Pieces of Her Heart by SkylaraK

Bones. B&B. Completa.

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    Mrs Boreanaz

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    Pieces of Her Heart

    By SkylaraK

    Tradotta: Tania (strawberry85)
    Rating: Per Tutti
    Genere: Romanzo/Angst
    Pairing: B&B
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction sono di proprietà della FOX, l’autore e il traduttore non ne traggono alcun vantaggio economico.
    Storyline: ambientata nella puntata 18 della stagione 2. Scena finale. 2X18 “The Killer in the Concrete.”
    Lunghezza: Ficlet
    Link dove trovare la ff in originale: www.fanfiction.net/s/3495521/1/

    Traduco con il permesso dell’autrice.



    L'aria nel ristorante era un pò troppo calda e il caffè di Booth era un pò troppo freddo. Nonostante l’antidolorifico che gli avevano dato all'ospedale, la testa gli pulsava ancora per il dolore e la benda sulla gamba gli prudeva in modo fastidioso. Il letto lo chiamava e il corpo non voleva altro che affondare tra le lenzuola fresche, per far si che il sonno cancellasse i ricordi dell’hangar. Ma la sua partner gli aveva chiesto di prendere un caffè veloce nel ristorante, e aveva sempre avuto difficoltà a dirle di no.

    Lui rimase seduto in silenzio per un pò, contento di lasciarla far ordine nella testa prima di parlare. Sapeva che lei era pensierosa per suo padre, anche se una parte di lui sperava che lei stesse pensando anche a lui. Lui tenne gli occhi sul caffè tiepido, non volendo farle pressione, lasciando che la mente vagasse. Quando finalmente lei parlò, si sorprese che non parlò immediatamente di suo padre.

    “Perché non gli hai solo… solo detto di Kennedy?” chiese lei quietamente. Il cuore di lui batté un pò più veloce, leggendo la preoccupazione tormentata tra le parole esitanti.

    “Lo sai, avevo bisogno di darti un po’ di tempo per trovarmi.” Booth si schiarì la gola, un pò in imbarazzo con questa linea di domande. Se lei gli avesse chiesto perché era così tanto sicuro che lo avrebbe trovato, si sarebbero diretti su un territorio pericoloso. “Sono stato torturato peggio.”

    Lui si gettò su un tema di discussione più sicuro e tornò al padre di lei.

    “Così, uh, hai sentito qualcosa dal tuo vecchio?” Lui voleva parlare di cose sulle quali si poteva focalizzare senza agitarsi. Suo padre era una buona scelta, poiché mentre era preoccupata per Booth, loro non erano estranei al pericolo. Ma la relazione con suo padre era nuova e certamente confusa.

    Booth la guardò mettere una mano nella borsa ed estrarre un pezzo di carta che pensava avesse scritto suo padre, lasciandolo cadere sul tavola. Sopra di questo mise un delfino di vetro delicato. Il delfino era bello, le sue curve che parlavano del mare e Booth era lieto che il padre le aveva lasciato qualcosa di così significativo. Lui sapeva che lei aveva pochi ricordi della sua famiglia, e che quelli che aveva, li proteggeva ferocemente. Raccogliendo il delfino, inclinandolo nella luce lui guardò come il vetro assunse il colore giallo della carta ed il blu scuro della superficie del tavolo. Lui lo mise rapidamente giù, sentendosi vagamente come se avesse frugato tra le sue cose personali e fosse stato beccato.

    “Lui l’ha lasciato nella mia macchina nel garage,” Spiegò lei.

    Booth accennò col capo capendo e raccolse la nota. Max voleva ancora parlare con sua figlia. Lui e Max erano troppo simili, qualcosa che Brennan avrebbe dovuto vedere. Entrambi si preoccupavano profondamente per lei, entrambi rifiutavano di abbandonarla, né avrebbero esitato ad uccidere per proteggerla.

    La vita di Brennan era stata nelle mani di Booth più volte di quelle che desiderava contare. Qualche volta in più di quelle che lei sapeva. Il cuore aumentò i battiti e si sentì nauseato ogni volta che pensava a quello che le poteva accadere e lui era sommerso dall’urgenza per tirarla vicina in quello che prevedeva essere sempre un chiaro abbraccio non - da - fidanzato.

    Ma non poteva, non ancora. Il loro lavoro era troppo pericoloso, e anche se lui era disposto a correre quel rischio, sapeva che lei non era capace di dargli il suo cuore. Non ancora. Lui le aveva suggerito prima, tentando di farle sapere che lui pensava verso quello che si stavano muovendo. Eventualmente tutto accade, lui le aveva detto. Tutta quella roba che non pensi mai che accadrà, accade. Devi essere solo pronta per questo. E lui ancora lo pensava.

    Booth guardò in su, sorridendo alla sua partner.

    “Lui ritornerà.”

    “Come lo sai?” Lui poteva sentire la speranza nella sua voce e il cuore quasi si spezzò per lei. Lei aveva sperimentato molto dolore e perdita, e non poteva darle il conforto del quale aveva veramente bisogno.

    Raccogliendo di nuovo il delfino, lui si chiese perché lei l'aveva portato. Temperance Brennan era una persona riservata e non divideva la sua vita con nessuno. Anche se, sembrava avere fiducia in lui con questi suoi tesori. Quasi era come se questo fosse il suo modo di fare progressi con lui. Se lei non poteva abbandonarsi ancora, poteva condividere almeno questi tesori con lui, questi cocci del suo cuore. Lui pensò di nuovo al delfino d’argento che Max aveva lasciato nella tomba di sua moglie, così liscio come lo sentiva sotto le dita. L'orecchino che era appartenuto una volta a sua madre, penzolando dalle sue dita e l'occhiata sul viso di Brennan quando lo vide.

    “Max Keenan non mi sembra quel tipo di persona che, uh, lascia le cose non finite,” lui le sorrise.

    Booth fece girare il delfino tra le sue dita mentre parlava, e per un momento, quasi era come se la sua bella partner fosse tra le sue braccia. E sapeva che Brennan stava dividendo questi pezzi di sé con lui, era il suo modo di chiedergli di aspettarla.

    “La prossima volta che si presenta, cosa faccio? Lo chiamo, mi avvicino? Quale è il mio dovere?”

    “Bene, se fossi in te, Bones, vorrei sapere cosa deve dirti su tua madre,” lui le consigliò, fremendo leggermente mentre mise giù la statuetta graziosa. “Ma, uh, è solo per me.”

    Brennan inclinò la testa in giù e un leggero rossore le colorò le guance. Sentendo gli angoli della bocca alzarsi, Booth coprì il ghigno prendendo un sorso di caffè. Lei era dannatamente affascinante quando era imbarazzata.

    “C'è, uh, questa vecchia canzone. Intitolata ‘Keep on Trying’.”

    Lui ridacchiò, mettendo giù la tazza di caffè. “Sì, i Poco.”

    “La conosci?” chiese lei con voce evidentemente sorpresa.

    Booth fece una pausa per un momento, riflettendo. Bene, una relazione era dare e prendere, okay? Se lei poteva dare se stessa, allora lui poteva darle questo.

    La sua voce era quasi un bisbiglio mentre lui cantò, “Ora sto bevendo, solo un pò troppo…

    Lei si unì all'ultima parola, la voce era chiara e pura, sorprendendolo con la sua audacia. Solo quando pensava che lei non potesse più scioccarlo, quando pensava che non potesse amarla più di quello che già faceva, lei faceva qualcosa di totalmente inaspettato, qualcosa così totalmente affascinante come questa.

    E non so come posso mettermi in contatto con te,” Brennan continuò, e lui si costrinse a cantare attraverso il grumo che sentiva nella gola.

    Entrambi ridacchiarono all'assurdità e allo strano piacere di cantare nel loro ristorante, in mezzo a una stanza piena di estranei.

    E c'è solo una cosa per me da fare, continuare a tentare di arrivare a casa da te…” loro finirono, sorridendo solo un pò timidamente l'uno a l'altra.

    Booth lottò contro le parole che voleva dirle realmente, lottando per dirle i sentimenti che scaturivano dal suo torace. Dopo che lei si era aperta abbastanza per cantare di fronte a lui, certamente adesso doveva essere il momento. Sarebbe stato un tale sollievo dirle quanto lui la volesse. Ma altre parole fluirono dalle sue labbra, e in una parte distante della sua mente, sapeva che era troppo presto per dire quello che voleva dire.

    “Sì, che dici di questa?” Chiese lui. Sentendosi la bocca asciutta, bruciata dal calore di tutte le parole che non aveva detto.

    “E’ una buona vecchia canzone, giusto?” Lei alzò le sopracciglia e lui percepì la distinta sensazione che quelle non erano le parole che lei intendeva veramente dire.

    Non ancora.

    Lui le sorrise e accennò col capo. “Giusto.”

    FINE!

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