Il demone che c'è in me

(seguito di Sogno ad occhi aperti)

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    Buffy si comporta male con Dawn a causa del demone che è stato risvegliato... E' un modo per far vedere che non è se stessa, come il discorso di essere così disinibita con Spike (a parte lo scopo di mettere qualche sconcezza XD)
    In questa versione ho voluto enfatizzare questi comportamenti.
    Mi fanno piacere i tuoi commenti :)
    Ciao! <3<3
     
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  2. kasumi
     
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    Capitolo 26
    Lati oscuri



    La camera della villa che le avevano messo a disposizione era stata lasciata abbastanza impersonale.
    Una foto incastrata sotto la cornice nera e rettangolare dello specchio spiccava però contro il vetro, mostrando una ragazza con dei lineamenti simili ai suoi, sebbene più dolci e femminili.
    Justine provò una fitta di affetto e nostalgia davanti l’immagine della sorella, ricordando i rimproveri che le rivolgeva un tempo quando non usava curare troppo la propria immagine.
    C’era stato un periodo in cui aveva persino iniziato a truccarsi per far colpo su Holtz, un periodo in cui aveva persino cercato di addolcire i suoi modi, ma dopo cui, vista la totale indifferenza dell’uomo, era tornata a comportarsi come il maschiaccio di sempre.

    Oh, l’uomo era stato molto abile a farle il lavaggio del cervello. L’aveva reclutata quando aveva appena perso la sorella, uccisa da un vampiro, e l’aveva convinta che l’umanità non doveva farsi sottomettere dai demoni ma, al contrario, usarli a proprio vantaggio. L’aveva convinta ad aiutare quegli uomini meschini e megalomani a realizzare i loro sogni di dominio sul mondo, ridando un obiettivo alla sua vita. Justine si rendeva conto di tutto questo e di come l’aveva giocata all’inizio, ma non poteva fare a meno di restare in quel gruppo e di desiderare ardentemente il potere che le avevano promesso.

    Forse era diventata una donna vuota, senza emozioni, una donna malvagia senza scrupoli, ma non gliene importava. Presto avrebbe avuto quello che le spettava.

    ***

    «Pensi mai al tuo futuro?» chiese Giles.
    «Non molto spesso da quando sono una Cacciatrice. Ho imparato a vivere alla giornata.»
    Buffy si sistemò meglio sulla sedia, cercando di rilassarsi. Poteva mandare a quel paese i membri del Consiglio e persino il presidente degli Stati Uniti, se ne sentiva il bisogno, ma niente avrebbe cambiato il suo desiderio più o meno inconscio di cercare l’approvazione dell’uomo.
    «Dovresti pensarci ora. Potresti trovare un lavoro per pagare le vostre spese e gli studi a Dawn.» Buffy annuì. «E magari smettere di frequentare certe compagnie che avrebbero un cattivo influsso su di lei.»
    “Ecco che ricomincia.” Pensò la ragazza.
    Sarebbe stato naturale aggrapparsi a lui in quel momento, eppure sentiva che per colpa dell’attrazione che provava per Spike il rapporto con Giles non sarebbe più stato quello di una volta. E tutto per cosa? Perché da qualche parte c’era scritto che era sbagliato che la Cacciatrice entrasse in confidenza con i vampiri, che lei era il bianco e loro il nero? Perché non poteva semplicemente rotolarsi nel grigio? Non poteva decidere autonomamente con chi stare? Dopotutto ‘crescere’ significava anche iniziare a prendere le proprie decisioni da soli.
    «Se è per questo, anche il mio compito di Cacciatrice ha un cattivo influsso su di lei. Devo smettere di fare anche quello?» Alzò un sopracciglio e lo guardò sarcastica.
    L’osservatore si sistemò gli occhiali sul naso, poi iniziò a passeggiare nervosamente per l’atrio del negozio. «Per la miseria, Buffy! Credi che ti dica queste cose perché non capisca come ti senti? Credi che io non ci sia già passato? Beh, non sono sempre stato un vecchio inglese noioso.»
    «Ah no?» La ragazza lo guardò con interesse.
    «Anch’io un tempo sono stato spericolato, sono stato avventato e ne ho pagato le spese per anni. Non voglio che tu, beh, non voglio che tu debba pentirti di quello che stai facendo.»
    Rupert avventato? Buffy aggrottò la fronte, poi ricordò qualcosa riguardo Ethan Rayne e il soprannome di Squartatore. «Che cosa vuol fare, allora? Mettermi sotto una campana di vetro e guardarmi spegnere a poco a poco?»
    Quell’immagine le ricordò per un attimo la rosa de ‘La Bella e la Bestia’, quella dell’incantesimo che perdeva un petalo ogni anno e che la Bestia conservava e proteggeva in segreto in una stanza chiusa a chiave.
    L’uomo sospirò e si passò una mano attraverso i capelli corti.
    «La vita è rischiosa, Signor Giles, lo sappiamo entrambi, ed è ancora più rischiosa per una Cacciatrice. Non può-»
    «Non posso rimanere a guardare mentre...»
    Buffy portò le mani ai fianchi. «Mentre cosa? Lo dica. Mentre mi porto a letto Spike? Beh, sa una cosa? Se avrebbe veramente voluto uccidermi, l’avrebbe già fatto da un pezzo.»
    «Perché ucciderti quando può avere da te ciò che vuole?» Giles si avvicinò lentamente e le sfiorò una ciocca di capelli sulla spalla con la nocca della mano. «E’ questo quello che vuoi? E’ per questo che lo frequenti? Stai aspettando il momento in cui si stanchi di te e metta fine alle tue sofferenze?»
    La ragazza cercò di mandar giù il nodo alla gola che quelle frasi le avevano provocato. Si voltò per evitare il suo sguardo. «No. Anche se credo di aver raggiunto il mio limite. Io... non so se riuscirò a tornare quella di prima, ad essere di nuovo la Cacciatrice dopo questo.»

    ***

    Spike sedeva sul divano e Buffy era a cavalcioni su di lui, muovendosi con gli occhi chiusi alla ricerca del piacere.
    Lui la osservava incantato. Osservava le espressioni sul suo volto, l’arrossamento delle guance, il socchiudersi della bocca. Il piegare la testa all’indietro e il farla roteare, facendo ricadere i capelli come una cascata sulle spalle.
    Avvicinò i palmi delle mani ai suoi piccoli seni perfetti, sfiorandoli, sentendo le punte turgide strofinare su di essi. Lei gli afferrò i polsi e gli premette le mani aperte sui seni, desiderando che glieli stringesse.
    Spike si sporse in avanti e catturò un capezzolo con la bocca, iniziando a succhiarlo avidamente, fino a quando il suo morso le causò un gemito di protesta.
    «Mi hai fatto male.» Corse a massaggiarsi il seno mentre lo guardava offesa.
    «Scusa, amore» le sorrise, «Se fosse per me... Dio, lo sai che ti morderei dappertutto...» La guardò con occhi allusivi.
    Buffy si portò istintivamente una mano al collo, poi ripensò a quella volta in cui aveva tentato di morderla in mezzo alle... insomma, dove non batte il sole. Lo schiaffeggiò scherzosamente sulla guancia e gli sorrise. «Il mio piccolo depravato.» Quindi lo accarezzò dove l’aveva colpito.
    Spike le prese la mano e le baciò dolcemente il palmo. «Sì, tutto tuo. Fa di me ciò che vuoi, piccola strega.»
    Lei ridacchiò per un attimo. «Non sono una stre-»
    «Basta parlare adesso.»
    Le mise una mano dietro la nuca per avvicinarla a sé e prendere possesso delle sue labbra, poi fece scorrere l’altra mano sul fondoschiena, sulle natiche e con l’indice tracciò un percorso in mezzo ad esse fino a sfiorare la sua parte più sensibile.
    Buffy gemette nella sua bocca e strinse i propri muscoli interni attorno a lui.
    «Sì, tesoro, così... Lasciati guidare dalle sensazioni... non pensare a niente, ascolta soltanto il tuo corpo...»
    Sfregò delicatamente la sua fessura, poi scese in basso ad inumidire il dito dove erano congiunti e tornò sopra per strofinarlo nuovamente contro la sua apertura più stretta. Lei continuò ad ondeggiare sopra di lui, stringendolo più forte quando inserì la punta del dito dentro di lei e lo mosse lentamente all’interno come a disegnare un piccolo cerchio.
    «Oh Dio...» interruppe il bacio per ansimare contro la sua guancia, le braccia strette attorno al suo collo.
    «Ti piace quello che ti sto facendo?» Ora lo stava muovendo dentro e fuori di lei.
    «Spike... Sto per... Sto per... Ahhh...» Si strinse come una morsa attorno a lui, con le braccia e le unghie, i muscoli interni che si contraevano ritmicamente e violentemente attorno alla sua asta e al suo dito, poi gli si accasciò contro esausta.
    Lui le accarezzò dolcemente la testa, immergendo le dita nella massa morbida dei capelli.
    «Ti ho mai detto quanto sei bella?» Le baciò la fronte.

    ***

    «Cosa ne sai del lato oscuro delle Cacciatrici?»
    Buffy diede un altro sorso alla birra prima di posarla sul tavolo, restando in piedi a fissarlo. Spike stava bevendo la propria birra dal divano e la osservava. Era seduto scomposto come sempre, le gambe divaricate e la mano appoggiata sopra la coscia vicino il cavallo dei pantaloni.
    «Quello dove non batte il sole?» Ridacchiò e curvò la lingua sotto al palato.
    «Non fare lo stupido.»
    «Okay, okay...» Si raddrizzò e posò la birra vuota sul pavimento ai piedi del divano. «Dentro la Cacciatrice scorre in parte il sangue di un demone. Penso sia per questo che riesce a percepirli e a combatterli. E’ come se per una piccola parte fosse simile a loro. Il che è ironico, non trovi?»
    Buffy voleva controbattere che non si sentiva affatto simile a loro, ma si trattenne. Sapeva che c’era una parte di Spike che si crogiolava nell’immaginarla più simile a lui di quello che fosse in realtà e non le andava di battersi contro la sua testardaggine.
    «Comunque, parlando del lato oscuro della forza,» continuò, «la differenza tra te e un demone completo, è che tu hai un’anima e una coscienza che ti permettono di controllare la parte oscura e primordiale dei tuoi poteri. Cosa che invece è molto più difficile per noi, che agiamo per lo più d’istinto. L’equilibrio tra anima e parte demoniaca di una Cacciatrice è qualcosa che si è affinato gradualmente nei secoli, reincarnazione dopo reincarnazione.»
    Niente di nuovo sotto il sole. «Dimmi qualcosa che non so.»
    Spike fece spallucce. «Non so cos’altro tu voglia sapere. Solo tu puoi decidere cosa fare del tuo potere. E’ come se per una Cacciatrice il vero demone sia se stessa, la sua ambizione, la sua sete di potere.»
    E allora perché il mio equilibrio è andato a farsi fottere? Buffy si strofinò il palmo della mano contro la fronte. Per l’incantesimo di Willow, idiota.
    Idiota, idiota, idiota.
    Cos’avete fatto? La magia ha sempre delle conseguenze.
    Forse doveva andare veramente a parlare con Willow o con Giles, prima che fosse troppo tardi.
    «Okay, credo che ora me ne andrò a casa.» disse stancamente.
    «Quando ti rivedrò?»
    Buffy sorrise alla sua impazienza. «Domani sera saremo al Bronze.»
    «Allora ci sarò anche io.»
    Si avvicinò per baciarlo un ultima volta prima di lasciare la cripta.

    TBC
     
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  3. kasumi
     
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    Capitolo 27
    Life must go on



    «Era una vita che non uscivi con noi!» Disse Xander. «Da quando hai iniziato a frequentarti con la meraviglia candeggiata!»
    «Oddio, da dove viene fuori questo nuovo nomignolo?» Commentò Buffy con un accenno di sorriso.
    «Preferivi Capitan Perossido?»
    Xander aveva ragione. Da quando le cose tra lei e Spike erano diventate meno complicate, non si era fatta vedere molto in giro. Non che il vampiro le avesse mai intimato un “me o loro” ma… conciliare le due cose era complicato. Dubitava che i suoi amici lo avrebbero mai accettato e dubitava che lui imparasse a comportarsi in maniera ‘decente’ in pubblico. Quello che Xander non capiva, comunque, era che se avesse iniziato a tempestarla di domande, lei se la sarebbe squagliata presto per rifugiarsi proprio tra le braccia della meraviglia in questione.
    Con un sospiro, Buffy cercò di cambiare argomento, spostando inavvertitamente una ciocca di capelli dal collo. «Che ne dici di-»
    «Eww, ma c’è ancora una parte di te che non abbia avuto?» Sbottò il ragazzo.
    «Uh?» Difficilmente...
    Buffy arrossì, coprendo istintivamente con la mano i segni del morso di qualche giorno prima.
    Quando si era controllata allo specchio prima di uscire erano quasi svaniti del tutto e non se l’era sentita di indossare una sciarpa, ma l’occhio di Xander era diventato troppo attento a queste cose per lasciarsele sfuggire.
    «Come hai potuto permettergli di avere il tuo sangue? Come puoi lasciare che-»
    «Oh Xander, smettila!» si intromise Anya, «Non è che la gente vada in giro a chiederti come puoi lasciare che la tua fidanzata ti faccia questo o quest’altro!»
    «Okay, okay, mi arrendo.» Il ragazzo mostrò i palmi in segno di resa e si voltò per finire il suo drink.
    Buffy si sistemò meglio sullo sgabello, rimestando la cannuccia nel cocktail con poca convinzione, quando la mano di Tara si posò sul suo braccio.
    «Mi dispiace. So quanto ti costi essere qui stasera.» Era visibilmente preoccupata.
    «Ti ringrazio Tara, ma non devi scusarti per lui.» Posò la mano su quella dell’amica. «Xander a volte è iperprotettivo e a volte è semplicemente... beh, non pensa a quello che dice.»
    «Ehi, come ti senti?» si intromise cautamente Willow. «Non ti stai divertendo molto, vero?» Le fece la sua faccia triste più riuscita.
    «Certo!» rispose Buffy in automatico, indossando un sorriso di circostanza. Ma poi, resasi conto che non aveva bisogno di mentire con loro, cancellò quella smorfia costruita e sospirò. «Okay, mi hai beccato. Sto oscillando tra un pensiero omicida nei confronti di Xander e uno di squagliarmela. E credo che dopotutto sceglierò il secondo, tanto per non sporcarmi il vestito.»
    Tara le strinse gentilmente il braccio. «Se hai bisogno di parlare con qualcuno... Sai che siamo qui.»
    Buffy sorrise –questa volta con sincerità- ad entrambe. «Magari dopo, okay? Comunque grazie.»

    Quella sera non si era sentita ancora pronta ad uscire in pubblico ma non si era nemmeno sentita di negare l’ennesima richiesta degli amici.
    “Passeremo una serata al Bronze come ai vecchi tempi” le aveva detto Willow.
    Ma niente sarebbe più stato come ai vecchi tempi, rifletté. Erano successe così tante cose e lei stessa era cresciuta e cambiata. Non era più la ragazza sbarazzina alle prese con il primo amore e col sogno di battere Cordelia alla gara delle Cheerleader. Ora era un’adulta, alle prese con i problemi degli adulti.
    Qualche anno prima, seduta allo sgabello dello stesso locale, aveva immaginato che la propria maggiore età sarebbe stata stupenda, che le avrebbe aperto tutte le porte e le avrebbe permesso di prendersi tutte le libertà che voleva. Quando pensava al futuro si sentiva piena di ottimismo e di entusiasmo, come le bambine di quel film che avevano scritto i propri sogni ed aspettative su un foglietto di carta e lo avevano seppellito assieme ad alcuni oggetti che erano loro cari in un bauletto, promettendosi di ritrovarsi dopo dieci anni per estrarlo. Chissà se i loro sogni si sarebbero realizzati? E chissà quanto stupide e nostalgiche si sarebbero sentite a ricordarli?
    Ma essere grandi significava anche avere grandi responsabilità e affrontare grandi problemi.
    Annotò la frase nel suo taccuino mentale, proponendosi di ripeterla a Dawn nei momenti più opportuni.

    Tara annuì. L’amica non stava passando per niente un bel periodo e non poteva biasimarla. Non stava ascoltando la musica dal vivo, non stava gustando affatto il suo drink; si limitava a guardare la gente chiacchierare e divertirsi, cercando di assorbire inutilmente un po’ del loro buon umore.
    Percepiva chiaramente che la sua testa era altrove, ma quello che la preoccupava di più erano le strane vibrazione che aveva sentito nella sua aurea. Magari ne avrebbe parlato più tardi con Willow.

    Buffy si girò d’un tratto verso l’entrata, uno strano sfarfallio nello stomaco.
    Spike aveva appena varcato l’ingresso e si stava guardando attorno per cercarla. Era incredibile come potesse sentirne la presenza ancora prima di scorgerlo.
    Quando la scorse, si scambiarono una lunga occhiata. O forse era stata breve, ma così intensa che le sembrò il tempo si fosse fermato. Ne osservò il corpo magro farsi largo agilmente tra la folla come quello di un felino, come a rallentatore, senza smettere di puntarla. Quando le fu davanti le posò un braccio sulla spalla e la avvicinò a sé, sussurrandole «Vieni con me.»

    «Ehi, ehi, chi abbiamo qui?» disse Xander, «Cosa pensi di fare? Di portarcela via così?»
    «Xan, gli ho chiesto io di venire.» Buffy avvisò rapidamente le ragazze della propria uscita e seguì il vampiro attraverso la porta nel retro del locale.

    ***

    «Ho bisogno di te,» le afferrò il viso con entrambe le mani, «adesso. Ho bisogno di toccarti, di essere dentro di te.»
    Buffy si trovò ben presto contro il muro del vicolo. La cosa però stranamente non la spaventava. Spike non la spaventava più. Si sentiva, invece, pervasa da una grande sensazione di libertà –e dalla lussuria, naturalmente-.
    Non sapeva se il modo in cui era diventata così disinibita era un altro effetto dell’incantesimo o se era solo l’effetto che le faceva Spike. Ad ogni modo, non esitò a scostare i capelli dal collo mentre lui ne prendeva possesso con la bocca, succhiando e mordicchiando la carne esposta.
    Era come se una frase si ripetesse nelle loro teste... ‘Ogni volta che ti voglio, ogni volta che mi vuoi’... e facesse dimenticare loro tutto il resto. Buffy desiderava la mordesse di nuovo, come a suggellare quel tacito accordo. Era come se in quel modo confessasse di appartenergli, quando non riusciva a farlo a parole, come se il suo corpo gli comunicasse le verità che il suo cervello le impediva di ammettere.
    «Spike…» sussurrò debolmente, prima di sentirlo affondare le zanne nella propria carne.
    Lo sentì succhiare avidamente mentre le teneva ferma sul posto per le spalle, poi lo sentì posare una mano sulla propria gamba nuda. La sentì risalire fin sotto la gonna, trovare facilmente la strada verso le mutandine e scostarle, iniziando a sfregare il suo sesso con le dita.
    «Spike…» ripeté come se quel nome fosse un mantra, già persa nelle sensazioni.
    Gli passò le braccia intorno al collo e lo strinse a sé, inarcando la schiena all’indietro, mentre lui muoveva le dita dentro e fuori la sua femminilità.
    Quando finì di bere, Spike poggiò la fronte contro la sua. La ragazza osservò per un attimo il viso deformato del vampiro, prima di accarezzarlo e baciarlo dolcemente. Lui rispose al bacio con passione e, quando si separarono e si guardarono nuovamente negli occhi, tornò al suo volto normale di fronte a lei.
    Lei gli accarezzò il viso di nuovo, questa volta liscio e familiare, poi gli passò le braccia dietro alla nuca, baciandolo nuovamente con trasporto.
    Buffy non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Tutto ciò che sentiva era il desiderio di perdersi e ritrovarsi infinite volte tra le sue braccia, affogare in lui per non farlo nell’abisso del dolore e della perdita. Cercare conforto nel suo sguardo adorante, come se lui potesse capire le sue paure ed aiutarla a superarle, come se potesse capire una parte di sé che nessun altro poteva spiegarle.
    Dio, come faceva a sapere esattamente dove toccarla e come darle il piacere? A come arrivarci vicino e fermarsi poco prima, ascoltando il ritmo del suo respiro?
    A un certo punto interruppe quel contatto intimo e umido per ritrarsi leggermente e guardarla negli occhi. Lei voleva, no, pregava, che lui lo riprendesse presto per farla arrivare al limite, ma invece Spike succhiò le proprie dita bagnate dei suoi umori e corse ad aprirsi i pantaloni. Liberò la sua erezione velocemente e fu di nuovo in lei, questa volta con la sua asta, e la riempì fino in fondo con un unica spinta.
    Buffy rilasciò il respiro che non si era nemmeno accorta di trattenere. Lo guardò prenderla in piedi sul vicolo attraverso le palpebre socchiuse, le ciglia tremanti, la bocca aperta in una richiesta silenziosa.
    Lui teneva gli occhi chiusi, le mani appoggiate al muro, concentrato a soddisfare entrambi. E persino mentre la prendeva così rudemente, Buffy pensava che il volto di lui fosse una delle cose più belle che avesse mai visto. E di cui, decisamente, non si sarebbe mai stancata.
    Non avrebbe mai avuto abbastanza dei suoi ansimi rochi, del suo corpo, del tocco esperto delle sue mani, di come i suoi baci soffocavano i propri gemiti...
    Di come poteva farla sentire.

    ***

    Buffy camminava lungo il viale che la portava al campus universitario.
    Mentre la chioma bionda risplendeva sotto il sole, la ragazza inspirò a pieni polmoni l’aria aperta di Sunnydale, lasciando che sostituisse il profumo della pelle di Spike.
    Doveva parlare decisamente con qualcuno. La spirale di depressione in cui era caduta, il modo in cui si era legata irrimediabilmente ad un vampiro... Non poteva più aspettare.

    Era curioso come avesse preso finalmente quella decisione. Ci aveva pensato a lungo, naturalmente, ma solo quella mattina le era apparso tutto chiaro, quando era tornata a casa e aveva sentito l’arrivo del furgone della raccolta dei rifiuti. Una cosa apparentemente così stupida in sé. Si era sentita così patetica e sconfitta quando era corsa fuori con i sacchi in mano e si era fermata a metà del vialetto per osservarlo, a bocca aperta, mentre procedeva noncurante lungo la strada senza averla vista.
    Il mondo non avrebbe certo smesso di girare per quella piccola dimenticanza ma era una di quelle cose della vita quotidiana, della vita reale, di cui si era sempre occupata la madre e di cui lei –per quanto si sforzasse- non riusciva a prenderne il controllo.
    Si era sentita così inadeguata, alienata, e aveva capito che doveva reagire, smetterla di rifugiarsi tra le braccia di Spike per non guardare in faccia i propri problemi. Doveva affrontare la perdita da persona adulta e imparare a controllare i propri istinti, gli istinti della prima Cacciatrice che avevano risvegliato.

    (TBC)
     
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    Capitolo 28
    Demonici imprevisti



    «Non mi sento più me stessa, non riesco più a controllare la mia vita.»
    «E’ una sensazione n-normale, dopo la perdita di...» Tara le scostò dolcemente i capelli e notò la ferita sul collo. «E’... stato Spike?»
    «Abbiamo una specie di patto.» Buffy si passò una mano sul viso. « Lui può venire da me ogni volta che vuole e io altrettanto. E può bere il mio sangue.»
    «Ma a te va b-bene così? Cosa provi per lui?»
    Buffy fissò un punto imprecisato davanti a sé. «Ho bisogno di lui. Non so bene come spiegarlo. Mi fa sentire amata e desiderata, mi fa dimenticare i miei problemi.»
    «Ti rende le cose più facili.»
    I raggi del sole illuminavano con forza la camera delle ragazze, spargendo ovunque un alone di luce calda e accogliente. I fiori di campo posizionati nel piccolo vaso di vetro colorato conferivano un tocco umile ma molto femminile. Ai loro piedi, Miss Kitty giocava beatamente.
    «Voglio dire... lo ami?»
    Buffy esitò prima di rispondere. «Non lo so. Sento di provare una forte attrazione per lui, ma è qualcosa di totalmente diverso da quello che provavo per Angel.»
    «E lui ti ama?»
    «Credo di sì. Voglio dire... per come mi guarda, per come cerca di starmi accanto.»
    Tara sospirò brevemente. «Sai, mi dispiace che Willow sia a lezione in questo momento. Credo che non si libererà prima di due ore.»
    «Non fa niente, mi piace parlare con te.» Buffy strinse leggermente la mano dell’amica. «Tu... sei al corrente dell’incantesimo che Willow mi ha fatto?» Tara annuì. «Io... credo che abbiamo sbagliato a risvegliare quel potere. Da quando l’abbiamo fatto, io... ecco, mi sento strana.»
    «Strana in che senso?»
    «E’ come se i miei istinti di Cacciatrice fossero diventati più violenti, come se qualcosa cercasse di prendere il controllo del mio corpo.»
    «Violenti c-come?» la voce di Tara sembrò tremolare.
    Buffy non voleva far allarmare l’amica, ma aveva bisogno di avvertire qualcuno. «Sento più forte il bisogno di cacciare, di usare la violenza. Ho fatto del male a Dawn più volte, afferrandola rudemente per il braccio.»
    «Oh... » Tara le strinse la mano. «Mi dispiace.»
    «L’ultima cosa che voglio è diventare un pericolo per le persone che amo. Insomma, non c’è un modo per controllare questi poteri? Per riportare tutto a com’era prima?»
    L’amica scosse lentamente la testa. «Temo non possiamo fare nulla. Non è che p-possiamo aumentare e poi d-diminuire a piacimento il tuo potere, come fosse il volume di una radiolina. Si parla di forze m-molto potenti ed imprevedibili. Se fosse stato per me, non avrei m-mai...» lasciò morire il resto della frase nel vuoto. «Willow ultimamente si p-prende troppa confidenza con la magia. Ne sono preoccupata. Sembra d-dimentichi troppo spesso e facilmente i rischi che comporta.» Sospirò. «Hai provato a parlarne c-con Giles?»
    «No... Ho paura se la prenda con Willow per quello che ha fatto.»
    «Beh, non avrebbe tutti i torti.»

    ***

    Buffy percorreva il corridoio dell’edificio, riflettendo che doveva parlare con Willow il prima possibile. Anche se la rossa le avrebbe dato le stesse risposte di Tara, doveva comunque avvisarla che sarebbe andata a parlare con Giles. Inoltre, avrebbe preferito che anche lei fosse presente.
    «Oh!» Esclamò all’improvviso, girando l’angolo e scontrandosi con l’ampio petto di un ragazzo.
    «Buffy?»
    Sobbalzando alla pronuncia del proprio nome, la ragazza sollevò la testa per incontrare lo sguardo del biondo. «Diamine, sei sempre stato così alto e massiccio e... ho già detto alto?»
    Riley sorrise timidamente. Un gruppo di ragazzi passò a fianco a loro chiacchierando e qualcuno di loro la salutò. Buffy riconobbe gli ex compagni di corso e ricambiò il saluto. Per un attimo, le sembrò di essere tornata a frequentare l’università e desiderò che tutto tornasse com’era stato due mesi prima.
    «Come mai da queste parti? Vuoi reiscriverti?»
    La domanda di Riley riportò l’attenzione su di lui. La bionda guardò in basso, storgendo la bocca in una smorfia amara. «Io... mi piacerebbe davvero ma non posso. Non ora che...» Una fitta di dolore le attraversò lo stomaco e le impedì di terminare la frase. La certezza che non poteva più tornare alla vita di prima era semplicemente dolorosa.
    «Che cosa?» Riley la stava guardando con la fronte aggrottata.
    «Mia madre...»
    «Sta poco bene?»
    Alzò il viso per vedere i lineamenti del ragazzo tendersi per la preoccupazione. «Non esattamente...»
    «Che cosa è successo?»
    «E’... E’... » sentì una lacrima percorrerle la guancia. «Non ce la faccio... »
    «Buffy?» Il ragazzo fece per avvicinarsi ma lei fece un passo indietro, allungando il braccio per tenerlo a distanza.
    «Non ce l’ha fatta. Lei è... Ci ha lasciate.»
    Dire quelle parole le sembrò così irreale. Lui spalancò gli occhi e la afferrò di scatto per le spalle. «Porca miseria, Buffy! Dici sul serio?! Ma come è successo? E quando?»
    Perché doveva continuare a farlo? Rivivere il dolore della perdita con ogni persona che incontrava?
    «Ha avuto gravi problemi di salute ed è successo tutto così in fretta, in queste ultime settimane...» Quasi non riconobbe la sua voce, così piccola e tremante.
    Lui fece per avvicinarla di nuovo a sé.
    «No,» disse lei, scostandosi, «se lo fai, se mi lascio andare... non ne vengo più fuori.»
    «Scusami, volevo solo... Oh, non sai quanto mi dispiace. E’ una notizia terribile. Ma perché non mi hai mai detto nulla della sua malattia?»
    Buffy si irrigidì. «Te l’ho detto, è stato tutto così improvviso.»
    «E’ per questo che... che eri così distante?»
    «No. Cioè, non solo per quello. Ti ho voluto davvero bene ma ho capito che non eravamo fatti per stare assieme.»
    Riley sospirò e abbassò lo sguardo. «Se hai bisogno di qualcosa, io...» Lo rialzò timidamente, come a cercare la conferma di avere ancora un posto nel suo cuore.
    «Sì, certo.» Rispose lei, prendendogli le mani tra le sue. «Mi ha fatto piacere rivederti.» Gli strinse forte le mani e lo guardò con affetto, poi le lasciò ricadere dolcemente.

    ***

    Buffy tornò a casa a piedi, con l’intenzione di calmare la tensione e approfittando per perlustrare quella zona della città.
    Riley...
    Ci aveva riflettuto tante volte. Il motivo per cui non avevano funzionato era perché lui non riusciva ad accettarla così com’era. Non accettava che lei fosse più forte e indipendente, non accettava che lei fosse la Cacciatrice.
    Per la miseria, una persona che ti vuole bene ti dovrebbe aiutare e incoraggiare in quello che fai, non spingerti a fare rinunce per poter stare assieme! Per poter funzionare, lui avrebbe dovuto rinunciare alla carriera militare oppure lei avrebbe dovuto rinunciare alla sua chiamata, e questo non sarebbe stato giusto per nessuno dei due.
    Spike invece...
    Lui non voleva cambiarla. All’inizio aveva cercato di piegarla, di farla cedere, ma non aveva mai cercato di renderla un’altra persona. Non la guardava come il suo eroe, come la sua ancora, come se fosse qualcosa di inspiegabile. Piuttosto, come se fosse leggendaria. E non la giudicava.
    Ma l’avrebbe amata lo stesso se non fosse stata la Cacciatrice?
    Quel pensiero la colse impreparata. E se Spike non si fosse innamorato di lei, al contrario di Riley, ma della sua forza, dell’idea che era qualcosa di proibito ed inafferrabile per qualcuno della sua razza?
    Se lei un giorno avesse perso i suoi poteri, ipoteticamente parlando, l’avrebbe voluta lo stesso?
    Perché le era venuto quel dubbio e perché la stava decisamente mettendo in crisi?

    Da quando hanno messo queste panchine nel viale?

    Ecco, meglio smettere di farsi futili seghe mentali e prestare attenzione alla strada.
    Buffy aggrottò la fronte, avvicinandosi lentamente ad una di esse. Ci fece un giro attorno e fece scorrere la mano sul legno liscio, apprezzandone la sensazione tattile, quindi ci si sedette sopra e distese le braccia sopra lo schienale.
    Stette lì per un momento.
    Da quando aveva smesso di notare questi dettagli? Era stata così presa da se stessa, da quello che le era successo ultimamente, che aveva perso di vista il mondo reale?
    Tutto d'un tratto un rumore alle sue spalle mise in allerta i suoi sensi, riportando nuovamente l’attenzione su quest’ultimo. Buffy si diresse verso il luogo da dov’era provenuto, dove uno strano puzzo la avvertì della presenza di un demone, quindi imboccò il vicolo fingendo di essere una ragazzina curiosa.
    Aveva già percorso qualche metro quando la bestia le sbucò alle spalle. Questa fece per colpirla subito con un pugno, ma lei si abbassò prontamente, quindi gli diede il fianco per arrampicarsi su una cassa di legno poggiata alla parete.
    «Abbiamo qualche problema di autostima?» Suggerì il demone, indicando con il mento la cassa di fronte a sé. «Troppo bassa per essere una minaccia decente, uh?»
    La bionda torreggiava dalla nuova altezza guadagnata, un sopracciglio alzato e le mani sopra i fianchi. «Abbiamo qualche problema di peli superflui?» Contraccambiò. «Sai, nel ventunesimo secolo esistono i rasoi elettrici.» Si astenne dal fargli notare che esistesse pure il sapone. Ad ogni modo, era felice di aver recuperato la vena sarcastica.
    Il demone abbassò lo sguardo verso le proprie gambe, ricoperte di una folta peluria verde. Buffy approfittò della distrazione per saltargli sulla schiena.
    «Ehi, così non vale!» La massa pelosa si agitò sotto di lei, provando a disarcionarla.
    «Mai prendersi gioco di una Cacciatrice!»
    Un rumore di passi concitati distrasse entrambi, che si voltarono per osservare un piccolo demone rugoso correre lungo la strada, inseguito da due demoni Vahrall.
    «Mi dispiace, ma non ho tempo per giocare con te. Devo controllare cosa sta combinando quella specie di Yoda.»
    Posizionò un braccio davanti alla trachea del demone e con l'altro diede un violento strattone. Poi saltò dalla sua schiena, prima che il corpo senza vita cadesse al suolo con un tonfo sordo.
    «E poi ho fatto un favore all'umanità! Voi demoni dovreste proprio imparare a... beh, depilarvi quei peli puzzolenti.»
    Tornare all’azione era rigenerante. La ragazza sgattaiolò fuori dal vicolo e si mise all’inseguimento del gruppetto.
    “E’ davvero molto strano...” non poté fare a meno di pensare, “Cosa può aver scomodato dei Vahrall?”

    TBC
     
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    Capitolo 29
    Out of control


    Appena Buffy mise piede nel magazzino in cui erano scomparse le tre figure, fu avvolta dal buio più totale. Immediatamente, un rumore stridulo l’avvertì che la porta di metallo alle proprie spalle era stata chiusa. La ragazza imprecò mentalmente, chiedendosi che cavolo stesse succedendo.
    I capelli della nuca le si rizzarono mentre tutti i suoi sensi urlavano ‘trappola!’.
    Due torce vennero accese improvvisamente a qualche metro da lei, facendole socchiudere gli occhi per abituarsi alla luce. Buffy approfittò del loro bagliore per dare uno sguardo all’interno della costruzione. I Vahrall erano immobili al centro del magazzino e tenevano solennemente delle torce in mano, mentre una decina di uomini con una lunga toga marrone attendeva in silenzio lungo la parete di cemento prefabbricato. Poi, la sua attenzione venne calamitata dal piccolo demone rugoso che le stava venendo incontro con uno strano ghigno.
    ‘Sembra che Yoda abbia ceduto al lato oscuro, dopotutto.’ Nemmeno il tempo di formulare quel pensiero che il piccoletto lanciò una sfera nera e lucida nella sua direzione. Buffy la guardò con interesse, aggrottando la fronte, aspettando che ne uscisse chissà cosa. Quando l’oggetto esplose in una densa nuvola di fumo odorante di zolfo, agitò le mani davanti a sé per scacciarne l’odore.
    «Potrei anche arrabbiarmi, se solo questo non fosse un patetico tentativo di-»
    «Io non ci giurerei.»
    Una figura incappucciata si era fatta avanti.
    «Chi siete? Che cosa volete da me?»
    La figura scoprì il proprio viso, rivelando una donna mascolina dai capelli rossi e un sinistro sguardo calcolatore.
    Buffy alzò il mento. «Non mi fate paura. Quando mi sarò stancata di vedervi giocare, verrò a prendervi a calci nel sedere uno ad uno.» Strinse gli occhi ed aggiunse «Con gioia.»
    La Cacciatrice realizzò che in quel momento non desiderava morire. Nonostante il pensiero di lasciarsi andare o di scomparire nel nulla l’avesse tentata così spesso negli ultimi giorni, c’era qualcosa in quel momento che gridava, che si opponeva ad una morte così ignobile. Perché, se proprio doveva andarsene, si sarebbe spenta in un combattimento all’ultimo sangue, lottando con i denti e con le unghie, senza lasciarsi soggiogare da un gruppo di stregoni fanatici votati a chissà-quale causa. Nonostante questo, però, il ghigno che la Rossa le rivolse le fece venire la pelle d’oca.
    «Prova a muoverti e poi vediamo chi riderà per ultimo.»
    «Uh?»
    Quando provò a muovere le braccia, queste reagirono debolmente ai suoi comandi. Era come se qualcuno le stesse trattenendo da dietro.
    «Che cosa...?» Dov’è Willow quando serve?
    Gli uomini incappucciati la circondarono nel giro di qualche secondo. Piazzarono alcuni oggetti a terra e si disposero a formare un cerchio, poi iniziarono a cantilenare in una lingua incomprensibile. La Cacciatrice provò a dimenarsi inutilmente e sentì crescere l’ansia. Maledetto incantesimo di paralisi! La sconosciuta fece alcuni passi verso il cerchio magico e la litania degli uomini crebbe d’intensità. Un irritante fruscio iniziò a tormentarle le orecchie mentre l’aria iniziò a vorticare attorno a lei.

    ***

    Buffy odiava sentirsi vulnerabile e quella gente la stava davvero facendo incazzare. Il problema era che, sebbene fosse la numero uno quando si trattava di spaccare sederi, con le arti magiche non ci capiva un accidente. Tutto quello che poteva fare era guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa da utilizzare a suo vantaggio: un oggetto, la conformazione dell’ambiente circostante, una debolezza del suo nemico... La mente della ragazza lavorò velocemente, cercando una via d’uscita, in preda alla frustrazione. Doveva fare presto, fermare qualsiasi cosa le stessero facendo... ma in che modo?
    La recita arrivò al culmine e gli stregoni alzarono le mani al cielo. Il vento iniziò a soffiare più forte e le gettò i capelli all’aria, impedendole di vedere per alcuni attimi. Poi questo calò d’intensità e cambiò direzione. Nel frattempo la rossa era entrata nel cerchio e si era posizionata di fronte a lei a qualche metro di distanza. Se ne stava con gli occhi chiusi e le mani abbandonate lungo i fianchi, come in attesa di qualcosa.
    «Ora!» gridarono gli stregoni all’unisono.
    Buffy chiuse gli occhi, sentendo le viscere prendere fuoco. Quando li riaprì, la sua pelle era pallida e sotto di essa le vene apparivano orribilmente gonfie e scure. Il vortice d’aria si era piegato ad arco sopra le loro teste e la donna dai capelli rossi lo guardava eccitata, le pupille nere e dilatate come sotto l’effetto di una droga. Poi anche Buffy vide l’ombra scura e indistinta che lo stava attraversando e che confluiva nel corpo della donna.
    Che diavolo...?
    La rossa iniziò ad agitarsi in modo convulso come in preda a violenti spasmi. Quando il vortice cessò di girare attorno a loro, gli occhi le si girarono all’indietro e si accasciò al suolo come un sacco svuotato. Buffy fece appena in tempo a vederlo, prima di sentirsi abbandonare dalle proprie forze e svenire altrettanto.

    ***

    «... ed io non so più che cosa dire. Ho bisogno della magia. Non puoi aspettarti che dall’oggi al domani possa rinunciarci.»
    Willow passeggiava nervosamente nella loro stanza al campus. Dopo che Tara l’aveva avvisata della visita di Buffy e di come era preoccupata per lei, la rossa si era chiusa in difensiva.
    «Non voglio che rinunci totalmente alla magia, voglio solo che la usi con più prudenza.» Tara sedeva sul letto e la guardava con espressione sofferente.
    «Accidenti, è stata lei a chiedermi di farlo! Sapeva che potenziando il potere della prima Cacciatrice avremmo influito su... su...»
    «Ma tu conosci meglio di lei i pericoli della magia! Avresti dovuto negarle quell’incantesimo. A volte mi chiedo se ti conosco veramente o se la magia ti sta trasformando in un’altra persona.»
    Willow si fermò e strofinò una mano sulla fronte. «Tara... Io... E’ solo che la magia mi fa sentire libera di esprimermi, mi da fiducia in me stessa. Ho vissuto anni a temere di essere giudicata per ogni cosa, a sentirmi insignificante e a farmi condizionare dagli altri... e ora ho trovato un modo per sentirmi me stessa, per sentirmi utile e forte. Ma non posso prevedere... Porca miseria, come possiamo prevedere ogni conseguenza ed effetto collaterale delle nostre azioni? E’ semplicemente impossibile.»
    Tara si alzò dal letto per venirle incontro. «Tesoro... I nostri poteri non rappresentano quello che siamo, sono solo uno strumento a nostra disposizione.»
    La rossa si accigliò. «No... Non capisci. Se io non fossi diventata...»
    Tutto d’un tratto il silenzio regnò sovrano nella stanza. Entrambe le ragazze si guardarono negli occhi allarmate, i sensi all’erta. Poi...
    «L’hai sentito anche tu?»
    «E’ come se... qualcosa avesse alterato l’equilibrio naturale delle forze.»
    «Un potere molto grande che è stato risvegliato.»
    «Buffy...»
    «Come fai a dirlo?»
    «Lo sento. Ed ho un cattivo presentimento.»
    Willow si fidava ciecamente delle sensazioni della compagna. «Vuoi che... Proviamo a telefonarle per sapere se è tutto okay?»
    «Proviamo ad andare al Magic Box. Prima di andarsene, ha detto che aveva intenzione di parlare con Giles.»

    ***

    La visita al negozio di magia non era riuscita a tranquillizzarla. Buffy non si era fatta vedere e non era passata neanche per casa, a quanto le aveva riferito Dawn al telefono.
    Tara aveva strappato a quest’ultima la promessa di andarla a cercare da Spike al tramonto e si era immersa nella lettura. Magari da qualche parte, tra quelle vecchie pagine ingiallite, era nascosto il segreto per controllare lo spirito rinforzato della prima Cacciatrice.
    Giles le si avvicinò cautamente. «Hai bisogno di aiuto per la tua ricerca?»
    La strega declinò l’offerta gentilmente. L’uomo era di certo l’esperto in materia, ma la ragazza non voleva informarlo di quello che stava accadendo senza avere prima il consenso di Buffy.
    Guardandolo passare oltre e continuare a spolverare annoiato gli scaffali, però, si chiese se aveva preso una decisione saggia. Buffy aveva una forza di volontà molto forte ma Tara non si sentiva di sottovalutare le onde negative che aveva percepito nella sua aurea. Per quanto forte potesse essere, infatti, l’amica aveva subito una perdita devastante, un duro colpo emotivo che avrebbe spezzato chiunque. Dall’altro lato, però, raccontare le sue preoccupazioni a Giles equivaleva anche a tradire la fiducia di Willow.
    Con un sospiro, decise di tenere per sé quei pensieri e di continuare la lettura.

    ***

    «Calmati, Spike!» Urlò Dawn, agitando le mani nel piano inferiore della cripta.
    Dall’altra parte della stanza il vampiro si voltò verso di lei, lasciandosi alle spalle una macchia di birra sulla parete e un mucchio di cocci di vetro per terra. «E come diavolo potrei? Non è in casa, non è al Magic Box, non si trova da nessuna fottutissima parte! E Glinda* non si sbaglia mai. Sono sicuro che le è successo qualcosa!»
    La ragazzina abbassò lo sguardo per terra. Si rifiutava di saltare a conclusioni precipitose ma sapeva di prima mano quello che la sorella stava passando, di come era diventata instabile ed un pericolo per se stessa e per gli altri.
    E se Spike e Tara avessero ragione? Se qualche demone aveva approfittato della sua debolezza?
    «Qual è l’ultimo posto in cui è stata?»
    Dawn si portò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. «Tara ha detto che l’ha vista all’università e che doveva parlare con Giles. Ma non è mai arrivata al Magic Box.» Alzò il viso d’un tratto, come se avesse realizzato qualcosa. «E se avesse incontrato qualcuno per strada e si fosse fermata a... »
    «Qualcuno o meglio qualcosa.» Spike afferrò lo spolverino e prese a salire le scale come un razzo. «Dì alle ragazze di provare quella fottuta cosa magica per localizzarla.»
    Dawn strabuzzò gli occhi. «Okay, ma ci vorrà del tempo.»
    «Hai intenzione di restare lì?» Il vampiro la stava guardando dalla cima delle scale, la botola in mano.
    «Uh, no, arrivo subito.»
    Dopo che Spike ebbe chiuso la botola alle loro spalle, Dawn lo informò che avrebbe atteso notizie al Magic Box.


    * Glinda è un soprannome con cui Spike chiama Tara nel telefilm. Si tratta di una strega buona de ‘Il mago di Oz’.


    Capitolo 30
    Svuotata


    «Non capisco perché continua a non funzionare.»
    Willow sbuffò e si alzò dal pavimento da dove era seduta all’indiana di fronte all’altra strega.
    Tara si accigliò ma non ebbe il coraggio di dire nulla, limitandosi a fissare la cartina topografica di Sunnydale nell’attesa di qualche indicazione magica.
    I casi erano due: o i poteri di Willow avevano iniziato improvvisamente a fare cilecca oppure Buffy...
    «Non era mai successo prima.» Si lamentò la rossa, stringendosi nelle spalle. «Stupido incantesimo.»
    Tara si alzò e si avvicinò lentamente, quindi le posò una mano sul braccio. Willow alzò gli occhi e scambiò con lei uno sguardo significativo.
    «Non mi piace e non significa nulla di buono. Spero che Spike riesca a trovarla.»

    ***

    Dawn si strinse nelle spalle e si guardò intorno, desiderosa di scacciare la brutta sensazione che le stringeva il cuore. Giles ed Anya erano impegnati a fare l’inventario mentre Xander stava in piedi presso il bancone a sfogliare una rivista.
    La ragazzina gli si avvicinò lentamente con le mani nelle tasche dei jeans.
    «Ehi Briciola, vedrai che non le è successo niente di grave. Buffster sa cavarsela in ogni situazione.» Xander alzò lo sguardo e le sorrise, restando sorpreso quando la ragazzina gli si lanciò contro per avvolgerlo in un abbraccio.
    Dietro la sua schiena, Anya li osservò con aria preoccupata mentre Dawn nascondeva il viso nel maglione del ragazzo ed iniziava a singhiozzare. Appena Willow e Tara tornarono dal retro del negozio, Dawn si girò apprensiva verso di loro.
    «Avete trovato qualcosa?»
    La rossa negò con un movimento laterale del viso, poi posò lo sguardo greve su Giles come a scusarsi silenziosamente di qualcosa. «Abbiamo provato a rifare l’incantesimo diverse volte ma...»
    Per quanto sapevano che la vita di una Cacciatrice era breve e pericolosa, il semplice concetto che Buffy potesse morire appariva totalmente impensabile.
    Quando Dawn sbiancò e si precipitò verso l’uscita, Tara tentò di spiegare «Ma non vuol d-dire necessariamente che...»
    Xander e Willow tentarono di fermarla, preoccupati di come avrebbe reagito ad un’ulteriore perdita, salvo bloccarsi fuori dal negozio per non finirci addosso. La ragazzina giaceva impietrita a qualche passo da loro, fissando una figura scura che si avvicinava lungo la strada.

    ***

    Spike aveva corso avanti e indietro lungo i cortili del campus e la zona circostante, cercando di ricostruirne gli spostamenti. La vastità del complesso e la moltitudine di odori sparsi nell’aria rendevano la ricerca più complicata di quello che aveva immaginato; gli odori dei ragazzi, delle cucine e della palestra, dell’erba appena tagliata. C’era anche la possibilità che qualcuno l’avesse aggredita e caricata in macchina, portandola chissà dove.
    Nonostante questo, però, il suo profumo in sottofondo gli dava la forza di continuare. Tra un calcio ad un bidone dell’immondizia e frequenti passate della mano tra i capelli. Il modo in cui il contenitore si era piegato impietosamente sotto la sua furia non era nulla rispetto a quello che sarebbe capitato a chi le aveva fatto del male. Avrebbe gettato l’intera Sunnyhell per aria pur di trovarlo o di trovare qualche traccia, questo era sicuro.
    Il vampiro sbuffò seccato e s’incamminò verso i magazzini in disuso a qualche isolato dalla scuola. Percorse il marciapiede a testa bassa, mentre lo spolverino ondeggiava vistosamente ad ogni passo.
    Gli occhi si abituarono presto al buio del magazzino. I passi echeggiarono lungo le pareti vuote, tutti i sensi in allerta. Poi il suo profumo gli arrivò diretto alle narici, vaniglia e miele misti a paura, misti alla polvere e alla solitudine di quel posto dimenticato da Dio. Il suo corpo svenuto dietro un gruppo di casse e di ciarpame, in un blando tentativo di nasconderlo ad un’occhiata superficiale.
    Spike s’inginocchiò al suo fianco, cercando di cacciare indietro il nodo che gli si era formato in gola. Le scostò dolcemente i capelli dal viso e dopo aver accertato che il suo respiro ed il suo battito cardiaco fossero regolari, la girò per verificare eventuali ferite.
    La ragazza sembrava in una specie di coma. Il corpo non rispondeva agli stimoli e giaceva molle tra le sue braccia. Il vampiro le praticò un piccolo taglio sul polso per assaggiarne il sangue, per vedere se le era stata somministrata qualche droga o un veleno, ma a quanto pareva il coma era stato magicamente indotto.
    Il vampiro se la caricò in braccio e la portò fino al negozio di magia, dove qualcuno poteva aiutarla.

    ***

    Quando l’aveva visto arrivare, Xander l’aveva accusato immediatamente di averla uccisa. Spike s’era impedito di staccargli la testa tanto per non impressionare ulteriormente Dawn, che sembrava già abbastanza provata, poi aveva adagiato il corpo di Buffy sul materassino che Giles aveva recuperato prontamente dalla palestrina.
    Se solo non avesse avuto quel chip... la fitta lancinante che ne sarebbe derivata ne sarebbe davvero valsa la pena, ma Buffy aveva ancora bisogno dei suoi amici. Willow e Tara l’avevano risvegliata insieme dal coma mistico e stavano cercando di capire cosa le era successo.
    Il suo racconto era stato parecchio confuso, ma i lividi sul corpo che sembravano non guarire come al solito e il fatto che non riusciva a percepire il suo potere, erano indizi più che sufficienti per Spike.
    «Le hanno tolto i poteri, ecco cosa le hanno fatto.»
    Buffy lo guardò impietrita. Si sentiva molto debole, okay, ma... senza poteri? Non era qualcosa che le succedeva spesso. Ripensò a come si era sentita vulnerabile alla prova del Cruciamentum e venne percorsa da un brivido.
    «Prova a prenderlo a calci e vediamo se hai ancora la tua forza.» Ghignò Xander.
    «Stronzate!» Sibilò Spike.
    «Se è vero, se sono davvero senza poteri, dobbiamo proteggere Dawn. Non posso permettere che le facciano del male.»
    «Beh. Se Spike ha ragione, credo che questi tizi abbiano già preso quello che volevano e non abbiano altri motivi per cercarci.» Affermò Xander.
    «Per una volta, concordo con il bamboccio.»
    Il fatto che la prima preoccupazione di Buffy era stata per Dawn aveva tranquillizzato Spike sulla sua situazione mentale. Se riusciva ad avere abbastanza sangue freddo, significava che non aveva preso così male la perdita dei propri poteri. Sempre che tale perdita non fosse qualcosa che aveva desiderato da tempo, magari grazie a tutta quella merda che le aveva propinato Angel sull’avere una vita normale.
    «Quello che non capisco è come possano aver fatto una cosa del genere.» Giles si stava massaggiando intensamente l’attaccatura del naso. «Comunque, propongo una sessione di riposo e di ritrovarci qui domani pomeriggio per esaminare la faccenda più lucidamente.»

    ***

    Quella notte, Buffy aveva voluto Spike con sé. Non per soffocare i problemi con il solito approccio fisico, ma per sentirsi più al sicuro. Se da una parte non voleva ammettere quanto il vampiro iniziava a significare per lei, dall’altra era certa che senza i poteri non poteva veramente difendersi.
    Certo, associare Spike alla sicurezza della sua famiglia le sembrava ancora strano, ma il conforto che la sua presenza forniva a lei e a Dawn era diventato irrinunciabile.
    Mentre erano al negozio, Buffy aveva speso la maggior parte delle energie per cercare di stare calma e di superare lo shock di quanto le era accaduto. La paura di morire, la sensazione di trovarsi improvvisamente e totalmente senza forze e in balia di un gruppo di sconosciuti, la perdita dei propri poteri, la consapevolezza di non poter più proteggere le persone che amava... Buffy era esausta.
    Appena entrate in casa, Dawn l’aveva abbracciata talmente forte da toglierle il respiro.
    «Ho avuto paura che mi avessi lasciato anche tu...» le aveva detto in un sussurro. Buffy aveva ricambiato l’abbraccio e le aveva accarezzato i capelli per confortarla. Non gliel’avrebbe mai detto, ma quel giorno aveva avuto una paura folle di morire. Una paura che non aveva provato da un sacco di tempo. La consapevolezza che se quei tizi l’avessero voluto, avrebbero potuto davvero eliminarla.
    Continuando ad accarezzarle la testa aveva spostato lo sguardo su Spike che se ne stava appoggiato con la schiena al muro, in disparte, le braccia strette attorno alle spalle e lo sguardo piantato sul pavimento. Si chiese cosa avrebbe fatto se lei fosse morta, se avrebbe mandato tutti al diavolo e se ne sarebbe andato per sempre con una sgommata stridente della De Soto.
    La sorella in questione tirò su con il naso e si separò da lei quel tanto da guardarla negli occhi intensamente, prima di andare a ritirarsi nella propria stanza.
    Spike si raddrizzò e le mise una mano sulla spalla per accompagnarla di sopra. «Se mai ti dovesse succedere qualcosa, ti prometto che mi prenderò cura di lei.» Buffy gli mise una mano sopra la sua e la strinse forte. Il suo tono determinato e leggermente emozionato ne rivelava tutta la sincerità. «Devo ammettere che mi sono affezionato a quella piccola teppistella, sai?»
    Rassicurata da quella promessa e rifiutandosi di pensare alle conseguenze a lungo termine della perdita dei propri poteri, Buffy voleva concentrarsi solo sul presente, sul corpo del vampiro a fianco a sé che l’avrebbe presto avvolta e cullata dolcemente nel sonno. Il giorno dopo ci sarebbe stato tutto il tempo per analizzare la situazione in modo razionale.

    ***

    Vedere la sua Cacciatrice svenuta in braccio a Spike gli aveva quasi fatto venire un colpo. Non che Spike sarebbe stato così stupido da portargliela lì come un trofeo, se mai gliel’avesse uccisa veramente, ma la perdita di un battito cardiaco c’era stata lo stesso. Come quando aveva trovato Jenny morta in casa sua dopo che Angelus le aveva spezzato il collo.
    Giles girò le chiavi di casa stancamente. La giornata era stata emotivamente devastante e non vedeva l’ora di concedersi qualche ora di riposo. Il pensiero che Spike avrebbe dormito in casa di Buffy lo preoccupava un poco, anche dopo che il vampiro aveva dimostrato la sua lealtà, ma non c’era modo di contrariare Buffy quando si metteva in testa qualcosa.
    E come diavolo erano riusciti a sottrarle i poteri, poi? Sempre che non si trattasse di qualcos’altro.
    Giusto mentre girava la maniglia e iniziava a farsi una lista mentale dei libri che avrebbe consultato l’indomani, l’uomo ebbe uno strano presentimento che gli fece rizzare i capelli alla base della nuca. Tale presentimento fu confermato non appena accese la luce.
    Nessuna attenta pulizia degli occhiali avrebbe mai cancellato la vista del suo appartamento messo sotto-sopra.
    Attento a non calpestare i libri e tutto il resto che giaceva rotto o in disordine sul pavimento, Giles salì al piano superiore e si diresse col sangue in tumulto verso la propria camera da letto.
    La cassaforte era aperta, il luogo dove aveva creduto al sicuro i documenti più importanti del Consiglio, i libri antichi di valore inestimabile, il materiale che Buffy aveva recuperato prima di dare fuoco al magazzino della setta e il manufatto egizio che aveva recuperato non molto tempo prima.
    Il manufatto egizio che serviva a risvegliare il demone distruttore.
    L’uomo impallidì, chiedendosi come avrebbero fatto a fermarlo senza i poteri della Cacciatrice dalla loro parte. Esausto e sconvolto, decise che la cosa migliore da fare era una telefonata per cercare aiuto, non importava che ora fosse dall’altra parte della linea.


    Capitolo 31
    Piani


    Nel frattempo, a qualche decina di chilometri da Los Angeles, il grande cancello di metallo di una villa si aprì e lasciò entrare una costosa auto sportiva.
    Il mezzo avanzò lentamente sul selciato, attraversando il maestoso giardino ornato da diverse statue di fattezza classica, fermandosi davanti all’entrata. Un uomo in completo scuro scese dall’auto e raggiunse i due uomini alla porta.
    «Parola d’ordine?»
    «Pollo fritto.»
    Le guardie si scambiarono un cenno del capo. «Ti stavamo aspettando.»
    Si fecero da parte e gli permisero di varcare la soglia, avvertendo subito dopo il loro superiore attraverso una ricetrasmittente.

    «Bene bene, ecco arrivato il nostro uomo.» Uno dei signori al tavolo gli fece un cenno.
    «A rapporto.» L’uomo si inchinò per manifestare il proprio rispetto e attese il permesso di parlare.
    Ricevutolo, spiegò in dettaglio tutto quello che aveva visto a Sunnydale dopo il rito, di come un vampiro biondo aveva trovato la Cacciatrice e l’aveva portata nel negozio di magia, incuriosito da come Holtz aveva continuato a guardare un monitor davanti a sé per tutto il tempo.
    «Ora abbiamo davvero tutto quello che ci serve.» Commentò questi compiaciuto.
    «C’è qualcos’altro che posso fare per voi?» Chiese l’uomo. «Volete che tenga sotto controllo la casa dell’Osservatore o della signorina Summers?»
    «No.» Rispose sicuro Holtz. «L’azione si sposterà presto altrove.»
    Diede un ultimo sguardo allo schermo prima di spegnere la telecamera: in una stanza di contenimento, una Justine piena di graffi ed escoriazioni si stava rialzando ansimante dopo aver messo ko tre demoni robusti.
    «La nostra Justine sta già facendo pratica con i suoi nuovi poteri.»

    Dall’altra parte, la donna vide spegnersi la lucetta rossa della telecamera e si asciugò il sangue dal labbro inferiore spaccato, prima di dirigersi verso la porta della stanza bianca.
    Il pavimento dietro di sé era macchiato di viscere e sangue di ogni sorta di demone, i suoi occhi svuotati di ogni umanità.

    ***

    «E ora cosa facciamo?» Cordelia si voltò verso Gunn, i grandi occhi nocciola che fissavano il collega in cerca di una risposta. «Ora che abbiamo perso il contatto radio con Fred, come diavolo facciamo ad uscire di qui?!»
    «Prima di tutto, punta quest’arnese da un’altra parte.» Il ragazzo di colore si tolse dalla traiettoria della balestra che la ragazza teneva in mano. «E parla piano!»
    «Oh avanti, come se potessi ferire per sbaglio un amico!» Minimizzò Cordelia, poggiandosi al muro con una mano. «Capo? Che si fa?»
    Non ricevendo la risposta desiderata, la ragazza emise un lungo respiro e si staccò dal muro per tornare ad impugnare la balestra con entrambe le mani. Dietro di lei Wesley chiudeva il gruppo, avanzando lentamente e guardandosi in giro con circospezione.

    Poco più avanti Angel avanzava cautamente, scandagliando le possibili vie di fuga. Era conscio che senza le indicazioni della scienziata potevano perdersi e farsi catturare in breve tempo. I corridoi dei sotterranei della Wolfram & Hart sembravano tutti maledettamente uguali e non riusciva ad orientarsi.
    Conosceva benissimo l’importanza del materiale custodito in quel piano: tutti i segreti più torbidi del suo nemico, i tesori d’inestimabile valore, i libri e le profezie raccolte negli anni... Eppure non aveva nessunissima intenzione di rischiare la pelle dei compagni per aprire una di quelle porte, non voleva attirare l’attenzione. Dovevano solo sbrigarsi ad uscire di lì e portare con sé solo quello per cui erano venuti. Ma proprio mentre si focalizzava su questi pensieri, sentì una porta aprirsi a qualche metro di distanza.

    Angel si lanciò contro l’avvocato e lo gettò contro il muro, serrandogli la bocca con una mano per impedirgli di parlare. Cordelia e Gunn assistettero alla scena trattenendo il respiro. I documenti nella cartelletta che il ragazzo teneva in mano caddero a terra e si sparpagliarono sul pavimento, assieme al bicchiere colmo di caffè.
    Il giovane serrò le mani attorno ai polsi del suo aggressore e tentò di divincolarsi, ma quando incontrò gli occhi ambrati e animaleschi del vampiro si bloccò immediatamente.
    «Su, da bravo.» Ringhiò Angel tra le zanne.
    Ma prima che il ragazzo poté rispondere, una freccia si piantò nella parete a cinque centimetri dalla sua tempia e lo fece svenire per lo spavento. Angel sobbalzò e lasciò la presa, facendo due passi all’indietro e lasciandolo cadere come un sacco vuoto.
    «Che cosa? Che diavolo era?!»
    Scosse la testa per tornare ai propri lineamenti umani e si girò furioso verso i colleghi.
    Cordelia abbassò la balestra e si girò dall’altra parte, il viso rosso per l’imbarazzo.
    «Io quella cosa te la sequestro!» Tuonò.
    «No!» La ragazza tornò immediatamente a fissarlo. «Mi serve per difendere la mia incolumità!»
    «E a polverizzare il tuo capo alle spalle, prima o poi!» Angel si chinò a raccogliere i documenti persi dall’avvocato. «Che cosa abbiamo qui? La pratica per il rilascio di Tizio e Caio, accusati di contrabbando di antiche reliquie... Mmh, Wesley, puoi venire a dare un’occhiata?»
    La ragazza sbuffò seccata e incrociò le braccia davanti al petto. «Guai che mi faccia i complimenti per come ho steso l’uomo, eh?»
    Gunn fece fatica a trattenere una risata nasale mentre l’ex Osservatore camminava tra i compagni e raggiungeva velocemente il vampiro, inginocchiandosi davanti a lui.
    «Aspetta un attimo, questo posto...» L’inglese alzò un foglio con la mappa di un edificio davanti a sé.
    «Guarda, sembra che abbia trovato pane per i suoi denti.» Commentò Cordelia. «Spero che non riguardi un’altra di quelle odiose profezie.»
    «Lo spero anch’io. Ma da come gli stanno luccicando gli occhi, credo proprio che...» Stava dicendo Gunn.
    «Oh no! Gli stanno luccicando gli occhi?! E’ un brutto segno! La sua anima da topo di biblioteca si sta risvegliando!» Bisbigliò la ragazza.
    Gunn roteò gli occhi. «Come se avesse bisogno di essere risvegliata! Il giorno che lo vedrò usare un libro per equilibrare la gamba di un tavolo penserò che sia impazzito.»
    La ragazza sorrise alla battuta del collega e avanzò felina lungo il corridoio. «Che si dice nella terra degli uomini inginocchiati a studiare i documenti più segreti della società di avvocati più segreta e diabolica del pianeta?»
    Wesley alzò un sopracciglio senza distogliere l’attenzione dal foglio.
    «Cordelia, continui a sottovalutare l’importanza dello studio di-»
    «Avanti Wes, lo sai che ti trovo più sexy quando indossi i panni dell’agente segreto! Sai, il fascino di James Bond, “Dio salvi la regina” ed il resto.» Ammiccò la ragazza.
    L’inglese sospirò. «Voi divertitevi pure a giocare agli agenti segreti, che io-»
    «Ragazzi! Mi sentite?!»
    Tutti portarono immediatamente la ricetrasmittente all’orecchio.
    «FRED!!»
    «Oh, per fortuna!»
    «Portaci immediatamente fuori di qui!»
    «Con piacere! Dovete procedere dritti lungo quel corridoio e poi girare a destra...»
    Wesley si affrettò a raccogliere le carte sul pavimento e a raggiungere i colleghi che erano già partiti in quella direzione.


    Capitolo 32
    In cerca di qualche indizio


    Willow fece un altro giro attorno a Buffy, scrutandola attentamente, prima di piazzarsi davanti a lei.
    «Sembra tutto a posto, anche se sei chiaramente debole.» Annunciò.
    La bionda fece scorrere lo sguardo da una strega all’altra, sentendosi una specie di cavia di un esperimento fantascientifico. «A parte la perdita dei poteri, s’intende, che spero non abbia effetti collaterali?» Chiese con ansia.
    «Non possiamo dirlo finché non sappiamo quale incantesimo è stato usato.»
    «La tua aurea si è comunque m-modificata e questo spiega perché non riuscivamo a trovarti con l’incantesimo di localizzazione,» Tara le prese la mano, «e significa che gli effetti dell’incantesimo sono d-duraturi, putroppo.»
    «Ooookay, ma mi hanno solo indebolito oppure me li hanno tolti del tutto?» Buffy si agitò nella sedia.
    «Il che è affascinante in entrambi i casi. Non avrei mai creduto si potesse fare una cosa del genere.» Commentò Giles, parlando più con se stesso che con il gruppo.
    «Giles, la prego!» Lo interrupe Buffy. «Si tolga i panni da studioso dell’occulto e re-indossi quelli dell’ Osservatore preoccupato. Perché così mi fa paura, sa.»
    «Ma perché fare una cosa del genere?» Si intromise Anya. «Perché non ucciderla semplicemente?»
    Xander sussultò per l’indelicatezza della fidanzata e le diede una gomitata sul braccio.
    «La domanda è se hanno trovato un modo per incanalarli in un’altra persona, piuttosto.» Giles posò il libro che stava sfogliando sul tavolo. «Qual è lo scopo della sua uccisione, se poi la Cacciatrice viene subito sostituita da un’altra?»
    Sia Buffy che Giles erano al corrente che i poteri di una Cacciatrice non potevano essere immagazzinati in un qualsiasi contenitore, perché la magia originaria che li legava ad una donna era troppo forte. La ragazza rabbrividì, ripensando all’ombra scura che era passata sopra la propria testa. Era quella la fonte dei suoi poteri? Era quello il demone che aveva avuto dentro fino a quel momento?
    Il demone?!
    E se il demone distruttore non fosse altro che il demone della Cacciatrice? Giles aveva rivelato che il giorno prima gli avevano sottratto la statuetta egizia, quella che serviva per liberarlo. Buffy si sforzò di ricordare i simboli e gli oggetti che giacevano per terra al momento dell’incantesimo, ma i ricordi erano troppo confusi.
    «Già. Morto un papa, se ne fa un altro.» Commentò sarcasticamente Spike.
    «Uh, parla quello che fino all’altro ieri aveva fatto parte del club ‘Ammazziamo la Cacciatrice’.» Xander gli lanciò un’occhiata velenosa.
    «Touché.» Il vampiro sorrise e infilò le mani nelle tasche dello spolverino.
    «Beh, allora che si fa?» Chiese Buffy, alzandosi dalla sedia.
    «La cosa che mi da più fastidio, è che non abbiamo nessuna traccia per risalire all’identità di queste persone.» Disse Xander, volgendo un’occhiata accigliata al resto della gang. «Non posso credere che siamo bloccati qui senza uno straccio di indizio, senza sapere qual è il loro obiettivo, senza nemmeno i poteri di Buffy.»
    «Beh, ci sono sempre i miei poteri e quelli di Tara.» Gli ricordò prontamente Willow.
    «In realtà conosciamo il loro obiettivo.» Giles si sistemò gli occhiali. «Ieri notte ho avuto una telefonata molto interessante con il capo del Consiglio di Londra e sembra che siano stati minacciati.»
    Buffy posò entrambe le mani sul tavolo. «E forse io ho capito cosa cercavano in casa di Giles e come hanno fatto a togliermi i poteri.»

    ***

    Una telefonata di Wesley confermò le teorie di Buffy sulla natura del demone risvegliato e gettò luce sull’identità di questa nuova minaccia. Non si trattava altro dei membri della setta che credevano di aver sgominato qualche tempo prima.
    Giles prese una pausa per chiudere gli occhi e massaggiarsi la fronte, sentendo crescere il bisogno di bere qualcosa di assurdamente alcolico. Mai prima d’ora si era sentito così teso e aveva percepito il proprio gruppo così maledettamente vulnerabile.
    «Credo che la Wolfram & Hart li abbia supportati ed aiutati a riorganizzarsi.» Stava dicendo l’ex collega. «Nei loro uffici abbiamo trovato tutta una serie di documenti, mappe ed anche quello che sembra l’indirizzo del loro covo qui a Los Angeles. Stavo giusto dando un’occhiata a queste carte quando mi sono imbattuto nel nome di Buffy e vi ho telefonato immediatamente. Non è la prima volta che il Consiglio viene attaccato, ma...»
    «Non sarà la prima volta, ma mai prima d’ora è avvenuto in questo modo. Hanno preso la nostra arma migliore e ce l’hanno rivolta contro.» Giles passeggiava nervosamente davanti al bancone. Sopra di esso, il telefono impostato in vivavoce informava tutta la gang dei nuovi sviluppi.
    «Infatti. Credo che questa volta dovremo unire le forze. Vi invito a raggiungerci il prima possibile qui all’Hyperion.»
    «Bene. Dateci il tempo per recuperare i nostri effetti e percorrere la strada.»
    Rupert ripose il ricevitore al proprio posto ed emise un lungo sospiro.

    ***

    «Possiamo farcela.» Disse Buffy, che aveva recuperato tutta la sua determinazione.
    «Forse.» Concesse l’Osservatore. «Ma questa volta non basterà fare un blitz al loro covo. Questa volta hanno gli stregoni, i tuoi poteri e l’appoggio di quella ditta infernale. Dobbiamo studiare un contrattacco adeguato.»
    «Li studieremo, troveremo i loro punti deboli e poi colpiremo.» Sentenziò la bionda, prima di alzare il mignolo in segno di giuramento solenne. «Promesso!»
    «Buffy e un piano sono cose che non vanno d’accordo.» Scherzò Xander.
    «Lo sai, ho sempre pensato che essere una Cacciatrice fosse una fregatura.» Commentò Spike al suo fianco. «Tutto quel sacrificio, quel rischiare continuamente la vita per gli altri e quel ‘sarai sempre sola e morirai da sola’. Non potevi mica fare la panettiera o la dipendente del Mc Donald’s?»
    «Sì, e tu potevi essere Willy, il pizzaiolo albino più famoso di Bel Air*.» Commentò Xander, provocando il ghigno divertito di Spike e il sospiro di Buffy e del suo Osservatore. Solo Anya non sembrò cogliere la battuta del ragazzo, troppo attenta ad elaborare qualcosa nella mente.
    «Il principe di Bel Air, vorrai dire.» Lo corresse prontamente Dawn.
    Spike si voltò per rivolgerle un sorriso compiaciuto. «Non per vantarmi, ma... un attimo, io amo vantarmi!»
    «Ma Buffy non è sola.» Riflettè Dawn.
    «Certo che non lo è! Ha noi, ha Giles, ha... Dawn!» Disse Xander, tralasciando volutamente il nome del vampiro.
    «A parte quello, stiamo dimenticando che Buffy non è l’unica Cacciatrice vivente.» Disse Anya, la fronte aggrottata. «Non so perché non ci abbiamo pensato prima. Era così ovvio.» Sorrise alla fine, compiaciuta per l’intuizione.
    «Eh? Che significa?» Il vampiro la guardò accigliato, poi si voltò verso Buffy per ricevere spiegazioni. La ragazza aveva incrociato le braccia davanti al petto e si era messa a fissare un punto nel vuoto.
    «Faith.»
    Il nome pronunciato da Giles la fece sobbalzare.
    «No, non penso che ricorrere a quella psicopatica sia una buona idea. Non sappiamo nemmeno se...» Iniziò a dire Xander, non troppo entusiasta. «L’immagine di Faith che mi blocca sul letto e mi punta un coltello alla gola è ancora troppo vivida nella mia mente.»
    «Questa tipa mi sta già diventando simpatica.» Informò Spike.
    «Ma non sembra esserci altra soluzione.» Disse Giles, che nel frattempo si era appoggiato al bancone con le braccia incrociate.
    Dawn guardò la sorella con apprensione.
    «Giles ha ragione.» Buffy si alzò in piedi. «Quando la setta ha pianificato di sottrarmi i poteri, l’ha pensata proprio bene. Che modo migliore di attaccare il Consiglio, se non con le sue stesse armi? E che modo migliore di combattere una Cacciatrice, se non con un’altra Cacciatrice?»
    Xander iniziò a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo.

    Faith si era costituita alle autorità circa un anno prima, in seguito ad una fuga rocambolesca e al tentativo di uccidere Angel. Buffy riconosceva che si era impegnata a redimersi, scontando la pena in galera assieme alle altre carcerate quando avrebbe potuto fuggire facilmente, ma non poteva impedirsi di agitarsi al pensiero di rivederla.
    Sapeva che tra di loro le cose non sarebbero mai andate a posto, neppure dopo cento battaglie combattute fianco a fianco. Non dopo i suoi tradimenti. Quello come Cacciatrice, collaborando prima con il sindaco e poi con la Wolfram & Hart, e poi come amica, incolpandola dell'assassinio che aveva compiuto per sbaglio e cercando di rubarle il fidanzato sotto il naso.
    Buffy dubitava che Faith avesse imparato a tenere a bada il suo lato oscuro o che sarebbe mai riuscita a farlo, era convinta che fosse troppo radicato in lei, ma al momento non sembrava esserci alternativa.

    «Ma chi è questa Faith?» Chiese Spike.
    «La Cacciatrice che è stata convocata alla morte di Kendra. Quella che aveva scambiato il proprio corpo con quello di Buffy.» Spiegò Giles. «Una Cacciatrice che ha ceduto alle lusinghe del male ma che ora sembra avviata alla via della redenzione grazie ad Angel. In pratica, rappresenta tutto quello che Buffy sarebbe potuta diventare se non fosse cresciuta con l’amore di una famiglia e quello dei suoi amici o se all'improvviso ci si ritrovasse senza.» La fine del discorso venne calcata e accompagnata da una decisa pulita di occhiali.
    «Penso che potremmo parlarne con Angel di persona e decidere assieme a lui.» Suggerì Tara.
    Buffy annuì. «Sì, mi sembra una buona idea.»
    Non le era sfuggita la preoccupazione dell’uomo, ma in fondo al cuore sapeva che non sarebbe mai potuta diventare come Faith. Nemmeno se avrebbe perso anche Dawn o i suoi amici per poter stare con Spike.
    Non che volesse stare con lui. Assolutamente no. No-ho. Era solo conveniente, un aiuto mentre...
    «Quando si parte?» Dawn interruppe i suoi pensieri.
    Il primo pensiero di Buffy riguardo la presenza della sorella a Los Angeles era stato quello di telefonare alla madre di Janice e chiederle se poteva ospitarla per qualche giorno durante la loro assenza, prima di ricordare la propria promessa. Non poteva aspettarsi che si comportasse da adulta se continuava a trattarla da bambina. Come poteva dirle che voleva venirle incontro e riconoscere i suoi bisogni, se poi continuava a non rispettarli?
    «Ooo-kay, ma promettimi che starai attenta e non verrai in prima linea per nessuna ragione.»
    Il volto di Dawn s’illuminò di colpo. Buffy pensò che fosse persino più raggiante di quando usciva a fare shopping.
    «Certo che può venire con noi! Non c’è dubbio che sia più al sicuro tra streghe potenti, Cacciatrici selvagge e vampiri redenti piuttosto che con una famiglia normale!» Xander bloccò il suo entusiasmo. «Okay, forse era sembrato più convincente nella mia testa.»
    «Certo che sì,» aggiunse Dawn. «In una famiglia normale potrei venire sbranata dal cane, tagliarmi col coltello mentre aiuto in cucina, fulminarmi con la corrente elettrica mentre-»
    «Va bene, va bene, ho detto che può venire.» Sospirò Buffy.
    «Grazie! Grazie! Non te ne pentirai!»Dawn si mise a saltellare per il negozio.
    «Lo spero. Però non capisco come sia così felice di rivedere Angel.» Buffy fece una smorfia e trattenne una risata.

    ***

    Willow voleva dirle che poteva immaginare quello che provava, che lei stessa sarebbe impazzita se si fosse trovata da un momento all’altro senza i propri poteri, eppure sapeva che puntualizzare la situazione non avrebbe fatto nessuna differenza. Anzi, l’avrebbe probabilmente fatta stare peggio. Quindi si limitò a scambiare con Buffy uno sguardo empatico prima di sgattaiolare di nascosto tra gli scaffali di magia nera.
    Seduta all’indiana sul pavimento, i palmi sospesi sugli antichi tomi aperti, trattenne il respiro e si preparò ad assorbire gli incantesimi. Le dita affondarono tra le pagine, come se si fossero smaterializzate al proprio tocco, e la strega venne attraversata da una potente scossa di energia.
    E Dio, era meglio del sesso.
    La ragazza sorrise estatica ed iniziò ad ansimare, ignorando la pericolosità di quello che stava facendo. Perché, diavolo, se la magia nera fosse stata l’unico modo per restituire a Buffy i suoi poteri e potenziare i propri in attesa dello scontro, che cosa c’era di male ad usarla?
    Al diavolo Giles e i suoi timori verso quelle formule proibite.
    Ne voleva di più, sempre di più, drogata da quella sensazione di onnipotenza. Ma ad un tratto, proprio come se stesse annegando in essa, la strega sentì mancare l’aria e si portò una mano alla gola. Gli occhi e la bocca spalancati, le pupille dilatate, le formule che pulsavano dolorosamente nella testa, la strega si piegò in avanti e interruppe il flusso magico, riguadagnando la possibilità di respirare. Si portò una mano sopra il cuore che batteva all’impazzata e si chiese se fosse andata oltre il proprio limite, mentre proprio in quel momento lo sbalzo di energia la colse impreparata.
    Con un ultimo sussulto e gli occhi che si giravano, la strega si accasciò a terra inerme.


    NdA: * Ok, questa l’ho presa in prestito da ‘nonciclopedia’ :D
    E sto iniziando a pensare che in questa fic svenga troppa gente... O.O
     
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  6. piccola06
     
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    Non avevo visto che avevi aggiornato. Questi cap mi sono piaciuti molto e non vedo l'ora di leggere il seguito. ora che andranno a Los Angeles le cose si faranno ancora più interessanti .... e poi sicuramente verrà fuori la rivalità tra Spike e Angel ... a cui verrà un colpo appena lo vedrà lì con loro hihihihiihi non vedo l'ora!!!! :D
     
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  7. kasumi
     
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    Grazie tesoro! *.*
    La parte a Los Angeles è quella più difficile da scrivere. Spero di non deludere le vs aspettative!
     
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  8. kasumi
     
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    Capitolo 33
    Trasferimenti



    L’atmosfera si era mantenuta tesa e silenziosa durante l’intero tragitto in auto.
    Buffy non osava fare previsioni. Non sapeva cosa aspettarsi e nemmeno come il gruppo di Angel li avrebbe accolti. L’aiuto del vampiro con l’anima era qualcosa che aveva sempre dato per scontato, ma non dopo la loro ultima discussione e il piccolo particolare che ora stava, uhm, si vedeva con Spike. Era già tanto che Angel avesse dato il suo appoggio invece che chiuderle la porta in faccia.
    Il tempo del viaggio venne così impiegato a riflettere sulla propria situazione e, per la prima volta, Buffy considerò la possibilità di aver perso i suoi poteri per sempre o rinunciare a riaverli. Alla possibilità concreta di avere una –possibilmente lunga-vita normale e tutto quello che comportava, un lavoro normale, un fidanzato normale, più tempo per stare con la sorella e gli amici, mai più lavatrici alle tre del mattino per pulire schifidi liquidi demoniaci dal vestiario, mai più morsi o paletti in borsa...
    Ma era quello che voleva veramente?
    Mai come adesso il quesito la confondeva. E il fatto che aveva passato gli ultimi mesi in preda a raptus violenti non aiutava di certo quella scelta.

    Nel sedile posteriore dell’altra macchina, invece, Tara lanciava continui sguardi preoccupati alla compagna. Willow aveva chiuso gli occhi e si era rilassata a fianco a lei sul sedile, ricavandosi la propria bolla d’isolamento.
    Se solo si fosse aperta con lei, se solo le avesse spiegato cos’era accaduto tra quegli scaffali e aveva provocato il suo svenimento... “Te l’ho detto, ho avuto solo un capogiro.” le aveva rifilato con poca convinzione. “Forse un calo di zuccheri. Vedrai che il mal di testa mi passerà presto.”
    Sì, come no.
    Gli altri non ne avevano notata la mancanza, troppo presi dalle speculazioni e abituati alle sparizioni della Rossa a scopo di ricerca. Tara l’aveva coperta, leale fino all’ultimo, sebbene ormai dubitava di conoscerla veramente e soffrisse per il suo progressivo allontanamento.

    ***

    Buffy fissò a bocca aperta l’ingresso dell’Hyperion. Nella semi-oscurità della notte losangelina, lo stabile ricordava lontanamente la prima sede della Angel Investigation. Ricordava ancora quell’ufficio striminzito dall’unica volta che ci aveva messo piede, collocato in quell’edificio fatiscente. Doveva ammettere che Angel aveva fatto davvero molta strada da allora.

    L’accoglienza fu più calda e numerosa di quella che s’era aspettata. Cordelia li invitò ad entrare con un sorriso, seguita da Wesley e altri due ragazzi che non aveva mai visto, uno di colore con la testa rasata e una mora e longilinea. Il ragazzo si presentò come Gunn e catturò subito l’attenzione di Dawn mentre la ragazza si fece avanti timidamente e con un sorriso, ricordandole molto la dolcezza e la sensibilità di Tara.
    Era strano, ma Buffy si sentì già a casa. Cosa che invece non si poteva dire di Xander, che doveva fare i conti con la presenza di Cordelia.
    Sebbene i due non volevano darlo troppo a vedere, sospettava che lo spettro del rifiuto su quel letto d’ospedale aleggiasse ancora tra loro, assieme alla delusione della mora quando aveva scoperto che il ragazzo la tradiva con Willow. Per fortuna, Anya interruppe quel silenzio imbarazzato con una stretta di mano, riportando entrambi alla realtà. Nello sguardo di Cordelia, comunque, Buffy poteva leggere una nuova maturità, come in quello di Wesley. Forse Los Angeles li aveva cambiati davvero.
    Ad ogni modo, Angel non si era ancora fatto vedere.

    ***

    Mentre Fred accompagnava Tara e Willow su per le scale –sembrava che la rossa non si sentisse bene- e Giles discuteva con Wesley sulla situazione, Spike girovagava nervoso per la hall.
    «Dove diavolo è finita la checca?»
    «‘La checca’?» Si girò Cordelia, sorpresa per i modi del vampiro.
    «Ma sì, Peaches.»
    La mora lo guardò senza capire.
    «Fronte larga.»
    Ora era persino più sconvolta.
    «Sua eccellenza rimurginante!»
    «Oh! Parli di Angel?» La ragazza sembrò finalmente capire.
    «Lo sapevo, il ‘rimurginante’ funziona sempre!» Sentenziò Spike con un’espressione compiaciuta.
    «Angel arriverà presto.» informò Wesley, intromettendosi nello scambio di battute. «E’ andato-»
    «Per me può anche essere andato a farselo mettere in quel suo culo depresso, basta che si sbrighi.» tagliò corto il biondo, agitando distrattamente la mano.
    L’inglese lo guardò a metà tra l’irritato e lo sconvolto.
    «Se ti stai chiedendo se è sempre così, la risposta è no. E’ anche peggio.» Commentò Giles, togliendosi gli occhiali per l’usuale pulita.
    Buffy alzò lo sguardo dalla teca delle armi che stava osservando attentamente. «Diventa così quando non ha nulla da fare. E’ come i bambini.»
    «No, è irritante e dispettoso come una capra.» Corresse Xander.
    «Oi!»

    ***

    «Non mi hai ancora d-detto che cosa è successo al negozio.» Disse Tara, non appena Fred le ebbe lasciate da sole.
    «Io... volevo solo...» cercò di dire Willow, prima di abbassare lo sguardo sul pavimento. «...aiutare.»
    «Ne abbiamo già discusso, Amore, ci sono molti modi per... » stava dicendo la bionda, ma Willow si oscurò in viso e la interruppe.
    «No, non puoi capire.» disse cocciutamente. Dio, desiderava solo sentirsi utile e avere il suo appoggio. Perché doveva essere tutto così difficile? «Ti prego, ho bisogno di restare da sola.»
    Tara la guardò con occhi sgranati. «Perché continui a tenermi fuori dalla tua vita? Hai realizzato che non hai più b-bisogno di me?!» Poi, con passo malfermo e gli occhi lucidi, la strega bionda uscì dalla stanza.

    Appena Tara chiuse la porta alle sue spalle, Willow si guardò in giro per familiarizzare con la stanza dell’hotel.
    Il mal di testa non le dava tregua, facendosi ora più intenso ora più leggero, ma sempre costante. E a questo si accompagnava un sottofondo di antiche litanie, come se decine di voci le stessero recitando nella testa.
    La strega cercò appoggio allo schienale di una sedia, colta all’improvviso da una nuova fitta. La sensazione di avere mille aghi piantati nel cervello, deglutì e ricacciò indietro le lacrime.
    Dio, che cosa le stava accadendo?
    Era come se qualcosa di potente ed oscuro stesse cercando di sopraffarla. Qualcosa di... non sapeva dire se fosse malvagio. Qualcosa che lottava per emergere e assumere il controllo, dimostrare a tutti la propria superiorità, anche con la violenza, a costo di...
    No, Willow non voleva fare del male alle persone che amava. Ma la voce nella propria testa suggeriva che non doveva esitare nel farlo, le diceva che era tempo di farsi rispettare e che tutti dovevano riconoscere la sua forza, che persino la Cacciatrice doveva sottomettersi a lei.
    La strega si gettò sul letto, esausta, ignara di come un’altra rossa si stesse agitando nel sonno in preda a simili sensazioni e manie di controllo, giusto a poca distanza da loro.

    TBC
     
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  9. kasumi
     
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    NOTA DELL'AUTRICE

    Ci siamo quasi!! *.* La revisione mi ha portato via parecchio tempo, ma ora è quasi finita. Spero di non farvi attendere troppo con i nuovi capitoli! Purtroppo la parte losangelina di questa storia è quella più difficile, quella in cui tirerò le fila della storia. Perché, sì, non manca molto alla fine, anche se non escludo di fare un seguito.
     
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  10. piccola06
     
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    Questo capitolo di transizione mi è piaciuto e io adoro Spike :D Mi sta piacendo anche come hai inserito l'abuso di potere di Willow che nel telefilm era dovuto alla morte di Tara mentre qui alla perdita di poteri di Buffy. Sono proprio curiosa di vedere come va con lei. Spero solo che la parte malvagia non prenda il sopravvento come nel telefilm.
     
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  11. kasumi
     
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    Grazie piccola! <3 Il prossimo capitolo è quasi pronto, ma sono indecisa se postarlo subito. Forse è meglio che vada avanti a scrivere e poi rilegga tutto per vedere se ho lasciato qualche incongruenza!

    *restate sintonizzati*

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  12. kasumi
     
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    Capitolo 34
    Ci vuole un po’ di Faith



    NdA: Non ci credo, ho finito la revisione!!!! *si commuove* *stappa la bottiglia di spumante*
    La parte losangelina di questa storia è quella più difficile da scrivere, quella in cui tirerò le fila di tutto, perciò non prometto aggiornamenti veloci. Cercherò però di dare un finale decente :D
    Grazie a tutti quelli che hanno seguito, anche senza recensire <3 Grazie per il vostro appoggio!
    Buona lettura!!

    Ps. Non ho controllato il time-line di ATS e sospetto che Fred e Gunn non facessero già parte del team di Angel a questo punto, ma li ho tenuti lo stesso perché mi piacciono come personaggi.



    Al piano di sotto, nel frattempo, Spike rientrò dal giardino dell’hotel dove aveva consumato una cosa tipo mezzo pacchetto di sigarette e si diresse verso il portone.
    «Angel-mobile in arrivo.» annunciò, passando davanti alla Cacciatrice in piedi vicino al bancone.
    Xander si alzò dal divano e lo seguì a qualche passo di distanza, evidentemente stanco di starsene seduto a far niente. «Sai, è utile quando vuole. Potremmo sempre usarlo come vampiro da guardia.» disse a Buffy, che però non lo stava ascoltando. Sembrava molto tesa per l’imminente incontro col vampiro moro.
    Anche Spike era teso per quell’incontro, sebbene non temesse più che la ragazza scegliesse Angel al suo posto. L’ultima volta che aveva parlato con lui, Buffy era stata chiara e Spike avrebbe colto ogni occasione per gettarglielo in faccia. Ma qualcosa gli diceva che Angel aveva un’altra donna a cui badare, il profumo che gli colpì le narici all’improvviso per esempio.
    «Angel, ho bisogno di parlarti. Si tratta di...» stava dicendo la bionda. «Faith?» Buffy spalancò gli occhi, fissando incredula la mora che usciva dall’auto dell’ex-fidanzato.
    «Sì, beh, ho pensato che sarebbe stata utile.» spiegò Angel, recuperando due borse da viaggio dal sedile posteriore.
    Spike fissò gli occhi della bionda correre dal vampiro alla mora e viceversa. U-hu. Temporale in arrivo. Faith, questo sembrava il suo nome, ebbe almeno il buon gusto di starsene zitta e avviarsi verso l’Hotel a testa bassa, lanciando uno sguardo veloce a Xander che se ne stava con la bocca aperta sulla soglia come un pesce lesso.
    «So che non ti è mai andata a genio, ma in questo momento abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile.» disse Angel, scaricando le borse davanti all’entrata dell’hotel. «E presumo sia lo stesso motivo che giustifichi la presenza di Spike.»
    I vampiri si scambiarono uno sguardo d’astio. Xander richiuse la bocca e tornò all’interno, ansioso di tirarsi fuori da quella discussione il prima possibile.
    «Veramente...» iniziò Buffy, prima di sospirare e ripartire daccapo. «Anche noi stavamo pensando di chiedere il suo aiuto, in quanto seconda Cacciatrice in carica, ma avrei gradito che ne avessimo parlato, prima che tu andassi a prenderla. Pensavo fosse, insomma, una decisione da prendere insieme.»
    «Faith non è sotto la tua custodia e la decisione sarebbe comunque spettata a lei. Poi, sinceramente, dubito che saresti andata a chiederglielo di persona, o no? Dopotutto, ti ho solo fatto un favore, accelerando i tempi.»
    «Certo. Hai solo fatto evadere una persona di prigione, che non è nemmeno sotto la tua responsabilità.»
    «Wesley era d’accordo.»
    «Che c’entra-»
    «Wesley è ancora il suo Osservatore, fino a che il Consiglio non decide altrimenti. E’ lui il suo responsabile. Non era una decisione che spettava a te e mi aspetterei comunque un minimo di riconoscenza da parte tua. So che l’ultima volta che l’hai vista non è stato piacevole, e nemmeno quella prima, ma ora Faith è qui per aiutarti, mettendo la sua vita in pericolo, e merita un’altra possibilità.»
    Buffy guardò in basso, fissando indecisa i borsoni ai suoi piedi.
    «Se lo merita, Buffy. Faith è cambiata, te lo assicuro.» aggiunse Angel, riprendendo in mano i bagagli della ragazza. «Lo merita tanto quanto Spike, se è cambiato come dici.»

    ***

    Angel aveva ragione, dovette ammettere Spike. E la mora non era affatto male. Poteva giurare ci fosse anche una forte tensione sessuale fra di loro. Quando colse lo sguardo di Cordelia nella sua direzione, poi, fu sorpreso di quante donne stavano sbavando sul suo GranSire nello stesso momento. Per fortuna che Fred sembrava presa dal ragazzo color cioccolato.
    «Come ci organizziamo?» chiese quest’ultimo, facendosi loro appresso.
    E quella checca di vampiro bicentenario aveva il coraggio di farsi ancora avanti con la sua Buffy? Non che se la bionda avesse cambiato idea, qualcuno gli avrebbe impedito di rifarsi con la Cacciatrice mora. Oh sì, qualcosa gli diceva che non si sarebbe mica tirata indietro.
    «Ho bisogno di incontrare una vecchia conoscenza per qualche informazione.» stava dicendo Angel. «Buffy...?»
    E poi, ehi, muscoli di Cacciatrice. Aveva deciso che non ne avrebbe più fatto a meno.
    «Ci sono.»
    Uh?
    «Vengo anch’io.» annunciò Faith.
    «Io pure.» si aggiunse Cordelia con enfasi.
    «E io chi sono, il figlio della serva?» si intromise Spike. «Dove va Buffy, vado pure io.»
    «E io sono sua sorella, quindi...» si aggiunse Dawn.
    Angel e Buffy si guardarono basiti.
    «Presumo di non avere scelta,» acconsentì Angel con una scrollata di spalle, «ma preferirei che Cordelia e Dawn rimanessero qui.»
    «Ehi!» Le more aggrottarono la fronte e portarono le mani ai fianchi in contemporanea.
    «Non possiamo dare troppo nell’occhio. Quattro persone sono già abbastanza.» poi, girandosi verso Faith. «L’appuntamento è fra un’ora in un bar del centro.»
    «Bene, dammi il tempo di cambiarmi.» disse questa, afferrando uno dei borsoni e correndo verso una delle camere al piano superiore.
    «Sì certo, fai come se fossi a casa tua.» si lasciò sfuggire Cordelia acidamente, alzando gli occhi verso il soffitto.

    ***

    Angel sospirò, massaggiandosi gli occhi. Avere tutte quelle donne in casa non avrebbe comportato nulla di buono.
    Almeno Merl non aveva scelto il bar karaoke di Lorne per il loro appuntamento. L’incantesimo del Caritas gli avrebbe impedito di sfogarsi un po’ su di lui, ed Angel aveva una gran voglia di spaccare la faccia a qualcuno.
    «Angel, possiamo parlare un attimo da soli?»
    Il vampiro annuì, accogliendo l’invito di Buffy e allungando un braccio verso la porta che dava sul giardino interno.

    ***

    «Mi dispiace per quello che ti ho detto l’altra volta.» iniziò la bionda. «Quando hai saputo di mia madre, hai mollato tutto per venire fino a Sunnydale per me ed io... Mi dispiace di averti mandato via in quel modo. Ho reagito così perché mi sono sentita aggredita e giudicata per via di Spike.»
    «No, avevi ragione. Non ho il diritto di decidere della tua vita. Però, cerca di capire... Era passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti e mi mancavi, e quando ho saputo di Joyce non ho potuto fare a meno di venire da te. Ma scoprire che...» agitò la mano in aria, «tu e Spike... beh...»
    Buffy spostò il peso da un piede all’altro, a disagio. «Non è che stiamo veramente assieme e poi quello che c’è tra me e lui non ha nulla a che vedere con quello che c’è stato tra noi. Spike è un aiuto e, come ti ho detto, mi è stato molto vicino nell’ultimo periodo.»
    Angel sospirò. «Già. Ma dovresti parlare anche con Faith.» Questo fece aggrottare la fronte di Buffy. «So che non potete sopportarvi, più o meno, ma vuole ricominciare e, a costo di risultare ripetitivo, ti ricordo che sta rischiando la vita per te.»
    «No.» affermò Buffy risolutamente. «Lo sta facendo per te.»
    Angel la guardò confuso.
    «Faith è innamorata di te.» continuò la bionda. «Sta facendo questo per guadagnare la tua fiducia.»
    «Può darsi, ma lo sta facendo anche perché è la cosa giusta. In fondo al cuore, sa quello che è giusto. In fondo al cuore, è una Cacciatrice.»
    Buffy avrebbe voluto che anche Spike la aiutasse per lo stesso motivo, perché era la cosa giusta, ma sapeva fin troppo bene che lo stava facendo solo per lei. E sapeva di non poter pretendere di più.
    E poi, chissà se lo faceva perché l’amava o per solo per aiutarla a riprendersi i poteri, perché senza di quelli... senza di quelli non sarebbe stato divertente starle vicino o non ci sarebbe stato nulla d’interessante da amare.
    No, quel pensiero faceva troppo male.
    Faceva male anche se non lo amava, anche se era solo un ripiego, perché Spike era sempre stato un punto fermo della sua vita –che cercasse di ucciderla o di sedurla- e Buffy non poteva affrontare anche la sua perdita.
    O forse faceva male perché era entrato nel suo cuore a poco a poco e se n’era innamorata senza accorgersene? Ma Buffy non voleva essere ferita. Amare di nuovo significava dare a qualcuno il potere di distruggerla, confidando che non lo facesse, e Buffy non poteva permetterselo, non dopo quello che aveva appena passato. Non poteva permettersi di innamorarsi di Spike.

    ***

    Accarezzati dalla notte che stava a poco a poco cedendo il passo all’alba, i nostri giunsero al locale indicato da Angel. I buttafuori si scostarono rispettosamente, lasciando entrare il singolare quartetto.
    «Voi restate qui nei pressi dell’entrata. Ho bisogno che facciate da palo.» Disse Angel, facendo cenno a Faith di seguirlo.
    Buffy annuì e seguì con lo sguardo i due mori che, come una coppia di predatori, scomparvero tra la folla del locale, in una perfetta armonia di pelle e raso.
    Spike le prese la mano e la attirò in una zona del locale dove non avrebbero attirato l’attenzione.
    «Non ci credo.» disse la bionda, «Se sapevo che dovevo starmene qui a fare da palo, non sarei nemmeno venuta.»
    «Suvvia, Amore. Possiamo sempre rilassarci un po’.» sussurrò Spike, «Sai, prendere qualcosa da bere, ascoltare la musica.» Fece scorrere sensualmente la mano sulla superficie della panca dietro di lei che, imbottita e ricoperta in finta pelle come un divanetto, era stata fissata alla parete all’altezza delle loro anche.
    «Spike... Cosa faresti se io non riuscissi a recuperare i miei poteri?»
    Il vampiro si irrigidì. «Non mi sembra né il luogo né il momento per parlarne, tesoro. Prima concentriamoci a sconfiggere questa maledetta setta e poi...» I suoi occhi si strinsero in due fessure. «O stai cercando una ragione per combattere?»
    «Io... Voglio dire...»
    «Non sei sicura di volerli indietro, allora?» Al silenzio della ragazza, Spike prese un lungo sospiro e continuò. «Per me resterai sempre la Cacciatrice, con o senza poteri. E’ qualcosa che hai dentro. E io non me ne andrò, se tu non riuscissi a recuperarli, se è quello di cui hai paura.» Buffy annuì. «Ed ora vieni qui, micetta.» Portò il suo polso all’altezza delle proprie labbra e ne baciò dolcemente le nocche. «Ehi, hai intenzione di restartene qui tutta la sera con due occhi fuori dalle orbite come un piccolo Tarsius?»
    «Come un che?»
    «Un piccolo mammifero molto carino con due occhioni grandi grandi che sembrano essere sempre spaventati.» Spike le sorrise. «Avanti, cerca di rilassarti. Perché non vai a prendere un drink mentre io controllo l’entrata?»

    ***

    Angel si fermò all’improvviso per annusare l’aria, alla ricerca di Merl, e Faith gli piombò malcapitatamente sulla schiena.
    «Ouch!» Borbottò la Cacciatrice, portandosi una mano al naso. «Mi sembra di aver sbattuto contro un tir.»
    Il moro ignorò la sensazione del seno prosperoso della donna contro la propria schiena e si schiarì la voce. «Scusa. Da quella parte.»

    ***

    «Un Tarsius? Potevi dire ‘cerbiatto’ o qualcosa del genere.» Mormorò Buffy, porgendo al vampiro uno dei bicchieri che teneva in mano.
    «Non ci credo, hai continuato a pensarci fino ad adesso.» Ridacchiò Spike, afferrando il suo drink e tentando un sorso. «Mmh, Bourbon, sei la donna più fantastica del mondo.»
    «Lo so.»
    La bionda sorseggiò il proprio drink per un attimo, poi depose il bicchiere sul tavolino più vicino. «Tu pensa a controllare l’entrata e io mi impegno a farci sembrare una coppia qualsiasi.»
    Giusto mentre Spike si stava chiedendo che cosa intendesse con quelle parole, le dita di Buffy gli si posizionarono avide sui fianchi. Il vampiro sussultò e trattenne il respiro mentre le faceva scorrere sopra la camicia sottile, verso l’alto e poi verso il basso, in una dolce e lenta tortura. Poi le mani si fermarono all’altezza dell’ombelico e s’intrufolarono sotto la camicia, dove strofinò accuratamente i pollici sopra le sporgenze delle ossa del bacino.
    Spike si morsicò la lingua per impedirsi d’invertire le posizioni e sbatterla lì sulla panca davanti a tutti. «Buffy, che stai facendo?» Chiese invece con voce roca.
    «Sto fingendo di flirtare con te. E poi, non eri tu quello che diceva che dovevo rilassarmi?» Rispose lei candidamente, mentre gli faceva scorrere le mani attorno ai fianchi e le collocava a coppa sul suo sedere, dove si concesse una generosa strizzata. «Ci sto riuscendo bene?»
    Porca miseria, se ci stava riuscendo bene.
    Spike invertì bruscamente le posizioni e la afferrò sotto le cosce per farla sedere sulla panca.
    «Così va meglio.» disse, posizionando il proprio bacino in mezzo alle cosce di lei. «Ora tocca a te controllare l’entrata.»
    Buffy ridacchiò e fece come diceva, ma senza staccargli le mani di dosso. Le punte delle dita incollate ai suoi addominali contratti, saggiandone la consistenza e risalendoli verso il petto, le unghie che sfregavano appena la pelle d’alabastro.
    Spike ringhiò e le afferrò una mano, portandosela al cavallo dei pantaloni. «Lo senti l’effetto che mi fai?»
    «Non è il caso di- Oh!» Buffy trattenne il respiro al contatto con il suo membro turgido e fece per scostare la mano, ma Spike gliela trattenne sul posto. «Tsk, tsk. Accende i fuochi e poi scappa in ritirata. Eh no, non si fa così.» Le strofinò la mano sopra la propria erezione e la guardò con occhi appannati dal desiderio.
    «Oddio Spike, non qui.» ridacchiò lei. «Ti prego.»
    «Perché no?» Chiese lui con un adorabile broncio a incurvargli il labbro inferiore.
    Le passò un braccio dietro alla schiena e la attirò a sé, iniziando a baciarle il collo...

    ***

    «Oh, ecco dove ti eri cacciato.» canzonò Angel, avvicinandosi al demone verde seduto al tavolo.
    «Angel!» Il demone sussultò alla vista del vampiro e rischiò di strozzarsi con la bevanda.
    «Hai scoperto quello che ti ho chiesto?»
    Il demone si ricompose. «Certo. Ti ho trovato tutti i sistemi d’allarme della villa.»
    Angel afferrò il fascicolo e ne verificò il contenuto. «Peccato.» Poi, allo sguardo interrogativo del demone, continuò. «E’ davvero un peccato che tu abbia fatto un così bel lavoro, così non ho più una scusa per picchiarti.»
    Merl emise un sospiro di sollievo, giusto prima che il vampiro gli afferrasse la testa e gliela sbattesse violentemente sul tavolo.
    «Come se avessi bisogno di una scusa per picchiarti.» Il vampiro fece un passo all’indietro per ammirare il liquido che ora gli fuoriusciva dal naso. «Bravo Merl. Continua così.» Poi si allontanò in un fruscio di pelle nera.
    Faith lo guardò con i sopraccigli sollevati. «E poi dicono che sono io la bambina cattiva.»
    «Oh.» rispose il moro, «Non hai ancora visto nulla.»

    ***

    «Dimmi che mi vuoi.» le stava sussurrando Spike all’orecchio. «Dimmi che vuoi fare disperatamente l’amore con-»
    «Angel!»
    Il biondo si tirò indietro per guardarla stralunato, «Ehi!», poi si voltò a seguire la direzione del suo sguardo.
    «Se avete finito di scopare, possiamo anche andarcene.» ringhiò Angel verso di loro, sollevando il braccio per mostrare la cartellina appena conquistata.

    TBC
     
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  13. piccola06
     
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    Ahahahaha beccati in pieno ... :xd: :xd: :xd: Però Spike ha ragione, se stuzzica non può tirarsi indietro.
    Per ora la parte losangelina mi piace. Continua così!!
     
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  14. GabrydiSpike
     
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    Allora, tu hai postato pochi giorni fa ma io son già in astinenza e quindi ne voglio ancora... per soffrire meno faccio un passo indietro e commento il cap 25

    CITAZIONE (kasumi @ 19/8/2013, 15:08) 
    «Qual buon vento?» chiese ironico, guardandola attraverso le ciglia socchiuse. «Non che mi stia lamentando qua sotto ma, a quest’ora ti credevo tra le braccia del bel tenebroso.»

    -_- Newssuna lamentela, certo!!! Ma la giusta dose di geloso sarcasmo!!!

    CITAZIONE
    Buffy alzò il viso e lasciò andare la sua asta, continuando a massaggiarla con le mani.
    «Okay, fai come se non ti avessi detto niente,» ritrattò Spike, «pensare ad Angel in questo momento non è una buona idea.»

    :risata: :xd:

    CITAZIONE
    «Avevo bisogno di un conforto e lui era là, davanti a me. Serve che ti dica che avrei preferito te al suo posto?»

    :rage: SI, ca**o!!! <_<

    CITAZIONE
    «Sì, cazzo!» le disse, «Non mi stancherei mai di sentirtelo dire.»

    -_- Ecco!!!

    CITAZIONE
    «E allora perché non sei rimasto quando te l’ho chiesto?»

    E lo devi anche chiedere?!?!?

    CITAZIONE
    «Perché... Mmhh... Non avevo voglia di sopportare gli sguardi di disprezzo dei coglioni dei tuoi amici.»

    Mi sa che non è solo questo....

    CITAZIONE
    Buffy alzò le sopracciglia. «Forse ti disprezzano perché ti comporti sempre da stronzo?»
    Gli occhi di Spike si allargarono. «Che significa?»
    «Significa che fino a che continuerai a fare lo stronzo e l’asociale non potranno mai accettarti.»
    «Chi se ne frega, non ho bisogno di essere acc-»
    «Ma io sì!»
    Il vampiro la guardò esterrefatto.
    «Non voglio sentirmi giudicata per quello che stiamo facendo.» continuò.
    «E allora fregatene del loro giudizio, come faccio io. E, tanto per sapere, cos’è che stiamo facendo?» Le sorrise languido.
    «Stiamo scopando?»
    «Uh?» Piegò la testa di lato.
    «Sto rivalutando la tua proposta, quella del frequentarsi senza impegno.»
    Spike si rilassò leggermente e sorrise. «Sapevo che prima o poi...»
    «Non gongolarti troppo per questo.»

    -_- Mi piace molto questo scambio... e lo sento molto IC... sarà perchè mi viene voglia di spupazzare Spike e prendere a ceffoni Buffy?!?!?

    CITAZIONE
    Spike dubitava che l’avrebbe mai amato, o che avrebbe provato per lui qualcosa di simile a quello che aveva provato per Angel, ma non gli importava. Non fino a quando poteva averla.

    :rolleyes: Ma come si fa a resistergli?!?!?

    CITAZIONE
    Quando lei si strinse ritmicamente attorno a lui e poi si lasciò andare sul suo petto, la strinse a sé e le baciò la fronte.
    «Forse non puoi capire cosa provo quando sono con te, ma sai una cosa?» le sussurrò contro l’orecchio. «Quando ho saputo quello che era successo non riuscivo a pensare a nient’altro che a te e a come ti potevi sentire, a quanto volevo stringerti tra le braccia e cercare di rassicurarti, starti accanto come potevo...»

    Ecco!!! Mi son partiti gli occhi a cuoricino!!!

    CITAZIONE
    La sentì irrigidirsi leggermente. «Buffy... Io...»
    Voleva dirle “credo di amarti”, ma le parole gli morirono in gola.
    Il suo udito percepì i battiti del suo cuore aumentare, sebbene ancora alti per i postumi del piacere, poi lei ricambiò semplicemente la sua stretta e Spike seppe che non serviva dirlo: l’aveva già capito.

    Occhi a cuoricino seconda parte!

    CITAZIONE
    «Mi dispiace per aver approfittato di te all’inizio. Solo ora mi rendo conto di quanto posso averti ferito, di quanto non avevi bisogno di ulterio-»

    I die here for occhi a cuoricino!!!

    CITAZIONE
    Buffy si mosse sopra di lui e lo baciò dolcemente. «Non dire altro,» disse, accarezzandolo in una maniera che rasentava la tenerezza. Spike si sentì riempire di un calore improvviso. Magari non lo amava, ma vedeva e accettava il suo amore e questo gli bastava.

    :spuffy: Ecco perchè amo Spike e lo Spuffy... in queste parole c'è l'essenza del loro Amore! :spuffy:

    ***

    Mi piace poi come hai introdotto ed usato x i tuoi scopi i personaggi di Holtz ( Che ODIO!!! :assassin: :assassin: :assassin: ) Justine e, visto la vicenda di quest'ultima in ATS, mi hai anche incuriosita parecchio...
    E preoccupato ovviamente, conoscendo la bastardaggine di Holtz ( e non me ne frega niente se in ATS aveva buone ragioni per volersi vendicare di Angel!!! Non lo perdonerò mai! Angel quando uccise la sua famiglia era un "demone"... lui, " umanissimo" che scusa ha?!? )

    CITAZIONE
    La rossa si avvicinò all’uomo che aveva parlato. «Non vedo l’ora di trovarmi a faccia a faccia con la Cacciatrice.»
    «Tutti noi non vediamo l’ora di metterglielo in quel posto.» Rispose lui.
    La donna alzò le sopracciglia, chiedendosi quanto il senso di quella frase fosse figurato. «Cos’avranno mai di speciale queste Cacciatrici?»

    :wrong:

    CITAZIONE
    L’uomo strinse gli occhi e la fissò. «I poteri di un demone. Ma tolti quelli, scommetto che sono semplici donne come le altre.»

    -_- Tzè! Come no!!! Vedrai quando ti calciera il didietro pur senza poteri da demone!

    CITAZIONE
    Lei fece un’espressione poco convinta. «Sono senz’altro donne caparbie e sicure di sé. Non penso siano delle donne comuni.»
    Più restava a contatto con quel branco di teste esaltate e più faticava a sopportare la loro misoginia. Ma del resto, non mancava molto per ottenere quello che le avevano promesso. Doveva solo pazientare un altro po’.

    Ecco perchè non mi dispiaceva Justine!!!

    CITAZIONE
    «Justine, mi chiedo perché prendi le difese del tuo nemico.»
    «Sono pur sempre una donna.» rispose, pensando con rammarico che l’uomo lo dimenticasse troppo spesso.
    «Già, e solo una donna può assolvere il compito che ti è stato dato.»
    Justine fece una smorfia. Sapeva benissimo che era l’unico scopo per cui Holtz l’aveva reclutata ed allenata per mesi e che per lo stesso motivo era l’unica donna accettata nel gruppo.

    :rage: Ed ecco perchè non sopportavo Holtz!!! :rage:

    CITAZIONE
    Justine sorrise tra sé. Se quello che si diceva era vero, i poteri del demone distruttore valevano molto di più di un fottuto esercito! Finita la riunione, si avviò verso la sua stanza. Presto avrebbe avuto la ricompensa che aveva tanto agognato e che avrebbe cambiato la propria esistenza.

    Mi sa che non sai nemmeno quanto piccola!!!

    ***
    CITAZIONE
    «Cosa te ne pare di come ho sistemato il nostro nido d’amore?»
    Buffy si voltò per osservare la testa leggermente inclinata del vampiro e la sua espressione che tradiva un po’ d’ansia.
    «Il divano può andare.» Disse solamente. Non le importava molto dell’arredamento di quel buco, fintanto che il letto era comodo e le lenzuola pulite, anche se i nuovi tappeti con cui aveva ricoperto il pavimento lo rendevano senz’altro più accogliente.

    Ti ho proprio adorato qua , dove hai inserito un chiarissimo rimando alla serie e al contempo hai creato un missing moment!!! :xd: :xd: :xd: ( Non trovo l'icona che applaude quindi ti becchi questa!)

    CITAZIONE
    «I tappeti mi piacciono.» Aggiunse, decidendo di farglielo sapere.

    :cute: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

    CITAZIONE
    Ma quando Spike le sorrise, si voltò subito per non fargli notare il proprio imbarazzo.

    :huh: E ti pareva! EEEH! ( sospiro) Riecco la solita Buf!

    CITAZIONE
    Da quando il sorriso di Spike la faceva arrossire, comunque?

    :woot: Si.Da quando, Buffy?

    CITAZIONE
    Da quando si era aperto con lei e le aveva confessato i propri sentimenti? E perché tutto d’un tratto il suo sorriso le sembrava così caldo e dolce?

    Chissà perchè?!?!?
    Buffyyyyyyyyyyy!!! :buffy: Sono questi i momenti che danno prova che ci sei e non solo ci fai!!! Ma l'hai visto?!?!?!?

    CITAZIONE
    Decisa a togliersi quell’immagine del vampiro dalla testa, percorse gli ultimi passi che la separavano dal frigo.

    Tzè!!! Credici!!! Noi non ci crediamo di certo! :P

    CITAZIONE
    Dopo una breve perlustrazione del suo contenuto ne estrasse una birra.
    «Mmhh... Fai come se fossi a casa tua.» le disse languido. Perché ogni cosa che fuoriusciva da quella bocca doveva sembrare così sexy?

    E di nuovo :rolleyes:! Chissà perchè?!?!?
    ( :sbav: Noi lo sappiamo vero?!?! :shifty: )

    CITAZIONE
    «Anche se preferirei prendessi un’altra mia cosa tra le labbra in questo momento...»
    Diamine! Buffy tossì un paio di volte, allontanando la bottiglia dalla bocca. Spike si alzò dal letto e prese ad avvicinarsi lentamente.
    «Non so se mi sono spiegato,» disse ad un passo da lei, prendendole la mano libera e posandogliela sopra il proprio sesso.
    «Credevo di avere già dato per oggi.» Gli disse, sostenendo il suo sguardo.
    «Oh tesoro, la vista delle tue labbra avvinghiate al mio affare è una cosa di cui non mi potrei mai stancare.»

    :motherofgod:

    CITAZIONE
    «Magari più tardi,» gli concesse, asciugandosi le labbra con il dorso della mano.

    Allora anche lei soffre di sovraproduzione di bava, come noi!!!

    CITAZIONE
    «Vieni qui,» le disse, lasciandole l’altra mano e avvicinandola maggiormente a sé, facendo scivolare una mano lungo la schiena e l’altra sulla nuca, catturandole poi le labbra in un bacio passionale.
    Ecco, decisamente qualcosa di cui lei non si sarebbe mai stancata. Dei suoi baci, del modo in cui le sue mani potevano lavorare il suo corpo, del suo profumo, delle sue labbra sul collo...
    «Lascia che sia io a prendere qualcosa da te, allora.»
    «Aahhh...»

    :sbav:
    La curva glicemica ed il calore son cresciuti esponenzialmente!!!
    Per fortuna che stiamo andando verso l'inverno! :P

    CITAZIONE
    Il morso era arrivato inaspettato ma era stato anche inaspettatamente piacevole. Buffy era troppo persa nelle sensazioni per fermarlo.

    :noia: Miiiii!!! Ma perchè mai vorresti fermarlo?!?!?!?!?

    ***
    CITAZIONE
    Più tardi, in casa, la ragazza osservò i due fori sul collo allo specchio.
    “Non lo farò se non lo desideri” le aveva detto quella volta nella bara, eppure questa volta non si era fatto troppi scrupoli per morderla. Ma era inutile negarlo, anche lei l’aveva desiderato, e porca miseria se non era stata un’esperienza piacevole.
    Mmhh... e dannatamente eccitante.

    Volevo ben dirlo!!! :shifty:

    CITAZIONE
    Qualcosa era cambiato tra di loro, e ogni volta che vedeva Spike aumentava il desiderio di perdersi in lui, di donarsi completamente, come se non ci fosse un domani.

    Non potremmo essere più daccordo con lei!!!

    CITAZIONE
    Ed era sicura che dietro quel gesto del vampiro non c’era stata solo la lussuria o la fame, ma anche il desiderio di marchiarla come sua.

    :lol: Ma allora un neurone che funziona c'è! E con tutta la conoscenza che dovresti avere sui vampiri non ti chiedi come mai o che significato possa avere?!?!? ( Decisamente Giles non ha fatto troppo bene il suo lavoro!!!)
    Di quali e quante altre prove hai bisogno?!?!?

    CITAZIONE
    Avrebbe dovuto sentirsi una pazza ad affidare la propria vita ad un ex-vampiro sanguinario, invece provava solo un immenso sentimento di libertà e Dawn approvava la loro relazione con felicità. Quella mattina l’aveva aggredita per averla fatta preoccupare a morte, ma quando le aveva detto che aveva cercato sollievo dal vampiro platinato si era subito tranquillizzata.
    A Buffy sfuggiva ancora come la sorella potesse tranquillizzarsi al pensiero di averla tra le grinfie di un ex assassino sanguinario... ma era inutile cercare di spiegare con la logica l’affetto che Dawn provava per lui, la fiducia che sentiva a pelle.

    Sarà l'influenza della visione di "Bones" ma... l'amore non è certo razionale!!!
    ...

    CITAZIONE
    Note: Riguardo il nuovo sviluppo che prenderà la storia, alcuni di voi avranno riconosciuto i nomi di due personaggi di ATS che ho liberamente adattato ai miei scopi

    Si, li avevo riconosciuti subito e ho trovato la scelta perfettamente coerente sia con la storia sia con i caratteri originari dei personaggi... non li hai stravolti per inserirli qui... altro punto a tuo merito!!!

    Se non l'avessi capito ho adorato questo capitolo!
     
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  15. kasumi
     
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    Grazie per i commenti, ragazze!


    Gabry, mi hai fatto scompisciare! ahah!
     
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58 replies since 11/2/2012, 01:47   2162 views
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