Crystal by Vanilla

tradotta da Maddy e b_fly e strawberry85 [Completa]

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    Crystal

    by Vanilla

    Tradotta da: B e Maddy e strawberry85
    Subject: AU
    Warnings for: morte di un personaggio secondario
    Rating: NC17
    Genere: Action, Romance
    Lunghezza: 35 capitoli
    Summary: Una bellissima bionda è un agente sotto copertura dell'FBI a Los Angeles. Lavora come hacker per uno dei più ricchi, sporchi e sexy criminali del paese, che pare avere anche qualche segreto. Le scintille volano, non è forse sempre così?
    Link dove trovare la ff originale: www.spikeluver.com/SpuffyRealm/view...y.php?sid=29757

    Traduciamo col permesso dell'autrice.

    Permesso Autrice: I'm glad you enjoyed "Crystal"! If you would like to translate into
    Italian that would be wonderful! As long as my name is still attached
    to the story and I receive credit, you are welcome to post it wherever
    you want. Please send me the link to where you'll be posting it!

    -Vanilla


    Capitolo 1

    Le cose stavano così.
    Quello era il culmine di tutti I suoi sogni degli ultimi cinque anni, da quel fatale momento in cui fu avvicinata da Rupert Giles, capo dei progetti speciali dell’FBI, dopo la laurea.
    Si era laureata col massimo dei voti al college che il governo le aveva pagato, specializzandosi nei campi che avevano richiesto, era stata segretamente addestrata in una struttura in Pennsylvania. Aveva imparato ogni cosa dal tae kwon do e kraw maga a come fregare una macchina della verità e come rompere una serie di manette con i piedi. Quello era uno dei suoi trucchi preferiti.
    Buffy Anne Summers era finalmente pronta per il suo primo incarico come agente sotto copertura.
    Fissandosi attentamente nello specchio, valutò il suo nuovo look. Gli occhiali che indossava da quando aveva 12 anni erano stati sostituiti dalle lenti a contatto, i suoi soliti lunghi e lisci capelli castano chiaro erano stati tagliati a scalare appena sotto le spalle e tinti in una brillante tonalità di biondo. Aveva sostituito I suoi soliti abiti con la nuova divisa da moderna fissata di computer che doveva sembrare di essere.
    Quella di oggi era un paio di jeans grigi a vita bassa, costosi stivali di pelle, una t-shirt dei Ramones e una giacca di pelle. Non le sembrava più di essere sé stessa, il che era buono. Assomigliava esattamente a quella che sarebbe stata per i prossimi 6/12 mesi, il che era meglio.

    prese un profondo respiro e riportò l’attenzione nello specchio, vedendo Giles dietro di lei che controllava gli ultimo dettagli con il suo partner, un uomo bello e brillante di nome Charles Gunn. Nell’ultimo mese i tre si erano isolati in un hotel di Bakersfield, California, rafforzando le storie di copertina, inventando storie personali, e assicurandosi che ogni possible legame con le loro reali identità fosse spezzato. Ed ora tutto era pronto. Ufficialmente loro non erano più chi erano abitualmente.
    “Ok, un altra volta, solo le basi.” Disse Giles quando la sorprese a guardarlo, mescolando le carte finchè non trovò quell ache cercava. Non che non avesse memorizzato ogni parola di essa nei giorni precedenti. “Nome?”
    “Buffy Elisabeth Joyce.”

    “Educazione?”
    "Andata alla Sunnydale High School, uscita dalla statale di Washington sotto borsa di studio con una doppia laurea in scienze del computer e fisica, biennio in arte drammatica"Quella parte almeno era la più vera e perciò abbastanza facile da recitare e ricordare.
    “Dati personali?”
    “ventiquattro anni, nata il 21 Aprile, mia madre è morta quando avevo sei anni per un aneurisma cerebrale, ho vissuto con mio padre fino ai diciassette anni quando andai via da scuola. Alienata, parlo poco, nessun fratello o sorella.” Molto poco di quello era vero ma Buffy lo diceva ancora in modo scorrevole, perfetto e completamente convincente.
    “E quest’uomo è..?”
    “Gunn Hewitt, il mio fidanzato e guardia del corpo, incontrato sul lavoro.”
    “E io sono?”
    “Chi sei tu? Non ti ho mai visto prima.”
    Giles annuì. “Ti senti nervosa, Buffy?”
    “Nemmeno un po’.” Sorrise allegramente. “andiamo a prenderli.”

    Novantasette miglia più distante, un scheda veniva depositata sulla scrivania di William Grace.
    “Si presenta bene, capo.” Disse Xander Harris, incrociando le braccia di fronte a lui mentre aspettava l’approvazione. “nessuna macchia nella sua fedina penale e sembra non essere mai stata presa. Ha una reputazione, tuttavia. Brillante, educata, ma non esattamente contraria alle malefatte.”
    “E cosa ti fa pensare questo?” l’uomo strascicò le parole, prendendo la scheda e sfogliandola disinteressatamente.
    “Esce con un ex teppista di Chicago, per prima cosa e lui non ha proprio una fedina penale pulita
    ma sembra fuori dal giro da un po’. Viene con lei, parte del pacchetto, ma potrebbe essere una buona guardia del corpo. In più lei ha lavorato per un po’ per Ethan Rayne e noi tutti sappiamo che non puoi avere molta virtù se lavori per Rayne.”
    Spike annuì, restringendo gli occhi blu mentre ispezionava la povera fotocopia della patente di Buffy Elisabeth Joyce. Un sorriso apparve agli angoli delle sue labbra. “Portala qui.”
    Le cose si mossero più velocemente di quanto Buffy si aspettasse. Dal momento in cui Giles aveva spedito le sue informazioni si era aspettata che ci sarebbero volute alcuni giorni prima che il suo passato convincesse William Grace che lei era abbastanza pulita (o sporca) per chiamarla per un colloquio. Conosciuto come *Spike* quest’uomo, membro elitario della famiglia di criminali di Angelus, era l’obbiettivo primario di questi due agenti, ma non l’intera indagine. Giles aveva spiegato che Grace era solo un anello, l’uomo d’affari I cui loschi traffici proteggevano i più oscuri e meccanismi interni della famiglia criminale dalla vista. avrebbero potuto patteggiare con lui eventualmente, o sbatterlo in galera a vita, ma quello che i due stavano cercando erano informazioni sul vero capo, il vero cattivo, Liam Angelus, conosciuto come Angel.
    Ma non ci impiegò quanto Buffy si era aspettata. La chiamata dagli uomini di Grace arrivò il pomeriggio successivo, richiedendo la sua presenza a casa sua il giorno seguente alle tre in punto. Non era un invito, non era una domanda. Era una pretesa.

    “Pronta per andare, baby?” Gunn ammiccò, entrando facilmente nel suo ruolo, un ex membro di una banda con tutto lo stereotipo del gergo e del fare da duro che richiedeva. Lo aiutava il fatto che quello era esattamente ciò che era, essendo stato raccolto in giro nello stesso periodo di Buffy, per cambiare la sua vita, fuggendo dalla strada in cui era per fare qualcosa di buono.
    “Impaziente di andare.” Lo corresse lei, raddrizzando le spalle e adottando il vanitoso e confidente personaggio che aveva affinato negli ultimo anni. Le ricerche indicavano che Grace rispettava le persone che non gli permettevano di calpestarli e Buffy non aveva problemi a giocare con questa debolezza.

    Giles li guardò andare via, orgoglioso di quei due agenti che aveva aiutato a prepararsi. Strettamente coinvolto in questa missione in veste di consulente, Giles ricordava affettuosamente I giorni in cui era stato nel mezzo dell’azione, con l’ideale di eliminare qualcosa di cattivo nel mondo. Si voltò verso l’interno, confidando nel suo cuore che avrebbero fatto ogni cosa in loro potere abbattere l’uomo che stavano cercando.

    Chapter 2: Crystal



    Erano riusciti a superare il ridicolo traffico di LA fino alle Hollywood Hills prima che una crisi di nervi colpisse Buffy. Non c'era nessun esteriore segno di panico, ma dentro il suo cuore stava battendo come se stesse per entrare tra le fauci di un mostro. Il che, in un certo senso, era.
    “Sono qui con te, bimba” disse Gunn guardando la strada e prendendo la curva a sinistra. Buffy sorrise, eternamente grata che loro fossero stati assegnati come partner. Era chiaramente nella sua stessa lunghezza d'onda, esattamente il tipo adatto come partner sotto copertura.
    “Allora, mio bellissimo ragazzo, mi porterai fuori stasera per festeggiare il mio nuovo lavoro?” ridacchiò, cercando di alleviare la tensione.
    “Sarà una notte in città, ragazza” rispose lui. Si sorrisero e divennero silenziosi di nuovo, avvicinandosi alla destinazione finale.
    “Ci siamo” le disse mentre arrivavano davanti a un enorme cancello di legno scuro. I muri stuccati si estendevano per isolati da entrambe le parti, impedendo di vedere la casa.
    Gunn abbassò il finestrino e uno smilzo agente della sicurezza si avvicinò. “Nomi?”
    “Buffy Joyce e Gunn Hewitt” si sporse Buffy.
    “Motivo?”
    “Qui per vedere Mr. Grace” rispose.
    L'uomo guardò la sua lista e annuì. “Guidate lungo il viale e qualcuno vi incontrerà fuori dalla porta principale”
    “Grazie – Jonathan” flirtò Buffy, facendolo arrossire, prima di tornare al suo sedile mentre la porta si apriva.
    Guidarono piano lungo il viale d'ingresso, circondati a destra e sinistra da alberi di palme. Il terreno era perfettamente curato, con ciuffi di erba verde e giardini e fontane, Buffy guardò stupefatta.
    “Per la miseria, non è male” disse Gunn quando vide la casa. Era una splendente villa in stile spagnolo, con edere sulle pareti e fiori intorno al confine. Si avvicinarono ad una donna ben vestita che li attendeva vicino alla porta.
    “Si entra in scena” disse Buffy, mentre lei e Gunn uscivano dalla macchina per incontrare il loro destino.
    “I signori Joyce e Hewitt?” ai due cenni di assenso, la brunetta epose una mano perfettamente curata “Io sono Winifred Burkle, potete chiamarmi Fred, sono l'assistente di Mr. Grace. Lui è leggermente in ritardo ma mi ha chiesto di mostrarvi il portico posteriore per il pranzo. Non avete già mangiato, vero?” disse con accento del sud.
    “Nah, non ancora” rispose Gunn per loro, intrecciando le dita con Buffy e rassicurandola con una stretta “Ci mostri la strada”
    La coppia seguì Fred nell'enorme entrata con scale circolari, attraverso il soggiorno che Buffy calcolò avrebbe potuto contenere sedici delle sue stanze da dormitorio di college, e fuori sul giardino che si affacciava sul canyon e sulla città sottostante.
    “Prendete pure qualunque cosa vogliate mangiare” sorrise Fred, indicando l'enorme distesa di snack e bevande. “Mr Grace dovrebbe arrivare tra pochi minuti” e con questo, voltò i tacchi e si allontanò, lasciandoli soli.
    “Potrei abituarmi a questo!” squittì Buffy, allungandosi oltre il parapetto del balcone , chiudendo gli occhi e lasciando che la leggera brezza le trasportasse i capelli.
    “Ci capiamo, io e te” scherzò Gunn, guardando il cibo prima di scegliere un croissant e darci un morso. “La casa più bella in cui sono mai stato”
    “Non parlare con la bocca piena” lo ammonì come solo una fidanzata può fare, dando un occhiata alla magnifica area piscina prima di voltarsi e alzare gli occhi per osservare la csa.
    “Dio, ci saranno un migliaio di stanze qui o qualcosa del genere” disse a occhi spalancati.

    “O qualcosa del genere” giunse alle sue orecchie una voce con accento Inglese. William Grace stava scendendo le scale da un balcone esterno ai piani superiori, con un sorriso amichevole sul volto.
    Buffy aveva studiato ogni singola informazione che avevano su quell'uomo più volte, il che comprendeva anche fotografie. Quindi era preparata ai suoi lineamenti scolpiti e i suoi scioccanti capelli biondo platino. Aveva anche visto sue foto sulla spiaggia di Cabo San Lucas, quindi sapeva esattamente cosa quella camicia nera e pantaloni grigi nascondevano. Quello a cui non era preparata era la scintilla nei suoi occhi blu ghiaccio, che poteva vedere da venti metri di distanza, e alla grazia felina con cui si muoveva.
    “Sono lieto che abbiate potuto incontrarmi” disse lui sinuosamente, avvicinandosi a lei e allungando una mano per stringere la sua. “Sono William Grace, sei la benvenuta a chiamarmi Spike”
    “Beh, grazie a te per aver chiesto un incontro” rispose Buffy gentilmente, tenendogli la mano un secondo più del socialmente accettabile. “Io sono Buffy, e puoi chiamarmi così” tremò impercettibilmente quando lo vide guardarla in apprezzamento e, dal leggero sopracciglio alzato nei suoi lineamenti, immaginò che poteva piacergli quello che vedeva.

    Non ne aveva idea. Dalla foto sulla patente che aveva visto, Spike si era aspettato una ragazza carina, e non aveva problemi ad aggiungerne un altra al suo staff. Ma la ragazza di fronte a lui era molto più di quanto si ear aspettato. La sua mente andò istantaneamente in posti in cui non avrebbe dovuto, e dimenticò per un momento cos'era venuto lì a fare.
    “E lei dev'essere il signor Hewitt” disse infine quando riuscì a togliere gli occhi da quelli smeraldo di Buffy.
    “Semplicemente Gunn” disse, allungando la mano e stringendola fermamente “Come va'”
    “Gunn. Grazie anche a te di essere venuto” disse, tornando a guardare Buffy “Da quanto ho capito, i tuoi particolari... talenti, potrebbero essere esattamente quello che sto cercando” scansionò con gli occhi il suo corpo, messo in risalto dai jeans stretti e dal top scollato.
    Qualcosa nel suo tono e nella sua espressione fece pensare a Buffy che il suo complimento andasse oltre i suoi talenti col computer, ma scacciò il pensiero tanto in fretta quanto si era formato e scrollò le spalle. “Dipende da cosa stai cercando. Ho molti talenti”
    “Beh, cosa ne dici se li testiamo?” ghignò, poi continuò alla sua espressione leggermente stupita “Ho pensato di fare un piccolo test. Non voglio sprecare il tuo tempo o il mio se non sei quello che voglio”
    “Onestamente, non sono particolarmente preoccupata” disse leggera “Sono probabilmente quello che vuoi. Cosa vuoi che faccia'”
    Piacevolmente sorpreso da come questa donna non sembrasse neanche remotamente impaurita di lui, Spike invitò Gunn a rimanere fuori mentre lui e Buffy andavano nel suo ufficio, ma ricevette una contestazione.
    “Dove va lei, vado io” disse Gunn, mettendo intorno a Buffy un braccio protettivo.
    “Non pensi di poterti fidare di me?” chiese Spike alla donna, che lo guardava fredda e impassibile nel suo bellissimo viso.
    “Non mi fido di nessuno” rispose.
    “Buona risposta” fu quella di Spike, mentre invitava la coppia a seguirlo dentro casa.
    Spike li condusse oltre un enorme libreria, fino ad un confortevole ufficio casalingo. Ad aspettarli dentro la stanza c'era Fred e un uomo dai capelli scuri che si presentò come Lindsay MacDonald.
    “Lindsey è uno dei miei nuovi avvocati” disse Spike, girando il perimetro della sua enorme scrivania di mogano. Da una valigetta sul pavimento, prese un piccolo computer portatile e lo ve lo sistemò sopra.
    “Prendi posto” le indicò la sedia opposta alla scrivania. Buffy si rilassò nella confortevole sedia, incrociando le gambe e appoggiandovi sopra i gomiti. Gunn rimase protettivamente dietro di lei a braccia incrociate.
    “E' un test piuttosto comune” spiegò Fred, accendendo il computer. “Vogliamo solo vedere qual'è il tuo stile, come lavori, quel genere di cose”
    Buffy annuì e ispezionò lo schermo, che si illuminava in una lisa di password da codificare e account criptati. “Ho un limite di tempo?” chiese, iniziando a battere rapidamente sui tasti.
    “Beh, spero tu sia più veloce dell'ultima persona a cui abbiamo parlato, con le tue qualifiche” sorrise Fred. “Sei arrivata con forti raccomandazioni. Ma, immagino, non ti faremo fermare se--”
    “Finito” disse Buffy con leggerezza, chinandosi di nuovo sulla sedia con sguardo disinteressato.
    Fred aggrottò la fronte, controllando lo schermo. Battè un paio di tasti e annuì. “Ottimo lavoro”
    Buffy si concesse di sorridere soddisfatta. Non era stato proprio facile, ma aveva imparato un trucco qualche anno prima che le consentiva di dimezzare il tempo standard di decriptazione. Piaceva sempre al pubblico.
    “Impressionante” disse Spike, appoggiandosi al proprio schienale.
    “Non realmente” scrollò le spalle lei “Probabilmente potevo farlo a sedici anni” Gunn tossì dietro di lei, mentre Lindsey e Fred la guardavano a occhi aperti.

    Spike, invece, si limitò a ridere. “Magari avresti potuto” la considerò per un momento, prima di chiedere, “Gunn, ci sono possibilità che lasci che Fred ti accompagni a prendere qualcosa da bere per noi? Prometto che la signorina è al sicuro in mia presenza”.
    Quando Buffy si voltò e gli fece un cenno, lui seguì Fred fuori dalla stanza, chiudendo la porta dietro di loro.
    “Allora, signorina Joyce” iniziò Lindsey, sedendosi sul bordo della scrivania.
    “Chiamami Buffy” insistette “Signorina Joyce mi fa sentire vecchia”
    “Beh, non la sei, quindi immagino che non possa farti sentire così” rise “Okay, Buffy. Di cosa pensi si tratti questo lavoro?”
    La bionda scrollò le spalle “Voi mi pagate e io gioco col computer. Non ho altre aspettative a riguardo”
    “Hai conoscenza di quale genere di affari sia quello in cui il signor Grace è coinvolto?”
    A questo punto, Buffy si fermò per scegliere attentamente le sue parole. “Non ho dei... preconcetti, immagino, se è quello che chiedi. Quello che posso o non posso aver sentito non mi influenza. Seguo quello che vedo”
    A Lindsey pensò piacere l'offerta e si chinò leggermente avanti per la successiva domanda. “E, Buffy, se lavorerai per il signor Grace, abbiamo bisogno di avere la massima fiducia in te. La parola chiave è 'confidenziale'. Ti daremmo solo le informazioni che riteniamo necessarie per il tuo lavoro. Ti disturba?”
    Buffy rispose onestamente “Sono una persona curiosa, a dire la verità. Ma si, immagino posso essere tenuta all'oscuro se vengo pagata per quello che merito”
    Guardò l'espressione inesistente di Spike, sperando di non aver fatto uno sbaglio. Ma poi lui sorrise, un sorriso che lei sentì illuminarle il corpo come una fiamma. “La curiosità va bene” disse “Anche io sono una persona curiosa”
    Buffy rispose al sorriso, dimenticando per un secondo che Lindsey era nella stanza. La domanda successiva la fece tornare coi piedi per terra, comunque. “Con la natura della posizione che ricopriresti, vorremmo averti a disposizione in qualunque momento. Non lavoreresti negli uffici del signor Grace ma qui, nella sua casa. E per via di questo, ti chiederemmo di vivere qui?”
    “Vivere qui?” chiese sorpresa “Questo sembra, non so, insolito”
    Spike scrollò le spalle. “Immagino lo sia, si, ma è così che funziona. Non saresti l'unica mia impiegata a vivere qui, e ovviamente Gunn può seguirti. Fred sta discutendo una posizione con lui mentre parliamo”
    Buffy non si aspettava questa curvatura degli eventi, ma si rese presto conto che poteva essere un vantaggio. Vivere nella casa del bersaglio non aiutava l'investigazione? Certo che si. “Dovrei parlarne a Gunn, ma immagino non ci siano problemi”
    Lindsey annuì, e iniziò a parlare di nuovo ma fu interrotto da Spike. “Perchè non vai a controllare Fred e Gunn e mi dai qualche momento solo con Buffy?”
    Lindsey comprese e annuì, annuendo a Buffy mentre si allontanava. Quando la porta si fu chiusa di nuovo, Spike si alzò e prese la posizione che aveva prima l'avvocato sulla scrivania. Studiò la fragile ragazza di fronte a lui per un momento, e disse. “Sai cosa, Buffy, mi piaci”
    “Beh, mi piace piacere” rispose, sopprimendo l'eccitazione che le cresceva nello stomaco. L'aveva fatto? Aveva davvero ottenuto il lavoro?
    “Sarò un po' più esplicito di quanto Lindsey è stato” disse serio “Lui è un avvocato e loro non dicono mai le cose come le intendono realmente. Io non sono un avvocato e non perdo tempo” si chinò leggermente in avanti, finchè il suo viso non fu a meno di un metro da quello di Buffy. La ragazza sentì mozzarlesi il respiro in gola mentre lui la guardava intentamente. “Non tutto quello che faccio qui è legale. Non tutto quello che vedrai in questa casa ti renderà felice. Questa è la natura del mio lavoro e non ti giudicherò se non puoi accettarlo. Ma se decidi di accettare questo lavoro, mi aspetto lealtà, non voglio che scappi alla prima cosa che ti mette a disagio. Una volta dentro, verrai a conoscenza di informazioni che non voglio che il resto del mondo sappia, e che tu scelga di andartene dopo averle sapute non è nel migliore interesse di nessuno di noi. Sono stato chiaro?”
    i suoi occhi si indurirono e, in quel momento, Buffy potè vedere come quest'uomo bellissimo di fronte a lei fosse la forza dietro tutti i crimini di cui aveva letto. E lui l'aveva quasi ammaliata fino a dimenticarsene. “Cristallino” sorrise lei, riprendendo totalmente il controllo. “Allora, sono assunta?”

    Capitolo 3

    Fred accompagnò Gunn e Buffy alla porta, ringraziandoli per il loro tempo. I due agenti dovevano ancora esaminare gli avvenimenti accaduti nella casa. Erano stati portati in soggiorno, ringraziati per il loro tempo e informati che Mr Grace aveva davanti una giornata intensa ma era impaziente di avere notizie di entrambi. Salirono velocemente nel furgone e se ne andarono, aspettando tre isolati prima di sospirare entrambi di sollievo.
    “Sei veramente una seduttrice,” rise Gunn “Grace era seriamente entusiasta di te. Penso tu l’abbia conquistato prima di aver toccato un computer.”

    “Le mie astuzie femminili sono abbastanza efficaci.” Ridacchiò lei, scegliendo di dimenticare che le sue astuzie maschili avevano quasi funzionato con lei. “E tu! Sono così duro, sono così cattivo, non prendere la mia donna senza me attorno.”
    “Così, presume ti abbia offerto anche un lavoro,” disse Gunn e si calmarono dopo l’iniziale affluso di adrenalina.
    “Oh sì, dopo un alquanto intimidatorio discorso su come lavorare per lui, non posso davvero lasciare.”
    “Ho ricevuto anche io quel discorso, sebbene il mio provenisse dalla bocca di una bellezza del sud e sono stato tutto tranne che intimidito.”
    “E ti ha detto che dovremmo vivere qui?” Gunn annuì. “Mi chiedo cosa ne penserà Giles,” rimuginò Buffy, afferrando il suo cellulare per scrivere al loro cap che si stavano dirigendo verso il luogo d’incontro.
    “Posso dirti esattamente cosa ne penserà,” disse Gunn, imitando un terribile accento Britannico. “Questo è completamente..”
    “sconvolgente!” s’inquietò Giles. “Come potremo mantenere contatti se voi vivrete nella casa del soggetto d’investigazione? Dovrete stare senza armi, senza biglietti, senza nessun modo di contattarmi senza destare sospetti.”
    “Lo so, Giles,” sospirò Buffy, lasciandosi cadere sul divano dell’appartamento dove avrebbero dovuto vivere. “Ma questo è l’accordo. Coì invece di lamentarsi perchè non pensiamo a come affrontarlo?”
    “Io non mi… lamento,” disse Giles, mettendo il broncio. “ho solo fatto notare I seri problemi che questa nuova situazione può causare.”
    “Ma potrebbe anche aiutare,” fece notare Gunn. “Se vivremo con tutte queste persone che lavorano per Grace, alcune di loro potrebbero parlare. In realtà si potrebbe risolvere tutto per il meglio.”
    “Suppongo,” meditò l’uomo più anziano, togliendo gli occhiali e iniziando a pulirli mentre rimuginava sul problema. “Bene dato che realmente non c’è niente che si possa fare, propongo che voi impariate a memoria più file che potete. Dovrete andare senza armi ma son sicuro che ne avrai una a disposizione, Charles. E tu, Buffy, come terrain in ordine le informazioni che ottieni?”
    Buffy aggrottò le sopracciglia. “Posso memorizzarne la maggior parte, ovviamente, ma sarebbe più facile se potessi annotarli almeno una volta alla settimana o qualcosa così. Magari potrei lasciare la casa per pedicure settimanali o qualcosa del genere? Troverò il modo di incontrarci, Giles, non preoccuparti.”
    Quella notte lei e Gunn si misero a rileggere I files che avevano studiato per mesi, ma questa volta imparandoli a memoria come se si stessero preparando ad un esame. La quantità di informazioni era preoccupante. C’erano pagine e pagine sulla storia di William Grace, Liam Angelus, e I membri più ricchi del loro staff, insieme a dettagliati resoconti di ogni crimine che poteva essere connesso all’organizzazione negli ultimi dieci anni.
    Alla fine della serata Buffy poteva considerarsi un esperta della storia personale di Spike Giles.
    Mentre cercava di dormire ricordò ancora una volta le informazioni.
    Nasce a Londra, Inghilterra. Si trasferisce a New York a dodici anni. Il padre lavora come cecchino per Nathaniel Angelus. I genitori muoiono in un sospetto incidente stradale quando lui ha quindici anni. Viene addottato dalla famiglia Angelus, Nathaniel, sua moglie Darla e il figlio Liam, di otto anni più vecchio. Inizia a lavorare per la famiglia Angelus come assistente di Liam, a diciassette anni. Il soprannome *Spike* inizia a venire usato in questo periodo. Studia al Columbia, continuando a lavorare per la famiglia. Quando Nathaniel Angelus viene ucciso il controllo dell’organizzazione passa al figlio. In questo periodo le informazioni si fanno confuse, quando William ha ventiquattro anni. Qualcosa a proposito di una donna e un litigio con Angel, poi William si trasferisce in California e sembra iniziare una vita legale, solo per rientrare nel mondo del crimine tre anni dopo. Ora a trentasei è il punto cruciale della famiglia Angelus, la chiave per dare un aspetto legale a prima vista alla vasta quantità di affari, il cervello dietro la maggior parte delle operazioni. Egli è la chiave per sconfiggerli.
    E Buffy sarebbe stata colei che l’avrebbe fatto.
    Ma quando l’oblio alla fine la avvolse nomi, date e informazioni sui crimini che aveva aiutato a commettere svanirono, rimpiazzati dall’immagine del suo sorriso.
    Spike non aveva idea di cosa stesse succedendo in lui.

    Era stato distratto per tutto il pomeriggio precedente, aveva quasi dimenticato una telefonata cruciale con uno dei suoi soci a Chicago. Si era rigirato nel letto tutta la notte, decidendosi alla fine alle tre del mattino di scendere in palestra, ad allenarsi fino allo sfinimento. Quella mattina si ritrovò a camminare per l’ufficio, alternando occhiate fuori dalla finestra che dava sulla piscina sottostante e all’orologio.
    Quando Buffy chiamò Fred intorno a mezzogiorno mentre stavano pranzando tutta la tensione accumulata scivolò immediatamente via dal suo corpo. Si rimproverò mentalmente quando realizzò che stava solo aspettando di sentirla.

    “Coglione,” si disse mentre aspettava che Fred terminasse la chiamata e tornasse dentro.
    “Bene, hanno accettato,” sorrise lei quando rientrò, ottenendo un sospiro di sollievo da Spike. “Ho detto loro di venire stasera intorno alle otto e li faremo sistemare.

    Spike annuì, fingendo un aria disinteressata, tentando di sopprimere la smania di vederla di nuovo. Lei era solo… qualcosa. Lei era chiaramente brillante e ogni donna che era più intelligente di lui catturava istantaneamente la sua attenzione, dal momento che generalmente si circondava di donne che erano l’esatto opposto. C’era qualcosa nei suoi occhi, qualcosa di più profondo di quell’arguta, informale e persona sicura di sè che sembrava essere. Spike sapeva quando qualcuno aveva un segreto e doleva dalla voglia di scoprire I suoi.

    Dopo una giornata di preparativi e bagagli e, a detta di Giles, che tutto sarebbe andato per il meglio, Buffy e Gunn tornarono alla villa. Buffy si sentiva meno nervosa e più eccitata riguardo la prospettiva di iniziare l’investigazione, e cercava di convincersi che ogni ansia non aveva niente a che vedere con il fatto che avrebbe rivisto il suo nuovo capo.
    Fred li stata aspettando fuori. “Felice di vedervi di nuovo!” sorrise, molto meno professionale ora che erano ufficialmente parte del team. Chiacchierava animatamente mentre li accompagnava in cucina e giù lungo una rampa di scale nel seminterrato della villa, decorato come il resto della casa. “E’ un po’ come una piccola colonia estiva,” rise Fred mentre mostrava loro la stanza comune e la cucina. “Vivo qui insieme a Xander, che incontrerete tra poco, e Lorne, che non so dove sia.”
    “E’ come un'altra casa qui sotto.” Disse Buffy mentre Fred indicava la loro stanza.
    “”Sì. Non siete confinati qui, ovviamente.” Disse lei. “L’unico posto in cui non potete andare è il piano di sopra, che è il personale spazio di Spike – Mr Grace - . La piscina, la palestra, potete andarci quando volete.”
    Li condusse nella loro camera, una suite con vista sulla piscina, e il loro bagno privato. Gunn emise un leggero fischio. “Più carino del buco all’inferno che stavamo affitando, giusto baby?”
    Buffy annuì e lanciò la borsa sul letto.

    “Gunn perché non vieni con me, cerchiamo Xander per aiutarci a prendere le vostre valigie dall’auto e posso mostrarti dove parcheggiare. Buffy puoi venire con noi, altrimenti puoi rilassarti qui, saremo di ritorno in un attimo.”
    Buffy scelse di seguirli di sopra, preferendo non rimanere ancora da sola. “Xander?” chiamò Fred mentre salivano di sopra. Un attraente e leggermente goffo uomo uscì dalla cucina, addentando un sandwich.
    Ondeggiò, inghiottendo velocemente, e si presentò a Gunn e Buffy. I due uomini uscirono a prendere i bagagli, e poi Fred andò con Gunn a spostare la macchina.
    Xander rientrò e iniziò a fissare attentamente Buffy. “Mi sembri familiare,” disse, pensando a dove avrebbe potuto vederla prima, a parte la foto offuscata nella scheda che aveva messo insieme.
    Buffy scrollò le spalle, la sua eccellente memoria le diceva che non aveva mai visto quest’uomo in vita sua. “Assomiglio ad un sacco di persone, suppongo.”
    “Non sono d’accordo.” Disse Spike dietro di lei, facendola trasalire.
    “Una campanella al collo,” disse Buffy quando riguadagnò la sua compostezza. “Pensaci.”
    “E un collare di pelle, no?” replicò prima di fermarsi. Al dolce rossore che tinse le sue guance, lui sorrise.
    “Bene” Io vado” disse Xander ad altra voce, lasciando i due da soli, riconoscendo i segnali.
    “Così ti stai sistemando bene?” chiese Spike.
    “Yeah. Yeah, il piano di sotto è carino.” Annuì lei, con entusiasmo.
    “Non c’è bisogno che stai giù tutto il tempo, tuttavia.” Disse lui, e mentre lei stava per rispondere le voci di Gunn e Fred giunsero dalla porta.
    “Sono nelle mie stanze, notte, Pet,” disse velocemente, sfiorando delicatamente il suo braccio e svanendo prima che lei realizzasse che se n’era andato. Il suo leggero tocco le bruciò per il resto della notte.

    Capitolo 4


    Ogni potenziale imbarazzo nel dormire nello stesso letto di Gunn si dissipò quando Buffy, irritata dal fatto che aveva messo nel caos la stanza a neanche due ore dal loro trasferimento, si tolse la maglietta, gliela gettò e dichiarò che non avrebbe beccato niente quella sera.
    Avevano legato istantaneamente da quando si erano incontrati, formando un intensa amicizia. Buffy era una delle poche donne nell'addestramento per progetti speciali, mentre Gunn non aveva legato con trli altri per via della sua mancanza di educazione formale e propensione a usare i pugni per risolvere le cose. Una notte da ubriachi si erano baciati, poi spostati, fatto facce disgustate e dichiarato che non avrebbero mai fatto sesso o raggiunto il romanticismo.
    Ma riuscivano tranquillamente a fingere di essere una coppia innamorata, data la loro familiarità e mancanza di legami personali. “E' come se fossimo sposati da cinquant'anni e avessimo perso interesse per il sesso” aveva detto Buffy dopo che avevano ricevuto il loro primo incarico.
    “Io non perderò mai il bisogno del sesso, piccola” aveva riso lui.
    Scivolarono a letto, ognuno dei due aveva ricevuto ordini per il giorno dopo. Gunn doveva andare con Fred a prendere qualcosa a San Diego, mentre Buffy doveva mostrarsi nell'ufficio di Spike alle dieci.
    Era una fortuna per lei potersi svegliare tardi, dal momento che non potè chiudere occhio fino a mezzanotte.

    Nel secondo esatto in cui l'antico orologio a muro segno le dieci, Spike sentì bussare alla porta.
    “Entra” chiamò Spike, alzandosi mentre Buffy si faceva strada nella stanza, vestita per il caldo in una gonnellina nera corta e una maglietta bianca. Capelli legati. Trucco al minimo. Borsetta nera sulle spalle. Maledettamente splendida.
    “Buongiorno” sorrise sedendosi di fronte alla scrivania, mostrando per un secondo le cosce mentre incrociava le gambe.
    Lui distolse gli occhi dalla sua pelle liscia e abbronzata, per guardarle il viso. “E' tutto sistemato per poter usare le tue abilità?”
    Di nuovo, avrebbe potuto giurare che c'era qualcosa di sporco nel modo in cui parlava di 'abilità'. Quasi rispose con una provocazione su quanto lui potesse desiderare le sue abliità, ma poi ricordò la sua conversazione con Gunn quella mattina. Le aveva fatto notare che Spike sembrava gradirla, ma era comunque il suo capo e il sottoposto di una mente criminale. Quindi lei doveva riuscire a freddare tutto ciò che sembrava flirt o insubordinazione. Le piaceva la sua testa dov'era, non rimossa dal corpo e sepolta nella sabbia. Non che ci fossero prove che lui lo facesse, si ricordò. Ma comunque. Professionalità.
    “Pronta e volenterosa” disse carica, pentendosi immediatamente delle proprie parole e dallo sguardo lussurioso che bruciò gli occhi di Spike.
    Quando lei aveva parlato, un immagine di lei con indosso solo un asciugamano sul bordo della sua piscina gli si formò in testa, mentre diceva quelle tre parole. Prima che nella sua mente Buffy lasciasse l'asciugamano, Spike si riportò alla realtà e disse “Bene, ho alcune cose su cui farti lavorare oggi. Dovremmo iniziare, okay?”
    Buffy annuì e lui prese un file, porgendoglielo e spiegandole il suo primo compito.
    La condusse in una nuova parte della casa, verso un enorme stanza tecnologia. Uno dei migliori sistemi desktop che i soldi potevano comprare era agganciato al muro, con due laptop lì accanto. “Spero non ti serva altro” disse, vedendo la sua espressione attonita.
    “Uh, si” disse “Di più, in effetti. Ma non portarlo via!” si voltò implorante, portandolo a ridere.
    “Non me lo sognerei nemmeno, passerotto” insistette, riluttante a lasciarla ma sapendo che non c'era ragione per lui di restare lì. “Allora fammi sapere quando quei primi dieci file sono pronti, okay? Il resto non è così urgente” e con questo, se n'era andato.
    Buffy sospirò e si voltò verso i computer davanti a lei. Prese fuori il suo iPod, lo avviò e si mise al lavoro.
    Mentre rivelava codici e creava password, contemplò la possibilità di trasferirli nel disco che teneva nella borsa. Negò rapidamente l'idea, comunque, ricordando che Fred le aveva detto che la sicurezza faceva retate a random nell'intera casa. Invece, lesse rapidamente ogni file che le passava sotto gli occhi, grazie alla sua utile abilità di lettura veloce e memoria fotografica che le permetteva di imprimersi le informazioni nella mente.
    Niente sembrava particolarmente interessante, ma sapeva che non importava ora. Anche il più piccolo pezzo del puzzle era cruciale, alla fine, per risolverlo. Se un angolo era incompleto, l'intero pezzo era inutile.
    Le ci vollero poche ore per finire il primo carico di lavoro assegnato e, quand'ebbe finito, si appoggiò alla sedia con un sorriso soddisfatto. Da quando aveva quindici anni ed era stata introdotta al'intricato, complesso mondo di cosa si poteva fare con un singolo computer, non aveva trovato nient'altro che la rendesse contenta. Era tutto un mistero da risolvere, e lei adorava essere quella che lo risolveva.
    Persa nei suoi pensieri, non notò Spike entrare. Lui si appoggiò allo stipite della porta, perso nella vista di lei. Stava a gambe incrociate sulla poltrona del computer, con grandi cuffie a coprirle le orecchie, gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte, battendo le dita al ritmo della musica che solo lei poteva sentire.
    Dopo averla lasciata lavorare, aveva ricordato nel mezzo di una conferenza parti di sogno che aveva fatto quella notte su di lei. Membra intrecciate in lenzuola cariche di sudore, gemiti dalle labbra di Buffy diretti nel suo orecchio, le sue morbide mani che accarezzavano ogni centimetro di lui. Era nei guai, e lo sapeva.
    Buffy aprì gli occhi e lo vide lì in piedi, mentre un leggero sorriso le si formava in volto. “Ho finito il primo gruppo” disse, togliendo le cuffie.
    “Oh, fantastico” annuì lui, che aveva dimenticato di essere lì per una ragione reale. “Stavo per andare a pranzo, ti unisci a me?” l'invito gli uscì dalle labbra prima di averlo realmente considerato. Di solito Fred gli portava il pranzo, lui lo mangiava alla sua scrivania, oppure usciva per un incontro di lavoro o con le tante donne che lo circondavano. Era molto amichevole con suo staff, e sapeva di piacergli, ma raramente socializzava con loro.
    Buffy accettò esitante, porgendogli il disco con i file decriptati. Lo seguì fuori verso la cucina, chiedendosi se avesse già fatto qualcosa di sbagliato. Perchè avrebbe voluto pranzare con lei, senno?
    “Cosa vuoi?” le chiese, interrompendo il treno dei suoi pensieri.
    “... voglio?”
    “Da mangiare, amore” ghignò lui.
    “Beh, quali sono le mie opzioni?”
    “Sono un cuoco dannatamente bravo, se posso dirlo” disse Spike, aprendo il frigo e frugandone il contenuto. “Faccio del formaggio alla griglia da fine del mondo, per esempio” lei rise, uno dei suoni più dolci che lui avesse mai sentito. “Non è uno scherzo! Faccio cose meravigliose con pane e formaggio”
    “Allora abbiamo un vincitore” sorrise lei, prendendo posto in uno degli sgabelli da bar. “Sono sicura che sarà il miglior formaggio grigliato al mondo”
    “Penso che tu mi stia prendendo in giro” ruggì lui “Non sono sicuro di come mi sento a riguardo”
    Buffy spalancò gli occhi. “M-mi dispiace. Non intendevo--”
    “Hey, hey” la fermò. “Ho appena deciso che mi ci sento bene, amore”
    “Sul serio?”
    “Serio. Qualcuno deve tenermi in riga, e tu sembri adatta al compito”
    “Sarà un duro lavoro” sorrise lei “Ma dev'essere fatto”
    Condivisero un sorriso mentre Spike raccoglieva gli ingredienti. “Cipolle? Bacon? Maionese? Qualcosa ti disturba?” le chiese mentre accendeva i fornelli.
    “Nulla” rispose “Anche se non sembra nessun formaggio alla griglia che ho mai mangiato”
    “Devi solo aspettare” ghignò lui. Mentre cucinava, iniziò a chiederle domande su di lei, e lei dovette mentire, tornando sulla terra dalla realtà paradisiaca in cui era stata per un momento. Non era un appuntamento. Questo non era un uomo che avrebbe potuto conoscere per divertimento.
    Questo era un uomo implicato in molti crimini. Droga, violenza, furti, la lista continuava. Buffy cercò invano di tenerlo in mente mentre continuava a conversare con lui, ma la sua mente traditrice e il suo corpo consentivano le sue parole amichevoli, i suoi occhi meravigliosi, il suo sorriso che la uccideva.
    Stupida frustrazione sessuale.
    Spike le mise davanti un piatto con il sandwich e un bicchiere d'acqua, prendendo posto accanto a lei con il proprio. La guardò con aspettative quando prese il primo morso.
    “Oh mio Dio” disse con la bocca piena, prima di deglutire. “Potrebbe essere la cosa più buona che ho mai avuto in bocca” Spike alzò un sopracciglio e lei arrossì. “Il sandwich. Ritiro ogni dubbio sulle tue capacità di fare sandwich”
    “Hai dannatamente ragione” sorrise, dedicandosi al suo pranzo.
    Mangiarono in un silenzio confortevole, un silenzio che fu interrotto dal suono del cellulare di Buffy, datole il giorno precedente da Fred con un numero che non avevano altri che i suoi collaboratori.
    Il nome di Gunn apparse nell'identità del chiamante, e lei rispose con un sorriso. “Hey piccolo” disse, inconsapevole della tensione che si formò sulle spalle di Spike.
    L'improvvisa gelosia gli ribollì le vene mentre un immagine di Buffy e Gunn a letto insieme gli invase la mente sorprendendolo. Aveva quasi dimenticato che lei aveva un fidanzato. Un altro dei suoi impiegati.
    “E' proprio qui a dire il vero” disse Buffy, voltandosi poi verso di lui “Fred ha tentato di chiamarti” riportò l'attenzione al cellulare. “Okay, certo. Glielo farò sapere... pranziamo. Mmhm. Okay, ci vediamo dopo” agganciò e si voltò verso Spike. “Fred voleva farti sapere che sono quasi là a prendere... qualunque cosa dovevano prendere senza problemi. Torneranno presto e non dimenticare che hai una cena con Margaret Walsh stasera”
    Spike rise. “Un giorno fuori dal mio ufficio e pensa che andrei in pezzi senza di lei. In effetti, probabilmente è così”
    “Da quanto tempo lavora per te?” chiese Buffy casualmente, sperando che fosse domanda di apertura ad una serie sul suo staff.
    “Circa tre anni, qualcosa del genere” disse “L'unica persona che sta con me da più tempo è Lorne”.
    “Non l'ho ancora incontrato”
    “Davvero? Dovresti, è intrattenitivo”
    “Cosa fa?”
    “Una specie di... addetto all'immagine” disse Spike con cautela.
    “Ah” Buffy annuì, sentendo la sua esitazione a rispondere. “Beh, dovrei probabilmente tornare a lavoro”
    Spike acconsentì, deluso che il loro tempo insieme stesse finendo. “Io vado verso l'ufficio. Xander è qui intorno, se ti serve qualcosa”
    Buffy si offrì di aiutare a pulire ma lui rifiutò, mandandola a lavoro mentre lui cercava di pensare a qualcosa, qualunque cosa, tranne lei.



    Capitolo 5


    Una mano sulla sua spalla fece sussultare Buffy, che prese contro alla pila di fogli accanto al computer e squittì.
    “Scusami!” disse Xander, aiutandola a raccogliere I fogli. “Ho sempre questo effetto sulle donne”
    Buffy rise, accettando le scuse. “Scusami tu, mi ero un momento chiusa nel Buffy-world della mia testa, non sento nulla quando penso. Che succeed?”
    “Sei stata qui giù per ore, ho pensato di venire a controllare” disse “E, beh, mi stavo annoiando. Non c’è niente da fare, Gunn e Fred sono tornati quindi ho pensato che potessimo uscire tutti e quattro a fare qualcosa”
    “Si pianifica beveraggio per adulti in quest’uscita?”
    “Ovviamente”
    “Allora ci sto, devo solo finire un paio di cose”
    “Fantastico!” disse felice “Chiedo agli altri intanto”
    Buffy riportò l’attenzione al suo computer, lieta che non fosse aperto in uno dei file che stava memorizzando un attimo prima. Finì rapidamente, assicurandosi che sui dischi ci fosse tutto il suo lavoro, e chiuse tutto.
    “Usciamo?” chiese Gunn, quando la vide scendere le scale. Era sul divano con Fred a guardare il telegiornale”.
    “A me va bene” acconsentì Buffy. “Vado a mettermi qualcosa che non ho portato per tutto il giorno”
    Fred acconsentì e saltò in piedi “Le ragazze devono farsi belle, I ragazzi devono essere pazienti”

    Quando Spike tornò alla villa quella sera, ascoltò attentamente per qualche segno di vita e, non sentendone, rimase deluso. Fred lo aveva chiamato prima della sua cena di lavoro con Margaret Walsh, proprietaria di una ditta farmaceutica, per dirgli che la casa sarebbe stata probabilmente vuota al suo ritorno, ma di chiamarla se gli serviva qualcosa. Aveva sperato che, fermandosi in un bar sulla via di casa per qualche bicchiere, fossero tutti tornati nel frattempo. Che Buffy, in particolare, fosse tornata.

    Odiava essere solo in questa casa. Sapeva che era un pensiero ridicolo, dato che era un uomo adulto con molti soldi, ma gli piaceva la sensazione confortevole di avere delle persone intorno. Per quanto fosse strano avere Fred, Lorne, Xander e ora Gunn e Buffy qui, aveva bisogno di sapere che c’era vita intorno a lui. Non solo la fredda e vuota quiete.
    Sospirò e si trascinò nello studio.

    Buffy si allontanò dal gruppo dopo I primi minuti al club, cercando rapidamente un telefono pubblico e informando Giles della loro posizione. Li raggiunse circa mezz’ora più tardi. Buffy si scusò dal gruppo per raggiungerlo, aggiornarlo e scrivere tutto ciò che ricordava dai file che aveva visto, per poi salutarlo e tornare nel club prima che gli altri si rendessero conto che si era allontanata.
    Il suo pseudo-ragazzo le fece un occhiolino quando si sedette e le mise un braccio intorno alle spalle, senza perdersi il lampo di tristezza negli occhi di Fred a quell gesto. “Iniziamo la festa” sorrise lei.

    Quattro ore più tardi, Xander e Buffy avevano legato scoprendo un mutuo amore per I brutti film stranieri e la televisione, e stavano ridendo mentre zoppicavano con Gunn verso casa.
    “Come Fargo! E le monete!” squittì Buffy. Gunn, sobrio in quanto designato autista, e Fred stavano a pochi passi dietro di loro, Fred usava il suo braccio per mantenere l’equilibrio.
    “Quindi tu e Buffy…” iniziò Fred.
    “Si?” chiese Gunn, guardando la bionda ridacchiante.
    “Oh, n-n-niente” balbettò lei “E’ solo… siete davvero seri? Perchè non sembrate, oh non importa… non sono affari miei”
    Raggiunsero Buffy e Xander, bloccando effettivamente la conversazione, ma il significato dietro le sue parole non sfuggì a Gunn. Lui e Buffy dovevano mostrarsi più intimi per provare la loro relazione, o la gente avrebbe iniziato a farsi domande. Con quell pensiero, baciò la guancia di Buffy prima di entrare in casa.
    Nessuno di loro notò Spike su un balcone al piano di sopra, che li guardava fumando una sigaretta.

    Buffy non riusciva a dormire. Era ancora piuttosto brilla, intanto, e il leggero vibrare della stanza nella sua testa le impediva di chiudere gli occhi. Non aiutava che Gunn stesse russando sonoramente accanto a lei, di certo non aiutandola a rilassarsi. Alla fine, nel suo leggero stato mentale, I suoi pensieri continuarono a slittare verso il suo capo.
    Gemette e si also dal letto, mettendosi una maglietta e dei pantaloncini prima di infilarsi le scarpe e uscire. La sala al piano di sotto conduceva ad un patio, coperto dal balcone del piano di sopra. Qualche gradino portava ad un’enorme piscine con cascata.
    Buffy si avvicinò al bordo della piscina e infillò I piedi nell’acqua fredda e cristallina, appoggiandosi sui gomiti e guardando il cielo. La sua mente percorreva miglia al minuto, su argomenti che viaggiavano da come poter mettere insieme Fred e Gunn anche se Gunn doveva essere il suo ragazzo, a se il conto in banca su cui aveva lavorato si sarebbe o meno rivelato utile per le ricerche a se Spike avesse mai nuotato in quella piscine.
    A quell’ultimo pensiero, si lasciò ricadere sulla schiena, chiudendo gli occhi e sospirando. Quando li riaprì, l’oggetto dei suoi pensieri troneggiava su di lei, guardandola divertito.
    “Pensavo fossi morta” scherzo lui, e Buffy si sedette in fretta.
    “Non più di tanto” rise lei “Buona cosa che sono ancora un po’ brilla, da sobria avrei gridato. Eccetto il fatto che non sono ubriaca. No. Sono professionale—“
    Spike rise al suo improvviso nervosismo. “Non preoccuparti, passerotto. Divertirsi un po’ nelle ore libere non è mai un problema”
    “Oh bene” sospirò “Comunque, cos’avete voi gente di questa casa che continuate ad avvicinarmi di soppiatto?”
    “Siamo allenati per farlo” disse lui, sedendosi accanto a lei. “Attacchi furtive”
    “Beh, ti sei allenato molto bene”
    “Grazie, ci provo”
    “Allora, cosa ci fai sveglio a quest’ora?” chiese Buffy, guardando l’orologio e scoprendo che erano le tre del mattino.
    “Un leggero caso di insonnia che un paio di whiskey non riuscivano a curare” disse Spike, prendendo un pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloncini. Allo storcere del naso di Buffy, li rimise in tasca.
    “Scusami, non è stato educato” disse “E’ casa tua tu--- condannati pure al cancro se vuoi”
    “Nah, sto cercando comunque di smettere”
    “Davvero?”
    “Certo, ma è quasi impossibile”
    “Me l’hanno fatto notare”
    “Com’è stata la tua serata?” chiese Spike, mentre ogni cellula del suo corpo mormorava la consapevolezza della vicinanza della ragazza, a solo pochi centimetri da lui.
    “Divertente! Xander è un personaggio” rise “E Fred e io andiamo abbastanza d’accordo, credo”. Dopo un breve silenzio, proseguì. “Avresti dovuto venire”
    Lui stores il naso. “Non vi serve un vecchio uomo a togliervi il divertimento”
    “Vecchio? Difficile” sbottò. “Cos’hai, trentasei anni?”
    La guardò sorpreso “Supposizione corretta, amore”
    Buffy coprì facilmente la sua precedente conoscenza dell’età. “Sono bravissima a indovinare le età. Anche se sembri molto più giovane”
    “Me l’hanno fatto notare” imitò le sue precedenti parole. “Ma sono comunque molto più vecchio di voi. Probabilmente mi servirebbe un bastone per entrare in quei club”
    “Oh, si, e poi porteremmo per sicurezza la bombola dell’ossigeno”
    “Carina”
    “Lo penso spesso”
    Spike calciò l’acqua per farle arrivare degli sprizzi addosso.
    “Oh… non l’hai fatto!” disse Buffy “Ti do dieci secondi per chiedere scusa”
    Spike contò fino a nove nella sua testa, poi la sprizzò di nuovo, sentendosi come un ragazzino in sua compagnia.
    “Sei così… morto!” esclamò lei, piegandosi per sprizzare lui. Spike le consentì di farlo una volta, ridendo, poi le afferrò le braccia e la tenne forte mentre la bagnava di nuovo. Buffy si divincolò contro di lui, poi iniziò a squittire quando lui si mise a farle il solletico. Infilò le mani sotto la sua maglietta per solleticarle I fianchi.
    “Non – sei – leale!” riuscì a dire tra le risate. “Basta – basta – non riesco – a respirare”
    Lui terminò l’assalto, ma lasciò le mani sulla sua vita sottile, sotto la maglietta. Buffy also gli occhi, riprendendo fiato, e lui le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
    Si guardarono per quello che potevano essere stati dieci secondi o dieci minuti. Lenamente, Spike iniziò a chinarsi verso di lei, sfiorandole una guancia, incantato dai suoi occhi.
    Quando le loro labbra stavano per incontrarsi, Buffy sbottò “Gunn”. Parlare la costrinse a muovere le labbra, sfiorandole leggermente su quelle di lui e guadagnando brividi lungo la schiena di entrambi. Il suo corpo le gridava di non farlo, ma Buffy si alzò in piedi, cercando delle motivazioni per non saltargli addosso. “Io devo… Gunn”
    E con questo, corse in casa.


    Capitolo 6


    Spike avrebbe finto che non fosse successo niente.
    Perchè, in realtà, era proprio così. Niente affatto. E forse lei non se ne sarebbe nemmeno ricordato, dato che era brilla. Come lui. O forse lei ricordava, ma finchè non menzionava nulla andava tutto bene.
    Sapeva che sarebbe stata una brutta idea. Anche se i suoi trascorsi con le donne non lo confermavano, lui non pensava sempre con l'altra testa. Buffy era una sua impiegata, e una nuova, che viveva col suo ragazzo sotto il suo tetto. E lui non doveva coinvolgersi con qualcuno a questo punto del gioco.
    Sapeva tutto questo nella sua testa, ma dentro di se, ogni volta che vedeva Buffy non pensava ad altro che alle ragioni per cui doveva continuare a provocarla. Bellezza, grazia, intelligenza e humor erano cose che quella donna aveva a valanghe. Se era così preso da lei dopo meno di una settimana, chissà cosa sarebbe potuto succedere tra di loro.
    Quando Buffy lo salutò la mattina successiva con un grande sorriso, mentre andava al suo ufficio nuovo, lui prese un sospiro, misto tra sollievo e delusione. Che ricordasse o no, non ne avrebbe più parlato. Andava bene. Andava tutto bene.
    “Dormito bene?” si avventurò casualmente in una conversazione.
    “Si, bene” mentì lui. Si era masturbato due volte prima di andare a dormire e poi era stato in dormiveglia tutta la notte.
    “Bene” annuì lei “Okay, dovrei andare a lavoro. Passa una buona giornata”
    Anche solo vederlo l'aveva quasi sconvolta. Rabbia, frustrazione sessuale, farfalle nello stomaco. Si era quasi convinta che la situazione nella piscina era stata creata dalla sua mente malata, che non c'erano stati dei quasi-baci con il criminale su cui stava investigando. Che non aveva avuto folli, selvaggi desideri sessuali su quell'uomo durante la notte, sogni in cui aveva avuto disperato bisogno di rilascio sessuale che si era data nella doccia quella mattina. Che non era completamente immorale e anti-professionale. Poteva essere licenziata. Poteva essere ammazzata. E a quel pensiero, decise che era ufficialmente diventata matta.
    Gunn le aveva detto del commento di Fred, un commento che sapeva essere dato dalla cotta che la donna aveva su un ragazzo che in teoria era il suo adorato fidanzato. Lui aveva detto che dovevano dare più spettacolo, e Buffy accettò riluttante. Si, fingere di essere una coppia amorevole con Gunn, così Spike non si sarebbe fatto idee. Non che ne avesse, dato che tutta la situazione era nella sua testa comunque.
    Ruggì frustrata, lasciandosi andare sulla sedia e concedendosi un ultimo momento di ossessione sull'uomo meraviglioso a poche porte di distanza da lei, prima di dedicarsi al computer.

    Quando emerse per prepararsi il pranzo poche ore più tardi, compiaciuta dalla scoperta di trasferimenti sospetti tra banche, incontrò uno sconosciuto in cucina.
    “Tu devi essere Buffy!” disse l'uomo felice “Non sei forse zucchero su bastoncino? Adoro i capelli. Ho sentito tanto parlare di te. Sono Lorne Swath, molto lieto di fare finalmente la tua conoscenza”
    “Altrettanto, Lorne” sorrise Buffy, istantaneamente a suo agio con quest'uomo così allegro “Stavo per farmi il pranzo, ti unisci a me?”
    “Ovviamente!” rispose lui, iniziando a raccontarle della sua breve vacanza a Santa Barbara, dove aveva 'nuotato via le giornate, vissuto di mojito e brezza di mare e trovato un grande karaoke bar sull'acqua'.
    Fred entrò in cucina e si unì a loro, e i tre pranzarono nel balcone sotto il sole della california.
    Buffy fu sorpresa di quanto fossero gentili le persone che lavoravano per Spike. Avrebbe creduto fossero tutti il diavolo, considerando la sua attività e tutto. Ma nessuno sembrava gridare “assassino senza morale” e se non fosse per sue precedenti conoscenze della situazione, probabilmente non avrebbe saputo che venivano fatte cose illegali lì dentro.
    Il cellulare di Fred suonò a fine pranzo, Buffy la vide aggrottare la fronte al numero chiamante. “Pronto?” rispose “Ciao, Darla... davvero? È inatteso... beh, certo... non lo facciamo sempre? Grazie mille” mentre la conversazione procedeva, Buffy vide i lineamenti della ragazza indurirsi.
    “Cosa voleva la donna dragone?” chiese Lorne a fine telefonata. Buffy finse ignoranza sull'identità del chiamante, anche se sapeva che Darla era la segretaria personale e amante di Liam Angelus.
    Fred sospirò “Indovina chi viene in città?”

    “Per L'INFERNO!” fu la risposta di Spike quando Fred lo informò della novità. “Era qui anche tre maledetti mesi fa!”
    Camminava avanti e indietro accanto alla scrivania, mentre Fred, Buffy e Lorne lo guardavano con cautela dalla porta. Buffy a occhi spalancati, Fred e Lorne come se avessero già visto la scena.
    “Fottuto coglione” mormorò Spike una volta finito col suo sfogo d'ira, appoggiando le mani alla scrivania e abbassando la testa. “Fred, Lorne, sapete cosa fare. Cazzo. Tre giorni. Usate la stessa lista degli invitati dell'ultima volta. Buffy, chiameresti Gunn e Xander per fargli sapere le novità? Digli che gli serviranno degli smoking”
    “Smoking?” chiese Buffy curiosa.
    “Sua Noiosità Reale è problematico nell'intrattenimento” spiegò Lorne “Vuole sempre essere celebrato quando viene in città”
    “Il Magnificente bastardo pensa di essere il maledetto principe del maledetto mondo” mormorò il boss.
    “Non dobbiamo noleggiare la sala da ballo dell'hotel di nuovo, vero Spike?” chiese Fred “Sarebbe abbastanza ridicolo”
    “No, lo faremo qui” sospirò, sfregandosi le tempie. “Odio le feste”



    Chapter 7: Crystal

    Buffy rimase scioccata dal cambiamento di atmosfera nella casa, nei giorni successivi. Si era sempre considerata una persona molto percettiva, e Gunn spesso la prendeva in giro per la sua “Aura pseudo-psichica”, ma stranamente si era sentita a suo agio in quel posto. Le persone erano amichevoli, il morale leggero e, con il sole che risplendeva ovunque, era difficile immaginare che potesse accadere qualcosa di brutto.
    Ma la notizia dell'imminente arrivo di Angelus fece cambiare tono a tutti. Spike era frustrato. Fred stressata. Le battute di Xander non facevano ridere a nessuno e il morale brillante di Lorne aveva finito per irritare tutti.
    Venerdì, la casa era occupata in preparazione per la grande festa che Angelus sembrava richiedere per il suo arrivo. Lorne si era incaricato della pianificazione della festa, e la sua eccitazione per l'intero affare non era riuscita a coinvolgere gli altri, anche se Buffy faceva quello che poteva per condividere il suo entusiasmo. L'intero posto fu ripulito da cima a fondo e riempito di rose, orchidee e altri fiori. I mobili della grande sala da pranzo sparirono per essere rimpiazzati con tavoli da buffet contro le pareti e un piccolo palco al centro per tre strumenti d'orchestra. Il patio sul retro era stato decorato con centinaia di candele. Tutto era pronto.
    “BUFFY!” Buffy sentì Spike urlare dal suo ufficio la mattina dell'evento. Sospirò e si staccò dal proprio computer, pregando di non aver fatto nulla per farlo innervosire. Aveva già urlato al catering e al decoratore quel giorno, e non voleva finire a tiro.
    “Non hai un vestito” aggrottò la fronte appena la vide entrare. Al suo sguardo confuso, specificò “Per. La. Festa.”
    “Io... no” si preoccupò “Non pensavo di dover venire”
    Spike sospirò sonoramente “OVVIAMENTE devi venire. Gesu. Tutti vengono. Perchè pensi che ho fatto prendere uno smoking a Xander e Gunn?”
    “Per... per la sicurezza?” disse Buffy, che in realtà non ci aveva pensato.
    “Per l'inferno. Va a fare spese con Fred. Fate le vostre cose da ragazze. Metterà tutto sul conto della compagnia. Divertiti”

    Fred e Buffy arrivarono tardi quel giorno e in morale decisamente migliore di quando erano partite. Il fatto stesso di essere lontane dallo stress oppressivo della casa aveva fatto miracoli. Avevano riso insieme perlustrando quattro negozi di vestiti, avevano pranzato, si erano fatte sistemare i capelli, e poi erano tornate alla casa.
    Dal modo in cui Fred parlava di Gunn, Buffy era più che certa che provasse qualcosa per lui. Stava riflettendo sulla possibilità di inscenare una rottura di relazione amichevole che non causasse problemi per mettere quei due insieme. Anche se, Buffy doveva continuare a ripeterselo, Fred non era sua amica. Era... amichevole, ma era sotto investigazione tanto quanto Spike. No, farsi coinvolgere da qualcuno in questa casa era semplicemente troppo pericoloso. Da chiunque.
    Dopo essersi fatta dire da Fred a che ora essere pronta, Buffy andò a cercare Gunn per discutere il loro piano per la serata.
    “Beh, non sei bellissimo?” sorrise Buffy quando Gunn emerse dal bagno, sistemandosi il papillon.
    “Sembro un cameriere” mormorò lui.
    “Un cameriere sexy” rise lei “Sei pronto presto stasera”
    “Sono incaricato di controllare gli ospiti con Xander” disse “Devo andare là presto. Tu che incarico hai?”
    “I-io non penso di averne uno” disse “Spike non mi ha detto niente”
    “Oh, ma che carina. Pigra”
    “Oh, si, pigra Buffy” roteò gli occhi. Iniziarono a discutere cosa aspettarsi dalla serata. Era l'opportunità perfetta per tenere d'occhio tutti – tonnellate di persone in giro, molta attività, tante informazioni tra cui frugare. Ovviamente, la discussione non fu esposta a voce, ma scritta su note passate dall'uno all'altro come si fa alle elementari. Non avevano ancora trovato cimici o spie nella loro stanza, ma era meglio fare attenzione. Una volta finito, Buffy disse “Devo farmi bella, quindi smettila di distruggerti il fiocco e lascia che te lo sistemi io, poi sparisci”
    Gli annodò il papillon e lo mandò al piano di sopra, poi si diresse in bagno per rendersi presentabile. Con grande cura e precisione si mise un po' di trucco, più pesante del solito fondotinta e mascara, e si sistemò i capelli. Il parrucchiere le aveva fatto dei bellissimi boccoli.
    “Buffy?” la chiamò Fred da fuori. “Sto andando di sopra, vieni quando sei pronta”
    “Solo un minuto!” rispose lei, guardando l'orologio e infilandosi nel nuovo vestito. Nel secondo stesso in cui l'aveva provato, Fred aveva insistito perchè lo prendesse, nonostante il prezzo. Era aderente fino alle ginocchia e poi ricadeva come gonna morbida fino a terra, con spalline strette e uno scollo profondo, fatto di strati di velo rosa tanto sottili che sembrava quasi pelle, e coperto poi di piccole perle e cristalli. Sembrava una sirena, ma con la pelle abbronzata faceva un bell'effetto.
    Mise i tacchi argentati e si guardò un ultima volta allo specchio prima di correre di sopra. Poteva già sentire il rumore di ospiti arrivati e si ammonì da sola per il ritardo. Sperò che Spike non fosse arrabbiat.

    Eccolò. Con Darla sotto braccio e una postura eretta come se possedesse tutto quanto, con un dannato sorriso plastificato sul volto. Spike ebbe l'immediato desiderio di colpirlo in faccia.
    Invece, plastificò un sorriso su di se e andò ad incontrare Liam Angelus.
    “Spike, ragazz!” disse Angel “Che bella festa stai dando per me, qui”
    “Angel, Darla” li accolse “Com'è andato il volo?”
    “Oh, tremendo” sospirò Darla, serrando le labbra tinte di rosso acceso per coordinarsi al vestito. “La prima classe non è più come un tempo”
    “Allora, come stanno andando le cose qui?” chiese Angel.
    “Hey, hey” disse Spike “Niente affari, stasera”
    “Ha ragione, tesoro” acconsentì Darla “Gli affari sono tremendamente noiosi. Vado a prendere qualcosa da bere”
    Spike si voltò verso Angel dopo aver guardato la donna allontanarsi. “Niente moglie, stasera?” chiese, un leggero disprezzo nella voce.
    “Conosci Dru” rise l'altro “All'ultimo minuto ha avuto una visione di chissà cosa e ha deciso che le stelle non erano allineate come dovevano essere”. Qualcosa sembrò attirare la sua attenzione, e la conversazione terminò bruscamente. “Beh, io vado a fare conoscenza coi locali”
    Spike annuì, grato che il loro inevitabile confronto potesse essere posticipato. Andò a cercarsi un drink.

    Buffy si era sempre sentita in imbarazzo alle feste, fin dalla prima liceo quando la sua migliore amica trovò un ragazzo con cui ballare e la lasciò sola. Parlò un po' con Fred, che però dovette dileguarsi per sistemare un qualche tipo di caos con il catering, e Xander e Gunn erano all'ingresso a scannerizzare gli ospiti. Riuscì a sgattaiolare via da una conversazione con Lindsey MacDonald e un altro avvocato, Lilah Morgan, quando i due iniziarono ad avere una lite che Buffy ebbe idea si sarebbe conclusa con del sesso. Prese un sorso di champagne e sorrise quando Lorne si avvicinò.
    “Hey, sirenetta, sei la cosa più strabiliante della stanza, lo sai vero?” disse Lorne, offrendole un bocconcino dal suo piatto.
    “Non sei niente male neanche tu!” rispose Buffy, respingendo il cibo e dandogli un bacio sulla guancia.
    “Ti diverti?”
    “Non sono proprio una ragazza da festa” rispose lei.
    “Oh, su!” disse Lorne “Caccia un po' di stress, balla via la notte con quel tuo bellissimo ragazzo. Sarò offeso se non ti godrai la mia festa”
    Buffy scosse la testa divertita, mentre lui si allontanava. Poi sentì un brivido percorrerle la schiena, notando l'uomo alto, affascinante e oscuro che le si avvicinava.
    Riconobbe immediatamente Liam Angelus.
    “Ciao, bellissima” le sorrise “Non penso ci siamo incontrati”
    “No, nemmeno io” disse, porgendo formalmente la mano. “Sono Buffy Joyce, lavoro per Spike”
    “Oh, la nuova ragazza dei computer!” disse, tenendole la mano per più del necessario “Non come me l'aspettavo”
    “Oh davvero?” rispose lei, ignorando il tremore sulla pelle nell'osservare quest'uomo di cui aveva così tanta paura. “Cosa si aspettava?”
    “Occhiali, per esempio” rise lui “Magari incollati con un pezzo di scotch. Immagino tu sappia chi sono?”
    “Ne ho un idea”
    “Beh, allora sai che non sarebbe la migliore delle idee respingermi quando ti faccio una domanda molto importante”
    Ogni organo di Buffy si tese come pietra.
    “Vuoi ballare?” finì con un sorriso seduttivo.

    Spike girava senza meta per la festa, parlando con le persone di importanza che incontrava ma tenendo gli occhi concentrati a localizzare Buffy.
    Quando finalmente la vide, il fiato gli si mozzò in gola, e tutto il sangue del suo corpo si diresse verso il basso. Era una visione, un regalo baciato dal sole e avvolto in scintille, risplendente quando sorrideva. Fece un passo verso di lei, e riuscì a vedere la persona che le causava il sorriso.
    Angel.
    Si mosse in avanti come se dovesse prenderla per evitarle una dolorosa caduta.
    “Buffy?” chiese casualmente, avvicinandosi a loro. “Devo parlarti un momento”
    “Stavamo per ballare, Capitan Perossido” scherzò Angel, con leggera malizia.
    “Ho appena ricordato qualcosa di strano nei file su cui stavi lavorando prima” disse alla ragazza, ignorando il precedente commento di Angel “Non ci vorrà molto”
    “Oh, oh certo!” acconsentì Buffy “E' stato bello parlare con lei, signor Angelus”
    Seguì Spike verso il suo ufficio, ignorando l'eccitazione che le provocava la vista delle sue ampie spalle nello smoking. Fu svegliata da quel treno di pensieri, comunque, quando lui si voltò con uno sguardo rigido e ordinò “Chiudi la porta”
    “Non si tratta di file, vero?” chiese Buffy, mentre faceva come richiesto.
    “No. Perchè tu...” sembrò riconsiderare la domanda. “Di cosa stavi parlando con Angelus?”
    “E' arrivato, si è presentato, mi ha chiesto di ballare” chiese, confusa. “Niente degno di nota”
    “Buffy...” di nuovo, si fermò. “Devi stare lontana da lui” si sfregò la fronte.
    “Non è, tecnicamente, anche lui il mio capo?”
    “No!” disse risoluto “Lavori per me. E ti dico di stare lontana da Liam Angelus!” allo sguardo stupito e leggermente spaventato di Buffy, si calmò. “Scusa se ti ho urlato contro, passerotto”
    “E' okay... sono solo confusa”
    “E' complicato. Voglio solo che ti ricordi questo, dovessi non ricordare nient'altro. Può essere affascinante, può sembrare gentile. Ma ti prego, amore, ricorda. Quell'uomo... Angelus non ha un anima”
    Buffy si perse negli occhi blu, così sinceri e preoccupati, di Spike. Annuì. “Okay. Io... starò attenta” disse, sapendo di non poter realmente acconsentire di stare lontana da Angelus.
    “Dovremmo tornare alla festa” disse Spike, aprendo la porta per lei. Mentre Buffy la oltrepassava, lui la fermò poggiandole gentilmente una mano sulla schiena. “E Buffy? Sei dannatamente splendida”
    Sentì il suo complimento innescare un rossore sulle sue guance, e lui sorrise con malizia prima di allontanarsi.
    Capitolo 8

    Dando un ascolto casuale alle informazioni espletate dalle bocche di invitati alla festa leggermente ubriachi, Buffy decise che aveva lavorato abbastanza per una sera e, afferrato un bicchiere di champagne per tenerle compagnia, uscì nel patio.
    Tremò leggermente all'aria fresca, sorridendo alle poche persone con cui aveva parlato prima mentre scendeva le scale verso l'area piscina di sotto, cercando solitudine.
    Qualcosa mancava. Lei lo sapeva dentro di se e questo bastava. Dalla strana reazione all'arrivo di Angel, all'avvertimento così serio di Spike, alle conversazione che aveva sentito da due scagnozzi di Angel su “sospetti”, sapeva fino alle ossa che c'era più che semplice competizione tra i due uomini.
    Era sorprendente l'ammontare di persone, alcune di alto profilo anche, che si erano mostrate alla festa con solo pochi giorni di avviso. Anche se, suppose, poteva essere pericoloso rifiutare un invito a questo tipo di cose. Rifiutare una possibilità di onorare Liam Angelus? Sarebbero saltate alcune teste.
    Era persa nei suoi pensieri, ma non così tanto da non poter sentire un corpo dietro di lei. “Sto diventando molto più brava ad accorgermi degli attacchi a sorpresa” ridacchiò lei, voltandosi e ubriacandosi della vista di Spike, bello in modo devastante nel suo smoking. Nella confusione di essere strappata via ad Angel, non aveva avuto il tempo di apprezzare quant'era bello. Ora l'aveva, eccome.
    “Ti stai divertendo, amore?” chiese, ben conscio del suo sguardo di apprezzamento.
    “Abbastanza” sorrise lei, offrendogli un sorso dal proprio bicchiere. Lui accettò l'offerta e lo finì. “Ingiusto!” lamentò lei, dandogli una scherzosa pacca sulla spalla.
    “L'ho pagato io”
    “Beh, allora potresti salire a prendermene un altro”
    “Non ne ho la minima intenzione”
    “Lo farai, e sorriderai facendolo”
    Lui mise il broncio “Ti prego, non farmi tornare lì dentro. Sono tutti così dannatamente noiosi”
    Lei rise. “E io non sono noiosa?”
    “Tu, piccola? Difficilmente”
    “Non lo so, mi piacciono molto i computer. Può essere considerato noioso”
    “Tu” ripetè Spike “Non potresti mai, mai essere noiosa”
    Lei ridacchiò di nuovo, con la testa alleggerita dall'alcol, e si mosse per appoggiarsi al muro nella rientranza sotto le scale. Potevano sentire i suoni della festa sopra di loro ma, allo stesso tempo, erano completamente isolati dalla vista e, si spera, dalla memoria.
    Spike si appoggiò accanto a lei e appoggiò il bicchiere per terra. Rimasero in confortevole silenzio per un momento, poi Buffy disse. “Allora, non hai portato una persona?” si sorprese della presunzione della propria domanda.
    Spike rise. “No, amore. Niente altre persone”
    “Avrei dedotto ci fossero una fila di donne che aspettano l'opportunità di uscire con te” lo provocò Buffy.
    “Oh, vero” disse, scherzando “Sono uno scapolo d'oro. Bellissimo, ricco--”
    “E così modesto--”
    “Estremamente flessibile--”
    “Quella è un immagine--”
    “Capace di sovrastare palazzi con un solo salto--”
    Buffy scoppiò a ridere e disse, tra le risate “Ho appena pensato a te in costume da Superman. Non potevo farcela”
    “Oh, ti stai di nuovo prendendo gioco di me vero?” ruggì lui, muovendosi rapidamente e scattando per premere le mani sul muro ai lati della testa di Buffy, schiacciandola col proprio corpo. La sua risata terminò istantaneamente. “Cattiva ragazza” disse, con voce bassa e adornata di avvertimento.
    “Cosa intendi fare?” disse Buffy, in sfida nonostante il tremore delle sue ginocchia. “Punirmi?”
    Ci fu un momento, un momento pieno di possibilità e tensione e pericolo e promesse, un momento in cui uno di loro avrebbe potuto separarsi e cambiare direzione. Una direzione che entrambi sapevano fosse errata per diverse ragioni e avrebbe potuto portare alla distruzione.
    Le loro labbra si incontrarono in una fusione di lussuria, bisogno, desiderio e disperazione. Spike premette contro la ragazza il suo membro fremente nel suo morbido corpo mentre le mani le afferravano i fianchi e la stringevano ancora più forte. Le mani di Buffy sembravano essere ovunque, da toccargli il viso ad accarezzargli i fianchi a stringergli il sedere a passargli tra i capelli. Gemette e lui alzò una mano verso la sottile spallina del vestito per farla scivolare dalla spalla, scoprendole il seno nell'aria fredda.
    Le solleticò il capezzolo indurito con le dita, facendola gemere di nuovo nella sua bocca e sentendo il corpo vibrare a quel suono. Separò le loro labbra, premendo un bacio affamato sul suo collo mentre le alzava la gonna per cercare di arrivare alla pelle nuda. Raggiunse le sue cosce e non trovò mutandine, ruggendo.
    Questo era sbagliato, molto sbagliato, il chè lo rendeva semplicemente migliore, pensò buffy mentre le mani di Spike le strinsero il sedere nudo. Riusciva a malapena a respirare con lui che la baciava ferocemente, rudemente, baci che poteva sentire nella testa e nel cuore e nel suo centro fremente. Con gentili ma ferme mani, Spike le alzò una gamba perchè circondasse la sua vita e si fece indietro dei pochi centimetri che gli bastarono per poter raggiungere tra loro due e far scivolare un dito dentro di lei.
    La sua mano, fredda per la brezza della sera, sembrava fuoco mentre pompava dentro Buffy. Usò il pollice per sfregare il suo clitoride mentre la sua mente lavorava a malapena al pensiero di sentire quanto era bagnata, il sapore della sua pelle, il suono di ogni respiro.
    Iniziò a morderle l'orecchio mentre forzava un altro dito dentro il suo stretto canale e li curvava, facendola gridare leggermente. “Shhh, piccola” le sussurrò, solleticando il clitoride più forte, sollevato del sentirla stringersi contro le sue dita. “Ti ho presa”
    Lei collassò sulla sua mano, e portò il suo viso al proprio per un altro bisognoso bacio. Iniziò a tremare intorno a lui e si aggrappò alle sue braccia mentre veniva, gemendo ed emettendo la menti nella sua bocca finchè non raggiunse il rilascio in un soffocato grido.
    Spike aveva bisogno che lei lo facesse di nuovo. Aveva bisogno i sentirla scuotersi e tremare e che facesse quei suoni, aveva bisogno di sentire i suoi spasmi attorno a lui e non solo alle sue dita. Aveva bisogno di lei.
    Buffy iniziò ad armeggiare con la sua cintura.

    Ma ora non era il momento, perchè entrambi sentirono la voce di Gunn sul balcone. “Buffy? Sei lì?”
    “Cazzo” sbottò Spike, togliendo le mani da lei e lasciando che la gonna le ricadesse a posto. Gli occhi di lei erano brillanti, le guance rosee e le labbra gonfie. Incapace di trattenersi, si chinò e le catturò il labbro inferiore tra le proprie, mordendolo e carezzandolo con la lingua prima di spostarsi.
    “Dovresti andare” disse riluttante.
    “Sono--”
    “Qui, lasciami solo--” le sistemò i capelli e la spallina del vestito “Sei bellissima, amore”
    “Grazie” sussurrò lei, poi si sentì chiamare di nuovo e disse “Ne parleremo dopo?”
    “Si, si” annuì lui, guardandola allontanarsi.


    Quando riuscì a pensare abbastanza al baseball e a una nuda regina d'Inghilterra per abbassare il rigonfiamento dei suoi pantaloni, tornò di sopra dove la festa stava finendo. Nel momento in cui entrò in casa, arrivò faccia a faccia con Angel.
    “Dove sei stato, Spike?” sbottò, con Darla appollaiata alla sua cintura. “Non è carino abbandonare i tuoi ospiti”
    Spike fece un indescrivibile suono in risposta.
    “Stiamo tornando all'hotel, ma pensò di tornare domani” disse Angel “Abbiamo un po' di cose di cui parlare, no?” al cenno di Spike, un malizioso sorriso segnò il suo volto. “Ma sai, vecchio amico mio, Darla e io pensiamo di aver bisogno di una lunga vacanza. Quindi, considera di averci qui intorno per un po'”.
    Rilasciata quella bomba, la coppia se ne andò, e la frustrazione e la rabbia ribollirono le vene dell'uomo lasciato indietro.

    TRADUCE Roby990 da qui

    CAPITOLO8


    La mente traboccava di informazioni che erano uscite dalla bocca degli ospiti leggermente ubriachi del party, Buffy decise che aveva lavorato abbastanza duro per una notte, e afferrò un flute di champagne che le tenne compagnia mentre si dirigeva fuori.

    Rabbrividì un po’ per l'aria fresca della notte, sorridendo calorosamente alle poche persone con cui aveva parlato prima, mentre scendeva le scale verso la zona della piscina, in cerca di solitudine.

    Qualcosa non andava. Lei lo sentiva nel suo stomaco, e non era una piccola cosa. Dalla reazione strana per l’arrivo di Angel,all’avvertimento inquietante di Spike, alla conversazione che aveva sentito tra due lacchè di Angel abbastanza "sospetta", sapeva nel profondo del suo cuore che non c’era in corso una semplice competizione tra i due uomini.

    E 'stata sorprendente la quantità di persone, alcune di alto prestigio, che si erano presentate alla festa solo con un avviso di pochi giorni. Anche se, lei supponeva, che poteva essere pericoloso rifiutare un invito a questo tipo di festa. Rifiutare la possibilità di onorare Liam Angelus? La conseguenza è di teste sfondate.

    Lei era persa nei suoi pensieri, ma poteva comunque sentire una presenza dietro di lei. "Riceverò un regalo per il fatto di essere preparata ad attacchi a sorpresa," ridacchiò lei, girandosi e bevendo alla vista di Spike, che era bello in maniera devastante nel suo smoking. Nel suo stato di confusione di prima, quando lui l'aveva trascinata via da Angel, non aveva avuto il tempo di apprezzare quanto stesse bene vestito così. Stava prendendo tempo ora.

    "Ti piace quello che vedi, pet?" Chiese lui, pienamente consapevole del suo sguardo di apprezzamento.

    "Bello scherzo», sorrise, offrendogli un sorso del suo drink. Lui accettò la sua offerta e si appoggiò a una finestra.

    "Villano" Gridò lei, tirandogli uno schiaffo scherzosamente sul braccio.

    "Ho pagato per questo".

    "Bene, allora puoi andare a prendermene un altro."

    "Sai maledettamente bene che non lo farò."

    "Tu lo farai, e sorriderai mentre lo farai."

    Lui mise il broncio. "Per favore non farmi tornare lassù? Sono tutti così terribilmente noiosi. "

    Lei ridacchiò. "E io non ti sto annoiando?"

    "Tu, pet? Assolutamente no. "

    "Non lo so, a me piacciono molto i computer. Questo potrebbe essere considerato noioso ".

    "Tu," ripeté Spike, "Non potresti mai, mai essere noiosa."

    Lei ridacchiò ancora, un po’ stordita, e si spostò per appoggiarsi al muro nella nicchia sotto le scale. Potevano sentire tutti i rumori del party che continuava sopra di loro, ma allo stesso tempo, erano totalmente isolati da occhi indiscreti, si sperava, ed erano completamente fuori di testa.

    Spike si avvicinò a lei, e appoggiò il flute di champagne per terra. Rimasero in silenzio per un momento, poi Buffy disse: "Allora, non hai nessun appuntamento?" Lei fece una smorfia per la goffaggine della sua domanda.

    Spike rise. "No, pet. Nessun appuntamento ".

    "Io penso che ci sia una fila di donne che aspettano solo la possibilità di uscire con te" , lo prese in giro Buffy .

    "Oh, è vero," disse, gonfiando il petto. "Sono una bella preda. Bello, ricco-"

    "E così modesto"

    "Estremamente flessibile"

    "Questa è una immagine ---"

    "Capace di saltare edifici altissimi in un singolo balzo ---"

    Buffy scoppiò a ridere, e disse tra le risate, "Ho appena avuto questa immagine di te in un costume da Superman. Non ho potuto trattenermi. "

    "Oh,ti stai prendendo gioco di me ancora una volta?" Spike ringhiò, che si spostò rapidamente e mise le mani su entrambi i lati della testa di Buffy, bloccandola al muro con il suo corpo. La sua risata immediatamente si arrestò."Cattiva ragazza",disse lui, la sua voce era bassa e sembrava un avvertimento.

    "Cosa hai intenzione di fare?" Disse Buffy, la sua voce era forte e piena di sfida nonostante il fatto che le tremassero le ginocchia. "Mi punisci?"

    Ci fu un momento, un momento pieno di possibilità,di tensione,di pericoli e di promesse, un momento in cui uno di loro avrebbe potuto allontanarsi e modificare il percorso in cui si trovavano. Un percorso che entrambi sapevano, per ragioni assai diverse, poteva portare alla distruzione.

    Le loro labbra si incontrarono in un misto di lussuria, necessità, desiderio, e disperazione. Spike si avvicinò alla ragazza, premendo il suo pene rigonfio contro il suo corpo morbido mentre le sue mani afferrarono i fianchi di lei e la spinsero ancora più forte verso di lui. Le mani di Buffy sembravano essere dappertutto, sfioravano i fianchi di lui e gli toccando il volto e stringevano il suo sedere e gli accarezzavano i capelli. Lei gemeva mentre lui muoveva una mano per far scivolare la piccola bretella del suo vestito lungo la spalla, liberando il suo seno all'aria fresca della notte.

    Lui strinse il suo capezzolo indurito con le dita, provocando un altro gemito direttamente dalla bocca di lei nella sua, che gli causò delle vibrazioni in tutto il corpo. Lui staccò le loro labbra, premendo baci affamati sul collo di lei mentre sollevava la gonna con le mani nel tentativo di raggiungere la sua pelle nuda. Lui sollevò gli strati del tessuto per scoprire che non indossava biancheria intima, costringendolo a rilasciare inebriato un gemito.

    Questo è sbagliato, così sbagliato, che sarebbe meglio evitare, pensava Buffy mentre sentiva la mano di Spike avvolgere il suo sedere nudo. Riusciva a malapena a respirare, mentre la baciò ferocemente, in modo rude, baci che lei poteva sentire nella sua testa e nel suo cuore e nel suo centro bagnato. Con un tocco gentile, ma fermo, Spike sollevò una delle sue gambe fino ad avvolgerla intorno a lui, e si tirò un po’ indietro in modo da poter raggiungere lo spazio tra di loro per far inserire un dito dentro di lei.

    La sua mano, fredda ,a causa del freddo della sera,sentiva come se fosse in fiamme mentre la pompava dentro Buffy. Usò il suo pollice per fare cerchi intorno al clitoride, il suo cervello a malapena funzionava mentre annegava nel sentire la sua umidità, il sapore della sua pelle, e il suono del suo respiro pesante.

    Lui iniziò a mordicchiarle l’orecchio mentre inseriva un altro dito nel suo stretto canale e li piegòin su, mentre lei gridava . "Shhh, piccola», le sussurrò con calore mentre strofinò il clitoride velocemente, assaporando la sensazione della sua fica stretta intorno al suo dito. "Ti voglio".

    Lei stringeva la sua mano e avvicinando il volto verso quello di lei per un altro bruciante bacio. Cominciò a tremare e fremere intorno a lui, e gli strinse il braccio mentre veniva, ansimando e miagolando nella bocca di lui fino a quando non raggiunse il suo culmine e si lasciò sfuggire un dolce grido strozzato.

    Lui aveva bisogno di lei di nuovo. Bisogno di sentirla tremare e rabbrividire e aveva bisogno che lei facesse quei rumori, aveva bisogno di sentire i suoi dolci spasmi intorno al suo cazzo al posto delle dita. Aveva bisogno di lei.

    Le sue mani raggiunsero la cintura.

    Ma ora non era il momento, dato che entrambi sentivano la voce di Gunn sul balcone, "Buffy? Sei qui? "

    "Cazzo", farfugliò Spike, allontanando le sue mani da lei e lasciando che la sua gonna ricadesse. I suoi occhi erano lucidi, le guance rosa, e le labbra gonfie. Incapace di fermare se stesso, si chinò in avanti e catturò il labbro inferiore tra il suo, dandogli un morso e poi colpendolo leggermente con la lingua prima di allontanarsi.

    "Dovresti andare", disse lui a malincuore.

    "Sono---"

    "Vai tranquilla" Spike le accarezzò i capelli e la fissò negli occhi. "Sei bellissima, pet."

    "Grazie," sussurrò lei, poi mentre sentì chiamare di nuovo il suo nome , disse subito: "Ne parliamo dopo?"

    "Sì, sì", annuì lui, e la guardò andare via.

    Una volta che se ne andò Spike cercò di pensare al baseball e alla regina di Inghilterra nuda per ridurre il rigonfiamento nei pantaloni, si diresse di nuovo su per le scale dove il party stava per finire. Il secondo in cui lui entrò in casa, si trovò faccia a faccia con Angel.

    "Dove sei stato, Spike?", lo rimproverò lui, Darla affiancò il compagno. "Non è bello abbandonare i tuoi ospiti."

    Spike fece un rumore indescrivibile in risposta.

    "Stiamo tornando in albergo, ma penso di tornare domani", disse Angel. "Abbiamo alcune cose di cui parlare, no?" Al cenno di Spike,lui rispose con un sorriso malizioso. "Ma tu mi conosci , vecchio mio, Darla e io abbiamo pensato che abbiamo bisogno di una bella vacanza lunga. Così non ci avrai intorno per un po’ . "

    Con quella bomba esplosa, la coppia si allontanò, e lasciarono alle spalle l’uomo con una forte frustrazione.

    CAPITOLO9

    Gli addetti al catering stavano pulendo, Gunn e Xander erano andati a letto, Fred stava accompagnando gli ultimi ospiti del party alle loro limousine, Lorne pagava la band e criticava le loro esibizioni, e Buffy stava impazzendo.

    Non aveva più visto Spike. Non che lei lo avesse necessariamente cercato, ma ogni nervo del suo corpo era ferito, la testa pulsava, e lei sapeva che l'unica cosa che poteva porre fine ai suoi fastidi era di parlare con Spike, e di convincersi che quello che era successo non poteva accadere di nuovo. Mai più .

    Questo o la cura per i suoi fastidi era più importante di quanto era accaduto. Ne era abbastanza sicura

    Lei finalmente poteva dare libero sfogo alle sue urla , i piedi le facevano male e si sfilò le scarpe, si diresse dalla cucina, dove c’erano spuntini a base di avanzi ,verso il piano inferiore, verso il suo letto, e l’aspettava una notte insonne tormentata dai sensi di colpa.

    Lui la incontrò a metà strada. Non disse una parola, appena la raggiunse, prese le scarpe di lei, e si diresse verso il suo studio. Lei lo seguì docilmente, ripetendo sempre il suo discorso nella sua testa. Iniziava con una scusa, si concludeva con una richiesta di silenzio, e, si spera, che porti a un minimo o a nessun imbarazzo per quanto riguarda la continuazione del suo lavoro.

    Una volta entrati nel suo ufficio, tutto quello che lei era riuscita dire era il nome di lui prima che le sue labbra fossero su quelle di lei, e ogni pensiero e ogni argomento e ogni scusa scivolarono dal suo corpo, insieme a tutti o a qualcuno dei suoi dolori.

    Spike la baciò senza fiato, staccandosi quel poco per mormorare: "Tu non sai quello che mi fai, pet."

    Lei squittì ", mi dispiace?" E la sua risposta lo indusse solo a baciarla di nuovo, più delicatamente, più dolcemente, mentre lui la spingeva dolcemente all'indietro fino a quando il suo sedere colpì la scrivania.

    "Questa è una cattiva idea," disse lui mentre si staccò dalle sue labbra, guardandola con un'espressione illeggibile. Lei annuì. "Tu non sai cosa in che cosa ti stai cacciando." Lei annuì di nuovo. La stava guardando con quegli occhi blu chiaro, gli occhi pieni di tante emozioni Buffy non poté nemmeno iniziare a dare un nome a tutte loro. Ma il suo sguardo le fece tremare le ginocchia, qualunque sia il pensiero dietro di esso. "Questa è la tua ultima occasione per dirmi di smettere."

    In risposta, lei iniziò a sbottonargli frettolosamente la camicia.

    Lui lasciò cadere le scarpe e la prese in braccio e la fece sedere sul bordo della scrivania mentre lui l'aiutava a togliergli la giacca, la camicia e la cravatta. Uno volta che lui era nudo, lei passò le mani sui suoi addominali,sul petto e sulla schiena, adorandolo, avvolse le gambe intorno a lui, e lo tirò più vicino a lei in modo che potesse assalire la sua bocca.

    Spike sprofondò nella sensazione di Buffy intorno a lui, che lo circondava, la morbidezza della sua pelle, la ruvidezza del suo vestito, le labbra, le sue mani che si intrecciano nei suoi capelli morbidi mentre le loro lingue duellavano. Il suo corpo sembrava non l’avesse mai avuto prima, come se ogni centimetro di esso fosse sia nel fuoco che nel ghiaccio, allo stesso tempo. La sua mente era un groviglio di pensieri, ma quello prevalente era solo il suo nome, più e più volte ripetuto, un pensiero che esplodeva dalle sue labbra mentre mormorava , "Buffy, Buffy, Buffy ..."

    Proprio mentre lei muoveva le mani verso la sua cintura, il telefono nel suo ufficio squillò.

    "Ignoralo", si lamentò Buffy, il suo intero corpo era palpitante di bisogno, mentre lei accarezzava con una mano la protuberanza nei pantaloni di Spike.

    "Vorrei poterlo fare, pet," gemette, volendo niente di più che fare proprio questo, ma il numero di telefono di quella linea era conosciuto solo da poche persone, tutta gente che non poteva essere ignorata. Fece una smorfia di frustrazione, staccandosi dalle sue braccia e afferrando il ricevitore. "Cosa?" Abbaiò. Buffy aggrottò la fronte mentre il suo volto sbiancò mentre ascoltava chi era dall'altra parte del telefono. "Ora? ... Tu sei sicuro ... Certo, io non lo sapevo. Bene ". Riattaccò in fretta, e si voltò a guardare la ragazza curiosa di fronte a lui,con i suoi occhi azzurri duri e insensibili.

    "Devi andare al piano di sotto."

    "Cosa?" Disse sorpresa, il sorriso abbandonò il viso.

    "Amore ... per favore. Vai al piano di sotto, ho da fare alcune cose, "Spike disse con voce monotona. "Io ... metti il telefono su vibrazione, ok? Ti chiamo quando ho fatto ... ".

    Lei annuì velocemente, un po’ impaurita, afferrò le scarpe, e si allontanò . Spike avvertì la perdita del suo corpo vicino al suo, poi lentamente afferrò la camicia e se la rimise. Prese di nuovo il telefono.

    Buffy, naturalmente, non aveva nessuna intenzione di restare al piano di sotto, come le era stato detto. Lei cambiò tranquillamente il suo vestito con un pigiama tutto nero, tirò indietro i capelli in una coda di cavallo, e controllò per assicurarsi che Gunn era profondamente addormentato.

    Lei ascoltò con attenzione i suoni che provenivano dall'alto, ma poi si rese conto che avrebbe potuto sentire le voci da fuori. Scivolò fuori dalla porta, si nascose nella stessa nicchia che lei e Spike aveva occupato in precedenza quella sera. Riusciva a vedere un gruppo di figure,mentre camminava lungo il bordo della piscina. Buffy meditando di ritornare a casa, consapevole di quanto fosse pericoloso poter perseguire questo ulteriore mistero. Ma, mai una volta si tirava indietro dinanzi a una sfida, lei fece un respiro profondo e li seguì, trovando un posto perfetto per guardare da dietro una palma enorme, abbastanza lontano dal gruppo in modo che lei fosse nascosta nel buio più totale.

    Lei strinse gli occhi mentre riconosceva uno degli uomini come Angel, e un altro come Lorne. Uno degli altri, improvvisamente, senza preavviso,tirò un pugno a Lorne direttamente nello stomaco. Il suo amico si contorceva dal dolore, poi cadde in ginocchio mentre il suo aggressore successivamente al pugno tirò un calcio brutale alle ginocchia.

    Lei era troppo lontano per sentire, ma Buffy sapeva che Lorne stava piangendo e implorando, due cose che non avevano alcun effetto su Liam Angelus. L'uomo tirò fuori una pistola e la puntò alla testa dell’uomo inginocchiato davanti a lui.

    Un urlo ribolliva dentro al petto di Buffy quando vide Angel rimuovere la sicura e premette l'arma sulla fronte di Lorne. Lorne stava supplicando, scuotendo le spalle, e si allontanò dalla pistola per parlare con l'ultimo uomo del gruppo.

    Il suo urlo morì nella sua bocca, mentre si rese conto con chi stava parlando Lorne. Era Spike, in piedi un po’ di lato,con il suo volto di pietra, il fumo della sigaretta che usciva dalla bocca. Stava solo guardando.

    Il suono debole di una pistola con silenziatore raggiunse le orecchie di Buffy, e il corpo di Lorne cadde in avanti sull'erba.

    Angel fece cenno ai due uomini con lui, e cominciò ad allontanarsi. Spike lo seguì,scavalcando casualmente il cadavere a terra. Buffy si coprì la bocca per la paura mentre i due camminavano fino al punto nascosto della casa, ed i due uomini che avevano lasciato dietro raccolsero il corpo e cominciarono a portarlo nella direzione opposta.

    Buffy aspettò fino a quando la via era libera, poi corse verso il palazzo e si chiuse nel suo bagno, crollando a terra, era talmente spaventata che i singhiozzi minacciavano di esplodere . Dopo un po’ , il suo cellulare sul bancone, cominciò a vibrare.

    Lei lo guardò, aspettando che si fermasse. Lo fece, ma solo per un secondo, mentre Spike insistentemente la chiamò più di tre volte prima di rinunciare.

    Buffy respirò a fondo per fermare la sua agitazione e reprimere le lacrime che minacciavano di propagarsi, l'immagine dell’espressione fredda di William Grace lottava con il ricordo del modo in cui lui l’aveva guardata stasera. Si alzò dalla sua posizione rannicchiata per terra, e si diresse verso il letto, pregando per qualche risoluzione del tumulto dentro di lei.

    TBC
    ;) :P

    Edited by strawberry85 - 9/7/2012, 22:50
     
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    CAPITOLO10

    Non ci fu alcuna discussione quando Buffy iniziò a lavorare il giorno successivo, e così lei la rimandò a dopo. In primo luogo, lei portò Gunn in bagno, aprì la doccia per coprire i suoni della loro conversazione, e presto spiegò quello che aveva visto la sera prima, tralasciando il fatto che lei aveva visto Spike lì. Perché, non ne era sicura.

    Gunn la sgridò per qualche minuto, per il pericolo che aveva corso, poi sospirò: "Beh, credo che si sia infranta l'illusione".

    Lei annuì, sapendo esattamente quello che intendeva. Finora, non avevano riscontrato nulla di criminale o di male, e si erano cullati di un falso senso di sicurezza. Con l'arrivo di Angel, e ciò di cui Buffy era stata testimone, non potevano mentire a se stessi ancora a lungo. Questa era una situazione pericolosa.

    Dopo che Gunn era salito al piano di sopra per fare una commissione con Xander, Buffy si fece una lunga doccia, nel tentativo di lavare via i ricordi della sera prima. Fu un tentativo non riuscito.

    Si vestì, mangiò, fece un po’ di yoga e, infine, salì al piano di sopra.


    Spike la sentì nell’istante in cui passò dinanzi al suo ufficio, e le chiese di entrare.

    Lui non aveva dormito la notte prima. Non era necessariamente un evento raro, ma di solito riusciva a prendere sonno per almeno un paio d'ore. Era rimasto sveglio, un groviglio di emozioni che gli bloccavano ogni possibilità di riposo. Senso di colpa, paura, preoccupazione, rabbia, tutte cose che le labbra e le mani di Buffy avrebbero potuto sanare.

    "Spike, guarda ..." iniziò a dire.

    "Non hai risposto al telefono", lui mise il broncio. "Dovevi prenderti cura di me."

    Uno sguardo di disgusto guizzò negli occhi di lei, uno sguardo che sgonfia la bolla di felicità dentro di lui. "Mi sono addormentata ---" iniziò a mentire fino a quando Fred fece capolino dentro l’ufficio.

    "Scusate l'interruzione. Avete visto Lorne? "Chiese lei.

    Spike non perse la vista dell’espressione stupita sul volto di Buffy, per quanto tentasse di nasconderla. "Lorne ... non lavorerà più qui", disse lui con cautela, scosso dalla constatazione che Buffy doveva sapere quello che era successo la sera prima.

    "Oh," disse Fred sorpresa, poi si riprese velocemente, e si affrettò a uscire dalla stanza.

    "Buffy-" Spike si spostò verso di lei, ma si fermò quando lei rapidamente indietreggiò, leggendo la paura nei suoi bellissimi occhi. Alzò le mani in segno di resa. "Come ... che cosa stavi facendo la notte scorsa?" Disse infine severamente.

    Lei si morse il labbro nervosamente. "Io non so di cosa stai parlando."

    "Buffy, va bene", sospirò lui. "Non sono pazzo, io non sono ..." Una nube scura si distese nel suo sguardo. "Non voglio farti del male, Buffy. Non voglio, mi credi? "Alla sua esitazione, la sua voce si indurì," Che cosa hai visto? "

    Lei esaminò in fretta le sue opzioni, e fece una miscela accurata di verità e menzogna. "Ti stavo aspettando, e ho sentito delle voci, così sono andata fuori a vedere cosa fosse ..."

    «E hai visto quello che è successo."

    Lei annuì.

    "Cazzo",sibilò lui, tutto il suo corpo si tese. Buffy lo guardava con circospezione, e aspettò che parlasse. "Ti ho detto che ci sarebbero state cose che non ti sarebbero piaciute." Lei annuì di nuovo. "Lorne ... Angelus aveva delle fonti che gli avevano detto che lui stava tradendo l'organizzazione. Non è stata una mia iniziativa. Io non l’avrei mai fatto. "Lei era immobile e in silenzio. "Io non lo faccio, non più. E 'passato molto tempo da quando ho puntato una pistola alla testa di qualcuno, e ancor di più da quando ho premuto un grilletto. "Ancora , il silenzio. "Cazzo, Buffy, parla con me!" Brontolò, sbattendo la sua mano sulla scrivania.

    Lei saltò, e poi si strinse nelle spalle: "Io non so davvero cosa dire."

    "Senti ... ti dico di credermi", si lamentò lui. "Credi che non ti farei mai del male."

    Rimase in silenzio per un attimo, a guardare il suo volto angosciato. Voleva credergli, lo voleva fare. E lui sembrava sincero. Le occhiaie sotto i suoi occhi stanchi e disperati, e la sua intera faccia aveva un aspetto distrutto. Uno sguardo che subito si sciolse quando lei tranquillamente disse: "Ti Credo." Lui tirò un sospiro di sollievo.

    Il telefono sulla scrivania squillò nuovamente.

    "Dovrei andare al lavoro», disse lei in fretta, uscendo dalla stanza. Spike sospirò, girandosi e stringendo la mascella mentre rispondeva al telefono.

    Buffy camminava velocemente verso il suo rifugio,non volendo altro che perdersi nello schermo del computer acceso per alcune ore. Ma Fred le corse dietro, "Buffy!"

    "Che c’è, Fred?", Lei si incollò un sorriso sul volto prima di girarsi.

    "L'inquisizione inizia questo pomeriggio," sospirò l'altra donna. "Angelus e i suoi uomini arriveranno dopo pranzo per controllare tutto, conoscere te e Gunn, e soprattutto rendere la nostra vita un inferno ".

    "Fred, che linguaggio," Buffy ridacchiò.

    Lei arrossì. "Che posso dire, sono una ribelle. Quindi, per favore non prenderla nel modo sbagliato, ma stavo pensando che forse potresti prendere in prestito uno dei miei vestiti o qualcosa del genere, solo ... beh, diciamo solo che Angelus è un tipo che flirta, e dovremmo coprire la maggior parte del tuo corpo come possiamo. "

    "Sì, l’ho già sperimentato... ha flirtato con me la scorsa notte," rise Buffy . "Mi ha fatto accapponare la pelle."

    "Oh, assolutamente", disse Fred, poi abbassò la voce in maniera cospiratoria, e condusse Buffy nella stanza del computer. "C'è un enorme scandalo dietro ciò. Vedi, lui è stato con quella donna Darla per anni, mandò a monte tutto di punto in bianco, naturalmente, perché poi, ha sposato la fidanzata di lunga data di Spike . Non aveva idea che loro stavano avendo una relazione. Quindi non solo Spike perde la sua fidanzata con l'uomo con cui deve lavorare, deve anche incontrare ogni giorno l'uomo con cui lo sta tradendo. E’ come una soap opera? "finì Fred con una risatina.

    Buffy mantenne la faccia di una partner di gossip interessata, ma quando Fred andò a chiamare Xander e Gunn, lei si sedette sulla sua poltrona con il cuore pesante.

    Povero Spike.

    La storia che l’FBI aveva di Drusilla Edith - Angelus era sempre stata un po’ confusa. C'erano state voci che le cose tra lei e Spike si erano complicate prima del matrimonio, ma niente di concreto. Ora, l'antagonismo tra i due uomini avevano un po’ più di senso per Buffy.

    Allontanando l’ansia per l’interrogatorio imminente di Angelus nel retro della sua mente, Buffy velocemente si mise al lavoro, pensando che sarebbe solo un altro giorno di file e codici poco interessante.

    Ma il primo dischetto su cui lei iniziò a lavorare era infinitamente più complicato da decifrare più di tutti gli altri. Lei iniziò ad agitarsi mentre provò diversi modi per decifrarlo, roteando gli occhi eccitata quando si rese conto di trovarsi di fronte a un problema informatico complesso.

    Una volta che finalmente aprì il file, lei era ancora più eccitata.

    Questo era qualcosa. Che cosa, lei ancora non lo sapeva. Sembrava essere un mucchio di informazioni su un numero di consegne, trasferimenti di conto bancario, fotografie. Ma ciò che era ancora più interessante, è che nessuno dei nomi dei file era familiare a Buffy.

    Tranne il nome di Liam Angelus .

    Perché Spike aveva tutte queste informazioni su uno degli affari di Angelus, si chiese Buffy , ma non ebbe la possibilità di pensare al problema ulteriormente perché Fred bussò alla porta.

    "Buffy? Vestiti! "


    Spike camminava nel suo ufficio mentre aspettava che Angelus arrivasse. Era stressato . La presenza di quell'uomo inevitabilmente causava in Spike la reazione di tirare un pugno in un muro, o di bere una bottiglia intera di Jack Daniels. Nessuno dei quali gli avrebbe dato una grande sensazione.

    "Xander e Gunn sono tornati", disse Fred mentre lei entrò con un caffè per lui. "E ho prestato a Buffy alcuni dei miei abiti, come mi hai chiesto. Dovrebbero essere qui in venti minuti o giù di lì. "

    Spike annuì, accettò il caffè, e decise che aveva bisogno di aria fresca per calmarsi.

    Calmo, però, non era però il suo corpo quando c’era in giro Buffy Joyce, che era in piedi sul patio, con indosso una delle gonne grigio scuro di Fred , una camicia a collo alto bianco, e scarpe nere.

    "Beh, non ti guardo ..." Spike iniziò a prenderla in giro, poi si tirò indietro, non essendo sicuro ancora se lei era a suo agio quando era intorno a lui dopo quello che aveva visto la sera precedente.

    "Sembro una bibliotecaria?" Lei finì per lui. "Fred può essere attraente con questa roba, è magra e graziosa. Mi sento come una bambina negli abiti della mamma. "

    "Tu sicuramente non hai l'aspetto di una bambina", disse Spike in apprezzamento, gli occhi seguivano il profilo del suo seno sotto la camicetta e il modo in cui lo spacco della gonna faceva intravedere un po’ di coscia quando si muoveva.

    "Grazie." Dopo una pausa imbarazzante, Buffy continuò: "Guarda,riguardo la notte scorsa. Tutta la notte scorsa e non solo ... "lei prese un respiro profondo. "Dobbiamo solo dimenticare quello che è successo, va bene? Tutto. Renderebbe le cose più facili. "

    Spike voleva gridare deciso di no, spiegare esattamente che cosa stava succedendo, chiedendole di perdonarlo, e se niente di tutto questo funzionava, utilizzare il potere come suo capo per forzarla a sorridergli di nuovo. Ma sapeva che nulla di tutto questo avrebbe funzionato con una donna come Buffy.

    "Va bene, certo," si strinse nelle spalle. "Mi scuso se ti ho fatto sentire a disagio ".

    "Va bene," disse Buffy , consapevole della cocente delusione nel suo petto per la facile accettazione di Spike di perdere la sua compagnia.

    "Ricordati di quello che ti ho detto quando ti ho assunto, Buffy", disse Spike prima che lui si voltò per andarsene. "La tua fedeltà è verso di me, non per nessun altro, e certamente non per Angelus. Quindi fai attenzione a come rispondi alle sue domande. "E con questo, lui se ne andò.


    Angel e i suoi uomini si erano accomodati in salotto, parlando ad alta voce e dando ordini alla cameriera. Gunn e Xander si erano messi di lato, mentre Fred e Buffy attesero pazientemente su uno dei divani l’arrivo di Spike

    Finalmente arrivò, prima che ci fosse un rimprovero da parte di Angel: "Non mi piace aspettare, Spikey," disse con scherno.

    Spike alzò le spalle e si sedette su una sedia di fronte a Buffy.

    "Bene arriviamo al dunque, giusto?" Angel sorrise malignamente.


    Buffy era preparata agli interrogatori, così come lo era Gunn. Erano stati addestrati a resistere. E Xander, Fred e Spike avevano chiaramente attraversato questa sorta di processo prima .Dopo quasi due ore di costanti domande sulle cose più banali da parte di Angel e dei suoi lacchè, si sentiva esausta. Avevano chiesto di tutto, da come aveva decifrato il codice su ognuno dei file, a cosa c’era dentro di essi.

    "Io non li leggo," Buffy strinse nelle spalle. "Non mi interessa davvero cosa c'è dentro, mi sono solo assicurata che siano ... apribili?" Lei sorrise in modo impertinente.

    Angel l'aveva guardata come se non riuscisse a crederle, ma poi rise e disse con condiscendenza, "Probabilmente sarebbero superiori alla tua intelligenza , baby".

    Buffy avrebbe voluto schiaffeggiarlo, o magari dargli un calcio.

    Lorne era stato trovato da Angel casualmente, in un modo che faceva sembrare che lui aveva deciso di mollare in modo irresponsabile, e il suo atteggiamento al riguardo fece ribollire il sangue di Buffy. Dallo sguardo disgustato che lampeggiava sul volto di Spike, lei pensò che lui provasse la stessa cosa, e fu sorpreso di quanto fosse sollevata che lui non avesse mentito prima. Fred e Xander non dissero nulla, ma Buffy pensò dopo aver lavorato in questo ambiente per così tanto tempo, che sapevano esattamente cosa era successo a Lorne.

    Il gruppo di uomini se ne andò finalmente , dopo aver chiarito che questa non era l'ultima volta che si sarebbero visti. Gunn li accompagnò alla porta, e tutti coloro che erano nella stanza fecero sospiri di sollievo simultaneo.

    Xander parlò per primo. "Io odio quel tipo."

    Spike si fece una risata. "Questo è un’affermazione dannatamente giusta".

    Fred ridacchiò. "Io credo solo che ha un grande bastone nel suo culo." Risero tutti al suo debole tentativo di insultarlo, e la tensione nella stanza sembrò scivolare via per un po’ . Spike guardò il luccichio degli occhi di Buffy, mentre lei strizzò l'occhio a Fred.

    "C'è qualcosa da fare in cui hai bisogno di me stasera?" Gunn chiese quando tornò in camera.

    "Uh, no," Spike alzò le spalle. "Perché?"

    "Stavo pensando di portare la mia ragazza a cena fuori," Gunn mise le mani sulle spalle di Buffy e le massaggiò. "Se non hai bisogno che lei lavori questa sera".

    Spike inizialmente pensò di dire di sì, aveva bisogno di Buffy, non poteva andare, e levati dalle palle, stronzo. Guardò la ragazza in questione, volendo che lei lo guardasse, di comunicare con i suoi occhi, ma quando lei non lo fece lui alzò solo le spalle e diede il suo permesso.

    Con la coda dell'occhio Buffy guardò Spike alzarsi dal divano e uscire dalla stanza senza una parola. Sospirò, resistendo alla voglia di andare a scusarsi con lui, e seguì Gunn al piano di sotto per prepararsi per uscire.


    La coppia chiamò Giles mentre uscivano dal cancello, e si accordarono di incontrarsi in un piccolo nascondiglio alle spalle del ristorante cinese a Long Beach dove potevano parlare liberamente.

    Buffy prima parlò a Giles di aver assistito all'omicidio di Lorne, e lei di nuovo evitò di dire che era presente anche Spike sulla scena del delitto. Poi lei lo informò di tutti i dati recenti che aveva memorizzato dai diversi dischi, facendo molta attenzione per ricordare tutto ciò che c’era nei file più recenti.

    "Questo certamente mi sembra strano", pensò Giles. "Credo che Spike avrebbe potuto essere coinvolto in questa operazione e il suo nome non era in tutti i documenti."

    "Infatti", Buffy si strinse nelle spalle, giocando con la sua pasta. "Ma, onestamente, il mio istinto mi dice che non aveva nulla a che fare con ciò. E lui era fermamente convinto che la mia fedeltà doveva essere per lui e non per Angelus ".

    Gunn annuì. "L’ha detto anche a me. E quei due si odiano a vicenda, credo. "

    "Bé lottare per l’amore di una donna provoca questo," disse Buffy , nascondendo abilmente la sua gelosia.

    "Molto strano", disse il loro capo. "Cosa pensi significhi tutto questo?"

    "Forse sta cercando di distruggere tutto da solo?" suggerì Gunn. "Ruba offerte da sotto al naso di Angelus,per fare qualche soldo extra?"

    "Oppure," disse Buffy con attenzione. "Lui sta cercando di tradire l'organizzazione?"

    "Mi sembra un bel salto, Buffy," dichiarò Giles. "Ci sono pochi elementi per manifestare eventuali modifiche dei sentimenti da parte di Grace. Lui può decidere di eliminare Angelus, per motivi personali o professionali, ma non credo che sarebbe incriminato nel processo nello stesso modo, se usasse mai quei file. "

    Buffy annuì con riluttanza. "Non lo so, ma sembra proprio che lui non sia così male come ragazzo."

    "E 'un incantatore", sbuffò Gunn. "Ma sappiamo esattamente che tipo di ragazzo è." Lui poi cominciò a raccontare seriamente a Giles le informazioni che aveva raccolto, e Buffy iniziò ad allontanarsi, pensando a tutti i dettagli dei giorni scorsi nella sua testa.


    "Gunn!" Spike gridò dal suo ufficio nel secondo in cui sentì che i due erano tornati dal loro appuntamento. La sua testa era piena di immagini dei due in un ristorante romantico, ma lui le eliminò mentre affrontava il problema in questione.

    "Che c’è?" chiese Gunn , entrando in ufficio con Buffy appiccicata addosso.

    Spike la guardò in fretta prima di dire: "Tu hai impressionato Angelus oggi, e lui vuole che lavori per lui, mentre lui è in città."

    "Davvero?" disse Gunn .

    "Sì," Spike sospirò. "Te lo sto chiedendo di accettare, ma in realtà è più una raccomandazione, perché non accetta di essere respinto. Tu potresti vivere ancora qui, ma devi stare con lui quasi tutti i giorni e le notti ".

    "Questa è una doccia fredda", disse Gunn, scambiando uno sguardo eccitato con Buffy. Stare con Angelus, mentre lui era in città significava che sarebbe stato al corrente di molte più informazioni e poteva stare nel bel mezzo dell'azione,poteva essere un buon passo per la loro indagine. E dal momento che l'uomo era l'obiettivo degli interessi dell'FBI comunque, questa nuova posizione era importante per la sua carriera. Visioni di promozioni balenavano nella sua testa, mentre le visioni di più tempo con Buffy balenavano in Spike.

    La bionda gli chiese se era tutto, e sentì il suo cuore accendersi al piccolo sorriso che Buffy gli donò prima che se ne andasse. Proprio quel sorriso gli diceva che forse, forse, non aveva paura di lui come temeva. Guardò fuori dalla finestra per un po’ , grato per la stanchezza che poteva permettergli di dormire tranquillamente quella notte.

    Un piano cominciò a formarsi nella testa di Spike mentre contemplava la sua situazione attuale. Gunn sarebbe andato con Angelus e Buffy sarebbe stata sola. Un sorriso sornione si diffuse sul suo viso, e raggiunse il telefono per prendere accordi per la sera successiva.

    CAPITOLO11

    "Buffy", disse Spike con fermezza mentre entrava nel suo ufficio. "Ho bisogno di te stasera."

    "Per che cosa?" chiese lei, con la faccia che mostrava il il suo smarrimento.

    Si sedette sulla scrivania accanto al suo computer e si sporse in avanti , "C'è in corso un affare con un cliente, e lui dà una festa questa sera in un ristorante. Ho bisogno che tu venga con me, e risolveremo qualche problema sul suo computer. Va bene? "

    Buffy era ancora abbastanza confusa, ma accettò: "Va bene, naturalmente."

    Spike sorrise. "E’ un posto abbastanza fine, e noi dobbiamo mescolarci all’ambiente. Hai qualcosa da mettere? "

    Buffy annuì, "Va bene un abito da cocktail?"
    "Perfetto. Fatti trovare pronta alle sette ",disse lui, e subito se ne andò.

    Buffy aggrottò la fronte, sapendo che qualcosa non andava , ma tornò al suo lavoro.


    Spike era nell’atrio alle sette meno cinque, guardandosi continuamente allo specchio e armeggiando con i suoi vestiti. Indossava una giacca nera su una camicia con cravatta rossa e pantaloni neri, sperando di non avere l'aspetto di un completo deficiente.

    Sentì Buffy schiarirsi la voce dietro di lui, e quando si girò rimase a bocca aperta. Era vestita con un corto, stretto, vestito a collo alto di pizzo nero che mostrava le sue gambe perfette, e indossava scarpe rosse con tacchi alti . Lei si aggiustò i capelli e indossava un fermaglio, e i suoi splendidi occhi era ricoperti con un ombretto grigio scuro. Lei ridacchiò all'espressione del viso di lui e si voltò, mostrando che la parte posteriore del vestito era scollato fino a poco sopra il sedere, mostrando il suo posteriore da sogno.

    «Tu sei ..." tentò di dire Spike, non scorreva abbastanza sangue in direzione del suo cervello per formulare le parole per dire quanto fosse meravigliosa.

    "Siamo intonati", sottolineò lei, sollevando delicatamente un piede per mostrare le scarpe.

    "Bene, pet", sorrise lui, recuperando i suoi poteri di parola. "Dovremmo andare."

    Uscirono fuori per trovare una limousine che li aspettava, lo sguardo di sorpresa e di piacere sul volto di Buffy fece gonfiare di orgoglio Spike.

    Viaggiarono per un po’ , parlando tranquillamente di qualsiasi cosa, ma la chimica tra loro due c’era nonostante gli avvenimenti sconvolgenti della notte precedente.

    Buffy continuò a guardarlo, quando Spike non la guardava, cercando di capire perché si sentiva ancora così a suo agio con lui. Dopo quello che aveva visto, dopo tutto quello che sapeva, dopo pochissimo tempo .

    Loro raggiunsero il ristorante e Spike aiutò Buffy a uscire dalla limousine, e mantenne stretta la mano di lei mentre la condusse all’interno del ristorante .

    Una volta che furono seduti uno accanto all'altro in una zona isolata del ristorante, Buffy gli chiese: "Aspetta, allora dove è il signore che pensavo dovessimo incontrare?"

    “Um, deve essere in ritardo," sorrise Spike. "Ruffiano. Nessun rispetto per me --- "

    "Non c'è nessun affare in corso stasera, vero?" Buffy chiese in maniera sfrontata. Dinanzi alla faccia disinvolta di Spike, lei continuò, "Spike ... questo è un appuntamento?"

    "Per favore, un appuntamento?" La derise lui. "Tu stai completamente fuori! ... Tu vuoi che lo sia?" Lui ci sperava.

    Lei lo fissò per un attimo, poi scoppiò a ridere. "Ti stai arrampicando sugli specchi, William".

    "Niente in confronto a te, amore," disse con calma, assaporando il suono del suo vero nome dalle sue labbra,fino a quando il cameriere li interruppe con una bottiglia di Cristal.

    "Quindi, veramente, pensavi di ingannarmi per avere un appuntamento con te?" chiese Buffy una volta che il cameriere li lasciò soli dopo aver preso le ordinazioni.

    "Si", Spike annuì. "Ci sono riuscito? '

    "Beh, forse."

    "E ha funzionato, non è vero?"

    "Sai, se non fossi così affamata, potrei semplicemente alzarmi e andarmene."

    "Ah, sì? La mia compagnia non è abbastanza per farti restare? "

    "No.. Sono davvero qui solo per il pollo. Anche se, potrei portarlo via un pollo. "

    "Sei su un terreno pericoloso, ragazzina," ringhiò Spike.

    "Ragazzina? Io? "

    "Sei una ragazzina."

    "Bé tu sei un asino".

    "Vedi, questo è il problema con voi americani , i vostri insulti sono così noiosi".

    Dei sorrisi si diffusero in modo permanente sui loro volti mentre scherzavano, e dopo l'ultimo commento di Spike, Buffy avvicinò i loro corpi così che si potessero toccare, e gli sussurrò in modo seducente in un orecchio , con le labbra così vicine che accarezzavano la sua pelle , "Ma hai detto che non ero noiosa, ricordi? "

    La sua mano era sulla sua coscia. Oh, ricordava.

    Si schiarì la voce, "Giusto, non sei noiosa."

    Lei sorrise maliziosamente e si allontanò di nuovo, il suo corpo istantaneamente sentì la mancanza del calore del suo corpo schiacciato contro di lui.

    Lei sapeva che se ne sarebbe dovuto andare, da Gunn, o fare qualcosa di disgustoso, qualcosa che uccideva l’atmosfera romantica che c’era tra di loro. Quando era intorno a lui sembrava dimenticare tutto. Dimenticare chi lui era, chi lei era, quello che lui aveva fatto, cosa le avrebbe fatto se sapeva che cosa faceva lei , pensava lei in confusione. Lei non poteva formulare quei pensieri razionali, tanto meno agire in base ad essi. Così lei rimase dove era, al miglior appuntamento che avesse mai avuto.

    Il loro cibo arrivò in fretta,Buffy realizzò,probabilmente per la posizione sociale Spike . Parlavano mentre mangiavano, la conversazione tra loro era semplice e fluida, senza un momento di silenzio o di stress.

    "Dessert, pet?" chiese Spike mentre il cameriere portò via i loro piatti vuoti.

    "Mi potrebbe seriamente andare qualcosa al cioccolato,"disse lei. "Non c'è nessun problema che non può essere risolto con il cioccolato".

    Lei era troppo adorabile. Spike ordinò un pezzo di torta al cioccolato per loro da dividere e versò un altro bicchiere di Cristal.

    "Vorrei farle notare che sta cercando di farmi ubriacare, signore», sorrise.

    Lui abbassò la voce e mormorò: "Mi ricordo ancora quello che è successo l'ultima volta che hai bevuto lo champagne."

    Lei rimase a bocca aperta, bloccandosi il respiro nel petto e facendole arrossire le guance. Spike poggiò delicatamente una mano sulle sue ginocchia e la fece scivolare su per la coscia, fermandosi a pochi centimetri dall'orlo del vestito, quando la torta arrivò.

    "Oh, Gnam gnam", disse lei, togliendo la sua mano e prendendo la forchetta. Buffy lo fissò, odiando e amando il modo in cui lui poteva farla sciogliere come gelatina con un solo tocco o una parola. Oh, lui la doveva pagare per questo.

    Lei sollevò delicatamente la forchetta e prese un pezzo della torta. Una volta che lei era sicura che gli occhi di Spike fossero su di lei, mise la forchetta in bocca e fece scivolare in maniera seducente le sue labbra su di essa, gemendo dolcemente , "Oh, è così buona." Spike la fissava, la bocca spalancata, e lei andò un po’ oltre, uscendo la sua lingua rosa e leccandosi leggermente le labbra per togliere le eventuali tracce di cioccolato.

    Lui la guardò estasiato, e poi strinse gli occhi mentre lei gli fece l'occhiolino.

    "Oh, pensi di essere sexy?"

    "Perché , non lo sono?" Lei mise il broncio.

    Lui si sporse, a pochi centimetri dal suo viso. "Tu? Sei la cosa più sexy che abbia mai visto ", disse lui prima di catturare le labbra di lei in un bacio.

    Delicato in un primo momento,il bacio di Spike cancellò l'ultimo dei dubbi di Buffy dalla sua mente. A lei non importava. Proprio in quel momento, lei aveva scelto di non fregarsene. Per ora. Quello che doveva o non doveva fare non ha più importanza, tutto quello a cui riusciva a pensare erano le labbra di Spike sulle sue. Lui gentilmente invitò la sua bocca ad aprirsi per lui, e strinse il corpo di lei contro il suo, mentre le loro lingue si toccavano eccitate. Buffy passò una mano sulla coscia di Spike, accarezzandolo dolcemente mentre l'altra mano afferrò saldamente uno delle sue braccia forti. Spike mise una mano sotto la parte posteriore del suo vestito per accarezzare leggermente il bordo della sua schiena.

    Buffy si allontanò leggermente e dolcemente lo prese in giro ", Mi stai tenendo lontana dalla mia torta." Lei accarezzò il suo naso con un dito.

    Spike si accigliò e usò una mano per schiaffeggiarle dolcemente il fianco, poi lui la lasciò continuare a provocarlo con il modo in cui usava la forchetta.

    Mentre lei continuava a mangiare la maggior parte del dessert, la mano di lei rimase sulla sua coscia e, una volta che l'ultimo boccone fu inghiottito, lei prontamente spostò la mano contro il suo cavallo e gli fece l'occhiolino.

    Spike alzò una mano verso il cameriere e cercò di controllare la tosse ", Il conto, per favore."


    La coppia aveva appena raggiunto la limousine fecero in tempo a chiudere la portella prima che fossero fusi insieme in un bacio. Spike si mise in grembo Buffy così lei potesse stare a cavalcioni su di lui, tenendolo al sicuro e stretto contro il suo corpo mentre la limousine partì.

    Buffy si spinse contro di lui, afferrandogli saldamente le spalle mentre le mani di lui strinsero a coppa il suo sedere. Ogni volta che le loro lingue si toccavano lei sentiva un impeto di passione che attraversava tutto il suo corpo, e il suo minuscolo perizoma si stava bagnando.

    "Cazzo, baby", ansimò lui mentre si separavano solo per respirare. "Mi fai impazzire, lo sai ".

    "Sì?" Piagnucolò,facendo scivolare le mani dalle spalle di lui fino al suo collo per accarezzare i suoi zigomi pronunciati. "Mi hai mischiato un po’ della tua pazzia".

    Si mise a ridere prima che lui la baciasse di nuovo, poi la capovolse così che fosse sopra di lei sul lungo sedile.

    "Non è sicuro, Spike", lo costrinse a fermarsi mentre cessava il suo assalto alla bocca di lei e si era spostato a baciare il rigonfiamento dei seni sotto il vestito. "La macchina è in movimento, ricordi?"

    "Non lascerei che ti succeda niente», mormorò mentre accarezzava il suo seno, suscitandole altri gemiti.

    "Ma-ma-l’autista", protestò lei.

    "L’autista ha l'ordine tassativo di guidare intorno fino a quando non gli chiedo di fermarsi, e non può aprire il finestrino."

    "Oh tu l’avevi previsto questo ,non è vero?" Chiese lei mentre lui iniziò a dedicarsi al suo collo con baci stuzzicanti e caldi .

    "Pianificato, desiderato," mormorò, premendo la sua erezione sulla sua coscia. "Sperato e sognato."

    "Stai recitando una poesia?"

    "Pensi che sia una poesia?" la derise lui. "Questa è una poesia dannatamente terribile . Ora, hai finito di parlare? "

    Buffy sorrise. "Per ora", e avvicinò la bocca di lui per incontrare la sua.

    Lei strinse le gambe intorno alla sua vita e le sue mani salirono per allentare e togliere la cravatta. Rapidamente sbottonò la camicia, dimenava i fianchi contro la sua durezza, facendolo gemere.

    Spike si appoggiò in ginocchio per togliere la camicia, poi dovette mantenersi contro lo schienale del sedile quando la macchina fece un una frenata di colpo. Mentre lui stava recuperando il suo equilibrio, Buffy allungò la mano e iniziò ad aprire la sua cintura e a sbottonagli i pantaloni.

    Le sorrise , "Impaziente, pet?"

    Si fermò e lo guardò: "Cosa è, tu puoi parlare e io no?"

    "Divieto di parlare revocato."

    "Sì, signore», fece un sorrisetto, e finì di sbottonargli i pantaloni. Quella timidezza si trasformò in qualcosa altro, però, lei per un po’ esitò, quasi ripensandoci, ma Spike subito prese il controllo. Allungò la mano e fece scivolare le bretelle del vestito dalle spalle e giù lungo le braccia per esporre il suo reggiseno dinanzi ai suoi occhi affamati. Buffy si mordicchiò le labbra nervosamente, e lui godette della sua timidezza improvvisa, non sapendo il motivo dietro la sua resistenza momentanea. Resistenza che fu eliminata quando lui la baciò dolcemente e castamente sulle labbra, un bacio con dietro qualcosa di più rispetto a una semplice lussuria . Buffy si sciolse.

    Spike scivolò a terra e si inginocchiò di fronte alla donna, la fece girare così che lei fosse in piedi di fronte a lui, e le tolse il vestito accarezzandola sui fianchi e giù per le gambe. Lui lo gettò dietro di sé e si ubriacò alla vista del suo corpo perfetto senza niente addosso , con solo i tacchi rossi e un tanga minuscolo . Lei rabbrividì sotto il suo sguardo intenso, poi chiuse gli occhi mentre lui cominciò a premere baci a partire dalla caviglia e su fino alla gamba. A metà coscia, passò all'altra gamba, e lei gemette leggermente in segno di protesta.

    Lui continuò il suo percorso fino al bordo delle mutandine, poi con un colpo rude strappò il pezzo di tessuto che li separava.

    "Oh!" Buffy gridò con sorpresa, con gli occhi spalancati. Lui scese rapidamente lungo le sue gambe e le appoggiò sulle sue spalle, e la leccò dal basso verso l'alto. Lei sussultò per il piacere e lo spingeva più vicino, e lui non se lo fece ripetere, mise la sua bocca direttamente sopra il clitoride.

    Lei aveva il sapore dello zucchero filato, della vaniglia e della cannella, era la cosa più dolce che avesse mai assaggiato. Spike non riusciva a contenere i suoi gemiti mentre la leccava , facendo scorrere uno, poi due, poi tre dita sul suo centro gocciolante, pompandoli violentemente in lei , leccandola. Le dita di lei erano intrecciate nei suoi capelli, tenendolo vicino a lei, lei annaspava e piagnucolava e ansimava, ogni suono entrava nelle sue orecchie e puntando dritto al suo pene, rendendolo dolorosamente gonfio. Spostò una mano per liberarsi dai suoi boxer, e lasciarli cadere lungo le sue ginocchia insieme con i suoi pantaloni.

    Buffy cominciò ad ansimare forte, inarcando la schiena verso di lui, stringendo la sua presa sulla sua testa Lui succhiò il clitoride e lei cominciò a tremare, premiando il suo lavoro con un flusso di fluidi deliziosi, e il dolce lamento del suo nome.

    I sentimenti erano in aumento in tutto il suo corpo era come se Buffy non avesse mai provato niente di questo genere. Lei non riuscì a trattenere il suo apprezzamento vocale mentre le onde di piacere e di felicità erano così intense che aveva voglia di piangere. Dal profondo del suo centro lei sentiva un’attrazione, un’attrazione irresistibile nei confronti di questo uomo che le aveva dato così tanto piacere. Non era solo sesso. Non era solo bisogno. Quando finalmente sentì come se tutto il suo corpo volesse esplodere, lo pregò di qualcosa, non sapeva che cosa,visto che riusciva a malapena a respirare, e l'unica cosa che poteva pensare era il suo nome.

    Mentre scese dal suo orgasmo Spike si allontanò e fissò il suo viso luminoso. Lentamente aprì gli occhi e lo trovò solo a guardarla.

    "Cosa c’è?" disse lei quando riuscì a respirare.

    «Niente», sorrise dolcemente, e lei lo raggiunse, chinandosi per un bacio gentile, sentendo il suo sapore sulle labbra. L’unione delle loro bocche era l'unica cosa che l’aiutò a mettere a fuoco l’intera situazione.

    "Ho bisogno di te", sussurrò lei a bassa voce, e Spike immediatamente agì. Lottò per uscire fuori dai pantaloni, quasi cadendo mentre la limousine prendeva una curva, che provocò la risata di Buffy .

    "Oh, ti starai chiedendo se ho questo", disse Spike, imbarazzato, tirando fuori il portafoglio dalla tasca dei pantaloni e prese un preservativo. Si andò a sedere accanto a Buffy, godendo del suo sguardo di apprezzamento per il gonfiore del suo cazzo. Rapidamente srotolò il preservativo, raggiunse la donna e si mosse in modo tale che lei fosse di nuovo a cavalcioni su di lui.

    Lei cominciò ad abbassarsi, chiudendo gli occhi in attesa, ma Spike le ordinò con voce roca , "Guardami, amore." Lei obbedì senza esitare, e mentre le piccole labbra della figa toccarono la cima del cazzo di Spike,lui pensò, che sarebbe potuto morire per il piacere.

    Lei si sedette, tenendolo stretto, sempre guardandolo nella profondità dei suoi occhi. Lei gemette il suo nome una volta che era completamente dentro di lei, sprofondando nel suo stretto canale . Era così duro, così grande, così perfetto per lei. Rimase immobile per un momento, assaporando la sensazione della loro prima unione.

    "Oh Dio, questo è", lui gemette dolcemente, poi si chinò a posare la sua bocca sul seno pieno di lei.

    "Mmm ..." sospirò lei, in risposta, muovendo i fianchi mentre iniziava a guidarlo, muovendo il suo cazzo dentro e fuori le sue pieghe bagnate, mantenendo il suo equilibrio poggiando le mani sul sedile dietro di lui. Quando la limousine deviò leggermente,i denti di Spike graffiarono il suo capezzolo sensibile, e il suo gemito gutturale gli fece sapere che lei lo adorava.

    Il piacere per entrambi giunse in fretta. Spike si staccò dal suo seno e la baciò raggiungendo la bocca, mordicchiandole il labbro inferiore mentre lei assaporava più piacere dal suo corpo di chiunque altro abbia mai avuto. Lui la attirò stretta,poggiando la testa contro il suo collo, stringendo con la punta delle dita il suo sedere così forte che avrebbe lasciato i lividi mentre lui la sentiva vicino al suo culmine. Voleva stringerla così tanto in modo tale che i loro corpi fossero fusi in modo permanente, voleva assaporare il suo sapore, il suo odore, il suo tatto, nel caso in cui non avesse avuto modo di sperimentare questa beatitudine di nuovo.

    "Oh Dio", gridò lei, cercando di mantenere la sua voce bassa, la sua figa si stringeva intorno a lui come un pugno di ferro. "Spike, sì, sì, per favore ..."

    "Buffy, Buffy, la mia Buffy, la mia ragazza," ansimava nei suoi capelli, spingendo i suoi fianchi fino a incontrarla. "Questa è la mia gattina, che è, proprio ..."

    Lei si abbatté su di lui una volta che il suo orgasmo raggiunse il suo corpo, e annunciò il suo piacere con quel dolce, grido strozzato che le aveva sentito fare prima . L’allontanò da lui così che potesse guardare il suo piacere sul suo viso splendido, le sue labbra perfette socchiuse, le guance di un rosa tenue, gli occhi pieni di desiderio. Riusciva a leggere ogni pezzetto di lei in quegli occhi, o almeno così pensava. I suoi muscoli interni si strinsero intorno al suo cazzo e lo portò al suo culmine, ed ebbe un impeto di felicità così intensa che non poté trattenersi dal gridare il suo nome.

    Buffy crollò su di lui, ansimando mentre si calmava. Spike dolcemente la sollevò dal suo cazzo e la mise accanto a lui, poi prese un fazzoletto di carta dal mini-bar della limousine e si tolse il preservativo, e velocemente lo avvolse ed lo buttò nel cestino. Tornò da Buffy, che era appoggiata allo schienale del sedile, che lo guardava,con un sorriso sazio sulla sua faccia. Lui allungò la mano e intrecciò le dita con le sue.

    Erano entrambi molto tranquilli vedendo la felicità negli occhi di entrambi.

    Buffy ridacchiò, infine, "Quindi pensi che l'autista ci abbia sentiti?"


    Una volta che loro furono completamente vestiti , Spike a malincuore chiese all’autista di riportarli a casa. Temeva il momento in cui avrebbe aperto le portelle e Buffy non sarebbe stata più accoccolata al suo fianco,con la testa sulla sua spalla, il dito che faceva dei disegni leggeri sul suo avambraccio.

    Neanche Buffy voleva tornare indietro. Se fosse stato possibile, avrebbe voluto vivere la sua vita in giro nella limousine con Spike, per non dover affrontare le colpe o le conseguenze o le delusioni. Poteva già sentire il suo senso di colpa iniziare a pesare sul suo cuore, ma lei non voleva sentirlo. Voleva solo stare felicemente avvolta nelle braccia forti di Spike. E forse avere un'altra sessione di sesso bollente nella macchina in movimento, se possibile.

    Ma i suoi sogni non potevano avverarsi, mentre guardò fuori dal finestrino e vide che stavano attraversando il cancello. Lei si allontanò e fece in modo di sembrare presentabile. Spike aveva preso la sua biancheria intima distrutta e se la mise in tasca. Così mentre lei uscì dalla macchina, assaporò la sensazione erotica dell’aria fresca della notte che raggiungeva il suo sesso ancora umido.

    Spike appoggiò la mano sulla sua schiena nuda mentre si dirigevano verso la porta di casa, ma prima che loro entrassero lei a malincuore si allontanò.

    "Spike-" lei cominciò a dire, volendo cercare una sorta di promessa, una sorta di soluzione.

    "No, amore, ho capito", le strizzò l'occhio. "Sarò discreto."

    Lei sorrise dolcemente e girò sui suoi tacchi, entrando in casa davanti a lui e lasciandolo assolutamente affascinato davanti alla porta.



    CAPITOLO12


    Buffy si svegliò quando il sole era già alto, si stiracchiò mentre apriva lentamente gli occhi. Lei si allungò per spegnere la sveglia.

    Aveva dormito bene, facendo sogni solo su Spike. Spike nudo, Spike vestito, Spike negli abiti di lei, che era un sogno strano. I suoi pensieri da sveglia alla luce del giorno non erano diversi, solo che adesso, quei pensieri erano tinti di una debole macchia di rimorso. Per fortuna, Gunn era profondamente addormentato quando lei rientrò la notte scorsa, e aveva fatto una doccia veloce e si addormentò accanto a lui. Non aveva voglia di vederlo e di mentirgli oggi sulla sua notte con Spike, ed era contenta che era fuori a lavorare per Angel.

    Sarebbe una cosa diversa se fosse stato solo sesso. Che lei avrebbe potuto cancellare visto che i suoi ormoni hanno avuto una momentanea perdita di giudizio causata dalla sensualità di un cattivo ragazzo e quindi porre fine al suo stesso lungo, lungo incantesimo. Ma quando uno dei suoi sogni prendeva le sembianze di Spike , sapeva che era in una zona completamente diversa da quella della lussuria. E questo era pericoloso.

    Il suo telefono cominciò a squillare proprio mentre si alzava dal letto. Guardò l'ID del chiamante e non poté controllare la sensazione di calore che si diffuse in tutto il corpo.

    "Ciao, pet," disse Spike a bassa voce mentre lei rispondeva. "Dormito bene?"

    "Si», sorrise. "Mi sono appena svegliata".

    "Lo sapevo, in realtà."

    ".... Questo è un po’ inquietante."

    "No, è solo che stavo fuori dalla tua porta, ho sentito che spegnevi la sveglia."

    La porta si aprì lentamente per svelare Spike, che allontanò il suo telefono da un orecchio e le sorrise felice .

    "Furbo", ridacchiò lei , godendo del battito accelerato del suo cuore quando lui la guardava. "Dove sono tutti?"

    Lui si appoggiò allo stipite della porta e infilò il suo telefono in tasca. "Xander e Fred sono fuori a fare alcune commissioni per me." Lui volutamente lasciò fuori dalla spiegazione Gunn, immaginando che lei sapesse già dove fosse, e non volendo pronunciare quel nome dandosi la zappa sui piedi . L'immagine di Buffy che dorme accanto a un altro uomo per tutta la notte lo aveva fatto impazzire, e lui aveva casualmente suggerito a Angelus ,al telefono questa mattina, che forse Gunn doveva stare al suo hotel stasera. Per motivi di sicurezza, ovviamente. "Commissioni che li porteranno via molto,ma molto tempo."

    "E 'così?" Buffy praticamente fece le fusa.

    "Si ", Spike annuì. "E mi chiedevo se avessi voglia di una nuotata? E 'una bellissima giornata. "Mentre lui voleva solo saltarle addosso proprio qui e ora, l'idea di una mattinata in piscina e Buffy in un costume da bagno era troppo delizioso per passarci sopra.

    Lei si illuminò per il suggerimento, e annuì con entusiasmo. Le disse di incontrarsi fuori e corse di sopra per cambiarsi nel suo costume da bagno, vestendosi così velocemente come non aveva mai fatto in vita sua.

    Afferrò un paio di asciugamani dalla lavanderia e si diresse verso il balcone, fermandosi a metà strada giù per le scale mentre vide Buffy. Buffy, appena coperta da un minuscolo bikini bianco, tirandosi i capelli in una coda di cavallo prima di tuffarsi in acqua con la grazia di un cigno.

    Dio, era una visione.

    Corse giù per il resto delle scale e si diresse verso la piscina, fermandosi vicino ad una sedia per appoggiare la sua asciugamano , il cellulare, e le scarpe. Con un grido da guerra indiano, corse verso la piscina e si tuffò come una palla di cannone .

    Buffy si lasciò sfuggire un fischio mentre lui atterrava accanto a lei, e rapidamente nuotò via prima che potesse arrivare a toccarla. Lui le diede la caccia, la catturò in pochi secondi e tenendola stretta contro il suo corpo strinse le mani a coppa sul suo sedere, premendo i seni contro il suo petto. Bastava esserle vicino che ogni cellula del suo corpo rabbrividisse.

    "Ti ho preso" Lui sorrise.

    "Che hai, dodici anni?"

    "Non tutte le parti di me", le fece delle occhiate maligne, arricciando la lingua dietro i denti.

    "Pervertito".

    "Sai che ti piace."

    Buffy si staccò dalla sua presa e lo schizzò, correndo verso il bordo della piscina.

    "Tu sei proprio capricciosa!" Le disse , decidendo di restare dove si trovava solo per guardare il suo corpo liscio uscire dall'acqua .

    Lei si voltò di scatto quando si rese conto che non la stava seguendo, e gli fece la linguaccia. "Perdente" Lo insultò lei.

    "Non farmi la linguaccia , se non hai intenzione di fare qualcosa con essa, gattina."

    "Dio, sei una di quelle persone che vede dei doppi sensi in tutto?"

    " Sì,pet."

    "E sei proprio un porco."

    "E tu sei adorabile."

    Buffy ridacchiò, si voltò e andò al bordo della piscina, poi si tirò su a sedere sul bordo e si stese al sole. Il suo corpo bagnato luccicando alla luce produsse dei pensieri molto cattivi nella testa di Spike su cosa esattamente poteva fare con esso.

    "Sento che mi stai guardando",disse lei, con gli occhi chiusi e il viso rivolto al sole,con i capelli biondo oro bagnati che cadevano lungo la schiena.

    "Io ti guardo sempre ."

    Buffy aprì un occhio e si girò verso di lui. "Ancora una volta raccapricciante".

    "Non è raccapricciante! E '... romantico, no? "

    "Sì, ho sempre desiderato uno mio stalker molto personale."

    "Non mi provocare, baby," Spike nuotò verso di lei e appoggiò leggermente le mani sulle sue cosce. Aprì gli occhi completamente e guardò giù verso di lui, un pizzico di lussuria cominciò a scintillare sul suo viso e piegò la testa verso di lei e continuò, "Uno di questi giorni potresti portarmi all’esasperazione".

    Buffy lo guardò per un momento prima di ridacchiare: "Oh, ho tanta paura".

    Con un ruggito si avventò su di lei, afferrandola e tirandola in acqua con lui. Strillò fingendo di aver paura e gli permise di inzupparla. Una volta sott'acqua lei tirò giù il suo costume da bagno e schizzò via, lasciandolo mentre urlava: "Non giocare con me!" Nuotò in fretta seguendola.

    Continuarono il loro gioco, nessuno di loro notò la figura scura che guardava dal balcone.

    Il cellulare di Spike iniziò a vibrare sulla sedia a sdraio, proprio mentre stava per catturare le labbra di Buffy in un bacio.

    Lui provò e non riuscì a resistere al suo broncio, dandole un bacio veloce prima di sollevarsi rapidamente fuori dalla piscina. Buffy sospirò e apprezzò la vista di lui mentre si allontanava e prese il suo telefono. Con le spalle rivolte verso di lei, lei non poté vedere lo sguardo di shock sul suo volto quando guardava l'ID del chiamante.

    "Ciao!" Disse a bassa voce mentre rispondeva al telefono. Lui ascoltò per un po’ , poi guardò bruscamente verso casa e, infine, individuò la figura che stava li a guardare.

    "Sì, Dru," disse a bassa voce, per cui Buffy non riuscì a sentire, mentre guardava la sua ex nella sua casa. "Arrivo subito."


    CAPITOLO13


    Spike l’aveva baciata e le disse che avrebbero dovuto interrompere la loro mattinata insieme e che lei avrebbe dovuto probabilmente iniziare a lavorare, e poi scappò verso quella donna che stava lì in piedi in casa.

    Buffy cercò di reprimere la sua delusione e sentendosi rifiutata, rapidamente corse in camera sua per farsi una doccia. Lei aveva un vago sospetto di sapere esattamente chi fosse quella donna, e odiava il fatto di esserne gelosa.

    Ma a parte i suoi sentimenti personali verso il fatto che Drusilla Angelus stava a Los Angeles, però,la sua preoccupazione era l'effetto che avrebbe avuto sulla sua indagine. Mentre Gunn era un fermo oppositore verso ogni tipo di fenomeno psichico o paranormale, Buffy aveva una mentalità più aperta, e aveva letto approfonditamente delle presunte visioni di Drusilla. Ci sono state numerose segnalazioni circa delle sue accurate predizioni di eventi, e probabilmente aveva fatto uscire Angelus di carcere più di una volta con i suoi avvertimenti. Se qualcosa di ciò era vero, lei e Gunn potevano essere scoperti.

    Ma soprattutto,lei era gelosa della donna che conosceva Spike,che l’aveva amato. E sapeva che le sue priorità avrebbero preso una svolta sbagliata.


    "Che ci fai qui, Drusilla?" chiese Spike bruscamente mentre finalmente trovò la donna dai capelli scuri in biblioteca,che gli dava le spalle.

    "Hai sporcato tutto il tuo bel pavimento di legno, lo sento",rifletté lei senza guardarlo. "Cattivo ragazzo".

    "Sì, pulirò fra qualche secondo. Ancora una volta, che diavolo ci fai in casa mia? Come hai fatto ad entrare? "

    "La tua principessa sa sempre dove tieni la chiave," ridacchiò lei, camminò intorno così la sua lunga gonna nera le girasse intorno. "Come sta il mio Spike?"

    "Sto bene, Dru",disse lui, non ci credeva che dopo tutti questi anni, era faccia a faccia con lei. Dopo anni di dolore, ora, guardarla gli fece gelare il sangue.

    Lei mise il broncio e scivolò verso di lui. "Che modo c’è per salutare un vecchio amico?" Lei si sporse e premette le labbra sulla sua guancia.

    " Angelus sa che sei qui?" chiese Spike , ignorando il suo gesto di affetto e il fatto che lei si fosse riferita a lui come un amico.

    "Paparino? Oh, paparino è troppo impegnato a giocare con i suoi giocattoli, " sospirò Drusilla. “Ho pensato di venire a vedere il mio ragazzo prima di andare in albergo. Darti un piccolo avvertimento. "

    "Quale?"

    "Stai molto ma molto attento", disse lei, la sua voce era più profonda,aveva intensificato il suo accento . Fissò intensamente l'uomo di fronte a lei. "A paparino non gli piace essere offeso."

    "Io davvero non ho assolutamente idea di cosa tu stia parlando , Dru," disse Spike. "E non mi interessa. "

    "So che mi odi, tesoro mio. E dovresti. Tu ami tanto profondamente quanto odi, ed è uno o l'altro con te, non è vero? "

    "Drusilla-"

    "Ma tu mi amavi una volta, e una parte di me ti amerà per sempre. E così ti dico. Stai molto attento. Stai in guardia. "

    "Bene. Lo farò. Perché non te ne vai? "

    "Se vuoi", lei alzò le spalle. "Divertiti a giocare con raggio di sole".

    "Dru ..." fece una pausa, valutando le sue opzioni. La sua voce era più dolce questa volta. "Se non parlassi di lei a nessuno, te ne sarei grato."

    "Certo che no, mio William," disse lei con disinvoltura. "Non una parola."

    Con ciò, lei obbedì alla sua richiesta e lasciò la casa. Spike respirò di nuovo normalmente quando sentì l’auto che si allontanava.

    Aveva bisogno di Buffy.

    Lasciò la biblioteca e la trovò subito, in fondo al corridoio, i capelli bagnati, che profumavano di fragole e cocco.

    Spike l’afferrò e la trascinò lungo il corridoio verso il suo ufficio, chiudendosi la porta alle spalle.

    "Spike, cos-" cominciò a protestare lei, quando le sue labbra inghiottirono le sue parole in un bacio appassionato.

    Lui la avvolse strettamente nelle sue braccia e la tirò verso di lui in modo che le dita dei piedi potessero appena toccare il suolo. La baciò senza ragione, la baciò senza pensieri, la baciò fino a quando entrambi non ebbero bisogno di aria.

    "Avevo solo bisogno di farlo", disse Spike quando finalmente si staccò. "Puoi tornare a lavorare adesso".

    Sorpresa, eccitata, confusa, e un po’ seccata, lei lo schiaffeggiò scherzosamente e si voltò per andare, proprio mentre la porta si aprì ed entrarono Gunn e Angelus.

    Buffy si irrigidì mentre si rese conto di quanto fossero stati vicini dall’essere scoperti . Lei sorrise mentre Gunn l'afferrò per abbracciarla e darle un bacio, immaginando la furia di Spike .

    "Tua moglie è appena andata via," Spike distolse lo sguardo dalla coppia e parlò con Angel.

    "Adesso?" disse lui che disinteressatamente,camminava verso la scrivania e la sedia reclinabile di Spike. "Ho sentito che lei vuole fermarsi, una donna non può stare lontano da me per molto tempo."

    "Pensavo che dovessi incontrarti con Meers oggi", disse Spike, stringendo i denti mentre Angel girovagava in casa e nel suo ufficio.

    "Sì, inizialmente," Angel alzò le spalle. "Poi ho pensato di interrompere l’incontro, per dire ciao, per chiederti se hai quei file che ti ho inviato." Prese una cartella dalla scrivania e cominciò a sfogliare il contenuto casualmente.

    "Le stavo per guardare adesso".

    "Così Gunn, non avevo idea che questa bella donna era tua," disse Angel congedando Spike con un colpo di mano e si rivolse ai due che stavano aspettando vicino alla porta. "Devi dirmi come sei riuscito a portarti a casa una così bella ... donna".

    "Un sacco di duro lavoro," rise Gunn, attirando Buffy verso di lui e dandole un bacio alla sommità della testa. Buffy ci giocò e si schiacciò a lui scherzosamente.

    Spike si arrabbiò.

    "Beh, non c'è motivo di restare qui più del necessario, credo," Angel alzò le spalle. "Sono passato solo per una visita veloce, controlla se hai i file, e ricordarti che dobbiamo andare a San Diego domani."

    "Sì, ho avuto l’avviso, socio" scattò Spike , la voce grondava di sarcasmo.

    "Bene", l'altro uomo ignorò questo atteggiamento. "Buffy, tesoro, ti andrebbe di accompagnare Gunn e me per un giorno?"

    "E 'occupata," il suo boss parlò per lei.

    "Sì, ho del lavoro da fare," Buffy disse vivacemente, notando infine la rabbia trattenuta a stento di Spike.

    "Dai, puoi liberarti un giorno," Angel fece delle occhiate maligne.

    "No, davvero non posso", insistette lei.

    "Okay baby, lascia che ti saluti ", Gunn strizzò l'occhio agli altri due uomini e trascinò Buffy fuori dalla stanza.

    Ci volle un attimo per Spike per rendersi conto che Angel gli stava parlando.

    "Cosa?" Disse quando riuscì a riconquistare la sua attenzione.

    "Sei sordo, amico?" Angel sbottò, alzandosi dalla sedia e torreggiando minaccioso sull'uomo più piccolo. "È meglio che mi ascolti questa volta cazzo. Sto lasciando che le cose scivolino via tranquille, ma se questo accordo con la Walsh salta,scatenerò l’inferno. Mi hai sentito? "

    Spike annuì, mordendosi l'interno della guancia fino a che non uscì il sangue gridando a se stesso la sua frustrazione. "Capito".

    Angel uscì, chiamando Gunn, e se ne andarono. Buffy sporse la testa vicino la porta per vedere Spike con la testa tra le mani.

    "Stai bene?" Chiese lei timidamente.

    "Bene," ringhiò, fissandola. "Basta ... esci. Mettiti al lavoro. Vai. "La sua frustrazione per Angel, combinata con la sua rabbia nel vedere lei con Gunn, gli fece avere questa reazione . E lei era l'unica persona in giro con cui prendersela.

    Lei annuì,era ferita e ciò era evidente sul suo viso, e se ne andò.

    Spike gemette, rimpiangendo il fatto di essersi arrabbiato con lei, e prese a calci la sedia di fronte a lui. "Fanculo".
    CAPITOLO14

    Buffy lo sentì uscire sbattendo la porta d'ingresso e sfrecciando fuori dal vialetto con uno stridio. Lei era sollevata,non avrebbe avuto a che fare con lui quel pomeriggio, sollevata di poter dedicarsi solo al suo lavoro, fare il suo dovere, e poteva farlo allontanandolo dalla sua mente. Allontanandolo dal suo corpo. Andando avanti.

    Lei lavorò per venti minuti, fino a quando fu così arrabbiata e frustrata che gettò uno dei suoi dischetti attraverso la stanza e lanciò un grido.

    Che cosa aveva fatto? Tutto quello su cui aveva lavorato, tutto quello di cui si sarebbe dovuta preoccupare,era in bilico. Lei era fottuta, e sapeva di esserlo. Il momento in cui Gunn e Angel gli avevano quasi colti sul fatto era stato ancora più spaventoso di quando aveva visto l'omicidio di Lorne. Dio, aveva un casino in testa.

    Chiaramente, non aveva intenzione di lavorare come aveva fatto oggi con tutte queste distrazioni mentali e, inoltre,lui non aveva intenzione di darle nuovi compiti legati al nuoto e al fatto di baciarsi e di peccare. Lei considerò la possibilità di vedere se riusciva a intrufolarsi nell'ufficio di Spike a caccia di informazioni utili, visto che non c’era nessuno. Ma, lei e Gunn ancora non avevano studiato perfettamente il sistema di sicurezza nel palazzo e pensò che il piano era troppo rischioso.

    Buffy andò a spegnere il suo computer e pensò di andare solo a fare un lungo pisolino , ma fu sorpresa di sentire il rumore dell’auto di Spike che rientrava, e lo sbattere della porta anteriore.

    "Oh, grande," mormorò lei, chiudendo nervosamente gli occhi. "Per favore non venire qui, per favore non venire qui, per favore non venire qui ..." Lei aprì gli occhi per trovarsi Spike che la guardava con un sorriso sul volto.

    "Se i desideri fossero realizzabili," disse, e lanciò una piccola scatola di velluto nero sul tavolo davanti a lei.

    Lei lo fissò per un attimo, e Spike trattenne il respiro in attesa.

    "Pensi di potermi comprare ?" Lei esplose, balzando in piedi.

    Sì, questo è quello che aveva previsto.

    "Non sto cercando di comprarti", disse con calma. "Sto cercando di chiedere scusa".

    "Per essere un cretino?" sputò lei.

    "Sì".

    La sua risposta la lasciò perplessa , ma poi lei sbottò. "Sai, sei incredibile."

    "Tu dici?"

    "Vedo che sei stressato, ma tu non devi prendertela con me!"

    "No."

    "E in realtà, è poco professionale."

    "Sono d'accordo".

    "E comprarmi dei regali per adularmi non mi farà lavorare."

    "Non lo penso assolutamente".

    "Sai che se non contrattacchi , io perderei la mia rabbia".

    "Non hai intenzione di aprirla?" Spike la supplicò eccitato.

    "Non hai ascoltato una parola di quello che ti ho detto?"

    "Oh, ti stavo ascoltando" Si strinse nelle spalle, poi inclinò la testa per guardarla con gli occhi socchiusi. "Ma tu sei così carina quando sei arrabbiata con me."

    "Sei impossibile", ringhiò lei, e prese la scatola in un battibaleno. Spike rimbalzò sulle punte dei piedi come un bambino, mentre la guardava strappare il nastro rosso avvolto attorno ad esso e sollevare il coperchio. "Oh!" Respirava a fatica.

    Tirò fuori una collana dalla scatola e la tenne davanti al viso. Su una catenina d'argento pendeva un ciondolo sottile di colore rosa chiaro e cristalli Swarovski, punteggiato da una grande perla nera. Mentre lei lo fissò, era quasi paralizzata dalla miriade di emozioni contrastanti dentro di lei. Era travolgente. Era pericoloso. Così fece uscire fuori tutti quei sentimenti che aveva nel profondo dentro di lei.

    "Ti piace?" chiese lui speranzoso, quando Buffy divenne fin troppo silenziosa .

    "E 'davvero bello, Spike”,disse Buffy , poi delicatamente lo rimise nella sua scatola. "Ma davvero non posso accettarlo."

    Si accigliò, il suo umore all'istante cambiò. "Perché?"

    "Perché, Spike," disse lei. "Non sono ... Voglio dire, io non posso-"

    "Non puoi cosa?" Si mosse verso di lei e si inginocchiò per guardarla negli occhi.

    "Questo è sbagliato", insistette lei con fermezza.

    "Cosa c'è che non va?" Lui allungò la mano per afferrarle le mani.

    "Sai di cosa sto parlando!" Lei si allontanò e si appoggiò allo schienale della sedia. "Non cercare di confondermi con ... il tuo tocco".

    "Guarda, Buffy," Spike sospirò,mettendosi in piedi per darle lo spazio che chiaramente stava cercando. "Cosa pensi che sia così sbagliato?"

    Il suo motivo onestamente non era chiaramente qualcosa che poteva condividere con lui, ma se lo lasciò sfuggire, "Io ho un fidanzato!" Non era esattamente la cosa migliore da dire , se ne rese conto dopo averlo detto.

    Gli occhi di Spike divennero di un blu più profondo , e i muscoli della sua mascella si contrassero. "Rompi con lui."

    "Scusami?" Lei rise a disagio.

    "Rompi. Con. lui. È ovvio che non lo ami-"
    "Come fai a saperlo?",gridò lei. "Non hai idea di cosa provo per lui".

    "So cosa provi per me," insistette lui.

    "Oh, davvero!" Buffy lo derise. "Una scopata sul sedile posteriore di una limousine e tu ti aspetti che io cambi la mia vita per te?" Le sue parole crudeli le bruciarono la lingua mentre vennero fuori, e aveva chiaramente lo stesso effetto doloroso su Spike.

    "Sai dannatamente bene che era più di questo", ringhiò lui.

    "Si?" disse lei, la sua rabbia cresceva sempre di più dovuta al suo disagio nel mentire a questo uomo . "Guarda, Spike, andiamo avanti . Questo non voleva dire niente, tu eri solo ... "

    "Ero solo che cosa?"

    "Conveniente".

    La sola parola lo colpì come un pugno nello stomaco, buttando tutta l'aria che c’era in lui fuori e lasciandolo senza fiato.

    "Balle", sibilò lui. "E’ stata una dannata rivelazione."

    "Di che cosa stai parlando? Sei pazzo? "esclamò Buffy . "Tu mi conosci a malapena, perché reagisci in questo modo?"

    "Perché è quello che sento", disse sinceramente, afferrandola dalla sedia e tirandola fino a tenerla contro di lui. "Ho provato qualcosa nel secondo in cui ti ho guardata, c'è qualcosa tra di noi, sai che c'è. Ogni volta ... non posso smettere di pensare a te. Sto annegando in te ".

    Lei stava quasi cedendo, solo per un momento, ma riacquistò il controllo di se stessa e si staccò.

    "Non provo lo stesso", mentì lei. "Spike, per favore ... basta lasciamo perdere."

    "Non voglio", disse lui dopo un momento guardandola in faccia impassibile. "Non posso lasciar perdere. Ma io ti lascerò da sola, per ora. "

    Si girò e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle in silenzio. Buffy ricadde sulla sedia mentre finalmente consentì a tutte le sue emozioni di devastare il suo corpo, e scoppiò in lacrime.


    CAPITOLO15


    Spike mantenne la parola, ed è stata la cosa più spaventosa di tutte. Quando lui le aveva detto che l'avrebbe lasciata sola, per ora, Buffy aveva pensato che lui intendesse in riferimento alla conversazione. Ma lui la stava lasciando sola ... davvero sola. Per i giorni seguenti, tutto era puramente professionale. Andò a San Diego con Angelus, le aveva dato anche degli incarichi, lui scherzava un po’ con tutti. Non è come se lui la ignorasse, in realtà,ma ... la trattava come una dipendente. Che è quello che lei voleva, giusto? Essere solo un’altra dipendente.

    Una dipendente che segretamente stava cercando di raccogliere informazioni per metterlo in carcere a vita, proclamando lealtà nei suoi confronti, ma avendo in realtà intenzione di tradirlo. Una dipendente che stava avendo sogni erotici molto intensi su di lui ogni notte, e ciò certamente la faceva sentire a disagio a letto con Gunn .... Ma ... era una dipendente.

    "Terra chiama Buffy?" Fred la prese in giro, facendola allontanare dai suoi pensieri.

    "Oh, scusa," rise Buffy. Le due ragazze stavano mangiando il pranzo fuori nel patio, e erano nel mezzo di una discussione riguardo i tempi del college, lei era completamente assorta. Di nuovo . "Sono solo con la testa in un altro posto."

    "Sì, stai così da alcuni giorni. Vuoi parlarne? "

    "Oh, grazie, ma sto bene», sorrise. "Sto solo così. Nessuna ragione in particolare".

    "Sei sicura? E ' per Gunn? "

    Buffy sentì una fitta per il senso di colpa, ma scosse la testa. "No, no, davvero, non è niente."

    Fred chiaramente non le credette, ma continuò a descrivere i suoi giorni da tipica ragazza del Texas. Buffy fece del suo meglio a prestare attenzione, sorridendo e ridendo al momento opportuno, ma fu contenta quando la conversazione fu interrotta a causa di un incontro importante che Fred aveva.

    La sua solitudine fu di breve durata, tuttavia, quando Xander entrò con un chiassoso, "Ciao duchessa di Buffonia!"

    Lei rise per la sua energia e gli fece cenno di unirsi a lei. «Come mai sei così di buon umore, Xander?"

    "La vita mi sta trattando bene, cosa posso dire," sorrise felice, nel tentativo di rubare una patatina dal suo piatto e guadagnandosi uno schiaffo sul polso. "E tu come stai?"

    "Un po’ agitata, spero che Gunn possa portarmi fuori stasera, ha lavorato così tanto che non l’ho visto proprio." In realtà, i due avevano davvero bisogno di vedere Giles, era passato troppo tempo da quando lo avevano aggiornato sugli eventi della loro missione.

    "Quell'uomo", Xander scosse la testa. "Ha bisogno di un esame al cervello. Se tu fossi la mia ragazza ti porterei fuori ogni notte. E ci sarebbe panna montata,vestiti tolti …. Sto passando il limite? "

    "No," Buffy ridacchiò. "Mi piace il tuo modo di fare."

    "Grazie," disse Xander, poi fece una pausa prima di cambiare il tono della conversazione. "Guarda, Buffy, voglio metterti in guardia su una cosa." Lei lo guardò bruscamente e agitava le mani di fronte a lui: "No, non è niente di male. Beh, non proprio male. Una sorta di cattiveria --- "

    "Okay, ho capito il punto, non un male grande, un piccolo male."

    "Sì, guarda, io voglio solo che tu stia attenta," disse infine lentamente. "Le cose sembrano essersi un po’ scaldate qui, credo, e, beh, mi piaci, Buffy, penso che tu sia una brava persona, e io non voglio che tu sia in pericolo. Non più di quanto tu lo sia già. Così ti sto solo dando un avvertimento, di tenere gli occhi aperti. Capito "


    "Che vuoi dire? Dimmi di più ", lo pressò lei, proprio mentre Angelus attraversava il patio. Xander le lanciò uno sguardo prima di salutare l'uomo.

    "Xander," Angel disse burbero: "Credo che Forrest e Caleb abbiano bisogno del tuo aiuto." Xander annuì e se ne andò, lanciandole un altro sguardo significativo da sopra la spalla di Angel.

    "Come stai?" Buffy chiese educatamente mentre Angel la fissò in apprezzamento. Pur essendo completamente coperta con jeans neri e un top verde scollato, il suo sguardo la faceva sentire quasi nuda, e non in modo sexy.

    "Sono ingrassato," sospirò, si spostò per sedersi accanto a lei, solo un po’ troppo vicino. "Un po’ stressato, però. E 'un fardello cercare di far funzionare tutto qui, Spike ha a che fare con tutti i file e tutto è un tale caos. "

    "Questo è un male".

    "Si ",disse lui, poi si spostò un po’ più vicino così che i loro fianchi fossero premuti insieme. "L'affare su cui stiamo lavorando è dannatamente importante, e non credo che Spike abbia la stoffa per questo".

    "Qual è l’affare?" chiese Buffy in finto modo innocente.

    Lui la fissò intensamente, e lei cominciò a chiedersi se il suo tentativo di conoscere i fatti fosse un grave passo falso fino a quando lui le sorrise con condiscendenza e ignorò la sua richiesta. "Sai, io vorrei parlare con te di nuovo. Sono stato bene quando ti ho visto alla festa e da allora i nostri incontri non sono mai stati ... in privato".

    "E 'stata una bella festa", disse Buffy in un tono senza impegno.

    "Oh, non lo è stata, veramente," la derise lui. "Carina alla fine. Potresti venire a New York, potrei mostrarti un vero party. "Quando Buffy rimase in silenzio, lui disse:" Non ti piaccio molto, vero? "

    "Io non la conosco, signor Angelus," disse lei.

    "Beh, posso pensare a vari modi in cui potremmo risolvere questo problema." La sua mano cominciò a dirigersi verso il ginocchio di lei.

    Si alzò in fretta per evitare il contatto. "Questo mi lusinga, signore, ma io sono qui solo per fare il mio lavoro."

    “Tu lavori per me, tesoro", disse lui malignamente.

    "Io veramente non la penso così."


    "Che pensi di lavorare per Spike?" Lui rise crudelmente. "Spike è la mia puttana, Buffy. Spike fa solo quello che gli dico, o almeno si suppone. E se pensi di fare ciò che lui dice, in realtà tu fai quello che dico io. "Lui allungò la mano per afferrarla, e di nuovo lei eluse la sua presa.
    "Io invece credo di no."

    "Sei così coraggiosa. Mi piace ".

    "E ' qui Gunn ?" Buffy chiese come se lei non l’avesse nemmeno sentito.

    "Si prenderà Dru cura di Gunn per oggi", sorrise. "Gli farà fare un giro".

    "Avrei dovuto chiamarlo," disse Buffy . "Buona giornata, signor Angelus. Ci vediamo presto. "Lei si girò e lo lasciò solo, con uno sguardo seccato sulla sua faccia.

    Dalla sua finestra Spike la stava guardando. Era quasi giunto al punto di intervenire quando quel bastardo ha cercato di allungare le mani sulla sua ragazza, ma lui avrebbe dovuto sapere che lei se la poteva cavare da sola.

    Anche se aveva usato Gunn come scusa, e non lui.


    "Qualcosa di grosso sta per accadere, G," disse Gunn. Una volta che lui e Buffy erano sfuggiti dai loro rispettivi lavori, avevano chiamato e organizzato di incontrare il loro capo a West Hollywood, in un magazzino isolato di proprietà di uno dei contatti di Giles.

    "Avete idea di che cosa si tratti?" chiese Giles, sfogliando le pagine di appunti che Buffy aveva scritto sul suo recente lavoro.

    Lui scosse la testa. "Sono una serie di piccole cose. I ragazzi che hanno lavorato per Angelus da anni dicono che è nervoso, ed è raramente così. E nonostante il fatto che lui abbia chiesto espressamente che io lavori per lui, mi sento come se fossi sempre tenuto fuori dal giro per un sacco di roba. Mentre, io sono solo lì a riferire a Spike quello che vedo. Perché ogni volta che torno, Spike mi torchia ".

    "A proposito di che cosa, precisamente?"

    "Solo dove sono andato, cosa ho fatto, chi ha incontrato Angelus, come sta andando l'affare con la Walsh , soltanto che io so le cose che vuole davvero sapere ,non ne capisco il motivo però. E ogni volta prima di partire, lui ripete il suo discorso di come la mia lealtà sia per lui ".

    Buffy lo interruppe dicendo", In più, Xander mi ha dato questo avviso bizzarro,criptico oggi di stare attenta, sembra che lui pensi che stia accadendo qualcosa di grosso".

    "Beh, direi che il loro conflitto non è più strettamente personale, allora," pensò Giles. "Pensi che la situazione sia diventata troppo pericolosa ---"

    "No," Buffy interruppe con fermezza. "Non è successo nulla di male di recente, questa è l'occasione perfetta per noi per ottenere le informazioni di cui abbiamo bisogno".

    Giles le sorrise. “Immaginavo che l’avresti detto, non fai mai marcia indietro davanti a una sfida. E tu sei d'accordo, Charles? Non è troppo pericoloso? "

    Gunn annuì con entusiasmo. "Siamo in grado di gestirlo, naturalmente."

    "Bene," dichiarò Giles. "Ma spero che potremo incontrarci di nuovo abbastanza presto, mi preoccupo quando non riesco a sentirvi per lungo tempo".

    Gunn e Buffy concordarono, e il loro incontro fu interrotto dallo squillo di un telefono cellulare.

    "Oh, sono io", disse Gunn, tirando il telefono fuori dalla sua giacca. "Sì?" Lui rispose. "Ora? ... No, naturalmente non è un problema ... Grande, grazie. Ci sarò ". Riattaccò e sospirò. "Era Forrest, Angelus mi vuole incontrare fra una decina di minuti , mi ha chiesto di vederci a casa. Ha detto che non dovrei impiegare troppo tempo, però. "

    Buffy afferrò la borsetta e diedero a Giles un abbraccio veloce, "Faremo in modo di chiamarti nei prossimi giorni", gli promise, e la coppia se ne andò.


    Gunn arrivò fino a casa, scese dalla macchina e subito entrò in un SUV con Forrest, che lo aspettava con impazienza. Buffy lo salutò e li guardò partire, prima di girarsi .

    La casa era insolitamente tranquilla, e dopo una rapida indagine al piano di sotto e in cucina, Buffy realizzò che sia Xander che Fred non c'erano. Lei iniziò a prepararsi uno snack, ma poi sentì un forte tonfo da dentro l'ufficio di Spike, data la sua curiosità andò a controllare.

    "Buffy", Spike disse sorpreso mentre lei varcò la porta del suo ufficio. Alzò il bicchiere e lo sollevò verso di lei prima di berne il contenuto . "Alla salute, pet", disse amaramente, e si asciugò la bocca con il dorso di una mano.

    La stanza era una zona di guerra, i documenti, i file e i dischetti erano ovunque, e c'era una bottiglia di liquore vuota e una appena iniziata appoggiata sulla scrivania di Spike. Lui sembrava confuso, con i vestiti e i capelli arruffati, ed era chiaro dall'espressione sul suo volto che non era un ubriacone felice.

    "Spike, che diavolo stai facendo?", chiese lei.

    "Sto giocando a cricket ", sbuffò lui. "Che cosa ti sembra che stia facendo?"

    "Ti stai ubriacando da solo nel tuo ufficio?" rispose lei. "Ma, qualunque cosa sia, non è affar mio".

    "Non lo è! Hai ragione, è maledettamente vero che non lo è, "disse, alzandosi e vacillando sulle gambe leggermente instabili. "Ma dovresti rimanere a bere un drink. Potremmo parlare. Ma non puoi, oh no, tu non vuoi avere nulla a che fare con il grande cattivo Spike ".

    “Vai a letto", disse lei. "Sembra che tu ti stia ammalando".

    "Sono un uomo,piccola", disse lui malignamente. "Come,sono sicuro che ricorderai. Sono in grado di bere il mio liquore senza avere nessun problema. "

    "Sì, un vero e proprio modo virile di affrontare i problemi è quello di essere ubriaco alle otto di sera."

    "Tu sai che io sono un uomo! Un cattivo, uomo rude ".

    Sarebbe stato divertente se non fosse stato così patetico.

    "Guarda, Spike, riprenditi. Qualunque cosa stia succedendo, vai oltre. Schiaffeggia il tuo bambino interiore. "Buffy riuscì a ignorare il desiderio fortissimo di correre lì, ad abbracciarlo , e dirgli che tutto ciò era sbagliato, che aveva fatto un errore.

    "E 'tutto andando all'inferno," mormorò tristemente mentre si girò per andarsene, la sua voce disperata la fermò . "Proprio come me. Sto solo cercando di fare la cosa giusta, nessuno me lo permette. Saranno tutti fottuti. Come con te. "

    «Non fare così," Buffy disse mentre cercò di evitare di incontrare il suo sguardo angosciato.

    "Fare cosa ?" Piagnucolò, afferrando la bottiglia e versandosi un altro drink. "Parlare di noi?"

    "Non c'è un noi," riuscì a dire con forza mentre lei lo guardava bere un altro bicchiere.

    "Balle, sai che c'è," disse lui. "Non so perché tu lo stai combattendo, il noi, se è davvero a causa di quel segaiolo con cui stai dormendo o se si tratta di qualcos'altro. Forse non ti fidi di me, ma posso essere un bravo uomo , Buffy, posso. Io lo sono. Tu non mi vuoi adesso ma posso aspettare, sto aspettando. E io aspetterò, Buffy. Davvero, anche un tempo molto, molto lungo. "Al termine del suo discorso poco chiaro, barcollò e cadde in avanti contro la sua scrivania, poi emise un lamento per la frustrazione.

    "Vai a dormire, Spike”, disse Buffy , e se ne andò, nascondendo magistralmente l'effetto che le sue parole avevano su di lei.

    Spike fissò la bottiglia in mano, poi la gettò da una parte e lasciò cadere la testa fra le mani, mentre la lasciava andare frustrato.

    CAPITOLO16

    Il bussare persistente alla porta svegliò sia Gunn che Buffy da un sonno profondo alle quattro del mattino.

    "Spike, amico, cosa c'è ?" disse Gunn assonnato quando aprì la porta. Buffy sgranò gli occhi e si girò per vedere il loro capo in bilico sulla porta, i capelli disordinati, ancora con gli abiti dell'ultima volta che lei lo aveva visto, ma evidentemente aveva smaltito la sbornia.

    "Mi dispiace", chiese scusa lui, la sua voce era graffiante. "Buffy, ho bisogno di te al piano di sopra. Subito. "

    Senza alcuna protesta Buffy saltò giù dal letto e prese una felpa e gli occhiali.

    "Che c’è, vuoi che-" Gunn iniziò ad offrire il suo aiuto, ma fu bloccato da Spike.

    "No, basta il genio del computer, grazie amico", disse con fermezza.

    Buffy si infilò le sue infradito e alzò le spalle confusa come Gunn. "Tornerò fra poco", Disse, e seguì Spike su per le scale.

    "Che cosa succede ---"

    "Shhhh," Spike le disse di stare in silenzio. "Parliamo quando siamo al piano di sopra."

    Buffy spalancò gli occhi, mentre lui la guidava nel corridoio che avrebbe portato al suo ufficio, e su per le scale nella zona della casa in cui, secondo Fred: "Nessuno poteva entrare,tranne Spike".

    In cima alle scale c'era una porta che lui rapidamente aprì. Lui la condusse nella sua camera da letto così rapidamente che non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi intorno, e in un altro ufficio della casa. Perché ne aveva due, non ne aveva idea. «Perché siamo-"

    "Buffy, ti prego" le disse lui sfinito. Lei indietreggiò quasi alla vista della disperazione nei suoi occhi. "Non ti posso spiegare, non adesso, amore, non posso. Ho solo bisogno che tu mi aiuti. "Lei annuì senza porre nessuna domanda. La condusse verso la scrivania e la fece sedere davanti a un computer portatile.

    "Tutto ciò che c’è in questo disco rigido, tutto, ho bisogno che tu lo protegga. Comunque solo tu puoi aprirli. Nessuno può entrare in questi file, nessuno, gattina, mi hai capito? Ho bisogno che tutto sia sui dischetti e che questi dischetti siano messi al sicuro in casa. Riesci a farlo? "

    "P- posso provarci", disse lei nervosamente. L'intensità e l'ansia nelle sue parole la spaventarono. "Voglio dire, so che posso farlo, ma ... qualcuno potrebbe capire come eliminare i codici, io non sono ... Non sono una maga".

    "Lo so, lo so», sospirò, passandosi le mani tra i riccioli dei capelli platinati. "Ma ci vorrebbe un po’ , vero? Non sarebbe facile per qualcuno capire come leggerli. "

    "Sì," Buffy annuì. "Posso renderlo dannatamente difficile".

    "Bene. Fallo ".

    Lei si sedette e subito iniziò a lavorare. Spike camminava, permettendo alla paura e alla rabbia e alla preoccupazione di bollire a fuoco lento, ma poi si placò, mentre osservava la facilità in cui lavorava Buffy. Lui la osservava in soggezione. Lei non sembrava nemmeno pensare, lei si muoveva soltanto, le sue dita si muovevano velocemente sulla tastiera, prendendo i dischetti e inserendoli nel drive, mordendosi le labbra, socchiudendo gli occhi. Il suo bel volto era illuminato dal bagliore blu dello schermo, e gli occhiali servivano a esaltare i suoi enormi occhi verdi. Era così sicura di sé, così a suo agio.

    Era eccitante.

    "Posso avere un po’ d'acqua?" chiese Buffy senza alzare gli occhi dallo schermo.

    "Sì! Sì, scusami, amore, "disse, balzando in piedi in fretta e correndo verso il bagno. Lui la chiamò , "Posso farti portare una soda dal piano di sotto, o del cibo, o-"
    "No, solo acqua."

    Lui tornò indietro e mise il bicchiere accanto a lei, poi indietreggiò rapidamente, come se la sua presenza accanto a lei potrebbe essere di intralcio.

    Buffy aveva fatto pratica di codifica così tanto che era una passeggiata per lei. E mentre i differenti codici d’accesso e trappole che stava mettendo su ciascun dischetto erano sicuramente le più complicate che avesse mai fatto, non aveva ancora la lucidità del cervello necessaria per pensare ad altre cose.

    Come ciò che c’era in questi file. Spike non stava guardando da sopra la sua spalla, e ciò era d'aiuto, e lei sapeva che stava facendo un ottimo lavoro per nascondere il fatto che stava memorizzando il maggior numero di informazioni che potevano essere accuratamente rinchiuse in una cassaforte metaforicamente parlando.

    Erano resoconti dettagliati dei reati commessi da Liam Angelus nel corso degli ultimi quattro anni. documentazione bancaria, rapporti di polizia, monitoraggio dei conti, fotografie, file audio. Buffy aveva tra le mani prove sufficienti per mettere in carcere Liam Angelus per tutta la vita. Prove che l'FBI poteva solo sognare di avere.

    Prove che Spike aveva chiaramente raccolto per molto tempo.

    Dio, questo voleva dire che lui era dalla parte dei buoni. Che era cambiato. Che voleva essere pulito. Che era un informatore per qualche società governativa, o voleva esserlo.

    Ma Spike era incriminato in quasi il cinquanta per cento di quei crimini. Droga. Furto. Appropriazione indebita. Anche un omicidio. Non avrebbe mai dovuto dare queste informazioni alle autorità, giusto? Perché lui sarebbe andato in carcere per tanto tempo quanto Angelus. Mentre nascose ciascuno dei file e li ricoprì di una serie di blocchi,di codici e password, il suo cervello era ancora più sfinito. Cosa diavolo stava succedendo?

    Era stata davanti al computer un'ora, forse due. Le faceva male il sedere. I suoi occhi erano doloranti. Lei era giunta quasi al termine dell’elaborazione del disco rigido, e non ci stava capendo niente.

    E sentiva che Spike la guardava.

    Dopo qualche minuto , fece espellere l'ultimo disco e si appoggiò con un sospiro allo schienale della sedia. "E fatto".

    Spike tirò un sospiro di sollievo. "Sì?"
    "Sì," annuì, poi guardò il suo volto. "Hai intenzione di dirmi cosa sta succedendo?"
    Lui distolse lo sguardo da lei. "Non posso".

    "Ho capito." Buffy si alzò e si mosse camminando con rabbia, ma Spike l’afferrò e la tenne stretta di spalle.

    "Non è che io non voglio, pet-"

    "No, no, ho capito, io sono solo il tuo, il tuo, il tuo qualcosa ---"

    "--- Io non voglio metterti in pericolo ---"

    "- È s-solo, davvero, so che sono stata una stronza prima-"

    "Tu non sei stata una stronza".

    "- Ma tutto ciò è strano, che sono tutti quei file su ---"

    "Accidenti, lo so ---"

    "Mi hai fatto alzare dal letto nel bel mezzo della notte, merito di sapere"

    "Con il tuo ragazzo giocattolo ---"

    "In più mi hai trascinato qui all’alba ---"

    "Sono molto dispiaciuto per come ho agito ---"

    "--- Sono preoccupata per te-"

    "Davvero?"

    "E mi manchi".

    Ci fu un momento di beato silenzio.

    "Ti manco?" disse lui sperando.

    Lei non aveva intenzione di farsi sfuggire quelle parole.

    "Si. Non quando sei un ubriaco bavoso, ma - "

    Le sue labbra erano immediatamente su di lei. Era un bacio tra due persone che non dovrebbero mai passare del tempo separati, ma l’avevano fatto, per motivi che non riuscivano a ricordare in quel particolare momento, ed era un bacio tra due persone che speravano di non separarsi di nuovo. Era forza disperata e lussuria, passione cruda e bisogno, ma pieno di dolcezza per essersi riuniti, e di agonia .

    "Mi sei mancata, mi mancava il tuo sapore, mi mancava tutto di te", disse Spike tra dolci, casti baci sulle labbra e sulle guance mentre dolcemente le accarezzò i capelli. "Morirei senza di te."

    "Sono passati solo quattro giorni," disse Buffy con leggerezza una volta che lui si allontanò. "E tu mi conosci a malapena."

    "Quattro giorni dannatamente troppo lunghi. E io ti conosco ".

    "Come?"

    "Io solo ti conosco. Anche tu mi conosci, non è vero? Sai cosa faccio, chi sono, anche se non ci siamo veramente conosciuti l'un l’altro a lungo ".

    Buffy fece una pausa, volendo alleggerire l’intensa conversazione. Lei iniziò a scherzare, cercando di eliminare questa pesante sensazione intorno a loro, "Dai, sii serio, tu potresti trovare una bella ragazza ---"

    "Non c'è nessun‘altra ma solo te," Spike la interruppe con fermezza, afferrando il suo viso tra le mani e guardandola direttamente negli occhi.

    "Tu ... tu dici sul serio." Non era una domanda. La sincerità nei suoi occhi non poteva essere falsa.

    Il suo dolce sorriso era l'unica risposta di cui lei aveva bisogno.

    Buffy lo raggiunse e coprì la bocca con la sua, poi lui camminò all’indietro fino a quando si trovò seduto sulla sedia della scrivania. Lei passò le mani tra i suoi capelli, sul suo petto, e cominciò a sbottonargli il jeans. Lui ansimò nella sua bocca e alzò le mani per toglierle la felpa, ma lui si allontanò da lei con un "Eh?", Mentre lei bloccava i suoi movimenti.

    Lo sguardo interrogativo di Spike divenne sorpreso quando lei si inginocchiò davanti a lui, si tolse gli occhiali, e li mise sulla scrivania.

    "Buffy ..." disse con stupore mentre lei finì di togliergli i pantaloni e tirò fuori il suo cazzo.

    Lei si abbassò e delicatamente leccò la punta, suscitando un altro mugolio da lui. Lui avvolse dolcemente le sue mani intorno alla testa mentre lei lo leccava da cima a fondo, toccando ogni centimetro di lui che poteva essere raggiunto con la sua lingua, lo accarezzò con le mani, fino a che non fece scivolare il pene tra le sue labbra e giù per la gola. Lui pronunciava continuamente il suo nome e mentre le diceva quando fosse bella lei lo succhiò ancora di più, alzò il viso e si gustò lo sguardo di assoluta estasi e devozione negli occhi di Spike.

    Era una forma di scuse per le cose che lei aveva intenzione di fare,era una richiesta di perdono per quello che sapeva che avrebbe fatto, era un modo per essergli vicino , per averlo, per dargli piacere , quando lei sapeva che sarebbe dovuta tornare a letto con Gunn, tornare verso una bugia a cui lui doveva ancora credere.

    Dandogli questa soddisfazione creò piacere all'interno del proprio corpo, e lei gemeva intorno alla sua erezione mentre lo prendeva tutto in bocca . Lei presto imparò come toccarlo, lo portò alla pazzia, usando le labbra,le dita e la lingua portandolo alla deriva.

    "Dio, Buffy," Spike sospirò mentre il suo orgasmo cominciò a salire dal profondo del suo corpo. "Perfetto, piccola, Dio, tu sei perfetta." Lei accelerò il ritmo e serrò la sua presa , e lui diceva parole senza senso mentre lasciò andare il suo godimento. "Tu .... Dio ...Io ... bello ... intenzione di fare ... non ... ... tu ... come ... ..."

    E quando lui lo fece, raggiunse il culmine, mentre lei lo prese fino in fondo e ingoiò. Beveva ogni goccia della sua liberazione, e lo leccò con delicatezza mentre il suo cazzo si ammorbidì. Spike cautamente toccò il suo viso e lei lo guardò con un sorriso.

    Lui la prese in grembo e la baciò dolcemente, infilando una mano sotto l'elastico dei suoi pantaloncini per accarezzare il suo sesso impaziente. "Spike", protestò lei, guizzando via a malincuore. "Non possiamo".

    "Perché no?" Mormorò tra i suoi capelli. "Ho bisogno di te."

    "Devo andare al piano di sotto," sussurrò Buffy . Lui si allontanò, guardandola inorridito, ma lei rapidamente disse, "Io non è che non voglio. Io, ma ... devo, hai capito? Per favore ... "

    Spike annuì debolmente, e lo sguardo ferito nei suoi occhi spezzò il cuore di Buffy. Lei lo baciò delicatamente e si staccò, non fidandosi della sua determinazione a trattenersi quando lui la guardava così. Afferrò gli occhiali e si voltò per andarsene.

    "Lascia che ti accompagni giù", disse Spike, abbottonandosi i pantaloni e afferrando la sua mano.

    "No," sospirò lei, staccandosi da lui per quello che doveva essere la milionesima volta. "Dormi un po’ , okay? Hai l'aria esausta. "Si chinò a dargli un bacio veloce, ma lui l’afferrò per i fianchi e l’attirò vicino a lui, prendendo dalle sue labbra ciò che non poteva prendere dal suo corpo o dal suo cuore in un groviglio umido e appassionato di lingue.

    "Buonanotte, amore», ansimò mentre lui a malincuore la lasciò andare.

    Spike ascoltò il suono del chiudersi della porta della sua stanza dietro di lei, e rabbrividì una volta che i suoi occhi videro la pila di dischetti che lei aveva lasciato. Lui gli afferrò velocemente e si diresse nel suo bagno, dove rimosse un dipinto dal muro per rivelare una cassaforte. Lui subito inserì il codice e mise i dischetti all’interno, poi la chiuse con un botto, e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

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    CAPITOLO17


    Buffy salì al piano di sopra il pomeriggio successivo, dopo aver dormito tutta la mattina. Ancora una volta, tutti erano fuori casa, e lei si chiedeva che cosa potesse tenere tutti così occupati. Quando entrò in cucina, fu sorpresa di vedere una donna sconosciuta dai capelli scuri vicino al frigorifero.

    "Um, salve?" Disse lei timidamente, e spalancò gli occhi quando la donna si voltò di scatto. Lei la riconobbe grazie a un suo file. Drusilla Angelus.

    "Raggio di sole" disse la donna, prendendole una mano delicatamente facendo tremare Buffy. "Volevo proprio conoscerti."

    "Sono Buffy», sorrise lei. "Devi essere la moglie di Angel."

    "Si infatti, sono la principessa del palazzo," ridacchiò Drusilla. "E tu sei la ragazza di Spike."

    "No, no," protestò Buffy, domandandosi quanto Drusilla avesse visto di lei e Spike in piscina. Lei stava commettendo un errore e Buffy disse: "Io sono fidanzata con Gunn, veramente, l’hai già incontrato?"

    "Sì, è un così bravo ragazzo", sorrise Drusilla. "Ma tu non sei sua."

    "Huh," la bionda si strinse nelle spalle, bloccando ogni sorta di discussione. Le diverse supposizioni su Drusilla Angelus non erano esagerate. Era un po’ strana.

    "So che il mio William," la donna sorrise allegramente. "Ha quello stesso sguardo quando parla di te. Ma lui è stato un cattivo ragazzo, te l’ha detto? "

    "No?" Buffy sperava che il suo viso si trasformasse in una maschera di innocente interesse.

    "Sta cercando di essere un uomo buono", sospirò Drusilla . "Non l’ho mai detto a Angel, ovviamente, ma credo che gli piacerebbe saperlo,vero?"

    Buffy stava per iniziare a parlare, ma fu interrotta da Spike che disse duramente, "Dru, sei completamente impazzita? Che ci fai qui? "

    "Calmo, Spike", la sua ex mise il broncio. "Non sei mai contento di vedermi! Ero qui solo per darti un bell’avvertimento, ma forse non meriti di sentirlo. "

    Sospirò e si scusò: "No, Dru, mi spiace. Qual è il tuo avvertimento? "Lui sembrava assecondarla, ma Buffy poteva vedere un leggero interesse nella sua espressione.

    Drusilla guardò Buffy con una luce malvagia negli occhi, e si chinò a sussurrare qualcosa all'orecchio di Spike, la sua mano salì ad accarezzare leggermente il suo petto. I suoi occhi si spalancarono quasi impercettibilmente, e lui si strinse nelle spalle e disse: "Bene, grazie. Puoi andare ora ".

    Drusilla rideva allegramente e salutò entrambi, uscì fuori dalla stanza come se fosse proprietaria del posto. Spike ascoltò con attenzione i suoni delle sue scarpe mentre usciva da casa, e si voltò verso Buffy con un sorriso di scuse.

    "Quella donna prende chissà quante pillole", disse lui. "È stato così per anni, i suoi vaneggiamenti sono tutti indotti dalla droga. Non ascoltare niente di quello che dice. "

    Buffy annuì, e cambiò argomento, sperando di esorcizzare la presenza di Drusilla dalla stanza. "Sei riuscito a dormire?"

    La sua domanda apparentemente innocente scatenò la lussuria in Spike. "Non abbastanza bene", disse lui con malizia, squadrandola dall’alto verso il basso. Lei arrossì sotto il suo sguardo e sentì tutto il suo corpo fremere mentre lui avvicinava il suo corpo a quello di lei. "Venga nel mio ufficio, Ms. Joyce? Ho un progetto ... per lei ".

    "Ah, si,?" Buffy scherzò con lui con un espressione seria. "Beh, dovrei venire allora. Il mio lavoro è molto importante per me. "

    Lui afferrò la sua mano e la trascinò rapidamente verso il suo ufficio, sbattendo la porta e in fretta la chiuse a chiave, e poi fu su di lei con l’ardore di un uomo affamato che si trovava di fronte a un buffet.

    “Sei eccitato, pet?",prese in giro il suo accento e le sue parole una volta che lui lasciò andare le sue labbra.

    "Questo accento è terribile, amore", disse lui, tirandole su la gonna e afferrando il suo sedere.

    "Il mio accento è meraviglioso!", lei mise il broncio, le sue mani tirarono fuori la camicia dai suoi pantaloni e gli accarezzarono leggermente la schiena, percorrendo i suoi muscoli.

    Loro misero a tacere l'un l'altro con un altro bacio profondo, e Spike iniziò a sfilare i vestiti di Buffy mentre la spinse contro la scrivania. La stanza era ancora un casino, e lui allontanò e buttò a terra ciò che c’era sopra la scrivania con un colpo rapido del braccio, ignorando il rumore dei libri e dei bicchieri che cadevano a terra. Lei lo afferrò avvicinandosi a lui in fretta, sentendo il bisogno del contatto con lui per calmare i suoi pensieri. Se lui la stava toccando, lei avrebbe potuto non pensare, e quindi non si sarebbe dovuta preoccupare, o sentire colpevole. Avrebbe potuto solo sentire.

    Lui la sollevò e la mise sul bordo della scrivania, le tolse la sua biancheria intima con tutte le scarpe e avvolse le sue gambe attorno a lui mentre si avvicinò per un altro bacio. Buffy freneticamente gli tolse la camicia e gli sbottonò i pantaloni, tutto il suo corpo aveva bisogno di urlare, e lui sospirava mentre la sua mano raggiunse e afferrò la sua erezione. Spike le tolse la camicia e il reggiseno e poi la spinse indietro, in modo tale che lei fosse sdraiata sulla scrivania, e si sporse in avanti per sfiorarle il seno e lo stomaco con baci disperati.

    Lui fece un percorso fino a raggiungere la sua gola, mordicchiando la pelle lì, e Buffy spinse i fianchi contro di lui, in cerca di tutti i contatti di cui aveva bisogno. Lei usò i suoi piedi per spingere giù i pantaloni di lui e le mutande e poi attirò i fianchi più vicino, gemendo quando sentì il suo cazzo duro contro di lei.

    Spike raggiunse la tasca dei pantaloni e tirò fuori il portafoglio, per prendere un preservativo e strappò la confezione con i denti per aprirlo,facendolo scorrere con una mano mentre l’altra era occupata ad accarezzare il sesso bagnato e desideroso di Buffy.

    Lui si spinse in lei velocemente, soffocando il suo inevitabile grido di gioia con una mano. Lei leccò una delle sue dita mentre lui iniziò a spingere dentro e fuori da lei, e i suoi occhi rotearono per quella sensazione .

    Buffy cominciò a sollevare i fianchi per incontrare le sue spinte, e lui tolse la mano dalla sua bocca e schiacciò le labbra sulle sue in un graffiante, rude, rovente bacio. Si allontanò da lei, le afferrò i fianchi con forza e la sollevò dal bordo della scrivania, sbatté dentro di lei ancora e ancora, dando ogni volta una maggiore piacere a entrambi i loro corpi. Le sue mani correvano sul suo corpo nudo, leccando e giocando con i suoi capezzoli, tracciando le sue curve con uno sguardo di assoluta ammirazione sul suo volto.

    Lei cominciò a tremare, inarcandosi sempre di più verso di lui, una palla di fuoco bruciava dentro di lei, e graffiò con le unghie le braccia di lui mentre l’orgasmo raggiunse il suo corpo. La sensazione dei suoi muscoli che si stringevano intorno al suo cazzo come una morsa d’acciaio eccitò oltre ogni dire Spike , e lui emise un forte gemito mentre veniva, e le sue dita la strinsero così forte che probabilmente le avrebbe lasciato dei lividi.

    Ricadde su di lei e la baciò dolcemente mentre scendevano dall’orgasmo che avevano appena raggiunto. Buffy gli sorrise, accarezzando delicatamente il suo viso, poi sospirò il suo disappunto mentre lui uscì da lei e la lasciò. Mentre lui si allontanò lei scese dalla scrivania e si aggiustò la gonna che lui non le aveva mai tolto. Si rimise il reggiseno e le mutandine, poi lui prese una camicia da mettersi e le diede uno schiaffetto sul sedere.

    "Hey!" Gridò, fingendosi offesa mentre sollevava la testa. "Mi sento umiliata".

    "Io ti potrei umiliare ancora un po’ , se vuoi," disse Spike malignamente, ma il suo sguardo lussurioso si trasformò in una risata mentre lei scherzosamente lo raggiunse e lo abbracciò da dietro.

    "Forse la prossima volta mi puoi umiliare in una camera da letto," propose Buffy , guardandolo con ammirazione. "Non che io non apprezzi la creatività".

    Lui ringhiò e si lanciò verso di lei scherzosamente. Buffy lo attirò vicino e si strinse contro il suo torace, sapendo che era lì che si sentiva più al sicuro, dove poteva dimenticare ogni cosa ma non ciò che sentiva. Loro si tenevano stretti l’uno con l’altro, respirando all'unisono, il suo corpo adattato perfettamente a quello di lui.

    "Penso che dovresti andartene, pet," mormorò Spike tranquillamente nei suoi capelli dopo pochi minuti.

    "Cosa?", Si allontanò lei, confusa.

    "Non sono sicuro che tu sia al sicuro qui adesso", disse lui, stringendo la mascella . "Penso che sarebbe meglio se tu e Gunn vi dimettesse, partiste." Lui si era sforzato di pronunciare il nome del suo fidanzato, o quello che lui pensava fosse il suo fidanzato, quel nome sulle sue labbra sembrava addolorarlo.

    "Di che cosa stai parlando?", chiese lei. "Sta accadendo qualcosa di pericoloso? Spike, devi dirmi cosa sta succedendo. "

    "Non posso, ba-"

    "Non dirmi che non puoi!" esplose Buffy,mentre le lacrime minacciavano di uscire. "Tu mi dici solo di lasciarti e pensi che io possa accettarlo ? Stai solo cercando di sbarazzarti di me, perché se tu sei - "

    Spike l’afferrò per le spalle e l’attirò verso di lui. "Non hai mai pensato che," sussurrò dinanzi al suo viso Attraverso la camicia Buffy poteva sentire i suoi muscoli tesi avvolgerla. "Io voglia solo proteggere la mia ragazza." Quando Buffy cominciò a parlare, lui la zittì, "E non dire che non sei la mia ragazza, tu lo sei".

    "Stavo per dire che non ho bisogno di essere protetta", lo corresse lei.

    "Ohh, la ragazza con un potere," gemette Spike .

    "Stai zitto. Mi stai effettivamente lasciando? "

    "No," sospirò. "Sto pensando che non vorrei mai provare la sensazione di non averti accanto nel lungo periodo in cui vivremo insieme ."

    Il suo riferimento casuale a un futuro con lei fece sorridere Buffy . "Bene, allora io resto. A meno che tu mi dica cosa realmente sta succedendo. "


    Sapeva che non l’avrebbe fatto, e non lo fece, e i rumori delle persone che stavano in casa li costrinse a separarsi prima di quanto avrebbero voluto. Si diedero un rapido e frettoloso bacio per salutarsi, e poi Buffy se ne andò, desiderando una qualche rivelazione in modo che potesse capire cosa fare.

    CAPITOLO 18

    "Hey , piccola, andiamo a fare una passeggiata?" Gunn chiese con noncuranza, quando trovò Buffy nel suo ufficio.

    "Uh, certo», sorrise, un po’ perplessa a guardare gli occhi induriti del suo partner. Lo seguì fuori di casa e giù verso la piscina, e camminarono in silenzio per il parco fino a quando giunsero in una zona isolata e lontano da occhi indiscreti.

    "Che diavolo pensi di fare?" si girò lui aggredendola, con una furia ardente e una giusta carica di indignazione. Stava chiaramente cercando di mantenere la sua voce bassa, ma la quantità di rabbia dentro di lui fece sì che il suo tono fosse ancora più minaccioso.

    "Che vuoi dire?" chiese Buffy, volendo quasi indietreggiare. Non l'aveva mai visto così arrabbiato.

    "Sei andata a letto con lui. Sei andata a letto con un indiziato ".

    Buffy voleva mentirgli, ma sapeva che i suoi occhi l’avrebbero tradita subito. "Come hai fatto a saperlo?"

    "Quella puttana pazza di Drusilla", ringhiò lui. "Lei parla molto quando beve."

    "Gunn, tu non capisci-"

    "Veramente io non voglio dannatamente capire , Buffy. Ma, ancora una volta, che diavolo pensi di fare? Che cos è questo?Un modo per ottenere l'accesso alle informazioni? Perché ne dubito seriamente, anche se sarebbe l'unica ragione che lontanamente potrebbe giustificare tutto ciò".

    "No", confessò lei miseramente.

    "Maledizione," gemette Gunn , tirando un calcio a un albero vicino per far uscire la sua rabbia. "Quante cose gli hai detto?"

    "Cosa?" Buffy gridò. "Pensi che potrei tradirti? Tradire la missione? "

    "Non lo so! Non ho mai pensato che saresti andata a letto con un criminale , ma credo di non conoscerti così bene come pensavo. "

    "Gunn, tu mi conosci! Vorrei solo provare a spiegarti-"

    "Non c'è niente da spiegare, in realtà," scattò lui. "Niente metterà le cose a posto. Tu puoi porre fine a tutto questo senza che lui ti spari o ti voglia morta? "

    "Non è così!"

    "Beh, qualunque cosa sia, questo deve finire. Subito. Avrebbe potuto scoprirti, Buffy. Potremmo essere entrambi uccisi. Puoi prendere sul serio questa cosa in quella tua dannata testa bionda? "

    "Io non ho compromesso nulla, dannazione! E 'appena successo, e lui non ha idea di chi sono. E le cose resteranno così . Questo potrebbe funzionare, potrebbe mettere fine a tutto e poi tu e Fred-"

    "Pensi che io non voglia stare con Fred?"La interruppe lui con una risata crudele. "Pensi che non abbia riflettuto su questo ? Ma loro sono i cattivi, Buffy. Questo non è un gioco o un campo estivo, non siamo qui per sposarci e vivere felici e contenti. Poni fine a questo, o io dirò tutto a Giles. "Con questo, lui se ne andò arrabbiato, la lasciò completamente agitata.


    Buffy fece una passeggiata intorno alla proprietà, nel tentativo di riordinare i pensieri confusi nella sua testa. Mentre si diresse in una parte della proprietà in cui non era mai stata prima, sentì delle voci che bisbigliavano alla sua sinistra. Lei era completamente nascosta da una scultura, e raggiunse un punto più in alto per vedere Fred e Spike parlare al lato opposto.

    "Sei sicuro?" stava dicendo Fred .

    "Buffy ha detto che i file sono stati sigillati, e penso che entrambi sappiamo che lei ha le competenze per farlo. Li ho messi nella mia cassaforte per quando sarà il momento. Hai parlato con Xander? "

    "E 'tutto pronto", confermò lei. "E tu sei sicuro di voler aspettare che l'affare Walsh venga portato a termine".

    Lui annuì. "E ' la dannata ciliegina sulla dannata torta. Non dovrebbe prolungarsi più di una settimana, comunque. "

    "Hai fatto sì che Buffy cambiasse ogni cosa in quei file?"

    Spike scosse la testa. "Non voglio rischiare. Voglio che la polizia abbia una, vera e reale prova contro Angelus, se cerco di proteggere me stesso ogni cosa potrebbe essere respinta come falsa ".

    "Ma tu andrai in prigione così!"
    "Forse. Io gli farò perdere un affare, però. "disse lui con determinazione. Proprio in quel momento, il suo cellulare squillò, e il suono forte quasi fece gridare Buffy, e lei realizzò che aveva trattenuto il respiro durante tutta la loro conversazione.

    "Sì?" Spike rispose al telefono. " Va bene, grazie amico ". Riattaccò e fece cenno a Fred di seguirlo . "Andiamo, abbiamo un'altra visita di Angelus da affrontare."

    I due tornarono a casa e, una volta che scomparvero dalla vista di Buffy lei sentì le gambe cedere sotto di lei e crollò a terra.


    Quando Buffy finalmente calmò il suo cuore dalla corsa che fece fino a casa si mise freneticamente alla ricerca di Gunn.

    "Buff, stai bene?" chiese Xander quando lei irruppe nella cucina, ansimando.

    "Benissimo, un po’ in ansia!" disse lei balbettando. "Assolutamente bene. Hai visto Gunn? "

    "Se ne è appena andato, in realtà. Sei sicura di stare bene? Sembra come se tu abbia visto un fantasma o qualcosa del genere. "

    "Sto bene!" Ripeté lei ancora una volta, le sue parole furono molto più credibili rispetto a prima. "Dov'è andato?"

    "A un’incontro con Caleb, penso," disse Xander. "Angelus sta per arrivare qui, qualcuno te l’ha già detto?"

    "No, no io non lo sapevo. Devo chiamarlo, ok? Ci vediamo più tardi ».

    Se ne andò di corsa di nuovo, lasciando dietro uno Xander sconcertato. "Questa ragazza è troppo nervosa," mormorò a se stesso mentre continuò a leggere il suo libro a fumetti.

    "Gunn, Ti prego di richiamarmi quando senti questo messaggio," Buffy lasciò un messaggio in segreteria, dopo tre chiamate senza risposta. "E 'davvero importante. Forse potremmo avere una serata romantica, per parlarne. "Usò il loro codice per quando si incontravano con Giles, e sperando che lui sentisse il messaggio al più presto.

    Riattaccò e sospirò,appoggiandosi alla parete del salotto. Sfruttando i suoi anni di yoga, cercò di meditare, di calmarsi, quando una voce accanto a lei le fece iniziare a ribollire il sangue di nuovo.

    "Ehi, bella," disse Angel minacciosamente mentre lei aprì gli occhi per trovarlo dinanzi a lei. "Abbiamo bisogno di parlare."

    "Noi?" chiese Buffy, riguadagnando la sua forza emotiva e fisica, mentre osservava il criminale di fronte a lei. "Di che cosa dobbiamo parlare noi due?"

    "Non fare la furba," scattò Angelus. "So che ti viene naturale, ma potresti finire nei guai qualche volta."

    "Non sto cercando di fare la furba. Davvero, di che cosa dobbiamo parlare? "

    "Il tuo continuo lavoro qui a ... casa di Spike", sorrise lui, un sorriso privo di calore o vero umorismo. "Per essere onesto, penso che le tue abilità sono sprecate qui. Tutte le tue abilità. "Dal modo in cui i suoi occhi raggiunsero il suo petto, aveva la netta sensazione che Gunn non era l'unica persona che aveva scoperto la storia di lei e Spike.

    "Beh, se hai qualche lavoro al computer per me, sei il benvenuto a utilizzare la mia abilità", disse Buffy con attenzione. "Ma solo questo potrai ottenere." Lei pensò che forse era sbagliato inimicarsi quest’uomo così pericoloso, ma lei continuava a pensare che avere il suo solito atteggiamento disinvolto con lui era la cosa migliore da fare, per mantenere la sua copertura.

    "Io non lo so", disse lui, spostandosi rapidamente verso di lei così che il corpo di lei fosse premuto contro il muro.

    "Allontanati da me», disse con fermezza, muovendo le mani per spingerlo via. Lui afferrò i suoi polsi e li tenne saldamente contro il muro.

    «Ragazzina, devi stare molto attenta», le sussurrò in un orecchio, il suo respiro caldo sulla sua guancia le provocò la nausea in tutto il corpo. "Spike non è qualcuno che desidera stare con te. Tu non avrai nessun altro avvertimento dopo questo, mi hai sentito? "

    Buffy aprì la bocca per protestare quando Angel si staccò da lei e la buttò contro il divano vicino.

    "Che diavolo stai facendo, Liam?" Spike pronunciò il suo vero nome con rabbia,la furia si poteva notare nei suoi occhi azzurro ghiaccio.

    "Oh, stai facendo il cavaliere servente, adesso?" Angel fece un sorrisetto, mettendosi in piedi e aggiustandosi la giacca. "Proteggendo la tua donna, che gentiluomo."

    Spike cominciò ad avventarsi su di lui, ma Buffy lo fermò con la mano. "Lascia perdere, Spike", disse lei, desiderando di salvaguardare non la sicurezza di Angelus, ma quella di lui. Avendo le poche informazioni sui progetti futuri di Spike, intuì che una rissa non avrebbe aiutato la sua causa.

    "Sì, Spike, lascia perdere," Angel la imitò. "Avrò bisogno del tuo ufficio per un po’ , amico. Spero che tu non stia nascondendo qualcosa lì dentro. "Lui si allontanò con calma, mentre Spike scosse la testa con rabbia.

    "Voglio staccargli la testa", ringhiò lui con rabbia, ma le mani di Buffy sul suo viso sembravano alleviare un po’ della sua tensione.

    "Va tutto bene", lo tranquillizzò lei, accarezzando la sua pelle con le mani morbide.

    "Non non va tutto bene, ha messo le sue mani su di te", disse Spike.

    "Lui non l’avrebbe fatto ancora a lungo," sorrise Buffy . "Stavo per prenderlo a calci nel culo e farlo tornare a New York."

    Il suo tentativo di fare una battuta sembrò essere utile nel processo per calmarlo, e lui si guardò intorno per assicurarsi che fossero soli prima di attirarla verso di lui e baciandola dolcemente sulla fronte. "Sei a posto però, sì?"

    "Sì", annuì. "Niente di grave. E 'solo un taglietto ".

    "Sì, lo è."

    "Perché lavori per lui?" disse Buffy con cautela.

    Spike la guardò, cercando di capire la migliore risposta alla sua valida domanda. "Perché devo, amore. Ma non per molto. "

    Il telefono di Buffy cominciò a vibrare tra di loro, causando sia un tremolio che un salto. Buffy guardò l'ID del chiamante e si scusò, "Mi dispiace, ma dovrei rispondere".

    Lui annuì e sussurrò: "Ci vediamo più tardi, però?" Il suo cenno del capo le provocò un caldo sorriso, e lui la lasciò sola.

    "Ciao," Buffy rispose al telefono in fretta, la sua voce era molto più tranquilla di quanto pensava. "Sì, abbiamo bisogno di vedere Giles,al più presto ... per favore? ... Sì, ho una nuova informazione. Okay, ci vediamo qui fra un po’ . "

    Buffy aveva paura di cedere all’ eccitazione che scorreva nelle vene, ma solo per un attimo, lei allontanò questa sensazione. Le cose stavano andando bene.

    CAPITOLO19


    "Andiamo a fare un giro," disse Gunn il secondo in cui trovò Buffy in cucina, quella sera. Lei annuì, salutò Xander, e presto lo seguì fuori verso la macchina.

    Erano seduti in silenzio, la tensione tra loro era così evidente che Buffy poteva praticamente sentirla sulla sua pelle. Guidarono per circa dieci minuti fino a quando arrivarono in un parco isolato, e Gunn si fermò in un parcheggio e saltò fuori dalla macchina,e cominciò a camminare così veloce che Buffy quasi dovette correre per stare dietro al suo passo.

    "Okay, allora di che cosa vuoi parlare?" Disse bruscamente lui una volta che si fermò in prossimità di una grande quercia.

    "Dopo aver parlato con te ho sentito Fred e Spike che stavano discutendo e loro due stanno complottando con Xander per eliminare Angelus," Buffy fece uscire le parole tutte d'un fiato.

    Lui la fissò per un attimo. "Dici sul serio?"

    "Li ho sentiti! E non ho ancora avuto la possibilità di raccontarti quello che è successo la scorsa notte, ho bloccato tutti i file con tonnellate di prove su Angelus. E ' vero, Gunn ".

    "Buffy, pensa in maniera logica, potrebbero averti ingannato, potresti aver frainteso, potrebbe essere che stiano preparando-"

    "Non è vero" insistette Buffy . "Non avevano idea che stavo ascoltando, lo giuro. E so quello che ho sentito. "Lui sembrava ancora scettico. "Guarda, io so che sei arrabbiato con me, okay? Anche io sono arrabbiata con me stessa. E ... io in realtà non so perché ho fatto quello che ho fatto. Ma io non sto mentendo. Incontriamoci con Giles, ok? Per favore? "Lei trattenne il respiro mentre aspettava la sua risposta.

    "Okay," disse infine. "E la mia informazione riguarda il fatto che l'accordo con la Walsh si suppone che si concluda dopo domani".

    "Beh, questo significa che Spike non andrà alle autorità prima di allora," disse Buffy. "Lui vuole ottenere una prova schiacciante con questo accordo. Hai idea di che cosa si tratti? "

    «La droga, cos’altro?" Lui si strinse nelle spalle. "La sua azienda farmacologica ha sviluppato un qualche farmaco di nuova generazione contro la depressione che è andato male, rendendo le persone un po’ troppo felici, e Angelus sta comprando la formula e tutti i campioni esistenti. Penso che lo riverserà sul mercato di New York. "

    Buffy sospirò. "E 'sempre droga, sul serio".

    "Ho chiamato Giles quando ho ricevuto il tuo messaggio di prima," disse Gunn. "Lui non ci può incontrare prima di domani pomeriggio, ci vedremo alle tre."

    "Oh, okay," disse lei. "Lui saprà che cosa dobbiamo fare".

    Ci fu un silenzio imbarazzante tra i due, poi parlarono nello stesso momento.

    "Guarda, Buffy, Io non-"

    "Gunn, Io ti voglio davvero -"

    Ridevano a disagio, e Gunn disse: "Tu per prima."

    "Io ti voglio far capire che non stavo cercando di farti del male, o di mentirti, non lo farei mai, e vorrei che ti fidassi di me", disse lei con sincerità. "Io ... è appena successo, sono caduta in tentazione, e-"

    "Buffy", la interruppe Gunn . "Io mi fido di te,ci conosciamo entrambi da tanto tempo , e so che ho reagito male. Io ... io non mi fido di lui, ok? Lui è il cattivo. Io non so se tu ti rendi conto-"

    "Lo faccio".

    "--- Io credo che ti potresti sbagliare su di lui, e farò solo ciò che è necessario per il mio lavoro, e farò ciò che è giusto. Spero che tu sia con me. "

    Buffy rimase in silenzio per un momento, poi disse a bassa voce, "Non ho mai pianificato di abbandonare il mio lavoro. E’ la mia priorità ".

    "Okay," sospirò. "Almeno finirà presto, se hai ragione. Facciamo così. Puoi lasciare così come stanno le cose per il momento, ok? "

    Lei acconsentì e i due tornarono alla macchina e guidarono verso casa. La tensione era un po’ diminuita, e almeno era più tollerabile per tutti e due ora.

    Parcheggiarono dinanzi a casa quando Gunn rispose a un'altra chiamata urgente da parte degli uomini di Angelus.

    "Giuro, è come se fossi il loro cane fedele o qualcosa del genere», mormorò. "Di sicuro ci incontreremo con Giles alle tre di domani, però,io ti chiamo se non torno stasera".

    Buffy annuì e scese dalla macchina, e lo guardò allontanarsi in fretta. Il secondo in cui entrò in casa, fu fermata da Spike.

    "Buffy, ho bisogno del tuo aiuto ancora una volta al piano di sopra", disse lui serio, facendole cenno di seguirlo. Lei lo seguì volentieri, chiedendosi mentalmente se avesse dovuto lavorare o meno .


    Lei non avrebbe dovuto lavorare. Il secondo in cui entrò nella sua camera da letto ansimò, e lui chiuse la porta dietro di lei. Tutta la stanza era piena di candele soffuse ,e c’era della musica romantica.

    "Oh mio Dio", sorrise. "Tu sei pazzo".

    "Non era proprio la risposta che mi aspettavo, amore," mise il broncio.

    "No, no, non volevo dire che," Buffy si corresse. "Solo ... sul serio, tutto questo è per me?"

    "No, certo che no," disse sarcasticamente. "Mi piace dormire con il pericolo di un incendio. Hai detto che volevi un letto! "

    Lei ridacchiò e si voltò verso di lui. "E 'bellissimo, William".

    Come sempre, il suo nome pronunciato dalle labbra di lei creò una reazione istantanea all’anima e al corpo di Spike. Si avvicinò e fece scivolare le sue braccia intorno alla vita.

    Mentre Buffy lo fissava negli occhi, lei capì che era la prima volta in cui si sentiva veramente protetta in sua presenza. Non c'era senso di colpa o paura o resistenza quando si chinò per baciarlo. Lei lo sapeva. Sapeva che lui era un uomo buono, o che intendeva diventarlo, e lei conosceva i segreti da cui lui stava cercando di proteggerla. Ma lui non sapeva chi fosse lei veramente o cosa stesse facendo, non sapeva i suoi segreti, e che gli avrebbe spezzato il cuore.

    Il loro bacio era lento, e caldo, ed era diverso da ogni tipo di bacio che si erano dati in precedenza. Non c'era più la sensazione di impossibilità, ma un senso di opportunità e di incertezza. Non c'era fretta, o disperazione, o violenza. Mentre si baciavano lasciavano che le loro mani vagassero sui loro corpi.

    Tutto avvenne con una lentezza esasperante, ma anche con passionalità, mentre si spogliarono e si esplorarono l’un l'altro. Caddero nudi sul letto, godendo del contatto dei loro corpi in questa distesa infinita di tempo che non li era stata concessa prima. Carne su carne i loro corpi brillavano di sudore e emettevano scariche di elettricità, e con ogni tocco di lingua lungo le parti del corpo, la loro fame reciproca cresceva.

    Quando Spike finalmente sprofondò in Buffy fu come tornare a casa, fu l'ultimo passo in un mondo dal quale entrambi si resero conto che non sarebbero mai potuti tornare. Si muovevano lentamente e , in perfetta sincronia, dandosi piacere insieme e alimentandolo a vicenda. Non parlavano, potevano solo respirare e ansimare e gemere, sempre più velocemente, fino a che entrambi non raggiunsero l’apice, la beatitudine, e vennero all'unisono mentre sussurravano a vicenda i loro nomi come preghiere.

    Poi, avrebbero parlato. Non si presero la briga di guardare l’orologio mentre la conversazione scorreva uniformemente e facilmente. Ogni volta che Buffy doveva mentire, sentiva una fitta nel suo cuore. Lui parlò della sua infanzia, e lei della sua. Le loro anime si intrecciavano mentre condividevano tutto ciò che potevano --- e Buffy sapeva che quello che lei aveva condiviso non era abbastanza.

    Lei si addormentò lì, rannicchiata al suo fianco, la testa sul suo petto, con le sue braccia avvolte in maniera protettiva intorno a lei. Lei avrebbe potuto giurare, nell'ultimo secondo prima che cadesse nell'oblio, che Spike avesse sussurrato: "Mi sto innamorando di te".

    Se lei fosse stata ancora sveglia, gli avrebbe risposto.


    CAPITOLO20

    Quando Spike si svegliò la mattina dopo, Buffy era sparita. Lui iniziò a pensare che lei si fosse pentita, fino a quando non vide un piccolo pezzo di carta ripiegato sul suo comodino.

    "Sono a lavoro. E’ questo quello per cui mi paghi. Con amore, Buffy ".

    Sorrise e ripose il biglietto, poi rapidamente si fece la doccia e si vestì per scendere al piano di sotto. Si dedicò alla sua normale routine, fece colazione, controllò la sua posta elettronica, diede degli incarichi, fece tutto con un pensiero ricorrente nel suo cuore. Quando Buffy arrivò un'ora dopo, lui non riusciva a smettere di sorridere dinanzi a lei come un pazzo, e il suo sorriso si allargò ancora di più quando vide che indossava la collana che le aveva regalato.

    "Come stai?" Gli chiese lei in maniera formale.

    "Sto bene, grazie, e tu?" Rispose lui con un tono altrettanto formale. Si guardarono felici l'un l'altro per un momento, poi Spike agitò la lingua dinanzi a lei e le disse, sotto voce, "Chiudi la porta".

    Lei fece l'occhiolino e stava per obbedire , quando Fred arrivò correndo dicendo. "Buffy ciao! Um, Posso rubarti Spike solo per un minuto? "Il suo comportamento era chiaramente di una persona esausta, e Buffy annuì rapidamente, si strinse nelle spalle mentre Spike seguì Fred,allontanandosi, chiudendo la porta alle spalle.

    Si avvicinò un po’ , cercando di ascoltare la loro conversazione di nascosto. Ma le loro voci erano così basse che non riusciva a capire una sola parola. A malincuore si allontanò dalla porta, e raggiunse il corridoio, controllando l'orologio per quella che sembrava l'ennesima volta quel giorno.

    Era passata un’ora. Due ore, e lei doveva parlare con Giles. Due ore, e lei doveva capire cosa fare.

    Gunn aveva finito per lavorare tutta la notte, e le aveva inviato un messaggio per farglielo sapere. Quindi lei non lo aveva ancora visto oggi, e le sue due telefonate non avevano ricevuto alcuna risposta. Più pensava alla sua situazione attuale, e più si agitava, e lei non poteva aspettare per fare qualcosa. Poi, forse avrebbe potuto capire come confessare tutto a Spike.

    Controllò di nuovo l'orologio. Era appena passata un’altra ora. Dannazione.

    "Buffy?" Sentì urlare Spike dal suo ufficio.

    Lei si affrettò ad entrare, e fu sorpresa di vederlo che stava raccogliendo freneticamente la giacca e la valigetta,con la mascella tesa, gli occhi fiammeggianti. "Fred e io dobbiamo partire, occupati del forte, ok?"

    "Ehm, ok," disse lei sorpresa. "Dove stai andando?"

    "Solo ... solo fuori," disse lui. "Ti spiegherò più tardi, amore, ok?" La baciò velocemente sulla guancia e poi scappò in un lampo, lasciandola in preda al panico e al sospetto.

    Buffy velocemente tirò fuori il suo telefono e provò a chiamare Gunn, imprecando quando ancora una volta rispose la segreteria telefonica. Lei riattaccò, incapace di far funzionare il suo cervello abbastanza bene per lasciargli un messaggio vocale in codice.

    "Pensa, Buffy, pensa," mormorò a se stessa, il suo cervello prese in considerazione le innumerevoli ragioni per cui Spike e Fred fossero scappati così in fretta, e perché Gunn non stesse rispondendo al telefono. Pochissime di tutte le sue spiegazioni erano buone.

    Lei pensò di chiamare Giles, ma non sapeva nemmeno che cosa gli avrebbe potuto dire. Senza Gunn e la sua macchina, non poteva andare a incontrarlo, e non sapeva come poteva aiutare Spike .

    I suoi pensieri la spaventarono. E 'questo che era importante, adesso? Aiutare Spike? È questa la sua priorità?

    Non lo sapeva, tutto quello che sapeva è che non poteva starsene semplicemente seduta,non sapendo cosa stesse succedendo, impotente. Buffy Summers non era impotente.

    Il suo telefono le vibrò in mano, facendola saltare. "Grazie a Dio", riprese a respirare quando vide il nome di Gunn sul piccolo schermo illuminato. Lei aprì il telefono e rispose: "Sì?"

    La voce di Angel si sentì dal telefono, e tutto il suo viso sbiancò.

    Sentiva un colpo di clacson proveniente da davanti casa.

    Solo un secondo di resistenza prima che lei seguisse le istruzioni di Angel e corse fuori verso la macchina che la stava aspettando, guidata da uno dei suoi collaboratori più fidati, Caleb.

    "Ehi, signorina," disse quando salì sul sedile anteriore. "Come va in questa bella giornata?"

    Lei lo guardò e disse nervosa: "Bene, grazie."

    "Sei una tipa irritabile", strascicò lui le parole, mentre accelerò lungo la strada. "Posso capire perché piaci a Spike e a Gunn. Anche se, personalmente, mi piacciono le donne monogame. Ma questo è solo una mia prerogativa. "

    "Hai intenzione di dirmi dove stiamo andando?", Lei ignorò il suo commento.

    "Non importa dove stiamo andando, sai?" chiese Caleb . "Ciò che conta è ciò che c'è lì. E tu non sai niente, quindi non chiedere. È un dato di fatto, non parlare. La tua voce mi dà il mal di testa ".

    "Dobbiamo incontrare Gunn?"

    "E’ tipico di voi donne," sospirò. "Ignorare tutto ciò che dico." Fulminandola, allungò la mano e l'afferrò per i capelli o almeno per la nuca, attirandola al suo sedile in modo da poterle sussurrare in un orecchio. "Mi piacerebbe che tu tenga quella tua lingua tagliente nella tua bocca, baby. Sono abbastanza nervoso. Ora dammi il tuo telefono cellulare. "

    Lei raggiunse la tasca del suo jeans e lo consegnò a malincuore. Caleb la lasciò andare, e lei si premette contro la portiera della macchina, ansimando mentre il terrore bolliva nelle vene. Lui schiacciò un paio di tasti sul suo telefono poi lo infilò nella tasca della giacca.

    Allontanando le preoccupazioni che c’erano nel suo cervello, e le uscirono spontanee due domande come le più importanti.

    Sapevano chi era?

    E dove era Gunn?

    Lei tenne la bocca chiusa per il resto del tragitto, sapendo che tentare di fuggire era la cosa più stupida che potesse fare. Fece un sospiro di sollievo quando entrarono in un parcheggio di quello che sembrava un magazzino abbandonato, e lì c’era anche la macchina di Gunn .

    "Seguimi , tesoro," disse Caleb, uscendo dalla macchina e camminando verso la grande porta di metallo dell'edificio. Buffy lo seguiva da vicino, desiderando di possedere una pistola simile a quella che sembrava fuoriuscire dalla cintura dei jeans di lui.

    Entrarono, e Caleb si diresse verso le scale, salendo due rampe prima di aprire una porta e condurla in un labirinto di casse di legno accatastate, di due metri di altezza. Entrarono poi in un’enorme stanza murata in cemento.

    Spike, Angel, una vecchia donna sconosciuta e un uomo alto e muscoloso parlavano al centro della stanza. Fred e Gunn erano in piedi di lato, con un uomo che Buffy riconobbe come un altro dipendente di Spike, Graham. Di fronte a loro c'era Forrest, con le braccia incrociate,con un’espressione tipica del giocatore di poker, con altri due lacchè di Angel, uno dei quali lei pensava che si chiamasse Ben.

    "Cosa diavolo ci fa lei qui?" Disse Spike quando lui alzò lo sguardo e vide Buffy. "Lei non doveva essere qui".

    "Stai calmo, Spike," l’ammonì Angel. "Ho pensato che tu volessi tutto il team qui per vedere quanto sei stato bravo con la signora Walsh. E 'impressionante, davvero. "

    Caleb spinse Buffy verso Forrest, i due uomini stavano su entrambi i lati di lei che spostava lo sguardo tra Spike e Gunn, confusa. Era davvero qui solo per guardarli mentre concludevano l'accordo con la Walsh? Tutto questo non ha alcun senso.

    La donna più anziana alzò lo sguardo. "Se voi ragazzi poteste fare in fretta , ve ne sarei grata. Ho un appuntamento. "

    "Andiamo avanti", disse Spike, allontanando lo sguardo da Buffy e concentrandosi sul suo compito. "Penso che siamo tutti d'accordo con gli accordi, giusto?"

    Margaret annuì. "Adam, chiama l'ufficio in modo da sapere quando il denaro viene trasferito sul mio conto personale." L'uomo con lei annuì e tirò fuori un telefono cellulare, chiamando subito.

    Angel tirò fuori il proprio telefono e inviò un messaggio. "Darla inviali ora".

    Nella stanza ci fu un attimo di silenzio, e Gunn si strinse nelle spalle quasi impercettibilmente dinanzi a Buffy. Neanche lui non sapeva perché lei era lì. Non va bene.

    "Grande, grazie», disse Adam al telefono. "E 'fatta, mamma."

    "Fantastico!" disse Angel allegramente. "E il prodotto?"

    "Fuori nel bagagliaio," disse Adam. "Andiamo fuori così possiamo spostarlo nella tua auto."

    "Spike, perché non te ne occupi tu?" sorrise Angel, la sua domanda in realtà era più un ordine. "Torna qui quando hai finito."

    "Bene", disse Spike seccato,girandosi e uscendo dalla stanza.

    "Grazie per il tuo lavoro", disse la Walsh, raggiungendo Angel per stringergli la mano. "Non vedo l'ora di sapere come è andata." Lei e Adam seguirono Spike, come fece Forrest, e Angel fu occupato con il suo telefono per qualche minuto, poi si scrollò di dosso la giacca e si sgranchì il collo. Ben e l’altro dipendente di Angel con nonchalance attraversarono la stanza, mettendosi ai due lati del trio Fred, Gunn, e Graham. Infine, Angel rivolse la sua attenzione su Buffy.

    "Bene, bene», fece un sorrisetto, avanzando verso di lei. "Io penso che io e te abbiamo alcune cose di cui discutere, bellezza."

    TBCC
     
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  4. Spuffy_Mikela
     
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    bellissmaaaa dove finire gli ultmi capitoli postati a legerlii :DD
     
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  5. Spuffy_Mikela
     
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    fintioo ancoraaa *------*
     
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  6. redime
     
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    ciaa a tutti sono nuova di qui volevo sapere dove potevo trovare la fanfiction moonlight restaurant se qualkuno lo sa fatemolo sapere per favore grazie in anticipo
     
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    CITAZIONE (redime @ 24/5/2011, 18:00) 
    ciaa a tutti sono nuova di qui volevo sapere dove potevo trovare la fanfiction moonlight restaurant se qualkuno lo sa fatemolo sapere per favore grazie in anticipo

    Ciao redime. :D
    Non so dove poter trovare la ff che cerchi.. cioè, mi pare di aver già sentito il titolo, ma per il momento non mi viene in mente niente! ma vedrai che qualcuna della sis la scoverà!
    Nel frattempo.. perchè non ti presenti nella giusta sezione e ci parli un pò di te? :D
    Se hai qualche problema puoi mandarmi un messaggio privato a me, (o a Kate, o Pia.) -_-
     
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    E visto che questa ff era rimasta ferma... dopo averne parlato con Kate... ho deciso di continuarla!!!
    E andiamo con il pross capito... -_-

    Capitolo 21.

    “Di cosa dobbiamo discutere?” Chiese Buffy con voce calma e sicura, nonostante le farfalle nello stomaco, la mancanza di aria nei polmoni e la tensione nelle spalle. Oh, non andava bene.

    “Vita, amore, lealtà.” Scherzò Angel, poi in un istante il suo voltò si scurì. “Oh, e anche su alcuni documenti spariti.”

    “Cosa vuoi dire?”

    “Sai cosa voglio dire.” La minacciò. “Ho provato ad avvertirti, in effetti, sono stato troppo gentile con te. Ho creduto a una bella biondina, tutti hanno i suoi difetti. Te lo chiederò un'altra volta. Dove. E'. Il. Disco?”

    Buffy lo fissò negli occhi senza distogliere lo sguardo dalla malvagità che ci vide. “Non so veramente di cosa stai parlando.”

    Il suo pugno arrivò senza preavviso, colpendola alla tempia, mandandola verso Caleb che la prese prima che cadesse a terra. Gunn si mosse per interferire, ma prima che potesse far più di tre passi, venne fermato da una pistola puntata alla tempia, sorretta da uno sconosciuto.

    “Grazie, Parker.” Disse Angel. “Gunn, andiamo. Vuoi veramente liberare la stronza? La puttana che ha scopato Spike?”

    Uno sguardo scioccato apparve sul volto di Fred, sostituito immediatamente dalla paura quando vicino a lei, Graham cercò di estrarre la pistola ma venne messo al tappeto dai pugni brutali di Ben, che poi le afferrò con forza le braccia.

    “Non toccarla.” Ringhiò Gunn fissando Angel con sguardo omicida, per poi voltandosi e diventare ancora più arrabbiato quando vide Fred.

    “Non puoi avere molto da dire in questa situazione, con una pistola puntata alla testa.” Angel alzò le spalle, rotolandosi le maniche della camicia. “Tuttavia ammiro la tua devozione. E mi hai solo semplificato le cose. Hai scelto da che parte stare?” Gunn rimase in silenzio. “Buono a sapersi.”

    Solo allora Spike rientrò nella stanza, Forrest rimase dove non era visibile, fermandosi di colpo alla scena davanti a se.

    “Cosa cazzo stai facendo, Angelus?” Ringhiò, la bile che risaliva quando vide Buffy tenuta stretta contro il corpo di Caleb, paura e rabbia nei suoi occhi. L'espressione sul volto di lui non variò quando Angelus gli arrivò alle spalle e gli puntò la pistola contro.

    “Pensavi che non lo avrei scoperto?” Chiese Angelus. “Pensavi veramente che fossi così stupido?”

    “Beh, si.” Spike alzò le spalle, pentendosi subito delle sue parole quando Caleb tenne Buffy più stretta facendola gemere lievemente.

    “Spike...” Lo avvertì Gunn, i due uomini si fissarono brevemente, uniti dalla stessa meta. Proteggere Buffy.

    “Lascia andare Buffy e Fred.” Disse Spike calmo, muovendosi in avanti e ignorando la pistola puntata alla sua testa.

    “Vediamo... no.” Disse Angel freddo. Tenendo puntata la pistola puntata contro Spike, raggiunse il punto dove Buffy era tenuta prigioniera. La prese dalle mani di Caleb, stringendole un braccio intorno alla gola e premendo la pistola contro la sua tempia. Buffy ansimò per il freddo metallo contro la testa, e pensò veramente di poter svenire per il terrore. Caleb estrasse la pistola e si mosse per controllare Spike.

    “Non c'entrano niente con tutto questo.”

    “Sappiamo entrambi che non è vero. Fred è la tua piccola lavoratrice. E Buffy? L'hai coinvolta te. Le hai fatto provare a nascondere le tue tracce. Tsk Tsk. Non molto intelligente, Spikey.”

    “Beh, come lo hai scoperto?” Chiese Spike, cercando di guadagnare più tempo per trovare un modo per uscire da questo, con il cuore che minacciava di uscirgli dal torace alla vista della sua ragazza in pericolo.

    Angel rise. “Povera Dru. Voleva veramente tenere la bocca chiusa, ma dove diversi cocktail ha cominciato a dire cose veramente interessanti. Ci è stata veramente male, tuttavia, se aiuta.” Lanciò Buffy a terra, e il naturale istinto di Spike lo portò a reagire, ricevendo un brutale pugno sulla mascella da parte di Caleb, contento di aver l'opportunità di essere violento. Angel rimise l'arma nella sua cintura, fissando la ragazza a terra con sguardo annoiato.

    Buffy si alzò, tenendosi il braccio su cui era caduta, fissando Gunn, sperando che fosse sulla sua stessa lunghezza d'onda. Sembrava che non fossero ancora stati scoperti. Ma probabilmente non era importante. E dovevano fare qualcosa.

    “ Non ho fatto niente.” Disse calmo Spike, asciugandosi il sangue dalla bocca.

    “Ancora. Non hai fatto ancora niente.” Disse sadico Angel. “E non vuoi. Ma solo per sicurezza, farò una domanda molto importate alla signora.” Si girò verso Buffy, e allungò una mano per toglierle i capelli dal volto, ridendo quando lei si allontanò.

    “Non toccarmi.” Disse lei.

    “Buffy, Buffy.” Sospirò. “Non capisci cosa sta succedendo qui? Stupida ragazzina. Guardati intorno. Ricapitoliamo. Il tuo ragazzo e il tuo amante hanno pistole puntate alla testa, il povero Graham è svenuto, e Fred potrebbe spezzarsi come un ramoscello con una sola parola. Non penso che tu sia nella posizione di dare ordini.”

    “Lascia andare le ragazze, ti dirò cosa vuoi sapere.” Lo implorò Spike, fremendo quando Angel strinse forte con una mano la gola di Buffy.

    “Si... no.” Sospirò. “Perché nell'istante in ci questa qui e la bella ragazza del sud usciranno dall'edificio, perderò la mia garanzia. E mi piace molto avere delle garanzie.” Strinse ancora di più la gola di Buffy facendola fremere. “Adesso, quando ti chiedo qualcosa, mi aspetto una risposta onesta, capito?”

    Buffy rimase in silenzio.

    “Rispondi alla domanda amore.” Disse Spike scoraggiato. Lei spostò lo sguardo su di lui e le si spezzò il cuore per la paura, l'ansia e il senso di sconfitta che lesse nei suoi occhi.

    “Si, amore.” Lo imitò Angel. “Rispondi alla mia domanda. Ho provato una sensazione di deja vu dopo averlo detto, divertente. Dove è il disco?”

    Buffy lo fissò con sguardo di fuoco. “Non lo so.” Rispose sincera.

    “Hmm. Non va bene.” Tolse la mano dal suo collo solo per colpirla sulla guancia. “Sei veramente una troia, lo sai vero?”

    “Non lo sa, cazzone!” Urlò Spike. “Fai l'uomo e prenditela con me.”

    “Ma così è molto più divertente!” Disse Angel, spostandosi e colpendo Graham.

    Mentre questo iniziò a spostarsi sul pavimento, Angelus estrasse la pistola e gli sparò alla testa. Fred lasciò uscire un gemito, e Buffy distolse lo sguardo dal miscuglio di sangue e cervello sul pavimento, sentendo il pranzo tornargli alla gola.

    Angel sorrise e rimise la pistola al fianco. “E Fred allora? Cosa sa?” Iniziò a spostarsi verso l'altra ragazza.

    Buffy vide una via d'uscita. E nonostante il pericolo che correva, l'avrebbe fatto. Fissò Gunn, che le accennò in modo impercettibile con la testa, allora fissò Spike che spalancò gli occhi quando capì cosa stava per fare.

    Rapida come un gatto, Buffy raggiunse Angel e lo colpì al ginocchio e subito dopo alla testa, provocandogli un ruggito di dolore. Gli afferrò la pistola di mano e la puntò contro di lui per evitare che si muovesse.
    Come lei agì, Gunn colse Parker alla sprovvista e con due pugni al volto lo buttò a terra, afferrò la pistola e si spostò indietro così da tenere sotto tiro i due uomini e quello che teneva Fred. Il loro addestramento gli aveva permesso di agire rapidi, senza alcun errore nei loro movimenti, ma Buffy non riusciva ancora a credere che c'è la stavano facendo.

    “Fred, CORRI.” Le ordinò Gunn, e non lo dovette ripetere perché lei si liberò e sparì dietro una delle porte sul retro.

    Spike e Caleb combattevano vicini per il possesso dell'arma. Spike cadde mentre l'altro uomo lo colpiva con un pugno allo stomaco, e improvvisamente un forte colpo echeggiò nella stanza, rimbombando per le pareti, seguito immediatamente da un altro.

    Caleb cadde a terra, dopo che la pallottola della pistola di Gunn lo colpì in pieno torace. Una macchia rossa si allargò sulla camicia bianca di Spike, che si fissò shoccato la ferita all'addome.

    “Spike!” Gridò Buffy, correndo verso di lui e afferrandolo mentre cadeva. Sentì un altro sparo. Si affrettò verso l'uscita, aiutandolo, e dando uno sguardo indietro per vedere Gunn che la copriva, mentre teneva sotto mira sia Parker che Angel, entrambi a terra, mentre Ben gridava tenendosi la coscia da cui usciva del sangue.

    Buffy si fermò dietro a delle scatole aspettando che Gunn li raggiungesse, l'aiutò a sostenere Spike mentre si persero nel labirinto. Ascoltando con attenzione che nessuno li seguisse, si spostarono al primo piano trovando la porta chiusa con delle sbarre, si nascosero dietro ad un macchinario, prima di cadere sotto il peso di Spike.

    “Fai la guardia,” Ordinò Buffy, e Gunn si mise subito in piedi. “Va tanto male?” Si voltò verso Spike, sentendo le lacrime agli occhi vedendo il suo volto pallido, e la grande quantità di sangue su i suoi vestiti. Si tolse la maglia e la premette contro la ferita.

    “Non va così... male.” Si costrinse a dire, fissandola confuso. “Tu...”

    “Gunn, hai il telefono?” Lo implorò Buffy. “Hanno prese il mio, devi chiamare il quartier centrare e far venire un'ambulanza!”

    “Quartier... centrale?” Ansimò Spike. “Sei.. sei della polizia?”

    “Mi dispiace.” Bisbigliò Buffy, incapace di trovare qualcos'altro da dire. “Sono dell' FBI”

    “Hai... mentito. Non sei...” La sua espressione le spezzò il cuore.

    “Lo so.” Diede uno sguardo a Gunn che non si stava muovendo. “Gunn, per favore. Chiama un'ambulanza!”

    Spike allora protestò. “No... no... non potete. Angel... lo scoprirà... dovete andarvene.”

    “Cosa? Non ti lascerò qui!” Buffy iniziò a singhiozzare.

    “Lo farai.” Disse sicuro, mettendosi seduto. “Lui... potrebbe già saperlo... ti inseguirà... se tu chiami... e la polizia... devi... andartene.”

    “Non posso, non posso...”

    “Starò bene... shhh, la mia ragazza.” La calmò, prendendole la mano e baciandogliela. “Starò... bene. Ma... devi fare una cosa... per me.”

    “Qualsiasi cosa.”

    “Cassaforte... bagno... dipinto. 22-19-7-3-14... dischi.”

    “Va bene.” Lei accennò con la testa, avendo capito tutto, e memorizzando il codice. Con una mano gli accarezzò il volto, cercando qualcosa da dire, cercando di capire quanto sarebbe stato doloroso lasciarlo, quanto si preoccupava per lui, cercando un modo per uscire da tutto questo.

    “Buffy, li sento, dobbiamo muoverci.” Sibilò Gunn. Lei si voltò guardandolo e rabbrividendo quando senti dei passi pesanti scendere i gradini.

    “Il tuo... nome?” Spike tossì, facendole voltare di nuovo la testa.

    “Cosa?”

    “Il tuo... vero... nome?” Ripeté. “Voglio... saperlo.”

    “E' Buffy.” Provò a trattenere le lacrime. “Buffy Summers.”

    “Ancora la mia Buffy.” Sorrise debolmente. “Adesso vai.” Quando non si mosse, gridò verso Gunn. “Gunn... portala fuori da qui.”

    L'altro uomo accennò con la testa, muovendosi rapidamente e facendo alzare Buffy. La trascinò fuori, e Spike li fissò mentre scomparivano da una finestra, prima di venir inghiottito dall'oscurità.



    Continua... :B):
     
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    Capitolo 22.

    Una volta usciti, Buffy ritrovò l'uso delle gambe e si liberò dalla presa di Gunn. Girando l'angolo dell'edificio, incontrarono Forrest che stava proteggendo il davanti e non aveva sentito i colpi di pistola. Gunn lo raggiunse da dietro e lo fece svenire prima che si rendesse conto di quello che stava succedendo. La macchina di Fred non c'era più, aveva abbandonato il luogo. Saltarono sull'autocarro di Gunn e fuggirono veloci, Buffy guardò nello specchietto retrovisore e vide Angel che usciva dall'edificio zoppicando fissandoli con sguardo omicida.

    “Cristo santo” Disse Gunn, con voce tremante, andando più veloce che poteva verso l'autostrada. “E' stato intenso.”

    “Dammi il tuo telefono. Dobbiamo chiamare un'ambulanza!”

    “Hanno preso anche il mio, e non possiamo, non possiamo fermarci per cercare una cabina telefonica, dobbiamo andarcene.” Continuò, e sembrava cercasse di convincere anche se stesso con quelle parole. Buffy lo fissò scioccata. “Buffy, andiamo. Andrà tutto bene.”

    “No, non sarà così! Torna indietro, torna indietro.” Gridò Buffy, mentre lui si immetteva nella corsia per l'entrata nord. “Dobbiamo almeno tornare alla magione.”

    “Cosa cazzo dici, Buffy?” Urlò lui. “E' il primo posto dove andranno. Dobbiamo trovare Giles, adesso.”

    “No!” Insisté tra le lacrime. “Dobbiamo trovare delle prove contro Angelus. Spike mi ha detto dove è...”

    “Non fare l'idiota.” Ringhiò. “Abbiamo il pieno di prove.”

    “Ma Spike...”

    “Vuoi veramente che metta la mia vita in pericolo per salvare il culo al tuo fottuto ragazzo? Non penso proprio, probabilmente adesso è morto, quindi non dobbiamo preoccuparci se finirà in prigione.” E allo sguardo scioccato di Buffy cercò di rettificare le sue crudeli parole. “Mi dispiace Buffy, ma è troppo pericoloso, non possiamo...”

    “Non mi aiuterai?” Lo interruppe.

    Rimase in silenzio per un momento. “No.”

    “Allora troverò qualcun altro che lo farà.” Si fermarono al semaforo, lei aprì lo sportello, saltò giù e cominciò a correre ignorando il suono della voce di Gunn.

    Corse per sei isolati finché non trovò una cabina telefonica vicino ad un benzinaio, e chiamò la polizia, dandogli l'indirizzo del negozio e il luogo dove era Spike prima di attaccare. Si diede uno sguardo intorno, e prese una rapida seconda decisione. Una donna stava uscendo dalla sua auto, lasciando le chiavi nel quadro mentre si dirigeva verso la pompa di benzina.

    Buffy salì in macchina, e si allontanò prima che la donna potesse voltarsi e rendersi conto di quello che stava accadendo.

    “Scusi, signora.” Mormorò dirigendosi velocemente verso la direzione della casa di Spike.

    Per tutto il tragitto, si ripeté solo una singola frase a se stessa, ancora e ancora.

    “Lui non è morto. Lui non è morto. Lui non è morto. Lui non è morto.”

    Lei parcheggiò distante dal cancello, sospirando di sollievo quando vide che la guardia era il dolce e nerd Jonathan.


    “Ciao, Jonathan.” Disse lei calma mentre si dirigeva verso di lui. “Puoi aprire il cancello?”

    “Certo, Buffy.” Disse per poi fissarla confusa. “Non eri uscita con la macchina?”

    “Si, si.” disse lei. “Ma avevo voglia di fare una passeggiata. Ma potresti fare veloce. Sai.. problemi da donne.”

    “Okay.” Disse digitando il codice per aprire il cancello.

    “E, Jonathan, puoi farmi un favore?” Chiese gentile. “Se qualcuno si presenta e vuole entrare, potresti premere il bottone per l'allarme, ma senza che loro se ne accorgano? E non dire a nessuno che sono qui. E'... è importante.”

    Il piccolo uomo la fissò sospettoso per un momento, poi alzò le spalle e accennò con la testa quando lei lo fisso con sguardo implorante.

    “Finché non mi ritroverò nei guai.”

    “Certo che no! Grazie tante.” Disse, superando i cancelli. La porta era aperta come lei l'aveva lasciata, così entrò e salì le scale, volendo entrare e uscire da lì dentro il più velocemente possibile. La porta di Spike era come sempre chiusa a chiave, come lei prese una spilla da balia dai suoi capelli per aprire la serratura.


    Entrò nel bagno e vide tre quadri. Il primo non aveva niente dietro, ma il secondo copriva un cassaforte d'argento.

    “22-19-7-3-14” Recitò mentre componeva i numeri, sospirando di sollievo quando la cassaforte si aprì al primo tentativo.

    Dentro c'era una pila di dischi a cui aveva lavorato alcune notti prima, e diverse carte. Afferrò tutto e se le strinse al torace, poi cercò nell'armadio di Spike, trovando uno zaino e infilandoci tutto dentro.

    Dopo un pò, un leggero e persistente bip minaccioso cominciò ad echeggiare per la casa, facendola rabbrividire. Si fermò dopo poco, ma era l'avvertimento di cui aveva bisogno.

    “Merda.” Disse, correndo verso la piccola finestra sulla vasca da bagno e sbirciando fuori. La macchina nera di Angel stava passando a tutta velocità.

    Buffy non sprecò altro tempo, correndo nella stanza di Spike ed afferrando il computer sulla scrivania, infilandolo nello zaino. Uscì sul balcone di Spike e corse. Diede un rapido sguardo dalla finestra per accertarsi che non ci fossero segni di vita e entrò rapidamente, scendendo dalle scale, guardando dietro l'angolo vide Angel, Forrest e Parker entrare nel soggiorno. Il cuore le batteva così velocemente che era sicura che lo sentissero anche loro.

    Scese in silenzio i restanti gradini, verso il lato della casa, pregando un dio di cui non era sicura di credere di non essere vista. Salì sul basso muretto di pietra vicino al parcheggio, trattenendo il respiro e cercando di individuare un qualche ostacolo nella sua strada per la libertà.

    Non vide niente, correndo e basta, contando sull'adrenalina per arrivare all'ingresso prima di essere vista. Quando era quasi alla metà due forti colpi raggiunsero il cancello di metallo davanti a lei, mancava poco per allontanarsi dal pericolo. Con l'ultima energia girò l'angolo, e ignorando le domande di Jonathan si diresse verso la macchina che aveva rubato.

    Buffy lanciò lo zaino e il suo prezioso contenuto nel sedile del passeggero e partì, respirando pesantemente e cominciando a singhiozzare.

    Le serviva un piano. Un buon piano. E non era mai stata molto brava a fare piani.

    Senza un cellulare non poteva chiamare Giles, ma sapeva in quale hotel alloggiava, e poteva solo sperare che fosse ancora là.

    Gli ci vollero solo quindici minuti per arrivare all'hotel, ed era un miracolo considerando il normale traffico a Los Angeles. Ma le sue speranze morirono quando arrivò e vide le inconfondibili luci rosse e blu della polizia.

    “Oh mio Dio.” Disse, con il peggior scenario in testa.

    E quando vide Gunn, uscire dall'ingresso dell'hotel affianco ad una barella con un sacco per i cadaveri nero sopra, sentì il suo cuore fermarsi.

    Non poteva essere.

    Afferrò la borsa e scese di macchina, correndo verso Gunn, sperando con tutte le forze che non fosse vero.

    Ma dallo sguardo turbato di lui capì che era vero.

    “Cosa... cosa è successo?” Bisbigliò lei, quando Gunn vedendola la raggiunse.

    “Giles è stato ucciso.”

    “Oh Dio, no.” Rabbrividì.

    Non parlarono per un momento, con i suoni delle sirene e delle radio che turbinavano intorno loro.

    “Sei stata te?” Chiese lui calmo.

    Lei sbatté le palpebre, scuotendo la testa come per schiarirsi l'udito. “Cosa?”

    “Sei. Stata. Te?” Ripeté Gunn lentamente, con tono nervoso e occhi freddi.

    “Come puoi anche solo chiedermelo.” Le parole le si bloccarono in gola. “Perché per l'inferno avrei dovuto farlo?”

    “L'ultima chiamata sul suo cellulare veniva da te...”

    “Non l'ho mai chiamato!”

    “... e non ci sono segni di effrazioni, quindi ha aperto a chiunque lo abbia ucciso...”

    “Pensi veramente che sia stata io? Perché?”

    “... e questo è stato trovato sotto il suo corpo.” Tirò fuori qualcosa dalla sua tasca e la fece penzolare davanti al suo viso. La sua collana di cristallo.

    Allungò la mano e si toccò il collo nudo. “Io... io non l'ho fatto Gunn, ti giuro...”

    “Non so cosa pensare, Buffy. Se sei passata dalla parte di Spike, o per l'inferno, di Angelus. Tutto quello che è successo oggi è stato solo uno spettacolo? Stai giocando con me?”

    “Per favore, no...”

    “Buffy, vieni solo con me.” Disse Gunn. Si avvicinò a lei, ma il panico la sommerse, si voltò e corse via, non pensando neppure una volta alle conseguenze di quella decisione impulsiva, pensando solo di dover andarsene. Lui la chiamò gridando, dicendole di fermarsi, di tornare indietro, ma Buffy raggiunse la macchina e partì prima che potesse raggiungerla.

    “Non sta succedendo.” Urlò quando aveva messo una decente distanza tra lei e quell'incubo. Non poteva sopportarlo. Era troppo e la sua mente era così riempita da preoccupazioni e paura da non poter respirare, non pensava di aver più lacrime in corpo ma tutto quello che voleva fare era piangere, e non poteva andare avanti sentendosi così.

    Un'idea le balenò in testa, girò improvvisamente a destra, tagliando la strada ad un enorme SUV e notando appena il suono del clacson.

    Sapeva dove poteva andare.


    Capitolo 23.

    Buffy fece un veloce piano, solo per avere qualcosa da fare nelle ore successive. Se pensava a quello da fare e come farlo, poteva tenere la mente lontana dagli eventi di quel giorno. Graham era stato assassinato. Aveva abbandonato Spike in quel negozio. Decisioni stupidi, avventate, non professionali che avrebbero messo in dubbio il futuro della sua carriera. Quei pensieri l'avrebbero distrutta.

    C'erano tre cose di cui sapeva di aver bisogno. Vestiti nuovi, un cellulare e un posto sicuro per nascondersi dove poter inventarsi un nuovo piano oltre al “farsi prendere dal panico e piangere.”

    Si fermò davanti ad un centro commerciale, abbandonando la macchina rubata dietro un angolo con le chiavi chiuse dentro e una nota scritta a mano che diceva, “Scusi!”. Si assicurò che tutti i dischi e il computer fossero nello zaino insieme alla pistola che aveva preso da Angel. Aumentò il passo, entrando nel primo negozio, e comprando dei jeans e una maglietta. Gettò poi i propri vestiti in un bidone nell'immondizia, e rischiando si svenire alla vista del sangue di Spike su loro.

    Dopo essersi fermata ad un ATM, e comprato un cellulare pre-pagato, entrò nel bagno di un bar e con il wireless cercò di trovare l'indirizzo di una persona che sapeva l'avrebbe aiutata.

    Quando lo trovò, lasciò che un briciolo di ottimismo oltrepassasse il terrore che provava, e chiamò rapidamente un taxi. Mentre aspettava che arrivasse, telefonò a tutti gli ospedali per ottenere informazioni sulla salute di Spike, ma nessuno gli confermò la presenza di qualcuno che corrispondeva alla sua descrizione.

    Un'ora dopo, era in piedi davanti ad un piccolo e grazioso cottage in Venice Beach. Il sole stava tramontando e Buffy vide le candele accese sul davanzale della finestra della cucina.

    Dopo un respiro profondo, bussò alla porta.

    “Buffy?” Disse la donna dai capelli rossi incredula dopo aver aperto la porta.

    “Ciao, Willow.” Sorrise. “E' da tanto che non ci vediamo, vero?”

    La donna con un urlo abbracciò Buffy entusiasta.

    “Buffy! Oh mio io, è passata un'eternità, anche se un'eternità è troppo, ma è da quando è finito il liceo che non ti vedo e adesso siamo adulte e...”

    “Respirare sta diventando difficile, Will” Ansimò Buffy liberandosi dal forte abbraccio dell'amica.

    “Scusa, scusa! Entra, per favore.” Entrò in casa. “Dio, quando ti ho vista pensavo di star avendo un allucinazione, che non ho dall'università causata da quel veramente potente... non importa.”

    Buffy avrebbe riso, se avesse avuto abbastanza bei sentimenti dentro di sé per produrre quel suono. Grata del fatto che anche se erano passati molti anni, Willow era sempre la stessa, sorrise più ampiamente che poteva alla sua prima migliore amica. “E' stata veramente un'eternità. Ti chiederei come stai, ma mi sembra una domanda sciocca.”

    “Bene! Ma visto tutto il tempo passato non possiamo cominciare da quella domanda. Ma, prima, che cominci a blaterale di nuovo, cosa ci fai qui?”

    “Io, io ho veramente bisogno del tuo aiuto.” Disse con voce tremante, il dolore che stava cercando di tenere sotto controllo minacciò di uscire appena avesse iniziato a spiegarle la situazione. “Sono
    in una brutta e seria situazione, e sei l'unica persona che conosco che so mi possa aiutare.”

    Sul volto di Willow non c'era traccia ne di dubbio o resistenza. “Certo che ti aiuterò, siediti e spiegami tutto.”

    Willow Rosenberg era, in termini semplici, il motivo per cui Buffy faceva il suo lavoro. Erano diventate velocemente amiche durante il primo anno del liceo, e durante una sessione di studio in una domenica sera, Willow si era offerta di insegnare alla sua amica quello che sapeva su come hackerare un computer. Per tutta la loro adolescenza erano state inseparabili, Buffy passava molto tempo in casa di Willow, imparando insieme come erano complicate e a volte illegali, alcune cose che riguardavano i computer. Quando erano andate in università diverse,avevano deciso di rimanere in contatto, ma naturalmente, la vita si intrometteva sempre. E quando Buffy era entrata nel FBI, aveva perso il contatto con la maggior parte delle persone che conosceva, Willow inclusa.

    Buffy aveva fatto una piccola ricerca sulla sua amica solo pochi mesi prima, curiosa di scoprire cosa era diventata, ed era rimasta sorpresa nello scoprire che era la fondatrice di un sito internet di un impresa a Los Angeles. Aveva messo quelle informazioni in un luogo nascosto nella sua testa, e dopo tutte le cose che le erano accadute quel giorno, c'era solo una persona dove poteva andare. Una persona che aveva le abilità per aiutarla e che le avrebbe usate.

    Buffy ci mise quasi un'ora per raccontarle la sua storia, cominciando da dopo il liceo. Completamene concentrata sul suo discorso, non si accorse che gli occhi di Willow erano pieni di lacrime, e aveva le spalle tese quando comincio a parlare di Spike, dei suoi impiegati e la sua azione sotto copertura.
    Ansimi e domande arricchirono la sua storia, e quando Buffy descrisse la ferita di Spike, l'altra ragazza le accarezzò la schiena confortante. Più dettagli della giornata uscivano e più tremava per tutte le emozioni che la sommergevano.

    “Pensi... che stia bene?” Chiese Willow, dopo che Buffy finì di spiegarle di quando era scappata dalla scena dell'omicidio di Giles e dell'arrivo davanti alla porta della donna. Entrambe sapevano a chi si riferiva.

    “Dio.. non lo so.” Rabbrividì Buffy, alzandosi e cominciando a camminare. “Sembra mvaesso male, molto male. Ho chiamato un ambulanza appena ho potuto... anche se Angelus potrebbe averlo trovato prima.” E quello che sarebbe accaduto se quell'atrocità fosse avvenuta la fece inorridire così tanto che le sue gambe quasi cedettero.

    “Beh, io penso che stia bene.” Willow accennò con la testa diverse volte. “Ed era arrabbiato? Per il fatto che gli hai mentito?”

    “Gli hanno sparato. Non penso avesse abbastanza energia per dimostrare quanto fosse arrabbiato.” Se è ancora vivo, il resto della frase che Buffy non riusciva neppure a pensare, figuriamoci dire.

    “Oh. Bene.” Disse Willow cambiando velocemente argomento. “Le mie eccellenti abilità deduttive mi dicono che io debba aiutarti ad aprile i file in quei dischi, vero? E, forse, trovare un modo per arrivare al FBI senza che Buffy venga arrestata? Idea generale?”

    “Qualcosa del genere... è un piano abbastanza patetico. E trovare anche il modo per provare che non ho ucciso Giles, ma non voglio andare là fino a che non trovo e scopro... non lo so, trovare un accordo per Spike, se posso?” Ancora, il pensiero se lui fosse vivo o no, e il rischio che andasse in prigione echeggiarono nella sua testa, e strinse i denti per evitare di gridare.

    “Bene.” Disse Willow cauta, non sapendo quanto potesse rivelare, e decidendo per la segretezza. “Sperando che quello si risolva da solo, e che la polizia capisca tutto dagli indizi. E il tuo partner, Gunn, ritorni in sé.”

    “Lo spero.” La sua voce era calma, triste. “Non posso credere che pensi una cosa del genere di me.”

    “Era spaventano, Buffy. Probabilmente non sa cosa pensare. Le persone fanno le cose più assurde quando vengono colte dal panico.”

    “Suppongo di si.”

    “Perfetto! Ti prendo qualcosa da mangiare e poi iniziamo a lavorare, va bene?” Willow sorrise.

    Buffy accennò con la testa e chiese dove era il bagno. Mentre era via, l'altra donna tirò fuori il cellulare e digitò un numero velocemente.

    “Ciao, sono io. Si, Penso che tu debba venire qui il più velocemente possibile, va bene? Abbiamo un ospite, qualcuno che conosci.” Si morse le labbra nervosa mentre l'altra persona con cui parlava finiva di parlare. “Si. La nostra ragazza. Oh, porta qualche snack!”

    Willow riagganciò prima che Buffy rientrasse nella stanza, e sorrise innocente. “Okay, è il momento di mettersi a lavoro!”


    CONTINUA.. :woot:
     
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    ....ohohohohoho...Adesso (finalmente ho trovato un po' di tempo per me ) sto ricominciando a leggere FF che ancora mi ero persa..e questa ....è Bellissima...intensa....e non ancora terminata....Taniuzza, come sempre tu sei ottima, a tradurre, e ti chiedo di continuarla...per favoreeeeee....era da credo ...hmmm..si da quando è nato il mio piccolo vampirello che non riuscivo a leggere più nulla ( quasi 3 anni!!!!!!) e adesso che riesco trovo quello non concluse!!!....Ma io ti conosco e confido nel tuo buon cuoricino!!!!!! Grazie tesor..cmq per tutto il lavoro che fai sempre!
     
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    " Taniuzza..io aspetto!!!!!!!!!!!" :(
     
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    CITAZIONE (spuffy.29 @ 22/4/2012, 15:18) 
    " Taniuzza..io aspetto!!!!!!!!!!!" :(

    *_* E visto che aspetti ti posto intanto 5 capitoli *_* scusate per l'attesa vedrò di finire il resto della ff il prima possibile!!!
    [E grazie per avermi ricordato che dovevo postare XD]



    Capitolo 24


    Quando Buffy aveva lavorato per la prima volta con quei dischi, gli era venuto in mente che un giorno, poteva essere lei quella ad essere hacherata attraverso loro. Che la faceva muovere più velocemente, ma era ancora troppo lento. Intenzionalmente non aveva scritto nessuna password, anche se le aveva tutte nel suo cervello, e anche se sapeva esattamente quali codici le servivano per leggere i file, li doveva digitare. Cosa che prendeva del tempo.

    Tempo, si sgridò mentalmente, che non aveva. Che Spike non aveva.

    Se tutto avesse funzionato esattamente come voleva, avrebbe dato un selezionato numero di questi documenti a chi indagava su Angelus nel FBI, il piagnucolone chiamato Snyder. In teoria, se non avesse dato molte prove contro Spike, considerato che era lui che aveva raccolto il maggior numero di informazioni, poteva cavarsela con pochi mesi di prigione invece di anni.

    Buffy andava avanti con questi pensieri e nel frattempo si sgridava mentalmente per la sua stupidità dell'essere fuggita quando Gunn l'aveva accusata di aver ucciso Giles invece di rimare e provare a spiegarsi, e chiedendosi quando aveva smesso di comportarsi come un agente responsabile e aveva iniziato a cercare un modo per dare ad un criminale minor mesi possibili di carcere.

    Nonostante i suoi mille pensieri, la bionda continuava diligentemente a lavorare al computer, sorridendo quando alzò lo sguardo e vide il familiare volto di Willow, concentrata come lei, che lavorava su gli altri dischi.

    Improvvisamente qualcuno bussò alla porta e tutti i colori dal volto di Buffy svanirono.

    “Io... io mi nasconderò.” disse velocemente, paranoica. “Cosa se... Dio, mi dispiace, Willow, se mi hanno trovata...”

    “Buffy, va tutto bene!” Disse Willow, dirigendosi verso la porta. “So chi è.”

    Nonostante la donna cercasse di calmarla con un gesto della mano, Buffy prese la pistola appoggiata accanto a se sul divano.

    E quando Xander entrò in casa, la puntò contro di lui.

    “Cosa stai facendo qui?” Chiese. “Stai lavorando per Angel? Dio, io mi fidavo di te!”

    “Buffy.” Mise le mani davanti a se, fissando la pistola nelle sue mani. “Calmati. Rilassati. Non lavoro per Angelus, va bene? Sono qui per aiutare.”

    “Come sapevi che ero qui?”

    “Bene, non lo sapevo.” Alzò le spalle. “E divertente, non sono qui per te. Sono qui per Willow.... tu sei solo un bonus.” Sorrise goffo e incerto.

    “Huh?” abbassò la pistola, e Willow sospirò sollevata.

    “Willow è la mia ragazza.” Spiegò Xander. “Ricordi come ti ho riconosciuta subito quando sei venuta per la prima volta per lavorare con Spike?” Buffy accennò in modo affermativo con la testa. “L'ho realizzato solo qualche giorno fa, ho visto una foto di te e Willow del ballo scolastico, ecco dove ti avevo già vista prima.”

    “Okay...” La sua mente stava traballando.

    “Willow mi ha chiamato prima, sono qui per aiutare. Oh, ho portato degli snack!” Alzò la busta di un supermercato.

    “Ti sei dimenticato della parte più importante, Xander.” Lo spronò Willow.


    “Oh, si, giusto.” Rise in imbarazzo. “Sono un LAPD.” [Los Angeles Police Department - dipartimento di polizia di Los Angeles ]

    “Ancora, ripeto, huh?” Buffy sapeva di sembrare comica, con la sua bocca spalancata e i suoi occhi aperti per lo shock. Probabilmente come un cartone animato.

    “Sono rimasto per due anni sotto copertura con Spike.”

    “Io... oh mio Dio.” Buffy si sedette quando le ginocchia le cominciarono a cedere. “Perché non ne ero a conoscenza?”

    “Che vuoi dire?”

    “Beh, perché il mio capo non sapeva che c'erano altre persone sotto copertura? Non sono il tipo di cose che l'FBI dovrebbe sapere?”

    Xander rise. “Si, penso che la mia divisione sia abbastanza protettiva con quello che consideriamo il nostro territorio. Non volevamo arrenderci. E hey, non è che i tuoi ci abbiamo detto che hanno fatto entrare degli agenti nella nostra città. Veramente maleducato.”

    Buffy rimase in silenzio mentre assorbiva tutte quelle informazioni. “Dio, Spike era con tre persone sotto copertura e non lo sapeva. E'... molto divertente.” Iniziò a ridacchiare per lo stress e la paura e lo shock, ma quando sembrava che diventasse incontrollabile, Xander le disse qualcosa che la congelò.

    “No, Spike sapeva che io sono un agente.”

    Buffy sapeva che la sua espressione somigliava di nuovo a quella di un cartone animato, mentre lo fissava incredula. “Ripetilo.”

    “Lo sapeva. Lo sapeva quando mi ha assunto. Quindi non ero del tutto in segreto... sotto copertura. Lavorava con noi, avevamo un accordo.”

    “Ma... ma...”

    “Ma adesso è probabilmente all'inferno visto che è con quelli del FBI.”

    “E con noi?” La sua espressione diventò speranzosa. “E' vivo?”

    “Bene, quando i miei e l'ambulanza che hai chiamato sono arrivati al negozio non c'era più, così penso che sia probabilmente accaduto quello. A meno che Angelus non lo abbia preso....”

    La sua espressione si incupì di nuovo. “Non c'è modo che tu riesca a scoprirlo?”

    “Potrei provare. La mia unità è stata presa da un piccolo dittatore chiamato Snyder, che ci comanda come se fossimo degli schiavi, senza darci nessuna informazione. Alcuni della mia unità si stanno occupando dell'assassinio del tuo capo- Giles, giusto? Ed a me hanno assegnato di aiutare Gunn a trovarti.” Quando vide le spalle di Buffy tendersi, aggiunse rapidamente “Ma non lo farò. Cioè, ti ho trovata. Ma non lo dirò a nessuno. Non finché fai ciò che devi fare. E sono qui per aiutare.”

    Xander arrossì quando Buffy gli sorrise grata. Willow disse. “Posso suggerire di andare a dormire? E' tardi, e riusciremo a concentrarci di più domani dopo che ci saremo riposati.”

    Buffy aprì la bocca per protestare, per insistere che dovevano lavorare per tutta la notte, ma la stanchezza la raggiunse tutta insieme e l'unica cosa che riuscì a fare fu un cenno.

    Willow preparò velocemente un letto sul divano, però Buffy ci mise molto tempo per addormentarsi nonostante fosse comodo.

    C'era una strana sensazione di tormento nel suo torace, se ne accorse mentre era distesa sul divano, fissando il soffitto. Era la sensazione che sentiva ogni volta che sapeva di star dimenticando qualcosa, ma non sapeva cosa. Come quando faceva la valigia per un viaggio, e sapeva di star dimenticando qualcosa.

    Quando alla fine si addormentò, il turbine di pensieri e preoccupazioni nella sua mente si riversò nei suoi sogni. Visioni di sangue e pistole e codici e cristalli e Spike che la fissava dal pavimento del negozio e lo sguardo duro negli occhi di Gunn e il proprio volto pieno di lacrime, inondarono i suoi sogni. Quella sensazione di tormento continuò e sperava che lo spuntar del giorno le avrebbe portato il sapere cosa si stava dimenticando.

    “Va bene, cosa sappiamo?” Chiese Willow con indosso gli occhiali e una matita in mano pronta a prendere appunti.

    Buffy si era svegliata con l'odore di caffè appena fatto e il suono delle onde sulla spiaggia. Erano intorno al tavolo della cucina, pronti per risolvere questo enigma che si erano trovati davanti.

    “Non molto. Sappiamo che Angelus ha capito che io e Gunn siamo agenti, e ha anche ucciso o ha mandato qualcuno ad uccidere Giles. E mi ha fatto apparire colpevole. Non so il perché e il come l'abbia fatto. Come ci ha scoperti? E come ha trovata la mai collana?”

    “E il tuo telefono?”

    “Caleb me lo ha preso mentre ci dirigevamo al magazzino, mi ricordo che ha trovato un paio di chiavi. Dopo ho chiamato Giles. OH! E probabilmente ha trovato in quel momento la collana, quando mi ha tirato i capelli. Forse è riuscito a prendermela in quel momento.”

    “Ma è morto nel magazzino, abbiamo trovato il suo corpo, quindi l'ha lasciata in macchina e qualcun altro l'ha presa.”

    Buffy accenno in modo affermativo con la testa, Willow prendeva frenetica appunti e Xander prese un sorso di caffè.
    “L'autopsia di Giles dovrebbe venir eseguita questa mattina, presto saprò la causa della morte. Quanto tempo è trascorso da quando te e Gunn avete lasciato il magazzino e te sei arrivata sul luogo della scena del crimine?”

    Buffy aggrottò le sopracciglia. “Forse un'ora e mezza? Due? Gunn dovrebbe essere arrivato là in mezz'ora, probabilmente, dipende dal traffico.” Il cipiglio si approfondì. “E siamo rimasti nel magazzino per un'ora. Quindi qualcuno ha avuto un'ora e mezza per trovare la collana e pianificare tutto questo.”

    “Ma chi?” Domandò Willow. “E perché?”

    “Chi, probabilmente, è solo un tirapiedi. Il perché è abbastanza semplice.” Disse Xander. “Togliersi dai piedi Buffy per un po'. Forse facendo in modo che i sospetti cadessero su di lei così che tutti pensassero che lei abbia falsificato tutte le prove?”

    “Che non ha molto senso.” Rimuginò Buffy. “Voglio dire, perché uccidere Giles e accusarmi, quando pensavano che non potessi scappare dal magazzino?”

    “Una specie di piano di riserva?”

    “Suppongo di si.” Disse Buffy. “Però c'è qualcosa che non torna.”

    “Bene, speriamo che Lockley e Finn abbiamo più informazioni che posso passarvi.” Quando vide che Buffy non aveva capito, si spiegò. “Kate Lockley e Riley Finn. I due agenti che investigano sugli omicidi. Sono brave persone e bravi agenti, immagino che la tua accusa di omicidio non durerà a lungo.”

    “C'è una speranza allora.” Disse Willow. “Una volta che abbiamo aperto i dischi, e Buffy ha chiarito tutto, lei può andare dal suo capo, giusto? E fare un accordo per Spike con loro.”

    “Si, solo perché la mia unità ha fatto un accordo con loro, non significa che anche FBI voglia farlo.”

    Le loro voci si affievolirono mentre Buffy si concentrava su quella sensazione di tormento dentro di lei. C'era qualcosa. Qualche che gli sfuggiva, qualcosa che doveva ricordare. Poi, successe.

    “Tornerò a lavoro e...” Stava dicendo Xander quando lei lo interruppe.

    “Fred.”

    “Hmm?” Si rivolse a lei, curioso.

    “Fred. Fred è scappata dal magazzino quando io e Gunn siamo stati attaccati. Forrest era fuori. Come è fuggita senza che lui la vedesse?”

    Rimasero seduti in silenzio per un momento.

    “Buffy, so a cosa pensi, ma veramente, Fred non tradirebbe mai Spike. Fred è fedele.”

    “Allora spiegami come è sfuggita a Forrest. Non può averlo fatto. Non le avrebbe permesso di fuggire facilmente.”

    Ancora silenzio.

    “Ma perché?” Chiese Willow. “Voglio dire, da quello che Xander mi ha detto, Fred praticamente lo venerava. Non poteva lavorare in segreto per Angelus, o no?”

    “Forse non lo stava facendo.” Disse Buffy, alzandosi e cominciando a camminare. “Cosa se, cosa se Angelus pensava che lei lavorasse per lui? Così poteva tenerlo lontano da Spike per la maggior parte del tempo.”

    Xander accennò con la testa. “Possibile. Sembrava saper sempre cosa stava facendo Angelus. Non ci avevo mai pensato prima.”

    “Quanto eri coinvolto con i loro piani?”

    “Non lo ero, ero una specie di... supervisore. Facevo quello che Spike chiedeva, ma non penso che si fidasse abbastanza di me per rendermi totalmente partecipe.”

    Buffy stava per replicare quando un proiettile volò sopra la sua testa e raggiunse il frigo. Si lasciò cadere a terra, e Xander afferrò Willow per trascinarla sotto il tavolo.

    “Merda, merda, merda, come ti hanno trovata?” Ringhiò mentre due pallottole decorarono i muri della cucina. Sbirciò da sopra la tavola verso la finestra quando ci fu una pausa. “Okay, c'è una macchina, due tiratori. Will, la tua macchina è sul portico, giusto?”

    La donna con i capelli rossi accennò con la testa, gli occhi spalancati dalla paura. “Okay, se arriviamo là possiamo fuggire.”

    “Mi dispiace Will.” Disse Buffy. Sentirono qualcuno bussare alla porta. Buffy si allungo ed afferrò il portatile, i dischi e la pistola, rimettendoli nello zaino di Spike che era a terra vicino a lei.

    Senza dire niente, si tennero bassi e si diressero verso la porta sul retro.

    “Xander, dammi le tue chiavi.” Chiese una volta entrati.

    “Cosa, perché?”

    “Voi due andatevene.”

    “Buffy, no!” Protestò Willow. “Non puoi resta qui, è un suicidio!”

    “Non lo farò, te lo giuro.” Promise. “Sarò dietro di voi, voglio solo aspettare che entrino in casa, poi correrò verso la macchina di Xander e farò in modo che seguano me, non voi. Li posso seminare facilmente. Hai il mio numero di cellulare?”

    Entrambi accennarono con la testa, ma Xander aprì la bocca per protestare contro il suo piano. “Sai che non posso venire con voi, se qualcuno ci vede insieme sarà tutto finito. Solo andatevene, chiamatemi quando scoprirete... quando scoprirete qualsiasi cosa.” Velocemente diede qualche disco a Willow, che la fissò confusa. “Non si sa mai.” Gli spiegò.

    Il suono della porta che veniva sfondata li risvegliò “Okay, andiamo.” Disse Xander, dando le chiavi a Buffy e spingendo Willow verso la macchina. Salirono e partirono veloci, e Buffy corse verso il SUV sulla strada quando li vide svoltare l'angolo. Sentì i due uomini urlare quando la videro, ma era troppo veloce, salì in macchina e partì mentre loro si dirigevano verso il proprio veicolo.

    Diede uno sguardo sullo specchietto retrovisore, scioccata quando si accorse che i due uomini non la stavano seguendo. Ne comprese il motivo quando tornò a fissare la strada davanti a sé. Un autocarro rosso entrò intenzionalmente davanti a lei. Buffy riconobbe il conducente, era Forrest, con un ghigno malvagio sul volto prima che le loro macchine si scontrassero, con la testa colpì con forza il volante e tutto diventò nero.




    Capitolo 25

    Quando Buffy si svegliò, tenne gli occhi chiusi, cercando di nascondere il fatto di essere allerta. La testa la stava uccidendo, senza dubbio causato dal colpo che l'aveva fatta svenire, ma oltre a quello, si sentiva incolume. Le sue braccia erano legate dietro la schiena e le sue gambe erano legate sulla scomoda sedia dove era seduta. Poteva sentire delle voci dietro di sé, probabilmente davanti alla stanza dove era.

    Non andava bene.

    Aprì leggermente gli occhi, e riuscì ad esaminare la maggior parte della prigione. Solo un comune soggiorno, con un comodo divano di cuoio, un tavolino di vetro da caffè lì davanti con una pistola sopra, e delle porte francesi che portavano sul bancone. Non c'era nessun altro nella stanza.

    Le voci dietro di lei divennero più forti, e chiuse gli occhi, fingendo di stare ancora dormendo.

    “Lui è qui?” Una familiare voce femminile, Darla.

    “Si, dieci minuti. Ha detto di aspettare.” Forrest. Era sicuramente Forrest.

    “Ma dove è il divertimento?” Ridacchiò lei.

    Buffy sentì un leggero spostamento d'aria, e sapeva che l'avevano oltrepassata. Probabilmente in piedi davanti a lei. Rimase perfettamente immobile.

    Oh, non andava per niente bene.


    “A cosa serve tenerla in vita?” Sospirò Darla. “Abbiamo già i dischi.”

    “Angel ha detto di aspettare, quindi aspettiamo.”

    Buffy senti rumore di cuoio, e si immaginò che si fossero seduti. Il suono della tv la raggiunse da davanti, e poi, iniziò a sentire il panico.

    Xander e Willow si sarebbero preoccupati se non avesse risposto al cellulare. Quindi era un bene. E Willow aveva alcuni dei dischi, li poteva usare come garanzia. In più, qualcuno doveva aver visto l'incidente, no? Qualcuno doveva aver visto quegli uomini davanti la casa di Willow. Quindi probabilmente la polizia l'avrebbe trovata. Giusto. Doveva rimanere in vita fino a quel momento. Poteva farlo facilmente.

    Dietro di se sentì una porta sbattere.

    “Baby!” Cantò Darla, alzandosi dal divano. Buffy poté sentire il suono di un caldo bacio di benvenuto.

    “Come sta la nostra ragazza?” Chiese Angel.

    “Dormendo, ancora.”

    “E' così uh?”

    Buffy sentì una mano sulla spalla, che scese per il suo braccio, fino allo stomaco e poi sulla coscia.

    “So che sei sveglia.” Disse leggermente Angel. Strinse con forza la sua coscia, e di malavoglia Buffy aprì gli occhi e cerco di allontanarsi dal suo tocco. “Eccoti! Buon giorno, dormigliona.”

    “Lasciamo andare.” Sibilò, sapendo di sembrare patetica.

    “Si... no. Mi hai quasi convinto comunque. E' come sporgi le labbra.” Angel si mise in piedi, prese una sedia e si sedette davanti a lei. “Quindi. Agente... Summers, giusto? Ottima copertura, a proposito. Ti ci deve voluto del tempo per cambiare la tua identità in una graziosa e innocente ragazza brava con i computer.”

    “Come hai scoperto chi sono?”

    Sorrise e incrociò le braccia. “Ho le mie fonti. Okay, onestamente? Abbiamo intercettato il telefono di Gunn. Ma non suona meglio parlare di una sorta di cospirazione?”

    “Stupido Gunn.” Sospirò Buffy, torcendo leggermente i polsi per controllare la solidità delle corde.

    “Si. Non il più sveglio. Ma ti è ancora fedele, per qualche ragione. Considerato che lo hai tradito e tutto il resto.”

    “Sai che non ho fatto niente.”

    “Certo. Ma lui cosa pensa?”

    “Lo scoprirà.”

    “Forse. Ma speriamo di averlo almeno un po' confuso. E troveremo presto la donna con i capelli rossi e Xander, anche se, non sono molto sicuro di come trattare con l'agente. Non ci credevo! Sembrava un po' troppo stupido per essere sotto copertura. Le persone possono essere sorprendenti.”

    Buffy rimase in silenzio, sperando che l'apparente amore nel suono della voce di Angel continuasse abbastanza da poter avere altre utili informazioni. Ma dopo che lui l'ha osservò per un minuto, un sorriso tirò un angolo delle sue labbra, lei chiese d'impulso “Dove è Spike?”

    Il sorrise aumentò. “Era quello che ti stavo per chiedere.”

    “L'ho lasciato al magazzino. E' da allora che non lo vedo.” Rispose lei onesta.

    “Dannazione. Veramente? E' duro da credere.” Chiaramente non le credeva.

    “Dovresti. Immagino che per la fretta nell'inseguirmi non hai fatto una ricerca completa. Veramente sciatto. Potrei darti degli indizi.” Buffy cercava di sembrare calma mentre continuava a muovere i polsi. Le corde erano strettissime. Non c'era modo che potesse liberarsi.

    “E' stupendo. Grazie.” Rise duramente, poi disse a Darla. “Vai a prendermi la borsa nella sala, dolcezza.” Lei si alzò rapidamente e scomparve dalla stanza.

    “Cosa vuoi da me?” Chiese Buffy attenta. “Hai i dischi. Almeno la maggior parte. E onestamente non so dove sia Spike.”

    “Almeno la maggior parte?”

    Sorrise furba. “Ops. L'ho detto io?”

    “Buono a sapersi.”

    “Tuttavia, perché mi hai rapita? Voglio dire, sarà difficile apparire pulito dopo tutta quella cosa del magazzino. Ma un rapimento, e, ehi, assassinare un ufficiale federale? Pessima idea.”

    “Bene, Buff.” Disse Angel, ignorando le sue provocazioni e alzandosi quando Darla si avvicinò. Prese la bora di cuoio nera e l'accarezzo con dolcezza. “Voglio sapere cosa sai. Dimmi cosa voglio sentire e tu potrai non soffrire così tanto.”

    “Ho fatto il miglior sesso con te e il tuo cazzo enorme?” Lui la fissò sorpresa. “Oh, non è questo che volevi sentire? Dannazione, e io pensavo di essere brava con gli uomini.”

    Buffy si rifiutò di mostrargli la paura. Qualsiasi cosa le avesse fatto, immaginò di non poterlo impedire, e si rifiutare di implorare. E in più, se lo avesse fatto arrabbiare molto era probabile che avrebbe scoperto qualcosa di utile. Almeno sperava.

    “Posso colpirla?” Chiese Darla. “Mi sto annoiando e lei mi sta infastidendo.”

    “Certo. Vado in città” Angel lasciò la stanza, e Darla raggiunse Buffy, con uno sguardo malefico, e la schiaffeggiò forte.

    “Sai quale è la cosa più triste nel mondo?”

    “Pessimi capelli su quei vestiti?”

    Darla la fissò. “Amare qualcuno che non ti ama. E penso che sia ciò che vedo davanti a me, Buffy.” Colpì la prigioniera con un manrovescio. Anche se era minuta, i suoi pugni erano potenti. “Pensi di star proteggendo Spike, vero? Liberarlo da noi malvagi? Pensi che sia del tutto innocente?”

    Buffy rimase in silenzio, si leccò solo una goccia di sangue dal labbro ed aspettò.

    “Conosco Spike da molti anni, bella. Pensi di essere la prima piccola cosa che ha attirato la sua attenzione? Appena. E' più o te o lui a questo punto. E se lui fosse nella tua stessa situazione, non avrebbe scelto te.”

    “Non è questo il punto.”

    “Non lo è?”

    Angel ritornò in quel momento, canticchiando uno scherzoso motivetto. “Forrest sta andando a prendere l'altro nostro ospite. Ci vorrà un po' però.”

    Buffy voleva chiedere chi fosse, spaventata che avessero trovato Willow o Xander, ma si calmò, e aspettò. Pregando. Guardando quei due lasciare la stanza e lasciarla sola e sperando che qualsiasi cosa avessero progettato per il resto del giorno, l'avrebbe lasciata viva per quando qualcuno sarebbe andata a liberarla.




    Capitolo 26

    Quando Spike si svegliò non avrebbe potuto aprire gli occhi neppure se avesse voluto. Cosa che non avrebbe fatto. Era consapevole. Consapevole del fatto di non saper dove fosse o cosa gli era accaduto, consapevole delle medicine nelle sue vene, e del dolore allo stomaco, ed era stanco, così stanco che tornò di nuovo nell'oblio.

    Solo diverse ore dopo si svegliò di nuovo, e riuscì ad aprire gli occhi e si ritrovò a fissare una stanza sterile d'ospedale. Niente finestre. Solo una porta blu che sembrava solida. L'unico suono che sentiva era il regolare beep della macchina che monitorava il suo cuore.

    “Bene, almeno non sono morto.” mormorò a se stesso, con voce roca causata dallo scarso utilizzo.

    Solo in quel momento, un'anziana e severa infermiera entrò nella stanza, tutta presa dal suo lavoro.

    “Ciao, pet.” Sorrise affascinante. “C'è qualche possibilità che tu mi dica dove sono?”

    “Ospedale.” Disse concisa, mentre controllando la macchina alla sua destra. “A Los Angeles. California.”

    “Si, l'avevo capito.” Sospirò Spike. Si mosse per grattarsi la testa, e si rese conto che il suo polso era ammanettato al letto. “Oh, perfetto.”

    “A che livello è il tuo dolore?”

    “Sulla scala di cosa?” Al suo sguardo seccato, si spiegò. “Da uno a dieci? Buono o cattivo? Faccina felice, faccina triste?” Lo sguardo irritato rimase, così aggiunse velocemente. “Sette. Sono sul sette.”

    “Bene. Tra un'ora aumenterò la tua dose di morfina, va bene?”

    “Certo.”

    “Tra poco arriverà qualcuno per parlarti.” L'infermiera andò via velocemente, e ancora una volta, Spike rimase solo con il suono che indicava il battito del suo cuore, e i pensieri. Ricordi cominciarono a tornare.

    Angelus. Come e in che modo avesse capito che Spike lo stava per tradire. Ed adesso il suo piano, anni di creazione, tutto andato all'inferno.

    Come? Come aveva fatto a capirlo?

    Spike era una persona impulsiva. L'emozioni dominavano la sua vita, e odiava aspettare o avere segreti. Ma era stato attento, incredibilmente attento. Solo Fred e Lorne conosceva i dettagli del suo piano, e Lorne se ne era andato, e Fred era fedele. Xander sapeva solo il minimo indispensabile.

    Quindi come lo avevo scoperto Angelus?

    E Buffy. Spike si ricordò di Buffy, che combatteva per lui, piangeva su di lui, lo lasciava, perché l'aveva forzata a farlo. Buffy, la sua ragazza. Buffy il poliziotto. Buffy che mentiva tutte le volte che parlava.

    “Per l'inferno maledetto.” Gemette quando il dolore come una palla di fuoco iniziò dal suo addome.

    Sapeva che c'era... qualcosa. Qualcosa che lei non gli diceva, qualche segreto che non gli rivelava. Quei bellissimi occhi era troppo profondi, pieni di emozioni e misteri e conoscenza. Lo aveva intrigato. Quella era una parte di ciò che lo aveva attirato verso di lei all'inizio. Il fatto che non sapeva mai quello che accadeva nella sua testolina.

    Adesso, lo sapeva. O almeno, pensava di saperlo.

    Agenti. Lei e il suo ragazzo, se era veramente il suo ragazzo. Sperava che non lo fosse, ma non poteva esserne completamente sicuro. Non che importasse molto.

    Spike non era mai stato ottimista o fiducioso. Le persone mentivano, era la natura umana. E tutti erano egoisti, solo per se. Era vivo da molto, aveva visto troppo e aveva tradito molte volte per avere ancora un qualche rispetto per l'umanità. Quindi una parte di lui, quella sospettosa, quella esausta, era sicura che fosse solo una recita. Una dannatamente buona recita, ma solo una recita. Buffy lo aveva fregato.

    Oh, e lo aveva fregato molto bene.

    Tuttavia una scintilla di speranza bruciava ancora in lui. Era piccola, ma c'era. Voleva resistergli, aggrapparsi alla sua paranoia e all'odio e alla solitudine. L'infelicità lo confortava. La sofferenza era sua amica.

    Ma a meno che non fosse un attrice da oscar, Buffy non poteva aver finto tutto, no? I suoi orgasmi forse, anche se lo dubitava. Ma il resto?

    C'era stato qualcosa nei suoi occhi. Qualcosa di puro e buono e onesto. E aveva veramente pianto per lui e aveva cercato di salvarlo. Poteva essere tutto vero?

    Quindi lasciò la scintilla bruciare, solo per un po' di tempo, mentre si stese di nuovo sui cuscini, e permise al sonno di sommergerlo.

    ***

    “Non risponde!” Si lamentò Willow, sbattendo il telefono sul tavolo che aveva davanti. Lei e Xander erano nell'angolo vicino al distretto, e facevano del loro meglio per trovare la scomparsa Buffy, fingendo di non aver nessuna idea di dove potesse essere.

    “Sto ascoltando i rapporti dei testimoni all'incidente.” Le disse Xander a bassa voce. “Non passerà molto tempo prima che qualcuno si accorga che è la mia macchina a essere coinvolta, e misteriosamente il conducente non c'è. In più, tutta la cosa della sparatoria alza molte bandiere rosse. Quindi non abbiamo molto tempo.”

    “Cosa facciamo?”

    “Non lo so.” Sospirò e cominciò ad accartocciare il bicchiere di carta del suo caffè. “Penso che... dovremmo parlare con Gunn.”

    Willow accennò con la testa. “Voglio dire, a questo punto è abbastanza ovvio che lei è in pericolo e noi possediamo alcuni dischi, giusto? Quindi anche se la trovano e la interrogano, abbiamo alcune delle prove e Gunn può aiutarci... giusto?”

    “Giusto.” Xander le sorrise affettuoso. Alzò la voce e urlò. “Ehi! Gunn! Posso parlati per un secondo?”

    -------

    Buffy di solito non era una persona paziente. Specialmente quando era legata ad una sedia senza sapere quello che sarebbe successo.

    Aveva sentito una porta aprirsi, e sentito una donna piangere, sentito la parola “per favore”, Angelus ridere e poi un sonoro schiaffo, un piagnucolio e infine il silenzio.

    Era da tanto che era stata lasciata sola. Un'ora, era passato Forrest una volta, aveva fumato una sigaretta sul balcone, e poi se ne era andato, senza guardarla.

    La borsa nera era davanti a lei. La stava deridendo.

    Finalmente, Angelus rientrò, da solo, continuando a canticchiare quella pessima canzone.

    “Cosa procede, Buff?”

    “Mi prude il naso.” Sospiro, invece di dirgli la verità. Ed era veramente male. Non pensava che lui avrebbe allungato una mano per grattarle il naso, ma lo fece, e il suo tocco spedì onde di disgusto per tutto il suo corpo. Lui sembrò godersi la repulsione sul suo volto e il modo in cui il corpo si inarcava per allontanarsi il più possibile da lui.

    Angelus prese la borsa dal pavimento e l'appoggiò sul tavolino da caffè. Sorrise mentre l'aprì, ma da dove Buffy era seduta non riusciva a vedere il suo contenuto. Ma la paura aumentò vedendo il volto felice del suo rapitore.

    Cercò dentro la borsa, e disse. “Bene, piccola. Le cose si stanno facendo interessanti, e mi risulta che non abbiamo più bisogno di te. Qualsiasi cosa tu debba dirmi e diventata improvvisamente... senza importanza.”

    “Veramente?” Chiese lei, con il cuore che le batteva forte. “Suppongo che non mi lascerai andare, giusto?”

    Lui rise come lei si aspettava.

    “Lo sai bene.” Mormorò Angelus con occhi brillanti.

    Dalla borsa estrasse una sigaretta e una piccola fiala contenente del liquido blu.

    “Adesso servirai ad uno scopo completamente diverso.”




    Capitolo 27

    Nonostante quello che gli aveva detto l'infermiera, nessuno era andato a parlare con Spike. Non vedeva nessuno da un'ora e mezza finché la pazza donna non era venuta a dargli altri antidolorifici.

    Le sentì funzionare immediatamente, sospirando felice. Non si stava lamentando, ma i pettegolezzi erano veri. Venir colpito da un colpo di pistola? Doloroso come l'inferno.

    “Ciao?” Gridò alla fine, chiedendosi se qualcuno lo potesse sentire attraverso gli spessi muri. “Qualcuno mi potrebbe spiegare cosa maledettamente sta accadendo?”

    In quel momento, Gunn entrò nella stanza, seguito da Xander e Willow.

    “Oh bene, qualcuno mi ha sentito!”

    “Come stai, Spike?” Chiese Xander.

    “Mi sento come se mi avessero sparato.”

    “Maledizione, ostile. Ti ricordi di Willow?”

    “Certo. Piacere di rivederti, Rossa.”

    Si sorrisero a vicenda, poi lo sguardo di Spike si spostò su Gunn che lo stava fissando con la mascella tesa. Il silenzio era imbarazzante, e Xander tentò di spezzarlo scherzando. “Ehy, Spike... ti presento Charles Gunn. Agente del FBI.”

    “Piacere di conoscerti.” Ringhiò Spike. “Ti stringerai la mano ma sono ammanettato al letto.”

    Gunn sbatté le palpebre e rispose. “Si, tendiamo a farlo con i criminali.”

    “Perché sono un uomo così pericoloso.”

    “Lo sei.”

    “Certo, così pericoloso che io...”

    “Okay!” Cinguettò Willow. “Andiamo all'argomento principale, va bene? Buffy ha bisogno di noi.”

    “Cosa?” Spike fu immediatamente attento. “Dove è Buffy?”

    “Beh, non lo sappiamo.” La donna aggrottò le sopracciglia. “ Era con me e Xander, la stavamo aiutando per.. qualcosa, e poi gli uomini di Angelus si sono presentati e ci siamo separati. Poi c'è stato un incidente automobilistico e noi... non abbiamo sue notizie da allora.”

    Per un secondo Spike rimase in silenzio, fissando il muro davanti a se con un'espressione indecifrabile.

    “Toglimi queste maledette cose.” Disse facendo tintinnare le manette.

    “Cosa?” Chiese Gunn.

    “Toglimele. E trovami dei vestiti.”

    “Perché?”

    “Perché non me ne andrò in giro con un camice ospedaliero, anche se sono sicuro che godresti alla vista del mio culo.”

    Ci fu uno sguardo omicida negli occhi dell'altro uomo. “Perché ti dovrei lasciar andare? Così puoi scappare in Messico? Sei in custodia del governo degli stati uniti...”

    “Pensi veramente che scapperei con un buco nello stomaco? Posso ritrovarla.”

    “No.”

    “Vuoi lasciare Buffy in pericolo...”

    “Siamo qui per ottenere informazioni da te, non per seguirti in qualche pazzo...”

    “Posso aiutare! Penso di sapere dove è...”

    “Non rischierò di perdere il lavoro per i tuoi pensieri, coglione. Non sono Buffy. Mi hanno ordinato di chiederti...”

    “RAGAZZI!” Urlò Willow, poi spalancò gli occhi sorpresa dal proprio scoppio di ira. “Scusate. Ragazzi? Buffy, pericolo? Non possiamo saltare l'intera cosa della discussione?” Entrambi gli uomini accennarono con il capo controvoglia. “Perfetto. Spike, pensi davvero di poter essere d'aiuto?”

    “Si.”

    “Gunn, vuoi trovare Buffy, vero?”

    “Si, ma non lascerò che venga anche lui.”

    “Va bene allora! Xander, tesoro, penso che dovresti prendere alcuni dei tuoi vestiti dal porta-bagagliaio, va bene?”

    Le sue parole erano un ordine, e Xander obbedì all'instante. “Si, signora!” La salutò e usci.

    Gunn aggrottò la fronte. “Ho detto...”

    “Adesso, vuoi due.” Willow si voltò per fissare entrambi gli uomini, ignorando completamente le parole di Gunn. “Spike, Gunn pensate che forse Buffy non stesse facendo il suo lavoro, e che stesse lavorante segretamente per te?”

    “No.” Disse subito. “Non lo sapevo. Mi ha mentito.” L'ultimo commento era soffocato, solo per se stesso.

    “E non vuoi scappare?”

    “Per l'inferno maledetto, no. Perché dovrei fuggire quando stavo pianificando di farmi mettere sotto custodia dal dipartimento di polizia di Los Angeles?”

    “Ottima argomentazione. Gunn, Spike vuole solo aiutare a trovare Buffy. Lo puoi accettare?”

    “Si.”

    “E tu vuoi trovare Buffy.”

    “Si, ma...”

    “Se Spike potesse aiutare, il tuo capo sarebbe felice se trovassi Buffy, anche infrangendo qualche piccola regola?”

    “Suppongo...”

    “Quindi gli permetterai di aiutarci?”

    “... va bene.”

    “Ottimo.” La sua espressione fu di nuovo contenta. “Allora andiamo!”


    ______

    L'ago nel braccio aveva fatto male. Ma Buffy non aveva paura degli aghi. Una piccola puntura di spillo, poteva sopportarla. Nessun problema.

    Ma poi sentì il liquido scorrerle per le vene. Come fuoco. No, come ghiaccio. Entrambi. Poteva sentirlo spostarsi in lei, lentamente, così estremamente lento. Diffondersi per tutto il corpo. Il diavolo che subentrava.


    “Bene. Lasciamogli un minuto, vediamo se la Walsh vale i nostri soldi. Buffy, questa è un esperimento. Mi piacerebbe avere i dettagli di tutto quello che provi.” La sua risata fu crudele, godeva nel torturarla. “E per favore, qualche allucinazione? Dimmi tutto.”

    Voleva rimanere calma. Voleva resistere, voleva superare gli effetti della droga con la bocca chiusa e la sua sanità mentale intatta.

    Ed ebbe successo, per un po'. Iniziò a sentirsi calda, e accesa, con la testa che galleggiava lontana dal corpo, i suoi arti che si separavano. Buffy non disse niente. Angelus si stava annoiando.

    “Portate l'altra.” Disse a qualcuno dietro di sé, e pochi minuti dopo Fred venne gettata sul divano, legata, con del sangue che le scorreva dal naso.

    “Angel, mi dispiace...” Iniziò a dire, quando brutalmente la colpì allo stomaco facendola cadere a terra.

    “Cosa... cosa...” Buffy voleva fare delle domande, investigare, svolgere il suo lavoro. Ma quando aprì la bocca e parlò, sentì come se stesse per cadere, precipitare verso il basso, con l'aria che le fendeva le guance e lasciò uscire un gemito.

    Angelus rise per la sua espressione terrorizzata, poi colpì la ragazza sul pavimento con un piede. “Puoi essere più cooperativa, Fred?”

    “Ti ho detto tutto.”

    La colpì con più forza. “Me lo hai già detto l'ultima volta, e sappiamo entrambi che stavi mentendo. Quindi perché dovrei crederti adesso?”

    Buffy li fissò intensamente, poi iniziarono a trasformarsi in brillanti gocce senza forma. Cominciò a ridere.

    “Che fai Buff?” Disse Angelus divertito. “Vuoi parlare di qualcosa?”

    Lei scosse la testa, provando a smettere di ridere, rendendosi conto di quanto fosse confusa. “Cosa.. che ha fatto?” Riuscì a dire.

    “Una domanda migliore sarebbe: cosa non ha fatto. La piccola Fred stava facendo il doppio gioco. Beh, no, il triplo gioco.”

    “Triplo?” Rise Buffy. La parola per qualche ragione le sembrava divertente. “Triplo.”

    “Si. Pensavo che fosse la mia brava spia che mi teneva aggiornato sul pessimo comportamento del tuo amico. Ma suppongo che stava anche tenendo aggiornato lui sui miei spostamenti. Ancora non sono sicuro da che parte stia. Non che m'importi.”

    Spostò il piede dalle costole di Fred, e la fece sedere su una sedia davanti a Buffy. Fred la fulminò con lo sguardo.

    “Perché mi fissi così?” Buffy aggrottò le sopracciglia. “Pensavo di piacerti.”

    Angelus rise. E nello stato in cui era Buffy, per qualche ragione la spaventò ancora di più del solito, e rabbrividì. “A Fred piace Fred.” disse. “E tutti quelli che gli tornano utili. Oh, a proposito, è lei che ti ha smascherata. Forse dovrei farvi combattere. Potrebbe essere eccitante.”

    Buffy rise, poi iniziò a lottare con le corde. “Troppo strette, troppo strette, per favore? Angel, per favore?” Lo fissò con espressione selvaggia negli occhi, ansimando.

    Lui sospirò, e sciolse le corde che le stringevano i polsi. “Bene. Non voglio tu abbia un attacco di panico.”

    Internamente Buffy sorrise, mentre ringraziava Angelus per il suo comportamento patetico e muoveva i polsi. Era fottuta da qualche strana droga? Si. Ma era una stupida? No.

    Stava solo aspettando un'occasione. E anche se non era nella sua natura, sarebbe stata paziente. Per adesso.




    Capitolo 28

    Buffy cercava di rimanere calma. Ma ironicamente, dopo aver finto l'attacco di panico per farsi sciogliere i polsi, uno vero era arrivato, facendo si che eludesse il passo due del piano. Adesso voleva uscire fuori immediatamente da lì.

    Era tutto troppo luminoso, troppo oppressivo, troppo forte. La droga correva per le sue vene e la rendeva pazza, debole. Poteva sentire tutto, vedere tutto, percepire tutto, anche il battito del proprio cuore. I suoi pensieri correvano. La sua mente galleggiava.

    Angelus continuò a giocare con lei, usando parole e pugni per avere un intrattenimento. Lei continuò a resistere, tenendo i sintomi del suo stato confusionale nascosti dentro di se. Prese il dolore che gli provocava senza piangere e urlare. Lasciando che le sue mani vagassero per il suo corpo, senza mostrare la sua repulsione.

    Espira, inspira, espira, inspira. Si concentrò sul suo respiro, concentrandosi sulla sedia sotto di se, l'aria sulla sua pelle. Voleva sentirsi sulla terra. Sentirsi normale. Ignorando le persone che le parlavano, ignorando Darla che baciava Angelus per salutarlo, ignorando il suo rapitore che le accarezzava i capelli e la pelle.

    Buffy chiuse gli occhi. Ascoltava.

    “E' svenuta?” Chiese Forrest qualche minuto dopo.

    “Probabilmente si. E' così graziosa quando dorme.” Angelus rispose con una risata soffocata. “E tu sarai la prossima se non cominci a parlare.”

    Buffy lo sentì allontanarsi da lei.

    Fred piagnucolò. “Angel, ti giuro...”

    Buffy sentì il suono di uno schiaffo. “Cosa giuri?”

    “Te lo avrei detto, okay? Lo stavo facendo, te lo prometto.”

    “Ma non lo hai fatto.”

    “Lo stavo per fare.” Iniziò a piangere. “Ti ho detto di Lorne. Ho provato a trovare i dischi. Ti ho detto di Buffy e Gunn il giorno che l'ho scoperto. Mi sono liberata del signor Giles, no? Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto.”

    “Eccetto dirmi che l'ossigenato stava lavorando per il dipartimento di polizia di Los Angeles. Ed è una cosa abbastanza grossa.”

    “Aspettavo di...”

    “Taci, Fred. Negare tutto ti metterà solo in una posizione peggiore.”

    Tirò su con il naso. “Mi dispiace.”

    “Si, ho capito. Sono curioso di scoprire il perché di tutto questo, Fred. Prima di tutto perché sei venuta da me? Non posso credere che ho creduto alla tua triste storia circa l'odiare Spike dopo la tua triste e torrida storiella d'amore.”

    “Era vero! Solo...”

    “Hai cambiato idea?”

    “Non lo so!”

    “Lo so, Fred. Mi stavi per fregare.”

    “Non stavo...”

    Buffy sentì il suono di un altro schiaffo.

    Quella risata dura e crudele echeggiò nelle orecchie di Buffy, e invase la sua anime mentre cercava di sembrare addormentata, lottando contro il desiderio di gridare e piangere. “Sei così adorabile quando sei spaventata, Fred. Del tutto ansimante e sudata. I seni che si sollevano. E' un peccato che non hai cominciato subito a lavorare per me. Avremo potuto evitare tutto questo.” Quello che sentì Buffy per un po' fu solo la respirazione pesante di Angelus. Alla fine, “Forrest, portela di nuovo di sopra. Ho bisogno di un drink.”

    Alcuni minuti dopo, Buffy aprì gli occhi e davanti a lei c'era una stanza vuota, la sua mente a lavoro sulle nuove informazioni. Rabbrividì ed ingoiò le lacrime, poi mosse le gambe per sciogliersi. Una voce che proveniva da dietro di lei la fece gelare.

    “Raggio di sole, stai bene?” Chiese Drusilla sospirando.

    “Io... io...” Buffy cercò una scusa per la sua posizione veramente sospetta, poi si chiese se potesse far svenire la donna prima che potesse urlare. Probabilmente no.

    “Stai per scappare. Ragazzina intelligente.” Accennò con la testa. “Voglio aiutarti.”

    Buffy la fissò. “Cosa vuoi fare?”

    “Aiutare. Ho sbagliato per così tanto tempo.” L'espressione di Drusilla era sincera e supplicante.

    “Sbagliato?” Disse Buffy incapace di trattenere la rabbia. “Intendi dire a tuo marito del piano di Spike e fargli sparare? Quel tipo di sbaglio?”

    “Non sono stata io! Non glielo mai detto. Lui ha mentito. Ha mentito e io non lascerò che continui a mentire.”

    “Okay...” La bionda aggrottò la fronte. “Quindi... tu sei... cosa?”

    “Sto seguendo il mio cavalieri nella luce del sole. Anche se lui non è più il mio cavaliere. E' il tuo. Ti vuole portare verso il tramonto...”

    “Drusilla, stai dicendo cose senza senso. Ma se vuoi aiutarmi, crea qualche diversivo verso la porta.”

    La donna accennò con la testa e se ne andò.

    Buffy non riusciva a crederci. Si stava quasi per sedersi di nuovo e rilegarsi, sicura che fosse una qualche nuova tortura. O una trappola. Doveva essere una trappola.

    Ma quando sentì Drusilla che gridava, piangeva per Angelus, partì in azione, sbirciò dietro l'angolo per vedere la porta vuota, e poco dopo era fuori e stava correndo sulle sue gambe instabili, sentendo ancora gli effetti della potente droga.

    Era troppo facile. Era stato così facile fuggire che doveva esserci qualcosa di sbagliato.

    Buffy si voltò indietro, per controllare se fosse seguita, e andò a sbattere contro un muro di solidi muscoli.

    Se lo aspettava, era sicura che la fortuna le stesse voltando le spalle, Drusilla le aveva mentito, e questo era uno degli uomini di Angelus che l'avrebbe ricondotta in quell'inferno.

    Ma alzò la testa e incontro il volto di Gunn.

    “Buffy stai bene?” Chiese lui, toccando con delicatezza un livido sul suo volto.

    “Chiama i rinforzi, Angelus, tutti loro, sono in quella casa.” Ansimò.

    La prese e la portò dietro una macchina, prendendo il telefono e chiamando il quartier generale.

    “Come sei arrivato qui?” Chiese, barcollando. “Come... come.... oh wow. Sono completamente fusa.” Iniziò a ridere.

    “Buffy, cosa c'è che non va?”

    L'immagine di lui cominciò a turbinare mentre gli spiegava cosa Angelus gli aveva fatto. “E Fred!” Disse. “Fred è là dentro, Fred ci ha traditi per lui.”

    “Cosa?”

    “Io... oh, io....”

    “Buffy, parlami. Cosa stai dicendo su Fred? Buffy?”

    La sue voce sembrava lontana, lui la scosse, cercando di riportarla indietro. Ma fuori alla luce del sole, quasi al sicuro, non voleva più combattere, e lasciò che la droga la rendesse sua schiava, con tutto il dolore e orrore dentro di se. Gunn continuò a interrogarla, ma lei guardò dietro di lui e vide Spike che andava verso di loro. “Oh, wow. Sto avendo un'allucinazione. Figo...” Sorrise come si sedette a terra.

    “Allucinazione? Parlami! Che sta succedendo?”

    “Volevo... e lui è qui...” L'allucinazione le si inginocchiò davanti, e lei gli disse a bassa voce. “Non sei reale.”

    Ma lui l'abbracciò, tirandosela vicino, il suo respiro tra i capelli, la mano sulla sua guancia... sembrava così reale.

    “Sono qui, Buffy.” Bisbigliò l'allucinazione.

    Lei sospirò e si permise di crederci, spingendosi ancora di più tra le sue braccia mentre il suono delle sirene in lontananza cullava il suo sonno.


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    ..Ma Ammora mia bella.....ti ringrazio per questo regalino di ben 5 capitoli.....appena ho un pò di tempo.....li leggo tutti d'una fiato e commento, e naturalmente, Grazie davvero per il lavoro che continui a fare, ho visto che in questi giorni sei tornata alla grande a postare e tradurre.....Tu sei una pietra miliare, per questa casetta, DAVVERO!!!!
    GRAZIE ANCORA PER IL TUO TEMPO. Ti abbraccio forte, SIS :wub:
     
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    Leejongsukdipendente

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    Taniuzza....letto tutti i 5 cap, ottimo lavoro, ma con te vado ad occhi chiusi, tu sei la mia garanzia!!!!!!!

    Adesso...buona buona , aspetto che tu finisca tranquillamente di postare....
     
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  15. V a m p i r e
     
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    Ho letto tutti i capitoli sull'ipod, mentre avrei dovuto fare greco! E' bellissimissima! Ora non ci vedo più e non mi ricordo una cippa dei paradigmi, ma sono molto soddisfatta xDD Continua presto ti preeego!
     
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18 replies since 9/5/2011, 19:32   3410 views
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