Swimfan by squawks

Tradotta da b_fly e kaikan [Completa]

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    Mrs Boreanaz

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    Questa ff è stata scritta da squawks e tradotta da b_fly e kaikan
    io la posto soltanto.




    Swimfan

    by squawks

    Tradotta: b_fly e kaikan
    Raiting: NC17
    Genere: Romance; Angst.
    Lunghezza: 15 capitoli
    Summary: Spike è l'insegnante di nuoto di Buffy. L'ha odiata dal primo giorno, cosa che la ferisce perchè è innamorata di lui. Peccato non sappia che il suo comportamento serve solo a mascherare i suoi veri sentimenti. Tragiche circostanze li faranno avvicinare.


    Traduco con il permesso dell'autrice.


    PERMESSO DELLA MAGNIFICA AUTRICE:

    Hi Emanuela,
    You don't have to worry about sending me an email for every fic, go right ahead and translate any of them you want. I don't mind how many sites they're on.
    Thanks!
    Steph (<-- my name :) )



    Capitolo 1

    Buffy nuotò per i cinquanta metri della piscina, le sue braccia toniche forzavano l'acqua pulita mentre le sue forti cosce calciavano dietro di lei. Raggiunse il bordo alla fine e lo afferrò, ansimando.

    “Summers!”

    Oh diavolo. Era Spike, il suo insegnante di nuovo. Probabilmente una delle persone più arrabbiate che avesse mai conosciuto. E la più sexy, il che rendeva tutto peggiore perché sembrava che riuscisse solo ad urlarle contro, e quando non urlava a malapena le diceva che sbagliava in voce più calma, ma non meno minacciosa. Quando si era unita alla squadra di nuoto di Sunnydale a diciassette anni aveva avuto serie fantasie su loro due che si lasciavano andare ala lussuria. Quel sogno era stato accantonato dal suo ovvio odio per lei. Così ora aveva diciannove anni e finalmente aveva accettato che per lui non sarebbe mai stata più di un alunna, qualcuna che evidentemente aveva davvero bisogno di un insegnante.

    “Si coach?”

    “In che diavolo di modo lo chiami quello?”

    “Um, duecento metri in stile libero?”

    “Bene. Mia nonna ha una tecnica migliore di quella che hai mostrato tu adesso e non si muove dal cimitero da anni!”

    Quale diavolo era il suo problema? Non era per niente che era diventata una delle più brave nuotatrici dello stato, sapeva come nuotare in stile libero santo Dio.

    “Cos'ho sbagliato coach?”

    “Quasi tutto. Le tue gambe non sono abbastanza vicine alla superficie, i gomiti hanno un'angolazione sbagliata e ci metti troppo tempo a respirare tra le spinte. E come se mi stessi chiedendo di darti altre cento vasche.

    Spike la fissò dalla sua altezza sulla piastrella bianca, cercando disperatamente di ignorare il modo in cui i suoi seni si gonfiavano galleggiando sulla superficie mentre si teneva fuori dall'acqua. Dal giorno in cui Buffy si era unita alla squadra di nuovo dopo essersi trasferita a Sunnydale, Spike le moriva dietro. Come poteva evitarlo? Era statuaria, dentro e fuori dalla piscina. I suoi capelli dorati gli toglievano il respiro, anche quando erano completamente fradici. Ovviamente, sapeva dal giorno in cui l'aveva incontrata che era off limits. Prima di tutto, aveva solo diciassette anni mentre lui venticinque. E secondo, lui era il suo istruttore di nuoto. Quindi Spike fece quello che doveva, nascose la sua attrazione sotto la maschera dell'istruttore di nuoto dedito al suo lavoro. Il che spesso equivaleva ad essere un istruttore di nuoto bastardo, ma solo perché nessuno comprendesse dove i suoi veri sentimenti arrivavano. Sfortunatamente, sapeva anche che Buffy lo odiava profondamente e questo faceva più male di quanto ammettesse a se stesso.

    “Non lo faccio apposta, giuro. Sono solo molto stanca adesso”

    “Cosa, il tuo nuovo fidanzatino ti tiene sveglia tutta la notte? Dillo a qualcuno a cui importa. Ora vai altri venti giri, e falli bene stavolta”

    Si, Spike sapeva tutto dell'idiota che Buffy vedeva. Finn. Come poteva ignorarlo quando Finn era uno dei suoi nuotatori? Li vedeva uscire insieme dopo allenamento, col suo braccio goffo che afferrava possessivamente le sue delicate spalle, ammaccandola. Finn non si rendeva conto che una donna come Buffy non poteva essere posseduta? Lei era così fiera, così indipendente. Se Spike fosse stato il fortunato a riaccompagnarla a casa non avrebbe fatto niente per soffocare il suo vero spirito, sarebbero stati eguali in tutto. Ma ovviamente, questo treno di desideri non aiutava. E Buffy sembrava aver detto qualcosa con uno sguardo devastato.

    “Venti vasche? Ma coach, sono stanca da morire! E ho un impegno. Ieri notte, beh, non sono andata a letto fino a tardi e poi mi sono dovuta svegliare presto. E so che farò tardi di nuovo stasera. La prego, non sto cercando di avere una scusa ma potrei davvero crollare ora”

    I suoi grandi occhi lo pregavano di capirla ma quelli di lui erano freddi e determinati. Cosa pensava, che l'avrebbe lasciata andare via così poteva passare la notte a scoparti Finn? La sua rabbia cresceva ogni moment.

    “Sentimi bene Summers. So che vuoi stare in questa strada perché a essere onesti è l'unica qui, e nuotare è quello che sai fare meglio. I campionati dello stato ci sono tra poche settimane, e vuoi che sia leggero? Dovrei anche essere leggero con Finn, così voi due trovate altri modi per stancarmi? Puoi piangere da riempire un fiume ma rimettiti a nuotare o ti faccio uscire a calci dalla squadra”

    Il cuore di Spike si strinse alla vista dei suoi occhi che si riempivano di lacrime che cercò rapidamente di nascondere.

    “Riley non centra niente... per favore io... oh, la diavolo” tornò rapidamente sotto l'acqua, tornando in superficie e iniziando le vasche. Chiaramente lui non l'avrebbe aiutata e che lei fosse dannata se avesse passato altro tempo a implorarlo. Era come implorare un muro di mattoni. Doveva solo finire il più rapidamente possibile. Se era fortunata Riley non l'avrebbe fermata dopo l'allenamento, si stava davvero stancando di quanto era bisognoso. Buffy non sapeva nemmeno perché aveva detto ok ad uscirci. Forse aveva qualcosa a che fare col fatto che era stanca di essere trattata male da Spike ed era bello avere qualcuno a cui importava di lei, anche se lei non ricambiava. La loro relazione sembrava irritare Spike immensamente, il che le faceva provare un po' di sollievo per la vendetta. Dio, a volte si chiedeva solo perché Spike la odiasse. Ma più importante, si chiedeva davvero cosa non andasse in lei da non poter impedire gli intensi sentimenti che provava per lui. Forse era solo masochista.

    Spike guardò alcuni altri nuotatori che erano venuti a riposarsi a bordo vasca, ansimando.

    “Okay, buon lavoro oggi. Probabilmente è la prima volta che non vi lamentate con me. Per questo, potete andare ora”

    Ignorando le grida di gioia dei ragazzi, Spike sentì la stupida voce di Finn come quella di un bambino a cui hanno tolto il lecca lecca.

    “E Buffy coach? Quanto deve fare ancora?”

    “Non sono affari tuoi Finn. Va a vestirti e torna a casa, e se ti vedo gironzolare attorno agli spogliatoi di nuovo ti sospendo” Riley strinse la mascella e fissò Spike, ma afferrò il suo asciugamani e andò a cambiarsi. Sapeva che i campionati erano imminenti e non poteva essere cacciato fuori.

    Spike rimase seduto sulla panca e appoggiato al muro, guardando l'oggetto dei suoi desideri nuotare bracciata dopo bracciata. Era come una ninfa marina, così a casa nell'acqua splendente. Sapeva quanto amasse nuotare, anche lui lo aveva amato con tutto il suo cuore quanto era più giovane. Fu solo quando il suo allenatore da anni e caro amico Pete Huffman morì in un incidente di macchina tre anni prima che rinunciò a nuotare e iniziò a lavorare come coach. Cosa non avrebbe dato ora per poter entrare in piscina, nuotare verso Buffy e baciarla finchè non si fosse sciolta tra le sue braccia. Ovviamente, sarebbe stato più probabile che lei tentasse di annegarlo, ma il sogno ad occhi aperti era comunque dolce. Improvvisamente la notò uscire dalla scala.

    “Finito, amore?” Buffy alzò gli occhi di scatto per quel soprannome sussurrato così avidamente, non la chiamava mai in nessun modo che non fosse Summers. E Dio l'aiuti ma si sentì tremare dai capelli alle punte dei piedi.

    “Si coach. Venti vasche. Posso andare ora, per favore?” sembrava disperata dal bisogno di toglierselo da davanti agli occhi per qualche ragione. Probabilmente perché odiava la sua vista, cosa che gli faceva male al cuore. Avrebbe voluto mettersi in ginocchio e scusarsi per il suo comportamento, spiegare che doveva farlo per tenere della distanza tra loro due e dichiararle il suo amore infinito. Beh, se i desideri fossero esaudibili...

    Annuì senza dire niente e lei corse a cambiarsi, coprendo le sue deliziose curve con un asciugamano. Probabilmente una buona cosa da fare.

    ***

    Spike uscì dall'edificio, con un borsone sportivo tenuto casualmente sulle spalle. Era tempo di tornare al suo triste e solitario appartamento e guardare della TV spazzatura. A volte odiava la sua vita. Improvvisamente girò la testa, ascoltando un suono che veniva da dietro il muro di mattoni. Sembrava un... singhiozzo? Un pianto trattenuto? Decidendo di investigare, girò l'angolo e si fermò di botto alla vista di fronte a lui. Buffy sedeva su una panchina basssa, tenendosi le ginocchia e piangendo senza controllo. Spike non riuscì a bloccare il panico che gli salì nelle vene al pensiero che stesse male.

    “Buffy? Buffy che è successo?”

    Buffy sussultò e alzò la testa quando sentì la sua voce. Trattenne la sua tristezza per un secondo mentre registrava la preoccupazione che le dimostrava, ma ricominciò a piangere quando si rese conto di quanto doveva sembrare impazzita. E di tutte le persone che potevano vederla in quello stato, Dio, era così umiliante.

    “Niente, davvero” … singhiozzo... “Io”... lacrima... “So bene, per favore va via, io sto” … tira su col naso... “Bene” nascose il viso tra le mani mentre le lacrime ricominciavano a cadere con la stessa intensità di prima, pregando che lui si limitasse ad andarsene. Sentì cigolare la panchina e si rese conto che ti era seduto accanto a lei. La sensazione delle sue mani soffici che le accarezzavano la schiena la fecero di nuovo sussultare di sorpresa.

    “Buffy, davvero dimmi cosa non va. Se è successo qualcosa vorrei saperlo”

    Buffy si morse il labbro. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, non lo aveva detto ancora ad anima viva. Ad essere onesta, non c'era nessuno con cui pensasse di poterne parlare. Spike non era certo un buon candidato, ma l'urgenza di sfogarsi dei suoi problemi era stupefacente. Decise di agire d'impulso.

    “E'... è mia madre. Lei è malata, in ospedale. Non sappiamo cos'è ma continua a fare tanti test ogni giorno. Continua a svenire e i dottori pensano che abbia qualcosa a che fare col suo cervello. Vado là ogni sera e ogni mattina ma... ma vorrei, voglio dire, vorrei poter stare con lei tutto il tempo. E Riley mi ci accompagna ogni sera dopo l'allenamento ma se n'è andato e non posso arrivarci. Lui non sa nulla quindi non pensava fosse importante aspettarmi. E io... non posso... non so cosa fare” Buffy improvvisamente iniziò a piangere forte, scuotendo le spalle per l'intensità dei singhiozzi.

    Spike non si era mai sentito più stronzo in tutta la sua vita. L'aveva tenuta fino a tardi, credendo che lei perdesse tempo col suo ragazzo quando invece doveva rimanere a controllare sua madre malata. Le aveva gridato contro, insultata e si era rifiutato di ascoltarla. Avrebbe voluto colpirsi da solo. Invece decise di agire d'impulso e allacciare le sue forti braccia attorno alla sua figura piccola, trascinando lievemente il suo corpo finchè non fu appoggiata a lui in un abbraccio confortante. Buffy lo sorprese nascondendo il viso nel suo torace, tenendogli la maglietta con entrambe le mani mentre continuava a piangere. Spike la tenne a se, odiando il fatto che la miglior cosa che avesse mai sentito derivasse dalla sua tristezza. Decise in quel momento di iniziare a risolvere le cose.




    Capitolo 2

    Spike sentì I singhiozzi di Buffy diminuire finchè non si calmò Definitivamente. Gli alzò dolcemente il visto e la guardò.
    “Basta piangere, okay gattina? Adesso di porto da tua madre e avrai tutto il tempo che vuoi con lei, va bene?”
    Okay chi diavolo era quel ragazzo? Perché non era il suo allenatore di nuovo, il suo allenatore non conosceva la parola ‘conversazione piacevole’. L’uomo a cui moriva dietro da due anni, la stava cullando dolcemente tra le braccia, e la chiamava gattina, proponendole di portarla da sua madre. Decise di fregarsene. Sorrise e bisbigliò “Grazie. Mi aiuterebbe molto in questo momento”

    Spike prese dolcemente la mano di Buffy e la fece alzare mentre la conduceva alla macchina.

    ***
    Fermandosi nel parcheggio dell’ospedale, Spike gettò uno sguardo a Buffy. Aveva le testa appoggiata contro il finestrino e aveva gli occhi chiusi.
    Spike uscì dalla macchina e camminò dal lato dove stava Buffy e aprì piano la porta prendendola in braccio.

    ”Buffy, tesoro, siamo arrivati” bisbigliò leggermente, accarezzandogli la guancia.
    “Hmmm? Cosa? Coach? Oh dio, mi dispiace, mi sono addormentata. E’ solo che…sono così stanca in questi giorni” si lasciò andare contro la sua mano in estasi, poi si rese conto di quello che stava facendo e si alzò, si tolse la cintura e uscì dalla macchina. Lei e Spike si avviarono verso l’ospedale.
    “Coach? Cosa stiamo facendo?”
    “Stiamo venuti a trovare tua madre, tesoro. Cosa pensi che stiamo facendo? E quando siamo fuori dalla piscina puoi chiamarmi Spike”
    “Spike, okay. Ma io sto bene, posso andare da sola”
    “Non mi dispiace. Joyce è una brava donna e mi piacerebbe salutarla”
    "Si...è sempre felice di ricevere visite"
    Spike sorrise e gli aprì la porta per farla passare. La mente di Buffy divenne bianca di colpo. In parte le sue azioni cavalleresche e in parte il suo sorriso brillante lo face sembrare ancora più bello. Cosa stava succedendo?
    Si affrettarono verso la stanza di Joyce, la ragazza si affrettò facendogli capire che conosceva molto bene quel posto. Il cuore di Spike si strinse vedendo come una ragazza così giovane dovesse convivere con tutto quello. Sapeva che il padre non viveva più con loro- un divorzio non tanto amichevole e sapeva anche che Buffy non aveva fratelli. Quello voleva dire che era a casa da sola. Hmmm. Forse era solitaria come lui. Entrarono nella stanza dove Joyce era stesa sul letto e fissava fuori dalla finestra.
    "Ciao, mamma! Guarda chi ti è venuto a trovare!" disse Buffy allegra, e Spike si accorse che lo faceva soltanto per non fare preoccupare la madre.
    "Oh Buffy è bello vederti. Oh! Signor Fitzpatrick, e bello averla qui"
    "Scusami mamma per il ritardo, sai che per diventare grandi campioni ci vuole molto più allentamento. Spike, è venuto a vedere come stai poi mi riaccompagna a casa”
    “Sono contento di vederla di nuovo, Joyce anche se non nelle migliori circostanze. E mi chiami Spike, per favore”
    “Grazie per aver accompagnato Buffy. So che lei ama essere nella tua squadra”
    “Beh lei è la nuotatrice migliore della squadra” disse Spike guardando Buffy con un sorriso.

    ”Ma è fantastico! Veramente, Buffy? Sono così orgogliosa di te!” Buffy sorrise alla mandre, era troppo confusa per dire altro.
    Spike aveva detto una bugia a beneficio di sua mandre? Dal modo in cui la sgridava sempre sembra che fosse la peggiore. Gli aveva sempre commentato la tecnica e altre cose. Okay, era davvero confusa.
    “Buffy, piccola. Ho delle cattive notizie. Dovrò strare qui altri giorni i dottori non hanno ancora capito cosa ho, e non penso sai il caso che rimani qui”
    Gli occhi di Buffy iniziarono a riempirsi di lacrime mentre stringeva il manico della sedia. Spike avrebbe tanto voluto stringere tra le braccia e cullarla.
    “No, mamma, per favore…voglio stare qui. Non fa niente quanto tempo richiederò, aspetterò”

    ”No, Buffy, non lo farai. Non voglio coinvolgerti ancora di più. Voglio che vai a casa e fai una bella cena e ti metti a guardare la tv. Ti prego tesoro, mi faresti sentire molto meglio”
    Buffy guardò a terra, tentando di tenere sotto controllo le emozioni.
    “Stia tranquilla Joyce la porterò sana e salva a casa”
    “Grazie Spike, sarei molto contenta se la riporti a casa. Su amore vieni qui e dammi un bacio. Ti vedrò domani, okay?
    “Okay ci vediamo domani”disse Buffy baciandola sulla guancia, la seguì Spike che le baciò la mano. Buffy uscì velocemente dalla stanza prima di scoppiare in lacrime, non voleva farsi da sua madre.




    Capitolo 3

    Spike guardò Buffy dal suo posto nel sedile dell'autista quando sentì il suo stomaco brontolare. Ghignò mentre lei si teneva imbarazzata e diventava rossa.

    “Non preoccuparti amore, ti porto a casa presto e puoi farti una gran cena, okay?”

    Invece di consentire, Buffy sembrava essere ancora più depressa e voltò la testa verso il finestrino. Spike si preoccupò per la sua reazione, e pensò all'allenamento di quel giorno. In effetti sembrava più magra del solito, ma pensava che fosse bellissima anche così e non se n'era preoccupato.

    “Buffy? Quand'è l'ultima volta che hai mangiato? E non mentirmi”

    “Umm, questa mattina. Ho fatto colazione in ospedale. Non ho ancora avuto tempo da allora”

    “Hai mangiato il cibo dell'ospedale per colazione?”

    “Sai, non è male come dicono”

    “Già. E cosa pensi di mangiare a cena?”

    Buffy sembrava un cervo scovato dai fanali della forestale. Cosa diavolo le stava succedendo? “Oh, umm, sai, quello che voglio. Carne. E vegetali, si, di sicuro anche quelli. Forse anche del pane. Mangerò tanto” smise di parlare quando si accorse di stare balbettando.

    Spike la guardò pensieroso “Buffy, stai mentendo? Ti prego non farlo, sono il tuo coach okay? Voglio solo sapere come stai affrontando tutto questo” Dio sperava che lei non si stesse affamando per cercare di controllare almeno quella parte della sua vita. L'anoressia era una cosa tremenda.

    “Non sto mentendo, okay?! Dio, portami a casa” Buffy incrociò le braccia e guardò di nuovo fuori dal finestrino, parlando solo per dare indicazioni. Spike guardò di nuovo la strada con sguardo determinato. Bene. Ci voleva qualcosa di più delle domande per tirarle fuori la verità.

    Arrivarono fuori da casa di Buffy e Spike uscì dalla macchina con lei, accompagnandola alla porta. Rimase silenzioso mentre lei apriva la porta e si voltava verso di lui.

    “Cosa stai facendo?”

    “Ho detto a Joyce che ti avrei portata a casa sana ed è quello che sto facendo. Include che tu attraversi la porta principale” Buffy sbuffò irritata e aprì la porta, squittendo allarmata quando lui la oltrepassò prima di lei. Lo seguì, dicendogli freneticamente di fermarsi mentre lui si guardava attorno, fermandosi in cucina. Aprì prima il frigorifero, poi i mobili, prima di voltarsi finalmente verso di lei. Buffy guardò a terra mentre si girava freneticamente le mani.

    “Buffy. Buffy guardami. Vuoi dirmi perché l'unica cosa che c'è nella tua cucina è mezzo barattolo di caffè e dell'acqua tonica?”

    Buffy non sembrò capace di parlare. Non alzò gli occhi da terra e si allacciò le braccia attorno a se, cercando di non piangere. Spike era davero l'unica persona che non voleva sapesse quanto era patetica, come non riusciva neanche a badare a se stessa. Avrebbe voluto sdraiarsi a terra e non alzarsi più.

    Spike guardò la sua forma tremante. Certo Joyce era malata, ma Buffy stava soffrendo allo stesso modo. Non aveva nessuno che si prendesse cura di lei, e Spike desiderò che lei glielo lasciasse fare. Se solo non fosse stato uno stronzo per così tanto tempo. Ma lei aveva bisogno di qualcuno ora, e lui era l'unico lì. Andò verso di lei, le prese la mano e l'accompagnò in salotto. Facendola sedere sul divano e appoggiandosi accanto a lei, le mise un braccio intorno alle spalle, e sussurrò “Buffy, ascoltami. So che è difficile quello che stai passando ora, e so che ti ho fatto passare cose orrende negli anni ma voglio sul serio aiutarti adesso. Ho solo bisogno che tu mi dica cosa sta succedendo sul serio”

    Buffy tirò su col naso e annuì. Le cose andavano già male, come potevano andare peggio?

    “Mamma sta in ospedale da un mese. Sapeva che sarei stata a casa da sola così mi ha lasciato i soldi per le cose, sai, come il cibo e le bollette. Ma l'ospedale è lontano e io posso avere un passaggio dopo allenamento, ma per tornare a casa e il resto mi servono i taxi perché è troppo lontano. E ho speso così i soldi per il cibo, quindi mangio solo quando vado in ospedale. Mi prenderei un lavoro, giuro che non sono pigra, ma davvero non ho tempo. Vado all'università durante il giorno o sono all'ospedale o agli allenamenti di nuovo. Potrei prendere un lavoro notturno ma poi non avrei tempo per dormire... non sono brava a prendermi cura di me. E non voglio preoccupare mia madre chiedendole più soldi. Ci pensano già i conti dell'ospedale”

    Spike alzò il viso per guardarla in un gesto familiare “Buffy, tu sei molto brava a prenderti cura di te. E degli altri. Tua madre pensa che tu stai bene quindi non è preoccupata e sei riuscita a non farlo sapere a nessuno. Tieni tutti insieme, ma a tutti serve un aiuto a volte. Ti aiuterò io, okay?”

    “Aiutarmi?”

    “Beh, ho ragione a pensare che non l'hai detto a nessuno perché non vuoi che lo sappiano?”

    “Si, è solo... troppo personale... al momento. Preferisco tenerlo per me”

    “Beh, non lo dirò a nessuno nemmeno io se non vuoi. Ma non sei più da sola. Sono qui per te. E come prima cosa, usciamo a mangiare”

    Buffy non riuscì a dire nulla. Quante volte aveva immaginato che le chiedesse di uscire a cena? Certo, glielo stava più che altro dicendo, e non era un appuntamento, però si avvicinava alle sue fantasie.

    “Okay, vado a cambiarmi” odiava dover lasciare il suo abbraccio ma non poteva uscire a cena con la tuta di nuoto. Andando di sopra, comprese di essere simultaneamente più felice e la più infelice che mai.

    ***

    “Um, Spike? Posso farti qualche domanda?”

    Spike alzò gli occhi dalla sua pasta e annuì “Certo, passerotto”

    Notò il suo rossore nella luce tenue del ristorante ma non disse nulla. “Quelle cose che hai detto a mia madre, su come sono la migliore della squadra eccetera, stavi solo mentendo per farla felice?” abbassò gli occhi in fretta, impaurita dalla sua rispsota.

    “Buffy, non stavo mentendo. Sei la migliore che vedo da molto tempo”

    “Ma... ma tu mi urli sempre contro! Su tutto! Non riesco a fare niente di giusto, la mia tecnica, i miei tempi... niente! Non posso essere la migliore della squadra, non urli mai con gli altri in questo modo”. Oops, il rossore tornò più forte. Non poteva urlarle contro al ristorante, vero?

    Spike sospirò e si passò una mano tra i capelli, cercando di inventare come spiegare le sue azioni. “Buffy, mi dispiace davvero per come ti ho trattata, okay? Ma l'ho fatto solo per farti stare meglio, per renderti più forte. Per quanto sei cresciuta negli ultimi due anni, Dio, sei fantastica ora. Non lavoro con gli altri così tanto perché non ne sono degni. So che è una cosa orribile da dire ma sono le situazioni peggiori a formarti, sai? Lavoro così tanto con te per renderti ancora migliore di come sei. So cosa nuotare significhi per te. Mi dispiace se non ti ho fatto sentire abbastanza brava”.

    Buffy non riusciva a parlare. Come poteva sapere che questa era probabilmente una delle cose più carine che le avessero mai detto? Amava nuotare, ed era sempre preoccupata di non essere abbastanza brava, specialmente per Spike. Aveva pensato per tutto questo tempo che la odiasse, invece di volerla vedere migliore. Così invece sorrise grata e ricominciò a mangiare. Non aveva mangiato così tanto da molto tempo ed era fantastico. Non volendo che la serata finisse, e non volendo nemmeno un indigestione, Buffy rallentò la velocità con cui mangiava. Ma alla fine riuscirono a mangiare anche il dolce, e Spike pagò il conto.

    “Prometto che appena tutto tornerà normale ti ridarò i soldi, okay?”

    “Buffy, non voglio sentirne parlare. Non voglio che mi ridai i soldi. Veramente, sai cosa ti dico? Nuota al meglio che puoi al campionato e lo considererò come la cosa più bella che puoi fare per me, okay gattina?”

    Dannazione, doveva davvero smetterla di chiamarla con quei nomignoli. Le ginocchia quasi le cedevano ogni volta e non era sicura di riuscire a guardarlo negli occhi.

    “Certo coach, farò del mio meglio”

    ***

    Di nuovo, Spike accompagnò Buffy alla porta. Entrambi si sentivano in una situazione surreale, come se fossero appena stati ad un appuntamento. Ma era assurdo, no? Si erano odiati per due anni. Buffy decise semplicemente di dire cosa stava pensando.

    “Spike, devo solo sapere una cosa. Voglio dire, improvvisamente sei gentile con me. E non mi dispiace, certo, credimi. Ma devo solo sapere, è perché ti faccio pena? Perché davvero non mi serve pietà, sto bene”

    “Buffy, non provo pietà per te. Sei forte, e coraggiosa, e da come ho visto all'ospedale prima anche altruista. Volevo solo che sapessi che mi dispiace essere stato così duro in questi anni. Non vuol dire che ti renderò le cose molto più facili, ma almeno ora ci intendiamo, okay?”

    “Si. E io non mi rallenterò, giuro”

    “Buffy, non potresti rallentare nemmeno se ci provassi. Non è da te. Tu sei una vincente, una di quelle persone che fanno la cosa giusta perché è giusto farla, non perché qualcuno se lo aspetta da te. Dovrebbero esserci più persone come te al mondo”

    Spike fu deliziato dal sorriso che le apparì sul volto, assieme al solito rossore. Era difficile vederlo nella luce soffusa dei lampioni, ma sapeva che c'era. Improvvisamente si rese conto che erano in piedi davanti alla sua porta, a pochi centimetri di distanza, semplicemente guardandosi l'un l'altra. Non aveva mai voluto nella sua vita più fortemente una cosa quanto baciarla adesso. Lei lo avrebbe mandato via? Odiato? O avrebbe accettato le sue avances? Se c'era una cosa che gli aveva insegnato passare un pomeriggio all'ospedale, è che la vita è troppo breve. Chi sa cosa può accadere? Spike decise di cogliere la possibilità.

    Si sporse verso di lei e sfregò dolcemente le proprie labbra contro le sue, una volta, due volte, poi premette la bocca su di lei più fermamente. All'inizio lei sembrò non reagire, finchè con le mani non gli afferrò le spalle mentre quelle di lui si sistemavano sulla sua vita.

    Santo. Dio. Buffy non riusciva più a pensare. Si stavano guardando quando improvvisamente lui si era sporto a baciarla sulla bocca. Non un bacio amichevole sulla guancia. Un tenero, intimo bacio sulla bocca. Sentendolo approfondirsi quando si tenne alle sue spalle, Buffy aprì la bocca accogliendo la sua lingua contro la prorpia. Tremò di desiderio e le ginocchia sembrarono cederle. Spike strinse le braccia intorno alla sua vita più forte, tenendola fermamente contro di se. Le loro bocce continuarono a muoversi freneticamente una contro l'altra, esprimendo la passione che era stata repressa per anni. Buffy portò le mani dietro il suo collo, passandole tra i capelli.

    Spike si spostò dalla sua bocca, baciandola lungo la linea della giugulare per poi farle appoggiare la testa al proprio torace, mentre le accarezzava i capelli.

    Buffy si sentì confortata dal fatto che non la stesse spingendo via, dichiarandolo come un momento di follia. La sua voce bassa le interruppe i pensieri confusi.

    “Buffy?”

    “Hmmm?” le avrebbe chiesto di poter entrare? Sapeva già che avrebbe detto si.

    “C'è una chiave di riserva per la casa?”

    Cosa? “Cosa?”

    “Mi spaventa pensare che sei qui da sola, se succede qualcosa. Hai una chiave di riserva?”

    “Uhh, si, è sotto il tappeto. Non l'ho mai usata comunque” Di che diavolo stava parlando? Era questo il suo modo di evitare il fatto che si erano appena baciati? Allora perché la teneva ancora così vicina e le accarezzava i capelli? Gesù, la stava confondendo. E aveva ancora il viso nascosto nel suo torace quindi non poteva vederlo negli occhi.

    “Okay piccola, penso che dovresti entrare, giusto? So che hai una giornata impegnativa domani e devi dormire tesoro”

    Piccola? Tesoro? A pensarci bene non la confondeva, era l'essere più dolce che avesse mai visto. Ma aveva anche ragione. Era esausta.

    “Okay. Immagino che ci vedremo domani ad allenamento allora”

    “Certo gattina. Dormi bene” le avvicinò il viso per un altro bacio prima di andare verso la macchina. Guardò Buffy entrare in casa e chiudere la porta dietro di se prima di saltare dentro, già pensando a vari piani per come aiutarla. Neanche per un secondo si era pentito del bacio, aveva diciannove anni ora, anche se c'era da lavorare sul problema coach-nuotatrice. Sapeva che non sarebbe andato bene in una città delle dimensioni di Sunnydale. Ma nessuno poteva cancellare la sensazione delle sue soffici labbra contro le proprie, qualcosa che non avrebbe dimenticato per molto tempo.

    Buffy rimase dall'altra parte della porta, guardando un punto invisibile mentre si passava un dito sulle labbra, con un solo pensiero per la mente.

    Santo. Dio.




    Capitolo 4

    Buffy storse il naso, muovendosi nel letto mentre annusava il profumo delizioso che si stava diffondendo nella camera. Stava ancora sognando? Aprì un occhi e guardò la sveglia sul comodino. Le 7:30 del mattino. Hmmm. Annusò di nuovo. No, c’era davvero quell’odore. Forse era così disperata che il suo cervello stava spedendo un falso segnale al naso. Qualunque cosa fosse, era delizioso.

    Scese le scale e l’odore si fece più forte. Cos’era quel rumore che aveva sentito provenire dalla cucina? Oh Dio, dei ladri? Perché dei ladri dovevano cucinare in casa sua? Sporse la testa e vide Spike girato di spalle sul fornello, mentre una pezzo di pancetta friggeva nel tegame. Poi lanciò un’occhiata all’isola della cucina, che di solito era spoglia e la vide ricolma di cibo. Succo d’arancia, toast, uova e frittella.

    ”Spike?”

    “Dio! Buffy mi hai fatto morire dallo spavento” era davvero spaventato. Poi però la fissò intensamente. Che cosa stava guardando? I suoi capelli di mattina facevano così schifo? No, i suoi occhi erano puntati sulla piccola vestaglia che indossava. Si era dimenticata che portava una maglietta di merletto di Victoria’s Secret e dei pantaloni di raso, un capriccio che aveva avuto pensando di indossarla con il suo ragazzo…oh cavolo. Il suo ragazzo. Riley. Aveva baciato Spike mentre usciva con Riley. Avevano bisogno di parlare.

    Per l’inferno maledetto. Dannazione. Stava tentando di ucciderlo. Come se non fosse abbastanza fuori, dimenticandosi per il momento che era entrato in casa sua, ma ora lei era lì in piedi con quasi nulla indosso. Vero che la vedeva in costume tutti i giorni, ma quello era diverso. Poteva dei pantaloni del pigiama di seta che le andavano quasi sotto la vita mostrando il suo stomaco abbronzato, e una maglietta di merletto, poteva vedere i capezzoli duri da lì. I suoi seni dondolavano liberamente. Il suo sogno ad occhi aperti fu interrotto dal colpo di tosse, la guardò e la vide incorniciare le braccia sotto il seno. Cavolo!.

    ”Che ci fai qui? In casa mia? Nella mia cucina?”

    “Ti sto facendo la colazione, gattina. No…nuotatrice…devi nutrirti bene. Ho usato la chiave di scorta” disse guardandola “Vai di sopra a fati la doccia o qualsiasi cosa devi fare, appena torni sarà tutto pronto”

    Buffy accennò col capo e tornò di sopra. Cosa poteva dire? Tornò dopo quindici minuti e si sedette sullo sgabello davanti a tutte le cose che gli aveva preparato. Sembrava tutto così buono. Come aveva potuto nascondere quella sua personalità per due anni?

    “Spike, questa è la cosa più bella che qualcuno mi abbia fatto. Grazie tante. Non di deluderò alla lezione, te lo giuro”

    Spike alzò il sopracciglio. Pensava che una volta fuori di lì si sarebbe comportato come sempre? Non gli piaceva che pensasse che faceva tutto quello per carità, si preoccupava per lei veramente.

    “Sei una brava notatrice, Buffy. Ma non è l’unica ragione per cui faccio questo. Non ti meriti tutte le cattive cose che ti sono successe, e sono felice di fare qualcosa che ti renda contenta, okay? Non preoccuparti di dover correre all’ospedale, ti accompagno io”

    “Oh no, ti prego, non posso chiedertelo sarebbe troppo”

    “Beh ma non me lo stai chiedendo, piccola. Ti sto solo dicendo che lo farò d’ora in poi. Ti porterò sia la mattina che la sera. E non voglio che dici niente” disse Spike con un sorriso.

    “Okay, Coach, non discuterò. E per di più non sapevo che eri un bravo cuoco, è delizioso!”

    “Beh, è quello che mi hanno detto. La colazione è il pasto dei campioni” sorrise furbo.

    “Oh, sei un campione?” disse Buffy sorridendo.

    “Lo sai piccola”

    Si sedettero e fecero colazione in silenzio, godendo della reciproca compagnia. Buffy prese coraggio per parlare di quello che era successo la sera prima. Aveva contato qualcosa per lui il bacio?

    “Spike? Io vorrei parlarti della…della scorsa notte” disse mentre lui si voltava a guardala con interesse.

    “Circa cosa?”

    “Beh, quello che abbiamo fatto”

    “Buffy, lo so che essendo il tuo Coach è un problema, ma sono sicuro che possiamo sistemare tutto. Infondo tu hai diciannove anni”

    “Ma, c’è anche Riley e…”

    “Oh si, me l’ero dimenticato. Non deve sapere quello che è successo, in effetti, nessuno. Finche none esce non è un problema”

    Cavolo! Come aveva potuto dimenticarsi dell’idiota di Finn? Come aveva potuto dimenticarsi che aveva un fidanzato e che probabilmente lo amava, come poteva biasimarla dall’essere un po’ sul chi va la, con l’uomo che l’aveva trattata male per due anni?

    Il bisbiglio di Buffy lo spaventò. Sembra star male, e non alzava gli occhi dal piatto “E quello che vuoi? Dimenticarlo?”

    “Che altro possiamo fare? Hai un fidanzato no?”

    “Mi dispiace, è che pensavo…sono stupida. Credo che tu volessi qualcosa di più. Nulla, ti ringrazio per quello che stai facendo” disse con voce bassa. Forse aveva ragione, non voleva niente da lei.

    “Buffy che intendi per ‘volessi di più’? Tu vuoi qualcosa di più?”

    “No, se tu non vuoi”

    “Buffy, non capisco se non mi dici quello che stai pensando”

    “Beh credevo che stesse per uscire qualcosa. Io e Riley stiamo insieme ma lui non mi interessa davvero. E credevo che magari…”

    Non finì la frase che Spike l’aveva stretto tra le braccia baciandola senza fiato. Lei ricambiò stringendolo.

    “Piccola quello che volevo dire è che aggiusteremo tutto. Voglio stare con te” Buffy sorrise e s’inclinò per baciarlo di nuovo. Lui la mise sul bancone e si sistemò tra le sue gambe, continuando a baciarla appassionatamente, facendo correre le mani sul suo corpo. Quando ruppero il bacio Spike appoggiò la testa sul suo seno, mentre riprendeva fiato. Buffy posò la guancia contro la cima della sua testa.

    “Amore, andiamo? Ti porto a trovare tua mamma prima che inizi le lezioni?”

    “Si andiamo prima che faccia tardi”

    Spike si tirò su e la prese e la fece scendere, facendogli correre per sbaglio in su la maglietta. La prese e la condusse fuori. Dovevano uscire da lì prima che la prendesse e la portasse in camera da letto.




    Capitolo 5

    Lo scrosciare di acqua dalla piscina dietro l'angolo significava l'arrivo di alcuni nuotatori. A Spike non importava, un bel cambiamento delle sue abitudini. Solitamente sarebbe stato fuori ad aspettare, preparandosi per dare altre dieci vasche o avvisi dell'ultimo minuto. Ma oggi qualcosa era diverso. Buffy. O più precisamente, la ragazza che gli si stava strusciando contro il muro in un piccolo costume da bagno mentre le loro lingue duellavano insieme. Le mani di Spike le tenevano il sedere, massaggiandolo fermamente, mentre le mani di lei correvano su e giù per la pelle nuda della sua schiena sotto la maglietta. Si premettero sempre più vicini, la sua erezione dura come roccia le premeva contro lo stomaco. Lei vi si sfregò più fermamente, e lui sussultò.

    “Piccola! Dobbiamo fermarci. Ora. Entro cinque minuti saranno tutti qui fuori. E ho bisogno di qualche minuto per me ora”

    Buffy gli sorrise maliziosa, mentre un pensiero cattivo le passò per la mente. Si guardò intorno. Si, erano nascosti da una divisoria vicino agli spogliatoi con nessuno intorno.

    “Cinque minuti, huh? Sembra un sacco di tempo” passò un dito seduttivamente sul suo torace.

    “Non dal mio punto di vista amore. Mi serve più tempo per tenermi sotto controllo”

    Buffy si sporse verso il suo orecchio, soffiando gentilmente sul lobo prima di prenderlo tra i denti. Lui sussultò. “Prometti di fare piano e ti rimetterò sotto controllo in un attimo”

    Buffy non gli diede neanche la possibilità di rispondere prima di ricadere con le ginocchia sulle mattonelle e abbassargli i pantaloni. Non si era aspettata che indossasse della biancheria sotto quindi non fu una sorpresa quando la sua enorme erezione si fece strada in tutta la sua gloriosa lunghezza di fronte a lei. Buffy ghignò al suo viso attonito e si sprse, baciandone la punta prima di leccarlo lentamente dalla base alla punta. Spike trattenne un gemito e le prese dolcemente la testa, mentre lei allungò le mani per afferrargli il sedere. Ricordando il tempo limite, Buffy prese la punta in bocca e vi rotolò sopra la lingua. Si spinse più avanti finchè non lo prese quasi tutto, poi si tirò indietro succhiando. Ripetè l'azione diverse volte e portò una mano a massaggiargli i testicoli. La sua presa improvvisamente si strinse e Buffy seppe di poter accelerare. Aumentò il ritmo, sentendo improvvisamente il suo sussurrò rauco.

    “Buffy, piccola, oh Dio sto per venire... ti prego piccola”. Spike strinse i denti e chiuse gli occhi, alzando una mano per mordersi ferocemente le notte mentre esplodeva nella sua bocca. Finalmente speso senza aver emesso alcun tipo di rumore che potesse farli scoprire, collasso contro le fredde piastrelle del muro.

    Buffy si assicurò di essere pulita e gli rimise i pantaloni. Si, ce l'aveva decisamente fatta in cinque minuti. Si alzò e lui l'attirò in un abbraccio, baciandola dolcemente sulle labbra mentre le sussurrava.

    “Buffy, sei così dolce. È stato fantastico, grazie tesoro. Vorrei che avessimo più tempo, così potrei mostrarti quanto... mi importa di te, ma penso che stiano aspettando”

    “Mmm, è così, li sento” avrebbe voluto dire qualcos'altro? Aveva sentito la pausa nella sua voce, ma forse era solo un desiderio vano. Dio, ma era stato tanto buono con lei oggi. L'aveva portata all'ospedale di mattina ed era rimasto per portarla in classe al campus di Sunnydale. E mai lo aveva fatto sentire come un dovere, nonostante lei si sentisse in colpa.

    Spike la baciò di nuovo e si voltò “Vai prima tu piccola, non voglio doverti dare vasche in più per essere arrivata dopo di me come si aspetterebbero gli altri”

    Buffy annuì ed entrò in piscina, prendendo la cuffia per il nuoto e gli occhialini. Dovette aspettare solo qualche momento prima che Spike emergesse e gridasse per avere l'attenzione di tutti. Fortunatamente Riley era in un altra corsia e non dovette toglierselo di dosso, specialmente di fronte a Spike. Avrebbe trovato un momento migliore per rompere con lui.

    “D'accordo, ascoltatemi. Vi siete tutti allenati duramente fino ad ora e lo apprezzo molto. Siete una grande squadra. Ma sappiamo tutti che tra un paio di settimane andiamo a LA a competere con molti grandi nuotatori, quindi ora è il momento di lavorare ancora di più. So che potremo uscire da quel campionato con dei record e delle medaglie coi nostri nomi. Iniziate con in cinquecento metri per scaldarvi e aspettate le prossime istruzioni”

    Tutti annuirono, aspettando che continuasse. Quando lui non lo fece, si guardarono tutti confusi. Spike non finiva mai una frase senza sgridare qualcuno per qualcosa, o avvertirli se lo disobbedivano. Anche solo dire a qualcuno che la sua tecnica ultimamente cedeva. Ma invece li guardò tutti con uno strano sorriso sul volto finchè uno di loro non si voltò e iniziò a nuotare. Buffy attese che tutti se ne fossero andati prima di mandargli un bacio, sorridendo quando finse di prenderlo e risponderle. Si voltò e si spinse dal muretto, non notando i metri che percorreva. Era innamorata.


    ***

    Lo spogliatoio era silenzioso mentre Buffy raccoglieva le sue cose dall'armadietto per metterle nella borsa. Non poteva attendere di uscire a vedere Spike. Si era presa una doccia intenzionalmente lunga sapendo che tutti se ne sarebbero andati nel frattempo. Chiuse l'armadietto e saltò di sorpresa quando dietro vi trovò Riley.

    “Dio Riley! Perché diavolo lo hai fatto? E che ci fai qui? È lo spogliatoio delle ragazze, non puoi entrare!” Il cuore di Buffy le andava all'impazzata. Quanto era appiccicoso.

    “Su piccola, siamo solo io e te. Tutti gli altri se ne sono andati, sapevo che tu eri ancora cui così sono entrato. Non è un gran problema”

    “Il coach ti ucciderà se ti trova qui” specialmente con me, aggiuse tra se.

    “Non lo farà. Ti va un passaggio?”

    “Un passaggio? Un passaggio per dove?”

    “In giro. A volte mi piace anche solo guidare. Rilassa. Non importa la destinazione, è il viaggio, sai” No, davvero non sapeva. Questo ragazzo sembrava un cucciolo asfissiante. Buffy prese un respiro e pensò a Spike.

    “Senti Riley, in effetti sono contenta che sei qui. C'è una cosa di cui dobbiamo parlare, e penso che non ci sia un modo facile. Io, uh, non penso che dovremmo più vederci”

    Riley prese un passo avanti e le mise una mano sulla spalla “Buffy, capisco che c'è qualcosa che ti preoccupa da un po' di tempo ormai. Ma non preoccuparti perché capisco completamente. Ti darò del tempo per affrontare qualunque cosa sia, e poi vediamo dove arriviamo, okay?” le pizzicò una guancia in un tentativo di gesto affettuoso, le sorrise e si allontanò. Buffy lo guardò per un minuti pieno, cercando di capire se scherzava o era solo stupido. Beh, comunque era fuori dalla sua vita romantica. Il che la rendeva libera di andare a cercare Spike.


    TBC

    Edited by strawberry85 - 22/4/2012, 21:39
     
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    Capitolo 6

    “Quindi tesoro, ti stai ancora allenando per la gara di LA?”
    “Si, mamma, volevo parlarti proprio di questo” lanciò un’occhiata di scusa a Spike che era seduto dall’altro lato del letto. Avevano discusso molto delle sue preoccupazioni per quella gara.
    “Non sappiamo quando rimarrai qui, e se tu sei in ospedale non voglio andare a L.A. E’ la settimana prossima, c’è la possibilità che non ti mandino ancora a casa”
    “Buffy Summers, non provare a fare una cosa del genere. Stai lavorando duramente per questa gara da mesi. Non ti permetterò di buttare al vento i tuoi sforzi”
    “Ma mamma, non posso sopportare di…” disse Buffy guardando a terra cercando di lottare di nuovo con le lacrime.
    Il tono di Joyce si ammorbidì quando vide com’era turbata la figlia “Buffy, ascoltami. Io so che vuoi stare qui, ma vederti tutti i giorni mi consola come non posso dirti. Ma tesoro, questa è un’opportunità che non puoi buttare. Starei meglio se ti so la, che qui accanto a me”
    Buffy la guardò “Okay mamma. Partiamo venerdì mattina e torniamo domenica sera, se farò tardi verrò lunedì mattina, va bene?”
    “Va benissimo, tesoro. So che mi renderai orgogliosa. Ma ora è tardi tra un po’ vi cacciano. Dammi un abbraccio e ci vediamo domani”
    ****

    Andando verso la macchina, Spike le prese la mano e le baciò il palmo “Dove vuoi andare stasera, bellissima? Cosa preferisci- cinese? Italiano? Tailandese? Dimmi tu”
    Buffy lo guardò incantata. Dio era un uomo dolcissimo. Non aveva mai pensato a quanto potesse essere premuroso. Ogni sera dopo la loro prima cena lui l’aveva portata ad un ristornate diverso, dopo essere andati in ospedale. La mattina gli preparava la colazione e la riaccompagnava in ospedale.
    Buffy continuava ad insistere che spendeva troppo. E poi la dolcezza non era da buttare. Sembrava stesse cercando di compensare due anni di beffe e urli, con dolcezze e complimenti. Non si era mai sentita così apprezzata in vita sua e il fatto che fosse Spike, l’uomo che aveva desiderato silenziosamente per due anni, a farglieli la rendeva la donna più felice della terra.
    In piscina continuava a comportarsi nello stesso modo per non far insospettire nessuno, ma la sera quando la riaccompagnava a casa, passavano quindici minuti a baciarsi. Buffy era dieci metri sopra la terra.
    “Che ne dici se stasera non ci andiamo? Ho voglia di stare a casa, possiamo fare la spesa e mangiare a casa mia”
    Spike le aprì la portiera sorridente “Suona bene, gattina. Andremo a casa tua”
    Ohhh a Buffy piaceva l’idea di andare a casa sua. Se l’avesse raccontato nessuno ci avrebbe creduto. Dopo tutto, Spike aveva ventisette anni. E lei non aveva mai visto casa sua. Era un cumulo di rifiuti? O era la casa di uno scapolo? Hmmm, prossima missione farsi portare a casa sua.
    ***

    Dopo aver cucinato si misero a tavola.
    “Mmmm. Oh Dio Spike, c’è qualcosa che non sai cucinare? Credo ti terrò come schiavo personale”
    “Piccola, pagherei per essere il tuo…schiavo” disse arrotolando la lingua dietro i denti, per farle capire che schiavo volesse essere. Subito lei arrossi e lui ridacchiò.
    “Si, um, allora come siamo messi per la gara di venerdì? Siamo tutti pronti?”
    “Beh, si, non dimenticarti che domani c’è allenamento speciale. Ah sai che un Coach che conosco molto bene ci ha spedito una ragazza che è una buona nuotatrice. Si chiama Harmony mi sembra. Domani la vedremo al primo allenamento. Se è brava come dicono sarà un aiuto in più”
    Buffy accennò col capo. C’erano sempre le stesse persone nella squadra di nuovo, sarebbe stato bello avere una ragazza nuova. All’improvviso un sentimento di sonnolenza la pervase- dannazione era il vino. La faceva sempre addormentare. Cercò di soffocare uno sbadiglio ma Spike lo notò.
    “Sei stanca, gattina? Oh povera piccola, non hai nemmeno mangiato niente. Ascolta io adesso pulisco così puoi andare a letto”
    Huh? Cosa? Non gli avrebbe permesso di andare a casa “No, Spike. Sono solo un po’ stanca. Perché non ci mettiamo un po’ a coccolarci in soggiorno?”
    Spike sorrise affettuosamente e Buffy lo prese per mano portandolo al divano. Lui si sedette e poi la tirò tra le sue gambe e cominciò a massaggiarle dolcemente le spalle, mentre lei si lamentava di piacere.
    “E’ questo di cui hai bisogno, piccola. Sei tesa, lascia che mi prenda cura di te”
    Buffy non rispose continuo solo a frignare per le sue dolci carezze. Sorrise furba quando sentì l’evidente erezione che gli spingeva contro il sedere. Si piegò contro di lui e iniziò a muovere le anche, continuò finchè non lo sentì gemere raucamente nel suo orecchio.
    “Spike? Vuoi passare la notte qui?” bisbigliò Buffy con gli occhi chiusi.
    “Dio amore, più di qualsiasi alta cosa. Ma Buffy stanotte voglio solo tenerti tra le braccia mentre dormiamo”
    Era bellissimo quello che le aveva detto, ma lei lo voleva “Spike, io ho bisogno di te” Spike trattenne un gemito, non voleva che la loro prima volta fosse quella sera.
    “Voglio che la nostra prima volta sia veramente speciale, ho prenotato un bellissimo albergo a L.A. Quindi per stanotte, permettimi solo di prendermi cura di te, okay?”
    Buffy accennò col capo, continuando a tenere gli occhi chiusi mentre lui continuava ad accarezzarla.
    “Sei così dolce, amore mio. Non ti lascerò andare via”
    Spike mosse giù per il suo collo prima di slacciarle la camicetta e sfilargliela. La guardò da sopra la spalla e vide i suoi seni coperti da un reggiseno. Fece correre una mano sulla pancia mentre con l’altra gli slacciava il fermaglio del reggiseno.
    “Sei così bella, Buffy. Sai di fragola e crema”
    Entrambe le mani scesero ad accarezzarle i capezzoli.
    “Oh, Spike!” gemette mentre lui le baciava il collo.
    Capendo che aveva bisogno di più, fece scivolare una mano lungo il fianco sino a sotto la gonna e alle sue mutandine. Buffy si piegò contro il suo petto mentre Spike toglieva la mano dal seno e gliela appoggiava sul seno.
    “Rilassati e senti, amore. Ti farò vedere le stelle”
    Tracciò con un dito il contorno della sua apertura, prima di scivolare dentro trovandola completamente bagnata. Fece scivolare un dito dentro sentendola lamentarsi, ridacchiò e le succhio il lobo dell’orecchio.
    Subito aggiunse un altro dito e cominciò a farli uscire e rientrare mentre con il pollice le sfregava la clitoride, sentendo i muscoli stringersi attorno alle sue dita. Portò la bocca vicino al suo orecchio e bisbigliò.
    “Ti amo, Buffy”
    Buffy venne sgroppando sul suo grembo stringendo la mano che Spike aveva appoggiato sul suo stomaco. Era la cosa più intensa che avesse mai sentito, anche con gli occhi chiusi riusciva a vedere le stelle davanti ai suoi occhi.
    “Tutto okay, piccola? Stai bene?”
    Lei aprì piano gli occhi si voltò a guardarlo “Mi ami?”
    “Mmm hmm. Sei stupenda, Buffy. La tua forza e la tua gentilezza, il tuo talento il tuo coraggio. Non ho mai conosciuto nessuno come te”
    Oh santo cielo era così dolce! Sicuramente lui non l’avrebbe più considerata coraggiosa se scoppiava a piangere ogni cinque secondi. Comunque riuscì a rispondergli.
    “Anch’io ti amo, Spike. Da molto più tempo di re. Tu dici che io sono gentile, ma lo sei tu. Mi hai sorpreso tantissimo”
    Lui sorrise e gli asciugò con le dita le lacrime che gli si erano formate sotto le ciglia.
    “E’ tempo di dormire, amore. Giorno faticoso domani” e con questo la prese tra le braccia, seguendo le indicazioni di Buffy per la camera da letto. Si spogliarono velocemente mettendosi a letto. Spike l’abbraccio stretta.
    “Notte, amore mio”

    ”Notte, Spike”




    Capitolo 7

    Il pomeriggio successivo Buffy rise tra se mentre galleggiava in fondo alla piscina, ascoltando i suoi compagni di squadra. Aspettavano tutti che Spike arrivasse per l'allenamento e discutevano di quanto il suo temperamento fosse migliorato, cercando di determinarne la causa.

    “Ve lo dico io ragazzi, ha vinto dei soldi. Forse la lotteria”

    “Idiota, pensi che continuerebbe a farci da coach ogni giorno se avesse vinto dei soldi? Nah, so io cos'è”

    “Cosa?”

    “Quello che è sempre. Ha trovato una nuota bambolina”

    Buffy nascose in fretta la bocca sott'acqua per trattenrsi dal ridere.

    “Si, dev'essere quello”

    “Oh Dio, e io so chi è”

    Alzando gli occhi, Buffy si aspettò di vedere una serie di occhi su di se, ma stavano tutti guardando verso la porta che portava agli spogliatoi.

    “Oh Dio! È la cosa più sexy che ho mai visto!”

    “Dio, anche io fischietterei ogni giorno”

    Buffy vide l'alta bionda che veniva verso la piscina, indossando un costume rosa. Rosa? Dove diavolo era il suo costume di regolamento nero? Quello che indossava era estremamente alto sui fianchi, le faceva sembrare le gambe lunghissime, e molto basso sul petto dove non nascondeva delle curve abbondanti. Buffy alzò un sopracciglio quando Spike la seguì neanche venti secondi dopo.

    “Ragazzi, lei è Harmony, un aggiunta alla nostra squadra. Sono sicuro che la farete sentire tutti la benvenuta.”

    Harmony rise “Grazie Spikey” Buffy notò con soddisfazione il suo stupore contrariato a quel soprannome “Ciao a tutti! Io sono eccitatissima di essere qui! E andremo a LA venerdì! Che fico!”

    Saltò in piscina e fu immediatamente circondata dalla maggior parte dei ragazzi che fecero del loro meglio per guardarle la scollatura mentre le facevano domande. Buffy fissò Spike, con le mani sui fianchi. Spike notò che era furiosa per qualcosa così gridò “Okay ragazzi! Come sempre, iniziate con cinquecento metri a scelta. E uh, Buffy, puoi venire nel mio ufficio un secondo? Vorrei discutere con te della gara”

    Buffy uscì dall'acqua, afferrando il suo asciugamano e seguendo Spike nel piccolo ufficio. Lui chiuse la porta dietro di loro e la prese per la vita, ma lei fece un passo fuori dalla sua portata.

    “Che c'è gattina? Perché all'improvviso ti sei arrabbiata?”

    Lei ignorò la sua domanda “Così quella è Harmony, huh? La nostra aggiunta?”

    Lui aggrottò la fronte “Uh, si?”

    “Sai, non dovrebbe indossare quel costume. Non lo ammetteranno alla gara”

    “Lo so, le ho già detto di comprare quello nero. Stai bene, tesoro?”

    “Quando gliel'hai detto?”

    “Cosa?” Spike era completamente confuso e lei continuava ad evitare le sue mani.

    “Quando lei hai detto di prenderlo nero? Quando eri nello spogliatoio con lei?”

    “Cosa? Non ero nello spogliatoio... oh per l'inferno, piccola, sei gelosa?”

    Buffy sbuffò “Gelosa? Io? Di una bambolina di plastica come quella? Non penso”

    “Piccola, non hai niente di cui preoccuparti. Per nulla. La incrocio all'uscita e le ripeto del costume, okay?”

    “Bene, così ora che hai ignorato le regole con uno dei tuoi nuotatori non muori dalla voglia di provare la sono-una-puttanella-chiedimi-come?”

    Gli occhi di Spike brillarono di rabbia e Buffy fece un passo indietro “Buffy, mi stai accusando di qualcosa? Non so come ci riesci. O vieni qui e mi biasimi per qualcosa o fatti indietro. Allora, cosa scegli?”

    Lei lo guardò, con gli occhi ora lucidi “Io... non lo so... non ho pensato-”

    Spike sbottò “No. Non farlo. Non starò qui a prendermi delle stupide accuse quando non ho fatto niente! È ridicolo Buffy! So come ci si sente ad essere traditi quindi non azzardarti a stare lì e accusarmi di qualcosa che non farei mai a nessuno, specialmente a te”

    Si voltò e tuonò fuori dall'ufficio. Buffy allacciò le braccia al corpo, tremando. Perché diavolo era stata così stupida? Lui era Spike, l'uomo che aveva passato settimane ad essere la persona più dolce al mondo. Dio, era così arrabbiato. Davvero non pensava che avesse una tresca con una ragazza che era arrivata oggi, ovviamente. Quanto era stata ridicola? Oh Dio, beh doveva affrontarlo comunque. Tornò debolmente in piscina ed entrò in acqua, sussultando quando Spike la fissò con uno sguardo irritato. Iniziò a nuotare, ma ogni metro sembrava un miglio.

    ***

    “D'accordo ragazzi, è andata bene oggi. Gli daremo del filo da torcere sabato. So che ci incontreremo ogni giorni fino a venerdì, ma non fa mai male ricordarvi di essere sicuri di arrivare qui a mezzogiorno con gli appropriati bagagli, okay?”

    Tutti annuirono e mormorarono la loro risposta da bordo vasca mentre si asciugavano. Alcuni di loro andarono verso gli spogliatoi.

    “Allora Harmony, com'è andata oggi? Hai nuotato bene comunque”

    “Oh, grazie coach! Sono stata molto bene, tu sei davvero bravo in quello che fai”

    Spike sorrise grato “Grazie”

    Harmony battè le ciglia mentre Buffy cercava di non vomitare “Allora, dai anche lezioni private? Perché c'è qualche altra cosa che potrebbe insegnarmi”

    Spike guardò rapidamente Buffy che fissava determinata il terreno “Uh, scusa ma no, non posso farlo. Sono impegnato e posso solo venire qui per le sessioni di allenamento”

    Harmony mise il broncio ed iniziò ad allontanarsi “Peccato. Magari quando sarai meno impegnato”

    Buffy finalmente lo guardò “Spike, io-”

    “Senti Buffy, scusami ma non posso darti un passaggio all'ospedale oggi. Ho delle cose da fare. Ti do dei soldi per prendere il taxi là e poi a casa, okay?”

    Buffy lo guardò incredula. Ed era lui ferito? Beh, al diavolo. Non gli avrebbe preso i soldi dal portafogli come una prostituta.

    Fissandolo sbottò “Non preoccuparti. Non voglio i tuoi soldi, o il tuo aiuto” guardò dove Riley si stava ancora asciugando.

    “Hey Riley, posso chiederti un passaggio oggi?”

    Lui le sorrise impacciago “Certo Buff! Ci vediamo fuori”

    Si voltò verso Spike e poi andò via, cercando disperatamente di ignorare lo sguardo di dolore sul suo viso.


    ***

    Cristo. Cosa ci era voluto? Riley l'aveva portata in ospedale dopo che lei finalmente aveva tirato fuori il sacco sulla malattia di sua madre. Pensava che l'avrebbe lasciata lì, ma stava ancora aspettando fuori quando lei ebbe finito e insistette per accompagnarla a casa. Ora entrambi erano seduti sul suo divano, bevendo una soda e non prestando attenzione alla TV.

    “Senti Riley, apprezzo molto quello che hai fatto oggi. E per aver ascoltato di mia madre. Mi dispiace non avertelo detto prima ma faceva molto male, capisco?”

    “Buffy, è okay. Sapevo che stava succedendo qualcosa perché eri distante ma mi sono solo detto di darti tempo, e che tutto sarebbe tornato a posto”

    “Uh, si, riguardo quello. Ero seria, sai, nello spogliatoio l'altro giorno. Davvero non penso che dovremmo uscire insieme”

    Riley le diede una pacca sul ginocchio “Tranquilla Buffy, sono felice di darti altro tempo, sono paziente”

    Buffy sospirò esasperata “No, non è questo. Penso che tu sia un bravo ragazzo, e sei stato molto d'aiuto, ma non mi sento in quel modo per te. Non voglio avere una relazioen con te”

    Il campanello suonò e lei sorrise scusandosi “Scusa, vado a vedere chi è” Riley annuì bevendo la sua bibita.

    Buffy andò alla porta e l'aprì, sorpresa di trovare Spike dall'altra parte completamente distrutto.

    “Buffy, Dio Buffy mi dispiace tanto. Non volevo fare l'idiota oggi, non volevo davvero. Non sopporto che tu sia arrabbiata con me, ti amo tantissimo. Per favore, mi perdoni?”

    Buffy gli sorrise felice “Certo! Ma devi sapere-”

    “Coach?”

    Spike guardò Riley che si era avvicinato dietro Buffy, mettendole una mano sulla spalla.

    “Finn? Uh, che cosa ci fai qui?”

    Riley aggrottò la fronte “Questa è casa della mia ragazza. La domanda è cosa ci fa lei qui?”

    “Io? Già, uh, io sono un amico di Joyce Summers, la madre di Buffy, mi ha chiesto di venire a vedere come sta mentre lei è, uh... fuori città”

    “E' okay coach, so che la madre di Buffy è malata”

    Spike guardò Buffy che sembrava afflitta “Oh, l'informazione ha fatto il giro, uh? Beh ora che so che va tutto bene, lascio voi due piccioncini da soli” tuonò verso la macchina, avviando il motore e sgommando via.

    Buffy si voltò verso Riley.

    “Perchè diavolo glielo hai detto? Io non sono la tua ragazza!”

    “Cosa? Buffy cosa stai dicendo?”

    “Santo Dio Riley! Come posso renderlo più chiaro? Io non voglio più stare con te, hai capito ora? Esci da casa mia”

    Lui la guardò ferito mentre se ne andava “Ti darò un po' di tempo, e poi ne riparleremo”

    Buffy gli chiuse la porta in faccia.

    Diavolo. Aveva accusato Spike di tradirla, poi lui era venuto a scusarsi e aveva trovato lì Riley a dirgli che erano una coppia. Le cose stavano andando male. Come lei. Non conosceva il suo indirizzo, non poteva andare a cercarlo. Non aveva neanche il suo numero di telefono. Oh Dio. L'attesa fino all'allenamento di domani sarebbe stata lunga.




    Capitolo 8

    Come immaginava, anche l’allenamento non riuscì ad alleviare il dolore al cuore. Spike non era da nessuna parte. C’era invece un altro uomo che camminava sul bordo della vasca.
    “Ci siete tutti? Bene. Cominciamo. Io sono Clam, un vecchio amico di Spike. Non sta molto bene, mi ha chiesto di sostituirlo per qualche giorno. Ma ha assicurato che ci sarà sicuramente venerdì mattina, pronto per L.A”
    “Sta bene? Non sta troppo male?”
    “Uh, non so bene cos’abbia, so solo alcuni sintomi” le immagini di Spike steso ubriaco sul pavimento di casa sua circondato da bottiglie di Jack Daniels era molto chiara “Quindi non preoccupatevi, il vostro Coach starà bene. Ora cominciamo con…”
    La mente di Buffy era già andata alla deriva. Poteva essere che fosse malato, ma era dubbiosa. La stava evitando?
    Nuotò meccanicamente per tutto il pomeriggio senza capire davvero quello che stava facendo. Nuotava più veloce e più forte soltanto per Spike. Voleva essere la migliore soltanto per lui. Tralasciando il fatto che lui l’avrebbe ripagata con un bacio mozza fiato.La piscina senza di lui era così triste e solitaria.
    Un pensiero improvviso la colpì. Spike pensava che Riley fosse il suo ragazzo e quindi si era presa gioco di lui.
    Con il cuore pensante camminò a fatica sino a casa, che fortunatamente era vicino alla piscina ma non vicina all’ospedale. Quel giorno era uno schifo. Le due persone che amava di più al mondo erano le stesse due che non poteva vedere. Appena arrivata in casa, prese il telefono e compose il numero dell’ospedale.
    “Mamma? Ciao, sono Buffy”
    “Ehy tesoro perché mi stai chiamando? E’ successo qualcosa?”
    “No, no. Ti sto chiamando dalla piscina. Spike mi ha permesso di usare il telefono. Ti ricordi che sabato abbiamo la gara? Beh tutti abbiamo deciso di rimanere qui per allenarci ancora di più. Ti ho chiamato per dirti che non venivo e forse nemmeno domani. Ci vediamo giovedì okay?”
    “Oh piccola non preoccuparti. Mi rendi così orgogliosa nuotando, lo sai? Amo immaginarti nuotare per tutta la piscina. Sono contenta che tu abbia un allenatore così bravo come Spike. E’ un brav’uomo”
    “Si, uh…bravo”

    “Ora lascia il telefono e torna ad allenarsi! Devi diventare una campionessa!”

    Buffy sorrise attraverso le lacrime “Sicuro mamma. Non posso aspettare di vederti di nuovo”

    “Anch’io tesoro. Nuota bene, ti voglio bene”

    “Anch’io ti voglio bene”

    Mise già la cornetta sentendosi ancora più male. Camminò in cucina e guardò nella credenza. Era ancora piena di cibo che le aveva comprato Spike. Fissando quelle scorte capì quando le mancava. Voleva vederlo per scusarsi. Se lei non avesse insinuato nulla riguardo Harmony non si sarebbe fatta accompagnare da Riley e Spike non avrebbe immaginato nulla.

    Dio che gran confusione.

    ***

    L’allenamento di giovedì arrivò e finì. Spike non si era ancora fatto vedere. Così Buffy andò a casa e chiamò un taxi per farsi portare all’ospedale.

    Joyce alzò il capo quando vide Buffy entrare nella stanza “Tesoro! Oh sono così felice di vederti! Spike ti ha fatto uscire prima, huh?”
    “Uh, si. Sapeva che era importante per me vederti prima di partire”
    “Non è qui con te? Di solito viene”
    “No, non poteva oggi”
    Joyce la guardò attentamente, vedendo i cerchi scuri sotto i suoi occhi “Buffy, stai bene? Sembri molto abbattuta”
    Lei la guardò colpevole “No, mamma. Sto bene. Sono solo nervosa per la gara di sabato”
    Joyce scosse la testa “Non mentirmi, Buffy. Sai che noto queste cose. Dimmi cosa succede. Mi preoccupo molto di più dato che non sono a casa con te”
    Buffy tirò su col naso “Mamma non mi va di parlarne davvero”
    “Riguarda Spike?” chiese Joyce e ne ebbe la conferma quando Buffy alzò la testa di scatto.
    “Spike? Cosa su Spike? E perché dovrebbe riguardare Spike?”
    Joyce rise “Piccola, calmati. Ho visto come lo guardi quando siete qui. So cosa provi per lui da anni ormai. E lui ti guarda allo stesso modo”
    La voce di Buffy uscì in un bisbiglio debole “Io lo amo, mamma”
    “Oh, tesoro che è successo? Ti ha rifiutato?”
    “Non sei contro di lui? E’ il mio allenatore”
    “Hai diciannove anni. Sei adulta, come Spike del resto. Lui non è il tuo professore. E’ una situazione completamente diversa”
    “Lo so” rispose Buffy prendendo un profondo respiro “Mi ha detto che mi ama e io ricambio. Qualche giorno fa è arrivata una nuova ragazza nella squadra e io lo accusato di ingannarmi. Lui si è arrabbiato e mi ha detto di non potermi accompagnare qui, allora io per ripicca ho chiesto a Riley, poi Spike è venuto a scusarsi e a trovato Riley ancora a casa… in conclusione una gran confusione”
    Joyce accennò col capo “Uhh non vi siete ancora chiariti?”
    “No, non è venuto più agli allenamenti dall’ora. C’è un altro ragazzo. Ma ci sarà domani. Mi manca così tanto”
    “Tesoro, lo so che fa male. Ma intendevo veramente quando ho detto che siete entrambi adulti. Avete bisogno di parlare da persone mature e responsabile. Chiaritevi, ascoltalo e andrà tutto per il meglio”
    “Grazie mamma”
    “Beh le mamma servono a questo”
    ***
    Il mattino dopo Buffy arrivò in ritardo all’incontro ma a quanto sembrava non se n’era accorto ancora nessuno. Spike era là addetto a riporre le borse nel porta bagagli mentre Harmony gli parlava e rideva come una pazza. Buffy camminò piano in quella direzione.
    “Ah! Lo so, sarà divertente!”
    Harmony vide Buffy.
    “Oh Buffy, ciao! Sono così eccitata! E’ così bello! Staremo fuori tutto il pomeriggio e la notte senza coprifuoco!
    Spike guardò in direzione di Buffy quando sentì il suo nome. Lei gli sorrise debolmente mentre lui accennava con la testa e non ricambiava il sorriso. Buffy sentì una pugnalata al cuore.
    “Uh, si Harmony. Sarà fantastico”
    “Grande!” disse Harmony salendo sul pullman seguita da Spike. Buffy con un sospiro lì seguì.
    Una volta che tutto il pullman fu pieno, Spike si mise in piedi di fianco all’autista e gridò per avere attenzione.
    “Ascoltatemi. Arriveremo in albergo questo pomeriggio. Ognuno dividerà la stanza con qualcuno. Potete andare in giro per la città ma vi voglio tutti insieme a cena e poi potete uscire di nuovo. Il copri fuoco sarà per mezzanotte, dobbiamo essere in forma per domani”
    Li guardò tutti assicurandosi che lo stessero ascoltando.
    “Okay le stanze sono così “Finn e Harris” ci fu una risata nel pullman “Chase e Rosenburg” fischi “Kendall e Summers…”
    Buffy spalancò gli occhi. Era serio? Voleva davvero che dividesse la stanza con Harmony? Cosa era successo alla stanza che aveva prenotato per loro? Ora non avrebbe chiuso occhi. Avrebbe potuto anche metterla in stanza da sola. Un pensiero doloroso la colpì. Forse non voleva più vederla. Non voleva più stare con lei?
    Sedendosi meglio sul suo posto, cercò di trattenere le lacrime. Matura. Responsabile. Sei adulta. Sua madre aveva ragione- aveva bisogno di parlargli e sistemare tutto.
    Doveva beccarlo da solo il prima possibile.




    Capitolo 9

    Era possibile sanguinare dalle orecchie? Ascoltare così tanto da friggersi il cervello? Buffy sperava di no, perché la voce di Harmony sembrava non avere un bottone per lo spegnimento, o almeno per abbassare il volume. Avevano appena finito di sistemare le cose nella stanza e stava parlando di Dio sa cosa.

    Buffy era troppo triste per ascoltare. Questo fine settimana avrebbe dovuto essere divertente. Avrebbe dovuto rendere orgogliosa sua madre. E nel resto del tempo avrebbe dovuto essere con Spike, dannazione! Nella sua stanza, nel suo letto. Lei lo amava, e lui amava lei. Avevano litigato, e allora? Succede a tutti.

    Buffy si voltò verso Harmony che si era fermata per respirare cinque secondi.

    “Harmony? Manca poco prima di cena, forse dovresti fare una dormita prima? Così sarai riposata per stanotte”

    “Buffy è così dolce da parte tua pensarlo! Grande idea. Dormirai anche tu?”

    “Uh huh. Devo solo andare giù all'ingresso per... uh, chiamare casa. Ci vediamo quando torno”

    “Okay!”

    Cristo. Forse poteva sistemare Harmony con Riley, sembravano stupidi uguali.

    ***

    Buffy andò alla reception e sorrise innocentemente al ragazzo che vi lavorava. Lui le sorrise e si sporse.

    “Ciao, come posso aiutarti?”

    “Beh, sono qui con la squadra di nuoto che sta nell'hotel”

    “Oh si, il gruppo che è appena arrivato”

    “Si. E il mio coach voleva che andassi da lui quando finivo di disfare i bagagli ma ha dimenticato di dirmi dov'è la sua stanza, mi chiedevo se potessi dirmelo tu” battè le ciglia.

    “Certo, so chi è. Quello coi capelli quasi bianchi. Sta sullo stesso piano, stanza 401”

    “Grazie mille!”

    ***

    Buffy era in piedi fuori dalla sua porta, sfregandosi le mani per cercare una strategia in caso gliela volesse sbattere in faccia. Beh, l'attacco era la miglior difesa, no? Decidendo, bussò.

    Spike l'aprì e spalancò gli occhi.

    “Buffy?”

    Buffy prese un respiro “Non sto con Riley. Non ci sto da quando abbiamo iniziato a vederci e non mi piace in alcun modo”

    Spike si guardò intorno nel corridoio verso le porte dove stavano gli atleti e le afferrò un braccio, tirandola nella stanza e chiudendo la porta.

    “Cosa?”

    “Ho detto che non sto con Riley”

    Spike aggrottò la fronte scettico “Hmph. Lui sembrava pensarla diversamente”

    Buffy roteò gli occhi “Lo so. Ho cercato di dirglielo tipo tre volte ma non capiva un no come risposta”

    Spike le afferrò le spalle “Che vuoi dire che non capiva no come risposta? Ti ha fatto del male”

    “Oh Dio no, no Spike non intendevo questo. È solo un grossissimo idiota”

    Spike si sollevò “Allora cosa ci faceva a casa tua quella sera?”

    “Mi ha dato un passaggio visto che qualcuno” Spike abbassò gli occhi timidamente “qualcuno era troppo immaturo per sistemare le cose”

    “Scusa piccola, ma è stato troppo, capisci? Io non ti farei mai una cosa simile, lo giuro. E quando hai insinuato che avrei potuto voler qualcun altro mi ha fatto male che non ti fidassi di me”

    “Io mi fido di te, Spike. Ti amo e mi fido completamente. Ma non sai cosa si prova”

    “Cosa, gattina?”

    “Dio, tu non vedi quello che vedo io. Ogni ragazza della squadra vorrebbe stare con te. Probabilmente anche qualcuno dei ragazzi. Anche camminando per la strada le persone ti fissano. Sei bellissimo e gentile e così generoso che a volte mi chiedo, beh, perché vuoi stare con me? Immagino che siano stati gli anni in cui ti adoravo e tu mi urlavi contro ad avermi fatta diventare matta”

    Spike le sorrise, il primo sorriso che le vedeva “Beh, se ti dico un segreto forse potresti stare un po' meglio tesoro. Ti ho voluta dal primo giorno che ti ho vista”

    Un sorriso deliziato, correlato da rossore, le illuminò il volto “Davvero? Me?”

    “Mmm hmmm. Per questo sono stato così stupido. Cercavo di nascondere quello che pensavo davvero”

    “Quindi... sei ancora arrabbiato con me? Mi dispiace sul serio Spike. Sono riuscita a malapena a sopportare pochi giorni senza di te”

    Lui la prese in un abbraccio e le baciò i capelli, accarezzandoli mentre lei gli cingeva la vita con le braccia. “Piccola, non potrei mai rimanere arrabbiato con te. Ti amo troppo, lo sai questo?”

    Lei lo guardò con una scintilla negli occhi “Quindi è una croce nella casella dell'ancora mi ami? Perché io ti amo davvero, Spike”

    “Sai che è così, gattina. In effetti” guardò verso l'orologio al muro e le sorrise “Ho circa due ore per dimostrarti esattamente quanto ti amo, piccola”

    Burry tremò per lo sguardo affamato sul suo viso e si spostò dalle sue braccia, ridendo forte quando lui la rincorse per la stanza di hotel. La stanza di Spike era molto più grande della sua, aveva una zona salotto con diveni e grifo bar che portavano ad una camera da letto separata. Immaginò che ci fosse il bagno dall'altra parte. Per ora, corse nella camera ed intorno al letto perché lui e lei ne fossero ai lati opposti.

    Spike la guardò malizioso “Non ha senso correre dolcezza. Mi farebbe solo torturarti di più appena ti prendo”

    Buffy rise e finse un passo a sinistra “Ma se non mi prendessi mai, huh? Allora non mi tortureresti”

    Buffy squittì quando lui gattonò sul letto e se la tirò sulle spalle, riportandola in salotto e mettendola a terra di fronte ad un caminetto spento. Buffy si guardò attorno confusa.

    “Spike? Mi hai preso, perché non siamo in camera?”

    Lui rise alla sua espressione confusa “Perchè tu, piccola provocatrice, stai cercando di corrompermi. E poi, mia piccola dea, quella camera è riservata per una sera... molto speciale. Ora ti voglio all'aperto su questo comodo tappeto”

    Buffy alzò gli occhi interessata “Veramente, per quella 'sera' che hai pianificato, con chi sarebbe?”

    “Cosa? Certo che con te. Ti prego non dirmi che stiamo ricominciando”

    Oops, Buffy si rese conto ora di com'era suonata “No, scusa Spike, non intendevo quello. È solo... mi hai messo in camera con Harmony”

    “Si?”

    “Beh, perché non mi hai messo in una singola? Allora non avrei dovuto restare là tutta la notte”

    “Tesoro, sarebbe suonato strano se ti mettevo in una singola mentre gli altri dividevano. Tutto quello che devi fare è aspettare che Harmony vada dormire, poi venire qui da me” le sorrise innocentemente, come un cagnolino che aspettava la ricompensa.

    Buffy mormorò “Bene, ma dovrai stare sveglio fino alle quattro del mattino perché la sua bocca non smetterà di muoversi fino ad allora, e la colpa è solo tua”

    Spike alzò gli occhi da dove stava abbassando le luci “Parlando di bocche, zuccherino...”

    Buffy rise a quel nome e disse “Hmmm?”

    Si lasciò andare a terra accanto a lei, premendole gentilmente le spalle a terra e sussurrandole all'orecchio “La mia ti farà urlare entro circa cinque minuti” disse prima di succhiarle il lobo.

    Buffy tremò e gemette mentre Spike continuava a baciarla dall'orecchio alla bocca. La guardò con occhi scintillanti, poi si abbassò per baciarla sul mento, e la guardò id nuovo. Buffy sorrise quando lui si abbassò per baciarla finalmente in bocca, finchè lei non l'aprì per consentire l'accesso della sua lingua.

    Improvvisamente Spike si rimise a sedere sui talloni e spinse gentilmente via le sue mani che cercavano di raggiungerlo.

    “Nuh uh uh, mia dolce tortorella. Resta sdraiata lì per un attimo, okay? Ti fidi di me?”

    Buffy annuì un po' incerta.

    Spike andò metodico a toglierle i vestiti, alzandole la maglietta sopra la testa e facendo scivolare via la gonna di denim lungo le sue gambe, finchè lei non rimase sdraiata lì con solo mutandine e reggiseno, arrossendo furiosamente e guardando ovunque tranne che lui. Spike so tolse la camicia e si sporse per tracciarle una scia di baci sul collo.

    “Buffy? Non devi essere timida, amore. Sei così bella che quasi mi togli il respiro” la guardò negli occhi, e le spostò una ciocca di capelli dal vio. “Lo sai cosa sembri, sdraiata qui di fronte a me?”

    Buffy scosse la testa, mordendosi il labbro.

    Spike parlò mentre tracciava con un dito il contorno del suo mento, delle sue braccia, del suo petto e dell'addome. “Sembri un angelo caduto per me. Tutto quello che ho mai voluto in vita mia, tutto quello che ho mai desiderato e sotto i miei occhi e non posso credere di essere così fortunato. Farei qualunque cosa per essere degno di te Buffy, qualunque. Spero solo che un giorno tu ti veda come ti vedo io, per quanto sei fantastica.

    Se questa era la sua reazione alle insicurezze che Buffy aveva espresso prima, era certa che le avrebbe espresse sempre più spesso. Non si era mai sentita così prima, come un tesoro prezioso. Il modo in cui la guardava con amore negli occhi era così intenso, e le sue parole incredibilmente dolci, e le veniva voglia di piangere.

    Invece, toccò la sua mano che le stava sullo stomaco e gli sussurrò “Grazie Spike. Vorrei poterti spiegare come mi fai sentire, quanto speciale, ma non ci sono parole. Voglio solo che tu sappia che mi sento allo stesso modo per te”

    Spike sorrise e le diede un dolce bacio sulle labbra.

    “Ti amo piccola. Vorrei solo tenerti tra le mie braccia per sempre. Ma sono un uomo di parola, e i cinque minuti sono quasi finiti” ghignò mentre le slacciava il reggiseno, facendoglielo scivolare dalle braccia completamente. Poteva vedere Buffy cercare di coprirsi e rapidamente le tracciò una scia di baci sul petto, raggiungendole finalmente un capezzolo. Lo succhiò facendola arcuare da terra e gemere. Continuò ad accarezzarle lo stomaco mentre tracciava baci fino all'altro capezzolo, prendendolo di nuovo in bocca.

    Buffy ormai ansimava e si contorceva sotto di lui. Spike scese sul suo corpo, mordendo e succhiando per tutta la via, finchè non raggiunse l'elastico delle sue mutandine. Alzando gli occhi di Buffy per conferma di poter procedere, tutto quello che vide furono occhi chiusi e labbra aperte. Decise di prenderlo come un tacito consenso e le fece scivolare le mutandine lungo le gambe.

    Sapendo che avevano ancora un po' di tempo prima di cena, Spike le alzò la gamba sinistra leggermente baciandole la caviglia, e seguendola fino alle cosce. Arrivò a baciarle fino l'addome poi scese per ripercorrere la traccia partendo dall'altra caviglia. Era così fragile, così naturale, come Buffy. Tutto ciò che voleva era badare a lei e tenerla al sicuro per il resto delle loro vite.

    Quando raggiunse di nuovo il suo addome, Buffy stava ansimando.

    “Spike! Ti prego, ho bisogno di qualcosa”

    Spike ghignò contro il suo fianco, e l'aria calda la fece tremare.

    “Ti ho detto tesoro che se correvi, avrei reso peggiore la tua tortura” la prese in giro sospirando “Ma come al solito non mi ascolti. Allora cosa deve fare un uomo?” rise forte allo sguardo che lei gli lanciò, ma si fermò quando nei suoi occhi passò un lampo di malizia.

    “Oh, ma stai dimenticando Spike. In due possono giocare a quel giorno, qualcosa che sono certa ti ricorderò tra breve” gli sorrise, e lui deglutì.

    “Hai ragione dolcezza”

    Buffy sussultò forte quando lui improvvisamente si abbassò e passò la lingua sulla sua apertura bagnata, aprendole leggermente le labbra con le dita e facendolo di nuovo.

    “Ohh! Ahh Dio...”

    “Grazie piccola, ma Spike può andare”

    Spinse profondamente la lingua nel tuo canale premendole il clitoride col pollice, spingendo in fretta dentro e fuori. Una mano si alzò per premere sullo stomaco di Buffy e tenerla ferma nel suo tentativo di arcuare la schiena. Uscì con la lingua e succhiò forte il piccolo nocciolo nella bocca, sentendola sussultare di nuovo. Sempre di più la sua mistura usciva da lei e lui entrò di nuovo con un dito, seguito in fretta da un altro, e iniziò spingere dentro e fuori premendole il clitoride con la lingua. Non ci volle molto perché i suoi muscoli interni iniziassero a tremare attorno a lui e le succhiò il clitoride di nuovo, facendola gridare mentre veniva. Non smise di leccarla finchè non sentì il suo corpo rilassarsi completamente.

    Spike si sdraiò accanto a lei, accarezzandole una guancia finchè lei non si voltò a guardarlo.

    Gemendo, disse “Dio Spike. Non scherzavi sulla tua bocca”

    Spike sorrise orgoglioso “Nuh uh, piccola. E da ora in poi è tutta tua”

    Gli occhi di Buffy si illuminarono per le varie possibilità. Poi gemette di nuovo.

    “Non mi sono mai sentita così esausta in vita mia. È come se non avessi più neanche uno scheletro”

    Lui rise e prese un paio di cuscini e una coperta dal divano, mettendoli sotto le loro teste e coprendosi. “Non preoccuparti tesoro. Abbiamo ancora quasi un ora prima che inizi la cena, quindi tu riposati e io ti sveglio in tempo per andare a cambiarti in camera tua”

    Buffy si sporse e lo baciò teneramente, accoccolandosi contro di lui sotto la coperta.

    “Ti amo Spike. Grazie per quello che fai”

    “Ti amo anche io gattina. Sogni d'oro”

    Lei rise e in pochi minuti si era addormentata, con un sorriso sulle labbra. Gli occhi di Spike rimasero aperti guardandola per tutto il tempo.




    Capitolo 10

    La sala da pranzo era una meraviglia. Le tavole erano ricoperte di lino bianco ed eccellenti servizi da tavola. C’erano bellissimi fiori esotici e candelieri appesi al soffitto. Si chiese perché Spike avesse prenotato quell’albergo lussuoso. Sapeva che era una persona generosa ma quello era un po’ troppo.

    Per tutta la cena Buffy continuò a guardalo e sorridergli, fu la voce di Harmony a destarla dai suoi sogni ad occhi aperti.

    “Allora ragazzi volete uscire tutti? Se il coprifuoco è ha mezzanotte abbiamo cinque ore per divertirci”

    “Io ho degli amici qui a L.A” disse Cordelia “E la maggior parte di noi e minorenne ma conosco un posto dove ci fanno entrare” poi si guardò in giro “Anche se i ragazzi dovrebbero mettersi la camicia e le ragazza dovranno vestirsi bene. E un posto fantastico”

    Harmony strillò “Gradisioso! Andiamo! Conosceremo un sacco di ragazzi ricchi!”

    Spike si alzò in piedi e alzò la voce “Ascoltatemi ragazzi. So che siete tutti grandi e maturi, ma io sono rispondibile per voi, okay? Quindi gradirei che tornasse tutti insieme in albergo. Non mi interessa se state nelle vostre stanze, l’importante e che siate in albergo”

    Tutti annuirono e salirono nelle loro stanza per cambiarsi. Buffy aspettò finchè non si vedi nessuno e andò da Spike.

    “Vuoi uscire con i tuoi amici, piccola?”

    Buffy scosse la testa “No. Voglio stare con te”

    Lui sorrise “Stavo proprio aspettando questo, gattina. Ho una sorpresa per te, anzi un paio di sorprese”

    “Ohhh! Avanti dimmele!”

    “No. Ma ti do un indizio. E’ qualcosa che ha che fare con il ballo”

    Lei lo guardò “Stiamo andando in un locale? Sono minorenne” (siccome la maggior età in America è 21 anni)

    Lui scosse la testa, accarezzandogli la mano “Ti porto a ballare qui, piccola. Hanno una sala da ballo con un’orchestra”

    “Nell’albergo? Hanno una sala da bello?” lui annuì

    “Okay Spike. Voglio che mi dici. Il Comitato di nuoto di Sunnydale ha davvero pagato per stessimo in questo albergo? Sto iniziando davvero a dubitarne”

    Spike divenne timido “Importa?”

    Buffy gli afferrò le mani “Voglio solo sapere. Hai pagato tutto tu?”

    Spike immediatamente si mise una faccia seria “E anche se fosse? Non passerò la notte con la mia ragazza in una stanza dove gli scarafaggi camminano sui mobili”

    Buffy sorrise brillantemente “Hai fatto tutto questo per me? Per noi?”

    “Ovviamente. Non è mia bontà di cuore mettere una squadra di nuoto in un albero a cinque stelle, se non era per noi”

    Buffy si sentì improvvisamente colpita “Oh Spike! Starai spendendo una fortuna”

    “Non preoccuparti. Non sono povero. Sto bene e non permettere a questo problema di rovinare la nostra serata”

    Lei accennò col capo e sorrise “Una sala da ballo! Non ho dei vestiti adatti!”

    “Ed ecco qui la seconda sorpresa, mia principessa. Se vuole seguirmi” Buffy rise quando lui si alzò porgendole il braccio.

    “Ora vai nella tua stanza e digli che ti metti a letto, quando se ne saranno andati verro nella tua stanza okay?”

    “Okay, ci vediamo dopo”

    ****

    Harmony ci mise quasi venti minuti per scegliere quello che si doveva mettere, tra le mille cose rosa che aveva. Buffy aveva tentato di convincerla d’essere troppo stanca per uscire. Quando finalmente lasciò la stanza, Buffy si appoggiò al letto e aspettò qualche minuti prima di uscire.

    Quando Spike qualche minuto dopo aprì la porta lei rimase incantata. Era bello come non l’aveva mai visto- indossava scarpe nere e lucenti, una abito nero, una camicia blu scura e una cravatta nera di seta. Lei si guardò miseramente, indossava un paio di jeans e una maglietta, ma si ricordò di quello che le aveva detto a cena.

    “Voglio che vai in camera mia. C’è qualcosa per te”

    Lei accennò col capo e si avviò verso la porta quando lui la fermò.

    “Piccola, non voglio sentire proteste, okay? Non voglio che ti senti colpevole, mi piace fare questo cose per te. Del resto ti amo” disse mentre camminavano verso la stanza di lui.

    “Uh, va bene. Ci provo. Solo che, sai che io non posso darti nulla in cambio”

    Spike le prese le mani “Buffy, suonerò patetico ora. Ma tu mi hai e non posso chiederti altro. E’ la migliore cosa che possa fare, tu mi ami come ti amo” disse prima di lasciarla andare nella camera da letto.

    Quando entrò Buffy si diresse al centro della stanza dove c’era il letto e si fermò. Gesù. Ecco perché le aveva detto di non protestare. Sul letto c’era il più bel vestito che avesse mai visto. Per non parlare delle scarpe. Come faceva a sapere la sua taglia? Ummm. Apparentemente il suo ragazzo era molto intuitivo. Fece correre dolcemente la mano sul vestito. Era seta

    Vide un sacchetto appoggiato lì vicino e ci guardò dentro. Wow. Estrasse un reggiseno e un tanga di seta rosa. Quel ragazzo aveva dei gusti costosi. Vide che c’era un fogliettino dentro il sacchetto.

    Buffy,

    Il vestito è per te. Questi sono per me. Se non lì vuoi metterli non farlo.
    Con tutto il mio amore

    Spike


    Non lì mettere? Era pazzo! Come se ogni giorno ad una ragazza venivano regalati capi di biancheria intima così costosi. Si tolse velocemente i suoi vestiti e si tolse il reggiseno e il tanga. Si guardò allo specchio e si stupì. Quella biancheria la faceva diventare così sexy.
    Ora era tempo del vestito.

    Lo indossò vedendo che le stava alla perfezione. Il vestito era nero, ma era fatto in modo che non si vedesse il colore della biancheria che indossava sotto. Era pronta per la sala da ballo.

    Piano uscì nel soggiorno. Spike era di fronte al bar e bevevo whisky, si voltò quando sentì la porta aprirsi e per poco non gli cadde il bicchiere a terra.

    “Buffy. Oh mio Dio, Buffy. Sei stupenda”

    ”Grazie anche tu sei bello”

    Spike la prese tra le braccia e gli baciò il collo "Buffy sarai l'invidia di tutte le donne e tutti gli uomini ti guarderanno. Dio sei bellissima. Sei la cosa più bella che io abbia mai visto. Andiamo via subito se no rischio di prenderti qui sul pavimento"

    Per tutto il tempo Buffy rimase in silenzio mentre entravano nell'ascensore e lui schiacciava il pianterreno. Quando arrivarono alla sala un uomo in smoking gli aprì la porta.

    Buffy guardò la stanza timorosa. Poteva un posto così grande essere chiamato solo stanza? La pista da ballo era grande la metà della sua casa quasi. Quest'ultima era circondata da tanti piccoli tavoli, dove sedevano uomini e donne elegantemente vestiti, mentre bevevano coppe di champagne e ascoltavano l'orchestra che suonava. C'erano approssimativamente dieci coppie che ballavano davvero. Quel luogo sembrava magico.

    Buffy guardò Spike e lui le strinse la mano, portandosela alla bocca.

    "Stai tranquilla, piccola" lei accennò col capo, mentre si sedevano e lui faceva segno al cameriere di portagli da bere. Cinque minuti dopo erano lì che bevevano champagne mentre Spike si guardava in giro.

    "Allora, gattina, ti piacerebbe ballare con me?"

    Buffy distolse lo sguardo imbarazzata "Spike, mi piacerebbe tanto ma non sono capace"

    Spike ridacchiò "Fatti guidare da me okay? Andrà tutto bene" disse prendendole la mano e portandola in pista.

    Buffy gli avvolse le braccia intorno al collo, mentre lui gliele metteva intorno alla vita. Iniziarono ad ondeggiare insieme lentamente, continuando a guardarsi negli occhi. Spike chinò la testa e la baciò. Aveva avuto ragione Spike tutti gli uomini la stavano guardando.

    Dopo qualche ora Spike si chinò verso il suo orecchio e gli sussurrò "Sei pronta a salire in camera, amore?"

    "Mmmm" mormorò lei guardandolo "Voglio fare l'amore con te, Spike"

    Lui la fissò intensamente per qualche secondo, prima di riprendersi immediatamente i condurla fuori dalla sala da ballo.


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    Mrs Boreanaz

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    Capitolo 11

    Buffy rise per lo sguardo di Spike quando inserì la chiave elettronica. Una delle sue mano teneva strettamente la sua e si rifiutava di lasciarla andare, anche se con l'altra non riusciva ad aprire la porta. Finalmente il piccolo led verde della porta si accese e si aprì, e Spike si voltò verso Buffy con sguardo affamato negli occhi. Prendendola tra le braccia, ignorando il suo squittio di sorpresa, Spike entrò e calciò la porta per chiuderla.

    Buffy gli battè il petto in modo giocoso “Spike! Che stai facendo?”

    Lui ghignò e alzò un sopracciglio “Ti porto nel mio covo e non ti lascio mai più andare!”

    Lei rise “Okay, uomo delle caverne, anche se qui il pavimento non è proprio di pietra”

    Lui le sussurrò basso all'orecchio “Oh, puoi scommetterci. È chiamato grande letto matrimoniale”

    Buffy improvvisamente sembrò tendersi tra le sue braccia leggermente e Spike si fermò sentendola.

    Sedendosi con lei sul divano e prendendola in grembo per toglierle le scarpe, Spike le chiese preoccupato “Stai bene, gattina?”

    “Spike?”

    “Si, piccola?”

    “Voglio solo dirti, beh... non sono sicura di come dirlo... non aspettarti nulla”

    Spike gelò. Era il suo modo di dire che aveva cambiato idea? “Non capisco, tesoro”

    Lei nascose il viso nella curva del suo collo mormorò piano “Non l'ho mai, uh, fatto... prima. Quindi non so come farlo bene per te”

    Spike era lieto che Buffy avesse nascosto gli occhi così non poteva vedere il suo sorriso da bambino. Cercando di tenere un tono normale di voce, disse “Ma... e l'idiota, con quel nome che rifiuto di menzionare mentre ti ho tra le braccia?”

    Lei rise “Riley?”

    Spike ruggì e le si avvicinò a un orecchio “Si, lui.”

    “Te l'ho detto, lui non mi piaceva. Gli ho detto solo si ad uscire perché lui era gentile e tu... no”

    “Mi stai dicendo che ti ho portato io tra le braccia dell'idiota e probabilmente fatta soffrire di ore e ore di conversazioni senza senso?”

    Più risate “Si, tutta colpa tua”

    Lui le inclinò la testa perché finalmente lo guardasse “Buffy, non c'è niente di cui preoccuparti. Solo il fatto di fare l'amore con te sarà più speciale di qualunque altra cosa. Senti la passione tra di noi, vero?”

    “Mmm hmm”

    “Beh, sarà cento volte più intensa”

    Buffy spalancò gli occhi “Si?”

    “Si. Ma cambia un po'. Penso che dovremmo farci un bagno insieme prima. Hai visto la bellissima Jacuzzi che c'è di là?”

    Lei aggrottò la fronte “Perchè un bagno?”

    “Perchè aiuta a rilassarsi. Sai che c'è un po' di dolore all'inizio, vero tesoro?”

    Lei annuì timida “Si, l'ho sentito dire”

    “Beh, un bagno aiuterà un po' con quello” sorrise e abbassò la voce “E poi ho sempre voluto vederti tutta bagnata”

    ***

    Buffy sedeva nella Jacuzzi, lasciando che le bolle la massaggiassero mentre aspettava che Spike facesse quello che stava facendo in salotto. L'acqua era così calda e morbida, i suoi capelli erano impuntati sulla testa, e solo l'eccitante pensiero di Spike che tornava la teneva sveglia. Aveva già passato quasi mezz'ora a toglierle il vestito in modo sensuale, poi l'aveva guardata con la lingerie addosso finchè non era diventata leggermente nervosa. Notando il suo timore, le aveva tolto il reggiseno e il tanga in modo reverenziale, baciando la pelle ora esposta e facendole promettere di indossarli ancora per lui quando aveva più tempo per apprezzarla.

    Finalmente tornò nella stanza, sorridendo apertamente.

    Lei lo guardò curiosa “Cosa stavi facendo?”

    “Oh, solo un piccolo ordine al servizio in camera. Porteranno delle fragole, della panna e della cioccolata molto presto”

    Lo guardò svestirsi con occhi affamati “Oh, mi dispiace Spike, ma sono ancora piena dalla cena. Non penso di essere in grado di mangiarle.

    Lui rise mentre entrava nella vasca con lei e sistemava Buffy tra le sue gambe “Dio piccola, sei così piccola e innocente a volte, lo sai?”

    Buffy sbuffò arrabbiata “Non sono una ragazzina, Spike”

    Lui le percorse le braccia con le mani “Non intendevo questo, piccola. Sei fantastica. A volte sei una piccola vipera provocatrice, e a volte mi sorprendi per quanto innocente sei.”

    Sospirando, Buffy mormorò “Oh”

    “Vedi, piccola” disse, portando una mano davanti e iniziando ad accarezzarle il seno, mentre simultaneamente le mordeva il collo “Le cose che ho ordinato non sono per noi da mangiare. Sono per me da sfregare sul suo corpo nudo, sulla tua pelle rossa di desiderio” abbassò la voce avvicinandole le labbra all'orecchio “i tuoi capezzoli” poi si spostò all'altro orecchio “le tue cosce”.

    Buffy trattenne il respiro quando sentì le parole sporche sussurrate nelel orecchie, stringendo le mani sulle sue coscie. Non le aveva mai effettivamente parlato sporco, e lo trovava incredibilmente eccitante.

    Spike continuò a sussurrare mentre con le dita le accarezzava i fianchi e le cosce sotto l'acqua “Farò cose al tuo corpo che ti faranno urlare, piccola. Vedrai le stelle ad occhi chiusi cento volte prima che avremo finito. Ti scorrerà tra le vede” le passò un dito lungo l'addome “finchè non sarai bagnata e desiderosa”

    Buffy appoggiò indietro la testa sulla sua spalla e cercò i suoi occhi. Li trovò e fu immediatamente incantata dall'intensità che vi bruciava.

    “Ti farò venire con la mia lingua” le diede un bacio a bocca aperta sulle labbra “Ti farò venire con le mie dita” scese con una mano verso la sua femminilità “e poi, quando penserai di non poterne più avere, verrai intorno a me” sfregò la propria erezione sul suo sedere.

    Buffy sussultò forte e Spike prese l'opportunità per far scivolare la lingua nella sua bocca aperta, gemendo quando lei rispose freneticamente al bacio con più passione di quanto ne avesse mai sentita. Ovviamente aveva scelto le parole giuste per eccitarla. Sapeva che era una piccola creatura appassionata che a volte si nascondeva dietro insicurezze e nervosismo, e aveva cercato di pensare a cose da dirle che potessero eccitarla senza offenderla.

    Buffy lo sorprese voltandosi improvvisamente e mettendosi a cavalcioni su di lui, afferrandogli le spalle e facendo salire le mani ai suoi capelli mentre continuava il loro bacio appassionato. Le afferrò strettamente i fianchi mentre lei iniziava a sfregarsi sulla sua erezione. La punta le toccò la clitoride e lei sussultò nella sua bocca.

    “Spike!” gemette, eccitandolo.

    “Dio... si, piccola?”

    “Possiamo uscire? Ho... ho bisogno di te dentro di me adesso”

    Lui ghignò per la disperazione nella sua vice, lieto di vedere che era capace di esprimere quello che voleva. “Nessun problema dolcezza”

    Spike si alzò con Buffy tra le braccia, uscendo e appoggiandola dolcemente a terra prima di afferrare un grande asciugamano bianco e morbido con cui asciugarla. Sentendolo prendersi cura di lei in quel modo mentre lo guardava con tanto amore era quasi troppo. Si asciugò a sua volta e la prese di nuovo in braccio, portandola nella camera da letto e appoggiandola al letto morbido.

    Spike uscì a prendere il cibo che era stato consegnato mentre erano nella vasca ma si fermò quando le mani di Buffy gli circondarono la vita. Abbasso gli occhi su di lei sdraiata a letto, così aperta e vulnerabile per lui.

    “Spike, quello che hai detto prima è fantastico, sul serio. Ma, forse solo per ora... beh, voglio che la nostra prima volta sia solo io e te, nient'altro che io e te. Per te va bene?”

    Lui le sorrise, deliziato dalla sua tenerezza “Va più che bene, gattina. È perfetto”

    Salendo sul letto, montò su di lei, premendo l'inguine contro il suo, e baciandola dolcemente sulla bocca. Buffy sorrise nel bacio e rise contenta. Spike si alzò, incerto se dove essere offeso o no.

    “Sto facendo qualcosa di divertente, piccola?”

    “No, è solo... non mi ricordo di essere così felice da tanto! È fantastico. Mi fai dimenticare di tutte le cose brutte, lo sai?”

    Spike si illuminò felice “Ne sono davvero lieto, Buffy. Ti meriti tutta la felicità che puoi avere”

    Scese leggermente sul suo corpo ed iniziò a baciarle il petto, facendo scivolare una mano tra di loro per trovare il suo centro caldo. Spingendo un lungo dito dentro di lei, le succhiò un capezzolo in bocca mentre spingeva forte con la mano. Sapendo che doveva aiutarla per questa prima volta, scivolò dentro di lei lentamente con altre due dita, allentando i suoi stretti muri. Buffy sussultò nelle sue orecchie.

    “Ti prego Spike... sono pronta adesso. Non posso più aspettare”

    Seguendo i desideri di Buffy tornò sul suo corpo, posizionando la sua erezione sulla sua entrata umida. Sporgendosi per darle un bacio rassicurante sulle labbra e spingendosi dentro fino a raggiungere la sua barriera virginale, Spike sussurrò “Ti amo, piccola” poi rapidamente ruppe la sua imene con una spinta. Sussultò per il suo grido e continuò a baciarla dolcemente per rassicurarla.

    “Piccola, mi dispiace, Dio mi dispiace! Ti prego, tra un minuto smetterà di fare male”

    Lei annuì, mordendosi il labbro e trattenendo le lacrime “Starò bene... pochi secondi, solo stai fermo un momento” mormorò.

    “Okay, prenditi il tempo che vuoi” la teneva completamente ferma, godendosi dell'incredibile sensazione di essere dentro di lei.

    Continuò a guardarla negli occhi per qualunque segnale di dolore finchè lei non iniziò lentamente a muovere i fianchi contro i suoi, ancora mordendosi il labbro mentre sperimentava le prime scintille di piacere. Spike uscì da lei quasi completamente e poi tornò dentro, guardando la bocca di Buffy aprirsi in un gemito di piacere. Lieto di vederla finalmente in grado di godersi il momento, Spike continuò ad entrare e uscire, aumentando la velocità gradualmente. In pochi minuti il suo respiro era spezzato, i suoi muscoli interni si stavano stringendo su di lui. Scivolò una mano per premerle la clitoride, portandola immediatamente a gridare nell'orgasmo.

    “Spike!! Oh Dio, Spike!” sentire il suo nome urlato da quella bellissima bocca lo fece venire nel giro di secondi, gridando il nome di lei. Non volendo collassare su di lei col proprio peso, ruotò in modo da essere sdraiato su un fianco, guardandola, ancora intimamente uniti. Uscì gentilmente da lei, prendendole la mano quando lei piagnucolò.

    “Stai bene, amore?” era ancora preoccupato per quanto dolore avesse provato.

    Il suo sorriso incantato mandò via le sue paure “Spike, è stato incredibile. Tu sei incredibile. Avevi ragione su come la passione sarebbe stata... amplificata” sorrise.

    Spike alzò le coperte su di loro e le baciò la punta del naso. “E' meglio se dormi un po' amore, hai tre gare domani”

    “Mmm” Dio, era già così stanca.

    “Sogni d'oro piccola”


    ***

    La stanza era solo leggermente illuminata alle sei del mattino quando Buffy si stirò, guardando Spike con un tenero sorriso sulle labbra. Si mise i jeans e il maglione che erano stati scartati il giorno prima, e gli diede un bacio sul sopracciglio prima di tornare verso la sua stanza. Wow. Quella era una notte che non avrebbe dimenticato per il resto della sua vita. Spike se n'era ben assicurato.

    Entrando in camera sua il più lentamente possibile, l'ultima cosa che Buffy si aspettava di vedere era Harmony seduta con la luce accesa, a leggere un giornale. Aggrottò la fronte quando lo appoggiò sul letto, senza segno del suo solito sorriso idiota.

    “Buffy. Mi chiedevo quando saresti tornata dal tuo piccolo... incontro”

    Buffy sembrò sorpresa dal tono della sua voce. Rise nervosamente “Harmony! Che ci fai alzata? Perché non dormi?”

    Harmony alzò un sopracciglio con aria di superiorità “Forse dovrei chiederti la stessa cosa. O dovrei chiederla al coach, huh?”

    Buffy deglutì ma non disse niente.

    “Non era tanto difficile da capire. Cosa stai facendo con lui?”

    “Non sto facendo niente con lui, e se fosse non sarebbero affari tuoi”

    Harmony si alzò e andò verso Buffy “Forse non sono affari miei. Ma lui è il nostro allenatore, e tu sei una sua alunna. Pensi che gli piaccia il suo lavoro, Buffy? Pensi che tu sia degna di farglielo perdere? Io non credo”

    “Perchè stai facendo così Harmony? Non capisco perché sei così arrabbiata”

    Harmony la guardò furiosaa “Perchè le persone non mi mandano via, Buffy. Non quando io le voglio. Quindi se non posso averlo, non potrai anche tu. Pensaci, okay?”

    E con questo si voltò e tornò sotto le coperte, lasciando Buffy in piedi scioccata. Harmony lo avrebbe detto a qualcuno? Avrebbe fatto perdere a Spike il suo lavoro? O peggio, quello che facevano tecnicamente era illegale. Buffy sapeva come pensava la gente, Spike era in una posizione di autorità su di lei. Oh Gesu, magari sarebbe stato arrestato? Buffy aveva sentito di insegnanti che avevano relazioni coi loro studenti e finivano in prigione.

    Andò a letto, scossa da rabbia, colpa e infelicità.




    Capitolo 12

    Lo stadio piscina dove si sarebbe svolta la gara era umido e pieno di centinaia di persone. Quello non aiutava affatto l'umore di Buffy, non aveva avuto l'opportunità di parlare con Spike da sola quella mattina, forse perché Harmony non la mollava un secondo. Sapeva che lo stava facendo apposta per non farli incontrare.

    Spike invece era d'umore fantastico, rideva e scherzava con tutti. Quando vide Buffy gli sorrise calorosamente, ma divenne confuso quando vide che lei non rispose.

    La squadra di Sunnydale entrò nel centro andando negli spogliatoi. Spike guardò che tutti se ne fossero andati e fermò Buffy.

    Sapeva di non poterla toccare.

    "Piccola, va tutto bene? Non sembri star bene"

    "Si, sto...bene. Sono solo preoccupata per la gara" quella scusa gli sembrava plausibile.

    "Uh ti senti bene? Voglio dire...sei sicura? Non mi aspettavo questa reazione da te"

    "Non ho nulla, giuro"

    "Bene, sono contento" disse guardandola "Dio odio essere in questa posizione e non poterti toccare...mi sta uccidendo"

    Buffy sorrise poi tornò malinconica "So come ti senti"

    "Beh, abbiamo un'altra notte, no? Ti va di venire di nuovo in camera mia stasera? Di ad Harmony che vai a trovare qualche tuo vecchio amico o qualcosa del genere? Ho altre sorprese per te, piccola. Le amerai"

    Buffy fu colta dal panico. Non poteva dire una cosa del genere ad Harmony, chissà che avrebbe fatto, o cosa avrebbe detto. E non era il momento giusto per di dire a Spike di quello che era successo.

    "Beh credo di dovermi riposare. Ho bisogno di dormire. Credo rimarrò nella mia stanza"

    "Oh, scusa non credevo. Beh vieni nella mia stanza, puoi dormire nel mio grande letto. Voglio tenerti, per favore"

    "No, davvero vorrei dormire nel mio letto"

    Quando vide il dolore nel suo sguardo avrebbe voluto schiaffeggiarsi da sola. Quando lui la guardò, aveva la faccia bianca.

    "Certo, fai quello che ti senti, Buffy" l'aveva chiamata per nome, non lo faceva quasi mai usava sempre dei vezzeggiativi. Era ferito, ma non poteva far altro.

    "Si è quello che voglio"

    Lo guardò e lui distolse lo sguardo.

    "E' meglio che vai" le disse non dandole un secondo sguardo.

    Buffy capì di averlo ferito immensamente, se avesse avuto una mazza da baseball l'avrebbe picchiata a sangue.

    ******

    Colpo. Colpo. Respiro. Colpo. Colpo. Respiro.

    Non stava funzionando. Stava nuotando, le sue braccia si muovevano anche le sue gambe. I suoi polmoni facevano il loro lavoro. Ma la sua mente non era lì. Stava pensando a Spike che non le dava nessuno sguardo.

    Divertente come una semplice corsa in acqua le sembrava così poco importante. Era fortunata ormai si allenava da due anni quindi anche con le emozioni in tumulto riusciva a nuotare lo stesso.

    Nuotava ma non sembrava consapevole di quello che faceva. E la cosa più brutta e che se vinceva non poteva festeggiare con chi voleva. Spike aveva incollato gli occhi appena era entrata in acqua e poi aveva distolto lo sguardo.

    ****
    La cena fu movimentata. La squadra era arrivate prima e seconda, erano ormai anni che non succedeva.

    Buffy si sedette a tavola, ma non mangiò. Sorrise a tutti quelli che si congratulavano con lei. Poteva sentire lo sguardo di Spike su di se, ma non riuscì a decifrarlo. Confusione? Disprezzo? Non lo sapeva nemmeno lei. Alla fine della cena finse un mal di testa e si ritirò nella sua stanza. Da sola. Come sarebbe rimasta per il resto della vita.

    Spike la fissò andare via si alzò, aveva bisogno di chiamare una persona.




    Capitolo 13

    Anche i soffitti dell'hotel erano insignificanti, notò Buffy sdraiata sul letto. Questo bellissimo, stravagante e costoso hotel che Spike aveva preso perché potessero passare un bellissimo weekend insieme. Un weekend che era stato magico finchè una pazza, gelosa piccola stronza non lo aveva rovinato. Non era che Buffy volesse nascondere nulla da Spike, ma aveva un disperato bisogno di proteggerlo. E con tutte queste persone sempre intorno, non poteva spiegare la precaria situazione in cui stavano.

    Il che portava a lei sdraiata infelicemente su un letto singolo, sognando del morbido letto matrimoniale in cui poteva essere. I suoi pensieri furono interrotti da Harmony che entrava in camera e si affrettava verso la valigia.

    “Oh Buffy! Non puoi immaginare. Riley Finn mi ha appena chiesto di uscire! Dio, è così carino! Non gli ho nemmeno parlato ma lui mi ha ovviamente notata. Ce ne andiamo tra cinque minuti e devo cambiarmi in fretta. Oh, è così eccitante!”

    Buffy guardò la bionda scioccata. Stava scherzando? Non ricordava la minaccia di quella mattina? Non si rendeva conto di aver rovinato la vita di qualcuno oggi? Che diavolo non andava in lei?

    Harmony non sembrò notare il silenzio di Buffy mentre parlava del dove sarebbero andati e cos'avrebbero fatto. Si fermò alla porta mentre usciva, comunque, e guardò Buffy “Mi aspetto di trovarti a letto quando torno”

    Buffy non distolse lo sguardo per alcuni minuti mentre guardava la porta chiusa. Doveva essere un sogno. Nessuna persona sana di mente al mondo si comportava così, no? Saltò allarmata quando bussarono alla porta. Aprendola e trovando Spike, guardò il corridoio per vedere se Harmony se n'era andata prima di farlo entrare. Ricordò che aveva fatto la stessa cosa lui il giorno prima.

    Buffy decise che era il momento di scusarsi prima di iniziare a spiegare tutto. “Senti, Spike, io-”

    “Buffy ferma. Non voglio sentire niente da te finchè non ti dico perché sono qui”

    Uh oh. Questo non suona bene, specialmente visto che sedeva sul letto di Harmony e si passava le mani tra i capelli. “Ho chiamato tua madre”

    Questo era inaspettato “Cosa?”

    “Beh, ho pensato che visto il tuo cattivo umore non l'avresti fatto, così l'ho chiamata per dirgli quanto sei stata fantastica oggi. Era molto orgogliosa di te”

    Buffy si morse il labbro pensando a sua madre in ospedale, e iniziò a sentire formarsi le lacrime.

    “Mi ha sorpreso per un secondo. Sembra che sappia di no”

    Buffy alzò gli occhi colpevole “Uh, si io-”

    “Sembrava felice di questo, mi è sempre piaciuta” continuò “Così le ho detto che oggi ti comportavi in modo strano. Sai cosa mi ha detto?”

    Buffy scrollò le spalle rassegnata. Ovviamente gliel'avrebbe detto. “Certo”

    “Ha detto di non credere a una parola di quello che dicevi sull'essere nervosa per le gare. Che nel secondo in cui mi davi una scusa significava che avevi qualcosa di più serio in mente. Ed è per questo che sono qui. Voglio sapere cos'è”

    “Spike, non capisci. Voglio dirtelo, sul serio, ma se Harmony torna e tu sei qui-”

    Spike la interruppe di nuovo “Harmony non tornerà per un po”

    Buffy alzò un sopracciglio “Oh, hai sentito dell'appuntamento, huh?”

    “Veramente, ho creato io l'appuntamento”

    “Huh?”

    “Ho pagato Finn un sacco di soldi per portarla fuori. Cena, ballo. Ha un bonus per ogni ora passata la mezzanotte.”

    “Non pensi che sia un po... immorale?”

    “Non mi importa. Lui non lo dice a nessuno e nemmeno io. Harmony non mi sembrava dispiaciuta”

    Buffy annuì. Beh, quello era un problema risolto.

    Spike parlò di nuovo “Allora Buffy, voglio sentire. Perché si sei comportata così oggi? Perché per quanto sono confuso io adesso, mi rifiuto di credere che dopo ieri sera non mi ami più”

    Guardandolo con scintille di speranza negli occhi, Buffy disse “Beh, ora che sappiamo che Harmony non torna, possiamo tornare nella tua stanza a parlarne? È più comoda”

    “Non è quello che hai detto stamattina” brontolò, ma la seguì fuori.

    I due amanti tornarono in un attimo alla sala dentro la stanza di Spike, e Buffy arrossì guardando le porte del bagno e della camera. Dio, quello che era successo dietro quelle porte... la faceva tremare.

    Si sedettero simultaneamente sul divano.

    Buffy iniziò “Okay Spike lo dico com'è andato. Uh, okay. Questa mattina sono tornata in camera, e Harmony era sveglia. Sapeva dov'ero in qualche modo, e sapeva che stiamo insieme. In pratica ha detto che se continuiamo a vederci lo farà sapere a tutti e ti metterà nei guai.”

    “Perchè dovrebbero essere affari suoi? Perché farebbe una cosa del genere?”

    “Si, è qui che la pazzia comincia. È il vecchio discorso da 'io non posso averlo quindi non può nessuno'”

    Spike la guardò esasperato “Lieto che tu l'abbia scoperto, piccola”

    Ohh, un punto per Buffy, i nomignioli erano riapparsi.

    “Non puoi capire quanto non l'ho trovato divertente. Non sono riuscita a pensare ad altro tutto il giorno”

    “Ah, allora adesso capisco. Povera piccola, avevi questo in testa”

    “Si, così ora lo sai. Ma questo ci lascia nei guai”

    “Hmmm” sembrò perso nei pensieri.

    Buffy decise di dare voce ai propri. Sfortunatamente la voce le uscì un po' debole “Uh, Spike? Voglio solo che tu sappia, se non c'è un altro modo, smetto di nuotare”

    Lui sembrava scioccata “Cosa? No, Buffy, non smetterai. È l'unica squadra di nuoto professionale a Sunnydale”

    “Spike, non m'importa. Non riuscivo nemmeno a pensare oggi mentre nuotavo. Non mi importa nulla se non posso avere anche te”

    “Buffy, è questo!” saltò come se avesse scoperto il segreto della vita.

    “Uh, cosa?”

    “Tutto il problema è nel fatto che sono il tuo allenatore. Quindi, se non lo sono più non ci sono più problemi. Ma devi continuare a nuotare e io voglio continuare a insegnare. Quindi, ecco, tu diventi la mia assistente allenatore!”

    Santo dio. Questo era fantastico. Buffy sorrise alla sua logica.

    “Pensaci, piccola. Prendi il titolo ufficiale, ma poi continuare a nuotare ad ogni allenamento. Harmony non ha prova che la nostra relazione è già iniziata, e quando le persone lo scopriranno saremmo solo due colleghi innamoratisi a lavoro, giusto?”

    “Spike, sei un genio! Annunciamolo domani, sull'autobus mentre torniamo, okay? Poi non dovremo più nasconderci”

    Si appoggiò nel suo grembo, baciandolo.

    Spike premette il viso sul suo collo, sentendo il suo battito pulsargli contro la guancia. Le succhiò la pelle, sollevato nel sentire i suoi gemiti.

    “Buffy, mi sentivo morire quando credevo che non volessi più stare qui con me. Riuscivo a malapena a pensare”

    Lei lo guardò triste “Lo so Spike, mi dispiace. Faceva male ma non potevo riversarti tutto addosso quando avevi una squadra piena di persone da incoraggiare per tutto il giorno. Non sarebbe stato giusto”

    “Hmm, e invece hai portato tutto da sola. Sei brava in questo, a prenderti pesi sulle spalle perché non stiano su quelle degli altri. Ti rende una persona molto speciale”

    Buffy lo guardò maliziosa “Spike? Hai ancora quelle cose che hai ordinate da ieri?”

    Lui la guardò speranzoso “Si piccola, le ho messe nel mini frigo. Perché?”

    Lei gli passò le dita tra i capelli, mettendo un piccolo broncio “Beh, siamo qui soli, per ore ormai. Forse potresti mostrarmi quanto pensi io sia speciale”

    Gli occhi di Spike erano fissati su quel labbro sporgente che lo prendeva in giro col suo luccichio. Annuì al suo suggerimento, improvvisamente perso nei suoi pensieri. Un leggero ghigno gli solcò il volto.

    “Oh piccola, non sai cos'hai chiesto”

    Buffy era abbastanza certa di saperlo, ma non si diede la pena di correggerlo




    Capitolo 14

    Okay, forse Buffy non sapeva bene quello che gli aveva chiesto.

    Perché in quel momento era sul letto di Spike, nuda e…da sola. Lui non si vedeva da nessuna parte. E lei attendeva da cinque minuti buoni. Forse doveva alzarsi e cercarlo?

    Guardò verso la porta e si bloccò. Spike stava avanzando verso di lui come un predatore che aveva puntato la sua preda. Era completamente nudo, e lei lo vedeva senza estinzioni per la prima volta. Era meraviglioso, come una statua. Era muscoloso, non piazzato come Riley più snello. Buffy gettò uno sguardo in basso, la sua erezione era lunga, spessa e si ergeva fiera. Si leccò le labbra a vederlo, Spike la vide e gemette.

    Lui mise il carrello che stava portando e lo mise affianco al letto, prima di sedersi. Buffy gettò uno sguardo sul carrello, vedendo cosa c’era sopra. Ohh interessante. C’erano delle fragole, della panna e della cioccolata. Guardò Spike e rabbrividì quando vide i suoi occhi scuri di desiderio.

    “Ora ci divertiremo, principessa” disse con voce bassa, mentre le accarezzava la pelle della gambe, facendole correre brividi giù per la spina dorsale. I suoi capezzoli s’indurirono immediatamente.
    Lo guardò prendere una fragola e immergerla nella panna, per poi portagliela alle labbra. Le imbrattò le labbra mentre lei mordeva la punta, subito dopo la tolse e si piegò a leccarle la bocca. Buffy non riuscì a resistere e lo attirò a se per un bacio.

    Spike si tirò indietro pizzicandole un capezzolo con le dita “Sei una cattiva ragazza. Non fare così finirà troppo presto altrimenti”

    Buffy guardò la sua erezione- Ow sembra ancora più grosso in quel momento! Era eretto e bagnato con il liquido del pre-coito. I suoi pensieri s’interruppero quando Spike immerse il dito nella panna e gliela spalmò sul collo. Subito si chinò a leccarlo.

    Spike prese in mano la ciotola del cioccolato e tracciò una scia da un capezzolo all’altro. Buffy si inarcò per le fredda sensazione sulla pelle sia per l’eccitazione. Spike ridacchiò e si chinò a succhiarlo facendole gridare il suo nome. Lui turbinò la lingua circa l’aureola pulendo ogni traccia di cioccolata, prima di alzare lo sguardo e guardala.

    “Tu sei mia, Buffy. Mia” disse scendendo a leccare l’altro capezzolo “Nessuno può portati via da me, lo capisci?”

    “Ohh, Spike! Sono tua, Dio…lo giuro, solo… ti prego!” lui ghignò e prese in bocca il capezzolo pizzicandolo delicatamente coi denti.

    Appena finì di pulirla si alzò e passò il dito nella panna.

    “Tira fuori la lingua, Buffy”

    “Cosa?”

    “Voglio che tiri fuori la lingua” Buffy lo guardò un po’ confusa ma fece come gli chiese, sentendosi un po’ sciocca. Capì quando lui le mise il dito imbrattato di panna in bocca, fissandolo con grande appetito iniziò a succhiarlo facendogli roteare la lingua intorno. Lui le immerse la mano nei capelli e la portò a se per un bacio violento.

    “Bene” la voce di Spike era roca prese di nuovo la ciotola di cioccolata e si stabilì tra le sue gambe aperte. Lei lo guardò in modo curioso prima che lui glielo spargesse sulla fenditura bagnata, prima di mettere da parte tutto e tuffarsi in quel paradiso tutto per lui. La pulì con leccate lunge e misurata. Gli tenne aperte le labbra con le dita mentre le toccava la clitoride con la lingua, facendola sgroppare violentemente sul letto.

    “Spike, oddio proprio lì…santo cielo” Buffy non riusciva a credere che quella fosse la sua voce, assomigliava a quella di Spike.

    Spike non riuscì più a resistere, si alzò scivolando velocemente sul suo corpo e si spinse dentro di lei. Buffy venne violentemente sul suo membro, gridando il suo nome, mentre gli artigliava le spalle. Appena la sentì scendere dal picco, iniziò a spingere. Portò una mano tra di loro e le strofinò la clitoride.

    “Buffy, guardami piccola” Buffy aprì gli occhi e lo fissò. Spike scelse proprio quel momento per strofinarle la clitoride, facendola venire per la seconda volta e raggiungerla subito dopo. Continuò a muovere le anche piano mentre le tempestava la mascella di piccoli baci

    “Spike, Dio è la cosa più intensa che io abbia mai sentito” disse col respiro affannoso.

    “Oh, piccola lo so. Sei stata meravigliosa. Ti amo tanto”

    Lei rise “Non sei stato male nemmeno tu” poi disse con voce mielosa “Ti amo, Spike terribilmente tanto”

    Finalmente dopo essersi ripresi, Spike rotolò via da lei mentre Buffy gli si appoggiava sul petto.

    “Intendevo veramente quello che dicevo, Buffy. Sei mia. Ora e per sempre. Nessuno ci separerà. E se ci saranno problemi sul nostro cammino, o malintesi o qualsiasi altra cosa, ne parleremo, okay?”

    Lei accennò col capo “Lo so. E l’unico modo”

    Lui le baciò il collo “Dio, soffrirò d’insonnia d’ora in poi. Mi porti a non dormire più”

    Buffy rise “Anche tu, tesoro. Io sono stanca morta qui”

    “Mmm, tanto non devi andare da nessuna parte sino a domani mattina, amore. Dormi bene”

    “Anche tu, Spike. Ti amo

    “Ti amo anch’io, gattina”


    ***

    Buffy si voltò nell’abbraccio di Spike, svegliandolo. Erano le 7 del mattino.

    “Cosa? Huh?”

    “Spike, devo tornare nella mia stanza. Non m’importa che Harmony sappia che sono stata qui, ma non posso correre il rischio che mi vede anche qualcun altro prima che avvertiamo che sono diventata la tua assistente”

    Lui aprì gli occhi ancora tutti assonnati e le morse l’adorabile labbro che sporgeva.

    “Non voglio che vai. Non voglio che vai mai in realtà”

    Lei sorrise lo bacio “Conosco la sensazione, piccolo. Ma non è la nostra ultima mattina. Quindi facciamo questo sacrificio”

    Lui borbottò e la lascio andare, guardandola mentre si vestiva. Buffy gli lanciò un bacio dalla porta e tubò “Ci vediamo a colazione!”

    ***

    Buffy risa quando entrò nella stanza e vide Harmony nell’esatta posizione del giorno prima. “Come è stato il tuo appuntamento con Riley? E’ stato bello come ti aspettavi?” disse con sarcasmo.

    Però la ragazza non sembro accorgersene “E’ stato meraviglioso. Non dovrei essere sorpresa che ti abbia scaricato”

    Buffy sbuffò ma non rispose. Quella cosa non la toccava minimamente.

    “E te Buffy, come è andato il tuo appuntamento col Coach? Hai deciso di non vederlo più?”

    Buffy si mise un’espressione innocente “Non so di cosa tu stia parlando, Harmony. Credo che mi confondi con qualcun altro”

    ”Certo. Quello che ti pare. Voglio proprio come la prenderà la squadra quando torneremo a Sunnydale”

    Buffy aveva deciso di farsi una doccia in camera di Spike, si fermò sulla porta e si rivolse ad Harmony.

    “Beh credo che la prenderanno bene dal momento che capiranno che lì stai ingannando”

    “Cosa? Ingannando?”

    “Conosci le regole Harmony. Non sono consentiti supporti plastici

    Harmony sembrava sconcertata “Di che stai parlando?”

    Buffy roteò gli occhi “Sei sciocca e completamente idiota”

    Detto questo si chiuse la porta dietro le spalle andandosene dal suo innamorato.




    Capitolo 15

    L'intera squadra si annoiò nel resto della domenica. Avevano partecipato all'obbligatoria consegna delle medaglie allo stesso stadio con tutti quelli che avevano partecipato il giorno prima per almeno tre ore. Le mani di Buffy erano rosse alla fine per quante volte aveva dovuto applaudire. Il caldo opprimente dello stadio piscina faceva venire sonno a tutti, che furono lieti di potersi appoggiare ai sedili del pullman per il resto del viaggio verso casa. Spike aveva detto a Buffy di rimanere davanti mentre attirava l'attenzione.

    “Ragazzi! Oy, voi! Ascoltate, abbiamo novità importanti”

    Spike aspettò che tutti fossero zitti prima di continuare.

    “La signorina Summers non è più una compagna di squadra. Da ora è la mia assistente allenatrice, il chè è fondamentale perché se mi ammalo o sono assente ci pensa lei a voi. Quindi, datele il benvenuto nella nuova posizione!” tutti applaudirono e batterono i piedi a terra. Buffy gelò quando sentì l'irritante voce di Harmony parlare.

    “Oh su coach! Lo sappiamo tutti che lo fa solo perché se la porta a letto!”

    Spike puntò i suoi occhi furiosi su di lei nel silenzio che seguì “Signorina Kendall. Spero sul serio di non aver appena sentito quello che ha detto sul suo nuovo assistente allenatore”

    “Non era il mio allenatore ieri notte quando è venuta a letto con te! Dio, Riley l'ha appena lasciata. Che ha, si è fatta tutta la squadra o roba del genere?”

    Buffy fissò Riley che ebbe la decenza di sembrare pentito della sua bugia.

    “Signorina Kendall! Se sento un altro commento denigrante e non provabile uscire dalla sua bocca sulla signorina Summers, o quelli di chiunque altro, è fuori da questa squadra. Mi ha capito bene? Io non scherzo sulle diffamazioni”

    Harmony sbuffò “Bene” brontolò “Ma lo vedrete”

    Spike sedette accanto a Buffy nei due sedili di fronte, ora una posizione accettabile visto che avevano molto da discutere sulla sua nuova posizione. Sapendo di non poter essere visto, intrecciò le dita con le sue.

    ***

    L'autobus aveva accompagnato tutti di nuovo alla piscina di Sunnydale dove molti avevano le macchine parcheggiate. Spike aspettò quelli che attendevano i loro passaggi, e si voltò verso Buffy quando se ne furono andati. La prese tra le braccia e le accarezzò i capelli, baciandola gentilmente sulla fronte.

    “Dio Buffy. Passare tutte queste ore senza poterti toccare mi faceva diventare matto. Penso di avere un problema”

    Buffy rise “Beh, se ahi un problema allora l'ho anche io perché non riuscivo ad aspettare la fine del giro. Ero così vicina a baciarti, sai?”

    Sospirò “Si. Dunque, è tardi per andare da tua madre. Possiamo farlo domani mattina e potrai mostrarle le tue bellissime medaglie. Ma uh, per stanotte, ti piacerebbe dormire da me?”

    Buffy sorrise tra se, ricordando la missione di farsi invitare da lui. Era ancora un po' preoccupata di dove vivesse, perché affrontiamolo, è un ragazzo. E i ragazzi non sono conosciuti per la loro abilità nel tener pulita la casa. Ma lo avrebbe scoperto, specialmente se voleva immaginare come sarebbe stata quella casa un giorno, se ci fossero arrivati. Nessuno lo aveva neanche suggerito, ma hey, una ragazza può sognare.


    ***

    Qualcuno le aveva mentito. La televisione le aveva mentito. I libri le avevano mentito. La casa di Spike non era neanche vicina all'essere la sporca casa di uno scapolo. Diavolo, era più pulita della sua. Mobili moderni, spazi aperti...

    Buffy si voltò verso di lui, in piedi sulla soglia della cucina “Spike, hai un altro lavoro? Sai, tipo mentre io sono all'università tu fai il neurochirurgo?”

    Lui le sorrise “Uh, veramente no tesoro. Mi conosci, sono un po' pigro a dire il vero”

    Scosse la testa “I pigri non vivono così. Diavolo, la maggior parte delle persone non vivono così. E l'hotel, il vestito, le scarpe. Chi sei?”

    “Buffy, davvero non è come pensi. Anche se conoscendo la tua mente folle magari è quello che pensi lo stesso. Non vendo droghe, non sono nella mafia. Uh, veramente vorrei non avere tutte queste cose”

    “Perchè? Io ucciderei per queste cose”

    Lui sembrò ferito “Già. Ho queste cose perché i miei genitori sono rimasti uccisi”

    Buffy quasi si calciò da sola “Spike, oh Dio, mi dispiace, non volevo” gli prese la mano e lo condusse verso il divano bianco del salotto, volendo esserci per lui come lui c'era stato per lei “Raccontami”

    Lui deglutì e guardò in basso “E' stato tre anni fa. Un anno prima che iniziassi a insegnare nuoto. I miei genitori, Rupert e Jenny, loro... loro erano molto innamorati. E come puoi vedere anche molto facoltosi. Io ero figlio unico, quindi quando sono usciti di strada un giorno tutto quello che appartenevano è passato a me. Mi ci è voluto un anno solo per tornare normale, capisci, provare a vivere di nuovo. Non ero molto preparato all'idea di iniziare una carriera quindi mi sono messo a insegnare. E conosci il resto, piccola”

    Mise un palmo sulla sua guancia e si sporse per baciarlo “Spike, mi dispiace così tanto. Non posso neanche immaginare, Dio, se avessi perso mia madre non so come avrei fatto. Sei così forte”

    “Penso mi aiuti a capire un po' quello che hai fatto per tua madre, piccola. Le emozioni e tutto. Starò con te tutto il tempo, Buffy. Non dubitarlo”

    Buffy guardò gli alti soffitti e le grandi pareti della stanza in cui erano “Non ti senti solo a vivere qui per conto tuo, Spike?”

    Lui annuì “Non hai idea di quanto, tesoro. Dio, in questi due anni prima che ti trovassi... era tutto così vuoto. Come questa casa. Ma uh” la guardò “Speravo di non dover più vivere qui da solo per molto, amore”

    Buffy alzò un sopracciglio “Spike?”

    Le prese la mano “Non voglio metterti fretta, piccola, e credimi capisco che le cose con tua madre siano difficili. Ma sei un adulta ora, e non potrei pensare a qualcosa che vorrei di più se non che tu ti trasferissi qui. Poterti tenere ogni notte, vedere la tua personalità far brillare le stanze... Dio piccola, sarebbe un sogno che diventa vero”

    Buffy rimase in silenzio un momento, poi lo guardò “Anche io, Spike. Non potrei pensare a niente di più meglio. Che ne dici se sto a casa finchè mia madre non torna e resta per un po, solo perché possiamo sistemare le cose. E poi quando la situazione è stabile, vengo qui”

    L'abbracciò, riempiendola di baci finchè lei non squittì e cercò di scappare. Finalmente si calmarono e Spike la prese in braccio, portandola in camera da letto.


    ***

    Buffy corse accanto al letto di sua madre e l'abbraccio “Mamma! Mi sei mancata tanto!”

    “Oh Buffy, anche tu mi sei mancata tesoro. Spike mi ha detto delle tue gare, sapevo che mi avresti resa orgogliosa. Sei una campionessa, tesoro”

    Buffy sorrise e disse a Spike di prendere posto accanto a lei.

    Joyce colse i loro volti splendenti e il loro linguaggio del corpo rilassato. Sorrise “Allora, il viaggio a LA è... piaciuto, no?”

    Spike arrossi leggermente “Beh, abbiamo avuto alti e bassi. Ma alla fine è andato tutto bene. La nostra Buffy qui è la nuova Assitente Allenatrice della squadra”

    “Tesoro, è fantastico! Finalmente puoi comandare le persone come sono certa vorresti fare da una vita” rise Joyce.

    Buffy cercò di sembrare offesa “Mamma! Io non capeggio... beh, non tanto. Vero Spike?” lo guardò sfidandolo ad opporsi.

    “No tesoro, assolutamente. Certo che no. Croce sul cuore” sorrise guardandola.

    Joyce li guardò e sentì l'amore irradiarsi tra di loro. Era così contenta che Buffy avesse trovato qualcuno di cui fidarsi.”

    “Veramente, Buffy, ho avuto delle notizie bellissime ieri pomeriggio. I dottori mi lasciano tornare a casa domani”

    “Mamma, è fantastico! Hanno scoperto cos'avevi?”

    “Non esattamente. Tutti i test ora sono negativi per i tumori, sembra non ci sia più nulla. Hanno detto che un buon segno che non sono svenuta per un giorno. Mi hanno dato delle indicazioni per tenere la pressione sotto controllo e devo venire per molti controlli nel prossimo periodo. Ma a parte questo, sono libera di andare. Mi tengono qui stanotte solo per cercare altri sintomi, ma sto bene ormai”

    “Ne sono contenta, mamma. Non vedo l'ora che tu sia a casa”

    “E io sarò qui domani per portare queste splendide signore a casa” dichiarò Spike, e Buffy gli strinse la mano.


    Uscendo dal parcheggio più tardi, Buffy guardò Spike.

    “Sta andando tutto bene, SPike”

    “Cosa passerotto?”

    “La mia vita”


    ***

    SEI MESI PIU' TARDI


    “Spike!” squittì Buffy mentre la portava sul divano, baciandole il collo “Spike smettila! Dobbiamo andare agli allenamenti! Su, faremo tardi”

    Lui le mise il broncio “Non voglio” leccandole la linea del collo fino a quel punto sensibile dietro l'orecchio, sorrise quando lei tremò.

    “Tu non, ohh, non mi distrarrai in questo modo. Loro dipendono da te, amore”

    Lui roteò gli occhi “Se devo guardare Harmony fare gli occhi dolci a Finn un altra volta, giuro che...”

    Buffy rise “Tesoro, l'hai presa male. Quelli sono occhi normali”

    Lui ghignò “Beh, i soldi che ho dato a LA hanno pagato, huh? Gesu, gli ho solo detto di tenerla fin dopo mezzanotte, non gli ho detto di tenerla sei mesi. Povero ragazzo”

    “Povero ragazzo? Immagini averla come ragazza?”

    Spike sedette, prendendola in grembo e allacciandole le braccia in vita “Immagino tu abbia ragione, suppongo che se non si sa per chi dei due essere più dispiaciuti allora si sono proprio trovati” si sporse per morderle l'orecchio.

    “Hmmm, si... ohh, lì.... Spike! Smettila! Ora ascolta, ho parlato a mamma questa mattina e viene a cena stasera, evidentemente non può aspettare. Dice che è gelosa che ho trovato qualcuno che mette Martha Stewart in un angolo di vergogna”

    Spike si spostò incredulo “Non lo hai fatto! Non mi hai appena paragonato a Martha Stewart!”

    Buffy rise e lo baciò sulle labbra aperte per l'indignazione “No tesoro, non c'è competizione. Comunque, non l'ho informata che non è stata proprio la tua capacità in cucina la prima cosa a portarmi da te...” disse seduttiva passandogli un dito sulle labbra.

    Lui le morse gentilmente la punta “Oh non lo so tesoro, mi sembra di ricordare un... piacevole incontro in cucina solo la scorsa settimana”

    Buffy arrossi, ricordando come l'aveva presa sul tavolo della cucina e poi ancora sul pavimento. Sentendo la sua mano salirle sul top, saltò e si sistemo i vestiti “Okay, andiamo” lui non si mosse “Su, Spike, responsabilità eccetera”

    Si alzò, ancora brontolando “Bene, ma appena tua madre se n'è andata stasera mi ripagherai in tre diverse stanze della casa”

    Buffy davvero non aveva problemi in questo. Gli prese la mano mentre lasciavano la casa, sorridendo per l'anello con diamante che aveva sul viso. Si, la sua vita si era definitivamente sistemata.


    FINE
     
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