Wrong

missing moment introspettivo sulla scena del balcone <3

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  1. kasumi
     
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    --- Wrong ---

    Missing moment della puntata “Dead things”, in italiano “la sfera magica”.

    DUNQUE, DUNQUE, HO DECISO DI RISCRIVERE COMPLETAMENTE LA FIC (CHE IN PRATICA ERA SOLO UN INSIEME DI RIFLESSIONI DA FAN DELLA SERIE) E TRASFORMARLA IN UN VERO MISSING MOMENT.
    PERO', SICCOME NON MI DISPIACEVA LA PRIMA VERSIONE, LA PUBBLICHERO' SOTTO DELL'ALTRA.


    Il titolo è stato ispirato dalla frase di Spike “you came back wrong” (sei tornata sbagliata) e dalla canzone “Wrong” dei Depeche Mode (album Sounds Of The Universe, 2009), che mi ha fatto da colonna sonora mentre immaginavo i pezzi introspettivi :)

    Genere: Missing Moment, erotico, introspettivo

    Rating: VM18

    Scritta a fine giugno del 2012



    Capitolo unico



    Buffy aveva ascoltato tutte le parole che Spike le aveva mormorato all’orecchio in quel modo seducente e sembrava non volersi opporre, non reagire alle sue provocazioni. Percepì il fruscio dello spolverino in pelle dietro di lei e si chiese che cosa avesse intenzione di fare.
    Trasalì, appena sentì il tocco della fredda mano di lui sulla gamba. Chiuse gli occhi mentre essa risaliva lentamente la coscia, sollevando la gonna di pizzo nero ed ebbe un brivido di anticipazione quando udì il rumore della cerniera dei suoi pantaloni.

    «No.»
    «Fermami.»

    Spike le mise una mano sul fianco e un’altra sulla spalla, facendola inclinare leggermente in avanti.
    Fece aderire il corpo al suo, aiutandosi con la mano a trovare il punto in cui si sarebbero uniti.
    Buffy lo sentì scivolare lentamente in lei e mantenne gli occhi chiusi, assaporando quel momento.

    «No, non chiudere gli occhi.»

    Il vampiro aveva inclinato la testa di lato e le guardava la nuca, inebriandosi del suo profumo.

    «Guardali.»

    La ragazza aprì gli occhi e fece come le aveva detto. Anche lui rivolse lo sguardo verso la pista da ballo e riprese a sussurrare, senza smettere di muoversi dentro di lei.

    «Non è il tuo mondo.
    Tu appartieni alle tenebre. Come me.»

    Buffy non aveva mai creduto di appartenere ad esse, ma in quel momento le parole di Spike la tentarono e la confusero.
    In un certo senso, era vero. Il mondo della Cacciatrice era la notte e le sue creature. Ed era nella tenebra di una caverna che, secoli prima, dei sacerdoti avevano catturato l’essenza di un demone e l’avevano impiantato in una giovane ragazza, creando la prima Cacciatrice.

    Era di notte che aveva dato la vita per chiudere il portale interdimensionale che aveva creato Glory, e sempre di notte era tornata in vita, grazie all’incantesimo di Willow.
    Era nella notte che usciva per cacciare i demoni e sempre nella notte cercava Spike.
    Nascosta nell’ombra e lontano da occhi indiscreti, si lasciava toccare da lui e forse mostrava il suo vero volto.

    «Cosa penserebbero di te se scoprissero tutte le cose che hai fatto? Se sapessero chi sei veramente?»

    Eppure, sarebbe bastato che i suoi amici avessero guardato con più attenzione, che avessero sollevato lo sguardo… e la loro relazione sarebbe stata davanti ai loro occhi, assieme alla depressione di Buffy e alle sue difficoltà a vivere dopo la morte della madre.

    «Vedi? Cerchi di stare con loro. Ma finisci sempre col tornare nelle tenebre. Con me.»

    Amici che all’improvviso le erano sembrati invadenti e che sembravano non capirla più.
    Amici che avevano giocato con la sua vita e con la magia più nera per portarla indietro, con un atto che era egoistico e altruistico allo stesso momento.
    Egoistico perché avevano deciso autonomamente cosa era meglio per lei e la rivolevano perché avevano bisogno di lei. Ma anche altruistico perché avevano pensato di farle un bene… perché sapevano quando Dawn avesse bisogno di lei. Pensavano che Buffy avrebbe apprezzato, avrebbe voluto tornare.

    Amici che non le erano mai sembrati così distanti come ora.
    Le si strinse il cuore a pensare a quanto avevano condiviso insieme. Le serata festose ai tempi del liceo, ma anche tutte le difficoltà. Ripensò a come si erano aiutati a vicenda e a come erano diventati indivisibili.
    E a come, nonostante tutto, avevano finito per allontanarsi.
    Non che l’avessero fatto intenzionalmente o che si fossero dimenticati di lei per egoismo ma, erano cresciuti ed erano assorbiti dai problemi della vita adulta.
    Xander era molto impegnato al cantiere e stava preparando il matrimonio con Anya, Tara e Willow erano in crisi a causa della dipendenza di Willow dalla magia, Giles se n’era andato…
    Ma si erano accorti che Buffy aveva qualcosa che non andava.
    Il punto era che era stata anche lei ad allontanarsi da loro e a fingere che andava tutto bene, smettendo di confidarsi, tenendo dentro il malessere, senza dare loro il modo di aiutarla.
    E, tanto per cambiare, quel maledetto trio di mocciosi non faceva altro che aggiungere fastidi alla sua vita già incasinata.

    «Guarda i tuoi amici, e dimmi che non ami lasciarti andare così… giusto sotto ai loro nasi.»

    Buffy non riusciva a trovare il coraggio per interrompere la relazione che si era creata con Spike.
    Come avrebbe potuto, dopo che le figure maschili più importanti della sua vita l’avevano abbandonata? Il padre, Angel, Riley…
    Come poteva lasciare l’unica persona che la faceva sentire meglio? Che sembrava capirla e che era sempre lì per lei, quando ne aveva bisogno?
    In cuor suo sapeva che Spike non l’avrebbe mai lasciata e che il suo amore non avrebbe mai vacillato. Sapeva che poteva prenderlo a pugni, ferirlo con le parole, dirgli che non avrebbe mai provato nulla per lui, ma lui sarebbe sempre tornato. Avrebbe continuato a desiderarla, a guardarla con occhi pieni di amore, a rischiare la vita per lei. Tutto questo, anche se lo faceva soffrire.

    Sì, perché Spike soffriva, soffriva in modo terribile perché non poteva averla completamente.
    Alla fine aveva avuto quello che voleva. Era riuscito a toccarla, a sentirla al di sotto di lui. Poteva avere il suo corpo, disporre di esso a suo piacimento. Poteva giocarci, compiacersi della sua arrendevolezza e del potere che esercitava su di lei.
    L’aveva finalmente così vicina… eppure non la sentiva veramente sua.
    Lei prendeva tutto quello che lui poteva darle e poi scappava, salvo poi tornare da lui e pregarlo di farle provare di nuovo qualcosa. Si divertiva a farsi rincorrere, a giocare con lui, con il suo corpo, con il proprio e con le proprie sensazioni.
    Oh, come ci sguazzava alla grande.
    Ma Spike, fino a quando avrebbe sopportato questa dolce tortura? Quella situazione che faceva comodo ad entrambi ma allo stesso tempo li stava distruggendo.
    Non era sano per lei, che dopo ore di piacere se ne tornava alla sua vita e piangeva, odiandosi per quello che faceva con lui. Non era sano per lui che, anche se avere il suo corpo era meglio di niente, si faceva usare a suo capriccio e si illudeva che prima o poi lei avrebbe provato qualcosa.

    Tentava, cercava disperatamente di averla per sé e di portarla dalla sua parte.
    Buffy ogni tanto si chiedeva se lui avesse mai pensato di vampirizzarla, oppure se voleva solamente avvicinarla al suo mondo.
    Ma la verità era che Spike non l’avrebbe mai vampirizzata. Non dopo aver visto cosa era successo a sua madre. Buffy non sarebbe stata più la stessa, e lui avrebbe perso –e per mano sua!- l’unica donna che aveva mai veramente amato. Quella più importante.
    Ed era così ironico tutto questo… Non poter donare la vita eterna all’amore della sua vita, non poter condividere con lei i doni oscuri… Non poter camminare al suo fianco lungo i secoli, come aveva fatto Drusilla con lui.
    La consapevolezza che prima o poi l’avrebbe lasciato lo spingeva ogni volta a prendere da lei quanto più poteva, come se ogni volta avrebbe potuto essere l’ultima. L’ultima volta che avrebbe immerso la mano tra i suoi capelli, che avrebbe baciato la sua pelle, annusato il suo profumo, che sarebbe affogato nel suo corpo…

    Buffy sapeva che tutto questo era sbagliato, ma non riusciva a fermarlo.
    Tutto quello che riusciva a fare era abbandonarsi tra le sue braccia e accoglierlo dentro di sé, e poi cavalcarlo, graffiarlo, morderlo, come se fosse stata un animale selvaggio.

    Una volta, persino il vampiro le aveva detto che era tornata sbagliata.
    Lei sapeva che era sbagliata l’attrazione per lui, il desiderio che provava, talmente intenso da risultare doloroso e toglierle l’aria.
    Era sbagliato amare un essere senz’anima, sbagliato dargli fiducia e credere in lui.
    Ma Spike era davvero una cosa senz’anima incapace di provare sentimenti? Non lo era davvero mai stato e comunque le aveva dimostrato di non esserlo, da quando si era innamorato di lei.
    Ed era davvero inaffidabile? Non le aveva forse già dimostrato il contrario quando contava, quando lei aveva creduto in lui? E le volte che non era stato all’altezza della sua fiducia, non erano forse le volte in cui lei per prima aveva palesato diffidenza nei suoi confronti? Come se lui avesse saputo in anticipo che lei non avrebbe fatto caso ai suoi gesti, che non le sarebbe importato.

    Ma ancora più sbagliato, era illuderlo e approfittare del suo amore.
    Eppure… come evitarlo? Quando il legame che si era creato era l’unico appiglio che le impediva di cadere nel baratro della depressione?
    Forse usarlo in quel modo e farsi del male, perpetuando quella relazione distruttiva per entrambi, era un modo in cui Buffy si voleva punire inconsciamente.
    Ma punire per cosa? Perché diavolo avrebbe dovuto provare odio per se stessa?
    Non aveva forse salvato il mondo diverse volte, dando anche la vita per esso? Oppure era proprio per colpa di tutto quel dare, del sacrificio che la missione richiedeva, che si sentiva svuotata?
    Forse si odiava perché, nonostante avesse sventato diverse apocalissi, non riusciva a superare le difficoltà quotidiane? Perché si sentiva diventata incapace di amare? O forse era semplicemente stanca di gestire l’inferno in cui si trovava.

    L’inferno e i suoi demoni che, ogni tanto, risultavano anche piacevoli.


    Fine

    Edited by kasumi - 28/7/2012, 17:21
     
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    Una buona interpretazione della Sesta Stagione, del percorso che unisce Buffy e Spike e li porta ad avere una relazione distruttiva e "sbagliata". (Btw, la canzone dei Depeche Mode è troppo bella e azzeccatissima)
    Non c'è soluzione per Buffy, piena di domande, e neanche per Spike, che è combattuto tra Bene e Male.
    Molto bene!
     
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  3. kasumi
     
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    Grazie kiki ^_^
    Sono felice di essere riuscita nell'intento :)

    depeche mode <3 ho comprato il blue ray di Tour of the universe (Barcellona, 2009) e lo sto consumando é_é

    a presto!
     
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  4. kasumi
     
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    --- Wrong ---




    SECONDA VERSIONE DI LUGLIO 2012



    Missing moment della puntata “Dead things”, in italiano “la sfera magica”.



    Il titolo è stato ispirato dalla frase di Spike “you came back wrong” (sei tornata sbagliata) e dalla canzone “Wrong” dei Depeche Mode (album Sounds Of The Universe, 2009).

    Mi piacerebbe fare altre OS con i titoli delle canzoni del gruppo. (e nel frattempo continuare a sbavare su David Gaham, mentre riguardo per l’ennesima volta il concerto a Barcellona in dvd! XD)



    Ringrazio Sara666 per avermi dato l’idea per questa fic! Sebbene l’avesse buttata lì per scherzo, è maturata nella mia mente pian piano fino a prendere la forma attuale.

    Ringrazio in special modo Nightlady per i suoi consigli e avermi fatto notare che la versione precedente non era un vero missing moment ma più un insieme di riflessioni da fan della serie.



    Genere: Missing Moment, erotico, introspettivo



    Rating: VM18







    Capitolo unico








    Grappoli di lanterne pendevano dal soffitto e illuminavano soffusamente il soppalco del Bronze, mentre Buffy poggiava sulla balaustra e osservava i suoi amici scatenarsi nella pista sottostante.

    Inspirò profondamente, lieta di essersi lasciata alle spalle l’odore di aria viziata e di corpi sudati.

    In tutti quegli anni era salita veramente di rado al piano superiore del locale. Era successo, per lo più, le volte che aveva cercato un po’ di riservatezza per confidarsi con Willow o quando aveva cercato un po’ di intimità con Angel. Ma la maggior parte delle volte aveva trascorso la serata a ballare, a sorseggiare un cocktail ai tavolini o a chiacchierare allegramente.

    Si strinse nelle spalle, accarezzate dalla luce dal tono giallognolo, e sospirò.

    Negli ultimi tempi aveva cercato sempre più spesso la pace della solitudine, spinta da un bisogno improvviso di avere i suoi spazi. Un bisogno che non aveva mai provato prima del suo ritorno alla vita e per cui stentava a riconoscersi.

    Non aveva nemmeno mai parlato ai suoi amici di questo malessere. Se ne vergognava e, dopotutto, non voleva farli preoccupare.

    Si limitava, quindi, a raggiungere il limite della sopportazione e a dileguarsi. Usciva dalla porta, si rintanava in camera sua o saliva nel privè, a seconda dei casi. O, naturalmente, fuggiva nel cimitero… bramando il conforto del suo devoto amante vampiro.

    Amante, di cui aveva percepito la presenza nel locale nell’esatto momento in cui aveva varcato l’entrata.

    Non sapeva se era salita sulla terrazza in una sorta di invito inconscio a raggiungerla o se l’aveva fatto solo per starsene un po’ tranquilla.

    In ogni caso, lui l’aveva seguita poco dopo, e le si era avvicinato silenziosamente come un gatto.



    «Vedi? Cerchi di stare con loro. Ma finisci sempre col tornare nelle tenebre. Con me.»



    La sua voce roca e morbida la avvolse.

    Lo percepì avvicinarsi da dietro e lo vide poggiare la mano sulla balaustra al suo fianco, circondandola.

    Pensò che non aveva bisogno di simili gesti di possesso, perché non aveva intenzione di fuggire da lui.



    «Cosa penserebbero di te se scoprissero tutte le cose che hai fatto? Se sapessero chi sei veramente?»



    Lo sentì sfiorarle la spalla con le dita e si sorprese a tremare a quel contatto, come se la sua pelle stesse scottando. Non poteva fare a meno di farlo, come se fosse la prima volta che lui la toccasse in quel modo. Come se le sue mani non si fossero mai posate sul suo corpo, non l’avessero mai portata al piacere. Come se tutte le volte che avevano fatto l’amore fosse successo solo in un sogno.

    Continuò a guardare davanti a sé, mentre la mano di lui scendeva lentamente fino al gomito con un gesto morbido e delicato e poi da lì si spostava sul suo fianco, fasciato dalla maglietta color panna. Non si girò per spingerlo via. Non si oppose in alcun modo al suo tocco e non reagì alle sue provocazioni.



    Spike si chiese dove fosse in quel momento la sua mente. Si chiese dove lei si rifugiasse, nei momenti in cui la vedeva assorta. Tornava al paradiso, forse?

    Quella sera, comunque, le parve abbastanza serena (o piuttosto, rassegnata?). Non l’aveva ancora allontanato, né spinto o schernito. E decise di approfittarne.

    Aveva una voglia terribile di lei.

    L’aveva sempre, in realtà, come se non ne fosse mai sazio. E ogni volta che facevano l’amore, lo faceva come se potesse essere l’ultima. L’ultima volta che avrebbe immerso la mano tra i suoi capelli, che avrebbe posato le labbra sulla sua pelle e si fosse inebriato del suo profumo.

    Si sentiva quasi soffocare dal desiderio di immergersi in lei.



    Buffy trasalì, appena sentì il tocco della mano fredda sulla gamba. Chiuse gli occhi e si accorse di respirare affannosamente, mentre essa scendeva e poi risaliva lentamente sulla coscia, sollevando la gonna di pizzo nero fino a sfiorare il suo sesso.



    «No.»

    «Fermami.»



    Percepì il fruscio dello spolverino in pelle dietro di sé ed ebbe un brivido di anticipazione, quando udì il rumore della cerniera dei suoi pantaloni. Inspirò profondamente, gli occhi ancora chiusi, il corpo traditore già colmo del desiderio di lui.

    Spike le mise una mano sul fianco e l’altra sulla spalla, facendola inclinare leggermente in avanti. Poi fece aderire il corpo al suo, aiutandosi con la mano a trovare il punto in cui si sarebbero uniti.

    Scivolò lentamente in lei, stupendosi per la facilità con cui gli stava cedendo.

    Dio, era così meravigliosamente arrendevole. Così calda e morbida e ...

    Chiuse gli occhi per un istante e appoggiò la fronte contro la nuca di lei, annusando il profumo della sua pelle e dei suoi capelli. Li riaprì subito e si allontanò dal suo collo, troppo vicino e tentatore. Quindi rivolse lo sguardo verso la pista da ballo e strinse gli occhi.



    «Guarda i tuoi amici.»



    Sussurrò al suo orecchio, senza smettere di muoversi dentro e fuori di lei.



    «Non è il tuo mondo.

    Tu appartieni alle tenebre. Come me.»



    La ragazza aprì gli occhi e fece come le aveva detto.

    Una vocina dentro la sua testa le diceva che non era vero, che lei non apparteneva ad esse. Che lei non era una creatura della notte come lui. Ma in quel momento le riusciva davvero difficile formulare un pensiero compiuto, e preferì farsi tentare dalle parole del vampiro, anche se normalmente le avrebbe contestate.

    Ad un certo punto, però, sembrò recuperare un briciolo di razionalità. Rifletté che ai suoi amici sarebbe bastato davvero poco per sollevare lo sguardo e vederli e si irrigidì, al pensiero di essere scoperta. Ma fu solo per qualche secondo. Giusto il tempo per provare a collegare il cervello, prima di abbandonarsi definitivamente alle sensazioni che il vampiro le stava provocando.



    Spike percepì la sua reazione, anche se debole. Si morsicò la punta della lingua, pentendosi per quelle frasi che avevano sfidato un po’ troppo audacemente il controllo della Cacciatrice. Ma, quando la sentì rilassarsi di nuovo, sorrise compiaciuto.

    Il modo in cui aveva tremato leggermente e si era stretta attorno a lui, l’aveva fatto eccitare maggiormente. Continuò a muoversi, quindi. Prima in modo lento, poi più veloce, poi ancora lento, in una danza ipnotizzante.

    Si ritrovò a pensare che i suoi amici dovevano essere davvero degli stupidi per non essersi ancora accorti della loro relazione e della depressione in cui era caduta. Per un momento, fu persino tentato di attirare la loro attenzione di proposito, per vedere lo sgomento dipingersi sui loro volti. Ma poi pensò che, no, non valeva la pena di rovinare tutto solo per prendersi quella soddisfazione con loro.

    Che gli importava che loro sapessero, se in quel modo avrebbe rischiato di perderla? Meglio di nascosto, come due ladri, piuttosto che niente. Anche se il pensiero che lei cedesse a lui sempre più spesso e in modo sempre più totale, lo illudeva che presto sarebbe stata sua a tutti gli effetti.



    «Guardali, e dimmi che non ami lasciarti andare così… giusto sotto ai loro nasi.»



    Chiuse gli occhi e iniziò a muoversi più velocemente.

    Buffy sentì che la stava spingendo sempre più in avanti, contro la balaustra, e strinse le mani attorno ad essa. Si sentì avvolgere dalle braccia di lui, mentre si protendeva in avanti e cercava le sue mani, per stringerle sotto ai suoi palmi, il viso premuto contro il suo collo.

    «Spike…» Sussurrò rocamente.

    Lui grugnì in risposta.

    «Non possiamo… non qui...» Continuò lei. «Andiamocene.»

    Lui aprì gli occhi e rallentò le spinte, a malincuore. Le fissò la nuca, meditando una risposta.

    «Pensavo ti sarebbe piaciuto provare tutto il kamasutra sui divanetti…»

    Buffy sorrise, per la prima volta da quando lui l’aveva raggiunta.

    «Mentre il locale è chiuso e deserto, magari…»

    Lo sentì uscire da lei ed allontanarsi, provando immediatamente una sensazione di vuoto, e quasi si pentì di averlo fermato.

    «Cosa proponi, Cacciatrice?»

    Buffy si girò, permettendo finalmente ai loro occhi di incontrarsi. Cercò la sua mano e gliela strinse, senza dire nulla.

    «Hai perso la lingua? Farai bene a ritrovarla, per quello che ho in mente di farti fare più tardi...»

    La vide abbassare lo sguardo.

    Le strinse maggiormente la mano e la attirò a sé, circondandola con un braccio mentre aderiva al suo corpo. Poi lasciò la presa sulla mano e corse ad alzarle il viso, che stava fissando un punto indefinito sul pavimento alla sua destra.

    Strinse gli occhi e li piantò nei suoi, come per cercare di leggerci qualcosa.

    Risposte, desideri, paure.

    Lei alzò il braccio per accarezzargli il polso. Fece scorrere le dita lentamente sulla mano di lui, ancora impegnata a tenerle sollevato il viso. Poi le spostò sul suo volto. Accarezzò la pelle liscia e fredda, gli zigomi duri e le guance scavate dalla magrezza.

    Il vampiro continuava a fissarla, rapito, mentre piano piano in lui nascevano domande e la sua espressione si addolciva.

    Sono gesti di affetto, questi? Provi qualcosa per me?

    Buffy allontanò la mano e distolse nuovamente lo sguardo, muta, come se avesse potuto leggergli nel pensiero e volesse evitare di rispondere.

    Lui provò il desiderio di catturarglielo di nuovo e di baciarla intensamente, ma esitò, reso insicuro dallo sguardo vuoto di lei.

    Non l’aveva ancora baciata quella sera e ne aveva una voglia disperata, ma conosceva quello sguardo. Lo sguardo da “Buffy Summers non è qui con te.”.



    Sta scivolando nel baratro e sta cercando di aggrapparsi a quello che trova, e tu non sei altro che una mano anonima protesa verso di lei. Non ti cerca perché ti ama. Non lo fa e non lo farà mai. Ti cerca solo perché le sei comodo.



    Fece scorrere la mano sulla sua schiena, verso il basso, e la fermò all’altezza dell’osso sacro. Lì alzò il pollice e lo strofinò contro la stoffa leggera, indeciso sul da farsi. Poi, arresosi alle proprie emozioni, la attirò a sé.

    Lei tornò a guardarlo e piantò i palmi aperti sul suo petto.

    Poteva sentirne il respiro caldo contro il viso. Il tremore delle labbra mentre fremeva per unirle alle sue. Socchiuse le proprie e inclinò la testa di lato. Poi chiuse gli occhi, avvicinandosi in un modo talmente lento che gli parve di morire nell’attesa del contatto.

    Contatto che non avvenne. O, almeno, non con le sue labbra.

    Lei aveva alzato una delle piccole mani e gli aveva poggiato due dita sul labbro inferiore.

    La fronte aggrottata, Spike ora la fissava confuso.



    L’interruzione del contatto tra i loro corpi, sebbene non era stata totale, aveva permesso a Buffy di recuperare la lucidità.

    «E’ sbagliato.» Si ritrovò a dire.

    L’espressione del ragazzo si fece sempre più confusa.

    «Che ti prende? Cosa è sbagliato?»

    La Cacciatrice esitò.

    «Tutto questo. Lo sai.» Rispose in un soffio.

    «E’ tardi per gli scrupoli di coscienza, Amore.» Sorrise.

    Le prese le dita, che stavano scivolando sul suo mento, e gliele strinse nella mano, poi le diresse verso il suo inguine.

    «No.» Si sottrasse al suo tocco con uno scatto.

    «No.» Ripeté, con più convinzione, spingendolo via.

    Mettendo distanza tra i loro corpi, per non cedere nuovamente.

    «Buffy!» Esclamò lui, fissandola improvvisamente con occhi spalancati, offeso per il suo rifiuto.

    Protese una mano verso la ragazza, che lei non colse e si limitò ad osservare indietreggiando e portandosi le proprie tra i capelli.

    «Amore…»

    Tentò di dire, addolcendo lo sguardo.

    «Non chiamarmi così.»

    Portò entrambe le mani al viso e si strofinò gli occhi, come per cercare di svegliarsi da un brutto sogno. Quando li aprì, più verdi e profondi che mai, lo stavano fissando sull’orlo del pianto.

    «Odio tutto questo. La mia debolezza… Il modo in cui…»

    La rabbia s’impossessò improvvisamente del vampiro, che spalancò gli occhi di nuovo, incredulo.

    «Non ne posso più della tua incostanza!»

    Strinse i pugni e serrò la mascella.

    La sua voce dura fece tremare Buffy, che, spaventata, continuava ad indietreggiare.

    «Fa come credi.»

    Concluse, sistemandosi i pantaloni e voltandosi, camminando deciso verso la scalinata.

    La ragazza lo osservò allontanarsi, mentre stringeva e rilassava i pugni ripetutamente, cercando di recuperare il controllo.



    Si chiese se avrebbe mai trovato il coraggio di lasciarlo. Di allontanare l’unica persona che la faceva sentire meglio, che era sempre lì per lei quando ne aveva bisogno.

    Si chiese se sarebbe mai riuscita a interrompere quella relazione malsana e distruttiva per entrambi.



    In cuor suo sapeva che Spike non l’avrebbe lasciata e che il suo amore non avrebbe mai vacillato. Sapeva che poteva prenderlo a pugni, ferirlo con le parole, dirgli che non avrebbe mai provato nulla per lui, ma lui sarebbe sempre tornato. Avrebbe continuato a desiderarla, a guardarla con occhi pieni di amore, a rischiare la vita per lei.

    Era una delle poche certezze che aveva in quel momento.

    E tutto questo, nonostante lei non ricambiasse il suo sentimento.



    Cosa poteva fare, dunque?

    Si asciugò le lacrime e si guardò in giro, in cerca di una sedia dove potersi abbandonare per qualche istante. Quindi si sedette e si piegò in avanti, prendendosi la testa tra le mani.

    Restò lì per un tempo indefinito e poi, con un enorme sforzo di volontà, si riscosse.

    Si strofinò nuovamente il viso e si portò i capelli all’indietro.

    Aveva bisogno di parlare con qualcuno, di ricevere un consiglio e farsi aiutare a vedere le cose sotto la giusta prospettiva. Pensò a quella mattina, quando aveva chiesto a Tara di controllare l’incantesimo che l’aveva riportata in vita.

    Mi sento diversa.” Le aveva detto. “Forse sono tornata sbagliata.”

    Le aveva confessato che Spike la preoccupava perché era in grado di colpirla, senza che il chip si attivasse.

    Si convinse che la strega bionda sarebbe stata la persona più adatta per confidarsi. Non avrebbe giudicato, non avrebbe colpevolizzato, e non avrebbe raccontato in giro i suoi affari personali. Nel frattempo, però, avrebbe dovuto evitare Spike come la peste. E questo, oh, era un vero problema.

    “Non pensare al malvagio succhiasangue. Quasiasi cosa, ma non il succhiasangue.”

    Decise che sarebbe diventato il suo nuovo mantra.







    Fine




     
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    OK..visto adesso che hai postato , un missing moment :shifty: di una delle mie scene preferite.....adesso ho il mio piccolo, che mi sta reclamando , ma appena ho il mio momento , leggo e commento!
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    Ale...scena descritta davvero in modo più che realistico, e rispecchia esattamente lo stato d'animo d'entrambe....qui si vede l'amore che Spike nutre (anche se consapevole che è un amore a senso unico " per il momento") e si capisce benissimo la guerra interiore di buffy nel provare certe emozioni per un essere che lei in assoluto dovrebbe combattere!!!! Bellissima davvero!!!!! :wub:
     
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    Grazie Stefy! *_*
     
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