My heart is yours by Brat

Tradotta da Flo83 e kaikan. [Completa]

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    Mrs Boreanaz

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    My heart is yours
    by Brat

    Tradotta: Flo83; kaikan
    Raiting: NC17
    Genere: Angst
    Warnings for: Linguaggio adulto, Sesso, Buffy/Other
    Pairing: Spike / Buffy
    Sommario:Buffy è sposata con il gentile Doyle. Quando lui muore in un incidente d'auto il suo cuore è dato a William "Spike" Gardner. Un anno dopo Anya, la migliore amica di Buffy, le presenta il suo nuovo ragazzo, Spike...

    Traduciamo con il permesso dell'autrice.

    PERMESSO DELL'AUTRICE:

    Hi Flavia! I am all on board for you translating my fics into Italian. I bet they sound even better in Italian lol. Seriously, I think it's a gorgeous language.

    And yes, please, send me the link, I'd love to see them! :)

    Thanks so much,

    Brat (Jen)


    Vi avvisiamo che i capitoli sono 28.



    Prologo

    “Alan Francis Doyle, ho bisogno di te qui adesso” disse Buffy con urgenza, quasi freneticamente, nel telefono al suo amato marito.

    “Amore, sono per strada. Sto arrivando, rilassati” disse l'Irlandese dai capelli scuri e occhi blu penetranti nel cellulare mentre si toglieva il suo “Vestito da Pediatra” bianco per rivelare una linda camicia bianca abbottonata. “Mi sto mettendo la giacca del completo ora e sarò per strada”

    “Fai presto, per favore, sono nervosa”

    Doyle sorrise, sembrava più che nervosa. Sembrava assolutamente terrorizzata. “Me ne sarei andato prima se Billy non avesse deciso di vomitare ovunque”

    “Oh Dio! Ti ha vomitato addosso? Puzzi?”

    Lui rise nel telefono, “No, amore, non puzzo. L'ha fatto sul pavimento prima che potessimo portarlo al bagno”

    “Sta bene?”

    “Sta bene, dolcezza”

    “Influenza?”

    “Ay, proprio come l'avevo io la scorsa settimana”

    Poteva praticamente sentire Buffy sorridere dall'altra parte. “E io ti ho assistito fino a farti tornare in salute vero?” disse lei sfrontata, evocando tutti i tipi di ricordi che avrebbero fatto tendere Doyle nei suoi pantaloni se lui avesse continuato a viaggiare lungo quel sentiero e si fosse abbandonato ai ricordi.

    “Ay l'hai fatto, ma non parliamo di questo ora”

    Buffy rise allora, una risata angelica che gli fece librare in volo il cuore. “Okay. Solo arriva qui, ho bisogno di te”

    “Allora dovrai lasciarmi andare, dolcezza”

    “Okay, fà in fretta”

    Facendo scattare il cellulare, chiuse la porta del suo ufficio e afferrò il suo zaino riempito dell'essenziale: libri, stetoscopio che portava sempre con lui, un cambio di vestiti e la sua fede nuziale. L'idea di perdere l'anello d'argento con l'iscrizione 'Gra geal mo chroi' che significava 'Amore del Mio Cuore' in Gaelico, faceva entrare nel panico Doyle. Era un uomo superstizioso a volte, anche se Buffy lo rimproverava per quello, e sentiva che non sarebbe stato di buon augurio per loro perdere una parte di quel set. Quindi, aveva optato per mettere il suo anello nello zaino in una scatola di velluto blu mal ridotta, sbiadita e molto usata. La metteva sul fondo della borsa dove sapeva che sarebbe stata protetta e al sicuro. L'ultima cosa che voleva era che andasse persa mentre colpiva e pungolava i bimbi che girovagavano dentro e fuori dal suo piccolo ufficio nel Sunnydale General Hospital. Allungandosi nella borsa, mosse la mano in giro, cercandolo.

    “Dove --?” mormorò lui, sentendo il cuore scalciare all'idea che potesse non essere lì. Frustrato perché era già in ritardo, afferrò la borsa e la voltò alla rovescia, scaricando i suoi effetti personali sulla scrivania. La scatola di velluto ruzzolò fuori e lui sospirò di sollievo. Aprendola, lo fece scivolare e sorrise. Buffy aveva lo stesso anello; solo una versione più piccola e delicata e lui sentì il legame della loro unione all'istante. Sapeva che adesso lei stava girando l'anello attorno al suo dito nervosamente mentre lo aspettava.

    Risistemando le sue cose nella borsa, diede la buonanotte con un cenno al receptionist e all'infermiera e camminò veloce verso la sua macchina. Con speranza aveva abbastanza tempo per farcela dal fioraio prima di incontrarsi con l'amore della sua vita.

    ***

    Buffy Summers-Doyle girò la sua fede nuziale d'argento attorno sulla mano, e si rosicchiò il labbro inferiore. Alzando il polso, guardò il suo orologio. Cinque e quarantacinque.

    “Buffy, sarà qui” le disse la sua migliore amica Anya Jenkins in tono rassicurante mentre sistemava un piatto di scaloppine avvolte nel bacon al tavolo del rinfresco. “Tuttavia, se i miei camerieri non arrivano qui, servirò le loro palle come hors d’oeuvre’s”

    Buffy ridacchiò nonostante il nervosismo che sentiva e lanciò uno sguardo ancora una volta al suo orologio. Andando sul davanti della galleria d'arte di sua madre, spinse da parte con attenzione la tenda, attenta a non attirare l'attenzione degli indigeni fuori in attesa pazienti che le porte si aprissero.

    Nessun segno di suo marito.

    Saltò un miglio quando Anya le posò una mano sulla spalla e fece pressione, dandole il segnale di voltarsi.

    Buffy girò e la fronteggiò. “Cosa?”

    Anya aveva quel viso, 'quel viso' significava che stava per farle un discorsetto trattino ramanzina. “Buffy Summers-Doyle. Hai bisogno di rilassarti. Questo posto è fantastico. Hai fatto un lavoro fantastico per sostenere l'eredità di tua madre. Dovresti essere orgogliosa di te. Queste persone lì fuori canteranno i tuoi elogi per aver riportato in vita questa galleria”

    Buffy annuì, deglutendo nonostante quanto sentisse secca la gola. “Lo so, solo io...”

    “Smetti di essere nervosa. E smetti di torcere quell'anello prima che tu ci faccia un buco. Sai che Doyle impazzirebbe se qualcosa capitasse a uno dei vostri anelli”

    Buffy ghignò. “Lo so”

    “Ora prendi un profondo respiro-”

    “Lo chiamerò di nuovo” disse Buffy e partì per il telefono.

    “Buffy-”

    “Voglio solo vedere quant'è vicino” urlò Buffy e andò nel retro per prendere il suo cellulare. Premendo il tasto per ripetere la chiamata, si mise il telefono all'orecchio e batté impaziente il piede.

    “Amore, sto arrivando” disse Doyle immediatamente.

    “Doyle, ci sono così tante persone fuori e ho bisogno di te qui. Sono spaventata”

    “Lo so, e sono quasi lì”

    “Se fossi andato via l'ultima volta che ho parlato con te, dovresti essere già qui. Cosa stai facendo?”

    “Amore-”

    “Non dirmi 'amore'. Doyle, che stai facendo?” domandò lei.

    “Mi farai far tardi più di quanto già non sia” sottolineò lui con calma.

    “Oh non fare questo!”

    “Sai che odio parlare con questa maledetta cosa mentre guido” mormorò lui e lei poteva vederlo con la propria immaginazione parlare con un lato della bocca.

    Lei sorrise, “Ingoia il rospo. Voglio sentire la tua voce fino a quando puoi essere qui in carne. Mi calmi”

    “Sono sicuro - merda!”

    Ci fu un orribile rumore stridente in sottofondo e gli occhi di Buffy si spalancarono, “Doyle?” Silenzio. “Doyle?”

    Il telefono fece un rumore di scatto e lei lo guardò. “Chiamata terminata” lampeggiò. Cercò di richiamarlo e squillò e squillò. Cercò ancora. Squillò e squillò. Girandosi l'anello, Buffy si precipitò verso il davanti una brutta sensazione nella bocca dello stomaco.

    Qualcosa andava male; terribilmente male.

    “Anya, devo andare-”

    “Tu non andrai-”

    “Qualcosa non va con Doyle. Stavo parlando con lui e ha imprecato e la chiamata è terminata”

    “Richiamalo!”

    “Ci ho provato! Sto andando”

    “Buffy, sono sicura che sta bene, probabilmente ha staccato per evitare un incidente”

    “Voglio assicurarmi”

    “Buffy!” urlò Anya mentre Buffy correva nel retro e poi fuori dalla porta sul retro alla sua macchina in cerca di suo marito.



    Capitolo 1

    Un anno dopo…


    Buffy non avrebbe voluto farlo. Davvero, non voleva. Ma si era ritrovata a fare pulizie e a sistemare tutta la roba in soffitta.

    Fu quella la goccia che fece traboccare il vaso.

    Era là quando aveva iniziato a spostare delle scatole per fare più spazio, ma tutto andò in malora mentre provava a non guardare la soffitta, o ‘il lato di Doyle’ come lo chiamava Faith, la sorellastra di quest’ultimo.

    Ci aveva provato a non guardare, ma non ce l’aveva fatta, così aveva iniziato a piangere.

    Forse era quella la ragione che aveva portato la sua amica Anya, ad insistere perché si sbarazzasse delle cose di Doyle. Le aveva detto d’essere stanca di vederla piangere.

    “Non è salutare per te, Buffy” le aveva detto Anya “Vai a dormire con tutte le sue cose che ti circondano, e ti svegli con tutte le sue cose che ti circondano. Capisco che è difficile, ma io da amica ti aiuterò ad attraversarlo. E per prima cosa dobbiamo togliere tutta la sua roba”

    Aveva aiutato, ma poco. Spesso quando il dolore diventava troppo forte per lei e la mancanza di Doyle diventava insopportabile, non resisteva. Correva in soffitta, afferrava una delle sue camice e ci seppelliva la faccia dentro, tentando disperatamente di sentire il suo profumo.

    Ma con il passare dei mesi, andava sempre meno in soffitta, come se l’odore delle cose di Doyle avesse impregnato l’aria ed entrarci la facesse star male.

    In quel momento, Buffy stava mettendo via altra roba che non utilizzava. Quando arrivò in soffitta e posò lo scatolone, l’occhio le cadde su qualcosa.
    Il suo album di matrimonio era aperto su un’altra scatola.

    “Oh, così non va bene. Si rovina” mormorò avvicinandosi, intenzionata a riporlo.

    La pagina era aperta su una foto sua e di Doyle con i nasi attaccati baciandosi come gli Eschimesi. Lei indossava l’abito bianco da sposa e lui era in abito nero elegante… Incapace di resistere, si lasciò cadere sulle ginocchia e cominciò a sfogliare le pagine freneticamente.

    Cominciò a piangere. E notò che anche il suo pianto era diverso. Prima singhiozzava forte e il corpo le si scuoteva facendole far male al cuore. Ora i singhiozzi erano piccoli e gentili.

    Voleva dire che stava dimenticando come le aveva detto Anya, come se tutto quello non fosse successo, come se lei non avesse mai incontrato Doyle.

    Fermò la pagina su una sua foto, quando Doyle alla loro luna di miele si era portato la macchina fotografica.

    Era seduta su una collina, in jeans, maglietta e occhiali da sole. Era appoggiata sui gomiti, le gambe stese di fronte a sé.

    Si ricordava che aveva iniziato a piovere, Doyle dopo averle fatto la foto le era saltato addosso e avevano fatto l’amore sotto la pioggia, rotolando di qua e di là. Lui le aveva detto che la pioggia lì stava benedicendo.

    Lei lo aveva sgridato dicendogli che era troppo superstizioso.

    Erano andati in Irlanda in luna di miele, a trovare la famiglia di lui. Suo marito si era trasferito negli Stati Uniti quando era stato fondamentalmente un feto. Suo padre se n’era andato quando aveva avuto cinque anni, sua madre si era risposata e aveva avuto Faith.

    La madre si era trasferita di nuovo in Irlanda e la sorella era rimasta a Sunnydale, andando spesso a trovare Buffy, stavano cercando di superare insieme la morte di Doyle.

    “Mi manchi tanto” bisbigliò attraverso le lacrime. Arrivò con la mano alla scatola che conteneva le sue camice e ne afferrò una, la portò al viso iniziando a dondolare avanti e indietro “Non avrei dovuto telefonarti. Non avrei dovuto farti fretta. Non avrei…”

    Si ricordò cosa aveva visto quando era andata sul luogo dell’incidente. Il corpo di Doyle era insanguinato e intrappolato sotto la sua macchina, la sua fede risplendeva sotto un lampione. Poi si era mosso e lei aveva pensato ‘Starà bene, starà bene’

    Ma non era stato bene. Alan Francis Doyle era morto e lei aveva rispettato i suoi desideri, dopo aver gridato, pianto e dibattuto, aveva spento la spina, donando i suoi organi, come lui aveva voluto.

    Ovvio che lo voleva, aveva pensato lei, era così credente.

    Buffy non sentì la porta aprirsi, sentì soltanto un ‘Oh Santo cielo’ sussurrato da Anya. Poi si ritrovò tra le braccia dell’amica. Buffy alzò lo sguardo vedendo dietro ad Anya, un uomo alto coi capelli ossigenati, zigomi pronunciati e occhi blu pieni di preoccupazione.

    Cercò di tenere sotto controllo i singhiozzi mentre Anya la cullava.

    “Cos’è successo Buffy?”

    Buffy scosse la testa, permettendo ad Anya di prendere la camicia di Doyle che aveva tra le mani. “Sono venuta qui a mettere via delle scatole-“

    “Oh Buffy” disse comprensiva Anya.

    “Ho trovato il nostro album di nozze e sono-” singhiozzo “Volevo metterlo via e…” continuò a piangere.

    “Su alziamoci” le disse Anya, alzandosi in piedi e aiutandola. Buffy la seguì e si asciugò gli occhi.

    “Mi dispiace se mi hai trovato così” disse all’uomo biondo “Comunque ciao” continuò “Mi dispiace ancora”

    “No, va tutto bene. Anya mi ha detto di tuo, uh…”

    “Marito?” finì Buffy “Sono okay. Cioè puoi dirlo. Non mi struggo se lo si menziona”

    I loro occhi s’incrociarono e lei ci vide comprensione, scosse la testa e gli tese la mano “Buffy. Tu devi essere Spike”

    Lui le strinse la mano “Piacere di conoscerti” disse con voce profonda.

    “Mio marito ha tenuto il suo accento nonostante fosse cresciuto qui. Tu da quando sei qui?” chiese Buffy.

    “E’ qui da quando ha dieci anni” rispose Anya mettendogli le mani intorno alla vita guidandola verso i gradini.

    “Dov’è la griglia?” domandò Spike.

    “In cantina”

    “La troverò” rispose.

    Buffy gli sorrise con gratitudine mentre Anya la portava in camera da letto.

    ***

    Una cosa che importunò Buffy ma la fece sentire bene, era come Anya si era presa cura di lei. O meglio, la imboccava se così si poteva dire.

    L’aveva trascinata nella sua stanza e aveva chiuso la porta, l’aveva fatta sedere sul letto ed era andata a prenderle un asciugamano bagnato e la sua spazzola.
    Mentre Buffy si tamponava la faccia, Anya si era inginocchiata dietro di lei e aveva iniziato a spazzolarle i capelli.

    Buffy si ricordò la prima settimana dopo la morte di Doyle, non si era mossa dal letto se non per fare pipì, Anya era andata là e l’aveva trascinata a forza nella doccia.

    Buffy si rilassò e si lasciò pettinare da Anya.

    “Sembra bello” disse Buffy spezzando il silenzio.

    “E’ bello e dolce. Anzi non è bello. È dannatamente fantastico” rispose Anya ridacchiando.

    Buffy sorrise. “Parla come un Britannico. Deve saper fare molte cose”

    “Oh te l’ho assicuro, una cosa in particolare la fa bene”

    Buffy alzò la mano, “Fermati giusto qui, per favore.”

    “Scusa. Quando ti sentirai bene, sarò felice di dirti tutto su di lui.”

    “Va bene.”

    “Adesso, ti cambi, va bene?”



    Capitolo 2

    Spike non l'aveva mai detto questo ad Anya, ma aveva sentito una spinta verso Buffy Summers – Doyle dal momento in cui Anya gli aveva raccontato di lei. Lui ne sapeva qualcosa di perdita e dolore, infatti, ne sapeva qualcosa avendo perso entrambi i genitori per un avvelenamento da monossido di carbonio quando aveva quattordici anni. Lui era stato a casa di un amico lungo la strada quella notte ed era tornato a casa il pomeriggio seguente per trovare entrambi i genitori nel loro letto, le braccia avvolte l'uno attorno all'altro nel loro riposo finale.

    Si, lui ne sapeva qualcosa del dolore.

    Era perché il suo cuore si contraeva nel suo torace – qualcosa che sotto normali circostanze avrebbe causato allarme dato che il suo cuore aveva solo un anno – alla vista della carina giovane donne seduta a gambe incrociate sul pavimento della soffitta, singhiozzante come se avessero appena messo sotto terra il marito quel giorno. Capiva troppo bene come potesse stare bene un minuto e poi perdersi il successivo.

    Sembrava che il suo vecchio cuore fosse la prova positiva anche di quello.

    Quando lei aveva alzato lo sguardo su di lui, i suoi occhi verdi colmi di lacrime, lui aveva quasi boccheggiato. Aveva pensato “Accidenti ma è così giovane per aver passato così tanto” E bella. Buffy Summers – Doyle era bella.

    Anya l'aveva avvertito venendo che lei era ancora molto una vedova addolorata e di stare attento a cosa diceva attorno a lei. Quello l'aveva infastidito? Cos'era lui? Un idiota insensibile che l'avrebbe pungolata con domande sul suo defunto marito? Cosa avrebbe detto “Allora, Buffy, dimmi come hai trovato il suo corpo nell'incidente. O, com'è stato sentire la sua voce al telefono mentre lui era coinvolto sul serio nell'incidente?” Quasi. Sapeva che mentre Anya sapeva essere una ragazza sostenitrice, poteva anche essere allo stesso tempo una sprovveduta.

    Spike sapeva che l'ultima cosa che Buffy probabilmente voleva era essere trattata con i guanti. La cosa peggiore era avere la gente che ti tratta come se fossi fragile e che ti rompessi in ogni momento anche quando senti come se dovessi farlo. Quello che Spike aveva voluto fare quando l'aveva vista lì, era stato raccoglierla tra le sue braccia e dirle che capita e che era okay piangere. Dovevi piangere. Dovevi lasciare uscire i demoni in qualche modo. Altrimenti loro rimanevano in te come animali in gabbia, che graffiano per scappare. La gente aveva la tendenza tuttavia a farti fermare quando iniziavi, e quello era ingiusto. La catarsi era tutta parte del processo.

    Si era finta coraggiosa, Buffy, mentre si era alzata e si era presentata, scusandosi con lei per essersi persa. Lui non voleva le sue scuse per quello. Lui voleva farle sapere che capiva; e, sperava di averlo fatto. Quando i loro occhi si erano incontrati le aveva mandato il messaggio, sperando che lei l'avesse colto.

    Ora era in piedi fuori, a sistemare la griglia mentre la sua ragazza 'preparava Buffy' per il barbecue. Controllò il suo orgoglio; a breve doveva prendere le sue medicine. Come sopravvissuto ad un trapianto di cuore era imperativo prendere le tue medicine alla stessa ora ogni giorno religiosamente. Non voleva che il suo corpo rigettasse il cuore dentro di lui. Aveva una vita da vivere, obiettivi da raggiungere, e un futuro a cui aspirare; non voleva mettere a repentaglio niente di quello.

    “Hai bisogno di aiuto?”

    Guardando oltre la spalla trovò una Buffy priva di polvere e libera da lacrime in piedi sul patio di fronte a lui. Si era cambiata, senza dubbio opera di Anya, in un paio di capri color cachi e una semplice t-shirt verde, che faceva risaltare i suoi occhi in maniera brillante.

    “Penso di riuscire a capirlo” le disse lui, sorridendo.

    “Anya è dentro a preparare il cibo sui vassoi e altra roba. Tutti gli altri dovrebbero arrivare tra mezz'ora o circa” Lei arrivò verso di lui, gli occhi sulla griglia e si accigliò, “Ora, penseresti che sappia come usarla considerando quanto mio marito amasse fare la griglia, ma sono all'oscuro”

    “Beh, se amava la griglia allora lui faceva tutto il grigliato vero?” replicò Spike.

    Buffy sorrise, “Si, ma ha cercato di insegnarmi. Solo non sono mai stata molto brava. Onestamente, mi intimidisce”

    Spike sogghignò, “Perché?”

    “Tutto quello che non conosco mi intimidisce”

    “Spero che io non ti intimidisca”

    Lei lo guardò strano.

    “Beh, non mi conosci” spiegò lui.

    Lei sorrise, un sorriso genuino, e Spike fu lieto di vederlo. “Conosco un pò di te da Anya. Ma si, sei ancora un pò intimidente”

    “Quindi, sei timida huh?”

    “Molto. Doyle era – scusa” disse lei, scuotendo la testa. “Probabilmente non devi ascoltare la vedova parlare e parlare del suo defunto marito, vero?”

    Lui le posò una mano sull'avambraccio in un modo che sperò fosse confortante e non raccapricciante. “Non mi dispiace Buffy. Puoi dirmi tutto quello che vuoi riguardo lui. Può essere morto, ma è ancora vivo nel tuo cuore dove conta. Aiuta parlare di queste cose che sono passate. Li tiene attorno. Ti aiuta a non dimenticare cosa hanno significato per te” Le tolse la mano da dosso e aspettò di vedere cosa avrebbe fatto. Sperava che non piangesse, ma capiva se avesse dovuto farlo.

    Lei si morse il labbro inferiore e annuì, “Si, hai esattamente ragione. Questo è perché io... Questo è perché mi sono persa oggi. Ero spaventata dal fatto che avrei dimenticato. È passato così tanto da quando mi sono permessa di andare lì su con le sue cose”

    “Non dimenticherai, Buffy. Lo amavi”

    Lei annuì lentamente, guardando in basso. Alzando di nuovo lo sguardo su di lui chiese, “Hai mai perso qualcuno?”

    Lui annuì, prendendo un profondo respiro, “Si, i miei genitori quando avevo quattordici anni”

    I suoi occhi si spalancarono, “Oh Dio, cosa è successo?”

    “Avvelenamento da monossido di carbonio”

    “Sono così dispiaciuta di sentirlo”

    Lui le rivolse un sorriso dolce e comprensivo, “Grazie”

    “Ho perso mia madre proprio prima di sposare Doyle”

    Ora gli occhi di lui si spalancarono. “Cosa è successo?”

    “Aneurisma. Mia zia l'ha trovata sul divano con gli occhi aperti”

    “Gesù, Buffy, mi dispiace”

    “Fa parte della vita, giusto? Questo è quello che piace dirmi a tutti”

    Lui scosse la testa, “Che si fotta questo. Odio che mi dicano questo. Non ti fa sentire per niente meglio, ti rende solo più arrabbiato”

    Lei annuì, “La mia preferita personale è 'sono in un posto migliore'”

    Lui annuì seriamente, “Tu vuoi dirgli 'Non li voglio in un posto migliore, li voglio con me!'”

    Lei rise, una vera risata, e Spike irradiò al suono.

    Lei affondò le mani nelle tasche, “Beh, dovrei aiutare Anya. Grazie, Spike”

    Lui ghignò, “Quando vuoi”

    “Mi assicurerò di dire ad Anya che approvo” scherzò lei sfacciatamente e lui ridacchiò.

    ***

    Buffy ascoltò mentre il suo piccolo gruppo di amici chiacchierava e scherzava e stava a coppie – Anya appoggiava la testa sulla spalla di Spike e il loro amico Xander teneva la mano di Willow. Era a riunioni del genere che Doyle gli avrebbe raccontato una poesiola umoristica Irlandese e sarebbe salito sul palco per così dire. E lei era la sua più grande fan. Vedere i suoi amici tutti accoppiati le faceva realizzare quanto molto sola si sentisse.

    Guardando l'orologio, aggrottò la fronte. Faith sarebbe dovuta essere lì una mezz'ora fa. Sperava che la sua 'sorellina' non l'avesse dimenticato. O, che non fosse stata fermata, Buffy. Smetti quel treno di pensiero immediatamente. La vita non sarebbe stata così crudele.

    Ha. Si, sarebbe stata.

    Alzandosi, si fece discretamente strada fino a dentro casa per chiamare Faith. Allungandosi verso il telefono saltò un miglio quando sentì “Buffy?” dietro di lei.

    Si voltò per vedere Spike in piedi lì, che la guardava preoccupato. “Stai bene?” le chiese.

    “Oh, si, sto bene. Mia cognata doveva essere qui mezz'ora fa e mi stavo solo un pò preoccupando”

    Lui annuì, “Capito”

    “Perché? Sembro sconvolta?” chiese lei, aggrottando la fronte. Era migliorata al lasciar passare ogni emozione sul viso. Almeno, credeva di averlo fatto.

    “Un pò” disse lui con sincerità.

    “Oh” disse lei, non sicura di cosa farne.

    “Non penso che qualcun altro l'abbia notato”

    “Ma tu sì?” chiese lei con curiosità.

    Lui scrollò le spalle, “Stavo prestando attenzione”

    Lei non era sicura di cosa farne, ma poi non dovette chiedere perché lui stesse prestando attenzione dato che una alta voce femminile esplose nella cucina, “Hey B, chi è il figone?”

    Buffy sorrise. Faith era arrivata.



    Capitolo 3

    “Era ora che arrivassi” la sgridò Buffy mentre la brunetta le sorrideva. “Ero preoccupata”

    Faith entrò in cucina con un’alzata di spalle. “Ero occupata col lavoro. Avresti potuto chiamarmi”

    “Stavo per chiamare casa”

    “No, B, il mio cellulare”

    Buffy scosse la testa. “Sai cosa ne penso di quegli aggeggi”

    “Buffy…” cominciò Faith poi si fermò e guardò Spike. “Ciao. Chi sei?”

    Spike si schiarì la gola. “Sono Spike, il ragazzo di Anya”

    “Spike?” disse Faith con un sopracciglio alzato. “Per favore dimmi che non è il tuo vero nome”

    Lui aggrottò le sopracciglia e questo fece sorridere Buffy. Avrebbe voluto chiedergli anche lei se era un soprannome e da cosa derivava, ma non aveva avuto coraggio. Quando aveva provato a chiederlo ad Anya, Dio non l’avesse mai fatto. Aveva iniziato a vaneggiare su quanto lui fosse sexy e dotato a letto e quelle cose così. Buffy le aveva chiesto di smetterla specialmente da quanto Buffy stessa era un po’ che non aveva famigliarità con quelle cose.

    “No, il mio vero nome è William. William Gardner. Mi è stato dato questo soprannome quando sono nato, per essere più precisi quando ero ancora nella pancia.”

    Inclinandosi sull’isola della cucina Faith lo fissò “Davvero?”

    Lui sorrise timidamente guardando Buffy “Mia zia Jenny, stuzzicava mia mamma quando era incinta perché si sbrigasse a scegliere il mio nome, e mia madre mi chiamava semplicemente Spike. Nessuno sa il perché, era solo un nome uscito così”

    “Davvero tua madre ti chiamava così?” disse Faith inarcando tutte e due le sopracciglia.

    “Quindi questo tuo soprannome ti ha seguito per molto tempo, huh?”

    Spike accennò col capo “Si, soprattutto al liceo… ero considerato un secchione. Un giorno mi sono stufato. L’estate prima di prendere il diploma sono cambiato. Ho preso lezioni di kickboxing, quando sono tornato colui che mi prendeva in giro sempre ha preso una bella dose di botte, da allora mi sono fatto chiamare Spike, per mettere la paura negli occhi delle gente”

    Buffy rise “Spike mi dà molto di big bad”

    Lui sorrise e accennò di nuovo col capo “Grazie, tesoro, mi piace questo paragone”

    “E i capelli facevano parte del cambiamento? Non credo che quello sia il tuo colore naturale” constatò Faith.

    Lui ridacchiò “Si, faceva parte del cambiamento”

    “Ahh” sospirò Faith scuotendo il capo “Siamo ad una festa giusto? Dov’è allora il cibo? Sto morendo di fame.”

    Buffy accennò col capo “E’ tutto già pronto”

    “Non mangerò hamburger che ha cucinato Xander” ringhiò Faith.

    “Te ne cucinerò alcuni io” si offrì Spike.

    “Grazie, Spike. Ma non dev-“ cominciò Buffy.

    “Sciocchezze, voglio rendermi utile. E sono un genio a fare gli hamburger. Ehy, gattina, potresti mostrarmi il bagno?”

    Buffy si diresse verso le scale “Certo, seguimi”

    Faith l’ guardò andare via, restringendo gli occhi “Gattina?” disse piano nella cucina vuota.

    ***

    “Buffy, luv?” chiese Spike poco prima che lei scendesse di nuovo le scale.
    “Si?” chiese voltandosi.
    “Non usi più il cellulare?”
    Buffy guardò a terra “No, non voglio più. Dopo… dopo quella notte, l’ho gettato contro il muro e l’ho pestato finché non si è ridotto in brandelli. Odio che li si usi. L’idea che…” Scosse la testa “Io non posso usarli”

    “Buffy, un guidatore ubriaco ha colpito Doyle” le ricordò.

    “Si, ma se non l’avessi distratto parlando al telefono, lui sarebbe stato in grado di concentrarsi meglio sulla strada. Lui…” la voce le ruppe la frase a metà “Lui odiava parlare in quei cosi mentre guidava”

    Spike le prese la mano, stringendola “Non è colpa tua, Buffy”

    “Me l’hanno detto in molti, e molte volte” disse piano “Non aiuta molto la mia coscienza”

    Spike accennò col capo “Se non ti metti in pace con la tua coscienza, migliorerà”

    “Lo so”

    “E’ successo anche a me con i miei genitori. Ogni volta che ci pensavo, mi dicevo che se non avessi insistito per farli venire nulla sarebbe successo. Ma non era colpa mia, la vita ha voluto così”

    Buffy accennò con la testa “Ti chiedi sempre che se avessi fatto qualcosa di diverso, sarebbero ancora vivi?”

    “Ogni giorno” disse con un respiro e si stupì della donna di fronte a lui.

    Lei capiva, lei sapeva.

    Forse poteva dirle del trapianto…

    Dio, no. Non l’aveva detto nemmeno ad Anya, quando facevano sesso lui teneva addosso la camicia. Non gli aveva mai chiesto niente.

    Cosa avrebbe potuto dirglielo? “Ho avuto un trapianto di cuore”

    Non che lui stesse pensando di fare sesso con Buffy, lei era la migliore amica della sua ragazza.

    “Succede anche a me” ammise leggermente Buffy “Mi chiedo sempre, se non avessi chiamato cosa sarebbe successo?”

    “Questo pensiero ti tiene sveglia la notte vero?”

    Buffy allargò gli occhi “Si” bisbigliò.

    I loro occhi rimasero allacciati per un tempo indefinito, e Spike si sconvolse per il secondo giorno in vita sua. Lei era così giovane e bella.

    Gli si chiuse la bocca e staccò la mano dalla sua.

    “Forse è meglio se vado dai miei ospiti” disse piano lei.

    Lui accennò col capo, sentendosi la gola secca da un’emozione a cui non sapeva dare nome. Ma una cosa era certa sentiva qualcosa per Buffy.
    Anya era una donna premurosa, bella e- di nuovo Spike cercò di non paragonare le due donne!

    “Quando arrivo anch’io, ti insegnerò ad usare la griglia, okay?”

    Buffy sorrise “Mi sembra perfetto”



    Capitolo 4

    “Indovina un pò Buffster? È tempo di una nuova macchina” disse Xander allegramente ad una Buffy perplessa più tardi.

    Buffy non stava prendendo con benevolenza il suo tono cinguettante e lo guardò minacciosa e poi alla sua ora defunta, amata, Chevy bianca.

    Dopo che Faith aveva mangiato la sua dose di hamburger aveva chiesto a Buffy se avesse del gelato per dessert. Essendone completamente priva, l'idea aveva preso fuoco e tutti decisero di uscire come gruppo per prenderlo.

    Buffy aveva offerto di accompagnare Anya, Spike e Faith solo per scoprire la sua macchina morta.

    Spike aveva il cofano e aveva iniziato a colpire in giro, dicendo a Buffy di entrare e accenderla. Solamente che niente aveva funzionato.

    Aveva chiuso il cofano e l'aveva proclamata andata.

    “Questo è proprio grande” mormorò Buffy irritata. “Non so niente del prendere una nuova macchina. Non so mai cosa chiedere, cosa fare...” Sospirò, frustrata e fissò la macchina. Aveva avuto la cosa da più a lungo di quanto era stata sposata con Doyle perdiana.

    “Andremo il prossimo weekend-” iniziò ad offrire Anya ma Buffy la interruppe con un colpo secco.

    “Non voglio aspettare fino al prossimo weekend. Prenderò l'autobus in città”

    “Ti aiuterò a prenderne una se vuoi” saltò dentro Spike.

    Buffy alzò gli occhi, sussultando, su Spike. “Cosa?”

    “Aiuterò. Conosco le macchine”

    Anya annuì entusiasticamente, “Lo fa davvero. Ama restaurare vecchie macchine, rimetterle insieme e renderle tutte lucenti e nuove. La gente lo assume per questo. Saresti sorpresa di quanto remunerativo possa essere sul serio e quanto questi ricchi bastardi sono disposti a pagare per avere qualcuno che restauri le loro macchine d'annata per loro. Hai visto la DeSoto” e indicò la vecchia, ma sorprendentemente dall'aspetto nuovo, macchina nera di Spike. “Ti porterà fuori Buffy” cinguettò Anya e appese il braccio attraverso quello di Spike. “E' così carino, vero?”

    “Non devi farlo Spike” gli disse Buffy gentilmente, “Davvero, non devi. Voglio dire, avrei dovuto imparare come farlo da sola-”

    “Beh, pensala come un'esperienza per imparare allora. Verrò con te questa volta così che la prossiam volta, saprai cosa fare”

    Era una grande offerta e avrebbe aiutato molto. L'idea di uscire per essere mangiata viva da un venditore di macchine la pietrificava. Non mangiavano donne sprovviste come lei per colazione, pranzo e cena?

    “Okay, grazie” concordò Buffy. “Posso pagarti-”

    “Non osare” quasi ringhiò Spike. “Non prenderò i tuoi soldi per questo. Sei la migliore amica di Anya quindi questo ti rende a posto per me. Ti aiuto perché voglio farlo”

    Buffy sorrise, “Grazie”

    “Beh, io dico saliamo in questa sua DeSoto e scopriamo esattamente quanto bravo è” disse Faith sfacciatamente. “Cosa dici B?”

    Buffy rise, “Sta a Spike, non a me”

    “Andiamo” ghignò Spike.

    Mettendo la testa sulla spalla di Buffy e avvolgendole un braccio attorno alla vita, Faith si piegò leggermente verso di lei mentre camminavano fino alla macchina di Spike. “Ti voglio bene B”

    Buffy sorrise, “Ti voglio bene anch'io, Faithy” disse lei, chiamandola con il nome speciale con cui suo marito era solito chiamare la sua sorellastra più giovane.

    ***

    Spike corse leggermente fino alla porta principale di Buffy la mattina seguente, fischiettando. Il suo pugno non aveva neanche fatto contatto con la porta quando la porta si aprì.

    Buffy era lì in piedi, tutta pronta per andare, in pantaloni capri rosa e un qualche tipo di top floreale increspato, con un trucco leggero e un gloss grazioso rosa sulle labbra. I suoi capelli erano tirati all'indietro in una coda bassa. Lei gli sorriese, “Ciao, ti ho visto arrivare lungo il vialetto. Sei pronto?”

    Lui annuì, sorridendole, perdiana lei poteva passare per una sedicenne. “Quanti anni hai esattamente, passerotto?”

    “Vent'otto, lo stesso di Anya, perché?”

    “Nessuna ragione” disse lui con noncuranza.

    “Quanti anni hai?” chiese lei, restrigendo gli occhi su di lui.

    “Ventidue”

    Buffy boccheggiò, “Ancora un bambino!” scherzò.

    Spike rise. “Andiamo vecchia signora; lascia che ti aiuti fino alla macchina. O preferirebbe il suo bastone?”

    Colpendolo scherzosamente, Buffy rise e chiuse la casa. “Assicurati di dirmi quando sei stanco e hai bisogno di fare il tuo riposino pomeridiano” scherzò lei in risposta.

    Spike rise e aprì la portiera della macchina per lei, “Signora”

    “Un tale gentiluomo. Anya deve adorarlo questo” disse Buffy, accecandolo con un sorriso dal sedile del passeggero.

    Lui chiuse la portiera, domandandosi se avesse mai tenuto la porta aperta per Anya. Non pensava di averlo fatto. Interessante.

    ***

    Dopo essersi stuzzicati l'un l'altra su menu per bambini e menu per pensionati, Buffy e Spike si rilassarono in un pranzo piacevole dopo del pesante shopping automobilistico.

    “Ho sempre pensato fosse facile; vai in un posto, scegli la tua macchina, e hai fatto” disse Buffy a Spike, tirandosi una patatina in bocca.

    “Può essere così se sei davvero fortunata. Ma è bene fare spese in giro e avere un'idea. Non vuoi essere imbrogliata e vuoi ottenere il miglior accordo. Come pagherai per questa comunque?”

    Buffy arrossì e Spike pensò a quanto fosse adorabile questo. “Con dei soldi che ho messo via per un giorno piovoso”

    “Capito. Posso farti una domanda, Buffy?”

    “Sicuro”

    “Anya mi ha detto che hai ancora la galleria di tua madre. Cosa ci fai?”

    “Ho degli impiegati che se ne prendono cura per me. Io mi fermo una volta ogni tanto per vedere come va, dico la mia e aiuto a gestire dove posso, ma principalmente fanno tutto loro. Io mi godo solo i frutti del loro lavoro per così dire. Sebbene li paghi splendidamente. Sarei persa senza di loro. Willow è una di quelli che lavorano per me”

    “Hai mai desiderio di fare di più?”

    Lei guardò in basso, masticando pensosamente. Deglutendo lei scrollò le spalle, “Qualche volta. Ho iniziato ad andarci molto di più di quanto facevo. Dopo Doyle, non riuscivo a sopportare di andare lì per niente. Io -” Lei scosse la testa, “Tu non vuoi – e tu? Fai qualcosa oltre a rimettere a nuovo vecchie macchine?”

    Spike non poté evitarlo, si allungò attraverso il tavolo e le prese la mano nella sua, “Buffy puoi dirmelo” disse lui piano.

    Lei mosse via la mano, “Lo so, solo non voglio farlo adesso, okay?”

    Lui annuì, “Tutto quello che vuoi”

    Lei lo considerò silenziosamente per un lungo periodo e lui la guardò, guardarlo. “Cosa c'è in te?” disse lei alla fine. “Ti ho conosciuto solo ieri e sento come -”

    “Che puoi dirmi tutto?”

    “Si. Cos'è?”

    “Suppongo provenga da un punto di comprensione. Dell'essere stato lì, in più di un modo. Sono un buon ascoltatore”

    “Lo sei davvero” disse lei, sembrando quasi intimorita da questo.

    “E così sei tu, sai. Sei lo stesso per me. Lo capisci, tu capisci quello che dico”

    “Anya non lo fa?”

    “Si lo fa, ma, lei non ha mai dovuto fronteggiare una perdita. Con questo voglio dire, lei ha perso qualcuno attraverso un altro – come Doyle attraverso te. Ha sofferto per lui, si, ma non l'ha mai sentito acutamente come te. Suppongo sia da questo che proviene la mia comprensione”

    “Anche lei è una brave ascoltatrice, sai” sottolineò Buffy, “Lo è davvero. È stata lì per me attraverso dei periodi terribilmente bui. Potrei non essere qui se non fosse stato per lei”

    “Non penso che questo sia affatto vero” rifletté Spike.

    “No?”

    “No, non affatto. Io penso tu sia molto più forte di quanto tu ti creda. Non conosci mai la tua vera forza fino a quando sei obbligata ad usarla. Io penso tu l'abbia usata, solo non ne sei stata consapevole. Non sei qui a causa di Anya, Buffy. Sei qui a causa tua”

    Silenzio, poi, “Allora cos'è che fai oltre a rimettere a nuovo macchine?”

    Spike ridacchiò, “Ho capito il suggerimento, amore. Okay, beh, non faccio molto. Io uh- mio zio che mi ha preso con sé dopo che i miei genitori sono morti, si è ammalato piuttosto improvvisamente un paio di anni fa mentre andavo a scuola, e ho lasciato la scuola per prendermi cura di lui e aiutare mia zia per un pò. Ho deciso che la vita era troppo breve per fare qualcosa che non mi piaceva – come insegnare storia come aveva fatto mio padre – quindi ho iniziato a fare il rimettere a nuovo come una cosa divertente per venir pagato una volta ogni tanto”

    “Hai – voglio dire, hai--?”

    “Soldi?”

    “Si, dalla mia eredità. Sebbene, a parte il sistemare vecchie macchine, aiuto garage e simili, riparo macchine, compro macchine all'asta e le vendo a qualche garage per venderle”

    “Wow. Ami le macchine, huh?”

    “Mi rilassa” sorrise lui. “Cosa fa per rilassarti?”

    “Dipingo. Proprio come mia madre”

    “Ci sono dei pezzi in quella tua galleria?”

    “Oh Dio, no. Non così bene”

    Lui piegò la testa di lato, “Scommetto che lo sei”

    Lei arrossì di nuovo e lui si riscaldò a quella vista. “No, non lo sono” disse lei fermamente questa volta. “Allora, è tua zia la zia che ti ha soprannominato Spike?”

    Lui ghignò. “Certo che lo è”

    “Tuo zio sta bene ora?”

    “Mio Zio Giles? Si, sta bene ora”

    “Cos'era?”

    Si, Spike, cos'era? “Ha avuto un trapianto di cuore” mentì lui.

    Buffy boccheggiò, “Wow. Questo è... è sorprendente. E lui sta bene ora?”

    “Sano come un cavallo”

    “Wow” lei scosse la testa meravigliata, “proprio wow”

    Lui si riscaldò al pensiero di Buffy che rispondeva a quel modo quando – no, se-- le avesse detto che era sul serio lui. Era sempre stato un argomento suscettibile per lui, il suo trapianto. Si sentiva... indebolito in qualche modo a causa di questo. Per non parlare di a disagio per l'enorme cicatrice attraverso il suo torace e il Gortex nella parete del suo torace. Non che lei avrebbe mai visto il Gortex – e rieccoci di nuovo, eh amico? Niente diceva che Buffy avrebbe mai visto affatto il suo torace.

    “Allora, sei pronta ad uscire e farlo di nuovo?” spiattellò lui, pronto a lasciare questo argomento e filo di pensiero.

    Buffy annuì, sorridendo. “Andiamo”

    ***

    “Lo odi” disse Buffy, ghignando da un orecchio all'altro mentre faceva scivolare un dito lungo la liscia superficie del suo maggiolino Volkswagon verde limone.

    Lui ridacchiò, “Beh, è un pò da ragazzina per me”

    Lei scrollò le spalle, “Tu non devi guidarla, ricordi?”

    Lui annuì, “Questo è vero. Ma posso dire che tu sei molto felice”

    “Io lo amo!” E si lanciò nelle sue braccia con gratitudine. “Grazie!” Si strinse a lui più a lungo di quanto avesse bisogno e pensò, Wow, è forte. Solido. La sua mente registrò: Sicuro; saldo. Sentendo un formicolio di qualcosa accendersi in lei alla sensazione di essere nelle sue braccia, lei lo liberò velocemente. “Penso di averti tenuto ostaggio abbastanza. Puoi andare ora se vuoi”

    Lei si stupì meravigliata all'espressione ferita che gli passò sul viso.

    “No, gattina. Rimarrò fino a quando sarai tutta pronta per la strada. Andiamo alla RMV e tutto quello non è divertente; ti terrò compagnia”

    Ora lei si stupì del sollievo che provò alle sue parole e concordò rapidamente.



    Capitolo 5

    Anya la stava aspettando sul portico, quando Buffy arrivò seguita da Spike. Appena la vide, corse dall’amica contenta. “Guarda che cosa ho trovato!”

    Anya sorrise e si fece portare alla macchina. “E’ molto bella”

    “Vero? La amo. E tutto grazie al tuo ragazzo” lo lodò Buffy.

    Spike ridacchiò. “Non è tutto merito mio, Buffy. Hai preso le tue decisioni da sola io ti ho solo aiutato a trovare qualcuno che non ti imbrogliasse”

    Anya guardò Buffy. “Molto bello, quindi questo ti fa sentire piena di potere?”

    “Certamente. Permettimi di portarvi a cena fuori, come ringraziamento. Insisto”

    Anya scoppiò a ridere. “E per cosa mi ringrazi?”

    “Perché mi hai prestato Spike per tutto il giorno”

    “Ehy! Cosa sono un servitore? Te l’ho detto, non c’era nessun problema, non devi pagarmi-“

    “Ascoltami Spike, voglio farlo, accetta la cena come segno della mia gratitudine, ti prego” disse Buffy.

    Lui accennò col capo e sorrise dolcemente “Va bene”

    Buffy gli sorrise di rimando e si perse nei suoi occhi blu. Erano molto diversi da quelli di Doyle. Ogni volta che li guardava spesso non pensava a Doyle, guardava nei suoi occhi e pensava solamente ‘E’ Spike’.

    “Quindi” disse Anya interrompendo i suoi pensieri “Dove andiamo?”

    “Che ne dici di cinese?”

    ***

    Steso sulla schiena a fissare il soffitto, con Anya che dormiva affianco a lui, Spike lasciò la mente divagare.

    Verso Buffy.

    Anya a cena aveva fatto molti commenti, sul fatto che fosse bellissimo vederla ridere, era molto tempo che non succedeva.

    Spike sperò che fosse a causa sua. Ma sapeva che in realtà non era così. Mentre pensava a questo un pensiero sconvolgente lo prese.

    Le siepi di Buffy avevano bisogno di una spuntata.

    Quella sera a cena aveva fatto l’elenco delle cose che doveva fare nei prossimi giorni. Anche lo steccato che le recintava la casa aveva bisogno di essere ridipinto.

    Con la mente ormai partita, Spike progettò di passare il giorno seguente da Buffy per aiutarla, con tutte quelle cose. Sicuramente Anya non avrebbe detto niente, non dopo avergli detto si mentre facevano sesso. Quando facevano quello lei non gli negava niente.

    ***

    Il giorno seguente Buffy aprì la porta, sorpresa di vedere Spike sulla soglia. “Spike, che ci fai qui?”

    Lui ghignò togliendosi gli occhiali da sole “Che genere di benvenuto è questo?”

    “Non mi aspettavo di vederti… hai dimenticato qualcosa?”

    Scosse la testa “No. Ho deciso di aggiustare le tue siepi e di dipingere il tuo steccato”

    Fu lei questa volta a scuotere la testa “No, Spike. Non posso chiederti di fare questo”

    “Non me lo stai chiedendo, mi sto offrendo”

    “Beh, non posso permetterti- stai sporgendo le labbra?”

    “Si. Funziona?” ghignò lui.

    Buffy rise “Lo usi spesso con Anya?”

    Lui sospirò “Qualche volta. Avanti, gattina, permettimi di aiutarti”

    “Spike” disse con un sospiro “Non so”

    ”Davvero, non è un problema”

    “Ma…”

    “Niente ma”

    “Sei caparbio, eh?” disse Buffy sollevando il sopracciglio.

    “Si vede? Ora tu stai discutendo con me e io mi sto sciogliendo dal caldo”

    Buffy rise “Hai caldo a stare lì ma non avrai caldo a lavorare nel mio giardino?”

    “Okay, okay, stavo mentendo. Ma potresti farmi una limonata mentre lavoro, no?”

    Lei lo guardò per un minuto e poi annuì, facendosi da parte per farlo passare.

    ***

    Buffy Summers- Doyle era assolutamente adorabile con una striscia di vernice sulla guancia. Così adorabile che lui non poteva smettere di fissarla, finché non ghignò e le sporcò la punta del naso col dito.

    “Ehy!” protestò lei ridendo “Quello per cos’era?”

    “Perché sei adorabile” disse senza pensare. Spalancò gli occhi rendendosi conto di quello che aveva detto. “Cioè…volevo dire…penso che tu sia graziosa. Credevo che Willow fosse il nome di un uccellino, prima che mi dicessi che fosse la tua amica e-“

    “Spike”

    “Si?”

    “Va tutto bene. Non c’è bisogno di essere così nervoso. Mi piace essere tua amica”

    “Definitivamente amici” fu d’accordo lui. Sebbene volesse davvero altro…

    “Anya sapeva che venivi oggi?” chiese lei piano, quella voce lo fece preoccupare. Lei si concentrò sul recinto di fronte a lei, dipingendo con colpi lunghi su e giù.

    “Si, lo sa” rispose lui ingoiando.

    “Magari quando lei non è impegnata col lavoro, potete venire tutti e due e vi preparo la cena”

    “Certo, è una buona idea”

    Lei lo guardò perplessa “Perché, mi hai aiutato ad aggiustare le siepi e a dipingere lo steccato?”

    “Perché mi hai offerto il pranzo” rispose lui con voce rauca, mentre si perdeva nel verde dei suoi occhi. Un pensiero gli attraversò la mente, sembrava una angelo ‘il mio angelo’

    “Beh ma non c’è confronto per quello che hai fatto per me negli ultimi due giorni”

    “Beh allora verrai con me”

    “Come?”

    “Domani vieni con me”

    “Dove?” chiese lei esitante.

    “Devo andare a prendere dei pezzi per la Chevy del '55 che sto aggiustando per un cliente, così puoi venire con me”

    “Spike, non lo so. Voglio dire, siamo amici e tutto il resto, ma non pensi che ad Anya darebbe un po’ fastidio che passiamo tutto questo tempo insieme? Lei è la mia migliore amica, non voglio si faccia un’idea sbagliata”

    “Buffy” disse lui guardandola. “Non c’era nessuna idea sbagliata da farsi. Noi non faremo mai del male ad Anya, giusto?”

    “Giusto” accennò lei col capo, mordendosi il labbro inferiore.

    Dio, lui voleva tanto prendere quel labbro nella sua bocca… “Bene. Così, ne parliamo con Anya e vediamo che dice, okay?”

    “Si, per favore”

    “Bene, lo faremo se ti fa sentire meglio” disse tornando a dedicarsi alla staccionata.

    “Spike-” iniziò lei fermandosi improvvisamente.

    “Si?”

    “Grazie”

    “Non devi-”

    “Lo so, ma voglio. Sei stato così gentile con me. Per favore dimmi che non lo fai per pietà…”

    Lui si voltò a guardala scuotendo la testa “No, gattina, no. Dio, no non è affatto per quello. Io-”

    Lei gli mise un dito sulle labbra e lui resistette a mala pena dal succhiarglielo. “E’ tutto quello che ho bisogno di sapere” bisbigliò, guardandolo intensamente, prima di scostarsi e riprendere quello che stava facendo.

    Anche Spike ritornò a lavoro ma la mente era in subbuglio.

    Stava affogando in lei….



    Capitolo Sei

    Buffy sedette sul suo letto a lungo dopo che Spike se ne fu andato e lei ebbe fatto una doccia. Allungandosi verso il suo comodino, prese la foto di Doyle e se la mise in grembo, studiandola.

    I suoi occhi si riempirono di lacrime. Lacrime colpevoli. Colpevoli per aver trovato Spike attraente, per sentirsi attratta da lui. Si sentiva colpevole verso Anya per questo, ma principalmente verso Doyle. Sentiva come se lo stesse tradendo e quello si depositò nel suo stomaco come piombo.

    Tracciando i lineamenti del viso di Doyle, grandi gocce di lacrime caddero sulla superficie di vetro lucente e la sua vista divenne completamente sfocata fino a quando lei non riuscì a distinguere il suo viso.

    “Ti ricorderò per sempre, piccolo. Non ti tradirei mai” mormorò attraverso le lacrime salate, prendendone un pò in bocca. “E' gentile, tesoro, lo è davvero” disse alla foto, “E' stato così gentile con me e comprensivo. È così carino parlare con qualcuno che capisce e che è stato lì, sai? Ma questo non significa che non ti ami, piccolo. Mi manchi ogni giorno. Ogni singolo giorno e questo non cambierà”

    Per la seconda volta quella settimana, lei singhiozzò forte. Sentiva qualcosa dentro di lei cambiare e la spaventava, la spaventava perché temeva di lasciar prendere il sopravvento a quel cambiamento; temeva cosa significava.

    Temeva che stesse tradendo Doyle e lasciandolo indietro. Lei non l'avrebbe mai lasciato indietro in quel modo.

    “Gra geal mo chroi,” mormorò lei, “Amore del mio cuore” Sdraiandosi sul suo letto, tenne la foto di lui al torace e pianse fino a quando non ebbe più energia per piangere. Quando finì, si allungò e afferrò il telefono.

    “Faithy? Cosa fai domani? ... Puoi venire con me e Spike a fare alcune commissioni? ... Non chiedere, Faithy. Non ora”

    ***

    “Tu di sicuro hai un interesse acquisito per Buffy” rifletté Anya mentre guardava Spike preparare la loro cena.

    Lui scrollò le spalle in un modo che sperò fosse blasé. “Davvero?”

    Anya roteò gli occhi, “Oh andiamo. L'hai portata a comprare la macchina; hai spuntato le sue siepi, falciato il suo prato, e hai aiutato a dipingere il suo steccato” lei gli si avvicinò e gli posò una mano sulla schiena, facendosi che lui la guardasse. “Ti sto perdendo?”

    Il cuore gli saltò in gola, una sensazione spiacevole, “No, perché lo pensi?”

    Lei rise con disinvoltura, “Sto solo scherzando” gli avvolse le braccia attorno da dietro e Spike si concentrò sul mobile di fronte a lui, fissandolo, facendogli un buco dentro. “Mi dispiace per lei, tu no?”

    “Dispiaciuta per lei? Perchè- perchè dici questo?” chiese lui in modo teso.

    “La sua perdita. Lei soffre così tanto, voglio dire, fidati di me, sta molto meglio di come era solita stare, ma è ancora addolorata. E Buffy è così fedele, mi domando se andrà mai avanti o rimarrà sola”

    Quello fece arrabbiare Spike e lui si scattò di colpo, facendosi che Anya lo liberasse. Si voltò e la guardò. “Questo è stato un pò freddo, Anyanka” disse lui, cercando di mantenere la sua rabbia a fuoco lento.

    “C-cosa vuoi-”

    “Lei può essere ancora addolorata, si, ma ci vuole tempo. Non è che starà meglio durante la notte. E non ha bisogno di essere commiserata o coccolata. Fidati di me, lei non vuole o ha bisogno di essere compatita”

    L'espressione di Anya si ammorbidì, “I tuoi genitori, giusto?”

    No, non solo i miei genitori, non solo i miei maledetti genitori! Le stava urlando nella sua testa.
    Ma non poteva svelare troppo, se l'avesse fatto, non sarebbe stato in grado di trascorrere altro tempo con Buffy. Da solo. Quindi, annuì e lasciò che lei si precipitasse verso di lui, stringendolo e mormorando tranquillizzanti, tuttavia senza senso – almeno per lui – parole di conforto.

    ***

    Spike era deluso. L'ultima cosa che si era aspettato di vedere quando aveva girato nel viale di Buffy era stata la macchina di Faith. Il suo cuore crollò alla vista. Significava allora che Buffy non sarebbe uscita con lui oggi?

    Forzandosi di diffondere un'esteriorità allegra, corse leggermente fino alla porta e non fu per niente sorpreso quando Faith spalancò la porta per salutarlo. “Hey”

    “Ciao, Faith, come stai?”

    C'era un'incisività più dura in lei oggi, sembrava quasi polemica.

    Lei fece scoppiare la gomma che stava masticando, “Bene, e tu?”

    “Bene” disse lui lentamente, “Posso entrare? Dov'è Buffy?”

    “Sono qui!” la sentì lui urlare dal piano superiore, “Sto solo mettendomi gli orecchini. Non ti dispiace che Faith si unisca a noi vero?”

    Agisci normalmente, Spike si disse. “No, nient'affatto. Sembra divertente”

    Faith si fece da parte e Spike entrò, sorridendo alla brunetta che lo stava osservando con cautela.

    “Vieni qui” disse Faith, afferrandogli il braccio e quasi trascinandolo in cucina.

    “Cosa?” chiese Spike, leggermente seccato.

    “Cosa stai facendo?” domandò lei.

    “Di cosa stai parlando?”

    “Cosa stai facendo con mia cognata?”

    “Di cosa mai stai parlando-”

    “Faith? Spike?” chiamò Buffy, la voce più vicina.

    Faith gli puntò un dito in faccia e piegò il suo corpo pieno di curve sul suo, “Ti sto addosso”

    Lui voleva ringhiarle contro, ma non poteva. Non ora. Quando avessero avuto un momento da soli, lei avrebbe incontrato il 'Big Bad'.

    ***

    Nonostante il fatto che Buffy aveva preso il sedile posteriore, lasciando a Faith di sedere di fronte con lui, e nonostante il fatto che Buffy sembrava evitare di fare contatto visivo con lui e avere del tempo da sola con lui, la giornata andò bene.

    Quando tornarono a casa di lui, lui ricevette chiaro e forte il messaggio che era tempo per lui di andare. Principalmente da Faith; da Buffy lui sentì solo un generale senso di disagio che si sprigionava da lei. Lui voleva disperatamente chiederle perché, ma lei non gli stava dando quell'opportunità. Lui lo stava trovando piuttosto frustrante. Si sentiva come un ragazzino ad un appuntamento, con Faith che era lo chaperone.

    “Lo accompagnerò fuori” disse Faith a Buffy. “Sto andando fuori comunque. Okay, B?”

    “Naturalmente, tesoro. Grazie per essere venuta con noi oggi” disse Buffy, abbracciando Faith. “Ti voglio bene”

    “Ti voglio bene anch'io”

    Una volta che la porta fu chiusa e loro furono un paio di passi lontani, Spike sibilò “Vuoi dirmi su che diavolo mi sei 'addosso'?”

    “Tu vai dietro a Buffy” disse lei con semplicità.

    “Sei completamente fuori di zucca? Sto con Anya!”

    “Taglia corto, Spikey. Ho visto il modo in cui la guardi, il modo in cui la chiami 'gattina' e 'passerotto' e 'amore'. Non darmi la fottuta cazzata da innocente. L'ho perfezionata io quindi riesco proprio a vederci attraverso”

    “Tu non sai di cosa stai parlando. Mi piace Buffy, mi piace veramente-”

    “Già, e lei ha appena perso suo marito. Mio fratello. Anya è la sua migliore amica, e lei lo è di Anya. Non osare pensare di sapere niente su Buffy. Non è così. Lasciala stare”

    Gli occhi di Spike si restrinsero, “Lei ti ha detto qualcosa? È a disagio con me in giro?”

    Se Spike non avesse studiato Faith da vicino, avrebbe perso l'espressione esitante che le era passata sui lineamenti. Grazie al cielo, lui stava studiando Faith e non la perse.

    “Forse dovresti smettere di combattere le sue battaglie” scattò Spike.

    Mi ha chiesto lei di venire oggi. Questo non ti dice qualcosa?”


    “Ti ha detto perchè?”

    “No, e non deve farlo”

    Spike alzò le mani in resa. “Bene, ci rinuncio. Guardami indietreggiare”,e marciò verso la sua macchina.

    Lui guidò fino alla fine della strada e voltò in cerchio, vide che la macchina di Faith era scomparsa, e rientrò nel vialetto di Buffy.


    TBC

    Edited by strawberry85 - 9/7/2012, 22:49
     
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    Capitolo 7

    “Spike? Hai dimenticato-” cominciò Buffy, vedendolo di nuovo.

    Lui strinse la mascella mentre gli occhi diventavano di ghiaccio. Era arrabbiato “Perché hai chiesto a Faith di venire con noi, oggi?”

    Lei aprì la bocca ma non uscì nessun suono. Tentò di trovare le parole ma non ci riusciva.

    Finchè non accadde. Lui le afferrò il braccio e l’attirò a se, e scese con la testa verso le sue labbra.

    Le labbra di Spike erano così calde, piene e molli. Non baciava qualcuno da quando… oh Dio, le venne da piangere, si sentiva così bene tra le sue braccia, le labbra contro le sue, la durezza che sentiva sul suo stomaco. Sentì le mani di Spike infilarsi tra i capelli, per approfondire il bacio. Lei aprì le labbra con un lamento e si lasciò andare. Le loro lingue duellarono e lei lo assaggiò. Sapeva di buono, di fresco…

    Dio la stava divorando!

    Ma non è Doyle! Gridò la sua mente. E Anya?

    Quei pensieri furono un secchio d’acqua fresca e lo spinse via. Lui indietreggiò spaventato e la fissò.

    Buffy si asciugò la bocca con la mano “Cosa stai facendo?” ansimò.

    “Io non- Dio, Buffy mi dispiace” disse avanzando di nuovo, Buffy indietreggiò e scosse la testa.

    “Perché l’hai fatto?”

    “Io non lo so- non lo so”

    “Lo sai benissimo. Non giocare a fare l’innocente con me! Perché sei corso qui e hai fatto così?”

    “Io- io provo qualcosa per te, Buffy. Che Dio mi aiuti, non riesco a fermarli” le confessò con voce roca.

    Lei ingoiò “Non puoi provare dei sentimenti per me”

    “Li provo, non riesco a fermarli io-“

    “Invece devi fermarli! Sei fidanzato e lei é la mia migliore amica. E, Doyle - io non posso” Scosse la testa “Penso che dovresti andare…”

    “Buffy, aspetta, per favore-“

    “Perché eri arrabbiato con me quando sei entrato?”

    “Faith, lei mi ha detto-“

    “Ti ha detto la verità?”

    “Mi ha detto che le hai chiesto tu di venire con noi oggi. Perché Buffy? Perché l’hai fatto?”

    Le lacrime incominciarono ad inumidirle gli occhi “A causa di questo” bisbigliò.

    I suoi occhi si allargarono “Buffy, lo senti anche tu, vero? Io lo so-“

    “Spike fermati! E’ una cosa assurda. Devi andartene. Devi andare e non tornare se non c’è Anya con te”

    Lui abbassò la testa pieno di vergogna e accennò col capo “Mi dispiace tanto” bisbigliò.

    Quando la porta si chiuse, Buffy si lasciò cadere sul pavimento e pianse.

    ***

    Nei suoi sogni, lei era tra le braccia di Spike e rideva felice. Spike le sorrideva e la stringeva a sé.

    Su nel cielo, la faccia di Doyle, li guardava.

    ***

    Erano giorni che stava male, dal giorno del bacio. Spike sbuffò e guardò l’orologio appeso alla parete prima di chinarsi sulla Chevy per continuare a lavorare.

    Doveva tenere sotto controllo l’orologio per le medicine. Non che servisse se lo ricordava, ma era meglio non rischiare. E poi lui voleva vivere, quindi, quello era solo un piccolo sforzo per far funzionare il suo cuore. Prendeva sempre appuntamenti con il dottore per i controlli e tutto il resto.

    Ogni tanto ripensava a quello che l’aveva portato lì. Era successo tutto così all’improvviso. Era sano come un cavallo, o almeno così credeva, poi un giorno, il suo cuore aveva iniziato ad aver problemi. Questo gli faceva pensare a quanto più cura di se stesso doveva avere.

    Aveva fatto esami su esami, passato delle giornate intere all’ospedale. Poi gli era arrivata la notizia che la cosa migliore da fare era un trapianto. Ed una notte mentre era sul suo letto d’ospedale l’avevano avvertito che il cuore stava arrivando. Dopo di che fu tutta una questione di adattamento.

    Fortunatamente, il cuore funzionava bene e il trapianto aveva avuto il suo effetto.

    Pensava di essere brutto per via della cicatrice che aveva sul torace, un promemoria continuo che gli ricordava che problemi aveva avuto, e cosa aveva dovuto affrontare.

    Per un bel po’ si era sentito inappropriato, sin da quando i suoi genitori erano morti aveva rimpianto di non essere morto con loro. Sua zia e suo zio gli avevano detto che era stato fortunato con il trapianto, doveva essere felice di come erano andare le cose, e da allora amava la vita.

    La gioia che aveva sentito dopo essere uscito dall’ospedale era indescrivibile.

    Aveva sopportato molte cose in vita sua. Eccetto il fatto di non vedere più Buffy. O che lei vedesse in un futuro la cicatrice e ne rimanesse disgustata.

    “Ah un po’ di senso, credo” mormorò ingoiando le sue pillole.

    Il telefono lo destò dai suoi pensieri, si pulì le mani sullo straccio ed entrò a rispondere.

    “Pronto?”

    “Ciao, tesoro sono io”

    “Ehy, Ahn” mormorò.

    “Sei molto occupato?” domandò.

    “Un po’, perché?”

    “Beh, ho bisogno di te per una cosa”

    “Non mi piace questa cosa…”

    “Voglio presentare Buffy a qualcuno”

    “Chi?” ringhiò lui nel telefono.

    “Si chiama Riley. Ha appena perso sua moglie, Samantha, un anno fa. Potrebbero parlare un po’. Non sei felice per me? Ho seguito il tuo consiglio!”

    Spike si morse il labbro. Voleva gridare di farsi gli affari suoi, Buffy non doveva conoscere nessuno, era sua.

    “Anya-” cominciò Spike.

    “Quindi fatti trovare pronto per le cinque. Chiamerò Buffy. Verrà con noi”

    “Anyanka Jankins-”

    “Ciao tesoro!”

    Spike sbatté il telefono contro il muro “Dannazione!”

    ***

    Spike digrignò i denti mentre seguiva Anya e Capitan Cartone, il suo soprannome per Riley Finn, verso la porta di Buffy.

    Era arrivato pochi minuti dopo di loro e si erano presentati. Non sembrava male all’apparenza, ma per il solo fatto che usciva con Buffy non gli piaceva.

    Quando Buffy aprì la porta si sorprese di vederli tutti e tre. Spike studiò le sue reazioni. Non sembrava molto in ansia.

    La sua ragazza- dannazione! Buffy… sorrise esitante e prese il braccio che le offriva Riley mentre la conduceva alla sua macchina.

    Anya trascinò Spike alla loro macchina. Si scoprì che Riley era una recluta dell’esercito ed era tutto sommato un bravo ragazzo. Spike continuava a fissare il braccio di Riley dietro lo schienale della sedia di Buffy.

    Buffy sorrideva in continuazione, con un sorriso falso. Anya non si accorgeva che era un sorriso falso? Come non poteva? Lui conosceva Buffy da meno tempo e capiva perfettamente che era un sorriso falso!

    La cena non era ancora iniziata che Spike iniziò a stuzzicarla “Allora Buffy, come stai? Non ti vedo da un po’” disse casualmente.

    Buffy alzò lo sguardo, ma non lo fissò “Sto bene, tu?”

    “Dannatamente bene” disse cercando di tenere il sarcasmo fuori dalla sua voce. E lei gli tirò un calcio sotto il tavolo.

    Lui tentò di non far vedere la sua sorpresa, poi con un ghigno le fece correre il piede su per la gamba, gemendo prima che lei si ritraesse.

    “Stai bene, Buffy?” chiese Anya.

    “Si, solo, uh i prezzi sono abbastanza alti” notò Buffy.

    “Non preoccuparti, Elizabeth, ci penserò io” la rassicurò Riley.

    “E’ Buffy” lo corresse Spike.

    “Beh, non credo sia il caso di chiamarla con il suo soprannome dato che ci conosciamo da poco” spiegò cortesemente.

    Spike roteò gli occhi e guardò il menu.

    “Puoi chiamarmi Buffy, Riley è tutto apposto. Tutti lo fanno. Nessuno mi chiama Elizabeth troppo pomposo”

    “Io credo sia un bellissimo nome” disse Riley con un sorriso.

    Spike voleva strozzarlo. Quando lo vide appoggiare la mano sul braccio di Buffy per guardare il menu, si mise le mani in tasca per non attaccarsi al suo collo, ringhiò sommessamente Buffy lo guardò e lui le sorrise furbo.

    Chiudendo il menu si scusò con tutti dicendo che doveva andare in bagno. Spike prese l’occasione al volo.

    “Buffy, vengo con te. Non sei mai stata qui, giusto? Forse posso mostrarti dove sono i bagni?”

    Lei non poté replicare “Uh…si, certo”

    Si alzò e si avviarono verso il bagno. Buffy stava quasi per entrare in quello delle donne, quando con un ringhio Spike le afferrò il braccio e la trascinò in quello degli uomini.

    “Spike!” protestò lei.

    Ma lui la zittì con un bacio, urgente. Voleva possederla, marchiarla come sua. Riley non era nessuno. Lei era sua.

    Buffy lottò ma lui la strinse di più a sé, non facendola muovere.

    Finalmente lei si addolcì e ricambiò il bacio.

    Quando lui si tirò indietro appoggiò la fronte alla sua. “Buffy” bisbigliò “Apri gli occhi e guardami, piccola”

    Lei scosse la testa e una lacrima le cadde sulla guancia: lui le prese a coppa la guancia e gliela asciugò col pollice “Buffy, per favore. Per favore guardami. Perché non mi guardi?”

    “Lo sto tradendo” bisbigliò lei.

    E lui capì che non si riferiva a Riley, ma a Doyle. Certo, Doyle. Dio, come poteva essere così insensibile?

    “Mi dispiace tanto” bisbigliò raucamente lui “Mi dispiace tanto, per favore Buffy perdonami, per favore non odiarmi, non potrei sopportarlo-”

    Lei lo sorprese baciandolo rapidamente. Quando finalmente aprì gli occhi erano pieni di lacrime.

    “Non ti odio. Sarebbe più facile se lo facessi, ma non posso”

    “Cosa significa questo, Buffy?”

    Lei scosse la testa “Non lo so”

    “Non ti costringerò a fare nulla che non vuoi e-“

    “Non potresti costringermi a fare-”

    “Non voglio, non voglio” disse piano baciandola di nuovo, lentamente e leggermente questa volta. Quando si tirò indietro l’abbracciò stretta facendola piangere contro il suo petto.



    Capitolo 8

    La vergogna riempì Buffy quando si sedette dall'altro lato di Spike di ritorno alla cena. Lui era andato avanti a lei e le aveva detto di aspettare alcuni minuti per sistamarsi e assicurarsi che non sembrasse strano loro due da soli così a lungo.

    Guardando Anya, che le sorrideva, Buffy volle morire. Voleva strisciare sotto il tavolo e morire. Che tipo di persona era diventata? Cosa le stava succedendo?

    Guardando con discrezione Spike, lei lo studiò brevemente. Era solo un bambino. Forse sei anni non erano molti, ma lui era ancora un bambino. Lei era stata sposata, aveva avuto un'intera altra vita. Una vita molto diversa da quella che stava attualmente conducendo con pesanti sessioni di pomiciamento nel bagno degli uomini con il ragazzo della sua migliore amica. Questa non era lei, questa era qualcun altra.

    Lei era fedele, lo era sempre stata. Nei suoi cinque anni di matrimonio con Doyle non aveva mai una volta guardato un altro uomo con l'intenzione di fare qualcosa con loro. Non l'aveva mai capito, specie dopo che suo padre se n'era andato quando lei era ancora una bambina per stare insieme con diverse ragazze più giovani. Sua madre era stata devastata, ma aveva anche pensato che se l'era cercata. Dopo tutto Joyce Summers si era messa con Hank Summers quando Hank era già stato sposato.

    Cos'era che sua madre era solita dire quando il padre di Buffy se n'era andato? 'Se lo fanno con te, lo faranno a te'.

    Dove stai andando con questo, Buffy? Pensò leli. Non è che tu stia pianificando di stare con Spike. Hai avuto due imprudenze con lui a cui hai bisogno di mettere un freno. Non importa quando bello è stato, non importa se essere in sua compagnia ti fa sentire più leggera e più felice di quanto sei stata per mesi. Lui è il ragazzo di Anya e tu non sei quel tipo di donna!

    Doyle sarebbe stato disgustato di lei.

    Improvvisamente, si sentì in trappola. In trappola e sola e soffocata. Doveva uscire di lì, e doveva andare fuori adesso. Non passare dal via; non raccogliere duecento dollari. A questo punto non le importava neanche di sconvolgere le persone attorno a lei, si sentiva come se le pareti le si stessero chiudendo addosso e non poteva, in tutta coscienza, sedere qui sapendo cosa aveva fatto dietro la schiena di Anya e fingere che fosse okay con quello.

    E poi il cibo arrivò. Oh Dio, devo andare, questo uomo accanto a me, questo estraneo mi sta comprando la cena e io sono seduta di fronte all'uomo la cui lingua ho appena avuto in bocca mentre lui sta seduto accanto alla donna che scopa ogni notte. Devo andare.

    Lei si alzò su gambe tremanti e si concentrò su Anya, “Ahn, posso parlarti?”

    Anya avvertì immediatamente che qualcosa non andava e annuì velocemente, seguendo Buffy all'ingresso.

    “Non posso farlo” spiattellò Buffy e le lacrime iniziarono a rotolarle lungo le guance. Era così vicina alla poarta, alla fuga che sentiva il sollievo inondarla e la lacrime arrivarono con conforto. Dall'essere quasi in grado di scappare.

    “Buffy, cosa--?”

    “Solo prendi la mia roba, per favore, non voglio causare una scenata. Ho bisogno di andare” la supplicò Buffy. “Per favore Anya. Non ti chiedo molto ma ti sto chiedendo questo. Per favore prendi le mie cose e lasciami andare”


    “Buffy, come arriverai a casa?”

    “Un taxi. Chiamerò un taxi”

    “Sciocchezze, posso dire a Spike-”

    “No!”

    “Okay, okay tesoro, calmati. Prenderò la tua roba e farò le tue scuse. Perché non vai alla cassa e chiami un taxi okay?”

    Buffy annuì e camminò, tremando, fino alla cassa con un miscuglio di ansia e sollievo che le scorreva attraverso. La direttrice di sala sorrise mentre lei si avvicinava.

    “Va tutto bene, signorina?”

    “Posso solo usare il telefono, per favore?”

    “Naturalmente!”

    Componendo il numero delle informazioni e poi chiamando un taxi, Buffy aspettò che Anya tornasse. Facendo capolino con discrezione nel ristorante spiò Spike alzarsi in piedi, sembrando pronto ad abbandonare il tavolo. Dio no, supplicò Buffy, per favore non uscire da qui. Lui si risedette, a causa di quella che sembrava un'intensa richiesta di Anya, accigliandosi. Lei emise un sospiro di sollievo e guardò Anya marciare fino a lei con la borsa in mano.

    “BUffy-”

    “Non ne voglio parlare”

    “Ma-”

    “Non ora, Anya”

    “Posso passare più tardi?”

    “Voglio solo stare da sola, Ahn”

    “Buffy!”

    Abbracciando l'amica, Buffy la tenne stretta forte, “Mi dispiace” mormorò. “Perdonami” E corse fuori la porta, disperatamente bisognosa di fuga.

    ***

    Spike stesso stava percorrendo tutta la gamma delle emozioni. Era preoccupato per Buffy; quella era la prima. Poi si sentiva colpevole per averla sbaciucchiata nel bagno, per averla forzata a sbaciucchiarlo. Si sentiva colpevole verso Anya e colpevole di non aver rispettato e capito cosa Buffy doveva star attraversando. Una cosa era ammettere che anche lei aveva sentimenti per lui, ma un'altra era essere okay con questo in merito non solo ad Anya, ma anche a Doyle. Naturale che lei si sentisse come se lo stesse tradendo, naturale che avesse paura di andare avanti per quella stessa ragione! E come si sentiva lui riguardo questo? Geloso. Geloso di qualcuno che non aveva mai incontrato, di qualcuno che era morto tragicamente, di qualcuno che Buffy aveva incontrato prima di lui.

    Stupido, fottuto idiota, si rimproverò. Egoista segaiolo. Stupido ignorante!

    Poi, poi guardarla, vedere il gioco delle emozioni sul suo bel viso e sapere che non avrebbe potuto far niente per tranquillizzarla, lo uccideva. E lei se n'era andata. Riusciva a vedere il suo senso di colpa verso Anya, verso Doyle, e la paura dei suoi sentimenti per lui. Avrebbe voluto andare da lei, parlarne, ma chiaramente lei aveva bisogno di stare lontana da lui.

    Si sentiva inutile, impotente e sentirsi in questo modo lo faceva arrabbiare. Era arrabbiato con Anya per aver organizzato questa piccola cena; arrabbiato per aver incontrato prima lei quando avrebbe dovuto incontrare prima Buffy. Per la prima volta da quando gli era stato dato un cuore nuovo, voleva qualcosa più della vita stessa. Voleva dividere la vita con Buffy.

    Oh Dio. Si stava innamorando con la velocità di un aereo che precipitava.

    Doveva sistemarlo, solo non sapeva come. Avrebbe fatto qualsiasi cosa Buffy gli avesse detto di fare. Voleva solo farla felice dopo tutto.

    ***

    Buffy sedeva nel suo soggiorno al buio, sorseggiando un bicchiere di vino. La TV era accesa, ma così bassa che poteva anche essere messa sul muto. Lei non la stava neanche guardando dato tutto il bello che doveva esserci in onda. Solo non riusciva a obbligarsi a spegnerla. Sentiva che sedere in completa oscurità sarebbe stato come sottomettersi del tutto alla disperazione che provava.

    Lo squillare del campanello la spaventò e quasi si fece cadere addosso un pò del vino rosso. “Dannazione” sibilò. Mettendo giù il bicchiere, si alzò e guardò attentamente attraverso la finestra. Non vide niente dato che un albero bloccava la sua vista del vialetto. Dannato albero. L'avrebbe fatto rimuovere.

    Andando alla porta, chiamò “Chi è?”

    “Sono Spike”

    “Va via”

    “No, Buffy, non posso farlo”

    “Si, in realtà, puoi. Metti un piede di fronteo all'altro e cammina fino alla tua macchina”

    “Buffy, per favore, fammi entrare”

    “No. Non ti lascerò entrare qui mai più senza Anya. Forse neanche allora. Potrei dirle che ti odio”

    “Tu non dici sul serio”

    “Quale parte?”

    “La parte in cui mi odi”

    Lei arricciò le labbra e fissò la porta.

    “Buffy, non andrò da nessuna parte fino a quando non mi farai entrare. Rimarrò qui fuori tutta la fottuta notte se devo”

    “Anya sa che sei qui?”

    “Si”

    “Stai mentendo”

    “Beh, si. Buffy, fammi entrare!”

    “No!”

    “Se non mi fai entrare così da poter fottutamente parlare di quest, io...”

    “Tu cosa?” lo sfidò lei e restrinse gli occhi verso la porta.

    “Mi arrampicherò su questo albero qui fuori e salterò sul pianerottolo e proprio dentro la tua camera da letto. E non pensare che non lo farò-”

    Lei spalancò la porta, fissandolo freddamente. E poi, poi fu nelle sue braccia.

    “Tu mi rendi così pazzo? Sono così pazzo di te, Buffy” mormorò lui, tempestandole il viso di baci. “Buffy, ero così preoccupato per te e sono venuto qui per parlare, solo parlare, e ti vedo e non riesco a fermarmi. Voglio solo stringerti e proteggerti da tutte le brutte cose nel mondo. Ti adatti alle mie braccia come nessun'altra-”

    Lei lo spinse via da sé. “Devi fermarti”

    Lui abbassò la testa, “Mi dispiace”

    “Non abbiamo niente di cui parlare Spike. Questo” lei gesticolò tra loro, “non può succedere. Tu stai con Anya-”

    “Romperò con lei”

    Lei emise una risata amara. “Allora cosa? Possiamo uscire? No. Questo è orribile! Lei è la mia migliore amica. Cosa si suppone io dica se fai questo? 'Oh, si, sto uscendo con Spike ora a proposito Ahn, grazie tante per essere uscita con lui prima e averlo portato da me'! Sei matto?”

    “Probabilmente”

    “No. Dimenticalo. Tu rimani con lei, mi hai capito?”

    “Io non la amo, Buffy!”

    “Non sei neanche innamorato di te! Sei un fottuto ventiduenne, stai solo cercando di... di ficcare il tuo cazzo da qualche parte!”

    La mascella di lui si tese, e i suoi occhi si restrinsero, “Come osi dirmi quetso dopo tutto quello di cui abbiamo parlato. Dopo tutta la roba che ti ho detto che non ho mai detto ad Anya”

    “Perché non dirla alla vedova addolorata? Lei sarà disperata per il sesso, giusto?”

    “Lascia che ti dica qualocsa, dolcezza” parlò lentamente lui, “L'ultima persona che sceglierei è una vedova addolorata al verde. Specialmente se sono così difficile da portare a letto”

    Rabbia, pura genuina rabbia l'attraversò e Buffy marciò verso di lui, tirò indietro al mano e lo schiaffeggiò sonoramente sul viso. “Vattene”

    Lui si raddrizzò, la fissò, “Volentieri”, e marciò fuori.



    Capitolo 9

    Buffy uscì in giardino pronta a ripulirlo, lo stava trascurando da quasi un anno era giunto il momento di sistemarlo. Si mise sulle ginocchia e organizzò il lavoro.

    Un’ora dopo con le ginocchia che le facevano male buttò da parte tutte le erbacce.

    “Ehy, B, ti prendi una pausa per un bicchiere di limonata?” le disse Faith dalla porta.

    Sospirando, Buffy si tirò in piedi con grande sforzo “Si, perché no”

    Pulendosi i vestiti impolverati raggiunse la cognata dall’altro lato, Faith l’aspettava con un bel bicchiere di limonata fredda “Grazie”

    “Allora, perché stai lavorando al tuo giardino?”

    “Beh perché era ora di ripulirlo, non credi?”

    Faith si sedette sulla sedia a sdraio di plastica e la fissò “Tu credi?”

    Buffy prese alcuni sorsi di limonata e si sedette di fronte a lei “Perché ho la sensazione che non stiamo davvero parlando del giardino?”

    “Perché forse non lo stiamo davvero facendo”

    “E di cosa stiamo parlando allora?”

    “Di Spike e di mio fratello”

    Buffy scosse la testa “ Non so di cosa stai parlando non ti seguo”

    “Non provi niente per lui?”

    “Non avrò questa conversazione con te” disse alzandosi e dirigendosi in casa verso la cucina.

    “Buffy-“

    “Cosa?” esclamò voltandosi “Cosa hai intenzione di fare? Vuoi farmi sentire in colpa anche tu per i sentimenti che non riesco a controllare?”

    “Ahh ah allora lo ammetti!”

    Buffy rimase in silenzio.

    “Chi altro ti fa sentire colpevole?”

    Buffy guardò a terra “Io. Sono io. Guardo la foto di tuo fratello ogni notte penso… penso…”

    “Al fatto che hai fatto una promessa a mio fratello. Con dei voti, vero? Eravate di fronte a un sacco di persone quando vi siete giurati amore eterno”

    Buffy chiuse gli occhi “Si” bisbigliò.

    “E pensi che lui se ne andrà se continui così”

    “Si”

    “E?”

    Buffy scosse la testa “Non lo so” guardò sua cognata “Tu cosa mi consigli?”

    “Non posso dirti come vivere la tua vita, Buffy”

    “Ma sei comunque molto delusa da me”

    Faith guardò da un’altra parte “Non credo sia una conversazione che dobbiamo avere adesso”

    “Perché no?”

    “Perché… perché c’ero anch’io quando avete detto quei voti. C’ero al ‘finché morte non vi separi’ e lui…lui se ne é andato” disse iniziando a piangere “E odio vederti infelice e…quello zuccone ti fa sorridere e ti fa stare bene. Mi manca mio fratello ogni dannatissimo giorno lui se ne andato e…” singhiozzò forte “Ti voglio bene e non voglio che tu sia infelice soltanto perché Doyle non è qui!”

    Buffy iniziò a piangere con lei e prese sua cognata tra le braccia, lisciandole i capelli, cercando le parole giuste da dire. Ma rimasero solo lì abbracciate piangendo.

    Capirono cosa stava accadendo, il tempo stava andando avanti e le cose stavano cambiando.

    Ma avevano paura, paura del cambiamento, paura di lasciarsi il passato alla spalle.

    Buffy aveva paura di dimenticare Doyle, dimenticare che lui l’amava, di quanto fossero felici prima della sua scomparsa.

    Faith aveva paura di perdere la donna che era stata come una sorella, paura che suo fratello se la sarebbe presa con lei, perché non aveva ‘vegliato’ sulla sua donna. Ma quello equivaleva anche a farle fare quello che la rendeva felice.

    “Affronteremo tutto insieme” promise Buffy.

    Faith alzò la testa e accennò col capo, asciugandosi le lacrime.

    “Dai vieni ad aiutarmi col giardino”

    ***

    Buffy si ricordò del mondo esterno quando due giorni più tardi Anya andò da lei. Non la vedeva da quella sera al ristorante, l’amica l’aveva chiamata soltanto per vedere se stava bene. Buffy le aveva soltanto spiegato che non se la sentiva di uscire.

    Buffy si chiese quando sarebbe stata pronta. Spike a parte, doveva davvero iniziare a uscire di più. Non era più una bambina doveva iniziare a camminare con le sue gambe.

    “Lui cosa ha fatto?” domandò Buffy mentre Anya si buttava sul divano.

    “Mi ha lasciato” disse di nuovo Anya tirando su col naso.

    “Ti ha detto perché?” domandò Buffy mentre il suo cuore correva. Gli aveva detto qualcosa di loro due?”

    “Ha detto che non era innamorato di me”

    “Ma-”

    “Sapevo che qualcosa non andava, avrei dovuto capirlo”

    “C-Come?”

    “Lui non faceva più sesso con me. Sai il giorno che è venuto ad aiutarti con la staccionata? Da lì in poi non mi ha più toccato”

    “Beh, le relazioni non si basano solo su quello” disse diplomatica Buffy.

    “Ma quella è la parte divertente! Io sono un essere sessuale, Buffy. Ne sento la necessità. E lui se ne esce ‘Non sono innamorato di te’. Non mi interessa! E poi stavamo insieme da poco tempo, credeva davvero che pensassi che mi amasse?!”

    “E tu--?”

    “Lo amavo? No, no, voglio dire non me ne ha dato l’opportunità. Ci stavamo divertendo però”

    “Hai provato a fermarlo?”

    “Certo”

    “E?”

    “E lui mi ha detto mi dispiace e se ne è andato”

    “Wow”

    “Si. Beh gli parleresti per me?”

    “Huh? Cosa?”

    “Beh tu gli piaci. E non voglio andare io da lui così che pensi che mi piango addosso”

    “Ma non è quello che stai facendo?”

    “Solo un po’”

    “Anya, è il tuo ego che è veramente ferito o stai davvero piangendo per Spike?”

    “Un po’ tutti e due. 60% ego, 40% Spike. Dava degli ottimi org—“

    “Non andare avanti!” esclamò Buffy “Non andrò a parlargli”

    “Per favore?”

    “No”

    “Buffy Summers- Doyle. Ti ho mai chiesto qualcosa?”

    “No” rispose debolmente Buffy.

    “E poi hai una buona scusa per andarci” disse Anya, aprendo la borsa di plastica che aveva portato con sé. Con orgoglio porse gli oggetti a Buffy.

    “Una sua camicia- credo. E un- Anya” gemette Buffy.

    “Cosa?” rispose innocentemente.

    “Una scatola di preservativi?”

    “Si, era la scatola che noi-”

    “Non lo voglio sapere!”

    “Guarda dentro”

    “Eh?”

    “Guarda”

    Buffy aprì la scatola, cercando di non pensare ad Anya e Spike che facevano sesso, perché improvvisamente si sentiva gelosa. C’era un- un solo preservativo? Guardò l’amica.

    Anya annuì e sorrise “Voglio che lui sappia che voglio avere un altro giro con lui.

    “Sei incredibile” borbottò Buffy. Ma poi si mise a ridere. Solo Anya poteva fare una cosa del genere.

    “Allora ci andrai?”

    Con un sospiro Buffy annuì “Si, ci andrò”

    “Sei la mia salvatrice! Grazie!” e l’abbracciò forte.

    “Mi devi un grande favore”

    ***

    Buffy capì troppo tardi, che dire si ad Anya era stata una passeggiata, ma che il difficile sarebbe arrivato più tardi.

    Anya le aveva dato l’indirizzo di casa sua, e le aveva detto di cercarlo in garage perché probabilmente era lì a lavorare.

    Prendendo un respiro profondo tentando di raggruppare la forza e i pensieri, poi afferrò la camicia e la scatola di preservativi avvolgendoli nella stoffa e camminò in direzione del garage.

    La casa era piccola ma su due piani. Il primo livello era dipinto di giallo mentre il resto di bianco. Era graziosa tutto sommato. Si ricordò che Anya la aveva detto che dietro c’era un enorme cortile, con un’amaca e una piscina. Per togliersi di dosso l’ansia avrebbe fatto volentieri un tuffo in quella piscina.

    Bussò al vetro del garage, vedendo Spike che stava lavorando. Lui si voltò e alzò un sopracciglio. Poi scrollò le spalle e andò ad aprire.
    Indossava una maglietta verde tutta imbrattata di olio essiccato, un paio di jeans tutti lacerati e anch’essi imbrattati. Si asciugò le mani su uno straccio blu mentre si avvicinava per aprirle.

    Dio, era così sexy…

    La fece entrare e lei si guardò in giro. C’erano un sacco di mensole che occupavano i muri, aveva un piccolo bar nell’angolo e la sua macchina buona era parcheggiata dall’altro lato.

    “Buffy, cosa-”

    “Sono venuta a ridarti questi” disse passandogli le sue cose.

    Lui le prese appoggiandoli sul cofano della macchina. “Ah bene”

    “Non guardi dentro la camicia?”

    Lui alzò un sopracciglio e non distolse lo sguardo da lei, prese la camicia e l’aprì. Ridacchiò vedendo la scatola “E’ un suggerimento non tanto sottile?”

    “Si, beh, lei voleva che ti dicesse che non sta più piangendo”

    Spike sospirò “Se fosse così sarebbe venuta lei”

    Accennando con il capo, Buffy strinse la borsa “Beh sono venuta e ti ho detto quello che dovevo dirti. Se vi incontrate parlerete”

    “Sicuro” accennò col capo lui, appoggiandosi alla macchina.

    “Okay, allora è meglio che vada…” disse lei, girandosi per uscire.

    “Non andare”

    Lei si voltò e gli fece la domanda che aveva sulla punta della lingua da quando era arrivata.

    “Perché l’hai fatto? Non le hai detto perché l’hai lasciata”

    “Non sono cose con cui parlo con gli altri, luv”

    “Ma-Perché? Non eri felice con lei? Nemmeno un po’?”

    “Lo ero, per un po’”

    “Non pensi che i sentimenti avrebbero potuto svilupparsi col tempo?”

    Lui scosse la testa “No”

    “Come lo sai, ti sei solo divertito?”

    “Mi dispiace dirlo ma è stato così”

    “Quindi, cosa fai la scarichi? Non credi sia un po’ da cattivi?”

    “Beh, pensi molto peggio di me, no?”

    “Spike-”

    “Ti chiudi in te stessa, vero? Così è più facile, è più facile se fingi di odiarmi”

    “E’ questo che pensi?”

    “Penso che abbiamo detto tutti e due cose che non pensavamo” rispose lui guardando a terra.

    “Sono state le circostanze, non puoi biasimarmi”

    Lui la guardò accennando con il capo “Hai ragione”

    “Per quello che vale, mi dispiace. Mi sei stato vicino”

    “Anche tu, piccola. Mi sei stata molto d’aiuto. Infatti sarei venuto da te”

    “Da me?”

    Lui accennò col capo e si alzò dalla macchina, cominciando a camminare lentamente verso di lei.

    “E perché?”

    “Ti sottovaluti, non lo sai?” bisbigliò piano avvicinandosi ancora di più

    Lei lo fissò sentendosi mancare l’aria. I suoi occhi blu le percorsero il corpo mentre il suo cuore cominciava a battere “Dovrei?”

    Lui accennò col capo e le toccò piano il braccio. Buffy rabbrividì.

    “Si, ti sottovaluti piccola” disse piano inclinandosi sulle sue labbra “Sei tu che mi chiami”

    “Io-io cosa faccio?” chiese senza fato.

    “Mmm, si. Sto annegando in te, Buffy” disse un momento prima di impossessarsi delle sue labbra.

    Lei non riuscì a fermarsi e ricambiò il bacio con ardore. Dio i suoi baci… i suoi baci le facevano girare la testa, diventava fuoco tra le sue braccia.

    Qualcuno gemette, ma Buffy non riuscì a capire chi dei due aveva fatto quel verso. Subito lei gli avvolse le braccia intorno al collo e istintivamente le gambe intorno alla vita, sentendo subito la sua erezione tra le gambe.

    “Spike” ansimò mentre lui l’appoggiava sul cofano della macchina.

    Lui si fece spazio tra le sue gambe continuando a baciarla, poi fece scendere le labbra sulla mascella sino all’orecchio poi giù al collo.

    “Buffy, mia dolcissima, Buffy” mormorò mentre le scopriva uno dei seni.

    Lei aprì la bocca per protestare, ma fu inutile quando lui iniziò a succhiarle un capezzolo, facendoci turbinare la lingua intorno. Mentre la bocca era occupata su quel seno, con l’altra mano le stuzzicava l’altro capezzolo, facendola gemere di piacere.

    Lei si lamentò, mentre lui alzava lo sguardo, vedendo il suo sguardo intenso, pieno di bisogno.

    “Sei la donna più bella che abbia mai visto” bisbigliò lui, baciandole il collo.

    “Devi uscire un po’ di più” riuscì a dire lei e lo sentì ridacchiare, mentre faceva scivolare le mani sotto il vestito sino alle mutandine.

    “Spike…” gemette mentre lui metteva la mano dentro.

    “Senti e basta, Buffy. Permettimi di farti star bene” mormorò facendole scivolare con un dito le mutandine, ansimò quando sentì un dito inserirsi dentro di lei. Non provava da un sacco quella sensazione, e gli artigliò le spalle. “Si, questa è la mia ragazza. Tieniti a me. Ti farò stare bene”

    Quando lei sentì qualcosa lacerarsi capì che erano le sue mutandine “Spike!”

    Lui ghignò “Te ne comprerò quante ne vuoi….” Poi guardò il materiale tra le sue mani e gemette “Bianche...”

    La baciò con grande appetito, e iniziò a pompare col dito, aggiungendo subito un altro dito mentre con il pollice le strofinava la clitoride.

    “Oh Dio!” si lamentò lei, chiudendo gli occhi e gettando la testa all’indietro, perdendosi in quelle situazioni.

    Sentendo il suono della chiusura lampo, lei guardò in giù vedendo l’erezione di Spike uscire mentre i pantaloni finivano a terra.

    Era enorme!

    Lui la guardò chiedendo il permesso e lei accennò col capo impaziente.

    Buffy prese la scatola di preservativi e estrasse quello che c’era dentro, glielo passò e lui ringhiò, togliendo le mani dal suo centro, aprì il pacchetto con i denti e srotolò velocemente il lattice.

    Mettendole le mani sulle anche, la tirò più vicino e lei allargò istintivamente le gambe. La sua erezione spinse leggermente tra le sue pieghe e lui le tirò più in alto il vestito.

    “Posso fare l’amore con te, piccola? Dimmi di si, permettimi di fare l’amore con te…” le bisbigliò all’orecchio mordicchiandolo.

    “Si, si” ansimò lei “Piano però, è… è passato molto tempo”

    Lui la guardò negli occhi “Non ti farei mai del male, Buffy. Io…” disse scivolando leggermente dentro “Ti voglio sempre”

    Iniziò a muoversi con colpi corti e lenti e lei lo ringraziò. Si sentiva di nuovo vergine. Lui le venerò la faccia di baci sussurrandole parole bellissime mentre faceva avanti e indietro piano. Finalmente quando lei si sentì pronta lo bacio facendogli scivolare la lingua in bocca.

    Lui continuò a muoversi piano, con colpi lenti e lunghi colpendo sempre la sua clitoride.

    Lei seppellì la faccia nel suo collo e gemette “Spike…”

    “Cosa piccola? Dimmi”

    “Non durerò molto. Sto ve-”

    “Vieni per me, piccola, lo voglio, per favore vieni per me”

    “Tu…”

    “Non preoccuparti per me” bisbigliò lui, baciandole la spalla “Non preoccuparti per me, prendi il tuo piacere”

    Lei si lamentò e alzò la testa baciandolo profondamente. Lui ora aveva iniziato a muoversi più veloce e Buffy gridò nella sua bocca, staccò le labbra dalle sue e buttò la testa all’indietro gridando al cielo il suo piacere.

    Alcuni colpi più tardi lui venne ruggendo il suo nome e divorandole di nuovo la bocca. Poi ansimando, seppellì la testa nel suo collo mordicchiandoglielo leggermente. Lei lo abbracciò stretto.

    “E’ stata una buona idea quella di portare il preservativo, huh” disse piano Buffy mentre Spike scoppiava a ridere.



    Capitolo 10

    Spike lo sentì il momento in cui il pentimento ebbe il sopravvento su Buffy. Lui la stava stringendo, riluttante a lasciarla andare, non volendo rovinare il momento di beatitudine perfetta dello stringerla dopo aver fatto del sesso appassionante con lei – cancella quello. Dopo aver fatto l'amore con lei, l'unica volta nella sua vita in cui aveva fatto l'amore con qualcuno.

    Sapeva cosa lei avrebbe detto se glielo avesse raccontato, avrebbe detto 'Beh, hai solo ventidue anni'. Sarebbe stato solo un altro ricordo di Doyle e quello era qualcosa che lui stava cercando di evitare. Non voleva spingere l'arrivo del senso di colpa. Egoista da parte sua, si, ma voleva il momento tutto per sé. La voleva esattamente lì con lui, e per alcuni beati momenti, lei lo era.

    Quando lei iniziò a muoversi da lui, lui la strinse in fretta e lei riuscì solo a far scivolare via il suo cazzo da lei.

    “Spike-”

    “No, non voglio lasciarti andare”

    “Spike, per favore” e lei sentì la tensione nella propria voce, la minaccia delle lacrime.

    “Fallo” mormorò lui. “Fallo uscire. Fallo uscire tutto”

    E sorprendentemente, lei lo fece. Pianse mentre lui la teneva stretta e la lasciò fare, era meglio che averla in fuga e dopo combattere più accanitamente per lei. No, lui la voleva con sé quando aveva questi momenti, voleva che lei fosse in grado di lasciarsi andare con lui. Sperava, e stava ancora tastando il terreno della sua teoria, che dato abbastanza tempo e permettendogli di essere lì per lei e accettando che lui non sarebbe andato da nessuna parte, che era lì per il lungo termine, lei un giorno si sarebbe innamorata di lui.

    “Questa è stata la prima volta da... Sei stato il primo” mormorò lei.

    Grazie non sembrava la risposta corretta quindi lui scelse di rimanere muto e lasciarle dire quello che aveva bisogno di dire. Dopo alcuni minuti, lei si mosse ancora, ma non era più tesa.

    “Gattina, vuoi venire dentro? Mmm? Ti preparerò il pranzo e tu puoi pulirti”

    Lei accennò di si col capo e lui si tirò finalmente indietro per guardarla. Dio, era meravigliosa. E non poté fermarsi dal dirglielo. Subito, lei arrossì e guardò altrove.

    “Farai meglio ad abituarti, gattina. Progetto di dirtelo spesso”

    Lei arrossì di più rendendosi anche più adorabile, e lui la volle di nuovo. Tuttavia, era meglio andare lentamente, sebbene niente di quell’amplesso era stato lento. La prossima volta, aveva in programma di assaporarlo, aveva in programma di mappare il suo corpo con le mani e con la lingua, e amare ogni centimetro di lei. Era stato così disperato per lei dal minuto in cui aveva visto il suo viso da demonietta nella finestra della porta del garage, che quando lei gli aveva permesso di toccarla, era andato avanti a pieno ritmo.

    Ora le cose sembravano delicate e lui era incerto della prossima mossa, sapeva solo che doveva andare piano e sicuro e lasciare che lei lo guidasse. Era necessario che lei si sentisse in controllo ora.

    Aiutandola a raddrizzare il suo prendisole dopo aver sistemato i suoi pantaloni, lui l'aiutò a scivolare giù dal cofano della macchina, notando con orgoglio maschile il fatto che le sue gambe stavano tremando leggermente. Si spalmò sul viso un sorriso incoraggiante e lei lo sorprese sorridendogli in risposta, sebbene un sorriso incerto ed esitante. Tuttavia, l'intenzione era lì, e lui l'avrebbe colta.

    Lui la condusse ad una porta sul lato del garage con una piccola passerella che conduceva a casa sua. La casa che lui aveva comprato con la sua eredità. Sua Zia Jenny aveva fatto la maggior parte del decoramento per salvarlo dal sembrare che uno scapolo vivesse lì, anche se uno lo faceva. Lei aveva aggiunto divani lussuosi, sedie confortevoli, tende e altre piccole cose a cui lui non avrebbe mai pensato. Appariva ancora come se un uomo vivesse lì, e solo, ma non era spoglio come sarebbe stato se sua zia non l'avesse aiutato.

    Guidandola nella cucina soleggiata, lui le prese la mano e la portò attraverso la cucina, per il soggiorno e nel corridoio dove era annidato il bagno. Quella era la sola stanza che zia Jenny non aveva toccato era biabco totale senza foto sui muri, né cose coi fronzoli ad agghindarla. Solo gli essenziali – tende per bloccare gli spioni, e una tenda da doccia bianca abbinata.

    “Non è 'ritoccato' come il resto della casa, mi scuso” le disse lui, accendendo la luce.

    “Non mi importa di questa roba” disse lei, facendogli un cenno con la mano.

    “La tua casa comunque è così carina”

    Lei scrollò le spalle, “Ci vuole tempo. Non sono una snob, Spike”

    Lui sorrise, “So che non lo sei. Sarò in cucina. Penso che riuscirai a trovare la strada per tornare?”

    “Yep”

    Preparando un pranzo di zuppa di pomodoro con tramezzini di tonno e the freddo, Spike fu sorpreso di scoprire che anche lui stava tremando. Sapeva tuttavia che aveva più a che fare con la sua paura di aver spinto lontano Buffy da lui che dal sesso in sé. Si domandò poi se fosse quello il motivo per cui lei tremava. Stava macchinando la sua fuga? Cercando di capire come andare via senza ferirlo? Dio, non sarebbe stato in grado di sopportarlo se se ne fosse andata così. D'altra parte comunque, non aveva progettato di lasciarla andare.

    Mai.

    “Hai fatto tu il decoramento?” chiese Buffy, spaventandolo leggermente mentre entrava in cucina.

    Lui la guardò da oltre la spalla, “Uh, no. l'ha fatto mia zia”

    “Ha fatto un bel lavoro. Adoro il soggiorno. Potresti perderti in quel divano”

    Lui ghignò, “Penso di averlo fatto”

    Lei si avvicinò accanto a lui, “Niente che posso fare?”

    La sua mente si riempì dell'immagine di lei che avvolgeva le braccia attorno a lui da dietro e appoggiava la testa mai così leggermente sulla sua schiena. Questo era quello che avrebbe potuto fare.

    “Mescolare la zuppa?” suggerì lui invece.

    Muovendo verso il fornello, lei mescolò la zuppa in silenzio e lui la guardò, il fianco contro il bancone, e il collo piegato di lato. Non riuscì a resistere; doveva toccarla. Avvicinandosi a lei, strofinò il viso sul suo collo da dietro e sentì la sua brusca presa d'aria. Decidendo che era abbastanza per ora, tornò ai tramezzini.

    ***

    “Anya mi aveva detto che avevi un cortile sul retro grande. Non stava mentendo” disse Buffy, osservando lo spazio.

    “Grazie” disse lui, prendendo un morso dal suo tramezzino e guardandola.

    “Non senti che questo è... strano?”

    “Cos'è strano, amore?”

    “Abbiamo appena... e eccoci qui... e io mi sento...”

    “Strana?”

    Lei annuì, guardando in basso al suo tramezzino mezzo finito.

    Allungandosi attraverso il tavolo, lui le afferrò le mani nelle sue e le baciò le dita. “Non sentirti strana. Non con me. Mai con me, gattina”

    “Ma-”

    Lui scosse la testa, “Niente ma. Non adesso, okay? Voglio solo stare con te ora e -”

    “Ma Spike-”

    “Hai finito con il tuo tramezzino?”

    Lei sbatté gli occhi confusa. “Si, perché?”

    “Dondoliamo sull'amaca”

    “Cosa?”

    Lui si alzò e allungò la mano, “Andiamo. Vieni con me, per favore”

    Sperimentalmente, lei si allungò e gli prese la mano. Baciandola velocemente, lui la condusse all'amaca e vi si precipitarono sopra, piuttosto goffamente, ma la fece ridere e questo era tutto quello che a lui importava. Sotto l'ombra di due alberi, dondolarono, e presto si addormentarono.

    ***

    Svegliandosi lentamente, Spike fu chiaramente consapevole che quello non era il suo letto, e Anya non era colei raccolta nel suo fianco.

    Guardò in basso e sorrise. Buffy. Da quanto erano addormentati?

    Guardando il suo orologio, suppose che almeno un'ora era passata. Buffy si agitò accanto a lui e lui la guardò combatterlo e poi iniziare ad allungarsi, emettendo piccoli gemiti di protesta lungo la via. Poi i suoi occhi tremolarono aprendosi e caddero su di lui. Sorrise, grazie Dio in Paradiso, lei sorrise.

    “Da quanto sto dormendo?” chiese lei.

    “Solo un'ora”

    Lei sbadigliò, “Scusa”

    “Non esserlo. Ho dormito anch'io”

    Lei alzò gli occhi e si guardò in giro, sembrando immersa nei pensieri e lui la osservò, domandandosi cosa stava succedendo nella sua testa.

    Alla fine, lei alzò gli occhi su di lui con un piccolo dolce ghigno, “Questo è carino”

    “Cosa il cortile? O...?”

    Lei sorrise più pienamente ora, con timidezza, “L''o'”

    Lui si rilassò, non sapendo quanto teso fosse stato fino a quando sentì i suoi muscoli cedere. “Ti... ti piace?”

    Lei annuì, “Si. È passato tanto tempo da quando sono stata semplicemente stretta”

    Abbassandosi così che le loro teste fossero a livello, lui si piegò e la baciò, dolcemente, non spingendo per nient'altro, solo sperando di offrirle la pace continua che sembrava essersi sistemata su di lei.

    Si divise, appoggiando la fronte contro quella di lei, con un abbraccio avvolto attorno alla sua vita. “Mi piace stringerti, quindi posso farlo ogni volta che vuoi-”

    “Anya” spiattellò lei.

    Lui sbatté gli occhi, “Cosa riguardo lei?”

    “Sarà sconvolta” sospirò lei, voltando la testa e alzando gli occhi al cielo.

    “Buffy, abbiamo rotto. Ho rotto con lei a causa tua-”

    “D-davvero?” chiese lei, gli occhi spalancati e tornando a guardarlo.

    “Non avevi ancora capito quella parte?”

    “Hai detto che era perché non eri innamorato di- oh. Oh.” lei iniziò a cercare di scendere dall'amaca e lui la ritirò contro di sé.

    “Buffy, smetti. Non scappare da me”

    “Ma tu- tu... Tu-”

    “Buffy, non l'ho detto, vero?”

    “E' sottointeso

    “Non importa. Non sto spingendo per niente da te. Ti sto solo chiedendo di stare qui e parlarmi. E domani di chiederò di passare del tempo con me. Tutto qui. Lo prenderemo un giorno alla volta, okay?”

    “Ma Anya-”

    “L'ego di Anya è stato ferito più di ogni altra cosa. Non era innamorata di me vero?”

    “No, ma non prenderà benissimo il fatto che noi- che noi-”

    “Che siamo amici?”

    “Abbiamo fatto sesso!”

    “Io non glielo dirò, tu?”

    “No!”

    “Allora?”

    Lei roteò gli occhi, “Uomini. Avete semplici risposte per tutto” questa voce lei ebbe successo nello strisciare via dall'amaca. Lo guardò, esasperata, con le mani sui fianchi.

    “Perché è semplice Buffy!” esclamò lui, scendendo e fronteggiandola dall'altro lato dell'amaca.

    “Tu ovviamente non capisci la complessità delle relazioni tra donne?”

    “Hai ragione, non lo capisco. Non capisco perché Anya, con cui non sto più e che, devo aggiungere, ti stava sistemando l'altra sera con Capitan Cartone, si metterebbe in mezzo alla tua felicità con qualcun altro. Anche se sono io. Se lei é tua amica, ci passerebbe sopra e ti lascerebbe vivere la tua vita”

    Lei lo fissò e poi iniziò a ridere. Lui la fissò, domandandosi se fosse impazzita.

    “Capitan Cartone?” disse lei tra le risa.

    Lui ghignò, “Beh, si”

    “Spike” iniziò lei quando si fu calmata.

    “Non dirlo. Non mettere fine a questo a causa di Anya”

    “Questo? Cos'è 'questo'? Non c'è un 'questo'”

    “Ci sarà”

    “Spike-”

    “Ti sto chiedendo di trascorrere del tempo con me Buffy. Smetti di pensare così tanto. Se ti senti più a tuo agio a non far sapere ad Anya per ora, non farglielo sapere. Solo, Dio, Buffy, voglio solo passare del tempo con te” lui non aveva avuto intenzione di far uscire l'ultima parte così bisognosa, ma era stato così, e sperava solo che lei non lo rifiutasse.

    Lei sospirò con decisione, “Okay”

    “Okay” sorrise lui, “Posso suggellare questo con un bacio?”

    Lei scoppiò in un leggero sorriso, “Si”

    Lui allungò la mano, “Vieni qui”

    Girando attorno all'amaca, lei gli prese la mano e lui la portò nel circolo delle sue braccia, baciandola sonoramente. Baciandole la cima della fronte disse, “Voglio mostrarti qualcosa”

    “Cosa?”

    “I miei genitori”

    “I tuoi genitori?”

    Lui annuì, e la liberò. Prendendole la mano, la condusse in casa e nel soggiorno. Nell'angolo della stanza blu e crema c'era una piccola area improvvisata per la lettura con un tavolino da caffè, una lampada e una libreria accanto. Sul tavolino da caffè c'era una foto dei suoi genitori e di lui stesso a dieci anni. La prese e gliela passò.

    “Spike, eri così carino!”

    Lui corrugò la fronte, “Ero?”

    Lei alzò gli occhi su di lui con un sorriso scherzoso, “Lasciami in pace. Lo sai che sei figo”

    Lui ghignò, “Tuttavia mi piace sentirtelo dire”

    Lei roteò gli occhi, tornando a fissare la foto. “Assomigli a tuo Padre. Qual era il suo nome?”

    “William Robert Gardner”

    “Quindi tu sei un junior”

    “Penso tu sappia che non sono un junior”

    Lei ridacchiò. “Ma, hai gli occhi di tua madre”

    “Tu di chi hai gli occhi, dolcezza?”

    Lei arricciò il naso. “Di mio Papà” poi alzò lo sguardo su di lui e sorrise. “Grazie”

    “Per?”

    “Non ne sono sicura ancora”

    “Lo so. Il pranzo”

    “Andremo con quello allora”

    “Quindi... cena?”

    “Non posso. Anya verrà da me appena esce dal lavoro...”

    “Okay”, lui annuì, “Domani allora?”

    Lei prese un profondo respiro, “Domani”



    Capitolo 11

    Buffy non era ancora pronta a svegliarsi. Era stanca e le faceva male ovunque, era un po’ che non provava quel male. Rotolò sulla schiena e fissò il soffitto, con la coda dell’occhio riusciva a vedere la foto di Doyle sul comodino.

    Stanca, si alzò e scese in cucina per farsi un caffè. Era ancora scossa per il fatto che era andata a trovare Spike per un motivo, e si erano trovati a far sesso sul cofano della sua macchina.

    Il giorno precedente era stato così irreale, come se non fosse lei a viverlo.

    Cosa aveva quell’uomo che la rendeva così incontrollabile? A parte gli occhi, il corpo fantastico, il cuore tenero e quel dannatissimo sorriso.

    La sua gentilezza, il suo modo d’ascoltarla e capirla, il modo in cui le sue parole le arrivavano al cuore… l’aveva braccata finché non aveva ceduto.

    Doyle l’aveva braccata?

    Inorridì a quel pensiero. Non poteva crederci d’averlo pensato. Non poteva confrontare Doyle e Spike. Erano due persone diverse.

    Doyle era stato suo marito, il suo amore. Spike era… Spike… non sapeva nemmeno come definirlo.

    Un amico? Si, ma sentiva qualcosa di più per lui, dopo quello che era successo il giorno prima. Solo che non sapeva ancora dargli un nome.

    Forse era perché aveva fatto sesso con lui allora confondeva i pensieri. Lei non era mai stata una che si dava così- quelle erano Anya e Faith. Aveva avuto dei ragazzi ma non ci aveva fatto mai sesso, finché non aveva incontrato Doyle all’università.

    Era stato il suo primo amante.

    Fino ad allora.

    Poteva definire quell’incontro con Spike una cosa di passaggio? Come un ragazzo di rimpiazzo per togliersi di dosso il dolore?

    Ma la questione era che non sapeva cosa fare, se nasconderlo ad Anya per salvare la loro amicizia o dirlo a Faith per confidarsi.

    Era possibile sentirsi così soli?

    Bevendo il suo caffè, Buffy decise di uscire un po’. Aveva bisogno di fare un passeggiata, forse si sarebbe fermata alla galleria. Aveva bisogno di uscire da quella casa e riordinare i pensieri.

    Ignorò le voci nella sua testa, che le dicevano che stava provando ad ignorare Spike. Ignorò anche l’altra voce che le diceva di andare da lui.

    L’unica cosa che sapeva Buffy, era che stava sviluppando un caso acuto di schizofrenia.

    ***

    Spike guardò Buffy entrare nel suo vialetto. Non l’aveva vista per tutto il giorno. Evidentemente lo stava ignorando.

    Non avrebbe dovuto pensarlo. Ma lo fece. Dopo quello che era successo, non riusciva a non pensarci. Del resto lei sicuramente si stava logorando, sia per il rimorso di aver tradito suo marito sia per aver tradito la fiducia di Anya.

    Lui si alzò e le andò incontro.

    Buffy scese dalla macchina e gli sorrise “Ciao” disse incerta.

    “Ciao”

    Lo sorpassò salendo le scale del portico “Sei stato qui tanto?”

    “No, non molto”

    “Avresti potuto chiamarmi…”

    “Beh, volevo evitare che mi attaccassi il telefono in faccia. Mi stai evitando?”

    “No, certo che no” disse inserendo le chiavi nella toppa.

    Lui si inclinò appoggiando la mano sull’arcata della porta, prima di mettere la bocca vicino al suo orecchio “Non mi stai mentendo vero, Buffy?” bisbigliò rocamente.

    Lei rabbrividì facendolo sorridere “No”

    “Posso avere il mio bacio adesso?”

    “Non qui” disse lei, aprendo la porta. Appena questa si aprì lei l’attraversò, non fece in tempo nemmeno a chiuderla che lui la baciò profondamente.

    “Stavi per dire qualcosa?” chiese lui piano appoggiando la fronte alla sua.

    Lei lo fissò e si schiarì la gola scuotendo la testa “Io- uh- non mi ricordo”

    Spike le diede un altro bacio e poi la lasciò andare “Ho portato del cibo, bistecca”

    Lei alzò un sopracciglio “Per pranzo?”

    “O, per cena” ghignò lui.

    Lei sorrise furba “Oh davvero?”

    “Non puoi biasimare un uomo perché ci prova, no?”

    “Sei astuto quanto Anya. Sei sicuro di non voler tornare con lei?”

    Spike rise “Anya non è astuta è solo diretta. E no, non voglio tornare con lei. Ti ricordi perché l'ho lasciata?”

    “Ah delle bistecche? Le fai tu o le faccio io?”

    Spike decise di far finta di nulla, lei non aveva risposto alla sua domanda “Le faccio io. Tu puoi solo sederti e farti vedere in tutta la tua bellezza” lo stuzzicò.

    “Farò il contorno”

    “Vedi? Mi stai già aiutando. Ah sai una cosa?”

    “Cosa?”

    “Ho una scatola di preservativi, e ci sono tutti dentro!”

    Buffy scoppiò a ridere e si allontanò da lui “Su chiudi la porta”

    Bene… pensò lui chiudendo la porta. Si era messa a ridere e non l’aveva cacciato, era un passo avanti.

    ***

    “Allora, come sta Anya?” le chiese Spike, una volta che furono seduti sul prato di Buffy, sotto richiesta lei gli aveva fatto la limonata.

    “Sta bene. Si è solo assicurata che ti abbia dato il messaggio”

    “Me ne hai dato uno forte e chiaro di messaggio, o no?” domandò stendendosi.

    Buffy rise “Certo. Non sono una brava intermediatrice, se può rincuorarti”

    “Non l’avrei mai detto” disse falso lui.

    Lei lo scosse giocosamente e si sedette sui talloni, "Non sei divertente? Non è rimasta a lungo, ho solo dovuto stare al gioco su quello che hai detto e ho anche dovuto recitarlo”

    “Recitarlo?”

    “Conosci tutte le espressioni e cose del genere. Il tono di voce, e tutte quelle cose che piacciono alle ragazze”

    “Ma davvero? Non pensavo che l'espressione del volto e il tono di voce fossero importanti”

    Buffy annuì vigorosamente “Oh ma lo sono invece! Perché se ti sembrano indifferenti, o eccitate, o anche se solo fanno finta di essere indifferenti, ma in qualche modo curiose, c'è differenza”

    Spike scosse la testa incredulo “A me sembra solo della fatica in più”

    “Infatti” disse Buffy, arricciando il naso “Ed è anche per questo che sono convinta che non entrerò a far parte del mondo degli appuntamenti se non fra molto tempo”

    “Beh” pronunciò Spike che le si avvicinò, tirandola per un braccio e facendola crollare affianco a lui. La abbracciò portandosela vicina. “Non ti devi preoccupare del mondo degli appuntamenti”

    Lei alzò un sopracciglio “Oh?”

    Lui accennò col capo e le tolse i capelli dalla faccia “E’ un dato di fatto che non puoi unirtici”

    Lei rise “Davvero?”

    Lui sorrise “Sei la mia ragazza!” disse orgogliosamente e poi la baciò per interrompere il suo ‘Non sono la tua ragazza’.

    Lei era la sua ragazza, anche se non lo sapeva ancora.

    Rotolando in modo da essere fra le sue gambe, scostò tutto il cibo che c’erano sulla coperta, e la baciò.

    Quando si staccò ghignò, tempestandole la faccia di baci “Mi mandi fuori di testa” bisbigliò tra i baci “Sono malato di te, ti voglio così tanto”

    Lei lo baciò impaziente e lui divenne pazzo. Si era ripromessa di non tirare troppo le cose con lui invece…

    Spike non l’avrebbe mai ammesso, ma si sentiva un po’ in colpa. C’era una donna appassionata, che si nascondeva dietro i muri del dolore, dolore per aver perso il suo amore, e che aveva paura di ritrovare la felicità. E lui in qualche modo se ne stava approfittando.

    Buffy però poteva tornare a sorridere, se lui si fosse comportato nel modo giusto, anche se gli uomini e le donne venivano da due pianeti diversi.

    La prima regola delle donne era: non desiderare l’ex ragazzo della tua migliore amica.

    Augh! Spike era così confuso! Che cosa volevano le donne?

    In quel momento non gli importava, voleva fare l’amore con Buffy. Ah, Buffy, dolcissima, Buffy.

    Lui continuò a baciarla mentre le alzava la gonna. “Lo vuoi davvero?” le domandò.

    “Tutto quello di cui abbiamo bisogno è una macchina, siamo bravi in quel contesto”

    Spike ghignò e le afferrò le mutandine. Buffy allargò gli occhi quando lui gliele strappò.

    ”Spike!”

    “Te ne comprerò altre-“ mormorò lui mordicchiandole il collo.

    “Dobbiamo-“ si lamentò lei “Andare dentro”

    “Sciocchezze. Siamo circondati dalle siepi e dalle recinzioni alte, che impediscono ai curiosi di guardare. E poi, ti voglio così tanto Buffy, non riesco ad aspettare di entrare. Ho bisogno di te”

    “Il preservativo?”

    “Nella tasca”

    “Presuntuoso?”

    “Nahh preparato”

    “Credo sia un vantaggio” rispose lei con un sorriso, portandogli le mani alla camicia. Proprio mentre stava per slacciargliela, lui le afferrò le mani portandoseli alla patta dei jeans.

    “Qui” ansimò Spike “E’ qui che ho bisogno che mi tocchi”

    Con un sorriso lei armeggiò con la chiusura lampo, e spinse i pantaloni sino alla sue anche. Poi mise la mano in tasca e prese il preservativo. Dopo averlo preso, continuò a spingergli i pantaloni con i piedi.

    Lui gemette “Sapevo che c’era un motivo per cui mi piacevi”

    Buffy ghignò e lo baciò, mentre lui le metteva le mani nei capelli, approfondendo il bacio come se avesse fame di lei.

    Non voleva smettere di baciarla, voleva prenderla subito così. Ma sapeva di doversi mettere il preservativo. Glielo prese di mano e aprì il pacchetto con i denti. Lei prese il preservativo e lo srotolò giù per la sua lunghezza, pompando piano la sua virilità.

    “Cazzo…” gemette lui quando lei gli spremette la punta per poi continuare a pompare.

    Ringhiando, lui la spinse di nuovo stesa e le afferrò le gambe, avvolgendosele intorno alla vita, mettendo il suo membro sull’entrata.

    “Spike, per favore” si lamentò lei.

    “Piccola, voglio assicurarmi che sei pronta per me”

    “Sono pronta” gli assicurò lei, per enfatizzare quella cosa si portò una mano tra le gambe e pompò il suo dito dentro, prima di portarglielo alle labbra “Vedi?” si lamentò quando lui glielo succhiò, mentre scivolava dentro di lei “Tutta bagnata e pronta”

    “Oh dio Buffy, non hai idea di quello che mi fai” gemette lui iniziando a pompare.

    “Mmm… è così bello”

    Spike le afferrò le gambe portandole più in alto, così da poter affondare più a fondo. Buffy allargò gli occhi alla sensazione e gli portò le mani alla schiena, sopra la camicia che ancora indossava.

    “Mmm, voglio sentirti” mormorò, andando di nuovo ai bottoni della camicia.

    “Non ancora” disse lui spingendo più forte, beccando proprio l’angolo perfetto, distraendola dal suo compito.

    Buffy chiuse gli occhi e iniziò a muovere la testa di lato, lui le girò la faccia e la baciò profondamente. Spike continuò a spingere colpendo sempre la sua clitoride, facendole provare un piacere immenso.

    “Spike, oh Dio…”

    “Vieni per me, Buffy. Vieni su di me, mia bella ragazza”

    Lei roteò gli occhi, mentre lui sentiva i suoi muscoli che lo stringevano “Guardami mentre vieni, Buffy. Voglio che mi guardi”

    Buffy aprì gli occhi e si lamentò dal piacere, mentre i suoi muscoli interni lo stringevano, portandola all’orgasmo. Lui gemette il suo nome, spingendo forte, raggiungendo l’orgasmo.

    Crollò su di lei, seppellendo la testa nel suo collo.

    “Ti sto schiacciando?” chiese piano.

    “No” rispose spossata lei.

    “Ti dispiace se sto così per un pò?”

    “No anzi” sospirò lei felice.

    Lui si tirò su per guardala, Buffy gli diede un sorriso stanco. Spike la fissò intensamente…

    Tutta sudata, con le labbra gonfie per i loro baci, i capelli tutti scomposti.

    Un pensiero gli attraversò la testa appena la vide:

    'Mi sono innamorato di te, Buffy'



    Capitolo 12

    “Sai, non mi rimarranno altre mutandine a questa velocità” disse Buffy, guardandolo accigliata mentre raccoglieva l'indumento strappato dalla coperta e lo dondolava di fronte a lei.

    Facendo scattare i suoi jeans, Spike le ghignò, “Beh allora, vai senza”

    “Si, sono sicura che sarebbe un bello spettacolo per quelli giù al negozio d'alimentari”

    “Lasciami correggere. Vai senza con me, ma non con gli altri”

    Buffy roteò gli occhi, “E' così cavernicolo da parte tua. Mi mantieni 'accessibile'?”

    “Già, perché no?” scherzò lui, gli occhi scintillanti di buon'umore.

    “Già, neanche in giorni specialmente 'libidinosi' Doyle era---” si fermò bruscamente. “Scusa”

    Assumendo un'espressione lontana miglia negli occhi, lei guardò in basso.

    Avvicinandolesi, Spike le mise una mano sulla spalla e cercò di non farsi ferire quando lei trasalì al suo tocco. “Buffy, è okay. Puoi parlarmi di lui. L'hai fatto prima, puoi farlo ancora”

    “Era diverso prima” disse lei piano.

    “Come?”

    “Tu stavi con – e io ero solo – non c'era nessun-” lei gesticolò tra loro. “Questo”

    Questo non cambia che tu possa parlare con me, Buffy. È solo... è solo un altro strato”

    “Quindi, posso fare sesso con te e parlarti ancora del mio marito morto e questo non ti darà fastidio?”

    “Buffy, io non ho nessuna illusione che in qualche modo sostituirò mai Doyle. Non ho l'illusione che tu non pensi ancora a lui, e ti manca, e lo ami ancora. Era tuo marito e l'hai perso prima che fosse tempo. E so che quando si inizia qualcosa di nuovo come questo, tu penserai a lui-”

    Lei scosse la testa, “Io non so neanche cosa è questo, Spike. Non lo capisci? Non so cos'è. Non so cosa fare. Mi sento come un pesce fuor d'acqua. I pezzi non combaciano-”

    “Oh, no. Qui è dove sbagli. I pezzi combaciano. Molto bene, devo aggiungere. Inizia solo con due Buffy, e poi gli altri pezzi andranno a posto. Io sono qui per dirti di prenderti quel tempo. Non ti sto spingendo ad iniziare una nuova vita e a finire la vecchia senza avere il tempo per rappacificare te stessa con tutto quanto. Ti sto solo chiedendo se posso stare con te, al tuo fianco, nel viaggio. Con me non devi essere una vedova, o una sorella surrogato, o una migliore amica obbligata. Tutto quello che devi essere sei tu, Buffy. I giorni buoni e i giorni cattivi, li prenderò. Non c'è fretta”

    Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, “Grazie”

    “Non devi ringraziarmi” mormorò lui e la avvolse tra le braccia.

    “Lo faccio comunque”

    “Chi sono io per litigare con una signora?”

    Lei sbuffò e alzò lo sguardo su di lui, pulendosi gli occhi. Lui le sorrise, mandandole vie le mani così che potesse asciugarle lui le lacrime. “Posso dare un suggerimento che può renderlo più semplice?”

    Lei gemette e gli puntò contro un dito, “Non farlo. So cosa dirai”

    “Potremmo fare venti rounds su questo Buffy. Dillo ad Anya. Aiuterà con il fattore senso di colpa. Non posso evitare il senso di colpa che provi per Doyle, ma posso aiutare con il senso di colpa che provi per Anya”

    “Non sono pronta ancora, Spike. Stavo tipo sperando di aspettare fino a quando non ha trovato qualcun altro”

    “Non l'ha già fatto?”

    “E' veloce, ma non così veloce”

    Lui scrollò le spalle.

    Lei lo occhieggiò curiosa, “Non ti infastidirebbe?”

    “Cosa mi infastidirebbe?”

    “Se stesse uscendo con qualcun altro. Saresti geloso?”

    Lui scosse la testa, “No, Buffy, non sarei geloso. Se ricordi come volevo staccare le braccia a Capitan Cartone solo perché era lì – e quello era tutto a causa tua, gattina” piegandosi, lui enfatizzò l'affermazione con un bacetto sul suo naso. “Hey, Buffy, cosa stai progettando di fare con tutta quella terra rialzata laggiù?” chiese.

    Dando uno sguardo, lei gemette. “Quello è il mio giardino. Il giardino che ho trascurato per un anno. Quando ero arrabbiata con te la scorsa settimana, avevo bisogno di un modo per alleviare un pò del mio stress così ho iniziato a lavorarci. Ho immaginato di strapparti le gambe ogni volta che tiravo un'erbaccia”

    “Gee, grazie”

    Lei rise, “Quando vuoi. Ho alcune piante nel garage pronte ad essere trapiantate lì. Solo non ho ancora avuto la possibilità di farlo”

    Lui ghignò, “Facciamolo ora”

    “Ora?”

    “Si, perché no?”

    “Nessuna ragione perché no, immagino. Voglio dire, sei sicuro che vuoi farlo?” lei lo stava guardando come se fosse pazzo.

    “Sono sicuro di volerlo fare” disse lui, annuendo risoluto.

    Lei scoppiò in un ampio sorrise e lui poté vedere l'eccitazione nei suoi occhi. “Okay. Sai niente del trapiantare?”

    “Non sul serio, ma potresti insegnarmi”

    “Ad una condizione”

    Sopracciglio alzato lui chiese sospettoso, “Quale?”

    “Tu mi insegni delle macchine. Non so niente e odio essere la 'damigella in pericolo' o la donna che viene imbrogliata quando porto la mia macchina al controllo”

    “Buffy, hai appena comprato una macchina nuova”

    “Ci sarà un giorno quando avrò bisogno che gli venga fatto qualcosa”

    “E questo è perché sono qui io”

    Lei emise un sospiro esasperato. “Me lo mostrerai o no?”

    Lui rise, “Si, te lo mostrerò, meccanico. Solo se tu prometti di indossare quei grembiuli che hai usato quando pitturavi lo steccato”

    Le sue sopracciglia si aggrottarono per la confusione. “I miei grembiuli? Perchè?”

    “Perché mi fanno vernir voglia di strapparteli via. Ho bisogno di incentivi, e spogliarti è definitivamente un incentivo”

    “Nessuna meraviglia che tu ed Anya abbiate iniziate ad uscire – siete entrambi così-” lei non arrivò mai a finire quella frase perché lui le fissò una mano sulla bocca, bloccandola efficacemente.

    “Smetti di parlare di Anya e me in termini di uscite, per favore. Non stiamo più insieme e non ti aiuto a dirglielo se continui a riferirti ai modi in cui io ed Anya saremmo perfetti insieme. Non lo siamo. Non voglio stare con Anya. Voglio stare con te. Lei non mi hai capito come fai tu”

    Lei fece un cenno di assenso e si tolse la sua mano dalla bocca. “Okay, ma c'è qualcosa che voglio che tu faccia per me che non hai mai fatto per lei allora”

    Lui mise la lingua dietro i denti e la guardò lascivo, dimenando le sopracciglia, “E sarebbe?”

    “Voglio che mi dici perché rifiuti di toglierti la camicia durante il sesso”


    TBC

     
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    Capitolo 13

    Spike gelò. Non si sarebbe mai aspettato che le uscisse una cosa del genere dalla bocca. Tutto quello che riusciva a fare, era rimanere immobile a fissarla. La sua ragazza non era stupida, niente affatto. Era intelligente e sospettava qualcosa.

    “Spike, sto aspettando” disse lei incrociando le braccia mentre lo studiava “So che Anya non ti ha mai forzato. So anche che non ci ha mai pensato veramente, ma io me lo sono sempre chiesta”

    “Lo sapevi?”

    Lei roteò gli occhi “Devi davvero imparare molte cose sulle donne. Le donne parlano, Spike”

    “Oh bene, non ci sono più segreti” disse arrabbiato.

    “No” rispose lei dolcemente “Ho sempre fermato Anya prima che entrasse nei particolari. Non volevo sentirlo”

    “Perché?” domandò lui rocamente.

    “Perché ero gelosa”

    Lui non poté evitare di sorridere “Davvero?”

    Lei accennò col capo “Veramente. Voglio dire nemmeno io avevo dato molta importanza alla camicia sino a- voglio dire, quando l’abbiamo fatto in garage è stato così goffo e-“

    “Ehy!”

    “Non sto dicendo che non mi è piaciuto anzi. Ma non ci ho fatto caso. Ma oggi…” disse lanciando uno sguardo alla coperta “Volevo toglierti la camicia e tu mi hai distratto per non farmelo fare. Cosa sta succedendo? Hai una cicatrice che non vuoi-“

    “Si” disse piano lui “Ho una cicatrice. E non mi sento molto a mio agio con questa cosa”

    “Hai visto il mio naso?”

    Spike la fissò “Huh?”

    “Il mio naso” disse lei prendendogli un dito e passandoselo sul naso “E’ strano, no? Beh me lo sono rotto-“

    “Io amo il tuo naso!”

    Lei sorrise “Grazie, ma non è un ‘naso convenzionale’ ”

    “Non c’è nulla di convenzionale in te, Buffy” disse lui.

    “Grazie, ma il punto è che l’odiavo. Pensavo che fosse la parte peggiore di me e ho pregato i miei genitori di farmi fare una plastica. Poi quando mi hanno detto di no, ho giurato che mi sarei messa da parte i soldi per farlo da sola. Ma ero piccola allora, e come si sa, crescendo il naso è cresciuto con me”

    “Come pinocchio?”

    “Ah ah. Un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono resa conto che il naso mi rendeva speciale. Mi faceva diventare Buffy. Liberarmene sarebbe stato come…come un travestimento. Liberarmi di qualcosa che faceva parte di me, non credi?”

    “Odierei vedere come ti sentiresti riguardo le persone con un braccio in più che hanno l'opportunità di averlo rimosso”

    Lei gli lanciò un’occhiata “Non fare questo Spike. Tu mi dici di non nascondermi, quindi dico a te non nasconderti. Se devo essere me,allora tu devi essere te. E se hai una cicatrice, allora è parte di te e non mi importa- ”

    “Ho avuto un trapianto di cuore, Buffy” spifferò alla fine.

    Lei sbatté le palpebre “Cosa?”

    “Ti ricordi quando ti ho detto che mio zio ha avuto un trapianto?”

    Lei accennò col capo.

    “Ero io, non lui”

    “Perché-perché mi hai mentito? Perché mi hai detto che era qualcun altro?”

    Lui distolse lo sguardo.

    “Spike” disse lei dolcemente, camminando verso di lui e toccandogli il braccio “Spike, guardami, per favore”

    Lui la fissò, impaurito che lei fosse disgustata.

    “Perché ti vergogni di questa cosa?” chiese, aggrottando le sopracciglia confusa, cercando di entrargli nella testa.

    Nessun disprezzo, nessuna pietà, voleva solo sapere “E’ come se qualcosa in me non andasse. Avevo appena finito di superare la morte dei miei genitori…”

    “Ti sentivi sbagliato”

    Eccola lì. La ragione perché lui si sentiva così connesso con lei, la ragione perché credeva che lei fosse la sua salvezza, la sua luce alla fine del tunnel. Lei lo capiva.

    “Spike, no” scosse la testa “Non sei sbagliato. Come puoi pensarlo? Ci sei riuscito! Sei ancora vivo- stai bene, vero?”

    Lui accennò col capo “Si”

    “Io penso sia stupendo. Veramente stupendo. Un miracolo. Spike il corpo umano purtroppo ha dei difetti. Accadono degli- incidenti” prese una pausa per raggruppare le idee “Il fatto è che tu stai andando avanti per la tua strada, non devi aver vergogna di qualcosa che ti permette di vivere”

    Oh dio, si sentiva così idiota. I suoi occhi erano pieni di lacrime. Quando pensò di poterle fermare, lei si piegò verso la sua cicatrice, vicino al cuore e la baciò.

    “Non sei sbagliato, non sei un fallimento. Sei solo Spike”

    “Buffy” bisbigliò lui sull’orlo.

    Lei guardò in su e lui le sorrise. Lei si alzò e gli prese il volto tra le mani “E’ tutto okay, Spike. Non devi essere nessun’altro. Io non voglio che ti nascondi da me. Tu non mi permetti di nascondermi e io non lo permetterò a te. Non vergognarti di questa cosa.”

    Ormai le lacrime gli cadevano giù per le guance liberamente, lei non rise. Si alzò e gli baciò le lacrime, il che le fece cadere ancora di più.

    Lei era un angelo. Ecco cos’era per lui. Era lì per guarirlo, e sperò di poter essere anche lui il suo angelo, aiutandola a guarire.

    Con un piagnucolio, lui le avvolse le braccia intorno alla vita e la baciò profondamente “Ho bisogno di te” disse rocamente.

    Lei lo baciò con amore “Dentro” bisbigliò.

    Lui accennò col capo e gli permise di guidarlo in casa. E capì due cose:
    una, lui aveva bisogno di lei nella sua vita perché lo completava e lo guariva, due lei aveva bisogno di lui per poter andare avanti.

    “Devo prendere i preservativi dalla macchina” disse con un gemito.

    “Vai, ti aspetto in soggiorno” rispose lei con voce rauca e lui corse fuori a tempo di record.

    Quando tornò rimase senza fiato, lei era sul divano nuda.

    “Dio, sei così bella” mormorò, con gli occhi che la divoravano.

    Lei piegò un dito facendogli segno di avvicinarsi “Vieni qui”

    Lanciando la scatola sul tavolo da caffè, lui si tuffò su di lei. E iniziò a farle correre le mani su tutto il corpo.

    “Il mio angelo” bisbigliò, prendendole un seno in bocca, forgiando a coppa l’altro. Buffy gli passò le mani tra i capelli, mentre lui seppelliva la faccia nella valle dei suoi seni, aveva voglia di assaggiare ogni cosa di lei. Sedendosi, gli prese una gamba e iniziò a baciarla per tutta la lunghezza, ridacchiando quando la vide guardarlo con occhi pieni di passione. Subito diede lo stesso trattamento anche all’altra gamba.

    “Siediti, piccola”

    Lei fece quello che le aveva ordinato sedendosi di fronte a lui. Lui si mise sulle ginocchia all’altezza della sua apertura. Inalò il suo dolce nettare e si leccò le labbra. La tirò un po’ giù per avere la giusta angolazione, e diede una lunga leccata alla sua fenditura.

    Spike tolse la bocca e si leccò le labbra “Mmmm sai di miele, Buffy”

    Lei non rispose gli passò le dita tra i capelli, e gli portò di nuovo la faccia in giù, e lui ridacchiò.

    La gattina vuole di più. L’avrebbe fatta impazzire.

    Divise le sue labbra inferiori con le dita, e fece girare la sua lingua sulla clitoride e poi la succhiò nella bocca, deliziandosi dei suoi gemiti. Si portò un dito in bocca per bagnarlo e poi lo infilò nel suo buco, lo girò per trovare il fascio di nervi giusto, quando lo fece lei sgroppò sul divano. Continuò nel suo intento, spingendo il dito dentro e fuori, poi le prese la clitoride in bocca e Buffy esplose.

    Lei stava respirando pesantemente, quasi singhiozzava per il piacere. Estraendo il dito, lui se lo portò alla bocca per pulirlo.

    “Spike” gemette lei “Ti voglio sopra di me”

    Spike si alzò in piedi e la vide accarezzarsi i capezzoli da sola.

    Dio era la cosa più erotica che avesse mai visto. Calciò via le scarpe e si tolse i pantaloni, si stese su di lei, mettendo la mani ai lati della testa per poi scendere a baciarla appassionatamente. Lei lo strinse.

    “Togliti la camicia” bisbigliò lei.

    “Non sono ancora pronto per questo, okay?”

    “Va bene, quando sarai pronto”

    Ma non si diede per vinta, gli mise la mano sotto la camicia, e lui gelò, quando sentì le sue dita scorrergli sulla cicatrice e poi scendere giù soltanto per tornare su. Lui la guardò mentre percorreva la cosa che tanto lui odiava con dita, lei gli sorrise dolcemente.

    “E’ bellissima”

    Lui sorrise debolmente e afferrò il preservativo dal tavolo, lei insistette per metterglielo. E lui glielo permise, ma crollò sul divano quando la sentì prendergli il membro in bocca. Chiuse gli occhi e gemette. Lei saliva e scendeva con la testa, mentre con la mano gli accarezzava le palle.

    Non riuscì più a resistere.

    “Buffy, ora” gemette e lei accennò col capo.

    Lei si stese sul divano e gli mise il preservativo, poi aprì le braccia per farlo sistemare su di lei.

    Quando si sentì circondato dalle sue braccia pensò subito ‘Sono a casa’

    Fecero l’amore lentamente, i loro corpi che si muovevano in sintonia. Si sussurravano delle parole a bassa voce, cose che capivano solo loro. Si scambiavano baci pieni di passione.

    Quando vennero si accasciarono stetti in un abbraccio.

    Buffy si addormentò subito dopo, mentre Spike la stringeva contro di sé guardandola dormire.

    Studiò il naso che tanto amava e sorrise. La baciò sulla guancia e la strinse più forte chiudendo gli occhi si addormentò.

    Con l’angelo che era sceso sulla terra per lui.



    Capitolo 14

    “Oh mio Dio!”

    “Non bussi?”

    Buffy si svegliò di scatto e saltò su, cercando di raccogliere cose. Faith. Faith era in piedi sulla soglia della porta, la bocca aperta, gli occhi spalancati.

    Guardando in basso, Buffy notò che era nuda come il giorno in cui era nata – e così era Spike, beh, eccetto per la camicia che indossava. Al momento lui stava cercando di liberare la coperta dal retro del divano, il che si stava dimostrando difficile dato che ci stava mezzo sdraiato sopra, ed era rimboccata nel cuscino.

    “Non busso mai!” gli urlò Faith.

    “Beh forse dovresti iniziare!” scattò Spike e finalmente riuscì a sfilare la coperta e a coprirli.

    Scattando in azione, Buffy saltò su e prese la coperta con sé.

    “Hey!” esclamò Spike. “Le mie parti ciondolanti sono completamente fuori per il mondo da vedere!”

    Rapidamente, mentre cercava di avvolgersi nella coperta, Buffy si allungò sul pavimento e prese i suoi pantaloni, lanciandoli alle sue 'parti ciondolanti' mentre Faith gli sbuffava contro.

    Alla fine, avvolgendosi la coperta attorno con quanta grazia riuscì a mettere insieme, Buffy fronteggiò Faith. “Ciao”

    “Ciao”

    “Come stai?”

    “Non bene come te a quanto pare”

    “Faith-”

    Faith alzò una mano. “E' okay”

    “Non sei arrabbiata?”

    “Stordita, adesso. Probabilmente segnata a vita – amica, sei come mia sorella. Non voglio pensare a te che fai sesso. Mai. Neanche quando era con mio fratello”

    Senza avviso, Buffy scoppiò in lacrime.

    “Buffy?” disse Spike, preoccupato.

    “Ascolta ragazzo nudo” disse Faith e Spike la fissò. “Puoi darci un sesso? Voglio dire un secondo?”

    Spike annuì in modo taciturno dal suo punto sul divano, i pantaloni che gli coprivano il grembo. Era concentrato su Buffy, chiaramente preoccupato.

    Faith prese il braccio di Buffy e praticamente corse su per le scale, conducendola nella camera da letto.

    Buffy si allontanò a forte, scuotendo la testa, inorridita. “Lui saprà!”

    “Buffy-”

    “Camera degli ospiti” dichiarò Buffy e si precipitò nella camera color crema, inciampando nella coperta.

    “B- cosa è successo?” chiese Faith dolcemente.

    “Tu non mi odi vero?” chiese Buffy tra le lacrime.

    “Buffy, no, io non ti odio – lo sapevo che sarebbe successo prima o poi. Sapevo che ti piaceva e che tu piacevi a lui”

    “M-ma non sapevo che questo”, un profondo respiro tremante, “sarebbe successo” Lei scosse la testa con enfasi, “Non l'ho pianificato, non lo sapevo. È solo successo e - e-”

    “Buffy, basta!”

    “Cosa?” chiese Buffy, chiaramente cercando di trattenere altre lacrime.

    “Buffy, non sono Doyle”

    Un singhiozzo vibrò attraverso Buffy e lei annuì, “Lo so”

    “Non devi confessarti con me. Io... io tipo sapevo che sarebbe successo. Sapevo che sarei venuta un giorno e lui sarebbe stato qui”

    “Davvero?” chiese Buffy, gli occhi spalancati.

    Faith annuì, “Si”

    “C-come?”

    La sua sorella surrogato scrollò le spalle. “Solo una sensazione che avevo. Dopo quella chiacchierata che abbiamo avuto ieri, mi sono detta 'Spike sarà qui presto'. Solo non mi aspettavo di vedere così tanto di lui”

    Attraverso le lacrime, Buffy ridacchiò. Sedendosi sul letto della camera degli ospiti, si asciugò le lacrime con il bordo della coperta avvolta attorno a lei. “In qualche modo è come se lui sapesse ora, sai?”

    “Doyle?”

    Buffy annuì.

    “Perché io so?” chiese Faith, sedendosi accanto a lei.

    “Già. Non sono molto sicura di come funzioni, ma è così che sembra”

    “Forse avresti dovuto aspettare fino a quando fossi, non so, davvero pronta per impegnarti in una relazione prima-”

    “Noi non abbiamo una relazione” disse Buffy velocemente. “Noi stiamo solo... solo-”

    “Dormendo insieme nudi?”

    “--facendo sesso”

    “Buffy... questa non sei tu”

    “Come lo sai?” chiese Buffy, indignata.

    “Perché lo so. E con tutto quel senso di colpa che stai sentendo ora a causa di Doyle – beh, Buffy, penso tu senta qualcosa per questo tipo. Io penso che sia questa la ragione per cui sei così sconvolta ora. Puoi quasi giustificare 'il solo fare sesso'. È tutta un'altra cosa giustificare provare sentimenti per qualcun altro”

    “E se – e se lui mi odia?” chiese Buffy dolorosamente, gli occhi che si riempivano di nuove lacrime.

    “Doyle? Odiarti?” chiese Faith cose se Buffy avesse perso la testa.

    Buffy annuì.

    “Mai” la rassicurò Faith con decisione e le avvolse un braccio attorno alla vita e l'attirò vicina, offrendole conforto. “Buffy... Doyle vorrebbe averti felice. Non vorrebbe che vivessi il resto della tua vita da sola. Anche quando parte di me sente che ho bisogno di difenderlo contro gli uomini che ti girano attorno, anche io so che lui vorrebbe trovassi la felicità”

    “Pensi che gli piacerebbe Spike?”

    Faith ridacchiò, “Penso che prenderebbe in giro quel suo soprannome. Ma si” lei annuì, “penso gli piacerebbe. Penso che gli piacerebbe che porti un sorriso sul tuo viso. Sai quanto Doyle amasse vederti sorridere”

    Buffy annuì, lacrime le sfuggivano che lei non riusciva a controllare. “Si, ed era sempre bravo a farmi sorridere. Io solo- desidero solo che ci sia un modo per dirglielo, sai? Un modo per dirglielo, e un modo per sapere che lui è okay con questo”

    “Beh” iniziò Faith pensosamente, “C'è un modo per dirglielo”

    “Come?”

    “Potremmo andare a trovarlo. Visitare la sua tomba e parlare con lui. Io verrò con te se vuoi”

    Buffy tirò su col naso. “Mi piacerebbe”

    “Forse potresti presentargli Spike?”

    Buffy scosse la testa, “Dirglielo è una cosa, presentarlo è un'altra. Non sono ancora pronta per questo. Spike potrebbe anche non essere qui la prossima settimana”

    “Penso ci sarà. Il bastardo”

    “Si, beh... niente è certo in questa vita Faithy”

    “Io penso che l'unica cosa di cui puoi essere certa è Spike. Nel breve periodo di tempo in cui l'ho conosciuto, non mi è sembra il tipo alla amale e lasciale. Se lo era, beh-” lei dimenò le sopracciglia e ghignò deliberatamente.

    “Faith!”

    Faith rise, “Sapevo che avrei ottenuto una sgridata da te”

    “E su cosa esattamente ti basi, huh? Sul fatto che lui mi ha inseguito mentre stava ancora con Anya?”

    “Aspetta. Sta ancora con lei ora? Se è così, gli staccherò il suo fottuto-”

    “Non è così. E se lo fosse, cosa dice questo di me? Diavolo, l'ho baciato mentre usciva con lei”

    “Wow, sono veramente fuori dal giro su questo. Lui ha rotto con lei per te?”

    “Si”

    “Cosa ti dice questo?”

    “Sono spaventata da cosa mi dice”

    “Anya lo sa?”

    “No, non lo sa. Sembra ci sia così tanto lavoro coinvolto... forse non è giusto” disse Buffy con un sospiro. “Dovrebbe esserci così tanto lavoro?”

    “Questa è la tua paura a parlare”

    “Si, immagino lo sia”

    “Sai, avevo dimenticato stesse con lei”

    “Davvero?” chiese Buffy, incredula. “Come? Eri qui l'intera giornata con lui alla festa. Lei gli stava tutta addosso-”

    “Esattamente. Lei stava tutta addosso a lui. Non l'altro modo. Sai cosa ho visto? Ho visto lui guardare te” Lei prese un profondo respiro. “Ho una confessione da fare”


    “Gli hai detto di rinunciare?”

    “Come lo sai?”

    “Me l'ha praticamente detto. Beh, mi ha chiesto se la ragione per cui ti ho fatto venire con noi quel giorno in cui facevamo commissioni era perché mi sentivo a disagio con lui. Ha accennato che gli hai detto qualcosa, sebbene non sappia esattamente cosa” Strofinandosi la testa, Buffy sospirò pesantemente, “Dio, tutto procede così... a spirale”

    “Penso che sia così che deve succedere. Buffy, ricordi quando hai iniziato ad uscire con Doyle? Voi ragazzi vi siete sposati nell'arco di un anno-”

    Buffy scosse la testa, “Non è lo stesso, Faith” disse Buffy severamente. “Doyle e Spike sono completamente differenti. Non è lo stesso”

    “Whoa, rilassati, killer”

    “Mi dispiace, sono solo... sono un disastro”

    “Ma lui ti piace molto, vero?”

    “Si. Solo non so come misurare il 'molto'”

    “Hai tempo, Buffy. Non devi capire tutto adesso”

    “Lo so. Spike ha detto la stessa cosa, praticamente”

    “Ha appena guadagnato un punto”

    Buffy sorrise, “Allora, verrai con me? A parlare con tuo fratello?”

    “Sempre che tu abbia bisogno di me, piccola, sono qui”

    “Rimarresti per cena? Spike ci ha preso bistecche, ma potrei davvero andare a prendere-”

    “Per favore dì pizza”

    Buffy sorrise, “Si, pizza. Forse potresti conoscerlo un pò meglio? Significherebbe molto per me se lo facessi”

    “Solo se posso stuzzicarlo riguardo le sue 'parti ciondolanti'”

    Buffy rise, “Te lo lascerò fare allora”

    ***

    Spike stava andando avanti ed indietro. Parte di lui pensava che forse avrebbe dovuto andare e dare a Buffy e Faith dello spazio. L'altra parte di lui pensava che avrebbe dovuto rimanere e capire. Capire cosa esattamente? Si chiese.

    Avere Faith entrare su di loro era un tipo di svolta, lo sapeva questo. La ragazza dopo tutto era la sorella di Doyle. Avere lei che sapeva era probabilmente anche più grande di Anya che sapeva. Spike sapeva che per quanta colpa Buffy sentisse verso Anya, non era niente paragonata a quello che sentiva verso Doyle.

    Questo, lo sapeva, era grande. E se Faith non avesse approvato in qualche modo, beh... non voleva pensare al 'Beh'. Il 'beh' che l'avrebbe potuto lasciare sul sedere e senza Buffy.

    “No, no, no” gemette.

    “Spike?”

    La sua testa scattò e lui guardò, col fiato trattenuto, mentre Faith entrava in cucina e andava verso i bicchieri.

    Lui la fissò, in attesa. Faith era lì giù per dirli di andare? Buffy era su ad aspettare che lui andasse perché non riusciva a fronteggiarlo?

    Faith aprì il rubinetto, il suono fece trasalire Spike. La sua bocca diventò secca.

    Faith si voltò, appoggiando il sedere contro il lavandino e prendendo un lungo sorso della sua acqua. Sorrise compiaciuta, “Buffy sarà giù in un minuto. Si sta vestendo”

    Un'ondata di sollievo lo investì per mezzo secondo e poi si tese di nuovo. “Lei è--?”

    “Repubblicana? No, è Democratica. Sarà un problema questo?”

    Lui la fissò.

    Faith rise, “Sei divertente. Si sta cambiando e sta bene. Non prenderai un calcio se è questo ciò di cui sei preoccupato”

    Spike era combattuto tra l'emettere un sospiro di sollievo e mantenere alta la difesa in caso Faith avesse qualcosa da dire al riguardo.

    “Va tutto bene, so che sei sollevato” disse Faith, sorridendogli furba.

    Spike emise quel sospiro proprio mentre Buffy entrava – questa volta con dei pantaloni. Lei sorrise a Spike. “Faith te l'ha detto?”

    “Detto... cosa?”

    “L'ho invitata per cena. Penso che potremmo mettere quelle bistecche via per un altro giorno e forse prendere una pizza?”

    Spike sorrise, ci sarebbe stato un 'altro giorno, e, questo in nessun modo sembrava come se lei si stesse proteggendo da lui con Faith. “Si, va bene”

    Allungandosi per il menu della pizza sopra il frigorifero, Buffy lo lasciò cadere nel mezzo del bancone dell'isola. “Allora, cosa vogliamo?”

    Faith e Spike rimasero in piedi ad ogni lato di lei, e Spike resistette all'impulso di saltare su e giù per la gioia quando Buffy avvolse casualmente un braccio attorno alla sua vita mentre loro tre studiavano il menu e chiacchieravano su cosa prendere.



    Capitolo 15

    “Buffy?”

    “Hmm?”

    “Grazie”

    “Per cosa?”

    Accoccolandosi più vicino a lui per guardare il film, mentre Spike le baciava la fronte. “Per lasciarmi stare qui. Per non buttarmi fuori. Per non lasciare che Faith ti faccia da custode”

    “Lei è molto più pericolosa di Faith”

    “Lo so”

    “Domani andrò a fare visita alla tomba di Doyle” disse piano “Per parlargli”

    “Gli parlerai di me?”

    “Si”

    “Potrò venire una volta o l’altra con te, Buffy?” chiese cauto, non sicuro di come avrebbe reagito.

    “Si, ne sarei felice. Una volta o l’altra”

    “Sai cosa non ho mai visto?”

    “Cosa?”

    “Una sua foto”

    Buffy sospirò “Ah si. Le sue foto. Anya me ne ha fatto disfare per non piangere. Era stanca di trovarmi a piangere sopra le sue foto”

    “Non sono molto d’accordo” disse piano Spike “Non dovresti togliere le sue foto per dimenticare, come se lui non fosse mai esistito”

    “Non penso sia quello che voleva dire, Spike-”

    “Lo so, lo so. Le sue erano le migliori intenzioni, ma… ma sarà più dura per te. Non stai affrontando il tuo dolore, lo stai solo spingendo via”

    “Ho una foto sul mio comodino” disse piano lei.

    “Si?”

    Lei accennò col capo.

    “Posso vederla?”

    Lei lo fissò intensamente “Davvero lo vuoi?”

    “Io ti ho mostrato i miei genitori, no? E’ una cosa molto importante per me, non li ho mai fatti vedere ad Anya”

    “E cosa facevate tu e Anya oltre a… fornicare?”

    Lui storse la bocca.

    “Perché fai quella faccia?” la stuzzicò.

    “Buffy…tu non sei come le altre donne… mi fai sentire a mio agio, accettato”

    Lei sorrise leggermente “E’ molto dolce” lei sollevò il sopracciglio “Il genere di uomo che vorrebbero tutti- persino la mia amica”

    “E ti spaventa?”

    “Un po’, ma non nel modo che pensi tu”

    “In che modo allora?”

    “Ho paura di ferirti perché magari non provo le stesse cose”

    Lui accennò col capo “Beh tu hai avuto una vita prima di me. Ti sei sposata hai amato da morire tuo marito”

    “Lo amo ancora, Spike” disse con un respiro profondo “Ho bisogno che tu sappia che una parte di me amerà sempre, Doyle. Lo capisce? Lo accetti?”

    “Non ti mentirò piccola, non ti dirò che sono felice subito, però lo accetto. Una parte di te sarà sempre con lui. E’ stato una parte importante della tua vita. Quindi, si, lo capisco. Non posso farti uscire dalla tua vita completamente, non sarebbe giusto. E con questo non voglio dire che i miei zii hanno sostituito i miei genitori: loro erano i miei genitori e lo saranno sempre. Ma mi hanno dato l’amore di cui avevo bisogno e grazie a loro non ho mai pensato ad un momento al perché fossero morti”

    Buffy gli prese la guancia in mano “Non finirai mai di stupirmi, sai?”

    Lui arrossi sorprendendo entrambi “Nah, non sono nulla di speciale”

    “Perché lo dici? Spike tu hai perso i tuoi genitori a quattordici anni, hai avuto un trapianto di cuore e sei sopravissuto - sei gentile e un uomo responsabile. Sei saggio per gli anni che hai, sei più saggio di me! Non tutti si prenderebbero cura di me. A parte Riley Finn”

    Spike ringhiò e mormorò “Capitan Cartone del cavolo” e lei ghignò.

    “- ma tu” continuò lei “Sei qui e non hai abbandonato. Non mi permetterai di cedere. Hai un gran cuore-“

    “Non è il mio cuore” disse lui leggermente.

    “Si che lo è. E’ tuo. L’hanno dato a te, lo so che è triste per chi ha perso i loro cari, ma ha permesso a te di vivere. Doyle mi diceva sempre che sarebbe stato bello per lui donare gli organi”

    Spike inclinò la testa “E tu ci credi?”

    “No” disse lei piano “Beh per un po’ l'ho fatto. Poi lui è morto e non ho visto tutto nella giusta prospettiva” lei sorrise “Ho perso molta della mia fede quando è morto. E dopo che mi hai detto del trapianto, mi sono sentita connessa a te. Io… mi sento collegata a te”

    Gli occhi di Spike si riempirono di nuovo di lacrime “Donna…tu…”

    “Cosa? Ho detto qualcosa di sbagliato?”

    “Non hai idea di quello che mi fai” bisbigliò lui “Questa è la seconda volta che mi fai piangere oggi”

    “Mi dispiace-“

    “No, non ti dispiacere” la guardò mentre lei gli asciugava gli occhi “Tu mi guarisci. E’ una cosa buona. Ho sempre messo da parte questi sentimenti, tentando di spingerli via. Ho tentato di fingere che non mi importasse e vivevo solo la mia vita, finché non ti ho incontrato, non ho mai capito quello che stavo facendo. Non ho mai fatto avvicinare nessuno a me. Ho sempre tenuto le persone a distanza…ma tu-“ scosse la testa “Sei entrata dentro di me, non so come hai fatto, ma a quanto pare è stato più facile di quello che immaginavo” si fermò tirandola a sé per abbracciala.

    Buffy lo strinse. Il suo cuore si gonfiò di qualcosa che non capiva bene, ma sapeva di stare bene tra le braccia di quel bellissimo buono.

    “Forse noi siamo due anime che si sono incontrate per guarirsi no?” suggerì leggermente.

    “Riley ci ha provato- credi ci sarebbe riuscito?”

    “No, non credo” ammise lei.

    Lui accennò col capo e si chinò baciandola leggermente “Ti ho preso e tu hai preso me”

    “Si” bisbigliò lei.

    Si fissarono per un lungo momento, ricordando il giorno in cui si erano incontrati. Nessuno dei due avrebbe pensato ad una cosa del genere.

    Finalmente Buffy lo baciò dolcemente e gli chiese “Ti faccio vedere la foto di Doyle”



    Capitolo 16

    “Buffy! Non ti aspettavo oggi, come va?”

    Buffy sorrise a Willow mentre entrava nella galleria, “Bene, grazie. Come stai?”

    “Ho fatto una grande vendita oggi da uno degli artisti preferiti della città e uno nuovo è arrivato a cercarci oggi”

    “Niente di buono?”

    “Ha lasciato delle stampe, vuoi darci un'occhiata?”

    “Naturale che voglio. Fammi strada”

    Un'ora dopo, Buffy stava sgranocchiando un'insalata con Willow e discutendo della nuova artista, Tara McClay, e il suo potenziale con la galleria. Buffy era del tutto d'accordo nel mettere in mostra il suo lavoro dato che era stata travolta dal lavoro dallo stile gotico della donna.

    Willow piegò la testa di lato, “Buffy, sembri diversa”

    Scegliendo un mandarino, Buffy se lo mise in bocca. “Oh?”

    “Sembri... felice”

    Buffy sorrise, “Penso di esserlo. Felice, voglio dire. Sono quasi spaventata di dirlo ad alta voce veramente. Sono spaventata che tutto farà 'poof' davanti ai miei occhi”

    “Posso fare una domanda?”

    “Sicuro”

    “Hai incontrato qualcuno?”

    Buffy fece una pausa. Se avesse detto si, la notizia sarebbe alla fine arrivata ad Anya. Mentre Anya e Willow non erano le migliori delle amiche, si conoscevano l'un l'altra e chiacchieravano una volta ogni tanto. Buffy scosse la testa, sperando che il suo silenzio non svelasse nulla e disse semplicemente, “No”

    “Sei sicura?”

    “Non pensi lo saprei?”

    “Ho sentito di Anya e Spike”

    “Oh, si, quello è stato uh, sfortunato” Buffy annuì.

    “Ho sentito che Anya è a caccia alla ricerca di un rimpiazzo. Fino ad ora non ha avuto successo”

    Buffy roteò gli occhi, “Non troverai mai nessuno in questo modo. La ragazza ha bisogno di rilassarsi e prendersi il suo tempo. Lei è troppo... veloce a saltare nella prossima relazione”

    “Se le chiami relazioni” notò seccamente Willow.

    “Beh” disse Buffy, schiarendosi la gola. “Chi sono io per giudicare?”

    “Chi siamo noi? Ma io lo faccio comunqu e penso sul serio che potrebbe avere un'opportunità con una relazione normale e salutare se solo si fermasse... sai...”

    “Dal puttaneggiare in giro?” suggerì Buffy timidamente.

    “Esattamente!”

    “Ho rinunciato tanto tempo fa a cercare di dirlo ad Anya. Ora ascolto solo – qualche volta – e annuisco con la testa”

    “Penso che fosse davvero sconvolta dall'intera cosa di Spike”

    Buffy quasi si strozzò sulla noce che stava sgranocchiando. “Oh?”

    “Penso gli piacesse sul serio. Penso che avesse pensato sul serio che lui potessere essere l'unico”

    “Davvero?” domandò Buffy curiosa. “Non mi ha mai detto questo”

    “Non penso che ad Anya piaccia farti carico di cose così” disse Willow con attenzione, studiando l'amica con apprensione.

    “Cosa vuoi dire?” domandò Buffy.

    “Voglio dire lei non vuole dirti troppe cose che stanno succedendo perché non vuole aggiungere al tuo piatto”

    “Il mio piatto?”

    “Sai con Doyle... solo lei non vuole caricarti”

    “Quindi, mi tiene nascoste le cose perché non vuole caricarmi”

    “Giusto. E perché non pensa che saresti in grado di fronteggiare i suoi problemi oltre ai tuoi” disse Willow con rammarico.

    “Perché non sarei in grado di fronteggiarli? Cosa c'è da fronteggiare?” Buffy quasi sbatté giù la sua forchetta. “Sai... Non sono questa piccola creatura debole. Non ho bisogno di essere viziata. Voglio dire, so che sono stata un disastro per davvero tanto tempo e so che ho ancora dei momenti, ma la gente non ha bisogno di tenermi segrete le cose. C'è nient'altro che non mi è stato detto?”

    “No” Willow scosse la testa.

    Buffy la guardò severamente.

    “Beh, uh, sono stata un pò preoccupata per la galleria lo scorso mese. Non stavamo facendo molte vendite e l'opinione generale sembrava dicesse che avevamo bisogno di nuovi artisti e opere d'arte e una mostra-”

    “E io sto sentendo di questo ora?”

    “Non volevo preoccuparti, Buffy!”

    Prendendo un profondo respiro, Buffy si alzò e raccolse il suo contenitore di insalata e lo gettò con forza nella spazzatura. Rimase lì in piedi; fronteggiando il secchio della spazzatura per un lungo periodo, massaggiandosi il retro del collo con la punta delle dita. La sua mente era un turbine e la rabbia le stava bollendo dentro. Amava i suoi amici, vero, lo faceva sul serio, tuttavia voleva torcergli il collo in quel momento.

    Spike non l'aveva mai trattata con i guanti di seta. Era gentile con lei, si. Le dava il suo tempo, si, ma non la faceva correre e sicuro come l'inferno non la viziava o le nascondeva le cose. Beh, le aveva nascosto il trapianto, ma questo era affare suo, e non perché lui pensasse che lei non potesse affrontarlo.

    Questo comunque, questo era diverso. E la cosa era... lei lo aveva lasciato accadere. Lei lo sapeva nel retro della sua mente cosa stava accadendo. Lei li aveva lasciati prendersi cura delle cose per leli e fare cose per lei perché era più semplice. Lei si era permessa di cadere nel modello di lasciare gli altri prendersi cura di lei e non prendersi cura di se stessa.

    Lei si era resa debole. Il suo dolore una volta l'aveva intrappolata, ma poi lei aveva continuato ad intrappolarsi da sola, e si era resa la Buffy che loro pensavano non potesse fronteggiare le semplici cose della vita.

    Era assolutamente disgustata da se stessa. E ora lei capiva perché Spike era così infastidito con Anya quando lei trattava Buffy con i guanti di seta e prendeva il controllo della sua vita. Buffy sbuffò, la persona con cui lui doveva essere infastidito era lei perché lei l'aveva lasciato accadere. Per troppo tempo.

    Girandosi, Buffy prese un profondo respiro e puntò il suo sguardo su quello impaurito di Willow. “Andiamo a fare un pò di lavoro allora. Una mostra è richiesta, quindi una mostra avranno. Afferra un taccuino, Wlls. È tempo di scambiarci le idee. E puoi anche prendere il numero di Tara mentre ci sei. Sta per fare il suo grande debutto”

    ***

    Tre ore dopo, una mostra era in preparazione per la galleria di sua madre e Buffy sentiva, per la prima volta da lungo tempo, che aveva portato a termine qualcosa. Sentiva che stava lavorando verso qualcosa.

    Non vedeva l'ora di dirlo a Spike, sapendo che lui, su tutti, sarebbe stato così orgoglioso di lei. E che avrebbe capito perché era così bello il che lo avrebbe reso ancora più dolce. Willow era dell'intenzione che avrebeb fatto questo da sola dopo oggi e che avrebbe fatto del lavoro part time nel tempo extra.

    “Non lo farai da sola, Wills. Tornerò domani per lavorare sull'illuminazione e lo schema planimetrico” la assicurò Buffy.

    “Buffy, sei sicura?”

    “Penso che sono stata lontana abbastanza a lungo. Da troppe cose a quanto pare. Quindi, si, sono sicura. Sarò qui domani e offrirò anche di nuovo il pranzo”

    Willow sorrise e l'abbracciò. “Sono lieta tu sia tornata”

    Anche io, pensò Buffy, anche io.

    “Non mi dispiace intromettermi in questo momento incredibilmente da ragazze, ma B, sei pronta?”

    Buffy rise e si districò dalle braccia di Willow per fronteggiare Faith. “Sei tu quella che parla, Faithy. Abbiamo avuto non pochi momenti 'da ragazze' ultimamente, non pensi?”

    Faith scrollò le spalle, ghignando leggermente, “Immagino di si”

    “Cosa avete in mente voi due?” chiese Willow, “Tempo per legare?”

    Faithe e Buffy condivisero un'occhiata.

    “Qualcosa del genere” mormorò Faith. Poi, domandò a Buffy, “Sei pronta? Sono parcheggiata con il contatore e non ho soldi”

    “Un'altra novità?” borbottò Buffy. “Si, ho la macchina fuori sul retro. Ci incontriamo al fioraio lungo la strada?”

    Faith annuì, “Senz'altro”



    Capitolo 17

    “Gigli, Buffy? Non pensi che forse avresti dovuto prendere un fiore più virile?” si lamentò Faith mentre camminavano attraverso il cimitero, andando verso la tomba di Doyle.

    Buffy sorrise “A Doyle piacevano. Gli piacevano anche le rose, ma oggi avevo voglia di prendergli i gigli. E non credo esista un fiore che si possa definire ‘virile’”

    Vedendo la lapide a distanza, Buffy si bloccò e prese un respiro profondo. Delle lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi.

    Faith l’abbracciò stretta “Sei sicura di essere pronta per questo?”

    Buffy accennò col capo “Sono pronta. Ma sai… venire qui mi fa un certo effetto. Non è molto bello venire qui e pensare che una volta erano vivi. Posso vederlo nella mia testa, posso sentirlo. Vieni al cimitero e loro sono solo cibo per i vermi, anche se io non la penso così”

    “Nemmeno io ho pensato fossero cibo per vermi”

    Silenziosamente si avvicinarono. Faith appoggiò una bottiglia di Guinness sulla tomba e Buffy mise i fiori nel vaso. Si inginocchiò sull’erba e tracciò i contorni del suo nome con le dita.

    “Ciao, piccolo” bisbigliò.

    “Ehy bello come va?” disse Faith dopo Buffy.

    Buffy gli sorrise e si rivolse di nuovo alla lapide “Doyle, mi dispiace se non sono venuta per un po’ di tempo. E’ stata molto dura par me. Ma ti ho parlato lo stesso. Per raccontarti tutto quello che stava succedendo” prese un respiro profondo “Non sto facendo tutto quello che facevo prima”

    Faith gli prese la mano nella sua e gliela stinse.

    “Oggi sono andata alla galleria” continuò Buffy “Sto per riprendendomi le mie responsabilità. Mi sono accorta che ho lasciato che i miei amici mi coccolassero per troppo tempo. E ora di rimettersi in carreggiata. Ti ricordi quanto era stata dura per me quando mia madre è morta? Non volevo più andare in galleria, ci sono riuscita grazie a te. Ma ho smesso di nuovo, piccolo. Dopo quello che era successo quella notte… ho odiato quel posto con tutta me stessa. Voglio dire, mia madre è morta e io mi sono messa a lavorare al posto suo. Ma dopo quello che è successo con te… beh, lo sai” si asciugò le lacrime con il dorso della mano, prima di continuare “Quindi, sono tornata a lavorare, dovrò incontrare un nuovo artista. Il suo nome è Tara, è molto brava. E farò una mostra favolosa, per te e per la mamma. E anche per me stessa. Credo di averne bisogno”

    Si prese una pausa, e Faith le allungò un fazzoletto.

    “Mi manchi, Alan Francis Doyle” disse “Ti penso ogni giorno e non ne passerà mai uno dove non lo farò. Doyle, non so come dirtelo, ho paura. Ma la tua fantastica e saggia sorella mi ha detto di venire qui e parlartene. Ho conosciuto qualcuno. Lui mi è incredibilmente d’appoggio. Ti piacerebbe. Non mi permette mai di nascondere quello che provo. Ha subito un trapianto di cuore. Non è incredibile? Ero sposata con un dottore che avrebbe fatto festa per un’operazione del genere. L’ho conosciuto attraverso Anya. Era fidanzato con lei ma lui era preso di me. Beh suona un po’ come 90210 non credi? Lei è Branda e io sono Kelly, no?” rise e giurò di aver sentito Doyle ridere con lei “E’ meno torrido, piccolo, non ti mentirò. Anya ancora non lo sa. Lui l'ha lasciata per me. Non me l’ha ancora detto, ma credo che sia innamorato di me. E’ divertente saperlo, anche se sono sicura che se me lo dirà, avrò una paura del diavolo…” rise di nuovo “Sono convinta che ti piacerebbe molto Doyle, davvero. Lui lavora con le macchina, le aggiusta. Ehy, lui mi ha aiutato a comprare una macchina nuova. Ti ricordi la mia Chevy? Beh mi ha abbandonata. Beh, Spike- non ridere! Il suo vero nome è William. Ad ogni modo, mi ha aiutato a prendere una macchina nuova. Mi ha aiutato anche a falciare il prato e a ridipingere lo steccato. Mi fa sorridere, Doyle. Mi fa sentire così bene con me stessa” prese un respiro profondo, mentre le lacrime cominciavano a cadergli più veloci “Non è te, e non lo sarà mai e intendevo davvero quello che ti ho detto-“ la sua voce si ruppe per l’emozione “-ti amo, e lo farò sempre. So che non vuoi che siao infelice, o almeno è quello che mi ha detto Faith. Quindi io mi sto vedendo con William- Spike- e volevo che tu lo sapessi. Lui vuole stare con me, ma io non sono ancora pronta. Avevo soltanto bisogno che tu lo sapessi. Sei stato sempre lì nei momenti più importanti delle mia vita, Doyle, non ti farò uscire ora” disse con un singhiozzo “Mi manchi da morire, piccolo”

    “Probabilmente ti aiuterebbe sapere la mia opinione” cominciò Faith inginocchiandosi affianco a Buffy e abbracciandola “Approvo questo ragazzo. Lo sai che avrei tenuto lontano tutti gli uomini che si sarebbero mossi vicino a Buffy. E' il mio dovere di sorella, proteggerla. Quindi ti dico fratellone, questo ragazzo le vuole davvero bene. Lo vedo. La sta trattando bene, la fa sorridere. E’ disposto a lottare per lei. E ti posso dire che gli sto rendendo la vita impossibile anche da parte tua, per via di quel soprannome”

    Buffy scoppiò a ridere tra le lacrime e strinse di più Faith.

    “Posso parlare un po’ con lui?” chiese Faith.

    “Certo, Faithy”

    “Beh, Doyle, permettimi di dirti che la settimana scorsa questo ragazzo l’ha soddisfatta abbastanza…”

    Con un sorriso Buffy, si sedette e ascoltò il discorso che Faith stava facendo a suo fratello.

    Sentiva un senso di pace. Sentiva che Doyle era lì con loro, le stava ascoltando e offrendo il suo appoggio. Un vento all’improvviso si alzò e investì Buffy, e lei capì che le stava dando al sua benedizione.

    ***

    Spike bussò leggermente alla porta di Buffy.

    Faith aprì la porta, facendogli segno di fare piano.

    “Sta bene?” bisbigliò lui.

    Faith accennò col capo “Sta bene. Siamo andate a trovare Doyle oggi”

    “Come è andata?”

    “E’ andata bene, solo tante lacrime”

    Spike accennò col capo “Mi piacerebbe un giorno andare con lei. Mi ha fatto vedere la sua foto. Un bel ragazzo”

    Faith accennò col capo con un sorriso “Lui era davvero grande. E’ stato un grande fratello per me, anche se non avevamo del tutto lo stesso sangue. E Buffy è stata la sorella che non ho mai avuto”

    “Le rubavi anche i vestiti?” la stuzzicò Spike.

    Faith ridacchiò “No, quelli no. Non ha il guardaroba che mi piace”

    “Dov’è adesso?”

    “Sta dormendo sul divano. Dopo essere passate da Doyle, siamo andate a mangiare fuori e siamo tornate a vedere un film. Si è addormentata subito. A parte il cimitero, ha avuto un gran giorno”

    “Oh?”

    Faith sorrise “Non te lo dico. Infatti, ora vado”

    Spike la salutò mentre Faith prendeva la giacca e se ne andava. Lui entrò in soggiorno, per vedere la sua ragazza addormentata sul divano. Il cuore gli si gonfiò a quella vita. Era stesa sul lato, e aveva le mani sotto la testa.

    Avanzò verso di lei e le tolse le ciocche di capelli da davanti al viso. Buffy aprì leggermente gli occhi.

    “Spike?” bisbigliò lei.

    “Sono io, luv. Stavi dormendo, volevo dere come stavi”

    Lei sorrise e strofinò i piedi insieme “Sto bene. Solo stanca. Ho avuto un gran bel giorno”

    “Non devi dirmi niente adesso. Ne parleremo domani e-“

    “No rimani” disse lei prendendogli la mano “Ti va di stare con me?”

    A Spike salì il cuore in gola “Vuoi che sto con te?”

    Lei accennò col capo “Togli i cuscini dalla mia schiena così ti puoi sistemare”

    “Piccola-“

    “Per favore”

    Lui accennò col capo, le tolse la coperta e mise sul tavolino da caffè i cuscini, poi si stese dietro di lei, abbracciandola.

    “Hai le tue medicine con te?” gli domandò.

    “Le porto sempre con me”

    “Okay. Buona notte, Spike”

    “Buona notte, Buffy. Non posso dirti quanto vuol dire questo per me”

    Lei sorrise chiudendo gli occhi e accarezzandogli la mano “Ne riparleremo domani mattina, e mi dirai tutto”

    Lui ridacchiò e si accoccolò di più dietro di lei, addormentandosi all’istante. Fu la dormita migliore della sua vita.



    Capitolo 18

    Spike si svegliò con Buffy che cercava silenziosamente e gentilmente si scivolare fuori dalla sua stretta. “Cosa stai facendo?” domandò e lei emise uno strillo, cadendo sul sedere a terra tra il divano e il tavolino da caffè.

    Lui fece capolino su di lei. “Beh, questo è quello che ottieni muovendoti di nascosto”

    Lei alzò lo sguardo su di lui e poi iniziò a ridere, una risata profonda di stomaco. Lui notò che non l'aveva mai sentita ridere così.

    Gli piaceva.

    Lei si sdraiò sulla schiena, le risa che lentamente morivano in risatine. Rapidamente, lui scivolò in basso, posando le braccia ad ogni lato della sua testa e le sorrise.

    Le risatine di lei morire ed emise un morbido sospiro, “Buon giorno”

    “'Giorno amore. Dormito bene?”

    “Si. Tu?”

    “Il miglior sonno che ho mai avuto”

    “Si, giusto”

    “No, davvero, lo è stato. Ti mentirei?”

    “Abbiamo dormito sul divano, Spike. Non hai i crampi?”

    “No. Tu?”

    “No. Ero tutta calda e accoccolata e...” sorrise, “mi piace averti qui”

    Tuffando la sua testa verso il suo collo, lui nascose il viso lì e crollò leggermente su di lei. “Gesù” imprecò.

    “Uh oh. L'ho fatto di nuovo?”

    “Fatto cosa di nuovo?” chiese lui contro la sua gola, le mani che giravano attorno al suo corpo, tirando le sue gambe per farsele avvolgere attorno.

    “Quasi fatto piangere”

    Lui ghignò contro la colonna della sua gola che stava punteggiando di baci. “Non questa volta, amore... Mi hai fatto sentire speciale”

    “Perché lo sei”

    Lui alzò gli occhi su di lei questa volta, la sua espressione tenera. “Mi hai quasi fatto voler piangere proprio ora”

    Lei sorrise ampiamente.

    “Sfacciata, cercare di farmi piangere!” ed iniziò a farle il solletico sui fianchi.

    Lei ridacchiò, cercando di proteggersi da lui. “Non sto cercando di farti piangere. Solo mi piace sapere che ho effetto su di te. Che ti tocco”

    Lui la fissò solennemente, “Tu mi tocchi più di quanto capisci, Buffy”

    Lei gli sorrise dolcemente e lo abbracciò. “Al momento non abbastanza, comunque”

    “Mmmm... Volevo sentire della tua giornata ieri--”

    “Allora non vuoi fare sesso adesso?”

    Lui rise, facendola ridere con lui. “Si, voglio fare sesso adesso. Stavo cercando di essere solidale”

    “Allora sta zitto e fà l'amore con me”

    Lui le sorrise, domandandosi se lei fosse consapevole che aveva detto 'fare l'amore' invece di 'sesso'. Fino a quel punto, lei si era sempre riferita a loro come 'fare sesso' e lui si era sempre riferito come 'fare l'amore'.

    Decise di non attirarci l'attenzione e invece fare l'amore con la sua ragazza. Iniziò tirando la sua maglietta, e lei lo aiutò ad eliminarla. Quello, in qualche modo, le diede il permesso di provare a togliere la sua. Lui le prese le mani nella sua e le baciò. “Non ancora”

    “Spike, per favore?”

    “Non ancora. Presto”

    Lei sostenne il suo sguardo per un lungo momento, un'espressione determinata negli occhi che lui non aveva mai visto prima. Gli piaceva. Tanto.

    “Prometto” le disse. “Presto”

    Lei sospirò, “Okay. Baciami?”

    “Con gioia” mormorò lui e la baciò profondamente.

    Lei gemette nel bacio e fece scivolare le mani lungo la sua schiena coperta dalla maglia, posandole sopra la cintura dei jeans. “Li voglio via” mormorò.

    Lui ghignò, “Tu sei una sfacciata”

    Lei ghignò sfrontatamente. “E autoritaria. Toglili!”

    Lui rise e si aggiustò su un fianco, allungandosi verso il bottone. Lei gli batté via le mani e si mosse così da stare sulle ginocchia. Lui la guardò, “Vuoi farlo tu?”

    Lei annuì, “Voglio farlo io. Sdraiati”

    Lui gemette, la testa che colpiva con un tonfo il tappeto orientale. “Cazzo, Buffy, cosa mi stai facendo?”

    “Pensavo l'avessimo coperto questo” mormorò lei e aprì i suoi jeans, facendo lentamente scivolare giù la lampo. “Ma in caso non stessi prestando attenzione, stiamo per 'farlo'”

    Lui ghignò con gli occhi chiusi. “'Farlo' huh?”

    “Yep. Sai... fornicare. Fare sesso. Fare l'amore”

    Lui sorrise, “Mi piace questo”

    “Quale parte?”

    “Fare l'amore” i suoi occhi si aprirono di scatto ed incontrarono i suoi verdi. “Fai l'amore con me?”

    “Sto per farlo” ronfò lei e gli tirò giù lungo le gambe i jeans e poi li tolse. “Adoro che tu vada commando” osservò lei.

    “Anche io”

    Lei si piegò su di lui e prese a pugno la sua erezione, facendo girare la lingua attorno alla punta e poi succhiandola nella sua bocca, gemendo. Le vibrazione fecero sgroppare verso l'alto i fianchi di Spike. “Dio, Buffy...”

    “Mmmm?” gemette lei di nuovo e prese un pò più di lui nella bocca.

    “Buffy, piccola, oh Dio...” balbettò lui, la testa sul tappeto, che ciondolava avanti ed indietro.

    Facendo scivolare la mano su e giù lungo la sua asta, lei succhiò dall'alto al basso, quanto poté, gemendo di quando in quando.

    “Buffy, per favore, piccola, vieni qui su”

    Sempre facendo scivolare la mano su e giù su di lui, lei alzò lo sguardo. “Non vuoi venire?”

    “Voglio venire dentro di te”

    “Beh, non puoi. Devi indossare un preservativo. Ricordami di prendere un appuntamento per il ginecologo oggi”

    “Buffy, Cristo, non ho preservativi con me”

    Lei sorrise, “Mi sottovaluti. Arriva nel cassetto del tavolino da caffé”

    Allungandosi, lui aprì il cassetto e trovò alcuni pacchetti di preservativi dentro. La guardò con finta sorpresa. “Buffy, così scandalosa!”

    Lei sorrise compiaciuta e lo prese di nuovo in bocca, facendolo boccheggiare. Togliendosela di dosso, lui la tirò su e la baciò forte.

    “Ti piace quando sono scandalosa, allora?” chiese lei in tono innocente.

    “Lo amo fottutamente!”

    Lei sorrise, “Pensavo così” E aprì un pacchetto, sistemandosi così che fosse seduta cavalcioni le sue cosce e fece scivolare il preservativo su di lui.

    Lui ghignò, allungandosi e strattonandole i pantaloni. “Ora io voglio via i tuoi”

    Sorridendo, lei si arrampicò in piedi e fece scivolare via lentamente i suoi pantaloni e lui era sicuro che lei gli stesse facendo uno spettacolo. Oziosamente, si accarezzò mentre la guardava, assorbendola, pensando che era la donna più sexy su cui avesse mai posato gli occhi.

    Quando lei fece scivolare in basso il suo perizoma, lui si leccò le labbra, si tirò a sedere, e le baciò il monticello. Ora fu il suo turno di boccheggiare.

    Ghignando, lui fece scivolare un dito lungo la sua fessura e leccò il succo via dal suo dito. Poi, l'aprì, scioccando la lingua sulla sua clitoride.

    “Spike” sospirò lei.

    “Mmmm?” gemette lui e fece scivolare un dito dentro di lei.

    “Oh Dio”

    “Maledettamente giusto” Lui le succhiò la clitoride nella bocca fino a quando le sue gambe iniziarono a tremare. Lasciò andare, leccandosi le labbra e sdraiandosi all'indietro, tirandola per i fianchi con lui. “Voglio che mi cavalchi, Buffy”

    Gli occhi di lei erano sbalorditi, pieni di desiderio, le ciglia socchiuse. Lei annuì e si sedette su di lui a cavalcioni; alzando i fianchi afferrò il suo cazzo e posizionò la sua fica sopra di lui, scivolando lentamente giù.

    Gli occhi di lui rotearono all'indietro alla sensazione di essere pienamente ricoperto dentro di lei. “Così, bello... così bello, Buffy. Ahhh...”

    “Si” sibilò lei e si alzò lentamente e poi si abbassò di nuovo lentamente.

    I suoi occhi scattarono aprendosi, occhi come fuoco blu. “Sei fantastica. Così bagnata e bollente... così stretta e...” le prese i fianchi e la guidò su e giù.

    “E?” incitò lei.

    Lui sorrise compiaciuto, “Alla mia ragazza piacciono le chiacchiere sporche, vero?”

    Lei annuì, deglutendo.

    Mettendosi a sedere, lui fermò i suoi movimenti, ma la tenne su di lei mentre si voltava così che la sua schiena fosse contro il divano. Mettendole le mani sui fianchi, fece scivolare le mani su per la sua schiena morbida e la schiacciò in avanti così che potesse depredarle la bocca con la propria. Lei iniziò a muoversi su di lui di nuovo, gemendo nel suo bacio.

    Cospargendola di baci lungo la mascella fino all'orecchio, lui le morse il lobo e mormorò. “Voglio che mi cavalchi al maledetto galoppo, Buffy. Sentire la tua dolce, bollente fica tutta attorno a me. Voglio che tu copra il mio cazzo con il tuo succo”

    Lei iniziò ad andare più veloce, saltando su e giù su di lui.

    “E' giusto, Buffy, cavalcami. Ti piace il mio cazzo dentro di te? Ti piace sentirlo tutto dentro di te?” lui stava boccheggiando ora, così incredibilmente vicino a lasciarsi andare. Avendo bisogno di lei con lui, si allungò tra di loro e iniziò a massaggiarle la clitoride. “Ci siamo piccola. Ci siamo. Cavalcami, prendimi tutto dentro... Cazzo, Buffy, fottimi forte”

    Questo fu il limite. Le sue pareti gli spremettero via la vita e lei urlò il suo nome, venendo forte e tutta attorno a lui come aveva richiesto. Lui venne con lei, ruggendo il suo nome e mordendole la spalla mentre lei affondava le unghie nelle sue spalle, muovendosi ancora su e giù su di lui, cavalcando il suo orgasmo.

    Lui la premette a sé, stringendola forte contro di lui, ansimando per l'intenso piacere che lei gli aveva appena dato. Un leggero lustro di sudore la copriva e lui sapeva di essere coperto allo stesso modo. Alzandole la testa alla propria, la baciò languidamente. Le sorrise, probabilmente come un maledetto idiota.

    Lei gli sorrise e nascose il viso nel suo collo, emettendo uno sbuffo d'aria, facendolo rabbrividire. Accarezzandole la schiena, lui disse sperimentalmente. “Buffy?”

    “Si?”

    “Posso dirti una cosa?”

    “Certo”

    Lui pensò a far sì che lei lo guardasse, ma alla fine, aveva più coraggio a dirlo se lei non lo guardava. “Mi sto sentendo in questo modo da un pò ora quindi non voglio che pensi che lo sto dicendo solo perché mi hai appena fatto vedere la maledetta via lattea”

    Lei ridacchiò, “So che non dici cose solo per dirle, Spike”

    “Sai cosa sto per dire?” chiese lui cautamente, premendole un bacio sulla fronte.

    “Penso di si”

    “Buffy” iniziò lui e poi si fermò.

    “E' okay” gli disse lei e alzò la testa, fissandolo, “Penso di essere pronta a sentirlo. Non pensavo lo sarei stata ma-”

    “Ti amo, Buffy. Sono innamorato di te”

    Lei sorrise, “Gra-”

    “Non ringraziarmi” disse lui con voce roca. “Non ringraziarmi per questo”

    Lei annuì, “Okay”

    “Ed aspetterò, Buffy. Aspetterò per sempre se devo, per sentirti dirlo in risposta. O per niente. Anche se non puoi dirlo in risposta, solo lasciare che io ti ami è abbastanza”

    “Spike-”

    Lui le premette le labbra sulle sue. “Ssshhh. Nessuna pressione”

    “Posso ringraziarti per questo?” chiese lei timidamente.

    Lui annuì, “Si. È accettabile”

    Avvolgendogli le braccia attorno, lei lo abbracciò forte. “Grazie per essere così meraviglioso e speciale”

    E lui quasi pianse questa volta.


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    Capitolo 19

    “Avanti raccontami qualcosa di ieri, tesoro” disse Spike tenendo Buffy, che era ancora a gambe divaricate sul suo grembo, dentro di lui.

    Era così naturale, pensò.

    Lei mise la testa sulla sua spalla e gli raccontò tutto, anche della sua visita alla galleria.

    “E sai cosa ho pensato?” disse lei, mentre finiva la sua storia “Ho pensato al perché tu ti sei sempre arrabbiato con Anya quando mi trattava con i guanti. Ho pensato ‘Spike sarebbe orgoglioso di me, sarebbe felice che sto andando avanti’”

    Lui sorrise stringendola ancora di più a sé. Le baciò una spalla, sentendo tutto il suo amore per lei.

    Lei lo aveva pensato. In quel momento, lei aveva pensato a lui.

    “Sono orgoglioso di te, gattina. Molto orgoglioso. Come ti senti?”

    “Bene, davvero bene”

    “Sono contento. Tu non sei debole, lo sai”

    Lei accennò col capo “Lo so. Beh o almeno lo sto capendo” lei alzò lo sguardo e gli sorrise dolcemente.

    Lui la baciò dolcemente “Ti amo, gattina. Ti amo così tanto” mormorò sulle sue labbra prima di baciarla di nuovo.

    “Sei mai stato innamorato, Spike?”

    “No. Sei la prima” e l’ultima, aggiunse nella sua testa.

    “Com’è possibile? Devi aver avuto un primo amore”

    “Sono stato infatuato, ma mai innamorato. Non ho mai sentito quello che provo con te”

    “Ah quindi tocchi è basta?” ridacchiò lei, tracciando i suoi zigomi con la punta del dito.

    Lui sorrise dolcemente e le baciò la punta del dito, quando lei gli tracciò la bocca “Beh” cominciò lui “mi sono sempre sentito incompleto, finché non ho visto l’oggetto dei miei sogni. Da quando ti ho visto quel pomeriggio, sono diventato matto. Sei nella mia mente, Buffy” disse con voce rauca continuando a baciarle il dito “Tutto quello a cui penso sei tu, tutto quello di cui mi preoccupo sei tu, mi chiedo sempre cosa stai facendo. Se qualcuno ti fa del male, e io dovrò strozzarlo perché sta facendo del male alla mia ragazza. Il poterti vedere e non poterti toccare, mi stava uccidendo. Quando sento la tua voce mi tremano le ginocchia”

    Buffy seppellì la testa nel suo collo e implorò “Oh, per favore basta”

    Spike si tese “Perché? Ho detto qualcosa di spagliato?”

    Lei gli fece correre la mano giù per il braccio, per calmarlo “No, Spike. Quello che hai detto va bene. Ma …mi ha-“

    “Toccato?”

    “Si” respirò lei.

    “Buffy, e tu- voglio dire prima di Doyle-“

    “E’ stato il mio primo” disse leggermente.

    “In, um, tutto?” chiese lui timidamente.

    “No c’è stato uno stupido al liceo, ma è stato il mio primo. Ma come te, non mi sono innamorata prima di incontrare Doyle”

    Lui non voleva tirare in mezzo Doyle, mentre erano ancora uniti, ma doveva sapere.

    “Spike?”

    “Si, piccola?”

    “Quando di toglierai la camicia?”

    “Buffy…” sospirò lui.

    Lei alzò lo sguardo a guardarlo “Per favore? Io condivido tutto con te, voglio che anche tu condivida tutto con me”

    “Io condivido tutto con te, Buffy” rispose lui

    “Per favore, permettimi di vederla”

    “Perché?”

    “Perché ho la sensazione che tu non hai pienamente fiducia in me. O in te stesso. Siamo qui a sostenerci a vicenda, giusto?”

    Lui accennò col capo.

    “Allora fammela vedere non vergognarti”

    “Buffy-“

    “Per favore?”

    Sospirando pesantemente, lui la fissò, aveva uno sguardo pieno di determinazione mischiato a bisogno. Valeva molto per lei, e lui come poteva negare qualcosa alla donna che amava?

    Aveva bisogno di dividerlo con lei, mostrargli qualcosa che era molto importante.

    “Abbi fiducia in me” bisbigliò lei.

    Lui la baciò con disperazione, come se quella fosse l’ultima volta in cui lei lo avrebbe toccato. Scosse la testa sgridandosi per averlo pensato. Buffy non era così poco profonda. Non avrebbe insistito tanto se non fosse stato importante.
    Con quel pensiero nella mente, si alzò la camicia. Chiuse gli occhi lanciandola di lato, impaurito da quello che avrebbe visto nei suoi occhi.

    “Spike, apri gli occhi” bisbigliò lei.

    Lui lì aprì lentamente e la trovò che gli stava sorridendo “Guardami” gli disse.

    Lui la guardò e la vide tracciare affascinata con la punta delle dita, e poi disseminandola di baci - la sua cicatrice.

    Aveva sempre pensato che la cicatrice non fosse nulla di speciale, ma Buffy la faceva sentire tale.

    Vedendola baciare la sua cicatrice, i suoi occhi si riempirono di lacrime “Buffy”ansimò.

    Lei lo guardò con la bocca sul suo petto “Bella”

    Le lacrime iniziarono a scendergli e lui non riuscì a fermarle. Mentre piangeva un pensiero gli passò per la testa, si stava pulendo. Stava pulendo i vecchi stereotipi che si era imposto.

    Lei gli stava baciando via tutto quello che aveva pensato. Ora lui piangeva a singhiozzi senza riuscire a fermarsi. L’abbracciò stretta, facendole schiacciare i seni contro il torace.

    Dio, si sentiva così disperato.

    “Ti ho preso” disse attraverso le lacrime “Ti ho preso”

    Lei lo strinse a sé mentre lui piangeva, parlandogli a bassa voce, dicendogli quanto era bello.

    Buffy gli prese la faccia tra le mani, e lui la baciò con passione. Aveva bisogno disperatamente di lei.

    Lei si mosse lentamente con lui, languidamente, andando verso il paradiso velocemente.

    Spike la mise sul pavimento e lei gli fece correre le mani sul torace nudo, tracciando con la punta delle dita sulla cicatrice.

    Il loro orgasmo arrivò insieme cogliendoli di sorpresa, e Spike continuò a tempestarle il viso di baci, mormorando quanto lo facesse sentire, e quanto l’amava, e quanto aveva bisogno di lei.

    Lei continuava a mormorargli ‘si, si, si’

    Rimasero sul pavimento, intrecciati nel loro amore.

    Nessuno dei due si accorse di Anya che lì fissava con la bocca spalancata.



    Capitolo 20

    “Cosa – come – perché – Che diavolo state facendo?” urlò Anya.

    Gli occhi di Buffy si allargarono e alzò lo sguardo su William i cui occhi erano altrettanti allargati. Erano gelati, incapaci di muoversi. Poi, come polli con le teste tagliate, si affannarono a raccogliere i loro vestiti.

    Anya era lì in piedi, che li guardava a bocca aperta. “Voi-voi-” lei li additò, la voce ad un tono alto.

    “Anya, la smetteresti? Solo i cani possono sentirti adesso” le disse Spike, allungandosi e poi infilandosi velocemente i pantaloni, e chiudendoli.

    “Tu-tu sei senza camicia – cos'è quella?” disse lei indicando la sua cicatrice.

    Velocemente, lui si infilò la maglietta, ignorandola. Buffy, essendosi vestita a tempo di record, si mise in piedi di fronte a lui. “Anya, ascolta-”

    “Ascolta? Tu vuoi che io ascolti?” lei rise maniacalmente e la fissò freddamente. “Puttana!” schiaffeggiò Buffy sul viso, facendola sobbalzare, lei rimase lì, con gli occhi spalancati e la mano sulla guancia. La sua guancia era calda. Avrebbe lasciato il segno.

    “Non osare colpirla!” rombò Spike.

    “Non dirmi cosa fare, bastardo” ringhiò Anya, concentrando ora la sua ira su Spike. Lo additò, “E' per questo che hai rotto con me vero? Dio! Avrei dovuto saperlo. Il modo in cui volevi sempre passare il tempo con lei, venire qui a trovarla. E io che penavo che fossi gentile con lei per me. Allora, cos'era? Avevi bisogno di sangue fresco? Hai immaginato che la vedova bisognosa fosse la strada giusta?”

    “Lei non è bisognosa!” urlò Spike, “E se lo è, allora non lo è più di quanto lo sia io, Anya”

    “Non l'abbiamo pianificato, Anya. È solo che è accaduto” disse Buffy piano.

    “Quanto fottutamente banale è? 'E' solo che è accaduto’?” Anya la fissò.

    “Anya, so che sei sconvolta adesso e non volevo che lo scoprissi così-” Buffy iniziò ad allungarsi verso di lei e Anya le schiaffeggiò la mano.

    “Non toccarmi! Come hai potuto farmi questo? Si suppone che io sia la tua migliore amica. Ero lì per te quando tuo marito è morto – Cosa direbbe lui huh? Cosa direbbe Doyle se sapesse che stai scopando il mio ragazzo!”

    “Non sono il tuo ragazzo, Anya” disse Spike in tono profondo. “Se solo ascoltassi-”

    “No. non voglio ascoltare-”

    “Anya per favore” implorò Buffy, gli occhi che si riempivano di lacrime. “Non volevo ferirti. Non ho mai voluto ferirti. Non ho pianificato che questo accadesse”

    “Ma non ti ha fermato dal farlo, vero? Tu solo... cos'era, Buffy?”

    “Noi ci capiamo l'un l'altro-” iniziò Buffy.

    Anya rise di nuovo. “Oh per favore!” Incontrando i suoi occhi, lei disse in tono basso, “L'unica cosa che lui ha dovuto capire era quanto tu fossi fottutamente patetica. Sei, in realtà. Povera piccola Buffy che non sa prendersi cura di sestessa. Povera piccola Buffy che piange tutto il giorno e non ha nessuno che la ami. Non più comunque. Guardati! Hai pianto per lui, Buffy? Hai singhiozzato i tuoi piccoli occhi così che si sentisse dispiaciuto per te? È così che l'hai fatto? Forse dovrei provarlo in futuro. Gli dirò solamente che sono una vedova addolorata e indifesa e aprirò le cascate. Come hai potuto farlo Buffy? Dio, cosa direbbe Doyle? Direbbe che sei disgustosa, ecco cosa direbbe”

    Il labbro inferiore di Buffy tremò e le lacrime si versarono.

    “Ci siamo, piangi!” urlò Anya, gli occhi folli di malato piacere.

    Spike fece un passo avanti, “Smettila adesso, Anya. Penso che sarebbe meglio se te ne andassi”

    “Oh, e l'hai anche preso al guinzaglio. Che dolce” lei scosse la testa ed emise un lamento di disgusto. “Voi due vi meritate a vicenda” Iniziò ad andare via e poi si fermò e si voltò. “Ho solo bisogno di sapere? Quando? Quando sei venuto qui a sistemarle le 'siepi'?”

    “Dopo che abbiamo rotto, Anya” le disse lui. “Ora va”

    “Non ti credo. E non dirmi cosa fare! Dato che sono io quella a cui hanno mentito-”

    “Vattene via!” le urlò Spike così forte, che Buffy saltò per lo stupore.

    Senza un'altra parola, Anya se ne andò a grandi passi, sbattendo la porta dietro di lei così forte che la casa tremò.

    “Buffy?” mormorò Spike, “Buffy, guardami” domandò lui gentilmente, in piedi di fronte a lei.

    Lei alzò gli occhi su di lui, “Ho fatto una cosa cattiva” mormorò lei.

    “Buffy” lui scosse la testa, “No, piccola, tu-”

    “No, l'ho fatta. L'ho fatta sul serio. L'ho ferita. Non volevo ferirla, ma l'ho fatto. Avrei dovuto smettere. Avrei dovuto... avrei dovuto smettere. Avrei dovuto provare a farti tornare con lei invece di... invece di fare sesso con te su una macchina! Oh Dio!” lei si allontanò da lui, scuotendo la testa. “Non mi perdonerà mai ora. Mai” si voltò verso di lui. “Te l'avevo detto, te l'avevo detto che sarebbe successo!”

    Spike rimase in piedi lì, a fissarla, lasciandola gridare e cercando di non urlare che loro erano felici prima che Anya entrasse. Che lei era stata felice negliultimi giorni e di ricordare la connessione che sentivano l'uno all'altro – la connessione che Anya aveva fondamentalmente fatto a brandelli; la connessione che Anya aveva manipolato in modo tale che sembrasse di scarso valore e sbagliata. Come poteva essere sbagliata? Lui era innamorato! Come poteva essere quello sbagliato?

    “Cosa ha detto Doyle ieri, Buffy?” spiattellò lui.

    Lei si fermò nel suo vociare. “Cosa?”

    “Cosa ha detto quando gli hai detto di noi?”

    Lei deglutì, “Lui-lui era felice per me”

    “L'hai sentito allora? Che lui era felice per te-”

    “L'ho sentito darci la sua benedizione” mormorò lei. “So che sembra pazzesco-”

    “Non sembra pazzesco. Io parlo con i miei genitori tutto il tempo”

    Lei lo guardò, sbigottita. “Davvero?”

    Lui annuì, “Mi sento anche sempre meglio dopo aver parlato con loro. Non è da matti pensare che i nostri amati siano ancora lì in qualche veste; che prestano attenzione a quello che stiamo attraversando, e che si prendono il tempo di ascoltare quando noi abbiamo bisogno che loro ci sentano, e ci danno consigli quando abbiamo bisogno di essere consigliati. Gli ho detto di te; gliel'ho detto prima che ti mostrassi la loro foto”

    “Davvero?”

    Lui annuì.

    “Cosa- cosa hanno detto? Cosa gli hai detto?”

    “Che ho incontrato questa donna fantastica e che sento per lei cose che non ho mai sentito prima. Gli ho detto che hai perso tuo marito e che eri la migliore amica di Anya. Gli ho detto come Anya fosse la ragazza con cui stavo uscendo, ma che non riuscivo a smettere di pensare a te e di sentire cose per te”

    “Io- io ho detto a Doyle di come tu eri il ragazzo di Anya quando ti ho conosciuto”

    “Cosa pensi lui pensi, Buffy? Pensi che condivida le opinioni di Anya?”

    “Quali?”

    “Tutte”

    “No”

    “Tu ci credi?”

    “Che mi stai usando perché sono una 'cosa sicura'?”

    Lui annuì.

    “No” mormorò lei.

    “Sai cosa mi hanno detto di fare i miei genitori?”

    Lei piegò la testa di lato interrogativa.

    “Mi hanno detto di rompere con Anya”

    “Doyle non è stato così affabile con i consigli” disse Buffy seccamente, guardando altrove rispetto a lui.

    “Eravamo felici prima che arrivasse” evidenziò lui dolcemente.

    “Ma lei è arrivata” lei tornò a guardarlo, “Avevi ragione. Avrei dovuto dirglielo”

    “E lei probabilmente avrebbe detto le stesse orribili cose”

    “Si, questo è vero. Comunque, entrare mentre noi eravamo nel dopo non è stata la cosa migliore da vedere per lei”

    “Concordo, ma – Buffy, devi davvero chiudere a chiave quella porta”

    Lei iniziò a ridacchiare e lui avrebbe potuto dire che lei non voleva sul serio farlo, probabilmente sentiva che non ne aveva diritto, ma ci rinunciò e ridacchiò lo stesso.

    “Ha una chiave”

    Prendendo un profondo respiro, lui si massaggiò il retro della testa, “Qualcosa mi dice che o dovrai riprenderti quella chiave, o puoi guardare per far cambiare le serrature. Ha un carattere volubile, nel caso non ne fossi a conoscenza”

    “E' stata mia amica da anni adesso, sono a conoscenza del suo carattere. Una volta ha minacciato Doyle con un coltello da cucina dopo che abbiamo litigato. Lei glielo ha davvero puntato contro e gli ha detto di non farmi piangere mai più. Lui è stato debitamente spaventato”

    “Nient'affatto psicotica” disse Spike, con tono monotono.

    “E'... è sbagliato che mi stia arrabbiando?” chiese lei, incerta.

    “Sempre che non sia con me”

    “No, per quello che lei ha detto. Riguardo me” Un battito. “Pensi sia possibile aver rimossi i condotti lacrimali?”

    Ora lui non poté evitarlo, Spike iniziò a ridere ad alta voce. “Non penso, passerotto”

    “Sono una piagnucolona” mormorò lei, guardando cupa il pavimento.

    “Perché la stai ad ascoltare?” chiese lui con un sospiro. “Pensavo avessimo concordato di non credere a quello che ha detto”

    “Ma io piango tanto!”

    “Salve, sei stata qui in questi ultimi giorni? Donna, hai fatto piangere anche me!”

    “Perché io piango tanto, era destinato a passare a te!”

    “Non sono d'accordo. E' avvenuta stata parecchia roba emotiva qui-”

    “Già, perché la piagnucolona non riusciva a fronteggiare niente!” esclamò lei, buttando in alto le braccia. “Tu dici 'ciao' e io singhiozzo. Qualcuno dice 'Doyle' e sono un disastro. Io piango letteralmente alla caduta di un cappello” Lo indicò, “Quindi non osare dire che piangi quanto lo faccio io. Tu non piangi come faccio io” Indicò se stessa. “Dovrei essere secca a quest'ora!”

    Si fissarono l'un l'altro, boccheggiando alla ricerca d'aria per tutto il gridare, e poi scoppiarono a ridere.

    “Stiamo davvero litigando per il piangere?” chiese lei attraverso le risa.

    Lui annuì, “Penso di si”

    “Ora sto piangendo perché sto ridendo troppo forte. Non posso vincere!”

    Spike rise più forte. Quando si furono calmati, Spike la guardò, “Buffy?”

    “Mmmm?”

    “Non mi scaricherai, vero?”

    Lei incontrò i suoi occhi. “Non ti mentirò, Spike. Mi sento in colpa. Molto. ma...” scosse la testa in modo impotente, “Non riesco a smettere di voler stare con te”

    “Puoi venire qui allora? Perché non sei stata nelle mie braccia da quando-” non riuscì mai a finire la frase perché Buffy si precipitò nelle sue braccia, facendoli quasi cadere per la forza del suo affondo.

    Lui la tenne saldamente. “Lei aveva sbagliato su molte cose, Buffy, e in particolare su una”

    Lei alzò lo sguardo su di lui, “Quale?” chiese lei, perplessa.

    “Ha detto che non avevi nessuno che ti amasse”

    Buffy sorrise.

    “Io ti amo” mormorò lui.

    “Spike?”

    “Mmmm?”

    “Sono un pò preoccupata dell'Uragano Anya”

    “Spaventata da quello che farà?”

    “Si” disse lei contro il suo torace. “Pensi che col tempo lei... mi perdonerebbe?”

    “Non so, Buffy, proprio non lo so”

    “Forse le darò alcuni giorni e poi cercherò di parlare con lei”

    “Puoi assicurarti di stare lontano da oggetti taglienti, per favore?”

    “Forse in pubblico?”

    “Così che possa umiliarti pubblicamente? Perché non aspetti un pò, eh? Sono sicuro che sia al telefono ora con Jerry Springer-”

    Lei lo schiaffeggiò e rise, “Sei cattivo!”

    “Il più cattivo piccola” disse lui e la guardò, rimboccando la lingua dietro i denti davanti.

    “Beh, ho in progetto di parlare con lei. Devo sistemarlo in qualche modo”

    “E se non puoi?”

    Lei alzò gli occhi su di lui tristemente. “Allora ho perso la mia migliore amica”



    Capitolo 21

    Buffy camminò dentro la galleria. Sicuramente Anya era già passata a dire tutto.

    Willow uscì dall’ufficio proprio quando Buffy entrò “Ciao” la salutò.

    “Anya è stata qui, huh?” mormorò Buffy con un cenno della testa.

    “Ha chiamato”

    “Mi odi?”

    “No, Buffy-“

    “Non fingere solo perché lavori per me. Sii onesta. Non ti licenzierò o altro. Sei la mia amica, quindi dimmi cosa pensi.”

    Prendendo un respiro profondo Willow scoppiò “Buffy non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere!”

    Buffy sospirò “Non- è come sembra”

    “Cosa è successo? Puoi dirmelo?”

    “Qual è stata la versione di Anya?”

    “Che tu e Spike ve la facevate anche quando erano ancora insieme”

    “Spike le ha spiegato che non era così” mormorò Buffy.

    “Beh non gli ha creduto”

    “Evidentemente”

    “Ti sto solo dicendo quello che mi ha detto”

    “Mi dispiace, non volevo sembrare arrabbiata- non ho nessun diritto di essere arrabbiata, no? Beh non è completamente vero. Avresti dovuto sentire quello che mi ha urlato!”

    Willow la fissò.

    “Mi sembra di essere tornata al liceo” sospirò Buffy “Mi nascondo e giustifico le miei azioni”

    “Beh io sono tua amica, quindi penso che puoi tornare al liceo finché ci sono in giro io”

    Buffy accennò col capo “Ci sediamo?”

    “Certo. Ho appena fatto delle focaccine, ciambelle e caffè. Vuoi?”

    “Si, grazie”

    Willow rise “Cosa vuoi?”

    “Portiamo tutto. Aspetta ti aiuto”

    *****

    “Quindi vi siete baciati, quando lui stava ancora con Anya?” chiese Willow, studiando pensierosamente Buffy.

    “Si, ma l’ho fermato- beh, la prima volta. La seconda volta mi ha colto di sorpresa”

    “Poi tu l’hai baciato ammettendo che provavi qualcosa per lui”

    “Si” fece un cenno con la testa Buffy mordendo la cima della sua focaccina.

    “E poi ti sei sentita colpevole per Doyle e Anya, e gli hai detto che dovevate finila, e lui è venuto da te quella notte”

    “Si”

    Willow sospirò “Buffy… non ti mentirò. Sei stata troppo avventata. Voglio dire, il cadavere della loro relazione non era ancora freddo e voi due-“

    “Si” saltò su Buffy fermandola “Lo so. Ma non sono riuscita a fermare i sentimenti per lui, Wills. Non volevo. Principalmente per Doyle, ma anche per la lealtà che sentivo nei confronti di Anya”

    “E perché non gliel’hai chiesto? Potevi solo dirle ‘Ehy, provo qualcosa per Spike, posso chiedergli di uscire?’”

    “Non ci ho pensato”

    “Buffy, ti ho osservato per molto tempo. E ho visto come eri distrutta. Ieri, ho notato che eri cambiata. Spike ha fatto di te una persona nuova, e allora cosa posso dire? Anya è davvero sconvolta, ma poi guardo te e ti vedo felice”

    “Quella è stata una coperta per proteggere i suoi sentimenti” mormorò Buffy “Lei pensava davvero che lui fosse quel ‘LUI’”

    “Si, ma lei è Anya. Sai che fa diventare romantiche le relazioni quando sono finite”

    “Questo è vero”

    “E ad essere sincera, credo sia il suo orgoglio ad essere ferito in questo momento, più di ogni altra cosa”

    “Ha il diritto di essere arrabbiata con me per averglielo nascosto. E perché si è sentita tradita, anche se si erano lasciati- Argh!”

    “Le gradazioni di grigio sono davvero rompiscatole”

    Buffy accennò col capo “Si, abbastanza. Sono una specie di 'altra donna’?”

    “Non credo. Lei sa che vi siete baciati quando stavano insieme?”

    “Non credo che questo l’aiuterebbe, Will”

    “Mi dispiace. Ma, Buffy le cose che ti ha detto Anya erano cattive. Anche per lei. Voglio dire… Sapeva bene che tu piangevi per Doyle tutte le sere, no? Era presente, sapeva bene anche com’era il tuo rapporto con lui, sapeva quanto vi amavate. Dire quelle cose su voi due non è stato bello. Era crudele. Hai ogni diritto di essere sconvolta”

    “Sto bene, si sono arrabbiata con lei ma… Sarei stata gentile se le parti fossero state ribaltate?”

    “Buffy, so che se le parti fossero state ribaltare, non avresti mai usato il dolore di qualcuno contro di lui. E’ un'azione riprovevole”

    “Ma lei ha ragione”

    “Buffy, smettila di difenderla!” l’ammonì Willow.

    Buffy alzò le mani in segno di resa “Mi dispiace, ma non posso evitarlo! Un secondo prima sono arrabbiata con lei e vorrei strangolarla, e il momento dopo credo di meritarmi tutto questo” prese un profondo respiro “Penso che il mio cervello sia molto confuso in questo momento. Voglio dire c'è molto di più che bianco e nero, no? Magari una sfumatura di grigio?”

    Willow sorrise furba “E’ un modo carino per dire che stai per ricominciare a lavorare?”

    Buffy sorrise radiosa “Yup!”

    *****

    “Non posso crederci, Spike. E’ successo davvero” disse sinceramente Buffy più tardi. Attualmente era seduta a gamba incrociate di fronte a lui, sul tappeto orientale- o come lo chiamava lei in quel momento ‘la scena del crimine’- e Spike era dietro di lei, contro il divano e le stava facendo un massaggio.

    “Quindi credi che Anya abbia già raccontato in giro? Per quello al supermercato la…”

    “La signorina Leary”

    “La signorina Leary ti ha fatto tsk?”

    “Si” accennò col capo “Mi ha guardato e mi ha fatto tsk!!”

    “Beh ha visto la tua scatola di preservativi, e ha pensato a quello che gli ha detto Anya, no?”

    “Oh, beh, non ci avevo pensato” disse Buffy, abbassando le spalle, capendo il punto di Spike. Poi si tese di nuovo “Beh, non mi interessa, io vado a comprare i preservativi dove voglio per fare l’amore con il fidanzato di Anya!”

    “Ex ragazzo” le bisbigliò lui all’orecchio.

    Rabbrividendo lei accennò col capo “Si, vero. Ex”

    “Ricordatelo per favore. Io e Anya non torneremo mai insieme. Io voglio stare con te”

    Buffy sbadigliò “Camminerò a testa alta. Possono dire quello che vogliono, non mi interessa”

    Lui ridacchiò “Si che ti interessa”

    Lei gli schiaffeggiò la gamba “Zitto tu!”

    Lui l’abbraccio mettendo la testa sul suo collo “L’affronteremo insieme. Prenderò a calci ogni sedere che si permetterà di dire qualcosa su di noi, Buffy. E dirò in giro che Anya è una bugiarda”

    “No, per favore non farlo. Permettimi di uscirne da sola. Per favore?”

    Lui sospirò “Va bene. Solo per te però”

    “Grazie. Ho già avuto abbastanza persone che provavano ad aiutarmi, Spike. Ma credo sia arrivato il momento di condurre la battaglia da sola. Permettimi di provare. Come suona?”

    Baciandole il collo mormorò “Dannatamente perfetto. Ehy, ho una domanda”

    “Cosa?”

    “Possiamo andare a letto ora?”

    Lei rise “Oh astuto, signor Gardner”

    “Quello è il mio nome professionale, piccola. Quindi… camera da letto?”

    “Uh, io, uh, sicuro. Stanza degli ospiti?” gli chiese alzandosi in piedi.

    Lui alzò un sopracciglio. Poi capì “Oh, certo”

    “Va bene per te… voglio dire non credo di essere pronta. La mia camera da letto è…”

    “La tua camera con Doyle”

    “Si. Va bene per te vero?” chiese timidamente lei.

    “Certo, piccola. Va benissimo” per enfatizzare la cosa la tirò di nuovo su di sé, facendola sedere sul suo grembo, baciandola “C’è qualche opportunità che ci siano dei preservativi lì?”

    “Non ancora” rise lei “Ma possiamo rimediare”

    “Dio metterai i preservativi in ogni dannata stanza!” ringhiò lui mordicchiandogli il labbro inferiore “Vieni, amore. Voglio fare l’amore con te, prima che mi svieni addosso”

    “Oh, come sei romantico” ridacchiò lei.

    Lui ghignò “Aspetta un pò, Buffy. Non ho tirato fuori le miei grandi armi”

    Lei gettò uno sguardo al cavallo dei suoi pantaloni “Credo di conoscerlo bene”

    “Sfacciata”

    “Ovvio!” rise lei alzandosi in piedi “Prendimi se ci riesci!” e salì velocemente i gradini, mentre Spike si alzava per rincorrerla.



    Capitolo 22

    “Avrò bisogno del catering per la mostra” rifletté Buffy con Spike la mattina seguente mentre erano sdraiti nella stanza degli ospiti, braccia aggrovigliate.

    Sfiorandole i capelli attraverso le dita lui mormorò, “Mmm... questo significa che devi parlare con Anya?”

    Lei annuì.

    “O prendere un altro catering?”

    “Beh, è tipo una situazione in cui nessuno vince, penso” disse lei, alzando gli occhi nei suoi cerulei e trovandosi a perdersi.

    Lui ghignò leggermente, “Dannata se lo fai e dannata se non lo fai?”

    “Giusto. Da una parte sarà arrabbiata e penserà che corro via con la coda tra le gambe se non le chiedo di farlo, dall'altra parte probabilmente penserà che sono matta a chiederglielo”

    “Ti importa?”

    “Di quale?”

    “Entrambe?”

    Lei corrugò leggermente la fronte, “So che a te no”

    “Beh, no”

    “Ma si, mi importa. Voglio dire... Si, sono arrabbiata con lei per le cose che ha detto, ma Spike... ha attaccato. Era arrabbiata con me e io l'ho colpita dove fa male-”

    “Che sarei io?”

    “Giusto”

    “Permettimi di non essere d'accordo”

    Lei lo guardò incredula. “Come puoi non essere d'accordo su questo?”

    “Perché Anya è egoista. Deve essere il centro dell'attenzione e deve essere colei che tutti amano e adorano. Deve essere guardata e crede di essere una Dea e che tutti dovremmo adorarla-”

    “Quindi, cos'è che stai cercando di dire?” chiese Buffy, perplessa.

    Lui le pizzicò il naso “Se mi lasci finire...”

    Lei rise “Scusa. Va avanti”

    Lui le sorrise con amore, “Era il suo orgoglio che era più ferito. Da qualche parte nella sua mente stava sperando che io stessi rimpiangendo di aver rotto con lei e che mi struggessi per lei. Scoprire che non solo non la stavo pensando e che ero andato avanti-”

    “Con la vedova” fornì dolcemente Buffy.

    “Tuttavia” continuò lui, “penso anche che sia gelosa di me riguardo te”

    Lei era totalmente confusa ora. “Non è quello che abbiamo appena detto?”

    “No. Lasciami spiegare meglio” ridacchiò lui.

    Lei sorrise in maniera abbagliante, “Per favore fallo”

    “Dopo che Doyle è morto, era lei quella da cui dipendevi. Avevi bisogno di lei e Anya prospera sull'essere desiderata e sulla dipendenza. Le dà una spinta e non tutte le cose che fa sono per gentilezza di cuore per quanto riguarda il suo 'dare'-”

    Lei si tirò indietro, “Stai dicendo che ha avuto una spinta dalla mia sofferenza perché dipendevo da lei?”

    “Si. Era il saggio guru. Quello da cui andavi per avere risposte; per tutto, giusto?”

    “Già” disse lei lentamente, non piacendole dove stava andando il discorso.

    “L'intero disastro con Riley e il cercare sempre di controllarti in qualche modo-”

    Lei aprì la bocca per discutere e lui la interruppe con un dito premuto sulle labbra.

    “Aspetta, lasciami finire. Se fosse giustificato o no, o bisognoso o no, il che capisco che tante volte lo era – Anya ha costruito nella sua mente che tu non possa funzionare senza di lei. Ti tratta più come una bambina alle volte che come una donna adulta che ha solo bisogno di un po' di comprensione e supporto. Proprio come hai detto fa con le-”

    “Con le coccole” mormorò Buffy, annuendo in accordo.

    “Giusto. Quindi ora, ti vede che non hai altrettanto bisogno di lei come prima – o affatto”

    “Lei era – è – la mia migliore amica, Spike”

    Lui mise il broncio, “Non posso essere io il tuo migliore amico? Tu sei la mia”

    Lei sorrise gentilmente, “Grazie. Tu sei mio amico, si, ma le migliori amiche di una donna sono poche e lontane-”

    “Il tuo migliore amico maschio allora?”

    Lei rise e lo baciò velocemente prima di tornare di nuovo seria. “Quindi pensi che parte della ragione per cui è così sconvolta è perché ho trovato qualcun altro a – a – cui appoggiarmi?”

    “Buffy, tu non 'appoggi' solo a me” le disse lui fermamente. “E se lo fai, allora è tutta parte del pacchetto e io mi appoggio a te altrettanto. Ma non è così. Noi non siamo così”

    Lei sorrise, “Lo so” e lisciò con la mano un lato del suo viso.

    “Davvero? Perché Buffy... non sei debole come pensi di essere”

    “Così continui a dire”

    “E continuerò a dirlo fino a quando mi crederai. Fino a quando lo vedrai da te”

    “Mi sento meglio di quanto facessi da tempo” lei sorrise compiaciuta, “Ma pensavo che forse avesse a che fare con il fantastico sesso”

    Lui ghignò, “Fantastico, huh?”

    Lei rise e si lanciò su di lui, accoccolando la testa sotto il suo mento e avvolgendogli le braccia attorno.

    “Ti senti meglio” le disse lui con voce roca, baciandole la sommità della testa, “Perché stai mettendo i piedi a terra. Ti senti più forte, vero?”

    “Molto”

    “E io non ho niente a che fare con questo-”

    La testa di lei scattò in alto, quasi colpendolo sul mento e lui si sollevò leggermente all'indietro. “No” lo rimproverò lei. “Tu hai molto a che fare con questo”

    “La galleria era tutta tua, piccola”

    “Ma... tu hai qualcosa a che farci. Anya ha cercato di farmi tornare, davvero e io non volevo farne parte. C'è voluta una scintilla – tu mi hai aiutato a ridarmi qualcosa indietro che mi mancava e che non sapevo cosa fosse-”

    “Amore” mormorò lui, posando la fronte contro la sua.

    “Anya mi ama - amava-”

    “Lei è anche una ragazzetta egoista che si sarebbe voltata e avrebbe detto 'Non sei felice che io ti abbia fatta tornare? Non saresti stata in grado di farlo senza di me'”

    “Beh, questo è esagerare, non avrebbe detto quest'ultima parte-”

    “Okay, beh, forse non l'avrebbe detta in chiaro, ma ci avrebbe alluso; avrebbe comunque trovato un modo per farti sentire come se non avessi potuto farlo senza di lei. Io non ti ho mai detto di tornare Buffy. Hai fatto tutto da sola. Hai visto il bisogno di tornare e prenderti cura di qualcosa. L'hai visto tutto da sola”

    “Beh, hai alluso al fatto che lei mi coccolava e cercava di controllarmi” ragionò Buffy.

    “Ma non mi hai mai creduto. Non ho fatto niente tranne che amarti, Buffy”

    “Beh, allora” lei prese un profondo respiro tremolante, “Questo è quello di cui avevo bisogno, vero?”

    “Quando le persone sono davvero dalla tua parte, è fantastico quello che riesci a fare, ma Buffy, l'avresti fatto comunque. Io so che, eventualmente, l'avresti fatto”

    Lei gli rivolse un sorriso lacrimoso, “Tu hai tanta fede in me, huh?”

    Lui annuì, “Ci puoi scommettere. Io do bene quanto ricevo, Buffy, fidati di me. Questo” indicò il suo torace nudo, “E' tutto a causa tua”

    “Beh, è tutto per me” ragionò lei.

    Lui sorrise, “Questo è vero. Tutto quello che sono è per te”

    “Il vero test è essere in grado di toglierti la maglietta di fronte agli altri quando, diciamo, andiamo in spiaggia”

    Lui sospirò, “Piccoli passi, Buffy. Ricordi?”

    Lei ghignò sfacciatamente, “Naturale. Lo stesso vale per me.”

    “La cosa importante qui è-”

    “Aspetta” lei alzò una mano, “Lo so questo. La cosa importante qui è che facciamo tutto insieme, giusto?”

    Lui restrinse gli occhi, “Mi stai imitando, ragazzina?”

    Lei rise, “Penso che sono io la più grande qui, amico. Tu sei il 'ragazzino'”

    Lui l'afferrò, annidandosi tra le sue gambe e strofinandosi contro di lei. “Cos'è che è 'piccolo'?” ringhiò lui.

    Ridacchiando, lei si piegò in alto e lo baciò, avvolgendogli braccia e gambe attorno. “Sei di sicuro il mio Big Bad, Spikey”

    Lui ghignò, “Ti dico mai quanto amo questo?”

    “Penso, tuttavia, che il novanta percento riguardi te e il dieci percento riguardi me”

    Lui sbatté gli occhi. “Hai saltato argomento, gattina. Pensavo avessimo finito con Anya”

    Lei scrollò le spalle, “Qualche volta il mio treno di pensieri è illogico. Puoi stare al passo?” chiese lei innocentemente, stuzzicandolo.

    Avvicinando la sua erezione contro di lei, lui strappò un ansito. “Non so” disse lentamente, “Tu puoi?”

    ***

    Buffy insistette per fare una doccia da sola, e Spike sapeva che non importava quanto tentasse di agire innocente, la sua ragazza gli vedeva dentro. Sapeva che lui avrebbe usato il fare la doccia insieme come un modo per 'fornicare' un po' di più.

    Lui sapeva che poteva sembrare strano, ma per quanto amasse fare l'amore con lei, godeva anche di momenti come questa mattina, quando tutto quello che avevano fatto era stare sdraiati insieme e parlare. Era un incontro di mente, di cuore e delle loro anime. Lei era più di una semplice amante per lui, più della sua migliore amica; lei era la sua compagna e una sua pari.

    Lei era... tutto. Tutto quello che non aveva mai saputo di desiderare – e volere. Tutto in un minuscolo pacchetto. Lei era più donna di quanto lei si desse credito e lui non vedeva l'ora che lei lo capisse e lo mostrasse un po' di più. L'aveva già messo in ginocchio, quando si sarebbe sentita di nuovo del tutto 'intera', era sicura che avrebbe avuto uno schiavo volenteroso in lui.

    Ascoltando la doccia che ancora andava, Spike osservò la porta della camera da letto – della sua camera da letto. Quando erano saliti la notte prima era stata leggermente socchiusa e lui era riuscito ad avere un rapido sguardo di tende con fronzoli e tinte tenue gialle.

    Era una fonte di mistero per lui. Era 'LA STANZA'. La stanza che finalmente un giorno avrebbe portato la loro relazione a più – l'avrebbe resi una coppia solida. L'avrebbe resa completamente sua. Lui sapeva che una parte di lei avrebbe sempre amato Doyle, e avrebbe mentito se avesse detto che era del tutto okay con questo – e anche lei lo sapeva – ma lei sarebbe stata ancora più sua di quanto lo fosse ora.

    Lei lo avrebbe ricambiato e l'avrebbe detto anche. Sarebbe anche stata in grado di dire che era il suo migliore amico; proprio come lei era la sua.

    Procedendo lentamente lungo il corridoio, Spike non poté evitare di essere attirato dalla porta che conduceva a “LA STANZA'. Il suo cuore stava thump, thump, battendo con un tonfo nel suo torace mentre spingeva leggermente la porta e questa girava per aprirsi giusto un pochino di più. Rimase in piedi lì, nel vano della porta, la porta mezza aperta e sentì come se la stesse per invadere; come se in qualche modo, la stesse tradendo stando lì in piedi con il pretesto di entrare.

    Si tirò indietro, dirigendosi di nuovo alla stanza degli ospiti.

    Non era tempo ancora. Quando fosse stata pronta, allora lui sarebbe stato pronto. Quello era quando sarebbero entrati insieme.



    Capitolo 23

    Buffy entrò nel posto di lavoro di Anya, con passi decisi e la testa alta. Cercando di nascondere il fatto che il suo cuore le batteva violentemente in petto, era nervosa di incontrare la sua amica, per quello che avrebbe potuto dirle.
    Spinse la porta e guardò dentro, ma lei non c’era. Ryan l’assistente di Anya la fissò “E’ nell’altra stanza” gli disse.
    Buffy sorrise “Grazie” gli disse cordialmente uscendo di nuovo. Con un profondo respiro, aprì l’altra porta, trovando Anya che stava strillando in testa ad un impiegato. Doveva essere nuovo, perché lei non lo conosceva. Guardava il suo capo con un misto di paura e- lussuria?
    Uhm interessante.

    Anya girò la testa e vide Buffy “Cosa vuoi?” le disse in malo modo.
    “Io-io ho una proposta d’affari per te” balbettò Buffy.
    Anya rivolse di nuovo la sua attenzione all’impiegato “Puoi andare ora, Justin”
    Lui accennò col capo, guardandola lussuriosamente prima di lasciare la stanza.
    “Brutto giorno?” gli domandò Buffy, una volta che Justin fu uscito.
    Anya prese un profondo respiro e la guardò “E’ presuntuoso. Pensa di sapere tutto, ma non sa un bel niente!”
    “Credo che tu gli piaccia”
    Anya ristrinse gli occhi mentre la fissava “Stai tentando di farmi sentire meglio, dopo che mi hai rubato il ragazzo?”
    “Io non- okay, so cosa vuoi dire, ma non è successo questo Anya”
    “Quindi neghi di essere saltata nel suo letto, appena mi ha scaricato?” chiese sarcastica Anya.
    “Anya, sto cercando di spiegarmi, potresti soltanto ascoltarmi?”
    Anya distolse lo sguardo.
    “Sei la mia migliore amica” cominciò Buffy “Sei stata con me nel peggior momento della mia vita. Mi hai sostenuto e hai fatto in modo che non mi perdessi. So che se fossi stata al tuo posto, sarei accecata di rabbia-“
    “Doyle una volta mi ha baciato”
    Buffy sentì un pugnale attraversargli il cuore “Cosa?”
    “Ho mentito, ovviamente. Però ha fatto male, no?”
    Buffy stava tentando disperatamente di trovare un equilibrio, dicendosi che si meritava tutto quello. Anya gliela stava facendo pagare, infliggendole il dolore del tradimento che aveva subito. Quindi, Buffy non disse niente.
    “Si” disse piano Buffy “Fa male”
    Anya scosse la testa guardando a terra “Perché mi sento come se mi dovessi scusare dopo quello che mi hai fatto?” bisbigliò. Poi alzò lo sguardo e fissò Buffy, con gli occhi in fiamme e pieni di lacrime “Solo- Buffy, perché il mio ragazzo? Come hai potuto farmelo?”
    “Non era perché era il tuo, Anya, diavolo, se fosse stato per quello sarei dovuta andare a letto con mezza Sunnydale”
    Okay, forse quello non aiutava davvero, pensò.
    “Allora perché? Aiutami a capire”
    Buffy prese un respiro profondo “Lui- lui mi capisce-“
    “Anch’io ti capisco, vuoi scoparti anche me?”
    Buffy si morse la lingua per non dirgli che lei e Spike facevano l’amore “No, e lo sai. So che tu mi hai capito bene quando è morto Doyle, sei stata la mia amica più cara. Ma… in realtà non mi hai capita davvero- credo che nessuno l’abbia mai fatto. Nessuno sa cosa si prova a sentirsi in colpa, con la rabbia dentro peggio di un tifone. A sentirsi come se ti stessero strappando il cuore dal torace, e voler solo morire per raggiungerlo. Non l’hai mai saputo. Ma Spike si, Anya. Lui mi ha dato modo di parlare di quello che sentivo senza forzarmi a fare nulla” prese un respiro profondo. “Tu mi hai detto di sbarazzarmi di tutte le cose di Doyle, ma ho capito che non dovevo, io non devo dimenticarlo, devo solo lasciare che il dolore scivoli via. E’ stato Spike a farmi capire questo, come non ci sei riuscita tu, come non c’è riuscito nessuno. E’ stato lui ha darmi la forza. Lui capiva cosa voleva dire perdere qualcuno- o meglio due nel suo caso e sentiva un collegamento con me. Quando ho capito cosa stava succedendo, io mi sono allontanata. Per te. Per Doyle ”
    Buffy decise di non dire niente di quello che era successo, la sera della cena con Riley, quando lei e Spike si erano baciati in bagno. No, non era davvero il caso. Le avrebbe soltanto fatto del male, del resto Anya già affermava che la cosa era iniziata quando loro due stavano ancora insieme, se gliel’avesse detto le avrebbe dato un motivo in più per odiarla. Forse era meglio tenere le cose così-
    “E' per questo che mi ha lasciato?” mormorò Anya.
    “Sì”
    “Perché si sentiva nel tuo stesso modo?”
    “Sì”
    “E- e per Doyle?”
    Buffy scosse la testa “Credo che ci vorrà del tempo per quello.”
    “Lui ti ha detto che ti ama?”
    “Si”
    Anya la fissò intensamente “Non lo stai usando soltanto per guarire vero, Buffy?”
    “No, Anya, mai. Onestamente, ho un po’ di paura per quello che provo per lui, ho paura che piano piano Doyle scomparirà. Tento di non pensarci, ma è difficile”
    “Sto ancora male, Buffy” ammise leggermente Anya.
    “Lo so, Anya, ma per favore possiamo lavorare su questo? Davvero, non voglio perderti”
    Anya perse un respiro profondo “Okay” disse piano combattendo contro le lacrime “Voglio tentare. Ma non posso prometterti nulla… non adesso”
    Buffy accennò col capo “Si, lo capisco. Ma tentiamo, okay?”
    Anya accennò col capo anche lei “Tentiamo”

    ******

    “Ottimo” disse il dottor Mackenzie, lo specialista di Spike, togliendo lo stetoscopio via dal torace di Spike “Tutto sembra perfetto”
    Spike indossò di nuovo la camicia “Io mi sento bene”
    Il dottor Mackenzie si sedette dietro la scrivania, prendendo la cartella di Spike “Stai prendendo i tuoi medicinali con cura, questo fa andare bene tutto. La pressione del sangue è buona…” alzò lo sguardo a studiare Spike con gli occhi grigi, che paradossalmente si abbinavano ai capelli “E mi sembri molto più felice. Non ti vedevo sorridere così da prima del trapianto”
    Spike ghignò “Cosa stai dicendo doc? Che sono stato un musone?”
    Il dottor Mackenzie ridacchiò “Beh un po’. Quindi che è successo?”
    Spike rise “Beh, dimmelo tu, sei il medico”
    Il vecchio alzò le spalle “Sono un dottore è il mio compito”
    “E cosa mi diagnostichi?” lo stuzzicò Spike.
    “Beh, ti ho osservato molto Spike, e dico che sei innamorato, e la cura è continuare ad esserlo. Ti fa stare bene”
    “Non preoccuparti per quello, doc. Voglio continuare. E per questo voglio farti una domanda”
    “Sputa il rospo”
    “Lo so che può suonare da sfigati, ma ora che sono innamorato e sono felice, sento il bisogno di contattare la famiglia del donatore per ringraziarli”
    il dottor Mackenzie alzò le sopracciglia sorpreso “Veramente? Non hai mai voluto farlo prima”
    “Si, lo so, non mi sembrava il caso di ringraziarli per una loro perdita e un mio guadagno”
    “E ora la vivi in modo diverso?”
    “Si” accennò col capo “Mi sento come se questo gli ridarebbe la speranza. Forse sapere che il loro amato, sta vivendo in un certo senso, anche se nel corpo di un altro. Gli darebbe un po’ di felicità. Non voglio scrivere un sonetto o roba del genere, voglio solo dirgli quanto sono grato per la mia seconda opportunità”
    “Impressionante. Questa ragazza ti fa davvero bene!”
    Spike ghignò “Come sai che è una ragazza?” Il dottore iniziò a balbettare imbarazzato e Spike scoppiò a ridere “E’ una ragazza doc. Una ragazza davvero speciale. Infatti sono convinto che è un angelo mandato qui per guarirmi”
    Il dottore sorrise contento “E’ quello che pensa ogni uomo della donna che ama”
    “Ci scommetto. Quindi ora che devo fare per contattare la famiglia?”



    Capitolo 24

    Il tempo passò, non lentamente, non velocemente, ma nel modo giusto. Anya e Buffy lavorarono sul riparare la loro amicizia, sebbene non fosse facile – principalmente perché Anya non lo rendeva semplice. C'erano volte in cui Buffy era pronta a gettare la spugna e abbandonare, lamentandosi con Spike che forse questa era la famosa impasse che alcune amicizie affrontavano; che lei ed Anya avevano raggiunto i loro bivi e che dovevano andare per vie separate.

    Subito dopo aver detto a Faith quello che Anya aveva detto di Doyle, sua 'sorella' aveva chiaramente avvertito Buffy di non metterla nella stessa stanza con Anya molto presto dato che era soggetta a stenderla 'col culo a terra'.

    “Personalmente, non obietterei” le disse Spike.

    “Perché sei così contro di lei? Sei uscito con lei, ricordi?”

    Lui aveva sbuffato all'implicazione. “Se puoi anche chiamarlo così”

    “Così allora cosa ti ha fatto essere così anti-Anya?”

    “Suppongo” le disse lui, tirandola nelle sue braccia, “Che deve avere a che fare con le cose che ti ha detto. Come ha usato Doyle contro di te nel modo in cui l'ha fatto. In più, il modo in cui ti ha trattata prima di questo – rendendoti un qualche tipo di babbea quando più che chiaramente non lo sei. Non mi piace il modo in cui ti sta trattando adesso, e c'è questo generale senso di diffidenza che sento con lei in giro”

    “Oh? Diffidenza che lei...?”

    “Non lo so ancora, non l'ho capito. Questo è perché mi rende così inquieto. Anya, nel poco tempo che ho trascorso con lei, non sembra il tipo che lascia andare qualcosa per forza. Come, se trovasse un modo per fare un attacco furtivo per esigere la sua vendetta, lo farebbe”

    Buffy lo guardò, meditabonda. “Pensi che stia solo aspettando per una possibilità per colpire? Come un cobra?”

    Lui le diede un bacio sul naso, sorridendole, “Si”

    Rannicchiandosi contro di lui lei disse, “Nah. Non penso. Penso che se ne andrebbe semplicemente da me”

    “Oh, gattina, questa è una delle cose che amo di più di te. La tua fiducia innata negli altri”

    “Lo dici come se fosse una cosa cattiva. Io mi fido di te, pensa solo dove saresti se non lo facessi”

    Lui ridacchiò, “Non posso discutere su una logica così”

    I piani per la mostra della galleria stavano andando senza problemi e rapidamente – almeno agli occhi di Buffy. Lei era in parte pronta e in parte estremamente terrorizzata. La sfortuna sembrava seguire le grandi mostre alla galleria di sua madre. Sperava, no, pregava, che qualsiasi cosa orribile dovesse accadere per in qualche modo contrapporsi al momento dell'apertura della galleria, accadesse prima e non durante o poco prima.

    Sembrava che i momenti così, i cattivi e i tragici, accadessero senza motivo o ragione comunque. Ricordava Doyle quotare il suo autore preferito, Oscar Wilde, una volta e dire che “Succede spesso che le vere tragedie della vita accadano in una maniera talmente non artistica che ci feriscono per la loro cruda violenza, la loro incoerenza assoluta, il loro assurdo desiderio di significato, la loro intera mancanza di stile” Ricordava di aver ridacchiato per quanto fosse vero, e quanto triste.

    E così, un giorno, mentre stava rovistando nella posta, pensando ai piani per la giornata – chiedere informazioni ulteriori sul cibo ad Anya, seguito da informazioni con Tara sui suoi pezzi e accompagnare Spike ad un appuntamento dal dottore – che trovò per caso una busta. Una busta con il suo nome e indirizzo scritto a macchina sulla semplice carta bianca:

    Salve. Tu non sai chi io sia, e io non so chi tu sia. Io tipo volevo mantenerlo in questo modo. Se sapessi esattamente chi sei, so che vorrei rintracciarti e vederti di persona, principalmente, penso, per vedere se stai bene.

    Non c'è un modo semplice per dire chi sono; il mio nome non importa in questo caso. Infatti, dopo aver saputo cos'è che ho, il mio nome è di nessuna importanza e non sarà ricordato. Tutto quello che ricorderai è che ero il destinatario di un cuore; un cuore che mi è stato donato dal tuo caro.

    Non penso sul serio ci sia un modo semplice per dirlo, e voglio scusarmi abbondantemente per quanto possa essere sembrato abrasivo.

    Lo scopo di questa lettera non era di ferirti, o sconvolgerti, ma invece di ringraziarti, di ringraziare il tuo caro. Stavo morendo, lentamente, prima che ricevessi il mio nuovo cuore. Il mio futuro era, per ogni intento e scopo, scuro. Non avevo niente, in pratica. E ora... ora ho una nuova vita.

    Niente può paragonarsi a cos'è sentire improvvisamente di avere una nuova vita davanti a te. Che hai un 'di nuovo'. Con questo di nuovo, vuoi fare del bene a te, ai tuoi cari, e a colui che ti ha dato questa nuova vita.

    So che senza il cuore che mi è stato dato, non sarei nel punto in cui sono ora: il luogo di pace, felicità, e di essere innamorato per la prima volta nella mia vita.

    Il mio scopo con questa lettera non era di recarti dolore. Era invece per darti un ringraziamento e forse per darti speranza e sicurezza che in qualcun altro, il tuo caro vive ancora.

    Benedizione e Grazie.


    Se Buffy avesse dovuto notare quando erano cominciate le lacrime, era stato proprio dopo che aveva letto che qualcuno lì fuori, aveva il cuore di Doyle. Le lacrime caddero e macchiarono la lettera che teneva in modo lento nella mano. Bagnarono la carta nella sua mano.

    Pensò a Doyle, che viveva in un altro. Il pensiero non la confortava come la persona che aveva scritto la lettera aveva desiderato. Invece le faceva pensare che da qualche parte lì fuori c'era una parte di suo marito e lei non aveva idea di dove. E non era lo stesso dell'avere il suo rene o fegato... era il suo cuore e quello era diverso. Era proprio diverso. Era il cuore gentile, amabile e premuroso di Doyle.

    Voleva sapere il nome del destinatario, voleva vederlo o vederla. Voleva toccare il posto che teneva il cuore di suo marito. Cosa avrebbe fatto dopo, non lo sapeva, solo che sentiva che l'avrebbe saputo se avesse avuto la possibilità di farlo.

    Il suo pensiero successivo fu Spike. Si domandò se avesse mai contattato la famiglia del suo donatore e, nonostante quanto fosse felice che lui fosse vivo e avesse una nuova vita, voleva avvertirlo del dolore che avrebbe causato a quella famiglia.

    Si sentiva stordita, il che era ingannato dalle lacrime che cadevano liberamente lungo il suo viso. Nel suo cuore sapeva che questa era la ragione per cui Doyle aveva donato i suoi organi. Voleva essere in grado di aiutare gli altri, e che modo migliore per aiutare qualcuno che dandogli un cuore; una nuova vita?

    “Buffy?”

    Il cuore le saltò al suono della voce di Spike che entrava, e rudemente si asciugò le lacrime, ficcando la lettera nella busta. “Sono qui!”

    Lei non lo guardò, non immediatamente. Voleva guadagnare un pò di parvenza di controllo; non voleva che si preoccupasse e non era pronta a fare ricerche su questo nuovo sviluppo. Voleva trovare un modo per venirci a patti da sola prima di condividere.

    Tuttavia, avrebbe dovuto sapere che tipo di uomo era Spike. Il tipo di uomo che era così in sintonia e devoto con lei, che seppe subito, entrando appena in cucina, che qualcosa non andava.

    “Cosa c'è che non va?” chiese lui immediatamente.

    Lei mescolò la posta, “Niente”

    Lui le afferrò il braccio e la voltò verso di lui. Lei guardò in basso. “Stavo solo avendo un momento”

    “Cos'è successo?”

    Lei scosse la testa, “Spike, non-”

    “Dannazione, Buffy, dimmi cosa c'è che non va!”

    Il labbro inferiore tremante, lei si allungò verso la lettera e gliela porse. Lei guardò con occhi lucidi mentre lui strappava la busta e poi osservò mentre impallidiva di fronte a lei.

    “Oh Dio” mormorò lui e fece cadere la lettera, incespicando all'indietro, gli occhi spalancati per l'orrore.

    Lei sapeva che lui avrebbe sentito qualcosa al riguardo, ma non a questo grado. “Spike?”

    Lui chiuse gli occhi, e lei notò che stava respirando forte, e sudando. “Buffy” mormorò lui con voce rotta, “Sono così dispiaciuto”

    Qualcosa stava iniziando a scattare dentro la sua testa, pezzi stavano cliccando nel suo cervello e lei lo fissò. “Spike”

    Lui aprì gli occhi allora, la fissò con dolore evidente negli occhi, così chiaramente evidente come se qualcuno fosse andato e l'avesse pugnalato alla schiena mentre lei era in piedi di fronte a lui. I suoi occhi si riempirono di lacrime, “Sono io” disse con voce roca. “Ho io il cuore di Doyle”


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    Capitolo 25

    Buffy lo fissò “Hai il cuore di Doyle? Hai scritto questa lettera?”

    Lui annuì col capo, mentre le lacrime gli scorrevano lungo le guance, senza controllo. Non provò a nasconderle come aveva fatto in precedenza.

    Lei scosse la testa, cercando di chiarire i suoi pensieri, cercando di concentrarsi su di lui. Ma la sua mente non voleva prendere le informazioni.

    Spike però non riusciva a rimanere lì. Si spinse fino al muro tremando “Io-io devo andare-“

    Lei rispose automaticamente “No, Spike-“

    “Non posso, Buffy” disse con voce rauca “Non posso guardarti negli occhi in questo momento”

    “Per favore! Solo- fammi- “ lo pregò lei.

    “Cosa?”

    Lei lo fissò mentre anche sulle sue guance scendevano delle lacrime.

    “Cosa?!” gridò lui facendola saltare dallo spavento.

    Riprendendosi dalla trance, lei si avvicinò e gli accarezzò la faccia, guardandolo negli occhi, mentre una mano gli scendeva lungo il collo, sino ad arrivare al cuore. Lei fissò la sua mano.

    Lì c’era il cuore di Doyle e senza preavviso singhiozzò.

    *****

    Spike non poteva sopportarlo. Non ci riusciva. Aver visto quella lettera, la lettera che aveva scritto, alla famiglia del donatore- era troppo.

    Ed era ingiusto. Orrendamente ingiusto.

    La perdita di Buffy era stato il suo guadagno. Era felice per aver trovato un cuore che gli permettesse di vivere, qualcuno era dovuto morire era nell’ordine naturale delle cose- perché santo cielo era dovuto essere proprio Doyle?

    L’unica persona sulla faccia della terra che non doveva essere, lui stesso aveva provocato il dolore nella donna che amava.

    Era così ingiusto.

    Respirare stava diventando un problema, aveva bisogno di andarsene.

    Lui si spinse contro il muro, inclinando la testa contro di esso “Io-io devo andare-“

    “No, Spike-“

    “Non posso, Buffy” disse con voce rauca “Non posso guardati negli occhi in questo momento”

    “Per favore! Solo- fammi- “ lo pregò lei.

    “Cosa?”

    Lei lo fissò mentre anche sulle sue guance scendevano delle lacrime.

    “Cosa?!” gridò lui facendola saltare dallo spavento.

    La guardò scivolare verso di lui, mentre una mano gli accarezzava il volto, e lui singhiozzò. Dio, lei lo stava toccando e lo stava guardando, guardandolo con…amore?

    Poi la mano si mosse in giù, sul suo collo, per poi arrivare al cuore. E in quel momento non lo guardò più. Stava fissando intensamente la sua mano. Su quella cicatrice che lui aveva avuto tanta paura di mostrarle, il marchio che gli faceva capire di essere diverso dagli altri, per il suo cuore.

    No, non il suo cuore. Il cuore di Doyle. Doyle, l’uomo che lei aveva amato. L’uomo con cui si era sposata…l’uomo che era morto.

    Buffy singhiozzò.

    Con un singhiozzo anche lui, si tolse dalla sua presa e corse fuori, lasciandola lì a piangere per Doyle… di nuovo.

    *****

    Lui uscì così in fretta che Buffy non riuscì a fermarlo.

    Il cuore di Doyle in Spike. C’era solo quello nella sua mente. Spike con cui aveva fatto l’amore, Doyle con cui era stata sposata. Doyle che aveva amato, Spike che era lì grazie a lui.

    “Buffy?”

    Guardando in su, vide Faith fissarla preoccupata.

    “E’ successo qualcosa? Ho appena visto Spike scappare di qui. Avete litigato?”

    Cosa poteva dire a Faith? Era la sorella di Doyle meritava di sapere.

    “Faithy”

    “Buffy, mi stai spaventando. Cosa non va?”

    “Ricordi quanto ti ho detto che Spike ha avuto un trapianto di cuore?”

    Faith accennò col capo lentamente “Sta male? Il suo corpo sta rifiutando il cuore?”

    “No, Faithy, oggi mi è arrivata una lettera”

    “Di chi? Dannazione, Buffy mi stai preoccupando!”

    “L’ho letta e credevo che qualcuno me l’avesse scritta per ringraziarmi del cuore di Doyle… Faithy, Spike ha il cuore di Doyle”

    Faith scoppiò immediatamente a piangere inginocchiandosi vicino a Buffy. L’abbraccio stretta mentre piangeva. “Lui lo sapeva? Lo sapeva per tutto questo tempo?”

    “No, l’ha saputo quando gli ho mostrato la lettera”

    “E’-è arrabbiato?”

    “Non credo. Penso che lui… non so cosa ha” disse Buffy cercando di trattenere le lacrime “Non sapevo cosa dirgli. Tutto quello che sono riuscita a fare… era toccare il cuore”

    “E ti sei sentita diversa?”

    “No, è questo il punto… non ho sentito Doyle. Credevo di poterlo fare. Non volevo far sentire colpevole Spike, ma… non sono riuscita a sentirlo”

    “Buffy, questo cosa vuol dire?”

    “Non lo so, Faithy, non lo so. So solo che Spike sta vivendo e io ne sono felice”

    “Cosa pensi di fare?”

    “Non lo so” ma invece lo sapeva. Doveva andar a fare visita di nuovo a Doyle. L’unica cosa di cui era sicura, era che non voleva perdere Spike per niente al mondo.

    *****

    Rupert Giles aprì la porta di casa per trovare suo nipote Spike di fronte a lui, con gli occhi rossi di pianto “Spike? Cosa non fa, figliolo?”

    “Ti-ti ricordi la ragazza di cui ti ho parlato?”

    “Si, Buffy, giusto?”

    Spike accennò col capo.

    “Spike, cos’è successo? Non ti ho mai visto così scosso, avanti entra” lo afferrò per il braccio trascinandolo in casa.

    “Rupert- Spike! Oh mio Dio, cosa è successo? Stai bene? E’ il cuore?” sua zia Jenny lo riempì di domande “Cosa c’è, caro?”

    “Ho il cuore del marito di Buffy” disse piano Spike “Lui è morto… e io sono vivo”

    “Oh santo Dio” ansimò Giles mentre Jenny si portava una mano alla bocca sconvolta.



    Capitolo 26

    “Quali sono le probabilità?” rifletté Zia Jenny con un mormorio mentre porgeva a Spike una tazza di cioccolata.

    “Il mio maledetto destino nella vita è di non fare mai niente giusto” mormorò Spike e sorseggiò la sua cioccolata. Quando mise più la sua tazza, Zia Jenny lo colpì sulla parte superiore della testa.

    “Jenny, onestamente” iniziò Zio Giles.

    “Questo gli insegnerà a dire tali cose!” disse Zia Jenny sulla difensiva. Guardò il nipote severamente. “Ora ascoltami, Spike” e si piegò in avanti, mettendoglisi proprio davanti al viso. “Non c'è niente che non va in te. Fai parecchie cose giuste – vivere, è una di queste. Hai un grande cuore e una bellissima anima. Sai perché non sei morto? Perché hai così tanto da offrire a questo mondo; gli angeli stessi avrebbero pianto se te ne fossi andato. Quindi non stare qui seduto a dirmi che non sai fare niente di buono. Porti gioia a quella ragazza-”

    “Non più” mormorò Spike.

    “Era uno shock. Non era come se lei avrebbe scrollato le spalle come se non significasse niente. Hai detto che ha cercato di fermarti-”

    “Già, solo cosicché potesse mettere una mano sopra-” si interruppe. “Ha messo la mano sopra il mio cuore ed è stato come se lei... come se lei stesse cercando di arrivare a lui tramite me”

    “Spike” iniziò Zio Giles, “Era una reazione naturale per lei fare questo. Chiunque al suo posto avrebbe fatto lo stesso. Non significa che questo aumenti o tolga niente di quello che prova per te. Non lo sai, semplicemente non lo sai. E non avresti dovuto correre via da lei”

    “Non volevo rimanere in giro per scoprire se mi odiava o mi voleva in giro solo perché ho il suo cuore!” urlò Spike e saltò su. Iniziò a camminare avanti ed indietro, strofinandosi il retro del collo. “Pensavo stessi facendo la cosa giusta, volevo che quelle persone sapessero cosa mi era stato dato e per tutto questo tempo... per tutto questo tempo mi è stato dato qualcosa che Buffy aveva perso in modo che io potessi averlo” Si fermò e fissò ad occhi aperti la zia e lo zio. “E se è questa l'unica ragione per cui sentivo una connessione con lei? E se”, scosse la testa, infelice, “E se il suo cuore avesse bisogno di stare con lei e io sono solo il corpo che ci va insieme?”

    “Oh, sciocchezze” Zio Giles respinse quell'idea con un gesto della mano. “Spike, è un organo. L'organo in sé non ha sentimenti”

    “Allora perché fa male?” chiese Spike con un sospiro.

    “Spike, il tuo cuore non è quello di Doyle, non più” gli disse Zia Jenny. “E' tuo. Se vuoi continuare lungo il percorso mistico, allora forse quel cuore era sempre stato tuo e Doyle ha dovuto-”

    “Non dirlo!” esclamò Spike. “Non dirlo” scosse la testa. “Odierei sapere che qualcuno che Buffy amava è dovuto morire in modo che io potessi stare con lei. No, rifiuto di credere questo”

    “Allora per amor del cielo, smetti di pensare che il suo cuore dovesse stare con lei, e che tu sei solo il corpo!” esclamò in risposta Zia Jenny. “Spike, tesoro, accadono cose nella vita che non sempre hanno senso. C'è la tragedia e l'angoscia e il dolore; tuttavia, dall'altro lato di questo c'è gioia, amore e armonia”

    “Sembri una maledetta cartolina Hallmark, zia Jenny”

    “Ascoltami, giovanotto” domandò lei severamente. “Quello che è accaduto è una coincidenza, una grande coincidenza, te lo concederò. Era una cosa orribile quella che è successa a Buffy, ma Spike, tesoro, tu non hai niente a che farci. Eri un giovane uomo in un ospedale che aspettava un cuore. La logica dice che qualcuno deve morire per che tu prenda quel cuore. Sapevi la realtà di questo. Non avevi nessun modo per sapere che il cuore apparteneva a Doyle. Non sapevi chi fosse Doyle, e, non lo sapevi che un anno dopo, avresti incontrato e ti saresti innamorato della sua vedova. Neanche lei aveva modo di saperlo, sapeva che lui era un donatore, ma probabilmente non sapeva che il suo cuore era stato dato, probabilmente non ci aveva neanche pensato nel suo dolore. Quello che importa è come entrambi siete andati avanti. Come l'avete affrontato, accettato quello che è accaduto, e andato avanti con le vostre vite. Potreste intrappolarvi sui se e i ma e soppesare ogni lato dal mistico al pratico, ma non è questo che è importante. La cosa importante è come entrambi lo attraverserete, e che lo facciate insieme”

    Spike fissò dolorosamente la zia. “Non sono ancora pronto per vederla”

    “Sei spaventato” osservò Zio Giles. “Dovrai vederla alla fine, Spike”

    “Solo non sono ancora pronto, Zio Giles. Non posso”

    “Allora puoi rimanere qui fino a che potrai” lo rassicurò Zia Jenny.

    ***

    “Buffy, pensi che questo fosse il modo di Doyle di rimanere con te oltre la morte?” chiese Faith mentre si sedevano, accoccolate sul divano di Buffy a dividere un baratto di gelato al cioccolato.

    “Beh, lui era piuttosto superstizioso, ma... onestamente Faithy, non ho una risposta per questo. Diciamo che ci sono altre forze al lavoro qui – forza sovrannaturali, se vuoi. E se fosse stato il caso allora non avrei dovuto 'sentirlo' in qualche modo? Voglio dire... tutto questo tempo con Spike, non ho mai 'sentito' Doyle qui. L'unica volta in cui ho sentito Doyle è stato quando gli ho detto che stavo vedendo Spike. Ma quello non era una cosa del tipo 'ehy, sono qui con te attraverso lui', quello era un 'Sono qui, ma so che stai andando avanti ed è okay'”

    “Così allora, hai appena risposto alla mia domanda. Non pensi sia il modo di Doyle di rimanere con te oltre la morte”

    Buffy buttò il suo cucchiaio nel gelato e saltò su. “Non lo so!” esclamò, buttando le braccia in alto per la frustrazione. “Sono solo... sono confusa e sono... sotto shock e la coincidenza mi fa scoppiare la testa e non - so...”

    “Buffy, ami Spike?”

    Buffy gelò e fissò Faith, facendo il verso ad un pesce.

    Faith alzò un sopracciglio, “Beh, è così?”

    “Io- io-”

    “Buffy, come ti sei sentita quando hai capito che Spike aveva il cuore di Doyle?”

    “Volevo vedere se sarei potuta riuscire a sentirlo”

    “Doyle?”

    “Si”

    “E quando non l'hai fatto?”

    “Io penso io-” iniziò a piangere, “penso di essermi sentita in colpa”

    “Perché?”

    “Perché l'espressione sul viso di Spike – era ferito. Lui – penso di averlo ferito”

    “E questo ti ha ferito?”

    “Si”

    “Ma non sentire Doyle non ti ha ferito?”

    “Io- io non volevo Doyle qui in quella veste. Voglio Doyle in un posto felice – in paradiso. Non perché non lo ami ancora, è così, ma perché lo amo, lo voglio in pace. Non sarebbe in pace qui così. E se fosse qui, lo saprei. Non lo è. È il suo organo dentro di Spike, ma non è Doyle”

    “Ami Spike, Buffy?” chiese ancora Faith.

    Buffy deglutì e non disse niente.

    Faith saltò su. “Buffy, è okay dire di si. Doyle lo sa. Forse l'ha pianificato”

    “Cosa vuoi dire?”

    “Voglio dire, forse stava guardando in basso dal suo posto nel paradiso e ha scelto Spike. Forse era lì su a guardare Spike, volendo vedere a chi andava il suo cuore, sai? E, gli è piaciuto ciò che ha visto. Abbiamo detto che pensavamo che Spike gli sarebbe piaciuto. Quindi forse ha dato una piccola spinta alle cose”

    “Anya? Puoi spiegare questo?”

    “Beh, ha sempre avuto un perfido senso dell'umorismo, e, sospetto che sopportasse Anya solo per te, ma che avrebbe potuto farcela senza di lei”

    “Sembra come Spike” disse Buffy seccamente.

    “Vedi? Buffy, dopo che mai poggiato la mano sopra il suo cuore e non hai sentito Doyle, i tuoi pensieri dopo non erano su Doyle, ma su Spike e su come potevi averlo ferito. Buffy, puoi dirlo. Tu lo ami”

    “Sono spaventata” ammise Buffy, con un leggero piagnucolio.

    “Perché?”

    “Perché e se dirlo significa che Doyle in qualche modo scompare?”

    “Vedi, Buffy, questo non riguarda il cuore di Doyle. Questo riguarda la tua paura di dire che ami Spike”

    Buffy annuì, posando una mano sulla bocca ed emettendo un singhiozzo.

    Faith l'avvolse tra le braccia. “Buffy, Doyle ti ama e sono così certa che lui non avrebbe voluto che stessi da sola. Sono anche certa che non lo dimenticherai mai e che lui non scomparirà. Ti tormenterebbe se mai lo facessi”

    Buffy iniziò a ridacchiare attraverso le lacrime.

    “E' okay amare Spike. Hey, da chi meglio puoi avere il permesso di amare la meraviglia ossigenata che dalla sorella di Doyle?”

    Entrambe le ragazze iniziarono a ridacchiare e Buffy l'abbracciò stretta. “Grazie”

    “Allora, puoi dirlo?”

    “Io- io amo Spike”

    “Dillo un'altra volta. Con sentimento”

    “Io amo Spike” disse Buffy fermamente.

    “Ora, non pensi che dovresti dirlo a lui?”

    Buffy annuì, “Si, hai ragione”

    “Che diavolo sta succedendo qui?”

    Entrambe le teste girarono per vedere una Anya dall'apparenza infastidita in piedi sulla porta. “Si supponeva dovessi chiamare, Buffy”

    Buffy sospirò, “Scusa. Qualcosa è venuto fuori”

    “Ovviamente. Cosa c'è che non va? Perché stai piangendo?”

    Buffy sospirò, “Potresti voler sederti per questa”



    Capitolo 27

    Anya arrivò impaziente, come se non avesse tempo da perdere, come se quel giorno fosse pieno di impegni e lei non potesse trovare due minuti per sentire quello che Buffy aveva da dirgli.

    Buffy rimase calma, ma Faith era su di giri. Voleva colpirla da un sacco di tempo. Il quadro era:
    Anya era sempre più impaziente, Buffy era sempre più calma e Faith voleva colpirla sempre di più.

    Poteva capire che quando aveva scoperto di Buffy e Spike fosse arrabbiata, ma Doyle era suo fratello, e quello che aveva detto su di lui l’aveva irritata.

    Sotto richiesta di Buffy, Faith lasciò la stanza per andare a prendere da bere, ma nonostante questo rimase in ascolto. Se quella cagna avesse detto qualcosa di sbagliato nei riguardi di Buffy, l’avrebbe buttata fuori a calci.

    *****

    “Buffy, fai in fretta dimmi quello per cui mi hai chiamato” disse irritata Anya.

    Sedendosi di fianco a lei, Buffy si morse il labbro portandosi le mani al grembo “Okay, beh vedi. Spike ha avuto un trapianto di cuore-“

    Anya spalancò gli occhi “Non ci credo! Davvero?”

    Buffy accennò col capo “Era sensibile riguardo a questa cosa-“

    “Nessuna scusa, il bastardo non me la detto!”

    “Non è un bastardo!” esclamò Buffy, tentando di tenersi calma.

    “Quindi- Dio ecco perché non si voleva mai togliere la camicia! A causa della sua cicatrice

    “Non c’è niente di sbagliato in quella cicatrice” lo difese Buffy.

    “Così, mi hai chiamato per questo?”

    Buffy scosse la testa “No, beh, in parte. Spike ha il cuore di Doyle”

    La mascella di Anya si spalancò “Vuoi dire che il donatore era Doyle…e Spike…Oh mio Dio”

    “Ora lui è molto agitato e credo sia giusto-“

    “Cosa è successo?”

    “Era sconvolto. Aveva scritto una lettera alla famiglia del donatore- ma non sapeva che ero io e quando l’ho aperta, lui è arrivato e quando l’ho vista è scappato”

    “Oh il mio Dio”

    Buffy accennò col capo “Io gli ho messo una mano sul cuore, per vedere se sentivo Doyle…non è successo. E lui se ne andato chiaramente sconvolto” Buffy prese un respiro profondo “E in quel momento mi sono resa conto di amarlo e-“

    “Whoa, fermati qui”

    Buffy chiuse la bocca.

    “Non dirglielo a Spike”

    “Cosa? Che lo amo?”

    “Si”

    ”Perché no?”

    Anya la guardò come se fosse matta “Perché lui ha il cuore di Doyle, e tu eri la moglie di Doyle! Buffy, se gli dici quello che provi, lui penserà che lo ami soltanto perché ha il cuore di Doyle”

    “Tu credi?”

    Anya accennò col capo vigorosamente “Certo! Penserà che stai con lui, soltanto per aver un contatto con Doyle. Lo amavi di più adesso che sai che ha il cuore di Doyle”

    Buffy scosse la testa “No, non-“

    “Quindi lo amavi di meno prima di sapere del cuore? Affrontiamo i fatti, Buffy. Non amerai nessuno che non è Doyle”

    “Questo non p vero-“

    “Io so quanto amavi tuo marito, Buffy. Forse questa cosa è un segno da parte di Doyle per dirti di non andare avanti”

    In quell’istante Buffy saltò sul divano, Faith stava correndo in salotto.

    “Tu piccola stronza-“ cominciò Faith.

    “Faith, fermati” disse prendendogli la mano. La conosceva abbastanza per sapere cosa avrebbe fatto.

    Ma voleva avere Buffy quell’onore.

    “Lo sai, Anya” cominciò Buffy “Ne ho abbastanza di sentirmi in colpa per quello che è successo con Spike. Ho davvero provato a ricucire le cose con te. Sono stufa di sentirmi in colpa per aver fallito come amica. Mi sento come se ti ho tradito, e in un certo senso l’ho fatto.
    Comunque anche tu mi hai tradito. Hai preso le cose che più mi stanno a cuore- mio marito e Spike, e lei hai usati contro di me. Hai usato il mio dolore per farmi sentire misera e da sola.
    Oh, ci hai provato con Riley. Non davanti a me, ma hai provato a portartelo a letto.
    Tutto deve essere come vuoi tu, avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a superare la cosa, ti sono grata per avermi aiutato. Ma ora…posso farlo da sola.
    La tua manovra per tenermi lontano da Spike non funziona. Io credo in lui, e lui crede in me come tu non hai mai fatto.
    Non mi controlli più, Anya. Tutte le cose che hai detto su Doyle, non sono vere. Lui mi vuole vedere felice. E detto questo credo sia meglio che tu te ne vada”

    Anya si alzò con uno sguardo pieno di risentimento e aprì la bocca per dire qualcosa, ma Faith, la cara e vecchia Faith era in piedi accanto a Buffy e gli sparò un’occhiata minacciosa. Anya afferrò la borsa, storse la bocca e se ne andò sbattendo la porta.

    “B sei stata terrificante!” esclamò Faith “Sei andata dritto al punto, ma non con gli insulti. Sei stata molto…diplomatica”

    Buffy rise “Ho fatto l’opposto di quello che volevi fare tu, no?”

    “Ovviamente. Ero pronta a morderla alla gola”

    “Non credo sarebbe stata una cosa buona” disse facendo uscire un sospiro “Dio non ci credo che abbia potuto farlo! Cercava solo una scusa per farmi lasciare con Spike. Dopo tutta la colpa che ho sentito nei suoi confronti! Se mi avesse visto Spike sarebbe stato tanto orgoglioso!”

    Faith annuì e Buffy fece uscire un sospiro “Mi sono tolta un peso. Ora devo portare a termine l’altro mio compito”

    “Spike, giusto?”

    “Si, Spike. Uomo sto arrivando!”

    “Vai adesso? Cosa gli dirai?”

    “Penso quello che lui voleva sentire da tanto tempo, non lo sai?”

    Faith sorrise “Si, ma sono curiosa”

    Buffy gli pizzicò il naso “Non lo sentirai. Ora vado”

    ”Più tardi chiamami per sapere cosa è successo”

    “Prometto”

    ******

    Due ore più tardi…

    Spike uscì dalla macchina stanco e si mise le chiavi in tasca. Era dovuto andare via dagli zii, non poteva rimanere là per sempre.

    Salendo i gradini vide qualcuno seduto sul portico.

    Buffy…

    Era arricciata, con gli occhi chiusi, stava dormendo. Attratto come una falena dalla luce, Spike si inginocchiò accanto a lei, sorridendo per quanto era tenera.

    Lei aprì gli occhi appena lo sentì “Spike”

    “Ciao Buffy. Da quanto sei qui?”

    “Che ore sono?”

    “Le quattro”

    “Due ore”

    “Buffy, non avresti dovevi rimanere qui-“

    “Tu mi hai aspettato una volta, ti ricordi?”

    Lui accennò col capo “Mi ricordo”

    “Non mi hai permesso di correre via, così io non l’ho permetterò a te”

    “Devi invece” rispose lui leggermente.

    “No, io ti amo, Spike, ho bisogno che stai con me”



    Capitolo 28

    Gli occhi di Spike si riempirono di lacrime e guardò altrove rispetto a lei. “Non dirlo” mormorò lui.

    Lei aggrottò la fronte e si tirò a sedere, “Perché? Pensavo saresti stato felice di sentire che-”

    “Lo sono, se tu... Buffy, non sono io quello di cui sei innamorata. È Doyle e l'idea che Doyle è dentro di me”

    Lei scosse la testa con vigore, “No, non è affatto così, Spike”

    “Si lo è!” esclamò lui e saltò in piedi. “E' perché hai messo la mano sul mio cuore e hai pianto come hai fatto... E' perché il cuore di Doyle è dentro di me e tu senti che ti sei riunita con lui-”

    “Figlia di puttana, aveva ragione” soffiò Buffy.

    “Cosa?”

    “Anya. Ha detto che tu avresti pensato che-”

    “L'hai raccontato a lei?”

    “Si, Spike, mi dispiace, so che non dovevo dire niente riguardo il tuo trapianto. Ho solo pensato che-”

    “Che cosa? Che stato che voi ragazze siete state 'così vicine' ultimamente, avresti potuto semplicemente dirglielo?”

    Lei saltò in piedi, “Sei scappato da me! Ero sconvolta!”

    Spike scosse la testa, “Non posso fare questo adesso, Buffy”

    Lei lo colpì sulla spalla, “Non hai scelta”

    Lui le rivolse un'occhiata, “Oh davvero?” disse lentamente.

    “Si, davvero. Io ti amo Spike. Ti amo per chi sei, non per il cuore di Doyle. Non per il tuo trapianto di cuore, non perché i tuoi genitori sono morti – io ti amo per te, per chi sei per come mi fai sentire. Si, Doyle è morto e si, tu hai il suo cuore, e si una parte di me lo amerà sempre, ma Spike, questo è il tuo cuore ora. Quando ho messo la mia mano sopra il tuo torace, lo ammetto, era per vedere se avrei potuto sentire Doyle-”

    Lui iniziò ad allontanarsi da lei e lei gli afferrò il braccio, tenendolo con lei. “Ascoltami” domandò.

    Lui si fermò e sospirò pesantemente, “Buffy, Gesù, solo lasciami andare-”

    “No. Ti ho appena trovato Spike. Ho già perso qualcuno che amavo una volta, non posso perdere anche te. Non lo farò. Non quando so quanto saremo felici. Quanto siamo sempre stati felici”

    “Non è reale!”

    “Si lo è! Devo colpirti per far si che mi ascolti? Dio, capisci quanto incredibilmente ottuso puoi essere?”

    Senz'avviso, lui iniziò a ridere.

    Lei lo fissò, non cerca di cosa fare. Di sicuro lo stress lo stava facendo impazzire.

    “Mia zia, lei mi ha colpito sopra la testa oggi. Mi ha detto praticamente la stessa cosa. È solo-” lui scosse la testa come a schiarirsela, “Buffy, non ho mai capito che ci fosse un tale lato di dominatrice in te”

    Lei sorrise, “Beh, c'è molto che non sai di me, ancora”

    Lui guardò in basso. “Ho il suo cuore, Buffy. Come puoi guardarmi e non pensare a lui?”

    “Perché guardo te e vedo te. Spike, quando ti tocco, non sento Doyle. Si, ero sconvolta, ero sotto shock! È stato... strano, per mancanza di una parola migliore. Immagina se la situazione fosse stata capovolta. Immagina che qualcuno ti dicesse che ha l'organo del tuo caro. Ed è questo quello che è Spike. Un organo. Il tuo organo. No, non penso che Doyle stia vivendo dentro di te, no, non penso che questo sia il suo modo per stare con me oltre la morte” Si fermò, “Sebbene Faith pensi che questo sia il modo di Doyle per assicurarsi che io sia felice oltre la morte, e sai, io non sono così superstiziosa. Ero solita prendermi gioco di Doyle per essere così, ma devo dire... penso che abbia ragione. Doyle è morto, Spike. È andato in un posto migliore e lo preferirei lì piuttosto che qui in qualche forma mistica. Quando ho visto il dolore sul tuo viso dopo quello che ho fatto questa mattina, mi sono sentita così ferita. Mi sono sentita ferita per te, ho sentito il dolore che ti ho fatto provare come se tu fossi un qualche tipo di vaso e che quello che abbiamo passato fosse stato solo un qualche segno dal paradiso che Doyle mi era stato ritornato. La mia preoccupazione era con te e su come ti avevo ferito. Spike, per favore, credimi. Io ti amo. Penso di essere innamorata di te da un pò ora, ma ero spaventata di ammetterlo. Ero spaventata che se l'avessi ammesso allora in qualche modo avrebbe significato che Doyle sarebbe scomparso, che l'avrei dimenticato. Questo non è il caso comunque e lo so ora. Lui non mi avrebbe voluto a sguazzare nell'infelicità e da sola. Mi avrebbe voluto felice e io credo davvero adesso che Faith abbia ragione. Lui ti ha mandato da me. Lui sapeva che avevamo bisogno l'uno dell'altra, lui sapeva che ci corrispondevamo. Probabilmente voleva anche farla pagare ad Anya-”

    Spike rise tra le lacrime che gli stavano liberamente cadendo dagli occhi. Era lì in piedi, disposto verso di lei, vulnerabile e così aperto. Lei non poté fermarsi dal lanciargli le braccia attorno e stringerlo forte.

    “Per favore dì che mi credi, Spike. Se vuoi, posso fare una lista di tutti i modi in cui ti amo. Posso dirti quanto ami il modo in cui ascolti segretamente la musica pop, anche se lo neghi con veemenza quando ti accuso di muoverti a tempo. Posso dirti quanto ami il modo in cui mi stringi quando ci stiamo addormentando, e quanto ami come sono setosi i tuoi riccioli tra le mie dita, quanto eccitante appari tutto unto di grasso dal lavorare sulla macchina. Posso dirti quanto ami quando sorridi e rallegra la mia giornata vederti-”

    “Buffy, smetti” disse lui con calma.

    Lei non l'avrebbe lasciato andare comunque, lo tenne stretto, spaventata che lui si sarebbe voltato altrove, spaventata che le sue azioni di quella mattina avessero rovinato tutto; spaventata che lui non le credesse.

    “Mi credi?” mormorò lei.

    “Puoi guardarmi?”

    “Sono spaventata”

    “Perché?”

    “Perché sono spaventata che tu ti volterai altrove”

    “Perché dovrei farlo?”

    Lei sentì un pò di sollievo iniziare ad allargarsi dentro. Solo un pò comunque. “Perché hai ancora bloccato nella tua testa dura che ti amo solamente a causa di Doyle”

    “Stai dicendo che sono testardo?”

    “Nah, nient'affatto”

    “Ma se lo fossi... tu mi ami per questo comunque, giusto?”

    “Assolutamente. Naturalmente, ti dirò ogni tanto ad anni da adesso quando sarai testardo, ti dirò come l'ho sempre odiato questo”

    Lui rise, “Lo farai ora?”

    “Yep. E poi tu mi dirai che hai sempre pensato che fossi una piagnucolona, ma non mai hai voluto dire niente perché volevi fare sesso”

    Lui rise più forte, il corpo che tremava nelle braccia di lei e lei ridacchiò.

    “Buffy, dato che hai già pianificato le nostre future liti, puoi guardarmi ora?”

    Senza sciogliere la sua stretta su di lui, lei si piegò leggermente all'indietro e alzò lo sguardo, su fino ai brillanti occhi blu dell'uomo che era arrivata ad amare.

    Lui le sorrise e la baciò alla maniera degli eschimesi. “Ti credo, Buffy. È... non è facile ancora, ma ti credo. Ti amo così tanto e il pensiero di perderti-”

    “Future liti programmate, ricordi? Non mi perderai”

    “Promettimelo”

    “Prometto”

    Lui l'attirò più vicina e nascose il viso nei suoi capelli, “Pensavo che ti avrei perso” mormorò con voce roca.

    “Pensavi male”

    “E' tutto così... surreale, sai?”

    “Lo so, ma ce la faremo-”

    “Insieme”

    Lei annuì, “Insieme. Spike?”

    “Si, mio amore?”

    “Puoi baciarmi adesso? Sono stata tutto il giorno senza -”

    Lui la interruppe premendole le labbra sulle sue in un bacio affamato, un bacio che riversò il suo sollievo e amore, e un pò della paura residua che avrebbe potuto perderla.

    “Possiamo andare dentro e --?” chiese lei, senza fiato.

    “Oh, Dio, si. Ma, prima che facciamo... devo dirti che hai sbagliato”

    “Bestemmia! Su cosa?”

    “Il mio cuore... non è di Doyle e non è mio. Buffy, il mio cuore è tuo”

    “Oh, tu scoperai proprio, amico”

    Ridendo, lui la raccolse tra le sue braccia e si diresse verso la porta.



    Epilogo

    Tre anni dopo.


    In piedi in soffitta, Buffy si morse il labbro inferiore mettendo apposto le nuove scatole. Girando lentamente in cerchio, guardò come le scatole nel corso degli anni si erano moltiplicate.

    Le cose di Doyle erano ancora là; nella stessa casa in cui lui aveva vissuto.

    Avanzando in avanti, un piccolo sorriso gli spuntò dalle labbra mentre lei si inginocchiava davanti alla scatola delle fotografie e l’aprì, prendendo l’album. Sfogliò le pagine, mentre i ricordi entravano di nuovo in lei, ricordi che in realtà non avrebbe dimenticato mai. Lui gli mancava ancora, era una cosa normale, ma ormai era diverso. Poteva guardare le cose di Doyle con un sorriso, senza singhiozzare come una volta.

    “Ah sei qui”

    Alzando la testa, Buffy sorrise a Spike, mentre lui si avvicinava.

    Lui si avvicinò sedendosi di fianco a lei “Pensavo ti fossi persa”

    “Sono stata distratta” disse lei con un cenno all’album di fotografie.

    Lui accennò col capo e guardò la foto che stava guardando, una fotografia di Doyle che sorrideva verso la macchina fotografica.

    ”Ehy bello” lo salutò Spike.

    Lui e Doyle erano in buoni rapporti. Si ricordava il giorno in cui Buffy l’aveva portato alla tomba per ‘presentarli’ per la prima volta. Lui era contento di averlo conosciuto, ma si era accorto che andare lì e avere il suo cuore nel corpo, lo rendeva abbastanza nervoso, o almeno le prime volte.
    Ma poi aveva superato la cosa, e ci andava anche da solo, spesso chiedeva a Doyle dei consigli su come trattare con Buffy.

    “Non ti da fastidio?”

    Lui scusse la testa “Perché dovrebbe darmi fastidio?”

    Lei sospirò “Non lo so”

    “Qui è dovuto tutto è cominciato, eh?”

    “Si” acconsentì lei “Qui in soffitta”

    “Quando Anya mi ha portato a casa tua”

    Lei sorrise appoggiando la testa sulla sua spalla “Ci porterà a vedere Justin Junior quando nascerà?”

    “Credo proprio di si”

    “E’ così diversa ora” mormorò Buffy “Chi avrebbe mai pensato ad una cosa del genere? Si sta sposando, sta per avere un bambino”

    Spike accennò col capo “Si, magari suo figlio e il nostro bambino giocheranno insieme”

    Buffy sorrise “Magari loro-“

    “Non dirlo. Sono contento che Anya abbia accettato la nostra relazione- sono contento che abbiate fatto pace. Ma non voglio Anya come suocera di nostra figlia, non so se sarà così gentile con lei”

    “Io penso che Maddy si sappia difendere da sola”

    “Se è come sua madre credo proprio di si”

    Buffy lo schiaffeggiò leggermente “Ehy è colpa tua se sono diventata così, signore”

    Lui ghignò inclinandosi “Ovviamente” mormorò baciandola.

    “Abbiamo la casa libera per alcune ore?”

    Lui la bacio “Oh si…”

    “Vuoi avere del tempo produttivo con tua moglie?”

    “Oh sai che lo voglio” disse lui raucamente saltando in piedi e tirandola con se.

    Corsero nella loro camera da letto, quella che una volta era la stanza ‘proibita; la stanza di Doyle e Buffy. Ora era la stanza di ‘mamma e papà’.L’avevano riarredata insieme, per loro due.
    La stanza degli ospiti era diventata la stanza di Maddy, e, con buona speranza sarebbe diventata la stanza di un altro figlio. Lui voleva due bambini e sperava di convincere Buffy.

    Ma non era quello il momento di pensarci, doveva concentrarsi sulla sua dolce moglie, e fare l’amore con lei.

    “Ora” si lamentò lui, lacerandole le mutandine e tuffando la testa tra le sue gambe “Ti faccio vedere quello di cui sono capace”

    Lei rise e fece correre le dita attraverso i suoi riccioli. Pochi minuti dopo, lei raggiunse l’orgasmo, ma Spike voleva di più. Si alzò togliendosi velocemente i pantaloni e buttando di lato la camicia, entrando subito dentro di lei.

    Buffy gemette e gli avvolse le braccia intorno “Mmmm…” si lamentò “Ti amo”

    “Ti amo anch’io principessa”

    Lei ringhiò e si lamentò.

    “Cosa c’è?” domandò lui spingendo violentemente.

    “Chiami Maddy ‘principessa’. Non mi sento a mio agio quando lo dici a me”

    Lui ridacchiò e continuò a spingere facendola gemere.

    “Mio amore? Mio cuore? Mia ragazza?” le mormorò, tempestandogli la faccia di baci.

    “Tutto quello che vuoi” bisbigliò lei venendo violentemente.

    Seguendola subito dopo, Spike crollò su di lei e subito rotolò di lato abbracciandola.

    “Allora…” cominciò baciandola “Quando facciamo un altro bambino?”


    FINE

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  6. Elisabetta Voberti Silvagni
     
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    Questa storia me la leggo sempre volentieri.. è così romantica e dolce.. anche se non mipiace tanto il fatto che spike sia più giovane di buffy in quanto io me lo immagino sempre un uomo vissuto, come scrittura è scorrevole e anche la trama è molto piacevole.. poi bisogna dire che basta che mi descivano spike come un figo da paura e con gli occhi che ti incatenano... bé leggerei qualsiasi tipo di storia :cute:
     
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5 replies since 9/7/2012, 15:29   894 views
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