First time for Everything by Wattie

Tradotta da kaikan. [Completa]

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    First time for Everything

    by Wattie

    Tradotta: Manu (kaikan)
    Subject: AU (tutti umani)
    Pairing: Spike/Buffy
    Raiting: NC17
    Warning for: Sesso. Spike/Other (temporaneo)
    Genere: Romance; Angst
    Summary: Buffy e William sono migliori amici da sempre, quando hanno 17 anni decidono di fare un patto, faranno sesso insieme per vedere cosa si prova. Anni dopo William è adesso Spike Giles un cantante e leader della band ‘Dingoes Ate my Babe’ e Buffy è un Dottore che lavora all’ER (Emergency Room). Cosa accade se si incontrano di nuovo?
    Disclaimer: Tutto appartiene a Joss Whendon e Co.
    Link dove trovare la ff originale:
    http://whispers.dark-solace.org/stories/fi..._everything.htm


    Traduco con il permesso dell’autrice.

    PERMESSO DELL'AUTRICE:

    Thats fine you can translate the stories. Let me know the links when you are finished.
    Wattie


    Vi avverto che i capitoli sono 26.



    Prologo: Parlando di sesso

    “Penso che io e te dovremmo fare sesso”

    William sputò l’acqua che aveva in bocca e la guardò sconvolto.

    “Scusami” rispose lui asciugando l’acqua che gli era finita sul libro “Credo di averti sentito dire che vuoi fare sesso con me”

    “Beh è quello che ho detto”

    William guardò la sua migliore amica confuso, un minuto prima erano stesi sul letto a studiare e un momento dopo lei diceva una cosa del genere.
    Si conoscevano da ormai 8 anni, da quando William si era trasferito in quella città dall’Inghilterra. La prima volta che si erano visti, lui si era seduto affianco a lei con un libro il Great Expectations e Buffy l’aveva guardato un momento e poi si erano messi a parlare. E da quella volta non si erano più lasciati.

    “Cosa? Adesso?” chiese William sentendosi a disagio per la prima volta nella stanza della sua amica.

    “No! Sciocco! Non ora, un’altra volta. Voglio dire abbiamo diciassette anni, Will. Sei il mio primo vero amico. Mi sembra giusto così. Sento sempre Harmony e le sue amiche che parlando di quelle cose. Vanno a letto con un ragazzo e poi si preoccupano se lui le chiamerà.
    Will io non ho mai parlato di queste cose. Se faccio sesso con te, prendo due uccelli con una fava.” disse aspettando una sua reazione.

    William si sedette guardandola sconvolto “Che uccelli vuoi prendere, Buffy?”

    “Ho bisogno di fare pratica. Non voglio sembrare goffa” Buffy guardò la sua espressione scioccata. “Nel senso se lo faccio con te la prima volta, non sarò preoccupata se mi richiamerai, perché sei il mio migliore amico. Odio dover andare all’università vergine”

    Buffy stava diventando impaziente. Aveva lavorato su questo discorso per un sacco di tempo. Per lei era la cosa più logica da fare.

    “Ma come mai questa decisione, piccola?” disse improvvisamente William. “Voglio dire le ragazze di solito non sognano la loro prima volta con petali di rosa con il ragazzo che amano?”

    Buffy guardò da un’altra parte “La vita non è sempre così, Will. Non sono stupida. Certo che lo sogno, questa è una delle ragioni per cui lo voglio fare con te”

    Will rimase sorpreso.
    ”Stai dicendo che…?”

    “Ti amo? No! Non essere stupido!”

    William spinse via la delusione che lo assalì.

    “Voglio solo che quando arriverà quello giusto sarò preparata. Tu lo sai, Will. Odio le sorprese. Pensavo che fosse una cosa carina farlo insieme a te per vedere come si fa. Sai come odio fallire”

    “Buffy! Questa non è chimica e fisica! La tua prima volta deve essere speciale, con qualcuno che ami” disse William guardandola intensamente.

    “No, Will. La mia prima volta deve essere con chi voglio io. E io voglio averla con te” Buffy lo guardò cercando di fargli capire il suo punto di vista.

    William si alzò in piedi e iniziò a camminare per la stanza. Buffy lo guardò e roterò gli occhi.

    La mente di William iniziò a correre velocemente…

    Buffy nuda, si.
    Amicizia rovinata, no.
    Non essere più vergine, si.
    Sesso senza amore, no.
    Era quello il pensiero che lo sconvolgeva di più. Lui amava Buffy, ma lei non era innamorata di lui.

    Non sapeva che fare, aveva la convinzione che il sesso e l’amore andassero di pari passo. Ma era anche realista. Lui e Buffy non erano molto popolari, nessun ragazzo corteggiava lei, come nessuna ragazza corteggiava lui.

    Non è che non volesse farlo perché Buffy era brutta. Era…beh…Buffy…la sua migliore amica…Era la prima persona a conoscenza del fatto che all’età di 11 anni aveva bagnato il letto, la prima persona che l’aveva visto piangere…

    Buffy guardò William camminare per la stanza. Era un ragazzo, perché non coglieva al volo l’opportunità?
    Sapeva di non essere niente di speciale, per quello l’aveva chiesto a lui. Si era sempre chiesta se lui la trovasse attraente. Lui era molto affascinante quando si toglieva gli occhiali e si pettinava i capelli.

    Invece lei era bassa e piccola, voleva diventare un dottore ed era disposta a tutto per realizzare il suo sogno. Questo non le dava il tempo per cercarsi un ragazzo. Aveva già in mente il suo futuro, frequentare l’università e diventare un dottore stimato. Ma molto spesso non avere il ragazzo le pesava. William poteva aiutarla.

    “Will?” lui si fermò e la guardò “Stai per fare un buco nel tappeto. Non credevo che venire a letto con me, potesse essere una decisione così dura. Guarda lo chiederò a qualcun altro”

    “No!” gridò William “Non lo chiederai a nessuno!”

    “Perché no?”

    “Perchè qualcun’altro… non so… non voglio!” disse frustrato.

    “Beh allora sarebbe carino che rispondessi alla domanda” sospirò Buffy.

    William la guardò, fare sesso con lei era complicato ma lo voleva da morire.

    “Non chiederlo a nessuno! Lo facciamo!”




    Capitolo 1: C’è un dottore in casa?

    I suoni dell’ambulanza non furono abbastanza per risvegliare Buffy dal sonno.

    “Dottoressa Summers? Dottoressa Summers si svegli!” la voce dell’infermiera la fece svegliare.

    “Ci sono. Qual è il problema?” chiese Buffy cercando di focalizzare la persona.

    “E’ arrivata un’ambulanza. Un incidente stradale tra un pulmino e un autocarro. Si sa quanti sono feriti e quanti critici”

    A quelle parole Buffy corse fuori dalla stanza e guardò una barella entrare. Su quest’ultima si trovava un uomo con il collo fasciato da un collare e coperto di sangue.

    “Che cosa è successo?” chiese Buffy mentre paramedici trasportavano il paziente su una lettiga nella stanza di traumatologia. Immediatamente lei cominciò a controllarlo.

    “L’autocarro non si è fermato al semaforo rosso e a preso un pulmino in pieno. Lui era un passeggero” il paramedico

    Buffy continuò a controllarlo, esaminando il danno.

    “Era il più critico”

    “C’è ne sono altri?” chiese Buffy aprendo la camicia del paziente e prendendo lo stetoscopio dal camice “Ho bisogno di aiuto qui”

    “C’è ne sono altri cinque più il conducente dell’autocarro”

    “Il pulmino non si è ribaltato?” chiese Buffy.

    “No, e non ho idea di come abbia fatto”

    La voce del paramedico si affievolì mentre molti pazienti guardavano l’uomo sulla barella, mentre Buffy capiva chi era.

    Oh dio, era Will…

    Buffy lo fissò tutto coperto di sangue.

    “Dingoes Ate my Baby! Come ho fatto a non riconoscerlo! Mia figlia ha la camera tappezzata di lui! E’ totalmente persa del cantante…”

    “Spike Giles” disse piano Buffy continuando a fissarlo.

    “E’ lui…lo conosci?”

    Buffy si riprese dal suo stordimento e guardò il paramedico.

    “Non personalmente…no” mentì lei. Poi si voltò verso l’infermiera. “Portiamolo via”

    Poi si girò di nuovo per salvare l’unico uomo che amava.


    ****

    Spike si stava divertendo come ad ogni concerto. Guardò il pubblico e cominciò a cantare. Ma prima che potesse iniziare, vide qualcuno nell’angolo. Qualcuno che non stava fissando lui…leggeva… Great Expectations. Il suo preferito, pensò prima di iniziare a cantare, senza che nessun suono ne uscisse.
    Strano…
    Guardò di nuovo quella persona e gli sembrava famigliare.
    “C’è ne sono altri?” tentò di tendere l’orecchio per sentire meglio.

    Spike era confuso. Altri di cosa?

    “Il pulmino non si è ribaltato?” la voce era aspra e forte, ma quel suono lo confortava.

    Pulmino? Ma erano ad un concerto, non stava capendo niente. Perché gli faceva male la gamba? E cosa stava dicendo quella donna?

    Lei la guardò di nuovo, quella donna somigliava a Buffy. Lei era al suo concerto…gli sorrise e cercò di parlare ancora, ma non uscì nessun sono.

    Che diavolo stava succedendo?

    “Posso avere aiuto qui?”

    E poi tutto divenne nero.

    ****

    ”Il battito sta scendendo!” gridò l’infermiera, Buffy guardò l’elettrocardiogramma.

    “Defibrillatore!” gridò Buffy

    “Eccolo!” disse l’infermiera passando l’apparecchio a Buffy,

    “Caricate 200” dopo aver messo il gel sulle piastre le portò al petto di William.

    Il corpo di Spike si alzò dal lettino, Buffy guardò il monitor, vedendo che tutto era rimasto invariato.

    “Avanti, Will. Aumentate a 300”

    Il corpo di Spike si alzò di nuovo dal lettino ma niente cambiò.

    “Dannazione, Will! Sei sempre stato caparbio! Per una volta in vita tua, lavora con me!” mormorò Buffy “Alzate a 360!”

    Alla scossa successiva il monitor segnalò un miglioramento.

    “Grazie, Will” sospirò di sollievo lei.

    ****

    “Avanti, Will!” il suono di quella voce lo fece sentire completo.

    Spike fissò l’oscurità.

    “Dannazione Will! Sei sempre stato caparbio!”

    Lei era lì.

    “Buffy” tentò di aprire le palpebre troppo pesanti. Perché erano così dannatamente pesanti…tentò di aprire di nuovo.

    “Dottoressa Summers lo Xray è pronto per il signor Giles”

    Buffy guardò l’infermiera.

    “Grazie”

    Lei guardò in basso e vide Spike sul lettino e il suo cuore si strinse. Si irrigidì ricordandosi che non era più Will ma Spike. Sbatté le palpebre e spinse via le lacrime.

    “Arrivederci Will”



    Capitolo 2: Sei tu Buffy ?

    Buffy chiuse gli occhi quando sentì l’acqua calda scivolargli sul corpo. Dopo aver fatto un turno doppio all’ospedale questa era la parte del giorno che amava di più. Stare in piedi sotto la doccia e lavare via tutta la stanchezza.
    Quel giorno non avrebbe fatto eccezione.

    Ogni volta che chiudeva gli occhi, lui era lì… steso su quella barella, i suoi occhi che la fissavano. Il suo nome bisbigliato da quelle labbra secche. Le fece ricordare un tempo in cui erano due persone diverse con speranze e sogni dannatamente diversi.

    ****

    “E’ lei Buffy?” chiese l’infermiera a Drusilla quando questa arrivò nella stanza di Spike.

    “No, sono Drusilla Simons, la sua fidanzata” guardò l’infermiera che controllava la temperatura a Spike “Perché me lo chiede?”

    “E’ il nome che ha detto quando era in sala operatoria, credevo fosse lei”

    “Beh questo è stato il suo primo errore. Spero che non ne faccia altri. Ho quasi perso il mio ragazzo oggi. Non ho bisogno di un’infermiera che mi fa girare i nervi” disse Drusilla irritata, convincendosi che era per l’invadente infermiera e la sua stupida domanda, ma il suo cuore sapeva la vera ragione.

    “Buffy” si voltò a guardare Spike.

    Quello che vedeva era il guscio dell’uomo che aveva conosciuto. La sua faccia era gonfia, aveva un occhio nero e il labbro tagliato ‘Almeno non ha gli zigomi rotti’ pensò. Poi gli guardò la gamba. Poteva intuire che era stato operato.

    Quanto tempo sarebbe passato prima che riprendesse a camminare? Dovevano completare il tour di tre mesi. Non poteva deludere nessuno. Aveva bisogno di risposte, doveva avvertire i media.
    Vide la cartella attaccata al letto e l’aprì. La prima cosa che vide le fece stringere lo stomaco

    La dottoressa che l’aveva operato: Elizabeth Summers.

    ****

    Buffy finalmente uscì dalla doccia, i muscoli rilassati. Prese e accese la tv.

    “Notizia dell’ultima ora. CNN ha appena saputo che il cantante dei Dingoes Ate My Baby è stato immischiato in un incidente stradale. I dettagli sono scarsi, ma sappiamo che è stato operato. Ci saranno aggiornamenti nelle prossime ore”

    Buffy sospirò, anche dentro casa non poteva liberarsi di lui. In quel momento pregò di poter vivere in un mondo dove William ‘Spike’ Giles non esisteva.

    Quella cosa era stata facile all’università. Il suo cuore si era risanato col tempo e con molto lavoro. Aveva seppellito il dolore studiando da morire.
    Era forte, non aveva bisogno di Will, o di chiunque altro.

    Era stato un buon sistema. Alla fine del primo anno d’università stava un pò meglio. Stava per spegnere la tv quando vide ‘Spike Giles’ cantare e le lacrime cominciarono a scivolargli sulla guance.

    ****

    ”Non voglio che la dottoressa Summers si avvicini al mio fidanzato ha capito?!” Drusilla stava sbraitando al bancone contro un’infermiera “A causa della sua celebrità nessuno può entrare nella sua stanza senza aver parlato prima con me. Non voglio nessuno!” guardò l’infermiera negli occhi “Ha capito?”

    “Si, signora Simons, ho capito. Deve parlare con il dottore che l’ha in cura” disse prendendo il telefono.

    “E quale sarebbe?”

    “Il dottor Riley Finn” Drusilla si voltò per vedere il dottor Finn che gli tendeva la mano “Piacere di conoscerla, signora…?”

    “Simons…Drusilla Simons. Sono la fidanzata e la manager di Spike”

    “Piacere di conoscerla. Il signor Giles starà bene. In sei settimane tornerà in carreggiata e sarà come nuovo”

    “Sei settimane…sei settimane??! Ascolti, dottor Finn, non è possibile una cosa del genere, Spike deve finire il suo tour di tre mesi. Non può stare sei settimane a letto!”

    Come si permetteva quella donna di dire una cosa del genere? Era lui il dottore, sapeva fare più che bene il suo lavoro.

    “Signora Simons, quello che lei non capisce è che è già un miracolo che il suo fidanzato sia ancora vivo, che sarà ancora capace di camminare dato che si è rotto la tibia e la fibula. Purtroppo il suo corpo dovrà rimanere a riposto. Mi dispiace che dovrà rimandare il suo lavoro, ma questo non potrà incidere sulla mia decisione”

    Riley si voltò verso l’infermiera “Lo tenga sotto controllo e mi chiami subito quando si sveglia. Piacere di averla conosciuta, signora Simons. Sono sicuro che parleremo di nuovo”

    Drusilla guardò il dottore allontanarsi. Avrebbe accettato che Spike dovesse rimanere a letto per sei settimane, il problema era un altro, erano nello stesso ospedale dove si trovava il suo primo e unico amore.

    ****

    Buffy fu svegliata dal suono del telefono.

    “Ho appena visto la notizia. Lo sai? L’hai visto? Cosa vi siete detti?” domandò Willow frenetica.

    Buffy che ancora dormiva sbatté gli occhi “Willow di cosa stai parlando?”

    Si sedette sul divano che temporaneamente era diventato il suo letto per la notte.

    “William, ho visto la notizia al telegiornale. L’hai visto? Sta bene?”

    Buffy prese un respiro profondo “Si. Si…e non lo so”

    Willow sospirò dall’altro lato “Buffy, questa non è una risposta”

    “Lo so. Ma è successo così in fretta. Quando l’ho visto era solo la vittima di un incidente e poi ho capito che era Will” chiuse gli occhi per non pensare. “Ma non è più lo stesso ragazzo, Will. E’ Spike non è lo stesso di una volta” ma non era molto convinta di quello che aveva detto.

    “Quando gli farai visita?” chiese Willow.

    “No! Perché dovrei? Non l’ho faccio con gli altri pazienti”

    ”Lo so, Buff, soltanto perché non eri innamorata pazza di loro”



    Capitolo 3: Ora va bene per me.

    Buffy si sedette sul suo letto colpendo il libro che William stava usando per studiare la Rivoluzione industriale.

    “Quindi facciamo per venerdì prossimo?”

    William guardò in alto “Venerdì prossimo per cosa, piccola?”

    “Sesso” roteò gli occhi Buffy. Era passata una settimana da quando William aveva detto di si al loro accordo ma non ne avevano più parlato.

    “Cosa intendi per sesso?” chiese William.

    “Lo sai…io e te che…” lo guardò.

    “Facciamo sesso?”

    “Si, William! C’è qualche stupida usanza inglese dove non si mette insieme due stupidissime parole? Cosa c’è che non va? Non vuoi fare…”

    “Sesso” finì la frase per lei.

    “Buongiorno? Pensavo che ci fossimo messi d’accordo la settimana scorsa! Cavolo, William, voglio dire… davvero non hai voglia di fare…”

    “Sesso” disse di nuovo William, mentre un’immagine di Buffy nuda sotto di lui, coi capelli sparsi tutti intorno al cuscino, con gli occhi pieni di desideri, gli riempiva la testa..

    "William? "

    Lui si riprese dalla trance al suono del suo nome e la guardò.

    “Quindi quanto lo facciamo?”

    In quel momento William capì cosa voleva. Voleva che la fantasia diventasse realtà. Afferrò Buffy per le spalle e schiacciò la bocca contro la sua.

    Buffy rimase sconvolta. Un minuto prima stava parlando con William ed un secondo dopo lui la stava baciando.
    Il suo primo bacio…ed era meraviglioso. Chiuse gli occhi e lo sentì avvolgergli le braccia intorno.

    Veloce come aveva cominciato William si staccò da lei. Buffy lo fissò e vide quello che non aveva mai visto in 8 anni.

    Desiderio, paura, brama…

    “Che ne dici di ora?” rispose William riprendendo fiato “Ora va bene per me”


    ****

    Spike si svegliò con un mal di testa assurdo. Tentò di ricordare se avesse bevuto la notte scorsa. Ma non riusciva a ricordarlo. “Pensa, cervello, pensa. Ho finito il concerto, ho firmato gli autografi e sono salito sul nostro pulmino”
    Non riusciva a ricordare quello che era successo dopo essere salito sul pulmino. Ma capì che in quel preciso istante non era su quest’ultimo. Era in un letto d’ospedale con una vestaglia che lo copriva.
    ‘Non si ricovera qualcuno solo per un dopo sbronza, o si?’ pensò.
    “Oh cazzo” mormorò quando vide entrare l’infermiera.
    “No, quello sta bene, o almeno così mi ha detto l’altra collega quando ti ha fatto il bagno. Comunque, la tua gamba non ha avuto la stessa fortuna” disse l’infermiera controllandogli le pulsazioni.
    “E’ un uomo molto popolare, signor Giles? Dovrebbe vedere i giornalisti che ci sono qui fuori. Che cos’è un celebrità o qualcosa del genere?” gli domandò misurandogli la pressione.
    “Qualcosa del genere” rispose Spike “Sa quello che mi è successo?” fremette mentre una fitta gli rimbombava nella gamba.
    L’infermiera si fermò per fissarlo “Il dottore arriverà presto a dirle tutto, ma ha avuto un incidente.” Spike trattenne il respiro pensando agli altri componenti del gruppo.
    “Gli altri stanno bene?” chiese.
    In quei quattro anni erano diventati come una famiglia.
    “Gli altri stanno bene, amore” Spike guardò verso la porta e vide Drusilla camminare nella stanza. “Sei tu che ci hai fatto preoccupare, come stai mio principe oscuro?” domandò facendogli correre la mano sul sopracciglio ferito. Spike gli afferrò la mano e la baciò.
    “Sto bene principessa…la mia gamba un po’ meno però”
    ****

    ”Conosci Spike Giles?” il suono di quel nome fece fremere Buffy.
    Buffy lo fissò.
    La risposta era facile o si o no. Conosceva Spike Giles? La risposta migliore era no.
    Il ragazzo che aveva conosciuto non era Spike Giles. Il ragazzo che aveva conosciuto era William Giles, quello che aveva una passione per la letteratura inglese del diciottesimo secolo, quello che gli aveva scritto un poesia. Il ragazzo che preferiva passare la serata a studiare storia piuttosto che uscire. Un ragazzo che gli aveva raccontato tutti i suoi sogni.
    No, non conosceva Spike Giles il cantante che cantava monosillabi e grugniti, lasciando interviste a destra e a manca. Un uomo che ghignava in tv e faceva allusioni sessuali.
    No, non lo conosceva, Spike Giles gli aveva spezzato il cuore per stare con la sua principessa oscura!
    “No” rispose a Riley “Perché me lo chiedi?
    “La sua ragazza ha urlato alle infermiere che tu non potevi vederlo. Ha detto che sei una sua pazza fan” Buffy scoppiò a ridere.
    “Già ho gli ormoni a mille per il leader di un gruppo punk!”
    Riley la fissò, erano amici sin dalle medie e lui aveva sempre avuto una cotta per lei.
    Poi si erano ritrovati tutti e due tirocinanti nello stesso ospedale e avevano iniziato a pranzare insieme ed era diventata una routine.
    “Scusami se te l’ho chiesto….
    “Non fa niente. Come sta?” chiese Buffy con noncuranza.
    “Chi Spike? Starà bene, deve stare sei settimane a letto” rispose Riley.
    “Sei settimane in questo ospedale?!” Il cuore di Buffy iniziò a correre. Come avrebbe fatto ad averlo per sei settimane lì? Non voleva incontrarlo, non sarebbe stata una bella cosa.
    “Non può essere trasferito in un altro ospedale? Magari uno più vicino ai suoi famigliari?” Buffy stava cercando qualsiasi ragione per buttarlo fuori dalla sua vita “Sono sicura che uno vicino ai suoi famigliari accelererebbe il processo di recupero”
    “La sua ragazza ha detto che non ha famiglia qui negli Stati Uniti”
    Buffy chiuse gli occhi… sei settimane… sei settimane con Spike in quelle mura.
    “Come si chiama la sua ragazza?”
    “Drusilla”
    Buffy fremette a quel nome.



    Capitolo 4 : Gli uomini non sono per me.

    Il corpo di Buffy e la sua mente andarono alla deriva. William la portò al letto e lei rispose freneticamente al suo abbraccio.

    ‘Oh mio Dio!’ gridò la sua mente mentre cadevano sul letto.

    “Will!” lo fermò Buffy “Cosa stai facendo?”

    William si bloccò e capì perché cantanti, pittori e scrittori, facevano di tutto per rappresentavano l’amore. Non riusciva a spiegare cosa gli era preso. Stavano parlando ed era impazzito. Dopo il loro primo bacio ne voleva ancora di più

    “Sto dipingendo un muro, Buffy, cosa ti sembra?” rispose sarcastico William.

    Lui non riusciva a togliergli gli occhi dalle labbra. Erano sempre state di quel colore? Si domandò perché in tutti quegli anni non ci aveva mai prestato attenzione, anche se in quel momento era il problema minore.
    Capì quello che stava succedendo. Come era finito sopra di lei nel suo letto?
    ‘Beh quando l’hai baciata e l’hai gettata sopra il letto’ si disse prima di alzarsi in piedi.

    Appena lui si tolse Buffy si sentì vuota ‘Perché mi sento così?’ si domandò. Lei si sedette e guardò William. Si portò la mano alle labbra che erano gonfie dei loro baci.

    ”Beh immagino che abbiamo superato la parte dei baci” ruppe il silenzio Buffy.

    “Già, credo di si” rispose William sedendosi affianco a lei. Dio era così bella, perché non se n’era accorto prima?

    “Quindi venerdì per te va bene?”


    *****

    Spike era stanco. Stava facendo la sua prima sessione di fisioterapia ed era completamente distrutto. Guardò la sua allenatrice e la pregò.

    ”Per favore, tesoro, possiamo fare una pausa?” stavano facendo gli esercizi alla gamba nella palestra dell’ospedale e aveva bisogno di fumare una sigaretta.

    “Non credo…devi ancora fare dieci esercizi” disse la dottoressa Tara McClay mentre lo fissava “So che ti fa male, ma hai bisogno di farli. Se ti aiuta fingi di tornare nella palestra del liceo”

    Spike rise al pensiero “Se stai cercando di farmi sentire meglio hai scelto proprio il paragone sbagliato. La palestra del liceo non era un luogo molto felice per me, se conti che sono stato scelto come ultima riserva della squadra”

    “Beh dai pensa a qualcos’altro allora. Voglio solo che tu faccia questi esercizi e che ti senta meglio… nonostante la gamba rotta”

    “Grazie…voi verificare le mie prestazioni?” ridacchiò Spike.

    “Solamente quelle della fisioterapia. Fidati di me, non sono interessata alle tue prestazioni”

    ”Così mi ferisci. Ho ricevuto molti complimenti per le mie prestazioni” rispose Spike.

    “Ne sono sicura. Ma non sei il mio tipo” sorrise Tara avvicinandosi per fargli fare un’altra sessione di esercizi.

    “Non ti piacciono i biondi?” domandò Spike mentre si preparava per l’esercizio.

    “Beh non esattamente mi piacciono i biondi, ma non quelli che pensi tu”

    “E quali allora?”

    “Non gli uomini biondi, non sono il mio genere, preferisco le donne bionde” gli afferrò la gamba e cominciò a fargli fare l’esercizio.

    ****

    Buffy si sedette nella stanza del personale a bere il suo caffè, era alla dodicesima ora del suo turno di diciotto ore. Aveva visto così tanti pazienti quel giorno che aveva perso pure il conto. Alcuni erano morti e altri no. Cercando di fare la percentuale di quelle ore, la sua mente come al solito andò a lui.

    Era passata una settimana dall’incidente e lei non era andata a vederlo nemmeno una volta. Buffy conosceva la stanza e le cure che stava facendo in ogni dettaglio. Non che gli importasse, erano le infermiere che gliele riferivano.

    Pazienti di quel calibro erano rari in ospedale, così il caso di Spike era sulla bocca di tutti. Era come se il mondo non volesse fargli dimenticare Spike Giles.

    Odiava tutto questo. Aveva passato gli ultimi otto anni a non pensarlo per colpa di tutto il dolore che gli aveva fatto provare e tutto l’amore che provava per lui. Si era buttata nel suo sogno ed era riuscita a buttare sia lui che i suoi sentimenti in un angolo oscuro del suo cuore. Ma qualche genere di scherzo del destino l’aveva riportato sulla sua strada

    Rabbrividì sentendo quel bagaglio emozionale pesargli sulle spalle. Doveva fare qualcosa, doveva trovare una soluzione. Al diavolo Drusilla, doveva vederlo.

    Si alzò per portare a termine il suo piano, quando si trovò faccia a faccia col suo incubo.

    In un istante, si ritrovò a quel giorno. Il giorno in cui tutto era cambiato. Il giorno in cui il suo cuore si era rotto in un milione di pezzi e ci era voluto un sacco di tempo per rimetterlo apposto.

    “Ciao, raggio di sole” l’incubò parlò.

    ”Drusilla”



    Capitolo 5: E’ solo l’inizio.

    Spike era seduto davanti alla finestra. Non era riuscito ad alzarsi, però era riuscito ad aprirla. Ora era davanti a questa e fumava una sigaretta.

    “Cosa diavolo stai pensando di fare?” disse arrabbiata Tara entrando nella stanza.

    “Dannazione!” borbottò lui “Dipingo un muro, cosa ti sembra?”

    “Sembra che vuoi morire prima del tempo!” rispose Tara.

    ”E io che credevo che quello fosse compito tuo” borbottò lui.
    “Avanti hai fumato abbastanza per oggi è ora di andare in palestra” disse Tara avvicinandosi.
    “Io sperava in un altro po’ di riduzione della pena. Volevo sfidare uno degli altri pazienti in una corsa su sedia a rotelle”
    Tara gli lanciò un’occhiataccia facendogli capire che quella stupidaggine non avrebbe avuto nemmeno risposta.
    “Sai piccola, credo che tu sia stata mandata qui per torturarmi”
    Spike non poté evitare di sorridere. Anche se odiava ammetterlo quelle ore erano le più belle di tutta la giornata. Non aveva nient’altro da fare se non guardare la tv o i muri bianchi.
    Nessuno gli andava a fare visita, finché non gli venne un’idea.
    “Tara puoi trovarmi Drusilla? Ho bisogno che mi porti la mia chitarra”

    ****

    Quando Spike e Tara arrivarono in palestra iniziarono subito gli esercizi. Ora Spike giaceva sulla schiena e Tara aveva una sua gamba sulla spalla.
    “Sono sicura che molte ragazze mi odierebbero in questo momento” disse lei spingendo in avanti.
    “Che intendi, tesoro?” chiese lui cercando di non mostrare il dolore.
    “Beh la maggior parte del personale femminile ucciderebbe per essere qui al mio posto e soprattutto in questa posizione” rispose lasciandogli andare la gamba “Prova ad alzarla”
    Spike cercò di alzare la sua gamba buona. Non era facile. Tara vedeva la lotta che stava avendo con se stesso
    “Davvero? Ma no dai, sono solo un ragazzo normale con una gamba rotta”
    Tara non poté evitare di ridere a quell’affermazione. Solo un ragazzo normale…non era quello che pensavano i reporter e i giornali che erano fuori dall’ospedale da quando si era fatto male.
    “Non puoi pensarlo davvero, non il ragazzo che è comparso su un sacco di copertine di Rolling Stone. Quello che è stato il cantante più sexy e votato per quattro anni sulla rivista Teen People. Non capisci perché le ragazze si gettano su di te?”
    “Mi conosci molto per essere una a cui non interesso” sorrise furbo lui.
    “Non sono cieca, Spike. So quello che fai alle ragazze” gli prese il piede per iniziare un’altra sessione di esercizi.
    “E’ solo un’illusione” rispose lui piano “Anche se sembro essere spaccone e cose del genere, molti giorni mi sento soltanto lo stupido ragazzo che ero al liceo”
    “Perché com’eri?”
    “Secchione…si ero un secchione. Con i capelli lasciati liberi gli occhiali e sempre un libro in mano. La mia idea di Sabato movimentato era studiare storia” sorrise ricordando quelle serate.
    “Ed eri sempre solo?”
    “Beh si potrebbe pensarlo, ma no. Avevo…un’amica. Facevamo tutto insieme. Non eravamo i più popolari della scuola, ma non ci interessava. Abbiamo avuto la nostra prima volta insieme” si stava perdendo nei ricordi.
    “E cosa pensa questa tua amica della tua nuova facciata?” gli domandò.
    “Non lo so…non credo sia molto felice. Ma non ci sentiamo più ormai. Non la vedo da anni” il sorriso di Spike scomparve.
    “Perché, cosa è successo?”
    Gli occhi blu di Spike divennero di ghiaccio.
    “L’ho ferita”
    *****
    Buffy fissò Drusilla. Aveva anche potuto portarle via Will ma non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa.
    “Non hai letto il cartello ‘riservato ai dottori’ a meno che non tu non sia una dottoressa ti consiglio di andartene” disse con cattiveria.
    “Tsk, tsk, raggio di sole. Non c’è bisogno di graffiare. Sappiamo tutte e due che sei una gatta che graffia” disse con un sorriso “Almeno è quello che mi ha detto il mio William”
    Buffy lottò con le lacrime sentendo il nome Will pronunciato dalla sue labbra “Non è il tuo William, Dru! Lui è sempre stato mio!”
    Drusilla la fissò intensamente.
    “Le bugie non gli sono piaciute, raggio di sole. Ti ha mai detto cosa gli hai fatto? Tu lo volevi…nelle tue braccia, nel tuo cuore, nel tuo letto e cosa hai fatto per tenerlo? Nulla. Dovevi dire solo delle parole semplici, semplici” Drusilla guardò la reazione di Buffy.
    Buffy distolse lo sguardo, non poteva lasciare che accadesse, non di nuovo. Quella donna gli aveva già portato via William, non poteva permettergli che gli portasse via anche la dignità.
    “Cosa ti infastidisce di più, Dru? Che io l’ho avuto prima o che nel tuo cuore tu sai che lui non sentirà mai per te un decimo di quello che ha sentito quella notte con me?” Sapeva di aver detto una cosa cattiva, ma non le importava. Voleva che Dru pagasse per tutto il dolore che aveva provato.
    “E cosa infastidisce te, raggio di sole? Almeno io so che William mi ama…me lo dice ogni giorno. Ogni volta che mi bacia, ogni volta che è dentro di me…” Uno schiaffò in pieno volto le fece terminare la frase a metà.
    “Le suggerisco signora Simons di uscire da questa stanza immediatamente prima che chiami la sicurezza e non le faccia mettere più piede in questo ospedale…per sempre!” disse con astio
    Drusilla si girò per andare via.
    “Non è finita qui, raggio di sole” disse con una scrollata di spalle.
    “Lo so” rispose Buffy “E’ solo l’inizio”



    Capitolo 6: Credo di sapere la ragione.

    William era davanti allo specchio da quella che sembrava una vita, ma erano si o no venti minuti, “Con gli occhiali o senza?” si disse guardando la differenza.

    Non riusciva a capire perché era così nervoso, poi si ricordò. Era venerdì ‘Il giorno di D…’ beh forse era meglio dire il giorno S…

    Nei giorni precedenti passati in camera di Buffy, i suoi pensieri andavano sempre a quello, anche se in realtà non ne avevano parlato poi tanto. Omettendo l’imbarazzante discussione sulla scelta dei preservativi da usare.

    In quel momento William si riscosse dalla trance e corse a controllare di averli preparati “Tutto apposto”

    William continuava a pensare al bacio che si era scambiato con Buffy. Era come se il suo mondo si fosse inclinato. Tutto quello che faceva Buffy ora lo vedeva in modo completamente diverso, ora quando rideva tutta la stanza si illuminava, quando gli toccava la mano dei brividi gli scorrevano sulla schiena.

    ****

    Buffy controllò l’orologio… mezz’ora e William sarebbe arrivato. Aveva cambiato il suo abbigliamento un sacco di volte. Rise al pensiero di vedere lo sguardo di William a sapere quella cosa. Il problema era che non sapeva come ci si vestiva ad un appuntamento, o per come dicevano le sue così dette amiche (forse era meglio dire conoscenti) per rimorchiare e finire la serata col botto.

    Buffy aggrottò le sopracciglia a quel pensiero. Non era proprio vero. Stava per avere una serata col botto.
    Lei e William avevano fatto praticamente tutto insieme: anche un viaggio in farmacia per comprare quelli che a William piaceva chiamare ‘prodotti da signora’ avevano giurato di non dirlo mai a nessuno. E non vedeva perché fare sesso con lui fosse diverso.

    Era vero che lei voleva amore e passione, ma voleva anche rassicurazione, attenzione e rispetto- tutte cose che William gli avrebbe dato a valanghe. Come mai in vita sua aveva bisogno dell’appoggio del suo amico.

    Ma il suo cuore gli gridava che non era così, tutte quelle ragioni che aveva evidenziato erano una scusa, i sentimenti che provava erano ben diversi da essere logici.


    ****

    Spike guardò i fiori sul comodino accanto al letto ‘Se mi portano altri fiori impazzirò,’ pensò roteando gli occhi.
    I quattro muri della stanza stavano iniziando a dargli sui nervi. Dove diavolo era la chitarra che aveva chiesto? Aveva bisogno di fare qualcosa per togliere lo stress.

    La sessione di fisioterapia con Tara l’aveva scosso. Era da un sacco di tempo che non pensava ai suoi giorni da ‘William’. Sembrava avesse vissuto due vite separate, lo sfigato studioso e il cantante di successo.
    Poi c’era Buffy, sembrava solo ieri quando l’aveva vista… le aveva parlato…Chiuse gli occhi e imprecò contro quel giorno maledetto in cui tutto era cambiato.

    “Vedi, te l’ho detto che Capitan Perossido si sarebbe rammollito!” la voce famigliare l’ho tolse dai suoi pensieri.

    “Mai come te tenebroso dalla fronte spaziosa” Spike aprì gli occhi per vedere il bassista del gruppo, Angel sulla porta accanto alla sua ragazza Faith batterista del gruppo.

    “Ehy, Spike mi hanno detto che avevi bisogno di questa” esclamò Faith mostrandogli la chitarra e appoggiandogliela sulla gamba buona.

    “Fa attenzione! Ho già una gamba rotta, l’altra me la voglio tenere!”

    “Allora come stai?” chiese Angel guardandosi in giro per la stanza.

    “Benissimo. E voi e gli altri?”

    Faith si sedette sul bordo del letto.

    “Stanno tutti bene…quello messo peggio eri tu, ci hai fatto prendere una paura pazzesca. Io sono stata dimessa la stessa notte a Angel l’hanno tenuto tutta la notte per accertamenti. Vero amore?”

    Angel annuì.

    “Si, credevano avessi una commozione celebrale, era solo per accertarsene”

    “Bah forse si sono sbagliati…forse avrebbero potuto darti un cervello nuovo” rise Spike.

    “Molto divertente ossigenato. Dru ha detto che devi rimanere qui altre cinque settimane” Angel guardò per la stanza “Diventerai matto”

    “Lo so…per quello ho chiesto la chitarra, posso approfittarne per scrivere qualche nuova canzone” Angel si mosse per la stanza, sedendosi affianco a Faith.

    “Quindi ti farei qualche infermiera? Soltanto per vedere quanti cuori puoi rompere?”

    “Non credo, amico. Dru è sempre qui a sorvegliarmi, sembra di essere in prigione. Mi imbarazza da morire! Crede che sono una stella o qualcosa del genere”

    “Vuole solo il meglio per te” si alzò in piedi Faith.

    *****

    Buffy bussò alla porta sospirando. Una cena tra amiche era l’ultima cosa di cui aveva voglia. Ma aveva già annullato due volte, se lo faceva ancora Willow ci sarebbe rimasta male.

    Inoltre, quella serata poteva evitarle di pensare a Spike per un po’. Il confronto con Drusilla l’aveva distrutta. Willow e quella cena erano un modo per farla stare meglio.

    La porta si aprì rivelando la ragazza di Willow, Tara.

    “Ehy Buffy! Come stai?” chiese mentre si baciavano sulla guancia.

    “Bene” mentì Buffy “E tu? E’ un po’ che non ti vedo a mensa”

    Continuò Buffy mentre andavano in soggiorno.

    “Si, sono molto impegnata con il mio nuovo paziente” rispose Tara mentre offriva delle noci a Buffy che si era appena seduta.

    “Davvero? Sono sicura che ti occupa molto tempo, io quando sto al pronto soccorso a volte non riesco nemmeno ad andare in bagno. Chi è questo nuovo paziente?”

    “Spike Giles”


    A sentire quel nome Buffy per poco non cadde dalla sedia. Dannazione! La perseguitava ovunque.

    “Sai è molto simpatico” continuò Tara “Non è come ci si aspetta. E’ solo una corazza, ma sotto sotto è…”

    “Sfigato” finì la frase Buffy.

    “Stavo per dire bello, ma si, dopo oggi posso dire anche sfigato. Ma lo sa nascondere bene”

    “Già a quanto sembra” disse piano Buffy sentendo le lacrime salirgli agli occhi. Si sgridò mentalmente per quello che provava. Aveva già speso troppe lacrime per lui. Doveva smetterla, doveva riuscire definitivamente a cacciarlo dal suo cuore.

    “Eccomi qui” disse Willow entrando nella stanza e distraendola dai suoi pensieri “Scusatemi ma c’è stata un’emergenza al Magic box, ho dovuto chiamare per mettere tutto in ordine” le bastò un’occhiata a Buffy per vedere che non stava bene.

    “Stai bene, Buffy?”

    “Si, sto bene” sorrise “Tara mi stava parlando del suo nuovo paziente”

    “Davvero, tesoro? Chi è?”

    “Spike Giles”

    Sentendo quel nome Willow spalancò gli occhi e guardò di nuovo Buffy.

    “Oh” fu quello che riuscì a dire. E immediatamente capì cosa ci voleva. “Tequila?”



    TBC

    Edited by strawberry85 - 9/7/2012, 22:22
     
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    Capitolo 7: Non pensare che sia tempo

    Spike era contento di farsi finalmente la doccia da solo, c’erano i bagni nelle stanze così da permettere ai pazienti di avere la lo privacy. Uscì dalla doccia e pulì lo specchio del bagno per vedere il suo riflesso.

    I tagli e le contusioni sul viso si stavano affievolendo, e la cicatrice sul sopracciglio si stava rimarginando. Si passò le mani tra i capelli, per scrollarli dall’acqua in eccesso. Si erano allungati parecchio. I ricci castani che tanto aveva odiato al liceo, stavano ricrescendo sotto l’ossigenatura.

    ‘Non credo mi permetteranno di andare dal parrucchiere,’ pensò finendo di asciugarsi il resto del corpo. Una volta finito, afferrò la vestaglia e dopo averla indossata cercò di tornare a letto.

    “Ciao, Dru”

    Era seduta sul letto. La sua principessa oscura, la sua salvezza. Almeno era quello che lei gli ripeteva sempre. Ma da cosa l’aveva salvato? A si da se stesso… Dru aveva visto in lui l’uomo che poteva diventare e non la mezza sega di ragazzo che era, il ragazzo che nessuno poteva amare se non lei.

    “Il mio Spike, ti trovo meglio oggi. Su siediti” disse accarezzando il letto “Come mai sei così giù, che succede?”

    “Beh sai…oggi ho corso una maratona e ho vinto il premio nobel per la letteratura, oh si, e ho guarito un cancro” rispose sedendosi affianco a lei “Sono in un dannatissimo ospedale con una gamba rotta, Dru! Come dovrei stare?”

    “Mi sei mancato, amore mio” rispose lei facendo scivolare la mano sulla maglietta “L’oscurità chiede di te…” continuò leccandogli il collo.

    Lui le fermò la mano “Dru” disse trattenendosi “Non credo sia il caso di fare uno show gratis per le infermiere”

    “Perché no?” sporse le labbra lei “Sono sicura che gli insegneremo molto” e lo guardò negli occhi, vedendo che era irremovibile si alzò. “Ho parlato col dottore… mi ha detto che la riabilitazione sta andando bene, sarai fuori tra un paio di settimane”

    Afferrò un quaderno che aveva appoggiato sul comodino.

    “Quando sarai dimesso, ricominceremo il tour da Chicago così da riprendere il giro che avevamo interrotto”

    Spike sospirò stendendosi sul letto. Era sempre così con Dru, sesso e affari. Se non stavano facendo uno, sicuramente stavano facendo l’altro. Non che a lui importasse poi molto. Il sesso era stupendo e gli affari avevano fatti di lui quello che era oggi.
    Si erano incontrati in un bar mentre lui affogava i suoi dolori nell’alcool. Insomma, dopo quella notte lui era cambiato.

    William era morto e dalle sue ceneri era nato Spike.

    ****

    Buffy se ne stava con i gomiti appoggiati al bancone delle infermiere ‘Sono qui per salvare delle vite, non per passare ore a far niente.’
    “Lei è la dottoressa Summers?”

    Buffy si voltò per vedere una donna brunetta vagamente famigliare.
    “Sono io. Come posso aiutarla?”

    ”Sono Faith…la batterista dei Dingoes Ate my baby” e gli porse la mano “Credo che lei conosca il nostro cantante”

    Buffy gli afferrò la mano e la scosse “Si, io conoscevo Will. Come posso aiutala? Sta bene, vero?” disse cercando di non farsi sentire preoccupata.

    “Il biondino sta bene, ero venuta a vedere se tu stavi bene” rispose Faith guardandola dalla testa ai piedi.

    Buffy divenne improvvisamente timida, il suo camice bianco non era il suo miglior abbigliamento.

    “Io sto bene, Faith. A meno che tu non stia male, non so come poterti aiutare”

    “Potresti aiutarmi andando a trovare Spike” Buffy la fissò.

    “E perché dovrei farlo? Ma anche volendo, la sua ragazza è come un cane da guardia, non mi permetterebbe mai di avvicinarmi” disse con rabbia.

    “Allora hai incontrato Dru?”

    “Una volta…e non voglio ripetere l’esperienza” si irritò al ricordo di quell’incontro “Guarda come facevi a sapere che lavoravo qui?”

    “Ho controllato la cartella clinica di Spike”disse con un ghigno.

    Buffy roteò gli occhi e piegò le braccia contro il torace.

    “Bene questo spiega come fai a sapere che lavoro qui, ma come fai a sapere chi sono? Non credo che Will… cioè Spike ti abbia raccontato qualcosa” tentò di non suonare triste.

    “Non c’è bisogno di questo. Sei vissuta a Sunnydale vero?”

    Buffy spalancò gli occhi.

    “Si, come lo sai?”

    “Ogni volta che andiamo a suonare lì, Spike cambia. Diventa nervoso come non mai. Va via per ore e ritorna arrabbiato o ubriaco perso, spesso tutte e due le cose insieme”

    “Questo cosa centra con me?” chiese impaziente, voleva sapere il perché di quella conversazione.

    “La notte dell’incidente ci siamo stufati e gli abbiamo chiesto spiegazioni e lui ci ha raccontato tutto. Di te, di lui che era sfigato al liceo, la passione per la letteratura del settecento, di come era innamorato e di come ti ha spezzato il cuore”

    “Lui non mi ha mai amato! Se era così… perché non me l’ha mai detto?” la testa di Buffy era in subbuglio.

    “Non lo so, so solo che ha bisogno di vederti”

    “E come faccio con Dru?”

    “Cosa? La teniamo impegnata noi.”

    “Ma perché mi cercherebbe? E’ lui che se ne andato…” disse con un sussurro.

    “Non lo so… perché non provi a chiederlo a lui?”

    “Si…penso sia la cosa migliore”



    Capitolo 8: Il mio suono preferito.

    Buffy era in piedi nella sua stanza e guardava William, mentre la realtà della situazione si diffondeva nell’aria.

    “Mia mamma è via per il fine settimana, così non devi preoccuparti di fare piano durante…” disse abbassando lo sguardo “Ho messo delle lenzuola pulite così…”

    Lei era nervosa quanto lui. Era un momento importante nella loro vita. Stavano per fare l’amore per la prima volta. No, non era fare l’amore… era sesso.
    Erano stati molto chiari su quel punto. Quello non era amore. Era dividere un’esperienza con un amico, qualcuno di cui aver fiducia. Ma in quel momento, l’amicizia era l’ultimo dei suoi pensieri.

    “Hai portato le cose?”

    “Cosa, piccola?”

    Buffy roteò gli occhi.

    “Ti ho dato un compito, Will. Comprare quelle cose, quelle che ci impediranno d’avere un bambino tra nove mesi”

    “I preservativi?”

    “Si, quelli”

    William rise. Avevano parlato di come farlo e lei si vergognava a dire la parola preservativi.

    “Rilassati, piccola” rispose avvicinandosi. Le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le accarezzò una guancia. “Lì ho comprati” e con quello la baciò.

    Buffy si rilassò contro di lui. Le loro labbra si incrociarono e lei gli si appiccicò per averne di più. Quelle emozioni sostituirono il suo nervosismo.

    Quando ruppero il bacio, lui le guardò il corpo chiedendole il permesso. Lei annuì col capo e lui le sfilò la maglietta dalla testa. Quello che vide lo lasciò senza fiato.

    William continuò a fissarla senza fare nessuna mossa, finché lei non gli prese la mano appoggiandola sul suo seno.

    “Sei così bella” mormorò lui abbassandosi a baciarle il collo.

    “Oh, Will” si lamentò lei.

    In tutta la sua vita, William non aveva sentito un suono più bello.

    “Buffy…” mormorò catturandole di nuovo le labbra per un bacio che le avrebbe rubato l’anima. Subito la prese tra le braccia e la posò sul letto.

    Si piegò subito sui suoi seni e la mente di Buffy andò in vacanza.
    Vedeva solo cose belle… non capiva di essere seminuda sul suo letto con William che le faceva cose con la bocca che nemmeno riusciva ad immaginare.

    Will non aveva di quei problemi dato che subito portò le mani hai suoi jeans per denudarla del tutto.

    “Aspetta un secondo” lo sguardo di William era un misto di desiderio, disperazione e voglia “Non è giusto che tu guardi e io non vedo niente” disse scontrosa togliendogli la camicia.

    ‘Beh questa è una sorpresa.’ pensò guardando il suo torace muscoloso. Non è il signor floscio allora. Aveva sempre pensato che fosse scheletrico, invece…’

    “Sei così bello”

    William la fissò.

    “Cosa? Non posso farti anch’io qualche complimento?”

    Lui sorrise e tornò a dedicarsi al suo corpo, baciandola ovunque poteva. Le bagnò con la lingua l’ombelico e la sentì ridere mentre lo faceva. Appena arrivò alla chiusura lampo la guardò.

    E lei fu persa. Qualunque cosa stesse facendo, voleva che continuasse. Infatti lo fece, gli sfilò i pantaloni gettandoli per la stanza.

    “Per favore” sussurrò mentre lui gli sfilava anche le mutandine. Prima che lei potesse dire qualcos’altro, lui le toccò la clitoride.

    “Oh” gemette mentre una scosse gli scuoteva il corpo “Will, si…”

    Le sue parole lo incentivarono a continuare. Non aveva mai fatto qualcosa del genere, era l’istinto a guidarlo. Aumentò il ritmo mentre la stanza si riempiva di gemiti. E lui fece scivolare un dito dentro.

    “Oh Dio!” gridò lei alzando le anche dal letto “Non fermarti!”

    “Non ci penso proprio, piccola”

    “Meno chiacchiere e più…”

    E lui aumentò il ritmo, i muscoli interni si strinsero attorno alle sue dita, mentre lei gridava la sua liberazione.

    "Will."

    William strisciò sul letto e la guardò mentre si riprendeva dal suo orgasmo, i capelli dorati che ricadevano sul cuscino. I suoi seni che si alzavano e si abbassavano, i suoi occhi pieni di desiderio. Lo colpirono. Erano tutte informazioni che stava immagazzinando nel suo cervello.
    E mentre metteva insieme tutti i pezzi si rese conto di una cosa.
    Era innamorato di Buffy Summers.

    Buffy si voltò a guardare Will, perché non si era mai accorta di quanto fossero muscolose le sue braccia? E di quanto fossero belle e talentuose le sue labbra? E i suoi occhi così stupendi?
    E si rese conto di una cosa.

    Era innamorata di William Giles.


    ****

    Spike era steso sul letto e stava morendo di noia, stava guardando la tv senza voglia, quell’episodio l’aveva già visto.

    ‘Dio quanto vorrei uscire da questa stanza.’ Spike stava quasi per alzarsi quando sentì il suo suono preferito.

    “Ciao, Will”



    Capitolo 9: Mi sei mancato

    Si guardarono per quelle che sembravano ore, mentre i loro sentimenti si risvegliavano dentro di loro.

    Buffy improvvisamente si rese conto di essere nuda e un brivido gli percorse il corpo.

    ”Hai freddo, piccola?”

    Il suo cuore saltò a quel piccola, l’aveva usato così tante volte perché allora gli faceva quell’effetto?

    ”Un po’” e si guardò “Forse perché sono senza vestiti” stava per mettersi sotto le coperta ma William la fermò.

    “Ti scaldo io”

    Posò le labbra sulle sue e loro corpi iniziarono a muoversi l’uno contro l’altro, William non riusciva a credere a quello che provava al solo toccarla. Voleva mettere le mani in un sacco di posti.

    Buffy si sorprese di se stessa mentre metteva una mano al cavallo dei suoi pantaloni. Ma lui la fermo.

    “Buffy cosa stai facendo?” voleva che continuasse, ma non voleva che si sentisse obbligata.

    “Beh se conosci un modo per farlo coi vestiti, credo di doverti spogliare”

    Will si inginocchiò sul letto, mentre lei l’ho aiutava a togliersi pantaloni. Appena fu nudo si stese su di lei e iniziarono a baciarsi di nuovo. Lei lo toccò intimamente.

    “Buffy… se continui così finirò prima di cominciare” si lamentò lui.

    Lei lo fissò e vide il desiderio negli occhi del ragazzo.

    “Allora cominciamo” disse con sicurezza, voleva che Will facesse l’amore con lei.

    William prese il preservativo iniziando ad aprirlo.

    ‘Lo stiamo per fare davvero,’ pensò lei mentre lo guardava ‘E’ giusto che lo faccia con lui.’

    Lui si posizionò nella sua entrata e spinse.

    Buffy si morse il labbro quando lui entrò. Si tese per il dolore.

    Lui la guardò vedendo il disagio sulla sua faccia “Piccola, mi spiace. Vuoi che mi fermo?”

    “No, solo…puoi aspettare un po’?”

    William l’avrebbe aspettata per sempre.

    “Okay, Will. Puoi cominciare a muoverti”

    Lui iniziò a spingere dolcemente, con un movimento lento e dondolante. Poteva sentire la strettezza del suo canale attorno a lui. Era stupendo…era come se dovesse saltare fuori dalla sua pelle. Non era sicuro se a Buffy piacesse quanto a lui, finché…

    “Oh, Will!” Buffy sentì che il suo orgasmo stava per arrivare. Le sue spinte erano meno dolorose “Di più!”

    William non era sicuro di cosa fare, stava usando soltanto l’istinto più che l’abilità. Così si bloccò.

    Buffy spalancò gli occhi “Ti ho detto di più, non di fermar—” si bloccò a metà quando sentì le sue dita toccargli la clitoride “Oh, fermarsi va bene!!”

    Will continuò a toccarle e ricominciò a spingere, finché sentì i suoi muscoli stringerlo. Lui era così vicino, voleva farla venire.

    “Buffy, vieni per me, piccola. Voglio sentirti stringermi. Mia dolce, Buffy, voglio farti venire così tanto. Per favore, piccola fallo per me…solo per me”

    “Oh Will! Solo per te! Oh, mi fai sentire così bene!”

    Il suo orgasmo arrivò potente. Lei si alzò dal letto e Will perse il controllo delle sue spinte e iniziò a muovere le anche selvaggiamente, sino a venire forte.

    “Piccola Buffy, solo tu!” gridò accasciandosi su di lei .

    Lei gli toccò una spalla “Will sta diventando difficile respirare”

    “Scusami” si scusò rotolando di lato. Subito si sbarazzò del preservativo e si girò a guardarla.

    “E’ stato…” iniziò lei cercando le parole nel suo cervello atrofizzato ‘Ecco perché le ragazze l’ho fanno così spesso…’ sorrise e lo guardò negli occhi.
    Si perse nell’intensità del suo sguardo. Avrebbe voluto dirgli che era innamorata di lui, ma non faceva parte del piano.

    “Si lo so” rispose lui guardandola mentre si passava una mano nei capelli spettinati. William avrebbe voluto avere un macchina fotografica per immortalare quell’immagine,

    “Ho sonno” disse lei sbadigliando.

    “Vieni qui, piccola” mormorò lui aprendo le braccia e facendola accollare su di lui.

    “Grazie, Will. Sei sicuro che non ti da fastidio?” odiava essere incerta “So che dopo il sesso è bello coccolarsi, ma non era parte dell’accordo”

    Le parole ‘Non era parte dell’accordo’ gli fecero male.

    “Ma se mi tieni contro di te, mi farebbe molto piacere”

    “Mi piacerebbe”

    Appena mise la testa sul suo petto e lui l’avvolse con le sue bellissime braccia, provò a non pensare a quello che provava.


    ****

    Spike guardò verso la porta.

    “Buffy?” chiese a alta voce, per assicurarsi che quello che vedeva era vero.

    Era veramente vera ed era nella sua stanza d’ospedale. Era uguale a 8 anni prima. Aveva sempre i capelli biondi, e in quel momento erano legati in una coda di cavallo. I suoi occhi erano sempre meravigliosamente verdi.
    Ma pensò che non fosse possibile.

    “Will” rispose lei.

    Lui stava molto meglio della prima volta che l’aveva visto, non era difficile dato che in quell’occasione stava quasi per morire e lei gli aveva salvato la vita. Ora poteva vedere una parte dell’uomo che ancora amava.
    Aveva i capelli ossigenati, ma il castano dei suoi capelli si vedeva in sottofondo, facendole capire che gli stavano ricrescendo. I suoi occhi…. in tutti quegli anni non era mai riuscita a vedere degli occhi uguali ai suoi.

    “Che ci fai qui?” disse finalmente lui ritrovando la voce.
    Lei gli mostrò lo stetoscopio “Lavoro qui. Non porto il camice bianco perché pulisco le scale”

    “Questo spiega perché sei all’ospedale, ma perché sei nella mia stanza?”
    “Volevo vedere come stavi. Ero preoccupata” disse guardando per la stanza, vedendo tutti i fiori che c’erano “Qualcuno è popolare”

    “Beh è difficile stare in segreto, visto che sono un cantante famoso” Buffy lo guardò negli occhi.
    Era una cantante famoso, ma sotto tutta quella facciata da spaccone, c’era ancora il ragazzo timido che lei aveva sempre aiutato.

    Lei si avvicinò “Mi sembra che stai bene” continuò toccandogli la faccia.

    Spike le prese la mano e la guardò negli occhi.

    “Mi sei mancata” sussurrò baciandole il palmo. Tentò di nascondere i suoi sentimenti, ma era troppo duro. Un solo suo sguardo e lui ritornava ad essere William.

    “Will?” Buffy tirò via la mano. Non poteva farle questo “Non farlo…non sono qui per questo. Sono venuta per vedere se stavi meglio ed è così”

    “Quando mi hai visto?” chiese Spike.

    “Cosa?”

    “Hai detto che volevi vedere se stavo meglio. Quando mi hai visto?” chiese di nuovo.

    “Quando ti hanno portato qui, sono io il dottore che ti ha salvato la vita”

    Gli occhi di Spike si spalancarono ricordandosi di averla vista nell’incoscienza “Ti ho chiamata”

    “Si, è vero” disse lei guardandola, poteva vedere il dolore.

    “E fantastico no? Mi hai visto giacere sulla barella forse sul mio letto di morte, e ti prendi due maledettissime settimane per venire a vedere come stavo? E’ sempre così con te. Tutti devono stare ai termini di Buffy” disse con rabbia.

    “Questo non è vero” si difese lei.

    “No? Perché ora? Cosa ti ha fatto cambiare idea costringendoti a venirmi a trovare?”

    “Volevo vedere come stavi e dirti di smettere di cercarmi”

    “Non essere vanitosa, piccola. Cosa ti fa pensare di essere così speciale?”

    “L’ho so bene anche da sola che non sono speciale"



    Capitolo 10: Teenage Boy Cliché

    Spike e Buffy si fissarono l’un l’altro. Poteva vedere i suoi occhi bruciare e sorrise. Aveva ancora lo stesso fuoco di una volta, quello che lui amava disperatamente. Si alzò dal letto, usando quest’ultimo come appoggio. Tutti quegli anni avrebbero dovuto essere con lei, e ora aveva una seconda opportunità.

    ‘Non sei William’ si disse ‘Lei non l’ha mai amato. Spike è quello che tutte amano.’

    Poteva farcela. Spike Giles colui che era stato votato il ragazzo più sexy per quattro anni di seguito.

    “Avanti, sappiamo entrambi che non è vero” mormorò facendogli scivolare il dito lungo la spalla sino alla fibbia della cintura.

    Lei lo guardò negli occhi ed improvvisamente si ritrovò all’età di diciassette anni, nella sua stanza mentre guardava il ragazzo che amava negli occhi. I loro corpi si attiravano come due calamite Le sue labbra - si chiese se avessero lo stesso sapore dopo tanto tempo.

    “Dimmi, piccola. Qualcun altro ti ha fatto gridare come ho fatto io? Toccato come ho fatto io?” chiese in un sussurro contro le sue labbra.

    Lui vide il desiderio nei suoi occhi. Buffy soppresse un lamento e chiuse gli occhi, mentre i ricordi l’assalivano. E si scostò.

    “Hai ragione, Will. Nessuno mi ha fatto mai provare quello che mi hai fatto sentire tu quella sera. Quella sera sono venuta a casa tua e tu…” continuò distogliendo lo sguardo. Prese un respiro profondo scuotendo la testa. “Non credevo potessi farlo. Eri mio amico. Avevo fiducia in te. Pensavo che non mi avresti fatto del male. Se fossi stato un estraneo, qualcuno a cui non volevo bene non mi sarebbe importato. Non mi avrebbe fatto male come invece è successo. Perché Will? Perché l’hai fatto?” chiese con le lacrime che iniziavano a formarsi nei suoi occhi.

    Lui non aveva una risposta. Se l’era chiesto per tutti gli 8 anni passati.

    “Cos’hai pensato fosse per me quella notte? Una scopata prima di andare all’università?”

    “Si! Era quello che volevi, no? Non ti ho costretto a fare sesso con me, Buffy. Me lo hai chiesto tu. Non è stata una mia idea. Hai detto che volevi che ti aiutasse un amico, per non andare all’università vergine. Io ero solo un colpo caldo con cui farlo!” disse arrabbiato.

    “Sai che non è vero! Ti ho dato tutto quello che avevo quella notte” le lacrime furono sostituite dalla rabbia.

    ”Non è vero” rispose lui muovendosi verso di lei “Non mi hai dato quello che volevo!”

    “Cosa, cosa volevi, Spike? Altre due tacche da aggiungere alla cintura?”

    Lui le afferrò il braccio per tirarla di nuovo a se.

    Buffy rabbrividì sotto il suo tocco. Tentò di guardare da un’altra parte ma lui la fermò.

    “Buffy dopo quella notte avevo progettato la nostra vita insieme. Ti ho guardato dormire e ho progettato tutto. Lo sapevi?”

    Lei distolse lo sguardo.

    “Dovevamo andare all’università insieme per il primo anno, poi io avrei cambiato corsi. Dopo la laurea, io avrei trovato un lavoro come giornalista e ti avrei sostenuto attraverso il tirocinio medico”

    “Non mentirmi Spike, non dopo tutti questi anni merito più di questo”

    “Non ti sto prendendo in giro, Buffy, volevo stare con te, volevo amarti” la voce di Spike si inclinò dall’emozione.

    “ E perché non me l’hai detto? Perché non…” non riuscì a finire la frase che cominciò a piangere.

    “Perché mi hai fatto male, Buffy. Ti ho chiesto se mi amavi e tu non sapevi rispondere!”

    “Ero confusa! Avevo appena fatto l’amore per la prima volta. Cosa ti aspettavi?”

    “Vuoi dire abbiamo fatto sesso” la interrogò Spike “Hai detto abbiamo fatto l’amore, ma quello che abbiamo fatto in realtà era solo sesso. Non era questo il piano? Ero solo il giro di prova in preparazione della grande corsa” finì Spike sedendosi di nuovo sul letto, demoralizzato.

    “E’ quello che pensi? Che io ho fatto sesso con te? Tutto quello è cambiato quella notte. Ho capito che…”

    Lei lo guardò e vide di nuovo il ragazzo che amava. Aveva ragione nessun’altro era riuscito a farla sentire come lui.

    Ma non poteva dimenticare il ragazzo che le aveva spezzato il cuore quella sera. Tutte le lacrime che aveva versato per il suo tradimento. Poteva dargli di nuovo il suo cuore e lui l’avrebbe preso e l’avrebbe gettato a terra e ci avrebbe camminato sopra.
    Non era più William, era Spike Giles la grande star.
    Non era lì per dichiarargli il suo amore.

    ”Che cosa hai capito?” disse speranzoso lui, voleva tanto sentire quella parole dalla sua bocca.

    ”Che cosa importa ora? Sai cosa? Anche se ti amavo, sono contenta di non avertelo detto”

    Voleva fargli male con le sue parole.

    “Non posso crederci, un po’ di sesso e ti sei trasformato. Sono sorpresa che hai aspettato così tanto”

    ”E’ stato un errore. Ero ubriaco quella sera. Non sapevo cosa stavo facendo”

    Buffy roteò gli occhi.

    “Ti sei trasformato…”

    “No, non è quello. Non abbiamo parlato per un sacco di tempo. Volevo toglierti dalla mente…” guardò a terra chiudendo gli occhi “Devi credermi è stato un errore”

    “Un errore che continui a ripetere a quanto pare”

    “Cosa intendi?”

    ”Dru”



    Capitolo 11: Felice di averti aiutato

    Il suono del cercapersone di Buffy ruppe il silenzio. Lei guardò il numero.

    ”Devo andare c’è stato un incidente in autostrada” si girò per andare via.

    “Per favore non andare via. Non ora, rimani qui” disse supplicandola.

    “Devo andare hanno bisogno di me”

    “Io ho bisogno di te qui” lei lo guardò alzarsi a stento dal letto.

    ”No, non è vero” e detto quello se ne andò.

    Gli occhi di Spike si riempirono di lacrime mentre si lasciava cadere steso sul letto.

    ****

    William aprì gli occhi e subito sentì qualcosa di caldo su di lui.
    Buffy…
    Era stesa su un lato e il suo braccio era sul suo torace. Sorrise pensando come era finito lì.

    La guardò e capì che era innamorato di Buffy da molto tempo. Forse anche dal primo giorno in cui si erano incontrati. Avevano un collegamento che andava ben oltre i loro interessi comuni. Era una delle poche persone che avevano visto oltre il ragazzo sfigato. Aveva accettato i suoi capelli ricci e spettinati, gli occhiali spessi e la cattiva poesia. Quando erano insieme, si divertivano e tutto diventava naturale, non doveva preoccuparsi di cosa dire o di come agire. Poteva essere soltanto se stesso.

    I pensieri di quella notte gli tornarono alla mente. Non era sicuro, ma aveva capito che era stato molto più che sesso. I loro corpi avevano parlato, l’aveva toccata come nessuno aveva mai fatto. Forse lei poteva innamorarsi di lui.

    Non sarebbe stato facile. Lei sarebbe andata via per l’università, mentre lui sarebbe andato alla UC di Sunnydale. Però potevano trovare un’ accordo. Potevano avere una relazione a distanza. Le altre coppie lo facevano. Poteva trasferirsi a New York mentre lei finiva la scuola. Potevano affittare un appartamento. La sua mente stava già mettendo in piedi le possibilità.

    Ma poi le sue parole gli tornarono alla mente. Lei gli aveva detto che non l’amava. Quello che avevano fatto la notte scorsa non era amore. Era imparare così quando sarebbe arrivato quello vero sarebbero stati preparati.
    Ma ciononostante lui provava qualcosa, e il solo pensare di doverla lasciare lo uccideva.


    *****

    Buffy era in dormiveglia mentre stava accoccolata contro Mr. Gordo.
    ’Aspetta un attimo. Mr. Gordo di solito è molle, non è caldo e cosa più importante non respira,’ aprì gli occhi ricordandosi la notte prima.
    Sbatté le palpebre un paio di volte per focalizzare quello che aveva davanti. Mentre lo osservava meglio. Le sue labbra erano sempre state così piene e molli?
    Il modo in cui si adattavano alle sue, il loro sapore. Appena posò lo sguardo sulle labbra il suo corpo si mosse da solo. Si leccò le labbra in anticipazione.
    Le farfalle nello stomaco iniziarono a svolazzare. La sua mente voleva che portasse a termine i suoi desideri.
    Lei voleva tutto, i sentimenti che Will aveva fatto nascere in lei. Voleva di più. Niente gli interessava. Voleva che lui la prendesse, la tenesse a la baciasse per sempre.

    Si sentiva quello quando si era innamorati? Buffy si irrigidì e si tirò via.

    “Stai bene, piccola?”

    Era innamorati di Will!

    Quello non era un bene, non era parte del piano. Dovevano fare sesso così che lei lo facesse bene con il suo innamorato. Non si supponeva di farlo per innamorarsi.

    Lo guardò bene. I suoi capelli erano disordinati per via del sonno, la sua faccia aveva preso la linea del cuscino. Non gli era mai sembrato così bello.
    Perché non l’aveva mai notato prima? Non era cieca. Negli otto anni in cui erano stati amici avevano diviso insieme tutto. Perché non aveva mai visto la sua bellezza?
    ‘Forse perché non l’o mai visto nudo,’ arrossì a quel pensiero.
    Tutto quello che voleva era riposare tra le sue braccia.

    Però lui non l’amava. Quello non era amore. Si era assicurata di quello. Perché era così stupida? Lei aveva fatto le regole di quel patto.
    Sesso, niente amore.
    non poteva cambiare le regole a metà strada. Non sarebbe stato giusto per lui.

    “Buffy, cosa c’è che non va?” disse agitato lui toccandogli le spalle “Ti ho fatto male?”

    Buffy poteva vedere la preoccupazione sulla sua faccia. Gli aveva fatto male? No si era fatta male da sola. E le lacrime iniziarono a scenderle sulle guance.

    “No, non mi hai fatto male, Will. Mi sono soltanto spaventata di vedere qualcuno nel mio letto” disse asciugandosi le lacrime “Non è mia abitudine dormire con una persona nel letto”

    “Ne sono sicuro” rispose Will ricordandosi improvvisamente che erano entrambi nudi, quindi iniziò a guardare in giro per la stanza per non guardare Buffy.

    “Immagino che questa sia la imbarazzante mattina dopo…” disse Buffy rompendo il silenzio.

    “Immagino di si” rispose Will alzandosi dal letto per raccogliere i suoi vestiti.

    “Vai via?” domandò, ma suonava più come una preghiera perché restasse.

    “Beh non posso stare a letto tutto il giorno, o no?” domandò sperando che lei gli dicesse di si.

    “Credo di no. Abbiamo portato a termine quello che dovevamo fare” rispose li cercando di nascondere il dolore.

    “Ci siamo riusciti?” La fissò tentando di vedere lo stesso sentimento che provava lui “Hai trovato quello che stavi cercando?”

    “Si, mi pare di si. Sarò pronta per quando…” non riusciva a dirlo.

    “Ti innamorerai?” finì lui la frase.

    “Si, quando succederà sarò pronta”

    “Non è accaduto la notte scorsa?” domandò lui speranzoso.
    Lei fu distrutta. Avrebbe voluto gridargli, si io ti amo. Ma la sua testa gli intimò di tacere. Perché gli chiedeva quelle cose? Voleva un altro giro? Non poteva cambiare le regole a metà strada.

    “No”

    “Bene sono contento di averti aiutato” disse distrutto andandole incontro.

    Solo un bacio. Forse se la baciava poteva fargli sentire qualcosa.

    “Beh se i lamenti e i gemiti potessero essere messi ad esame, saresti promosso” cercò di ridere lei ma si bloccò quando lo vide avvicinarsi.

    “Buffy, mi ami?”




    Capitolo 12: Sei circondato dalla luce del sole.

    Spike era seduto davanti alla finestra e guardava fuori, desiderando che Tara non gli avesse sequestrato il suo ultimo pacchetto di sigarette. Aveva bisogno di calmare i nervi.

    Aveva anche desiderato ardentemente che quella stanza d’ospedale diventasse un bar. Voleva bere un Jack Daniels.
    Ma in quel momento non poteva né bere, né fumare e nemmeno camminare. No poteva fare un dannato niente!
    Rise al pensiero di quanto fosse comica la sua vita.

    *****

    Il bar dove era seduto William non era certo una bellezza, dato che era situato nelle parte malfamata di Sunnydale, però era l’unico bar dove non chiedevano i documenti e quello a William faceva comodo.
    Era seduto al bancone dopo aver scolato due bottiglie di whisky. Il gusto non era poi così malvagio. Ma non capiva se era perché ormai il suo cervello non connetteva più o perché gli piaceva davvero.

    Ma una cosa era sicura, stava avendo l’aspetto desiderato.

    Non parlava con Buffy da una settimana. Aveva cercato di riprendere la sua vita di sempre, non mostrando quanto fosse afflitto. Ma il suo cuore era distrutto.
    Buffy era la sua migliore amica e lui si era innamorato di lei. Avevano messo in chiaro che non ci sarebbe stato niente più che del buon sesso, ma lui non riusciva a capacitarsene.
    Lei lo aveva trattato come un perdente, proprio come avevano fatto tutti gli altri.

    “Se tu non puoi amarmi, chi può farlo?” Rise alle proprie parole ‘Nessuno idiota, sei solo uno sfigato,’ chiuse gli occhi quando la stanza iniziò a girare.

    “Posso farlo io mio principe oscuro”

    Lui alzò lo sguardo e la vide.


    ****

    ”Ciao, Spike” si girò per vedere la sua principessa oscura.

    “Dru” la salutò mentre lei gli andava incontro.

    “Sei circondato dalla luce del sole” lo guardò pensierosa.

    “Beh è quello che succede quando si sta davanti alla finestra” rispose prendendola per farla sedere sulle sue ginocchia.

    “Non il sole, mio Spike. Sei circondato dalla luce del sole. E’ tutto su di te” Spike la fissò.

    “Non ho idea di quello che stai dicendo. Mi sei mancata” e si inclinò per baciarla.

    Dru saltò su “Le bugie non mi piacciono, Spike. Lei è stata qui”

    “Lei chi?” chiese mentre il suo stomaco si stringeva, capendo di chi stava parlando.

    “Buffy” lui guardò a terra per non farsi leggere nel cuore “Gli avevo detto di non venire”

    “Cosa? Sapevi che era qui?” disse lui arrabbiato “Perché non me l’hai detto? Avevo il diritto di saperlo”

    “Perché? Per vedere come stava? Lei non ti ama. Non te l’ha mai detto. Il mio amore, la mia passione ha fatto di te quello che sei oggi. Non saresti nulla senza di me. Vuoi gettare via tutto per una stupida ragazza che conoscevi al liceo, che è venuta a letto con te e poi ti ha pestato sotto i piedi?”

    “Non parlare così di Buffy. Non lo merita”

    “Nemmeno io. Ascoltami, nessuno ti ha mai amato come ti amo io, Spike. Io ho visto in te l’uomo che potevi essere - la passione e il desiderio che avevi dentro di te. Io ho creato Spike, tu mi appartieni”

    Lui la fissò. Aveva ragione. Dru è quella che mi ha trovato ubriaco in un bar. Lui era suo.

    “Lo so” disse baciandola profondamente.

    *****

    Buffy controllò il peso sull’attrezzatura. Ad ogni colpo, sentiva la tensione scivolare via. Vedere Spike era stato duro, ma sarebbe passato.
    ‘Sono migliore di questo,’ pensò lei ‘Non ho bisogno di Spike Giles nella mia vita per essere felice.’

    “Ehy, Buffy” la salutò Tara entrando in palestra.

    “Tara. Come stai?” domandò fermandosi.

    “Bene, tra poco inizierò gli esercizi giornalieri con Spike”

    “Oh” disse con un sospiro “Sta andando bene?” domandò prendendo una bottiglietta di plastica e prendendone un sorso.

    “Si, ma è in ritardo. Ma lo sai, le grandi star non sono mai in orario”

    “Si, noi piccole e stupide persone comuni” disse con ironia.

    “Tu lo conosci non è vero?”

    Buffy sospirò “Willow te l’ha detto?”

    “Non molto. Mi ha detto che una cosa che mi devi dire tu”

    “Andavano al liceo insieme, eravamo migliori amici…” cominciò.

    “Sei tu la ragazza!” disse improvvisamente Tara, ora tutti i pezzi erano al posto giusto.

    “Cosa sono?” domandò Buffy confusa.

    “Spike mi ha raccontato qualcosa del suo passato. Chi era al liceo, mi ha detto che aveva un’amica molto speciale. Eri tu”

    “Già ero io” disse con un sospiro Buffy raccogliendo la sua borsa “Siamo persone diverse ora. E’ tutto molto più semplice, prima era un casino”

    “Come?”

    “Beh non credi che un’amicizia tra uomo e donna sia complicata?” disse alzando un sopracciglio.

    “Lui ha tentato di…?” Non sapeva che dire.

    “No, Will, voglio dire, Spike, non mi avrebbe torto nemmeno un capello. Sono stata io a chiedergli…” guardò per la stanza cercando di scegliere le parole “Ero giovane e ingenua. Volevo fare sesso con qualcuno senza impegni. Volevo l’esperienza, non le emozioni. Così gli ho chiesto di farlo con me. Sarebbe stato un favore ad un’amica. Io non ero innamorata, sarebbe stato più facile…”

    “Ma invece eri innamorata?”

    “Si. E l’ho amo ancora”

    “Non pensi sia il momento di dirglielo?”

    “Si, credo di si” raccolse la borsa e lasciò la stanza.

    ****

    La mano di Spike si chiuse rudemente sul seno di Dru. Sorrise quando la sentì gemere sulla sua bocca. ‘Dannata Buffy. Dru mi ama.’
    Fece scivolare la mano sulla coscia per alzarle la gonna, scosse la testa per togliersi Buffy dalla testa.

    ****

    Buffy rimase imbambolata davanti alla porta di Spike, mentre lo vedeva baciarsi con Dru. Un senso di deja vu la sommerse.
    ‘Ogni volta che vado a dirgli i miei sentimenti, succede questo.’
    Sentì come se il mondo stesse tentando di dirle qualcosa. Si allontanò scontrandosi con una qualcuno.
    “Oh, mi dispiace” disse guardando in su “Ehy Riley, scusa non ti ho visto”

    “Evidentemente” sorrise lui. Era contento di essersi scontrato con lei. Stava cercando di trovare il coraggio per chiederle di uscire.

    Appena incontrò lo sguardo di Riley si rese conto che l’universo gli stava dando una spinta nella direzione giusta.

    “Riley, che ne dici di uscire con me sabato?”



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    Capitolo 13: Ti piace?

    A/N: La canzone del capitolo è Beautiful di James Blunt.

    Buffy lisciò la gonna che stava indossando. Vestirsi non era stato facile.
    Aveva avuto alcuni appuntamenti all’università, ma non ci aveva dato molto peso per via del troppo studio. Aveva passato la serata a cambiarsi d’abito, e alla fine aveva deciso per una gonna nera che le arrivava al ginocchio e una camicia di chiffon rossa.
    Mentre si preparava per uscire di casa, si pentì di aver chiesto a Riley di uscire. Prima di quella sera lui le chiedeva quasi tutti i giorni se era ancora convinta. E ora era al limite, lui le aveva chiesto se poteva passare all’ospedale alla fine del suo turno. Lei che voleva scappare da quel posto ci doveva tornare anche quella sera.

    Quando uscì dall’ascensore dell’ospedale subito andò al banco delle infermiere per aspettare Riley, sentì della musica provenire dalla stanza di Spike.

    “Che succede?” chiese all’infermiera che era seduta.

    “Suona ogni sera, qualche volta sempre la stessa canzone.”

    “Sicuramente i pazienti saranno infastiditi” disse Buffy.

    “No, sono andati a chiedergli di continuare”

    “Chiesto o no, è contro le regole dell’ospedale. Gli parlerò io”

    Quando arrivò davanti alla porta si bloccò, lui era seduto dandogli la schiena. Rimase ferma e ascoltò la canzone.

    My life is brilliant.
    My love is pure.
    I saw an angel.
    Of that, I'm sure.
    She smiled at me on the subway.
    She was with another man.
    But I won't lose no sleep on that,
    'Cause I've got a plan.

    You're beautiful. You're beautiful.
    You're beautiful it's true.
    I saw you face in a crowded place,
    And I don't know what to do,
    'Cause I'll never be with you.

    Yeah, she caught my eye,
    As we walked on by.
    And I don't think that I'll see her again,
    But we shared a moment that will last till the end.

    You're beautiful. You're beautiful.
    You're beautiful it's true.
    I saw you face in a crowded place,
    And I don't know what to do,
    'Cause I'll never be with you.
    You're beautiful. You're beautiful.
    You're beautiful it's true.
    There must be an angel with a smile on her face,
    When she thought up that, I should be with you.
    But it's time to face the truth,
    I will never be with you.


    Lui strimpellò le ultime note e lei parlò.

    “Non puoi cantare qui”

    Spike si sorprese che il soggetto delle sua canzone era in piedi sulla porta.

    “Ciao, amore”

    Lei rimase sulla porta e lui la fissò: i capelli erano sciolti dalla solita coda ed era truccata.

    “Non credi sia un po’ troppo così per lavorare” osservò Spike.

    “Non sono qui per lavorare, sto per incontrarmi con un mio amico” disse lei incrociando le braccia al petto.

    “Ti piace la canzone…” cominciò lui pieno di speranza.

    “Non puoi suonare qui. L’ospedale non è una casa discografica, Spike” disse lei girandosi per andarsene.

    “Non hai risposto alla domanda, ti piace la canzone?” tentò di tenere l’insicurezza fuori dalla voce.

    Lei si girò fissandolo “Si, mi piace, ma non ti dovrebbe interessare”

    Spike sorrise “Sei fan del mio gruppo allora, se non sapresti di chi è” si alzò andandole incontro zoppicando.

    “Le sento alla radio e addirittura cambio canale”

    “Questo non è bello, se avessi ascoltato tutte le canzoni” era così vicino che lei sentiva il suo respiro sulla guancia “In tutti questi anni Buffy, tu sei ancora tutto per me” le bisbigliò all’orecchio.

    Lei lo guardò “Non è vero” rispose.

    “Dannazione, Buffy. Sono stanco di sentirti dire che non è vero. Mi hai già detto di no anni fa. Non ti permetterò di andartene di nuovo”

    “Quello che è successo è stato un bene” rispose Buffy “Se ti avessi detto la verità. Non avresti la vita che hai ora. Vorresti cambiare tutto quello che hai?”

    “Cosa mi avresti detto?” i suoi occhi imploravano la verità.

    “Lo sai”

    “Dimmelo. Voglio sentirlo, me lo devi”

    Lei lo spinse via, arrabbiata per le sue parole.

    “Cosa ti devo, Spike? Avevi fatto sesso con me, e poi hai raccolto Dru solo Dio sa dove e te la sei portata a letto e non ti sei mai fermato. Te l’ha porti a letto tutt’ora. Ti ho visto l’altro giorno in questa stanza. Come pensi mi senta Spike? Tutti questi anni ho sofferto”

    “Non dare tutta la colpa a me. Ti avevo chiesto se mi amavi e mi hai detto di no. Cosa dovevo fare? Non puoi accusare solo me. Dru ha visto in me l’uomo che potevo essere. Lei non ha mai amato William”

    “Io amavo William”

    “Sono ancora lui, Buffy. Posso essere chi vuoi se può servire” sussurrò lui avvicinandosi.

    Buffy chiuse gli occhi: stava per essere sua di nuovo.

    Voleva lasciare ogni pensiero razionarle. ‘Poteva essere di nuovo quell’uomo? 8 anni passati con Dru non l’avranno scalfito?’ quelle domande continuavano a turbinarle in testa.

    “Sei pronta ad andare, Buffy?” la voce di Riley spezzò l’incantesimo “Signor Giles sono contento che la terapia stia facendo il suo effetto” disse prima di tirare fuori dalla schiena un mazzo di rose.

    “Bei fiori per una bella signora”

    “Grazie Riley” Buffy si sentì improvvisamente a disagio sotto lo sguardo di Spike “Sarà meglio andare. Buona serata Spike” lo salutò prima di prendere sotto braccio Riley e uscire dalla stanza.



    Capitolo 14: Vieni con me nelle tenebre.

    Buffy si sedette davanti a Riley nel ristorante italiano che lui aveva scelto per il loro appuntamento. Ordinò solo un piatto di pasta nel tentativo di velocizzare la serata. Riley continuava a parlare mentre mangiava la sua pasta e ordinava in seguito il suo dessert.
    Fecero una passeggiata e lei cercò di prestargli attenzione ma non c’è la faceva.

    Tutti i suoi pensieri erano rivolti a Spike.

    ****

    Buffy camminava avanti e indietro sul portico di casa Giles. Era una settimana che lei e William avevano fatto l’amore e non avevano parlato per una settimana. Non voleva ignorarlo per così tanto ma aveva bisogno di riordinare i pensieri. Voleva assicurarsi di non aver fatto un pasticcio coi sentimenti. Ed era arrivata ad una semplice conclusione
    Amava William Giles con tutto il suo cuore.

    Il sesso era stato un bonus. Era stato bellissimo e tenero, facendole capire che lui era il SUO ragazzo timido dal cuore di poeta. Ora però arrivava la parte difficile: Dirglielo.

    Finalmente si fermo e si rese conto che le luci erano spente, segno che nessuno era in casa.

    ‘Potrei sorprenderlo ’ pensò mente si dirigeva verso la porta sul retro.

    ****

    Will non capì nulla di quello che stava succedendo. La sua testa stava ancora girando. Un’ora prima era da Willie ad affogare i suoi dolori nell’alcool e ora si trovava nel suo letto con una donna.

    Si sorprese di ricordarsi dove viveva da quanto era ubriaco. Il viaggio in taxi era stato poco chiaro, ma quando Dru gli si appiccicò addosso, tutto divenne più chiaro.

    “Baciami” gli ordinò Dru.

    Il bacio con lei fu molto diverso da quello affamato con Buffy. La stanza girava senza controllo, non capì se era per l’alcool o per il desiderio. L’unica cosa che capiva era di sentirsi bene, quella sconosciuta gli dava quello che Buffy gli aveva tolto.

    Dru rotolò sul letto facendo mettere William sopra di lei.

    “Sei circondato dalla luce del sole. Non va bene per te. Entra nell’oscurità. Prometto che non ti farò andare via”

    Detto quello gli sbottonò i jeans e tirò fuori il suo membro.

    “Questo è il mio Spike. Ora sei mio e io sono tua. Per sempre mio”

    William si bloccò quando sentì qualcosa di bagnato sulla punta del suo pene. Spalancò gli occhi mentre si rendeva conto di quello che stava per fare. Per una frazione di secondo fu tentato di cacciarla. Non era il suo posto. Lui voleva Buffy.

    ‘Ma lei non ti vuole, brutto sfigato.’

    Vero, Buffy non lo voleva e lui doveva farsene una ragione. Qualcosa dentro di lui scattò. Afferrò Dru e spinse dentro di lei e cominciò a muoversi.

    “Si, amore. Sono tuo, solo tuo. Non ho mai avuto nulla di più bello” aumentò la velocità, la liberazione era vicina “Ti amo”

    Guardò Dru sotto di lui e si piegò per baciarla, quando vide un’ombra vicino alla porta, si voltò e la vide…

    “Buffy”


    ****

    Spike era addormentato quando Buffy entrò nella sua stanza. Era fuggita dal suo appuntamento, Riley era carino e cortese, ma i suoi pensieri e i suoi sentimenti erano in subbuglio, doveva tornare per forza in ospedale a sistemare delle cose.
    Non lo svegliò. Sembrava così dolce. Poteva vedere il timido poeta di cui si era innamorata tanti anni prima. Lei sorrise ricordandosi quella volta in cui avevano fatto la gara a chi metteva più gelato in bocca. Il mal di testa durò per ore.

    Prese una sedia e si sistemò affianco al suo letto, prima di prendergli la mano. Lui rimase fermo, forse poteva parlargli con il cuore in mano mentre era addormentato.

    “Will ero arrabbiata. Quando ti ho visto a letto con Dru, facendo e dicendo quelle cose, mi sono sentita male. Perciò hai ragione, non sono andata più a letto con nessuno. Non mi sono innamorata di nessuno. Essere arrabbiata con te era un buon metodo per non affrontare quello che avevo fatto io”

    Gli accarezzò la mano mentre le lacrime gli cadevano sulle guance.

    “Ma, era colpa mia. Non mi hai ingannato tu. Noi non stavamo insieme. Non dovevi essermi fedele. Io mi ero innamorata di te quella sera. La mattina dopo tutto quello che volevo era rifugiarmi tra le tue braccia e dirti di non lasciarmi mai andare. Ma nonostante tutto, non potevo cambiare le regole. Non era giusto nei tuoi confronti. Non mi avevi chiesto tu di venire a letto con me, sono stata io. Mi sembrava ingiusto chiederti di metterti con me”

    Si alzò e lo baciò dolcemente sulle labbra.

    “Mi dispiace tanto, Will, davvero. Per essermi arrabbiata con te, per averti biasimato quando in realtà, ero arrabbiata con me stessa. Non hai fatto nulla di sbagliato. Ero io. Ero io la codarda. E spero che tu un giorno mi perdonerai per essere stato così orribile”

    Gli lasciò la mano e se andò.

    “Ti perdono Buffy” bisbigliò Spike “Ma non posso perdonare me stesso…”



    Capitolo 15: Il Resto è solo addobbo per vetrine.

    Tara si accorse dal cambiamento d’umore di Spike. La loro sessione di esercizi non era iniziata con lui, che la pregava per dieci minuti di lasciar perdere l’allentamento. Diventò sicura che qualcosa non andava quando Tara suggerì di fare dei pesi e lui non disse nulla.
    Vide che era fisicamente nella stanza ma la sua mente era altrove.

    Spike alzò il peso per la seconda volta, mentre il suo cervello continuava a ripetere gli eventi della notte pretendente. La confessione di Buffy l’aveva sconvolto.

    “Spike, Spike?” lo chiamò Tara risvegliando dai suoi pensieri.

    “Cosa?” rispose.

    “Se continui così ti verrà un’ernia, stai facendo troppo veloce gli esercizi” disse ironica Tara.

    Spike rise e lasciò quello che stava facendo.

    “Stai bene? Sembri un po’ pensieroso”

    “E’ così evidente?” domandò con un sopracciglio alzato.

    “Non tantissimo, però io capisco molto bene le persone. E’ quello che mi rende brava nel mio lavoro” prese un asciugamano e glielo passò sedendosi di fianco a lui.

    “Ne sono sicuro. Tu credi nel fato?” domandò Spike.

    “Abbastanza. Credo che le cose succedono per una ragione”

    Era quello il pensiero che l’aveva tenuto sveglio da quando Buffy aveva lasciato la sua stanza la sere precedente.

    “Però non capisco che cosa vuoi dire”

    “Era giusto che le cose andassero così? Se io non mi fossi ubriacato, non avrei mai incontrato Dru, senza Dru, non avrei il mio gruppo. E il gruppo è tutto per me. Mi ha fatto diventare l’uomo che sono ora”

    “Ma avevi bisogno di quel fatto?” chiese lei.

    “Non capisco che vuoi dire, tesoro”

    “Se Dru non ti avesse fatto diventare così e avresti intrapreso un’altra strada. Cosa avresti fatto?”

    “Non lo so. E’ successo tutto così veloce. Un minuto prima ero in un bar e un momento dopo lei era nella mia vita. Non avevo nessun’altro, e mi sembra un bene stare con lei. Quando l’ho guardata ho visto il mio futuro, sarei diventata una stella. Sono una cattiva persona per questo? Per volere amore e ammirazione?”

    “No, è un po’ quello che vogliono tutti. Hai realizzato quello che volevi?”

    “Abbastanza”

    “Forse è questa la parte del problema”

    “Credo di si. Ho speso gli ultimi due anni come un impostore. Io non sono una star. Sono solo un ragazzo che sa scrivere delle canzoni”

    “Io ho visto nascere Spike. La pelle, i capelli colorati”

    “Il mio look è stato cambiato dal nostro stilista Lorne. Quando Dru mi ha incontrato in quel bar, io volevo essere qualcun altro. Qualcuno che lei avrebbe potuto amare”

    “Che Dru avrebbe potuto amare?” domandò Tara.

    “No, non Dru” Spike fu sommerso dai ricordi della notte precedente. Il modo in cui la sua mano stringeva la sua. Il modo in cui lei rabbrividiva al solo toccarlo “Buffy” sospirò.

    “Ehy Tara”

    Lei lo guardò tutto sudato e bello.

    “Mi dispiace, non sapevo che eri con qualcuno. Ciao, Spike” lo salutò “E’ meglio se torno più tardi”

    “No, puoi stare. Ci stiamo tutti qui, vero Spike? Spike?” lui si rese conto che la stava fissando, ma non poteva evitarlo, ogni volta che la guardava diventa William lo sfigato.

    “Si, ovviamente” diventò imbarazzato.

    Tara lo aiutò a fare gli stiramenti. Gli prese la gamba sinistra e iniziò a fargliela tendere. Buffy prese la borsa e iniziò a fare il suo lavoro. Spike la guardò con la coda dell’occhio. Era concentrata completamente nel suo compito.
    E quel fuoco gli fece capire che era un bravissimo dottore. Non l’aveva mai vista in azione. L’unica volta in cui era stato presente, stava quasi per morire.

    Capì subito cosa doveva fare. Davanti a lei non era più Spike Giles la star, era soltanto William Giles il perdente. Che era innamorato pazzo di quella ragazza.

    Non sarebbe stato facile diventare l’uomo che lei voleva, ma doveva fare il primo passo.

    “Tara, possiamo fermarci un momento?” domandò guardando Tara “C’è qualcosa che ho bisogno di fare. Puoi aiutarmi a tirarmi su?”

    “Certo” rispose Tara aiutandolo ad alzarsi nei suoi piedi instabili.

    Lui zoppicò piano verso Buffy. Quest’ultima alzò gli occhi e lo fissò interrogativa.

    “Mi dispiace, Buffy” disse all’improvviso.

    “Va tutto bene, Spike ero solo soprappensiero. Mi hai spaventata” disse prima di riprendere quello che stava facendo

    Lui la fermò prima che iniziasse.

    “No, non mi dispiace per quello. Mi dispiace per quella notte, per quello che ti ho fatto”

    Vide nei suoi occhi la sorpresa. Senza dire niente le portò una ciocca dietro all’orecchio.

    “Mi dispiace da morire, piccola sono imperdonabile”

    Per la prima volta da quando aveva visto Spike all’ospedale, Buffy si rese conto che lui era il William che aveva conosciuto. Poteva vederlo nei suoi occhi, nelle sue labbra, ovunque…

    “Ti amo, Buffy”



    Capitolo 16: Puoi essere di nuovo lui.

    Lei lo sapeva.

    Dru lo sapeva da sempre. Aveva questo strano dono di capire le persone. La maggior parte delle volte era una benedizione, l’aiutava a manipolare le persone a suo piacimento. Qualche volta era una maledizione.

    Era stato proprio questo suo dono a fargli vedere l’uomo che Spike poteva diventare, quando l’aveva trovato al bar di Willie. Ironicamente era lo stesso che gli aveva detto che lui non l’avrebbe mai amata davvero.

    Non che gli importasse di avere il suo cuore. Aveva tutto di lui. Aveva seppellito nel profondo di lui il ragazzo che era e l’aveva trasformato in quello che voleva lei.
    Buffy non avendogli detto i suoi sentimenti in tempo, aveva aiutato moltissimo. E lei aveva giocato molto sul fatto che Buffy non lo amava come era. Perciò l’aveva cambiato con qualcun altro.

    Sapeva di aver vinto, ma nonostante tutto Buffy era nel profondo di lui. Sapeva che le canzone che lui scriveva erano dirette all’amore della sua vita. Beh, almeno le canzoni d’amore, quelle di passione e oscurità erano scritte per lei stessa. Ma non gli importava se le canzoni fossero scritte per lei, per Buffy o per la zia Mary. La cosa che importava era che gli facevano fare soldi. Anche se non aveva il suo cuore, aveva i benefici di quello che lui guadagnava.

    Ma appena vide la scena che era accaduta in palestra, non ebbe bisogno di un dannato dono per capire quello che stava succedendo.

    ****

    ”No, Spike” sussurrò lei allontanandosi da lui “Che cosa stai facendo? Pensi di poter venire qui e dirmi queste cose?”

    “No. E solo che sono stanco, Buffy. Stanco di tutte queste bugie e questa falsità. Voglio di nuovo essere me stesso” abbassò le spalle mentre si sedeva sulla panca “Ho lavorato sodo in tutti questi anni per diventare diverso. Penso che se fossi cambiato sarei stato abbastanza, che avrei potuto essere quello giusto”

    Il cuore di Buffy gli saltò. E si voltò per andarsene.

    “Non ho bisogno di sentire quello che hai fatto per compiacere Dru. A che genere di gioco stai giocando, Spike? Mi dici che mi ami, e poi mi dici che cosa hai fatto per compiacere Dru. Sono migliore di questo”

    Le parole vennero fermate da Spike.

    “Volevo essere il tuo tipo di uomo. All’inizio volevo essere l’uomo giusto per te. Ma tu non mi volevi, così ho pensato che se cambiavo mi avresti amato tanto quanto ti amavo io. Ho continuato a cercarti per mostrarti che genere di uomo ero diventato”

    Lui non avrebbe voluto suonare così disperato. Ma ciononostante le disse tutta la verità.

    “E cosa avresti fatto con il problema Dru? Pensavi che avrei solo dimenticato?”

    “No, e non posso dire soltanto che è stato un errore. Non sarei qui senza di lei, ma ho fatto una cosa sbagliata. L’ho usata per le ragioni sbagliate, ma purtroppo mi ha dato le cose che volevo, amore, passione e desiderio. Ma io non volevo lei, volevo te”

    “Non so se posso darteli Spike. Non dopo tutto questo tempo, dopo tutto quello che è successo”

    “Lo so. E io non dico che lo devi fare per forza. Dico solo che quello che provo è vero. Sono stanco di rimanere nel mio brodo. Tutti questi anni mi sono sentito un’impostore, a cui bastava poco per essere scoperto. Non mi sono mai sentito bene. Quando sono con te mi sento bene. La verità mi fa sentire bene”

    Sospirò profondamente non sapendo più che dire.

    Buffy prese la parola prima di lui “So quello che vuoi dire. Anche a me la verità mi fa stare bene” disse andando verso di lui “Ho speso così tanto tempo ad essere arrabbiata. Molto tempo. E’ tempo di andare avanti”

    “Cosa indenti, Buffy?” Lei si sedette vicino a lui sulla panca “Come andiamo avanti?”

    Lui gli prese la mano intrecciando le dita con le sue.

    “Non lo so” sospirò.

    Buffy guardò le loro mani. Con Spike si sentiva bene, la verità era che si sentiva bene. Rabbrividì quando lui gli accarezzò il palmo con il pollice.

    Spike ridacchiò e Buffy lo guardò interrogativa.

    “Ti ricordi quando ci siamo sfidati col gelato?”

    “Si il mio cervello si ricorda ancora il mal di testa” sorrise ricordando.

    “Prima o poi dovremmo rifarlo” alzò un sopracciglio Spike.

    “La gara col gelato?” ridacchiò lei. “Eravamo amici allora Spike. Forse è meglio di tornare a quello, amici…”

    “Voglio una condizione però”

    Lei aggrottò le sopracciglia. Voleva una semplice amicizia e lui già voleva mettere delle condizioni. Roteò gli occhi e si alzò dalla panca.

    “Dici che vuoi la verità e già metti delle condizioni. Cavolo Spike, penso che non funzionerà” disse dirigendosi verso la porta.

    “William” disse facendola fermare sul posto “Per favore chiamami, Will. Spike è solo una montatura. Will è quello che sono. Will il tuo amico, quello che era sempre con te. Posso tornare ad essere lui?”

    Lei si girò a guardare l’uomo seduto sulla panca. In qualsiasi modo l’avrebbe guardato, lui rimaneva sempre il ragazzo che aveva fatto l’amore con lei nel suo letto.

    “Si Will. Puoi essere di nuovo lui.”



    Capitolo 17: Senza di lei non sono nulla.

    A/N: La canzone del capitolo si chiama Special Two scritta e cantata da Missy Higging.


    Spike sedette sul suo letto d’ospedale, avrebbe dovuto sentirsi stanco per la sessione di fisioterapia e il chiarimento con Buffy. Invece, si sentiva benissimo come non si sentiva da secoli.

    Aveva una sola cosa da fare.

    “Dru” disse lui guardandola sulla porta.

    “Ti trovo meglio” rispose invece Dru avvicinandosi al letto.

    “Si, la terapia va bene mi sto riprendendo” lei si sedette sul letto e gli accarezzò la faccia.

    “Non è questa la ragione. So la verità” lui si mosse a disagio. Odiava quel suo dono di capirlo così bene.

    “Dru…” cominciò lui.

    “Vorrei dirti che ti lascerò andare, ma questo vorrebbe significare che eri mio”

    “Mi dispiace” lui gli prese la mano.

    “Sei dispiaciuto, Spike? Per tutto quello che ho fatto per te?”

    ”No, non per quello. Quello che avevamo era buono, funzionava bene. Non mi pento del tempo che abbiamo passato insieme, amore”

    “Non prendermi in giro Spike. So molte cose io, e so bene che non sono il tuo amore. Non lo sono mai stata, vero?”

    “No” disse lui cercando le parole.

    “Tutto il successo che hai è mio. L’ho fatto io”

    “Lo so e ti sono grato di questo Dru per sempre. Sei stata la mia salvezza”

    “Ma ti ho perso. Lei ti ha portato via da me. Ti ha portato via la notte in cui è venuta nella tua stanza” entrambi sapevano la verità.

    “Si, ha portato via il mio cuore. Ma tu Dru, tu hai avuto tutto di me per un sacco di tempo”

    Dru si alzò in piedi per andarsene.

    “Senza di me non saresti nulla” la sua voce era fredda.

    “Lo so Dru, ma senza di lei non sono nulla”

    ****

    Appena Buffy aprì la porta del suo appartamento, la segreteria partì.

    “Qui è Buffy lasciare un messaggio dopo il bip”

    “Ehy Buffy, sono Willow. Ti chiamavo per sapere se stavi bene, Tara mi ha detto quello che è successo in palestra. Stai bene? Chiamami”

    La segreteria si staccò e lei appoggiò la borsa sul tavolo, parlare con Willow l’avrebbe certamente aiutata. Ma aveva bisogno di pensare.

    Stava benissimo, dopo aver parlato con Will aveva il cuore più leggero. Era bello essere di nuovo amica sua. Era un pezzo di se stessa che aveva perso e ora aveva ritrovato.

    Non aveva mai sentito le sue canzoni, eccetto quella che aveva cantato nella sua stanza quella sera. Forse era una delle poche ragazze al mondo a non averle sentite.

    Ma prima sarebbe stato troppo difficile. Sentirlo cantare con quella voce bassa e roca, riguardanti amore eterno e cose del genere.

    Ma ora sulla strada di casa si era fermata in un negozio di dischi e aveva comprato il suo miglior album “The Quickest Way to Play Catch Up”. Sentiva il bisogno di sentire le parole che gli aveva dedicato.

    Dopo essersi cambiata, si prese un bicchiere di vino e mise il cd nello stereo.

    Appena si sistemò sul divano, la SUA voce riempì la stanza come se fosse stato lì.


    I've hardly been outside my room in days,
    'cause I don't feel that I deserve the sunshine's rays.
    The darkness helped until the whiskey wore away,
    and it was then I realized the conscience never fades.
    When you're young you have this image of your life:
    that you'll be scrupulous and one day even make a life.
    And you make boundaries you'd never dream to cross,
    and if you happen to you wake completely lost.
    But I will fight for you, be sure that
    I will fight until we're the special two once again.

    And we will only need each other, we'll bleed together,
    our hands will not be taught to hold another's,
    'cause we're the special two. And we could only see each other, we'll breathe together,
    these arms will not be taught to need another's,
    'cause we're the special two.

    I remember someone old once said to me:
    "that lies will lock you up with truth the only key."
    But I was comfortable and warm inside my shell,
    and couldn't see this place could soon become my hell.
    So is it better to tell and hurt or lie to save their face?
    Well I guess the answer is don't do it in the first place.
    I know I'm not deserving of your trust from you right now,
    but if by chance you change your mind you know I will not
    let you down 'cause we were the special two, and will be again.

    And we will only need each other, we'll bleed together,
    our hands will not be taught to hold another's,
    'cause we're the special two.
    And we could only see each other, we'll breathe together,
    these arms will not be taught to need another's,
    'cause we're the special two.

    I step outside my mind's eye's for a minute.
    And I look over me like a doctor looking for disease,
    or something that could ease the pain.
    But nothing cures the hurt you bring on by yourself,
    just remembering, just remembering how we were...

    When we would only need each other, we'd bleed together,
    these hands would not be taught to hold another's,
    we we're the special two.
    And we could only see each other, we'd bleed together,
    these arms will not be taught to need another's,
    'cause we're the special two.


    Appena la canzone finì, le lacrime gli scorrevano giù per le guance.

    “Si, Will, noi due siamo speciali”



    Capitolo 18: Dottoressa Summers, presumo.

    Spike era seduto sul letto e scarabocchiava sul foglio, le parole gli erano venute all’improvviso, così aveva afferrato un pezzo di carta prima che volassero via.
    I suoi capelli erano cresciuti, erano più lunghi di come lì portava di solito. L’ossigenatura gli copriva solo le punte dei capelli. Del resto in un ospedale i capelli di un paziente non erano certo la proprietà. Buffy sorrise mentre lo guardava dalla porta. Lui alzò lo sguardo e divenne nervoso come quando erano al liceo. Sembrava William, quella cosa le piaceva molto.

    Tornò indietro nel tempo a quando stavano ore sul letto a parlare di tutto e di niente. Qualche volta desiderava tanto tornare a qui tempi, su quel letto dove non c’erano problemi.

    “Ehy, lei” le sue parole lo fecero immobilizzare.

    “La dottoressa Summers presumo” sorrise lui mettendo da parte il quaderno.

    Buffy rimase un po’ delusa quando lui si tolse gli occhiali appoggiandoli sul comodino.

    “Ho appena finito il mio turno, così ho pensato di venirti a salutare” non si era ancora cambiata, indossava il camice bianco.

    “Sono deluso, credevo che la mia fantasia dell’infermiera si stesse per avverare” dio sembrava davvero deluso! Così lei arrossì.

    “Non essere deluso, sono sicura che ci sarà un’infermiera che realizzerà la tua fantasia” scherzò lei.

    “Nahh credo che i dottori siano più il mio stile” un brivido le attraversò la schiena quando lui la guardò “Con tutte quella parole grandi e termini complicati. Mi fanno diventare caldo”

    Buffy fu d’accordo sul fatto che la stanza era diventata improvvisamente calda. Capì che quella conversazione non lì avrebbe portati a nulla di buono, così cambiò argomento.

    “Cosa hai fatto oggi?” gli domandò.

    “Ma nulla di che. Colazione, fisioterapia, mi sono visto Passioni, di nuovo fisioterapia e poi ho cenato. Mi sento come Bill Murray in Groundhog Day (ricominciamo da capo) senza Sonny and Cher. E tu che hai fatto, amore?”

    Lei sospirò sedendosi alla fine del letto. Il suo corpo si rilassò appena appoggiò il sedere sul materasso. Era stato un giorno interminabile.

    “Ho soltanto avuto un turno di diciotto ore nell’ER (Emergency Room). Quindi è andata meglio a te”

    “Che è successo?”

    “Due incidenti d’auto, un ragazzino si è trovato quasi con lo stomaco fuori”

    “Mi dispiace avertelo chiesto”

    Lei scosse la testa con un sorriso. Spike scoppiò a ridere quando la vide storcere la bocca mentre muoveva i piedi.

    ”Ti faccio un massaggio?”

    “Grazie per l’offerta, ma credimi quando ti dico, che è meglio se non ti avvicini ai miei piedi dopo la notte che ho avuto”

    “Dovresti andare a casa. Riposarti. Non sprecare il tempo con me” cercò di essere rassicurante.

    Lei lo fissò intensamente “Voglio stare qui. Voglio recuperare il tempo perduto”

    Spike voleva chiederle se aveva mai pensato al tempo che avevano avuto insieme in passato. Ma non voleva metterla alle corde. Era appena tornata nella sua vita, non voleva farla scappare.

    “L’hai tenuto come al solito?” chiese lei entusiasta.

    “Si, come al solito”

    Spike sorrise e afferrò il cruciverba che aveva ritagliato dal giornale. Era diventata una cosa loro. Lì faceva sentire bene, non tanto per il cruciverba, ma tanto per il tempo che passavano insieme.
    Stavano ricostruendo l’amicizia passo passo.

    Due ore dopo, con il cruciverba finito, Buffy sbadigliò.

    “Scusami non volevo essere maleducata”

    “Amore, sei in piedi da venti ore. Penso che sono io il maleducato ad averti tenuto qui”

    “Perché mi hai legato al letto? Non credo, volevo stare qui”

    Visioni di Buffy legata al letto gli attraverso la mente. Si mosse inquieto sul letto cercando di nascondere la sua erezione.

    “Devo andare, anche tu hai bisogno di riposare” Buffy notò che si muoveva inquieto sul letto, e si sentì in colpa per averlo tenuto sveglio.

    “Non ho sonno, ma tu sei stanca. Perché non rimani un po’ stesa con me?” gli domandò spostandosi per fargli spazio.

    “Non posso, sai i pettegolezzi di corridoio” rispose lei alzandosi quando lui le afferrò la mano.

    Cercò di nascondere la sua delusione perché lei se ne stava andando. Voleva tenerla. Anche se non l’avrebbe mai ammesso, aspettava quella parte del giorno soltanto per passare del tempo con lei.

    La tirò sul letto e l’abbracciò stretta e lei lo lasciò fare. Rimasero così per un tempo infinito. Si fissarono negli occhi finchè lui non abbassò la testa per baciarla sulla guancia.

    “Grazie Buffy. Grazie per tutto. Per avermi salvato, per avermi perdonato. Non so cosa avrei…”

    Lei gli mise un dito sulle labbra per fermarlo. Spike lottò per non succhiarlo nella sua bocca.

    “Non dirlo. Quello che è stato è stato. Il tempo è prezioso non sprechiamolo, cambiamo le cose e basta” sussurrò prima di baciarlo sulla guancia e alzarsi.

    “Ti vedrò domani, piccola?”

    “Ci vediamo domani, Will”


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    Capitolo 19: Un libro, è così noioso.

    Buffy non sapeva quando era diventata un’abitudine.

    Erano passate due settimana, nelle quali lei aveva fatto visita a Will ogni volta che finiva il turno. Qualche volta faceva così tardi che si ritrovava addormentata accanto a lui.
    “Mi sono svegliata e mi sono trovata qui” non era mai successo, ma non dormiva così bene da un sacco di tempo.

    Quando era sveglio, passavano delle ore a parlare dei tempi passati. Aveva saputo che Dru non era più l’agente della band, si augurò che non succedessero casini.

    Finalmente il suo turno era finito e lei era felice, camminò lungo il corridoio diretta alla sua stanza. Come al solito non si sarebbe cambiata. A Will non importava.

    Appena arrivò nei pressi della stanza sentì delle voci e delle risate. Quando arrivò davanti alla porta vide tutta la band al completo. Lì riconobbe grazie ai CD che aveva comprato, dove erano raffigurati tutti.

    “Ehy, sono contento che sei venuta. Vieni qui” Will gli fece segno di andarsi a sedere vicino a lui. Ma lei non mosse dalla porta.

    William era così felice con loro. Lo guardò con i suoi amici e una fitta al cuore gli fece tremare le labbra. Di che si meravigliava? Erano passati anni, era giusto che per lui fossero una famiglia.

    “Hai delle visite” poteva sentire gli sguardi di tutti su di se “Tornerò domani”

    “Avanti voglio che conosci la band” lui poteva vedere l’esitazione sulla sua faccia “Avanti amore rimani”

    Will si sentiva male per la sua esitazione a conoscere i suoi amici. Sapeva che lei non era colpita dalla sua popolarità. Non aveva molto interesse per la sua band. Però erano la sua famiglia, e voleva farla sentire a suo agio. Ma non stava funzionando.

    “Così è lei la famosa Buffy?” la bionda che Buffy individuò come Anya la squadrò.
    Non era sicura, ma i suoi capelli erano molto diversi da quelli che aveva sulla copertina del CD. La vide prendergli la mano e stringergliela.

    “Wow, non pensavo ti avrei mai incontrato, volevo dirti grazie” la mano di Buffy stava andando in cancrena.

    “Oh davvero non dovete ringraziare me. Io ero solo al pronto soccorso il merito va al dottor Finn, dovresti ringraziare lui. Wi…voglio dire Spike è sotto le sue cure” e senza sembrare sgarbata si riprese la mano.

    “Non per quello. Ma per essere la sua musa” Buffy rimase un po’ interdetta.

    “Non capisco cosa vuoi dire” e si voltò a guardare Will.

    “Anya…” l’avvertì lui.

    “Anya sta zitta. Ehy B come stai?” domandò Faith.

    “Non male. E tu come stai?” chiese cercando di non essere tesa.

    “Bene bene, B”

    “Che uomo sei Spike, che maleducato, non ci presenti la tua amica?”

    Buffy sorrise e guardò il ragazzo che aveva parlato, sapeva chi era.

    “Non c’è ne bisogno. Tu sei Angel, piacere” gli strinse la mano e poi camminò verso l’ultimo membro del gruppo “Sei Xander giusto?”

    “Si, piacere di conoscerti” gli strinse la mano.

    Buffy sentì un sentimento strano vedendo che tutti che la fissavano. Forse aveva qualcosa in faccia…

    “Come mai sei venuta qui, B?” chiese di proposito Faith.

    “Um, stavo solo venendo a controllare la cartella” aggirò tutti per andare a vedere la cartella che c’era attaccata al letto.

    “Tesoro non andare”

    “E’ tutto okay, sei occupato. Torno domani” cercò di tenere la tristezza fuori dalla sua voce.“Piacere di avervi conosciuti” disse avviandosi verso la porta.

    “Che cos’hai in mano, B?” la fermò Faith.

    “Um, si, qualcuno l’ha lasciato alle infermiere. Pensavo volessi averlo” non voleva dirgli la verità davanti a tutta la band.

    E passò il pacco a Will.

    “Non devi aprirlo se non vuoi. Non è nulla di speciale, probabilmente un paio di mutande sexy” stava cercando di sembrare casuale

    “Io dico che è un libro. Aprilo Spike, vogliamo vedere”

    Dannazione! Anya non stava mai zitta. Buffy fissò William che scartava il regalo.

    “Wow” mormorò Will guardando attentamente il libro.

    “Un libro è così noioso”

    “Non è un semplice libro. E’ la prima edizione di Great Expectations, il mio preferito” Will guardò Buffy “Grazie” sorrise e il suo sguardo la fece arrossire.

    “Non te l’ho regalato io. Ho fatto solo il fattorino” mentì.

    “Non sapevo sapessi leggere, ossigenato” lo stuzzicò Angel.

    “Ne sono capace, e mi piace da morire” rispose senza mai staccare gli occhi da Buffy.

    “Beh avrai tonnellate di tempo per leggere, all’inizio del tour del mese prossimo” Xander lo guardò

    “Tour?” Buffy sembrava sorpresa. Nelle settimana passate avevano parlato un sacco e lui non l’aveva menzionato nemmeno una volta.

    “Dobbiamo riprendere il tour, amore. Stavo per dirtelo, ma i dettagli mi sono stati detti ora”

    Buffy iniziò a camminare per la stanza. Lui se ne stava andando di nuovo. Cosa si era aspettata, non poteva mica vivere la sua vita in ospedale.

    La realtà la colpì. Non poteva rimanere lì con lei, era lei quella a lavorare in ospedale. Lui aveva una vita, un lavoro. Lei guardò la band e capì che era una vita diversissima dalla sua.
    Tout, gruopies in ogni città, lei non faceva parte di quel mondo.

    “Quanto tempo?”

    “Non a lungo, amore. Puoi venire a trovarmi…” cominciò.

    “Quanto tempo Spike?” sentendo quel nome dalle sue labbra fremette.

    “Nove”

    “Nove settimane!”

    “No, amore. Nove mesi”



    Capitolo 20: Non essere stanco.

    Buffy sapeva benissimo cosa stava facendo. Lo stava evitando.

    Era passata una settimana da quando aveva scoperto del tour e dall’ora non l’aveva più visto. Anzi no, non era completamente vero. L’aveva visto. Dopo i suoi turni andava nella sua stanza e lo guardava dormire. Sembrava così in pace e così rilassato.

    Quando dormiva, era soltanto un uomo. Un uomo che lei aveva amato, che aveva amato per la maggior parte della sua vita. Un uomo a cui poteva donarsi completamente.

    Ma alla luce del sole, lui non ere nessuno di quelle cose. Era una star, sulla cresta dell’onda, che aveva un sacco di fan donne che gli correvano dietro. Lei non aveva niente da offrirgli.

    Quindi non tentava nemmeno. Si stava nascondendo da Will in tutti i modi e si stava nascondendo anche dai suoi sentimenti.

    Sapeva bene cos’era. Un’immatura. Correndo via alla prima difficoltà. Rifiutandosi di parlare con Will, rifiutandosi di affrontare la realtà. Era una codarda.

    Con un sospiro entrò nello spogliatoio. Il suo turno era finito, guardò l’orologio e sospirò di nuovo. Era troppo presto per andare da Will. Poteva fare una doccia per lavare via le dodici ore di lavoro che aveva fatto. Cominciò a togliere le sue cose dall’armadietto.

    “Ti sono mancato, amore?”

    Si voltò di scatto per vedere Will seduto. Non era giusto, lui era l’unico uomo della storia a fare fisioterapia con abbigliamento sexy.

    “Will. Ehy, stavo proprio per venire su e-” cercò di convincerlo. Ma fallì.

    “Evita, Buffy, sei una pessima bugiarda” il suo sguardo fisso la fece sentire meschina.

    “Cosa fai qui? Il cartello ‘riservato al personale’ non ti dice niente?” chiese, la miglior difesa era l’attacco.

    “E allora? Sono una star, un cartello alla porta non mi ferma. Ma sembra far ammutolire le amiche” disse piano.
    Sapeva che si stava comportando come un bambino, ma dannazione. Lei era scomparsa!

    Voleva rimanere controllato, ma non c’era riuscito. Non era facile. Aveva perso un sacco di energie per andare là. Ogni giorno che passava diventava sempre più forte, grazie anche alla terapia.

    Aveva bisogno di vederla, perché lei molto palesemente lo stava evitando. Aveva pensato che fosse molto impegnata, ma il terzo giorno in cui non l’aveva vista, aveva capito.

    Lei si vergognava di lui. Tutto era cambiato quando aveva incontrato la sua band. Non gli piacevano i suoi amici, la sua vita e quello che era diventato.

    “Non dovresti essere qui” disse Buffy incrociando le braccia al petto.

    “Stai parlando di questa stanza, tesoro o della tua vita in generale?” chiese lui cercando di capire la sua reazione.

    “Cosa ti importa?” sospirò lei passandosi una mano tra i capelli.

    “Che intendi, Buffy? Certo che mi importa” cercò di non far capire che gli faceva male.

    “Will, quello che abbiamo è solo temporaneo. Viviamo in una bolla fatta di cruciverba e chiacchierate sino a tarda notte e-”

    “Non mi sono mai divertito così dal liceo-”

    “Quella notte” finì la frase lei per lui.

    “Ti penti di quello che abbiamo fatto?” era una domanda che aveva voluto fargli in tutti quegli anni.

    “Si” lei vide il dolore attraversargli la faccia “Ma non nel modo in cui pensi tu. Se noi non avessimo fatto…” cercò le parole giuste.

    “Se non avessimo fatto l’amore” rispose lui.

    “Se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto. Mi sarei sempre chiesta come sarebbe stato. Avrei sognato sempre come avrebbe potuto essere”

    “Quindi, la realtà ti a deluso?

    “No, anzi l’opposto. Aver condiviso con te una cosa del genere, e sapere come sarebbe stato, mi fa stare male” le lacrime iniziarono a formarsi negli occhi di entrambi “Aver assaggiato un pezzo di paradiso e poi saper di non poterlo avere di nuovo. E’ questo di cui mi pento” finì lasciando che le lacrime gli scorressero sulle guance.

    “Mi piacerebbe pensarlo ma non è così. Non possiamo vivere le nostre vite in questo ospedale. Tu andrai via e non sai quando ritornerai” Spike sentì la rabbia nella sua voce.

    E capì. Non si vergognava di lui: era spaventata. Spaventata da quello che provava per lui, impaurita che potesse finite tutto, e faceva quello che sapeva fare meglio.

    Quando aveva paura, fuggiva…

    Ma questa volta lui non l’avrebbe lasciata correre via.

    “Non sei stanca, amore?” gli domandò.

    “Beh si, ho appena finito un turno di dodici ore. Ma non è questo il problema qui” stava cercando di essere forte, evitando però il suo sguardo.

    “Intendevo, non sei stanca di scappare, da noi, da tutto questo” si alzò in piedi e avanzò verso di lei. Appena gli fu davanti, lei non tentò di spostarsi.

    “Non sto correndo via, Will. Sto solo vedendo la verità, c’è un mondo al di fuori di queste quattro mura, un mondo che non è nostro” stava cercando di essere coraggiosa per tutti e due.

    “Okay, allora guardiamo meglio questo mondo” gli prese la faccia tra le mani e la baciò.



    Capitolo 21: Lontano, ma così vicino.

    Buffy sentì un leggero dolore quando si ritrovò sbattuta contro gli armadietti. Il suo stomaco si riempì di farfalle sentendolo gemere.

    Lui aveva ragione, era stanca. Stanca di essere forte, lottando contro l’attrazione che provava per lui sin dai tempi del liceo. Era ora di smettere di pensare e cominciare a sentire.

    Lei chiuse gli occhi e si perse nelle sensazioni. La bocca sulla sua, la carezza gentile della sua lingua. Era più che una cosa fisica. Una parte di lei aveva desiderato quello per anni. Voleva di più.

    Così lo strinse a se, approfondendo ancora di più il bacio. Le mani di Spike si mossero giù per la faccia sino al collo. Subito dopo la sua bocca le seguì baciandole il collo e la mascella. Buffy gli avvolse le gambe attorno alla vita. Solo un piccola pressione l’aveva eccitata. Aveva dimenticato quando potessero essere belli i suoi baci.

    “Oh, Will” si lamentò lei.

    Lui sorrise contro il suo collo sentendo i suoi lamenti. In tutti quegli anni, era ancora il suono più bello che avesse mai sentito. Lì aveva sognati spesso. I suoi lunghi tout in giro per l’america, gliel’avevano fatta sognare ad occhi aperti. Ma quello era la cosa migliore di tutti.

    Tenendola stretta, accarezzandola, si sentiva improvvisamente a casa. Tutti quegli anni di tormento erano sparito. Erano stati lontani per così tanto, ma ora erano così vicini.

    “Lo sai, mi chiami così solo tu” sussurrò Spike guardandola negli occhi “Sono tuo Buffy, lo sono sempre stato” aveva trattenuto i sentimenti per troppo tempo. La diga si era rotta, e lui non poteva fermarsi. Cominciò a baciarla di nuovo, impaurito che lei sparisse.

    “Amo quando mi chiami così” continuò baciandole il collo “E’ il suono più bello del mondo. Il mio nome sulle tue labbra, dillo di nuovo” la supplicò.

    Se lui gliel’avesse chiesto, Buffy avrebbe recitato tutto l’alfabeto al contrario.

    ”Will” disse con tutto l’amore che provava per lui.

    “Buffy sei sempre stata tu” le bisbigliò all’orecchio “Tutto quello che ho sempre voluto in questi anni. Noi due insieme” e la fissò intensamente.

    “Lo so” rispose lei distogliendo lo sguardo.

    “Anch’io” sorrise lui baciandola di nuovo.

    Buffy si staccò da William. Quella parole avevano spezzato il momento.

    Lui sentì un senso di perdita quando lei scese e iniziò a camminare per la stanza.

    “Quello che vogliamo e quello che possiamo, sono due cose diverse-“ cominciò lei.

    “Buffy sono stufo di essere usato come una palla da rugby”

    “Will, non è quello che sto facendo” tentò di farlo ragionare. Ma quando lo guardò capì ancora una volta che aveva ragione.

    “Io ti amo” disse lui passandosi una mano nei capelli frustrato “Sono stupido a pensare che è abbastanza?”

    “No, è abbastanza” sospirò lei “Ma non so se è abbastanza per noi”

    Ecco l’aveva detto!
    Il pensiero che gli aveva tormentato il cervello tutte quelle notti.

    “Cosa intendi?”

    “Cosa dovrei fare Will? Lasciare il mio lavoro e diventare una groupie? Ho una vita qui, una carriera, qualcosa per cui ho lavorato duramente. Dovrei gettare tutto via?”

    Era arrabbiata. Ma non con Will. Era arrabbiata per le vite che si erano costruititi in quegli anni.

    “No, piccola. Posso stare qui, il mio lavoro posso farlo ovunque” disse pieno di speranza.

    “Quindi il tour di nove mesi puoi farlo qui?” rispose sollevando le sopracciglia.

    “No, certo che no. Ma dopo quello posso venire qui, ho già lo studio” avanzò verso di lei prendendole la mano e portandosela al cuore “Possiamo farlo”

    “Possiamo? Nove mesi sono lunghi Will. Lo sai meglio di me” gli sfilò la mano e gli accarezzò la guancia “Il problema Will è che io non voglio pezzettini di te, ti voglio tutto. Non pensi che c’è lo dobbiamo dopo tutto questo tempo?”

    “Potremmo averlo” gli prese la mano “Amore possiamo farlo insieme”

    Lei lo fissò. Voleva davvero crederci. Come in quelle storie da felici e contenti. Ma non poteva e così ritirò la mano.

    “Will un giorno mi ringrazierai per questo”

    Non disse nient’altro e se ne andò. William strinse gli occhi e tirò un pugno all’armadietto di fronte a lui.



    Capitolo 22: Great Expectations (E’ il titolo del libro preferito di Will)

    Spike guardò la benda sulla sua mano e fremette. Non era per il dolore che era sconvolto, ma per quello che rappresentava, Buffy, il suo rifiuto.

    Si sedette sul divano e chiuse gli occhi. Voleva essere ovunque ma non lì.

    Mancava ancora una settimana e poi sarebbe stato dimesso dall’ospedale. Non vedeva l’ora di andarsene.

    Forse lei aveva ragione. L’amore non era abbastanza per loro. Non lo era stato otto anni prima, perché doveva esserlo adesso?

    Un sacco di domande e di soluzioni continuarono a ruotargli nel cervello. Stava soffocando. Aveva bisogno di uscire da quella stanza.

    “Spike, non sei venuto in palestra oggi” disse improvvisamente Tara entrando nella stanza “Stai bene?”

    “No, non sto bene” rispose lui guardandosi la mano “Non so se lo sarò mai”

    “Potremmo farla fuori la terapia oggi se ti va” offrì Tara.

    “Si, devo uscire da questo ospedale. Non posso stare qui, fa troppo male” tentò di non piangere.

    Tara si avvicinò per guardagli la gamba “Se la gamba ti fa male, forse è meglio se stiamo qui”

    “No, non è la gamba. Io, io sto male. Ho bisogno di uscire, di andarmene. Via da qui , via da lei” i singhiozzi gli scossero il corpo.

    E finalmente Tara capì di chi stava parlando….Buffy.
    Spike gli aveva raccontato che il loro rapporto si stava ricucendo. Da quello che vedeva non era andata troppo bene. Lui sembrava devastato. Si sedette vicino a lui e lo abbracciò.

    “Per favore aiutami, Tara. Voglio andarmene. Non posso sopportare di vederla” la stava supplicando.

    “E’ tutto apposto. Posso parlare col Dott. Finn e vedere se ti fa fare la fisioterapia fuori da qui”

    Spike accennò col capo e si asciugò le lacrime.

    “Grazie di tutto”

    “Non importa. C’è qualcos’altro che voi che faccia?” gli domandò.

    “No, voglio solo andarmene. Cosa devo fare, stare qui e rimanere la puttana dell’amore? No, mi dispiace. Non lo sono più!”

    Tara si alzò andando verso la porta “Cerco il Dott. Finn”

    “Bene, io comincio a radunare le mie cose. Prima sono fuori da qui, prima posso dimenticare”

    Aprì il cassetto al lato del letto e vide la sua copia di ‘ Great Expectations’ il libro che gli aveva regalato Buffy la settimana prima.
    Ma non era solo un libro, era un simbolo della loro relazione. Si erano conosciuti a causa di quel libro. E lei gliel’aveva regalo di nuovo. Senza pensarci due volte, prese il libro e lo gettò nella spazzatura.

    In quell’istante, Spike aveva chiuso il suo cuore a lei.

    ****

    Buffy non pianse. Le trattenne fino a casa. Dopo cena, guardò un po’ di telegiornale, quando si mise nella doccia, le lacrime arrivarono. Si sedette nella doccia con i singhiozzi che le scuotevano il corpo, finchè l’acqua non diventò fredda.

    Cosa aveva fatto?

    Sulla strada di casa era convinta che fosse la cosa giusta. Che genere di futuro potevano avere?
    Non voleva essere solo una donna che aspettava a casa la sua star preferita.
    Ciononostante, Will non era una star, era il suo Will e lei lo sapeva.

    Tornò nella sua stanza cercando di non farsi scoppiare il petto. Si stese sul letto e fissò il soffitto.

    Era soltanto spaventata. Spaventata di amarlo e di essere amata, proprio come tanti anni prima. Tralasciando il fatto che avevano diciassette anni, e ora una donna adulta.

    In quell’istante, capì cosa doveva fare.

    ****

    Buffy si vestì freneticamente la mattina dopo per andare a vederlo. Si era preparata tutto il discorso in macchina. Sarebbe arrivata anche a supplicarlo, dicendogli che era solo impaurita, che l’amava e non aveva amato nessuno come lui.

    Il mondo sembrava andare molto più lentamente, voleva già essere là.
    Quando arrivò in ospedale e attraversò le porte, il suo stomaco si mise a fare le capriole mentre camminava verso la sua stanza.

    Quando arrivò, rimase delusa dal non vedere il solito Will seduto sul letto. La stanza era spoglia, tutti i fiori e i palloncini non c’erano più. Il letto era rifatto con lenzuola pulite. Buffy rimase in piedi immobile sulla porta.

    “Se ne andato” disse l’infermiera spaventandola.

    “Oh” fu l’unica cosa che riuscì a dire “E’ stato dimesso o se ne andato semplicemente?”

    “E’ stato dimesso, era molto felice” rispose finendo di sistemare il letto.

    “Ha lasciato un recapito?” aveva bisogno di vederlo.

    “Provi a controllare all’ufficio delle infermiere, sono sicura che l’aiuteranno”

    “Grazie” disse piano girandosi per lasciare la stanza, prima che qualcosa la bloccasse.

    La copia di ‘Great Expectations’ che gli aveva regalato era nel cestino.
    Quello era il simbolo della loro amicizia, si erano conosciuti grazie a quel libro. E lui l’aveva buttato via. Si abbassò per prenderlo e lo portò al torace.

    Cosa si aspettava? Che rimanesse lì giorni e giorni a compiangersi? Se n’era andato. Dopotutto gliel’aveva chiesto lei. Gli aveva detto di lasciare la sua vita e così aveva fatto.

    Prese il libro e uscì dalla stanza, diretta dalle infermiere.

    In quel momento avrebbe voluto essere tra le braccia di Will.



    Capitolo 23: Dieci Giorni

    A/N la canzone del capitolo si chiama Ten Day ed è di Missy Higgins

    ‘Più le cose cambiano, più rimangono uguali ’ pensò Buffy in piedi fuori dalla sua vecchia stanza. Era tornata a Sunnydale per una visita. Dopo il suo internato all’ospedale della città, era rimasta alcune settimane lì e poi era partita per New York.

    Sua mamma era felice come una pasqua perché era tornata. Non ci andava da un sacco di tempo. Aveva alzato un polverone nel sapere che sua figlia DOTTORE stava tornando a casa per qualche tempo.
    Ed ora era lì in piedi nella sua stanza, ancora addobbata da bambina, piena di orsacchiotti e poster. Si sentiva ancora una ragazzina guardandola, non il grande dottore che era diventata.

    Andò verso lo specchio, che era ancora tappezzato di tutte le sue foto. Sorrise mentre i ricordi la sommergevano. Tra quelle foto c’è ne era una dove lei e Will, si erano travestiti per la notte di Halloween, da Tweedle-dee and Tweedle-dumb*, quel ricordo la fece rabbrividire.
    Quella era un’altra ragione per cui era tornata a casa.

    Will…

    Quella stanza, la sua camera da letto, dove tutto era cominciato e dove tutto era finito, non si poteva tornare indietro. Erano passati diciotto mesi dal loro ‘addio’

    Lei aveva provato a dimenticare che lui esistesse. Era stato facile in passato. Si era gettata sul lavoro per buttare via il dolore.

    Ma pareva che Will, non lo rendesse facile. La sua band non lo rendeva facile. Avevano lanciato il nuovo cd e lo vedeva ovunque.

    Si ricordava la prima volta che aveva sentito il singolo alla radio, stava tornando a casa in macchina dopo un turno di dodici ora, quando aveva sentito la sua voce riempire l’abitacolo.



    So we've put an end to it this time.
    I'm no longer yours and you're no longer mine.
    You said this hill looks far too steep
    if I'm not even sure it's me you wanna keep.
    And it's been ten days without you in my reach,
    and the only time I've touched you is in my sleep.

    But time has changed nothing at all -
    you're still the only one that feels like home.
    I've tried cutting the ropes and
    I let you go but you're still the only one
    that feels like home.

    You won't talk me into it next time,
    if I'm going away your heart’s coming too.
    'Cos I miss your hands I miss your face.
    When I get back let's disappear without a trace.

    'Cos it's been ten days without you in my reach,
    and the only time I've touched you is in my sleep.

    But time has changed nothing at all -
    you're still the only one that feels like home.
    I've tried cutting the ropes,
    tried letting go but you're still the only one
    that feels like home.

    So tell me, did you really think...
    oh tell me, did you really think
    I had gone when you couldn't see me any more?
    When you couldn't...

    'Cos baby time has changed nothing at all -
    you're still the only one that feels like home.
    And I've tried cutting the ropes,
    I let you go but you're still the only one
    that feels like home, yeah,
    you're still the only one that feels like home,
    you're still the only one I've gotta love.


    Era scoppiata a piangere, stringendo violentemente il volante nelle mani. Talmente era intenso il suo pianto, che si era dovuta fermare in una piazzola per non rischiare di fare un incidente.

    Era come si sentiva?
    Allora perché se ne era andato? Perché non aveva parlato con lei, invece di dire i suoi sentimenti al mondo intero?

    L’album si intitolava ‘Late Night Crossword Puzzle’ (Cruciverba fatti a tarda notte)

    Il primo singolo estratto dal cd si chiamava ‘Ten day’ ed era rimasto nella classifiche per settimane.

    Il secondo singolo ‘Beautiful’ era la stessa canzone che gli aveva sentito cantare all’ospedale, e fu un successone appena uscì. Will la stava punendo con la sua musica.

    E aveva iniziato a vederlo ovunque, in televisione, sui cartelloni pubblicitari. Ogni volta che girava un canale, Will stava ricevendo un premio.

    Una sera dopo essere tornata da un turno a tarda notte, vide un intervista a Jay Leno. Era seduto su un divanetto, tutto nervoso e meraviglioso. I suoi capelli erano tornati all’ossigenatura completa.

    Era così bello. Bello, ma non felice.

    “Quindi Spike, dicci, il singolo ‘Beautiful’ è ispirato ad una donna in particolare?”

    Spike si mosse nervosamente sul divanetto. E Buffy avrebbe giurato che se avesse avuto ancora i suoi occhiali, se li sarebbe tirati su sul naso.

    “Si, Jay”

    “Wow, lei deve sentirsi fortunata, per aver una canzone scritta da te”

    “Non lo so amico, non gliel’ho mai chiesto” il suo tono era diventato freddo.

    E lei aveva cambiato canale a quel punto, non voleva che i dettagli della loro storia, fossero trasformati un fenomeno da baraccone.

    Doveva sentirsi fortunata? No, niente affatto. Se mai affranta. Era stata così stupida a essere così impaurita.

    Scosse la testa scacciando i cattivi pensieri. Quelli non l’avrebbero portata da nessuna parte.

    Afferrò la valigia e iniziò a disfarla. Tirò fuori la copia di Great Expectations che gli aveva regalato. Non poteva dividersi da quel libro, anche se avevano avuto dei problemi. Non aveva avuto ancora l’opportunità di leggerlo. Se l’era portato in vacanza, nella speranza di poterlo fare. Lo appoggiò sul letto e ricominciò a disfare la valigia.

    Sentì la porta aprirsi, non si voltò credendo che fosse sua madre, e continuò a vuotare la borsa.

    “Arrivo tra un secondo mamma, voglio solo sistemare le mie cose”

    La voce che sentì in risposta non era proprio quella di sua madre, gli spedì brividi lungo la spina dorsale.

    “Ciao, amore”


    * [Tweedle-dee and Tweedle-dumb- il Cappellaio matto e il Leprotto bisestile, di Alice nel paese delle meraviglie]




    Capitolo 24: Questa stanza

    Spike era appoggiato allo stipate della porta, della camera di Buffy. Lui guardò la stanza, notando che non era cambiato molto da quando era andato lì l’ultima volta.
    Buffy si voltò al suono della sua voce, mentre gli occhi gli si allargavano di colpo. Si meravigliò di quanto fosse ancora più bello dell’ultima volta in cui l’aveva visto. Diciotto lunghi mesi erano passati. Il tour era finito, l’album nuovo era stato lanciato ed aveva vinto un sacco di premi.
    La sua vita doveva andare alla grande.
    “Ciao Spike” il suo tono era abbastanza freddo.
    Spike guardò tutti i ricordi che ricoprivano quella stanza.
    La stanza dove si era innamorato, dove aveva perduto la sua verginità, dove aveva riso, pianto e amato. Tutti quei sentimenti aleggiavano in quella stanza, mentre i poster dei "New Kids on the Block” ricopiavano le pareti.

    Rimase con la spalla attaccata allo stipite aspettando il permesso per entrare, non voleva oltrepassare la sua privacy. Lo fece sorridere, aveva oltrepassato la sua privacy in molti altri modi.
    Il nuovo album non avrebbe dovuto parlare di lei çe canzoni che aveva scritto all’ospedale e quelle quando era andato via, non dovevano essere pubblicate. Le aveva scritte per mettere su carta la sua felicità. Ogni tanto quando era in sala prove le suonava soltanto per non dimenticarle, era stato allora che Angel gli aveva detto.
    “Sono delle canzoni nuove? Sono buone, potremmo aggiungerle all’album”
    Lui aveva alzato un sopracciglio in risposta “Non penso amico, questo è solamente per uso personale” si era tolto la chitarra e l’aveva fissato.
    “Probabilmente ti aiuterebbe” suggerì Angel.
    “A fare cosa?” gli aveva chiesto.
    “Ad andare avanti”
    Le sue parole l’avevano colpito nel profondo. Ad andare avanti. Era quello che doveva fare.
    L’album era stato un modo per superare la loro relazione; una forma di terapia.
    Avrebbe voluto chiamare Buffy per dirgli quello che aveva fatto, ma era troppo difficile. Forse lei non gli avrebbe creduto.
    I giornalisti glielo chiedevano in continuazione ‘L’album è stato scritto per qualcuno in particolare?’ e lui non mentiva male.
    Tutto quello che diceva della loro relazione, era la verità. Non aveva mai fatto il suo nome, l’aveva sempre nominata con amore e rispetto.
    “Sei venuto qui a darmi il mio assegno? “Quindi, hai sentito il nuovo album?”
    “Lavoro in un ospedale Spike, non sono un eremita in una caverna. Si, l’ho sentito”
    Lui guardò a terra sperando che quel gesto, l’avrebbe aiutato a trovare le parole.
    “E’ davvero bello. Ti meriti tutto quello che hai avuto”
    Spike alzò lo sguardo scioccato. Non era certo quello che si aspettava.

    “Rimarrai lì in piedi tutto il giorno o hai bisogno di un invito?” gli domandò lei prima di girarsi e riprendere a disfare la sua valigia.
    “Non sapevo se volessi che entrassi” rispose lui, alzando la spalla dallo stipite della porta.
    Lei tenne lo sguardo fisso sulla borsa “Posso immaginarlo. L’ultima volta che ci siamo visti, non sono stata molto cordiale”
    Lui si avvicinò “Beh sono un tipo sentimentale, voglio rivangare i vecchi saluti” sorrise furbo.

    Lei alzò lo sguardo “E’ così che si dice adesso?” rise “Così Spike ‘stella del canto’ Giles, che c’è?” gli domandò Buffy sedendosi sul letto, e facendogli segno di seguirla.
    “Non farlo” fremette lui raggiungendola.
    “Non fare cosa?”
    “Non chiamarmi Spike. Non sono Spike, non in questa stanza”
    “Okay, Will, cosa ci fai qui?”
    Lui guardò il copriletto “Ho visto tua madre al supermercato la settimana scorsa. Mi ha detto che saresti venuta qui per una vacanza. Io pensavo che potevamo parlare. E’ passato molto tempo” e alzò lo sguardo fissandola intensamente.
    “Sembra una vita” rispose lei “Essere un dottore ruba molto tempo”
    “So tua madre l’ha menzionato molte volte”
    Buffy roteò gli occhi “Si, è molto orgogliosa”
    “Non solo lei. Anch’io sono orgoglioso di te, per quello che vale”
    Lei gli afferrò la mano nella sua “Vale molto per me, Will. La tua opinione è sempre importante per me”
    “Non volevo scrivere di te”
    Il dolore balenò sulla faccia di Buffy.
    “Cioè ho scritto di te, per me stesso. Era un modo per riordinare la confusione che avevo in testa. Scriverlo lo rende più facile”

    “Capisco” accennò col capo lei.
    “I ragazzi mi hanno sentito suonare qualche canzone, e gli sono piaciute. Hanno voluto che le aggiungessi all’album. Non volevo fare male a nessuno. Mi dispiace tanto, Buffy”
    “Non esserlo. Certo, non mi è piaciuto sentire il dramma della nostra relazione in una canzone. Ma nonostante tutto erano delle belle canzoni, Will. Devi essere lieto di tutto il duro lavoro che hai fatto. Ti meriti tutto”
    “Ho tentato di essere felice per tutto, i premi, i complimenti, ma era tutto tinto di tristezza. Non mi sembrava giusto avere tanto successo, attraverso tutto il nostro dolore” era la prima persona a cui diceva quelle cose. Sapeva che nessun’altro avrebbe capito.
    “Sei fortunato Will. Molte persone non riescono a superare il dolore. Tu sei capace di scriverlo”
    William sorrise alle sue parole. La cara e vecchia Buffy, trovava le cose buone anche in quella cattive.
    “Mi sei mancato” bisbigliò Buffy.
    Lui era scioccato da quella parole, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.
    “Anch’io” rimaselo lì a fissarsi intensamente. I loro corpi si mossero lentamente l’uno vero l’altro contro la loro volontà.
    La trance, quando le loro bocce si trovarono lontane un pollice l’una dall’altra. Will si alzò in piedi di scatto.
    “Mi dispiace” dissero all’unisono.
    “E’ meglio se vado” disse Will con un sospiro muovendosi verso la porta.
    “Mi ami Will?” domandò improvvisamente Buffy.
    Lui si bloccò con la mano sul pomello. E non si voltò a guadarla.
    “Non mi sono mai fermato” disse guardandola spalla “Buffy, sei l’unica donna che ho mai amato. E rimarrai l’unica che amerò per sempre”
    Il cuore di Buffy si riempì d’amore a quella parole.
    “Ma non è abbastanza per noi, ricordi?” William aprì la porta per andarsene.
    “Che vuol dire? E se avessi sbagliato?”
    Lui si girò per fissarla.
    “Non giocare con me Buffy. Posso fare il forte quanto voglio, ma quando ci sei tu, io sono fragile come il vetro” gli occhi la percorsero per vedere se stava giocando con lui.

    ”Non sto giocando Will” disse con le lacrime agli occhi.
    “Mi hai lasciato, Buffy. Mi hai detto che nostro amore non era abbastanza per noi. Te ne sei andata senza guardare indietro” disse con astio “Non puoi farlo di nuovo”
    Stava per girarsi nuovamente per andarsene, quando qualcosa gli catturò lo sguardo. Sul letto c’era una copia di “Great Expectations”. La copia che aveva buttato all’ospedale ‘Che cosa ci fa qui?”
    “Dove l’hai preso?”
    “Umm, lo comprato” disse Buffy con una scusa.
    “Sei tornata” riflette lui con un colpo al cuore.
    “Te n’eri andato”
    “Non c’era nessuna ragione per stare. Cosa c’è ora Buffy? Ho una ragione per rimanere?”



    Capitolo 25: L’Happy Meal al McDonald

    William si avvicinò a lei “C’è?” domandò avvicinandosi sempre di più vicino “Allora c’è?”

    “Vorrei che ci fosse” rispose Buffy “Ma niente è cambiato”

    “Lo so” lui gli prese a coppa le guance nelle mani. Lei si inclinò al suo tocco, chiudendo gli occhi “Questo dovrebbe dirti tutto”

    “Cosa intendi?” domandò lei aprendo gli occhi.

    “Io ti amo tanto quanto di amavo quella notte all’ospedale. Ho tentato di superarlo, trovare qualcun altro”

    “L’hai fatto?” chiese Buffy, mentre il panico si impossessava di lei.

    Aveva trovato qualcun altro? Qualcuno che poteva seguirlo ovunque? Era colpa sua tutta quella situazione. Era stata lei a chiedergli di andarsene. Con le sue paure si erano giocata la sua felicità.

    “Hai trovato qualcun altro?

    “No!” il dolore e la solitudine erano visibile nel suo sguardo. Si allontanò da lei, iniziando a camminare per la stanza “Sono andato in giro, parlavo con loro, con le donne. Parlavo con loro perché con te non potevo farlo. Mi sentivo così solo, e avevo bisogno di compagnia, ma ogni volta che le guardavo vedevo te, e mi ricordavano che non ero insieme a te” disse mentre le lacrime iniziavano a formarsi nei suoi occhi.

    Buffy non aveva parole; la sua testa era confusa, cercò ti calcolare tutti i sentimenti.

    “Non so cosa dire” disse piano lei.

    Will si bloccò davanti alla finestra e guardò fuori “Perché sei tornata nella mia stanza quel giorno?”

    Lei prese posto sul letto sospirando.

    “Ho commesso un errore” bisbigliò. Iniziò a contemplare il tappeto cercando di raggruppare le idee.

    “Scusa?” chiese lui.

    “Avevo commesso un errore. Quando sono tornata a casa quella notte, avevo capito di aver commesso l’errore più grande di tutta la mia vita. Quando sono tornata era troppo tardi, eri andato via”

    “Perché hai preso il libro?” domandò lui inginocchiandosi di fronte a lei.

    Lei afferrò il libro “Era nell’immondizia, e ho capito che non volevi mai più vedermi. Non che potessi biasimarti. Era quello che pensavo di volere”

    “Cosa vuoi, Buffy?” chiese con gli occhi lucidi. Buffy provò a distogliere lo sguardo ma non ci riuscì.

    “Cosa voglio? Non credo di saperlo più. Quando ci siamo lasciati la prima volta, volevo soltanto dimenticarti. Mi sono concentrata sul mio intento di diventare dottore e quello era abbastanza” la frustrazione e la confusione erano chiari nella sua voce.

    “E’ abbastanza, Buffy?”

    “Credevo di si. Ma sentivo che stavo perdendo qualcosa”

    “Capisco cosa vuoi dire. Quando guardo la mia vita e penso di essere solo una montatura. L’ho pensato per la maggior parte della mia vita” gli prese la mano nella sua “L’unico momento in cui non l’ho provato era quando ero all’ospedale. Debole e rilegato in un letto d’ospedale. E’ stato il momento più felice da anni”

    “Veramente? Perché?”

    Will ridacchiò “Per qualcuno che ha un Dottorato in Medicina sei abbastanza sciocca. Perché andavamo bene insieme. Quando eravamo separati le nostre vite non erano complete. Ho bisogno di te nella mia vita, Buffy”

    ”Che cosa è esattamente ‘nella tua vita’” chiese lei impaurita della sua risposta.

    “Cosa vuol dire?” chiese lui, con la pelle d’oca.

    “Non parliamo per indovinelli, Will. Sono spaventata” ritirò la mano dalla sua e se l’avvolse intorno al corpo.

    “Cosa ti spaventa amore?”

    “Sono spaventata di aver bisogno di te. Per così tanto tempo, ho dovuto occuparmi di me stessa da sola. Ora questa scelta mi fa sentire debole. Aver bisogno qualcuno nella mia vita, ammettendo di non saperla gestire da sola”

    “Una volta o l’altra tutti hanno bisogno di qualcuno. So che sei capace di prenderti cura di te stessa da sola. La domanda è ne sei capace?”

    “Non ne sono capace?”

    “No, non ancora, Buffy. Io ti amo, non ho mai smesso. Andrei dall’altra parte del mondo e tornerei indietro e sai cosa non cambierà mai?”

    “L’Happy Meal al McDonald?”scherzo lei.

    Lui rise “No, che io ti amerò comunque. Ti voglio e ho bisogno di te”

    Lei guardò a terrà dalla sua altezza, Will era ancora inginocchiato a terra. Poi fece scorrere lo sguardo intorno, la sua stanza, il loro santuario che li aveva visti crescere insieme. Avevano preso strade diverse, ma si erano trovati di nuovo lì. INSIEME.

    “Anch’io ho bisogno di te Will” bisbigliò lei prendendogli la faccia a coppa e baciandolo.

    Will la tirò sul pavimento con lui. Non rompendo l’abbraccio, la fece finire sotto di se, baciandola intensamente. Lei chiuse gli occhi e si perse nelle sensazioni. Lui aveva ragione, potevano aver vissuto vite separate, ma il loro posto era insieme.

    La bocca di lui scesa al suo collo, mentre iniziava a sbottonargli la camicetta. Si tirò su per guardarla intensamente.

    “Sei la donna più bella che abbia mai visto”

    Lei arrossì al complimento e chiuse gli occhi, aspettando che lui continuasse a baciarla.

    “Buffy, alzati dal pavimento” lei aprì gli occhi, e vide Will tendergli la mano. Buffy si sentì ferita dal suo rifiuto.

    “Posso farlo da sola” disse sgarbata alzandosi “Lo sapevo che non dovevo avere fiducia in te e-” venne bloccata dalle labbra di lui.

    “Non era un no, amore” la guardò negli occhi “Quando faccio l’amore con te, voglio farlo bene. Non una cosa veloce sul pavimento della tua camera”

    “Oh, così mi vuoi ancora, ma non sul pavimento”

    “Sono sicuro che in un futuro non lontano, ti avrò anche sul pavimento, ma non la nostra prima volta dopo tanto tempo, voglio un letto” le prese la mano e la condusse al suo letto.

    Si sedettero sul letto.

    Quel letto che aveva condiviso i loro segreti, che aveva visto la loro crescita, il letto in cui si erano innamorati l’uno dell’altro. Sembrava un posto così naturale dove iniziare la loro relazione.



    Capitolo 26: Last Life

    A/N Bene, siamo all’ultimo capitolo. Grazie per aver seguito questa FF. Spero vi sia piaciuta.
    La canzone di questo capitolo si chiama Last Life di Whitlams.

    Can't say anything's gonna be alright
    I lie here and look at you on my side
    Wait for night to let the earth turn
    And not take anymore Not take anymore


    Quando Buffy e William finirono sul letto, c’era un senso di urgenza tra loro. I baci lì stavano consumando, le emozioni gli scoppiavano nel petto. Poi l’urgenza fu sostituita dal bisogno. Si spogliarono e si stesero sul letto.

    Will guardò Buffy che giaceva sul letto affianco a lui. Era la cosa più bella che avesse mai visto. Gli passò una mano sulla guancia, e lei girò la testa per baciargli il palmo.

    “Buffy…” parlò a bassa voce per non rompere il momento “Ti amo. Sin dalla nostra prima notte insieme. Hai preso il mio cuore quella notte”

    “Anch’io ti amo, Will. Anche tu ti sei preso il mio cuore, quella notte. Proprio in questa stanza” gli prese la mano e se la portò al seno “Amami, Will”

    “Ti amerò sempre, Buffy”

    Lei rise “Lo so, amore mio. Ma io intendevo fa l’amore con me” un rossore le coprì le guance.

    “Sapevo cosa volevi dire” sorrise furbo lui mentre acconsentiva alla richiesta della signora.

    I must have been alright in the last life
    To be lying here with you
    Someone in the last life
    To get this second chance with you


    Buffy si mise seduta sul bordo del letto e guardò Will dormire. Avevano fatto l’amore un sacco di volte, con passione e devozione. E lui si era addormento subito. Ma lei non c’era riuscita, così si era fatta un bicchiere di latte caldo, sperando l’aiutasse a prendere sonno.

    Il chiaro di luna riempiva la stanza, e inondava Will che dormiva beato. Buffy scosse la testa, pensando a tutto quello che lì aveva portati a quel punto. Se solo avessero parlato 9 anni prima, forse qualcosa sarebbe stato diverso.
    Ma come si poteva sapere che il ragazzo con cui ha dormito, all’età di diciassette anni e quello giusto per te?

    Avevano così tante cose di cui parlare. Il lavoro, la carriera. Ma erano solo dettagli, le cose potevano essere risolte insieme.

    Era cambiato qualcosa dentro di lei?

    Si, assolutamente. La paura che gli aveva offuscato il cuore, se n’era andata. Era stanca di piangere, e rincorrere i suoi sentimenti. Non riusciva più a fingere di non aver bisogno di nessuno nella sua vita. Anche se in un certo senso era vero, non aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei. Aveva bisogno di qualcuno che l’amasse.

    Come la persona che stava dormendo come un bambino nel suo letto.
    Senza ombra di dubbio, lei amava William Giles. Finì il suo latte, appoggiò il bicchiere sul comodino e scivolò accanto a lui.
    Si accoccolò tra le sue braccia e chiuse gli occhi, addormentandosi.

    Can't say anyone's gonna be alright
    We'll lie here and look at each other on our sides
    Wait for night to let the earth turn
    And not take anymore
    Not take anymore


    Will non sapeva da quanto tempo, stava vegliando sul sonno di Buffy. Ma il tempo non significava nulla in quella stanza. Avevano fatto l’amore un sacco di volte, ma non era ancora soddisfatto.
    La sua mente tornò alla sera in cui avevano fatto l’amore per la prima volta. Da quella volta tante cose erano cambiate. Non solo per lui, ma anche per Buffy. Ma l’unica cosa che era rimasta costante nel tempo, era il suo amore per lei.

    Non avevano ancora parlato del futuro, ma avevano tempo. Non se ne sarebbero andato, per nessuna ragione.

    I must have been alright in the last life
    To be lying here with you
    Someone in the last life
    To get this second chance with you


    Buffy si sentì come se qualcuno la stesse guardando. Aprì gli occhi per scoprire che aveva ragione.

    “Buongiorno, piccola mia” e lei capì che non sarebbero usciti molto presto da quel letto. Soltanto il suo sorriso gli provocava le farfalle nello stomaco.

    “Buongiorno a te. Come stai?” chiese lei sedendosi.

    Will si sporse in avanti e la fece cadere di nuovo stesa. Buffy trillò e ridendo cercò di liberarsi dalla sua presa.

    “Renderti felice” ridacchiò lui baciandole il collo.

    “Non puoi, mia mamma…” tentò di farlo ragionare.

    “Mi sono preso cura di questo” mormorò lui nascondendo la testa nel suo seno.

    Buffy alzò la testa.

    “Cosa vuol dire mi sono preso cura di questo?”

    “Ci siamo incontrati mentre andavo in bagno” arrossì Will.

    “Dimmi per favore che indossavi qualcosa” gemette Buffy.

    “Tua madre mi ha detto che sei una ragazza fortunata” ridacchiò furbo.

    “Sei così cattivo”

    “Cosa posso dirti? Sono un grande cattivo, piccola”

    Can't say anyone's getting out of here alive
    We'll lie here and look at each other on our sides
    Wait for night to let the earth turn
    And wait for the signs on life to return


    ”Will?”

    “Si, Buffy?”

    “Posso farti una domanda?”

    Avevano fatto l’amore di nuovo. E ora erano abbracciati fissando il soffitto in silenzio.

    “Cosa facciamo ora?” domandò lei spostandosi per guardalo in faccia.

    “Beh, credo che dovremmo farci una doccia, e forse pranzare” Buffy gli diede un pugno sulla spalla.

    “Non essere sciocco. Intendevo cosa faremo per noi?” Si morse il labbro inferiore, mentre tutte le paure e le preoccupazioni iniziavano a farsi strada nella sua mente.

    “Domani farò mandare tutte le mie cose a New York. La band farò una pausa di un anno, ma quando ricominceremo lo potremmo fare lì. Non ti lascerò di nuovo” gli prese il viso tra le mani e la baciò “Ho già commesso questo errore”

    “Domani, è un po’ troppo presto. Non credi che-” Buffy vide il dolore attraversargli la faccia.

    “Buffy Summers, non permetterò alle tue paure di ostacolare di nuovo la nostra felicità-” Buffy lo fermò con un bacio. Quando si staccarono per riprendere fiato, lei lo fissò.

    “Quello che volevo dire, è che non tornerò a New York, fino alla settimana prossima” rise “Non volevo rimanere per così tanto tempo senza di te”

    “Nemmeno io. Ti amo da morire, Buffy. Non ti permetterò di andartene” e per dare enfasi a quella cosa l’abbracciò stretta.

    “Ti amo da morire anch’io. Non vado da nessuna parte”

    E questa volta, lo intendeva veramente…

    I must have been alright in the last life
    To be lying here with you
    Someone in the last life
    To get this second chance with you



    FINE!

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