò in un mucchio di vestiti nel suo spastico tentativo di raggiungere la finestra. La luce proveniva da una torcia dalla finestra della camera di Spike. Proprio in quel momento, si accorse di un CD sulla sua scrivania che diceva "Accendimi". Guardando dall'altra parte della strada, vide Spike aprire la sua finestra e far brillare la torcia su un bordo bianco simile a quello che aveva trovato sulla sua porta di casa. Diceva:

    RIPRODUCI IL CD

    Buffy sorrise per le sue buffonate, ma era ancora un po' preoccupata. Si chiese come lui fosse anche riuscito a mettere il CD nella sua stanza senza che lei se ne accorgesse. Proprio in quel momento, notò una nuova scritta nella sua finestra:

    LO SO, SONO UN MAGO

    Idiota, pensò lei tra sé e sé mentre metteva il cd nel suo stereo stile anni '90. Riconobbe la melodia di “It's Oh So Quiet” di Betty Hutton e sorrise, pensando di sapere come sarebbe andata.

    It's oh so quiet [È oh così tranquillo]
    shh shh
    It's oh so still [È oh così ancora]
    shh shh


    MI DISPIACE, BUFFY diceva la scritta dopo

    SONO UN COGLIONE

    You're all alone [Sei tutta sola]
    shh shh
    And so peacefull until… [E così tranquilla fino a quando…]


    SONO INNAMORATO DI TE E DOVRESTI ESSERE IN GRADO DI ANDARE

    OVUNQUE TU VOGLIA A SCUOLA

    You fall in love [Ti sei innamorata]
    zing boom
    The sky up above [Il cielo lassù]
    zing boom
    Is caving in [Sta scavando dentro]
    wow bam
    You've never been so nuts about a guy [Non sei mai stata così pazza di un ragazzo]

    You fall in love [Ti sei innamorata]
    zing boom
    The sky up above [Il cielo lassù]
    zing boom
    Is caving in [Sta scavando dentro]
    wow bam
    You've never been so nuts about a guy [Non sei mai stata così pazza di un ragazzo]
    You wanna laugh you wanna cry [Vuoi ridere vuoi piangere]
    You cross your heart and hope to die [Hai attraversato il tuo cuore e speri di morire]


    COSÌ SE QUESTO È QUELLO CHE VUOI, NON POSSO FERMARTI,

    MA SE QUESTO È IL CASO

    E SE MI PERDONI COME IO HO PERDONATO ME STESSO


    'Til it's over and then [Finché è finita e poi]
    shh shh
    It's nice and quiet [È bello e tranquillo]
    shh shh
    But soon again [Ma presto di nuovo]
    shh shh
    Starts another big riot [Comincerà un altro grosso sbaglio]


    VERRÒ CON TE.

    You blow a fuse [Hai saltato un fusibile]
    zing boom
    The devil cuts loose [Il diavolo taglia perdite]
    zing boom
    So what's the use [Così questo è l'uso]
    wow bam
    Of falling in love [Di innamorarsi]


    SO CHE È IMPROVVISO, MA TI AMO

    E NON POSSO VIVERE SENZA DI TE.

    COSÌ SE MI AVRAI

    INCONTRAMI FUORI


    It's oh so quiet [È oh così tranquillo]
    It's oh so still [È oh così ancora]
    You're all alone [Sei tutta sola]
    And so peacefull until… [E così tranquilla fino a quando…]


    Buffy non sapeva cosa pensare. Corse velocemente verso il suo computer per prendere della carta per rispondere, ma doveva dirgli che aveva scelto di incontrarlo fuori. Buffy corse fuori mentre il CD continuava ad andare.

    You ring the bell [Suoni il campanello]
    bim bam
    You shout and you yell [Gridi e urli]
    hi ho ho
    You broke the spell [Hai rotto l'incantesimo]
    Gee, this is swell you almost have a fit [Accidenti, questo è gonfio devi avere una misura]
    This guy is "gorge" and I got hit [Questo ragazzo è “favoloso” e ne sono colpita]
    There's no mistake this is it [Non ci sono errori è vero]


    Si incontrarono a braccia aperte per la strada tra le loro due case.

    “Buffy mi sei mancata tanto, ti amo, ti prego riprendimi!” Pregò lui tra i frenetici baci.

    “Spike, io-”

    “Farò di tutto, te lo prometto.”

    'Til it's over and then [Finché è finita e poi]
    shh shh
    It's nice and quiet [È bello e tranquillo]
    shh shh
    But soon again [Ma presto di nuovo]
    shh shh
    Starts another big riot [Comincerà un altro grosso sbaglio]


    “E il tuo lavoro?” chiese lei, spingendolo via. “E la tua carriera?”

    “Il mio lavoro?”

    “Non voglio essere la ragione per cui ti lasci tutto alle spalle!” disse lei mentre i suoi occhi si riempivano di più emozioni di quanto era in grado di gestire.

    “Ho dato le mie due settimane di preavviso. Io sono tuo Buffy. Non voglio litigare o controllarti. Sono stufo delle bugie che diciamo alle persone, sono stufo di nascondermi. Voglio solo te. Voglio noi. E so che sono stato un coglione per un po' di tempo ma voglio farlo per te.”

    “Ti voglio anche io,” Disse lei piano.

    You blow a fuse [Hai saltato un fusibile]
    zing boom
    The devil cuts loose [Il diavolo taglia perdite]
    zing boom
    So what's the use [Così questo è l'uso]
    wow bam
    Of falling in love [Di innamorarsi]


    “Allora quel è il problema?” chiese lui percependo la sua esitazione.

    “Ti amo Spike, lo faccio. Ma tu non puoi solo fare queste spettacolari meravigliose, romantiche coe e aspettarti che io ti creda ogni volta. Devi lavorarci su, hai capito?”

    “Ho capito, Buffy. E non ne sarò risentito, parola di scout; posso insegnare dovunque. E non voglio che tu mi lasci perché ti ho messo in questa situazione. Devi dire solo si se se davvero mi vuoi lì.”

    “Si, si! Certo che voglio che tu venga…” esclamò Buffy.

    “Anche io, amore,” disse lui agitando le sopracciglia. Buffy sorrise alle sue buffonate.

    “Non so se arrabbiarmi con te o baciarti o-”

    “Baciarmi è definitivamente la cosa migliore,” disse lui con un sorriso che fece tremare le ginocchia di lei.

    “Cosa ti ha fatto venire in mente di fare tutto questo?”

    “Beh sono il ragazzo della porta accanto, così l'ho usato a mio vantaggio,” disse lui pensieroso.

    “Beh, sembra che non saremo più vicini di casa.”

    “Ma poi ci saranno sempre ripostigli e altre superfici trasparenti con cui guardare attraverso..” disse lui con in ghigno che fece ridere Buffy.

    “Ti amo,” disse lei sinceramente.

    “Ti amo anche io, mia bellissima Buffy,” disse lui teneramente mentre la baciava di nuovo.

    The sky caves in [Il cielo scava dentro]
    The devils cuts loose [Il diavolo taglia perdite]
    You blow blow blow blow your fuse [Tu soffi soffi soffi soffi via il tuo fusibile]
    When you've fallen in love [Quando ti sei innamorata]

    ssshhhhhh...



    FINE
     
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    .
  12. piccola06
     
    .

    User deleted


    Bellissimaaaaaaaaaaaaa mi è piaciuta tantissimo complimenti!!!!!
     
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11 replies since 14/9/2012, 13:58   4436 views
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