Bought, Sold, Lost, Found by squawks

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    Mrs Boreanaz

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    Questa ff è stata scritta da squawks e tradotta da b_fly
    io la posto soltanto



    Bought, Sold, Lost, Found

    by squawks

    Tradotta: b_fly
    Raiting: NC17
    Warnings for: Molestie di un adulto a una minorenne e un tentativo di stupro.
    Genere: Romance, Angst.
    Pairing: Spike / Buffy
    Lunghezza: 23 capitolo
    Summary: Buffy è adottata da Parker e Melissa Abrams, che hanno già tre altri figli adottivi - Angel, Spike e Kathy. Crede che vivere in una casa così grande e bella con una famiglia amorevole sia meglio dell'orfanatrofio in cui viveva. Ma potrebbe sbagliarsi? Cosa farà quando il suo nuovo 'padre' non la vede esattamente come una 'figlia'? Qualcuno la salverà?

    Traduco con il permesso dell'autrice.


    PERMESSO DELLA MAGNIFICA AUTRICE:

    <i>Hi Emanuela,
    You don't have to worry about sending me an email for every fic, go right ahead and translate any of them you want. I don't mind how many sites they're on.
    Thanks!
    Steph (<-- my name :) )





    Capitolo 1

    Melissa Abrams camminò rapidamente nello scialbo corridoio, i suoi tacchi alti risuonavano a terra mentre suo marito Parker la seguiva silenziosamente. Si voltò verso di lui con un sospiro esasperato, continuando a marciare.

    “Sbrigati Parker!” Siamo in ritardo di quasi dieci minuti!” Sbottò. Melissa non riusciva a essere in ritardo per niente. Quasi quanto odiava aspettare. Quello e avere macchie sui vestiti. O i capelli fuori posto. Okay, quindi a Melissa non piacevano molte cose. Ma non poteva fare niente riguardo l'aver sposato un uomo che sembrava correrle sempre dietro.

    Parker si sbridò, mostrando chiaramente l'intenso disagio per la situazione, mentre arrivavano alla porta bianca alla fine del corridoio. Melissa si tastò i capelli, lisciò la gonna e bussò fermamente.

    “Entri prego” le fu detto oltre la porta.

    I due adulti entrarono, trovando una donna anziana dai capelli grigi seduta dietro una scrivania e una bellissima ragazzina bionda seduta in silenzio dall'altra parte. Entrambe si alzarono per i saluti.

    Melissa sorrise alla donna e andò a stringerle la mano.

    “E' bello rivederla, signora Krane. Grazie per averci chiamati oggi” salutò.

    “Beh, grazie a voi per essere venuti” rispose la signora Krane “Buffy non vedeva l'ora di conoscere i suoi nuovi genitori adottivi”

    Il viso di Melissa gelò in disgusto “Mi scusi, Buffy? Pensavo che il nome della ragazza fosse Elisabeth. C'era scritto Elisabeth Summers nei moduli che abbiamo compilato”

    “Oh, mi perdoni. Buffy è il soprannome di Elisabeth. La chiamiamo tutti così da quando è arrivata due anni fa” spiegò.

    Melissa annuì, ancora non contenta “Oh. Che... nome interessante. Penso che prediligerò Elisabeth”

    Si voltò finalmente verso la ragazza di cui stavano parlando e che l'aveva guardata per tutto il tempo. Melissa sorrise di nuovo per la sua scelta, la ragazza era assolutamente meravigliosa. Elisabeth sarebbe stata una perfetta sostituta della figlia che Melissa non avrebbe mai avuto, grazie ad un vecchio fidanzato e ad un brutto caso di clamidia. Ma quella era un altra storia, meglio dimenticare. Anche vivendo in questo... scempio di orfanatrofio, i suoi capelli dorati ancora luccicavano, la sua pelle splendeva di un abbronzatura dorata e aveva una figura perfetta. Melissa quasi squittì al pensiero di vestirla come una Barbie, come i suoi genitori non avevano mai fatto.

    “E' meraviglioso incontrarti finalmente, Elisabeth” sorrise, contenta quando vedendo sorridere la ragazza notò i suoi perfetti denti bianchi.

    “Lieta di conoscerla, signora Abrams. Grazie per aver scelto di adottarmi” mormorò Buffy. Trovava difficile parlare agli sconosciuti, la sua infanzia come orfana le aveva mostrato cosa significava il detto 'i bambini devono essere visti e non sentiti'. A diciassette anni, Buffy non aveva veri amici e la sua timidezza era un enorme ostacolo nel farseli.

    “Oh, signora mi fa sentire vecchia. Chiamami Melissa” disse, agitando una mano come per scacciare la brutta parola “Mio marito Parker e io abbiamo deciso che era il momento di adottare un altro bambino, ne abbiamo già tre come sai, e quando sono venuta a osservare i ragazzi sapevo che eri tu quella per noi, Elisabeth. Ti troverai perfettamente a casa nostra, ne sono certa” disse entusiasta.

    Buffy cercò di sorridere, voleva decisamente uscire da quel posto, ma era tutto così grande da farla iniziare leggermente a tremare. E poi non le piaceva come il marito di Melissa la guardava, non era il modo in cui un padre adottivo doveva guardare sua figlia adottiva.

    Lo sguardo annoiato se n'era andato definitivamente dallo sguardo di Parker quando erano entrati nell'ufficio. Non era mai venuto prima con Melissa nell'orfanatrofio e aveva mostrato molto poco interesse nelle sue discussioni sulla ragazza che aveva scelto, considerando il fatto che non gli piacevano già i primi tre bambini, o almeno due su tre. Le cose andavano bene con Angel e William, o Spike come gli piaceva essere chiamato, lui li ignorava e loro ignoravano lui. Kathy era una cosa diversa. Parker aveva iniziato ad andare a letto con lei dopo due settimane dal suo arrivo, enon aveva ancora smesso. Era irritante, ma una buona scopata.

    Ma iniziava a capire che la sua relazione con Kathy doveva finire. O almeno, essere messa da parte per un po'. Questa nuova ragazza toglieva il fiato. Ovviamente timida ed estremamente nervosa, ma questo la rendeva solo più attraente. Sua moglie sapeva di essere attraente, cercava di rimanere perfetta con manicure, tagli di capelli, lampade e milioni di altre piccole cose, che in modo insolito la rendevano invece meno attraente. Ma era chiaro che Elisabeth, o Buffy come iniziava a pensare che l'avrebbe chiamata, non aveva idea dell'effetto che poteva fare agli uomini. E per questo era grato. Perché su di lui faceva molto effetto.

    La signora Krane si alzò “Beh, è tutto sistemato con i moduli, grazie a lei, Melissa, e Buffy ha già pronte le sue cose. Non ce ne sono molte comunque, quindi possiamo salutarci ora” disse, andando verso la porta.

    Buffy prese la sua piccola borsa e seguì obbediente i tre adulti fuori dalla stanza, lungo il corridoio e al sole. Strizzò gli occhi per la luce, e sussultò di sorpresa quando Melissa le prese la mano.

    “Non strizzare gli occhi!” esclamò “O presto avrai delle rughe lì attorno. Bene, appena andiamo a fare shopping ci saranno un paio di occhiali da sole nella lista” disse, quasi a se stessa. Buffy non potè non notare il largo paio che Melissa portava sul naso, che dovevano essere di Versace date le lettere argento sul lato.

    Guardando dove Parker stava aprendo una nuova e scintillante macchina sportiva, Buffy si rese conto che era stata adottata dalla tipica famiglia da sogno per un orfano, una ricca. Ma Buffy non si sentiva una tipica ragazza e sperava solo che ci sarebbe stato un po' di amore e affetto inclusi nel pacchetto. Notando gli occhi di Parker voltarsi improvvisamente verso di lei e squadrarla affamati, decise che forse poteva farne a meno almeno da quella parte della famiglia. Forse era solo paranoica ma non poteva fare a meno di tenere della distanza di sicurezza.

    Abbracciò timidamente la signora Krane come si aspettava prima di sistemarsi sul sedile dietro dove Parker indicava, guardando il vecchio edificio pieno di tristezza mentre gli Abrams la portavano nella sua nuova vita. Le cose potevano solo migliorare da ora.




    Capitolo 2

    Gli occhi di Buffy si spalancarono quando Parker parcheggiò in un garage sotterraneo dietro la loro enorme casa. Buffy aveva notato i tre piani e le larghe finestre, molte delle quali avevano dei bei balconi. Era assolutamente fantastica, e non poteva aspettare di vedere com'era dentro. Dopo aver vissuto in una stanza piccola e scialba che poteva a malapena contenere il suo letto per due anni, era come un sogno divenuto realtà. Letteralmente.

    Seguì modestamente Parker e Melissa attraverso la porta che connetteva il garage alla casa, attraversando la lavanderia, la cucina e alcune altre stanze prima di fermarsi fuori da una serie di doppie porte chiuse, e Parker mise la sua borsa a terra.

    “I nostri altri tre figli stanno aspettando di incontrarti” disse Melissa brillante “Sono così eccitati di avere un nuovo componente nella famiglia! Puoi entrare e incontrarli, poi ti daremo un po' di tempo per sistemarti nella tua stanza e sentirti a tuo agio prima di cena. Ceniamo alle sei in punto” spiegò.

    Buffy annuì, sentendo il cuore pomparle nel petto, e il respiro farsi corto. Odiava essere al centro dell'attenzione, e sapeva che tutti gli occhi sarebbero stati puntati su di lei entrando nella stanza. Le sudavano le mani ma non voleva asciugarle sui vestiti, la camicia bianca e la gonna beige che aveva scelto per oggi si sarebbero sporcate. Il sangue le pompava nelle tempie assordandola mentre guardava le porte apprensiva, aspettando che Melissa le aprisse. Quando alla fine lo fece, Buffy si ritrovò incapace di muovere un muscolo. Sentì una mano in basso sulla schiena, mentre Parker si avvicinava al suo orecchio.

    “E' tutto okay” sussurrò dolcemente “Sono persone cortesi. Non hai niente di cui aver paura” la spinse leggermente in avanti, dandole la spinta per entrare nella stanza dietro Melissa. Si fermò brutalmente dietro la sua nuova madre adottiva, combattendo per non tenere gli occhi fissi a terra. Ma dopo aver guardato rapidamente le tre persone sedute una accanto all'altra sul divano beige, puntò gli occhi a terra.

    “Elisabeth, lei è Kathy” disse Melissa indicanto la ragazza dai capelli rossi. Buffy alzò la testa e tentò di sorridere.

    Kathy annuì vigorosamente, la sua voce uscì in uno stridulo irritante “Già, mamma! Oh, Elisabeth, ti piacerà stare qui! Saremo come sorelle. Ci presteremo i vestiti! Ho sempre voluto una sorella”

    Tutti si voltarono verso Buffy in attesa. E lei gelò allarmata. Cos'avrebbe dovuto dire? 'Calma, mi stai spaventando'? 'Dammi un minuto per sistemarmi'? O forse qualcosa di più semplice e confortante come 'grandioso'?

    Una voce bassa ruppe il silenzio prima che lei si sciogliesse, e i suoi occhi terrorizzati si alzarono per guardare il ragazzo che stava parlando.

    “Non preoccuparti di lei, passerotto. Kathy ha più energia di tutta Sunnydale messa insieme. Ti ci abituerai, come noi. Io mi chiamo Spike, e lui è Angel” disse, indicando il ragazzo più largo accanto a lui.

    Anche se il suo sguardo rimase su Spike per diversi secondi, era stato sufficiente a far battere il suo cuore più forte di quanto già facesse. Era... paradisiaco, e maligno allo stesso tempo. Il suo viso era impresso a fuoco nella sua mente. Lo sguardo blu intenso, le labbra piene, gli zigomi pronunciati. Ma tutto quanto era corredato dai suoi capelli, color biondo platino e tirati indietro, per mostrare il suo viso. Buffy era riuscita a guardare per un attimo anche i suoi vestiti, e immagino che venisse da lì la parte maligna. Era completamente vestito in nero, dai suoi stivali ai jeans e la maglietta, con solo una camicia rosso sangue a coprirla. Fortunatamente, la voce di Melissa le interruppe i pensieri prima che potesse entrare assolutamente in trance.

    “Si... Spike” disse, disapprovando il nome e poi guardando Buffy “Il suo vero nome è William, quindi usalo se puoi. Era scolasticamente magistrale, il primo di ogni classe fino a circa un anno fa”

    Spike roteò gli occhi come se avesse sentito questa storia milioni di volte.

    “Si, si, e poi mi sono fatto una vita, e ora i compiti non sono la mia priorità” disse annoiato, giocando inconsciamente con un accendino.

    Meliisa scosse la testa prima di passare oltre, puntando all'ultimo ragazzo sul divano “Ora, questo bravo ragazzo è Angel. È al secondo anno di università come William, ma ha una borsa di studio sportiva. Gioca a hockey, football e pallanuoto” esclamò orgogliosa.

    Buffy guardò Angel che si era alzato e aveva fatto un passo verso di lei, tendendo il braccio con un grande sorriso. Lei tentò di mettere la sua piccola mano nella sua più larga, sorridendogli esitante quando la stinse gentilmente.

    “E' un piacere conoscerti, Elisabeth” disse dolcemente. Anche lui era molto bello, con capelli castano scuro e labbra piene come quelle di Spike. Notò anche che a lui sembrava davvero piacere averla lì, mentre Spike stava già guardandosi intorno disinteressato.

    “Anche per me” mormorò, arrossendo per l'insicuro tono della propria voce. Angel le stava ancora tenendo la mano quando Parker tossì e fece sentire la sua presenza avvicinandosi. Buffy e Angel si separarono immediatamente, guardandolo in anticipazione.

    “Buffy, porta la tua borsa in camera, hmm? Possiamo sistemarti prima di cena” disse casualmente.

    Melissa lo guardò “Parker, il suo nome è Elisabeth, non Buffy. Pensavo di averlo chiarito”

    Per la prima volta da molto tempo, Parker fissò sua moglie “Io preferisco Buffy”

    E lei roteò gli occhi “Cosa, come preferisci Spike?”

    Scrollò le spalle “Chiamo le persone come vogliono essere chiamate. William vuole essere chiamato Spike. Non fa male a nessuno. Senti,” sospirò, voltandosi verso Buffy “Preferisci essere chiamata Elisabeth o Buffy?” chiese.

    Buffy sapeva di preferire il suo soprannome, ma come poteva dirlo senza offendere uno dei suoi nuovi genitori? Melissa la stava guardando, attendendo la sua risposta, e Parker le sorrideva incoraggiante. Kathy, Spike e Angel la stavano guardando tutti. Era troppa pressione. Le lacrime iniziarono a formarlesi negli occhi e si stava mordendo il labbro violentemente. Non riusciva davvero a pensare a cosa dire. Avrebbero tutti pensato che fosse pazza e l'avrebbero rimandata all'orfanatrofio.

    “Perchè non la chiami Buffy, Parker, e tu invece la chiami Elisabeth, Melissa?” la voce di Spike ruppe il silenzio “E' ovvio che non le importa nessuno dei due modi e potete essere felici entrambi” finì con un ghigno.

    Buffy prese il coraggio di sorridergli grata, con gli occhi ancora lucidi, quando entrambi gli adulti annuirono il loro consenso, prima di aggrottare la fronte confusa quando lui semplicemente distolse lo sguardo da lei.

    “Va bene” commentò Parker prima di indicare a Buffy di uscire dalla stanza “Su, andiamo a sistemarti”

    Buffy seguì Parker fuori dalla stanza e indietro per un paio di quelle che avevano già passato sulla via, fino a raggiungere una scala che portava a un secondo piano, dove c'era la sua camera. Entrando, Buffy sorrise immediatamente quando vide la bellissima stanza che le era stata data. Era decorata in calmi colori pastello con un largo letto color crema contro un muro. Sembrava molto morbido e invitante. C'erano alcune larghe porte-finestre che portavano a un piccolo balcone e alcuni mobili di mogano in giro. Buffy sapeva anche salendo sul tappeto con le scarpe che sarebbe stato fantastico camminarvi scalza e affondarvi le dita. Notò che improvvisamente Parker aveva lasciato la sua borsa accanto al letto e vi sedeva sul bordo, battendo lo spazio accanto a lui.

    “Vieni, siediti qui per un secondo” le disse dolcemente.

    Buffy esitò un momento prima di andare riluttantemente verso di lui, tendendosi quando lui scivolò più vicino in modo che le loro gambe si toccassero, e il braccio di lui si sporse sopra le sue spalle.

    Parker sapeva esattamente come doveva giocare. Era determinato a sedurre questa bellissima piccola creatura ma sapeva che sarebbe stata difficile da persuadere. La sua natura timida dava a intendere che non si sarebbe mai avvicinata a lui o iniziato qualcosa, e sarebbe ovviamente stata alarmata da mosse improvvise. Doveva semplicemente darle tempo, vincere la sua fiducia, farla aprire a lui e poi sarebbe stato facile.

    “Ho visto com'eri nervosa lì sotto, Buffy, e voglio solo che tu sabbia che sei al sicuro qui, okay?” disse, sfregandole il braccio con la mano.

    Buffy era ancora tesa semplicemente per la sua vicinanza, ma era grata di come stesse cercando di farla rilassare.

    “Grazie” mormorò guardando il pavimento “Immagino... immagino che sia difficile per me a volte... incontrare persone nuove. Ma qui tutti sembrano adorabili”

    Lui rise, abbracciandola più stretta “Lo siamo, Buffy. Ti ameranno tutti. Sappi che puoi sempre venire da me quando hai dei problemi e farò del mio meglio per aiutarti. Sei parte della squadra ora, e non ti manderemo indietro quindi non temere” disse fermamente.

    Buffy cercò di sorridere. Parte della sua timidezza veniva dal fatto che agli Abrams non sarebbe piaciuta e l'avrebbero rimandata all'orfanatrofio.

    “Grazie” ripetè.

    Si chinò verso di lei e le baciò la fronte, così rapidamente che quasi non era certa che l'avesse fatto, e si alzò, andando verso la porta.

    “Brava ragazza. La cena c'è tra circa mezz'ora, devi solo scendere dov'eravamo prima e andare alla porta accanto dov'è la sala da pranzo” spiegò, sorridendole mentre chiudeva lentamente la porta.

    Buffy rilasciò il respiro che non sapeva di stare trattenendo. Le sembrò di non essere riuscita a respirare propriamente da quando aveva conosciuto i suoi nuovi genitori nell'ufficio della signora Krane, ma ora era finalmente sola. Sola e in unan uova bellissima stanza tutta sua.

    Si chiese dei suoi nuovi, beh, fratelli e sorelle. O forse compagni di stanza, perché non sembravano come fratelli e sorelle. Kathy sembrava facilmente eccitabile, una a cui poteva stare vicina solo per previ periodi di tempo. Ovviamente, le avrebbe dato prima una possibilità e chi lo sa, forse sarebbero diventate amiche.

    Buffy si trovò incapace di applicare lo stesso ragionamento a Spike. Davvero non poteva vederlo come un fratello maggiore, era troppo... attraente? Era sbagliato provare lussuria verso il figlio adottivo dei suoi genitori adottivi, che era in un certo senso il suo fratello adottivo? Non avrebbe importato se nessuno l'avesse scoperto. Buffy aveva avuto una cotta per un ragazzo più grande che era stato all'orfanatrofio con lei per otto mesi quando aveva sedici anni, e non era riuscita a parlare normalmente intorno a lui, arrossiva come una pazza. Fortunatamente lui l'aveva trovato dolce, ed erano diventati amici. Non vedeva come Spike potesse trovarlo dolce, probabilmente avrebbe pensato che fosse pazza. Sembrava una di quelle persone facilmente irritabili, e questo la spaventava.

    Buffy si fermò prima che i suoi pensieri andassero fuori controllo. Li aveva incontrati solo per pochi minuti, non abbastanza tempo per porre giudizi. Stessa cosa per Melissa e Parker. Doveva davvero prendersi più tempo prima di saltare a conclusioni sulla sua nuova famiglia.

    Si alzò e prese la sua borsa, mettendola sul letto. Buffy decise di disfarla, lavarsi e andare a cena. Non si era mai seduta a cena con una vera e propria famiglia, e anche se era nervosa di non sapere come comportarsi propriamente, era anche eccitata. In quel momento si sentiva la ragazza più fortunata del mondo.




    Capitolo 3

    I giorni passarono mentre Buffy cercava di sistemarsi nella sua nuova vita, lavorando duramente. Era così abituata a fare la muffa nel suo recinto per mischiarsi con la gente, e non era difficile.

    Melissa era la più ingannatrice, semplicemente perché pareva che le importasse sul serio quello che Buffy faceva e diceva. Era una perfezionista in molti modi, e ovviamente desiderava che tutti gli altri lo fossero così Buffy faceva del suo meglio per compiacerla. Il secondo giorno l'aveva portata a fare spese, ma non era come le gite di spesa che Buffy aveva fatto in vita sua. Erano passate da un negozio all'altro, Melissa prendeva delle cose dagli scaffali e li metteva in mano a Buffy perché le provasse. Avevano comprato vestiti, scarpe, borse, intimo e ogni altra piccola cosa che interessava a Melissa.

    Mentre Buffy si sentiva incredibilmente in colpa per tutti i soldi spesi per lei, Melissa era nel momento più bello della sua vita. Era esattamente come aveva immaginato, giocava letteralmente a vestire la sua bambola a misura d'uomo. Kathy, per quanto entusiasta fosse per la vita, era molto indipendente ed era difficile per Melissa imporle le cose. Ma non la dolce, innocente Buffy. Buffy era la ragazza perfetta da usare visto che non mormorava una parola di protesta a nessuna delle sue azioni, le lasciava scegliere tutto quello che voleva. Melissa non era sicura se Buffy aveva gli stessi gusti di moda di lei o se semplicemente era troppo timida per parlare. Ad ogni modo, non le importava.

    Dopo essere arrivate a casa quel pomeriggio, dopo la manicure e la maschera facciale, Melissa portò Buffy e tutte le sue porse nella sua stanza e iniziò a sistemarle con lei. Le scelse un piccolo vestiti nero e degli stivali neri per la cena, dichiarando che tutti si sarebbero vestiti bene. Buffy li mise, sentendosi assolutamente ridicola ed eccessivamente elegante. Sembrava che dovesse andare al più fine ristorante di Sunnydale.

    Comunque, sedette pazientemente mentre Melissa le metteva del trucco e le sistemava i capelli, parlando di quale stile le stava meglio e quale no. Non poteva evitare di essere in disaccordo ma Melissa non lo notò nemmeno. Buffy sapeva che il suo futuro era collegato a queste persone, che le avevano promesso di mandarla a scuola e all'università, quindi sapeva che per assicurarsi quelle cose doveva compiacerli. E non essendosi mai sentita appartenere sul serio a nessuna delle famiglie con cui aveva vissuto, compiacere le persone era una seconda natura per lei.

    “Sei bellissima, Elisabeth” disse Melissa, aggiungendo una rosa di seta allo chignon nei suoi capelli come tocco finale. “Vado a cambiarmi, poi scendi a cena alle sei okay?” si alzò e andò alla porta.

    Buffy annuì, guardandola andare “Si, Melissa.

    Si alzò e andò a guardarsi allo specchio a grandezza naturale, sussultando e poi arrossendo profondamente terrorizzata. Non era perché sembrava brutta. In effetti, Buffy non si era mai sentita così bella in vita sua. Ma guardandosi comprese che sembrava una donna che voleva che le persone notassero, ammirassero. Non sarebbe mai riuscita a presentarsi in pubblico vestita così, era come cercare guai. Il piccolo vestito nero le evidenziava le curve e arrivava giusto sopra le ginocchia, mostrando le sue lunghe gambe abbronzate. Lo scollo era a V, rivelando l'inizio del suo seno rialzato dal suo reggiseno push-up. Era anche senza maniche, facendola sentire quasi nuda. Non aveva mai indossato cose come queste di fronte ad altre persone. Ma Melissa lo aveva scelto, e quindi non aveva possibilità di decidere.

    Entrando nella sala da pranzo dove tutti si sedettero venti minuti più tardi, Buffy desiderò sul serio che non fosse stato così. Per dichiarazione di Melissa si sarebbero tutti vestiti bene. Angel era in maglietta, Spike nel suo abbigliamento solito e Kathy in un maglioncino di cotone. Gli sguardi di tutti erano su di lei... a parte quello di Spike per qualche motivo. Sia Angel che Parker avevano lo stesso sguardo di apprezzamento negli occhi, anche se la fame che vedeva negli occhi di Parker la faceva rabbrividire. Melissa stava sorridendo orgogliosa per il proprio lavoro e per qualche ragione Kathy sembrava arrabbiata con lei.

    Dopo tutte le sue preoccupazioni su come non farsi notare, Buffy si chiese perché la preoccupava così tanto che Spike non la guardasse. Non la trovava attraente? Era troppo 'bionda' per i suoi gusti gotici? Avrebbe dovuto tingersi i capelli di nero e coprirsi di cipria bianca prima che la guardasse? Ovviamente, non voleva sul serio la sua attenzione... era solo che, beh, voleva conoscerlo come amico. Scoprire cosa gli piaceva. Ma se aveva problemi semplicemente a parlare con gli estranei anche quando sembravano amichevoli, cercare di parlare a qualcuno che la ignorava attivamente era fuori questione. Sospirò leggermente e si mise a tavola, aspettando il via da Melissa per iniziare a mangiare.


    ***

    Spike guardò il suo piatto, determinato a ignorare disperatamente il dolce profumo di vaniglia che sembrava seguire Buffy ovunque andasse. L'aveva guardata per un secondo quando l'aveva sentita entrare nella stanza e quasi si strozzava con l'acqua che aveva in bocca. Era fantastica, da togliere il respiro, incantevole... e di più. Non c'erano davvero parole per descrivere quanto fosse bella. Ma era confuso, gli occhi di lei erano incollati a terra e arrossiva fuorisamente. Come poteva una donna così bella essere davvero timida? Stava giocando? Perché la timidezza non faceva che aumentare la sua bellezza, uno sguardo da lei e avresti voluto prenderti cura di lei per sempre, fare qualunque cosa chiedeva solo per un sorriso.

    Quando Buffy aveva finalmente preso abbastanza coraggio per alzare la testa lui aveva subito distolto lo sguardo da lei, cercando di nascondere l'intensa eccitazione che gli provocava. Se essere rifiutato da una ragazza dell'università era difficile, cioè Cecily la vacca come ormai la chiamava, essere rifiutato da una ragazza con cui viveva sarebbe stato orribile. Orribile e vergognoso. Non poteva mostrare il suo interesse in una donna come Buffy, non lo avrebbe mai trovato abbastanza per lei. Probabilmente cercava qualcuno di più atletico come Capitan Gel accanto a lui.

    Guardando Angel, vide lo sguardo di ammirazione nei suoi occhi e ruggì la pensiero che potesse volere la sua dea dorata che meritava qualcuno di meglio di quel giocatore. Frequentando lo stesso anno di Angel sapeva bene come non riusciva a tenerselo nei pantaloni, preferendo metterlo in quelli di chiunque altra. Spike sapeva che Buffy non meritava di essere trattata come un altra scopata, e decise proprio lì che avrebbe fatto di tutto per tenerle lontano le persone che potevano farle del male.

    Se avesse visto come Parker guardava Buffy, avrebbe avuto molto meno da preoccuparsi di Angel.




    Capitolo 4

    “Ciao? C'è qualcuno a casa?” chiese Buffy più forte che poteva dalla porta principale della casa, anche se il massimo della sua voce non era molto forte. Il pensiero di gridare in casa di qualcun altro era troppo.

    Nessuno le rispose, il che era strano visto che era appena tornata da scuola e di solito c'era almeno qualcuno.

    Tre settimane prima Buffy aveva iniziato il suo ultimo anno alla Sunnydale High, a venti minuti di macchina da casa. Parker le aveva offerto di darle un passaggio ogni mattina visto che non doveva andare a lavoro a quell'orario, e Buffy lo aveva trovato d'aiuto. Stavano andando bene le cose con Parker, la faceva sentire a suo agio in ogni situazione. Era completamente diverso come si sentiva con Melissa, che doveva sempre mostrarsi e comportarsi come una sorta di cagnolino che seguiva i suoi comandi.

    Ma ogni volta che Buffy pensava una cosa del genere di Melissa, guardava qualunque bella stanza della casa in cui era e ricordava chi gliele aveva portate. Oltre a farla sentire in colpa, le ricordava quanto era fortunata.

    E non solo Parker era adorabile con lei, ma andava d'accordo anche con Angel e Kathy. Era triste che solo Spike sembrava ignorarla il più possibile.

    Entrando nel salotto principale, Buffy cercò di nuovo “Salve?”

    “Buffy? Sei tu?” le rispose Parker dall'altra porta, entrando e sorridendole cordiale.

    Buffy sorrise, lieta di non essere da sola a casa. “Ciao Parker” disse piano, ancora a disagio nell'usare i nomi dei suoi nuovi genitori.

    “Buon pomeriggio tesoro” disse adorante “Com'è andata la scuola oggi?”

    Buffy cercò di sorridere felice. Le piaceva lavorare, e si era trovata bene con gli insegnanti, era con gli altri studenti che trovava difficile avere un rapporto. Non aiutava che Melissa scegliesse dei vestiti così costosi da farle indossare, molti dei quali non adatti alla scuola. Quindi mentre aveva dell'attenzione non desiderata dai ragazzi, molte delle ragazze la ignoravano per gelosia. Ma non avrebbe mai contestato le persone che la mandavano a scuola, sapeva quanto fosse importante l'istruzione.

    “E' andata bene, grazie. Abbiamo un nuovo compito di storia oggi” continuò.

    Parker annuì e si avvicinò al divano, battendo lo spazio accanto a se come faceva sempre. Buffy si avvicinò senza esitare, abituata alla piccola conversazione che avevano sempre. Era grata che a lui sembrasse piacere il tempo che passava con lei, l'aiutava davvero a trovare il suo posto nella famiglia. Si sentiva come se vi appartenesse sul serio.

    Seduti l'uno di fianco all'altro, Parker si sporse e prese una delle sue piccole mani nella propria, guardandola preoccupato.

    “E come vanno le cose con quell'idiota di Finn?” quasi ruggì.

    Buffy deglutì. Aveva fatto l'errore di dire a Parker di un ragazzo di nome Riley che le chiedeva di continuo di uscire e la seguiva, anche dopo aver avuto il coraggio di dirgli di no. Non voleva dirglielo, ma era così aperto con lei e la incoraggiava a dirgli tutto quindi era uscito fuori da solo dopo un giorno in cui Riley era stato particolarmente stressante.

    Abbassò gli occhi nervosamente “Um, oggi non è successo niente. Penso che mi lascerà stare ormai” mormorò. Per qualche motivo non si trovava bene a parlarne con lui.

    Parker le strofinò dolcemente la schiena “Buffy, Buffy? Guardami, piccola” la pregò.

    Buffy alzò i suoi timidi occhi miei suoi , un po' confusa per l'intenso tono della sua voce. Ma tutto ciò che trovò fu affetto e preoccupazione.

    “Stai facendo la cosa giusta a stare lontana da lui, okay? Vuole solo una cosa da te” spiegò.

    Buffy arrossì. Parker non pensava che lei fosse quel genere di ragazza, vero? Non sicura di cosa dire, annuì.

    “Buffy, hai mai fatto qualcosa con un ragazzo prima?” chiese con cautela.

    Il suo rossore crebbe, e Buffy chiese “Fatto qualcosa?”

    Parker sorrise “Sai, baciarsi o altro?”

    A Buffy piaceva sempre meno questa conversazione, ma sapeva di potersi fidare di lui. Era stato così dolce con lei da quando era arrivata.

    “No, io... mai” rispose in un sussurro.

    Continuando a sorridere per incoraggiarla, Parker disse “Oh tesoro, tranquilla. Sei davvero una brava ragazza, Buffy”

    Buffy sorrise, lieta che pensasse questo di lei.

    “Sei preoccupata di essere capace di farlo nel modo giusto quando bacerai un ragazzo per la prima volta?” le chiese.

    Buffy era un po' confusa su quello che voleva sapere. Certo, era ansiosa che se un ragazzo avesse cercato di baciarla non l'avrebbe fatto bene, ma perché a Parker importava? Forse tutti i papà si preoccupavano di questo per le figlie. La sua compassione la faceva sentire amata.

    Decise di essere onesta “Un po, immagino” mormorò

    Parker rise leggermente “E' perfettamente normale, Buffy. Senti, ti fidi di me?” le chiese dolcemente.

    Lo guardò immediatamente e disse “Si, certo che mi fido” con voce ferma. Voleva che sapesse quanto apprezzava il suo aiuto.

    Lui le sorrise “Okay allora. Stai seduta qui piccola, e ti mostrerò qualcosa di speciale, okay? Non devi più preoccuparti” le sussurrò.

    Si allarmò quando Parker inclinò la testa e premette gentilmente le labbra su quelle di lei, continuando a tenerle la mano. Prese il suo labbro inferiore tra le proprie labbra e lo succhiò, gemendo leggermente. Buffy gelò. La stava baciando? Aveva detto qualcosa che gli aveva fatto pensare che lo volesse?

    Stava ancora giocando teneramente con le sue labbra, scivolando con la lingua su di esse e mordendole leggermente. Doveva ancora muoversi ma lui non sembrava essersene accorto. Premette dei baci da ogni parte delle sue labbra e poi si spostò di un paio di centimetri.

    Guardandola negli occhi, le accarezzò amabilmente una guancia con la mano “Sei una bellissima ragazza, Buffy. Così dolce. Baci molto bene” le mormorò.

    Buffy non poteva rispondere. Come poteva baciare bene se non stava neanche ricambiando il bacio? E perché stava facendo questo? Le emozioni la sovrastarono. Sapeva di essere a disagio con quello che stava succedendo, ma non le era mai capitata una cosa del genere. Non era violento o rude, prendendola contro la sua volontà. Lei sapeva che se fosse successo aveva ogni diritto di urlare e combattere e togliersi dalla situazione. Ma cosa poteva fare ora? La stava tenendo gentilmente, baciandola dolcemente.

    “Questa volta voglio che apri la bocca, okay?” continuò, strofinandole la guancia “Ti massaggerò la lingua con la mia. Sarà fantastico, tesoro. Sei un'adorabile piccola ragazza”

    Questa volta? Ci sarebbe stata un altra volta? Ovviamente non pensava che ci fosse nulla di sbagliato in quello che faceva, spiegava tranquillamente quello che voleva succedesse! Non c'erano trucchi, niente alcool, niente droghe, niente tattiche per ingannarla. Buffy era più confusa che mai.

    Per quanto le piacesse sentire che lui credeva fosse un adorabile, perché a essere onesta non aveva mai ricevuto molti complimenti, Buffy decise di parlare, fargli sapere che non era a suo agio.

    “Parker?” sussurrò, incapace di guardarlo “Non sono sicura... non penso... um, non è sbagliato?” chiese imbarazzata.

    Sorrise come se fosse una domanda perfettamente normale “No tesoro, non pensarlo mai. Sei bellissima e io ti sto solo insegnando come baciare nel modo giusto, okay? Così quando finalmente bacerai un ragazzo saprai esattamente cosa fare e lui penserà che sei fantastica” le spiegò rassicurante.

    “Um, okay... um, bene, immagino” rispose nervosa

    Lui inclinò la testa “Okay, ricordi quello che ho detto? Apri la tua bellissima bocca, tesoro”

    Buffy aprì leggermente la bocca, ora guardandolo per vedere cos'avrebbe fatto. Lui sorrise alla sua obbedienza e si sporse, infilando gentilmente la lingua nella sua bocca e sfregando quella di lei. Era una delle sensazioni più strane che Buffy avesse mai sentito, aveva sognato del suo primo bacio, pensato che il suo cuore avrebbe iniziato a battere forte . A essere onesta, recentemente i suoi sogni coinvolgevano un certo biondo platinato che conosceva. Ma questo era... sterile. Quasi come un esperimento scientifico. Aveva tenuto gli occhi aperti mentre quelli di Parker erano chiusi, ascoltato i suoi gemiti e sentito la lingua di lui esplorarle la bocca. Era carino, ma non esattamente eccitante per lei.

    Ma poi improvvisamente la sua mano lasciò la sua guancia e si appoggiò lievemente sul suo seno sinistro. Buffy si tirò indietro per lo shock, terrorizzata quando lui la seguì trovandosi premuta contro il divano con il peso di lui su di se, le sue mani ora le stringevano il seno con fermezza. I suoi gemiti erano più forti e il suo bacio più frenetico.

    “Parker! Parker per favore fermati” riuscì a gridare attorno alla sua bocca, usando tutta la forza che aveva per spingerlo. Non riuscì a spostarlo ma fu sufficiente perché lui registrasse il panico sul suo viso e le lacrime che le si stavano formando negli occhi.

    “Cosa? Cosa c'è Buffy?” le chiese, ancora premendo il proprio corpo contro quello di lei.

    “Non mi piace quello che stai facendo” si lamentò pietosamente.

    Parker abbassò gli occhi dove la propria mano copriva il suo seno e si spostò. Cazzo. Non voleva andare così lontano così in fretta, sapeva che non sarebbe stata pronta. Le afferrò la mano prendendola nella propria e tornando a sedersi, calciandosi mentalmente quando vide che stava tremando.

    “Buffy, scusami” la pregò “Solo che mi hai agitato”

    Buffy lo guardò terrorizzata “Non volevo, lo giuro” pianse.

    Lui la guardò “Buffy, guarda cosa indossi. Non puoi aspettarti che io non risponda, no?”

    Guardò il suo piccolo top e la minigonna che indossava, una delle preferite di Melissa. Sapeva che non era una bella idea indossare dei vestiti come quelli, ma non poteva rifiutarsi. “Mi dispaice” sussurrò, guardando tristemente a terra “Non volevo davvero”

    Lui si sporse e le baciò la fronte “E' okay, dolcezza. Non preoccuparti di nulla. Posso superarlo. Ma dovresti andare di sopra e iniziare i tuoi compiti, okay?”

    Lei annuì e saltò dal divano, volando in camera sua. Parker si riappoggiò al divano, sfregando casualmente la sua erezione. Doveva andare un po' più piano la prossima volta.


    ***

    Buffy corse su per le scale e lungo il corridoio per camera sua, le lacrime ora scendevano copiose dai suoi occhi. Lo sapeva. Parker pensava che fosse una cattiva ragazza ora, pensava che volesse che lui le facesse quello. E come poteva biasimarlo quando indossava vestiti del genere?

    Le lacime nei suoi occhi le stavano appannando la vista così non vide contro cosa andò a sbattere, atterrando entrambi.

    Alzò gli occhi, asciugandoseli e vide Spike seduto a terra, strofinandosi la schiena. La guardò irritato ma smise subito quando la vide piangere.

    “Mi dispiace, piccola, ti ho fatto male?” chiese preoccupato.

    Buffy scosse la testa, ancora troppo confusa e ferita per quello che era successo per poter parlare. Entrambi si alzarono, Buffy su gambe tremanti, e si ripulirono. Non riusciva a smettere di singhiozzare.

    Spike fece un passo avanti, afferrandole un braccio “Piccola, cosa non va? Buffy, dimmi perché stai piangendo?” le chiese. Era folle di preoccupazione, non poteva essere solo la caduta a farla piangere in quel modo. I suoi occhi erano rossi e le lacrime le scendevano sul mento, doveva esserci stata una ragione per cui aveva corso nel corridoio in quel modo.

    Ma Buffy ancora non riusciva a parlare. Cosa poteva dirgli? Sono una cattiva ragazza che ha avuto quello che si meritava? Forse era per quello che Spike non le aveva mai parlato, perché pensava che fosse disgustosa. Non riusciva a fermare il suo corpo dallo scuotersi da dove lui la stava tenendo.

    “Buffy, è successo qualcosa che ti ha spaventata? Ti prego dimmelo” la implorò

    Lei scosse la testa, ma Spike non le credeva. Prendendole la cartella di scuola, le mise una mano sulla schiena e la condusse verso la sua camera. Quando raggiunsero la porta si fermò.

    “Posso entrare, Buffy?” chiese gentilmente.

    Lei lo guardò. Sembrava ansioso, ma solo questo. Non vedeva che fosse disgustato. Ma pensava la stessa cosa che pensava Parker? Che lei chiedeva attenzione con i vestiti che indossava? No, non credeva.

    “Si” sussurrò.

    Lui entrò e le mise la borsa sulla scrivania, voltandosi per guardarla preoccupato. Era ovviamente nervosa per averlo lì dentro, aveva le braccia strette attorno al proprio corpo e guardava ovunque tranne lui. Andò verso di lei e le si fermò di fronte. Quando alla fine lei alzò gli occhi lui alzò un braccio lentamente, perché lei potesse capire cosa stava facendo, e le asciugò le lacrime col pollice.

    Continuando a parlare con voce calma e pacata, le disse “Puoi dirmelo se ti è successo qualcosa Buffy. Voglio solo aiutarti”

    Buffy trovava difficile respirare per quella vicinanza a Spike. Aveva un così buon odore, come pelle e tabacco, e i suo occhi erano così rassicuranti. Riuscì a sorridere. “Sto bene, davvero. Mi dispiace di... comportarmi così” disse “Ho molti compiti da fare comunque”

    Spike annuì, cogliendo il segnale e facendo un passo indietro “okay. Ma la mia stanza è lungo il corridoio se vuoi parlare” disse, voltandosi per uscire e chiudendo la porta dietro di se.

    Buffy si sdraiò sul letto, troppo scossa per iniziare i compiti. Ora che aveva capito cosa pensavano gli uomini del suo modo di vestire, come poteva continuare a metterli per scuola? Come poteva non aver capito prima cosa pensavano di lei? Era fortunata di avere qualcuno come Parker che la proteggeva e le diceva la verità.

    ***

    Spike camminò avanti e indietro per la sua stanza, agitato. Si sentiva inutile, impotente. C'era qualcosa che non andava in Buffy, lo sapeva. Ma sapeva anche quanto era cronicamente timida, e forzarla non era la strada giusta.

    Ovviamente avrebbe passato più tempo con lei, per quanto lo torturasse. Aveva cercato di evitarla il più possibile da quando era arrivata, sapendo che la sua mente diventava budino ogni volta che era vicina. Ma se aveva bisogno di aiuto, allora non importava. Aveva fatto il voto di tenerla al sicuro e avrebbe fatto tutto quello che era in sui potere.




    Capitolo 5

    Buffy sedeva tranquillamente alla sua scrivania, lavorando a qualche problema di matematica. Adorava la pace e la tranquillità della sua stanza. Niente bambini urlanti a distrarla o musica da irritanti compagni di stanza. Le dava tutto il tempo di cui aveva bisogno per studiare ed eccellere a scuola.

    Aveva finalmente incontrato un paio di persone lì, Willow e Xander, che sembravano molto gentili. Willow sembrava essere timida come lei così andavano d'accordo, capivano entrambe quanto era difficile farsi amici. Xander era goffo, un ragazzo divertente che la faceva rilassare immediatamente. Non che non la guardasse come tutti gli altri, come se volesse spogliarla, ma sapeva che non avrebbe provato a fare nulla. Si perse nei suoi pensieri per qualche minuto, dimenticando i compiti.

    ***

    Spike era in piedi sulla soglia della camera di Buffy, guardandola silenziosamente. Stava per bussare e attirare la sua attenzione quando la vide seduta alla scrivania, a mordersi il labbro mentre guardava le pagine di fronte a lei. Come poteva essere così affascinante con quell'azione innocente? Voleva prenderle il labbro e succhiarlo. Gradualmente le apparì un leggero sorriso sulle labbra mentre il suo sguardo si faceva distante, ovviamente pensava a qualcos'altro. Decise finalmente di bussare e sorrise quando la vide saltare leggermente per la sorpresa.

    “Scusa se ti ho spaventata, amore” sorrise.

    Arrossì e sorrise timidamente “Tranquillo” disse “Stavo solo facendo qualche compito” Improvvisamente lo guardò confusa, e chiese “Come mai sei a casa? Pensavo che tutti fossero andati a guardare la partita di Angel?”

    Lui scrollò le spalle “Non mi piace guardare dei giganti che si lanciano una palla come scusa per strofinarsi addosso” spiegò, deliziato della sua risata.

    “Allora, piccola, stai studiando da un eternità. Vuoi scendere e prendere da bere con me in cucina? Magari chiacchieriamo?”

    “Chiacchieriamo di cosa?”

    “Qualunque cosa. Voglio solo conoscerti. Sono stato occupato con dei problemi personali da quando sei arrivata e non abbiamo ancora avuto questa possibilità” le spiegò.

    Buffy era incredibilmente sollevata. La spiegazione del perché non le aveva parlato, e non era perché non gli piaceva, la fece sorridergli, uno dei pochi che non erano finti, e annuì “Certo, suona bene”

    ***

    “Raccontami di te, amore” chiese Spike dal suo posto al tavolo della cucina, opposto a Buffy.

    “Di me?”

    Annuì “Sai, la tua storia. Quella che noi orfani adottati abbiamo”

    Buffy sorrise comprendendo “Oh, si. Um, beh sono stata portata via da mia madre quando avevo quattro anni dagli assistenti sociali perché lei era tossico-dipendente. Doveva finire un sacco di programmi per ripulirsi e riportarmi indietro... ma, um, è morta di overdose sei mesi dopo”.

    Spike mise la mano su quella di lei attraverso il tavolo “Mi dispiace, amore” disse.

    Lei scrollò le spalle “beh, io non me la ricordo quindi... ma uh, si. Um, quindi poi sono stata messa in un orfanatrofio aspettando di essere adottata, e la sono stata a sei anni da una famiglia che aveva già altri sette figli. Non so perché quei genitori continuavano a prendere bambini perché non sembrava che gli importasse sul serio di noi, ma siamo andati tutti avanti. Poi Janice, la mamma, ha preso il cancro quando avevo tredici anni e hanno rimandato indietro i tre più giovani di noi. Quindi ho vissuto per quattro anni là finchè Melissa e Parker sono arrivati. Alla fine ho pensato che sarei arrivata a diciotto anni senza essere adottata perché le persone di solito cercano ragazzi piccoli, e io ero la più grande”

    “E come ti sta andando qui?” chiese

    “Uh... è bello... immagino”

    “Immagini?”

    “Voglio dire, mi piace tanto. Sono tutti carini e... d'aiuto, immagino. La calma mi aiuta a studiare e vado bene a scuola”

    “Hmm, si sono d'accordo. C'è molta calma se ti piace”

    “Um, e di te? La tua storia, voglio dire”

    Lui scrollò le spalle “Non so dove sono i miei genitori. Sono stato dato in adozione quando sono nato, sono andato nella famiglia Giles. Ci siamo trasferiti a Londra per la maggior parte della mia vita finchè tre anni fa, quando ne avevo sedici, siamo tornati. Jenny e Rupert sono rimasti uccisi in un incidente d'auto qui e in due mesi gli Abrams mi hanno preso”

    La mano di Spike era ancora sopra la sua, strofinandola dolcemente, e Buffy sentiva come se ne nascessero delle scintille che le percorrevano la spina dorsale.

    “Amavi i Giles come se fossero i tuoi genitori?” chiese leggermente, sapendo che doveva essere stato terribile perderli.

    Lui annuì silenzioasmente.

    “Mi dispiace tanto, Spike. Nessuno merita di perdere delle persone che ama in quel modo”

    Spike sorrise grato “Grazie piccola. È stato molto difficile, lo ammetto. Quando gli Abrams mi hanno preso mi facevo ancora chiamare William, ero il primo della classe e tutto. Poi circa un anno fa mi sono tipo ribellato, sai. Mi sono tinto i capelli, vestito di nero, ascoltavo la musica a tutto volume, tutto li clichè. Penso che stiano ancora cercando di accettarlo” sorrise.

    “Se tu e Angel avete diciannove anni, non puoi trasferirti? Come mai vivete ancora qui tutti e due?” chiese.

    “Melissa e Parker vogliono che restiamo finchè non abbiamo finito l'università e ci siamo trovati dei lavori veri e propri. A hey, mi risparmia i soldi del cibo e affitto quindi non mi lamento” spiegò.

    Buffy lo guardò esitante da sotto le ciglia “Cosa... um, cosa pensi di Parker?” chiese leggermente.

    Spike aggrottò la fronte, non per la domanda in se, ma per il modo in cui la chiedeva. C'era qualcosa nella sua espressione di cui non poteva ancora essere certo... così scrollò e rispose. “Un piccolo pallone gonfiato, immagino. Ma non penso sia una cattiva persona. Fa tutto quello che Melissa gli dice di fare, ma io lo ignoro e lui fa lo stesso. Funziona così”

    Buffy annuì, assorta nei suoi pensieri, e finì il suo succo d'arancia. Alzò gli occhi e notò che anche lui aveva finito. “Beh, um, grazie per per la pausa dallo studio. Devo tornare a finire” disse, appoggiando il bicchiere nel lavandino.

    Lui annuì “Certo, passerotto. Bella chiacchierata. Dovremmo farlo più spesso”

    Buffy sorrise, annuì e uscì dalla porta.

    Guardandola andare, Spike sorrise tra se. Si, sarebbe decisamente successo più spesso. Se ne sarebbe assicurato lui.




    Capitolo 6

    Quattro settimane più tardi Buffy entrò felice dentro la cucina. Tutto sembrava andato a posto nella sua vita, andava bene. A scuola rendeva Melissa molto orgogliosa, aveva instaurato una relazione fraterna con Angel e kathy, e non c'era un giorno in cui non chiacchierava con Spike. Che lui venisse in camera sua o che lei andasse in quella di lui, parlavano di tutto e niente, eccetto che l'attrazione di Buffy per lui cresceva ogni giorno. Sperava che lui non notasse come lo guardava attraverso il tavolo da pranzo o come arrossiva quando le dava soprannomi affettuosi.

    A volte era sul punto di dirgli cosa Parker stava facendo. L'aveva baciata solo altre cinque volte dopo la prima, e anche se sapeva che cercava solo di essere gentile e aiutarla, la metteva ancora a disagio. Di certo Melissa non sarebbe stata contenta. Ma lui le aveva detto di tenere il segreto, che le persone l'avrebbero considerata male se avessero saputo come si comportava, specialmente per come si vestiva. Anche se Buffy aveva quasi risolto il problema vestiti, metteva segretamente un maglione nello zaino ogni mattina per coprirsi durante il giorno. Non le importava se non combinava perfettamente con il suo vestiario, essere meno esposta era più importante.

    Ma comunque non riusciva a dirlo a Spike. Non aveva idea di come avrebbe reagito ma non immaginava che sarebbe stato positivo, e ora che andavano così bene insieme non voleva fare niente che potesse mettersi tra loro. Così anche se non le piaceva dover baciare Parker, non era così disastroso da non poterlo tenere per se.

    Era un venerdì pomeriggio e lei si stava preparando per una serata dvd con Xander e Willow. Melissa e Parker uscivano a cena, Kathy dormiva da una sua amica e Angel e Spike andavano insieme a un concerto. Era contenta che loro tre avessero la casa tutta per loro, anche se sarebbero rimasti solo nella stanza della TV.

    Buffy controllò due volte il frigo. Si, c'erano le bibite, i cracker e le patatine, e i popcorn aspettavano nel microonde. Xander portava il dvd visto che era il suo turno di scegliere. Sentì suonare il campanello e corse alla porta, aprendola e sorridendo a Xander che era lì in piedi.

    “Hey Xand! Entra, non ti preoccupare non sei in ritardo, Willow ancora non c'è” lo accolse. Buffy riusciva a essere meno timida del solito con questi ragazzi e gli voleva bene. Era quasi la stessa cosa con Spike, eccetto che la sua cotta con lui continuava a mettere dei freni.

    “Um, veramente Will non viene. È malata” le spiegò Xander.

    “Oh no, starà bene?” chiese preoccupata.

    “Si si, niente di troppo brutto. Solo un influenza che non vuole attaccarci. Ma io sono ancora qui!” esclamò.

    Buffy rise “Si, è okay Xand. Entra e mettiamo su il film”

    Entrò, voltandosi per guardarla speranzoso “Hai le patatine?”

    Lei annuì, sorridendo “Certo che ce le ho. Entra e siediti, vado a prenderle in cucina”

    ***

    Quarantacinque minuti più tardi Buffy era quasi addormentata sulla spalla di Xander, cercando di tenere gli occhi aperti. Stava combattendo una battaglia persa. Aveva preso un altro di quei film sul Kung Fy che non le interessavano minimamente ed era comunque stanca. Si era appena appoggiata su un cuscino appoggiato sulla sua spalla quando sentì la voce di Parker.

    “Cosa diavolo sta succedendo qui?” gridò dalla soglia, con il viso rosso di rabbia.

    Buffy saltò colpevole, non interamente certa di doversi sentire così. “Parker? Uh, conosci Xander, giusto? Stavamo solo guardando un dvd” cercò di spiegare.

    “Da soli?” chiese.

    “Beh, Willow è malata e non poteva venire. Um, non capisco... sei arrabbiato con me?”

    Xander si era alzato e stava lentamente girando per la stanza prendendo le sue cose.

    Parker si rilassò alla presenza dell'idiota che lo guardava curioso “No Buffy, non sono arrabbiato. Mi dispiace, ero solo sorpreso. Xander, penso sia meglio per te se vai a casa adesso”

    Xander annuì, salutando Buffy e uscendo.

    Buffy guardò Parker in attesta, strofinandosi nervosamente le mani mentre lui camminava avanti e indietro agitato. Cos'aveva fatto di così sbagliato?

    Alla fine la guardò “Buffy, voglio che sali in camera e ti prepari per andare a letto. Salgo tra cinque minuti e parliamo di quello che hai fatto”

    Lei annuì silenziosamente, tornando in camera. Si cambiò rapidamente nel suo pigiama, una camicia da notte di seta che Melissa le aveva preso, e cercava per una vestaglia da indossare quando Parker aprì la porta senza bussare. Lei si voltò sorpresa, ansiosa nel vedere che sembrava ancora arrabbiato.

    Parker andò verso il letto e lei andò a sedersi accanto a lui senza che neanche dovesse chiederlo.

    “Buffy, a cosa stavi pensando?” le chiese serio.

    “Non stavamo facendo niente di male, lo giuro. Will doveva venire ma era malata per questo c'era solo Xander, ma stavamo solo guardando un film e il mi stavo addormentando, ma-”

    Parker le premette un dito sulle labbra per farla tacere “Pensi che un ragazzo si sieda da solo con una ragazza come te sul divano e non voglia niente da lei?”

    Buffy spalancò gli occhi “No, Xander non lo farebbe! È uno dei miei migliori amici” spiegò.

    Lui scosse la testa “Buffy, non ti ho insegnato niente? Tutti gli uomini vogliono toccare le donne, è come siamo fatti. E quando le ragazze come te si comportano e si vestono come fai tu, a volte non si può impedire”

    “Ma io non mi comporto in quel modo, non penso” aggrottò la fronte confusa. Era così stanca di sentirsi una sporca ragazza cattiva solo perché era forzata a indossare vestiti scoperti.

    “Buffy, non mentirmi. Guardati ora, seduta lì con quel pezzo di stoffa. Posso quasi vederti nuda, lo sai? I tuoi capezzoli si intravedono dalla seta” disse con voce roca.

    Buffy sussultò e si coprì con le mani, ma lui le afferrò i polsi e gliele tolse dal corpo. “E' troppo tardi ora, Buffy. Mi hai mostrato quello che volevi che vedessi, e ora non pensi che voglia sentirlo? Su” disse come fosse la cosa più naturale del mondo.

    Si sporse, tirandola a se e allacciando la bocca a un capezzolo, baciando la seta mentre lo succhiava forte. Buffy si divincolava tra le sue braccia, cercando di spostarsi ma lui era troppo forte. Morse forte e lei gridò per il male e per lo shock.

    “Stai ferma, piccola, o ti farai male” l'avvertì. Si mosse all'altro capezzolo prendendo in bocca anche quello, gemendo per l'eccitazione. Le lacrime le scorrevano sul viso, perché le faceva questo? Non lo aveva mai visto meno che dolce e ora si comportava come un mostro, un mostro che non poteva fermare.

    “Parker, Parker ti prego fermati, ti prego! Fermati! Non mi piace” singhiozzò “Lasciami, per favore, lasciami” si lamentò, ma lui non ascoltava.

    Le lasciò un polso e fece correre la mano sulla sua coscia, facendola tremare, ma questo voleva dire avere un braccio libero. Buffy lo caricò più che poteva colpendolo in viso, premendo un pollice sul suo occhio. Lui gridò per il dolore e cadde a terra, lasciandola saltare via e correre fuori dalla stanza.

    Dove poteva andare? Melissa sarebbe stata a letto, ma nessun altro era a casa e non lo sarebbero stati fino a domani. Improvvisamente decise, Buffy corse nella camera di Spike e chiuse la porta dietro di se prima che Parker potesse uscire e vedere dove fosse andata. Sperava che tornasse in camera sua senza cercarla.

    Andò subito sul largo e nero letto di Spike, avvolgendosi sotto le coperte, cercando di soffocare i singhiozzi perché non la sentisse. Le sue emozioni erano in tumulto, come poteva farle questo? Doveva tenerla al sicuro, e insegnarle le cose. Lei si fidava di lui. Dubitava di poter dormire stanotte.

    ***

    Spike aprì la porta principale facendo il più piano possibile. Sapeva che solo Melissa, Parker e Buffy erano a casa.

    Andando stanco verso la propria camera, strano visto che erano solo le dieci di sera, aprì la porta e accese la luce, gelando improvvisamente per lo shock.

    Nel suo letto c'era Buffy, tenendo un cuscino in cui singhiozzava disperata.

    'Ma che diavolo?'


    TBC

    Edited by strawberry85 - 22/4/2012, 22:24
     
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    Capitolo 7

    Nel secondo in cui Spike accese la luce, Buffy gridò e si tirò a sedere sul letto, con gli occhi spalancati per la paura mentre guardava la porta. Quando la sua mente scossa comprese che non era Parker che la cercava, collassò di nuovo sul cuscino e vi nascose il volto, soffocando i suoni dei singhiozzi. Spike vedeva ancora le sue spalle scuotersi.

    Guardò il suo piccolo corpo arricciato, in shock per qualche secondo, i suoi piedi piantati a terra. Cosa diavolo ci faceva nel suo letto a piangere in quel modo disperato?

    “Buffy?” le chiese dolcemente, cercando di andare verso di lei. Non ci fu risposta così provò ancora, un po' più forte. Lei ancora non rispondeva. Raggiunse il letto e si sedette esitante sul bordo, appoggiando una mano alla sua schiena. La sua mano si scosse per la forza dei suoi singhiozzi.

    “Buffy, mi stai spaventando, passerotto. Puoi parlare? Dimmi cos'è successo?” chiese rapidamente.

    Buffy nascose il viso di più nel cuscino, terrorizzata al pensiero di spiegargli cos'era successo. Essere sdraiata nel suo letto indossando quasi niente probabilmente era una prova sufficiente che lo aveva meritato.

    Spike cercò di voltarla il più gentilmente possibile ma lei resistette, rifiutandosi di guardarlo. Il suono di lei che piangeva impaurita gli stava distruggendo il cuore, rendendolo folle dalla paura. “Buffy sono serio. Ti prego, parlami, non so cosa fare” la pregò, aspettando qualche momento. Quando lei continuò a rifiutare di guardarlo si alzò e andò alla porta “Okay, vado a chiamare gli Abrams e-”

    “Spike!” gridò terrorizzata, finalmente alzando la testa.

    Le prese le guance bagnate dalle lacrime, i grandi occhi scintillavano di panico e ansimava. Si sedette con lei sul letto, pronto a prenderle una mano nella propria e sperare che non avesse rifiutato il contatto fisico.

    Fu positivamente scioccato quando lei si scaraventò immediatamente sul suo grembo, nascondendo la testa nella sua spalla e tenendo la sua camicia come se fosse l'unica cosa a tenerla a terra. Lui l'abbracciò, iniziando a sfregarle la schiena con una mano in movimenti circolari, sussurrandole suoni suadenti all'orecchio.

    “Shh piccola, silenzio, va tutto bene. Sono qui. Resto qui tutto il tempo che vuoi finchè non riesci a dirmi cosa ti succede.
    Farò qualunque cosa per sistemarlo, okay tesoro?”

    Lei annuì sulla sua spalla, il viso premuto contro il suo collo. Sentiva il suo caldo respiro mentre ansimava, iniziando lentamente a calmarsi. Quando il suo respiro tornò normale lui smise di muoversi, continuando ad accarezzarle i capelli.

    “Buffy?” le sussurrò “Tesoro, puoi dirmelo adesso?”

    “Io... io... io... non posso... ti prego non farmelo dire” piagnucolò.

    La tenne stretta a se, odiava non esserci quando aveva realmente bisogno di lui. Era come un dolore tangibile nel suo stomaco, che lo accoltellava ricordandogli che con lei falliva. “Qualcuno ti ha fatto del male, piccola? Devo portarti da qualche parte come da un medico?” le chiese, sperando che almeno non fosse fisicamente provata.

    Scuotendo la testa contro di lui, lo sollevò “No” mormorò lei.

    Spike pensò per un secondo prima di parlare “Okay piccola, ecco cosa facciamo. Vuoi dormire qui stanotte?”

    Lei annuì.

    “Bene. Vuoi che resto qui o che dormo da un altra parte?”

    Tenendolo ancora più stretto, Buffy sussurrò “Non lasciarmi”

    “Non ti lascerò piccola, non preoccuparti” la rassicurò “Ma devi promettermi una cosa. Domattina quando sei un po' più calma faremo una chiacchierata, e non ti forzerò a dirmi cose che non vuoi ma devo sapere un po' di più di cosa ti fa stare male, okay? Qualunque cosa tu possa dirmi”

    Buffy si fermò un momento. Non c'era modo in cui avrebbe lasciato la sicurezza del letto di Spike così doveva acconsentire al suo piano. Chi sapeva se Parker la stesse aspettando in camera? Il suo armadio era grande, poteva essersi nascosto. Poteva essere anche il mostro proverbiale sotto il letto. Il pensiero la faceva tremare. “Okay” sussurrò.

    Spike si sciolse dolcemente dal suo abbraccio e andò a spegnere la luce. La stanza piombò nell'oscurità, la luce della luna splendeva dalle finestre mandando ombre dappertutto. Spike sentiva lo sguardo di Buffy bruciarlo mentre afferrava un paio di pantaloncini da terra, sapendo che questa notte non poteva dormire nudo. Andò verso la porta, per cambiarsi in corridoio. “Dove stai andando?” disse lei nel panico.

    Si voltò, tenendo i pantaloncini anche se forse lei non poteva vederli “Esco a cambiarmi, piccola. Torno subito”

    “No, ti prego, resta qui. Chiudo gli occhi, lo giuro” lo pregò.

    Lui annuì “D'accordo, piccola. Non esco” ovviamente era sotto un fortissimo stress emozionale, così tanto che non riusciva a pensare che li separasse nemmeno una porta. Togliendosi rapidamente i vestiti, mise i pantaloncini ed entrò nel letto dove Buffy era già sotto le coperte. Buffy si sistemò tra le sue braccia, premendosi contro il suo intero corpo perché la nascondesse del tutto dalla porta.

    Spike alzò le coperte su di loro, allacciando le braccia alla schiena di Buffy e tenendola stretta mentre la sua testa si sistemava comodamente sotto il suo mento. Rimasero lì per diversi momenti, ascoltando l'uno il respiro dell'altro. Spike non riusciva a credere che questa fantastica donna fosse finalmente tra le sue braccia, anche se il pensiero di cosa poteva averla condotta lì lo avrebbe fatto impazzire fino al mattino dopo. Era soddisfatto che lei sarebbe stata bene fino a quel momento, lui l'avrebbe tenuta al sicuro.

    Buffy era riuscita a calmarsi in qualche modo, anche se poetva ancora sentire il disgustoso tocco di Parker sul corpo. Si sarebbe alzata per farsi una doccia se non avesse per questo dovuto lasciare le braccia di Spike. C'era un senso di giustizia, di protezione nel suo abbraccio, anche se era certa che lui non sentisse la stessa cosa. Come poteva essere contento se una ragazza impazzita gli invadeva il letto e lo forzava a dividerlo con lei senza spiegare il perché? E anche se non aveva mai pianificato di fare niente del genere, ora aveva bisogno di essere confortata oltre la dignità.

    E aveva bisogno di tempo per pensare a cosa dirgli il mattino dopo




    Capitolo 8

    Buffy era sveglia. Spike lo sapeva. Buffy sapeva che Spike lo sapeva. Spike sapeva che Buffy sapeva che lui sapeva. Ma entrambi rimanevano in silenzio.

    Buffy era terrorizzata. Appena avesse aperto gli occhi avrebbe dovuto spiegare esattamente perché Spike si era trovato una ragazza diciassettenne isterica singhiozzante nel suo letto ieri notte, che era più facile a dirsi che a farsi. Come poteva spiegare di Parker? Spike probabilmente sarebbe andato a confrontarsi con lui, e poi tutto quello che aveva fatto sarebbe stato rivelato. Spike poteva non guardarla più in faccia. Forse poteva solo evitare il nome? Così poteva chiedergli consiglio senza essere specifica. Si! Così.

    Sentendosi coraggiosa, Buffy aprì gli occhi e immediatamente incontrò quelli di Spike. Non era difficile considerando che i loro nasi erano a neanche un centimetro dal toccarsi e condividevano lo stesso cuscino. Erano sdraiati dalla stessa parte e si guardavano. Spike aveva ancora un braccio allacciato protettivamente alla sua schiena e durante la notte una delle gambe di lei era scivolata tra le sue, per allacciarsi di più.

    “Buongiorno, gattina” la disse tranquillamente.

    “Buongiorno” sussurrò timida. Era la sua prima esperienza di alzarsi nello stesso letto di qualcun altro, ed era favoloso. Voleva più mattine così. Eccetto per tutto il disastro della sera prima.

    Spike era niente meno che ammaliato. Era sveglio da almeno un ora, guardando il suo splendido viso. La dolcezza e innocenza di Buffy erano adorabili già quando era sveglia, ma guardarla rilassata era una completa tortura. Sarebbe bastato un attimo per sporgersi e toccarle le labbra con le proprie, sperimentare quella dolcezza per se.

    E non solo quello, ma era troppo preoccupato dalla notte prima per notare cosa indossava e gli era finalmente piombato addosso che era quasi nuda. Una camicia da notte decisamente corta e di seta. Non sarebbe importato se non fossero stati premuti completamente l'uno contro l'altro in modo così intimo. Quindi tutto per tutto, non doveva pensare a nulla oltre al fatto che era agitata la notte precedente.

    Guardando nei suoi occhi assonnati, sospirò “Arriviamo al punto, piccola. Mi hai fatto una promessa ieri notte e mi sono ucciso dal non sapere cosa ti aveva resa così scossa. Puoi dirmelo adesso?” le chiese.

    Buffy arrossi, avvicinando la testa al suo collo per non doverlo guardare negli occih “Vorrei, ma... non so... come dirlo. Mi dispiace” mormorò.

    Spike le sfregò la schiena su e giù attraverso la seta, gemendo mentalmente mentre il materiale si scaldava sotto la sua mano. Non poteva evitare di immaginare di toccarle la pelle nuda... okay, non adesso. “Ho pensato che avessi problemi a dirlo, quindi ti farò delle domande e tu mi rispondi si e no, okay? Come ho detto, devi solo dirmi quello che vuoi” rispose.

    Lei annuì il suo consenso.

    “Okay. Ieri sera stavi male per qualcosa che ti aveva fatto qualcuno?”

    “Si” mormorò

    “Si”

    “Ti hanno fatto male?”

    “Umm, uh, io non... beh, non realmente non penso, um, più o meno?”

    Cercò di capire per un secondo “Era una femmina?”

    “No” sussurrò così piano che quasi non la sentì.

    “Uh huh. Un umo” il che sfortunatamente significava una cosa “Quest'uomo ti ha toccata?”

    Attese per qualche momento ma lei non rispondeva.

    “Buffy? Ti ha toccata?”

    Lei annuì. Spike strinse gli occhi mentre una scarica di sabbia lo bruciava, facendogli ribollire il sangue. “E' per questo che stavi così male?”

    “Mmm hmm”

    “Quindi era contro il tuo volere?”

    Quando lei di nuovo non rispose, la guardò per vedere che i suoi occhi erano serrati come se cercasse di bloccare le sue parole. Seppe di aver immaginato giusto. Ci volle molto autocontrollo per rimanere fermo quando voleva solo colpire qualcuno.

    “E' okay, piccola. Ora smetto. Non devi rispondere. Ma posso chiederti delle altre domande su altre cose?”

    Buffy lo guardò curiosa, il suo viso era appannato per le lacrime che aveva negli occhi “okay” disse.

    “Perchè sei venuta nella mia stanza? Avrei dovuto essere al concerto con Angel ma mi ha pagato il doppio del prezzo del biglietto per portare con se una ragazza che aveva incontrato, quindi penso che sei venuta qui credendo che io non ci fossi, giusto? Cosa c'era che non andava in camera tua?”

    Buffy cercò freneticamente di pensare. Non poteva dire che l'uomo che l'aveva toccata era in camera sua perché Spike avrebbe capito subito che era Parker, e avrebbe rovinato tutto. Decise di sviare la verità. “Um, è imbarazzante” ammise “Stavo piangendo in camera mia... um, per quello che è successo e mi sentivo sola e... impaurita. E quando parlo con te mi sento, um, al sicuro per qualche ragione e pensavo che sarei riuscita a dormire nel tuo letto e poi andarmene domattina senza che nessuno lo scoprisse” disse alla fine.

    Spike sentì il suo cuore sollevarsi al pensiero che Buffy si sentisse al sicuro con lui. Che lei lo ammettesse era una delle cose più belle che potesse dirgli. “E' okay, amore, ha tutto senso. Sono lieto di farti sentire al sicuro. Ma ho pensato, ieri era venerdi, no? Quindi avevi scuola, e poi so che passavi la sera a guardare un film con i tuoi amici. E qui è il punto in cui devo farti delle altre domande da si e no, okay?”

    “Okay”

    “Quest'uomo è più grande di te? Abbastanza più grande?”

    “Si” rispose

    “Quindi non è quel ragazzo, Xander, o come si chiama. E visto che eri a scuola, penso a uno dei tuoi insegnanti?”

    Buffy non rispose, anche se aveva notato che il suo sguardo era calmo. Come se il pensiero dei suoi insegnanti non la disturbasse. Aveva sbagliato? La sua voce interruppe i suoi pensieri. “Spike, non voglio dirti chi è. È già abbastanza difficile che tu sabbia... niente. Ma sono lieta che tu sappia. Um, perché... posso farti delle domande? Ho bisogno di dei consigli e non c'è nessun altro a cui posso chiederli”

    Lui annuì “Amore, puoi chiedermi tutto o dirmi tutto quanto. Non farò mai niente che non vorrai, okay? Quindi non preoccuparti se è questo il problema”

    “Io solo... sono confusa. Questa persona ha...” si bloccò, improvvisamente chiedendosi perché diavolo stava per dirglielo. Avrebbe pensato che era un idiota! O una puttanella, o qualcosa del genere.

    “Ha cosa, piccola?”

    “Um, beh, mi ha baciato alcune volte nell'ultimo mese. È stato gentile, e fino a ieri pensavo che volesse solo aiutarmi e continuava a dirmi che era normale essere preoccupata di baciare un ragazzo male, così mi mostrava come farlo nel modo giusto, suppongo, e-”

    “Buffy?” la interruppe “Posso dire solo una cosa?”

    Lei annuì.

    “Ti spiegherò una cosa, piccola. Un uomo più grande dice a una ragazza giovane che le insegna a baciare. Magari nella sua vita è in una posizione con una certa autorità, o una posizione per cui la ragazza si fida. Lei fa come dice, semplicemente per rispetto e fiducia. Mi segui?”

    “Mmm hmm”

    “E, siccome entrambi sappiamo che questa ragazza sei tu, Buffy, sei la più dolce, più carina e innocente ragazza che ho mai incontrato, e sei anche molto timida. Il chè ti rende un bersaglio perfetto per un uomo come questo, che ha bisogno che ti fidi di lui, e tu ti fidi perché hai un grande cuore. Buffy, quest'uomo si sta approfittando di te. È sbagliato, e immorale e lui è un pervertito”

    “E... e io?” chiese.

    “Tu cosa, passerotto?”

    “Io cosa divento?”

    “Una vittima, Buffy”

    “Ma... ma lui dice, mi ha detto, beh...”

    “Dimmi cosa ti ha detto, piccola, e ti posso quasi garantire che saranno solo stronzate per giustificare quello che ti fa”

    “Melissa mi compra i vestiti, lo sai? Io non li scelgo mai” iniziò.

    Spike era un po' confuso per il cambio di argomento ma non parlò.

    “E lui mi ha detto che chi si veste in quel modo chiede attenzione e che gli uomini non possono trattenersi perché è così che sono fatti, ma giuro che io non voglio l'attenzione! Melissa sceglie tutto e io non posso dire di no ma non indosserei nessuna delle cose se ne avessi scelta. So che coprono poco” disse imbarazzata.

    Spike cercò di pensare a cosa dirle. Questo tipo, chiunque fosse, le aveva sul serio fregato il cervello. Quasi credeva che fosse lei quella da biasimare perché lui la molestava! Non sapeva onestamente come comportarsi per calmarla in quel momento, sentire che la ragazza che bramava veniva molestata. Ma Buffy aveva bisogno che lui fosse calmo e razionale, per spiegarle cosa le stava accadendo e perché era sbagliato. I suoi desideri di violenza potevano essere messi da parte.

    “Buffy, tutto quello che posso dirti è che è una valanga di stronzate. È quello che usano gli avvocati difensori degli stupratori, come 'lei indossava una gonna corta quindi se l'è meritato' e quel genere di cose. È ridicolo, e francamente l'idea insulta il resto di noi uomini che riescono a guardare una bellissima donna come te e trattenersi dal molestarti. I vestiti che indossi non danno a nessuno il diritto di toccarti se tu non vuoi che lo facciano, chiaro?”

    Buffy annuì, leggermente colpita dal fatto che le aveva detto che era bellissima. Sfortunatamente, il modo casuale in cui l'aveva detto faceva sì che lei non potesse chiedere conferma senza sembrare un idiota.

    “Buffy, tu hai detto che ti ha baciata diverse volte prima. Perché questa volta eri così scossa e le altre no?” le chiese curioso.

    Sospirò, si odiava per dovergli dire tutto questo. “Tutte le altre volte, non l'ho fermato perché io... ero confusa. Faceva sembrare tutto normale, ed era cortese. Pensavo davvero che cercasse solo di essere dolce. Non avevo mai baciato nessuno prima e lui ha detto che dovevo fare pratica. Non mi piaceva ma... non ne ero disgustata.”

    Buffy alzò gli occhi per vedere se era disgustato dalle sue parole o dalla sua ingenuità, ma lui annuiva per incoraggiarla.

    “Ma l'ultima volta, um, non mi ha solo baciata...” mormorò, fermandosi e sperando che Spike lasciasse correre. Non lo fece, e la sua stretta sulla schiena di lei aumentò.

    “Cosa intendi, Buffy?”

    Buffy cercò di evitare “Um, ha iniziato a fare una cosa che non mi piaceva e non ascoltava quando dicevo di no e non era più carino così è per questo che ero scossa”

    Spike chiuse gli occhi, prendendo un grosso respiro. “Quando dici che non ascoltava quandi dicevi no, lui... ti ha fatto qualcosa di male? Si è fermato?”

    “Um, si è fermato alla fine perché l'ho colpito in faccia e sono scappata” spiegò.

    Spike alzò la mano per toglierle dei capelli dal viso, voleva vedere tutto il suo volto senza copertura. Sapeva che non voleva sentire quello che stava per dirle, ma le cose erano andate troppo oltre. “Buffy, so che ho detto che non avrei fatto niente senza che tu lo volessi, ma piccola, devi dirmi chi è. Questa cosa non può andare avanti. Si approfitta di te da settimane, e mentre capisco che eri confusa e che non gli hai esattamente detto di no prima, ieri gli hai detto di fermarsi e non l'ha fatto. Lo hai dovuto colpire. Chi sa cosa potrebbe fare la prossima volta? E io non potrei sopportare se ti facesse del male. Devi denunciarlo”

    Ora Buffy scuoteva la testa, le lacrime iniziavano a inondarle di nuovo gli occhi “No! No Spike, non chiedermi di farlo. Non ti dirò chi era. Ora capisco, è sbagliato e glielo dirò. Si fermerà, lo so”

    Spike sospirò “Buffy, è semplice. Gli hai detto di no e non si è fermato. Non ti lascerà stare solo perché ora sai che è sbagliato, piccola” cercò di ragionare.”

    “Ma perderei tutto! Spike, voglio stare a scuola e andare all'università, avere un futuro. Se qualcuno scoprisse mi manderebbero via” protestò.

    “Melissa e Parker non ti manderanno via, amore. Ti crederanno, non preoccuparti di questo. Sei la vittima qui. Prometto che ti terranno al sicuro, così farò io”

    Buffy era completamente terrorizzata. Non aspeva cosa dire a Spike, come poteva spiegare che era da Parker che doveva essere tenuta al sicuro, senza rivelare la sua identità? Non poteva. “Spike, puoi darmi un po' di tempo? Ho solo bisogno di pensare, e poi... dopo un po' te lo dirò, ti prego?” disse.

    “Voglio solo aiutarti, piccola. Sto cercando di fare il meglio per te”

    Sorrise tristemente “Lo so, e ne sono davvero grata. Ma ne ho bisogno, ti prego?”

    “Puoi stare lontana da lui fino ad allora?” chiese

    Buffy annuì “Starò lontana da lui. Non devi preoccuparti”

    Sbuffò “Non c'è modo di non preoccuparmi, piccola, ma se giuri che è di questo che hai bisogno allora d'accordo. Ma devi promettere che verrai da me per qualunque problema, okay?”

    “Okay, prometto” giurò.

    Spike sorrise e si sporse per baciarle la fronte dolcemente. Le sue labbra rimasero per qualche secondo, cercando di assaporare la sensazione che lo pervase al contatto. Quando finalmente si spostò vide che Buffy aveva gli occhi chiusi, e un espressione sognante sul viso. Appoggiando di nuovo la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi come lei, Spike sperò di non dover mai più vedere la tensione rimpiazzare il suo sorriso.




    Capitolo 9

    Quella notte, Buffy sorrideva a se stessa mentre sedeva al suo specchio del trucco, pettinandosi. Dopo che lei e Spike erano usciti dal letto quella mattina, avevano passato tutto il giorno camminando per Sunnydale e avevano pranzato al parco. A essere onesti, erano rimasti sdraiati per un altra ora dopo essersi svegliati. Spike non sembrava incline all'idea di muoversi del tutto, e Buffy decise che non avrebbe lasciato la sicurezza del suo abbraccio finchè non l'avesse cacciata. Alla fine erano riusciti ad alzarsi e Buffy era corsa in camera a vestirsi, sperando che nessuno la vedesse.

    Durante il loro giro si era ricordata quanto adorava parlare con lui. Dava un impressione sbagliata a vederlo, ma era molto intelligente e aveva opinioni su qualunque argomento immaginabile. Aveva scoperto anche che sotto l'esterno era dolce, anche se cercava di nasconderlo, ma c'erano piccole cose come aprirle ogni porta e tenerle la mano quando attraversavano la strada che lo tradivano. Si era fatto tardi e lui aveva proposto di cenare al ristorante, chiamando Melissa per controllare che fosse d'accordo. Buffy suggerì di vedere un film dopo.

    Buffy ovviamente non disse a Spike che voleva vedere un film tardi soprattutto perché così Parker sarebbe già stato a letto nel tempo che ci voleva a tornare a casa, quindi non l'avrebbe visto per l'intera giornata. Sapeva che la prossima volta in cui l'avesse visto doveva spiegare che ora sapeva che quello che faceva era sbagliato, ma non poteva fare male avere un po' di tempo prima, per raccogliere il coraggio.

    Alla fine terminò di spazzolarsi i capelli e spense la luce, andando verso il letto e scivolando sotto le coperte. Come nella stanza di Spike, la sua aveva delle grandi finestre che facevano entrare la luce della luna, riempiendo la stanza di ombre.

    Qualche minuto era passato quando Buffy sentì un leggero crepitio da qualche parte nella stanza, o fuori dalla finestra? Spalancò gli occhi, iniziò ad ansimare terrorizzata. Dopo un altro rumore si tirò le coperte sotto il mento, guardando freneticamente in giro, cercando di vedere qualcosa nella luce soffusa. Era Parker? Veniva a vederla... a toccarla ancora?

    Tutto il suo corpo era congelato nel panico, a parte il suo torace martellante. Si stava girando la maniglia della porta? Oh Dio oh Dio oh Dio oh Dio. Era impossibile sentire niente oltre il proprio malfermo respiro ora ma forse quelli erano passi nel corridoio? Si sentiva quasi mancare dal terrore. Decise che doveva fare qualcosa prima di impazzire, così uscì dal letto e corse alla porta, aprendola il più lentamente possibile.

    Guardando nel corridoio, vide che Parker non c'era da nessuna parte. Decidendo che una chiacchierata di tarda notte con Spike l'avrebbe calmata, camminò in punta di piedi nel corridoio e si fermò, controllando di nuovo che non ci fosse nessuno. Come avrebbe potuto spiegare l'entrare in camera di Spike a mezzanotte? Tranquilla din on essere scoperta, aprì la porta ed entrò nella stanza.

    “Spike?” sussurrò. Lui non rispose. “Spike? Sei sveglio?” cercò di nuovo, ma lui continuava a non rispondere. Sentiva il suo profondo e calmo respiro, vedeva la sua sagoma nel letto. Era chiaramente addormentato.

    Buffy era terribilmente delusa. Le sue paure erano scomparse ora che era vicino a lui ma sarebbero tornate appena rientrata nella sua stanza. Cosa poteva fare, stare sulla soglia tutta la notte? Non poteva semplicemente entrare nel suo letto... vero? No! Non poteva. Che razza di persona saltava nel letto di qualcuno perché aveva paura? A chi importava quanto questo suonasse attraente e quanto i suoi piedi la stessero già portando verso il bordo... stop!

    Guardò in basso verso Spike, dormiva pacificamente, soffici sospiri gli scaturivano dalla bocca ogni minuto. Beh, tecnicamente, aveva già dormito lì prima, e a lui non era dispiaciuto... no? Se avesse potuto entrare facendo piano...

    Buffy si stava caricando. Fare qualcosa di così coraggioso era oltre la sua natura, solo il pensiero la faceva preoccupare a morte. Ma il desiderio era troppo forte, il desiderio di essere al sicuro, il suo desiderio di stare vicino alla persona che la faceva stare così. Sul serio, cosa fermava Parker dall'entrare in camera sua di notte? Per quanto avesse detto a Spike di potersi prendere cura di se, questo era stato alla luce del giorno quando era più coraggiosa.

    Il pensiero di mettersi di nuovo in una posizione così vulnerabile decise per lei. Chiuse la porta della camera e andò dall'opposta parte del suo letto, scivolando attentamente tra le coperte. Gelò quando lui si stirò e attese diversi momenti, ma rimase addormentato. Muovendosi per stargli il più vicino possibile senza realmente toccarlo, finì per rilassarsi e finalmente dormire.


    ***

    Buffy non sapeva in che momento si era svegliata, e a quel punto era difficile ricordarsi anche il proprio nome. A quanto pare, durante la notte sia lei che Spike avevano cambiato le proprie posizioni così lei dormiva sulla schiena e lui sul suo stomaco, una delle gambe di lui le bloccava il corpo. Il suo viso era premuto nel suo collo. Buffy andò nel panico, cos'avrebbe fatto se si fosse svegliato in quel momento? E come gliel'avrebbe spiegato? Il suo piano non poi così brillante non includeva il contatto fisico e ora si rendeva conto di quanto stupida era stata.

    Cercò di spostarsi gentilmente, sepellendosi sul materasso e sperando che lui dormisse profondamente. Vi era riuscita per pochi centimetri quando una delle sue mani le afferrò il fianco e si appoggiò sul suo seno, facendola inalare profondamente.

    “Buffy” sospirò dolcemente, come se non fossero reali parole ma solo aria, nel sonno. Le labbra di lui trovarono le sue e non le diedero il tempo di pensare prima che la lingua di lui sfregasse in modo erotico contro di esse, entrando nella sua bocca ed esplorandola, duellando con la la sua lingua in una battaglia per il dominio. La sua mano stringeva ritmicamente il suo seno ora, e il pollice iniziava a sfregare il capezzolo irrigidito facendola gemere forte.

    Era così, lo sapeva. Era così che avrebbe dovuto essere il suo primo bacio, facendole battere il cuore, come se fosse stata aperta in due e poi rimessa a posto, rifatta daccapo. Tentò di iniziare a rispondere, chiudendo gli occhi e focalizzandosi sulla sensazione della sua dolce, calda bocca sulla propria, assaggiandola, sfregando le labbra su quelle di lui. Come poteva aver pensato che baciare fosse solo una sensazione strana che non le sarebbe mancata se non l'avesse più fatta? Ma questo, questo era qualcosa di diverso. Si era persa nel suo abbraccio, non voleva mai più ritrovarsi.


    Spike doveva congratularsi con se stesso. Sapeva di non poter avere Buffy, lo aveva sempre saputo. A parte aver capito dalla prima volta che l'aveva vista di non aver speranze con quella dea dorata, ora che sapeva che qualche uomo disgustoso si era approfittato di lei non poteva provarci con lei. Se avesse risposto alle sue avances, come poteva sapere se lo faceva perché sentiva di doverlo fare o perché gli piaceva sul serio? E considerando quanto era timida non c'era modo per lei di avvicinarsi di sua volontà. Era una considerazione decisamente deprimente.

    Ma in momenti come questi, non importava. La sua mente si stava adattando sempre di più alle fantasie così almeno di notte, lei era sua. Il suo sogno preferito era quando tutta la famiglia sedeva a tavola, e Buffy lo guardava sussurando ' ti amo' silenziosamente. Si scusavano rapidamente e scappavano in camera sua a fare l'amore, sussurrandosi dolci parole di adorazione e devozione. Quel sogno era sempre il più intenso per via delle dichiarazioni d'amore. Non che non gli piacesse la pura lussuria che i sogni portavano, dove si scopavano l'un l'altro fino a non poter più camminare. Quello era sempre bello.

    Ma questa volta, questa volta non c'era mai stata prima. Era come se la sua mente stimolasse sul serio i suoi sensi. Poteva sentire il suo odore di vaniglia, quello dello shampoo che usava sempre e che teneva i suoi capelli colore del miele. Poteva quasi sentire il gusto della sua bocca questa volta, sorrise quando gli sembrò di sentire tracce di dentifricio. Più era dettagliato, quel sogno, e più era bello, e la sua mente stava facendo un lavoro eccellente.

    La Buffy del suo sogno era nuova, ma molto migliorata, pensò. Poteva sentire la sua esitazione e la sua innata timidezza nel rispondere al suo bacio e comprese che questo non faceva che renderla più reale. Per quanto adorasse la Buffy provocatrice, come gli appariva spesso, sapeva che se mai avesse avuto una possibilità con lei sarebbe stata dolce e timida. Dio, quanto la bramava.

    Mentre muoveva una mano ad accarezzare le sue morbide curve, la sua vista iniziò a confondersi. I suoi occhi si aprirono, anche se continuava ad esplorare la sua bocca con la lingua. E lei era lì, la sua bellissima ragazza, eccetto... che lei era lì. Lei era lì. Sul serio. Sotto di lui. Spostò la bocca e si guardò freneticamente intorno, era entrato in camera sua e l'aveva molestata forse? Ma no, era ancora nella sua stanza. Cosa diavolo ci faceva lei qui? Si spostò con uno sguardo terrorizzato sul viso. Santo Dio, cos'aveva fatto? Era l'unico con cui lei sentiva di potersi confidare del suo molestatore e aveva appena fatto la stessa cosa.

    “Io... stavo dormendo” sbottò, odiando lo sguardo di dolore che le si formò sul viso. Era ancora premuto su di lei nel materasso così rotolò via da lei, chiudendo gli occhi quando lei saltò su dal letto e corse fuori chiudendo la porta.

    Si sdraiò contro i cuscini, guardando senza espressione il soffitto, mentre l'immagine del suo sguardo ferito lo tormentava.

    ***

    Buffy corse in camera, incurante di chi potesse vederla, e si sistemò sotto le coperte. Le lacrime le appannavano la vista, i singhiozzi le facevano tremare il corpo. Come poteva sapere che era addormentato? Credeva che volesse stare lì con lei, baciandola. Ma lo sguardo di terrore e il modo in cui se n'era andato erano stati come una pugnalata nel cuore, mostrandole quali fossero i suoi sentimenti per lei.

    Eccetto, che l'aveva detto. Stava dormendo. O forse avrebbe dovuto dire 'Se ero sveglio non ti avrei toccata' perché alla fine significavano la stessa cosa. Cosa stava pensando lui ora? Si chiedeva perché diavolo lei era nel suo letto? Tirò fuori la testa dalle lenzuola e guardò i numeri rossi sulla sua sveglia. Erano solo le quattro del mattino. Come poteva affrontarlo di nuovo?

    Sentì una mano sulla sua spalla e si voltò, aspettandosi di vedere Spike. Ma non era così.

    Era Parker.




    Capitolo 10

    Parker era fuori dalla porta della camera di Buffy, furente. Perché era appena corsa fuori dalla camera del punk alle quattro del mattino? Cosa diavolo stavano facendo là dentro? Forse non era innocente come sembrava, una presa in giro. Se scopriva che scopavano sarebbe diventato assolutamente furioso, lei era sua prima dannazione! Spike avrebbe davvero dovuto trovarsi un'altra casa se osava toccarla.

    I lievi suoni dei singhiozzi di Buffy gli arrivarono alle orecchie. Stava piangendo? Spike le aveva fatto qualcosa? Nella sua esperienza c'erano due ragioni per cui una ragazza correva fuori piangendo dalla stanza di un uomo. L'uomo le aveva fatto male, o l'aveva rifiutata. Ma lui poteva usare qualunque cosa l'avesse ferita per tornare nella sua fiducia. Non era stata troppo felice del loro ultimo incontro, diavolo, aveva ancora un occhio nero pero provarlo, ma era determinato ad averla e non gli importava il resto.

    Aprendo la porta della sua camera, Parker entrò e si avvicinò al letto dove singhiozzava in un cuscino. Gli ci volle un momento per esprimere preoccupazione e toccò la spalla di Buffy.

    Lei si voltò di scatto e immediatamente si sedette, quasi cadendo dal letto nel processo.

    “C-cosa ci fai qui?” gridò.

    “Shhh, tesoro” mormorò “Volevo parlarti di quello che è successo venerdì sera”

    “Cos'è successo?! Hai cercato di... farmi male” sbottò, guardando tra Parker e la porta. Poteva farcela? No, le bloccava completamente la strada. Non voleva dargli una scusa di farle male correndo.

    Parker le tolse alcune lacrime dall'angolo dell'occhio “Io... Dio, lo so Buffy” sussurrò con voce strozzata “Mi sta distruggendo questa consapevolezza... non sai com'è sapere di aver... ferito la donna che ami”

    Buffy sussultò e si portò una mano alla bocca “Cosa vuoi dire... tu... tu mi ami? Tu non puoi, sei sposato a Melissa!” esclamò.

    Parker sospirò, facendo uscire qualche lacrima “Non l'amo Buffy. Come posso? Lei è fredda e distante, non come te. Tu sei calda e dolce e adorabile, e bellissima. Sai quanto sei bela?” le chiese, cercando di sedersi sul letto e guardandola implorante.

    Buffy scosse la testa “Non la sono” protestò.

    “Ma la sei! Tutti questi anno ho pensato di essere un cattivo uomo... un cattivo marito. Pensavo di non poter amare. Ma poi sei arrivata tu e in poche settimane ho capito che non era così. Ti amo Buffy. E quando penso a cos'ho fatto... a come ti ho spaventata...” singhiozzò “Mi uccide il cuore, Buffy. Io... stavo per suicidarmi ieri. Fa così male”

    Buffy corse a sedersi accanto a lui, con gli occhi spalancati “Parker, no! Non c'è niente di degno a prendere la tua vita, niente! Promettimi che non farai niente del genere? Ti prego?”

    Parker avrebbe sorriso se lei non lo avesse guardato, pregando che la rassicurasse. Questa ragazza era fin troppo facile. Sapeva che una ragazza così dolce e gentile come Buffy sarebbe stata terrorizzata all'idea del suicidio. “Mi sono fermato per te, Buffy. Il pensiero che forse un giorno potresti ricambiare il mio amore. Pensi... che anche dopo quello che ho già giurato che non volevo fare... c'è una possibilità che potresti ricambiarmi, ti prego?” la implorò “Non so se posso andare avanti pensando che mi odi” aggiunse.

    Buffy si morse il labbro nervosamente. Era così difficile. Non si rendeva conto di che situazione le aveva messo addosso? Non sarebbe stata capace di vivere bene se Parker si faceva del male per colpa sua.

    “Parker... io non posso promettere di amarti, non è qualcosa che posso giurare. Non voglio mentirti. Mi hai davvero ferita” disse.

    Lui le afferrò la mano stretta nella propria “Buffy, mi dispiace per quella notte. Ti ho vista con Xander e sono diventato geloso... ero fuori controllo, lo so, ma non farei mai qualcosa per farti davvero male. Ti amo troppo, tesoro” le giurò.

    Buffy scosse la testa “no, non quello, anche se mi hai spaventato. Intendo tutte le volte che tu... mi hai baciato” sussurrò timidamente.

    Lui sembrò sorpreso “Ti ho ferita lì? Ma a te è piaciuto, vero? Stavo solo cercando di mostrarti quanto ti amo”

    Parker iniziava a irritarsi. Perché non era estasiata della sua dannata dichiarazione d'amore? Le ragazze come Buffy erano pazze di quella roba. Cazzo, lo aveva detto un milione di volte per fregarle. Gli bastò dirlo una volta sola perché Kathy gli saltasse addosso e iniziasse a scoparlo. A proposito, se Buffy non avesse ceduto sarebbe andato da lei dopo.

    Buffy ricordò le parole di Spike e guardò Parker “No. Non mi è piaciuto. Mi hai fatto fidare di te e sapevi che era sbagliato. Ti sei approfittato di me, Parker. Non lo capivo ma ora si, devi fermarti. Non baciarmi più, non toccarmi più. Non lo permetterò” disse fermamente.

    La prima reazione che passò per la mente di Parker fu di colpire quella dannata sicurezza via dalla sua faccia, ma si trattenne. La violenza non lo avrebbe portato da nessuna parte con questa ragazza. Doveva essere presa a complimenti. Capiva il genere di infanzia che aveva passato e non era stato tutto cuccioli e arcobaleni. La sua innata insicurezza e mancanza di confidenza con se stessa avrebbero dovuto renderla un bersaglio facile.

    Spalancò gli occhi orripilato. Cercò di piangere ancora ma aveva finito quel trucco “Tu... pensi che mi stessi approfittando di te?” sussurrò, sembrando angosciato.

    “Um... si?” lo aveva fatto, vero? Era questo che Spike aveva detto, e lei non aveva motivo per non credergli. Era così chiaro quando gliel'aveva spiegato, ma essere seduta qui ora, guardando negli occhi di Parker, era più confusa che mai. In questo momento trovava impossibile credere che quest'uomo così dolce volesse sul serio farle male. In effetti lei non gli aveva ai detto sul seiro di no... quindi ovviamente lui credeva che lei fosse d'accordo. Beh, non aveva risposto alle sue avances, ma le aveva accettate.

    Parker si sedette “Non lo farei mai, Buffy” dichiarò “Ti amo più della mia stessa vita e darei tutto quello che ho solo per vederti felice” 'Si, questo dovrebbe funzionare'.

    “Um, grazie, immagino” rispose. Sapeva che non lo amava come lui voleva, ne era più che certa. Ma... era il padre che lei non poteva avere. Dimenticando le volte in cui l'aveva baciata, in quelle settimane l'aveva fatta stare bene, portato i libri di scuola che le servivano, ascoltato le sue storie, raccontate alcune. La lista continuava. Forse se poteva diminuire i sentimenti che provava per lei, vederla come amica e non come amante, sarebbe andato tutto bene.

    Parker decise che aveva spinto abbastanza. Voleva scoprire cos'era successo con Spike, ma erano quasi le cinque del mattino e in casa si sarebbero svegliati presto. Gli serviva almeno un ora con Kathy per soddisfare l'appetito che Buffy aveva innescato.

    Alzandosi e andando alla porta, si voltò e guardò Buffy con espressione miserabile sul volto. “Buffy, intendo sul serio quello che ho detto, ti amo più di chiunque altro. Mi dispiace aver esagerato ma... Dio! Solo stare accanto a te mi manda nei matti. Odio l'idea di averti spaventata e prometto di non farlo più, okay? Ti prego dimmi che non sei arrabbiata con me”

    Buffy annuì “Non sono arrabbiata, Parker. Mi fido che ti dispaice”

    Le sorrise dolcemente, uscendo e chiudendo la porta dietro di se. Il suo sorriso divenne una smorfia. 'Piccola stupida'.

    ***
    “Kathy? Kathy!”

    “Hmm? Cosa?”

    Parker era in piedi accanto al suo letto nel buio, rotolandola sulla schiena “Kathy svegliati” disse impaziente

    Lei si sfregò gli occhi e lo guardò “Parker?”

    Si sforzò di sorridere “Buongiorno, tesoro. Stavi dormendo bene, bellissima?”

    Kathy aggrottò la fronte “Cosa vuoi?”

    Santo Dio questa ragazza era un problema. E aveva dei capelli corti e scuri, non quelli lunghi e biondi che voleva. Il suo naso era troppo appuntito, aveva gli occhi piccoli, non grandi e innocenti. Tutto di lei era sbagliato. Eccetto la parte in cui aveva davvero bisogno di scopare. Melissa non lo aiutava più in quel frangente. Le accarezzò il seno sopra il top che indossava “Te” mormorò.

    “E se io non volessi te?” chiese seccamente.

    Sedendosi sul letto, gemette “Kath qual'è il problema? So che mi vuoi, quindi non negarlo”

    Lei mise il broncio “Non lo dici da settimane?”

    “Cosa?”

    “Lo sai cosa”

    Cercò di fare mente locale. Di che diavolo stava parlando? E poi lo colpì. Non le diceva di amarla da quando Buffy era arrivata. Diavolo, andava a letto con lei al massimo due volte a settimana, Buffy stava attirando troppo la sua attenzione.

    Facendo scivolare una mano sotto i suoi pantaloncini di cotone, sussurrò “Lo sai che ti amo, bambina, perché devo dirlo? Sei l'unica ragazza al mondo che amo. Odio quando non possiamo stare insieme più spesso” Su, lo aveva fatto bene, no?

    Apparentemente si “Ti amo anche io Parkey-Warkey” squittì, non notando la smorfia di lui a quel soprannome. Si alzò per abbracciarlo ma lui la fermò.

    “Nuh uh. Facciamo un gioco ora, Kath”

    “Un gioco?”

    “Mmm hmm. Non ti è consentito parlare o fare suoni, okay? Non importa quanto vuoi gemere, stai tranquilla”

    Kathy lo guardò curiosa “Okay, um, perché?”

    “Perchè l'ho detto io. Tu vuoi farmi piacere, vero?”

    Lei annuì.

    “Bene. Togliti i vestiti” le chiese, ghignando quando lei eseguì immediatamente. Che vergogna che i suoi seni fossero così scialbi in confronto a quelli pieni di Buffy. Ma lui presto ne avrebbe sentito la consistenza.

    “Sdraiati a faccia in giù, e mettiti un cuscino sotto la pancia”

    Kathy fece come le chiedeva leggermente esitante. Lui si tolse la maglietta e i boxer, studiando la sua posizione mentre si sfregava l'erezione. Se non doveva toccarla troppo, e chiudeva gli occhi, poteva facilmente fingere che fosse Buffy. Chiudendo gli occhi immaginò che fosse il suo piccolo corpo quello steso di fronte a lui, mai toccato, tremante dal bisogno di lui dentro di se.

    Salì sul letto e si inginocchiò dietro di lei “Sei bagnata per me, B... bambina?” doveva trattenersi.

    “Si” disse Kathy senza fiato, sapendo che era la risposta che voleva. Di solito la eccitava prima ma evidentemente questa notte voleva dominare. Beh, qualunque cosa andava bene se poteva passare del tempo con lui. Sapeva che doveva quasi ignorarla in pubblico nonostante i sentimenti di vero amore che le dichiarava. Quindi a malapena parlavano a parte per le tresche segrete nella sua camera o a volte nel bagno.

    Decidendo di prenderla in parola, Parker spinse istantaneamente. Hmmm. Non bagnata quanto avrebbe voluto ma andava bene. Chiuse gli occhi di nuovo pompando avanti e indietro, entrando e uscendo. Nella sua mente i fianchi che teneva erano di una piccola bionda, come il canale stretto attorno a se, e le cosce premute contro le sue. Dimenticando il piacere di Kathy la montò senza ritegno, immaginando tutte le cose che poteva fare a Buffy e che poteva farle fare quando finalmente l'avrebbe avuta dove voleva. Era troppa stimolazione e venne forte, pompando nel corpo sotto di lui.

    Pochi secondi più tardi era uscito e si era alzato, rimettendosi i vestiti. Non le aveva dato un bacio di addio e non si era nemmeno voltato.

    “E' stata la scopata più bella della mia vita, Kath” disse andandosene.

    Kathy si sedette, insoddisfatta. Tristemente, non poteva concordare con lui. E da quando era diventato 'scopare'? Era sempre stato fare l'amore.

    Si stese sul letto. Qualcosa era cambiato, ma non sapeva cosa. Lo avrebbe scoperto.




    Capitolo 11

    Spike era rimasto in piedi fuori dalla camera da letto di Buffy per diversi minuti prima di prendere coraggio e bussare. Decise che il modo migliore di affrontare le cose era parlarle immediatamente il mattino dopo, spiegare che non voleva farle del male, e cercare di superarlo. Se aspettava che si incontrassero casualmente sarebbe stato imbarazzante per tutti. Erano solo le otto del mattino ora, e visto che era Domenica la colazione non c'era prima delle nove e trenta, gli dava il tempo di chiedere perdono con l'adeguata privacy.

    Quando lei non rispose aprì lentamente la porta ed entrò, sorridendo quando la vide seduta sul letto ad ascoltare lo stereo con le cuffie che Parker le aveva comprato. Quando finalmente lo notò il suo viso divenne rosso per l'imbarazzo di essere stata scoperta.

    Quardando allarmata disse “C-cosa ci fai qui?”

    Spike alzò entrambe le mani in segno di resa “Non preoccuparti piccola. Non mi avvicino più di così, okay? Non vengo vicino a te”

    Buffy guardò in basso sul letto giocherellando con un lembo delle lenzuola “Non ho una malattia, lo sai” sussurrò triste.

    Spike aggrottò la fronte “Non sono sicuro di aver capito il punto, amore”

    Buffy alzò lo sguardo con più fuoco negli occhi di quanto gliene avesse mai visto, e per una volta la sua voce uscì forte e chiara. “Ho detto che non ho una malattia. Mi dispiace per stamattina e giuro che non succederà più, ma non devi essere così cattivo”

    “C-cattivo? Buffy non cerco di essere cattivo. Stavo venendo a scusarmi, passerotto” disse sinceramente.

    “Huh?” ora era il suo turno di essere confusa.

    Spike guardò timidamente a terra “So che sono l'unico a cui hai parlato di quel tipo, e non voglio che pensi che sono una persona del genere anch'io, piccola. Non volevo approfittarmi di te questa mattina”

    “No, tu... voglio dire... non avrei dovuto essere nella tua stanza” ammise

    “Um, in effetti amore, come mai c'eri?”

    “Ho avuto un incubo e avevo molta paura, così sono venuta da te per parlare ma dormivi... e so che è sbagliato ma volevo solo sentirmi al sicuro” recitò, dopo essersi ripetuta quella scusa nella mente mille volte.

    Spike non sembrò notarlo “Vedi! È per questo che mi dispiace, passerotto. Adoro che tu ti senta al sicuro con me e non volevo fare nulla che lo portasse via. Ho solo bisogno che tu sappia che non ti farei mai del male, okay?”

    Lei annuì ma lui stava ancora continuando.

    “E so che non vuoi avere a che fare con un altro ragazzo che ti vuole, e ovviamente non volevi baciarmi quindi mi dispaice di averlo fatto, ma posso controllarmi Buffy. Non sono come lui. Non mi approfitterò di te”

    Buffy strabuzzò gli occhi “Tu... mi vuoi?” chiese in una voce non più forte di un sussurro.

    Spike abbassò la testa “Mi dispiace se questo ti mette a disagio, passerotto, ma come ho detto non farei niente per farti male. È solo... stamattina non ero preparato, tutto qui”

    “Perchè allora eri così terrorizzato di vedermi quando ti sei svegliato?” chiese.

    “Non ero terrorizzato da te, gattina. Solo per me, per quello che stavo facendo. Come ho detto, non ti serve un altro ragazzo nel tuo caso”

    Buffy si sedette pensando per un momento. Spike la voleva? Era quasi troppo bello per essere vero. Eccetto che lui pensava che lei non lo volesse, piccolo problema. Come poteva dirgli che era un errore? Non poteva semplicemente dire 'Anche io ti voglio' o cose del genere. Sarebbe svenuta o andata in autocombustione immediatamente. Ma voleva più di quei baci. Quei baci erano degni dello sforzo.

    “Um... e se io lo volessi un altro ragazzo nel mio caso?” chiese piano.

    La guardò confuso e lei comprese cos'aveva detto.

    “Non nel senso come nel mio caso” cercò di chiarire “Molto lontano dal mio caso, questo caso è già abbastanza complicato”

    Spike ora la guardava come se fosse matta “Ti senti bene, piccola?”

    Buffy sospirò frustrata. Baciami adesso! “Si, um, sto bene. Sto solo cercando di dire... non preoccuparti... di quello di cui ti stavi preoccupando... non mi è dispiaciuto”

    Spike sorrise “Grazie, piccola, lo apprezzo. Mai più molestie non volute” si voltò andando alla porta, e raggiungendo la maniglia.

    “Spike!” sbottò lei.

    Voltandosi sorpreso per il suo tono disperato, disse “Si?”

    Lei disse qualcosa di impercettibile.

    “Cos'hai detto, gattina? Non ti ho sentito”

    “Non sono non volute” mormorò

    “Huh?”

    “Le... 'molestie'” sussurrò “Non sono non volute”

    Fece qualche passo verso di lei, con gli occhi leggermente spalancati “Non sono non volute... quindi sono... volute?”

    Buffy annuì, guardandolo avvicinarsi al letto.

    “Dillo”

    “Io... non capisco” disse.

    Si sedette accanto a lei sul letto, alzando una mano per toglierle una ciocca di capelli dorati dal viso. Dio, quegli occhi. Quegli occhi lo catturavano ogni momento. Vedeva ogni emozione che sentiva. L'agitazione, la paura, l'eccitazione. Quegli occhi lo guardavano attentamente. Sedeva proprio accanto a lei, le loro ginocchia si toccavano, e a lei non dispiaceva. Trovò la fiducia che cercava in quegli occhi.

    “Vedi piccola. Non dire 'no', non è la stessa cosa che dire 'si'. Ho bisogno di sentire che dici che lo vuoi prima che succeda. Quando ti bacio” si sporse, con voce più bassa “E io voglio baciarti, Buffy,” si spostò di nuovo “Voglio sapere che è qualcosa che vuoi e non solo una cosa che puoi sopportare”

    Il visò di Buffy andò in fiamme. Voleva che lei lo dicesse ad alta voce? Non sapeva quanto era già difficile per lei essere riuscita a dire quelle parole prima? Ma almeno non doveva preoccuparsi di essere rifiutata, perché aveva appena ammesso di volerla baciare. Quindi... di cosa doveva preoccuparsi?

    “Io... voglio che mi... baci” mormorò

    Spike si alzò immediatamente, facendola allarmare “Dove - dove vai?”

    Lui sorrise mentre chiudeva la porta e tornava verso il letto “Amore, abbiamo poco più di un ora prima di colazione e intendo spendere ogni secondo a baciarti. Senza interruzioni, e senza dolori al collo che è quello che succederebbe se stiamo seduti qui” spiegò mentre si sedeva contro la testiera del letto, le sue lunghe gambe stese sul letto di fronte a lui.

    “Oh. Um, quindi dove mi siedo?”

    “Vieni su accanto a me, piccola” la istruì.

    Si avvicinò a lui curiosa, non aveva lasciato spazio per sedersi accanto a lui. Ma appena arrivata a distanza di braccio Spike si sporse e se la mise sul grembo, ridendo al suo sussultò di sorpresa. Le braccia di lei uscirono ad allacciarsi alle sue spalle mentre entrambe le sue gambe uscivano dal bordo del letto. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e lui le teneva fermamente in vita.

    “Siedi su di me, gattina” fece le fusa. Buffy sospirò alla vista dei suoi occhi in tempesta, il modo in cui la stava guardando, così intenso da farle sentire le farfalle nello stomaco, come una pressione che iniziava a costruirsi.

    “Sono... troppo pesante?” chiese lei quasi senza rendersene conto.

    Si sporse e sussurrò “Sei perfetta” e poi sentì le labbra di lui sulle proprie. Anche solo una carezza così lieve la faceva tremare di desiderio e delle scariche di elettricità rimpiazzarono la sensazione nel suo scomaco.

    Alla fine premette le labbra più forte, tenendola fermamente contro il proprio corpo perché il suo seno fosse premuto contro il suo torace. Buffy si sciolse nella sua bocca, aprendo la propria per far entrare la sua lingua. Le loro labbra si mossero insieme furiosamente, provocando, assaggiando, finchè non ebbero bisogno di respirare e Buffy si spostò. Spike le tracciò immediatamente una scia di baci lungo la sua mascella, il suo collo, trovando facilmente il battito del suo cuore sotto la pelle. Leccò e succhiò quella zona pulsante, sentendo i respiri affannati dalle sue labbra accanto al proprio orecchio, interrotti da lievi gemiti che lo eccitavano più di quanto avesse potuto immaginare.

    Poi Spike notò che lei si stava spostando sul suo grembo come se cercasse di trovare una posizione più confortevole. Si spostò per guardarla, gemendo alla vista delle sue guance arrossate “Non sei comoda, gattina?” le chiese grave, disperato al bisogno di riavere la sua meravigliosa bocca.

    Buffy scosse la testa “La fibbia della tua cintura mi fa male alla gamba” spiegò senza respiro.

    Spike gemette mentre lei senza rendersene conto si sfregava sulla sua erezione “Non ho una cintura, piccola, ho i pantaloni del pigiama addosso” disse, sperando che lei capisse. Non sapeva come dirle quanto lo eccitava.

    “Beh, qualcosa è” disse quasi irritata, allungando una mano per spostarlo. Buffy lo guardò quando lui sussultò vistosamente, appoggiando la testa al muro con gli occhi chiusi quando la piccola mano di lei afferrò il suo membro duro come roccia attraverso i pantaloni. Buffy abbassò gli occhi e quando vide cosa stava toccando tolse immediatamente la mano, arrossendo ancora di più di quanto già non fosse.

    “M-mi dispiace!” gridò, sentendosi mortificata. Finalmente lui alzò la testa e la guardò di nuovo, sorridendole.

    “Non preoccuparti, piccola. È solo perché stare intorno a te mi eccita, tutto qui” spiegò.

    “Oh” disse piano, maledicendosi per la propria stupidità.

    “Hey, hey” le disse rassicurante “Non c'è niente di male. Non chiederei niente di più che stare semplicemente qui con la mia ragazza, okay?”

    Un leggero sorriso le solcò il colto “Sono... la tua ragazza?”

    Lui sorrise speranzoso “Vuoi esserlo?”

    Lei annuì silenziosamente.

    Sporgendosi sfregò le labbra contro le sue “Allora lo sei” diss,e baciandola di nuovo.

    Arrivarono a colazione con un ritardo di venti minuti quel giorno.




    Capitolo 12

    Angel si trascinò oltre la porta principale quella domenica pomeriggio, sbattendo la porta dietro di se. Saltò per il rumore che aveva provocato aspettandosi di sentire Melissa che gli urlava di non sbattere le porte, ma non arrivò quindi ovviamente non era in casa. Decidendo di aver bisogno di zuccheri dopo il lungo pomeriggio di allenamento a basket, entrò in cucina attraverso il salotto.

    “Hey ragazzi” disse a Buffy e Spike che sedevano ai lati opposti del divano, che apparentemente guardavano la tv senza audio. Stava per chiedere perché non avevano acceso il volume quando Buffy parlò.

    “Ciao Angel!” squittì “Com'è andato l'allenamento? Hai segnato? Sembri stanco, huh? Vuoi qualcosa da bere? Non c'è nessuno a casa adesso ma Melissa ha chiamato per dire che la cena è pronta alle sei e Parker torna da LA a quell'ora” balbettò frenetica.

    Angel la guardò un momento. Si comportava come una bambina appena colta a rubare dal barattolo dei biscotti. Il suo volto era arrossato, aveva i capelli disastrati. Guardò Spike che stava appoggiato pigramente contro i cuscini, sorridando in qualche modo e guardandolo allo stesso tempo. Angel era un po' confuso da questo comportamento, ma quando guardò il pavimento davanti a se tutto divenne chiaro. Quasi scoppiò a ridere, lo avrebbe visto a un miglio di distanza.

    “Tranquilla Buffy, mi prendo da bere da solo” rispose, iniziando ad andare verso la cucina “Grazie per l'offerta però”

    Si fermò sulla soglia e la guardò di nuovo.

    “A proposito Buff, il tuo reggiseno è sul tappeto” disse perfettamente calmo, e quasi morì dal ridere per lo sguardò terrorizzato sul suo viso mentre andava in cucina.

    Spike colse la stessa ilarità di Angel, ma sapeva che se voleva sperimentare di nuovo l'incanto che gli era appena stato concesso, ridere non era una buona idea.

    ***

    Trenta minuti prima.

    “Oh Dio... Spike... proprio lì... ti prego si... ohh è bellissimo” gemette Buffy, appoggiando la testa sul bracciolo del divano in estasi.

    Spike alzò gli occhi da dove le stava massaggiando i piedi, mentre la sua erezione cresceva alla sua vista e ai suoni che emetteva. Era sdraiata sul divano bianco crema, i suoi capelli biondi sparsi intorno alla testa. Guardò le sue mani stringersi a pugno e rilasciarsi ritmicamente ai lati della sua maglietta. A volte quando sfregava un punto particolarmente sensibile i suoi fianchi si arcuavano dal divano. Lo stava facendo arrapare come l'inferno.

    Quello che lo eccitava ancora di più è che lei non aveva idea di cosa gli stava facendo, e se questa era la sua reazione a un semplice massaggio ai piedi non poteva aspettare di darle un orgasmo. Era squisitamente naturale, selvaggia e senza limiti. La sua completa inesperienza le dava una risposta istintiva appassionata e feroce.

    Guardò il suo piccolo piede tenuto amabilmente tra le sue mani. Era abbronzato come il resto di lei, e aveva dipinto le unghie di rosa pallido. Le stava perfettamente. Dolce, femminile e adorabile. Passò le dita sotto l'arco, deliziato dei suoi sospiri.

    Guardandola con una scintilla maliziosa nei suoi occhi, che lei non notò perché i suoi erano fermamente chiusi, le alzò un piede succhiandole il pollice in bocca.

    Buffy spalancò gli occhi e cercò di togliere il piede ma lui lo teneva stretto.

    “Spike! Non farlo... è il mio piede?” si alzò orripilata.

    “Lo so, gattina, ed è delizioso” rispose, baciandone la punta.

    “Ma è sporco!” esclamò.

    Spike roteò gli occhi “Buffy, ti sei fatta il bagno cinque minuti fa o sbaglio?”

    “Um... si?”

    “Quindi è perfettamente pulito” la rassicurò, muovendosi per baciarlo di nuovo. Lei continuò a guardarlo, mentre il suo corpo si tendeva. Si in effetti aveva fatto un bagno di venti minuti, ma aveva camminato dal bagno a qui, giusto? Poteva esserci dello sporco sul tappeto. Ovviamente non lo avrebbe mai detto a Melissa, che pagava migliaia di dollari per tenere il tappeto perfettamente pulito.

    Notò la sua ansia e sospirò “Buffy, ti fidi di me?”

    Buffy ricordò l'ultima volta in cui qualcuno gliel'aveva chiesto. Era stato Parker, proprio prima di baciarla per la prima volta. E lei si era fidata di lui, e gli aveva detto di fidarsi. Cosa che le aveva portato più lacrime di quante potesse ricordare. E nonostante la sua recente dichiarazione d'amore sapeva che in qualche modo si approfittava diq uella fiducia, non importa quanto lo negasse. Non l'aveva più effettivamente visto da quando le aveva detto di amarla, quando lei e Spike erano finalmente scesi Melissa li aveva informati che era stato chiamato a LA per lavoro. Buffy era lieta di poter rubare i baci di Spike senza Parker nei dintorni a farla sentire in colpa.

    Il che portava alla conclusione che no, Spike non era Parker, e doveva ancora darle una ragione per non fidarsi di lei. Solo perché con Parker la fiducia non era funzionata non significava che Spike avrebbe fatto qualcosa per farle male, no?

    Lo guardò negli occhi e finalmente sussurrò “Sempre” prima di appoggiare di nuovo la testa e lasciargli fare quello che desiderava.

    Spike prese la sua risposta per quello che era, una conferma della fiducia che aveva in lui, la maggior parte della quale non aveva nulla a che fare col massaggio ai piedi. Gli scaldava il cuore più di quanto potesse immaginare.

    Sorridendo quando lei rilassò il piede, si sporse e le tracciò una scia di baci dal tallone alla punta. Baciò ogni dito e poi ne succhiò ognuno in bocca a turno, rotolando la lingua nei soffici polpastrelli.

    Buffy stava già ansimando quando si mosse verso l'altro piede, incredula della propria risposta. Era il suo piede a farla gemere così! Perché il suo corpo tremava come se fosse sotto elettroshock? Perché sentiva i capezzoli premere contro la propria camicetta? Era il suo piede, dannazione!

    Ma oh... non era più il suo piede. Spike le stava premendo dei baci sulle caviglie... sui polpacci... dietro le ginocchia facendola sospirare... le cosce facendola sussultare. Ripetè la stessa cosa sull'altra gamba finchè lei non fu completamente rilassata sul divano.

    Spike guardò i sospiri della sua ragazza persa in estasi quando raggiunse la seconda coscia. Per quello che vedeva le piaceva cosa stava facendo, sapeva che non era ancora pronta perché lui le leccasse il suo centro con la lingua. In effetti, probabilmente non era pronta per nulla per cui fosse necessario toglierle le mutandine. Erano insieme solo da quanto, otto ore? E anche se sembrava più tempo, considerando le energie che aveva speso a volerla, era troppo presto.

    Un'altra ragazza forse, ma non Buffy. Per qualche motivo odiava il pensiero che la sua virtù venisse corrotta, la sua adorabile innocenza che veniva presa via. Sapeva che era sbagliato che la mettesse su un piedistallo, ma era difficile non farlo quando sentiva che non era semplicemente superiore a qualunque altra ragazza, ma anche a lui stesso. Il suono dei suoi gemiti lo riportò al presente, facendogli comprendere che quando finalmente avrebbero fatto l'amore, lei non sarebbe stata corrotta da questo. Sarebbe rimasta pura e deliziosamente dolce com'era ora, con la consapevolezza però di come sarebbe stato stare con qualcuno che l'amava. Perché anche se non era mai stato così disperato dal desiderio di stare con qualcuno quanto lo era con Buffy, sapeva di non poterlo fare prima di dirle che l'amava. Lo meritava.

    Le rimise la gonna sulle cosce dalle quali si era alzata e si mosse sul di lei fino a poterle catturare le labbra, baciandola profondamente con tutta la passione che poteva mostrarle, lasciandole capire con le azioni se non con le parole cosa sentiva. Lei rispose sfregando la sua lingua sulla sua, allacciando le gambe attorno alla sua vita.

    Qualche momento più tardi, Spike si staccò, appoggiandosi sui gomiti ai lati delle sue spalle perché il suo corpo non le pesasse, e guardandola.

    “Sei adorabile” mormorò, guardando il timido sorriso che le solcò il volto.

    “Sei adorabile anche tu” sussurrò Buffy, arrossendo quando lui ghignò.

    “In modo virile, spero, amore?” la prese in giro, baciandole la tenera guancia.

    “Mmmhmm” sospirò.

    Spike la stava ancora guardando nei suoi pensieri, quando lei lo scosse a morte. Le mani di lei si mossero lentamente fino a sopra il primo bottone della sua camicetta. Mordendosi il labbro inferiore, ma con uno sguardo determinato, lo aprì, aspettando di vedere cos'avrebbe fatto.

    Vide lussuria mista ad ansia nei suoi occhi e le sorrise rassicurante. Abbassandosi, le appoggiò la bocca semi aperta dove il bottone prima era allacciato. Lei slacciò lentamente il secondo, guardando mentre lui ancora baciava lentamente la sua pelle.

    Ripeterono questo lento processo per tutti i dodici bottoni finchè Buffy rimase sotto di lui con addosso solo un reggiseno rosa pallido, la camicetta completamente aperta. Alzò le braccia sopra la testa, ancora in orizzontale sul divano, e lui le afferrò lievemente la vita, alzando le mani e portando la stoffa con se fino a sfilargliela completamente e lasciarla a terra.

    Tutti i loro movimenti erano incredibilmente tranquilli, senza fretta, il silenzio era intenso e caricava in modo erotico l'atmosfera. Era come se si muovessero al rallentatore, senza perdersi una singola sensazione. Nessuno di oggi pensò neanche per un attimo che poteva arrivare qualcuno in ogni momento, il mondo che conoscevano non esisteva ora oltre ai loro corpi e alla superficie in cui erano sdraiati.

    Spike si prese qualche momento per guardare l'immagine che Buffy creava svestita. Il suo morbido, piatto stomaco con il suo bellissimo ombelico. I suoi seno pieno che riempiva il reggiseno, i capezzoli turgidi che imploravano attenzione. Le accarezzò una guancia dolcemente e lei si sporse per sentire le sue dolci labbra.

    “Toglimelo” chiese dolcemente, arcuandosi perché lui potesse raggiungerle la schiena con le mani e slacciarle il reggiseno. Quando ritornò sul divano Spike glielo fece scivolare dalle braccia, gettandolo sul pavimento accanto al divano. Come sospettava il suo coraggio se ne andò immediatamente e si portò le mani a coprire il seno prima che lui potesse a malapena vederlo.

    Non volendo spaventarla si abbassò di qualche centimetro e le baciò lo stomaco, attorno all'ombelico. Leccò e mordicchiò leggermente, succhiando e strofinando, poi spinse la lingua dentro l'ombelico, deliziato dai suoi gemiti. Si alzò di nuovo, baciandole le mani come se le stesse baciando il seno. Lei comprese il suo gesto gentile, l'accettazione della sua timidezza, e rispose togliendo coraggiosamente le mani.

    Spike continuò semplicemente a baciare il suo seno destro come se fosse rimasto esposto per tutto il tempo, leccandole il sotto fino al capezzolo dove tracciò tutta l'areola con la lingua. Si premette sul nocciolo duro, prima di succhiarlo immediatamente nella bocca, facendola gemere forte.

    Buffy stava gettando freneticamente la testa da una parte all'altra, aveva bisogno di qualcosa ma non aveva idea di cosa. Le stesse scintille che prima sentiva alle gambe ora le sentiva nel petto. Mentre le succhiava un capezzolo strizzando i nervi sensibili. Bramava la sua bocca, voleva averla ovunque nel suo corpo, aveva bisogno che fermasse il dolore. Quasi iniziò a singhiozzare quando si staccò per attaccarsi all'altro seno.

    “S-Spike, ti prego!” gridò disperatamente, senza nemmeno sapere che cosa stava chiedendo.

    Spike spinse la prorpia erezione contro il monte di Buffy esattamente nel punto giusto. Le succhiò duramente il capezzolo di nuovo e le strizzò le sensibili terminazioni nervose, spingendo simultaneamente i fianchi perché la sua erezione spingesse contro il suo clitoride potentemente. Esplose esattamente come lui sperava che facesse, gettò indietro la testa e gridò nel suo orgasmo, tenendogli violentemente i capelli.

    Collassando su di lei, Spike aspettò diversi momenti mentre lei ansimava prima di parlare di nuovo. Gli occhi di lei si aprirono lentamente guardandolo.

    “Quello... incredibile... non ho mai sentito...” mormorò incomprensibilmente.

    Le sorrise “Sei stata fantastica” le disse.

    Buffy chiuse gli occhi, aveva bisogno di riposare qualche momento, e Spike le appoggiò la testa contro il collo, baciandola. I loro respiri tornarono ad avere un ritmo normale, solo per essere interrotti dal rumore della porta principale che sbatteva.

    Saltarono immediatamente, Spike si spostò in fondo al divano e Buffy si rimise la camicia.


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    Capitolo 13

    Spike si appoggiò si appoggiò contro la testiera del letto di Buffy, osservandola mentre si preparava per la cena. Era sul serio inconscia delle cose che faceva, aprendo le labbra leggermente per mettersi il lucida labbra e poi le stringeva insieme, bilanciarsi su un piede mentre faceva scivolare il tacco alto nell'altro, arrossire timidamente quando lo scopriva a guardarla, cioè ogni minuto. Si stava innamorando di lei.

    Perché altro poteva sentire quell'ondata di affetto semplicemente guardandola fare cose ordinarie? Perché sentiva una tale scarica di energia solo guardandola negli occhi? Era costantemente nella sua testa, già prima che ammettesse di volerlo anche lei. Sarebbe stato impossibile ora smettere di pensare a lei anche solo per un secondo.

    Guardandola infilare una gonna rossa di seta che le arrivava ai polpacci e una camicetta nera, Spike aggrottò la fronte.

    “Perchè non ti metti semplicemente dei jeans per cena, tesoro? Non devi conciarti così tutte le volte, sai” disse, non aspettandosi lo sguardo che gli lanciò.

    “Non ti ho detto che Melissa sceglie tutti i miei vestiti?” chiese irata.

    Lui annuì, confuso “Uh, si hai detto che li sceglie... ma ti avrà preso anche qualcosa di casual, giusto?”

    “Ma mi dice che vuole cosa vuole che indosso ogni giorno, quindi non ho realmente scelta” spiegò “Non mi vestirei in modo così formale a cena se ne avessi”

    Aspetto la risposta di Spike mentre applicava del mascara come Melissa le aveva mostrato, ma si voltò quando lui non disse niente. Sedeva, guardandola ocn un espressione illeggibile. “Lei... ti dice esattamente cosa vuole che indossi ogni giorno?” chiese incredulo.

    Buffy annuì, sentendosi improvvisamente a disagio. Perché la guardava come se fosse pazza? Come gli aveva detto, non aveva scelta. Era casa di Melissa, i soldi di Melissa e quindi le scelte di Melissa. Poteva sopportarlo se questo le dava un futuro.

    “Non sei costretta a fare quello che dice, tesoro” le disse dolcemente quando comprese quanto la discussione iniziasse a stressarla.

    Buffy sospirò, tornando al trucco “Si invece, Spike. Tu hai diciannove anni, e sei qui da tanto. Puoi fare cose che io non posso, perché se gli Abrams non mi vogliono più devo tornare in orfanatrofio, okay? So che puoi pensare che sia sciocco ma è meglio se cerco di compiacerli. Non è tanto da chiedere, infondo”

    Spike scosse la testa tristemente, guardando il suo smalto da unghie nero. Perhcè sembrava che tutti quelli che venivano a contatto con Buffy volessero sempre qualcosa da lei, fregandosene di cosa questo significasse per la sua vita? Viveva con Melissa da anni ormai e sapeva che le piaceva che tutto fosse perfetto, che l'apparenza era la cosa più importante. Buffy sembrava la figlia perfetta per lei. Un ingenua, bellissima ragazzina che indossava e faceva tutto quello che diceva Melissa.

    Anche lui era nella categoria di persone che voleva qualcosa da Buffy, eccetto che non voleva solo le briciole, la voleva tutta quanta. Lo preoccupava che lei potesse sentirsi pressata dal suo bisogno di lei, ma non era come gli altri. Come Buffy si sentiva era davvero importante per lui. Più di ogni altra cosa voleva che lei fosse felice, e dopo l'infanzia che aveva avuto sapeva che la meritava. Credeva che con tutto il suo cuore potesse essere lui a portarla alla felicità, confortarla quando piangeva e ridere con lei nei momenti belli. Ma se lei gli diceva di non poter essere felice con lui, allora l'avrebbe lasciata stare. Gli si sarebbe spezzato il cuore, ma lo avrebbe fatto.

    Si alzò e si mise in piedi dietro di lei mentre era seduta al suo specchio del trucco. Lei lo guardò, con espressione ansiosa. Baciandole i capelli, le mise le mani sulle spalle iniziando a massaggiarle dolcemente, esercitando più pressione quando lei abbasso la testa gemendo per la sensazione.

    “Buffy, qualunque cosa ti faccia sentire bene falla. Se concorda con quello che vuole Melissa, allora va bene. Dico solo che non ti manderanno via se decidi di prendere delle decisioni da sola. Parker e Melissa possono essere un po' strani, ma non sono cattivi”

    Si sporse, le accarezzo il torace, il seno e lo stomaco. Baciandole il collo, strofinandolo e succhiandolo mentre lei si appoggiava a lui. “Grazie, Spike. Mi rende felice sapere che tu sei qui a sostenermi, e non vuoi farmi sentire a disagio” disse contenta.

    Lui annuì contro la sua pelle, poi aggrottò la fronte “Eccetto che voglio ancora sapere chi è l'idiota che ha toccato la mia ragazza” ruggì.

    Buffy si tese nel suo abbraccio “Spike, quando te lo dirò, e lo farò giuro, solo non ora... quando te lo dirò, promettimi che non farai niente? Ti prego, se mi dici che non lo farai ti credo. Mi fido di te”

    Spike sospirò “Buffy, non è giusto-”

    “Lo so!” lo interruppe “Ma sono con te ora, e lui non mi toccherà di nuovo. Ho solo bisogno di sapere che non importa quanto di arrabbierai quando te lo dirò, non farai niente. Voglio dire, non ti confronterai con lui, niente violenza, niente. Ti prego?” lo implorò.

    Ci pensò un momento, anche se la sua decisione era già stata fatta. Per quanto volesse distruggerlo, la fiducia che Buffy aveva in lui era più importante. Non riusciva a sostenere l'idea di deluderla.

    “Okay, gattina. Prometto di non fare niente. Ma dimmelo presto”

    “Mi serve solo un altro po' per sistemare le cose, e poi te lo dirò, okay? Promesso”

    ***

    Angel sorrise ai due biondi sorridenti alle parti opposti del tavolo a cena, cercando disperatamente di non ridere per gli sguardi che si lanciavano. Era realmente felice per loro. Certo, anche lui era stato attratto da Buffy quando era arrivata, ma era troppo innocente per lui. Aveva bisogno di donne con esperienza, quelle che non impazzivano il mattino dopo quando diceva che era stato bello ma non voleva una relazione. Buffy era il genere di ragazza che si innamorava, non da una notte. Era certo che probabilmente non era mai stata con nessuno.

    Fortunatamente per entrambi, Melissa non notò niente. Parlava dei nuovi vestiti che aveva visto in un catalogo e che su Buffy sarebbero stati perfettamente. La mente di Kathy era altrove, guardava il piatto. In questi giorni era giù di morale, nessuno sapeva perché e lei continuava a dire che andava tutto bene.

    Angel sentì la porta e interruppe Melissa “Parker è a casa” isse.

    Parker arrivò dritto in sala da pranzo, appoggiando la sua valigetta sulla soglia e togliendosi il cappotto. Stava per lanciarlo su di essa quando Melissa tossicchiò e lui capì e lo mise su una sedia. Sedendosi, si guardò intorno gioviale “Com'è andata oggi? Scusate se ho fatto tardi, il traffico era infernale”

    Spike, che si scambiava un sorriso segreto con Buffy mentre i loro piedi si sfregavano sotto la tavola, si voltò verso di lui.

    “Una bellissima gior-” si fermò di colpo, guardando Parker. Tutti guardarono curiosamente il biondo che era immobile, con la bocca leggermente aperta. Buffy guardò lui, poi Parker, poi di nuovo lui. E improvvisamente comprese. Parker aveva ancora l'occhio nero da quando lo aveva colpito venerdì e Spike non lo vedeva da allora.

    Oh Dio, lei gli aveva detto di aver colpito l'uomo, Parker aveva un occhio nero, Spike avrebbe fatto qualcosa. Oh no oh no oh no oh no! Buffy era visibilmente nel panico, anche se nessuno lo aveva notato perché stavano ancora guardando Spike.

    Spike stava effettivamente per fare qualcosa di folle, stava per uccidere quel figlio di puttana. Come poteva Buffy non avergli detto che l'uomo che l'aveva molestata viveva nella loro casa ventiquattr'ore al giorno, sette giorni ogni fottuta settimana? Era folle.

    La guardò mentre era pronto a gridare a Parker e si fermò quando vide la sua espressione. Lei sapeva cosa stava pensando, e si aspettava che rompesse la promessa che le aveva fatto. Le si stavano formando delle lacrime all'angolo degli occhi e si mordeva freneticamente il labbro. Guardò Parker che continuava a fissarlo senza capire, e poi di nuovo Buffy. Non poteva farlo. Non poteva distruggere la sua fiducia. Aveva bisogno che lui fosse la persona nella sua vita che faceva quello che era meglio per lei, e se quello era ciò che voleva non importava cosa pensava lui.

    “Sei tra noi Spike?” chiese Angel sarcastico

    “Ti senti bene, William?” chiese Melissa nello stesso tempo.

    Lui annuì lentamente “Si... ho solo mangiato qualcosa... non so mi sento un po' male. Mi perderò la cena stasera” disse rigidamente, guardando di nuovo Buffy mentre si alzava. Anche se sentiva l'urgenza di colpire Parker in faccia, ma l'espressione sollevata di Buffy e il cenno di gratitudine lo calmarono. Aveva ancora lei, ed era quella la cosa importante.

    Andando verso la porta, vide Parker nervoso. Qualcosa non andava con Spike ma non capiva cosa, e lo sguardo omicida che gli aveva lanciato non era stato molto confortante.

    Per una volta non le importavano i pensieri di melissa, Buffy saltò dalla sedia e corse alla porta dicendo “Credo di aver mangiato qualcosa di sbagliato anche io”

    Melissa alzò il piatto annusandolo. Angel roteò gli occhi.




    Capitolo 14

    Buffy arrivò in camera di Spike un secondo dopo di lui, ansimando per la corsa. Rimase sulla soglia, guardandolo mentre camminava avanti e indietro accanto al letto e poi calciandolo in un attimo di rabbia. La guardò furioso.

    “A Cosa diavolo stavi pensando?” le gridò. La sua furia era incrementata dieci volte appena raggiunta la stanza.

    Buffy fece un passo indietro sorpresa dalla sua voce, sentendosi improvvisamente molto nervosa. Sapeva che Spike non le avrebbe mai fatto fisicamente male ma ora le ricordava un toro che aveva visto il rosso. “Avevo... s-solo bisogno di un po' di tempo per-”

    “Per cosa?” la interruppe furente, passandosi una mano tra i capelli “Per lasciare che quello stronzo tentasse qualcos'altro? Vivi nella sua stesa fottuta casa, Buffy! Ma quanto sei stupida?!”

    Buffy si morse il labbro “Non chiamarmi così” sussurrò.

    Scuotendo la testa, Spike sospirò “Non intendevo che sei stupida, Buffy. Ma perché diavolo non mi hai detto che era Parker, huh?”

    “Mi hai detto che potevo avere del tempo, mi hai detto che non dovevo dirtelo subito” gli ricordò miserabilmente. Spike dovette fermarsi dall'andare a confortarla, si era avvolta nelle braccia guardando il pavimento. Ma sul serio, come aveva potuto fare qualcosa di così stupido? Avrebbe dovuto dirglielo, Parker poteva essere a casa da solo con lei e avere il tempo e chi lo sapeva quanto fosse malato?

    “E' perché non sapevo che fosse qualcuno che aveva accesso a te quando voleva! Non hai la chiave per la porta della tua camera, Buffy, cos'avresti fatto quando avesse deciso di venirti a trovare alle due del mattino, huh?” Improvvisamente sussultò, e lei lo guardò allarmata “Quella notte... quella notte che sono tornato a casa prima e ti ho trovato nel mio letto. Lui era nella tua camera, vero? Tu non ti sentivi sola, dovevi scappare da lui, giusto?”

    Buffy tornò a guardare a terra, le lacrime ormai le solcavano il viso

    “Rispondimi!” gridò.

    Lei saltò un po spaventata “Si!”

    Lui annuì “E' per questo che l'hai colpito in faccia. Ti ha attaccata e dovevi andartene. E la scorsa notte? Perché sei tornata? Era nella tua camera di nuovo?”

    Scuotendo la testa, sussurrò “No. Io... avevo solo paura”

    Spike stava ancora respirando duramente, anche se la sua rabbia si era finalmente calmata in qualche modo. Si avvicinò a Buffy e le mise una mano sulla spalla, aggrottando la fronte quando lei saltò via. “Buffy?”

    Lei lo guardò terrorizzata “Non toccarmi! Non puoi urlarmi contro così e poi fare finta di niente”

    Stava tremando per lo shock e il dolore. Come poteva una persona che l'aveva trattata così dolcemente gridarle in quel modo? Una persona che l'aveva baciata, e toccata intimamente, e che l'aveva vista semi nuda? Come poteva improvvisamente trattarla in quel modo? Non lo aveva mai visto così e le faceva paura. “No, Buffy, non sto facendo finta di niente, ma-”

    “Sta lontano da me” sbottò “Ti odio!”

    Mentre gli occhi di Spike si spalancavano per il dolore, lei si voltò e corse in camera sua, sbattendo la porta dietro di se.

    Per quanto fosse arrabbiata con lui per averle urlato in quel modo, Buffy era anche arrabbiata con se stessa. Spike aveva ragione, quanto era stata stupida a pensare di poter aver a che fare con Parker da sola! Le parole di Spike le avevano fatto ricordare quanto si era spaventata per il suo attacco, e se non fosse riuscita a uscire? Come poteva esserselo dimenticata solo perché le aveva detto di amarla? Aveva davvero tutto quel bisogno di amore, di affetto? E ora Spike era furioso con lei. C'era un dolore nel suo torace che non aveva mai sperimentato, e neanche arricciarsi sul letto in posizione fetale lo mandava via. Voleva tornare a scusarsi, chiedergli di perdonarla, ma non sapeva come.

    La decisione fu presa quando sentì la sua voce venire da accanto il suo letto.

    “Buffy?”

    Si voltò per guardarlo, ancora tenendosi il cuscino al torace. Il cuore di Spike tremò di dolore quando le vide gli occhi rossi. Senza pensare si sedette accanto a lei e sfregò via le lacrime col pollice.

    “Ti prego non piangere, dolcezza” la implorò “Mi uccide vederti così. Ed è tutta colpa mia, mi dispiace aver gridato.”

    Lei annuì “Mi hai... davvero spaventata” sussurrò “E quello che hai detto faceva male”

    Spike sospirò tristemente, cercando di pensare a come spiegarsi “Io non sono arrabbiato con te, anche se può esserti sembrato così. È solo... il pensiero che lui sia qui nella stessa casa, e che potrebbe farti male... mi fa impazzire, Buffy. Se ti accadesse qualcosa non saprei cosa fare. Sono furioso con lui per aver fatto quello che ha fatto, e con me per non essermene accorto prima. Mi dispiace di averti spaventata, piccola”

    Ancora tirando su col naso, Buffy si sdraiò sul letto invitandolo a fare lo stesso. Sorridendole dolcemente, si sdraiò accanto a lei guardandola e allacciandole un braccio attorno alla schiena. “Non mi piace quando qualcuno urla”

    Chiuse gli occhi stringendola “Dio, mi dispiace tanto piccola. Non so cosa mi è preso. È solo, settimane e settimane fa mi sono promesso che ti avrei protetto da qualunque cosa, e mi dispiace così tanto di aver fallito”

    Lei lo guardò curioso “Settimane fa? Ma noi... tu non, um... mi conoscevi a malapena. Perché volevi proteggermi?”

    Buffy era completamente incantata. Settimane fa non si erano baciati, neanche si parlavano. Perché avrebbe pensato a lei? Era così strano. Spike sorrise “Piccola, mi importava di te prima che stessimo insieme. C'è qualcosa di te, delle qualità che mi fanno volere tenerti al sicuro. Sei così tenera, fragile, piccola creatura... così innocente. Potrebbero farti male in così tanti modi, e io non voglio che succeda” prese un respiro “Ed è successo invece”

    Sentì il dolore nella sua voce, nell'ultima frase, e gli accarezzò il viso. “Si, è successo. Ma tu eri lì a tenermi al sicuro, Spike. Non hai fallito. Non mi sono mai sentita così protetta in vita mia, ed è tutto per te” gli disse fermamente.

    Lui le baciò il palmo. Cos'avrebbe fatto ora? Confrontarsi con Parker e digli quello che sapeva, minacciarlo se si fosse mai più avvicinato a Buffy? O non farlo e proteggerla da ora in poi? Aprendo gli occhi, la fissò serio. “Non sarai mai più a casa da sola da ora, Buffy. E dormirai in camera mia ogni notte, o io dormo nella tua. Ti porterò a scuola e a casa, okay?”

    Buffy aprì la bocca per protestare, poi ci pensò meglio. Perché avrebbe dovuto rifiutare la possibilità di passare del tempo con Spike? “Okay. Ma se lo faccio anche tu devi promettermi una cosa, okay?”

    Lui strinse gli occhi sospettoso “Non mi piacciono molto le tue promesse. Cos'è?”

    “Non dire niente a Parker, non fargli niente”

    Prendendo un respiro per controllarsi, le chiese calmo “Perchè? Ha fatto la cosa sbagliata, Buffy, e se sa che io lo so allora proverà meno ad avvicinarti. Se pensa di poter semplicemente continuare a farlo allora non si fermerà”

    “Si fermerà se glielo chiedo”

    “Oh davvero? E cosa te lo fa pensare? Perché gli dovrebbe importare cosa vuoi?”

    “Mi ama” sussurrò

    Spike rise “Te l'ha detto lui, vero?”

    “Si” disse in sua divesa “Non pensi che sia vero?”

    “No, non penso che sia vero. Te l'ha detto perché lo lasciassi continuare a baciarti. E molto probabilmente vuole più dei tuoi baci, piccola”

    “Cosa, non c'è modo in cui possa amarmi? Non sono abbastanza buona? Nessuno potrebbe mai amare la stupida piccola ingenua Buffy, huh?” chiese cercando di spostarsi da lui anche se la teneva forte.

    “Gesù, Buffy, non è quello che ho detto. Certo che sei abbastanza buona per essere amata, Dio sa se lo so, ma-”

    Gelarono entrambi mentre comprendevano cos'aveva detto, entrambi volevano che l'altro dicesse qualcosa per rompere l'imbarazzante silenzio.

    “Um... voglio dire che... non dico che lui non ti ami, um, ma Buffy, tu non attacchi fisicamente la donna che ami quando lei ti dice 'no'. È questo l'amore, piccola, che ti importi così tanto da fare la cosa giusta per l'altra persona”

    Buffy decise che se lui ignorava quello che aveva detto avrebbe dovuto farlo anche lei. Probabilmente non lo intendeva, comunque.

    “Bene. Non mi ama. Allora cosa vuoi che faccia?” sbottò.

    Spike sapeva che era ferita per la questione 'amore' ma dovevano sistemare tutto prima di poter fare quel discorso. Non voleva dirle che era innamorato di lei in mezzo a una discussione su Parker. “Penso che dovremmo dire a tutti che stiamo insieme” spiegò “Che Parker sappia che sei stata presa, e che hai un ragazzo forte e protettivo proprio lungo il corridoio”

    Buffy rise, sorridendogli “Okay, suona bene. Mi chiedo come la prenderà Melissa, huh? Ma non mi importa cosa dice. Possiamo dirlo a tutti se vuoi”

    Scosse la testa, mordendosi il labbro malignamente.

    “No?” chiese Buffy sorpresa.

    “Nuh huh. C'è una cosa che voglio fare prima”

    Lo guardò curiosa, tremando quando la mano sulla sua schiena scivolò sotto la maglia e iniziò ad accarezzarle la pelle. “Mm... uh, cos'è?”

    “Voglio baciare la mia ragazza” mormorò.

    Lei sorrise, lieta che fossero tornati normali. Eccetto per... beh, non ci avrebbe pensato ora. “Forse dovresti smettere di parlare e farlo” sorrise.

    I suoi occhi si spalancarono, e poi si scurirono percettibilmente mentre si sporgeva verso le sue labbra. Non dovette andare lontano perché Buffy lo stava già raggiungendo, sospirando dolcemente quando le loro labbra finalmente si connessero. Era un bacio importante, entrambi erano ancora ansiosi per la litigata appena fatta. Spike sentiva più rimorso di quanto potesse ricordare avesse mai sentito prima, quanto vergogna. Come poteva fare così con lei? Lei non lo meritava, e solo perché era arrabbiato che non gli avesse detto di Parker non gli dava il diritto di urlarle contro. Era fortunato che lo lasciasse stare anche solo nella sua stessa stanza. Qualunque persona normale sarebbe stata terrorizzata e arrabbiata, e poi Buffy era incredibilmente fragile.

    Spike si staccò dal bacio, forzandosi di non ricominciarlo quando sentì il suo lamento di disapprovazione.

    “Buffy, mi dispiace amore, non posso farlo” sospirò.

    “Fare cosa?” chiese. Non voleva più baciarla?

    “Mi sento malissimo per averti urlato contro prima, e... non posso... non so cosa dirti. Mi dispiace tanto, piccola. Davvero non volevo. Non dovresti perdonarmi, non me lo merito. Non dovresti lasciare che ti baci” distolse lo sguardo imbarazzato.

    Buffy usò la mano per inclinargli il viso e poterlo di nuovo guardare negli occhi “Ma mi piace baciarti” disse tranquillamente, cercando di sorridere. Non funzionò.

    “Se potessi fare qualunque cosa, qualunque, per tornare indietro, lo farei” giurò.

    “Spike, ho capito. Se qualcuno ti facessi male e tu avessi potuto fare qualcosa, anche io sarei arrabbiata. Non con te, solo al pensiero. È per questo che hai gridato, vero? Perché ti importa”

    Rise isterico “Importa? È molto più di questo” finalmente si voltò a guardarla “Ti amo, Buffy. Sono innamorato di te” ammise.

    “COSA?!” gridò una voce dalla soglia della camera.




    Capitolo 15

    “COSA?!”

    Buffy e Spike si sedettero sul letto per guardare Kathy che stava in piedi sulla soglia, con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta.

    “Spike, ti ho appena sentito dire che sei innamorato di Buffy?” chiese incredula.

    Spike la guardò “Si hai sentito, ma hai rovinato il momento, pazza ragazzina” sbottò. Non poteva aspettare almeno trenta secondi? Forse Buffy stava per rispondere...

    Kathy lo ignorò e saltò sul letto di Buffy “Dov'ero io? Da quanto tempo state insieme voi due? Dio, non posso credere che stava succedendo tutto sotto il mio naso e non lo sapevo”

    Buffy rise, lieta di avere un amica con cui condividere queste cose, specialmente ora che aveva un ragazzo “Solo da questa mattina, veramente” ammise lei.

    Kathy sbiancò “Siete insieme da questa mattina e le hai già detto che la ami?”

    Spike sospirò, odiava Kathy ogni secondo di più. Ora Buffy stava iniziando a guardarlo più dubbiosamente.

    “Dio, voi donne... solo perché siamo insieme da questa mattina non significa che non la ami da tanto tempo. Ora se non ti dispiace, Kath” disse sarcastico “Mi piacerebbe davvero avere un minuto da solo con la mia ragazza. Io e Buffy stavamo avendo un bel momento prima che tu entrassi”

    Buffy lo guardò “Bene. Stavo solo venendo a dirvi che Melissa voleva sapere se scendete per il dolce” disse, poi li guardò maliziosa “Solo che penso che avrete un tipo di dolce diverso, huh?”

    Buffy la guardò confusa “No, scendiamo con te, non abbiamo niente da mangiare qui”

    Kathy scoppiò a ridere e Spike si voltò a guardare con occhi adoranti la sua innocente ragazza “Dio, ti amo” mormorò.

    Buffy lo baciò rapidamente sulle labbra e si voltò verso Kathy. Spike nascose il dolore per la sua mancata risposta. Forse non era semplicemente ancora pronta. Kathy aveva ragione, stavano insieme da un giorno solo. “Cosa c'è di così divertente?” chiese Buffy, volendo sapere perché Buffy rideva.

    Kathy si sporse e le sussurrò qualcosa nell'orecchio perché Spike non sentisse. Qualche secondo più tardi Buffy arrossì e spalangò gli occhi imbarazzata. “Uh, comunque... scendiamo con te adesso. Volevamo dire a noi di tutti stasera”

    Andò alla porta senza aspettarli “Okay, beh, devo andare in bagno quindi ci vediamo giù” disse correndo.

    Spike guardò Kathy “Per l'inferno, Kathy. Perché dovevi interromperci? E dalle un po' di respiro, non ha bisogno di essere messa in imbarazzo”

    Kathy fece una smorfia “Dio, era una cosa divertente, giusto? Devo sul serio insegnare a quella ragazza un po' di cose. È troppo ignorante su... beh, le cose che sono certo ti piacerebbe che sapesse”

    Scendendo dal letto, Spike si rimise le scarpe e rispose “Non dirle niente. Sono io quello che le insegnerà le nuove cose quindi non starti a preoccupare”

    Kathy ghignò “Scommetto che lo farai”

    La guardò omicida e uscì dalla porta.

    Guardandolo uscire, Kathy sospirò sollevata. Per un po, aveva pensato... ma no, come poteva essere stata così stupida? Buffy non avrebbe mai... e Parker non avrebbe mai... l'amava troppo. Era solo per certi strani sguardi che aveva colto... ma era sciocco. Buffy aveva Spike ora, quindi andava tutto bene. Sorrise e scese a raggiungere tutti per il dolce.


    ***

    “Vi sentite meglio ora?” chiese Melissa quando Spike si unì alla tavola in cui Buffy era già seduta. Parker e Angel li guardavano curiosi, entrambi notando il sorriso di Kathy quando scese dopo averli chiamati.

    “Si, scusami Melissa. Non mi sentivo molto bene ma sto meglio ora” rispose Spike.

    “E tu, Buffy?”

    “Sto bene, grazie” disse Buffy, nervosa per quello che stavano per annunciare.

    “Posso dire una cosa?” chiese Spike ad alta voce, cogliendo l'attenzione della tavolata. Mentre tutti lo stavano guardando, proseguì. “Buffy e io abbiamo una cosa da dirvi. Uh, abbiamo deciso di frequentarci”

    “Cosa?!” sbottò Parker allo stesso modo in cui Melissa disse seccamente “Scusatemi?”

    “Siamo insieme. Una coppia” spiegò semplicemente.

    Melissa scosse la testa, ghignando “Non penso proprio”

    Sia Spike che Buffy alzarono un sopracciglio “Non mi importa di cosa pensi. Stiamo insieme e non c'è niente che tu possa dire a riguardo”

    “Cosa le hai fatto? Cosa le hai detto?” sbottò Parker indignato.

    Spike lo guardò omicida, come se lo sfidasse a dire qualcos'altro “Cosa intendi esattamente, Parker?” ruggì minaccioso.

    “Non ha fatto niente di male!” interruppe Buffy, sapendo che Spike stava per scoppiare “Ci frequentiamo perché ci piacciamo. È quello che fanno gli adolescenti, giusto?” chiese a tutta la tavola implorando per sostegno.

    Karhy parlò sospettosa, guardando Parker ma rivolgendo la domanda anche a Melissa “Perchè lo vedete come un problema? Si frequentano, non c'è niente di male”

    Melissa sospirò “Buffy, William. Non siete fatti l'uno per l'altra. Mi dispiace, ma non posso permettere una relazione sotto il mio tetto che so finirà male”

    Spike rise “Perchè? Perché non assomiglio a Ken che puoi vestire abbinato alla tua Barbie? Beh, non importa. Siamo innamorati. Amo Buffy più di ogni altra cosa e staremo insieme”

    Angel aggrottò la fronte scioccato. Come faceva ad accontentarsi di una sola donna così presto nella sua vita? Certo era bella ma sul serio... era follia.

    La voce gelida di Parker li sorprese tutti “E tu Buffy? Tu ami Spike?”

    Spike si tese. Dio. Non lo aveva nemmeno detto a lui, come faceva a dirlo a tutti. E quell'idiota probabilmente sperava che lei non ne fosse sicura, così poteva avere altre speranze. Era fregato.

    “Io lo amo tantissimo” rispose piano ma determinata, guardando dritta negli occhi di Parker. La voce di lui e il modo in cui la guardava era spaventoso, non sembrava assolutamente sana in quel momento. Guardò Spike e gli sorrise ammirante, i suoi bellissimi occhi si illuminarono. Lo aveva fatto. Poteva farlo felice, ed era fantastico.

    “Beh, allora è sistemato” disse Kathy contenta, non le piaceva la reazione di Parker. Era tutto troppo personale per i suoi gusti... ma cosa poteva fare?”

    “Si... sistemato” fece eco Parker con voce inesistente.

    Continuarono tutti a mangiare il loro dolce, con solo qualche commento a interrompere il silenzio.

    “Hey Buffy, puoi venire in camera mia un secondo? Voglio mostrarti una cosa” disse Kathy mentre lasciavano la sala.

    Buffy annuì e la seguì, promettendo a Spike che sarebbe tornata in camera sua presto.

    Arrivarono in camera di Kathy e lei saltò a metà del letto, battendo il posto accanto a lei. Buffy la raggiunse esitante.

    “Volevi mostrarmi qualcosa?”

    Kathy fece una smorgia “Nah, era solo una scusa. Dobbiamo fare una chiacchierata, Buff”

    “Um, su cosa?” chiese nervosa.

    “La tua storia, che altro?” squittì Kathy “Dammi tutti i dettagli”

    Buffy si schiarì la gola “Uh, non ce ne sono. Siamo insieme solo da questa mattina, ricordi?”

    “Si, ma siete STATI insieme, giusto? Voglio dire, siete rimasti da soli tutto il giorno. È ovvio che non avete deciso di essere una coppia e poi vi siete messi a giocare a scacchi. Quanto siete andati lontano?”

    “Per dove?”

    Roteando gli occhi, kathy sospirò “Buff, a volte sei così ingenua. Sei fortunata ad avere me qui che ti aiuto. Voglio dire quanto siete andati avanti, nel senso, quanta roba sessuale hai fatto con lui? Hai visto come ti guarda? Pensavo che ti avrebbe presa lì sulla tavola” squittì, contenta di averla fatta arrossire.

    “Io... noi... io non penso... non parlo di queste cose!”

    “Perche no? Tutte le ragazze parlano di queste cose. Come pensi che scopriamo come far piacere ai nostri ragazzi? Non ne parli con nessuna delle tue amiche a scuola?”

    Buffy non sapeva come si sarebbe sentita ad ammettere che Willow era la sua unica amica femmina, e lei non era il tipo da parlare di sesso.

    “No... veramente no” divagò.

    Kathy scrollò le spalle “Bene. È il momento che impari. Allora, l'hai baciato?”

    “Si” sussurrò Buffy.

    “E? E' stato bello?” la spronò.

    “E' stato fantastico”

    Ridendo, Kathy gridò “Lo sapevo! Quel ragazzo sembra uno che sa baciare. Allora, lingua e tutto?”

    Buffy si limitò ad annuire.

    “Okay, quindi è tutto quello che avete fatto oggi? Vi siete solo baciati?”

    “Umm... err, non esattamente” confessò Buffy timida.

    “Ooooh! Raccontami!”

    “Um, solo... sul divano. Ci siamo... toccati”

    “Sopra i vestiti o sotto i vestiti?” Kathy le chiedeva seriamente come se stesse conducendo un intervista.

    “Um, mi sono tolta la camicia”

    “uh huh, uh huh. Reggiseno?”

    “Uh, tolto anche quello”

    Un sorriso illuminò il volto di Kathy, che le diede una pacca sul ginocchio “Vai Buffy! Wow, siete andati più avanti di quello che pensavo! Ti ha solo toccata? O ha usato anche la bocca?”

    “Entrambe” sussurrò, ancora rossa.

    “E tutto lì? Ti ha toccato da altre parti, come, là in basso?” le fece un occhiolino.

    “Uh... er... um, non con... non con le mani” cercò di spiegare

    Kathy annuì “La vecchia mossa della montata, huh?”

    “Scusami?”

    “Sai, come montarsi con i vestiti addosso. Lui spinge dentro di te, tu spingi indietro. È un buon modo di iniziare” spiegò casualmente

    “I-immagino”

    Kathy ghignò. Era troppo divertenet “Sei venuta?”

    “Cosa?” gridò Buffy, scandalizzata “Non ti rispondo!”

    Ridendo forte, Kathy continuò “Su Buffy! Non è così male. Dio, devi aver fatto qualcosa, giusto? Non vi siete semplicemente fermati. Quindi immagino di si. Immagino che i suoi jeans fossero un disastro dopo”

    “Io... non lo so”

    Diventando seria, Kathy si concentrò “Tesoro, è meglio che tu lo sappia. Un ragazzo come Spike ha... beh, ha delle esperienze. E so che tu decisamente no. Pensi che voglia una ragazza che non sa fargli piacere?”

    “Lui mi ama” protestò Buffy

    “E pensi che questo lo aiuterà quando i suoi testicoli diventeranno blu?” chiese candidamente.

    Buffy si strozzò ma non rispose per un momento “Cosa... cosa stai dicendo?”

    “Sto dicendo, Buffy, che ora sono diventata la tua migliore amica. Ti insegnerò alcuni dettagli. Cosa puoi fare con lui, cosa puoi fare lui con te, tutto quanto. Credimi, mi ringrazierai quando Spike urlerà il tuo nome”

    Buffy deglutì.

    ***

    “Hey gattina” sorrise Spike a Buffy quando entrò in camera sua, già col suo pigiama che consisteva in una maglietta e dei pantaloncini combinati.

    “Ciao” mormorò nervosamente, senza guardarlo. Era sdraiato a letto, le lenzuola lo coprivano solo fino alla vita e il suo torace era nudo. Dopo quello quello che aveva passato con Kathy negli ultimi venti minuti, era semplicemente troppo.

    “Vieni a letto, piccola. Ho freddo” mise il broncio.

    Si avvicinò esitante all'altra parte del letto e scivolò sotto le coperte, tendendosi quando lui l'abbracciò.

    “Buffy? Stai bene?”

    “Si” disse lei rapidamente, ancora rigida.

    Spike aggrottò la fronte “Mi dispiace, vuoi che mi sposto? Ti sto troppo addosso?” non riusciva a capire la sua reazione dopo la giornata che avevano passato.

    “No, sto bene” rispose.

    “Um, okay. Uh, possiamo parlare di quello che è successo a cena, piccola?”

    “Che cosa?”

    Lui sorrise al ricordo “Mi sembra di ricordare che hai detto a tutti che mi ami, gattina. Moltissimo, mi sembra che fosse”

    “E' così”

    Spike sospirò e si spostò “Buffy, cosa c'è che non va? Perché non mi guardi? Non ti tengo se non vuoi, pensavo volessi accoccolarti. Volevo svegliarmi di nuovo con te fra le braccia”

    “Solo questo? Solo stare accoccolati?” chiese rapidamente.

    “Er, si?” rispose Spike, confuso “Perchè?”

    “Nessuna ragione. Solo, um, non sono pronta per nient'altro. Quello che non è accoccolarsi”

    “Cos'altro?” Dio, lo stava confondendo sempre di più.

    Lei lo guardò “Lo sai. Lo SAI. Le altre cose. Quelle che um, le persone fanno insieme”

    “Buffy, non ti ho mai chiesto... oh per l'inferno. Era quello che stava facendo Kathy? Traumatizzando su quello che le persone fanno insieme?”

    “Er... si?”

    Spike sospirò “Lo ha fatto sembrare terribile, piccola? Perché ti giuro che non lo è. Quando le persone si amano, è... adorabile”

    “Non terribile” disse piano “Solo... intenso”

    Riprendendola tra le braccia, Spike le baciò la fronte “Piccola, non mi sognerei mai di farti cose che non vuoi. Siamo insieme solo da un giorno, tesoro, so che non siamo pronti per niente di troppo grande. Finchè posso dormire con te tra le mie braccia e baciarti quando voglio, sono un uomo felice” le assicurò.

    “Quindi non ti importa se non ti... soddisfo?”

    Gemette “Io la ucciderò. La torturerò finchè non implora di ucciderla. Dimentica tutto quello che Kathy ti ha detto, piccola. Le cose che succedono tra due persone non sono pianificate... accadono quando è il momento. Lo saprai, piccola. Lo sentirai. E non sarai più spaventata”

    Buffy sospirò nel suo abbraccio, baciandolo dolcemente “Non sarò spaventata perché sei tu, Spike”

    “Dio, ti amo così tanto Buffy” sussurrò, baciandola profondamente.

    Spostandosi qualche momento più tardi per sistemarle la testa sotto il proprio mento, e lei rispose “Ti amo anch'io, Spike. Non importa cosa dicono gli altri”

    Si addormentarono entrambi con dei sorrisi contenti sul volto.

    Dormendo profondamente, nessuno di loro sentì aprirsi la porta, o vide il volto del loro osservatore diventare furioso e poi freddo di determinazione.




    Capitolo 16

    Anche se Buffy era sempre stata sul filo del rasoio pensando alla reazione di Parker per la sua relazione con Spike, sembrava come se non fosse necessario. L'aveva presa bene, quasi troppo bene. In effetti, era come se la stesse ignorando, come se lei non significasse niente per lui dopotutto.

    E anche se a Spike non lo confidò, Buffy era ferita. Non voleva le sue attenzioni, né le sue avances, ma la feriva sapere che la prima persona ad averle confidato il suo amore stava mentendo. Parker non lo intendeva. Lei non era degna del suo tempo. Come si era disfatto tutto in questo modo? Ricordava le loro chiacchierate, molte delle quali nelle prime settimane perché andavano d'accordo. La faceva sentire come se appartenesse sul serio alla famiglia. Che fosse vero quello che Spike diceva? Che Parker lo diceva solo per farla andare a letto con lui? Mentre sapeva che era sbagliato, Buffy si sentiva come se fosse un tradimento ancora maggiora che averla ferita fisicamente.

    Ovviamente in tanti si erano approfittati di lei nel corso della sua vita, vivendo con estranei tutto il tempo, ma non l'aveva mai ferita in quel modo. Che Parker sapesse che essere amata era sempre stato il suo più grande desiderio, che le tre volte in cui aveva potuto soffiare sulle candeline nel giorno del suo compleanno, essere amata era ciò per cui pregava? Sperava di no, perché allora sarebbe stato esattamente il mostro che diceva Spike.

    Ma non era tutto perso. Non era depressa, nemmeno realmente arrabbiata come molte sarebbero, e per una semplice ragione. Spike. Lui lo intendeva davvero quando le aveva detto di amarla. E dalla prima volta in cui lo aveva fatto, glielo ripeteva ogni giorno nell'ultimo mese. Spesso più volte al giorno, ed era l'ultima cosa che le diceva la notte prima di addormentarsi tra le sue braccia, preparandosi per un'altra notte di sonno.

    Dubitava di poter riuscire senza sentire quelle parole.

    ***

    “Ragazzi, se non volete guardare il film, ditemelo. Seriamente. Non me la prendo” disse Angel annoiato guardando i due biondi accanto a lui sul divano.

    Buffy sorrise innocentemente “Cosa? Io sto guardando il film. E'... um, interessante”

    “Le labbra di Spike non sono il film, Buffy” brontolò.

    Buffy guardò il broncio diretto a lei e rise “Nah, ma sono più divertenti”

    “Dannazione si che lo sono, piccola. Le mie labbra sono più interessanti, amico. Non distogliere la signora dai suoi doveri” ghignò.

    Buffy sussultò fintamente oltraggiata e gli colpì la spalla “Miei doveri! Cosa, baciarti è un mio dovere?”

    “Mmm hmm. Sei la mia ragazza, devi baciarmi. È nel manuale”

    Sorridendo, scrollò le spalle “Beh, se è nel manuale...” disse prima di sporgersi a baciarlo di nuovo.

    Angel roteò gli occhi e tornò a guardare il film, cercando di ignorare i gemiti di Spike e i suoni dei baci. Aveva dovuto sopportare tutto questo per un mese, un mese! Non erano già stanchi? Lui riusciva a malapena a baciare la stessa ragazza due volte senza annoiarsi. Spike l'aveva presa brutta. Guardandoli, gil sembrò che Spike non fosse così pazzo... le aveva alzato il top per mostrare una parte del suo stomaco abbronzato, e le mani di Spike erano più in alto, chiaramente stava...

    Basta! Angel distolse lo sguardo, con molta difficoltà comunque. Buffy era come una sorella per lui, dannazione. E Spike lo avrebbe ucciso se l'avesse colto a guardarli. Eccetto che ora era eccitato e irritato. Forse doveva chiamare quella... Cordelia?


    Fu questa la scena che vide Parker entrandò. Angel con sguardo perso, che cercava chiaramente di distrarsi, ma non vi prestò attenzione. Era la disgustosa scena più distante sul divano che gli fece stringere la mascella e serrare i pugni. Rimase gelido sulla soglia, guardando quel punk idiota addosso a Buffy mentre lei si agitava su di lui come una puttana da due soldi, quasi succhiandogli tutta la faccia. Si vedevano da settimane ormai, e sapeva che lei dormiva nel suo letto, quindi evidentemente non era più pura in alcun modo. Non importava comunque, l'avrebbe presa in ogni modo in cui poteva prenderla. L'aveva vista prima di Spike, quindi era sua. Era semplice.

    Un orribile sorriso gli solcò il volto mentre entrava nella stanza e tossiva per rendere nota la sua presenza. Buffy e Spike si spostarono immediatamente, anche se le braccia di Spike rimasero fermamente attorno alla vita di Buffy. Parker aveva il sospetto che Buffy gli avesse dette cos'aveva fatto, il modo in cui lo guardava era decisamente furente a volte, ma nell'ultimo mese l'aveva praticamente ignorata per eliminare i sospetti.

    “Hey ragazzi, cosa avete messo su?” cheise gioviale.

    Buffy rise mentre Spike le sussurrava qualcosa all'orecchio, e Parke ebbe voglia di tirarle uno schiaffo. Era ovvio cosa Spike le avesse detto. Allora le piacevano i giochetti sporchi, vero? Puttana.

    “Niente di interessante, ma esco stasera. Una festa al Bronze” spiegò Angel.

    “Hai chiesto a Melissa?”

    Lui annuì “Ha detto che va bene”

    “Okay allora” disse Parker “Veramente, ho una sorpresa per voi ragazzi. Sono entrato in una gara alla radio un paio di settimane fa, e non ho vinto il premio principale ma mi hanno dato due biglietti per andare a vedere i Dingoes Ate My Baby a LA fra due settimane”

    “Oddio!” sbottò Angel “Quei biglietti li hanno venduti in un ora!”

    “Davvero?” chiese Parker fingendo di non sapere. Lo sapeva ovviamente, li aveva comprati appena messi in vendita.

    “Si” disse Spike “Quella band è spettacolare”

    “Beh, volete voi due i biglietti? Potete andare insieme, restare per il fine settimana a vedere il concerto. Vi meritate tutti e due un po' di pausa dagli studi” continuò. Se il suo piano funzionava, Buffy sarebbe rimasta da sola con lui per tutto il weekend. Sapeva già che Melissa andava a Chicago per visitare sua madre, e portava Kathy con lei. Doveva solo far andare via i ragazzi.

    Angel annuì eccitato, ma Spike guardò la bionda sul suo grembo. Non poteva immaginare di lasciarla nemmeno per due giorni.

    “Grazie Parker, ma penso che starò qui. Angel può portare un amico”

    “Perchè?” chiese Buffy. Sapeva quanto gli piaceva quel gruppo, ascoltava sempre i loro CD.

    “Non voglio lasciarti, piccola” le mormorò nelle orecchie.

    Lei lo guardò esasperata “Spike, non ti lascio stare qui e perderti un concerto che adoreresti solo perché non voi lasciarmi. Sono solo due giorni”

    “Non mi importa” disse determinato.

    Buffy mise il broncio, una cosa che aveva scoperto lo faceva concordare con lei “Ti prego? Mi sentirei male se tu non ci andassi. Vogli che vai e ti diverti. Tu e Angel insieme. Ti prego, Spike, per me?”

    Sospirò “Sei sicura piccola? Non mi importa non andare, sul serio”

    Spike guardò di nuovo Parker, sorridendo felice di poter vedere la band dal vivo “Grazie amico, andiamo io e Angel”

    “Angel e io” lo corresse Parker.

    Spike lo guardò annoiato “Si, come ti pare” disse, odiava che Parker cercasse di farlo sembrare stupido di fronte a Buffy “Ci andiamo”

    “Bene” Parker uscì brutalmente dalla stanza, incapace di guardarli oltre.

    Angel rise contento “Andiamo a LA uomo! Sarà fantastica!” gridò

    Buffy e Spike risero per il suo entusiasmo “Si, amico, sarà fantastico. Andiamo con la mia macchina e restiamo in un hotel per il fine settimana”

    Angel annuì, e poi saltò “Devo prepararmi per il Bronze. Ci vediamo dopo ragazzi”

    “Ci vediamo” dissero tutti e due, e poi si voltarono l'uno verso l'altra.

    “Sono così felice, piccola” mormorò Spike baciandole il collo.

    “Mmm... perché?” chiese senza fiato, abbassandosi sulle sue labbra.

    “Perchè va tutto bene ora. Ho la mia ragazza” le sorrise “e tu sei felice, il che mi rende felice. Andrò a LA. Non so, amore. Sono solo felice”

    Buffy si sporse per baciarlo appassionatamente, passandogli le mani tra i capelli mentre lui le teneva fermamente la vita. I loro baci erano sempre così intensi, gustosi, provocatori. Entrambi gemevano e sospiravano l'uno nella bocca dell'altra. Qualche momento più tardi Buffy si spostò per prendere aria “Sono contenta Spike. Anche io sono felice. Tu mi fai felice” gli assicurò.

    “Perchè non usciamo stasera, tesoro? Ceniamo insieme, mangiamo in un bel ristorante per celebrare? Potrebbe essere carino”

    “Um... o forse...” sussurrò, sviando.

    “Forse cosa?”

    “Potremmo restare qui e celebrare?” chiese, arrossendo furiosamente per l'intensità del suo sguardo.

    Spike spalancò gli occhi sorpreso. Non si aspettava questo, e comprendeva perfettamente dal suo tono di voce cosa intendesse. Fino da quel primo giorno quando erano andati fuori controllo sul divano, avevano tenuto i toni calmi. La chiacchierata di Kathy, anche se non aveva mai scoperto cosa le avesse detto esattamente, l'aveva sconvolta sul serio. Avevano delle sessioni di baci intense ogni volta, e continuavano a dormire nello stesso letto, ma tutto qui. Non sapeva come Buffy sopportasse le sue... frustrazioni... o se ne sentisse, ma lui certamente si. Anche quella mattina aveva dovuto aspettare che lei entrasse nella doccia per masturbarsi furiosamente in un fazzoletto prima che tornasse. Passavano quasi tutto il tempo insieme quindi non c'era altro modo, e anche se si sentiva un po sporco, in altri modi sarebbe esploso. Alzandosi con la ragazza dei suoi sogni premuta contro di lui ogni mattina non facilitava le cose.

    Ma non sapeva che Buffy si sentiva nello stesso modo, eccetto che non affrontava i propri problemi come faceva lui, quindi era eccitata quasi tutto il tempo. All'inizio era troppo spaventata per continuare, e anche senza o consigli disastrosi di Kathy. Ma si baciavano furiosamente da un mese, toccandosi l'un l'altro sopra i vestiti e lei si trovava assolutamente a suo agio con Spike. Le andava finalmente bene anche il pensiero di essere nuda di fronte a lui, perché in effetti anche lei voleva vederlo nudo. Quindi, la domanda restava.

    “Sei sicura piccola?” le chiese attentamente, controllando il suo viso per scoprire qualunque segnali di ansia o paura.

    Buffy annuì “Non vorresti?” chiese. Sicuri che la volesse quando lei voleva lui? Sapeva che di mattina si svegliava... bisognoso. E anche lei avendo sempre i fianchi premuti contro i suoi. A volte si chiedeva se per lui fosse doloroso, ma non se n'era mai lamentato.

    Spike si trattenne dal ridere “Piccola, ti voglio così tanto che fa male” disse veritiero.

    Buffy inalò duramente per l'intensità della sua voce. “Allora immagino che restiamo.

    “Immagino di si, tesoro.




    Capitolo 17

    Spike guardò Buffy per la settima volta in pochi minuti, ma di nuovo gli occhi di lei erano incollati al suo piatto, rifiutandosi di guardare nella sua direzione. Poteva vagamente sentire Kathy che squittiva di qualcosa con Melissa e Parker, non prestava reale attenzione. Da quando Buffy gli aveva detto che voleva 'restare' stasera, ed entrambi sapevano cosa questo significasse, era rimasta silenziosa. Che avesse cambiato idea? Non sarebbe importato. Beh, questa era una bugia perché ovviamente il pensiero di fare l'amore con lei era entrato nel regno della realtà e stava per andare in auto combustione per l'eccitazione, ma lei doveva essere a suo agio. L'ultima cosa che voleva era spaventarla, perché sapeva che era facile da mettere in imbarazzo.

    “Spike... Spike... SPIKE?”

    Si riscosse e guardò Kathy, la cui voce si era alzata mentre tutti a tavola lo guardavano, perfino Buffy.

    Sorridendo disse “Scusa, cosa?”

    Lei roteò gli occhi “Sogni ad occhi aperti? Dicevo che Gram si arrabbierà quando non verrai a Chicago”

    Spike aggrottò la fronte “Chicago? Nessuno mi ha chiesto di andare a Chicago”

    Melissa sospirò rassegnata come chi viene sempre ignorato “Veramente William, presta attenzione. Te l'ho chiesto diverse settimane fa se volevi accompagnare Kathy e me a visitare mia madre e tu mi hai detto che avevi troppo lavoro per l'università”

    Spike non ricordava la conversazione, ma annuì comunque “Uh, si, troppo lavoro. Scusami” non gli piaceva prorpio la famiglia di melissa. L'espressione 'la mela non cade lontana dall'albero' si poteva applicare in questo caso, ed era un albero con dei seri problemi di nervi.

    “Beh, è molto interessante William, visto che ho appena scoperto che tu e Angel andate a un concerto a LA quel fine settimana” disse.

    La prima reazione di Spike fu di ridacchiare colpevole, prima che un pensiero allarmante gli passasse per la mente “Andate via quella settimana? Tu e Kathy? E che succede a Buffy?”

    Buffy alzò gli occhi al suono del suo nome ma Spike guardava intensamente Melissa.

    Lei aggrottò la fronte “Cosa intendi? Elisabeth resterà a casa”

    “Perchè non la portate con voi?”

    “Va ancora a scuola, William. Non interromperò i suoi studi”

    “Ma non può stare a casa da sola!” disse frustrato.

    Kathy lo guardò come se fosse diventato matto “Parker starà qui con lei, stupido” sbottò

    “Sta zitta idiota, o ti faccio stare zitta io” ruggì, mentre la rabbia disperata della situazione lo tormentava.

    Tutte le tre femmine sussultarono per il tono della sua voce e Melissa gridò “Non osare parlare in quel modo a questa tavola, giovanotto! Come osi parlare a Kathy in quel modo? Scusati!”

    “Scusa” sbottò a Kathy completamente disinteressato, e poi si voltò di nuovo verso Melissa “Non può stare qui quel fine settimana”

    “Smettila, Spike” parlò Buffy arrabbiata. Se si fosse lasciato uscire il suo segreto? Cos'avrebbe fatto? Melissa l'avrebbe cacciata anche se le avesse creduto o l'avrebbe rimandata all'orfanatrofio, e non avrebbe più avuto un futuro.

    “Smettere cosa? Di preoccuparmi per te?” chiese disperato, odiava il modo in cui lo guardava “Non vado più al concerto” dichiarò.

    “William, stai esagerando” cercò di dire Melissa “Elisabeth starà bene. Non sarà a casa da sola. Ovviamente tu vai con Angel, non essere sciocco”

    Spike guardò Buffy, sperando che dicesse qualcosa ora che era stato messo all'angolo, ma lei si limitò a scuotere la testa, condannandolo con gli occhi se avesse osato dire qualcos'altro.

    E lui annuì tristemente, sconfitto “Bene. Vado nella mia stanza” li informò, alzandosi e andandosene senza guardare nessuno.

    Parker si sforzò di ridere, ora sapeva senza dubbio che Buffy aveva detto a Spike dei loro incontri “Un fidanzato super protettivo, huh?” disse casualmente per il bene della tavola, sorridendo quando Melissa annuì e Kathy rise.

    Buffy guardava miserabilmente la porta da cui Spike era uscito. Non riusciva a togliersi dalla mente quello sguardo, quello sguardo implorante con cui la pregava di confermare quello che stava dicendo. Ma non capiva quanto era importante per lei mantenere la sua situazione precaria?

    Seriamente, Parker non l'aveva quasi guardata nell'ultimo mese. Qualunque cosa dicesse di sentire prima, questo cosiddetto 'amore', ormai era finita. Non aveva nulla di cui preoccuparsi da lui ora, perché Spike non lo capiva? Prendeva il suo ruolo di protettore troppo seriamente. Allo stesso tempo comunque, odiava pensare che fosse infelice.

    “Posso scusarmi?” chiese a Melissa.

    “Certamente” rispose Melissa, fingendo di non sentire i mormorii di Kathy “Va a prenderlo”

    Dopo aver messo il suo piatto sporco in cucina Buffy andò verso la camera di Spike e bussò alla porta leggermente. Nessuna risposta. Bussò ancora, più forte, e lui ignorò di nuovo.

    Aprendo la porta lentamente lo vide sdraiato nel suo letto guardare il soffitto. Si rifiutava di guardarla. Si avvicinò al letto, sedendosi accanto a lui.

    “Spike?” mormorò, incerta di quanto fosse scosso. Si voltò a guardarla e lei sussultò vedendo le lacrime nei suoi occhi. “Cosa c'è che non va?” disse, chinandosi per sfregare via le lacrime che gli sfuggirono.

    Lui improvvisamente le afferrò il polso e lo tenne a se. “Vuole farti del male, Buffy” sussurrò angosciato, cercando di mostrarle quello che sapeva profondamente nella sua anima “Non te ne accorgi? Non puoi restare da sola con lui”

    “No, non è così” negò, scuotendo la testa “E' finita Spike. Mentiva quando diceva di amarmi. Lo sai. Lui... lui voleva solo... lo sai. Ma è finita, perché sa che sono tua adesso”

    “Lo sei?” le chiese, tenendole ferocemente la mano.

    Lei annuì.

    “Allora ascoltami! Se sei davvero mia, Buffy, allora ti prego fa quello che dico. Ti prego?”

    “Cosa vuoi che faccia?” chiese.

    “Voglio che vai a casa della tua amica Willow sabato mattina e che ci resti fino a domenica sera. Passa tutto il weekend con lei, ti prego?”

    Buffy iniziava a essere irritata. Non pensava che potesse prendersi cura di se? “Non è necessario, Spike. Non succederà niente. Penso che tu sia sul serio stupido riguardo questa cosa”

    La guardò per un secondo prima di allontanarsi dal suo tocco e rotolare dall'altra parte del letto. Lo guardò camminare avanti e indietro nella stanza agitato, passandosi le mani tra i capelli.

    Quasi un minuto passò senza che nessuno dei due parlasse, il silenzio era più oppressivo a ogni secondo che passava. Tutto quello che Buffy poteva fare era guardarlo e lui si stava ovviamente trattenendo dal colpire un muro o gettare qualcosa per la stanza.

    Si fermò di colpo e la guardò “Vai da Willow” le chiese.

    “No” rispose Buffy, non sapeva nemmeno più perché gli si stava opponendo.

    “Vai da Willow, Buffy” ruggì arrabbiato.

    Lei scosse la testa “Non ce n'è bisogno. Non lo farò”

    “Allora io non vado a LA” disse semplicemente.

    Buffy scosse la testa. Perché rendeva tutto così difficile? Ora la faceva sentire in colpa di fargli perdere il suo gruppo preferito. “Non essere stupido, Spike. Tu ci vai a LA. Non c'è ragione per cui dovresti perderlo” gli disse.

    Rise quasi isterico “Nessuna ragione? Che ne dici di badare alla mia ragazza?”

    Buffy lo guardò furente “Se non vai a LA, non sarò più la tua ragazza” disse, improvvisamente chiedendosi come diavolo le cose erano arrivate a questo punto.

    Spike sbianco “Cosa?” chiese grave, improvvisamente gli sembrava di aver perso la voce.

    Buffy sapeva di essere andata troppo oltre, ma era tutto confuso. “Ho detto che se ti rifiuti di anadre a LA, è finita. Io posso prendermi cura di me”

    Sembrava stregato “Quindi stai dicendo... cosa stai dicendo? Che se resto perché voglio proteggerti mi lasci? Ma se vado e ti lascio qui con quel malato bastardo che può fare con te tutto quello che vuole va bene? Buffy io ci vado a LA, ma solo se tu vai da Willow”

    Scosse la testa triste “No, Spike. Non sono più una ragazzina che non può prendersi cura di se. So la differenza tra giusto e sbagliato adesso. Tu vai a LA e io resto qui. Se non vai anche se te lo chiedo, giuro che è finita”

    Spike la guardò, perso nella vista della ragazza più bella che aveva mai visto, seduta sul suo letto. Anche furente e determinata era bellissima. E gli spezzò il cuore. “Allora esci”

    Buffy spalancò gli occhi scioccata “Cosa?”

    “Ho detto esci. È finita” disse senza intonazione, nascondendo il dolore che gli stava squarciando il corpo. Anche se le lacrime iniziavano a formarsi nei suoi occhi.

    “Io... non capisco” disse lei.

    Andando verso la porta e aprendola in un gesto che le indicava ovviamente di uscire, guardò a terra. “Non vado a LA, Buffy. Pensi che rompere con me faccia si che io ti ami di meno? Pensi che se non stiamo insieme allora non mi importa più cosa ti succede?” rise, anche se sembrava più che altro che si stesse strozzando “Può non fregartene niente di quello che dico ma non lascerò mai che arrivi neanche vicino a farti male. Quindi possiamo non stare più insieme quel fine settimana, e tu puoi odiarmi se resto qui, ma non m'importa. Non lo lascerò toccarti”

    Buffy non sapeva cosa dire. Perché diavolo aveva sollevato l'idea di rompere con lui? Com'erano arrivati a questo punto? E aspetta, non era lui che rompeva con lei ora?

    Aggrottando la fronte, si alzò dal letto e si avvicinò lentamente alla porta. Si fermò accanto a lui, guardandolo tristemente mentre lui teneva gli occhi a terra.

    “Addio, William” mormorò.

    Lui annuì, senza parlare, guardando i piedi di lei che continuavano il viaggio lontano da lui.




    Capitolo 18

    Passarono diversi giorni senza che Spike o Buffy dicessero niente a nessuno in casa della loro lite, anche se non era difficile comprenderlo. I pasti divennero tesi con Spike che rispondeva alle domande solo si e no, e Buffy chiaramente falliva nell'apparire come se non fosse successo nulla.

    Tre giorni dopo la rottura, sempre se era una rottura, entrambi erano leggermente confusi della loro situazione visto che nessuno dei due voleva sul serio stare separati ma il non parlarsi non aiutava. Buffy sentì bussare alla porta e alzò gli occhi speranzosa, desiderando fosse Spike. Anche se non si erano detti una parola era sempre allerta in sua presenza, non voleva perdersi un suo solo gesto. Cercò di forzare un sorriso quando vide che era Angel.

    “Ciao Buff. Sei già a letto? Posso entrare?”

    Lei annuì “Certo. Non stavo dormendo”

    “Come stai?” si era preoccupato per lei negli ultimi giorni. Aveva imparato ad amare Buffy come ragazza dolce e solare. Il suo sorriso poteva illuminare una stanza e la sua risata era contagiosa. Ma negli ultimi due giorni era diversa, e questo non faceva bene.

    “Sto bene” diss enon convinta “Come stai tu?”

    Angel sorrise “Sai perché sono qui, Buff. È ovvio che è successo qualcosa tra te e Spike-”

    “Quindi?” tagliò corto, in sua difesa. Perché pensava che fossero affari suoi?

    “Quindi, volevo sapere come stai. Spero che tu stia meglio di Spike”

    Buffy lo guardò preoccupata “Perchè? Cos'ha fatto?”

    “Niente. Ma è proprio questo il punto. Non farò niente. Quasi non parla, quasi non mangia... lo hai visto a cena. Sono preoccupato anche per lui ma lui è meno, uh... propenso... a parlare dei suoi sentimenti”

    Lei annuì “Non so cosa dirti, Angel. Abbiamo litigato. È stata più che altro colpa mia, ma avevo bisogno che mi ascoltasse più di quello che ha fatto. E ora... beh, non stiamo più insieme. È semplice” finì con tono casuale, anche se sentiva che sarebbe stato facile farla piangere.

    “Tu lo ami ancora?” chiese Angel, e poi si scosse da solo quando si rese conto che sembrava una cosa idiota. Ma voleva sul serio bene a Buffy come se fosse sua sorella di sangue, e voleva aiutarla.

    Buffy annuì, abbassando lo sguardo “Si” sussurrò.

    “Beh, io so che ti ama, Buff. Forse dovresti parlargli? Dirgli che non volevi rompere così” suggerì.

    Scuotendo la testa, Buffy rispose “Ma è così, io non ho rotto, lo ha fatto lui. Voglio dire, l'ho suggerito per prima perché cercavo di farlo acconsentire a una cosa, ma è lui che mi ha cacciata fuori dalla sua camera e mi ha detto che era finita”

    “Hai cercato di imbrogliarlo con la fine della vostra relazione per convincerlo a fare qualcosa?” chiese Angel incredulo.

    Buffy ci pensò per un secondo, poi sbiancò quando si rese conto che era esattamente quello che aveva fatto “Uh, si?” disse colpevole. Ripensandoci, comprese che Spike doveva pensare che era orribilmente manipolatrice. Che razza di persona faceva questo a qualcuno? Buffy si sentiva orribile, sapeva quanto Spike l'amasse, glielo diceva sempre. Comprese che se lui l'avesse minacciata allo stesso modo anche lei sarebbe stata terrorizzata e furiosa.

    “Oh Dio” piagnucolò lei, tenendosi la testa tra le mani “Perchè l'ho fatto?”

    Angel sospirò e si alzò, andando alla porta “Parlagli, Buff. Si sistemerà tutto. Fatti una buona notte di sonno prima, comunque”

    Lo guardò uscire, sdraiandosi e pensando a tutto quello che era successo.

    ***

    Buffy si svegliò, sentendosi come se qualcosa non andasse ma non sapeva cosa. Guardando l'orologio vide che mezzanotte era passata da poco, dormiva da poche ore. Si era appena messa comoda e cercava di riaddormentarsi quando sentì strusciare la porta. Sedendosi, aspettò che accadesse di nuovo.

    Accendendo la luce del comodino, uscì dal letto e camminò in punta di piedi verso la porta, e poi l'aprì leggermente. Squittì sorpresa quando Spike le cadde sui piedi, guardandola. Chiaramente sedeva a terra nel corridoio con la schiena appoggiata alla sua porta.

    “Spike?” chiese sorpresa.

    Lui la guardò timido “Er... ciao” mormorò, sedendosi e poi alzandosi. Buffy lo guardava ancora sorpresa, non sicura di a cosa fosse dovuta la sua improvvisa apparizione.

    “Cosa stavi facendo lì?”

    I suoi occhi osservarono la stanza brevemente prima di guardarla in viso “Um, passavo?”

    “Sedevi contro la mia porta, Spike. Non stavi passando... ti eri sistemato”

    Lui scollò le spalle, voleva che finisse il confronto imbarazzante “Se se così fosse?” disse seccamente.

    Buffy vi pensò per un secondo “Grazie” disse dolcemente.

    “Huh?”

    Sorrise, il suo sguardo confuso non aveva prezzo “Ho detto grazie. Anche se ti ho detto che non ho bisogno della tua protezione, mi piace che ti importi di me abbastanza da volerlo.”

    Spike fece un passo in avanti, con una scintilla speranzosa negli occhi “Significa... che capisci perché voglio che stai da Willow? Perché non voglio andare a LA?”

    Buffy aggrottò la fronte “Io... capisco perché lo vuoi, capisco che senti di aver bisogno di proteggermi. Ma non lo vedi, Spike? Non voglio più essere quella ragazzina, quella che ha bisogno di dormire nel letto di qualcun altro ogni notte perché ha paura. Sono stata da sola per molto tempo, Spike, ma da quando sono qui tu hai badato a me. E mi piace, certo, ma ho bisogno di prendermi cura di me. Non voglio dover correre a casa dei miei amici ogni volta che non sei qui” si fermò, poi annuì a se stessa e lo guardò “Voglio crescere”

    Spike sospirò e andò a ricadere sul suo letto senza neanche chiederle il permesso. “E se fossimo in qualunque altro posto, piccola, ti direi di farlo senza una preoccupazione al mondo. Non è di te che mi preoccupo, sono sicuro che puoi prenderti cura di te. Ma piccola, non puoi combattere Parker da sola se decide di provare qualcosa. Non sei abbastanza forte”

    “Spike!” gettò le mani in aria disperata “Sono settimane che neanche mi guarda! Non pensi che sia andato avanti?”

    Spike scosse fermamente la testa. “No. Ti ricordi quando sei arrivata qui?”

    “Er... si? Perché?”

    “Non parlavamo molto all'inizio, no?”

    “Beh, voglio dire, io sono timida intorno alle persone nuove quindi.. immagino che fossi nervosa intorno a te”

    “Si, ma io non sono una persona timida, giusto? Ma ricordo distintamente che per le prime settimane ti ho a malapena guardata, né ti ho parlato”

    Buffy andò alla scrivania e si sedette alla sedia “Non mi guardavi mai apposta? Non ti piacevo quando sono arrivata?”

    Rise “Esattamente l'opposto, piccola. Mi piacevi troppo. E sapevo di non poterti avere, così ho cercato di evitarti. Era l'unico modo di nascondere quello che provavo. Capisco? Parker sa di non poterti avere, quindi ti evita. Ma non vuol dire che non ti voglia ancora. So che io non ho mai smesso”

    Giocando nervosamente con i propri capelli, Buffy mormorò “Neanche tre giorni fa?”

    Scosse la testa “Io l'ho fatto... l'ho fatto perché mi hai forzato a farlo, Buffy. Non c'era altra cosa da fare nella posizione in cui mi avevi messo. Non stavo chiedendo tanto, e comunque era solo perché ti volevo al sicuro. Preferisco non stare insieme a te ma poterti proteggere che vice versa”

    “Quindi, sei rimasto seduto fuori dalla mia porta per le ultime tre notti?”

    Spike distolse lo sguardo nervoso “Uh... si. È solo che, voglio dire, non dormi più nella mia camera quindi... beh, voglio tenerti al sicuro, Buffy!” finì deciso.

    Lei gli sorrise. “Okay”

    “Okay? Okay cosa?”

    “Okay puoi tenermi al sicuro” rispose “Puoi fare quello che vuoi se ti rende felice”

    Spike alzò gli occhi “Mi lascerai se sto a casa da LA?”

    “Tu andrai a LA, Spi-”

    “Dannazione!” ruggì “Ritorniamo daccapo, huh?”

    Buffy stava ancora sorridendo “No, tu vai a LA, e io vado da Willow se è così importante per te”

    Spike alzò il viso “Lo farai? Passerai tutto il weekend là?”

    Lei annuì, poi aggrottò la fronte “Solo se mi dici che siamo tornati insieme”

    Saltò fuori dal letto e corse da lei, alzandola dalla sedia e prendendola in braccio. “Siamo insieme, piccola. Non vorrei niente di diverso” la portò verso il letto e la fece sdraiare dolcemente, sistemandole la camicia da notte da dove si era alzata.

    “Nemmeno io” concordò felice “Puoi spegnere la luce?”

    Spike spense la luce e sussultò alla vista della sua bellissima ragazza stesa di fronte a lui tra le ombre della stanza. In qualche modo i suoi capelli riuscirono ancora a brillare, e i suoi denti scintillavano mentre gli sorrideva.

    “Vieni... con me?” disse quando non lo vide muoversi per unirsi a lei.

    Spike si riscosse ed entrò sotto le coperte dalla parte opposta. “Aspettavo il permesso, tesoro”

    Attraversando il letto la circondò con le braccia e la tenne più vicino possibile a lui, rassicurandosi che fosse di nuovo sua. Sentire la sua piccola mano accarezzarle la schiena lo fece tremare di desiderio e gioia, era tornata tra le sue braccia e non l'avrebbe più lasciata andare.

    “Buonanotte, tesoro” mormorò, baciandole la fronte senza notare come si aggrottò confusa.

    “Buonanotte?” gli chiese.

    Spike aprì gli occhi e la guardò “Cosa c'è che non va?”

    “Ho pensato … er, beh, voglio dire...” si innervosì quando lui aggrottò la fronte per il suo balbettio.

    “Stai bene, Buffy?”

    “E' solo che... ho pensato che potremmo... lo sai, voglio dire, io ti amo” gli disse.

    Spike sorrise felice “Ti amo anch'io, tesoro”

    Buffy scosse la testa “No, voglio dire, um... voglio fare l'amore con lei” sussurrò, quasi senza farsi sentire.

    Lui gelò “Cos'hai detto, Buffy?”

    “Voglio fare l'amore con te, Spike”


    TBC
     
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    Capitolo 19

    Spike la guardò in silenzio per così tanto che Buffy iniziò a distogliere lo sguardo a disagio, certa di aver detto qualcosa di sbagliato.

    “Voglio dire, um, non preoccuparti” mormorò imbarazzata, il viso in fiamme. Iniziò a cercare di spostarsi me le braccia di lui erano immobili e rigide.

    Ci volle la vista del volto di Buffy mentre si voltava per Spike per risvegliarsi dal piccolo sogno in cui era, le sue parole precedenti gli avevano portato una serie di immagini agli occhi, la maggior parte delle quali erano ripetizioni di sogni precedenti che la coinvolgevano. Sentendo la sua ultima frase nella mente i suoi occhi si spalancarono al pensiero che lei potesse credere che la stesse rifiutando e le si avvicinò. “Piccola, sei seria? Vuoi... vuoi che noi...” si maledisse per non riuscire nemmeno a dire le parole senza che pensieri di stare dentro di lei lo confondessero.

    “No” mormorò, anche se la sensazione del suo respiro sulla pelle la faceva tremare.

    Spike ghignò comprendendo quanto stava alzando le sue difese più infantili. Pensò che avesse qualcosa a che fare col modo in cui era cresciuta, a volte mostrava la maturità di un adulto e a volte era una bambina di nuovo. Il contrasto non faceva che portarlo ad amarla di più. “Non ti stavo rifiutando, piccola” le sussurrò all'orecchio, spostandole i capelli dal collo e tracciandovi una scia di baci “Mi hai solo preso di sorpresa, tutto qui. Non c'è niente che vorrei di più che fare l'amore con la mia ragazza ancora...” bacio “e ancora” bacio “e ancora”

    Ormai Buffy stava tremando sia per le sue parole che per le sue azioni quindi ormai era un corpo senza volontà quando si voltò a guardarlo. Solo vedendo i suoi occhi comprese quanto era eccitato, a volte le sembrava così quando si baciavano per un po', come se il suo sguardo le bruciasse l'anima. “Sul serio?” chiese, mordendosi nervosamente il labbro.

    Okay, quindi forse lei non aveva realmente pensato dopo l'aver detto a Spike di volerlo. Chi avrebbe iniziato? Come si sarebbero tolti i vestiti? Non prendeva anti concezionali, e di certo non teneva una di quelle... cose... nella sua stanza, quindi come sarebbe funzionata?

    Spike guardò adorante mentre Buffy diventava sempre più confusa. Era ovvio che aveva molte domande nella mente che non era certa di come chiedere.

    “Davvero, piccola. Sei tutto ciò che sogno, tutto ciò a cui penso...” si fermò per sporgersi a baciarla sulle labbra. Di solito iniziavano lentamente e senza lingua, ma non poteva più contenersi. Ovviamente amava la sua personalità, amava parlarle e ascoltarla, e non voleva sopraffarla in alcun modo. Ma si sentiva come se sarebbe morto se non l'avesse avuta presto. Non si era mai sentito così fisicamente affamato per nessuno in vita sua e sapere che lei era lì con lui nel suo letto ogni notte per quanto avesse voluto gli mandava scariche di felicità. Sapeva che Angel poteva passare da una ragazza all'altra ogni notte senza curarsene. Ma Buffy era sua, per il resto della sua vita.

    A dispetto dei precedenti dubbi, Buffy stava rispondendo forsennatamente ai suoi baci, accogliendo la sua lingua in bocca. La sua grande e calda mano contro la sua schiena la premeva possessivamente. Gradualmente iniziò a carezzarle la schiena, su e giù fino a scivolare sotto i pantaloncini del pigiama e sulle sue bellissime curve lì, spingendo il suo corpo contro il proprio perché potesse sentire la sua erezione dura come roccia premuta contro il suo monte.

    Buffy sapeva che se non parlava subito delle sue preoccupazioni non ne avrebbe più parlato, perché le cose che le stava facendo erano troppo belle. Non poteva neanche immaginare come potesse andare.

    “Spike, um, dobbiamo fermarci” riuscì a dire tra i baci.

    Si spostò immediatamente con gli occhi nel panico, panico al pensiero di averla spaventata, e a essere onesti anche che lei potesse volersi fermare del tutto. “Cosa c'è che non va, piccola?” disse con voce inesistente.

    Buffy spalancò gli occhi al terrore di aver sollevato la questione “Um, ci serve... tu devi... io non uso...” borbottò, fermandosi quando lui aggrottò la fronte confuso. Prese un grosso respiro “Non voglio un bambino” spiegò.

    “Oh!” esclamò comprendendo finalmente il punto, e poi sorrise “Non pensavo tu avessi nessun-”

    “No!” lo interruppe prima che potesse finire la frase. Per qualche motivo quella parola la disturbava, le faceva sembrare tutto troppo meccanico.

    “Okay” le concesse, sospirando quando capì che doveva uscire dal letto “Ne ho nella mia stanza, non muovere un muscolo” l'avvertì correndo fuori.

    Per un secondo Buffy non si mosse, troppo spaventata dalla sua lontananza. Poi comprese che aveva al massimo un minuto prima che lui tornasse. Avrebbe dovuto essere seduta quando fosse arrivato? Sdraiata? Con i vestiti o senza? Iniziò ad alzarsi la maglietta, poi l'abbassò di nuovo. No, decisamente ancora addosso. O no? Forse era più facile. Si tolse rapidamente maglietta e pantaloncini e li gettò a terra. Improvvisamente comprese che era nuda sul letto e che Spike probabilmente avrebbe avuto un attacco di cuore a vederla così, quindi si scaraventò sotto le coperte e le alzò fino al mento.

    Pochi secondi più tardi, Spike corse di nuovo dentro la stanza con una piccola scatola nella mano, e si fermò improvvisamente quando la vide coperta fino al mento. A cosa stava giocando? E poi vide i vestiti a terra e improvvisamente la sua bocca era così asciutta che quasi non riusciva a parlare.

    “Sei nuda lì sotto?” disse con un tono di voce assolutamente incomprensibile dalla soglia.

    Guardandolo con occhi spalancati Buffy rispose “Chiudi la porta! E... si, um, già” il suo viso divenne rosso acceso quando lui calciò la porta in modo assente e senza staccarle gli occhi di dosso si avvicinò al letto, il suo intento era reso chiaro dalla sua espressione. Quando arrivò al letto raggiunse il cordone dei pantaloni del suo pigiama, e sempre guardandola iniziò a spingerli giù.

    “Non farlo!” gridò improvvisamente Buffy.

    “Cosa?”

    “Um, puoi venire sotto le coperte prima?” lo pregò.

    Spike aggrottò leggermente la fronte “Sei davvero sicura che ti vada bene farlo? Non dobbiamo continuare se sei così spaventata” la rassicurò.

    Buffy si morse il labbro “Non sono... spaventata sul serio, um, diciamo che ho bisogno che le cose vadano un po' piano. E vedere... tutto... proprio ora mi sembra un po' troppo”

    Lui annuì comprendendo e scivolò sotto le coperte, voltandosi per togliere i pantaloni e gettarli a terra. Voltandosi verso Buffy sorrise. “E' okay amore se abbasso un po' questi?” chiese, indicando le coperte.

    Lei annuì ma non si mosse per aiutarlo, invece rimase completamente ferma mentre lui le scopriva il mento, le spalle e il petto fino a fermarsi sopra il suo seno.

    “Così è meglio” mormorò, afferrandola per la vita e facendola scivolare verso di lui, tenendosi su un braccio per poterla guardare “Voglio solo vedere la mia ragazza”

    Buffy sospirò dolcemente quando l'attirò in un dolce bacio, facendo dei circoli con la mano sul suo stomaco nudo sempre più grandi, finchè col pollice non arrivò al suo seno. Seppe l'esatto momento in cui lei si trovò più a suo agio, quando il suo corpo perse la rigida barriera e lei si sciolse nel suo abbraccio, sporgendosi il più possibile su di lui. Il che, anche se era decisamente una buona cosa, significava anche che poteva sentire le sue morbide cosce contro di lui, e non aveva dubbio che lei sentisse il suo duro membro premuto contro il suo stomaco, entrambe cose che lo facevano diventare sempre più matto. Doveva stare dentro di lei presto.

    “Amore?” mormorò, spostandosi leggermente per guardare il suo volto senza fiato mentre con la mano continuava a massaggiarle la pelle. “Posso?” chiese mentre la sua mano si spostava più in basso, qualche centimetro sotto il suo ombelico.

    Buffy lo guardò qualche secondo, con gli occhi aperti e leggermente nervosi, prima di annuire lentamente mordendosi il labbro. Non era sicura di cosa doveva sentire. Vergogna? Imbarazzo? Per quanto fosse eccitata, nessuno l'aveva mai toccata 'lì sotto' e il pensiero era un po' spaventoso. Si guardarono l'un l'altro mentre la mano di Spike scivolava più in basso fino a raggiungere la sua fessura. Sorrise quando si accorse che le sue cosce erano strette insieme come una morsa.

    “Puoi rilassarti, gattina?” mormorò, baciandola sulle labbra per rassicurarla “Aprirle un po per me?”

    Continuò a sfregarle i fianchi per qualche momento finchè non la sentì rilassarsi un po'.

    “Brava ragazza, la mia dolce ragazza” sussurrò, portando finalmente la mano tra le sue gambe e carezzandole dolcemente le labbra.

    “Oh!” sussultò Buffy al lieve tocco, saltando leggermente in risposta e afferrandogli strettamente le spalle mentre cercava di dare un senso alle sue risposte. Affondò le dita ancora più forte quando la pressione del suo dito crebbe e scivolò nel suo piccolo canale.

    “Stai bene, piccola?” le chiese qualche secondo dopo, dopo aver fatto scivolare l'intero dito.

    “Mmm hmm” rispose insicura “E'... strano” gli disse.

    Lui annuì e iniziò a pompare il suo dito dentro e fuori lentamente, sorridendo quando lei aprì la bocca e sussultò. Quando sentì che era pronta entrò con un altro dito e mantenne lo stesso ritmo finchè finalmente non potè metterne tre allo stesso tempo. “Ancora tutto bene?”

    Lei annuì, sorridendo. “E' questo che, um, si sente?” sussurrò.

    “Quasi, piccola. Ci sarà un po' di dolore, okay? Ma sarò più gentile possibile e ti farò stare bene, prometto” le disse togliendo le dita e spostandosi per prendere un preservativo. Quando lo ebbe preso, si voltò verso di lei. “Devo togliere le coperte per mettere questo. Vuoi chiudere gli occhi?” chiese, preoccupato per la sua precedente reazione.

    Buffy rise, il chè lo sorprese “Penso... che ormai abbiamo smesso di essere lenti. Posso... vederti?” chiese, arrossendo furiosamente.

    Lui annuì e le sorrise “Non avere mai paura di chiedermi qualcosa, piccola. Non mi arrabbierò mai per qualcosa che suggerisci”

    Buffy lo guardò apprensivamente mentre lui scrollò via le coperte, mentre lei spalancava gli occhi vedendolo per la prima volta. Voleva metterle dentro quello? Era impazzito! Tre delle sue piccole dita erano quasi fastidiose e non erano neanche lontanamente larghe come quello.

    Lo guardò e vide che stava fissando attentamente le sue espressioni “Ti giuro che entrerà” le disse, comprendendo perfettamente cosa le passava per la testa.

    Buffy annu' riluttante, decidendo di fidarsi “O-o-okay” doveva ammettere che era molto interessante guardarlo infilarsi il... coso... in effetti era quasi istruttivo.

    Finalmente era pronto così lei si sdraiò, accettandolo tra le sue braccia mentre si sdraiava su di lei. Sentirlo tra le sue cosce la eccitava immensamente per qualche motivo, anche se Spike la sentiva ancora nervosa quando si sporse per baciarla.

    “Piccola, dimmi che ti va bene davvero” la pregò. Il pensiero di stare per farle male, anche per quanto potesse sentirsi bene alla fine, lo faceva sentire orribile.

    Buffy sorrise alla sua ansia “Non ho mai voluto niente di più, Spike” sussurrò onestamente “Voglio sentirti”

    Il sorriso con cui le rispose la rese felice mentre lui usava una mano per guidarsi alla sua entrata, spingendosi per un paio di centimetri. “Unh” gemette Buffy, raggiungendo i suoi fianchi con le mani. Il suo respiro aumentò di volume follemente quando lui si spinse di più dentro di lei.

    “Stai ancora bene?”

    Lei annuì, cercando di abituarsi alla sensazione di averlo dentro di lei.

    “Questo farà un po male, piccola” l'avvertì con preoccupazione negli occhi. Lei annuì e si sporse per baciarlo.

    “Ti amo” gli sussurrò.”

    “Ti amo tantissimo” le disse lui, prima di afferrarle i fianchi e spingersi per tutto il percorso.

    “Argh!” ruggì Buffy, chiudendo gli occhi per il dolore che sembrò strapparla dall'interno. Nascose la testa nella sua spalla, afferrandogli i fianchi con incredibile forza.

    “Piccola? Buffy?”

    “Continua” continuò lei tra i denti. Maledizione. Per fortuna che succedeva una sola volta.

    Spike rimase più fermo possibile, incerto su cosa fare. Non voleva muoversi di un centimetro se questo le avesse provocato più male. Qualche secondo, o minuto, più tardi, Buffy emerse dalla sua spalla e riappoggiò la testa sul letto, guardandolo a occhi aperti. “Fa male” disse miseramente.

    “Mi dispiace, tesoro. Non sarà mai più così, lo giuro. Posso... uh, ti senti abbastanza bene da muoverti?”

    “Okay”

    Più gentilmente possibile, uscì lentamente quasi del tutto e poi si spinse di nuovo dentro senza aumentare il ritmo. Ancora e ancora proseguì le sue azioni, sporgendosi per baciarla appassionatamente allo stesso tempo.

    “Ti amo, Dio quanto ti amo, la mia ragazza, la mia piccola... ti amo così tanto, Buffy, amore” mormorò contro le sue labbra. Sentendo i suoi gemiti di piacere aumentò il ritmo finchè i fianchi di lei non si alzavano a ogni spinta, per aumentare la frizione tra di loro.

    “Spike... è... tu sei... uh! Oh è... unh!” mormorò senza senso, mentre il piacere sostituiva il dolore dentro di lei.

    Spike strinse la mascella, cercando di trattenersi dal venire e raggiunse il punto di unione dei loro corpi. Il suo pollice trovò la rigida e piccola protuberanza proprio dove i loro corpi si univano e la sfregò in circoli, deliziato dai gemiti che scaturivano da lei, prima di avere pietà di lei e spingere più forte.

    “Ancora!” gridò forsennatamente, tutte le inibizioni dimenticate davanti a tutto quel piacere. Era proprio lì, lo sentiva... come quel giorno sul divano. Aveva solo bisogno... “Ohhh! Ahh, Spike!!” gridò quando attaccò di nuovo il suo clitoride, finalmente portandola al rilascio che bramava.

    La combinazione dei suoi stretti muscoli che si serravano attorno a lui e il suo viso in estasi gridando il suo nome lo portarono a un orgasmo così intenso che fece fatica a trattenersi dal collassare su di lei, mentre lentamente continuava a spingere finchè ormai non si muovevano più. Buffy non sembrò preoccuparsene, mentre lo accoglieva a riposare su di lei. Sentiva il bisogno di averlo più vicino a se, bramava ancora più intimità di quella che avevano appena condiviso. Lui sorrise dolcemente togliendole dei capelli bagnati di sudore dal viso una volta finito completamente di muoversi.

    “Come stai, tesoro?”

    “Ci sono?” sorrise

    “Cosa?” chiese lui confuso.

    “Ho capito tutte quelle cose che diceva. Sei stato... è stato tutto... fantastico” gli disse.

    Le sorrise felice, baciandole la punta del naso “Ne sono lieto, piccola. Sei stata fantastica anche tu” le disse uscento lentamente da lei e affrettandosi a togliere il preservativo usato per gettarlo nel cestino, poi tornò da lei il più velocemente possibile. Anche lui sentiva la necessità di stare vicino a lei, i loro corpi nudi premuti insieme, guardandosi negli occhi.

    “Non mi sono mai sentito così vicino a nessuno in tutta la mia vita, piccola” disse piano.

    “Nemmeno io” rispose lei veritiera.

    “Non ti lascerò mai andare, Buffy. Mai” le disse, sperando che lei non si arrabbiasse per l'intensità della sua voce.

    Ma non fu così. Invece, lei si sporse baciandolo “Prometti?”

    “Lo prometto” giurò. E lo disse sul serio.




    Capitolo 20

    Buffy si chiese se si sarebbe sentita così a letto con qualcun altro, o era solo perché era Spike. Era ancora tra le sue braccia come le otto ore precedenti, e anche se erano entrambi svegli nessuno di loro voleva parlare. Buffy era intenta a passare un dito sul suo labbro inferiore, passandolo da una parte all'altra solo per sentire quanto era morbido. Sentiva le sue forti mani accarezzarle la schiena e nessun disagio a stare nuda come lui, accanto a lui.

    Il corpo di Spike la interessava, forse più di quanto avrebbe dovuto. O forse era naturale essere curiosa del corpo del tuo … amante... Ohh, le piaceva quella parola. Era così adulta. Guardando senza vergogna nei suoi occhi, li trovò luccicanti di adorazione.

    “Spike?”

    “Mmm? Che cosa, gattina?”

    “Ricordi cosa ti ho detto ieri notte?”

    Le sorrise “Mi hai detto molte cose ieri notte, piccola. Di quale parli ora?”

    “Quando hai detto che potevo chiederti qualunque cosa. Ricordi?”

    Lui annuì “E' vero. Farò qualunque cosa mi chiedi, amore”

    “Okay. Um, posso... guardare? Te, intendo”

    Spike rise “Una parte in particolare, dolcezza? O tutto quanto?”

    Lei mise il broncio, non sicura se la stesse prendendo in giro o no “Tutto quanto, sciocco” rise improvvisamente “Voglio esplorarti”

    Spike alzò un sopracciglio interessato. Questa cosa poteva essere veramente interessante, se aveva le stesse idee che aveva lui riguardo l'esplorare il corpo di qualcuno. Ed era così adorabile quando metteva il broncio, chi era lui per negarle qualcosa?

    Togliendo la mano da dietro il suo corpo si stese sulla schiena e annuì “Prego, tesoro. Quando sei pronta”

    Buffy sorrise timidamente e si mise sulle ginocchia, spostando le lenzuola oltre i suoi piedi. La vista di lui steso sotto di lei le tolse il respiro. Si chiese come poteva essere così a suo agio nell'essere così aperto e vulnerabile con lei. Lei si sarebbe sentita certamente insicura a stare così distesa con qualcuno inginocchiato accanto a te che ti fissa.

    “Posso toccarti?” chiese insicura.

    Lui sorrise “Pensi sul serio che potrei dirti di no, piccola?”

    Buffy sorrise e si sporse, allungando una mano e passandola sul suo torace. Tutto del suo corpo era così definito, i muscoli, le ossa... ma specialmente i muscoli. Il suo torace era corredato da una vita snella, come le sue braccia e le gambe. Gli passò una mano sulle spalle e sul suo braccio, alzandolo per studiare le sue mani. Per la prima volta si rese conto di quanto fossero eleganti le sue dita, arrossì ricordando come poteva usarle.

    Rimettendo a posto il suo braccio passò la mano sul suo torace e su uno dei capezzoli, sorridendo quando lui trattenne il respiro.

    “Ti piace?” chiese sorpresa.

    Lui si limitò ad annuire, non voleva che lei interrompesse la sua esplorazione. Lei non lo fece, invece sfregò l'altro capezzolo più fermamente col pollice sorridendo quando lui ruggì. Di scatto si abbassò e vi passò sopra la lingua, squittendo quando lui la prese brutalmente per la vita alzandola per baciarla.

    “Scusa piccola” ansimò quando lei si spostò per prendere aria “Ma stai giocando col fuoco”

    Buffy si rimise sulle ginocchia e lo guardò, uno sguardo serio che non le aveva mai visto. “Mi hai interrotto” lo sgridò. Improvvisamente ispirata, prese le mani sulla sua vita e gliele rimise sul letto ai lati della sua testa.

    “Lasciale lì, okay?” chiese con tono un po' più insicuro.

    Lui annuì “Tutto quello che vuoi, piccola”

    Sorridendogli dolcemente, tornò alla sua posizione originale accanto alla sua vita e continuò a passare le mani sui suoi addominali definiti.

    “Hai un corpo bellissimo” mormorò assente, non notando il suo sorriso di apprezzamento. Passò un dito sul suo osso pelvico, fermandosi nel punto che aveva segretamente potuto guardare per tutto quel tempo. I suoi occhi si aprirono scioccati quando vide che apparentemente ciò che aveva fatto negli ultimi minuti lo aveva in qualche modo... compiaciuto. Tentò di strofinare la parte di sotto.

    “Oh Dio!” ruggì Spike, stingendo le dita a pugno.

    “Scusami!” disse lei togliendo immediatamente la mano.

    Lui spalancò gli occhi terrorizzato “Non dispiacerti mai per fare questo, piccola. Mai, seriamente”

    “Vuoi... vuoi che lo tocco?” disse lei, arrossendo come sempre.

    “Solo se tu vuoi farlo, amore” disse il più casualmente che poteva, mordendosi la lingua per trattenersi dal dire 'Oh Dio si!'

    Lei annuì determinata e si sporse di nuovo, passando tutta la sua asta in un solo passaggio ritrovandosela nel palmo. Fu sorpresa di quanto fosse soffice, considerando quanto sembrava duro e arrabbiato. La punta aveva un paio di gocce di seme bianco.

    “Vuoi provare qualcosa di un po' diverso, piccola?” disse Spike.

    “Come cosa?” chiese curiosa.

    Lui raggiunse il comodino e prese la scatola, aprendola e porgendole il preservativo.

    “Dovrei... mettertelo?”

    Lui annuì.

    Ricordando come gliel'aveva visto fare la sera prima, lo mise sulla punta della sua erezione e premette la piccola punta, srotolandoglielo addosso. Sorrise trionfante quando fu riuscita a metterlo. “Ora cosa?” chiese eccitata, lieta del compito.

    Spike sorrise “Passa una gamba sui miei fianchi, piccola... si, così... uh huh, così le tue ginocchia sono ai miei lati... okay, e alzati” le istruì, finchè non fu posizionata sulla punta del suo membro “Ci sei ora?” le chiese.

    “Uh huh” disse altamente imbarazzata per la sua posizione ma anche eccitata. Lui portò le mani a tenerle i fianchi, aiutandola a scendere lentamente fino a essere completamente sepolto dentro di lei.

    “Gesù santissimo” ruggì lui alla sensazione che lo avvolgeva. Era più calda e stretta di quanto ricordasse. La sua bocca si apriva e chiudeva silenziosamente mentre si abituava di nuovo a sentirlo dentro di lei. C'era ancora un po' di disagio, ma lo ignorò completamente focalizzandosi sull'espressione del suo viso.

    Iniziò ad alzarsi e abbassarsi, solo un po' all'inizio ma poi sempre di più e lui l'aiutò a trovare un ritmo che gli permettesse di alzarsi mentre lei si abbassava. Lei tenne le mani sul suo torace per bilanciarsi, passandole di nuovo sulla sua pelle come quando lo stava esplorando.

    Il rilascio di Buffy arrivò prima questa volta, non riusciva a descriverlo ma questa posizione sembrava colpire qualcosa dentro di lei che le mandava delle scintille su tutto il corpo a ogni spinta, così quando lui andò a massaggiarle la clitoride venne in un momento. Collassando contro il suo torace, su sorpresa quando lui rotolò i loro corpi per stare su di lei e le spinse le ginocchia sul torace, perché fosse completamente aperta mentre pompava di nuovo. Mentre si muoveva le succhiava un capezzolo, facendola gemere forse. Sentì le sue spinte aumentare freneticamente e i suoi gemiti diventare più simili a grugniti, e riconobbe istintivamente che stava per venire. Pochi momenti dopo lo vide nascondere il viso nel cuscino accanto a lei mentre esplodeva dentro di lei.

    Buffy rimase sdraiata tranquillamente, accarezzandogli la schiena mentre lui riprendeva il respiro e alzò la testa a guardarla.

    “Ti amo tanto, tantissimo” le dichiarò, rubandole un bacio.

    “Idem” sorrise, e lui sorrise, riconoscendo la frase da uno dei suoi film preferiti che aveva guardato con lei diverse volte. Di nuovo scivolò fuori da lei scartando il preservativo prima di tornare accanto alla sua ragazza. “Dobbiamo scendere a colazione, Spike” gli ricordò anche se uscire dal letto era l'ultima cosa che voleva.

    Lui si lamentò “Non voglio. Voglio stare qui con te” mise il broncio, mordicchiandole una spalla.

    “Lo so, ma non penso che nessuno voglia venire a chiamarci qui, no?”

    Lui aggrottò la fronte al pensiero. Nessuno doveva vedere Buffy a letto tranne lui “D'accordo” ruggì “Ci alziamo”


    ***

    “Voi due avete fatto sesso!”

    Buffy spalancò gli occhi e afferrò la mano di Spike. Guardò freneticamente intorno alla stanza, lieta di vedere che non c'erano né Melissa né Parker. Guardò Angel imbarazzata, comunque, ma lui stava ghignando dal suo posto a tavola.

    “Grazie, Kathy” ruggì Spike sarcastico. Sapeva che Buffy stava morendo di imbarazzo “Ma non sono davvero affari tuoi”

    Kathy scrollò le spalle, ovviamente non le importava “E' talmente ovvio. Buffy scintilla. E Spike... beh, diciamo che sembri diverso quando non sei così frustrato”

    La porta che conduceva alla cucina si aprì e sia Parker che Melissa entrarono. Buffy guardò Kathy disperata, la quale roteò gli occhi e annuì, ma sembrava scocciata.

    “Come state stamattina?” chiese Melissa mentre si sedevano attorno alla tavola.

    “Bene grazie, Melissa” rispose quietamente Buffy. Le dava fastidio che Kathy fosse stata così... volgare, su quello. L'ultima notte e quella mattina erano state le più speciali della sua vita, e l'ultima cosa che voleva fare era condividerla con qualcuno che non fosse Spike. Si sentiva quasi violata che Kathy potesse essere così sciolta su qualcosa di così sacro per lei. Guardò Spike che la osservava preoccupato, ovviamente per il suo umore. Le mormorò 'Ti amo' facendola sorridere di nuovo. Lei glielo mormorò indietro, senza accorgersi che Parker la stava fissando. Pensava che avessero rotto, dannazione! Di certo lo erano negli ultimi giorni, comunque. Ovviamente erano tornati insieme.

    “Siete ansiosi per il concerto, ragazzi?” chiese a Angel e Spike.

    Entrambi annuirono “Certo” disse Angel “Ho sentito che sono appena stato a San Francisco e sono stati spettacolari, quindi dovrebbe essere grandioso”

    “Si, sono stati a San Jose e LA è l'ultima fermata, e sanno tutti che l'ultimo spettacolo è il migliore” disse Spike.

    “Beh, sono sicuro che sarà un gran fine settimana” disse Parker, anche se questa volta sorrideva a Buffy.

    Buffy sorrise a disagio, e si fece la nota mentale di parlare a Willow appena possibile.




    Capitolo 21

    Angel battè il piede impaziente, cercando di non sospirare troppo forte. Tre minuti dopo non ne potè più.

    “Gesù Spike, dai! Stiamo via solo per una notte! Potete vedervi domani sera”

    Spike guardò da dove la testa era sepolta nel collo di Buffy mentre erano in piedi accanto alla sua macchina, già pronta per partire.

    “Non rompere” ruggì “Dammi un secondo”

    Roteando gli occhi alla disgustosa dolcezza accanto a lui, Angel tornò dentro “Esco tra cinque minuti e sarà meglio che sia pronto ad andare!”

    Buffy tenne forte la schiena di Spike alle sue parole, non era ancora pronta a lasciarlo andare. Sapeva quanto era stupida, Angel aveva ragione, stava via una sola notte. Ma ora, una notte senza le sue braccia era un pensiero doloroso. E non solo quello, ma tecnicamente erano due giorni interi visto che non lo vedeva fino alla sera dopo. Forse un giorno lo avrebbe potuto affrontare, ma due... voleva quasi piangere. In effetti era certa di sentire le lacrime arrivare agli occhi.

    Spike la sentì tirare su col naso e la spinse via leggermente per poterla guardare negli occhi. Il suo cuore si spezzò a vederla sul punto di piangere, con un broncio sulle sue labbra.

    “Oh piccola, andrà tutto bene” mormorò, prendendole le mani.

    Lei sorrise nervosa “Lo so. Sono proprio stupida. Solo... mi mancherai” piagnucolò nascondendo di nuovo il viso sul suo torace.

    Spike sospirò tristemente “Mi mancherai anche tu, tantissimo” disse, baciandole la fronte. Sapeva che Angel probabilmente lo stava guardando dalla finestra con una smorfia per quanto era patetico, ma non si era reso conto quanto fosse difficile essere separato dalla sua ragazza per più di poche ore. Si erano visti ogni singolo giorno o quasi, quindi forse... era una cosa buona? Forse si erano troppo attaccati e avevano bisogno di una pausa per ricordarsi com'era stare per conto proprio? Quello non significava che non facesse male, comunque.

    “Hai il telefono, piccola? Chiamami quando vuoi. Se qualcosa non va, voglio che mi chiami e sarò a casa in un momento”

    Lei annuì contro il suo torace “Ce l'ho. Ma non può andare male niente. Sto da Willow appena te ne vai. Ma puoi comunque chiamarmi stasera prima che inizi il concerto?”

    “Certo, piccola”

    Pochi secondi più tardi Angel tornò e guardò Spike andando alla macchina. “Partiamo” ruggì “Adesso”

    Spike gli diede il gesto inglese del 'fottiti' e tornò a guardare Buffy, spingendola di nuovo per vederle il viso. Si sporse e la baciò appassionatamente sulla bocca, abbracciandola. Pensò a come poteva reagire quando fosse tornato a casa se faceva così per la sua partenza, probabilmente sarebbe stata una serata... interessante.

    “Devo andare piccola” annaspò, separandosi dalle sue labbra che minacciavano di tenerlo a Sunnydale per sempre.

    Le labbra di lei tremavano mentre cercava di sorridere “Okay. Ci vediamo domani sera, Spike” sussurrò.

    Non poteva resistere un secondo di più. Le baciò la fronte, mormorando “Ci vediamo domani, piccola”.

    Lo guardò tristemente mentre andava al sedile dell'autista e alzò entrambe le mani per salutarli mentre si allontanavano. Spike le inviò un bacio e lei sorrise genuinamente per la prima volta quella mattina. Rimase lì in piedi a guardarli finchè non voltarono l'angolo.


    ***

    Buffy fece un passo indietro sorpresa quando una furente signora Rosenberg aprì la porta a cui aveva appena bussato.

    “Posso esserti utile?”

    Buffy guardò oltre le sue spalle e aggrottò la fronte quando vide Willow in piedi con sguardo colpevole nel corridoio.

    “Uh... ciao, io sono Buffy. Um, Willow e io ci siamo accordate perché dormissi qui stasera”

    La signora Rosenberg fissò la figlia prima di voltarsi verso Buffy.

    “Mi dispiace, ma Willow è in punizione per due settimane. Non può andare da nessuna parte né invitare nessuno. L'ho scoperta con un... musicista!”

    “Un musicista?” chiese Buffy confusa.

    “Si!” annuì la signora Rosengerg furiosa “Un giovanotto dai capelli rossi. Erano... molto inappropriati. Mi dispiace ma devi tornare a casa. Verrai un altra volta”

    “Mi dispiace Buffy” disse Willow da dietro sua madre.

    “Um, tranquilla Will” rispose Buffy, e prima di rendersene conto era davanti a una porta chiusa.

    Cosa poteva fare? Probabilmente poteva chiamare Spike, avevano fatto mezz'ora di viaggio, ma poi lui si sarebbe perso il concerto, e anche Angel. No, non poteva farlo. Doveva solo tornare a casa. Non c'erano altre opzioni.

    Annuendo a se stessa, tornò a percorrere la breve camminata.

    Ovviamente pensava che Spike fosse esagerato. Non avrebbe nemmeno dovuto dirglielo, quando fosse tornato a casa, che era stata dagli Abrams. Non lo avrebbe saputo.

    Nessun problema.

    O così pensava.




    Capitolo 22

    Parker sentì aprirsi la porta lentamente e aggrottò la fronte. Chi diavolo poteva essere? Non c'era nessuno quel fine settimana tranne lui, per suo assoluto disagio. Che perdita di soldi quei biglietti del concerto visto che la ragione per cui lo aveva fatto era a dormire da un amica. E dopo che si era così sforzato di prepararsi.

    Andò verso la porta e si fermò alla vista della ragazza dei suoi pensieri che entrava con una piccola borsa.

    “Buffy? Cosa ci fai qui? Pensavo che stessi da Willow” disse sorpreso.

    Lei scrollò le spalle “Uh, si. Willow è in punizione per un paio di settimane e non potevo restare”

    Parker annuì, la sua mente correva. Aveva così tanto da organizzare! “Okay, tesoro, beh sarò un po assente oggi ma ti preparo la cena per le sei, d'accordo? Mangiamo in sala da pranzo come al solito”

    Buffy sorrise, sapeva che non c'era nulla di cui preoccuparsi “Va bene, davvero. Ho molte cose da studiare quindi sarò un po' assente anch'io”

    Si mise la borsa sulle spalle e tornò in camera.

    Parker la guardò per qualche secondo, con un piccolo sorriso sulle labbra, poi si affrettò.

    ***

    Dio! Quanto compiti poteva dare un insegnante in un solo giorno? E moltiplicato dal numero di insegnanti che aveva... Buffy ruggì per la frustrazione e si nascose il viso tra le mani.

    Erano passate ore. Ore! E non aveva ancora finito. Perché quei temi erano così lunghi da scrivere? E perché Spike ancora non l'aveva chiamata? Si, lei aveva detto di chiamarla prima del concerto, ma magari poteva importargli di vedere come stava anche prima.

    Buffy mise il broncio, e poi si rese conto di quanto era patetica perché non c'era nessuno lì intorno a notare quanto fosse miserabile. Guardò l'orologio e si rese conto che mancava solo mezz'ora prima di cena. Improvvisamente divenne contenta quando un pensiero le attraversò la mente. Per la prima volta era a casa mentre Melissa non lo era! Poteva indossare quello che voleva e nessuno avrebbe detto niente! Mise di nuovo il broncio rendendosi conto di quanto questo pensiero l'avesse eccitata. Forse doveva cogliere il suggerimento di Spike di farsi valere un po di più con Melissa? Tecnicamente, ne aveva il diritto. Era qui da mesi e nessuno poteva negarle che ormai era parte della famiglia.

    Andando felice verso l'armadio prese un comodo paio di jeans, che Melissa non le lasciava mai mettere a cena, e una felpa nera. Passando davanti allo specchio si tirò su i capelli appuntandoli e decise di non truccarsi. Ha! Nessuna critica di Melissa, e nessuno Spike per la quale voleva essere carina. Probabilmente era il vestito più casual che si metteva da mesi.

    Mise il cellulare nella tasca dietro, perché Spike l'avrebbe chiamata nelle prossime ore e non voleva perderselo nemmeno se era a cena. Parker non era così severo per certe cose, anche se sapeva che non era carino parlare al cellulare mentre si è a tavola. Non le avrebbe dato problemi.

    Venticinque minuti dopo lasciò la sua stanza e scese a cena, sorpresa di trovare tutto sistemato, e più formalmente del solito. C'erano anche due candele nel mezzo. Parker stava uscendo dalla cucina con due piatti di minestra in mano quando lei entrò. L'accolse subito.

    “Buffy! Puntuale! Vieni, siediti!” disse, indicando il tavolo.

    Seguì le sue istruzioni e si sedette nel solito posto, inalando il profumo di zuppa davanti a lei. “Sembra fantastico, Parker” si complimentò.

    Lui sorrise contento “Solo il meglio per te, tesoro”

    Buffy rise timida “Um, si. Beh, grazie”

    “Piacere mio”

    Cercò di non notare il modo in cui la guardava intento quando portò alle labbra la prima cucchiaiata “Mmm è veramente buono” gli assicurò, certa che la stesse guardando per quel complimento.

    Parker sorrise contento “C'è un ingrediente speciale. Non l'ho mai fatto così prima. Come ho detto, solo per te, tesoro”

    Continuarono a mangiare e parlare, anche se la conversazione le era un po' scivolata dalle mani. Non ci aveva pensato molto prima, ma ora che era il 'tesoro' di Spike la metteva a disagio che Parker la chiamasse in quel modo, specialmente da quando finiva così quasi ogni frase. Improvvisamente non era più sicura che non intendesse la stessa cosa che intendeva Spike.

    “E come va la scuola?” le chiese dopo quella che era sembrata una lunga pausa.

    Buffy cercò di capire cosa diceva ma per qualche motivo anche di tenere gli occhi aperti. Perché le parlava al rallentatore? E... oscillava?

    “V-va bene...” sussurrò.

    Lui ghignò “Perfetto” mormorò.

    Alzando le mani per tenersi la testa, Buffy guardò Parker “Non mi sento molto bene...” si lamentò, comprendendo che non era Parker a oscillare.

    Parker la guardò con espressione preoccupata “Cosa c'è che non va, piccola?”

    Buffy scosse la testa “Non... sono... la tua... piccola...” svenne cadendo a terra.

    Parker alzò tranquillamente il tovagliolo alle labbra e le pulì calmo, prima di uscire dalla tavola e andare verso il suo corpo.

    ***

    “Errgmmnn” gemette Buffy inconsciamente, agitando la testa da una parte all'altra su... un cuscino?

    Aprì gli occhi e fu confortata dalla confusa vista della sua camera. Apparentemente era sdraiata sul letto, ma quando cercò di muoversi le sembrò che le braccia e le gambe fossero troppo pesanti da alzare.

    “Sei sveglia”

    Buffy si guardò intorno quando sentì la voce di Parker rompere la nebbia che aveva nella mente.

    “C-che è successo?” chiese. Era tutto così confuso. Non stavano cenando?

    Si avvicinò al letto e si sedette accanto a lei, prendendole la mano e strofinandola. Buffy fremette. Perché poteva sentire questo ma non muovere il braccio? Non aveva senso.

    “Sei svenuta a tavola, tesoro. Ero così preoccupato per te. Così ti ho portato qui per riposare”

    “Quanto... tempo?” chiese lentamente. Era difficile forzare le parole fuori dalla bocca.

    “Un paio d'ore fa”

    Cosa? Ore? Come? Cosa stava succedendo? Perché la sua mente non funzionava? E voleva che Parker se ne andasse. La metteva molto a disagio.

    “Spike” sussurrò.

    “Cosa?” sbottò Parker.

    “Voglio... Spike. Per favore.. chiamalo” sussurrò di nuovo.

    Parker si alzò e camminò avanti e indietro rabbiosamente “Non è qui, Buffy. Siamo noi. Io e te. Come dovrebbe essere”

    “Dovrebbe essere?” chiese. Che diavolo stava succedendo? Aveva ancora il telefono in tasca? Forse poteva chiamarlo da sola.

    Avvicinandosi di nuovo al letto, la voce di Parker crebbe di intensità “Non ti ricordi, Buffy? Ricordi com'era tra noi? Io ti amo. Te l'ho detto. Anche tu mi ami, vero tesoro? Tu ti fidi di me”

    Buffy spalancò gli occhi “No... no, non è così. Parker? Di cosa stai parlando? Sai che sto con Spike. Lo amo. tu... tu dovresti essere mio padre.”

    Parker rise scuotendo la testa “Solo perché ti ho adottato non vuol dire che sono tuo padre, Buffy. Sono più-”

    “No!” sbottò lei “Ti rende solo come mio padre. Ti prego chiama Spike, Parker. Mi sento sul serio male”

    Sembrava davvero preoccupato “Ti senti ancora male? Come ammalata?” Buffy annuì “Okay, scendo in cucina a prenderti un bicchiere d'acqua. Non dovresti sentirti male. Aspetta qui, amore, torno presto”

    Buffy lo guardò uscire dalla stanza. Stava iniziando a pensare che Parker avesse qualcosa a che fare col modo in cui si sentiva. Si stava comportando come un pazzo e la stava spaventando a morte.

    Raccogliendo tutta la sua forza, dondolò il suo corpo fino a riuscire a mettersi su un lato. Alzò il braccio centimetro per centimetro sul suo fianco, così lentamente che quasi gridò per la frustrazione, finchè finalmente riuscì a raggiungere la sua tasca dietro. Sospirando di sollievo, afferrò il piccolo telefono e collassò di nuovo sul letto.

    In qualche modo riuscì a comporre il numero di Spike e a portare il telefono all'orecchio, lasciandolo sul cuscino accanto alla sua testa. Era uno sforzo troppo grande tenerlo in mano.

    Lo ascoltò suonare alcune volte. Su... su... dai! Tornerà presto... Buffy era certa che non sarebbe stato felice di trovarla al telefono con Spike.

    “Hey piccola! Sai che stavo per chiamarti, vero? Non ero-”

    “Spike” gemette lei.

    “Piccola? Stai bene?”

    “Mi serve... aiuto” riuscì a dire lasciando uscire un piccolo singhiozzo. Iniziò a piangere sentendo la sua voce.

    “Buffy?!” gridò nel telefono.

    “Ti prego... mi sento... male”

    “Stai male?” chiese, la sua voce calma “La madre di Willow può aiutarti, gattina?”

    Buffy chiuse gli occhi. Dannazione. “Non da Willow. Sono... a casa”

    “Sei a casa? Buffy, dimmi subito cosa sta succedendo!”

    “La cena. Nella zuppa penso. Parker... mi sento... non posso muovermi... ti prego Spike, ho bisogno di te” implorò

    “Sei nei guai?”

    Buffy ci pensò. Era nei guai? “Si”

    Improvvisamente sentì spalancarsi la porta della camera e alzò gli occhi incontrando lo sguardo furioso di Spike.

    “Con chi stavi parlando?” l'accusò.

    “Nessuno!” disse spaventata.

    Vide il telefono accanto a lei e glielo portò via.

    “SPIKE!” gridò più forte che poteva un secondo prima che Parker lo gettasse contro il muro mandandolo a pezzi.

    Sbattendo il bicchiede d'acqua che teneva sul comodino, le afferrò le spalle e la scosse forte “Cosa gli hai detto?”

    Buffy sentì i denti battere mentre la scuoteva “N-niente” singhiozzò.

    Lui si alzò in piedi, ovviamente furioso, e iniziò a muoversi avanti e indietro per la stanza. “Non doveva andare così... avrebbe dovuto amarmi... stupido fottuto punk...” mormorò tra se.

    Sul letto, Buffy stava freneticamente cercando di muovere i muscoli e far partire la circolazione del sangue. Un po' dell'adrenalina che era entrata in circolo per la paura l'aveva aiutata, e le membra erano un po' meno pesanti. Ma comunque trovava difficile muoversi.

    ***

    “Con chi stai parlando?”

    “Nessuno!”

    “SPIKE!”

    Spike tenne il telefono di fronte a se, guardandolo sconvolto. Era ancora in piedi scioccato quando pochi secondi dopo Angel passò una mano di fronte al telefono per riscuoterlo. “Ti sei spento?” rise.

    Spike si voltò con occhi di ghiaccio e iniziò a muoversi “Ce ne andiamo”

    Andò al comodino, prese le chiavi della macchina e il portafogli e corse fuori dalla stanza dell'hotel. Angel corse dietro di lui confuso, anche se non riuscì a raggiungerlo prima del parcheggio.

    “Spike, uomo, che diavolo stai facendo?”

    Spiken on lo guardò nemmeno mentre apriva la macchina “Entra nella fottuta macchina o resta qui”

    Angel rimase fermo finchè non sentì avviarsi il motore. Quando si rese conto che Spike era serio, aprì la porta ed entrò un millesimo di secondo prima che Spike avviasse la macchina.

    “Cosa diavolo stai facendo?” gridò Angel che non era nemmeno riuscito a chiudere la porta e vedeva salire la velocità a ogni secondo.

    “Ti spiego mentre andiamo. Se è ferita, lui muore”

    ***

    Parker si voltò verso Buffy, il suo viso non mostrava nulla di tutta la furia di pochi secondi prima. Prese il bicchiere d'acqua sedendosi accanto a lei, alzandole la testa e incoraggiandola gentilmente a bere. Buffy bevve l'intero bicchiere quando si rese conto che in effetti aveva molta sete.

    “Ti senti meglio, tesoro?” le chiese Parker.

    Buffy lo guardò incredula “Mi... mi hai fatto tu questo?”

    “Fatto cosa?”

    “Questo! Sei tu che mi hai fatta svenire?”

    Lui ghignò “Perchè avrei dovuto farti svenire? Non essere sciocca. Ero così preoccupato quando ti ho vista a terra. Ma non devi preoccuparti, amore. Mi prenderò cura di te”

    Buffy si fermò un momento. Come doveva comportarsi? Lo avrebbe fatto arrabbiare di più accusarlo di essere pazzo? Era meglio fingere che non era completamente terrorizzata? “Parker, vorrei davvero che te ne andassi. Mi sento malissimo e penso di dover dormire ora” da sola. Voleva davvero che la lasciasse sola.

    Parker la guardò, con una scintilla negli occhi “Potremmo, sai? Andarcene. Potremmo andarcene insieme. Ti ricordi quando sei arrivata qui, quanto eravamo vicini? Parlavamo ogni giorno, e ci baciavamo tante volte. Era un momento bellissimo nella mia vita”

    Si perse un secondo nei propri ricordi. Buffy non lo sapeva, ma si era ricreato completamente alcuni ricordi nella sua mente. Sarebbe rimasta scioccata di scoprire che in qualche modo si era auto convinto che non solo Buffy ricambiava il suo affetto, ma che lo aveva attirato di proposito. Incapace di pensare a cosa dire, comunque, continuò solo a guardarlo mentre tornava alla realtà.

    E quando lo fece, il suo viso era rigido.

    “Hai scopato quel biondo idiota, Buffy?” le chiese.

    Lei sussultò, sia per il suo tono di voce sia per la domanda “Non ti risponderò! Non puoi chiedermelo!”

    La sua bocca si atteggiò a una smorfia che forse doveva essere un sorriso “Penso che questo risponda alla mia domanda. Gesù. Scommetto che non riesce neanche a farti venire” sbottò

    Buffy voltò la testa, determinata a ignorarlo finchè non poteva riacquistare un po' della sua forza. Ma quest'azione non fece che farlo infuriare e le afferrò il mento, perché lo guardasse di nuovo.

    “Guardami!” scosse la testa come se cercasse di chiarire i suoi pensieri, e di nuovo attenuò la rabbia e addolcì il viso “Tesoro, sto solo cercando di ricordarti come sono speciali le cose tra noi. Ti amo, ricordi? Io non amo Melissa. Divorzierò da lei, quindi non preoccuparti nemmeno di questo”

    Buffy tose il mento dalla sua presa “Non sono preoccupata di Melissa, Parker. Non mi potrebbe importare di meno se non l'ami. Mi dispiace ma sono innamorata di Spike. Non ti amo. Ti prego smetti di dirmi che mi ami, perché non ne può uscire niente”


    ***
    “Togliti di mezzo!”

    Suoni di clacson.

    “Spike, uomo, devi rallentare! Non possiamo aiutarla se moriamo sull'autostrada”

    Ochi di ghiaccio si incontrarono con quelli più tenui.

    Un ruggito.

    “Non siamo noi che stiamo per morire”

    ***

    “Parker? Parker cosa stai facendo?” chiese Buffy, odiava il modo in cui la sua voce mostrava il panico.

    Lui alzò gli occhi da dove le stava togliendo le scarpe.

    “Ti metto a tuo agio, piccola”

    Cercò di calciarlo ma riuscì solo ad aiutarlo a togliersi la seconda scarpa. Il suo piede non si era alzato più di dieci centimetri dal letto.

    Si alzò e le afferrò il lembo del maglione, alzandolo sui suoi addominali. Buffy riuscì ad afferrarlo con le sue mani e tenerlo più fermo che potè.

    “Smettila... SMETTILA PARKER!” gli gridò “Lasciami! Lasciami! Non farlo!”

    Le tolse le mani come se fosse una mosca e continuò ad alzarle il maglione. Faticò a sfilarglielo per le braccia senza forza ma in pochi minuti era davanti a lui indossando solo jeans e reggiseno.

    Gli occhi di Parker erano luccicanti di lussuria mentre tracciavano i contorni del suo corpo, divorando la vista della sua pelle dorata. Guardò adorante mentre lei si voltò alcune volte per andare dall'altra parte del letto, e la fermò senza fatica.

    “Argh!” gridò Buffy frustrata “Toglimi le mani di dosso Parker!” gli intimò a denti serrati.

    Lui rise ai suoi deboli strattoni “Dannazione, Buffy, non doveva essere così. Perché non hai creduto che ti amassi, huh? Non era abbastanza convincente?”

    Cercò di togliere un braccio “Ti credevo, ma non importa niente. Io amo Spike” gli disse di nuovo.

    “Spike. Fottuto Spike. Pensi che ti amasse perché ti ha scopata?”

    “Spike mi ama” sbottò “E ti ucciderà se mi tocchi”

    Parker rise forse “Davvero?” chiese. Appoggiò una mano sul suo stomaco e l'alzò fino a prenderle a coppa uno dei seni “Oop, sembra che io ti abbia toccata” la perse in giro.

    Buffy tremò al suo tocco. Tutta la rabbia dentro di lei se ne andò per lasciare spazio alle lacrime e alla paura.

    “Per favore lasciami” singhiozzo “Non farlo”

    “Così carina” fece le fusa “Sembra che tu abbia imparato le buone maniere”

    “Spike ti ucciderà... Spike ti ucciderà... arriverà... sta arrivando” mormorò quasi a se stessa, chiudendo gli occhi.

    Parker sbuffò “Certo. Ma lui è a LA, Buffy. Anche se fosse partito quando lo hai chiamato, è ancora lontano più di un ora. Sembra che il grande eroe non sia così bravo nel suo lavoro dopotutto, huh?”

    “Quindi cosa? Farai... farai quello che... che hai pianificato, e poi? Pensi che non lo dirò a nessuno? Andrai in prigione, Parker. Questo è contro la legge” disse disperata, cercando di farlo continuare a parlare. La sua mano era ancora addosso a lei comunque “Anche se Spike ci mette due ore ad arrivare qui, sarà comunque qui prima della fine del giorno e se avrai fatto qualcosa, andrai in galera”

    “Davvero?” disse lui “E per cosa? Aver colto le avances di una ragazzina innamorata? Pensi che qualcuno ti crederà, Buffy? Melissa e io abbiamo un rapporto impeccabile sui bambini adottati. Pensi che qualcuno crederà a Spike? Hai visto il suo aspetto? È come il peggior incubo della polizia. Nessuno crederà a una parola di quello che dici, e Melissa ti rimanderà in quel buco da cui vieni. Addio fondo universitario. Addio futuro”

    Salì sul letto, circondandole i fianchi e forzandole le braccia sopra la testa.

    “Non puoi farlo!” gridò Buffy “Smetitla Parker! Toglimi le mani di dosso!”

    “Che linguaggio da una così dolce ragazza” disse, fissandola “Ma immagino che sappiamo tutti che non sei così dolce”

    Si chinò e le sfregò le labbra con le sue, ignorando gli sputi e come cercava di divincolarsi. Gli sembrarono passate ore quando finalmente si spostò per prendere fiato.

    “Avrebbe potuto essere così facile, piccola. Io ti volevo. Sarei stato gentile. Sarebbe stato molto bello per te”

    “Niente con te potrebbe essere bello” si ribellò.

    Lui ruggì, stringendole di più i polsi “Io non sarei così maleducata se fossi in te... gattina” sbottò.

    Buffy strinse gli occhi quando usò il modo che aveva Spike di chiamarla.

    “Non potresti mai compararti a lui”

    “Una sfida?” sbottò “Beh magari potresti darci un punteggio da uno a dieci quando ho finito e vediamo chi è l'uomo migliore”

    Scivolò di più sul suo collo fino a stringerle le cosce e lei gemette quando lo sentì abbassarle la cerniera dei jeans. Le sue braccia lo spingevano ma lui le rigettava indietro senza fatica.

    “Lasciami!” continuò a gridare “Non farlo!”

    Parker roteò gli occhi mentre lavorava al bottone dei suoi jeans. C'era un modo di farla stare zitta senza farla svenire? Perché la sua voce iniziava a irritarlo. Poi iniziò a colpire il muro, e quello fu troppo.

    “Smettila di fare tutto quel casino!” gridò “Smetti di colpire il muro!”

    Lei lo guardò come se fosse pazzo “Come faccio secondo te a colpire il muro se non riesco neanche a muovermi psicopatico?” gridò. Dannata questa casa per essere così grande, non c'era possibilità che i vicini sentissero le sue urla neanche se.

    Lui si fermò, con le dita ancora attorno al bottone ma entrambi potevano ancora sentire il rumore. Veniva da... il piano di sotto? E urlavano anche?

    “Aspetta qui” le chiese saltando fuori dal letto e andava alla porta.

    Buffy roteò gli occhi “Non se posso” scosse il suo corpo come prima per raggiungere il telefono, riuscì a scendere dal letto e cadere sul pavimento, colpendo con la testa l'angolo del comodino “Oww” gemette, sentendo una scia di sangue scivolarle sul viso. Riuscì a mettersi sullo stomaco e a trascinarsi verso la porta. Centimetro per centimetro riuscì a far scivolare il suo corpo a terra. Era un procedimento snervante.

    A pochi secondi di distanza dalla porta, e dalla sua libertà, sentì dei passi nel corridoio.

    “No” gemette, piantando i pugni a terra. Solo pochi secondi... era così vicina...

    La porta della camera si spalancò e lei alzò gli occhi rassegnata. Ma la vista che incontrò il suo sguardo la sorprese, a dire poco.

    “Signorina? Sta bene? Le serve assistenza medica?”

    Buffy guardò la donna poliziotto incantata. Dov'era Parker. “Huh?”

    “Può muoversi, signorina?”

    Buffy scosse lentamente la testa “Penso... penso che mi abbia fatto mangiare qualcosa. Non posso muovermi più di tanto. Le mie braccia e le gambe sono pesanti”

    La donna si inginocchiò accanto a lei “Sta arrivando un ambulanza, signorina. Sarà portata fuori di qui in un attimo”

    Buffy si lasciò andare a terra, il sollievo la fece collassare completamente.

    “Come... perché siete qui?” mormorò dal pavimento.

    “Siamo stati mandati da William Abrams, signorina. Ha detto di dirle che sta arrivando e che sarà qui il prima possibile. È al sicuro ora”

    Buffy si limitò ad annuire.




    Capitolo 23

    Due ufficiali di polizia stavano fuori da casa Abrams, voltandosi in apprensione quando una grande macchina nera entrò a tutta velocità nel vialetto e si fermò poco distante dalla porta. Si fecero entrambi indietro allarmati quando un giovane biondo ovviamente frenetico uscì e andò dritto da loro.

    “Siete arrivati in tempo? Sta bene?” gridò frenetico.

    L'Ufficiale Bradley, un giovane uomo moro, fece un passo avanti “Signore, devo chiederle di calmarle prima di poter rispondere alle sue domande. Qual'è la sua relazione con la vittima?”

    Spike si fermò, il suo viso perse colore così rapidamente che Angel, che lo aveva seguito fuori dalla macchina, pensò che sarebbe svenuto

    “Vittima?” riuscì a dire “Lei... lei... vittima? Non siete arrivati... io” si voltò verso Angel con un tale sguardo di terrore che Angel si fece avanti per sostenerlo se fosse svenuto, visto che sembrava avesse potuto farlo da un momento all'altro.

    Angel non sapeva cosa fare così si voltò verso gli ufficiali che guardavano Spike allarmati “Cos'è successo esattamente qui?” chiese

    “Mi dispiace, signore, ma non posso rilasciare informazioni finchè non chiarite la vostra-”

    “Viviamo qui, dannazione! È nostra sorella” spiegò, poi guardò Spike “Beh, non la sorella di Spike veramente, è la sua ragazza. Cos'è successo?”

    L'ufficiale prese un blocco “Quindi, immagino che ovviamente conosciate Parker Abrams, corretto?”

    Angel afferrò Spike che si era alzatò dal suolo con la furia negli occhi “Calmati, Spike” disse indicando i due poliziotti con la testa.

    “Il signor Abrams è stato arrestato e portato alla stazione di polizia, signore”

    “Ci dica solo che Buffy sta bene” continuò Angel

    L'ufficiale annuì “Da quello che ho capito, alla signorina Summers servono solo alcune attenzioni mediche in ospedale”

    “Quanto... quanto le ha fatto male?” chiese Spike riluttante, anche se in realtà non voleva saperlo.

    “Beh, sente ancora gli effetti delle droghe che Abrams le ha somministrato, e ha un brutto taglio sulla fronte per essere caduta dal letto, ma a parte quello sembra stare bene”

    “Quindi, lui... non l'ha toccata?”

    I due ufficiali si guardarono “uh, mi dispiace dirle signore che le intenzioni di Abrams erano in effetti di forzarsi sulla ragazza. Fortunatamente, la polizia è stata chiamata in tempo e lo abbiamo fermato”

    Spike tirò un grande sospirò di sollievo “Da quanto è in ospedale?” disse andando alla macchina.

    “Si rifiuta di andare, signore?”

    “Perchè diavolo?” gridò fermandosi.

    “Er, sta aspettando un uomo chiamato William. I paramedici hanno cercato di convincerla ad andare all'ospedale ma finchè non arriva lei non vuole”

    Dopo averlo sentito, Spike corse immediatamente nella casa e attraversò la porta principale. Sentì delle voci venire dal salotto e seguì i suoni entrando, spiando il semicerchio di paramedici e polizia attorno a un divano.

    “Buffy?” gridò con voce spezzata.

    “Spike?!”

    Quasi gridando per il sollievo al suono della sua dolce voce, arrivò fino al divano e cadde sulle ginocchia “Oh Dio amore, avevo tanta paura, tanta paura, pensavo che lui... ti avesse fatto del male” pianse, abbracciando la sua piccola forma.

    Buffy iniziò a piangere di nuovo ora che Spike l'abbracciava, anche se aveva pensato di non avere più lacrime. Nell'istante in cui aveva sentito la sua voce ogni briciolo della sua paura se ne andò e seppe di essere realmente al sicuro ora.”

    “Mi dispiace, Spike, mi dispiace” singhiozzò nelle sue spalle.

    “Ti dispiace? Amore, perché?”

    “Avrei dovuto sentirti, avrei dovuto crederti. Parker era impazzito, Spike. Mi ha metto qualcosa nella minestra e quasi non posso muovermi”

    Spike si spostò abbastanza da guardarla, e notò per la prima volta che in effetti era sdraiata sul divano. Togliendole una ciocca di capelli dal viso, le sorrise dolcemente.

    “Non pensarci neanche in questo momento, piccola. Non biasimarti solo perché è un malato perverso. Sono solo contento che stai bene. Il ragazzo fuori, lui ha detto... ha detto 'vittima' e io ho pensato...” nascose il viso nel suo stomaco di nuovo, per nascondere le nuove lacrime.

    Buffy gli sorrise, strofinandogli i capelli mentre lui la teneva con tutta la sua forza. Le persone in piedi intorno a lei l'avevano spinta a farsi dare un passaggio in ospedale, ma sapeva che Spike sarebbe arrivato a casa e non se ne sarebbe mai andata, aspettava che arrivasse lui. Erano già stati distanti per troppo tempo.

    “E' okay, Spike” mormorò dolcemente, conscia degli occhi su di loro. Tutti gli adulti nella stanza stavano sorridendo alla vista di un uomo apparentemente così spaventoso ridotto alla cosa più innocua del mondo al pensiero che la sua ragazza fosse nei guai. Era una vista che toccava il cuore.

    Spike tirò su col naso imbarazzato, guardandola fermamente “Devi andare in ospedale, piccola”

    “Er, è vero signorina Summers” intervenne la poliziotta che l'aveva trovata nella sua camera “Deve fare un esame del sangue per stabilire quale droga è stata messa nel suo cibo”

    Buffy si morse il labbro nervosamente, con gli occhi imploranti “Odio gli ospedali, Spike. Vieni con me?”

    Le sorrise, per la prima volta da ore “Non ti lascerei per niente al mondo, Buffy”



    Diverse settimane più tardi


    “E' finita, piccola, è davvero finita ormai” le mormorò all'orecchio, stringendola forte mentre uscivano dal tribunale.

    “Lo so” rispose, triste “ma comunque... non so, è ancora qui. Melissa non ci passerà mai sopra.

    Entrambi guardarono Melissa che, anche se vestita impeccabilmente come sempre, non aveva espressione sul viso, cosa che nessuno di loro aveva mai visto. Angel le stava parlando, ma lei non sembrava ascoltare.

    “Uh, Buffy?” sia Spike che Buffy si voltarono verso Kathy che era in piedi nervosamente dietro di loro.

    “Hey Kathy” Buffy sorrise “Grazie per quello che hai fatto” si riferiva alla confessione della loro relazione.

    Kathy scrollò le spalle “Si, beh. Ero... stupida. Sono sul serio caduta a credere tutti quei 'ti amo'. Immagino tu sia davvero molto fortunata ad avere Spike che ti ha tenuta al sicuro da lui”

    “La sono” rispose, baciandolo su una guancia “Ma anche tu starai bene Kathy. Parker starà via per molto tempo, e anche se esce non può avvicinarsi a più di cento metri da ognuno di noi”

    Kathy annuì, notando Angel che conduceva Melissa alla macchina “Meglio se andiamo, ragazzi. Penso che Melissa abbia bisogno che stiamo tutti vicini per un po'”

    Andarono tutti verso la macchina, il braccio di Spike era sigillato attorno alla vita di Buffy. Si sentiva incredibilmente in colpa dal quel giorno e trovava difficile perderla di vista. Buffy era cerca che fosse più traumatizzato di lei, certe notti piangeva nel sonno e la teneva così stretta da doverlo svegliare per calmarlo. Entrambi si sentivano come se quello che era successo fosse colpa loro e rifiutavano di credere altrimenti, anche se Spike sapeva che se mai avesse incontrato Parker non lo avrebbe lasciato andar via senza colpirlo. Buffy era lieta che la corte avesse proclamato un ordinanza restrittiva, non voleva che anche Spike andasse in galera.

    “C'è qualcosa che posso fare per te piccola? Ti serve qualcosa?” le chiese andando alla macchina.

    “Come cosa?”

    Sospirò “Non lo so. Ma tu ti sentirai... strana, immagino, o triste o qualcosa. Voglio solo sapere come stai e se c'è qualcosa che posso fare”

    Buffy ci pensò un momento “Si” annuì “Una promessa”

    “Cosa, piccola?”

    “Beh, me lo hai già detto due volte ma voglio esserne sicura” gli disse.

    Baciandola sui capelli, le sorrise “Tutto quello che vuoi, gattina”

    “Voglio che prometti di non lasciarmi mai” sussurrò. Buffy non sapeva nemmeno perché era così nervosa a chiederglielo. Come aveva detto, lui lo aveva promesso diverse volte prima. Ma per qualche ragione dopo il processo in cui erano appena passati, e sapere che nei prossimi mesi vivere nella grande casa di Melissa sarebbe stato piuttosto pesante, aveva un disperato bisogno di essere rassicurata che sarebbe stato con lei a ogni passo.

    “Oh, Buffy” sospirò “Non potrei lasciarti nemmeno se ci provassi. Tu sei mia, e io sono tuo. E non ti lascerò mai, piccola, mai”

    Buffy entrò nella macchina attraverso la portiera che lui le stava tenendo aperta e gli afferrò strettamente il braccio quando sedette accanto a lei.

    “Buona a sapersi” rispose seria.

    “Siete tutti dentro?” chiese Melissa dal sedile davanti.

    Spike si guardò intorno, guardando ogni membro che ora componeva la loro famiglia. Ora mancava ovviamente una persona, ma sapeva che come gruppo ne stavano uscendo più forti.

    “Si, ci sono tutti”

    Melissa annuì e accese il motore, iniziando il breve viaggio che li avrebbe riportati nella casa dove potevano iniziare a ricostruire le loro vite insieme.

    Spike guardò dove la piccola mano di Buffy era accoccolata nella propria, e sorrise. Voleva decisamente costruire una nuova vita, in cui Buffy sarebbe stata con lui ad ogni passo. Era un uomo di parola, dopotutto.


    FINE!!
     
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