It doesn't matter, I love him

di AntonellaSpuffy

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  1. katespuffy
     
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    Riporto una storia molto molto carina a mio avviso *C* la cui autrice ogni tanto ricompare e con questa occasione può ricopiarsela se lo riterrà opportuno!

    CITAZIONE
    AntonellaSpuffy:

    Prima cosa...non picchiatemi!So di avere un'altra ff in corso e vi giuro ke i miei post non diminuiranno.Il fatto è che ho avuto di colpo questa idea e non riuscivo a non postarla!
    L'intreccio di base è stato usato e riusato:Buffy e Spike sono migliori amici.
    Ma vi assicuro che le cose sono diverse.
    Leggete e fatemi sapere!
    Come al solito il primo capitolo è di prova solo per sapere se continuare!
    Dedicata a Manu(kaikan)ke mi ha aiutato col titolo(praticamente l'ha fatto lei!!!)

    Un AU divertente,romantica e hot
    Titolo: It doesn't matter ,I love him
    Rating:Nc 17
    Riassunto: Buffy e Spike sono amici da1 vita....ma Buffy nasconde 1 segreto...un segreto che presto non riuscirà più a tenere per se!

    It doesn't matter, i love him




    1°Capitolo

    Sussulto tenendomi ancorata alle gambe di Spike.
    Ok,sono un’idiota.
    La mia mente che l’ultima volta era rimasta completamente traumatizzata, aveva stabilito di non ripetere mai più questa folle esperienza.
    -Tesoro non penso che questo sia il modo- mi istiga lui e sono certa che abbia quell’odioso ghigno sulla faccia.
    Sento ancora un rumore sordo,simile ad un cadavere che cade rumorosamente sul pavimento e faccio un altro salto.
    Questa volte lui ride apertamente.
    -Tu non lo stai guardando!- tuona all’improvviso e io mi rannicchio maggiormente con la testa sulle sue gambe e il corpo in pochi centimetri di spazio sul divano.
    Lui non capisce!Io sto guardando!
    Questa è una mia tecnica.
    Una tecnica nata da anni di film horror insieme a lui.
    Le mie dita si chiudono sui miei occhi con piccoli spiragli che io posso aprire solo quando la situazione mi sembra tranquilla.
    I due pollici poi sono conficcati nelle orecchie per rendere l’audio solo un leggero sussurro.
    Potrei avere un brevetto per questo.
    Un brevetto che potrei vendere a tutte le ragazzine spaurite costrette dai loro migliori amici a vedere questo genere di film.
    Quando il motosega di questo folle riparte io sono con una nausea opprimente.
    Ma chi diavolo ha pensato questa roba?
    Insomma ci vuole una mente malata, psicopatica, perversa per creare una cosa del genere.
    Spike continua a ridere quando un altro lembo di pelle è squarciato da quello che resta di una ragazza!
    Ride come se lui stesse tosando l’erba!!
    -Sei malato- grido senza rendermene conto, avendo le mani sulle orecchie.
    Lui sorridendo ricomincia a trangugiare nachos con salsa piccante e io non reggo più.
    Salto dal divano correndo direttamente nel bagno della famiglia Stratford e infilo la testa nel water.
    Lo sento seguirmi velocemente e afferrarmi subito la fronte per aiutarmi a vomitare.
    Io adoro quando mi tengono la testolina!
    Non sono capace di vomitare senza la sua mano che mi impedisce di finire con la testa nel water!
    -Tesoro- sussurra petulante, mentre io termino stremata con gli occhi lucidi.
    Mi aiuta ad alzarmi e io mi sciacquo il viso e afferro lo spazzolino che da sempre ho a casa sua.
    -E’inutile che mi guardi così- tuono fissando i suoi occhi da cuccioline indifeso.
    -Lo dirò a tuo padre!- aggiungo sicura che sia l’unica cosa che lo preoccupa.
    -Buffy- mi prega lui mentre io torno nel soggiorno.
    -Ti avevo detto che non dovevamo guardare questo film- gli urlo mentre cerco la mia giacca.
    -Finisce sempre che tu ridi e io vomito- concludo mentre mi metto vicino alle scale.
    -Signor Stratford- chiamo mentre lo fisso con occhi maligni.
    -No, ti prego- lui mima con la bocca e io godo di piacere come tutte le volte che mi implora.
    -Si, cara- mi risponde il padre di Spike affacciandosi dal suo studio e togliendosi gli occhiali.
    -Spike mi ha fatto di nuovo vomitare- dico tutto di un fiato con la voce di una bimbetta antipatica, mentre Spike è passato dalla fase petulante a quella omicida e comincia a storcermi il braccio.
    -William- tuona suo padre dalle scale, mentre lui lascia la presa e sospira.
    -L’hai costretta di nuovo a vedere quei film satanici?- aggiunge senza muoversi dal piano di sopra.
    -Io…Io..- balbetta Spike in cerca di una scusa.
    -Lei voleva vedere Glitter!- spara come se quella fosse una scusa. Io sorrido trionfante.
    -Bene- si ricompone Rupert Stratford mettendosi a pulire gli occhiali.
    Io ho un ghigno enorme sulla faccia.
    Entrambi sappiamo che quando lo fa è in arrivo una punizione enorme per Mr ossigenato!
    -Da oggi in poi tutte le volte che vorrete vedere un film, sarò io a scegliere il nastro- conclude.
    Nastro?Cos’è un nastro?
    Guardo allarmata Spike, mentre lui come al solito mi fissa con quegli occhi che dicono chiaramente: “Guarda cosa hai fatto!”.
    -Ci sono delle pietre miliari che non sono mai state visionate in questa casa. Ben Hur per esempio- conclude il padre di Spike rientrando nel suo studio e lasciandoci soli.
    -Sei un’idota- tuona lui cominciando a rincorrermi.
    Io scappo e appena comincio a correre la nausea si riappropria prontamente del mio fragile corpicino!
    -Tu mi hai fatto vedere il pazzo con il motosega- gli urlo io nascondendomi dietro l’isola della cucina.
    -Tu volevi vedere un film che nemmeno Mariah Carey dopo averlo girato, ha avuto il coraggio di guardare!- urla più forte lui riuscendo ad afferrami un braccio e spingermi contro il frigorifero.
    -Sei una spia- mi sussurra sulle labbra e…….qui urge una spiegazione!
    Una lunga ed estenuante spiegazione che io cercherò di sintetizzare.
    Ho conosciuto Spike all’asilo.
    Era il mio primo giorno, piangevo come un’isterica, con la bava alla bocca guardando mia madre andare via.
    Tutte le pesti ridevano di me e lui mi si è avvicinato.
    Mi ha fissata per qualche istante e con tutta la sua immensa dolcezza, mi ha dato uno spintone facendomi cadere a gambe all’aria.
    Per dimostrami maggiormente il suo amore ha cominciato a prendere a calci il mio zainetto di Biancaneve e io gli sono saltata addosso urlando come avevo visto fare a Tobia contro Lucifero in Cenerentola!
    Da allora siamo diventati inseparabili.
    Sono stato io, quando avevamo nove anni a sfidarlo a impennare con la bici…su un tavolo della cantina.
    Io ero presente quando lui cadendo e perdendo la sfida si ruppe quattro denti e rimase deturpato! Lui era con me quando, dopo aver trangugiato di nascosto un barattolo di maionese, fui costretta sul water per quarantotto ore ininterrotte.
    E fu sempre lui ad entrare nel bagno con la mascherina, quando mia madre non riusciva nemmeno a stare in casa, a tenermi compagnia!
    Eravamo insieme quando con un cucchiaino e dello yougurt provavamo quale fosse la sensazione di un bacio con la lingua.
    Fui sempre io a fargli lo schizzetto dell’organo sessuale femminile a undici anni, perché lui non riusciva a reperire un film porno.
    Lui mi fissò sconvolto e disse che piuttosto che vederla dal vivo si sarebbe cavato entrambi gli occhi e io mi offrì di cavarglieli per lui.
    Sempre insieme guardammo il nostro primo film vietato ai minori, mentre il signor Stratford era convinto che visionassimo Winnie The Pooh e io….vomitai anche quella volta!
    E’una vita che passiamo i fine settimana assieme.
    Una vita che io dormo nel suo letto, una vita che siamo migliori amici, inseparabili.
    Una vita che io lo amo.
    Hem….ecco il tasto dolente!
    Si, sono perdutamente e atrocemente innamorata del mio miglio amico!
    A tredici anni quando lo trovai su portico con la lingua che visitava attentamente le tonsille di Harmony Shelby mi sentì morire.
    Corsi a casa sconvolta, pensando a come era potuto accadere.
    Insomma… lui aveva sempre detto di odiarla.
    Le tirava addosso le frittelle e la picchiava con qualsiasi cosa si ritrovasse sotto mano!
    Avevo così compreso che quello era il suo modo di dimostrare il suo amore!
    Mi aveva amata quando avevamo quattro anni e ora il suo amore era scomparso!
    Mi venne un magone che scomparve una settimana dopo e per un po’ cercai di riconquistarlo.
    Lo prendevo a schiaffi quando meno se l’aspettava aspettando che lui mi colpisse…ma niente!
    Spike continuava a ridere e a dirmi che ero la sua migliore amica.
    A quattordici anni perciò decisi di metterci una bella pietra sopra.
    L’avrei amato in segreto e lui non l’avrebbe mai saputo. Mai.
    E ora eccoci. Io spiattellata contro il frigo col suo fiato sul collo che mi sento come un budino e lui col suo ghigno sulla faccia che continua a sorridere.
    Sguscio via da sotto, col cuore a mille e inciampando sbatto con la fronte contro l’isola della cucina.
    Altro tasto dolente: sono un’imbranata cronica.
    Mi accascio per terra, mentre lui comincia a ispezionarmi il bernoccolo.
    -Buffy sei sempre la solita!- mi rimprovera lui, afferrando la busta di piselli surgelati che ha quasi cinque anni.
    La tiene lì apposta per curarmi.
    Piagnucolo mentre lui mi poggia la superficie fredda sulla fronte e mi abbraccia forte.
    Mi perdo nel suo profumo e mi accoccolo contro il suo petto.
    -Vuoi dormire con me stanotte amore?- mi chiede sorridendo e io lamentandomi e facendo le fusa gli rispondo di si.
    Quanto vorrei che questa fosse una proposta indecente!
    Sfortunatamente non c’è alcun doppio senso e così dopo pochi minuti siamo entrambi accoccolati tra le sue lenzuola, mentre io cerco di dormire e lui guarda una partita di football.
    -Non riesci a dormire?- mi chiede abbracciandomi da dietro.
    -No- sussurro massaggiandomi l’enorme bernoccolo che mi ritrovo.
    Ormai il mio corpo è abituato ai suoi movimenti sensuali e per quanto sussulti ogni volta, cerca di frenare automaticamente i bollori.
    -Parliamo allora- propone lui mentre io mi tiro a sedere nel letto.
    Indosso il pigiamino con gli orsetti rosa che tengo da lui e ho due treccine.
    -Di cosa?- gli chiedo mentre lui finge di pensare.
    -Ragazze- propone per la centesima volta.
    -No!- urlo sparendo sotto le lenzuola.
    -Dai, non ti ho detto di Drusilla!- urla raggiungendomi sottocoperta.
    -Non mi hai detto di Drusilla per cinquecentouno volte- preciso riuscendo a distinguere i contorni del suo viso nel buio.
    -Mi piace- sentenzia sorridendo, mentre io stizzita torno con la testa fuori dalle lenzuola.
    -L’hai detto anche con l’ultima che ti sei portato a letto lunedì scorso- gli faccio notare con quel suono nella mia voce che odio.
    -No, è diverso- mi informa lui come da copione.
    Io sbuffò e fingo di non sentirlo più.
    -E tu?- mi chiede per riattivare di colpo la mia attenzione.
    -Ancora innamorata di non-posso-vivere-senza-i-tacchi-e-il-gel ?- mi chiede storcendo il naso.
    Urge un’altra precisazione!
    Spike parla di Angel.
    Una schifosissima idea di Willow!
    Dato che al secondo anno di liceo lui cominciava ad insospettirsi che io uscissi raramente con qualcuno, senza mai avere un ragazzo fisso, ho dovuto inventare di essere perdutamente innamorata.
    La vittima in questo caso è Angel Darcy, quarterback della squadra, quindi un uomo per cui io non sono nemmeno il cetriolo che scarta dall’hamburger.
    Questo essere la donna invisibile ha reso impossibile qualsiasi avvicinamento e quindi la storia ha retto per….tre anni.
    Spike è ancora convinto che io a diciotto anni sia pazzamente innamorata di quella rapa di Angel!
    Questa cosa non mi è costata poco.
    Una volta ad una festa ho dovuto chiedergli di ballare subendo l’umiliazione di un “no,grazie”, perché lui mi ripeteva almeno di provarci.
    Un’altra volta lui è tornato a casa tutto contento dicendo di avere un regalo per me.
    Ha tirato fuori una maglietta da football sudaticcia annunciandomi che l’aveva trovata nello spogliatoio ed era di Angel e io ho dovuto ANNUSARLA fingendo di essere ESTASIATA!!
    -Certo, innamoratissima- gli rispondo con un finto sorriso sulle labbra.
    -Lui non ti merita tesoro!Tu hai bisogno di un vero uomo- conclude fissandomi.
    Un vero uomo?Tu sei un vero uomo!
    Ne sono certa, ho assistito al tuo sviluppo, posso testimoniarlo!
    Ho lavato addirittura le tue mutande una volta!
    Tu sei un vero uomo!
    Ma lui evidentemente è ottuso!
    -Lo troverai- aggiunge dandomi un bacio sulla fronte e chiudendo gli occhi.
    Muoio dalla voglia di dirgli che i baci in fronte si danno ai morti o a chi aspetta la santa unzione, ma poi mi riprendo e mi volto dall’altra parte.
    Lui dopo qualche istante ha già il respiro regolare e con un braccio mi afferra la vita e mi stringe.
    Sospiro con gli occhi fissi nel buio tenendomi accoccolata a Spike Stratford,
    il mio migliore amico che amo da morire.

    2°Capitolo

    Mi sveglio lentamente mentre riprendo sensibilità nelle gambe accuratamente attorcigliate con quelle di Spike.
    Apro gli occhi con difficoltà, ferita dai raggi del sole, fissando il suo volto sul mio petto.
    E’assurdo come in tutti questi anni il nostro modo di dormire assieme non sia mai cambiato.
    No, no, non in senso strettamente sessuale! Purtroppo, sottolineo!
    Da quando lo conosco ci teniamo tutti attorcigliati e ci risvegliamo in posizioni assurde.
    Mi ritrovo a fissare il suo viso e so con più certezza perché lo amo.
    Come tutte le volte che mi sveglio assieme a lui.
    E so con più certezza di non essere stata abbastanza forte.
    Di non essere stata capace di vedere i suoi occhi e amarlo come una buona amica.
    Ma non sono coraggiosa, non come lui. Non lo sono mai stata.
    Cerco di sgusciare via dalla sua presa e come al solito assistiamo alla solita scena.
    Spike mi afferra la vita e borbottando qualcosa non mi lascia andare.
    Con tutta la mia assurda gentilezza gli tirò un calcio ad una gamba e lui lamentandosi si volta dall’altra parte e riprende a dormire.
    Potrei scrivere un libro su questo uomo. Un manuale di manutenzione!
    Afferro dallo spazio che mi ha riservato nel suo armadio un jeans e un maglioncino rosa e sguscio in bagno.
    La mia è una tattica ben studiata da anni di notti con la famiglia Stratford.
    Il bagno al piano inferiore è praticamente la casa dei pinguini d’inverno e una spiaggia afosa d’estate, così ci affolliamo tutti in questo al piano superiore.
    Se Spike riesce ad entrare per primo siamo fritti.
    Rimane lì per ore e ore ed esce esattamente come prima!
    Ma il dilemma più atroce e che purtroppo mi ha visto vittima per parecchie volte nasce quando ad entrare per prima è il signor Stratford.
    Le sue “sedute spiritiche” munite di libro di filosofia, sono prima di tutto interminabili.
    In più quando lui si appresta ad uscire la stanza ha bisogno di circa ventuno, ventidue ora per arieggiarsi!
    Esco dal bagno completamente vestita e spazzolandomi i boccoli torno in camera di Spike trovandolo esattamente nella stessa posizione.
    Spalanco le finestre e gli tiro via le coperte, ma lui come al solito finge di non sentirmi.
    -Spike- lo chiamo dolcemente, mentre già penso a come torturarlo per tirarlo fuori da quel letto.
    -Tuo padre ha appena comprato le ciambelle e io ho una mezza idea di mangiare l’unica al cioccolato- miagolo al suo orecchio.
    Un secondo dopo lui è già in piedi con gli occhi sconvolti.
    -Dove..dove…dove è la mia ciambella?- urla quasi saltellando per la stanza per poi bloccarsi di colpo.
    -Non c’è nessuna ciambella vero?- mi chiede lamentandosi, ma con un velo di speranza nella voce.
    -No, ma se ti vesti in fretta te ne offro una al bar della scuola- gli dico facendogli l’occhiolino e lui come un bambinone contento mi abbraccia stretto.
    Improvvisamente poi si stacca da me e si tira via la maglietta.
    Lui si tira via la maglietta e il mio cervello si ferma.
    I pochi neuroni si impiccano contemporaneamente lasciandomi sola e io sgrano gli occhi fissando il suo torace.
    Sta parlando. Ne sono certa. Vedo le sue labbra muoversi ma non riesco a cogliere alcun suono.
    Ok, Buffy, puoi farcela!Sforzati!
    -….capito?- mi chiede con viso interrogativo e io sono messa peggio di prima!
    -Hem?- bofonchio con gli occhi fissi che vorrei cavarmi improvvisamente.
    -Ok, se non vuoi uscire vuol dire che mi spoglierò davanti a te- annuncia e io annuisco con un sorriso da sbronza.
    Lui è tranquillo, questo vuol dire che ho risposto bene anche senza capire una mazza!
    Improvvisamente una delle sue mani corre ai calzoncini corti e io comincio a riflettere.
    Spogliare? Spogliare?Avrò sentito qualche altra volta questa strana parola?
    -Nudo!- urlo di colpo e girandomi di scatto vado a sbattere con la gamba contro l’armadio.
    Mi lamento come una moribonda e sguscio via dalla stanza col fiatone.
    Quest’uomo vuole provocarmi un infarto!

    -E così stava per tirarlo fuori davanti a te?- mi chiede Willow con un sorriso malizioso.
    Ecco, questa è Willow, la mia migliore amica con un’assurda capacità.
    Tutto quello che gli racconto su Spike viene tramutato in qualcosa di malizioso o sessuale.
    Lei lo fa per me.
    Costruisce castelli enormi su quando Spike si fa la doccia e io sono al di là ella tenda o io gli lavo i pantaloni.
    E’un modo tanto carino per darmi la forza di non tagliarmi le vene!
    Willow è l’unica al mondo a sapere del mio sentimento per Spike e così sarà per sempre.
    -Chi stava per tirarlo fuori?- chiede di colpo Spike sedendosi al mio fianco in mensa e dandomi un bacio nei capelli.
    Willow sussulta e come al solito si allarma alla ricerca di una scusa.
    -Io…stanotte..- balbetta incerta, mentre Spike la fissa col suo ghigno ti-imbarazzo-a-morte.
    -Ho visto un film porno!- tuona di colpo e io mi porto le mani al viso distrutta.
    -Bene, è qual’era la trama?- chiede Spike incuriosito, cominciando a mangiare la finta bistecca che si ritrova nel piatto.
    -Una grande storia d’amore- conclude Willow, mentre comincia a tirarmi calci sotto al tavolo.
    Spike alza un sopracciglio titubante.
    Questo dimostra come Willow non si sia mai nemmeno lontanamente avvicinata ad un film vietato!
    -E il titolo?- le chiede Spike incalzando, sentendo puzza di bruciato.
    Willow ora è in tilt.
    Mi guarda con occhi sconvolti in cerca di aiuto e io mi metto alla ricerca di un titolo plausibile, ma prima che la mia mente formuli qualcosa di concreto, la mia cara amica è già partita.
    -“Tiralo fuori”, appunto!- esclama, mentre sento alcuni girarsi verso di noi e io vorrei strozzarmi col succo d’arancia!
    -Notiziona!-esclama Xander sedendosi al nostro tavolo e rompendo questo momento imbarazzante.
    -Mi ha parlato- annuncia trionfante mentre noi lo guardiamo incuriositi.
    Si riferisce chiaramente ad Anya, dato che praticamente cerca di conquistarla da cinque anni.
    -Nel senso che vi siete sussurrati parole maliziose?- chiede Spike che non fa che ragionare con l’organo che si ritrova tra le gambe.
    Tranne che con me,ci tengo a sottolineare. Ancora purtroppo!
    Xander abbassa lo sguardo.
    -Sono certa che è stata una conversazione che annuncia un’uscita- lo rincuoro mentre lancio uno sguardo killer a Spike.
    Xander rimane con gli occhi abbassati.
    -Abbiamo parlato durante la lezione di storia- balbetta.
    -Di qualcosa di profondo, ci giurerei- incalzo fissandolo.
    -Veramente è stato più un ringraziamento- aggiunge cercando di auto convincersi.
    -Un ringraziamento per averla aiutata in qualche materia?- mi aiuta Willow, mentre guarda speranzosa Xan.
    -Io le ho…racc…la..pen..- balbetta mentre noi tre ci fissiamo spaesati.
    -Cosa?- gli chiedo dolcemente.
    -Io le avevo raccolta la penna- urla di colpo facendomi sussultare.
    -Hem…un grazie può avere molti significati..- incalza Willow.
    -Mi ha detto “Grazie idiota”- conclude Xander, prima che Spike scoppi una fragorosa risata e io gli tiri un calcio sotto al tavolo, facendolo lamentare come un bambino!

    Tiro lo zaino sul divano del soggiorno e comincio a sfilarmi le scarpe quando il campanello suona. Mi dirigo verso l’entrata e dopo aver aperto la porta trovo Spike sull’uscio.
    -Entra- lo invito, mentre torno alla seconda scarpa e mi siedo sul divano.
    -Mi dispiace di non averti accompagnata in macchina- si scusa subito.
    Io gli sorrido debolmente.
    Spike è sparito dopo la pausa pranzo con Drusilla e nessuno l’ha più visto.
    Sono abituata a questo.
    L’ho visto sbaciucchiarsi con un milione di ragazze e sto bene.
    Ci sono abituata.
    Abituata a tacere di giorno e piangere di notte.
    Piangere fino ad addormentarmi.
    Come faccio ogni qual volta accade.
    -Non importa- gli dico con un falso sorriso.
    -Ho corso come una disperata per prendere il pullman e sono scivolata- annuncio e lui sorride. E’abituato al mio essere un’imbranata cronica.
    L’espressione del suo viso però subito si smorza.
    -C’è qualcosa che non va?- gli chiedo fiutando guai e lo invito a sedersi al mio fianco.
    Lui scuote violentemente la testa.
    -Spike è un no come quando in terza elementare ti eri infilato quella pallina nel naso che rischiava di infettarsi?- gli chiedo fissandolo.
    Lui scuote ancora la testa.
    -E’lo stesso no di quando ti sei scolato il liquore di tuo padre?- incalzo mentre lui comincia a sbuffare.
    -Lo stesso no di quando hai bevuto varechina e….?-continuo ma lui mi blocca.
    -Ok, basta!- tuona mettendosi in piedi.
    -Non volevo parlartene- comincia e io aspetto che continui.
    -Non voglio che lo sappia nessuno, non voglio che questo periodo sia diverso- aggiunge fissandomi e io comincio ad allarmarmi.
    -Che vuoi dire Spike?- gli chiedo un po’scossa.
    -Io e mio padre torneremo a Londra dopo la fine della scuola- conclude rimanendo nei miei occhi. Io mi limito a fissarlo.
    Di colpo siamo nel parco, lui è sull’altalena al mio fianco e mi sussurra che sono la sua migliore amica.
    E’la prima volta che me lo dice.
    -Buffy hai capito?- mi chiede sedendosi di nuovo vicino a me, ma io quasi mi scosto come scottata.
    -Io e mio padre?- chiedo sconcertata mentre cerco di risvegliarmi dal mio torpore.
    -Torneremo a Londra- ripete piano e io smetto di respirare. Letteralmente.
    Boccheggio per cercare aria, mentre una nausea opprimente si impossessa di me.
    -Lui non può costringerti- sussurro piano fissando il pavimento.
    -Lui non mi costringe- mi risponde lui e io scatto in piedi.
    -Cosa?- gli chiedo sconvolta, mentre la mia mente si rifiuta di mettersi in moto.
    -Sai che non sapevo cosa fare dopo il liceo e lì c’è una buona scuola di musica- continua.
    Continua a parlare, ma io vorrei che non fosse mai venuto.
    Vorrei che fosse rimasto nella macchina con lei senza dirmi nulla.
    Vorrei aver voluto piangere anche stasera per quei baci.
    Perché so che stanotte non basteranno lacrime.
    Mi sveglio di colpo sussultando, quando lui mi afferra le spalle.
    -Lasciarvi mi distrugge- mi dice scosso, mentre io continuo a fissargli le scarpe.
    So solo che non posso vivere senza di te.
    -Lasciarti mi sembra impossibile- continua e io alzo lo sguardo.
    Perché non basto Spike?Perchè non basto a fermarti?
    Perchè non mi ami almeno una minima parte di quanto ti amo io?Cos’ho di sbagliato?
    -Con Drusilla poi sembrava essere diverso- mi dice distogliendo lo sguardo e io mi scotto.
    Non mi muovo. Perché come al solito fingo.
    Fingo da quando lo conosco.
    Rimango nei suoi occhi quando vorrei solo non respirare.
    E vorrei che volesse andare via.
    Vorrei che non avesse rimpianti.
    Vorrei non contare nulla e vorrei che lui non l’amasse.
    Tutto o nulla.
    Tutto affinché lei sia il nulla.
    -E’meglio che vada- mi dice con voce roca e io non rispondo.
    Rimango immobile e lo vedo uscire. E’vorrei che uscisse così dal mio cuore.
    Vorrei poterlo cancellare e non ricordarlo nemmeno. Perché amarlo mi distrugge.
    Perché so che non ci saranno giorni e notti senza i suoi occhi blu.
    E improvvisamente vorrei corrergli dietro.
    Bloccarmi al centro della strada e urlargli che lo amo.
    Che lo amo da sempre.
    Che al primo ballo scolastico mi sono inventata di avere l’influenza per non vederlo ballare con Cordelia.
    Che ho un album enorme con tutte le sue foto, che guardo prima di mettermi a letto.
    Che quando non c’è uso come pigiama la sua maglietta azzurra.
    Quella che abbiamo comprato quando siamo andati al mare assieme.
    Quando sono stata tutta la notte a guardarlo dormire.
    Ma resto qui. Immobile.
    A pensare che lui se ne andrà e io non ho mai assaggiato le sue labbra.

    3°Capitolo

    La mia testa sbatte con violenza contro il tavolo della mensa, mentre le braccia mi ciondolano ai lati del corpo.
    -Oddio- mormora Willow e io alzo lo sguardo sconvolto.
    -Questo l’hai già detto- dico con voce implorante, mentre la mia testa incontra ancora una volta la superficie liscia, provocando un rumore sordo e tutti si voltano a guardarmi.
    -E lui vuole che nessuno sappia niente?- mi chiede sussurrando e guardandosi continuamente intorno.
    La lezione di ieri le è servita a qualcosa!
    -Proprio così- dico alzando per un secondo la testa dal tavolo e poi colpendolo di nuovo.
    -Buffy, ti farai male- piagnucola lei, fissandomi sconcertata.
    L’idea è questa.
    -Tesoro, come stai?- mi chiede, mentre io la fisso di sbieco.
    -Benissimo, cerco di spaccarmi la testa contro il tavolo per provare a fare un giro in autoambulanza- la informo acida, mentre do un’altra testata.
    -Buffy devi dirglielo- mi dice lei, catturando la mia attenzione.
    -Dirgli cosa?- scatto guardandola sconvolta.
    -Che lo ami!- tuona, mentre qualcuno guarda per l’ennesima volta verso di noi.
    -Mai- urlo e questa volta sbatto la testa talmente forte che mi si otturano le orecchie per qualche istante.
    -E che pensi di fare? Oltre a spaccarti la testa naturalmente- mi chiede ora Willow, quasi stizzita.
    -Uscendo comprerò una saponetta, della corda e….lo sgabello ce l’ho in cucina- concludo.
    -Hm?- bofonchia lei guardandomi incuriosita.
    -Stasera mi impiccherò- concludo con l’ennesima testata.
    -Salve ragazze- ci interrompe di colpo Spike, mentre io rimando il suicidio, alzo la testa e mi stampo un sorriso ebete sulla faccia.
    -Ciao raggio di sole- mi saluta stampandomi un bacio sulla guancia.
    Mai che sbagliasse mira!
    -Parlavamo di film- lo informa Willow, cercando di sviare il discorso.
    Pessima idea, perché ora Spike al ricordo di ieri, ha quel suo ghigno super sexy sulla faccia.
    -Non film porno!- sussulta Willow, ricordandosi della conversazione super imbarazzante.
    -Non ci sarebbe nulla di male- sussurra Spike sorridendo e io fulmino la mia amica con lo sguardo.
    -No, noi preferiamo mettere in pratica certe cose- continua lei cercando di aggiustare la situazione. Bene, peggio di così non può andare!
    -Il film era su due amici che poi si scoprono innamorati- esclama di colpo e la mia faccia va letteralmente in fiamme.
    Ok, non mi impiccherò da sola stasera!
    Willow ulula di colpo, quando un mio calcio le si conficca preciso nello stinco e Spike alza un sopracciglio incuriosito.
    -Non darle importanza, ha bevuto cola e la rende euforica- lo informo, mentre lui fa spallucce e ricomincia a mangiare.
    -Buongiorno a tutti ragazzi- ci saluta Xander raggiungendoci e sedendosi di fronte a me col suo vassoio.
    -Spike ho saputo di te e Drusilla!- esclama mentre i due “maschi”si cominciano a lanciare occhiate di comprensione.
    Willow fissa Xan con odio puro negli occhi e poi torna a guardarmi.
    -Posso odiarli entrambi per tutte e due- mima con la bocca, mentre io sorrido debolmente.
    -Quella è una bomba, non fartela scappare- continua Xander, come se si dovesse scopare lui l’invertebrata dark!!
    -Non ci penso proprio- gli risponde Spike, prima che tutti e due scoppino a ridere.
    Ok, ora la mia lista è completa.
    Sparerò a Willow per l’assurda battuta di prima, getterò Xander dalla finestra e taglierò in due, con il motosega del suo adorato film, l’ossigenato e la sua bella dell’oltretomba!
    Scatto in piedi raccogliendo le mie cose.
    -Vado in classe- informo tutti, mentre mi dirigo stizzita verso l’uscita.

    -Buffy aspettami- mi grida Willow facendomi bloccare di colpo. Mi volto furiosa verso di lei.
    -Devi dirglielo- ripete per l’ennesima volta col fiatone e io sbuffo spazientita.
    -Non puoi lasciare che se ne vada senza sapere nulla- continua, mentre io mi fisso le scarpe.
    -Potrebbe essere innamorato di te anche lui- dice di colpo, mentre il mio cuore si riempie.
    E’strano come il solo immaginare riempia a volte l’anima.
    -Non è così- concludo rimettendo i piedi per terra.
    -Per lui sono come una sorella, me l’ha sempre detto- sospiro fissandola.
    -In effetti te lo scrive su tutti i bigliettini- si ricorda lei.
    -E ha anche una maglietta con i vostri nomi e la scritta :“Ti voglio bene sorellina”- continua, mentre io comincio seriamente ad odiarla.
    -Per non parlare dell’enorme scritta che..- la blocco di colpo, tappandole la bocca con una mano.
    -Grazie per avermi tirato su Willow- le dico, sorridendole falsamente.
    -Buffy non è questo il punto, io ho un piano- annuncia lei, mentre io sono sul punto di tirarle un cazzotto.
    -Siamo in novembre e lui andrà via non prima di giugno- mi dice facendosi due calcoli.
    -Abbiamo più o meno otto mesi per farlo innamorare di te!- esclama di colpo, mentre io indietreggio strabuzzando gli occhi.
    -Hai bevuto di nuovo il vino che tuo nonno nasconde in cantina?- le chiedo sconvolta, mentre lei mi lancia uno sguardo truce al ricordo della sua super sbronza dell’estate scorsa.
    Corse nuda per tutto il quartiere…ma questa è un’altra storia!
    -Penserò io a tutto!- conclude stampandomi un bacio enorme sulla guancia e correndo in classe.
    Ora sono definitivamente nei guai.

    Esco dalla doccia con i capelli umidi e velocemente mi arrotolo in un asciugamano rosa.
    Spalanco la porta del bagno e riempio il corridoio di vapore avviandomi in camera mia.
    Sussulto quasi urlando, trovando Spike steso sul letto.
    -Mi farai venire un infarto uno di questi giorni- gli dico irritata, mentre cerco di coprirmi nervosamente il corpo.
    Lui alza un sopracciglio e mi sorride.
    -Hai meno di otto mesi per morire di cuore- mi informa e io faccio un passo indietro.
    -Pessima battuta- sussurro e lui ora non sorride più.
    Scivolo nella stanza accanto infilandomi il pigiama e torno da lui dopo pochi minuti.
    Mi stendo al suo fianco, nella sua stessa posizione, fissando il soffitto.
    -Mi dispiace per averlo detto- sussurra di colpo.
    -Non importa- gli rispondo io senza guardarlo.
    -Stavo pensando a quando avevamo deciso di vivere insieme- mi dice e io so che sta sorridendo.
    -Tu dicevi di non volerti sposare così io avevo deciso che avresti vissuto con me e mia moglie- aggiunge e ora sta sghignazzando.
    Mi mordo il labbro al ricordo di quanto lo odiai per quella frase.
    Avevamo dodici anni.
    Io l’avevo detto solo sperando che mi dicesse che ci saremmo sposati!
    -E aggiungesti che avrei dormito assieme a voi- continuo stizzita.
    -Che idea macabra!- sussurro, mentre lui ora ride di gusto.
    -Non penso che potrebbe mai accadere- mi informa, voltandosi verso di me e io faccio lo stesso. Siamo faccia a faccia.
    -Lo credo bene!- gli dico senza sorridere, mentre mi perdo nei suoi occhi.
    Ricordo che quando ero bambina pensavo non fossero come i miei.
    Che non fossero semplici occhi.
    Che avessero qualcosa di diverso.
    Troppo blu.
    -No, non è per questo- mi informa lui e io lo guardo interrogativa.
    -Se vivessi con te non avrei bisogno di una moglie- mi dice sorridendo.
    -Hem?- bofonchio incuriosita.
    -Averti accanto mi riempirebbe già la vita- aggiunge e io lo fisso.
    Perché è una vita che le sue frasi mi colpiscono il cuore.
    Una vita che lui le sussurra con semplicità e io muoio e mi accendo per esse.
    Una vita che ci vedo significati che non sono presenti.
    Una vita che spero in esse. Che mi nutro di esse.
    -Non penso che il nostro rapporto sia come quello di un marito e una moglie- dico abbassando lo sguardo e sorridendo.
    -Potremmo fare l’amore ogni tanto- mi dice senza sorridere e io corro nei suoi occhi.
    Il mio cuore accelera.
    Perché è da una vita che lo conosco e non abbiamo mai fatto battute su di noi.
    Mai battute del genere.
    Perché sentire quella parole mi fa vivere. Vivere per la prima volta.
    Perché è una vita che sogno di stare con lui.
    Una vita che sogno che mi tocchi.
    Come non ha mai fatto.
    -Potrei- e mi maledico per come la mia voce esca imbarazzata.
    -Ti insegnerò io- mi sussurra lui e il mo fiato si mozza.
    Naturalmente scherza e lo odio per questo.
    Lui mi sorride poi mi afferra la vita e mi stringe sparendo col volto nell’incavo del mio collo.
    E io penso alle parole della mia migliore amica.
    Penso che non posso far andarlo via senza dirgli che lo amo.
    Penso che ho otto mesi per farlo innamorare di me.

    TBC .. vi piace? *C*
     
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  2. SognoImmortale
     
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    Uhhhh questa me la ricordo!!!

    Si continua Kate è bellissima!!
     
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  3. Spike-Spuffy
     
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    Anche io me la ricordo! :) La adoro! Appena ho letto la scritta 'It doesn't matter, I love him' ho pensato: SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! <3 Continua prestissssssssssssssimoooooo!! :)
     
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  4. katespuffy
     
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    4°Capitolo

    Strabuzzo gli occhi osservando Willow che chiaramente nasconde qualcosa dietro le spalle.
    -Cos hai?- chiedo implorante facendo segno al suo “segreto”.
    Ok, l’idea di coinvolgerla non è stata delle migliori.
    Saltella improvvisamente e srotola un enorme cartellone rosa che le arriva fino ai piedi.
    Sgrano gli occhi osservando uno schema ricco di frasi e disegni.
    -Cos’ è quello?- indico in direzione di un cuore rosso e pulsante, preso chiaramente da qualche libro di chirurgia di suo padre.
    -Il momento finale!- esplode lei, saltellando e facendo muovere l’enorme schizzo.
    -Mi strapperò il cuore all’Indiana Jones? – le chiedo guardandola di sbieco.
    -Vi amerete- tuona lei, indicando meglio la figura vomitevole.
    -E quelle strane ciliegie?- chiedo ancora fissando un disegno, questa volta fatto certamente da lei, al centro del percorso.
    Sorride maliziosa. Un sorriso che non mi piace per niente.
    -Che c’è?- le chiedo esasperata, aspettando una sua riposta.
    -Quelle non sono ciliegie- mi dice lei, mentre io faccio un salto indietro.
    -Metti subito via quell’oscenità Willow e considera la questione chiusa- tuono, scappando verso la finestra della mia camera.
    -Diavolo, ma sei impazzita?- le chiedo, mentre lei ha ancora quell’odioso sorriso sulla faccia.
    -I suoi genitali fanno parte del piano- mi informa lei piagnucolando, correndomi dietro con quella sconcezza rosa tra le mani.
    -Io non vedrò i suoi genitali- confermo incrociandomi le braccia sul petto.
    -Non per conquistarlo!- aggiungo offesa, mentre mi rifiuto di osservare il resto di quelle volgarità.
    -Nessuno ha parlato di guardare- continua lei e io mi rilasso.
    Ok, forse non ha perso del tutto il senno.
    -Puoi tenere la luce spenta mentre gli pratichi del sesso orale- aggiunge sorridendo.
    -Sesso orale?- tuono riprendendo a correre e lei come da copione riprende a inseguirmi con quell’indecenza tra le mani.
    -E questo sarebbe il tuo piano? Dovresti fare del sesso Willow.- le dico riparandomi dietro alla scrivania.
    -Del sano e rilassante sesso, che ti faccia andar via dalla mente queste idea- la informo, strappandole finalmente il cartellone dalle mani.
    Mi guardo intorno sospettosa e poi lo infilo in un angolo dell’armadio.
    -Non è che suggerivo di sbatterlo in un angolo e succhiargli l’uccello!- mi informa lei stizzita.
    -Lo spero bene- concludo fissandola.
    -E da quando parli così di uccelli e ciliegie?- le chiedo sedendomi sul letto esasperata.
    -Se avessi guardato attentamente, ti saresti resa conto che ci sono varie fasi o prove- mi dice lei, accomodandosi al mio fianco e abbassando il tono.
    -E quale sarebbe la prima fase?- le chiedo fingendo di darle importanza, mentre lei ha già ripreso a sorridere.
    -Dolcezza- mi informa annuendo sicura.
    -Dolcezza?- le chiedo implorante, mentre mi maledico per non essermi suicidata l’altra sera.

    Eccomi qui. Una scena deliziosa.
    Indosso un’adorabile tutina di ciniglia rosa, scelta attentamente dalla mia migliore amica.
    I miei capelli sono raccolti in due treccine e ho un adorabile grembiule con i porcellini.
    Mi rendo perfettamente conto di quanto questa idea, l’intero piano, sia letteralmente ridicolo e questo dimostra il mio grado di disperazione.
    Sussulto al suono del campanello e mi fiondo alla porta, aprendola e rivelando uno Spike sorridente.
    -Ciao tesoro- mi saluta, stampandomi un bacio sulla guancia.
    Lancia lo spolverino sul divano e mi segue in cucina strabuzzando gli occhi.
    L’intera isola è coperta di farina, uova e tutti gli ingredienti scritti in quel maledetto ricettario.
    -Prepari un incantesimo?- mi chiede sconcertato e io lo guardo di sbieco.
    No, questo non è decisamente il modo, mi intimo pensando alle parole di Willow.
    Dolcezza.
    Dolcezza e ciliegie.
    No!Niente ciliegie ne uccelli.
    Non per ora almeno.
    -Ti preparo una torta- annuncio cercando di liberarmi dal mio delirio mentale.
    -Davvero amore?- mi chiede lui, facendomi gli occhioni dolci e sporgendo il labbro inferiore.
    Adoro quando fa così.
    Potrei avere un orgasmo per questo.
    Bene, riprendiamoci.
    Comincio a pesare tutti gli ingredienti cercando di concentrarmi e apparire come una brava mogliettina, ma dopo pochi minuti tutto è già andato a farsi benedire.
    Ho imprecato un paio di volte sbagliando le dosi e sono addirittura arrivata a chiedergli se non la preferisse comprata in pasticceria questa maledettissima torta del cavolo.
    Poco dopo io sono ricoperta di farina che lui si è occupato di lanciarmi addosso, sganasciandosi di risate.
    Un ottimo inizio.
    Giro più volte l’impasto nell’enorme ciotola arancione e mi porto un dito alla bocca per assaggiare.
    -Com’è ?- mi chiede speranzoso dopo che io torno a respirare.
    Ero convinta di averci messo il sale, ma per fortuna sbagliavo.
    -Buona- lo informo tutta euforica e lui sorride.
    -Sei adorabile- mi dice avvicinandosi.
    Ok, può funzionare.
    In fondo Willow è una cervellona.
    Non può essere impazzita proprio nel momento della preparazione del mio piano.
    Improvvisamente Spike mi si avvicina e affonda un dito nell’impasto.
    -Hei, solo io posso farlo- lo informo, mentre lui se lo porta alla bocca.
    Intingo ancora una volta un dito e questa volta invece di assaggiare, spalmo il tutto sul suo zigomo.
    -E così vuoi la guerra?- mi chiede alzando un sopracciglio e dopo poco comincia a tracciarmi una riga con l’impasto su una guancia.
    Immerge ancora il dito e compie la stessa operazione sull’altra guancia e poi crea un'altra riga sulla mia bocca.
    -Bravo!- gli faccio i complimenti io mentre sento il sapore della crema scivolarmi in bocca, ma qualcosa improvvisamente colpisce la mia attenzione.
    Spike si piega verso di me e mi lecca via il composto da una delle guancia.
    Socchiudo involontariamente gli occhi e rabbrividisco quando lecca anche l’altra guancia.
    Sento la sua lingua ruvida tracciare la mia pelle e le gambe diventano molli.
    C’è l’ultima riga.
    Quella sulle labbra.
    Quasi tremo quando lui si abbassa un’altra volta su di me.
    Socchiudo gli occhi aspettando quel contatto e poi li riapro di colpo.
    Il suo dito ha ripulito velocemente la crema sulla mia bocca e ora lui lo sta leccando.
    Mi appoggio all’isola stremata.
    Meglio di qualsiasi film porno abbia mai visto, concludo sconvolta!
    -Decisamente buona- mi dice sorridendo.

    Spingo con tutta la forza che ho in corpo questo matterello e comincio a pensare che odio Willow. Ok, l’ho già detto, ma ora la odio davvero.
    Non so cucinare, non so essere carina e Spike mi ha appena fatto mettere il mio prima bypass grazie alla sua adorabile lingua.
    -Tesoro vuoi una mano?- mi chiede sghignazzando e io stizzita gli faccio segno di si.
    Mi raggiunge e posizionandosi alle mie spalle comincia ad aiutarmi a stendere questo maledetto preparato per torte.
    -Forse non è stata una buona idea- concludo fissando le nostre mani e lasciando che sia lui a fare tutta la pressione.
    -Sono certo che sia buonissima- mi informa lui, dandomi un bacio sulla guancia.
    -Lo dici solo per farmi contenta- miagolo io e lui ride.
    -Chi è brava a cucinare di solito è brava anche a letto- mi dice di colpo lui e io mi irrigidisco.
    Cavolo, sono appena stata operata di cuore. Abbi pietà.
    -E così?- mi chiede di colpo.
    Urge una spiegazione.
    Un’altra lunga ed estenuante spiegazione che io ancora una volta sintetizzerò.
    L’anno scorso l’argomento sesso era diventato il tema di tutti i giorni.
    Spike continuava a raccontarmi le sue avventure sexy facendomi rigirare lo stomaco e le posizioni che amava sperimentare.
    Ero arrivata al limite, così tornata dalla settimana di vacanza con mia madre, mi sono inventata un incontro romantico.
    Un incontro romantico sfociato in una settimana di passione!
    Immaginate…io stile Laguna Blu!
    Non gli ho mai detto che in realtà la cosa più intima che ho fatto con un ragazzo è stato dargli una veloce leccatina sul collo.
    Immaginando di leccare lui tra l’altro.
    Cosa non del tutto riuscita.
    Quando lui mi chiese se mi era piaciuto io prima risposi “Cosa?” ,con gli occhi da pesce lesso e poi confermai che era stata l’esperienza più deliziosa della mia vita.
    Deliziosa!
    Deliziosa come un budino, come una torta, come il suo sedere.
    Come faceva ad essere del sesso delizioso?
    Lui rise di nascosto e io mi maledì!
    -Non so- balbetto incerta mentre il mio viso va in fiamme.
    -Perché tu mi sembri molto piena di idee- mi sussurra all’orecchio. Ma diavolo, questo cavolo di piano, di coso, sta funzionando?? Da quando Spike fa tutto il sexy con me??
    -Molto volenterosa- continua appoggiando le labbra ad un mio orecchio mentre spinge le mani sulle mie contro il matterello.
    Socchiudo gli occhi. Perché sei così maledettamente adorabile?
    -E decisamente imbranata- conclude.
    Rimango qualche altro istante ad occhi chiusi prima di scattare, afferrare il matterello e suonarglielo letteralmente in testa. Latra come un cane bastonato mantenendosi la testa platinata e io fisso l’arma con cui l’ho colpito. Mio Dio! Che ho fatto? Stavo per ammazzare il mio grande amore? L’unico amore della mia vita?
    -Mi dispiace- urlo volando verso il freezer e prendendo del ghiaccio.
    Ottimo Buffy.
    Davvero ottima mossa.

    -E’buona?- gli chiedo fissandolo, mentre assaggia un pezzetto di torta al cioccolato.
    Ha un minestrone congelato in testa e gli occhi lucidi per il dolore.
    -Si- mi risponde piagnucoloso.
    -Spike mi dispiace, non pensavo di colpire così forte- mi scuso per la centesima volta fissandolo colpevole.
    -Non importa- mi dice e poi mi sorride.
    Mi sorride di nuovo. Perché lui fa sempre così.
    Non importa quanto forte lo colpisca o urli.
    Lui continua a sorridermi, da quando l’ho incontrato.
    E lo amo di più. Oggi più di ieri se è possibile.
    E penso che andrà via. E penso che non posso permettere che lo faccia.
    Che farò in modo che resti.
    Che mi ami.
    Perché non so più stare senza il suo amore.
    Brucia l’anima e il cuore.
    Troppo ustionato.
    Troppo per me.
    -Vado- mi annuncia mettendosi in piedi e restituendomi il minestrone.
    -Grazie di tutto, della torte e della botta in testa- mi dice sorridendo e poi mi bacia sul collo.
    Veloce ed eterno.
    Come solo lui può essere.
    -Dru mi aspetta- aggiunge afferrando lo spolverino e uscendo.
    Rimango qui. Ferma.
    Il sapore della torta ancora in bocca.
    Insieme all’amaro.
    Perfettamente amalgamato.
    Con lui nell’anima.


    5°Capitolo

    -Dru mi aspetta?- ripete Willow e io annuisco esasperata.
    -Dru mi aspetta- concludo stremata.
    -E la leccatina?- mi chiede lei, spingendo solo sulle parti positive.
    -Willow mi ha leccato la faccia perché avevo della crema sopra- preciso, mentre lei già sorride impertinente.
    -Non penso che in caso contrario Spike vada in giro a torturare la gente con la lingua- aggiungo, ma mi strozzo all’istante quando vedo Drusilla che sta per soffocare.
    Avranno litigato ne sono certa. Lei deve averlo tradito.
    E ora lui le sta facendo del male.
    Dovrei intervenire e aiutarla. Lei potrebbe denunciarlo!
    Rimango con gli occhi sbarrati a guardare Spike che le infila la lingua in gola.
    -Pensi che dovrei soccorrerla?- chiedo a Willow, mordendomi il labbro inferiore.
    -Effettivamente lei è in pericolo di vita- constata la mia amica ironica, quando lui la spinge contro l’armadietto.
    Sento la pressione calarsi di botto e le gambe molli.
    -Devo prendere acqua e zucchero- urlo voltandomi di scatto e incamminandomi nell’affollato corridoio.
    -Tesoro, siamo solo all’inizio, non abbatterti- mi rincuora Willow e io velocemente infilo qualche moneta nella macchinetta elettronica degli snack.
    -Non abbatterti?- tuono dando un pugno furente a questo diavolo di coso.
    -Pensi che io abbia la minima speranza che lui mi soffochi così?- chiedo fingendo un sorriso.
    -Sono certa che non ti piacerebbe- mi risponde Willow, volendo sembrare seria e io sferro un altro pugno a questo aggeggio, che non si decide a cacciar fuori la barretta ipercalorica che ho scelto.
    -Sicuro- la fisso truce e sferro un calcio potente al marchingegno che di colpo sputa lo snack.
    -Tesoro lo romperai- sento la voce di Spike alle mie spalle e mi giro di scatto fissandolo furente. Lui indietreggia spaventato.
    -Brutta giornata?- mi chiede sorridente e io brandendo la barretta come ascia medievale, mi avvicino minacciosa a lui.
    -Brutta giornata?- gli chiedo con un falso sorriso sulla faccia a pochi centimetri da lui.
    -No, direi proprio di no- concludo, sputandogli addosso le ultime parole, poi giro i tacchi ed entro in classe.

    -Vedrai che non potrà scampare alla fase due- mi sussurra Willow, seduta al mio fianco, mentre la prof continua a scrivere segni egiziani sulla lavagna.
    Ha….quella è trigonometria!L’avevo scordato!
    -Cosa faremo?Lo legheremo sul letto come in un film sadomaso e lo violenterò con un frustino?- le chiedo rabbiosa, ma velatamente rassegnata.
    Lei sorride e poi torna a voltarsi verso di me.
    -Gli uomini amano avere il comando, rappresentare protezione- mi spiega abbassando il capo per non farsi vedere.
    -Mi stai suggerendo di fare la donzella smarrita in qualche recita scolastica?- le chiedo seccata e lei sbuffa spazientita.
    -Ti sto consigliando di farti aiutare con le lezioni di giuda- aggiunge entusiasta e io quasi sussulto.
    -Lo amo Willow- le faccio notare nervosa.
    -E allora?- mi chiede lei interrogativa.
    -Voglio che non parta, non che muoia spiaccicato contro un tir- aggiungo tornando al mio libro.

    Non so in quale modo assurdo quella donna mi abbia convinto in realtà.
    So solo che questo poveraccio è sulla porta elettrizzato di aiutarmi e io sono terrorizzata.
    -Spike se non ti va…- comincio sperando che lui se la dia a gambe levate.
    -Tesoro sono felice di aiutarti, non puoi essere tanto male- mi rassicura e io lo seguo in giardino.
    -E’evidente che non ti ricordi il cervo che ho investito l’altro anno- gli rammento esasperata.
    -Ne l’istruttore che si è rifiutato di darmi lezioni restituendomi i soldi- aggiungo e lui comincia a spaventarsi.
    -Con me sarà diverso- mi dice ed è evidente che sta cercando di rassicurare più se stesso che me.
    Mi avvio verso la sua macchina, ma mi blocco rendendomi conto che non mi sta seguendo e mi volto verso di lui.
    -Non prendiamo la jeep di tua madre?- mi chiede e io vedo il terrore puro stampato sul suo volto.
    -Mia madre è a lavoro Spike, come vedi la macchina non c’è- gli faccio notare, facendo segno in direzione del vialetto.
    -Ok- annuisce e fa un respiro profondo.
    Salgo al posto di guida nella sua Desoto nera e comincio a guardarmi intorno.
    Lui si siede e con mani tremanti si allaccia la cintura.
    -Chiedimi pure tutte le informazioni- mi dice con voce sfibrata, fissando la strada sconvolto.
    -Quale è l’ acceleratore?- gli chiedo con un grosso sorriso, nella speranza di fargli dimenticare il resto.
    Lui sgrana gli occhi blu e si asciuga il sudore che comincia a impregnargli la fronte.
    Metto in moto e la macchina comincia a borbottare.
    Accelero titubante e di colpo partiamo a tutto gas.
    Vedo una vecchietta saltare sull’erba insieme alle buste della spesa e Spike inchiodato al sedile.
    -Frena- mi urla di colpo e io in risposta accelero maggiormente.
    Non si fa tutto con lo stesso pedale?
    Questa maledetta macchina non è elettrica?
    Velocemente lui si lancia con la testa fra le mie gambe e io sussulto!
    Diavolo Spike, non è il momento.
    Poi penso maggiormente e decido che è sempre il momento!
    La macchina si inchioda di botto a terra e io sussulto.
    La mano di Spike è premuta sul freno.
    Ecco qual’era!
    -Scendi da quest’auto Buffy- mi dice con occhi sbarrati.
    Io piagnucolo qualcosa, ma lui mi zittisce.
    -Scendi da quest’auto Buffy- mi ripete e io apro velocemente la portiera e la calcio per sbarrarla.
    Lo vedo scendere e girare intorno alla sue Desoto, prima di tornare al posto di guida.
    -Te ne vai?- gli chiedo furibonda e incredula, mentre lui fissa serioso la strada.
    Poi riflette e decide di darmi il colpo di grazia.
    -Mi avevi detto di volere il mio aiuto, non la mia vita!- sbotta fissandomi truce.
    -La tua macchina intendi- dico sferrandogli un calcio contro la ruota anteriore.
    Lui ringhia.
    -E anche se fosse?- mi chiede alzando un sopracciglio.
    Lo odio!
    -Certo come faresti a scoparti le tue ragazzine sul sedile posteriore senza!- concludo e i suoi tratti si distendono di colpo.
    Non gli ho mai parlato così.
    E non è per l’auto o il pomeriggio.
    E’ per stamattina.
    Per quel bacio che mi sale ancora in gola, dandomi la nausea.
    Mi giro di scatto e mi incammino verso casa.
    Sentendo i suoi occhi che mi fissano dallo specchietto.

    Mi stendo sul letto avvolta in un asciugamano, i capelli ancora umidi per la doccia.
    E’evidente che tutto sta andando storto.
    Più cerco di avvicinarlo a me, più distruggo tutto.
    E’assolutamente assurdo quello che sto facendo.
    Come se otto mesi di giochetti valessero più di una vita insieme.
    Come se uno stupido piano servisse a fare innamorare di me, chi da sempre mi considera una sorella.
    E’l’ultimo appiglio.
    L’appiglio irreale e patetico al quale io ho bisogno di aggrapparmi, per non sprofondare.
    Per non credere che lui andrà via.
    Andrà via sena baciarmi.
    Senza fare l’amore con me.
    Nemmeno una volta.
    Nemmeno tutta la vita.
    -Mi dispiace- sento la sua voce e sobbalzo, vedendolo sulla porta della mia camera.
    Scaccio velocemente le lacrime che rischiavano di rigarmi il volto e gli sorrido.
    -Non dirlo nemmeno- gli dico serena e mi arrotolo meglio nel pezzo di spugna che mi copre.
    -Ho rischiato di ucciderti e sfasciarti la macchina- gli faccio notare e lui finalmente mi sorride, sedendosi al mio fianco sul letto.
    -E non dimenticare la vecchia!- mi fa notare lui, facendomi ridere.
    Ride anche lui. Amo la sua risata.
    Come tutto il resto.
    I suoi capelli assurdi che gli ho tinto per una scommessa e che sono rimasti tali, perché io li trovavo sexy.
    I suoi zigomi perfetti, i suoi occhi cerulei.
    Amo il suo corpo, intravisto tra il rossore, cambiato, mutato, sotto il miei occhi.
    E la sua anima.
    Così atrocemente candida nelle sue ombre.
    Così terribilmente senza tempo.
    E so quello che sente lui.
    Come il suo modo di amarmi sia diverso, se pur allo stesso modo profondo.
    E mi maledico per il fatto che non mi basti. Che non sia capace di conviverci.
    -Non voglio litigare con te, mai, specialmente ora che abbiamo poco tempo- mi dice in un soffio lui. Sento il fiato mozzarsi e il cuore stringersi.
    Perché andrà via.
    E per quanto io non voglia che accada, succederà.
    -Hai ragione- mi limito a dire.
    Senza guardarlo.
    Mentre vorrei solo urlargli di restare.
    Solo urlargli che non può farmi questo.
    Che non può andare via.
    Come può farlo?
    Come può abbandonarmi qui?
    E come al solito mi aggrappo all’ultimo appiglio.
    Il piano, penso, mentre le lacrime mi pungono gli occhi.
    Tutto quello che farò per tenerlo ancorato a me.
    Fino alle fine.
    Fino a quando di me non resterà nulla.
    Lo abbraccio di scatto, affondando con la testa nell’incavo del suo collo.
    Lui mi stringe.
    E vorrei solo che mi amasse.
    E vorrei solo non amarlo.

    Continua....

    :)
     
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  5. Spike-Spuffy
     
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    Wow, bellissima! Continua presto! :)
     
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  6. katespuffy
     
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    Rieccoci <33

    6°Capitolo

    -E si è lanciata nell’erba?- la voce di Willow è incredula.
    -Hmm…- bofonchio fissando il copriletto.
    -Con la busta della spesa?- mi chiede sgomenta e io prendo a detestarla maggiormente!
    -LE bustE- preciso.
    Se vuole ridere,non voglio farle perdere alcun particolare.
    Sento la sua risata riempirmi le orecchie e ho la mente fissa alla vecchia riversa nell’erba,con i cespi di insalata che le rotolano via dai sacchetti.
    -Ti ricordo che sei tu l’ideatrice del piano “distruggiamo l’amicizia con Spike!”- dico, mettendo fine alla sua risata.
    Lei si asciuga le lacrime che le hanno bagnato il volto per il divertimento e si stende al mio fianco sul letto della mia camera.
    -E’vero, è andata male, ma abbiamo ancora altri due assi da giocarci- mi informa strizzandomi l’occhio.
    Può andare peggio di così?
    -Gli incendierò la casa e investirò sua nonna?- le chiedo velatamente acida, mentre lei torna a sghignazzare.
    -In effetti sei un’esperta nel mettere sotto le vecchiette- biascica e torna a ridere rumorosamente. Grazie Willow. Ora si che la mia giornata è perfetta!
    -Questa fase è importantissima- mi informa muovendosi eccitata.
    -Porterà sicuramente risultati evidenti- mi conferma, mettendosi in piedi, per dare più enfasi alle sue parole.
    -S e d u z i o n e- scandisce bene ogni lettera, mentre io spalanco la bocca.
    E non in senso metaforico.
    La mia mascella si apre del tutto, mentre la mia mente si allarma.
    -No- urlo mettendomi in piedi.
    -Non lo attirerò in casa mia e mi farò trovare nuda sul letto!- sbotto puntandole un dito contro.
    -Buffy non è questo che intendo, anche se l’idea non è affatto malvagia!- mi risponde Willow, sorridendomi in modo malizioso.
    Ci tengo a precisare la situazione.
    -Non metterò un film porno nel dvd, non mi rovescerò caffè sulla camicetta per togliermela- comincio mentre lei prende un blocco e COMINCIA A PRENDERE NOTA!
    Questa donna mi spaventa!
    -Non mi fingerò svenuta per farmi fare la respirazione bocca a bocca- continuo e la vedo accigliarsi! Ci aveva pensato!Sono certa che ci aveva pensato!
    -E non gli chiederò di prendermi con la forza e farmi tutto quello che vuole sperando nei suoi ormoni impazziti- concludo, mi calmo e mi metto a sedere.
    Lei rilegge i suoi appunti e mi guarda.
    -Indosserai qualcosa di sexy- comincia avvicinandosi al mio armadio.
    -E userai semplicemente le armi della seduzione che ogni donna possiede- continua e io mi allarmo maggiormente.
    -Ora chiama Spike e digli di venire stasera per un film- conclude, passandomi la cornetta del telefono.
    Sto per urlarle contro che sono sexy come una fava e non otterrò nulla da lui se non risate isteriche, ma le mie mani prendono l’iniziativa.
    Compongo il numero di casa Stratford e dopo poco sento la calda voce del mio migliore amico dall’altra parte.

    -Questo- conferma entusiasta, tirando dall’armadio il mio maglione bianco di lana morbida.
    Pensavo peggio.
    Immaginavo che mi avrebbe fatto mettere un completino intimo rosse e …basta!
    E invece… forse sta recuperando la ragione.
    -Bene- esclamo rincuorata e mi avvicino all’armadio alla ricerca del jeans da indossare, ma lei di colpo mi sbarra la strada.
    -Questo e basta!- mi dice e i miei occhi si spalancano come quelli del cervo che ho investito l’altro anno davanti ai miei fanali!
    -E’abbastanza lungo da essere un delizioso vestitino corto- continua.
    -Metti queste calze nere e i piedi scalzi- aggiunge passandomi tutto l’occorrente.
    -Io penserò al trucco e ai capelli- conclude, spingendomi verso il bagno.
    -Ti rendi conto che penserà che sia completamente impazzita!- sbotto e lei mi chiude la porta in faccia.
    Non si rende conto.

    Mi fisso allo specchio impaurita.
    Ho “indossato” l’inumano “abbigliamento” che Will mi ha propinato.
    I miei capelli sono lisci e arricciati solo in morbidi boccoli sulle punte e un leggero trucco chiaro mi trasforma il viso.
    -Penserà che sia alticcia- piagnucolo e sobbalzo quando il campanello suona.
    Scendo velocemente e inciampo sulle scale storcendomi una gamba!
    Ululo come un cane bastonato e ricaccio indietro le lacrime di dolore.
    -Ciao Spike- dico con voce bassa, ignorando il dolore acuto.
    “Voce sensuale”.
    Le parole di Willow continuano a ronzarmi in testa.
    Mi appoggio allo stipite della porta e gli faccio segno di entrare.
    Vedo il suo sguardo che va dal traumatizzato al terrorizzato.
    Poi di colpo diventa qualcosa di indecifrabile.
    Qualcosa che rimanda a nausea e le risate di cui parlavo prima.
    Spike si infila in casa e mette lo spolverino sul divano, prima di seguirmi in cucina.
    -Mi colpirai di nuovo con un matterello o hai semplicemente intenzione di distruggermi la macchina?- mi chiede sorridente e io sorrido di rimando.
    “Assecondalo Buffy. “
    Ancora la vocina di Will che come il grillo parlante si muove per la mia mente contorta.
    Faccio una risata civettuola.
    La tipica risata che io da sempre detesto fino alle viscere!
    -Guarderemo semplicemente un film- continuo, sedendomi su uno sgabello al suo fianco e accavallando le gambe.
    Sento il suo sguardo ispezionarmi il corpo.
    Devo sembrargli una casalinga frustrata che cerca di sedurre l’idraulico!
    -Hai intenzione di vomitare ancora?- sussurra e io rido ancora.
    “Assecondalo anche quando vorresti tirargli un cazzotto.”
    Si grillo!
    -Prometto che sarò coraggiosa- miagolo quasi, sconvolgendomi di quanto so sembrare un imbecille eccitata.
    Sento che da un momento all’altro scapperà da qui prendendomi per un coniglio in calore!
    “Movimenti eccitanti”
    -Vuoi un po’ di gelato?- gli chiedo, cercando di risultare incurante.
    -No, grazie tesoro- mi risponde lui, continuando a fissarmi.
    E’ fatta. Crede definitivamente che io sia una ninfomane impazzita.
    Tiro dal freezer il gelato perché le mosse allettanti facevano parte del piano e non posso tralasciarle. Ne metto una piccola quantità nel bicchiere e comincio a portare il cucchiaino alla bocca.
    “Fagli pensare al sesso”
    Sesso…sesso. Se solo sapessi cos’è!
    -Domani andremo al Bronze allora- dico e mi infilo il cucchiaino in bocca fissandolo negli occhi.
    -Si- balbetta spalancando gli occhi, mentre io lecco lentamente il gelato che di colpo perde sapore. Mi sento così ridicola!Più che al sesso penserà a una bavosa!
    -Si- ripeto sussurrando quasi, portando l’ennesimo cucchiaino alla bocca e ripetendo l’operazione.
    Struscio volontariamente la mia coscia vicino alla sua e temo il peggio.
    Temo che da un momento all’altro mi stenda con un cazzotto, dicendo di tenere a freno i bollori.
    -Andiamo di là- scatta in modo brusco e quasi imbarazzato lui, mettendosi in piedi e senza che gli risponda si avvia in salotto.
    Ecco che si da alla fuga!

    Spike si siede sul mio divano e io mi avvio verso il dvd.
    “Cerco” di dondolare sensualmente i fianchi e sporgo il sedere, mentre mi abbasso per azionare questo affare.
    Mi sorprendo di trovarlo ancora seduto quando mi giro anche se si contorce in modo strano.
    Sta per vomitare!
    “Insisti”.
    Mi accoccolo vicino a lui e fingendo disinteresse, stendo le mie gambe sulle sue.
    Appoggio una mano sul suo avambraccio e comincio a disegnare piccolo cerchi sulla sua pelle.
    Il suo viso è sconvolto!
    Ha praticamente i capelli rizzati in testa. Più del solito.
    Gli occhi sono sgranati sul di me, mentre io fingo di guardare la tv.
    Sto quasi per allontanarmi o perlomeno per far tornare i miei gesti semplicemente amichevoli, quando sento la sua mano scendere sulle mie gambe e cominciare ad accarezzarmel…continuando a fissarmi!
    Trattengo un ansito mentre la sua pelle mi carezza e continuo a guardare sconvolta la tv.
    Mi accarezza, sfiora da una vita ma sento qualcosa, qualcosa che non ho mai sentito prima nel suo tocco. Qualcosa che mi manda fuori di testa!
    -Buffy- mi chiama in un sussurro sfocato e io sto già pensando all’enorme statua d’oro che ergerò per la mia cara e grande amica Willow!
    Mi volto verso di lui con le labbra socchiuse e lo stomaco in gola.
    -La tua bocca- continua indicando le mie labbra e io quasi gemo sentendo sola la sua voce.
    -Si?- gli chiedo con tono roco.
    -C’è qualcosa che non va- e questa volta urla quasi.
    Bocca? Cosa?Non va??
    Salto dal divano e mi fiondo allo specchio.
    Sussulto e spalanco la bocca, mentre guardo il riflesso di una me con labbra enormi e viola!
    -Buffy non dirmi che quello era gelato alle fragole?- mi chiede Spike con voce allarmata mettendosi in piedi.
    No, non è possibile!
    Non è possibile che abbia mangiato un gelato al gusto di fragole, frutto che per me è tossico, senza nemmeno accorgermene!
    Corro in cucina e inorridisco fissando la vaschetta!
    -Ma come hai fatto a non accorgertene?- chiede con voce sconvolta e io torno allo specchio.
    Anche la faccia ora è enorme!!!
    Una zampogna!!
    -Antistaminici- urlo accasciandomi sul divano.
    Improvvisamente sento il corpo fragile e lo stomaco sottospora!
    Spike corre verso il mobiletto dei farmaci e comincia a ispezionarlo in modo frenetico.
    Io socchiudo gli occhi in stato catatonico.
    Vedo la statua d’oro della mia migliore amica saltare in aria grazie a un kg di dinamite pura!
    Mi fisso le mani che si sono gonfiate come la faccia ed enormi puntini viola cominciano a coprirle.
    -Spike- urlo sconvolta e poi cado di nuovo in coma.
    Lo sento dopo pochi istanti infilarmi una cannuccia in gola e io comincio,come un’ automa , a succhiare la medicina.
    Dopo pochi istanti cado in un sonno profondo.

    Sento le sua mani soffici carezzarmi i capelli.
    -Alza le braccia amore- mi sussurra in un orecchio e io seguo le sue istruzione.
    Sento il maglione scivolarmi su per il corpo.
    Mi sta spogliando!Che voglia farmi qualcosa di eccitante?
    Ripenso alla mia faccia e agli antistaminici e concludo…..No!
    Non credo proprio.
    Annaspo sotto il suo sguardo coprendomi il reggiseno con le mani e lui mi sorride.
    -Non ti vergognerai di me?- mi chiede dolcemente.
    Vorrei urlargli di si!Certo che si.
    Ma imbarazzata abbasso le mani e mi lascio infilare la maglietta del pigiama.
    Piano mi tira via le calze e sento i suoi polpastrelli percorrermi l’esterno della coscia.
    Fremo impercettibilmente.
    Mi sistema bene le coperte e poi mi bacia dolcemente una guancia.
    -Vuoi che dorma con te amore?- mi chiede carezzandomi il volto che sento sia tornato quasi normale.
    Annuisco debolmente e lui si libera lentamente della maglietta.
    Indugio con i miei occhi sul suo torace scolpito e tremo quando si infila sotto le lenzuola con me, senza indossare il pigiama che tiene qui.
    Mi abbraccia da dietro e percepisco il suo corpo marmoreo premere contro di me.
    Rimando indietro un gemito e appoggio la testa al suo petto.
    -Buona notte mia dolce Buffy- mi sussurra all’orecchio, premendosi maggiormente contro di me.
    Ho ancora la mente appannata quando gli mormoro, senza che lui possa ascoltarlo:
    -Buona notte amore mio-

    7°Capitolo

    Mi sveglio serena, sentendo i raggi del sole che scaldano la coperte.
    Gli antistaminici come al solito mi hanno lanciato in un sonno profondo che perlomeno mi ha evitato di torturarmi tutta la notte, con la mia assurda figura da triglia.
    Apro piano gli occhi e mi rendo conto che il mio cuscino è il torace di Spike.
    Lo fisso, con gli occhi ancora appannati e mi accorgo di quanto sia vicino alla mia bocca. Basterebbe un impercettibile movimento per baciarlo, sentirlo sotto le miei labbra.
    Lui dorme e forse non si accorgerà di niente.
    Mi muovo lentamente, sperando di non fare alcun rumore e mi avvicino sempre di più.
    -Buongiorno ragazzi!- suona la voce di mia mamma, mentre spalanca la porta.
    Spike si sveglia di colpo spaventato, mettendosi quasi a sedere e le miei labbra si appiccicano su uno dei sui capezzoli.
    O mio Dio!
    Salto giù dal letto, in preda ad una crisi e mi metto in piedi col viso in fiamme.
    -Mamma- la saluto con un sorriso alterato, mentre guardo Spike coprirsi con il lenzuolo.
    E’strano che lo faccia.
    Mia mamma ci considera praticamente fratello e sorella.
    Una volta che Spike è rimasto a dormire qui lei ci ha chiesto addirittura se volevamo fare il bagno assieme, dato che c’era poca acqua calda!
    Io ho detto che preferivo sentirmi l’odore del sudore addosso ancora un po’ e Spike ha preferito lavarsi sotto le cascate del Niagara che provengono dal rubinetto del bagno di sotto.
    Lo vedo nascondersi il torace nudo e alzo un sopracciglio.
    Perché non si è messo la maglietta ieri se ora si sente tanto imbarazzato?
    -Mi fa piacere che Spike sia rimasto, ultimamente gli orari in albergo sono impossibili- esordisce mia madre, mentre io cerco solo di dimenticarmi l’orrenda figura di poco prima.
    Forse non si è accorto di nulla!
    Prendo un pantalone grigio chiaro aderente e un maglioncino celeste e fisso Spike aspettando che esca.
    -Vado a fare una doccia- annuncia, uscendo dal letto e mettendosi in piedi davanti a me.
    -Buongiorno raggio di sole- mi sussurra ad un orecchio e io mi sciolgo come il gelato alle fragole che ieri mi ha trasformato in una cornamusa con i capelli e socchiudo gli occhi.
    -E’sempre fantastico dormire con te fra le braccia- aggiunge e quando io riprendo conoscenza, lui è già uscito fuori.

    -Allora?- urla quasi Willow, tirandomi nella classe ancora deserta di storia.
    Il suo viso è eccitato ed io sorrido sarcastica.
    -Scene fantastiche- comincio, continuando a guardarla rilassata e lei sussulta e batte le mani.
    -Specialmente quando il mio viso è diventato viola ed enorme- continuo e lei di colpo mi fissa seria.
    -Ma la parte decisamente più bella è stata quando Spike mi ha infilato in gola gli antistaminici e io sono caduta in coma- concludo.
    -Ma…come?- balbetta lei.
    -Abbiamo letteralmente raschiato il fondo Will- le dico e ora decisamente non sorrido più.
    -Bhe…abbiamo l’ultimo asso nella manica- mi spiega ed è decisamente poco convinta.
    -Ho già organizzato tutto-
    Cosa?
    -Allora sapevi che quello di ieri sarebbe stato un maledetto buco nell’acqua?- ringhio e lei si spiaccica contro il muro.
    -No, certo che no- fa la voce grossa.
    -Era solo per precauzione- si giustifica, convincendomi ben poco.
    -Stasera scatterà l’operazione gelosia!- mi annuncia, allargando le braccia.
    -Io truciderò Drusilla dopo che loro si sono sbaciucchiati tutta la sera?- chiedo sarcastica e poi sprofondo su una sedia.
    -Stasera al Bronze tu avrai un corteggiatore- mi dice lei di colpo.
    -Pagheremo qualcuno?- chiedo sbarrando gli occhi.
    -No!Mio cugino Riley fingerà di trovarti attraente- continua lei con un sorriso.
    -Davvero molto gentile Willow- preciso dandole le spalle stizzita!
    Non pensavo di essere tanto rivoltante!
    -No, tesoro!Sono certa che quando ti conoscerà gli verrà tutto molto naturale- la sua voce ora è implorante.
    Mi volto di scatto e le punto un dito contro.
    -Spera che questa funzioni Will- urlo quasi spingendola contro la cattedra.
    Lei è terrorizzata!
    -Altrimenti ti troverò e ti investirò- la minaccio e lei deglutisce.
    -E quando capirò come, farò anche marcia indietro sul tuo corpo- concludo.

    -Andrà tutto benissimo- mi rassicura Willow.
    Io non mi sono mai sentita tanto in ansia in vita mia.
    Mi muovo a malapena in questa minigonna nera di raso e gli stivali sono decisamente stretti!
    Per non parlare del top grigio sfavillante di Willow che lei mi ha costretto ad indossare.
    Mi sento nuda e assolutamente inappropriata.
    Entriamo con Xander nel Bronze e l’odore di birra mi arriva alle narici, insieme al caldo opprimente.
    Scorgo subito Dru e Spike seduti ad un tavolo ed è come al solito un dannato pugno allo stomaco. Mi volto verso Willow implorante.
    -Will è la loro prima uscita con noi, mi sento un’idiota- le spiego.
    Perché avevo sperato. Avevo sperato che lui non la portasse qui.
    Con noi.
    Ma con Drusilla è diverso. Le sue parole mi urlano ancora nell’anima.
    Mi avvicino col cuore in gola al tavolo e sento i suoi occhi nei miei.
    Subito. Il suo sguardo è decisamente strano.
    -Ciao- li saluto entrambi con la mano e mi siedo il più lontano possibile da loro.
    Non sono abituata a questo.
    A non essere baciata da lui quando arrivo.
    A non sentire la sua bocca sulla mia guancia o nei miei capelli.
    Il cellulare di Willow suona e lei si allontana per qualche istante.
    -Vado a prendere da bere ragazzi- esordisce Xander lasciandomi sola.
    Sola con questi DUE !
    Vorrei mettermi ad urlare.
    La gatta morta non fa che guardarmi di sbieco e Spike sembra decisamente imbarazzato.
    -Tesoro mi fai ballare?- gli chiede lei.
    Io trattengo il fiato. Vorrei voltarmi e non guardare, ma non ce la faccio.
    Lui mi fissa per un istante.
    -Buffy rimarrebbe sola- le spiega lui, senza allontanare i miei occhi dai suoi.
    Perché non sono nient’altro. Nient’altro che l’amica del cuore.
    Quella a cui vuole bene. Quella con cui dorme la notte.
    Quella scomoda quando è assieme ad una ragazza. La ragazza che vorrei essere io.
    E mi odio per questo.
    -Va pure- gli dico e la mia voce esce come un sussurro strozzato.
    E lo odio. Perché se tenesse davvero a me capirebbe.
    Perché se fosse davvero mio amico, leggerebbe nei miei occhi e nella mia voce.
    Ma non lo fa. Non ne è capace.
    Lentamente si allontanano e si avviano verso la pista da ballo.
    Vedo le sue mani scendere sui fianchi di lei e poi stringerla.
    Lei tocca le sue spalle.
    Le miei spalle.
    E poi il mio cuore si frantuma.
    Sento i pezzi che cocenti rimbalzano sul pavimento lurido di questo locale, mentre lui dilata le narici ed ispira il suo odore.
    In quel gesto che non fa con me.
    In quel gesto che non è mio. Che non lo è mai stato.
    Tranne che nei miei sogni.
    Dove mi bacia. Dove facciamo l’amore.
    Tutte le notti.
    -Buffy- mi chiama Willow e io sussulto.
    I miei occhi sono lucidi.
    Lei guarda nella direzione dove il mio sguardo puntava e mi lancia un’occhiata di comprensione.
    -Riley sta poco bene, non verrà- mi dice e io tiro un sospiro si sollievo.
    -Mi dispiace così tanto- aggiunge, carezzandomi un braccio.
    -E’meglio così, è tutto inutile- mormoro.
    -Voglio solo tornare a casa- e le ultime parole mi vengono in gola strozzate dalle lacrime.
    -E come? Xander è sparito.- mi informa, guardandosi intorno.
    Sono bloccata. Bloccata in questo maledettissimo luogo.
    -E’tardi anche per tornare a piedi- mi fa notare e io guardo stizzita l’orologio.
    Mi volto ancora.
    E loro sono ancora lì. Ballano e lei lo tocca.
    In un modo che mi da la nausea.
    La musica mi rimbomba nella mente e il fiato mi manca.
    Afferro velocemente una delle birre che è sul nostro tavolo e mi attacco alla bottiglia.
    -Buffy non esagerare- mi rimprovera Willow e io dopo pochi istanti già non la sento più.
    E non è per l’alcool.
    E’ per lui.
    Che non fa altro che fissarmi.
    Improvvisamente una mano mi tocca la schiena e io sussultando mi volto.
    -Ti va di ballare?- mi chiede un ragazzo alto.
    Mi giro verso Willow che lo guardo sgomenta e torno con gli occhi su Spike.
    -Certo- biascico e mi lascio trasportare sulla pista.
    Spike è esattamente di fronte a me e Drusilla mi da le spalle.
    -Ti ho notata da un po’- continua il ragazzo bruno e subito dopo mi afferra per i fianchi.
    La nausea è diventata opprimente, il caldo assurdo e la stanza piccolissima quando comincio a muovermi vicino a lui.
    Socchiudo gli occhi strusciandomi sul corpo di questo sconosciuto.
    E non mi importa più di nulla.
    Di lui che mi sta guardando, di lei che ama.
    Non mi importa che andrà via e che non posso respirare.
    Non mi importa di non poter vivere senza lui.
    Improvvisamente sento delle labbra scivolarmi sul collo e la presa farsi più stretta.
    Ho solo tanta voglia di piangere e vomitare. Fino a stare male.
    Peggio di così.
    Di colpo la stretta scompare e io brancolo senza sostegno.
    Apro gli occhi con difficoltà e vedo la mano di Spike allontanare il ragazzo bruno da me.
    -Angel, non vedi che non si sente bene?-
    Angel? Angel? Dov’è Angel?
    Alzo gli occhi verso il ragazzo che qualche istante fa mi stava succhiando il collo e la testa mi gira ancora di più.
    Non mi ero nemmeno accorta che fosse l’uomo di cui mi dichiaro innamorata da una vita.
    E allora Spike perché l’ha fatto? Lui pensa che io sia cotta di lui.
    Perchè ha voluto rovinare tutto?
    Perché continua a farmi del male?
    -Cosa diavolo vuoi?- gli urlo contro con tutta la mia rabbia.
    So perché lo faccio. Per quello che ho visto.
    Per lo spettacolo rivoltante che mi ha mostrato.
    Ma lui no. Indietreggia e poi ringhia di nuovo avvicinandosi.
    -Stai male Buffy, usciamo di qui- mi intima prendendomi per il braccio e allontanandomi da Angel. Mi strattono da lui con forza dopo pochi passi e noto ora che Drusilla è al suo fianco.
    -Io voglio rimanere, andrò via con Xander e Willow- lo avviso, incrociando le braccia sul petto.
    La nausea è diventata opprimente.
    -Li vedi da qualche parte?- mi chiede, guardandosi intorno furioso.
    -Non ti lascerò con quell’idiota, mentre sei fuori di te- conclude e con questo mi prende di nuovo con la forza e mi spinge fuori.
    -Vieni Dru- chiama il suo cagnolino, facendole segno di sedersi davanti.
    Mi apre la portiera e con sguardo truce mi intima di entrare.
    -Sei fuori di testa Spike- gli urlo contro e lui mi spinge nell’automobile.
    Dopo pochi istanti l’auto parte e io ho tanta voglia di vomitare nei capelli di questa sgualdrina.

    -A domani Spike- la sua voce è rivoltante.
    Faccio una strana smorfia con la faccia e Spike mi lancia uno sguardo killer.
    -Scusami per l’imprevisto-
    Cosa?
    Sferro un calcio potente contro il suo sedile e lui parte, stringendo con forza il manubrio tra le mani. Quando l’auto si ferma fuori casa mia dopo pochi istanti, maledico mia madre per non essere tornata ancora da lavoro.
    Scendo velocemente dall’auto e mi infilo in casa con Spike alle calcagna.
    -Si può sapere cosa ti è successo? – gli urlo girandomi verso di lui che sussulta.
    Ringhia e stringe i pugni.
    -Quell’idiota ti stava palpando in mezzo alla pista e tu sembravi fuori di te- urla più forte di me e io sbatto i piedi per terra.
    -Io non ero fuori di me. Non hai pensato nemmeno per un istante che mi piacesse?- gli chiedo stringendo i denti e fissandolo negli occhi.
    -E’vero tu lo ami da sempre, quindi!- mi dice e alza le mani in segno di resa.
    -Giusto!- concludo e mi avvio velocemente verso il salotto.
    -Ho pensato che questa non fosse una giustificazione per farti palpare davanti a tutti- mi dice e io mi volto di scatto.
    -Perché io non posso, tu solo puoi farti qualsiasi donna davanti ai miei occhi- dico tutto d’un fiato. Mi odio per averlo fatto.
    Mi odio per avere questi sentimenti assurdi che colano da tutte le mie parole e miei gesti.
    Mentre il mio migliore amico è completamente cieco.
    -Io non lo faccio- sussurra ancora adirato.
    E vedo una scintilla strana nei suoi occhi.
    -E’vero, ora è diverso- rispondo.
    La mia voce non trapela più rabbia. Solo rancore a sofferenza.
    -Ora hai Drusilla- aggiungo.
    -E le hai detto che andrai via?- gli chiedo a bruciapelo.
    -O l’hai detto solo a me?- chiedo ancora e mi avvicino a lui.
    -Perché solo io possa soffrire, solo io possa odiarti- biascico quasi con voce roca.
    -Io..- balbetta incerto lui e fa un passo indietro.
    -Perché io sono Buffy, sono forte, sono la tua migliore amica- sussurro sarcastica.
    -Sono quella matura, quella che ama in silenzio il quarterback della squadra di football- continuo e scarico tutto.
    Tutto il castello che lui ha dipinto su di me. Tutto quello che non è reale ma che lui crede lo sia.
    -Quella che ragiona e che non si fa palpare il culo davanti a tutti, come invece fa la tua ragazza- gli sputo addosso.
    -E così sei venuto a salvare la tua sorellina Spike- sussurro sorridendo falsamente.
    Lui mi fissa sbigottito e contrae la mascella.
    -Non scoperò con nessuno stasera- concludo fissandolo.
    Faccio un passo indietro.
    -La tua missione è compiuta, puoi andare-
    Spike si allontana. Si sistema lo spolverino.
    -A Londra o dovunque tu voglia- aggiungo.
    Vedo il mio viso arrossato dallo specchio, i capelli scomposti e le labbra tremanti.
    Lui si volta per andare e io sento già le lacrime che mi pungono gli occhi.
    Poi di colpo si volta.
    Torna nei miei occhi.
    Io tremo e in un attimo è in me.
    La sua bocca è attaccata alla mia in un bacio spasmodico e assetato.
    Boccheggio alla ricerca di aria e poi afferro tra le mani i suoi riccioli biondi.
    Sento la sua lingua chiedere il permesso per entrare e socchiudo le labbra.
    Gemo, quando finalmente la nostra danza comincia.
    Lui mi afferra i fianchi e mi sbatte contro il muro ansimando.
    E penso che sto sognando.
    Che non è possibile.
    Che domani mi sveglierò e piangerò di dolore.
    Come tutte le volte che accade.
    E penso che non ci sia stato giorno,notte, luce o buio più bello.
    Che non sia esistito frammento di attimo nella mia esistenza più eterno.
    E lo amo. Da morire.
    Contro ogni barriere e tempo.
    Più della mia stessa vita.
    Gemo ancora stringendolo forte.
    Mentre bacio Spike Stratford.
    Mentre bacio il mio migliore amico.
    Come accadeva nei miei sogni.
    Da una vita.

    Continua... :wub:
     
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  7. Spike-Spuffy
     
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    Alleluia!! :) Dovevano litigare per arrivare a questo, altroché mettersi vestitini sexy.. Bellissima, continua!! :)
     
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  8. katespuffy
     
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    8°Capitolo

    -Non è così bello come dicono- mi dice Spike, mentre continua a fare zapping col telecomando.
    Lo fisso interrogativa.
    -Con Harmony com’è stato?- gli chiedo impaziente e lo scruto.
    -Normale- sentenzia pensandoci un istante su.
    -Che vuol dire normale?- rispondo stizzita.
    -Normale com’è normale un bacio- afferma e si volta a guardarmi.
    -Ha- sussurro pensierosa.
    -Hai tredici anni Buffy, dovresti darti una mossa- mi dice alzando un sopracciglio.
    -Da quando fai quella strana cosa con la faccia?-

    Ansimo mentre lui si stacca un secondo dalla mia bocca.
    -Che stiamo facendo?- mi chiede, la voce è roca e sfibrata.
    Io annuisco quasi senza capire e mi avvento ancora una volta sulle sue labbra.
    Afferro le sue spalle e le stringo.
    Come immaginavo di fare da una vita.
    Le miei mani scivolano su ogni suo muscolo, percependolo attraverso la stoffa.
    Cerco di impregnare nella mia mente più particolari possibili.
    La sua bocca scende di colpo sul mio collo e io gemo all’istante,mentre lui mi spinge con più forza contro il muro.
    Le sue mani scivolano sotto la mia maglietta e sento finalmente la sua pelle a contatto con la mia. Un rumore metallico si fa spazio piano nella mia mente.
    Diavolo, si sta abbassando la zip, i pantaloni!!
    Sono talmente su di giri che sto per gridare, quando sento la porta dell’entrata che si spalanca. Spingo Spike il più lontano possibile, sistemandomi i vestiti.
    Lui mi fissa spaesato prima di correre con gli occhi alla porta.
    Ed eccola: mia madre!
    La persona che ha definitivamente rovinato la mia vita!
    -Ragazzi siete già di ritorno?- ci chiede fissandoci spaesata.
    -Si- urlo quasi io.
    -Guardavamo la tv- aggiunge Spike, facendo segno al televisore che è spento.
    Mia madre ci guarda interrogativa, prima di sorridere.
    -Io ho la sveglia alle cinque quindi vado a letto- annuncia mettendo via il cappotto.
    -Mi dispiace di non poter passare nemmeno questo sabato con te tesoro- mi dice dispiaciuta dandomi un bacio sulla guancia.
    Il bacio di Giuda!
    -Per fortuna c’è Spike a farti compagnia- continua guardandolo.
    -Resti a dormire qui, vero?- gli chiede prima di stampare anche a lui un sonoro bacio.
    -Certo- balbetta Spike, cominciandosi ad avviare verso la cucina.
    -Dove vai?- gli chiede mia mamma.
    Lui si guarda intorno tra lo spaesato e il terrorizzato.
    -Suppongo di qui- indica il salotto, dirigendosi verso il divano.
    -Non ti senti bene caro?- gli chiede mia mamma avvicinandosi a lui e controllandogli la temperatura con la mano.
    -Sei tutto accaldato- sentenzia, mentre io divento porpora e lui quasi barcolla.
    -Vai di sopra con Buffy, è lì che dormi di solito- scherza mia madre, spingendoci verso le scale.

    Quando mi chiudo la porta alle spalle ho il fiato corto e le mani sudate.
    Ed ecco il momento della verità!
    Lui mi da le spalle e ha le mani sul volto.
    Non è decisamente un buon segno.
    -Mi dispiace- mi dice di colpo, voltandosi verso di me.
    Io faccio un passo indietro.
    -Ti dispiace?- gli chiedo incredula.
    -Hai ragione, non basta!- continua lui, sedendosi sconvolto sul mio letto.
    -Ero furioso e volevo toccarti in qualche modo e..- balbetta lui, mentre io lo fisso spaesata.
    -Oddio, cos’ho fatto!- quasi urla ,mettendosi ancora una volta in piedi.
    Io indietreggio.
    -Mi perdonerai mai?- mi chiede, afferrandomi entrambe le mani e stringendole.
    Perdonarti?
    E di cosa Spike?
    Di avermi fatto passare l’attimo più bello della mia esistenza?
    -Io..- balbetto guardandolo negli occhi.
    Come puoi non capire? Come puoi non aver visto quanto bramavo la tua bocca?
    -Dimmi solo che tornerà tutto come prima Buffy- mi implora stringendo le mie mani.
    Tutto come prima?
    Tutto come prima di stanotte?
    Ancora le mie lacrime nella notte?
    Ancora il mio dolore che strazia l’anima?
    Ancora tu che non puoi essere mio?
    Ancora la tua bocca di qualcun altro?
    Ancora tu che andrai via?
    Tu che andrai via e io che ti amo disperatamente?
    -Certo- biascico e la mia voce esce come un rantolo strozzato.
    Le lacrime mi pungono gli occhi in modo insopportabile.
    Come fai a non vedere Spike?
    -Bene- sentenzia lui senza sorridere, si allontana da me e appoggia il suo spolverino sulla poltrona.
    Mi riprendo catturata dai suoi movimenti.
    -Che fai?- gli chiedo spaesata.
    -Dormo qui- indica un punto impreciso tra il pavimento e la scrivania.
    E ora voglio piangere.
    Voglio piangere fino a vomitare.
    -Cosa stai facendo?- gli chiedo sconvolta portandomi le mani al volto.
    E come al solito io devo essere forte. Come al solito io non posso cedere e urlare come vorrei.
    -Non mi pare che tu abbia mai dormito sul pavimento prima- la mia voce risuona amaramente sarcastica.
    Spike annuisce e si porta le mani alla maglietta scura.
    Poi mi fissa e ci ripensa.
    Si sfila solo le scarpe si infila sotto le coperte.
    Vestito.
    Io spengo la luce.
    E finalmente il mio viso non finge più.
    Sento i tratti contrarsi per il dolore e il mio respiro pesante.
    Mi tolgo lentamente gli stivali e una lacrima solitaria mi bagna il braccio scoperto.
    La cancello e velocemente mi infilo sotto le lenzuola.
    Vestita, come lui.
    Con tutte le barriere possibili che possano tenermi lontana da lui.
    Da lui che è sconvolto e disgustato di avermi baciata.
    Da lui che vorrebbe solo tornare indietro.
    Mentre la mia mente corre continuamente a quegli attimi e bramosa ne assapora ogni tratto.
    Mi raggomitolo in un angolo del letto e sento tanto freddo.
    Un freddo assurdo nelle ossa.
    Rimando indietro i singhiozzi tappandomi la bocca con le mani.
    E tremo. Tremo ancora.
    Con il mio migliore amico, dall’altro lato del letto, che vorrebbe solo essere lontano da me.

    Sussulto quando sento la porta principale chiudersi.
    Fisso la sveglia luminosa. Le sei. Mia madre è appena uscita.
    Mi volto verso Spike.
    Non sento il suo respiro regolare, ma penso dorma dato che è immobile da ore.
    Scivolo dal letto e mi spoglio nel buio, infilandomi finalmente solo una maglietta corta.
    Sgattaiolo al piano di sotto velocemente.
    Voglio bere un bicchier d’acqua e dopo infilarmi nel letto di mia madre.
    Sperando di non vederlo almeno fino a lunedì.
    -Hei- mi saluta la sua voce di colpo, facendo trasalire.
    Mi maledico di non essermi coperta maggiormente e abbasso gli occhi.
    -Buongiorno- lo saluto senza guardarlo e comincio a versarmi un po’d’acqua.
    -Stai bene?- mi chiede imbarazzato e io sbatto rumorosamente il bicchiere sull’isola facendolo tremare.
    -Smettila di chiedermelo- concludo, fissandolo truce.
    I suoi occhi si dilatano e mi fissano colpevole.
    -E non sentirti così Spike- gli dico.
    -Domani avremo dimenticato tutto e le nostre coscienze saranno definitivamente a posto!- concludo.
    -Non è stato un incesto- lo informo e tremo.
    Tremo e una nausea opprimente mi assale.
    Perché è così che lui si sente. Come se avesse baciato sua sorella.
    E a me brucia l’anima. E mi fa sentire malata.
    Perché forse è davvero così.
    Forse è la mia mente ad essere ossessionata.
    Alla ricerca di un rapporto malsano.
    Mi porto le mani alla bocca e mando indietro un conato.
    -Non essere così disgustato- aggiungo senza guardarlo, mentre mi sistemo i capelli bagnati dal sudore.
    -Diavolo, non sono disgustato- urla lui, facendomi sobbalzare.
    Lo fisso finalmente negli occhi.
    Dopo ieri notte. Dopo il mio dolore.
    Che brucia ancora le viscere.
    -E come ti senti allora Spike?- urlo più forte e mi avvicino a lui.
    -Maledizione perché l’hai fatto?- gli grido in faccia e ora i miei occhi sono maledettamente lucidi.
    -Ero geloso- risponde lui a bruciapelo. Io faccio un passo indietro.
    -Geloso?- gli chiedo spaesata.
    Lui socchiude gli occhi e ispira forte.
    -Non ti ho mai vista fare certe cose con un ragazzo e quella è stata la mia reazione- aggiunge fissandomi.
    -Non so dirti altro- conclude.
    -Io mi sento così da sempre- le mie parole scivolano in un sussurro prima che possa rendermene conto.
    -Cosa?- balbetta lui, sgranando gli occhi stupefatto.
    Abbasso lo sguardo e gli passo davanti, ma lui mi blocca un braccio, facendomi voltare verso di lui.
    -C’è anche un altro motivo- mi spiega e io trattengo il fiato.
    -Ti trovo maledettamente bella- dice deciso e io scatto d’istinto.
    Assaggio un’altra volta la sua bocca e tremo aspettando la sua risposta.
    Lui mi afferra i fianchi e fa scivolare la lingua nella mia bocca.
    Mi aggrappo a lui e stringo le mie gambe attorno alla sua vita.
    Brancoliamo fino al divano e deciso mi adagia su di esso, scivolando sul mio corpo.
    Gemo stringendolo forte, mentre la mia mente corre furiosamente e si sfocia di suoni e colori.
    Di colpo la mia maglietta è sparita e il mio seno nudo è sotto il suo sguardo.
    Socchiudo istintivamente la bocca, mentre lui rimane per qualche istante a contemplarmi. Arrossisco d’istinto. E’la prima vola che un uomo mi guarda.
    Ed è esattamente come ho sempre sperato.
    Come ho sempre immaginato.
    Come ho sempre sognato.
    Lo sguardo è di Spike.
    Il mio migliore amico. Quello che amo.
    La sua bocca scende sul mio collo e la sua lingua succhia la mia pelle.
    -Ha..- gemo ancorandomi a lui e quando le sue labbra afferrano un mio capezzolo, mi perdo.
    Mi perdo in lui e nel mio amore che urla dagli angoli del cuore.
    Mi perdo nel blu della mia vita, dipinta dai suoi occhi.
    -Spike- gemo, afferrando la stoffa del divano e quando pronuncio il suo nome, l’estasi termina di colpo.
    Sbarro gli occhi, mentre lo vedo allontanarsi da me.
    Istintivamente afferro la maglietta dal pavimento e mi copro il seno nudo.
    -Noi…- balbetta lui, allontanandosi maggiormente da me.
    -Non possiamo farlo- biascica.
    -Devo andare-
    E in un attimo io sono di nuovo sola.
    Con ancora il calore dei suoi baci sul corpo.
    E sull’anima.

    :wub:
     
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  9. babyida91
     
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    Continuaaa *__* :D
     
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  10. Spike-Spuffy
     
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    Bellissima!! Continua! :D
     
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  11. katespuffy
     
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    :lol: eccoci qui ^^

    9°Capitolo

    -Penso sia disgustoso- concludo fissandolo dubbiosa.
    Spike sorride e mi spinge, mentre camminiamo nel suo vialetto.
    -Io penso proprio che sia tutt’altro che disgustoso- mi risponde, portandosi le mani ai capelli castani.
    -Lo dici solo perché hai quattordici anni e sei un maschio- gli faccio sapere, guardandolo di sbieco.
    -Sei tutto film porno e giornaletti- continuo e lui abbassa gli occhi vergognandosi.
    -E so per certo che tutte le docce che di colpo hai preso a farti non sono frutto di un improvviso amore per l’igiene!- sbotto sorridendogli maliziosa.
    -E’per questo che trovi il sesso non disgustoso- concludo.
    Lui sembra rifletterci per qualche istante.
    -Ti farò sapere con più precisione quando l’avrò fatto- mi risponde, poi mi sorride e si mette a correre per la strada deserta.

    Mi guardo furtivamente attorno, mentre cammino per il corridoio della scuola.
    Sono cascata dal letto stamattina alle quattro per arrivare qui presto.
    E non l’ho fatto per cercare di evitare un certo biondo ossigenato che dopo avermi leccata è scappato via.
    Non l’ho fatto perché il solo pensiero di vederlo mi fa venire l’aria nella pancia!
    E nemmeno perché prenderei a pugni quel suo faccino spigoloso!
    Per non parlare di quanta tristezza mi attanaglia quando penso allo psicopatico!
    C’è un motivo. Ed è anche un motivo piuttosto razionale!
    Ho deciso di entrare nel campo dell’edilizia!
    Niente campus, college e lauree inutili!
    Diventerò forza lavoro, parte di quella macchina che si muove per costruire le nostre dimore!
    E l’ho deciso ora!Così mi alleno, svegliandomi presto.
    Perché i carpentieri si alzano presto. Vero?
    Sussulto quando individuo nel corridoi una testa fulgida.
    -Buffy, finalmente- mi rimprovera Willow avvicinandosi.
    -Hei- la saluto imbarazzata.
    -Perché non hai risposto alle miei telefonate?- mi chiede preoccupata, mentre ci infiliamo in un’aula deserta.
    -Perchè?Questa è una bella domanda!- esordisco mordendomi nervosamente le labbra.
    -Al Bronze siete spariti!Io ero alla ricerca di Xander che a quanto pare ha rischiato di essere pestato dal nuovo ragazzo di Anya!- mi informa e io indietreggio per prendere tempo.
    -Io…sono andata via con Spike- le rispondo, torturandomi le mani sudate e sorridendole.
    -Mi dispiace così tanto che la serata non sia andata come speravi- si scusa e poi mi scruta.
    -Ma cosa non mi stai dicendo Buffy?- mi chiede e io cedo.
    -In modo molto semplice e senza giri di parole…- comincio, muovendomi furiosamente per la classe.
    -Dopo un estenuante litigata con Spike- continuo e fisso i suoi occhi interrogativi.
    -Per caso- sottolineo e lei sbuffa spazientita.
    -La- lingua- di –Spike- è -finita –nella- mia- bocca- sparo tutto d’un fiato, coprendomi la faccia con le mani.
    -Stavi morendo?- urla quasi lei avvicinandosi e stringendomi le mani.
    -He?- le chiedo spaesata.
    -Ti ha fatto la respirazione bocca a bocca?- continua preoccupata.
    -Willow mi ha baciata- le spiego lentamente.
    -Una sorta di recita?- mi chiede lei perplessa.
    -Willow ha infilato la sua maledetta lingua nella mia stramaledetta bocca- urlo facendola indietreggiare.
    -Certo e quanta birra hai bevuto quella sera?- mi chiede, cercando di rilassarmi, mettendo le mani sulle mie spalle.
    -Tu!- urlo puntandole un dito contro.
    -Hai ideato quel maledetto piano con ciliegie, uccelli e organi sessuali, convinta che non servisse a un fico secco- la minaccio e lei si rintana in un angolo.
    -Io?- la sua voce è falsamente sconvolta!
    -E invece si dà il caso che ci abbiamo dato dentro per un buon…- rifletto, mentre lei sbarra gli occhi.
    -Ventinove secondi!- concludo e mi allontano da lei.
    -Vi siete baciati????- urla facendomi sussultare e io sospiro rassegnata.
    -Questo è pazzesco!- continua e io la fisso truce.
    -Ti ringrazio per l’estrema fiducia- la informo.
    -E ora?- mi chiede, con gli occhi lucidi per la commozione.
    -Spike è scappato ben due volte dalle mie gambe sconvolto- le faccio sapere e mi accascio su una sedia.
    Perché dirlo fa male.
    Brucia il cuore e strazia il corpo.
    -Buffy è spaventato- mi rincuora lei, mettendosi seduta al mio fianco.
    -Tu eri come una sorella e ora questo…. non puoi pensare che sia sicuro come te- mi spiega e io sospiro, portandomi le mani al volto.
    -Tu lo ami da sempre e lui…- comincia, ma io finisco la frase per lei.
    -Non mi amerà mai- dico rassegnata.
    -Non puoi saperlo, devi combattere- mi incoraggia.
    Combattere? Lo faccio da una vita.
    Rimango in silenzio e stringo i denti.
    Non guardo e piango. Distolgo lo sguardo e non ascolto.
    Questo non è combattere?
    Perché io lo sento.
    Sento come se stessi soffrendo per questa battaglia da una vita.

    Torturo il mio cibo e fisso ogni tanto Willow negli occhi.
    Lei ha la faccia ancora più tirata della mia.
    -Sta arrivando- sussurra di colpo e io sento il mio cuore sussultare.
    E ora batte più velocemente. Ancora più del solito.
    Ancora di più di quando lui mi è come sempre accanto.
    -Buongiorno- ci saluta Spike posando il suo vassoio sul tavolo.
    Io non oso alzare gli occhi e aspetto trepidante il suo bacio.
    Mi riscuoto dopo pochi istanti, quando mi accorgo che lui ha già preso a mangiare.
    Lancio uno sguardo a Willow che mi fissa tra il comprensivo e l’afflitto.
    Stringo la forchetta e mi porto di malavoglia un boccone alla bocca.
    Cosa ho fatto? Di colpo ho paura.
    Un terrore profondo si appropria del mio copro.
    E se avessi rovinato tutto? E se il mio amore ossessivo avesse distrutto una vita di amicizia?
    Se il mio bramare il suo copro avesse cancellato tutte le notti tra le sue braccia, i sorrisi e l’affetto? E se avessi perso la persona per me più cara al mondo?
    E perché? Per cosa?
    Per questo pazzo sentimento che mi porto dietro, che mi fa desiderare qualcuno che non può essere mio.
    Che è alla ricerca di un rapporto contro natura, sporco e assurdo.
    Sento un nodo in gola e le mani mi tremano di colpo.
    Trattengo gli spasmi del mio corpo e abbasso gli occhi.
    Poi di colpo Spike si alza facendomi sussultare.
    -Buffy devo parlarti- mi informa e io alzo gli occhi verso di lui.
    E lo vedo. Lo guardo finalmente dopo quella sera.
    Dopo quella notte.
    Dopo i nostri baci e i nostri gemiti.
    Dopo il mio amore che sgorgava dai miei gesti e dalle miei parole.
    Dopo il suo terrore che colava da tutti gli angoli del suo volto.
    E rivedo i suoi occhi. Che mi sono mancati.
    Mancati da morire.
    Mi alzo senza parlare lanciando un’ultima occhiata a Willow che è terrorizzata e lo seguo nel giardino della scuola.
    Fisso le sue spalle quando ci fermiamo in un punto all’ombra e poi lui si volta.
    Ed è bello.
    L’ho sempre saputo.
    Anzi, l’ho saputo da quando avevamo dodici anni.
    Da quando un pomeriggio di marzo è venuto a casa mia e io gli ho aperto la porta.
    Aveva una maglietta chiara e dei jeans.
    Dei jeans che aveva già indossato.
    Ma io l’ho guardato. Mentre mi salutava e mi chiedeva di uscire a giocare.
    E ho fissato i suoi occhi e i suoi lineamenti.
    E ho saputo che fosse bello.
    Che il mio migliore amico fosse bellissimo.
    -Questa situazione è assurda- esordisce e ha sul volto un sorriso nervoso.
    Deglutisco senza parlare.
    -Quello che è successo l’altra notte non ha spiegazioni- continua e mi guarda tremare.
    -E vederti così mi distrugge- dice e fa un passo verso di me.
    E io attendo solo che mi tocchi.
    -Ti ho mandato in confusione- sussurra e mi carezza il volto.
    Socchiudo gli occhi e inarco il viso verso la sua mano.
    Confusione.
    Io ti amo Spike. Ti amo perdutamente.
    Ti amo da quando ti ho visto sfiorare delle labbra che non erano mie.
    E da allora ho voluto solo che tu mi baciassi.
    Dove è la confusione?
    Io vedo solo tanta nitidezza.
    Vedo solo i tuoi occhi nella mia vita.
    Non vedo altro Spike.
    -Ti prometto che farò in modo che tutto torni come prima-
    E mi sveglio.
    Schiaffeggiata dal suono delle sue parole che mi perforano il cervello.
    -Non accadrà mai più- conclude.
    Mai?
    Cosa vuol dire mai?
    In nessun tempo? In nessun luogo? Per alcun motivo?
    E come vivrò?
    Come vivrò sapendo che mai accadrà?
    Sapendo della tua condanna non tacita?
    Lo fisso sgranando gli occhi e trovo nel mio corpo la forza di annuire.
    Poi lui lentamente si piega su di me e mi bacia una guancia.
    E sento la sua bocca socchiusa che sfiora un angolo della mia bocca.
    E apro d’istinto leggermente la mia.
    E assaggio le sue labbra appena.
    Quel che basta per farmi vivere anche oggi.
    Lui si scosta lentamente da me e mi guarda negli occhi.
    -Ma farà male- sussurra e io deglutisco.
    Poi piano si allontana da me.
    E si porta via parte di me stessa.
    L’ultima parte della mia ragione e della mia razionalità.
    E so che farò di tutto per non fargli mantenere quella promessa.
    So che farò di tutto per far si che faccia troppo male.
    Che faccia così male da non poterlo sopportare.
    E aspetterò che lui mi baci ancora.
    Per vivere un giorno in più.

    10°Capitolo

    -E’stato diverso- mi spiega Spike sottovoce, mentre io mi verso del latte.
    -Potresti essere più preciso- gli rammento e torno a fissare l’hamburger nel mio vassoio.
    -Alcuni gesti sono stati molto naturali- aggiunge torturando il suo cibo senza guardarmi.
    -Bene, ora posso dire di conoscere tutto sui preliminari- gli dico stizzita e storco il naso.
    Spike alza gli occhi e mi fissa. Ha la bocca sporca di salsa e io sorrido.
    -Quando farai certe cose capirai- mi spiega con calma notando il mio viso già rilassato.
    -Non vuoi dirmelo vero?- sussurro e abbasso lo sguardo.
    -Buffy mi imbarazza parlare di leccatine e strusciamenti- sbotta e io gli punto un dito contro.
    -Leccatine e strusciamenti allora!- esordisco facendolo arrossire.
    No, non vuole dirmelo. E penso che sia la prima volta.
    La prima volta che lui non voglia parlare con me di qualcosa.
    E penso che sia la prima volta che io a quindici anni abbia paura di ascoltare ciò che ha da dire il mio migliore amico.

    Aziono la segreteria notando la spia lampeggiante.
    La sua voce risuona per la casa deserta e dalle mura rese fredde dal vento invernale.
    “Buffy ti va di venire più tardi da me? Fammi sapere. Un bacio”
    Un bacio. Di quale tipo? Di quelli che mi davi quando eravamo piccoli?
    Quelli improvvisi e con le labbra screpolate per il freddo della mattina?
    Quelli silenziosi nelle notti passate nelle tenda montata nella tua stanza?
    Quelli che hai preso a darmi al liceo?
    Nei corridoi e nella mensa, illuminandomi la giornata?
    Mentre io godevo solo nell’immaginare che qualcuno potesse pensare che ci appartenavamo.
    O quello dell’altra notte Spike?
    Bramato, cercato. Che sapeva di fuoco e calore.
    Quale?
    Potrei chiamare Willow. Farmi consigliare l’abito da indossare e le mosse da mettere in atto.
    Per quanto le sue capacità in questo campo abbiano lasciato ampi spazi di discussione.
    Ma devo combattere.
    Far cedere Spike e ci devo riuscire da sola.
    Corro sulle scale super gasata, cercando di pensare il meno possibile.
    Ne al fatto che mi crederà impazzita per l’abbigliamento sexy che voglio scegliere, ne che penserà che mi sono drogata di nuovo col gelato alle fragole.
    Comincio a lanciare tutti i miei vestiti sul letto passandoli velocemente in rassegna.
    E alla fine decido. Una scelta che mi fa accelerare il cuore a mille.
    Mi vergogno come una matta solo ad immaginarmi con questo straccetto addosso, ma posso farcela!
    Tiro fuori dall’armadio il vestitino nero aderente sul busto e con una leggera gonna morbida molto,molto corta.
    Ed eccolo : il tabù di casa mia!
    L’abito che mia nonna Rosemary mi ha spedito l’anno scorso con il seguente biglietto!
    Cito testualmente:
    “Tesoro ho pensato di comprarti un vestitino da mettere all’oratorio con i tuoi compagni di giochi. Tanti auguri per i tuoi dodici anni”.
    Una precisazione è d’obbligo.
    Mia nonna è matta come un cavallo da anni ed anni.
    Una volta mia madre è dovuta correre a Los Angeles da lei, perché si era attaccata al telefono urlando e sostenendo che stavano cercando di violentarla.
    Abbiamo scoperto poi che il presunto stupratore fosse l’infermiere che la portava in ospedale per farle la dialisi!
    Non siamo riuscite a spiegarci questo acquisto….dato che praticamente ha spedito alla sua nipotina un abito da spogliarellista!
    Ma l’affare dello stupro forse ci può dare un’idea di quello che le passi per il cervello.
    Mi faccio coraggio e respiro lentamente. Puoi farcela Buffy!

    Mi fisso per la centesima volta allo specchio.
    Le calze che ho scelto sono velatissime e mi mostrano la gambe nude.
    Ho usato un trucco leggermente più pesante del solito, mettendo in risalto le labbra con un audace rossetto rosso.
    Ho optato per decolté neri con tacco a spillo e ho lasciato i capelli lisci e con boccoli morbidi sulle punte.
    Sono impazzita. E questo è un dato di fatto.
    Fra qualche giorno accuserò lo spazzino di aver cercato di fare sul mio corpo violenza carnale e finirò per spedire perizoma rossi con tanto di proboscide ai miei cuginetti.
    Ma a quanto pare questo non basta a fermarmi.

    Busso alla porta e mi torturo le mani sudate.
    Ho passato velocemente in rassegna il mio piano.
    Niente cibo, niente matterelli e antistaminici.
    Proporrò di vedere uno di quei film con i motosega e i brandelli di carne ovunque.
    Starò tutto il tempo a “fingere”gridolini spaventati e a rannicchiarmi su di lui.
    Fin quando la mia mano cadrà accidentalmente sul…sul…sul suo coso!
    Ecco, l’ho detto e lo farò!
    Sono pronta ad usare i mezzi più subdoli!Sperando di capire dove si trovi!
    All’altezza del cavallo dei pantaloni…questo è certo.
    Ma quale sarà la parte che serve per l’eccitamento?
    Sussulto dai miei pensieri quando la porta della villa Stratford si spalanca.
    Ad accogliermi è il sorriso di Spike che man mano si trasforma.
    Vedo i suoi occhi scendere dal mio viso fino alle miei scarpe e lo stupore più totale farsi spazio sul suo volto.
    Sto per urlargli che sono passata solo per salutarlo e poi corro alla notte degli Oscar, quando lui mi fa segno di entrare in casa senza parlare.
    Mi fermo all’entrata aspettando che lui chiuda la porta.
    Pronti, partenza, via! Sei partita Buffy!
    -Ciao Spike- sussurro languidamente. O almeno spero!
    Lui si gratta la testa imbarazzato e fa un passo indietro!
    Oddio!L’ho spaventato!
    E’colpa del vestito!O del rossetto?
    -Ciao Buffy- mi dice e il suo tono è roco.
    -Tu..tu- balbetta e indica in modo convulsivo il mio corpo.
    -Si?- gli chiedo fingendomi assolutamente innocente.
    Mi avvicino impercettibilmente a lui che si schiaccia contro la parete e tende i tratti del suo volto.
    -B!- urla la voce di Xander facendomi sussultare!
    Lo fisso tra lo spaesata e il truce e lui fa un passo indietro spaventato.
    -Ho invitato un po’ di gente- mi annuncia senza sorridere Spike e io annuisco.
    Cos’altro potevo aspettarmi? Che tornasse tutto come prima?
    Lui non manterrà la sua promessa.
    E non lo farà baciandomi o toccandomi.
    Declasserà il tutto con indifferenza e imbarazzo.
    Io per un istante tremo. Ma è solo un attimo.
    -Eccoti finalmente- fa eco la voce di Willow che mi raggiunge.
    -Ma quello non è il famoso vestito di nonna Rosemary?- mi chiede tutto gasato Xander sorridendomi.
    Sto per aprire la bocca quando qualcosa colpisce la mia retina.
    Qualcosa che mi fa boccheggiare e poi tremare ancora.
    Qualcosa che mi manda il cuore in gola.
    Drusilla ci raggiunge e mi punta gli occhi addosso senza salutarmi.
    Che ci fa qui? Che cosa fa a casa mia?
    A casa di Spike? A casa di Rupert?
    Sul pavimento che noi abbiamo imbrattato di fango…
    Tra le mura su cui noi abbiamo scritto con i pennarelli.
    Deglutisco e mi intimo di pensare a qualcosa.
    Qualcosa che non mi faccia sembrare assolutamente ridicola.
    -Io…devo raggiungere mia madre ad una festa- balbetto senza alzare gli occhi.
    -Dopo- aggiungo e guardo Willow che mi sorride dolcemente.
    E improvvisamente ho voglia di piangere.
    Tanta voglia di chiudermi nel bagno di casa Stratford e appoggiarmi sulle mattonelle fredde.
    -Certo la festa del capo di tua madre- mi fa eco Willow, facendomi risvegliare di colpo.
    -Sei perfetta. Farai innamorare tutti- aggiunge dolcemente e io le sorrido.
    Perché le voglio un bene dell’anima e non glielo dico mai abbastanza.
    Perché mi ha salvata. Anche stavolta.
    -Andiamo a vedere questo film allora- propone Xandre e tutti ci avviamo nel salotto.
    Quando esco dalla stanza la mia mano tocca impercettibilmente quella di Spike.
    E sussultiamo. Entrambi.
    Io alzo lo sguardo, ma lui ha già il volto altrove.

    Mi muovo nervosamente sul divano. La disposizione è a dir poco assurda e sono certa sia stata un’idea di Willow.
    Non so come, ma è riuscita a far piazzare Xander sulla poltrona, lei è seduta sul tappeto e io, Spike e Dru siamo naturalmente sul divano assieme.
    Una bella famigliola felice!
    Guardo per un istante in direzione di Spike, mentre le immagini corrono sullo schermo.
    Fisso il suo profilo.
    Non è mai stato così.
    Mai io seduta, così lontana da lui, con qualcun altro a dividere il nostro spazio.
    E ricordo le serate con la testa sul suo torace, le grida, il vomito e le risate.
    E ho paura. Paura che tutto stia cambiando.
    Troppo velocemente.
    Mentre tutto scorre, correndo rapidamente verso il giorno in cui lui andrà via.
    Dru urla di colpo,mentre Willow si copre gli occhi e io storco il naso fissando la cretina.
    Sono ancora con la mia strana smorfia sulla faccia quando Spike si volta verso di me.
    Mi giro di scatto, sperando che non abbia visto quel misto di disgusto e invidia.
    Devo concentrarmi. Fisso lo schermo dove una ragazzina con una pettinatura indicibile cammina in un lungo corridoi.
    E la musica tetra comincia a farsi spazio nelle mie orecchie.
    Ok, forse non è stata un’ottima idea!
    Dato che ho già la nausea!
    La situazione peggiore quando qualcosa di non identificabile sbuca da un angolo.
    Sussulto e chiudo gli occhi immobile, mentre tremo per la paura!
    Poi succede qualcosa. Qualcosa che mi fa salire l’anima in gola.
    Qualcosa che mi fa venire voglia di piangere piano, in silenzio.
    Che mi fa venir voglia di urlare.
    Urlare che resti. Per me. Che mi ami.
    Spike lentamente poggia una mano sulla mia e la stringe.
    Come fa sempre. Come ha sempre fatto.
    Da quando a otto anni abbiamo visto per la prima volta un film horror e io mi sono rannicchiata in un angolo.
    Da quando quel giorno mi ha detto di non aver paura.
    Perché lui era con me. E non sarebbe mai andato via.
    E allora resta Spike.
    Resta e tienimi la mano.
    Sempre.
    Quando tremo e piango.
    Quando semplicemente vivo.
    Stringo la sua e mi volto verso di lui che sorridendo fissa lo schermo.

    -Penso che ora dovresti andare- mi rammenta Willow sottovoce, mentre Xander stringe furioso un joystick.
    Cerca in modo convulsivo di stendere un mostro premendo tutti i pulsanti assieme.
    Drusilla è in bagno e Spike sta prendendo altri pop corn.
    -Si, hai ragione- le rispondo.
    -Altrimenti la storia della festa non reggerà- aggiunge lei e io vado a dare un bacio a Xander per salutarlo.
    Abbraccio Willow e la ringrazio con un filo di voce.
    Mi avvio verso la cucina per salutare Spike e la voce di Drusilla mi raggiunge subito.
    -Sei bello- sussurra e poi ride.
    Io mi blocco vicino all’entrata col cuore fermo.
    -Dru ci sono gli altri- le spiega lui nervosamente e lei ride ancora.
    In quel modo che mi brucia lo stomaco.
    In quel modo che a lui piace. E poi c’è silenzio.
    Un silenzio che mi logora l’anima. Come non ha mai fatto.
    E mi ferisco. Voglio farlo.
    Per credere. Credere che mi stia sbagliando.
    Che non sia possibile.
    Che non la bacerà nelle nostra cucina.
    Dove gli ho preparato gli spaghetti e la cioccolata calda.
    Dove lui mi ha spiegato come fosse morta sua madre.
    Che non la bacerà dopo l’altra notte.
    Dopo aver assaggiato le mie labbra. Dopo aver sentito il mio corpo.
    Dopo aver sentito il mio cuore.
    E allora mi affaccio nel vano della cucina e lo vedo.
    Così che i miei occhi possano credere.
    Così che la mia anima possa prestare fede.
    Vedo questa ragazza di cui di colpo non ricordo nemmeno il nome che lo stringe, bloccandolo contro il frigo e assaggia le sue labbra.
    Contro il frigo dove lui mi ha circondata milioni di volte, dopo avermi rincorso.
    Senza baciarmi. Perché io sono solo Buffy.
    Sono la sua migliore amica.
    Si staccano di colpo e in un attimo i suoi occhi sono su di me.
    Sorpresi. Stupefatti.
    Io sgrano le iridi e faccio un passo indietro.
    -Scusatemi- balbetto e corro via.
    Perché devo scusarmi Spike.
    Scusarmi per aver messo piede in un attimo che non era mio. Che tu non vuoi darmi.
    Allora scusami.
    Scusami se ti amo Spike.

    TBC :wub:
     
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    .
  12. Spike-Spuffy
     
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    CITAZIONE (katespuffy @ 27/9/2011, 14:47) 
    Perché devo scusarmi Spike.
    Scusarmi per aver messo piede in un attimo che non era mio. Che tu non vuoi darmi.
    Allora scusami.
    Scusami se ti amo Spike.

    TBC :wub:

    :rolleyes: :rolleyes:
     
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  13. katespuffy
     
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    11°Capitolo

    -E vi siete baciati?- mi chiede dondolandosi sull’altalena arrugginita del parco.
    Dove prima o poi prenderà qualche sorta di malattia fatale penso sempre!
    -Si- biascico ripensando alla bocca di Parker che si avventa sulla mia.
    -Quella cosa della lingua non l’ho capita bene- rifletto ad alta voce e lui ride forte.
    -E’tutta lì “quella cosa”- mi spiega ironico e io lo fisso furente.
    -E’stato bello- preciso, mettendomi in piedi davanti a lui e fissandolo.
    -Bellissimo- aggiungo, mentre lui sorride.
    Perché ho quindici anni e ho immaginato di dare il mio primo bacio a te Spike.


    Sbatto furiosamente la porta appena entro in casa. Ho il viso arrossato per il freddo e il fiatone per la corsa frenetica.
    Ho attraversato l’intero isolato che divide le nostre abitazioni senza fermarmi a respirare , né voltarmi indietro.
    Leggo il biglietto che mia mamma ha lasciato attaccato sul frigo.
    Tornerà domani mattina dopo il turno di notte in albergo e questa cosa mi fa sentire un po’meglio.
    Ho la casa tutta per me per urlare, piangere e disperarmi a mio piacimento.
    Un nodo allo stomaco mi impedisce quasi di respirare e corro a fissarmi nello specchio.
    Sono quello che è rimasto delle mie idee e intenzioni.
    Il microabito ora è completamente sgualcito, i capelli sono arruffati e il trucco quasi scomparso.
    Ma cosa diavolo mi aspettavo? Che dopo quel bacio mi dicesse che mi aveva amato da sempre? Che tutto il resto non avrebbe più contato?
    Nemmeno Drusilla o qualsiasi altra si porterà a letto?
    E di colpo vorrei solo tornare indietro. Correre furiosamente fino all’altra notte.
    La notte dove per lui tutto è cambiato.
    La notte dove per me tutto si è avverato.
    Vorrei che non mi avesse baciata.
    Vorrei che mi avesse cullato, mentre dormivo come da una vita aveva sempre fatto.
    Così sarebbe rimasto solo lo splendido ricordo di questo mio amore celato e nascosto.
    Così sarebbe rimasto solo lo splendido sogno di un bacio che il mio miglior amico non mi avrebbe mai dato.
    E sarebbe andato via senza lasciare nulla di tutto questo.
    Solo le nostre risate e la nostra amicizia infinita.
    Così io sarei rimasta la piccola Buffy dal pigiamino rosa e le treccine.
    E avrei pianto. Senza che lui sapesse.
    Porto lentamente il mio corpo fino al piano superiore e mi libero di tutti questi assurdi vestiti, lasciandomi solo la biancheria intima.
    Mi infilo lentamente nel letto dalle lenzuola gelate e mi sento più stupida che mai.
    Perché da quando sono uscita da quella casa non ho fatto altro che aspettare che lui mi seguisse.

    Sussulto dal sonno quando sento una presenza vicino a me.
    Sbarro gli occhi e nell’oscurità distinguo Spike.
    Si infila lentamente nel letto e si gira verso di me.
    -Che fai?- sbotto sussurrando, quasi qualcuno potesse sentire.
    Porto gli occhi all’orologio accorgendomi che sono le tre passate.
    -Ho aspettato- mi informa lui sistemandosi meglio.
    Sono alquanto confusa.
    -Immaginavo che la festa sarebbe finita tardi- continua e io sobbalzo nervosa.
    -Certo, sono tornata da poco- gli rispondo, nascondendomi sotto le lenzuola.
    Fisso il suo viso nel buio e riesco a riconoscere gli zigomi e i capelli platinati.
    Poi di colpo l’immagine di poche ore fa torna a riesplodermi nella mente.
    E tremo. Solo per un attimo.
    Allontanandomi impercettibilmente da lui.
    -Cosa sei venuto a fare?- gli chiedo con voce amara.
    -Io…in cucina..insomma- balbetta e io alzo gli occhi al cielo.
    -Spike non devi spiegarmi nulla- gli rammento con tono strozzato.
    -Certo- biascica e poi quasi si mette a sedere.
    -E’che dopo l’altra notte, baciare Drusilla è strano- mi confida, facendomi perdere un battito.
    -Che vuoi dire?- gli chiedo a bruciapelo e lui cade nel silenzio.
    Che vuoi dire Spike? Che con me è stato diverso? Che il nostro bacio ti ha fatto volare alto?
    Ti ha dato almeno la più piccola parte dell’emozione cha ha trasferito a me?
    Ti ha fatto come me amare di più la vita e credere in Dio?
    O ti senti in colpa?
    E’ questo che ti attanaglia con l’incessante voglia di voler tornare solo indietro?
    Sospiro esausta e scivolo sotto le coperte, quando i miei fianchi strusciano contro i suoi. Sussultiamo entrambi.
    -Ma sei nuda?- mi chiede lui con voce strozzata, senza muoversi di un millimetro.
    -Non sono nuda, ho la biancheria!- lo informo con voce stizzita e terribilmente imbarazzata.
    -Tu sei nudo!- gli faccio notare senza osare alcun movimento.
    -Ho i boxer- mi risponde lui imbarazzato.
    -Perché diavolo sei entrato nel mio letto in mutande?- gli chiedo nervosa.
    -Io lo faccio sempre!- sbotta immobile.
    -Sei tu che di solito ti metti quel pigiama da nonna!- aggiunge e io sobbalzo furiosa.
    Pessima idea perché ora le nostre cosce nude sono praticamente accavallate.
    -Non c’è nulla di diverso- sussurra e io annuisco col viso vicino al suo.
    -Ci siamo trovati in queste situazioni milioni di volte- continua e io annuisco ancora senza fiatare. Scivola lentamente nel letto con me e ora siamo faccia a faccia e con i corpi seminudi schiacciati.
    -Non dovresti essere qui- è un suono roco quello che esce dalla mia bocca.
    -Lo so- sussurra lui.
    -Vattene Spike-
    Vattene da qui. Corri via da questo letto. Scappa dalla mia camera. Esci dalla mia casa.
    Allontanati dalla mia vita.
    Sparisci dal mio cuore.
    Lo sento annuire con un flebile suono e poi rimanere immobile.
    -E’ che non penso di riuscirci- mi dice di colpo prendendomi ad accarezzare un fianco con una mano.
    Trattengo un gemito e mi sembra tutto irreale. Assurdo che lui mi tocchi ancora.
    Che io senta ancora la sua voce strozzata. Per me.
    -Ho promesso- aggiunge avvicinandosi maggiormente a me fino a far salire la sua mano a coppa sul mio seno.
    Questa volta mi lascio sfuggire un gemito e mi muovo impercettibilmente verso di lui.
    -E’tutto così sbagliato- mi sussurra lui sulle labbra, prima di leccarle con la lingua umida.
    E’sbagliato. Per te.
    Per te che non sapevi che io fossi una donna.
    Per te che non immaginavi nemmeno di toccarmi.
    Non per me.
    Per me è solo perfetto. E’ solo giusto.
    Solo questo è giusto.
    Assaggio la sua bocca lentamente e lui mi afferra i fianchi e affonda la lingua in me.
    Ti amo Spike.
    Ma come fai a non vederlo? Come non riesci a leggerlo nelle mie parole?
    Come non riesci a vederlo nelle mie mani?
    Sono secoli che aspettavo solo di baciarti.
    Che sognavo solo di toccarti.
    Che bramavo solo un tuo sguardo.
    Che tu mi guardassi Spike.
    E mi vedessi.
    -Baciami- gli sussurro sulle labbra e lui ringhia e si mette sopra di me.
    E voglio dirglielo. Voglio dirgli che è mio da sempre.
    -Volevo farlo da quando sei entrata oggi- mi sussurra in un orecchio, mentre mi libera del reggiseno nero.
    La sua bocca scende sul mio seno lappandolo, mentre le sue mani mi cesellano i fianchi nudi. Afferro le sue spalle e mi aggrappo a lui implorando il suo nome.
    Poi fa qualcosa. Qualcosa che mi fa boccheggiare di terrore e lussuria.
    Le sue mani scivolano nella mia femminilità.
    Lì, dove nessuno mi ha mai toccato.
    Grido di piacere divaricando istintivamente le gambe e lo sento liberarmi degli slip.
    Un suo dito carezza la mia clitoride e io stringo le coperte sperando di non morire.
    Mentre la stanza prende a girare furiosamente e i suoi ansiti e i miei gemiti si propagano nella mia anima.
    Lo sento scendere sul mio corpo fino a portare la faccia all’altezza del mio sesso.
    -Spike- lo chiamo terrorizzato e poi lui lo fa.
    La sua lingua si infila nel mio canale e succhia bramosa il mio sesso.
    Grido di piacere e boccheggio sconvolta, mentre vedo la sua testa platinata muoversi per darmi piacere.
    Il mi corpo sembra in estasi e pronto a tutto per non far smettere questa atroce tortura.
    E la mia anima esplode. Nel suo ricordo. E in lui.
    Lui che amo da una vita.
    Lui stretto a me nelle notti d’inverno.
    Lui sul divano di casa mia.
    Lui bello come un dio.
    A cui non l’ho potuto mai dire.
    A cui non ho mai potuto dire che non esistesse uomo più stupendo.
    -Ti prego non fermarti- lo imploro e prendo a muovere i fianchi verso il suo viso.
    Lo vedo alzare i suoi occhi blu verso di me e tutto il resto si sfoca.
    E lui mi dice che mi ama. E lui mi dice che non partirà. Lui resta. Lui rimane. Per me.
    La mia mente immaginando corre sconvolta scolorendosi, mentre un piacere senza limiti mi attanaglia.
    Gemo chiamando il suo nome per minuti interminabili e il mio corpo prende a tremare.
    Lo sento risalire verso di me dopo qualche istante e stringermi forte.
    Respiro rumorosamente cercando di trovare ossigeno con gli occhi fissi verso il soffitto e le mani stretta a lui.
    Perché non possa andare via. Mai.
    -Dormi amore mio- mi dice in un sussurro stringendomi forte e io muoio.
    Sento il cuore esplodere di lava incandescente e gli occhi bagnati.
    Mi stringo a lui. E spero che questa notte non abbia fine.
    Fammi essere il tuo amore Spike.
    Per sempre.
    Chiedimelo e io vivrò solo di te. Come da sempre faccio.


    12°Capitolo

    Mi sveglio sussultando quando sento la porta della mia camera aprirsi.
    La mia mente appannata si mette alla ricerca di una plausibile scusa.
    Una qualche idea che serva a spiegare il perché del mio migliore amico nudo nel mio letto a mia madre.
    Prendo in rassegna l’opzione che ieri ci siamo sbronzati fino a morire nel vomito e ora non ricordiamo più nulla.
    Per un attimo immagino di dirle che lui si è confessato gay e io ho cercato di riportarlo sulla retta via.
    Effettivamente nessuna di queste mi convince sul serio.
    Sbarro gli occhi quando vedo mia madre entrare dentro e cerco con le mani il corpo di Spike.
    Il mio volto scatta di colpo.
    Non c’è.
    E’ andato via. Quando?
    Dopo pochi attimi?
    Quando la mia anima beata si è lasciata cullare dalle emozioni?
    Stamattina?
    Rendendosi conto di aver sbagliato ancora? Di dover promettere ancora?
    -Buffy è tardi- mi dice mia madre e io rimango immobile.
    Mi rifiuto di uscire dal letto nuda davanti al suo sguardo.
    Perché sento ancora i segni di questa notte sul mio corpo. E’ sento che tutti li vedrebbero.
    Che tutti saprebbero dei baci proibiti e dei gemiti.
    -Ci metto un attimo- le dico con un sorriso e aspetto che esca.
    Sono in uno stato confusionale. Le immagini sbiadite di noi continuano a riaffiorarmi nella mente dandomi le vertigini.
    Scelgo con cura una mogliettina rosa e dei jeans aderenti e poi mi infilo sotto una doccia gelata.
    Sperando che non vadano via.
    Ne i segni e ne i ricordi.
    Perché ho il terrore raccapricciante che saranno gli ultimi.

    Completo il mio bigliettino con un resoconto super dettagliato della notte passate e lo do a Willow, fingendo di essere interessata alla lezione.
    Spio i suoi occhi e li vedo allargarsi maggiormente mano mano che va avanti.
    -Questo biglietto si auto-distruggerà tra tre secondi- le rammento decisa e lei annuisce.
    Poi prende delle forbicine dalla punta arrotondata e lo sminuzza in pezzetti microscopici.
    Sospiro rassegnata dalle sua manie ossessive e aspetto un suo commento.
    Lei si sporge verso di me e mi fissa confusa.
    -Forse dovresti parlarci- mi informa e io storco il naso.
    -Per dirgli?- gli chiedo sussurrando.
    -Deve esserci un motivo- mi urla in silenzio. Se è possibile….per lei evidentemente si!
    -Magari non gli è piaciuto- sussurro sconfortata e lei sgrana gli occhi.
    -Non pensarlo nemmeno- mi bacchetta e io torno a fissare il professore.
    Magari non gli è piaciuto mi ripeto.
    Magari io non gli piaccio.
    Magari sono del tutto sbagliata.

    Ci sediamo in mensa aspettando Xander e Spike e io fremo come al solito.
    Stringo i pugni quando dopo pochi attimi sento la sua presenza alle mie spalle.
    E poi lo vedo sedersi.
    -Buongiorno- ci saluta sorridendoci.
    Io lo guardo e lui velocemente distoglie lo sguardo.
    Senza baciarmi naturalmente. Perché quello ormai è andato perso.
    Perché quello ormai non esiste più.
    E la cosa assurda è che comunque non lo baratterei con i nuovi baci.
    Quelli caldi e indimenticabili. Mai.
    -Tutto bene?- gli chiedo scrutandolo, facendomi coraggio.
    Lui annuisce senza voltarsi.
    E ora mi sento da schifo.
    E ora mi sento terribilmente usata.
    Usata come non avrei mai voluta essere da nessun ragazzo con alcun nome assurdo.
    E mai da lui.
    Nemmeno nella mia più fervida immaginazione sarebbe potuto accadere.
    Perché lui non poteva usarmi. Lui mi baciava e mi amava. Mi amava da sempre.
    Nei mie sogni.
    Non così. E’ sbagliato.
    E mi sento come una bimbetta con un disegno fatto con i pastelli sbiadito dall’acqua.
    E ho paura.
    Paura di essere come tutte. Paura di essere stata quella di una notte.
    Terrore che lui si volti. Che mi guardi. E mi dica che è stato bello. Ma dobbiamo scordarlo.
    Che tutto tornerà come prima.
    E allora voglio che non parli. Voglio che continui ad annuire senza guardarmi.
    Così io non saprò. Non saprò quanto brucia la vita sentirlo.
    Deglutisco e poi sussulto quando sento la voce di Drusilla.
    Mi volto per vederla sedersi vicino a Spike e afferrare una delle sue patatine.
    -Buongiorno- lo saluta carezzandogli dolcemente una guancia.
    E non la odio. E non la detesto.
    La invidio. Tanto da sentire le mie viscere bruciare.
    Tanto da sentirmi morire. Perché mi venderei per essere al suo posto.
    Perché vorrei che lui mi baciasse e mi volesse almeno una minima parte di quanto vuole lei.
    E questo mi atterrisce. Perché non ho la minima stima di me stessa e della mia vita.
    Perché per lui darei in cambio la mia anima. Per lui che non vede. Che non sente.
    Per lui che non mi guarda. Non mi guarderà mai.
    E poi lei lo bacia.
    Piano.
    A fior di labbra.
    Ma io non piango.
    Io muoio dentro.
    Io lo sento bruciare lì.
    Dov è da diciotto anni.
    Nel mio cuore.
    Stretto tra gli strati.
    E lui mi sorride. Con i calzoni strappati e il viso sporco di fango.
    E ha sette anni. E gli occhi blu come adesso.
    E sono l’unica donna della sua vita. E allora fa più male.
    E allora resta Spike. Amami. Me lo devi.
    Mi devi amare.
    Perché ti sono stata accanto. Perché ho taciuto. E non ho urlato E ti ho ascoltato.
    E allora devi amarmi. Perché non te l’ho detto. Perché non ho pianto. Perché sono stata forte.
    E ho aspettato che mi guardassi. E mi vedessi.
    E allora devi amarmi. ….
    Scatto dalla sedia e mi allontano decisa.
    E non piango.
    Così tu puoi vedere. Puoi vedere che sono forte.
    Puoi vedere che sono perfetta. E tu sceglierai me.
    Tra tutte.
    Sceglierai me. Perché io ti sto ancora aspettando.
    La mia mano è di colpo fermata e io mi volto di scatto.
    E lui è nei miei occhi.
    -Mi dispiace- mi dice e io aspetto. Aspetto che mi guardi e me lo dica.
    E mi dica che è stato bello. Ma dobbiamo scordarlo.
    Che tutto tornerà come prima.
    E allora io impedirò che accada. E attenderò ancora.
    Che lui si scopi altre cento ragazze.
    E forse mi sceglierà.
    Dopo.
    Quando sarà stanco e sazio di tutte.
    E io sarò ancora qui. Perfetta e muta.
    -Non accadrà mai più- dico decisa. E la mia voce non è strozzata.
    E’ finta. Come sempre.
    E lui non vede. Come sempre.
    Mi lascia la mano e annuisce.
    E poi mi volto. E vado via. Aspettando.
    Che lui mi chiami. Che lui creda in me. Che lui veda me.
    E mi scelga.
    Ma non lo farà ora.
    Non l’ha mai fatto.
    E forse non lo farà mai.

    TBC
     
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  14. babyida91
     
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    CITAZIONE
    -Non accadrà mai più- dico decisa. E la mia voce non è strozzata.
    E’ finta. Come sempre.
    E lui non vede. Come sempre.
    Mi lascia la mano e annuisce.
    E poi mi volto. E vado via. Aspettando.
    Che lui mi chiami. Che lui creda in me. Che lui veda me.
    E mi scelga.
    Ma non lo farà ora.
    Non l’ha mai fatto.
    E forse non lo farà mai.

    :( :( :( :( :( :( :( :(
     
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  15. katespuffy
     
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    Questo capitolo era dedicato ad Army, in quanto lei aveva regalato ad Antonella un bellissimo wallpaper per la sua fanfic *C*
    Sto cercando di trovare questo wallpaper, presto ve lo posto *C*

    13°Capitolo

    -Non sei male- mi dice Spike, mentre mi guarda specchiarmi.
    -Un grande complimento- gli dico storcendo il naso e sistemandomi la minigonna.
    -E pensi che vi bacerete un’altra volta?- mi chiede perplesso.
    -Che diavolo di domanda è?- sbotto girandomi verso di lui.
    -Sei piccola per abusare di baci- aggiunge e io lo guardo di traverso.

    Cammino tra i corridoio affollati della scuola. Ho ancora gli occhi lucidi per la notte in bianco con tanto di maratona di film di Leonardo Di Caprio. Non che mi piaccia.
    Mi da tanto l’idea quando lo guardo di essere una pedofila visto che in Titanic sembra avere tredici anni.
    Ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di vederlo morire per Rose che prendeva il sole su quella stramaledetta porta di legno in mezzo all’oceano.
    Ma cavolo…perché non avete fatto a turno?
    Perché diavolo l’hai fatto sprofondare come un ghiacciolo alla menta?
    Stringo i denti e accelero il passo. Senza pensare. Come ormai mi sono imposta di fare.
    E so che quando accadrà sarà la fine.
    Mi blocco di colpo sentendomi chiamare da una voce che decisamente non riconosco.
    Mi volto e vedo Angel Darcy sorridermi.
    -Prego?- gli chiedo interrogativa.
    Oddio!Deve aver scoperto l’affare della maglietta fradicia che ho annusato!
    Sto per dirgli che in realtà mi ci stavo soffiando il naso in mancanza di fazzoletti, quando lo vedo avvicinarsi in modo pericoloso.
    -Non ci siamo più visti dopo l’altra sera- mi fa notare e io faccio una smorfia.
    L’atra sera? Quando ho visto la rapa?
    Insomma Buffy, fai uno sforzo!
    Provo a concentrarmi, ma non ottengo alcun risultato.
    -Spike purtroppo ci ha impedito di continuare a ballare- aggiunge e finalmente la mia lampadina si illumina.
    Ma certo, mi sono strusciata serie film porno a lui venerdì sera!
    -Si…certo- balbetto incerta e lui si avvicina di più.
    -Sai stasera c’è la festa di Cordelia e mi chiedevo se…- comincia e io sventolandogli una mano davanti al volto, lo blocco subito.
    -Non chiedertelo- urlo quasi e lui indietreggia un po’spaesato.
    Cordelia Chase. La donna che ha infilato una gomma nei miei capelli in seconda elementare costringendomi a tagliarli tutti.
    Così corti che mia madre ogni volta che m guardava piangeva e che Spike continuava a chiamarmi “Buffo”.
    Cordelia che è andata al ballo con Spike, quando avevo comprato quel bellissimo vestitino glicine che non ho mai messo.
    Cordelia a cui Spike ha fatto da otorino visitandole le tonsille. E anche da ginecologo!
    Mi ricompongo consapevole di essergli sembrata una iena acida.
    -Non è il periodo giusto- gli rispondo, non riuscendo a trovare una scusa al momento.
    -Dai Buffy- mi incita, prendendomi una mano e io mi chiedo come cavolo sappia il mio nome.
    -Verrà anche Drusilla e porterà Spike, è un tuo amico vero?- mi chiede e io penso.
    Appena un istante.
    E basta. Per bruciare.
    E’ un mio amico. E fa male.
    E sono sbagliata.
    -E puoi portare anche quei due ragazzi che sono sempre con voi- mi informa e io storco il naso.
    -Willow e Xander che sono nella tua stessa classe di letteratura da dodici anni- gli faccio notare e lui avvampa imbarazzato.
    -Certo, lo sapevo- fa il disinvolto.
    -Ti lascio il mio numero, pensaci- aggiunge e dopo avermi salutato si allontana.

    Sbatto con violenza la schiena contro l’armadietto di Xander e Willow sussulta.
    -Stai meglio?- mi chiede dolcemente.
    E’ ancora alquanto stravolta dal mio sfogo di insulti e parolacce di ieri notte al telefono.
    -Mhh..- bofonchio e ripenso alla scena di poco prima. Decisamente una iena, concludo!
    -Angel mi ha chiesto di uscire- le dico e lei batte le mani in modo convulsivo e fa degli strani segni con gli occhi.
    -Stai male?- le chiedo perplessa vedendola incrociare lo sguardo.
    -E’fantastico- urla così forte da farmi quasi sanguinare le orecchie.
    -Che diavolo di schizofrenia hai?- le chiedo disorientata e lei ora punta gli occhi dietro alle mie spalle.
    Mi volto lentamente e mi trovo Spike di fronte!
    Allarme rosso!
    Panico!
    Ho appena detto che l’uomo che lui sa, amo da una vita, mi ha chiesto di uscire.
    Ecco cos’erano quei gesti!E io che mi stavo preoccupando.
    Mi stampo un brillante sorriso sulla faccia quando lui si mette davanti a me e urlo anche io forte.
    -Fantastico, vero?- grido come una cocainomane che si è appena fatta la sua dose giornaliera. Willow ora ha un sorriso a trentadue denti.
    -Mi ha invitato alla festa di Cordelia- aggiungo fingendomi la donna più felice della terra.
    -Quella della gomma- sghignazza Xander e io lo frusto con gli occhi.
    -Ci vado anche io a quella festa- mi dice Spike, rimanendo immobile.
    -Bene- gli rispondo sorridendogli, mentre stringo i pugni per la rabbia.
    -Potete venire anche voi- dico a Xan e Will.
    -Se Anya c’è, io vengo- fa eco Xandere e Willow alza gli occhi al cielo.
    -Andremo a compare qualcosa per stasera- mi dice poi strizzandomi l’occhio.
    -E Angel non farà che toccarti stanotte- aggiunge e poi fissa Spike negli occhi.
    Questa donna comincia a farmi decisamente paura.

    -Non lo farò mai- dico coincisa.
    -Sembro una battona- aggiungo deglutendo.
    Willow mi da un colpo dietro la spalla che quasi mi fa finire con la testa nello specchio dell’armadio.
    -Sei bellissima- mi dice sorridendomi e sistemandomi la scollatura.
    Ho addosso un micro-vestitino velato nero, con una scollatura profondissima che arriva quasi alle costole, rifinita di brillantini.
    Sembro una prostituta.
    -Non metterò piede fuori casa- aggiungo seria.
    -E ho speso anche la mia paghetta degli ultimi tredici anni- concludo cadendo rumorosamente sul letto.
    Lei scivola al mio fianco e poi si mette quasi sopra di me, continuando a controllare di non sgualcirmi il vestito.
    -Ti fidi di me?- mi chiede facendo il labbro tremolo.
    -No- le rispondo secca e lei si toglie quello stupido sorriso della faccia.
    -L’ultima volta che mi sono fidata di te ho quasi ucciso una vecchia, rischiato di morire per un’allergia e provocato danni irreversibili al cranio dell’ossigenato- sbotto e l’ultima parola mi muore in gola.
    Lui che non chiamo così da troppo tempo. Che non prendo in giro.
    Che non insulto sorridendo.
    A cui non faccio il solletico nei posti segreti che solo io conosco….sotto i piedi e sulla pancia.
    Ma come diavolo siamo arrivati fino a questo punto? Perché non sono ancora nella sua cucina a preparar frittelle? P
    erché non sono ancora nel suo letto a fissarlo dormire?
    E lo so. Ed è talmente semplice da farmi bruciare la pelle.
    E’ che tutto il resto non conta.
    Nulla ha senso.
    Perché non mi importa.
    Io lo amo.

    Salgo in macchina sperando che lui non mi prenda per una passeggiatrice e non mi chieda di scendere.
    -Ciao Angel- gli sorrido, contorcendomi nervosamente sul sedile
    -Sei stupenda- mi dice lui e mi sorride.
    Bene…almeno questa è fatta!
    -E’stato facile trovare casa mia?- gli chiedo cercando di rompere il ghiaccio.
    -Conosco bene dove abiti- mi fa sapere e io lo guardo incuriosita.
    Decisamente mi sta corteggiando.
    E questa cosa mi inquieta.
    Insomma, a me lui non piace.
    L’immagine di Angel che corre per il campo zuppo di acre sudore, mi esplode nello stomaco facendomelo attorcigliare.
    E’ bello…insomma anche molto. Ma non è decisamente il mio tipo.
    E questo non c’entra niente con una certo idiota affetto da demenza senile.
    Se è questo che state pensando!!!

    Scivolo nella casa di Cordelia e di colpo il caldo opprimente e la musica alta mi scioglie il corpo.
    Conosco bene questa reggia, dato che per l’affare dei capelli mia madre venne a litigare con i genitore dell’anoressica.
    Ma questa è decisamente un’altra storia. Una storia che non voglio ricordare!
    Mi illumino quando finalmente scorgo Xan e Willow e io e Angel ci avviciniamo a loro.
    -Questa festa è spaziale- urla Xandere forte e io imbarazzata gli tappo la bocca.
    -E la padrone di casa è super sexy- aggiunge, quando gli libero le labbra.
    -Hai la possibilità di avvicinarti a Cordelia, pari a quella di una scimmia impazzita- gli dico e Angel scoppia a ridere.
    Lo fa talmente di gusto che subito noi lo seguiamo a coda.
    -Vorrei ridere anche io- dice una voce che conosco.
    Perché è nata con me.
    Sagomata insieme alla mia anima.
    Mi volto lentamente e lo guardo.
    Prima negli occhi blu. Quelli irreali.
    E poi il suo corpo.
    Bello in jenas scuri e camicia con giacca. La giacca che io gli ho regalato.
    Quando gli ho fatto giurare che l’ avrebbe messa al mio diciottesimo compleanno.
    Quando gliela macchiai con la torta al cioccolato.
    E poi vedo lei. Ed è bella. Non quanto lui. Mai.
    Perché è impossibile. Perché nessuna donna sarà mai alla sua altezza.
    -Balliamo?- mi chiede Angel, facendomi sussultare di colpo.
    Annuisco e lo seguo verso il centro della sala.
    Lui mi stringe e io impacciata appoggio le mani sulle sue spalli grandi.
    -Mi dispiace Angel ma non penso che…- gli dico senza guardarlo e lui mi zittisce con una mano e portandosi nei miei occhi.
    -Non dire niente Buffy- mi sussurra sorridendomi.
    -Ho capito che la tua mente è occupata da qualcun altro e ci sono rimasto decisamente male, dato che mi avevano detto che ti piacevo da anni- mi dice e io avvampo muovendo gli occhi in tutte le direzioni.
    Non posso certamente dirgli che quella era tutta un’idea di Willow per coprire la mia cotta mostruosa per il mio migliore amico!
    -Mi piaci e voglio fartelo capire, se non andrà bene non importa- aggiunge e io sorrido.
    Non posso fare altro, dopo la sua risposta disarmante.
    E’decisamente un ottimo ragazzo. Devo ammettere che averlo definito rapa non è stato molto carino.
    E la sua maglietta sudata non aveva poi un così brutto odore!
    E mentre penso scorgo Spike.
    Che balla. Con lei. Lentamente.
    Da quando? Da quando balli questo genere di cose con una ragazza?
    Da quando ami? Perché ami? Ami come?
    Disperatamente e senza riserve? Dimmi di no.
    Dammi la speranza. Giurami di no.
    Stringo più forte il corpo di questo sconosciuto e spero di non affogare.
    Non anche questa volta. Poi l’aria sembra mancarmi e mi allontano da Angel, congedandomi con la scusa del bagno.
    Mi infilo in un corridoio deserto e mi appoggio al muro ansimando.
    -Stai bene?- mi chiede Spike e io sussulto notando la sua presenza.
    -Si, certo- dico decisa cercando di ricompormi.
    Lui prende in rassegna tutto il mio corpo.
    I mie boccoli morbidi e il mio vestito succinto e io spero.
    Spero che mi veda bella. Almeno un po’. Solo un pizzico.
    E allora mi raddrizzo e cerco di mettere in evidenza il seno piccolo e il copro minuto.
    Quello acerbo e che lui non ha mai guardato. Quello che non è perfetto come il suo.
    -Sei nuda- mi dice di colpo quasi ringhiando e io indietreggio.
    -Cosa?- biascio disorientata.
    -Joyce ti ha visto concita così?- mi chiede e io deglutisco.
    Poi mi avvicino di nuovo a lui. E stringo i pugni.
    -Come ti permetti- gli sussurro arida sulla faccia e ricaccio indietro le lacrime.
    Perché lui non mi vede. Perché io non esisto. Perché io sono solo Buffy sbagliata.
    Buffy da proteggere. Buffy da aiutare. Buffy stupida. Che non ne fa una buona.
    Ridicola con le scarpe della mamma e il rossetto che non sa mettersi.
    -Ti odio Spike Stratford- gli sputo addosso e ora piango.
    Piango quasi scossa dai singhiozzi.
    Perchè ti amo Spike Stratford. E forse ti ho dato troppo amore.
    E sei cieco. E voglio che te ne vada. Non aspettare otto mesi.
    Vai via ora. Ora che ti odio. Ora che ti amo.
    Mi volto e corro verso il salone. E lo sento seguirmi. Correre dietro me e chiamarmi.
    Afferro Angel sperando che non noti le mie lacrime e lo trascino sulla pista.
    Poi alzo gli occhi e lo vedo fissarmi e chiedermi spiegazioni con lo sguardo.
    E allora bacio Angel.
    E chiudo gli occhi. Così che non possa vedere la sua indifferenza.
    Sperando solo di fargli un po’ male. Appena un po’. Solo un pizzico.
    Sperando di riaprire gli occhi. E non trovarlo più.
    Almeno fino a domani.

    TBC
     
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46 replies since 16/9/2011, 10:16   2988 views
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