Daughter of Prophecy by Ashlee

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  1. kaikan
     
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    Daughter of Prophecy

    by Ashlee

    Tradotta: Manu (kaikan); Stefania (BuffyAnneSummers); Tania (strawberry85)
    Raiting: NC17
    Genere: Romanzo, Azione, Angst
    Warnings for: Violenza, Sesso
    Pairing: Spike / Buffy
    Disclamer: Appartiene tutto a Joss Whendon e Co.
    Summary: E se Buffy non fosse la cacciatrice? Se non avesse mai vissuto la vita che si supponeva vivesse? Infatti, se Buffy fosse la figlia di Angel e Darla? La figlia di due vampiri – spedita a Sunnydale, quando venne scoperto che era più sicuro per lei allontanarsi dal pericoli che suo padre deve affrontare ogni giorno. Cresciuta lontano dalla sua famiglia, Elizabeth Angel è conosciuta come Buffy Summers. Una forte guerriera, che si sta avvicinando un pò troppo al vampiro di cui sui padre si è fidato per farla proteggere.
    Nota dell’autrice: Questo è un pò diverso da qualsiasi altra cosa che ho scritto, ma ne sono orgogliosa, così spero che vi piaccia. In tutto il corso della storia, sarà menzionata la cacciatrice - Lucy Hannove. Lei (in gran parte) ha vissuto la vita di Buffy che noi conosciamo Ci saranno alcune differenze, ma non molte (la differenza principale: lei non è stata risuscitata dopo gli avvenimenti di ‘The Gift’) e la gravidanza nella trama di Angel ha preso posto durante la 6 stagione di Buffy - questa storia parte da quel momento. Qualche dialogo del capitolo 1 appartiene a Joss Whedon e Tim Minear.
    Link dove trovare la ff originale: www.whispersofeternity.com/DaughterofProphecy.html
    Oppure
    www.spikeluver.com/SpuffyRealm/viewstory.php?sid=9533

    Traduciamo con il permesso dell’autrice.

    SPOILER (click to view)
    PERMESSO AUTRICE: Hi Tania!

    Not a problem. You can translate any of my stories, as long as my name stays on as the original author :-)

    Thanks for asking!

    ~Ashlee


    Vi avvisiamo che i capitolo sono 40.


    Capitolo 1 - Figlia Del Destino.

    “Starai bene,” Angel bisbigliò, accovacciandosi vicino al corpo di Darla, tenendo la sua mano nella sua.

    “No,” disse tristemente Darla. “No, io penso di no. Una volta che sarà uscita, io non starò bene. Io non starò bene e tutto… No so come mi sentirò.” Vedendo la pioggia cadere dalla faccia di Angel che rappresentava le lacrime che voleva evidentemente versare, lei sentì improvvisamente il panico attraversarla. “Angel,” bisbigliò. “Il nostro bambino sta per morire proprio qui in questo vicolo.” Sentendo un senso di pace mentre lo guardò, sorrise al ricordo. “Tu sei morto in un vicolo.. ricordi?”

    “Ricordo,” lui disse con una voce soffocata.

    “Vorrei dire che mi dispiace,” lei bisbigliò, fissando la pancia sporgente. “Vorrei dirlo e pensarlo, però… non ci riesco.” Facendo una pausa per un momento, Darla fece un sorriso incerto. “Non mi dici, che va bene così?”

    Considerandola per un breve momento, Angel scosse la testa.

    “No”

    “No,” lei ripeté capendo. “Non puoi dirlo, vero? Abbiamo fatto tante cose terribili noi due insieme. Causato tanta distruzione! Fatto tanto... male!,” disse ansimando mentre un'altra contrazione l'attraversò. “Non possiamo rimediare al male commesso, lo sai, non è vero? ”

    “Si,” Angel rispose dopo un momento.

    “Questo bambino.. Angel, questa è l’unica cosa buona che noi abbiamo mai fatto insieme!.”

    Soffocando indietro le lacrime, lui alzò lentamente la mano di Darla verso le labbra e premette un bacio gentile sul dorso di questa.

    “L'unica cosa buona,” lei continuò mentre Angel abbassò gli occhi, premendo la fronte sulla sua mano tentando di tenere le lacrime sotto controllo.

    “Assicurati di dirglielo.”

    Sentendo ansimare, Angel sentì la sua gola serrarsi mentre la mano che stava tenendo si disintegrò improvvisamente diventando polvere. Guardando dove Darla era distesa solo un momento fa, i suoi occhi si allargarono quando vide la piccola bambina, giacere nella pioggia, piangendo per essere protetta e scaldata come era solo un momento fa.

    Fissando il neonato con senso di meraviglia, Angel prese attentamente il bambino e l'avvolse nel suo cappotto, asciugandolo e tenendolo al caldo.

    * * * * *

    “Tutto sembra essere in ordine,” l’infermiera disse con un sorriso amichevole, guardando da Cordelia alla bambina. “Abbiamo bisogno di un nome.”

    “Elizabeth,” Angel disse con un sorriso mentre entrò nell'area. “Il suo nome è Elizabeth.”

    “Elizabeth Angel. Molto bene. Congratulazioni sig. Angel,” disse l’infermiera, scrivendo una nota sul suo blocco ed allontanandosi.

    Prendendo sua figlia, sentì un senso di sollievo, lei finalmente era al sicuro. Si era occupato dei demoni e niente minacciava la sua piccola bambina… per adesso.

    * * * * *

    “Angel, possiamo parlare un momento?” Wesley chiese, mettendo la testa fuori dell'ufficio mentre guardava l'altro uomo parlare con sua figlia.

    “Sì,” Angel rispose, camminando verso Cordelia e dandole il piccolo fagotto “Vai da lei,” disse con voce dolce, assicurarsi che la bambina fosse al sicuro prima di andare verso l'ufficio. “Che succede, Wes?”

    “E’ meglio se ti siedi,” disse quietamente Wesley.

    La sua faccio divenne una maschera fredda, Angel sedette di fronte a lui. “Che succede?”

    “Dobbiamo parlare di Elizabeth.”

    “Cosa? E’ felice, E’ sana. E’ una bambina normale.”

    “A parte che ha appena un mese ed un elenco di nemici,” Wesley rispose.

    “Che stai dicendo?”

    “Non ho nessun dubbio sul fatto che tu la possa proteggere… ma penso che è ora di discutere delle misure alternative per lei.”

    “Cioè?”

    “Non penso che sia al sicuro qui.”

    “Così ci sposteremo,” Angel rispose, Alzandosi dalla sedia. “Noi andremo in qualche altro posto e sarà al sicuro.”

    “Mi hai frainteso,” disse scuotendo la testa. “Io penso che lei non sarà al sicuro con te”

    Vedendo l’espressione chiusa sul viso di Angel, Wesley si sentì leggermente allarmato ma rimase in piedi. Amava quella piccola bambina e si rifiutò di recedere su quello che sentiva fosse giusto, anche se sapeva che Angel non si sarebbe separato volentieri da lei.

    “Cosa ti aspetti che faccia, Wes?” chiese, la sua voce più alta per la rabbia. “La spedisca all'orfanotrofio più vicino e speri che non venga presa da un famiglia che la maltratti o negligente?”

    Ignorando il sarcasmo che era unito al suo tono, Wesley scosse la testa e diede un pezzo di carta ad Angel. Sapendo che potevano essere spiati in quel momento, non era troppo disinvolto nelle informazioni che stava facendo circolare.

    Coprendo la carta con una mano, Angel lo guardò, il suo cipiglio si approfondisce quando vide le semplici lettere.

    R.G.

    Facendo un segno verso la porta Angel corse praticamente attraverso l'albergo con Wesley dietro, guadagnando un'occhiata strana da Cordelia mentre passarono.

    Camminando nel cortile, Angel si passò una mano sul viso, tentando di controllare le sue emozioni di rabbia. “Cosa mi stai dicendo di fare?”

    “Chiama Rupert,” Wesley disse con una voce gentile. “Vedi se è disposto a prenderla o trovare un luogo per tenerla al sicuro… cambiando il suo nome…firmato tutti i documenti.”

    Sentendo il suo torace stringersi, Angel spiegazzò la nota nella mano, chiudendo gli mentre tentava di controllare le sue emozioni. “E pensi che questo la terrà al sicuro?”

    “Penso che la terrà viva.”

    Gettando uno sguardo attraverso le porte dell'albergo e vedendo Cordelia che camminava per l'atrio col piccolo fagotto nelle sue braccio. Il fagotto per cui farebbe qualsiasi cosa per proteggere.

    “Faccio la chiamata.”

    * * * * *

    Angel sentì come se il suo cuore si stesse rompendo. Guardando per la stanza alle facce compassionevoli, sentì come se stesse iperventilando, scuotendo la testa al pensiero ridicolo.

    “Noi ci prenderemo cura di lei, Angel” Willow disse con un sorriso gentile, camminando via all'altro uomo. “È quello che Lucy avrebbe voluto.”

    Chiudendo i suoi occhi al sentire menzione la cacciatrice che ancora amava, Angel accennò col capo, soffocando indietro le sue emozioni mentre tentava di non pensare al suo salto dalla torre. Tentando di non sentirsi in colpa per il fatto che sarebbe dovuto essere là.

    Schiarendosi la gola, Angel guardò per la stanza, vedendo che ognuno lo guardava - qualcuno compassionevoli, qualcuno indifferente, e più di uno pieno di odio puro.

    ”Cosa succederà?” Angel chiese, guardando Giles. “Wesley non mi ha messo al corrente di tutti i dettagli. Pensava che sarebbe stato più sicuro se lo avesse fatto lei.”

    “Il suo cognome è Summers per tutti gli scopi medici e legali,” disse, guardando la bambina che dormiva. “Vivrà con Willow, Tara, e Dawn nella Lucy…alla residenza Hannover. Dawn ha la piena proprietà della casa, e Willow e Tara sono abbastanza forti per proteggerla se qualcosa dovesse decidere di venire. La storia formale è che lei è la figlia di mia sorella ed io la faccio passare per la mia propria figlia per allevare.” Giles gesticolò a Tara. “Tara non è di Sunnydale, così è più credibile che fa parte della mia famiglia. Oh… e il suo nome è Buffy,” lui finì, sopprimendo la spinta di alzare gli occhi al nome ridicolo che tutte le donne avevano scelto per la bambina. Lui aveva ceduto facilmente quando tutti si era alleati contro di lui, spiegando che Buffy derivava dal nome Elizabeth e lei doveva avere un nome vicino al proprio.

    “Buffy,” Angel ripeté con un cenno, ingoiando il grumo nella sua gola mentre la diede a Willow. “Prenditi cura di lei.”

    “Lo faremo” disse con un sorriso, tubando alla bambina mentre Tara, Dawn, ed Anya si affollarono intorno a lei.

    “Wes ha detto che non è sicuro che io la controlli troppo,” Angel disse a Giles, tentando di soffocare le lacrime. “C'è solamente un numero di cellulare nella sua borsa per l’emergenze. Io verrò in città a controllarla di tanto in tanto, ma probabilmente non sarà troppo spesso.”

    Giles accennò col capo, vedendo l'altro uomo guardare bramosamente alla bambina. Non gli piaceva Angel. E aveva le sue buone ragioni, considerato che era stato quasi torturato a morte dalle sue mani, ma riconobbe il dolore della perdere per un bambino. Il dolore della perdita di Lucy era ancora troppo fresco nel suo cuore ed era passato quasi un anno. Lui aveva tentato di ritornare in Inghilterra e davvero stava organizzando la sistemazione il giorno che Wesley aveva chiamato con la rivelazione che due vampiri erano riusciti a creare una bambina umana. Sapendo che non poteva rifiutare l'opportunità di tenere la bambina al sicuro, Giles era stato d'accordo a formulare un piano per farla arrivare a Sunnydale.

    Angel baciò dolcemente la cima della testa di sua figlia, dicendo a bassa voce un ciao triste prima di girarsi per affrontare il resto della stanza, il suo sguardo fisso si rivolse presto al vampiro biondo che guardò l'intera interazione mentre si inclinò contro il muro, le sue braccio sul torace con un'espressione annoiata sulla faccia.

    Chiamando tutto quello che era, Angel stette in piedi, chiamando la sua presenza come un Maestro Vampiro, anima o senza anima, mentre lui indicò a Spike e poi la porta. Con un sospiro pesante, Spike si spinse via dal muro e seguì fuori il suo grandsire.

    “Che c’è, Nonno?” Spike chiese, accendendosi una sigaretta appena l’aria della sera colpì la sua faccia.

    “Non mi aspetto che tu capisca quello che sto passando. Non mi aspetto che tu sappia quello che si prova ad abbandonare qualcuno che ami molto. Amare qualcuno abbastanza per fare qualsiasi cosa per tenerlo al sicuro-”

    “Fermati giusto là,” Spike ringhiò, mettendosi diritto ed avanzando verso l'altro uomo. “So precisamente come è, non pensi per un secondo -”

    “Non sto parlando di Lucy,” disse Angel, mettendo le sue braccio sul torace. “Sto parlando di mia figlia. Ho fiducia di tutti in quella stanza, e anche se non ho fiducia in te … ho fiducia che la terrai al sicuro.”

    “Quello che, lo pensa solo perché ho fatto un paio di buone azioni avendo un anima adesso?”

    “No,” Angel rispose, scuotendo la testa. “Ma se credo a questo o no, adesso sto provando a fidarmi di te che ti prenderai cura di lei…a tutti i costi.”

    Spike sospirò prima di accennare col capo. “Consideralo fatto.”


    * * *

    Buffy – 1 Anno

    “Sp…Spike,” la piccola bionda annunciò orgogliosamente mentre indicava al vampiro che sedeva sulla sedia, guardò circa il negozio.

    Il resto dello Scoobies, disperso nel Magic Box, fissò di colpo la bambina prima che loro tutti girassero il loro sguardo su Spike.

    “Per favore non mi dire che il nome di Capitano Perossido è la prima parola di Buffy,” Xander implorò come Spike guardò per la stanza con un'espressione divertita.

    “Chi l'avrebbero pensato, cucciolo?” Spike rispose con un riso soffocato. “Ad un anno è capace di imparare il mio nome prima del tuo. Cosa ti dicono su questo le tue funzione cerebrali?”

    * * * *

    Buffy - 5 Anni

    “Ma io non voglio andare a scuola,” la piccola ragazza mugolo sporgendo le labbra. “Perché non posso stare con Spike durante il giorno? E’ divertente e può insegnarmi le cose.”

    “Mi dispiace, Buffy,” Giles disse scuotendo la sua testa. “È non-negoziabile.”

    “Che significa non- ne-o-bile?” chiese, le sue treccine andarono di lato come inclinò la testa per studiare suo zio Giles.

    “Buon lavoro, Osservatore” Spike mormorò dal suo posto nell'angolo. “Non ha cominciato ancora iniziato la maledetta scuola e sta già insegnandole il vocabolario sbagliato.”

    “Hai detto maledetta” Buffy disse con una adorabile risatina.

    Spike chinò la testa come Giles lo folgorò con lo sguardo mentre Buffy cantava sullo sfondo.

    “Maledetta, maledetta, maledetta scuola. Non andrò alla maledetta scuola.”

    * * * * *

    Buffy - 7 Anni

    “Per piacere, Spike,” Buffy implorò con un ghigno falsamente dolce.

    “Non lasciando questa casa, Principessa” Spike rispose, scuotendo la testa, le braccio sul torace.

    “Ma hai pomesso,” lei disse con occhi larghi, la sua pronuncia scorretta sembrava anche più adorabile di conseguenza. Ancora però non era abbastanza per rompere le difese di Spike.

    “Non ho fatto nessuna cosa. La Rossa verrà con te.”

    “Lei è venuta l'anno scorso,” Lei disse, guardando verso Willow e Tara che stavano tentando di non ridere al vampiro agitato. “E quello che mi hai pomesso e che saresti venuto te con me questo anno.”

    Sentendola tirare un po’ sul dal naso, Spike guardò in su, sentendo la sua risolutezza sparire mentre vide i suoi occhi acquosi, guardandola giocherellare con l'orlo del suo piccolo vestito verde. “Bene,” mormorò. “Andiamo.”

    “Siiii!” disse allegra, gli occhi tristi che scomparirono misteriosamente appena ottenne quello che voleva. “Willow ti ha fatto anche un costume. È nella camera da letto.”

    “Io penso di no,” disse, sparando a Willow una faccia di morte.

    “Ma Spiiiikke,” Buffy uggiolò. “Io sono Campanellino , e se noi stiamo andando a fare ‘dolcetto o scherzetto ’, devi essere Pietro Pan.”

    “Per l’inferno maledetto,” Spike mormorò, prendendosi la faccia tra le mani sconfitto.

    * * * * *

    Buffy – 10 Anni

    “Paparino!” Buffy urlò, volando tra le braccia di Angel appena uscì dalla sua macchina. “Sei in ritardo,” disse con una voce di finto rimproverò.

    “Mi dispiace, tesoro,” disse Angel. “ Io era tenuto sotto controllo e non potevo uscire dalla città fino a poche ore fa.”

    “Vampiri?”

    Angel sospirò, desiderando che sua figlia di dieci anni non conoscesse il male di questo mondo in così giovane età. “Sì,” lui disse con un cenno, vedendo l’intera gang uscire dalla casa.

    “Come li hai uccisi?” lei chiese, facendo trasparire la sua naturale curiosità.

    “Io, uh io non penso che dovrei dirtelo.”

    “Oh, è okay,” Buffy disse sminuendosi con un movimento della mano. “Spike mi sta insegnando come lottare. Dice che sono naturale a sparare con la balestra.”

    L'espressione di Angel immediatamente si scurì. “SPIKE!”

    Niente era visibile, eccetto un flash di capelli biondi ed il suono di risata sospesa nell'aria.

    * * * * *

    Buffy - 13 Anni

    “Dove stai andando, Principessa?” Spike chiese, guardandola su ed in giù quando lei aprì la porta.

    “Ballo di scuola,” lei rispose, sorridendo a Spike come lui attraversò la casa e si sedette sul divano.

    “Quello è una prova?” lui chiese con un sopracciglio alzato.

    “Si,” lei rispose, seguendolo nel soggiorno. “Come ti sembro?”

    Dentro il semplice vestito rosa che arrivava alle sue ginocchia e le dava un look ancora più innocente le maniche coperte, Spike fede spallucce. “Stai bene, pet.”

    Uno sguardo triste sembrò attraversare la sua faccia prima che lei andasse rapidamente via. Spike stava quasi per fare commenti quando Willow entrò nella stanza.

    “Ehi, Rossa,” disse con un sorriso.

    “Ciao, Spike,” lei disse con un sorriso amichevole prima di rivolgersi a Buffy. “Sei pronta? Lui dovrebbe essere qui tra pochi minuto.”

    “Si! Pronta per andare.”

    “Aspetta,” Spike disse confuso. “Lui?”

    “Sì,” Willow disse eccitata. “Buffy ha il primo appuntamento.”

    “E perché io non ne so niente?”

    “Perchè sappiano che sei troppo protettivo, come adesso,” Dawn disse con un sorriso mentre entrò nella stanza.

    “Ha solamente tredici anni,” Spike continuò indignato. “Lei è troppo giovane per un appuntamento.”

    “Precisamente - tredici!” Buffy rispose, le sue braccio sul suo torace. “Come un adolescente. Che mi ha chiesto di andare al ballo e io sto andando.”
    “E chi è questa checca?” lui chiese, alzandosi e camminando verso di lei.

    “Il suo nome è Trevor,” lei rispose, controllando il suo trucco nel piccolo specchio sul muro.

    Sentendo bussare la porta, la velocità di vampiro di Spike lo fece volare attraverso la stanza, aprendo la porta per rivelare un ragazzo che sembrava nervoso , tenendo una scatola nelle sue mani.

    “Chi se?” lui chiese, sapendo precisamente chi era questo ragazzo ma volendolo spaventare lo stesso.

    “T-Trevor.”

    “Quali sono le tue intenzioni?”

    “Spike!”

    Nascondendo il brivido mentre tre voci irritanti suonarono dietro di lui, Spike le folgorò sopra la sua spalla prima di rivolgendosi di nuovo al ragazzo e lasciando che la sua voce diventasse un bisbiglio. “Fai qualsiasi cosa a le e dovrai vedertela con me,” lui disse piano, lasciando brevemente il suo demone balenare in superficie e sorridendo come il ragazzo saltò. Lui poteva quasi vedere la sua mente chiedersi se quello che aveva visto fosse la sua immaginazione.

    “Ciao,” Buffy disse alle donne nella casa prima di tirare il braccio di Spike per fargli lasciare la posizione intimidatoria. Camminando oltre lui, lei sorrise a Trevor ed accettò con gratitudine la scatola che ora era ammaccato per la pressione con cui l’aveva stretta.

    “Chi è ?” lui chiese a bassa voce a Buffy, facendo un passo indietro quando il vampiro Spike raccolse l’affermazione e lui fece un passo in avanti.

    “Chi, Spike? Nessuno,” lei rispose tranquilla, sparandogli un'occhiata come il ringhio di avvertimento attraverso l'aria. “Ci vediamo alla macchina,” lei disse con un sorriso, ritirandosi quando Trevor corse prima di girare affrontare Spike. “Bene?” lei chiese. “Non mi dici di divertirmi?”

    “Perchè?” lui chiese, unendo le braccia mentre la guardò. “Io sono nessuno, ricordi?”

    Eliminando la distanza tra loro, Buffy gli fece un sorriso prima di mettersi in punta di piedi per baciare la sua guancia. “Lo sai che ti voglio bene,” lei disse con un sorriso leggero prima che suoi pensieri andassero alla deriva. ‘Non sai quanto. '

    Capitolo 2 – Rapporto sincero.

    “Penso che domani tutto cambierà” disse leggermente Buffy, camminando lentamente tra le tombe del cimitero.

    ”Cosa te lo fa pensare, pet?” chiese Spike, gettando uno sguardo a lei per poi ritornare ad analizzare l’aria.

    ”Primo…giorno di scuola”

    “Oh, um, già. Si, certo“

    ”Non te ne sei ricordato” disse lei, roteando gli occhi per diminuire il tormento nel sentire che lui non si era ricordato di una cosa così importante.

    ”Lo fatto” disse Spike indignato “Me ne sono solo dimenticato, ecco tutto”

    ”Un’altra parola per dire dimenticare è- non ricordare” disse lei, saltando una lapide.

    “Quelle sono due parole” disse lui sorridendo furbescamente.

    ”Eccone altre due: ragazzo-sapientone.” mormorò lei con un sorriso

    ”Ad ogni modo, che ci fai ancora sveglia a quest’ora se domani devi andare a scuola?”

    Guardandolo brevemente come colta in fragrante, Buffy gelò. “E perché no?” domandò “Devo lavorare sulle mie abilità di combattimento e lo faccio con il mio vampiro preferito. Ed è un’alternativa migliore”

    “Si, e se lo scopre la Rossa che sei rimasta a pattugliare fino a tardi, vorrà la mia testa. Torniamo a casa”

    “A casa?” ribatté subito lei “Ma non è neanche mezzanotte”

    ”No, ma è una notte di scuola ”

    “Oh per favore. Io odio quest’espressione” disse lei roteando gli occhi “Notte di scuola è solo un termine che usano i vecchi per sentirsi più giovani stando in piedi più dei bambini”

    ”Hey! Pensi questo di me?”

    ”Se alla vecchia scarpa va bene” disse Buffy ridacchiando.

    ”Vampiro, ricordi? Me lo posso permettere di stare in piedi fino a tardi”

    ”Va bene” concordò lei alla fine

    ”Andiamo, riccioli d’oro. Ti porto a casa”

    Buffy sospirò rassegnata, accettando il suo fato.

    ”Che c’è?” le domandò Spike con un ghigno divertito.

    “Divento matta quando mi trattate come una bambina” rispose lei, mentre attraversavano il cimitero a braccetto.

    ”Beh” disse lui leggermente “Perché è quello che sei, principessa.”

    ”Pronto! Ho controllato l’ultima volta, non c’è da scherzare su di me. Ho avuto un appuntamento, sto per laurearmi, ho il seno” disse gesticolando sul suo torace.

    ’Dio, non guardare lì ’ pensò Spike, guardando in un’altra direzione fingendo di aver ‘sentito’ un rumore

    ”Sono grande abbastanza quasi per votare e comprare sigarette e penso che potrei anche cominciare a dormire coi ragazzi”

    Sentendo il ringhio di avvertimento nella gola di Spike, Buffy roteò gli occhi.

    ”Non che l’abbia fatto. Dio, sei peggio di Papà”

    ”Ritira quello che hai appena detto” disse Spike.

    “Perché?” lo sfidò Buffy, lasciandogli il braccio e girando per affrontarlo. “Tu ti preoccupi troppo. Magari dovrei davvero dormire con qualcuno, così eviterai di preoccuparti sempre così tanto”

    ”Vedi?” disse lui, cercando di fargli capire “Ecco perché le persone ti trattano come una bambina. Perché ti sta comportando come tale”

    Vedendo l’occhiata pietosa che aveva attraversato la sua faccia, Spike si pentì immediatamente del suo commento indiscreto.

    “Mi dispiace, micetta” disse piano, sentendo un tuffo al cuore quando lei cominciò ad allontanarsi.

    Spike sapeva che aveva torto. Buffy era molto matura per la sua età. Lei aveva visto e combattuto la malvagità del mondo più della maggior parte delle persone, cercando di essere forte. Sapeva anche che Willow e Tara cercavano di fare il loro meglio. Dawn andava a casa a intervalli regolare nonostante abitasse in un’altra città. Giles era una figura presente sempre, e Xander e Anya gli offrivano una casa dove era sempre la benvenuta.

    Spike gli aveva detto che lei poteva fermarsi nella sua cripta per parlare, sapeva quanto era difficile per una ragazza come lei. Sapeva che voleva gridare al mondo l’ingiustizia che le era capitata. Figlia di due vampiri, concepita nell’odio, sua madre che aveva dovuto uccidersi per farla nascere, suo padre che aveva dovuto abbandonarla, anche se era l’ultima cosa che aveva voluto, ma lui aveva capito che era meglio così per tenerla al sicuro.
    Lei stava solo cercando di essere una ragazza normale in quella strana vita che le era capita. Ma rimaneva il fatto che nonostante tutto l’amore che aveva ricevuto, lei avrebbe voluto la stabilità di suo padre nella sua vita. Era già fortunata se lo vedeva una volta l’anno.
    Lei non era una ragazza- era una donna nonostante non avesse ancora sperimentato abbastanza cose per guadagnarsi quel titolo. Ne aveva sperimentate abbastanza per essere chiamata guerriero, e Spike desiderò poter spazzare via tutto e farla diventare la ragazza che avrebbe voluto essere.

    “Buffy-”

    ”Quando arriverà la nuovo cacciatrice?” domandò lei, cercando di cambiare argomento.

    ”Tra un paio di giorni” mormorò Spike, sentendosi male per quel commento.

    ”Sarà un pò strano."

    ”Perchè dici così, pet?”

    “Beh, non è come se io non mi stessi dando fa fare” disse Buffy con un’alzata di spalle “Questa è la prima cacciatrice che viene spedita di nuovo sulla bocca dell’inferno”

    “Si” mormorò lui, prendendo l’accendino e le sigarette.

    ”Sei nervoso?”

    ”Perchè doveri essere nervoso?” ripose Spike troppo rapidamente.

    ”Beh… considerato che hai un chip che non ti permette di difenderti.. io sarei un pò nervoso se una cacciatrice si presentasse qui con l’intenzione di ripulire tutto dai vampiri… non che sia una cattiva cosa”

    ”Io credo che dovrei essere molto nervoso se il chip stesse ancora funzionando” disse lui con un sorriso.

    “Allora… come sono?” domandò Buffy.

    “Che intendi?”

    ”Tutti dicono che sono super forti”

    ”Si, uh… forti” ripeté lui con un cenno “ Astute, ingegnosi, intelligenti, piccole-“

    ”Piccole?” domandò Buffy.

    ”Beh le quattro che ho visto”

    ”Bene” disse Buffy con un cenno, vedendo la casa comparire poco distante “La ami ancora, Spike?”

    ”Chi?”

    ”Vuoi davvero fare il gioco del silenzio con me?”

    ”Lucy” mormorò lui capendo “Credo che lo farò sempre”

    “E non ti infastidisce che chiunque amerai in futuro dovrà vivere con il fantasma di lei?”

    “ Non mi infastidisce” rispose Spike con un’alzata di spalle “Sono passati diciassette anni. Credo che infastidirà la donna che si innamorerà di me”

    ’Beh lo fa’ pensò lei miseramente.

    Capitolo 3- Forse…

    Quello era cominciato molto semplicemente. Lei non era consapevole della differenza nei suoi sentimenti finché non fu troppo tardi Quando Buffy era una piccola ragazza, Spike era qualcuno a cui rivolgersi. Un confidente, una persona nella quale poteva aver fiducia, ma soprattutto, era il suo miglior amico. Finché non divenne un'adolescente e si rese conto che i suoi sentimenti stavano diventando verso il caldo e soffice lato per un vampiro. Non che fosse completamente inaspettato - dopo tutto, era cresciuta sapendo chi e cosa i vampiri erano, e considerato che era la figlia di due vampiri, si aspettava che lei o sarebbe stata disgustata o attratta da loro.

    Chiaramente, quando persone usarono il termine ‘attratto ', si pensava in un modo innocente, presumendo semplicemente che aveva un ‘ senso da cacciatrice ' per accompagnare la maggior forza quando c’era un vampiro, nonostante il fatto che non era una cacciatrice. Loro non si aspettavano che davvero sarebbe stata attratta da un vampiro.

    Poi aveva aperto gli occhi e aveva guardato realmente Spike. L'uomo che considerava il suo protettore fino ai tredici anni. Da quel punto in poi, il ruolo di ‘protettore ' stava diventando un po’ vecchio. Lei sapeva che quell’età era troppo giovane perchè lui avesse qualche tipo di interesse nei suoi confronti - non era un'idiota. Buffy sapeva anche che forse un giorno avrebbe avuto un'opportunità. Che forse un giorno sarebbe stata capace di passare attraverso il muro della morte prematura di Lucy e l’amore non corrisposto aveva costruito e forse… solo forse, sarebbe stata capace di arrivare nel profondo di quell'uomo.

    Il giorno del suo diciassettesimo compleanno, Buffy finalmente aveva permesso alle sue speranze di uscire fuori voleva dire a Spike cosa sentiva per lui. Fino a quando lui non si era presentato il giorno stesso, strattonandole i capelli, dicendo.
    “Buon Compleanno, piccola”

    Quello era tutto ciò che lei era per lui, quello che temeva che sarebbe stata. Sapeva che un uomo che aveva più di un secolo non aveva molto in comune con una ragazza di diciassette anni, ma nella sua giovane mente, non poteva immaginare nessuno altra più perfetto di lui.

    Dopo tutto, lei era intelligente, lo faceva ridere quando nessun altro poteva ottenere anche un semplice sorriso, ed era ovvio a chiunque che l'aveva fatto sentire libero di amare di nuovo. Solo non quel genere di amore che aveva sperato di ricevere.

    No, Buffy sapeva che per lui non era niente di più che una bambina. Una responsabilità. O possibilmente un peso. Spike era legato a lei a causa di suo padre, alla relazione di sangue alla quali Angel aveva fatto appello quando lei era una bambina. Sapeva che Spike non avrebbe voluto considerare la loro relazione in quella luce. Sapeva anche che lui avrebbe fatto tutto il possibile per proteggerla, che la considerava come se fosse una della sua famiglia quando non aveva avuto nessuno vicino. E quel pensiero, mescolato con tutti gli altri era più di un piccolo disturbo per lei.

    Ora, sedendo sul dondolo nel portico anteriore, fu sorpresa di sentire la sua presenza quando lui si avvicinò. Lei era più in sintonia con lui che con chiunque avesse mai conosciuto e non smetteva mai di sorprenderla.

    “Ciao, Spike,” disse, con un sorriso leggero sulle labbra. Non disturbandosi di guardare quando lo sentì di fronte al bordo del portico, poteva sentire i suoi occhi su di lei mentre si inclinò contro la ringhiera.

    “Sera, pet,” mormorò, schiacciando la sua sigaretta sotto il tallone del suo stivale. “Giornata dura?”

    “No” rispose Buffy, finalmente guardandolo prima di girarsi a fissare le stelle. “Ho avuto davvero un giorno abbastanza buona.”

    Spike accennò col capo, camminando per sedersi vicino a lei, non notando quando si inclinò inconsapevolmente verso di lui.

    “La scuola non è stata troppo dura verso di te, allora?” chiese, gettando il braccio attraverso la schiena del dondolo.

    Buffy soppresse un sospiro, desiderando che avesse gettato il suo braccio intorno a lei con tale tranquillità. Invece fece solo spallucce. “Sarebbe potuto essere peggiore.”

    “Allora perché quella depressa e scura faccia?”

    “Nessuna ragione,” mormorò lei.

    “Bene. Pronta ad andare ad incontrare questo nuova cacciatrice?” chiese Spike, pensando che si sarebbe ravvivata se avesse cambiato soggetto.

    “Suppongo di si” rispose, alzandosi.

    “Quella è il problema, gattina?” domandò lui, prendendole il braccio prima che potesse scendere dal portico. “Ti conosco da tutta la vita e non è definitivamente uni dei tuoi soliti umori.”

    “Non è nulla,” rispose con un sorriso che era evidentemente per suo beneficio. “Realmente. Suppongo di aver avuto un giorno stressante,.”

    “Abbastanza ragionevole,” mormorò Spike, scendendo gli scalini e si adattò al suo passo mentre si dirigevano lentamente verso il Magic Box.

    “Come ti senti in questo momento?”chiese Buffy, rompendo il confortante silenzio tra loro.

    “Cosa pensi che io-”

    “Spike,” rispose in tono di avvertimento.

    “Willow,” mormorò lui con un piccolo sorriso. “Mi ha fermato ieri e chiesto se potevo assicurarmi che tu stessi bene.” gettando uno sguardo alla giovane donna, inclinò la testa. “Per cosa è quella faccia lunga, pet?”

    “Cosa?” domandò lei, uscendo improvvisamente dai suoi pensiero. “Oh, um… niente… non è niente.”

    Spike accennò col capo mentre continuarono verso il negozio. Buffy si strinse più fermamente le braccia intorno al corpo, desiderando che per una volta, Spike sarebbe venuto e avrebbe camminato con lei perché lo voleva, e non perché si sentiva obbligato o perché stava facendo un favore a qualcuno.

    “Cosa sappiamo di questa cacciatrice?” chiese Spike, non vedendo lo sguardo abbattuto sul viso di Buffy.

    “Solamente quello che Willow mi ha detto la notte scorsa,” disse lei con un'alzata di spalle. “Si chiama Aubrey. Ha diciannove anni ed è cacciatrice da tre anni. Il Consiglio le ha detto di venire nella Bocca dell’inferno, per una ragione o altro, e qui è. Perché lo vuoi sapere?” chiese, gettando uno sguardo verso di lui per un momento.

    “Solo pensavo se questo donna dovrà rimanere qui per un po’, dovremmo conoscerla tutto qui” disse con un'alzata di spalle. Finalmente osservando lo sguardo sulla faccia di Buffy, la raggiunse e avvolse un braccio amichevole intorno alle sue spalle. “Non preoccuparti, pet. Sai che sarai sempre la mia migliore ragazza.”

    “Sì,” lo schernì. “Perché mio papà prenderebbe totalmente a calci il tuo sedere se non lo fossi.”

    Fermandosi improvvisamente e girandole intorno per affrontarla, Spike guardò in profondità nei suoi occhi, si stupì ancora di come potessero essere espressivi anche se era una diciassette. Evidentemente aveva visto più di quello che avrebbe dovuto vedere alla sua età.

    “Davvero lo pensi?” chiese leggermente lui, inclinando la testa per guardarla.

    ”Perché non dovrei?” mormorò lei, distogliendo lo sguardo e chiudendo gli occhi quando sentì il suo dito sotto al mento.

    “No,” disse, le sopracciglia aggrottate per la preoccupazione. “Forse quando eri piccola, ma adesso sono qui perché ci voglio essere.” Vedendo il sorriso soffice che adornava i suoi lineamenti, Spike sorrise. “Mi sei entrata dentro , Riccioli d’oro. Sei di famiglia adesso. Andiamo,” lui disse, girandosi verso la città. “Arriviamo là prima che escano per un party di ricerca.”

    Buffy sentì il cuore affondare alle implicazioni. La famiglia era buona, aveva sperato in qualcosa di meglio.

    Capitolo 4 – Cambiamenti

    Buffy entrò nel Magic Box, e vide una ragazza nuova seduta al tavolo. Si sentiva che trasudava potere era ovvio che fosse la cacciatrice.

    Camminò ulteriormente nel negozio, Buffy sentì una morsa allo stomaco quando la cacciatrice si volto e i suoi occhi si accesero quando videro Spike. Buffy sapeva che lui era teso per quello sguardo e si girò verso di lui con un sorriso leggero, sentendo le farfalle nello stomaco quando la guardò, e si irritò quando Giles interruppe quel piccolo momento.

    ”Bene, sei qui. Possiamo cominciare” disse, mentre camminava fuori dalla stanza e Buffy offrì un sorriso alla nuova arrivata.

    ”Ciao Buffy” disse Willow sorridendole “Hey, Spike”

    ”Rossa” replicò lui, accennando col capo a lei e a Tara per poi prestare attenzione alla ragazza che stava seduta di fronte a Anya.

    ”Buffy, Spike lei è Aubrey la cacciatrice” disse Giles, gesticolando verso la ragazza.

    Gettando uno sguardo all’altra donna bionda, Buffy fu sorpresa della somiglianza che c’era tra loro. Erano del tutto superficiali ma c’erano… il colore dei capelli e degli occhi, ma l’altra era più alta di Buffy. Ma quello che le fece male fu vedere Spike come la guardava in un modo in cui non aveva mai guardato lei. Ma quel male si alleviò quando capì che la guardava in quel modo per curiosità e ammirazione… per la sua forza ovviamente.

    ”Piacere di conoscerti” le disse, sorridendogli, un sorriso che Buffy dovette sforzarsi di ridargli.

    ”Si” rispose, poi sollevò lo sguardo e vide Giles lanciarle un’occhiata irritata. “Anche per me” disse più piano, ignorando l’uomo.

    ”Bene, adesso che siamo tutti qui” disse Xander, guardandola “Forse ci puoi dire quale apocalisse dobbiamo affrontare”

    ”Niente, apocalisse” rispose Aubrey, scotendo la testa “Il Consiglio ha deciso che la Bocca dell’inferno era rimasta troppo a lungo senza cacciatrice, e quindi eccomi qui”

    ”Quindi nessun affare sporco?” Spike finalmente parlò, guardando con attenzione tutta la gente nella stanza. “Nessun demone di pietra che vuole ingoiare il mondo? Nessun ibrido Frankenstein? Nessun dio infernale?-

    ”No, niente di tutto questo” disse Aubrey con un sorriso nervoso, mentre si guardava in giro.

    ”Scusa per il terzo grado” disse Willow, donando alla cacciatrice un sorriso gentile “Questo è…l’ultimo grande cattivo che ha minacciato di distruggere il mondo ci ha portato via una persona importante”

    ”Dove alloggi?” domandò Anya, controllandosi le unghie senza guardare il gruppo.

    ”Al Sun Spot Motel” rispose Aubrey.

    ”No, ma è sciocco” disse Willow, scuotendo la testa “Puoi stare con noi, C’è un’altra stanza”

    ”No, o-io non voglio impormi” disse Aubrey nervosa.

    ”Nessuna imposizione” disse Tara “Noi abbiamo una stanza in più da quando Dawn se ne andata e sarebbe sciocco per te pagare un albergo quando c’è casa nostra”

    ”Non voglio che rimaniate sveglia quando io sono di ronda”

    ”Non è un problema” disse Willow sorridendole, non vendendo l’occhiata di Buffy che trasmetteva il suo cattivo umore.

    ”Parlando di questo, tu probabilmente sei stanca” alzò la voce Buffy guardando Spike “Noi probabilmente dovremmo andare a fare la ronda”

    “Non credo sia una buona idea stanotte, pet” disse Spike, inclinando la testa verso Buffy “E’ una notte di scuola”

    Spike era pronto a molte reazioni da parte di Buffy, ma non si aspettò quella. Non disse niente tenne solo la testa alta.

    “C’è qualcosa che non va?” domandò con preoccupazione.

    ”Non sono una bambina” rispose lei piano, “Lo so che tu lo pensi, ma considerato che non ho nove anni, penso che posso stare in giro alcune ore”

    Tutti si scambiarono degli sguardi mentre Buffy rispondeva così a Spike, tutti presumevamo che lei stesse attraversando una ribellione adolescenziale come era di consueto. Ma nessuno riusciva a leggere i sentimenti che stava provando lei in quel momento.

    Aspettò un momento per vedere se Spike aveva qualcos’altro da dire, riusciva a vedere che era confuso. Con un sospiro frustrato, Buffy si girò se camminò verso la porta.

    “Buffy!”

    Fermandosi con la mano sul pomello della porta, sentì il mento vibrarle dal tono della voce che le aveva imposto di fermarsi. Era la voce di Willow.

    “Si?” domandò, non voltandosi verso la strega rossa.

    ”Davvero non dovresti andare da sola. Vuoi che venga con te?”

    ”No” rispose con voce indurita, prese un respiro profondo, sapeva che tutti la dentro la credevano ancora una bambina. “Mi sono addestrata a lottare contro qualsiasi cosa per sette anni… penso di potermene occupare da sola”

    ”Bene” disse Willow tentando di placare la giovane ragazza con un sorriso molle “Stai attenta”

    “Lo sono sempre” replicò, uscendo senza girarsi indietro.

    * * * * *

    Buffy venti minuti dopo era nel suo letto, tentando di trovare una cura per la sua noia. E capì che non si sarebbe dovuta comportare così alla riunione.

    ’Vuoi che gli altri ti considerino grande ma poi ti comporti come una bambina ’ penso lei, gettando il suo maialino Mister Gordo in aria e prendendolo subito dopo al volo. ‘ Sei infantile’

    Gettò il maiale contro il muro e saltò giù dal letto e cominciò a guardarsi in giro. La sua stanza era piena di poster, si avviò all’armadio e l’aprì e cominciò ad ispezionarlo prima di sorridere.

    Le cose sarebbero cambiate presto.

    Capitolo 5- Cosa Accadrà?

    Lasciando le sue anche muoversi al ritmo della musica, Buffy finalmente si permise di rilassarsi, spingendosi i capelli biondi sulla spalla e sentendo la musica purificarla.

    Dopo che aveva pulito la sua stanza, aveva iniziato a cambiarsi con un top che le lasciava la schiena e le spalle scoperte e un paio di pantaloni di pelle, scivolando fuori di casa prima che Willow e Tara ritornassero dalla riunione con gli Scooby.

    Ora che era al Bronze, lasciò che lo stress scivolasse via, liberando la sua mente da Spike, dalla nuova cacciatrice e soprattutto, dall’essere chiamata ‘bambina’ ancora e ancora. Sentendo un paio di mani appoggiarsi sulle sue anche, Buffy resisté al suo normale impulso di scacciarlo ed invece si voltò, proponendo un sorriso al ragazzo dell’università dietro a lei.

    Alzando le braccia sopra la sua testa, gli lanciò un sorriso sensuale, godendo dell'opportunità rara che aveva di essere una ragazza e di non dover preoccuparsi di vampiri o bocche dell’inferno.

    ‘Considerato che mi trattano per la maggior parte del tempo come una bambina, penseresti che volessero che conservassi una parte intatta di purezza invece di permettermi di crescere e conoscere le strade del mondo ’

    Esattamente mentre il pensiero le aleggiò nella testa, Buffy sapeva che stava facendo la bambina egoista. Lei era la figlia di due vampiri - le possibilità le poteva dedurre da sola, e poi era arrabbiata che non avevano abbastanza fiducia per parlarle.

    Cancellando dalla mente tutti i pensieri seri, Buffy avvolse le bracca intorno al collo del ragazzo della confraternita e gli diede un sorriso timido mentre spostò provocantemente le anche contro le sue. Alzando un sopracciglio nella sua direzione, lei ansimò quando il suo braccio venne afferrato duramente, comprendendo appena quello che stava accadendo mentre veniva trascinata attraverso il club.

    Buffy diede una strattone al braccio e si liberò della forte presa poco prima che arrivassero alla porta, fissando Spike arrabbiata. “Cosa per l'inferno stai facendo?” gli chiese ha denti stretti.

    “Cosa per l'inferno io sto facendo?!” Spike ripeté, fissandola come se fosse pazza. “Cosa per l'inferno maledetto stavi facendo tu là?”

    “Siamo in un paese libero,” mormorò Buffy, tornando indietro verso la pista da ballo e gemendo quando ancora una volta fu afferrata e trascinata fuori dalla porta.

    “Willow e Tara sanno che sei qui?” Spike chiese dopo che la porta si chiuse dietro loro, lasciandoli a parlare in privato.

    “No, Papà,” lei disse a denti stretti.

    “Non chiamarmi così,” lui ringhiò.

    “Perché no?” Buffy chiese, incrociando le braccia sul torace ed inclinando la testa per guardarlo. “Stai continuamente a insistere che sono una bambina, mi stai sempre a controllare quando Willow te lo chiede, e pensi che non possa badare a me stessa. Puoi trovare un migliore aggettivo da usare?”

    “No,” lui ripeté. “Ti riporto a casa.”

    “No!,” lei rispose con un sopracciglio alzato. “Sono grande e faccio quello che voglio. Non ti chiedo cosa stai facendo qui - forse lo dovrei fare, e poi saprai come questo è irritante - cosa stai facendo qui, Spike?”

    “Stavo mostrando i dintorni a Aubrey ,” mormorò lui, guardando come gli occhi di Buffy si indurirono ancora di più.

    “Bene, quello che fai lo sai,” lei rispose con voce condiscendente. “Io sono troppo giovane per stare fuori, ma la ragazza nuova non lo è.”

    “Non è la stessa cosa, Buffy”

    “Cosa ti preoccupa?” lei chiese, allontanandosi da lui e camminando verso la fine del vicolo.

    “Dove stai andando?” Spike la chiamò, inseguendola rapidamente.

    “Sto andando a casa. E’ quello che vuoi, giusto? Che io sia sana e salva nel mio letto? O deve tornare dal ragazzo con cui stavo ballando?”

    “Non tornerai da quella mezza sega,” disse lui a voce bassa.

    “Dio, sei tale ipocrita,” urlo, alzando le braccia. “Forse potresti dettare da ora in poi la mia vita – questo ti farebbe felice?”

    “No, e … cosa per l'inferno stai indossando?!” gridò Spike, tirandola nella luce fioca che stava entrando nel vicolo dalla strada.

    “Vedi quello che voglio dire? Il numero uno degli ipocriti nel mondo, signore e signori” disse Buffy, gesticolando in modo arrabbiato verso lui come se stesse parlando con una folla. “Quante ragazze della mia età hai controllato che sono vestite così, io sono diversa?”

    “Si,” disse in un tono minaccioso.

    “Perché? Perché mi conosci?” lei chiese prima che un sorriso lento le apparisce sulle labbra. Facendo un passo più vicino a lui, allargò gli occhi, dandosi un aspetto più innocente. “Quale è il problema, Spike?” lei chiese bisbigliando, camminando verso lui finché non si ritrovò premuto contro il muro, la testa inclinata per studiarla. “Hai notato finalmente che sono cresciuta?”

    “Cosa stai facendo, Buffy?”

    “Come ti sembra?” lei chiese con un'espressione ingenua. “Non ti piace l'idea che mi stai pensando in modo diverso?”

    “Come fai a sapere che i mie pensieri sono cambiati?” lui chiese con una voce che non sembrava la sua.

    “Forse non lo sono,” Buffy disse con un'alzata di spalle. “Forse i tuoi sentimenti per me non sono cambiato per niente….”

    “Cosa intendi dire?”

    “Intendo, quello che sto dicendo,” lei rispose con un sospiro, gettando uno sguardo verso la porta chiusa del club. “Non hai un appuntamento che ti attende?”

    ”“No,” disse Spike, le sopracciglia aggrottate per la confusione. “Io non lo faccio”

    “Bene, qualunque modo tu consideri la cacciatrice,” lei disse, mettendosi una ciocca di capelli dietro all’ orecchio prima di allontanarsi da lui.

    “Buffy,” lui la chiamò, aspettando finché si voltasse prima di parlare. “Cosa sta accadendo, pet?”

    “Non lo capisci?” gli chiese con voce esasperata. “Sei così cieco che non puoi vedere quello che ti accade davanti agli occhi? Io sto crescendo, Spike. Anche se a te o a qualcun altro non piacerà, questo accadrà. Quindi metti la testa fuori dal tuo sedere e osserva prima,” lei gridò prima di voltandosi e scomparire dietro l'angolo, lasciando un vampiro sbalordito nella sua scia.

    Camminando per un pò, Buffy finalmente lasciò che il tremito iniziasse come si rese conto di quello che aveva appena detto. Sapeva che Spike avrebbe razionalizzato quello che gli aveva detto - lui avrebbe pensato che voleva che lui notasse che stava crescendo invece di osservarla veramente.

    Facendosi scorrere le mani tremanti attraverso i capelli, Buffy sospirò. “Cosa accadrà?”

    TBC
     
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    Capitolo 6

    Camminando lentamente in casa, Buffy si tolse le scarpe prima di iniziare a salire i gradini. Sentendo un cigolio mente appoggiava il piede, si fermò. Mordendosi il labbro continuò e appena arrivò al primo piano tirò un sospiro di sollievo.
    Aprì la porta, spalancò gli occhi quando vide Willow e Tara sedute sul suo letto, avevano uno sguardo preoccupato ma anche molto deluso.

    “Il tuo piano per strisciare in casa inosservata non ha funzionato. Adesso vorremo parlarti” disse Willow.
    Sospirando lasciò le scarpe nell’angolo, Buffy non si sorprese del fatto che non fossero preoccupate.

    “Buffy, non ci piace il fatto che scappi nel bel mezzo della notte” disse Tara in tono gentile.

    “Non lo faccio tutte le notte” ribatté Buffy.

    “Perché eri al Bronze in una notte di scuola?”*

    “Mi avete seguito?” chiese incredula rendendosi conto di quello che aveva detto Willow.

    “No” disse rapidamente Tara, scotendo la testa.
    “Abbiamo fatto un incantesimo di localizzazione” aggiunse la rossa.

    “E quindi mi stavate spiando” ripeté Buffy guardandole.

    “No” disse tara “N-noi ti stavamo soltanto cercando”

    “Per favore non tentare di razionalizzare. E’ vero lo ammetto volevo tornare prima che ve ne sareste accorte, ma comunque sia io so prendermi cura di me stessa. Mi avete allevato in modo che possa difendermi da ogni cosa, di che vi preoccupata?”

    “Noi ci preoccupiamo per te, Buffy” disse Willow

    Ma non mi state dicendo il perché” rispose esasperata.

    “Da dove arriva tutta questa ostilità?” chiese Willow leggermente.

    “Non c’è ne…”Buffy inizio a fare aventi e indietro, cercando di mettere in ordine i pensieri “…Vorrei solo essere trattata come gli altri” disse piano “Mi dispiace che vi siate preoccupate, io non volevo davvero… ma soltanto che… voglio dire volete tutti che mi comporti come un’adulta ma continuate a trattarmi come una bambina, pensate che mi piaccia?”

    Entrambe le donne avevano capito e Buffy vide mentre si scambiavano delle occhiate, prima di prendere una decisione.

    “Finiremo di parlarne domani” disse alla fine Tara, dandole un caldo sorriso “Adesso vai a riposare”

    Aspettando che le due donne uscissero, finalmente Buffy tirò un sospiro di sollievo, fortunatamente non avevamo menzionato l’abbigliamento. Sapeva benissimo che non era finita, il mattino dopo ci sarebbe stato il secondo round, ma era bello che ora potesse riposare tranquilla.

    Si spogliò rapidamente e scivolò nel suo pigiama di raso bianco, ma proprio mentre stava per mettersi a letto sentì la porta di ingresso chiudersi. Aggrottando le sopracciglia si alzò e uscì in corridoio e sentì delle voci.

    “Non so cosa ci sia di sbagliato in lei”

    Riconobbe subito la voce di Spike, scese degli scalini e lo vide in soggiorno con Willow e Tara.

    “Lo trovata ubriaca in quel dannatissimo pub. Stava ballando con uno in un modo che non ripeto, poi si è arrabbiata con me e se ne andata”

    “E’ passata attraverso tante cose, Spike” disse Tara che era diventata il mediatore del gruppo.

    “Beh, non è una scusa per aver agito come una sciattona” mormorò lui.

    Buffy sentì le lacrime salirle agli occhi il suo udito sviluppato aveva sentito quel commento, si voltò e corse in camera sbattendo la porta.
    Si tuffò nel letto, afferrò Mr. Gordo stringendolo al petto e lasciò andare le lacrime. Sentì bussare, scosse la testa, augurandosi che la lasciassero stare.

    “Andare via!” gridò, dalla sua voce trapelava il suo stato d’animo.
    Il cigolio della porta gli fece premere il maialino sugli occhi con forza brutale.
    “Non voglio parlare con nessuno!” mormorò quando la porta si chiuse.

    “Indovino che ci hai sentiti?”
    Il suo intero corpo si tese quando sentì la voce di Spike “Cosa? Che pensi che sia una donnaccia? Si… ho sentito allora”

    Quando lo sentì sedersi, si mosse di più verso l’orlo, non lo voleva vicino in quel momento. Poi avvertì la sua mano nei capelli.

    “Non lo detto” bisbigliò lui.

    “Si, che l’hai fatto” disse piano lei, inclinandosi inconsapevolmente contro la sua mano “Ballava in un modo che non ripeto, ricordi?”

    “Si” mormorò lui, senza mai fermare il movimento della sua mano “Beh il punto è che… sei molto meglio di quello”

    Girandosi a guardarlo per la prima volta, Buffy fu sorpresa di quando fosse vicino. Poteva sentirsi le labbra secche così tirò fuori la lingua e se le inumidì, quando si accorse che lui aveva lo sguardo fisso sulle sue labbra, per via del movimento che aveva fatto con la lingua il suo cuore cominciò a battere forte. Lentamente lui avvicinò la testa ma con gli occhi cercava sempre qualche improvviso segno di resistenza.
    Incurvandosi in aventi, Buffy chiuse gli occhi e accorciò la distanza. Sentendo le sue labbra di lui sulle sue, il suo cuore stava per scoppiarle in petto, finché non bussarono alla porta.

    Spike saltò all’indietro quando la porta si aprì, entrò Willow con un sorriso in volto.
    “Tutto a posto?” chiese guardando il vampiro biondo.

    “Si” mormorò lui, togliendo la mano dai capelli della ragazza per passarli tra i suoi. “Io…uh…è meglio che vada”

    Guardandolo praticamente correre fuori dalla stanza, Buffy aspettò di sentire la porta di entrata sbattere poi diede la buonanotte alla ragazza.

    Quando si ritrovò sola, si portò le mani alle labbra stupita del formicolio che sentiva ancora su tutto il corpo.

    Capitolo 7- Giocando

    Sarebbe stato molto più facile essere di buon umore, per il fatto di aver baciato Spike non fosse andato oltre a quello che era richiesto di evitarla. Era passate due settimane e lei non l'aveva visto una sola volta. Non alle riunioni degli Scooby, nè a casa sua, e neanche alla sua cripta quando si era fermata là una settimana prima.

    Anche dopo, Buffy sarebbe stata in grado di conservare un pezzetto di felicità del fatto che erano stati così vicini. Questo era stato così finché aveva seguito Aubrey per una perlustrazione l'altra notte ed aveva visto i suo incontri con lui. Il suo cuore cadde giù soltanto alla vista di loro che facevano qualcosa che Buffy prendeva per garanzia. Lei pensava che sarebbe stata sempre quella a pattugliare con Spike, ma apparentemente la figlia di un vampiro non poteva competere con la cacciatrice di vampiri.

    Così si ripromise che le cose sarebbero cambiate… di nuovo.

    * * * * *

    Attraversando le strade di Sunnydale, Buffy tentò di rimanere allegra mentre parlava con il suo ragazzo del suo appuntamento. Brad le aveva chiedendole di uscire, di tanto in tanto, per tutto l'anno scorso e lei era rimasta irremovibile sul non accettare nessuna offerta, ma quello era prima che entrasse in vigore la ‘Nuova Buffy '. Adesso, non vedeva il male nell’andare a vedere un film e a mangiare qualcosa. Lei si sorprese solamente che si stava davvero divertendo. Non c’era niente di sbagliato nel suo appuntamento, ma lei non vedeva nessuna possibilità futura.

    ‘Hai diciassette anni, ' lei pensava mentre camminavano verso casa dal 'Espresso Pump’. ‘Non hai bisogno di preoccuparti per le possibilità future – preoccupati solo per le possibilità presenti. '

    “Ehi,” Brad irruppe improvvisamente nei suoi pensieri con una voce eccitata. “Sei mai stata in un cimitero di notte?”

    Guardandolo, Buffy fece un leggere sorriso. “Non ricordo,” lei disse con apparente innocenza.

    “Andiamo,” disse lui, afferrando la sua mano e conducendola attraverso la strada verso uno dei più grandi cimiteri.

    Buffy si tranquillizzò un po’, Spike non viveva là, ma sapeva che di solito c’era qualche genere di
    attività vampiresca in quel particolare cimitero.

    “Io -io non so se questa è una buona idea,” disse lei, sorvegliando i dintorni e ricontrollando di avere un paletto nascosto nella sua tasca.

    “Non sei spaventata, vero?” le chiese, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle. “Ti proteggerò io” le sue labbra si strinsero al commento maschilista, ma tenne la bocca chiusa, scegliendo di ignorarlo.

    “Ci sono molte persone strane che frequentano i cimiteri,” disse lei, tentando di fargli capire che questa idea non era molto buona.

    “Andrà bene,” rispose Brad con un sorriso tranquillo. “Vieni.”

    Conducendola per un sentiero che serpeggia tra le lapidi, Buffy si assicurò di guardare ogni movimento ed ascoltare ogni fruscio intorno a lei.

    “Questo luogo sembra buono,” disse lui con un sorriso.

    “Sembra buono?” ripeté lei, sentendosi inquieta quando lui le mise dolcemente le mani sulle anche e la spinse contro un mausoleo. “Brad… cosa stai facendo?” bisbigliò, irrigidendosi quando sentì le sue labbra sul suo collo ed alzando la spalla per respingere le sue avance.

    “Cosa ti sembra?” lui chiese, tirandosi indietro per guardarla sorridendo.

    Costringendosi a rilassarsi, Buffy prese un profondo respiro. ‘Questo è giusto di passaggio, ' lei pensava fermando l’urgenza di spingerlo via. ‘Questo non andrà più lontano da quello che è disposta a concedergli… puoi ridurre questo ragazzo ad una polpa insanguinata se tenta di spingerti in qualche altra cosa. '

    Quasi sorridendo al pensiero, si rilassò contro di lui, tentando di non pensare che il semplice tocco delle labbra di Spike che l’accarezzavano appena contro le sue era più eccitante di qualsiasi cosa che Brad avrebbe potuto farle.

    Sentendolo muoversi di nuovo verso lei, Buffy lo spinse dolcemente via, offrendogli un sorriso dolce quando lui le diede un'occhiata interrogatoria. “Non mi piacciono le persone che toccano il collo,” disse lei a bassa voce, pensando che questo era un punto valido, considerato che era la figlia di due vampiri… certamente non stava per dirgli quello.

    Quando le sue labbra accarezzarono le sue, Buffy si costrinse a rilassarsi e a rispondere al bacio, tendendosi immediatamente alcuni secondi più tardi.

    “Buffy?”

    Lentamente si separarono - e sentendo un immediato senso di sollievo - lei si girò verso la voce familiare, vedendo Spike che stava in piedi di fronte a lei, superando evidentemente in altezza l'uomo che era con lei.

    “Cosa stai facendo qui?” chi lui con voce fredda.

    “Cosa ti sembra?” Brad rispose, evidentemente intimidito quando lo sguardo di ghiaccio di Spike si spostò su di lui. “È tuo papà o qualcos’altro?” parlò a bassa voce a Buffy.

    Lei avrebbe riso se non avesse balenato nella mente che Spike era un vampiro senza chip e senz'anima. Un fatto che dimenticava continuamente siccome lui aveva scelto di lottare per i buoni, ma con lo sguardo assassinio nei suoi occhi, Buffy sapeva, che avrebbe dovuto maneggiare attentamente questo.

    “O qualcosa altro,” rispose lei a bassa voce, mettendosi tra i due uomini. “Può aspettare qui?” chiese a Brad che accenno titubante col capo.

    Spike aspettò finché Buffy non lo oltrepassò prima di distogliere lo sguardo dall'altro uomo e seguirla.

    “Cosa stai facendo?” chiese Spike quando furono distanti.

    “Sono ad un appuntamento,” bisbigliò lei, incrociando le braccia sul torace.

    “In un cimitero?”

    “No,” rispose. “Al cinema. Questo era… una deviazione,” finì con un sorriso.

    “Una deviazione?” la interrogò, alzando un sopracciglio alla sua risposta.

    “Sì, ora mi scuserai,”disse, allontanandosi da lui, solamente per sentirsi afferrare per un braccio. Rapidamente liberandosi dalla sua presa, Buffy si rivolse di nuovo a lui con un'occhiata irritata. “Cosa? Vuoi giocare al padre arrabbiato adesso”

    “Ti ho detto di non chiamarmi così,” disse lui con voce bassa.

    “Sì,” Buffy disse con un'alzata di spalle. “Suppongo non sarebbe gentile con tutta la faccenda del bacio”.

    “Quello era-”

    “Un errore?” lo interruppe, dandogli un brillante sorriso mentre gli accarezzò la spalla in modo condiscendente. “Giusto, grande ragazzo. Ora, se mi scusi, ho un’ appuntamento.”

    Riportato dal suo ovvio congedamento, Spike si girò a guardarla mentre tornava al suo appuntamento.

    “Probabilmente dovremmo andare,” disse lei con un brillante sorriso che era evidentemente per beneficio di Spike. “Ho dimenticato che avevo promesso di essere a casa presto stanotte.”

    “Bene,” disse piano Brad, avvolgendo un braccio intorno alla sua vita e conducendola attraverso il cimitero.

    “Buffy,” Spike chiamò con frustrazione evidente nella voce.

    “Non ti preoccupare per me, Spike,” Buffy rispose, voltandosi indietro per guardarlo, dandogli un enorme sorriso. “Starò bene. Ci vediamo.”

    Spike rimase fermo sotto shock mentre Buffy si voltava senza un altro sguardo. Non voleva chiedersi perché faceva così male che lei non l’avesse preso in considerazione ed ignorati il momento che avevano condiviso alcune settimane fa.

    ‘Cosa volevi che facesse, ' pensò tra sé. ‘Era sbagliato… questo perché sei stato via a lungo. Eri il primo a volere che lei non gli desse molto peso ’.

    Allora perché lo infastidiva così tanto?

    * * * * *

    Il buon umore di Buffy evaporò rapidamente quando arrivò al suo portico. Dopo avere giocato praticamente al gioco delle ‘Venti Domande ’ con Brad su chi fosse Spike e mentendo sulla maggioranza delle risposte, era pronta ad arricciarsi davanti ad un film e godere di un po’ di tempo da sola.

    Lasciandolo con un bacio casto sulla guancia, Buffy praticamente corse in casa, volendo dimenticare tutto del suo appuntamento e soprattutto volendo dimenticare l’incontro con Spike.

    ‘Lui è dappertutto, ' pensò mentre andò nel bagno e cominciò a togliersi il trucco prima di scuotere la testa. ‘No, è dappertutto ma non dove vuoi che sia. Quando lo vuoi vedere, non è in nessun luogo. '

    Sentì un dolore per il dispiacere di avergli mentito. Considerava molto il bacio, ma se lui voleva giocare così, allora lei era più che disponibile ad aumentare la posta.

    Capitolo 8 – Appartenenze

    Entrando nel Bronze, Spike fece un’espressione arrabbiata appena vide il club affollato.

    “Questo suo sparire/riapparire sta diventando vecchio,” Borbottò, scrutando i corpi danzanti. Intravedendo dei capelli biondi, si incamminò verso il bordo della pista.

    La sua espressione, si oscurò quando vide Buffy circondata da un gruppetto di ragazzi e l’ondeggiare provocante dei suoi fianchi al tempo con la musica. La guardò per un momento, alzando un sopracciglio quando lei lo guardò e incatenò i suoi occhi con i suoi. Fu un po’ sorpreso quando un sorriso si illuminò sul suo viso e corse entusiasta verso di lui, usando il suo slancio per saltare fra le sue braccia e circondandolo al collo con le proprie. Intercettandola con un leggero “Oomph”, Spike tentò di non focalizzarsi sulle sensazioni delle sue dolci curve sotto le proprie mani, appena l’abbracciò. Realizzando un momento dopo che stava avendo una sgradevolissima reazione, o forse era piacevole, visto che lei stava cavalcando le sue anche, la guardò nei suoi luminosi occhi e si accigliò di più quando lei gli diede un altro sorriso.

    “Ciao,” Disse lei brillantemente, ovviamente provando piacere alla sensazione delle sue mani sulla vita mentre si contorse un po’.

    ”Cosa diavolo pensi di fare?” Gli chiese, guardando i ragazzi che l’avevano circondata fino ad un momento fa e domandandosi perchè la biondina fosse corsa via.

    ”Ballo,” Replicò, sentendolo spostarla delicatamente e deponendola facilmente sui suoi piedi, allontanandole le mani dal proprio collo e usando l’opportunità di rilassare i muscoli del torace anche se lei continuava a stare in piedi di fronte a lui, pressando il proprio corpo a quello di lui.

    ”Preliminari, più che altro” La derise, guardando attraverso il locale e provando ad apparire disinteressato.

    ”Geloso?” Domandò con un fuoco negli occhi che non avrebbe dovuto esserci.

    ”Geloso?” Ripeté con una risata forzata, provando a non notare il modo in cui lei guardava i suoi stretti pantaloni neri e la loro forma, una flebile scusa per una canottiera sportiva o per il modo in cui il suo cervello aveva perdendo tutto il sangue che scorreva verso le sue regioni più basse. “Non farmi ridere, amore,” Disse con un tono derisorio.

    “Bene,” Disse Buffy con un’alzata di spalle, girandosi verso la pista da ballo. “Ci vediamo in giro.”

    “E dove diavolo pensi di andare?” Chiese Spike, afferrandole il braccio prima che potesse scappare.

    “A ballare. Per sfogarmi…magari ad avere qualche preliminare,” aggiunse con un sorrisetto soddisfatto che gli fece capire che lei sapeva esattamente quello che stava facendo.

    “Non penso proprio,” Replicò, strattonandola verso la porta. “Vieni con me.”

    “Che stai facendo?” Chiese Buffy, il buon umore immediatamente scomparso lottando rabbiosamente contro di lui, mentre continuava a condurla fuori.

    “Ti sto portando a casa. Willow e Tara sono veramente preoccupate per te. Ti sei resa conto che non hai rispettato il coprifuoco?”

    “Non ho bisogno di un coprifuoco,” Borbottò, evitando i suoi occhi.

    ”Magari no. Mi sembra che hai bisogno di una sculacciata.”

    ”Ti offri volontario?” Chiese con sguardo sprezzante e un sopracciglio alzato.

    “Non farlo” Disse Spike, provando a liberare il suo cervello dalle immagini che si stavano formando, e che non aiutavano il corso dei suoi pensieri. “Sono preoccupate, e non immagino di aspettare fino a che tu ‘ti sia sfogata ’ prima di portarti a casa.”

    “Hai veramente bisogno di lavorare sui tuoi problemi di presa violenta,” Disse a denti stretti, strattonando il braccio dalla sua stretta. “E per tua informazione, posso badare a me stessa.”

    “Veramente?” Replicò Spike, chiudendo le distanze fra di loro mentre socchiudeva gli occhi. “E’ perché il tuo caro paparino viene qui? Perchè ci mostrassi in modo meraviglioso come ti puoi prendere cura di te stessa?”

    Vedendo lo sguardo umiliato e gli occhi lucidi al nominare suo padre, Spike si sentì il più grande idiota del mondo.

    “Mi dispiace, gattina. Tutto quello che ho detto era sbagliato.” Disse delicatamente.

    Buffy annui col capo, girandosi verso l’entrata del vicolo e camminando lontano da lui

    “Buffy-“

    ”No,” Sussurrò, assicurandosi saldamente le braccia intorno al proprio corpo. “Voglio solo andare a casa.”

    Intuendo che la “casa” da lei menzionata era a Los Angeles, Spike annuì semplicemente e incominciò a camminare verso Revello Drive, sperando realmente che si potesse infilare un piede in bocca per cambiare le cose.

    ******

    Arrivando sempre più vicini alla casa, Spike stava diventando sempre più spaventato mentre camminavano. Buffy non aveva detto più niente da quando avevano lasciato il vicolo, e lui stava iniziando a sentire come se un muro fosse presente fra di loro. Normalmente il tempo speso insieme era occupato dal frizzante chiacchierio di Buffy o, almeno, da un confortante silenzio. Ma questo era troppo teso, persino per lui.

    “Non intendevo quello che ho detto,” Egli sussurrò, vedendo i suoi occhi girarsi di scatto per un breve secondo prima di guardare lontano appena essi salirono i gradini del suo portico. “Angel ti ha mandato qui per metterti al sicuro…lo sai questo, giusto?”

    “Si,” Disse dolcemente, scoprendo improvvisamente che le sue mani erano veramente interessanti da come giocherellavo con il suo pollice. “Mi ha voluto mettere talmente al sicuro che non viene mai nemmeno a trovarmi. Sento come se lui non fosse nemmeno mio padre. È solo un estraneo con il quale è successo che io debba condividere del DNA.” La fronte corrugata prima di girarsi verso Spike. “Lui è morto…posso condividere del DNA con una persona morta?”

    Tirando un sospiro di sollievo visto che lei non sembrava essere arrabbiata con lui, Spike sorrise. “Lo stai chiedendo alla persona sbagliata, tesoro. Ma lui è tuo padre, quindi potrei dire che è una forte possibilità.”

    Buffy annuì, gettando uno sguardo alla porta. “Non sto cercando di essere qualche tipo di ragazzina viziata,” Disse dolcemente. “ Sto solo cercando di trovare il mio posto qui…questo ha un senso?”

    “Più di quello che tu creda,” Replicò con un sorriso gentile, resistendo all’urgenza di allungare la mano e accarezzarle la guancia.

    “Mi sento come se non appartenessi a questo luogo…come se non vi avessi mai appartenuto.”

    ”Lo è,” sussurrò, mettendole un dito sotto al mento e attirando la sua attenzione ai suoi occhi. “Tu sei dove appartieni.”

    ”Sono felice che qualcuno lo pensi.” Disse in un sussurro.

    Sentendo praticamente l’energia crepitare tra di loro, Spike fece un passo indietro, rompendo il contatto con lei e non pensando alla strana sensazione di perdita che accompagnò il movimento. “Meglio che vada.”

    “Si,” Mormorò Buffy, gettando un breve sguardo oltre la propria spalla alla casa. “Meglio che vada dentro.”

    Guardando Spike scendere gli scalini del portico, lentamente si giro e raggiunse la maniglia della porta.

    “Hey, Riccioli d’oro!” Chiamò Spike, portando un sorriso alle sue labbra quando si giro e lo vide in strada, che la guardava. “Non importa cosa sia successo…lo sai che ti voglio bene.”

    Sperando con tutto il suo cuore che lo intendeva in un modo differente, Buffy decise di rilassarsi e prendere quello che poteva avere. “Lo so,” Replicò con un sorriso. “Ti voglio bene anch’io.”

    Capitolo 9 – Ridicoli desideri

    Stanca di sedere e aspettare che succedesse qualcosa, Buffy decise di andare a fare una ronda. Malgrado la dichiarazione “d’amore” di Spike di una settimana fa, nulla era realmente cambiato. Attualmente lui era fuori a pattugliare con Aubrey, e non era sembrato che gli fosse venuto in mente che anche Buffy volesse andare. Si sentiva fuori forma dopo che non aveva polverizzato la sua parte di vampiri da alcune settimane.

    ”Posso prendermi cura di me stessa,” Mormorò, camminando attraverso un vicino cimitero.

    “E’ un fatto?”

    Girandosi al suono della voce, Buffy lasciò che un sorriso spuntasse sulle labbra quando vide i due vampiri dietro di sé.

    “Perchè non lo scoprite?” Replicò, allargando le braccia come se gli stesse dando apertamente un invito .

    Senza esitazione, entrambi corsero ad attaccare la giovane ragazza, entrambi sorpresi quando ne lanciò uno oltre la propria spalla e diede un calcio molto potente all’altro, mandandolo a gambe all’aria su di una lapide.

    “Andiamo, ragazzi,” Disse con una risata mentre saltarono in piedi. “Non ci state nemmeno provando.”

    Con un ringhio, il più largo dei due corse verso di lei, a mala pena rendendosi conto quando Buffy fece un passo fuori dalla sua traiettoria e conficcò un paletto nel suo petto, guardandolo disintegrarsi in polvere.

    ”La cacciatrice,” Ringhiò l’altro.

    “No,” Replicò con una leggera scrollata di spalle. “Solo me. Mi dispiace deluderti.”

    Poco sorpresa quando si ritrovò bloccata sotto ad un ringhiante vampiro, Buffy lottò per un momento prima di usare tutto il suo impeto per rialzarsi e rigirarsi fino a che non fu a cavalcioni sulla sua vita. Ficcando il paletto nel suo cuore morto, sentì una sensazione un po’ irritante quando il vampiro divenne polvere, lasciandola cadere per diversi pollici prima che toccasse il terreno.

    Tirando un sospiro di sollievo, si rialzò e si ripulì le mani, guardando come le ceneri venivano sparse dal vento mite, accigliandosi quando sentì la sua familiare presenza. Scegliendo di ignorarlo, Buffy continuò a camminare, non guardandosi mai alle spalle.

    ”Dovrei accontentarti fingendo che non sai che sono qui?” Gridò Spike, facendola fermare.

    Girandosi lentamente per fronteggiarlo, Buffy gli lanciò uno sguardo truce quando vide che Aubrey era dietro di lui. “Pensa quello che vuoi,” Disse Buffy con un’alzata di spalle senza preoccupazione. “Non ero fuori per cercarti, quindi puoi andartene per la tua strada.”

    Dandogli di nuovo le spalle, Buffy riprese il suo passo, praticamente avvertendo la rabbia e la frustrazione irradiarsi da Spike.

    “Fermati, Summers.”

    “Vai all’inferno, Spike,” Rispose di rimando lei, poco sorpresa quando lui praticamente si materializzò di fronte a lei. “Stupido veloce vampiro,” Borbottò fra sé, sopprimendo l’urgenza di roteare gli occhi.

    “Che diavolo c’è di sbagliato in te?” Ringhiò, non permettendole di oltrepassarlo appena cercò di aggirarlo.

    “Che ti importa?” Domandò, incrociando le braccia.

    “Perchè mi importa di te,” Sospirò addolcendo lo sguardo.

    “Si,” Replicò sarcasticamente. “Ti importa talmente tanto che mi ignori.”

    “Non ti ho ignorato,” disse dolcemente, guardando come Buffy lanciava delle occhiate verso la sua schiena, guardando l’altra cacciatrice prima di riportare lo sguardo su Spike.

    “Veramente?” Domandò con un sopracciglio alzato.

    “Non è quello che pensi,” Disse Spike con voce bassa.

    “Perchè ti interessa quello che penso?” Domandò, cercando di tenere lontani il dolore e l’emozione dalla sua voce.

    “Sei la mia ragazza, Riccioli d’oro,” Disse, cercando di alleggerire la situazione mentre gli offriva un tenero sorriso.

    “No, non lo sono,” Disse digrignando i denti.

    “Buffy-“

    “Vado a casa.” Borbottò, non lasciandolo fermarla questa volta appena lo oltrepassò.

    Dopo pochi passi, Buffy fu leggermente sorpresa di sentire la voce di Spike dietro di lei, ma non indirizzata a lei.

    “Porto Buffy a casa, se vuoi fai un altro giro veloce.”

    Senza rallentare il passo mentre camminava in direzione del margine del cimitero, Buffy finse di non averlo sentito parlare con la cacciatrice, obbligandolo a correre per poterla raggiungere.

    Pareggiando l’andatura con quella di lei, camminarono in silenzio per lunghi attimi, prima che diventasse troppo per Spike. “Parlami, amore.”

    “Circa cosa?” Domandò con voce irritata.

    ”Circa questi cambi di umore dai quali sembra che non riesci a liberarti.”

    “Sono un’adolescente, così la gran parte di te sente la necessità di farlo notare tutto il tempo. I cambi d’umore sono nel pacchetto.”

    “Stai facendo preoccupare tutti, Buffy,” Disse Spike, con voce seria. “Incluso me,” Aggiunse, guardandola e vedendo la tensione nel suo corpo.

    “Perchè tutti sentono che si devono preoccupare per me?” Chiese tristemente.

    “Perchè teniamo a te,” Replicò dolcemente.

    “Allora lasciatemi crescere,” Gridò per l’esasperazione. “Lasciatemi fare le mie esperienze e smettetela di fingere che io sia questa piccola ragazza da dover proteggere negli ultimi diciassette anni,”

    “Cosa se volessi che tu rimanessi da proteggere?” Replicò, piegando la testa nella sua direzione.

    “E’ un po’ tardi per quello. È un po’ tardi per gli ultimi sette anni. Da cosa esattamente vorresti che restati da proteggere?”

    “Cosa se dicessi- me?” Chiese dolcemente

    ”E’ un po’ tardi anche per questo,” Sospirò. “Ti conosco,Spike. Ci sono dentro. Non c’è niente che tu puoi fare per cambiarlo.”

    Girandosi in direzione di casa sua, Buffy continuò a camminare, stringendosi le braccia intorno al corpo.

    “Di cosa sei così spaventato?” Chiese lei finalmente, vedendo praticamente la sua schiena irrigidirsi con la coda dell’occhio e sapendo che lui aveva capito il significato nascosto dietro alle sue parole. O forse non così nascosto.

    ”Nulla,” Replicò, scuotendo la testa per enfatizzare le sue parole.

    Gettando una veloce occhiata verso di lui, Buffy sospirò. “Che vuoi da me?”

    Spike sembrò considerare la domanda per un momento prima di rispondere. “Voglio che le cose tornino com’erano.”

    Facendosi scorrere le sue mani tra i capelli per la frustrazione, lei represse l’urgenza di provare e abbandonare la conversazione. “Tu vuoi ancora la routine ‘Fratellone Spike/Sorellina Buffy ’ ”?

    “Non è esattamente come l’ho definito, tesoro.”

    “Allora come lo vorresti chiamare?”

    “Amici. Rivoglio la nostra amicizia.”

    “Ma nel profondità, non è quello che è,” Replicò, guardandolo negli occhi e sentendosi solo moderatamente soddisfatta quando lui guardò in basso, sapendo esattamente cosa volessero dire esattamente le sue parole.

    “Bene,” Lei disse dopo un profondo sospiro dopo un lungo momento. “Hai vinto. Sarò per sempre ‘la piccola perfetta Buffy ’.”

    Salendo i gradini del portico, poté sentire la frustrazione uscire da lui in ondate appena mise la chiave nella toppa.

    “Voglio solo essere in grado di parlarti di nuovo,” Disse finalmente, un istante prima che lei entrasse in casa.

    “Vuoi parlare?” Chiese, girandosi per guardarlo. “Sono qui! Io non sono l’unica che sta scappando.”

    “Io non sto-“

    “Com’è è stata la ronda, Spike?” Domandò, circondandosi la vita con le braccia e serrando la mascella quando vide la colpa balenare nei suoi occhi. Provando finalmente pietà per lui dopo un momento, Buffy inalò improvvisamente, intimamente arrendendosi alla silenziosa battaglia delle due volontà. “Vuoi che le cosa siano come prima? Bene.”

    ”Cosa vuoi dire con ‘bene’?”

    “Intendo quello che ho detto,” Replicò con un’alzata di spalle. “Considera che tutto tra di noi andrà bene.”

    Spike la guardò confusamente mentre entrava in casa, chiudendo silenziosamente la porta dietro di lei, prima di passarsi le mani tra i capelli. Tutto quello che voleva era che le cose tornassero normali, prima che tutti gli ormoni e l’angoscia adolescenziale venissero fuori. Avrebbe dovuto saperlo che era un desiderio ridicolo.

    Capitolo 10 – Sbagli Stupendi

    “Stai uscendo, Buffy?” Chiese Willow mentre Buffy stava camminando fuori dalla porta con la sua borsa ventiquattrore in mano.

    ”Si,” Replicò, facendo un caldo sorrisa all’anziana donna. “Sarò di ritorno in mattinata.”

    “Okay, dolcezza. Divertiti,” Disse Willow, camminando verso la cucina prima di schioccare le dita e girarsi verso Buffy. “Ho quasi dimenticato di dirti- tuo padre sta arrivando in città.”

    “Pa -Papà?” Chiese Buffy nervosamente. “Perchè?”

    ”Vuole solo controllarti,” Rispose caldamente. “Divertiti.”

    Uscendo per incontrare i suoi amici al Bronze, Buffy si sentì mancare il respiro. “Cosa se fossi nei guai?” Pensò, il suo passo strascicante mentre camminava. “Cosa se lui avesse sentito come mi sto comportando e avesse deciso di venire a vedermi e volesse realmente giocare al ruolo di padre per un cambiamento?”

    Virando in direzione del cimitero, non poté negare l’improvvisa necessità di vedere Spike. Forse le cose erano cambiate tra di loro, ma lui era ancora la persona sulla quale lei contava.

    Era ancora quello di cui lei si fidava di più

    Attraversando il cimitero qualche minuto dopo, Buffy prese un profondo respiro quando vide la cripta di Spike. Facendo scorrere esitante le mani sulla liscia porta, si morse il labbro quando aprì la porta lentamente. Richiudendola alle sue spalle e lasciando cadere la borsa ai suoi piedi, ispezionò l’interno.

    Illuminato con solo poche candele sparse che gettavano un bagliore che faceva rabbrividire verso l’esterno, Buffy camminò lentamente attraverso la cripta.

    “Spike?” Chiamò debolmente, andando dall’entrata al piano inferiore e scendendo lentamente. “Spike, sei qui?”

    Saldando gli ultimi gradini, Buffy guardò intorno per la stanza, vedendo il letto leggermente sgualcito, ma non Spike.

    “Credo che questo sia un no, allora,” Mormorò, guardandosi intorno per un’altra volta prima di raggomitolarsi sul letto.

    *****

    Chiudendo la porta alle sue spalle, Spike gelò quando sentì la familiare presenza che praticamente gli assalì i sensi.

    ”Buffy?” Disse dolcemente, camminando un po’ più all’interno della cripta e vedendo la borsa ai suoi piedi.

    Chiudendo gli occhi e prendendo un profondo respiro, Spike seguì il suo profumo verso la scala e lentamente la discese, girandosi intorno quando i suoi piedi toccarono il duro pavimento. Lasciò vagare un sorriso sulle labbra quando la vide addormentata sul letto, sembrava così innocente con una mano piegata sotto una guancia. Il sorriso svanì lentamente appena realizzò come questa situazione sarebbe potuta volgere in male rapidamente.

    Fin qui, era riuscito ad ignorare qualsiasi crescente sensazione o… desiderio che sentiva per la giovane donna nel letto. Lasciarla trascorrere la notte nella cripta sarebbe stato un buon modo per gettare tutto quello dalla finestra senza pensare.

    ”Buffy,” Sussurrò, mettendo un ginocchio sul letto e scuotendo gentilmente la sua spalla per svegliarla. “Alzati e splendi, Riccioli d’Oro,” Mormorò, abbassandosi ulteriormente per sussurrare al suo orecchio.

    Incapace di realizzare cosa stava accadendo, Spike trasalì quando improvvisamente sentì le sue calde labbra permute contro le sue. Lasciando che il suo cervello accendesse il pilota automatico, rispose al bacio avidamente, avvolgendo le braccia intorno al suo piccolo corpo e chiudendo gli occhi alla sensazione del corpo di lei premuto contro il suo.

    Tirandosi lentamente fuori dal suo sogno sul baciare Spike, gli occhi di Buffy si spalancarono appena il sogno svanì, ma il ricordo delle sue labbra permute contro le proprie no. Respirando affannosamente nella bocca di lui, il suo cuore accelerò quando sentì la sua lingua sfiorare gentilmente la propria, gemendo quando la sua mano si depositò sulla sua anca.

    Non sapendo che cosa stava succedendo, e non importandole, Buffy lasciò vagare le sue mani sulle sue forti braccia, sulle sue spalle, intrecciandole tra i suoi capelli, tirandolo più vicino a sé appena la sua lingua massaggiò quella di lui.

    Poteva sentire l’evidenza della sua eccitazione per lei premuta contro il suo stomaco, e un altro fremito scorrere veloce in lei appena si premette contro di lui, sorridendo contro le sue labbra quando udì il suo eccitato gemito.

    Realizzando lentamente cosa stava succedendo – cosa lui aveva lasciato succedere – Spike si tirò indietro esitante. Vedendo il bisogno nei suoi occhi, premise un altro casto bacio sulle sue labbra prima di tirarsi indietro completamente.

    Guadagnando un po’ di lucidità con la distanza, Spike si sedette e si sfregò nervosamente il retro del collo.

    “Mi dispiace,” Sospirò.

    “Lo sei… naturale lo sei,” Mormorò, sedendosi e muovendosi per alzarsi.

    “Dove stai andando?” Domandò Spike, guardando verso di lei e vedendo il dolore nei suoi occhi. “Hey,” mormorò, raggiungendola e fu poco sorpreso quando lei indietreggiò e si allontanò, non lasciandolo avvicinare. “Che c’è?”

    “Che c’è?” ripeté, guardandolo come se avesse perso il cervello. “Mi sono svegliata trovando te che mi baciavi e poi-“

    “Tu mi hai baciata per prima,” La interruppe.

    “Stavo dormendo. Non è colpa mia se stavo sognando…”

    Mordendosi le labbra mentre le parole le morirono sulle labbra, Buffy poté vedere lo sguardo pieno d’orgoglio sul viso di Spike.

    ”Stavi sognando me?” domandò, piegando la testa di lato mentre un leggero sorriso apparve sulle sue labbra.

    ”Non importa,” mormorò, alzandosi e dirigendosi verso la scaletta, solo per essere improvvisamente bloccata dal vampiro.

    “Mi dispiace ti ho ferito,” sospirò con ovvia sincerità.

    “Non importa,” ripeté. “Sono stata stupida a pensare che…”

    ”Che…cosa?” domandò, tentando senza successo di cancellare il ricordo delle sue morbide labbra contro le proprie.

    Mettendosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio, Buffy sospirò. “Sono stata stupida a pensare che tu avresti potuto volermi in quel modo.”

    “Buffy-“

    “Per favore non addolcirmi con mezze verità ,” Disse, guardandolo negli occhi.

    “Non sto per farlo,” Replicò, inclinando la testa mentre la studiava. “Stavo per dirti che sei una delle più belle giovani donne con la quale sono stato in contatto e se le cose fossero diverse…”

    ”Bella?” Chiese con un leggero sorriso.

    ”Lo sai di esserlo,” Disse Spike con un sogghigno in risposta.

    “E giovane,” Continuò Buffy con un sospiro, lasciando che il sorriso si affievolisse e vedendo lo sguardo serio negli occhi di lui.

    “Bè, sei giovane, tesoro,” disse dolcemente, muovendosi per bloccare ancora una volta la sua fuga appena lei provò a girargli intorno. “Se le cose fossero differenti…”

    “Se le cose fossero differenti,” ripeté Buffy, guardando in su verso il soffitto provando e ignorando le lacrime che si stavano formando. “Lo sai quante volte questo pensiero mi passa per la testa? Se non fossi giovane, se non fossi la figlia di Angel, se tu non… se tu non mi trattassi come fossi la tua stessa figlia,” Finì in un sospiro, guardando il pavimento con un lieve broncio.

    ”Non lo sei,” brontolò, cercando di non lasciare che la semplice dichiarazione portasse a pensieri allarmanti.

    “Si,” Mormorò, spingendolo di lato e salendo le scale. “Dillo a te stesso.”

    Camminando attraverso la cripta e afferrando la borsa prima di raggiungere la porta, Buffy sobbalzò quando Spike era, ancora una volta, di fronte a lei.

    “Campana…collo…pensaci.”

    “Arriverò con un bello e di pelle..”

    La sua voce svanì, non volendo finire quella frase e cercando di portare ad ancora più brutti –o forse belli- pensieri sulla donna di fronte a lui.

    “Vado a casa,” Disse, usando il suo avambraccio per spingerlo contro il suo torace, solo leggermente sorpresa quando si ritrovò girata verso il retro della cripta invece che verso la porta.

    “Perché sei qui?”

    ”Ha importanza?” domandò con un sopracciglio alzato, girandosi a fronteggiarlo ancora una volta.

    ”Considerando che hai portato una borsa e sembra che tu voglia stare qui per la notte, penso che c’è l’ha, tesoro.”

    “Stavo andando a stare da un’amica,” Disse piano. “Willow mi ha detto qualcosa e io…io solo non mi sentivo più nel giusto stato d’animo.”

    “Cosa avrebbe detto la Rossa?” Domandò, la sua mente che vacillava per l’idea di domandarle di restare per il resto della notte.

    ”Mio padre sta per arrivare in città.”

    “Dannazione,” Mormorò, pizzicandosi la punta del naso. “Inestimabile. Peaches decide di fare una visita subito dopo che ho quasi abusato-“

    ”Prima di tutto,” Disse Buffy rabbiosamente. “Non stavi esattamente ‘abusando’. Secondo – ad ogni modo cosa ti fa credere che voglia dirgli quello che è successo ?” domandò lei, sentendo come se la situazione si capovolge su di lui per un cambiamento. “E’ stato un errore, ricordi? Tutto quello che è successo fra di noi poco fa era un errore.”

    “Non è vero,” Disse, scuotendo la testa.

    “Non lo è?” Replicò lei scettica prima di scuoter la testa e passargli accanto. “Dimenticalo. Devo andare.”

    “Rimani,” Sussurrò, a mala pena girando la testa appena sentì i suoi passi fermarsi dietro di lui.

    “Cosa?” domandò con un dolce sospiro.

    ”Resta,” Ripeté. “Solo…non andartene. Non voglio che succeda niente…” Bugiardo “…solo resta.”

    “Perchè?”

    Girandosi a guardarla, Spike sospirò. “Voglio essere sicuro che tu sia al sicuro…e non posso lasciarti andare così.”

    TBC
     
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    Capitolo 11 – Amore platonico

    Aprendo lentamente gli occhi, Buffy si prese un momento per ricordarsi dov’era. Quando vide il corpo freddo vicino al suo, sentì il cuore saltarle in petto ricordando il bacio che lei e Spike si erano scambiati la notte prima. Rotolando per guardarlo meglio, sorrise mentre lo osservava dormire- disturbato solo dalla mancanza di respirazione e dal battito cardiaco. Sentendo un fremito attraversarla quando realizzò che la mano di lui era sull’addome di lei, quasi tremò per quel semplice gesto.

    ‘Lui potrebbe essere sveglio in questo momento e tu non lo sapresti neanche ’ pensò lei.

    Avrebbe voluto passare la dita sugli zigomi, ma si morse il labbro tenendo le mani dove le aveva. Sapeva che se lui avesse sentito un solo tocco intimo, sarebbe saltato fuori dal letto e su per la scala prima che lei potesse battere le palpebre. La conversazione che avevano avuto la notte prima era ancora fresca nella sua mente.

    “Spike,voglio solo andare a letto” disse Buffy in esasperazione.

    ”Io non dividerò il letto con te, Riccioli d’oro” rispose lui, mentre si affrettava a salire le scale lei gli afferrò la camicia e gli diede una scossa e cadde a terra.

    ”Sei un tale bambino di cosa hai paura?”

    Spike sospirò, stingendo la mascella e indurendo il collo.

    ”Perché sei tu che non sei più una bambina” disse lui leggermente, aprendo gli occhi e guardandola.

    ”C’è ne voluto di tempo per capirlo” mormorò lei incrociando le braccia al petto.

    ”Sarò di sopra” disse Spike, non riuscendo a replicare alla sua affermazione.

    ”No” rispose Buffy con un’altra tirata alla sua camicia.

    ”Maledizione, donna-lasciami!”

    ”Cosa? Perchè hai tutti questi timori”

    ”Ah, dannazione, ah”

    ”Spike, è perché non mi vedi più come una bambina, ma come adulta, vero?”

    ”Davvero non mi piace dove ci sta portando questa conversazione”

    ”Rispondimi”

    ”D’accordo” rispose lui, esasperato “Ti vedo come un’adulta- sei felice?”

    ”E come due persona adulte possiamo dividere il letto” aggiunse Buffy, sollevando un sopracciglio come per sfidarlo.

    Guardando il materasso si passò le lingua sul labbro inferiore, mentre lui pensava alla situazione, Spike la guardò “Non accadrà niente. Siamo d’accordo?”

    ”Chiaro” disse Buffy, salendo sul letto aspettando che Spike la raggiungesse “Sei preoccupato per quello che è accaduto. E so che tu non mi darai quello che desidero”

    Sentì un colpo mentre lui la guardava nel buio “Cosa sta succedendo? Mi hai sognato!”

    “Si” rispose lei, mettendosi un sorriso furbo in faccia. “Ti ho sognato. Non è colpa mia se il mio cervello non riesca a scegliere un altro ragazzo dal mio archivio da sognare”

    ”Per favore, dimmi che stai scherzando” ribatté lui, cercando di trattenere la gelosia.

    ”Sull’archivio?” lo stuzzicò Buffy “No, non scherzo. Avrebbe potuto essere chiunque- Jhonny Depp, Jud Law…Dio addirittura Xander”

    ”Ti prego, zitta!” gemette Spike, portandosi una mano agli occhi.

    ”Hai trovato il mio punto” continuo lei con un’alzata di spalle e Spike non riuscì a vedere come lei cercava di sopprimere una risata. “Mi è successo giusto la notte scorsa”

    ”Ti avverto-se non la smetti subito, dormirai fuori”

    ”Awww, povero Spikey. Non preoccuparti- stanotte cercherò di sognare qualcun altro…magari Orlando Bloom.”

    ”Buffy!”


    Sorridendo a quel pensiero. Buffy si preparò a scendere dal letto, scivolare fuori dalla cripta per salvare Spike dalla scena che avrebbe ovviamente voluto evitare. Non era precisamente la solita ‘mattina dopo ’, ma sapeva che lui sarebbe stato goffo. Rimosse lentamente la mano dal suo stomaco, sentendo subito dopo una profonda perdita. Senza pensarci, tentò di mettersi seduta, e il letto strillò sotto il suo peso. Scivolò fuori dalle coperte, tirò un sospiro di sollievo quando i suoi piedi toccarono il pavimento.
    Sospirò facendo il giro del letto e si sistemò i vestiti, si abbassò per mettere le lebbra sulla fronte di lui, ma si fermò un secondo dopo, sapendo che non gli sarebbe piaciuto.

    ”Ciao, Spike” sospirò passandogli una mano sulla guancia.

    ”Dove stai andando, luv?” domandò lui, aprendo gli occhi e guardandola.

    Saltando di sorpresa, Buffy non fece in tempo ad alzarsi così lo fissò in quegli occhi blu così profondi. “Penso sia meglio che io vada” mormorò, sorridendogli lievemente.

    ”No, non devi” disse lui leggermente, togliendogli i capelli da davanti agli occhi.

    ”Io penso che probabilmente dovrei invece” bisbigliò senza fiato quando la sua mano arrivò alla faccia.

    Vedendo quanto era vicina alla sua bocca le sue pulsazioni cominciarono ad aumentare, Buffy tremò, e cercò la forza dentro di lei per non baciare l’uomo che amava. Si alzò in piedi, e credette di vedere un bagliore di delusione negli occhi di Spike, ma sapeva che lo stava solo immaginando.

    ’Vattene da qui prima di imbarazzarti ’

    ”Io devo veramente andare” disse lei, tentando di offrirgli un sorriso tenero mentre cominciava a salire le scale.

    ”Ti accompagno, pet”

    ”Spike, sono stata qui un milione di volte. Penso di sapere dov’è la porta” rispose. Se fosse stata onesta con se stessa, lei voleva passare molto tempo con lui ma non voleva farsi delle illusioni…se poi non era quello che lui davvero voleva. Ne sarebbe stata male.

    ”Ok” disse sedendosi sul letto e stiracchiandosi prima di alzarsi del tutto “Ad ogni modo, ho bisogno di trovare del sangue”

    Lui notò che non aveva fatto nessun commento quando aveva menzionato le sue necessità dietetiche, come ogni persona invece avrebbe fatto. Ma lei accennò solo col capo e cominciò a salire le scale.

    Buffy non aveva fatto nessuna faccia strana quando lui aveva menzionato il sangue. Lei accettava tutto di lui, dal momento che lui era cambiato. Quella era una delle cose che amava di più in lei. Ma era stato il primo ha dirle che loro potevano avete solamente un ‘amore platonico ’. La seguì di sopra guardandola mentre afferrava la borsa e si apprestava ad andarsene

    ”Ti vedrò più tardi, Spike” disse piano “Grazie per avermi fatto stare qui”

    ”Quando vuoi, pet” disse prima che lei arrivasse alla porta “Devi promettermi solo una cosa, luv” aggiunse prima che lei uscisse al sole.

    ”Cosa?” domandò lei, girandosi a guardarlo.

    ”Promettimi che non sognerai il cucciolo” disse lui sorridendo, quando vide il lampo di ira negli occhi di lei, e ridendo di gusto quando scansò la borsa che gli aveva tirato.

    Capitolo 12 - Giocando Con Il Fuoco

    Nervosamente camminando per la casa che era divenuta tale, durante gli ultimi anni, Buffy si morse il labbro mentre sentiva il ticchettio dei suoi stivali sul pavimento.

    ‘È questa visita è per controllare o controllare me?' si chiese mentre si stringeva le mani insieme.

    “Buffy, siediti, dolcezza,” disse Willow, guardando la giovane passeggiare di nuovo per il soggiorno. “Farai un buco nel pavimento e poi sei nervosa per nessun motivo.”

    “Lo sono?” replicò lei, fermandosi di fronte alla donna dai capelli rossi e guardando di nuovo a lei e a Tara. Ignorando Aubrey mentre l'altra bionda stata in piedi nell'angolo, Buffy guardò come le due streghe si scambiarono un'occhiata che servì solamente ad aumentare il suo nervosismo. “Non mi aiuta,” mormorò, riprendendola a camminare.

    “Andiamo, pet,” disse Spike dalla sua posizione, seduto in modo comodamente sul divano. “Soulboy è molte cose, ma non c'è nessuna ragione di essere nervosa o spaventata per una sua visita.”

    Prendendo un respiro profondo per controllare le emozioni, Buffy aggrottò le ciglia quando vide Aubrey guardare Spike con apprezzamento.

    ‘Perché anche lei è qui? ' si chiese arrabbiata. ‘Giusto perché vive in casa non vuol dire che è inclusa nella famiglia. '

    A credito di Spike, i suoi occhi non lasciarono mai la figura nervosa di Buffy come lui le offrì un sorriso confortante.

    Sentendo la macchina nel viale d’accesso, Spike e Buffy si girarono verso la porta, entrambi che sa istintivamente che Angel era arrivato prima degli altri. Sentendo la presenza di Spike dietro di sé, lei si girò per dargli un sorriso grato per avergli mostrato un appoggio. Willow e Tara si misero in piedi nel soggiorno mentre Buffy prese un respiro per calmarsi, facendosi scorrere le mani lungo i pantaloni neri in uno sforzo silenzioso di calmare i nervi.

    Sentendo Angel sull'altro lato della porta, lei torse lentamente la manopola e l'aprì, rivelando l’uomo che non vedeva da un anno.

    “Ciao,” la salutò lui in un tono freddo.

    ‘Uh oh '

    “Ciao,” rispose lei, costringendo un sorriso sopra le sue labbra e tentando di calmare il nervosismo che era dentro di lei. Chiaramente lui poteva sentire la sua tensione, così non era bene e provava a calmarsi ora che lui era già qui.

    ‘Stupidi sensi di vampiro, ' lei borbottò silenziosamente.

    “Non mi inviti?” chiese, incrociando le braccio sul torace.

    “Sei già stato invitato,” disse lei, cancellando il falso sorriso poiché evidentemente lui non stava dando valore alle sue emozioni sul suo volto.

    ‘Di tutte le volte adesso doveva interpretare la situazione ’ pensò lei mentre lui l’oltrepassò. ‘E’ stato sempre così alto? ' si chiese, sentendosi improvvisamente più intimidita adesso che tutti erano riuniti nell'ingresso della casa. Muovendo leggermente le spalle per far uscire la tensione dal corpo, chiuse un po’ gli occhi quando lei sentì la mano di Spike accarezzargli la schiena.

    Esaminando il suo grandsire mentre entrava dalla porta, Spike sentì gli occhi di Angel andare a lui appena la porta si chiuse. Lo sguardo nei suoi occhi fece desiderare a Spike di fare un passo indietro, lontano dalla figlia di Angel a tutti i costi. Poteva sentire praticamente la richiesta arrivare a lui come avvertimento, quasi allagando i suoi sensi con questo potere mentre il vampiro più anziano lo fissava. Naturalmente non era una tipica richiesta vampirica poiché Buffy non era la compagna di Angel, ma lei era la cosa più preziosa che possedeva e l'avvertimento era chiaro. Il demone l'avvertì di stare lontano, ma l'uomo in lui voleva provare che era per Buffy…non gli importava quello che Angel pensava della situazione.

    “Ciao, Angel” disse Willow brillantemente. “Vieni a sederti. Oh, questo è la nuova cacciatrice, Aubrey” continuò lei facendo dei passi nel soggiorno e mostrandogli l'altra ragazza bionda.

    Salutando appena l'altra donna con un cenno, Angel era concentrato su sua figlia. Non prendendo l'invito di andare nell'altra stanza, lui continuò semplicemente a fissare la piccola ragazza bionda, un pò sorpreso quando il suo sguardo fisso non oscillò mai.

    Spike restrinse gli occhi mentre analizzava la situazione, guardando padre e figlia fissarsi l'un l'altro, i suoi istinti protettivi che si intensificavano perchè Buffy potesse essere in una potenziale situazione di pericolo. E non stava ad analizzare la nuova svolta di eventi che lo portavano a proteggerla non più come un amico o per obbligo. Lui stava quasi per andare da loro e fermare la disputa visiva quando Buffy parlò.

    “Perché sei qui?”

    “Ti ho detto che ne avevo bisogno,” rispose lui, non rompendo mai il contatto visivo con lei.

    “Cordy ha avuto una visione?” chiese lei confusa.

    “No. Più una …intuizione.”

    “Cosa?”

    “Sembra che lei abbia interpretato da una conversazione con Willow e pensa probabilmente hai bisogno di una guida.”

    “Una guida?” Ripeté Buffy con un sopracciglio alzato, sentendo la rabbia crescere.

    “Non ti stai comportando esattamente bene, vero?” disse Angel, restringendo leggermente gli occhi quando vide la rabbia tingere le sue guance. “Ho pensato che probabilmente fosse nel tuo interesse se io fosse venuto ad prendermi cura delle questioni.”

    “Oh, quello è intenso,” rispose Buffy schernendolo mentre alzava gli occhi. “Davvero questo è il momento in cui di solito prendi il tuo culo e fuggi via.”

    “Elizabeth -”

    “Quello non il mio nome,” disse lei a voce bassa.

    “Sì, è il tuo nome.” disse lui in un bisbiglio.

    “L'inferno che lo è,” Buffy rispose. “Solo perché hai decise di essere un genitore per un mese e darmi un nome non vuole dire che applica ancora oggi.”

    “Non testarmi, piccola ragazza” Angelo ringhiò.

    “Faccio qualsiasi cosa per l'inferno voglio,” lei lo sfidò, ignorando il fatto che Spike fece un passo in avanti, aspettando di intervenire se necessario.

    Nessuno aveva mai visto padre e figlia arrivare a quel livello. Chiaramente, Buffy aveva ragione, ad un'estensione. Angel non faceva mai un sforzo quando veniva per allevarla. Non era colpa sua - era per la sicurezza di Buffy - ma giudicando dalle occhiate scure su ambo le loro facce, nessuno intervenne per la specifica situazione di quel momento.

    “Io non sono una piccola ragazza che ha bisogno di una guida,” disse lei, mentre guardava l’uomo che era l’ unico membro della sua famiglia, ma alla stesso tempo, era un estraneo. “Io non sono una bambina,” disse lei con una bassa, voce minacciosa. “E posso prendermi cura di me stessa.”

    Oltrepassandolo e andando verso la porta, Buffy sentì la presa violenta della mano di Angel sul suo braccio e liberandosi, alzò le spalle. “Torna a Los Angeles,” disse lei con voce bassa. “Non ho bisogno di te qui.”

    Senza fermarsi a guardare la sua reazione, Buffy oltrepassò la porta, sentendo una piccola soddisfazione che ha sostenuto su di lui, ma anche sentendo un più opprimente senso di perdita per aver allontanato l’unico membro della sua famiglia.

    * * * * *

    Vedendola attraversare la porta, Spike guardò in sbalordito per un lungo momento prima di camminare lentamente verso la porta.

    “Dove stai andando?” chiese Angel prima che il biondo uscisse dalla casa.

    “Da lei,” rispose lui, non guardando mai verso il suo grandsire.

    “C'è qualche cosa dovrei sapere?” gli chiese Angel con una voce troppo bassa per l’udito di chiunque.

    Con una precisione misurata, Spike si fermò prima di girarsi lentamente per affrontare l'altro uomo. “No,” disse con un ringhio basso. “Ma le voglio abbastanza bene per non permetterle di vagare da sola sulla bocca dell’inferno.”

    * * * *

    Volendo eliminare il nervoso, Buffy stava camminando praticamente in cerchi per il cimitero, quasi sfidando qualche vampiro non sospettoso di andare là e tentare di coglierla di sorpresa.

    La voce di Angel ancora nella testa, causando il crescere della tensione nei suoi muscoli finché si mise a massaggiarsi le braccia e tentando di liberarsi dello stress che lui aveva causato.

    “Stai bene?”

    Sentendo la voce gentile dietro di sé, Buffy frenò l’urgenza di voltarsi e di gettarsi nelle braccio di Spike.

    “No,” lei bisbigliò, le lacrime che spingono per uscire dai suoi occhi. Rifiutandosi di voltarsi mentre tentò freneticamente di mandarle via, non voleva che pensasse che stava agendo da immatura. Poteva sentire che si stava avvicinandosi e prese un profondo respiro per consolidare i suoi nervi. “Non sto bene,” lei mormorò. “Ma bisogno di alcuno minuto… da sola.”

    “No,” disse lui leggermente, sentendola tremare quando la punta delle dita le accarezzarono dolcemente lungo la schiena. “Non devi stare da sola,” lui bisbigliò nel suo orecchio, tentando di non notare come si sentiva con lei così vicina.

    Rilassandosi contro di lui, Buffy chiuse brevemente gli occhi, mordendosi il labbro pensando alla conversazione che aveva avuto solo pochi momenti fa con suo padre.

    “E’ andato via?” domandò dopo un momento, riprendendo a camminare. “Lui ha stuprato ed assassinato per più di cento anni, e pensa che di poter dettar legge sulla mia vita!?” continuò, gesticolando e non notando come Spike indietreggi per come la sua descrizione di Angel corrisponda al proprio passato. “E’ rimasto fuori dalla mia vita per anni, senza mai spedirmi neanche una cartolina di compleanno perché non voleva mettermi in pericolo, e poi pensa che può fare il ruolo di padre interessato?”

    “Si preoccupa solo per te,” disse Spike, scegliendo attentamente le parole per non farla fuggire, siccome lei sembrava che si stesse calmando.

    Calciando con rabbia una lapide, Buffy fremette quando si ruppe per la sua forza. “Oops,”disse, rivolgendo una sguardo a Spike che trovava adorabile. Voltandosi con un profondo sospiro, lei si inclinò pesantemente contro la pietra e lasciò le sue gambe piegarsi, scivolando lentamente a terra. Tirandosi le ginocchia al torace, Buffy ci appoggiò i gomiti e si passò le mani attraverso i capelli. “Lui non lo capirebbe,” disse, sentendo la lotta defluire fuori da lei mentre appoggia la testa di nuovo contro la pietra fresca. Studiando le poche stelle che uscivano dalle nubi, fece uscire un sospiro frustrato dai suoi polmoni, notando vagamente quando Spike si sedette accanto a lei.

    “Penso che molti di noi non ‘capirebbero' ” rispose lui, guardando mentre gli occhi di lei percorrevano il cielo scuro.

    “No,” disse lei leggermente con un cenno di comprensione. “Suppongo di no . Intendo … è passato molto tempo da quanto eri un adolescente, giusto?” continuò con un sorriso.

    Spike ridacchiò, rilassandosi con lei. “Già.”

    “Quanti anni hai?” chiese lei, sorridendo quando la osservò con sguardo sorpreso sul suo viso.

    Facendo una pausa per pensare per un minuto, Spike guardò il cielo. “Cento e-”

    “No,” lo interruppe, scuotendo la testa. “Quanti anni avevi quando sei stato trasformato?”

    “Perchè?” chiese, già scomodo sapendo dove questo potesse portare.

    “Solo curiosità,” rispose con un'alzata di spalle.

    “È stato mentre,” mormorò. “avevo poco meno di trent’anni, mi sembra.”

    “Realmente?” domandò lei, giocando con la unghia del pollice nervosamente. “Pensavo quando eri più giovane.”

    “Non precisamente un adolescente,” disse lui con un sorriso.

    “E perché tutto quello che penso o sento è automaticamente indicata come ‘una cosa da adolescente '?” lei chiese, facendo sorridere Spike come lei cambiò completamente di nuovo l’argomento. Apparentemente andando nel suo piccolo mondo, lui la guardò, godendo dello sguardo infuriato sul suo viso come tornò con il pensiero a Angel.

    Lui tentò di non notare com’era bella quando arricciava le sopracciglia e questo formava una piccola linea nel mezzo o come la sua bocca premeva in una linea stretta quando non stava parlando. Inclinando la testa quando cominciò a parlare di nuovo, lui tentò di spingere via tutti i pensieri dalla sua mente.

    “Perché mai non posso solo avere dei pensieri e dei sentimenti come una persona normale?” continuò lei, tentando di tenere i lamenti fuori dalla voce e facendo semplicemente una domanda. “Ed io non sto parlando di te… bene…non solo di te,” aggiunse con un sorriso, gettando uno sguardo a lui e distogliendolo rapidamente quando vide che la stava fissando intensamente. “Tutti,” disse leggermente. “Ogni cosa. Solo… solo voglio che le persone mi guardino oltre le apparenze e che vedano come sono dentro capisci quello che voglio dire?” chiese, guardandolo di nuovo e rimanendo sorpresa quando le sue labbra erano più vicini alle sue di quello che ricordava solo un momento fa.

    Inclinandosi verso di lui, Buffy si leccò nervosamente le labbra, quasi ansimando quando gli occhi di lui andarono alla sua bocca prima di ritornare al suo sguardo affamato. Incontrandola a metà strada, le sue labbra aveva appena accarezzato dolcemente contro le sue quando lui sentì un rumore distante di qualcuno che si stava avvicinando. Tirandosi indietro e vedendo la confusione nel suo sguardo, che venne immediatamente sostituito da disprezzo quando lei sentì la voce familiare.

    “Spike? Buffy?”

    “Siamo qui, Aubrey” la chiamò Spike, non lasciando che i suoi occhi si staccassero mai da Buffy.

    “Oh,” disse la cacciatrice sorpresa come aggirò la cripta, non aspettandosi evidentemente di stare interrompendo un momento così intimo. “Uh …Angel ti sta cercando, Buffy.”

    Alla fine lasciando lo sguardo fisso di Spike, Buffy si girò a guardare l'altra donna. “Angel può aspettare,” rispose con voce fredda.

    “Lui, uh… mi ha detto di trovarti.”

    “Mi hai trovata,” disse lei, alzando un sopracciglio. “Ora puoi andare.”

    Aubrey guardò ai due biondi un altro momento prima di accennare col capo mentre si girò per andare via.

    Aspettando alcuni minuti finché Buffy seppe che lei se ne era andata, finalmente si rilassò.

    “Quello era un po’ scortese, luv,” disse Spike, accendendosi una sigaretta dopo un pò.

    Digrignando i denti, lei lo guardò, restringendo gli occhi mentre studiò l’uomo seduto accanto a lei. “Perché ti innamori sempre delle cacciatrici, Spike?”

    “Non penso che si applichi a questa situazione.”

    “Rispondi alla domanda.”

    “Non sono sicuro di stare capendo, riccioli d’oro.”

    “Bene, è … tu vivrai per sempre…”

    “Yeah…”

    “E loro hanno una durata della vita corta.”

    Accennando con la testa capendo, lui prese una diligenza lunga tirata dalla sigaretta. “Sono un masochista, suppongo.”

    “Non menzionare solo il vampiro intero più la cacciatrice equazione… sembra un poco non equilibrato se loro si innamorano.”

    “E qui stavo pensando che creò un equilibrio,” Spike rispose con un sorriso. Si affievolì rapidamente quando vide lo sguardo depresso sul viso di Buffy. “Cosa c’è che non va, pet?”

    “Niente” disse troppo rapidamente, scuotendo la testa mentre si alzò. “Assolutamente niente.”

    Spike si aspettò che scappasse. Tentando di nascondere quello che non voleva che lui sapesse, ma rimase lì dove era.

    “Per tua informazioni era una cacciatrice, non cacciatrici. Singolare. Se pensi che sono innamorato di lei…”

    “Ti interessa quello che penso?” chiese lei, muovendo le mani sulle braccia tentando di fermare il freddo che scorreva dentro di lei.

    Alzandosi e facendo spallucce, togliendosi lo spolverino, Spike lo mise sulle sue spalle e fece un passo indietro, avendo bisogno di allontanarsi da lei e dai sentimenti che scorrevano attraverso lui. “Mi interessa.”

    Capitolo 13 – Lezioni

    “Comportati bene,” Buffy stava imitando Angel mentre ricordava le sue parole prima di lasciare la città. Sbattendo il pugno contro un novellino fiducioso, sentì un po’ della sua rabbia andarsene – ma solo una minuscola quantità. Aveva deciso di sbollire la rabbia al Bronze, ma avrebbe potuto sbollire la sua aggressività sulla popolazione di vampiri. “Devi iniziare a comportarti come un’adulta.” Tirando un calcio nella pancia del vampiro, egli si capovolse e si guardò attorno.

    “A chi stai parlando?”

    ”Nessuna mia figlia andrà in giro comportandosi come quello.”

    “Come cosa?” Domandò il vampiro, colpendola alla mascella.

    Buffy rotolò indietro prima di colpire di nuovo, colpendolo al ginocchio con il tacco della scarpa. “E’ quello che vorrei sapere,” Mormorò, facendo appena attenzione mentre si lisciava la gonna e continuò. “Che cosa si aspetta da me? Mr. Padre Assente decide di giocare al “Padre dell’anno” e improvvisamente pensa che può ripiombare nella mia vita.”

    Volando all’indietro nel vicino mausoleo, Buffy fece una smorfia appena allungò una mano, toccandosi con precauzione la testa prima che un’esplosione di dolore le attraversasse il corpo. Appena capace di tenere aperti gli occhi, realizzò vagamente che era stata colpita alla tempia da una piccola statua.

    Provando a combattere le vertigini che si abbattevano sul suo corpo, Buffy provò ad alzarsi, gemendo quando un altro dolore acuto corse attraverso il suo stomaco. Guardando in su, poté appena vedere la forma indistinta di pelle nera e capelli biondi mentre il novellino veniva afferrato.

    ‘Spike?’ Pensò debolmente, guardandosi intorno per vedere dove fosse. ‘E’ il cimitero di Spike…per favore sii Spike.’

    Sentendo il ringhio familiare, si lasciò cadere contro la fredda pietra, cercando di non chiudere gli occhi. Fu vagamente consapevole degli occhi blu che erano entrati nella sua linea visiva un momento dopo.

    “Rimani sveglia, amore,” Egli disse, dandole una lieve scrollata prima di prenderla fra le braccia. “Ho detto, rimani sveglia!”

    Vedendola chiudere gli occhi, lasciò che il panico scorresse attraverso di lui come il sangue sgorgava dalla ferita di lei.

    ******

    Provando ad aprire gli occhi e a mandare via la nebbia, Buffy improvvisamente ricordò il vampiro che stava combattendo. Balzando in posizione seduta, trasalì al dolore causato dall’improvviso movimento. Annaspando per un po’ aria, cercò di abituarsi all’oscurità.

    ”La cripta di Spike,” pensò, sentì I suoi nervi calmarsi moderatamente.

    “Buffy.”

    Sentendo la fredda voce arrivare fino a lei dall’oscurità, Buffy indietreggiò alla cattiveria che c’era in quelle parole.

    “Spike?”

    Toccandosi teneramente lo stomaco, non avrebbe neanche avuto bisogno di guardare per sapere che la mattina ci sarebbe stata una brutta contusione. Facendo scorrere le mani su fino alla sua testa, venne aiutata dal fatto che la ferita era stata chiusa prima che i suoi occhi si allargassero alla consapevolezza che Spike doveva averla chiusa. Sentendo l’odore del suo sangue e chiudendole la ferita.

    “Che diavolo stavi facendo fuori?” Ringhiò finalmente, camminando lentamente fuori dall’ombra e lasciando che la luce della luna lo illuminasse.

    Sentendo il tono della sua voce e aggiungendola all’ancora fresco ricordo delle critiche di Angel, Buffy si alzò, sistemandosi il suo reggiseno e folgorò il vampiro biondo. “Niente di cui ti debba dannatamente importare,” urlò, ignorando il dolore che accompagnò il suo improvviso movimento.

    Camminando attraverso la porta, digrignò I denti quando Spike gli si materializzò praticamente davanti.

    “Che cosa ti dissi?” Domandò a bassa voce, a causa della quale dovette sopprimere un fremito che sarebbe corso per tutto il suo corpo. “Lezione numero uno – Non devi mai distrarti dai tuoi avversari.”

    Sentendo la propria ira aumentare mentre egli parlava, strinse gli occhi. “Lezione numero due,” Replicò, tirandole un pugno sul naso. “Non sottovalutare i tuoi avversari.”

    Vedendo I suoi occhi oscurarsi, fu poco sorpresa quando sentì il suo forte manrovescio colpire la propria guancia.

    “Giusto,” pensò, aspettando che la sua vista ritornasse Chiara. “Vampiro senza chip, senza anima, idiota. Non ha problemi a colpire una ragazza.”

    Contraccambiando un momento dopo, Buffy sbatté un altro pugno sul suo naso, vide la sua mascella serrarsi per l’impatto prima che lui l’afferrasse per le braccia, e la scagliasse contro il muro vicino.

    Si dimenò sotto la sua stretta, Spike si lamentò, stringendo gli occhi mentre lei si muoveva contro di lui.

    Liberandosi finalmente dalla sua presa, Buffy si mosse per prenderlo ancora a pugni, i suoi occhi si allargarono quando egli l’afferrò per le braccia e la rigirò, usando il proprio corpo per premerla contro il muro. Il suo stomaco e il suo seno si schiantarono contro il muro della cripta appena provò a liberarsi dalla sua presa, rifiutandosi di andare indietro quando lui la premette con più forza contro la fredda pietra.

    ”Hai finito?”

    Spingendosi contro di lui, avrebbe potuto giurare di averlo sentito gemere prima di avergli dato una gomitata nello stomaco e di essersi girata ad affrontarlo.

    “Non ancora,” Replicò con un sopracciglio alzato.

    Vedendo I suoi occhi scintillare di giallo come al chiaro di luna, Buffy ansimò mentre continuava a guardarlo. Fissandosi per un altro lungo istante, Buffy boccheggiò quando sentì le sue labbra schiantarsi sulle proprie, facendole allargare gli occhi prima di rabbrividire e rispondere entusiasticamente al bacio.

    Entrambi desiderosi di sfogare le loro emozioni, reindirizzarono la loro battaglia verso una linea differente, afferrandosi convulsamente a vicenda, avendo bisogno di sentire il più possibile che potevano dell’altra persona. Buffy fece scorrere il suo spolverino giù per le sue spalle, lasciandolo cadere mentre Spike fece scivolare una mano sotto la sua camicetta, stringendo il suo seno nudo e reprimendo il suo gemito di piacere.

    Sentendo che lui stava per prenderla tra le braccia, il corpo di Buffy rispose automaticamente, afferrandolo per la vita con le gambe mentre le sue mani abbracciarono le sue spalle.

    Allontanandosi per un momento, Spike depose dei baci lungo la linea del suo collo, soffermandosi a succhiare la tenera carne e mordendo gentilmente con I suoi denti normali. Sentendo fuoriuscire dalla sua gola un respiro affannoso, sorrise quando Buffy inclinò il suo collo desiderosamente, consentendogli maggiore accesso.

    “Di più,” Sospirò, sentendo le sue mani scendere lungo il suo corpo e spingendole la gonna su per I fianchi. Il suono della zip sembrò riecheggiare nello spazio aperto, ma nulla diede ad entrambi la possibilità di pensare a quello che stavano facendo mentre Spike continuava a curarsi del collo di lei. Buffy arcuò i fianchi contro il corpo di lui come le sue mani afferrarono le sue cosce in una forte presa prima di risalire.

    Spostandole il perizoma impregnato, non ebbe nemmeno il tempo di pensare prima che fosse seppellito in lei. Sentendo a mala pena il suo grido di dolore appena i loro fianchi si incontrarono, Spike si allontanò scioccato, sentendosi stringere il cuore quando vide le lacrime nei suoi occhi mentre lei era senza fiato e inghiottiva, cercando di allontanarsi dall’improvvisa, sconosciuta invasione del suo corpo.

    “Oh Dio,” mormorò, allontanandosi e vedendo che il dolore si tramutava in terrore.

    “No!” Pianse, abbracciandosi a lui e premendo I propri fianchi contro i suoi, poco sorpresa quando il dolore iniziò a calare con quel lieve sfregamento. “Non lasciarmi,” sussurrò, premendo un gentile bacio sulle sue labbra prima di guardarlo di nuovo. “Ti prego non mi lasciare.”

    ’E’ sbagliato, è sbagliato, è sbagliato,’ cantava il suo cervello prima che le calde labbra di lei catturassero le sue e mandando effettivamente il sangue rimasto dal suo cervello verso sud.

    Seguendo I suoi movimenti e incapace di controllare I propri, Spike cominciò a pompare dentro di lei, cercando di mantenere la sua forza per i primi pochi minuti finché Buffy non gli fece capire che stava godendo.

    Sfilandole la camicetta dalla testa, la fissò mentre i loro fianchi si mossero insieme, la testa di lei gettata indietro in estasi mentre con le unghie graffiava il suo collo. Il suo respiro affannoso e i suoi gemiti combinati con gli occasionali piagnucolii e il sottile aroma del suo sangue sospeso nell’aria facevano urlare il demone in Spike per venire in superficie.

    Incapace di controllarlo a lungo appena vide il viso di lei contorto per il piacere, il suo vampiro uscì in superficie. Aspettò finché Buffy non lo guardò prima di muoversi più vicino a lei. Vedendola inclinare il collo come invito, impose a se stesso di non guardarlo.

    ’Troppo intimo,’ pensò, cercando di non pensare a quanto ipocrita questo suonasse nella sua testa.

    Muovendosi più in basso, Spike affondò I suoi canini nella soffice collinetta del suo seno, facendo rabbrividire il corpo di Buffy mentre dei fremiti correvano attraverso il suo corpo, facendola urlare al culmine del piacere. Respirando pesantemente mentre Spike pulsava dentro di lei, Buffy spinse la testa indietro contro il muro. Chiudendo brevemente gli occhi mentre Spike ritirava i canini, lentamente si girò a guardarlo, vedendo ogni emozione che lui stava sentendo riflessi nei suoi occhi che da gialli diventavano blu.

    E si rinvigorì con l’ultima boccata d’aria.

    Tirandosi indietro, gentilmente Spike la depose a terra, aspettò che si sistemasse I suoi vestiti e si rimettesse la camicetta prima di parlare.

    ”Buffy…”

    “Ci siamo,” Mormorò, guardando a terra e provando a tenere a bada I nervi lisciandosi la gonna.

    “Io…Io penso…”

    ”Dimmi,” Disse finalmente lei, alzando I suoi occhi ai suoi e allontanando tutte le sue emozioni. “Dimmi che è stato un errore. Dimmi che non possiamo stare insieme perché sono la figlia di Angel.”

    ”Sei troppo giovane,” sussurrò, la sua voce bassa mentre guardava il pavimento, sfregandosi il collo e provando così a mandare via la tensione. “E’ stato un errore, perché sei troppo giovane.”

    ”Troppo giovane per stare insieme, ma non troppo giovane per essere scopata,” sputò, camminando verso la porta e sentendo il suo corpo tendersi quando lui le bloccò l’uscita.

    “Questo non è quello-“

    Zittendosi quando lei mise le sue mani sul suo torace, I suoi occhi si allargarono appena lei lo spinse di lato. Gettandosi alla porta così velocemente, egli fu lievemente sorpreso che lei non si fosse messa fuori dalla porta prima di fronteggiarlo.

    La sua voce era un sussurro tremante mentre lo guardava con disprezzo. “Vaffanculo, Spike.”

    Capitolo 14 – Desiderando Essere Desiderati

    Spike ringhiava mentre camminava in direzione del Bronze. Era passata una settimana da quando aveva visto Buffy, finalmente quando si era deciso ad andare a casa sua e parlarle, Willow gli aveva detto che lei per tutta la settimana, si fermava a casa semplicemente per cambiarsi i vestiti e andarsene di nuovo. Ignorando completamente Willow e Tara e evitando Giles quando lui la fermava per vedere cosa succedeva.

    ‘E’ incontrollabile.'’

    In tutto quel tempo, Spike ringhiava mentre la voce di Willow gli riempiva la testa.

    ’C’è qualcosa che non va e lei non parla con nessuno. E’ adirata con tutti e noi non sappiamo dove va e cosa sta facendo ’

    Correndo attraverso il vicolo, appena giunse alla porta il suo profumo così famigliare gli arrivò alle narici insieme a quello del potere che l’accompagnava sempre. Lui sapeva di aver il miglior olfatto di chiunque altro.

    Girò la testa per guardare dietro la sua spalla, digrignò i denti quando camminando verso le ombre vide Buffy piegata contro il muro e un altro uomo con le labbra attaccate praticamente contro il suo collo. Gli occhi le si chiusero, per il piacere o per spingerlo via, non lo sapeva, ma lei non sembrava che se lo stesse godendo.

    Spike non aveva mai marcato il suo collo, ma non fermò i sentimenti possessivi che si formarono dentro di lui.

    Mia

    Sentendo dopo tanti anni la voglia di torturare qualcuno, Spike riuscì a notare lo stesso la mano dell’uomo andare sotto la camicia e l’altra sull’orlo della gonna.

    Camminando impettito verso la coppia, Spike afferrò bruscamente l’uomo per il collo con un ruggito feroce lanciandolo contro il muro. Soddisfatto quando lo vide scivolare giù per il muro, mentre lui guardò Buffy. Si sorprese di vedere la sua espressione adirata, respirò profondamente, cercando di resistere all’impulso di colpire anche lei.

    ”Cosa…diavolo…stai facendo?” domandò lei con voce bassa, mentre i suoi occhi lampeggiavano.

    ”Guardo te” disse lui a voce bassa, stringendo gli occhi mentre avanzava verso di lei come un predatore.

    Colto di sorpresa quando lei gli tirò un pugno sul naso, Spike si frenò dal restituirglielo, già si vergognava per il suo poco autocontrollo dell’altra volta. Si rifiutò di colpirla di nuovo.

    “Quindi quale è il piano?” domandò lei bruscamente “Tu non mi vuoi, e nessun altro può avermi?”

    ”Io non ho mai detto che non ti voglio” replicò lui morbidamente guardandola.

    ”Non cambia le cose, Spike” disse lei arrabbiata “Non mi frenerò dal godermi le cose solo per sperare che qualcosa accada tra di noi”

    ’Bugiarda’ la sua vocina interna la tradì quando vide la faccia di Spike. Non voleva essere ancora lì, era sicura come l’inferno che voleva andarsene, ma non con Spike e non voleva tornare a casa… e sapeva che non avrebbe dovuto accettare la corte di un altro uomo.

    Sapeva che non era stata la cosa giusta da fare. Ma lui la voleva, e nel suo stato abbattuto, era bello essere desiderati. Anche se non era l’uomo giusto. Anche se lo era stato per pochi momenti, però in quei momenti, lei aveva finto che era qualcun altro. Qualcuno che non la voleva.

    ”Ti porto a casa” disse Spike,

    “Vacci da solo” disse lei arrabbiata, allontanandosi. Non sapeva se fosse stato un bene o un male che lui non la seguisse.

    * * * * *

    Tagliando per il cimitero per andare a casa, Buffy roteò gli occhi quando sentì la famigliare presenza di un vampiro. Il segnale di Spike bruciava dentro di lei, facendogli capire che era vicino, ma questo non era famigliare. Voltandosi per affrontare l’idiota che si era messo sul suo passaggio quella sera, strinse la mascella quando vide un gruppo di sei vampiri.

    ”Non dovresti essere qui, cacciatrice” ringhiò uno nella sua direzione.

    ”Non sono la cacciatrice” rispose Buffy digrignando i denti.

    ”Uccidi quelli come noi. Nel nostro libro sei classificata come cacciatrice”

    “Si, beh ma non lo sono. Sono una ragazza che è capace di prendere a calci il tuo culo ancora prima che diventi polvere. Volete vedere?” domandò, cercando di non far notare la paura che con un brivido gli era salito sulla spina dorsale

    Vedendo uno dei due leader avanzare in avanti, un paletto gli si materializzò praticamente nella mano. Buffy immediatamente si lanciò all’attacco, mentre ne polverizzava uno e combatteva con altri due, riuscì a sentire gli altri che erano ansiosi.

    Sentendo un ruggito dietro di lei, Buffy si ritirò e strisciò sull’erba, si sorprese di vedere Spike combattere poco distante.

    “Avrei dovuto saperlo che avevi dei rinforzi, cacciatrice”

    ”Te l’ho già detto” disse attraverso i denti, mentre gli tirava un colpo alla mascella “Io non sono la cacciatrice!”

    Vedendo il vampiro esplodere in polvere, respirò pesantemente, guardò Spike dall’altro lato, lui strinse la mascella per controllare la rabbia.

    Guardandolo per un momento Buffy giro i tacchi e cominciò ad allontanarsi, Spike camminò imperterrito verso di lei attraverso i resti polverosi dei vampiri.

    ”Non sono quello giusto per te!” gli gridò lui.

    ” Bene, quello è maledettamente cattivo!” gridò lei di rimando, fermandosi e voltandosi per affrontarlo, i capelli che le volarono sulle spalle per il movimento “Tu mi hai già fatto tutto.”

    Ignorando il dolore e il rammarico che fluivano attraverso di lui, Spike chiuse le distanze tra loro afferrandola per il braccio, tenendola ferma. Vedendo l’occhiata caparbia sulla sua faccia, tentò di ignorare anche il palpitante desiderio che c’era nei suoi jeans, digrignò i denti cercando di reprimerlo. “Pensi di poter decidere da sola quando far tacere il tuo desiderio di morte?” le domandò arrabbiato “Pensi che poter dire, ‘io sono finito – all’inferno il destino, e all’inferno con chi sono ' ? Non hai in te le capacità di uccidere vampiri. Non è quello che sei – questo è essere una cacciatrice!”

    Realizzando di aver detto la cosa sbagliata troppo tardi, Spike vide il mento di lei vibrare, poi si scrollò dalla sua presa e gli tirò un pungo sul naso- di nuovo.

    ”Non sono la dannata cacciatrice” gridò lei mentre le lacrime cominciavano a scendergli sulle guance, il cuore di Spike doleva avrebbe voluto prenderla tra le braccia. “Non lo capisci?! Forse se lo fossi stata, mi avresti dato un po’ di attenzioni invece di trattarmi come una piccola sorella e magari come una fottutissima donna!”

    ”Buffy, io non ho mai-“

    “Non tentare di discolparti, è un errore, ricordi?” disse lei, guardandolo prima di ricominciare ad urlare. “Sono troppo giovane! Hai paura di te stesso o hai paura di quello che sei hai paura di quello che non puoi avere..”

    “Sono un vampiro” rispose lui piano, cercando di farle capire “Non è scritto nelle stelle che i demoni vivano felici e contenti. E’ tutto violenza e morte”

    “Tu sei uno stupido, idiota” disse Buffy, scotendo la testa cercando di ignorare le lacrime che stava versando liberamente “Non capisci? I vampiri rappresentano la morte per tutti, ma per me sono la vita! Non vuoi proprio capirlo?! La loro vita è eterna. Sono cresciuta intorno al dolore- è tutto quello che conosco e continuerò a conoscere se non me ne vado di qui!”

    ”Che diavolo vorrebbe significare?” le domandò Spike in tono molle, afferrandola per il braccio stringendoglielo quando lei cercò di sfilarlo.

    ”Lasciami andare” disse lei, lottando contro la presa di lui.

    ”Non finché non parli”

    “Bene, cosa vuoi sapere?” lo sfidò, guardandolo dritto negli occhi “Non dovrai vedere di nuovo questo errore!”

    ”Dove per l’inferno maledetto credi di andare?”

    ”Me ne vado, via da questa città, via da tutti e cosa principale via da te!”

    “Buffy-”

    ”E toglimi le mani di dosso” gridò, colpendolo di nuovo mentre lui cercava di evitare il pugno.
    “Non voglio che mi tocchi. Dio, non vedi quanto mi fa male?” chiese tra le lacrime “Non c’è la faccio a starti vicino, sento come se ogni volta mi stessi aprendo il cuore in due”
    Finalmente riuscì a liberarsi dalla sua stretta e guardò verso di lui. Aveva gli occhi velati dalle lacrime. Spike desiderava che Buffy potesse avere una storia normale con problemi normali. Desiderava che lei non fosse innamorata di un uomo che era vecchio abbastanza da essere un suo antenato.

    Girandosi cominciò ad allontanarsi, e non si voltò neanche quando lui la chiamò. Non riusciva a capire l’agonia che provava. Non aveva idea delle centinaia di volte che aveva pianto sul suo cuscino prima di addormentarsi, perché non poteva essere suo e quanto aveva pianto quando gli aveva detto che non la voleva.

    “Buffy, non lasciarmi così, pet” la chiamò finché non la vide più.

    Strofinandosi il dietro del collo, Spike sospirò prima di lasciarsi cadere sulle ginocchia, si portò le mani alla faccia e lasciò andare il suo dolore.

    Perché non riusciva a capire? Perché non capiva che avrebbe portato soltanto dolore e tristezza? Sentendo una lacrima scendergli su una guancia, Spike sospirò

    Sentendo l’alba avvicinarsi, si alzò lentamente, decidendo che le avrebbe parlato il giorno dopo. Non voleva rischiare di litigare di nuovo. Lei aveva bisogno di calmarsi. Non voleva rischiare di seguirla e dover passare il giorno rinchiuso nella sua casa, correndo il rischio di gettarsi fuori se non fosse riuscito a gestire Buffy. Non pensava seriamente che lei l’avrebbe fatto, ma senza dubbio era arrabbiata e meritava un'opportunità per raffreddarsi.

    Tutte e due ne avevano bisogno.

    Capitolo 15 – Ricordi

    Camminando per la stanza, Buffy strinse i denti mentre si guardò intorno, osservando l’ambiente circostante. Mordendosi il labbro mentre prese una decisione, si lasciò cadere sul pavimento e cercò sotto il letto, afferrando una grande borsa di lana grezza e lanciandola sul materasso.

    Tentando di zittire i pensieri dolorosi mentre girava metodicamente per la stanza, raggruppando la roba che voleva portare via.

    Questo era troppo. Questa città, questa vita…Spike. Stava solo cercando di dimenticare tutto e trovare un'opportunità di cambiare per vivere diversamente. Un'opportunità di fare un giro senza avere qualcuno che controllava su di lei continuamente.

    Riempiendo la borsa con i vestiti e oggetti vari, Buffy andò al cassettone e cerco in un cassetto finché non trovò una semplice busta bianca. Ricontrollò il contenuto, e sospirò pesantemente mentre guardava le banconote correttamente sistemate dentro. I risparmi di una vita.

    Esitando mentre afferrò la borsa, sentì una stretta al cuore quando guardò la fotografia sul cassettone. C’era voluta una notte in cui Spike fosse di umore notevolmente buono sul resto del gruppo. Era un lato di lui che loro raramente avevano visto, ma era normale quando Buffy era intorno. Fissando la ragazza che era lei, guardò la faccia che stava ridendo scioccamente alla macchina fotografica, felice e contenta del fatto che le braccia di Spike erano avvolte saldamente intorno alla vita ed il suo mento era appoggiato sulla spalla.

    Non voleva prenderla. Non voleva avere un ricordo di lui.

    Aveva già molti ricordi per non dimenticarlo.

    Anche se non erano di buona varietà.

    Con un sospiro pesante, ripose la cornice nella borsa, assicurandola protettivamente tra due delle sue camicie così non si sarebbe rotta dopo aver lanciato la borsa fuori della finestra aperta. Scavalcandola rapidamente, Buffy esitò mentre guardava la stanza. Sapendo che doveva loro qualche tipo di chiarimento, rientrò in casa ed afferrò un pezzo di carta ed una penna prima di sedersi alla scrivania.


    Will & Tara,

    Mi dispiace tanto che debba essere così, ma io devo andare via. Vi amo entrambe e spero che lo sappiate. Non voglio che vi preoccupiate per me perché starò bene. Per favore credetemi. Vi chiamerò... un giorno o l'altro, ma ho bisogno di stare un po’ da sola adesso. Ho bisogno di capire chi sono, e non posso farlo con tutti voi che tentate di dirmi chi sono io. So che probabilmente state pensando che sono troppo giovane, ma conosco di già più di questo mondo che la maggior parte delle persone e so che sono abbastanza grande per farlo da sola. E per favore… non tentate di trovarmi. Dite a tutti che mi dispiace. Non vorrei mai farvi del male e non voglio essere un peso. Dite a mio padre di non preoccuparsi (anche se noi sappiamo che lo farà). E ditegli che mi troverà quando vorrò essere trovata. E dite a Spike… dite a Spike che io lo amo.

    Con tutto il mio amore,
    Buffy


    Con un sospiro pesante, Buffy piegò una volta il pezzo di carta e lo mise sul cuscino prima di scivolare silenziosamente fuori di casa.

    * * * * *

    Spike non poteva dormire. Era nella sua cripta da ore, ma la voce di Buffy rimbombava continuamente nella sua testa ed un sentimento assillante lo stava tenendo sveglio.

    Sentì come se stesse perdendo qualcosa e non sapeva cosa era. La sensazione non stava ottenendo nessun miglioramento mentre le ore passavano. Infatti, sentì come se doveva uscire dalla cripta, non preoccupandosi che il sole stava splendendo.

    Aggrottando le sopracciglia quando sentì la porta aprirsi, saltò fuori dal letto, improvvisamente grato che non si era spogliato quando era rientrato.

    Salendo rapidamente le scale, Spike arrivò al piano superiore e quasi sbatté su Willow mentre lei correva verso di lui.

    “Whoa, Rossa. Cosa c’è che non va?”

    “Buffy,” lei disse ansimando, senza fiato per la lunga corsa.

    “Cosa Buffy?” chiese lui, divenendo improvvisamente inquieto per la preoccupazione mentre sentiva l’ansia crescere dentro, con piena forza.

    “E’ andata,” rispose Willow, mentre tentava di riprendere fiato.

    “Andata? Andata, come …”

    Silenziosamente gli diede la nota, Spike la lesse, sentendo lo stomaco stringersi e un grumo formarsi in gola mentre finiva di leggere.

    E dite a Spike… dite a Spike che io lo amo..

    “Cosa sappiamo?” chiese lui, eliminando l’emozione mentre cominciò a camminare per la cripta.

    “Che lei è tornata a casa ad un certo punto la notte scorsa, apparentemente ha preso delle cose, ed è rimasta abbastanza a lungo per scrivere una nota.”

    Spike sentì come se il suo cuore stesse per esplodere per il dolore come le sue parole di alcune ore prima tornarono ad ossessionarlo.

    “Uscirò da qui - lontano da questa città abbandonata da Dio e da tutti – lontano da te”

    “Non pensavo che intendesse adesso,” lui bisbigliò, guardando il pavimento coperto di immondizia con incredulità.

    “Cosa?” chiese Willow confusa.

    “Pensavo che intendesse più tardi,” continuò, non ricordandosi che la donna dai capelli rossi era vicina a lui. “Per l'università o qualcosa. Non pensavo intendesse che stava per andare via adesso.”

    “Te l’ha detto?”

    “Stavamo litigando,” mormorò, usando tutta la sua forza per non cadere. “Diceva che voleva lasciare la città. Che stava per uscire da qui. Non pensavo che intendesse così presto.”

    “Apparentemente intendeva questo,” disse Willow leggermente.

    Crocchiando il collo per tentare di alleviare un po’ la tensione, Spike chiuse gli occhi per un momento, tentando di formulare qualche genere di piano.

    “Prova con un incantesimo,” disse lui dopo un momento, spalancando gli occhi.

    “Un incantesimo?” Rispose Willow, mordendosi il labbro.

    “Incantesimo di localizzatore, Rossa. Li hai dovuti fare un milione volte.”

    “Bene… n -noi possiamo,” disse lei esitante, torcendosi nervosamente le mani mentre sentì la frustrazione salire nella sua voce. “M -ma gli abbiamo insegnato come contrattaccare nel caso di un incantesimo… caso mai venisse seguita. Pensavamo… noi pensavamo che fosse la miglior cosa per tenerla al sicuro. Non immaginavamo…”

    “Maledettamente divertente,” mormorò lui, scuotendo la testa.

    “Ha detto che l’avremmo trovata quando vorrà essere trovata.” disse Willow piano. “Non posso pensare che lei è là fuori tutta sola.”

    “Noi la troveremo,” disse Spike calmo.

    Improvvisamente la sensazione sgradevole nel suo stomaco sembrò aumentare. Non era preoccupato per la sopravvivenza di Buffy. Sapeva che lei era l’unica che poteva sopravvivere qualunque cosa avesse trovato sulla sua strada. Ora veniva un problema più grande… dire ad Angel che sua figlia era scomparsa.

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    Capitolo 16 - Quando la trovo...

    Camminando lentamente nell'Hyperion Hotel, Spike desiderava improvvisamente di poter aspettare un pò più lungo per dire ad Angel di Buffy.

    ‘Giusto, pensò lui schernendosi. ‘E poi lo scopre attraverso una delle sue fonti e ti insegue… meglio di no. '

    “Spike?”

    Si girò, tentando di offrire un piccolo sorriso alla brunetta.

    “Cordelia,” disse lui, volendo tenerla buona per quanto probabilmente era l'unica equilibrata nella stanza dopo che avrebbe detto le novità. “Mi hai spaventato. Amo i tuoi capelli.”

    “Grazie,” disse lei, sorridendogli. “Suppongo che stai cercando Angel.”

    “Cosa te lo fa pensare?” chiese con un sorriso.

    “Il fatto che sei.. oh mio Dio, è Buffy?” chiese lei, trasformandosi in una mamma preoccupata in men che non si dica.

    “Qualcosa del genere,” mormorò, sentendo il suo sangue freddo correre quando sentì la voce dietro a lui.

    ”Cosa su Buffy?”

    Girandosi per affrontare l'altro uomo, Spike prese un profondo respiro.

    ‘Preparati a qualsiasi cosa, ' si disse.

    “Lei, uh… ha deciso di fare un piccolo viaggio,” disse lui, sperando di mascherare un po’ il colpo. Di solito avrebbe amato vedere il suo grandsire uscire dai gangheri, ma era lui ad essere nella traiettoria di fuoco e queste notizie erano grandi, Spike non voleva rischiare che Angelus potesse emergere brevemente per la collera.

    “Un viaggio?” chiese Angel, alzando un sopracciglio mentre fece alcuni passi per entrare nell’ufficio.

    “Uh…si,” disse Spike debolmente.

    “Oh, al diavolo!” urlò Cordelia, mentre gettando le sue mani nell'aria. “Ci stai dicendo che Buffy è fuggita, vero?”

    “Lei cosa!?” gridò Angel, avanzando verso Spike per essere intercettato da Cordelia.

    “Onestamente, Angel, leggi tra le righe” disse Cordy, alzando gli occhi e guardando Spike. “Non avrebbe fatto tutto il viaggio per venire qui per dirti che lei ha fatto un piccolo viaggio. Quello poteva dirtelo per telefono.”

    “Dov’ è?” ringhiò Angel, tentando di sorpassare Cordy per arrivare al biondo.

    “Ora, se lo sapessi, onestamente pensi che sarei qui, a fissare la tua brutta faccia?” rispose Spike, le sue sopracciglia si aggrottarono. Sicuro come l’inferno che stava per perdere lo sguardo dell'uomo di fronte a lui.

    “Che è successo?” chiese Cordy, tenendo una mano fermamente sul torace di Angel mentre si voltò per affrontare Spike.

    Inconsciamente sentì la nota di Buffy nella tasca dello spolverino, Spike stava quasi per non dargliela. Angel poteva essere suo padre, ma questo era l'ultimo collegamento che aveva con la sua ragazza. Senza menzionare che poteva ancora sentire la sottile traccia di lozione che lei aveva sulle mani, volendola trovare e prenderla tra le braccia, senza lasciarla andare più via.

    “E’ andata a ‘trovare se stessa ’ , qualunque cosa questo possa significare” disse lui con un sospiro.

    “Dove pensi che sia?” chiese Angel, gli occhi che si scurivano mentre guardava l'uomo di fronte a lui, sentendo Cordelia mettergli una impercettibile e timida mano sul braccio.

    Spike lottò contro l’urgenza di fare un passo indietro. Angelus era troppo vicino alla superficie per il suo gusto. L'anima stava evidentemente facendo poco per frenarlo, ma sperò che la presenza di Cordelia servisse per questo scopo.

    “Non lo so,” disse leggermente lui, sentendo la pietà per Angel aumentare. L’uomo non poteva vedere sua figlia, anche se era quello che voleva. Ora non sapeva neppure dove era o se fosse al sicuro. Spike poteva sentire il dolore che Angel sentiva siccome era vicino al proprio. “In qualche luogo affollato,” lui continuò. “Ha detto che non la troveremo finché non sarà pronta e allora chiamerà Willow… un giorno.”

    “Un giorno?”

    “Ti ripeto solo quello so,” rispose Spike, sentendosi sempre più frustrato. Lui voleva trovare Buffy più di chiunque altro ed il tono di voce di Angel implicava che Spike non se ne preoccupava, lo stava irritando. “Vorrei sapere di più, vorrei sapere come portarla indietro.”

    “Un incantesimo di localizzatore,” disse Cordy con un sorriso, guardando entrambi gli uomini. “Chiediamo a Wes e Fred di lavorare un po’ sull’incantesimo, la troviamo, e ci assicuriamo che sia al sicuro e-”

    “Ci abbiamo già pensato,” la interruppe Spike, stranamente sorpreso quando Angel continuò il suo pensiero.

    “Willow ha insegnato a Buffy come contrattaccarlo. Era il piano più sicuro nel caso che qualcuno avesse tentato di localizzarla… non pensavo che avrei avuto bisogno di localizzarla,” mormorò lui, pizzicandosi il ponte del naso.

    “Penseremo a qualcosa,” disse Spike con tono calmo, guardando fuori desiderando disperatamente che Buffy entrasse nell'albergo.

    ‘E quando la trovo… '

    * * * *

    Attraversando le strade di Las Vegas, Buffy guardò le luci al neon che sembravano essere dappertutto, causando un'esplosione di colori che decoravano il cielo serale. Dopo aver fatto l'autostop a Los Angeles, che non era la mossa più intelligente, ma sapeva che era abbastanza forte per prendersi cura di sè, era andata alla stazione degli autobus ed aveva comprato un biglietto per Vegas. Non voleva stare nella città di suo padre, ma l'idea di fare l'autostop da un'altra città non le piaceva.

    Un berretto da baseball aveva coperto i suoi capelli biondi e lunghi, ed era abbastanza fiduciosa che nessuno l’avrebbe vista.

    Buffy non voleva neppure stare a Las Vegas - era troppo vicina alla California per i suoi gusti - ma se voleva sopravvivere per molto tempo con i suoi soldi, non poteva permettersi il lusso di andare dovunque voleva su due piedi.

    Trovò un piccolo e conveniente monolocale. Già arredato, ma dopo avrebbe dovuto trovare un lavoro quella sera, sperando di iniziare a risparmiare per un letto nuovo. L'appartamento era abbastanza pulito, ma rabbrividì al pensiero di come poteva essere infestato quel materasso.

    Sentendosi paranoica, Buffy continuò a guardare alle sue spalle e le persone nella strada. Sapeva che non poteva più essere ‘Buffy Summers ', e poteva attirare più attenzione di quella che voleva, se fosse tornata a ‘Elizabeth Angel '. Odiava pensare ai demoni che potevano essere ancora dietro di lei, anche dopo tutti questi anni. Sapendo che tutti la stavano cercando usando uno dei due suoi nomi, Elizabeth Giles era nata. Buffy era vicina a Giles, ma sapeva che nessuno avrebbe pensato che avesse preso il suo nome. Era ora di crescere e cominciare a vivere per chi voleva diventare.

    Era ora di iniziare una vita nuova.

    Capitolo 17 – Dovunque sia lei

    Un anno dopo.

    Stando nell’ombra, due occhi blu si strinsero mentre guardavano la bionda uscire dall’edificio. Era abbracciata a un uomo scuro e peloso mentre seguivano il gruppo giù per la strada. La guardò mentre rideva e scherzava, senza curarsi di nessuno. Non c’era neanche un pensiero nella sua testa della preoccupazione che aveva causato a tutti loro.

    Gliel’avrebbe fatto vedere.

    Spike aveva una sola cosa in mente mentre la seguiva, prenderla.

    Ora lei era lì, e lui fu riempito d’affetto e di ira. La parte di lui a cui era mancata era preoccupata e avrebbe voluto prenderla tra le braccia e assicurarsi che fosse davvero viva. Però c’era anche l’altra parte che appena la vide ridere con i suoi nuovi amici, si infuriò all’idea che lei non sembrava affatto toccata dal fatto che tutti la stessero cercando. La rabbia prese il sopravvento.

    Camminando velocemente, Spike anticipò il loro prossimo passo, tagliando per un vicolo l’intercettò alla fine.

    Vedendo Buffy spingere allegramente contro la spalla di uno degli uomini, strinse la mascella, il suo demone gridò e cercò di venire in superficie e affermare che era sua. Ma si impose di mantenere una faccia impassibile mentre si avvicinavano.

    Si appoggiò contro il muro di mattoni e si portò la mani al torace, aspettando.

    Vedendo le occhiate che le altre donne gli stavano lanciando, Spike le ignorò. Spostandosi i capelli sulla spalla, Buffy guardò nella stessa direzione con un sorriso, che si spense appena lo vide mentre i suoi occhi si allargavano.

    Lei si fermò prima di raggiungerlo. Spike non lasciò mai i suoi occhi e il ragazzo che era con lei sembrava confuso.

    ”Va tutto bene, Liz?”

    Stringendo gli occhi al fatto che un altro ragazzo era così vicino a lei, Spike si alzò dal muro, e camminò lentamente verso di lei come un predatore.

    ”Si, Liz” disse lui con veleno nella voce “Qualcosa non va?”

    ”Chi è?” gli domandò il ragazzo.

    ”Un vecchio amico” rispose Buffy leggermente, mentre inclinava la testa e studiava Spike prima che un sorriso ironico gli si affacciò sulle labbra “Veramente vecchio”

    Vedendo l’occhiata che Spike gli aveva lanciato, non gli piacque specialmente perché era diretta a lei.

    “Umm…sapete cosa ragazzi? Perché non proseguite senza di me?” disse lei, rompendo il contatto con il ragazzo.

    ”Sei sicura?” domandò una delle sue amiche, guardando i due biondi con preoccupazione.

    ”Certo” disse Buffy, sorridendo “Non ci metterò tanto. Verrò dopo”

    Aspettando che i suoi amici furono fuori dalla portata di occhi, Buffy non lasciò mai lo sguardo di Spike.

    Per tutto l’anno che era passato lui era sempre stato nei suoi pensieri, in continuazione nella sua testa per quello lo odiava.

    Ma questo non la fermò sul fantasticare su di lui.

    Adesso lui era lì di fronte a lei e non sapeva che fare.

    ”Dov’è mio padre?” chiese lei alla fine, portandosi le braccia al torace, tentando di sembrare indifferente ma senza successo.

    ”Con Cordy” replicò lui, stringendo la mascella per la rabbia “Seguendo una traccia come un matto a New York”

    ”Perché non sei con lui?”

    ”Sono già stato a New York. E a quanto sembra non sei lì”

    Vedendo un movimento dietro Spike, Buffy strinse gli occhi e vide Aubrey che se ne stava là in piedi, mentre si avvicinava.

    Guardando l’espressione nera di Buffy, lui guardò la cacciatrice.
    “Dacci un minuto” le disse, aspettando che Aubrey si allontanasse prima di rivolgersi di nuovo a Buffy.

    ”Perché diavolo è qui?” domandò lei arrabbiata, non preoccupandosi di abbassare la voce.

    ”Per portarti a casa”

    ”Se avessi voluto che mi trovaste, vi avrei chiamato dicendovi dov’ero” sibilò, fissandolo.

    “Ero preoccupato per te”

    ”Davvero?” disse Buffy scettica stringendo le braccia, cercando di proteggersi da quella conversazione. Guardando oltre la spalla di lui per vedere Aubrey, senza dubbio stava sentendo tutto. “Mentre ti scopavi la nuova ragazza?”

    ”Buffy-“

    Cercò di sorpassarlo, ma lui le afferrò il braccio.

    ”Se mi scusi” disse lei, stringendo la mascella “Ho da fare”

    ”Maledizione se non lo farai”

    “Non ci provare neanche” disse lei in tono brusco “ Pensi di poter rientrare nella mia vita e, scegliere dove posso andare e con chi?” sorrise appena vide un bagliore di gelosia nei suoi occhi “ Non puoi sono grande ormai, Spike. Sono adulta, e nel caso tu non l’abbia notato, il tuo nuovo giocattolo ha solo due anni in più di me, quindi non cercare di comprarmi con delle scuse sull’età, non funzionerebbe, e sinceramente non mi interessa cosa fai”

    Tranquillamente Buffy diede una scossa al suo braccio liberandosi dalla sua stretta, Spike aspettò finché non la vide allontanarsi prima di rivolgersi alla cacciatrice.

    “Torna all’albergo. Non scomodarti a trovarmi una stanza. Io troverò un posto prima dell’alba”

    ”Io non credo che mi piaccia questo piano” disse Aubrey, gelosa che l’uomo che aveva voluto da sempre non la pensava a causa della piccola bionda che se ne era andata.

    “Rilassati” disse Spike pizzicandole il naso “Quando sorgerà il sole, troverò un posto. Non ci sarà nessuna opportunità che la luce mi sfiori”

    ”Sicuro che non vuoi dividere la stanza con me?” domandò lei piano.

    ”Per l’ultima volta” ringhiò Spike “No. Non voglio”

    ”Dove vai?” domandò Aubrey quando lui si voltò e cominciò a camminare.

    ”Dovunque sia lei”

    Capitolo 18- Misure Drastiche

    Camminando per il club, gli occhi di Spike lampeggiarono ambra come vide Buffy ballare. Le sue anche che ondeggiavano seducentemente mentre le sue mani si muovevano attraverso l'aria, seguendo il ritmo della musica. Poteva vedere gli uomini che volevano andarle vicino e la sua ira stava arrivando ad un livello infernale.

    Mentre iniziava un appassionato ritmo, Spike si infilò tra la folla, stringendo la mascella quando vide i suoi movimenti lenti mentre stuzzicava gli uomini che la stavano guardando. Resistette all’impulso di andare lì ed affondare i denti nel suo collo, per mostrare a questi idioti a chi precisamente apparteneva lei. Non si era mai sentito così triste come in quel momento. L'aveva potuto dire quando ne aveva avuto l'opportunità, ed ora non poteva avvicinarsi così a lei.

    Non si disturbò ad aspettare un invito, avanzò dietro a lei, avvolgendo saldamente un braccio intorno alla vita e se la tirò contro il torace. Poté sentire la tensione nei suoi muscoli quando lei comprese chi la stava stringendo, ma si rilassò presto mentre Spike cominciò a muoversi al ritmo seducente.

    La respirazione di Buffy divenne irregolare mentre sentì la sua erezione contro il sedere, permettendole di sentire precisamente quello che gli stava facendo. Lasciando che le sue mani scivolassero sotto la sua camicia e accarezzando i muscoli piatti del suo stomaco, Spike sorrise mentre le labbra le carezzavano la spalla, godendo dell'effetto che aveva su di lei ed il fatto che non l'aveva spinto via.

    “Cosa stai facendo?” bisbigliò lei ansimando.

    ‘Riprendo quello che è il mio, ' pensò lui decidendo però di non esprimere il suo pensiero possessivo.

    “Ballando,” rispose con un sussurro rauco mentre le mani scivolarono in basso e rimasero sui suoi fianchi.

    “Non dovremmo farlo,” disse lei, chiudendo gli occhi, lasciando le sensazioni le scorressero addosso.

    “Perché no?” chiese lui, baciandola ancora una volta lungo la spalla nuda prima di mordicchiare la carne sensibile, resistendo al bisogno di lasciare uscire il demone e marcarla.

    Rendendosi conto di quello che stava facendo e con chi lo stava facendo, Buffy saltò via da lui come se fosse stata colpita.

    Sentendo la perdita di calore tra le braccia, Spike aggrottò le sopracciglia, guardando la ragazza di fronte mentre lei si girava per affrontarlo.

    “No,” disse lei leggermente, la voce si sentì appena per la musica. “Non puoi farlo,” continuò, la frustrazione era evidente nella sua voce. “Non puoi venire qui ed aspettarti di…”

    Buffy si voltò e si allontanò frustrata. Seguendola rapidamente, Spike si frenò nell'afferrare il suo braccio, sapendo che quello era un buon modo di prendere un pugno sul naso quando le sue emozioni erano così vicine alla superficie.

    “Buffy! Andiamo, fermati,”disse lui, seguendola fuori dalla porta. “Non puoi allontanarti per questo.”

    “Quale parte di me che si allontana non capisci”

    “Avevamo discusso. Non era la prima volta e non c’era nessuna ragione di lasciare città,” disse, seguendola per un vicolo. “Questo non cambia niente.”

    Girandosi per affrontarlo, Buffy fermò le lacrime che volevano uscire stringendo la mascella. La rabbia era più facile da controllare. “Cambia tutto, Spike!” urlò per la frustrazione. “Non ti voglio vicino a me. Non lo capisci questo? Io non posso vivere tranquillamente senza preoccuparmi di non essere mai abbastanza per te, e poi appena arrivi e…”

    Buffy si allontanò, lasciando Spike scuotere la testa e seguirla.

    “No. Non è così facile. C’è qualcosa, Buffy. E forse avevo anche paura di vederlo un anno fa, ma c’è qualcosa. Non è bello, ma è vero, e non c'è niente che noi possiamo fare per questo. Ci piaccia o no, io sono dentro la tua vita. Non puoi chiudermi fuori.”

    “Perché no?” chiese lei, girandosi per affrontarlo di nuovo. “ E’ tutto quello che ho sempre voluto.”

    “Non è vero,” disse, restringendo gli occhi. “Non ignorarlo solo perché non sei pronta per affrontarlo.”

    “Perché?!” lei gridò. “Quando sei pronto per parlare di qualcosa, giusto? Ma quando è accaduto qualcosa tra di noi… quando qualcosa nella mia vita è cambiato, avrei dovuto aspettare finché tu non fossi stato pronto?!”

    L'espressione di Spike si ammorbidì mentre inclinò la testa per guardarla. “ la tua vita è cambiata?”

    “La mia prima volta è stata contro il muro della tua cripta dopo che noi abbiamo combattuto. Penso che è giusto dire che la mia vita è cambiata.”

    “Buffy-”

    “Oh, sta zitto,” disse lei frustrata mente si voltò per allontanarsi.

    “Cos’è un PMS (Premenstrual sindrome = sindrome pre-mestruale) ?” Spike chiese.

    Lui non la vide per un momento, lei afferrò la cosa più vicina a cui poteva arrivare e la lanciò con tutte le forze contro di lui, colpendolo diritto nella faccia. Gemendo per il dolore mentre la sua mano arginò il flusso di sangue, Spike ringhiò quasi contro di lei.

    ‘Per l’inferno maledetto, la mira è perfetta contro il mio naso, anche quando lei mi sta lanciando gli oggetti. '

    Guardandolo per un momento, Buffy prese un profondo respiro, per calmare le emozioni che erano su tutte le furie. “Spike,” bisbigliò. “Sono scappata per una ragione. Non puoi mostrarmi la stessa cortesia?”

    “Cortesia?” praticamente ruggì, mettendosi eretto e dimenticando il dolore palpitante nel naso mentre il sangue continuava ad uscire. “Hai qualche idea di come eravamo preoccupati per te? Di come tutti hanno dovuto bloccare tutto per il tuo egoismo? Hai diciotto anni, Buffy. Diciassette poi – potevi realmente pensare che potevamo solamente lasciarti scomparire e non preoccuparci per te?”

    Guardando a terra, Buffy sospirò mentre sporgeva le labbra giocando con il labbro inferiore. “Mi dispiace se sono scappata così. Ma era per il meglio.”

    “Perché?” disse vendicativo, portandosi un passo più vicino a lei. “Per trasformarti in una cinica ed annoiata donna”

    “No,” disse lei, stringendo i denti prima di guardare lentamente verso lui. “Hai fatto tutto da solo.”

    Prendendo molti respiri per calmarsi come lei si girò e si allontanò da lui, Spike chiuse gli occhi per la frustrazione. “Stronza,” mormorò, voltandosi e camminando nella strada opposta, non notando quando lei si voltò.

    Mordendosi il labbro mentre lo guardava allontanarsi, Buffy lottò contro le lacrime fresche nei suoi occhi.

    Lui aveva ragione.

    Lei era annoiata e cinica.

    Lei era quello, dando a lui la colpa quando era solo sua. Lei era stata quella a fuggire. Lei era stata quella a iniziare una vita nuova e a escludere tutti quelli che amava. Incluso la persona che ancora amava più di chiunque altro.

    * * * * *

    Ci volle un’ora a Spike prima che si calmasse e decidesse di poter affrontare Buffy senza combattere. Finendo la sigaretta prima di entrare nel palazzo, salì rapidamente i gradini e resistette all’urgenza di sfondare la porta, scegliendo invece di bussare in modo calmo.

    Aprendo la porta, gli occhi di Buffy si allargarono quando vide Spike che stava in piedi sull'altro lato. La sua testa era inclinata mentre i suoi occhi erano ristretti.

    “Desideri invitarmi?” chiese con voce fredda.

    “No, veramente no,” rispose, incrociando le braccia sul torace, tentando di mostrare che non era intimidita dalle azioni del duro ragazzo.

    “Ti sto avvertendo, Buffy” disse, stringendo la mascella.

    “O cosa?” chiese lei con un sorriso furbo, sentendosi eccessivamente fiduciosa per la barriera invisibile che li divideva. “Non c'è niente che puoi fare, Spike. Vai a casa. Non ti voglio qui.”

    Vedendo la porta sbattere sulla sua faccia, Spike scrocchio il collo per l’irritazione mentre prendeva un profondo respiro. Gettando uno sguardo sull’atrio, considerò la possibilità di rompere la porta. Solo perché non poteva entrare dentro non voleva dire che lei poteva ignorarlo. Facendo un passo indietro, Spike fece una pausa come un altro pensiero gli venne in mentre, provocando un sorriso lento che si sparse attraverso la sua faccia. Sapeva che Buffy lo stava guardando attraverso lo spioncino, chiedendosi quella sarebbe stata la sua prossima mossa. Ancora una volta si guardò intorno nell'atrio, sparò un'occhiata significativa alla porta prima di voltarsi e bussare all’ appartamento dietro di sé.

    Aspettando un momento, poteva sentire gli occhi di Buffy praticamente che lo trapanavano quando la donna rispose. Spike fece il suo sorriso più affascinante, progettato per far sciogliere chiunque. “Elizabeth Giles?” chiese, inclinando la testa e continuando prima che lei potesse correggerlo. “Mi hanno detto che sei la migliore in quello che fai. Quale è la percentuale oraria, luv?”

    Sopprimendo il brillante sorriso quando la porta si aprì leggermente dietro di lui, Spike si girò lentamente per guardare oltre la sua spalla, vedendo la faccia rossa di Buffy mentre guardava la sua vicina di casa mortificata.

    “Mi dispiace così tanto, Mrs. Kendall. Spike stava scherzando solo, non è vero, Spike? Diglielo,” chiese lei , guardandolo con disprezzo.

    “È probabile,” rispose, alzando un sopracciglio a Buffy.

    “G -gli piace scherzare,” Buffy continuò, guardando la sua vicina di casa sbalordita con un sorriso nervoso. “Entra, Spike,” continuò, pronunciando attentamente ogni parola e vedendo la soddisfazione che luccicava nei suoi occhi.

    Rivolgendosi di nuovo alla sua vicina di casa, Spike le fece un altro sorriso. “Ha ragione, pet. Stavo solo giocando, così non si deve preoccupare di questa bella testa, giusto?”

    Aspettando finché la donna si rilassò prima di voltarsi, il suo sguardo andò su Buffy, non staccando mai gli occhi da lei mentre attraversò la porta dell’ appartamento.

    “Come osi?” lei sibilò, sbattendo la porta come Spike si voltò ad ispezionare l'appartamento. La piccola cucina sulla sinistra con una grande isola come tavola ed un divisore per la stanza. Il soggiorno, situato nell'angolo sinistro infondo nell’aerea spaziosa conteneva un divano, sedia, una piccola televisione ed una tavola da caffè. Il bagno nell'altro angolo. E le tende simili a garza appesa alla sua destra, le tirò rivelando un grande letto con un morbido e confortante piumone. Tutto il posto rifletteva praticamente Buffy e chi lei era. Tentò di ignorare il desiderio crescente che lo colpì per la combinazione di Buffy che camminava verso di lui ed il letto così vicino alla sua destra. Lo stava sommergendo mentre il suo profumo lo circondò.

    La loro prima e unica volta era stata così frettolosa e brutale. Tutto di Spike voleva prenderla tra le braccia ed assicurarsi che era veramente là con lui. Che l'aveva trovata. Che poteva fare l'amore con lei per sempre.

    “Ti ho fatto una domanda,” disse lei in tono brusco, riportandolo improvvisamente alla realtà.

    “Tempi drastici richiedono misure drastiche, Riccioli d’oro” rispose lui, girandosi a guardarla. Lui soppresse il sorriso che minacciava di formarsi quando lei arrossì e distolse lo sguardo.

    “Non chiamerei una mancanza di un invito ‘drastico’,” rispose lei, entrando nella cucina e prendendo una bottiglia di acqua dal frigorifero prima di chiudere la porta così forte che lui potesse sentire le bottiglie sbattere con forza. Sollevandosi sull'isola, lui la guardò mentre lei si voltò e prese un sorso di acqua.

    “Mi offrirai qualcosa da bere, pet?” chiese Spike, facendosi scorrere la lingua lungo il labbro inferiore mentre gli occhi erano incollati al suo collo.

    Sopprimendo il sorriso furbesco quando la vide arrossire e distogliere lo sguardo, si alzò rapidamente ed afferrò il suo polso. Trascinandola verso lui nello spazio stretto, lei rapidamente si trovò tra le sue braccia, guardandolo con occhi larghi.

    “Cosa è questo?” chiese lei piano, respirando pesantemente come lei lo guardò. “Perché lo stai facendo?”

    Abbassando lentamente la testa finché le labbra quasi accarezzarono le sue, Spike guardò attentamente la sua reazione mentre parlava. “Forse io penso che è il momento di fare qualcosa per questo,” disse con un rauco bisbiglio.

    Rendendosi conto di quello che stava dicendo, Buffy lo spinse via arrabbiata e si allontanò. “Hai già fatto qualcosa per questo,” disse infuriata. “E hai deciso che non mi volevi, ricordi?”

    “Ho mai detto che non ti voglio?” chiese lui, seguendola nella camera, ignorando il fatto che lei aveva chiuso la tenda per separare le stanze. Come se un pezzo di stoffa lo tenesse lontano dopo che girava il paese da un anno.

    “E Aubrey?” chiese lei, girandosi per affrontarlo con il disprezzo negli occhi. “Non sei il suo ragazzo?”

    “Dannazione, Buffy! Ti ho detto che non c'era niente tra noi!”

    “Ma lei ti ama,” Buffy bisbigliò, mordendosi il labbro, distogliendo lo sguardo, andando alla finestra e stringendo le braccia intorno al corpo.

    “Come lo sai?” Spike chiese, con il tono ammorbidito mentre la guardò.

    “Perché ti guarda con lo stesso sguardo con cui ti guardo io.”

    “Con cui mi guardi tu?” ripeté lui, incapace di tenere l'incredulità e l'incertezza fuori dalla voce.

    “Solo lasciami in pace, Spike,” mormorò.

    “Bene,” rispose lui, dando un altro sguardo all'appartamento. “Dove dormo io?”

    “Cosa?!” gridò lei, girandosi per affrontarlo.

    “Mi hai sentito,” disse con un sorriso furbo. “Pensavo che probabilmente volessi che io rimanessi qui.”

    “Hai pensato male,” ringhiò Buffy, rivolgendosi di nuovo alla finestra così che lui non potesse vedere la sua faccia rossa.

    “Giusto,” disse Spike, camminando verso la porta. “Scommetto che dovrò andare da Aubrey, lei mi offrirà un letto caldo per la notte.”

    “Sì, scommetto che lo farebbe,” Buffy mormorò, alzando gli occhi.

    Sentendo la porta anteriore aprire e chiudersi, lei si morse il labbro, pensando per un momento prima di girarsi. Ingoiando un grido quando lo vide inclinato contro la porta, Buffy rimase abbagliata dall'espressione arrogante sulla sua bella faccia.

    “Sapevo che non mi avresti permesso di andarmene,” disse lui con un sorriso, spingendosi via dalla porta mentre si tolse lo spolverino e lo lanciò sul letto. “Sembra che il letto sia abbastanza grande per due.”

    “Io penso di no,” disse Buffy, scuotendo la testa. “Dormirai sul divano, ragazzo ossigenato.”

    Capitolo 19 – Collegamento

    Spike non riusciva a dormire. Ma se l’era aspettato, dato che l’oggetto che aveva popolato i suoi
    pensieri per oltre un anno era lì.

    Lui poteva sentire tutto.

    Ogni volta che lei sospirava.

    Ogni volta che lei si girava.

    Ed ogni lacrima che lei versava.

    Incapace di rimanere sul divano si alzò, attraversando l’appartamento tirandosi su i Jeans. Fece correre una mano nei capelli disordinati, tirò indietro la tenda che separava le due stanze, distingueva appena la figura di lei nel letto. Illuminata soltanto dalla debole luce del sole che filtrava dalle tende pesanti, sentì il cuore leggero mentre la guardava.

    Si avvicinò e mise il ginocchio sul letto, lui aspettò che lei facesse qualcosa, ma niente era rilassata, anche quando si stese completamente sul materasso, dietro di lei e facendogli correre la mano sulla schiena.

    La sentì singhiozzare e tirare sul col naso, così la prese facendola girare e se la tirò contro il torace. Lei alzò il viso incontrando gli occhi di lui. Guardandosi felicemente quando le braccia di lei avvolsero la sua vita.

    Sembravano una coppia.

    Si studiarono per alcuni momenti, l’attenzione di Spike fu attratta dalla lacrima che gli stava scivolando sulla guancia per poi rivolgersi di nuovo alla donna tra le sue braccia.

    ”Buffy” sussurrò lui premendo la faccia sui suoi capelli. Spike aggrottò le sopracciglia quando sentì il cuore di lei battere regolare, accompagnando le incessanti lacrime.I suoi occhi si allargarono quando realizzò che si era addormentata.

    ’Fa questo ogni notte?’ si domandò lui, sistemandola meglio nel suo abbraccio “Piange per dormire o comincia a piangere nel sonno?’

    Alzandole un pò la camicia, Spike mise la mano fredda sul suo stomaco e sentì un gemito arrivare da lei.

    ”Spike?” domandò lei confusa, guardandolo cercando di capire se stava ancora sognando.

    ”Sono io” mormorò lui, baciandole il collo.

    ’Che sta succedendo?’ si domandò Buffy, chiudendo gli occhi e scotendo la testa sentendo le sua labbra accarezzarle la pelle ‘Dev’essere un sogno. Spike non mi vuole. Non veramente’

    ”Cosa stai facendo?” chiese ansimando.

    ”Niente che tu non voglia” disse lui piano.

    ’Dannato’ pensò lei, stringendo I denti quando sentì le punte delle dita scivolare sotto la cintura del pigiama di raso, le stuzzicò la pelle della coscia, senza però andare più in basso, anche quando Buffy lo incitò con il movimento delle anche, chiedendo insistentemente il suo tocco.

    ”Mi sei mancata” mormorò lui, chiudendo gli occhi mentre aspirava il suo profumo. “Mi sei mancata tanto”

    Lei sentiva il fuoco arderla. Volendo silenziosamente che la mano di lui si abbassasse, ansimò quando la mosse più in basso.

    “Ti prego” ansimò.

    Prese in considerazione di stuzzicarla un pò, ma decise che era solo un modo molto efficacie per farsi sbattere fuori dal letto. Fece scendere la mano più in basso, divenne dolorosamente duro quando la sentì così bagnata.

    Poteva sentire il calore che irradiava il suo corpo quando inserì un dito dentro di lei, sentendo i suoi muscoli serrarsi. Sopprimendo un gemito roteò gli occhi all’indietro, Spike bestemmiò. Voleva poter avere qualche altro ricordo di loro due. Però era passato un anno e lui voleva di più.

    Chiaramente, la loro prima volta non era come si era aspettato, ma in quel momento lei stava rispondendo.

    La reazione era simile all’anno prima, ma allora c’era stato dolore. Un dolore che lui non voleva farle provare più.

    ’Forse dovrei tentare di nuovo’ pensò lui. ‘Dovrei darle una notte che merita non approfittare di lei’ chiudendo gli occhi la baciò lungo il collo, tentando di non osservare il modo in cui il suo corpo si inarcava contro di lui. Scoprendo il lato sinistro della gola al suo sguardo affamato.

    Lottando contro la voglia di affondare le zanne nella sua giugulare. Fece scivolare un altro dito dentro di lei, fu ricompensato da un gemito mentre il corpo rabbrividiva di piacere.

    ”Lasciati andare, luv” bisbigliò lui, sorridendo contro il suo orecchio, continuando a lavorare con la mano nelle sue cosce. “Permettiti di lasciarti andare”

    Sentendola tendersi la lascio andare, e Buffy quasi gridò di frustrazione ma immediatamente gli andò a toccare il suo clitoride.
    Lei gli afferrò il braccio, aveva bisogno di trovare qualche cosa a cui aggrapparsi, le sue unghie infilate nella sua pelle mentre le sue anche incontravano la mano di lui.

    Sapeva che non poteva resistere quando lui tornò con le dita dentro di lei, lasciando correre il pollice dolcemente lungo il suo clitoride. Lei sentendo l’orgasmo arrivare cercò le sue labbra ma non le trovò. Nascose il viso nel braccio di Spike per sopprimere un grido. Lei sentì I gemiti di Spike mentre sfrega la sua dolorosa erezione contro il suo fondoschiena.

    Ansimando lei venne, e si lasciò andare contro il cuscino con il corpo che tremava ma lui non fermò I movimenti.

    ”Troppo” mormorò lei, tirando il suo braccio, respirando pesantemente ma lui non si fermò. “Spike, non po—posso”

    Il suo stomaco si strinse quando lui l’abbandonò, gli occhi di Buffy rotolarono all’indietro quando lo sentì stabilirsi tra le sue cosce, e appoggiare la lingua sulla sua apertura. Stuzzicandola per un momento mentre le mani di lei afferravano le lenzuola e si dibatteva sotto di lui.

    ”Spike, io sto…”

    La fece venire forte.

    Tirandosi via di malavoglia da lei, dopo un lungo momento, Spike si mosse lungo il suo corpo, vedendola aprire lentamente gli occhi e guardarlo.

    Rendendosi lentamente conto di quello che era appena accaduto, Buffy lo spinse via dolcemente e si sedette rapidamente, scossa ancora da quello che era successo, come Spike arriverò per lei, mentre la tirò contro il suo torace nudo.

    ”Che succede, pet?” domandò lui, togliendogli I capelli dalla spalla per baciargli il collo dolcemente.

    ”Niente” mormorò lei, sentendosi confusa dal suo tocco. Rabbrividì quando lui la baciò sul collo, i suoi occhi si aprirono lentamente quando cominciò a togliergli i capelli dall’altro lato. “No” bisbigliò lei.

    Si alzò dal letto sentendo il cuore saltargli in gola.

    ”Che c’è?” domandò Spike, attraversando la stanza con preoccupazione.

    “Non possiamo farlo” bisbigliò lei, togliendosi il pigiama indossò un paio di jeans e una maglietta. I suoi movimenti erano meccanici. Spike la vide scuotere la testa prima di inclinarsi verso il muro. “Io non posso fare questo”

    “Bene” disse Spike con un cenno, andando verso di lei “Possiamo aspettare”

    ”No” mormorò lei, mordendosi il labbro “Non deve accadere. Mai”

    Lei si girò verso la porta, non voleva guardarlo si sorpresa quando Spike la fermò contro il muro.

    Cercando di non farsi prendere dal panico, cercò di ricordare quello che le aveva fatto cambiare umore. Diede un’occhiata al letto e le sue sopracciglia si aggrottarono ‘Era seduta là, io le ho baciato il collo, e lei si è alzata…’

    I suoi occhi si allargarono per poi stingersi di nuovo. Le afferrò i polsi fermandola contro il muro, le spinse da parte i capelli. Dal lato che aveva cercato di nascondere.

    Strinse la mascella, cominciò a respirare anche se non ne aveva bisogno. Buffy distolse lo sguardo, chiudendo gli occhi quando Spike guardò la cicatrice.

    Il ringhio che emise riempì la stanza, provocando a Buffy un brivido quando il demone di Spike emerse. “ Ti sei fatta mordere?!”

    Capitolo 20 –Chiarimenti.

    La rabbia sembrava uscire ad ondate da lui mentre Buffy guardava i suoi occhi dorati e la paura si impossessava di lei. Non aveva mai visto quello sguardo nei suoi pazzi occhi, caotico, fuori controllo. E la cosa sconcertante è che era diretto a lei.

    ”Rispondimi” ringhiò Spike, afferrandola per le spalle con le sue mani forti.

    Qualcosa dentro di lei si ruppe sentendo il tono della sua voce. Chi diavolo era lui per comportasi in modo così protettivo?

    ”Non sono dannatamente affari tuoi!” pianse lei, spingendolo via dal letto rotolando fuori. Non era così stupida da credere che lui le avrebbe permesso di andare. Sapeva che era distratto in quel momento. Si tese quando si sentì afferrare di nuovo per le spalle prima che riuscisse ad arrivare alla porta.

    “Dove pensi di andare?” domandò lui in tono di avvertimento.

    ”Spiegami perchè dovrebbero essere affari tuoi?” domandò lei, girandosi per affrontarlo. I suoi occhi si allargarono quando vide Spike avvicinarsi lentamente a lei, facendola scontrare contro il muro. Tornò al suo volto umano e inclinò la testa per guardarla.

    “Tutto quello che fai è affar mio” disse lui con voce bassa e calma.

    ”Qual’è il problema?” domandò lei, stringendo gli occhi e inclinando la testa verso di lui. “Non mi vuoi, ma nessun altro può avermi?”

    Vedendo il pugno arrivare vicino alla sua testa, Buffy si accovacciò, per non essere colpita in faccia. Fremette quando vide la sua mano scomparire nell’intonaco. Quando lui la ritirò, Buffy roteò gli occhi vedendo il buco che aveva fatto. ‘Adesso mi toccherà pulire’

    ”Adesso…tu mi rispondi o…”

    ”O cosa?” chiese alterata, contorcendo le labbra in una linea dura e fissandolo. “Farai quello anche a me?” domandò, gesticolando verso il muro.

    “Dimmi chi lo farebbe” lui disse in un tono di avvertimento che non ammetteva repliche

    “Non sono affari tuoi” rispose lei con lo stesso tono.

    Buffy non ebbe il tempo di aggiungere nulla che Spike si trasformò e affondò I denti nella sua gola, lacerando la sua pelle e coprendo il marchio precedente.. Chiuse gli occhi, e la bocca si aprì in un grido silenzioso quando lui cominciò a prenderne enormi sorsate. Non si curò di quello che poteva succedere. Le avvolse un braccio sulla vita e la tirò a sè, poteva sentire la sua erezione spingere contro di lei.

    ”Spike” bisbigliò debolmente.

    Una parte di lui voleva farlo. Il demone in lui stava spasimando perché lo facesse. Mostrare a tutti ha chi apparteneva. Ma l’uomo sapeva che Angel lo avrebbe preso a calci nel culo se l’avesse fatto. Sapeva che Angel l’avrebbe fatto, una volta che avrebbe scoperto che Spike aveva avuto il coraggio di marchiare sua figlia. Non era solo l’uomo che combatteva dentro di lui. Non era la mancanza di un’anima o il fatto che lui sentiva di averla ogni qualvolta stava vicino a lei. Era anche quello che sentiva di lei da viva.

    E glielo stava portando via.

    Realizzando che il battito cardiaco stava rallentando, Spike allentò la presa su di lei ed estrasse I denti dal collo, mentre leccava via il sangue, per chiudere anche la ferita.

    Quando si tirò indietro e vide I suoi occhi, Spike ingoiò. Sentendo improvvisamente come se l’avesse violata appena vide la sua espressione di dolore, guardò come lo spingeva via, rompendo ogni contatto con lui.

    Non voleva essere toccata.

    Si spostò di alcuni passi, le sopracciglia si aggrottarono mentre la guardava.
    “Mi dispiace” bisbigliò, vedendo i suoi occhi feriti mentre il gusto del suo sangue si attardava sulla lingua.

    ”Cosa? Non era abbastanza la violenza della nostra prima volta?” chiese lei, cercando di coprire il dolore con la rabbia, anche se le lacrime le cadevano sulle guance. “In qualsiasi momento puoi mettere distanza tra di noi, vuoi giocare solo alle tue condizioni?”

    “Adesso aspetta un maledetto minuto…”

    ”No! Aspetta tu! Io sono stanca di essere il tuo giocattolo che puoi usarmi ogni qualvolta hai bisogno di grattarti un prurito” disse lei, portandosi una mano al collo per fermare il sangue.
    “ Adesso ho la mia vita e ci faccio quello che voglio. Quindi trovati una dannata casa e fuori dalla mia!”

    Girandosi verso la porta per aprirla, Buffy vide le mani di lui sbattere ai lati della sua testa. Spike poteva vedere le scintille negli occhi di lei.

    ”Non me ne vado” disse lui a bassa voce, alzò il viso guardandola diritta negli occhi. “Adesso…tu ti siedi e mi spieghi chi ha i nervi per prendersi quello che è mio”

    ”Tua?” domandò lei con voce falsamente calma “Io non sono tua. Non sarò mai tua!”

    ”Pensa quello che vuoi, piccola” bisbigliò lui, inclinando la testa donandole un sorriso furbo avvicinando le labbra alle sue senza però toccarla.
    “Tu mi appartieni. Dimmelo ora” disse lui con voce bassa,restringendo i suoi occhi su Buffy.

    ”Cosa vuoi sentire, Spike?” bisbigliò lei con voce seducente, assumendo un’aria innocente “Il modo in cui I tuoi denti si sono immersi nel mio collo? Il modo in cui ho sentito il tuo corpo contro il mio? O come in queste notti mi sono concessa nel letto di qualcun altro?”

    Spike strinse la presa su di lei finché lei non sentì le ossa farle mele, ma tenne lo stesso lo sguardo fisso su di lui. Non cedette sotto la sua presa

    Sentendo il brivido di paura che le corse lungo la schiena, lei gridò di sorpresa quando lui l’afferrò e gli schiaccio le labbra contro le sue. Sottomettendola, Spike si tirò indietro e vide lo sguardo rabbioso nei suoi occhi.

    ”E’ meglio se stai scherzando” bisbigliò lui, guardandola stringere la mascella.

    ”E se non lo stessi facendo?” domandò lei, facendo finta che il bacio non l’avesse turbata.

    ”Chi ti ha fatto questo, Buffy?” mormorò Spike, tentando di ammorbidire l’espressione facendo correre un dito sul collo.

    ”Tu” sibilò lei, non guardandolo negli occhi” Cinque minuti fa, o ti sei già dimenticato di questo piccolo dettaglio?”

    ”Ho chiesto chi?” chiese lui tra I denti, cercando di non perdere la pazienza.

    Sospirando, Buffy voltò lo sguardo e si spostò da lui.

    ”Senti… ero stupida quando sono arrivata qui” bisbigliò lei, sedendosi sul letto e tirandosi le ginocchia al petto. “Io volevo… volevo riaverti indietro…e volevo farti del male”

    ”Cosa facevi?” domandò lui, cercando di tenere la rabbia sotto controllo.

    ”Per cominciare… era un posto dove vanno le persone, dove possono…”

    ”Sei andata in un covo?” ringhiò lui.

    ”Qualcosa del genere”

    ”Allora poi?”

    Lasciando andare I piedi per terra, Buffy sospirò guardandosi le mani, cercando di trovare le parole per continuare.

    ”La prima volta, non…non è successo niente ed io volevo solo trovare qualcosa che ti facesse uscire dalla mia testa”

    ”Poi?”

    “E’ diventato più intenso” bisbigliò lei “ Andai sempre dallo stesso ragaz… vampiro” si corresse “ Ogni volta. Sapevo che se andavo da lui non sarei morta”

    ”Sto ancora ascoltando” disse Spike con voce bassa.

    ”E poi lui… mi ha legato”

    “E l’ha fatto” disse Spike, accennando con la testa prima di guardarla, cercando di non far prevalere la rabbia. Non voleva altro che gridarle. Gridare e domandarle come poteva essere così stupida. Ma poi il suo lato razionale lo fece ragionare, ricordandogli che era colpa sua. Lui l’aveva spinta via, facendola correre in quella città. Se non fosse stato per lui, lei sarebbe rimasta a Sunnydale. E non avrebbe avuto il ricordo che la sua innocenza gli fosse stata tolta da un mostro.

    ”E dopo” domandò lui, non riuscendo a guardala negli occhi.

    “Sono fuggita” bisbigliò lei. “Non volevo appartenere a lui o a chiunque altro, e sicuro come l’inferno non volevo accoppiarmi con lui… volevo solo sentirmi meglio”

    “Le richieste non funzionano così, pet” bisbigliò lui.

    ”Lo so” disse lei piano “Ma io non ci sono tornata, non è così forte. Lui…lui tenta di usarlo, ma io non vado. E lui non sa come trovarmi”

    ”Quindi voi due non…?”

    ”Cosa? No! Dio, no Spike. L’unica persona con cui io sono stata è…”

    Finalmente si voltò a guardarla, aggrottò le sopracciglia quando lei guardò da un’altra parte, incapace di rimanere soddisfatto.
    “Sono io?” finì lui per lei, sospirando di sollievo quando lei accennò col capo.

    Vedendo il sorriso che aveva sulle labbra, Buffy lo guardò prima di roteare gli occhi. “Non essere così soddisfatto. Solo che non è nel mio stile saltare nel letto di qualsiasi ragazzo”

    ”Non ho detto niente” mormorò lui.

    Stingendo la mascella, lei strinse gli occhi. “ Mettiamola in quel modo…”
    Camminando verso di lei, lui aggrottò le sopracciglia quando lei scivolò via, girando la testa dandogli la prospettiva perfetta di quello che lui desiderava e che gli avrebbe fatto perdere il controllo.

    ”Mi spiace non che non mi piaccia, luv. Non voglio… perdere il controllo”

    ”Succede spesso con te, o no?” domandò lei adirata, riferendosi alla loro prima volta. Vedendo la vergogna sulla faccia di lui, sospirò.
    “Guarda… mi dispiace. Quello era molto per me, poiché eri tu. Sapevo quello che stavo facendo…chi doveva pensare a quello che stava entrando ero io e non dovevo gettartelo in faccia”

    Spike accennò con il capo, poi distolse lo sguardo quando vide il marchio sul collo.

    “Quindi…che cosa succede ora?” domandò lei, torcendosi le mano, improvvisamente nervosa sotto il suo sguardo.

    Continuando a fissare il marchio per un momento, lasciando la rabbia riempirlo al pensiero che un’altro vampiro aveva toccato quello che era suo, strinse gli occhi.
    “Ora, esco e lo trovo”

    “E dopo cosa?” domandò lei, guardando la sua espressione.

    “Lo uccido”

    “Non è semplice Spike, non è sostenere ‘l'essere tutto, fine di tutte’ le relazioni di vampiri"

    ”Di solito”

    “E tu… tu mi morderai?” bisbigliò lei, guardando il pavimento.

    “Lo farò. Lo farò di nuovo”

    “Non è molto confortante”

    “Mi spiace, pet. Non intendevo questo”
    “Quello che intendo è…non c’è qualcosa di complicato che accadrà adesso? Intendo, se ti preoccupi abbastanza da reclamarmi poi…-

    “Mi preoccupo” bisbigliò lui, chiudendo la distanza tra di loro e prendendole il mento. “Non era il momento giusto per noi, riccioli d’oro. Io non volevo solo possederti, volevo unirmi a te…ma non era il momento giusto” ripeté lui.

    ”Volevi unirti a me?” domandò lei un pò sconvolta.

    Gli occhi di Spike si allargarono appena realizzò quello che aveva appena detto, sapeva che non avrebbe dovuto dirglielo così presto. “Ipoteticamente…um…se dovessi desiderare qualcuno. Desidero te”

    ”Capisco” mormorò lei, prendendo un profondo sospiro “Ma non hai rotto qualche costituzione dei vampiri mordendomi?”

    ”Si. In teoria. Ma lui l’ha rotta per prima”

    ”Che intendi?” domandò lei confusa.

    ”Non è importante” replicò lui “Appena lui muore, si risolve il problema”

    ”Allora quel’è l’obbiettivo della rivendicazione?” domandò Buffy camminando per l’appartamento “Se puoi soltanto sfidarlo, non c’è realmente uno scopo”

    ”C’è uno scopo, piccola” disse lui piano “C’è un collegamento più profondo, più intenso. Se lui avesse sentito che eri mia non avrebbe dovuto toccarti. L’ha sentito?”

    ”No” disse lei piano, scuotendo la testa e leccandosi le labbra.

    ”Inoltre, non può sfidarlo chiunque. Deve essere un vampiro più vecchio. Non che un novellino può venire e decidere di portarti via da me”

    ”Lui” lo corresse lei.

    ”Cosa?”

    ”Portarmi via da lui” disse lei leggermente “Io non appartengo a te”

    Un ringhio basso uscì dalla gola di Spike, facendo alzare gli occhi a Buffy, che si sorprese di vedere il suo sguardo indurito.

    ”Chi è?” chiese lui, mentre cercava di cancellare le parole di lei dalla mente.

    ”Un ragazzo di nome Billy Fordham” bisbigliò lei “Lo chiamano Ford”

    Spike aggrottò le sopracciglia sentendo il nome, incapace di dire qualsiasi cosa.
    ”Si può arrivare all’edificio attraverso le fogne?” chiese lui infine

    ”Penso di si” disse piano lei “Nella cantina”

    Senza guardarla, Spike prese rapidamente la sua camicia e le scarpe, poi afferrando lo spolverino camminò verso la porta.
    ”Spike!”
    Voltandosi, lui cercò di tenere un’espressione neutra mentre la guardava.
    Vedendo come si torceva le mani nervosamente e sporgeva il labbro, lui inclinò la testa per guardarla meglio, incerto su quello che aveva da dirgli.
    ”Se uccidi lui… starò male anch’io?” domandò piano Buffy.
    Capendo cosa la turbava, la sua espressione si ammorbidì. Camminando verso di lei, le prese il viso a coppa, dandole un bacio sulla fronte per poi guardala negli occhi.

    “Non farei mai qualcosa che potrebbe farti male, luv” bisbigliò lui, accarezzandole la guancia, sorridendo quando lei si inclinò sotto il suo tocco. Tirandosi via di malavoglia, Spike tornò alla porta. “Torno presto”

    TBC
     
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    Capitolo 21 - Effetti inversi

    Questo prese la maggior parte della giornata per localizzare Billy Fordham, ma quello non era una sorpresa. Era meraviglioso di che genere di informazioni si poteva avere quando alla persona che chiedeva infliggeva abbastanza dolore. Il sole era già tramontato, e Spike era ansioso di finirla e ritornare da Buffy.

    Rimanendo in piedi nelle ombre del bar, Spike studiò il giovane, sentendo il richiamo familiare da lui. Restringendo gli occhi sulla brunetta, non poté bloccarsi dal chiudere gli occhi e scuotere la testa per l'ironia.

    ‘Per l’inferno maledetto ' lui pensava tra sé. ‘L’irritante checca che voleva scambiare Lucy per l’ immortalità… Suppongo che lei non si aspettava che lo avrei trasformato dopo che il piano fallì. '

    Stranamente, il pensiero di Lucy non spedì un dolore attraverso il suo cuore come di solito accadeva.

    Lui comprese che non l'ho sentiva da molto tempo.

    A meno che non stesse pensando a Buffy.

    Stringendo la mascella come ricordò che questo era l'uomo che aveva osato marchiarla, Spike entrò dentro il bar, attendendo finché Ford si voltasse prima di parlare.

    “Ti ricordi di me?”

    Fissandolo per un momento, gli occhi di Ford si allargarono quando comprese. “Spike? Uomo, questo è per sempre. Cosa ti porta a Vegas?”

    “Tu,” disse lui con voce bassa, sorridendo internamente quando parte della spacconeria di Ford sparì.

    “Davvero?” rispose, tentando di tenere il sorriso accomodante sulla faccia. “Bene, stanotte sono un pò occupato, ma-”

    “Oh, penso che possiamo trovare un po’ di tempo,” Spike ringhiò, afferrandolo per il collo e trascinandolo fuori dalla porta.

    Gettandolo contro il muro mentre uscirono dall'edificio, Spike fece uscire il demone, ringhiando mentre guardava l'altro uomo.

    “Cosa ho fatto?” Ford chiese, più irritato che impaurito.

    “Hai provato a reclamare la mia ragazza.”

    “Buffy?” chiese lui con un sorriso. “Non ho tentato – ci sono riuscito. Comunque non sapevo che era tua.”

    “Bene, adesso lo sai,” Spike rispose, gli occhi balenarono mentre guardava l'altro uomo.

    “Sai, se lei è la tua ragazza, perché non ho sentito la tua rivendicazione?”

    “Perchè non gli ho mai dato un morso per rivendicarla.”

    “Allora non è tua,” disse Ford, tenendo lo stesso sorriso irritante sulla faccia.

    “Oh, lei è la mia,” Spike disse vendicativo, fracassando il pugno nella mascella dell'altro uomo prima di afferrarlo per il colletto e sbatterlo di nuovo sul muro. “Devi guardare un po’ più in basso, compagno,” continuò con voce bassa, vedendo lo sguardo sorpreso sulla faccia di Ford. “Adesso ha un po’ più di senso?”

    “Vedi, lei non mi ha detto niente e-”

    “Nessuna questione,” Spike ringhiò. “Hai avuto il coraggio di toccare la donna che mi appartiene. Sono l’unico che lei vuole consensualmente… lei è mia, e giusto adesso… mi sei d’intralcio.” non dando un'opportunità di reagire all'altro uomo, Spike spinse il paletto nel suo cuore fermo, lasciando che un sorriso gli attraversasse la faccia mentre divenne polvere.

    * * * * *

    Buffy ansò sentendo una stretta al collo, un brivido che si sparse attraverso il suo corpo prima che un tremito incontrollabile la prendesse. Respirando pesantemente, chiuse gli occhi mentre un sentimento di sollievo passò attraverso di lei.

    Si sentì libera.

    * * * *

    Entrando dentro il palazzo un’ora più tardi, Spike fu sorpreso di vedere Buffy che si muoveva inquietamente dentro la stanza. Vedendola tenere un paletto nella cintura dei pantaloni, lui la guardava mentre lei si girò verso la porta, quasi saltando fuori dalla pelle quando lo vide in piedi, la mano le volò sul torace mentre ansimò.

    “Cosa c’e che non va, love?” chiese lui, chiudendo la porta dietro di sé.

    Nascondendo il fatto che era sollevata nel vederlo senza un graffio, Buffy cominciò a camminare verso di lui.

    “Perché qualcosa non dovrebbe andare?” chiese lei con tono annoiato, non soddisfacendo il suo sguardo mentre lei lo oltrepassò, arrivando al pomello.

    Afferrando il suo braccio prima che lei potesse uscire dalla porta, Spike la tirò verso di sé, guardandola negli occhi per vedere cosa c’era che non andava.

    “Parlami, Buffy.”

    Stringendo brevemente la mascella mentre lei mise una mano in tasca ed estrasse un cellulare, Buffy lo spinse verso di lui, vedendo le sue sopracciglia aggrottarsi mentre lui guardava il piccolo oggetto. Riconoscendo il suo cellulare, lui strinse la mascella quando comprese che l’aveva dimenticato per la fretta di trovare ed uccidere Ford.

    “Chiama Aubrey,” disse lei con voce leggera, non volendo ammettere la gelosia che provava nel dire quella parole mentre evitava il suo sguardo.

    “Ha chiamato?” chiese lui confuso, bestemmiando per aver dimenticato il cellulare e di conseguenza fare credere a Buffy che lui le stava mentendo.

    “Approssimativamente cinque volte,” rispose lei con voce irritata, mettendo la giacca di pelle sopra il top e camminando fuori dalla porta.

    “Dove stai andando?” chiese lui, seguendola e sbattendo la porta.

    “Fuori,” disse lei, aggiustandosi il cappotto sul corpo mentre scendeva velocemente le scale.

    Raggiungendola quando lei uscì dalla porta, Spike le tagliò la strada, costringendo Buffy ad un alt improvviso.

    “So quello a cui stai pensando,” disse lui con voce calma. “E non è vero.”

    Alzando gli occhi, Buffy lo aggirò, tagliando per il primo vicolo che trovò e digrignando i denti quando Spike continuò a seguirla.

    “Non è questo… Sei tu, Buffy. Solo tu,” continuò lui, tentando di farle capire la piena estensione dei suoi sentimenti verso di lei. “Parlami,” lui la supplicò, ancora una volta bloccandole la strada non permettendole di oltrepassarlo.

    Frenandosi dal colpirlo sul naso, Buffy prese un profondo respiro. “Ora ho una mia vita. Non ho bisogno che mi segui dappertutto e… tu non ha qualche telefonata da fare?” lei chiese, piegando la testa da un lato fingendo ignoranza prima di tentare di oltrepassarlo, solamente per essere fermata di nuovo.

    “Tu sei più importante di questo,” insisté lui, tenendo il telefono prima di metterlo in tasca.

    Ignorando il brivido che l’attraversò, Buffy mantenne disperatamente la frustrazione e la sua irritazione, non disposta a permettergli di incunearsi nella sua vita.

    “Non capisci, vero, Spike?” chiese lei, incrociando le braccia sul torace e fissandolo con uno sguardo freddo. “Tu non appartieni a questo posto. Questa sono io adesso, e non vai bene per la mia vita. Hai avuto un 'opportunità e adesso è passata.”

    Stringendo la mascella irritata, Buffy alzò il sopracciglio, rifiutando di essere intimidita mentre gli occhi di lui mandavano scintille gialle.

    Lei era cresciuta.

    L'ultimo anno l'aveva trasformata in una persona che lei non sapeva di poter diventare. E non avrebbe rinunciato a quel sentimento d’indipendenza e solidarietà che si era creata per se stessa.

    Specialmente non per l'uomo che l'aveva respinta e dopo faceva un voltafaccia, decidendo di rivolerla indietro.

    Anche se lei ancora l'amava.

    “Ti sto cercando da un anno,” Spike disse con tono minaccioso. “Se pensi che mi volterò e tornerò a casa, lasciandoti qui in pace, ti sbagli di grosso.”

    “Non capisci, vero?” chiese lei esasperata. “Sono stata qui da sola. Sono sopravvissuta e ho creato qualcosa che nessuno era disposto a lasciarmi fare.”

    “Perché avevi diciassette anni!” Spike gridò.

    “E non li ho più,” Rispose lei, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi mentre la sua collera cominciò a sorgere. Chiudendo gli occhi per controllare le sue emozioni, li riaprì lentamente e prese un respiro per calmarsi. “Non ho bisogno che assumi il ruolo di protettore. Adesso sono adulta, Spike. Posso proteggermi da sola. Sono stata capace di farlo per anni, ma te non lo volevi notare.”

    “E se voglio avere il ruolo del protettore?”

    “Ne ho avuto abbastanza di essere protetta. Specialmente da…”

    Le parole le morirono sulle labbra e guardò verso il cielo come sentì la presenza familiare per la prima volta da un anno, Buffy si leccò le labbra sospirando pesantemente, non preoccupandosi di voltarsi mentre un sorriso scettico le si formò sulle labbra. “Ciao, Papà.”

    Capitolo 22 – Padre e figlia

    Chiudendo gli occhi per un momento e cercando di riprendere il controllo delle sue emozione, Buffy guardò Spike.

    ”Posso immaginare che non è una visita progettata” disse alla fine registrando l’occhiata di Spike per poi rivolgersi a suo padre. “Fare una telefonata”

    ”L’ho fatto” disse Angel con voce fredda, camminando lentamente verso di lei.

    Andandogli incontro per affrontare l’uomo più alto, vide la rabbia nel suo sguardo ma rifiutò di cedere.
    “Che succede?” gli domandò, facendo un sorriso falso.”Non sei felice di vedermi?”

    “Dove diavolo sei stata?” ringhiò lui, curvando le spalle frenandosi dalla voglia di colpire sua figlia.

    ”Qui” replicò lei con voce leggera prima di sorridere “Beh… non proprio qui.”

    Il suo tono di superiorità fece andare Angel fuori dai gangheri mentre stringeva i pugni ai lati di sè.

    ”Non prenderti gioco di me, piccola ragazza” disse lui con tono basso.

    ”Ti stai prendendo gioco di te stesso da solo” rispose, mentre il sorriso si sfumava e la rabbia veniva a galla. “Tutti e due pensate che potete dettare sulla mia vita” continuò girandosi verso Spike
    “Grazie per averlo chiamato. Veramente non credo mi fiderò più di te”

    ”Buffy, pet, io non-“

    ”E tu” disse lei, guardando Angel restringendo gli occhi “ Non dovresti essere all’albergo? Facendo la tua parte per tenermi al sicuro? Voglio dire siamo in un vicolo e stiamo gridando. Chiunque potrebbe vederci. Tutti potrebbero sentirmi chiamarti papà”

    Lottando con le lacrime che volevano scendere quando Angel la guardò, Buffy prese un respiro profondo, cercando di controllarsi.

    “Sai” disse con voce molle “Solo una volta, sarebbe carino che fingessi di volermi bene. Tenermi viva -ok provare a fare il padre- cosa completamente diversa”

    “Ok” ripose Angel, avanzando per poi prenderla per un braccio, stando a qualche passo da Spike “Vuoi che mi comporti da padre? Allora perché diavolo sei fuggita?”

    Vedendo il panico accendersi negli occhi di Spike, Buffy sorrise nella sua direzione, decidendo di lasciarlo preoccupare ancora un pò.

    ”Vuoi dire che non lo sai?” domandò lei, togliendosi il braccio, guardando i due vampiri davanti a lei “Pensavo fossi un migliore investigatore Angel” sputò fuori il suo nome come fosse veleno. “Pensavo che dopo un anno, l’avessi capito”

    ”Che cosa?” chiese lui,

    Buffy poteva sentire i nervi di Spike tesi aspettando l’attacco di Angel.

    ”Ci sono stati determinanti…sviluppi che mi hanno fatto sentire il desiderio di andarmene”

    ”E sarebbero?” chiese Angel, guardando Buffy e poi Spike. Lei era improvvisamente contenta che Spike non avesse il battito cardiaco se no Angel avrebbe capito.

    ”Bah alcune cose che mi hanno condotto alla decisione finale di andarmene” rispose lei sarcasticamente.

    “Eri spaventata te ne sei andata. E a noi non ci hai pensato?”

    Lasciando che la maschera di rabbia si sgretolasse per un secondo, Buffy lo guardò con un espressione molle “Mi dispiace. Veramente ma era necessario”

    ”Perchè diavolo l’hai fatto?” domandò Angel, con voce rabbiosa.

    ”Che cosa ti aspettavi?” domandò lei, arrabbiata “Pensi che sarei stata seduta lasciandomi passare le cose addosso?” osservò come la mascella del padre si strinse e continuò “Sono stata scortata dappertutto nei miei diciassette anni. Non mi è stato permesso avere una vita, e ora che finalmente c’è l’ho. Tutti si arrabbiano con me perché volevo soltanto vivere. Bene, mi dispiace di aver fatto preoccupare Wills e Tara. Mi dispiace di essere stata presuntuosa e egoista. Ma non mi pento di essermene andata -e mi dispiace che tu mi abbia trovata-”

    Voltandosi verso il vicolo cominciò a camminare, poi sospirò.

    ’Avrei dovuto sapere che era troppo facile’ pensò mentre Spike e Angel la fermarono la strada. ‘Grande. Loro non sono d’accordo sul fatto di aver ucciso per anni, ma sul proteggere troppo Buffy, lì si sono d’accordo.”

    Appena vide lo sguardo negli occhi di Angel, Buffy roteò gli occhi “Non tornerò con te” disse scotendo la testa “Ora è questa casa mia e io non me ne vado”

    ”Non ne sarei tanto sicura” disse lui piano.

    ”Ho diciotto anni” replicò Buffy, non cedendo “Anche se tu vuoi, giuridicamente non puoi. E troverai sorprendente come una ragazza si possa allenare a Las Vegas. Ho ucciso più vampiri qui in un anno di quanto facevo a Sunnydale

    ”Stai dicendo che polverizzeresti tuo padre?” domandò lui con un ghigno sadico, sapendo che lei non avrebbe potuto.

    ”No” replicò Buffy, scotendo la testa guardandolo con un’espressione indifferente “Sto solo dicendo che prenderei a calci il tuo culo senza pensarci due volte. “

    Vedendo il sorriso furbo sulle labbra di Spike quando sì giro per nasconderlo ad Angel, Buffy sentì di star per ridere ma sparì quando vide il padre arrabbiato.

    Roteando gli occhi, Buffy scosse la testa prima di guardare i due uomini decidendo di provare una tattica diversa.

    ”Non me ne sto andando dove voglio” disse lei “ Sai dove sono”

    “Papà” bisbigliò lei, guardandolo negli occhi ammorbidendo l’espressione “Torna a L.A, l’hai detto anche tu non sono al sicuro se sei qui. Quindi, vai a casa”

    L’indecisione comparve negli occhi di Angel quando si rese conto che lei aveva ragione.

    Aspettando la sua decisione, Buffy si scostò i capelli dietro l’orecchio poi vide gli occhi di Spike allargarsi. Si ricordò il morso gonfio che aveva sul collo, così lì risistemò come prima, sperando che Angel non si fosse accorto del panico che era passato sulla sua faccia.

    Angel si guardò in giro, come se si aspettasse un’imboscata, e lei capì di aver vinto.

    ”Prendi” disse lui estraendo dalla tasca un telefonino. Buffy lo prese con un’espressione confusa, guardando l’oggetto nella sua mano “Tienilo sempre con te”

    ”Perchè? Così potrai controllarmi tutto il tempo?” domandò lei, cercando di sorridergli.

    ”Qualcosa del genere” rispose lui, con l’espressione finalmente ammorbidita donandole un sorriso, era evidente che non voleva andare, ma sapeva che era giusto.

    Avanzò verso la figlia e l’avvolse in un abbraccio forte. Chiudendo gli occhi cercando di trattenere la lacrime, Buffy si assicurò di posizionarsi in modo che lui non potesse sentire l’odore di Spike sul suo collo. Decise che avrebbe fatto meglio a pulire il marchio.

    Combattendo ancora con le lacrime quando lui si ritirò, Buffy gli offrì un sorriso, tentando di non piangere quando lui avanzò di nuovo. Si, voleva essere indipendente e avere una vita sua, ma la lacuna che aveva lasciato suo padre non si era ancora sanata. Lei voleva un padre, non un guardiano.

    ”No sorprenderti se Cordy verrà qui per alcuni mesi” disse Angel con un sorriso, cercando di far andare via l’angoscia con il buon umore “E’ stata malata, e sono sicuro che vorrà venire qui per negozi”

    Buffy ghignò, sollevata di riuscire a trattenere le lacrime. “Nessuna obbiezione” facendo una pausa guardò a terra, ignorando il fatto che Spike stava ancora guardando la conversazione aspettandosi che magari le sarebbe sfuggito qualcosa. “Mi mancherai, papà”

    ”Anche tu” rispose lui, passandosi una mano nei capelli prima di iniziare a camminare “Io vado, ma potevi fare giusto una telefonata”

    ”Lo so” disse lei aggirando Spike “E mi spiace”

    Tutti e due gli uomini la guardarono allontanarsi poi Angel si rivolse al biondo “Perchè non mi hai chiamato quando l’hai trovata?” domandò ringhiando.

    ”Perchè l’ho appena trovata” replicò Spike “ Volevo assicurarmi che non scappasse di nuovo”

    “Non ha niente ha che fare con i sentimenti che provi per lei?

    Spostando il peso da un piede all’altro cercando di evitare gli occhi del vampiro più vecchio, Spike scosse la testa. “Sai cosa provo per lei” disse, sperando che quello servisse a placarlo “ Voglio che stia al sicuro”

    “Approposito di questo- dovrei andarmene” disse Angel, guardando le luci della città prima di girarsi a fissare di nuovo Spike “Sai che lei non ti vorrà intorno giusto?”

    Sentendo il dolore nel cuore aumentare, Spike gettò uno sguardo nella direzione dove Buffy se ne era andata. Le sue parole bisbigliate sembrarono andare alla deriva attraverso il vicolo.
    “Lo so”

    Capitolo 23 - Perché Adesso?

    Tentando di rilassarsi dopo la conversazione con il padre, Buffy sedeva nell’ appartamento, si lasciò scivolare con la schiena sul divano e chiuse gli occhi. Non sorpresa di sentire bussare alla porta, non si disturbò ad alzarsi per rispondere. Sapendo già chi era dall’altra parte, aspettò finché la porta non si aprì.

    “Perché ti disturbi a bussare?” chiese lei, senza girarsi ad affrontarlo mentre sentì il clic leggero della porta che si richiudeva. “Bussare è semplicemente un modo per chiedere un invito, e poi farai quello che per l’inferno vuoi ad ogni modo.”

    Leggermente imbarazzata quando lui non disse niente, Buffy lottò contro l’urgenza di voltarsi, non volendogli dare nessun potere in quella situazione.

    “Non l’ho chiamato io, Buffy” Spike disse da dietro di lei, guardandola mentre girava leggermente la testa, ma rifiutandosi ancora di affrontarlo. Non doveva guardarlo per sapere che le sue mani erano dentro le tasche dello spolverino e che stava aspettando nervosamente che lei si voltasse. “Suppongo l’abbia fatto Aubrey.”

    “Hai parlato con la tua ragazza?” Buffy chiese, alzandosi dal divano ed ignorandolo mentre lo oltrepassò ed entrò in cucina.

    “Non è la mia ragazza,” disse con un sospiro. “Noi lavoriamo insieme.”

    “Comodo,” mormorò lei, afferrando una bottiglia dal frigorifero e sbattendo la porta.

    “Per l’inferno maledetto, donna! Sono rimasto qui la notte scorsa, o hai dimenticato questo piccolo particolare?”

    “Non l’ho dimenticato,” disse lei leggermente, ancora senza girarsi a guardarlo mentre lottava contro le lacrime nei suoi occhi, tentando di distrarsi giocando col tappo della bottiglia. “Ma non dovevi.”

    “E perché?” chiese lui, la rabbia tingeva la sua voce.

    “Perché è innamorata di te,” Buffy rispose, finalmente guardandolo negli occhi e vedendo la confusione in loro. “Ed ero in quella situazione… so come ci si sente, e so che fa male quando sceglievi lei invece che me.”

    “Così… allora, Buffy? Si suppone che devo andare a chiavarla perché tu non mi vuoi qui?”

    Nascondendo attentamente la sua reazione, scosse la testa. “Fai quello che vuoi fare,” lei mormorò. “Solo non mi usare come una pedina in qualunque cosa stai provando a giocare.”

    “E questo che è?” lui ringhiò.

    “Come se per l'inferno non lo sapessi,” disse lei con voce leggera, stringendo la mascella mentre lei lo fissava di nuovo prima di tornare in soggiorno. “Forse ami lei e vuoi farla ingelosire. Forse hai deciso che era una buona ‘ chiavata ' e volevi provarlo di nuovo. Forse in qualche modo maligno, questo era il tuo piano per pareggiare i conti con Angel, perché lui ha avuto veramente una relazione con Lucy prima che morisse. Io non...”

    Le parole le morirono sulle labbra quando le sue spalle vennero afferrate con una presa brutale, Buffy trattenne la sua maschera di calma mentre Spike la guardò.

    “Non è nessuno di questi e tu lo sai,” disse lui con bisbiglio pericoloso prima di scuoterle fortemente le spalle. “Lo sai, Buffy.”

    L'emozione nella sua voce la scioccò mentre guardò nei suoi occhi supplichevoli. Distogliendo il suo sguardo, Buffy prese un profondo respiro, tentando di controllare l’emozione.

    “Vai a casa, Spike,” bisbigliò lei miseramente. “Solo vai a casa. L’ho detto a mio padre e adesso lo dico a te… non scapperò di nuovo - ho una vita qui e ne rimarrò attaccata. Almeno per un po’ di più. Prometto di non scomparire di nuovo - solo… solo vai a casa.”

    “Non posso,” bisbigliò lui, guardandola con occhi tristi.

    “Perché no?” chiese lei, lottando contro le lacrime che minacciavano di uscire. “Perché non ti muovi? Quale è il punto, Spike?”

    Ansimando quando lei sentì le sue labbra sulle sue in un bacio dolce, Buffy si sentì stordita mentre la lingua di lui accarezzava dolcemente la sua, suscitando un leggero lamento quando le mani di lui le abbandonarono le braccia per infilarsi tra i capelli.

    Godendo della semplicità del bacio per un momento, lei si staccò lentamente, sentendo un senso di profonda perdita quando vide che la stava fissando. I suoi occhi erano più espressivi di come lì aveva mai visti. Allontanandosi prima di cedere ai suoi desideri, Buffy evitò il suo sguardo mentre indietreggiò.

    Guardandola per un lungo momento mentre lui ansimava per l’aria non necessaria, Spike chiuse gli occhi, rendendosi conto di quello che doveva fare.

    “Io andrò via,” disse lui leggermente dopo un momento. “Tornerò a Sunnydale… ti darò lo spazio di cui hai bisogno, ma non mi chiuderai fuori, Buffy. Risolveremo questo.”

    Sentendolo camminare verso la porta, lei chiuse gli occhi, combattendo contro le lacrime che stavano lottando per uscire. Lasciandosi cadere pesantemente sul divano, si prese la testa tra le mani, premendo con i palmi sulla fronte mentre tentava di fermare il male che si stava formando.

    “Perché adesso?” bisbigliò lei miseramente, non disturbandosi a guardare mentre Spike si girò per affrontarla. “Perché dovevi ritornare adesso? Perché dovevi volermi adesso?”

    Camminando lentamente verso di lei sospirando pesantemente, Spike tirò su lo spolverino mentre si sedette sul tavolino da caffé di fronte a lei. Facendo scorrere nervosamente la lingua sul labbro inferiore prima di risponderle prese un profondo respiro mentre si sporse in avanti esitante ed inclinò il mento di lei finché i suoi occhi fissavano i suoi. “Perché eri troppo giovane, pet,” bisbigliò. “E ti volevo… Dio, quanto ti volevo,” mormorò tra sè, passandosi una mano sul viso. “Ma non era giusto. Anche quando noi effettivamente… abbiamo perso il controllo… era troppo presto. Volevo aspettare. Volevo che questo fosse giusto, e quando è davvero successo… venni colto dal panico. Volevo fare un passo indietro, Riccioli d’oro, ma non avrei mai pensato che saresti scappata quando stavo tentando di trovare un po' di spazio.”

    “Cosa ti aspetti?” bisbigliò lei, ancora una volta evitando i suoi occhi guardando il pavimento a disagio.
    “Che potevi ignorare una ragazza diciassette ed il problema sarebbe andato via da solo?”

    “Avrei dovuto saperlo,” disse lui con un sorriso leggero. “Troppo piccola, troppo tardi, eh, pet?”

    “Sono ancora giovane, Spike,” disse lei leggermente.

    “Lo sei,” lui acconsentì con un cenno. “Ma le cose sono… diverse… adesso.”

    “Yeah,” rispose lei, prendendo un profondo respiro per calmare i nervi e trovare il coraggio per dire ciò che aveva bisogno di dire. “Le cose sono diverse… e penso che è ora per te di andartene.”

    Distogliendo lo sguardo così lei non avrebbe visto il dolore sul suo viso, Buffy si morse il labbro, chiedendosi se stesse commettendo un errore.

    Vedendolo alzarsi e camminare verso la porta, lei poteva sentire le lacrime che le stavano bruciando gli occhi, sapendo che sarebbe stata una notte lunga passata a singhiozzare sul cuscino.

    “Spike,” bisbigliò lei, guardandolo mentre la mano si fermò sul pomello. “Non so più cosa pensare. Non so se mi vuoi realmente o se mi vuoi perché ora sono irraggiungibile. Mi piacerebbe pensare che è perché mi vuoi. Ma… forse… un giorno, forse questo può accadere. Ho bisogno di un po’ di tempo.”

    Accennando col capo lentamente, Spike le gettò uno sguardo sopra la spalla, dandole un sorriso comprensivo. “Tanto io non invecchio amore.”

    Capitolo 24 –La lealtà nella morte

    3 mesi dopo.

    “Ehy Wills” disse Buffy con un brillante sorriso quando la sentì al telefono. “Vi ho lasciato solo da pochi giorni-e già sentite la mia mancanza?”

    Ora che la sua intera famiglia sapeva dov’era, non gli erano mancati i visitatori. Il suo appartamento era vuoto solo da una settimana. Cordy era stata la prima a visitarlo, aveva passato una settimana con lei dopo che Angel se n’era andato. Anya e Xander avevano fatto una tappa di una notte. Dawn le spediva la posta tutti i giorni, Giles la chiamava almeno due volte alla settimana. Anche Tara era andata da lei ed era andata via dopo una settimana l’unica che non era andata era Willow. Tutti quelli che l’amavano erano andati a trovarla.

    Eccetto uno.

    Spike non era andato a trovarla, ed era un pò delusa da questo, ma niente gli impediva di chiamarla tre volte alla settimana, anzi la chiamava tutti i giorni. Si era presa un po’ di tempo da lui, e adesso era eccitata di tornare.

    ”C’è un motivo perchè ti ho chiamato, Buffy” disse Willow “Hai parlato con Spike?”

    “Non da un paio di giorni” rispose lei, sentendo un nodo in gola, rendendosi conto che Spike non faceva passare più di due giorni prima di chiamarla “Perché? E’ successo qualcosa? Spike sta bene?” domandò con voce frenetica.

    “No, lui no…ma, Buffy… penso che dovresti tornare a casa”

    ”Sarò lì tra due settimane. Devo tornare davvero ora?” domandò con trepidazione, desiderando che Willow gli dicesse di no.

    ”Penso che sarebbe meglio” disse Willow, seduta nel soggiorno di casa sua tenendo la mano di Tara.

    “Che è successo, Willow?”

    ”E’ che…”

    ”Non cercare di proteggermi, Wills. Dimmi che cosa è successo!”

    “Buffy… Aubrey è stata uccisa” rispose lei con un bisbiglio soffocato, afferrando forte la mano di Tara.

    ”Oh mio Dio” mormorò Buffy, afferrando il braccio della sedia sedendosi. Stette in silenzio per un lungo momento “Come?”

    ”Vampiro” disse in un bisbiglio molle.

    "Solo uno? " lei chiese in incredulità.

    ”Si” rispose Willow “ Credo sia stata… solo sfortuna”

    ”Quando è accaduto?” domandò lei, sentendosi stordita.

    ”Due notti fa”

    Stette in silenzio per un momento, Buffy scosse la testa “Come sta Spike?” mormorò.

    “Sta bene… è nel seminterrato adesso…pensiamo che sia stato un duro colpo per lui”

    ”Posso parlargli?”

    ”Aspetta un minuto”

    Alzandosi e camminando nervosamente per l’appartamento, Buffy fece correre la mano sui coltelli, decidendo cosa fare fino a quando sentì Spike prendere il telefono.

    “Le valige” pensò mordendosi il labbro. “Sono pronte al deposito della stazione degli autobus. Mal che vada, potrei andare vicino a Los Angeles domani mattina se non trovo un biglietto diretto per Sunnydale. Qualcuno potrebbe venirmi a prendere”.

    ”Ciao”
    Il suono della voce fredda dall’altra parte fece venire voglia a Buffy di prendere e correre da lui più forte che poteva.

    ”Hey” disse piano lei, sorridendo, nonostante le circostanze. Quello era Spike. Era ancora l’uomo al quale aveva dato il suo cuore di adolescente, colui che era capace di confortarla solamente con la sua voce. Desiderò potergli dare lo stesso conforto, ma sapeva bene che nessuna parola poteva farlo.

    “Mi dispiace” bisbigliò qualche secondo dopo.

    ”Non è colpa tua” mormorò lui. Buffy lo poteva immaginare con la testa inclinata contro il muro. “E’ mia”

    “Spike, non dire così. Non lo pensare neanche”

    ”Perché no?” domandò lui “E’ la verità. Se fossi stato più veloce o più forte… lei sarebbe ancora qui”

    ”Non potevi saperlo. Non era programmato le cose accadono”

    ”No, ma sei io l’avessi ucciso, magari lei…”

    “Non puoi continuare a pensare ‘a tutti i se’ se lo fai diventerai matto”

    ”Si?” rispose scetticamente. Buffy lo sentì sedersi sulla branda. “Sai cos’è che continua ad attraversarmi la testa? Cosa sarebbe successo se fossi stata tu?”

    “Spike…”

    “Cosa avrei fatto se fossi stata tu, Buffy?” domandò lui con voce soffocata, cercando di mantenere il controllo. “E se non sono forte abbastanza da proteggerti? Cosa accadrà in futuro? Non mi perdonerei mai se ti perdessi”

    ”Non ero io” bisbigliò lei con voce calma “Sto bene, sono qui…adesso. E tu non mi perderai”

    ”Ho bisogno di te, luv” disse lui leggermente, prendendo un profondo respiro “Ritorna a casa”

    ”Sarò lì presto” mormorò lei “Te lo prometto-”

    * * * * *

    Il mattino dopo Willow chiamò la stazione degli autobus. Era riuscita a trovare un biglietto per tornare a Sunnydale, senza dover cambiare pullman. Ma tra l’aspettare alla stazione e il viaggio lungo, Buffy chiedeva solo una doccia calda e un letto molle.

    Sorrise triste quando vide la macchina dal finestrino, scese e corse impaziente verso di loro, avvolgendo in un abbraccio sia Willow che Tara. Willow non era potuta andare a Las Vegas con Tara quindi Buffy era felice di vederle tutte e due insieme.

    ”State bene?” domandò lei, guardando le due donne che l’avevano cresciuta studiando le loro espressioni tristi. Lei aveva conosciuto poco Aubrey, considerandola per di più un intralcio tra lei e Spike, mentre Willow e Tara avevano vissuto con lei per più di un anno.

    “Così bene da poter essere mangiate” disse Willow, cercando di sorridere mentre camminavano verso la macchina.

    “Come sta Spike?”

    “Lui… beh non siamo completamente sicure” disse Tara salendo in macchina “ E’ andato via la notte scorsa dopo che avete parlato. Pensiamo si tornato alla cripta, ma…”

    “Anche se non era disponibile a tornarci” aggiunse Willow, Buffy guardò fuori dal finestrino la città che non vedeva da un anno. Il luogo che era casa sua da sempre.

    “E’ alla cripta” mormorò senza ombra di dubbio nella voce, guardando gli alberi “Portatemi da lui”.

    Capitolo 25 - Quando Le Cose Vanno Male

    Camminando nella cripta, Buffy immediatamente poté sentire la presenza di Spike intorno a lei. La sua firma praticamente bruciava. Così familiare che era capace di dire se era lui il vampiro che era vicino a lei, prima era capace di dire se era suo padre.

    Lentamente scese per le scale, e arrivò al livello più basso, voltandosi quando i suoi piedi entrarono in contatto con la terra.

    Inclinando la testa per studiare Spike, aggrottò le sopraciglia, chiedendosi se anche lui sapeva che era là.

    Sedendo sul suo letto, portando nient’altro che un paio di jeans neri con un lenzuolo aggrovigliato intorno al suo corpo, Buffy si perse a osservarlo. I muscoli scolpiti del torace, una gamba messa ad angolo mentre il suo gomito era sopra il ginocchio, fissando la sigaretta che aveva in mano bruciare, ma senza mai portarla alle labbra. Lei guardò i suoi sfocati occhi mentre lui fece scorrere la mano tra i capelli, rendendoli ancora più disordinati.

    “Vuoi che me ne vada?” chiese lei alla fine quando lui ancora non diede importanza alla sua presenza.

    “No,” disse lui, scuotendo la testa, i suoi occhi non entrarono mai in contatto con i suoi.

    Cautamente si sedette sull'orlo del letto, lei prese la sua mano nella sua, sorpresa quando lui la tirò via.

    “Spike…”

    “Non mi toccare, Buffy. Non saresti dovuta venire.”

    “Cosa?” chiese lei incredula. “Solo… sei tu quello che mi ha chiamato qui.”

    “Rimarrai ferita,” bisbigliò lui, scuotendo la testa. “Chiunque a cui mi avvicino, muore.”

    “Non è vero,” disse lei, scuotendo la testa. “È successo due volte, Spike. Due Cacciatrici. E lo sai perché? Perché sono cacciatrici! È il loro destino, e lo sai. Non è successo niente a Willow o Tara o a gli altri di cui ti preoccupi.”

    “Non sarebbe dovuto accadere a lei… sarebbe dovuto accadere a me,” borbottò lui, guardando in basso con occhi umidi.

    “Eri innamorato di lei, Spike?” Buffy chiese, guardandolo mentre alzò gli occhi verso lei.

    “Lo sai che non lo ero.. solo desideravo che…”

    “Smetti di incolparti!” disse lei esasperata.

    “Pensi che sto facendo questo?” chiese lui, mentre finalmente la guardò. Vedendo scintille gialle nei suoi occhi, Buffy si preparò per l'esplosione che sapeva stava per accadere. Lui doveva lasciare uscire questo, e lei poteva vedere la rabbia e la confusione negli occhi che avevano bisogno di uno sbocco. “Non hai nessuna idea riguardo a questo. Non l’hai vissuto, e non sai un accidente di quello che è successo qui. Non mi conosci!” gridò lui frustrato, saltando dal letto e gettando la sigaretta sul pavimento. “Non più.”

    “Sì, ti conosco,” Buffy replicò con tono pericoloso, alzandosi e facendo un passo verso di lui. “Il tuo colore preferito è il nero. Ti piace giocare a biliardo. La cosa che preferisci mangiare sono i fiori di cipolla e le alette di pollo piccanti. Ti piacciono i Ramones e i Sex Pistols. Preferisci stare nell’ombra e osservare piuttosto che rischiare davvero di uscire e di vivere. Non importa quanto tempo vivrò – mi considererai sempre come una bambina o come la figlia di Angel. E non importa che dici o pensi di volermi o che mi vorresti, sei spaventato a morte di rischiare con qualcuno che vuole avere una chance con te.” Facendo un passo verso di lui, Buffy incrociò le braccia sul torace, mascherando il dolore che provava. “Sono vicina?” chiese con voce bassa.

    Stringendo la mascella mentre lui la guardò, Spike restrinse gli occhi. “E pensi di essere migliore?” ringhiò. “Una ragazza che finalmente trova quello che vuole e lo getta via perché non è nei sui suoi termini? Una ragazza che è spaventata di ammettere quello che sente, quando l'opportunità le si presenta?”

    “Non lo sto facendo,” disse Buffy, voltandosi e camminando verso la scala. “Non rimaneggerò i miei errori passati finché entrambi ci sentiamo male. Forse hai ragione. Forse non sarei dovuta venire.”

    Salendo i primi scalini, Buffy ansimò quando sentì delle braccia forti intorno alla vita che la sollevarono. Con le braccia ancora unite ermeticamente intorno a lei, Spike la portò fino al letto. Sedendosi e mettendosela sul grembo mentre l’abbracciò stretta, Buffy poteva sentire la tensione nelle sue braccia. Sentendo le sue scuse bisbigliate, lei non osò muoversi, anche se il corpo protestava per la forza di lui che stava minacciando di romperle alcune costole. Non rischiando di allontanarsi da lui, lei prese un profondo respiro quando sentì i suoi singhiozzi quieti che scuotevano il suo corpo.

    Aggrappandosi a Buffy, Spike sentì le lacrime che rotolarono giù per le guance. Si odiò per mostrarsi così debole. E si odiò anche di più per il fatto che non stava piangendo completamente solo per la morte di Aubrey. Stava piangendo per il semplice fatto che lei era qui… tra le sue braccia, e gli era mancata più di quello che voleva ammettere.

    Allentando la presa dopo molto tempo, Buffy respirò un poco più liberamente mentre si girò nelle sue braccia, cullando la sua testa sul torace mentre lui continuò a piangere. Sentendo le sue mani che attraversavano i suoi capelli, Spike si tirò lentamente via, guardandola negli occhi.

    Vedendo il suo sorriso leggero quando le punte della sue dita gli accarezzarono le guance, togliendo le lacrime rimanenti, Spike non si permise di pensare mentre lui la trascinò dolcemente giù finché le labbra di lei non incontrarono le sue in un bacio tenero.

    Buffy sentiva come se stesse affogando per quella semplice carezza sulle sue labbra. “Spike,” mormorò lei contro lui, sentendo il respiro di lei bloccarsi in gola quando lui la girò, bloccandola facilmente tra il suo corpo ed il materasso.

    Lo stomaco di lei si strinse in anticipazione come le mani di lui vagarono lungo il corpo, carezzando appena le sue curve e lasciandola soffrire di più. Buffy tremò quando lui si staccò lentamente da lei, baci vaganti lungo il suo collo al punto che lei si stava inarcando sotto di lui, chiedendo insistentemente quello che le stava offrendo.

    Avvolgendogli le braccia intorno al corpo, Spike la tirò più vicino a lui, pressando la sua erezione crescente contro di lei mentre la baciava ancora.

    “Ho bisogno di te,” bisbigliò lui contro le sue labbra.

    Gli occhi di Buffy si spalancarono quando si rese conto di quello che stava accadendo. “No,” disse lei leggermente, spingendosi via da lui, tentando di liberarsi dalla sua presa.

    “Ho bisogno di te così tanto” disse lui leggermente, tirandola più vicino, ignorando la sua timida protesta.

    “Non faremo questo, Spike.”

    “Cosa?” chiese lui confuso, tirando indietro la testa a guardarla.

    “Io non la sostituirò.”

    “Buffy-”

    “Posso esserci come un’ amica, ma questo è tutto. Non c'è niente altro. Sono cambiata,” disse lei non convincente. “Non scatterò quando lo dici tu, perché sono migliore di questo e molto probabilmente sarei solo una donna che divide il letto con te stasera.”

    “Ma voglio stare con te.”

    “Fin quando?” chiese lei incredula, spingendolo via e alzandosi in piedi. “L'unica volta che mi hai voluto era quando avevi bisogno di grattare un prurito.”

    “Non è vero,” ringhiò lui.

    “Non lo è? Tutto quello che hai tentato di mettere nella mia testa è perché ' sei troppo giovane ’ o perché ‘sei la figlia di Angel ’, così oggi cosa fa la differenza?”

    “Ho commesso un errore.”

    “Hai commesso un errore?” rispose lei sarcasticamente. “Sono scioccata. E quando ti sei reso conto di questo?” chiese, incrociando le braccia al torace mentre lo guardava.

    “Nel momento in cui mi sono reso conto che eri scappata. Il momento in cui ho pensato che ti avevo perso per sempre. Buffy, io t-”

    “No!” gridò lei, alzando una mano in avvertimento, sentendosi spaventata come tentava di fermare le bugie che uscivano dalle labbra di lui. “Non lo dire.”

    Correndo praticamente per la scala, Buffy si fermò e prese un respiro quando si rese conto di quello che stava facendo. Girandosi lentamente per affrontarlo di nuovo, cercò di non permettere al suo mento di tremare mentre le sue emozioni la schiacciavano. Non lo farà. Non scapperà… non di nuovo. È probabile che aveva bisogno di fuggire da lui prima che qualcosa accadesse, di cui entrambi probabilmente si sarebbero pentiti, ma si rifiutò di correre.

    “Mi dispiace,” bisbigliò lei. “Non sarei dovuta andarmene lontano e… Ci vediamo. Mi… Mi dispiace.”

    Guardando con occhi pieni di dolore mentre salì le scale, Spike sentì le lacrime bruciarli gli occhi quando sentì lo porta della cripta chiudersi dietro di lei. Facendo lentamente un respiro non necessario per tenere l’emozioni sotto controllo, sbatté le palpebre per eliminare le lacrime.

    “Anche a me.”

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    Capitolo 26 – Una notte di domande.

    Guardando la bara che veniva abbassata sotto terra, Buffy sostenne Spike tenendogli la mano finché la cerimonia non finì. Gli era stata vicino da quando era cominciata, dandogli il suo appoggio silenzioso. Sapeva che ne aveva bisogno.

    Si era deciso che il funerale si sarebbe svolto di notte così che Spike avrebbe assistito. Willow e Tara avevano gettato un incantesimo di protezione nel caso alcuni vampiri li avessero aggrediti di sorpresa.

    Non lasciando mai la mano di Buffy, Spike continuava a fissare il vuoto mentre i pensieri lo prendevano.

    ’Lei mi amava’ si disse mentre pensava a Aubrey. Si odiò al pensiero di quell’amore. Lui non le aveva dato nessuna speranza. ‘Lei mi ha detto così tante volte che mi amava… in più di un’occasione, ma io non ero interessato. Non potevo usarla e farle male. Ma mi odio anche perché gli ho fatto male inconsapevolmente. Avremmo dovuto affrontare la cosa…’

    Quale cosa sarebbe stata peggiore? Dover vivere un amore non corrisposto? O darle quello che voleva, me alla fine non averlo?

    La “relazione” con lei era stata soltanto l’ombra di quella che aveva avuto con l’altra bionda in vita sua. Non l’aveva ingannata. Lei era semplicemente la copia della donna che aveva amato, e anche quella era un'altra ragione perché non poteva usarla.

    Ora era tardi. Ma aveva preso la decisione giusta- era sicuro di questo. Era stata il suo partner per un anno, e lui non se ne pentiva. Perché si è destinati ad innamorarsi di quelli che non ci vogliono e guadagnarsi l’amore di chi non vogliamo?

    Era un circolo che non ha mai fine.

    I pensieri di Spike erano caotici, pensò alle differenze della cacciatrice che aveva amato e quella che era appena morta. Aubrey era disposta ad amarlo e lasciarlo, anche se lui non voleva niente. Quella che aveva avuto con Lucy non era nulla. Lei aveva messo in chiaro molte volte, che quello che aveva con Angel era vero amore invece lui non aveva speranze.

    E ora, con la figlia di Angel.

    ’Non mi sorprendo che lei pensi che la stia usando’

    Gettando una sguardo a Buffy, Spike si rese conto che erano soli. Le strinse dolcemente la mano ringraziandola in silenzio, sentì il cuore stringersi quando lei si girò a guardalo, offrendogli un sorriso molle. Continuando a fissarla, si sentì affascinato guardando il chiaro di luna sui suoi capelli. I suoi occhi espressivi, mostravano il dolore che sentiva, lui desiderò poterlo togliere.

    Come erano arrivati a quello?

    Un anno prima, Buffy gli avrebbe dato qualsiasi cosa.

    Spike lo sapeva.

    Non c’era nessun dubbio su quello. Ma ora…ora, lei era cambiata. Non era la stessa ragazza dell’anno prima. Cosa non avrebbe dato per avere quella nuova ragazza.

    Specialmente ora che non voleva altro dalla vita.

    ”Vuoi sederti?” domando lui piano, tirandola a sè per darle un bacio sulla fronte.

    ”Si” mormorò lei, tirandolo verso alcuni recinti.

    Si sedette inclinandosi contro l’albero, Spike tirò Buffy sopra il suo grembo, circondandogli la vita con le braccia e inspirando il profumo di lavanda dei suoi capelli.

    ”Mi sei mancata” bisbigliò lui, chiudendo gli occhi quando la sentì rilassarsi.

    ”Lo so” disse lei piano, mettendo i capelli sulla spalla “Mi sei mancato anche tu”

    Rimasero in silenzio per alcuni minuti, Spike chiuse gli occhi per rilassarsi quando sentì il gentile tocco della sua mano contro la pelle. Le mani di lui rimasero appoggiate sulle cosce e sorrise quando lei cominciò ad accarezzare dolcemente la sua.

    ”Cosa succederà adesso” domandò lui dopo un momento, spaventato dal poter rompere la tranquillità.

    Fermando il movimento per un momento, Buffy riprese un secondo dopo, tirando un profondo sospiro. “Non lo so” mormorò.

    ”Non resterai” disse lui, cercando di trattenere il tono accusatorio nella sua voce.

    “Non vivo più qui” disse lei dolcemente, cercando di fargli capire “Ho un’altra casa”

    ”Senza di me” mormorò lui.

    ”Cosa vuoi dire, Spike?” chiese lei, tirandosi indietro per poterlo guardare in faccia. “Che mi trasferisca qui di nuovo così puoi fare il ruolo ‘di protettore?’ Non ne ho bisogno”

    ”Cosa vuoi che ti accada?” domandò lui, afferrandole i polsi mentre lei tentava di tirarsi via, alla fine finì a gambe divaricate sul suo grembo. “Come se avessi bisogno di un protettore?”

    ”Non ne ho bisogno” bisbigliò lei, rilassando il corpo facendo in modo che lui allentasse la presa “Ma ho bisogno di un amico. Ho bisogno di te per sempre come amico, Spike”

    ”Non voglio essere solo tuo amico, Buffy”

    ”Ma ho bisogno di te” mormorò lei, guardandolo con gli occhi larghi, sperando che ci vedesse la verità.

    Vedendo il bisogno nei suoi occhi, le regalò un sorriso “Mi hai, sempre”

    Rilassandosi, anche lei gli sorrise e giocò con la sua giacca “Potrebbe avere i suoi vantaggi”

    ”Tipo quali, pet?” chiese lui, sollevando il sopracciglio e attirandola di più a sè.

    “Determinanti…benefici” bisbigliò lei, strofinando dolcemente le labbra contro le sue per poi tirarsi indietro e studiare la sua reazione.

    “Ma non ti sei tirata indietro questa mattina nella mia cripta, cos’era virtù che fluttuava”

    ”Si” mormorò lei, guardando a terra “Ma quello era diverso”

    ”Davvero? Che cosa ha di diverso?”

    ”Adesso ho capito che non sono una sostituta”

    “Buffy-”

    "Questo riguarda" continuò lei, interrompendolo mentre le mani percorrevano le spalle di lui "Noi due che facciamo qualcosa che ci è familiare"

    "E questo cosa significa?" chiese lui, inclinando la testa per studiarla, cercando di reprimere la reazione del suo corpo alle mani di lei che percorrevano sotto lo spolverino.

    “Noi” bisbigliò lei, bloccando i suoi movimenti e guardandolo negli occhi “Noi…qui, l’uno per l’altro, amici…niente di più” continuò, sfiorando le sue labbra con le proprie, spostandosi prima che lui potesse approfondire il bacio e trasformarlo in qualcosa che non era. "ma 'amici' può essere una cosa confortevole"

    ”E se io volessi qualcosa in più?” inclinò la testa per studiarla mentre lei lo fissava, sospirando Spike annuì col capo. “Va bene. Così, dovrei comportarmi come un adolescente e inseguirti, per poterti rubare un bacio ogni volta che ne ho l’opportunità?”

    "Gioca bene le tue carte" disse lei con un sorriso compiaciuto che Spike ricambiò.

    "Wow.. è quello che ho sempre voluto" disse lui facendo ruotare giocosamente gli occhi, sorridendo quando lei rise scioccamente.

    Capitolo 27- Chiarendo

    “Hey.”

    Spingendosi via dalla lapide voltandosi al suono della voce leggera, Spike offrì alla giovane donna un sorriso leggero. “Cosa stai facendo qui, love?”

    “Non posso dormire,” Buffy disse alzando le spalle, abbracciandosi il corpo mentre si avvicinò. “Continuavo a pensare che stai per lasciare la città.”

    Guardando il cielo illuminato dalla luna, Spike prese un lungo tiro dalla sigaretta prima di fare un profondo sospiro, guardando come il fumo turbinava nell'aria serale prima di scomparire. Schiacciando il resto della sigaretta sotto il tallone, prese un profondo respiro. “Ci ho pensato,” mormorò, evitando i suoi occhi. Fissando in avanti per un lungo momento, la tensione era troppa mentre si girò lentamente per affrontarla. Vedendo lo sguardo turbato sul suo viso, lui restrinse gli occhi su lei. “Qualcosa non va?”

    “No,” disse lei rapidamente, scuotendo la testa mentre prendeva un profondo respiro.

    “Cosa è questo, Buffy?”

    “Cosa vuoi che ti dica?” chiese lei, la voce tesa mentre avvolse più ermeticamente le sue braccia intorno a se. “Vuoi sapere della mia medicina? Bene, congratulazioni… funziona.”

    “Cosa dovrebbe significare?”

    “Vuoi evidentemente ferirmi… quando ritorno in città, tu decidi che è il momento di andartene? O mi eviti. In ogni caso… in quest’ultima settimana ed ogni volta che mi fermo nella tua cripta, non sei mai nei paraggi.”

    “Voglio solo stare da solo, pet.”

    Stando calma per un momento mentre lei si alzò seguita da lui, Buffy chiuse gli occhi, prendendo profondi respiri per tentare di calmare i nervi, aspettando e desiderando che lui continuasse. Quando non disse niente, le sue labbra si aprirono per la disperazione mentre guardò lentamente a terra, combattendo contro le lacrime che le pungevano gli occhi. “Mi dispiace se ti ho infastidito,” bisbigliò lei, lo stomaco che brontolava mentre si girò per allontanarsi.

    Ingoiando un gridolino di sorpresa quando la sua mano gli afferrò il braccio, Buffy si girò lentamente a guardarlo, vedendo le sue sopracciglia aggrottarsi per la confusione quando lui vide i suoi occhi bagnati.

    Diminuendo la distanza tra loro, Spike prese conforto nel sentire il suo corpo che rimaneva comodamente contro il suo mentre la sua mano prese dolcemente a coppa la guancia di lei. Accarezzandole lo zigomo con il pollice, si rilassò mentre vide i suo occhi chiudersi, inclinando la testa al suo tocco.

    “Ma non voglio essere da solo ora,” bisbigliò lui, abbassando la testa finché la fronte toccò quella di lei.

    “Non l’hai mai amata”

    La domanda leggera li intontì mentre entrambi si tirarono indietro per guardarsi. “No,” bisbigliò lui, scuotendo la testa per confermare la risposta. “Non l’ho mai fatto. Non è accaduto niente tra di noi, Buffy… eri sempre tu.”

    “Questo è buono o cattivo?” chiese lei con un leggero sorriso.

    “Dipende dal termine,” rispose lui con un ghigno. “Adesso,” continuò, tirandola un pò più vicino a sè “Sembra abbastanza buono.” Fece una pausa per un momento, poi prese un profondo respirò e la guardò. “Che mi dici di te?”

    “Che ti dico di me?” ripeté lei.

    “Non c’è qualcuno…”

    “Te l’ho detto… sei l’unico con cui sono mai stata,” disse lei leggermente. “Quello non è cambiato.”

    “Così non senti qualcosa per qualcun altro?”chiese lui, odiandosi che le insicurezze venissero fuori mentre evitò gli occhi di lei.

    “No,” bisbigliò lei, scuotendo la testa. “Avevo alcuni amici, ma il sentimento era completamente diverso…su tutti i fronti,” aggiunse con un piccolo sorriso.

    “Non su tutti i fronti,” mormorò lui.

    “Cosa?” chiese lei, il sorriso che le si affievolì mentre lo guardò confusa.

    “Che mi dici sul tuo piccolo amico vampiro? Eri abbastanza vicino a lui, giusto?”

    “Spike,” bisbigliò lei, scuotendo la testa quando vide il suo sguardo duro rivolto a lei. “Non lo fare.”

    “Non devo fare cosa?” chiese lui calmo, sentendo la gelosia soppressa che aumentava. “Non evidenziamo il fatto di come sei stata stupida ad andare a rischiare all’inferno, cedendo ad un vampiro un po’ del tuo caldo sangue?”

    Facendo un passo indietro, Buffy incrociò le braccia sul torace mentre lo fissò. “E chi l’ha causato?” chiese calma, sentendo le sue emozioni fuori controllo. “Chi era il primo che mi ha morso? Chi mi ha trasferito il sentimento di avere bisogno dell'oscurità?” continuò, la voce che aumentava mentre indicava la cripta. “Chi era quello che mi ha scopata contro il muro di quella cripta e poi mi ha messo da una parte.. questo non significa niente per te?!” gridò, sentendo il cuore che correva mentre tutti i vecchi sentimenti ritornarono. L'adorazione, l'amore, il dolore, la paura…

    L'agonia completa.

    Rendendosi conto di quello che aveva appena detto quando vide lo sguardo negli occhi di lui, Buffy si passò le mani tra i capelli, colpendoli come se alleviasse lo stress che aveva. Lo stavano facendo di nuovo. Il ciclo stava ricominciando di nuovo, e si sentiva troppo debole per fermarlo.

    “Dannazione!” gridò lei, tirando un calcio cruento e colpendo con successo una pietra tombale e dividendola a metà, spedendola per il cimitero per cadere con un soffice ‘colpo’ sull'erba.

    Guardandola confuso, tentando di agire in armonia con quello che lei aveva appena detto, Spike tentò di non pensare che l’aveva portata a quello.

    Girandosi ad affrontarlo con dolore negli occhi, lei prese un profondo respiro, tentando di controllarsi. “Sputa il rospo!.”

    “Cosa?” chiese lui leggermente.

    “Fai uscire tutto all'aperto. Cosa per l'inferno accadrà, Spike? Voglio la verità. Voglio la verità su tutto - tu,me… tutto.”

    “La verità” ripeté lui, prendendo un profondo respiro. “Cosa vuoi sentire, Buffy? Che visto che tu hai pensato a me per così tanto tempo, io non posso vivere senza di te?”

    “Questo è un dovere?” chiese lei leggermente, tentando di tenere l'accusa fuori dal tono di voce.

    “No,” rispose lui, scuotendo la testa. “Non sono tuo padre. Il semplice fatto è che sei il mio mondo.”

    Abbandonando un po’ di frustrazione, Buffy sorrise, alleviata che finalmente stavano parlando. “Il semplice fatto, huh?”

    “Esatto,” disse lui sorridendo.

    Guardando a terra un momento, Buffy prese un profondo respiro tentando di trovare il coraggio per fare la domanda che gli voleva fare da molto. “E Lucy?”

    “E’ morta,” disse lui calmo, mostrando appena qualche emozione mentre disse quella parola. “E da quasi due decenni.”

    “Lo so, Spike,” bisbigliò lei. “Quando ami qualcuno, non lo lasci andare via.”

    “No,” lui mormorò, diminuendo la distanza tra loro e prendendo a coppa la sua guancia nella mano. “Non lo faccio”

    Sentendo il suo cuore cominciare a correre, lui sorrise mentre si inclinò dolcemente per accarezzare le sue labbra con le sue in un bacio leggero, prima di premere la fronte contro la sua.

    “Che altro vuoi sapere?” chiese lui quietamente. “Che ti ho voluta per così tanto tempo che non ricordo un momento in cui non ti volevo?”

    “Speravo che potessi ricordarti un momento, considerando che mi conosci da… sempre,” rispose lei con un ghigno, tirandosi via da lui per guardarlo negli occhi. “Questo è il maggior fattore di disgusto”

    “Punto preso,” Spike disse con un sorriso.

    Vedendo che il suo sorriso si affievolì mentre lei guardò in terra, lui inclinò la testa per studiarla.

    “E Angel?” bisbigliò lei.

    “Angel mi chiese di proteggerti,” disse lui leggermente. “Ma se non c'era qualcosa tra noi, avrei lasciato la protezione alla Rossa e Tara e sarei andato via, quando mi sentivo così.”

    “Quanto pensi di rimanere?” chiese lei, sentendo il respiro bloccato in gola.

    “Sai quanto penso di rimanere,” bisbigliò lui, facendo scorrere la mano lungo il suo braccio finché prese la sua mano nella sua, allacciando le loro dita insieme.

    “Mi ami,” bisbigliò lei, ricordando che gli e lo diceva in numerose occasioni. Ricordando che il suo giovane cuore desiderava sempre di più. “Quanto pensi di rimanere, adesso?”

    Fissandola negli occhi per un momento lungo, Spike le sorriso dolcemente. “Te,” bisbigliò. “Ritornerò sempre da te. Volevo tutto per noi… Volevo che crescessi… che fossi in grado di capire quello che stava succedendo tra noi…”

    “Adesso sono abbastanza grande?” chiese lei con un leggero sorriso.

    “Dimmelo tu,” rispose lui con voce leggera.

    “Cosa senti per me, Spike?” bisbigliò lei. “Cosa senti realmente per me?”

    “Non sei pronta per saperlo,” bisbigliò lui, dandole un sorriso quando lei lo guardò con occhi larghi.

    Pensando a quello che lui le aveva detto per un momento, Buffy alla fine accennò col capo. “Forse hai ragione.”

    Prendendo a coppa il suo viso con le mani, lui baciò dolcemente la sua fronte, sentendo il suo cuore gonfiarsi quando lei gli afferrò le braccia, spaventata di lasciarlo andare.

    “Quando sarai pronta… te lo dirò.”

    “Abbastanza giusto,” mormorò lei. “Che succede adesso?”

    “Penso che per me è il momento di approfittare di quell' offerta che mi hai fatto,” rispose lui.

    Prima che Buffy potesse rispondere, ansimò quando le sue labbra coprirono le sue in un bacio appassionato. Aggrappandosi alle sue braccia, lei sentì un brivido di piacere attraversarla quando le mani di lui gli afferrarono la vita, stringendola con più forza a lui mentre la sua lingua lottava contro la sua.

    Ingoiando il suo lamento di piacere, Spike non fece nessun’ altra mossa per spingerla ulteriormente, volendo che lei familiarizzasse con se stessa senza alcuna pressione sessuale. Muovendo le labbra sulle sue per un solo momento, Spike lentamente ruppe il bacio, tirandosi indietro per vedere i suoi occhi larghi.

    Sorridendo allo sconosciuto sguardo, lui inclinò la testa per guardarla, prendendo conforto nel fatto che lei sembrava la ragazza che conosceva una volta. L'espressione innocente sulla sua faccia gli ricordò i tempi più facili.

    “Suppongo che era più un bisbiglio che un grido,” disse lei con un sorriso, ridendo scioccamente quando lui la guardò confuso. “Intendo che non c’era pressione… grazie.”

    “Non volevo farti sentire pressata,” disse lui leggermente, i suoi occhi erano preoccupati mentre la guardava.

    “Lo so,” mormorò lei. “E non lo fai. La prima volta era solo… frettoloso.”

    “Mi dispiace,” bisbigliò lui . “Volevo darti una notte che meritavi, non…”

    “Hey,” disse lei leggermente, arrivando ad accarezzare con le punte delle dita la sua guancia quando lui evitò il suo sguardo. Aspettando finché non rientrò in contatto visivo con lui prima di continuare, “Era solo sorprendente… e un pò brutale. Perfetto per noi,” finì lei con un ghigno, vedendo un sorriso tirare gli angoli delle labbra mentre lui guardò verso il basso. “Non mi pento di questo.”

    Ancora una volta lui alzò gli occhi verso i suoi, lui si sentì sollevato quando vide la verità dietro la sua affermazione prima di concentrarsi su quello che aveva detto. “Noi?”

    Aprendo la sua bocca per rispondere, Buffy prese un profondo respiro quando sentì la suoneria del suo cellulare. “Mi chiedo chi sia,” disse lei, roteando gli occhi. “Solamente una persona che conosco ha un tempismo così perfetto.”

    Mettendo una mano in tasca, lui aprì il cellulare. “Cosa?”

    Ascoltando la conversazione unilaterale, Buffy sorrise mentre guardava Spike parlare con suo padre.

    “Sì, lei è qua…no, sta bene…sicuro, lei stava rimanendo per un po’ mentre… no, non so il perché - voleva vedere la sua famiglia e gli amici, suppongo… non è con me – hai un orologio a L.A., vero, Peaches? Sono le tre di mattina… non preoccuparti, la tua piccola principessa è accucciata, al sicuro e tranquilla a nanna,” disse lui, facendo scivolare una mano sotto l'orlo della camicia di Buffy e facendo scorrere le dita lungo i muscoli piatti del suo stomaco, ma senza viaggiare più in alto, semplicemente gustando il fatto che lei era lì con lui - rassicurandosi che era davvero là. “Bene, se non mi credi, potrei andare sempre a controllarla. Anche se è tardi, sebbene… potrei rimanere laggiù.”

    Sentendo Angel gridare attraverso il telefono, Buffy si morse il labbro per trattenersi dal ridere.

    “Stavo scherzando, sei un idiota, rilassati… lei sta bene… uh, yeah…yeah, lei ha accennato a te e a Cordelia…no, non penso che si stia vedendo con qualcuno… bene, lei non ha detto niente su questo… non preoccuparti, sei ancora l’uomo numero uno della sua vita… yeah… va bene.”

    Chiudendo il cellulare, lui guardò a Buffy, vedendo la sua espressione nervosa.

    “Cosa c’è che non va?”

    “Lui sta sospettando qualcosa?”

    “E’ Angel, pet. Dovrebbe beccarci inavvertitamente insieme prima di riuscire a fare due più due e avvicinarsi con un numero moderatamente corretto.”

    Scuotendo la testa, sorridendo, Buffy sospirò. “Suppongo che è meglio andare,” mormorò.

    “Posso accompagnarti.”

    “No,” disse lei, scuotendo la testa. “È okay. Ma sento il bisogno di camminare da sola.”

    “Questa è la Bocca dell’inferno, Buffy.”

    “Ci sono cresciuta qui, Spike,” lei gli ricordò con un sorriso. “Sto a dieci minuti da qui - Starò bene.”

    “Se ne sei sicura…”

    Fece dei passi in avanti e premette le labbra sulle sue in un bacio tenero, lei si tirò indietro dopo un momento che era troppo corto per entrambi. “Ne sono sicura… ma grazie.”

    Allontanandosi, Buffy fece appena alcuni passi prima che si girasse per affrontarlo di nuovo. “E Spike…Angel è importante per me,” disse, vedendolo accennare col capo, capendo. “Ma lui non è mai stato l’uomo numero uno nella mia vita.”

    Capitolo 28 – Scappando…

    Mordendosi il labbro inferiore mentre camminava nella cripta di Spike un pò di giorni dopo, Buffy strinse i pugni, cercando di mantenere la calma per il discorso che avrebbe dovuto affrontare. Un discorso inevitabile ma che lei avrebbe evitato volentieri.
    "Sera passerotto" disse Spike sbucando fuori dall'ombra, facendo fare un salto a Buffy mentre si girava per affrontarlo

    Vedendo il sopracciglio alzato e un’espressione confusa mentre lui chiudeva la porta del frigorifero, gli venne voglia di schiaffeggiarlo per i nervi.

    ”Ciao” Lo salutò con un sorriso dolce, sentendo un brivido che la attraversava quando lui iniziò ad avvicinarsi a lei. Fermandolesi di fronte, l'espressione dei suoi occhi sembrò cercare il suo volto, provando a trovare una risposta a quella domanda che non le aveva posto. Lui poteva sentire il calore che irradiava il corpo di lei e il suo sangue saltava nelle vene come un nervoso battito sotto la sua pelle.

    ”Fuori di qui”

    ”C-cosa?”

    ”Mi hai sentito” disse Spike, afferrando una bottiglia di tequila prima di rivolgere la sua attenzione alla piccola bionda.

    “Cosa ti fa pensare che sia venuta qui per…qualcosa?”

    Dandole un tipo ‘Sguardo alla Spike’ la guardò negli occhi. Lei stava perdendo le staffe.

    "Hai ragione" disse sorridendo delicatamente, cercando di imporsi di rilassarsi. Era Spike. Non importava cosa gli diceva, lui non le avrebbe mai fatto del male fisico. Era ridicolo per lei sentirsi spaventata da lui sperò.

    ”Me ne vado” bisbigliò, chiudendo gli occhi aspettando l’esplosione.

    Pronunciò le parole così piano che dopo qualche momento, Buffy iniziò a dubitare che lui l'avesse sentita. Sentendo lo stomaco che le si contorceva quando notò gli scintillii gialli nei suoi occhi blu zaffiro, resistette alla tentazione di scappare via, quando lui la guardò lentamente. Rifiutando di essere intimidita da un uomo, sperò anche se il demone fosse venuto alla luce,non si sarebbe mossa da dov'era

    Mettendo attentamente giù la bottiglia di vetro prima di aver la tentazione di fracassarla contro il muro, Spike la guardò. Incapace di guardarlo negli occhi, l’unica indicazione del fatto che l’aveva sentita era la sua mascella tesa. Il suo simbolo di frustrazione.

    ”E’ giusto?” domandò in fine lui, senza guardarla.

    “Sai che lo è” bisbigliò, toccandogli dolcemente la mano rimanendo sorpresa quando lui gliela schiaffeggiò per non farsi toccare, lasciandogli una sensazione di vuoto. Ignorando il nodo che gli si era formato in gola, Buffy lampeggiò di ira mentre le lacrime le si formavano negli occhi.
    “Se questo è il tuo modo di dire ciao…”

    ”Ritornerai?”

    “Non penso, non sono davvero desiderata qui” mormorò, senza girarsi.

    ”Perchè dici questo?”

    Tirando aprì la porta, le labbra di Buffy si strinsero mentre si voltava a guardarlo, non volendo dargli una risposta, era arrabbiata per lo schiaffo.

    “Credevo che le cose si fossero sistemate la notte scorsa…credevo di poterti parlare. E dopo che ti dico che cosa ho deciso, tu reagisci così…” terminò gesticolando con le mani “Pensavo fossi cambiato” bisbigliò con voce soffocata senza guardalo.

    Vedendo la vulnerabilità e la rabbia nei suoi occhi, Spike dovette lottare contro la stimolazione improvvisa che lo stava per sommergere quando fissò la donna che amava.

    ”E se non volessi lasciarti andare?”

    “Sto andando via, Spike” bisbigliò lei senza replica “Mi spiace”

    ”Dove te ne vai” domandò lui prima che lei uscisse dalla porta. Dalla sua vita

    “Los Angeles” disse piano “ Avevo pensato di passare da papà e rimanere lì una settimana prima di tornare a casa”

    Sentendo la parola ‘casa’ Spike sentì l’ira montargli addosso.

    Ansimò quando si trovò premuta conto il muro, gli occhi di Buffy si allargarono quando vide lo sguardo giallo di Spike che la fissava.

    “Non farlo” bisbigliò lei, scosse la testa per coprire il collo.

    La bloccò in modo che non si muovesse, le tirò via i capelli, dando una scossa alla testa di lato mettendo in mostra il collo.

    ”Spike” bisbigliò lei, tra preghiere di protesta come lui si abbassò a inalare il suo profumo. Si aggrappò alla t-shirt che indossava lui, lottando contro il desiderio quando lo sentì passargli la lingua sulla spalla. Rabbrividì quando scese al collo, ansimò quando le toccò il marchio precedente.

    Succhiandole la carne tenera nelle labbra, Spike la sentì tremare.

    Tutti e due si ricordarono che proprio in quello stesso punto Spike le aveva preso la verginità.

    Il demone dentro gridò di farlo ancora. Prenderla- renderla sua, una volta per tutte.

    Lottando contro il desiderio che sentiva, Buffy restò con i piedi a terra, anche se voleva soltanto saltargli con le gambe alla vita, e porre fine al male che sentiva tra le sue gambe.

    Spostandosi da lei prima che i suoi denti penetrassero nella sua pelle, il demone rimase in superficie mentre inclinò la testa per guardarla

    ”Ho bisogno di andare” bisbigliò, lasciando andare la sua camicia e spingendolo via, aveva bisgono di mettere più metri possibili tra loro.

    Ansimò di sorpresa quando sentì la bocca di lui schiacciata contro la sua con forza sorprendente, Buffy lo afferrò per le spalle mentre le labbra le furono attaccate con ferocia dal demone.

    Assaggiando il sangue che scivolava dai piccoli graffi che le zanne gli stavano facendo sul labbro inferiore, Spike ringhiò voleva assaggiarla di nuovo.

    Sentendosi spingere nel muro, Buffy sentì un senso di panico quando vide che intenzioni trasparivano dai suoi occhi.

    Facendosi piccola come lei aspettò le sue zanne per affondare nella sua gola, il suo corpo intero tese in preparazione.

    Sentendo il corpo nelle sue braccia diventare rigido e l’odore di paura, Spike combatte con il demone per il dominio, controllandolo dall’immergere le zanne nel suo collo.

    ”No” pensò, scuotendo la testa. “Non puoi farlo di nuovo. La prossima volta sarà perché lo vuole non perché non puoi controllarti. E non voglio farle paura”

    Sentendo il cambiamento d’umore, Buffy lo guardò con apprensione. Vedendo i suoi occhi gialli rintronare blu, quel blu che la confortava, abbassò le spalle sollevata.

    Si portò le mani al collo alla cicatrice che c’era, quella che gli aveva fatto tre mesi prima. Spike la guardò mentre lei chiudeva gli occhi. Sentendo il sollievo che provava, lui aspettò che lei aprisse per fissarla.

    “Vengo con te”

    ”Tu cosa?” chiese incredula.

    ”Vengo con te” ripeté lui con un’alzata di spalle “E come se mi prendessi una vacanza”

    ”Far visita a mio padre è la tua idea di vacanza?”

    ”No” disse lui, scuotendo la testa per poi passargli il dito sulla guancia “ Ma non voglio sprecare un’occasione per passare un pò di tempo con te. Non ti permetterò di lasciarmi di nuovo, riccioli d’oro”

    Capitolo 29- Un infelice ritorno a casa.

    “Sai che non sarà un felice ritorno a casa, vero?” Buffy chiese, mordendosi il labbro mentre fissava l'imponente albergo, prendendo forza dall'uomo che stava in piedi accanto a lei.

    “Poteva essere peggio,” Spike rispose, inclinando la testa verso di lei, ma continuando a fissare l'edificio, aspettandosi che qualcosa saltasse su di lui mentre lo fissava con trepidazione.

    “Come?” chiese lei, finalmente girandosi a guardarlo.

    “Non lo so,” disse lui con un'alzata di spalle, sorridendole. “Non è quello che le persone dicono in queste situazioni?”

    Ridacchiando, Buffy gli strinse la spalla, silenziosamente grata che lui avesse rotto la tensione che sembrava esserci tra di loro da quando avevano lasciato Sunnydale.

    Non era stato un lavoro facile, convincere Buffy che dovevano fare un viaggio a L.A., e ora che erano finalmente qui, lui non voleva altro che portarla in un albergo remoto e non dover preoccuparsi di affrontare la magnifica checca. In piedi di fronte all’ Hyperion, Spike soffocò la voglia di accendersi una sigaretta, chiudendo gli occhi e rifiutandosi di pensare all'effetto calmante che la nicotina poteva avere su di lui.

    “Vieni,” Buffy disse sospirando, temendo quello che c’era oltre quelle porte dopo che sarebbe entrata con l'uomo di cui Angel aveva fiducia e odiava. Afferrando la manica del suo spolverino e tirandolo verso le porte principali, poteva sentire la resistenza di Spike mentre andavano verso la porta. “Facciamola finita.”

    “Meraviglioso,” Spike mormorò sarcasticamente.

    “Ehi,” disse lei, voltandosi con un'espressione indignata sulla faccia, fissandolo con rabbia mentre restringeva gli occhi. “Sei l’unico che è voluto venire con me! Non fare tutto l’infastidito dalla svolta inaspettata di come si sono girati gli eventi io volevo vedere mio padre… hai ragione ero la prima che voleva fare questo viaggio e se non ti va bene, sai come tornare a casa-”

    “Facile, amore” mormorò lui, afferrando fermamente le sue spalle e massaggiandole dolcemente. “Solo non sono eccitato nel rivederlo, tutto qui. Non ha niente a che fare con te. Ho messo un etichetta su questa escursione ed è per te… che lo sto facendo.”

    Sentendo un accenno di rossore nelle guance, Buffy si allontanò lentamente da lui ed accennò col capo, incerta su come lui sperava di uscire dalla situazione.

    “Cosa vuoi da me, Spike?” bisbigliò lei dopo un momento, guardandolo con confusione e innocenza.

    Il mondo sembrò scomparire mentre Spike si perse nel suo sguardo. Non sentiva le macchine suonare. Vedeva solo l'espressione così familiare e non familiare allo stesso momento. Questa era la ragazza di cui si ricordava. Quella che aveva messo a soqquadro il suo intero mondo dal momento che c’era entrata ed aveva continuato a farlo in modo regolare.

    Resistendo alla spinta di accarezzare la sua guancia, Spike spinse le mani in tasca. “Niente che tu non sia disposta a darmi,” disse lui leggermente, non volendo che si sentisse pressata.

    “Che non è molto,” bisbigliò lei. “Non ancora.”

    Offrendole un sorriso, lui accennò col capo. “Posso vivere con questo.”

    Con un sospiro pesante, Buffy si rivolse di nuovo all'albergo. “Andiamo.”

    Sorridendo quando Spike prese la borsa per lei, camminò lentamente verso la porta, tenendo praticamente il respiro quando l'aprì. Entrando nell’ Hyperion, esalò leggermente, guardandosi intorno al poco familiare luogo che gli dava una strana familiarità. “Ciao?”

    “Buffy?”

    Girandosi verso la voce, lei sorrise quando vide Cordelia dietro al banco con un'espressione sbalordita che presto si trasformò in un brillante sorriso. Superando impazientemente il banco, corse praticamente verso Buffy.

    “Cosa stai facendo qui?” Cordy chiese, avvolgendo la giovane donna in un caldo abbraccio.

    “Avevo bisogno di un cambio di ritmo, penso,” Buffy rispose. “Sentivo la mancanza di tutti.”

    “Sei sempre la benvenuta qui” disse Cordy, guardando di nuovo Buffy prima di vedere Spike che stava in piedi dietro a lei. “E hai portato la tua guardia del corpo,”disse, entrambe le ragazze risero scioccamente mentre guardarono l'espressione seria di Spike. “Sono impressionata. Questo è viaggiare con stile. E guarda… sta portando le tue borse.”

    Alzando un sopracciglio alla brunetta, il corpo di Spike si irrigidì ancora di più quando sentì la presenza di Angel.

    “Come stai, Spike?” Cordy chiese, osservando lo sguardo sul suo viso mentre gettava uno sguardo al piano superiore prima di rivolgere il suo sguardo a Buffy per breve un momento.

    “Bene,”rispose lui con un cenno lento, ancora una volta gettando uno sguardo esitante alla bionda mentre parlava.

    ‘Nota mentale, ' Cordelia pensò tra sé. ‘Tenere d’occhio questi due. Indubbiamente tenerli d’occhio.'

    Dando a Spike un sorriso, lei si girò verso i gradini dove Angel era chiaramente nascosto. “Stai venendo a salutare tua figlia o rimarrai la come un bozzo?”

    Lentamente scendendo i gradini, Angel fissò la donna che amava.

    “Cosa?” chiese lei con finta indignazione. “Lo sai che io so sempre quando sei intorno. Sono per metà demone, ricordi? È da diciotto anni. E, come per questi due,” continuò, gesticolando a Spike e Buffy. “Loro hanno già i sensi potenziati. Pensavo che eri più intelligente di questo.”

    Offrendogli un brillante sorriso quando Angel gli sparò uno sguardo che poteva incenerire, Cordelia lo ignorò pazientemente, girandosi ad affrontare la giovane, quasi alzando gli occhi quando sentì la voce di Angel.

    “E lui cosa sta facendo qui?” chiese lui, incrociando le braccia mentre guardò Spike.

    Sparando un'occhiata rapida a Buffy, Spike vide che capiva, mettendolo così a proprio agio prima che rispondesse. “Ti ho detto che l’avrei seguita, ricordi? Ti aspettavi che le avrei permesso di fare il viaggio da Sunnyhell all’ inferno da sola?”

    Sentendo le ragazze che soffocarono la loro risata all'espressione scurita di Angel, Spike alzò gli occhi, scuotendo la testa.

    “Cosa ti aspettavi? Che mi fossi innamorato di tua figlia e venivamo qui per dirti che stavamo vivendo felice e contenti?”

    Gli occhi di Buffy si allargarono mentre aspettava la risposta di Angel, quasi svenendo quando lo vide sorridere.

    “Sì, ora che l’hai menzionato, non mi dovrò disturbare a chiederlo.”

    Stringendo la mascella per la frustrazione, Buffy guardò in terra, non guardando mai Cordelia che la fissava intensamente.

    ‘Non sono abbastanza giusta per un vampiro che si innamori di me? È ridicola l’idea che Spike ed io staremmo insieme? O sono veramente solo una cosa da proteggere? '

    Studiando la giovane bionda profondamente pensierosa, Cordelia si girò lentamente e camminò verso Spike, prendendogli alcune delle borse . “Ti mostrerò dove starai.”

    “Stanze separate,” Angel disse mentre stavano salendo i gradini, lasciandolo solo con sua figlia.

    “Cosa?” Cordy urlò, girandosi e mettendosi la mano libera sul cuore con falso stupore. “Pensavo che in un albergo con più di duecento stanze, tu volevi che tua figlia stesse insieme al suo sexy ragazzo.”

    Sentendo il ringhio che eruttò da Angel per i pensieri combinati che la sua compagna stava guardando un altro uomo e ugualmente nauseato che probabilmente sua figlia voleva Spike, lui rabbrividì.

    Cordelia represse il sorriso furbo alla sua reazione ma non poteva aiutare di aver visto il viso di Buffy avere immediatamente un’ombra di rosso. Qualcosa che passò inosservato da Angel. ‘ Yep, ' pensò lei, provando duramente a non scuotere la testa e sorridere per quello che c’era ovviamente tra quei due e come se Angel fosse senza indizi. ‘Definitivamente qualcosa sta accadendo. '

    “Andiamo, Spike,” disse Cordy, girandosi e continuando a salire i gradini. “Forse possiamo fare una sveltina prima che loro finiscano di parlare,”disse lei fingendo di bisbigliare.

    “Ho sentito,” Angel disse a voce bassa.

    “Non è divertente farlo arrabbiare?” chiese lei al biondo mentre arrivarono al secondo piano.

    Spike ridacchiò, finalmente allentando la presa sulla borsa che stava tenendo mentre si rilassò, ricordando che questo era la normale Cordelia. “Certo, pet. E’ sempre stato uno dei mie passatempi preferiti.”

    * * * *

    “Come stai?” Angel chiese, guardando Buffy e vedendo un'espressione illeggibile sul suo viso. ‘Era stata sempre così piccola? ' si chiese, notando che lo guardava più critica del solito.

    “Sto bene,” rispose lei con un leggero cenno, sentendosi un pò insicura per la situazione.

    “Cosa stai facendo qui?” chiese lui, incrociando le braccia sul torace e tentando di non far uscire nessuna accusa dalla sua voce.

    “La, uh… la cacciatrice… lei è morta. Stavo tornando dal funerale.”

    “Mi dispiace,” Angel disse con genuina sincerità. “Ma ancora non mi hai detto quello che stai facendo qui a Los Angeles.”

    “Mi mancavi, suppongo,” Buffy mormorò, guardando il pavimento, desiderando di non aver deciso di andare lì. ‘Chiaramente lui non è felice di vedermi. Sono una responsabilità quando sono vicino a lui. '

    Vedendo l'indecisione sulla sua faccia, Angel fece alcuni passi, avvolgendo le braccia intorno a sua figlia e tirandosela vicino per un caldo abbraccio. “Sono contento che tu sia qui.”

    Chiudendo gli occhi, Buffy lottò contro le lacrime che stavano tentando di venir fuori. Questo era quello che voleva da anni. La familiare connessione con qualcuno che amava.

    Ed ora che finalmente aveva quello che voleva, perché stava desiderando che l'abbraccio fosse diverso? Perché stava desiderando che fosse un uomo diverso a tenerla stretta?

    Capitolo 30: Bambino del destino

    Non riuscendo a dormire, Buffy iniziò a vagare per l’albergo. Si mise una maglietta e un paio di jeans. Sfregandosi le braccia con le mani, scese lentamente i gradini, guardando l’atrio illuminato soltanto dalla luna. La sua vista si adattò automaticamente.

    ’Il vantaggio di avere due vampiri come genitori’ pensò lei sorridendo.

    Vagando in uno degli uffici, Buffy si sedette su una sedia di pelle, facendoci un giro. Vedendo la foto di Fred e Wesley nella cornice d’argento, sorrise.

    ‘Almeno loro due sono felici’ pensò, appoggiando i gomiti sulla scrivania ‘Forse potrei andare di pattuglia. Mi aiuterebbe a dormire ma…se incontro papà, sarebbe un pasticcio’ pensò lei con un’alzata di spalle, girando la sedia mentre si preparava ad andar via.

    Gemette quando andò a sbattere con il braccio su una pila di carte, si inginocchiò per raccoglierle e rimetterle in ordine.

    Figlia della Profezia.

    Le parole la colpirono diritta al cervello così sistemò le carte sulla scrivania. Aggrottò le sopracciglia e prese solo un quaderno, si precipitò alla sedia e cominciò a leggere.

    Sentendo le lacrime che cominciavano a formarsi nei suoi occhi, lei ingoiò, cercando di far andar via il nodo che aveva alla gola.

    “….il bambino del destino…per sempre…” bisbigliò, leggendo l’ultima riga della pagina prima di lasciarlo cadere sulla scrivania.

    Alzandosi di scatto, Buffy attraversò l’ufficio, chiudendo la porta dietro di lei, appoggiandosi contro quest’ultima.

    ‘Questo non sta succedendo’ pensò, scivolando sul pavimento.

    Non sapeva quanto tempo era passato. Era riuscita a non piangere, ma ancora per poco. Sentendo un rumore, Buffy si guardò in su verso la finestra dove il sole stava spuntando.

    Vide Angel e Spike camminare dentro, tutti e due sembravano stanchi, non si disturbò ad alzarsi, sperando che non la vedessero in modo che potesse avere la possibilità di riordinare i pensieri.

    “Buffy?”

    “Luv?”

    Guardando nella direzione della voce che l’aveva chiamata, seguita subito dopo da quella di Spike lei ristrinse gli occhi su Angel alzandosi con le gambe tremanti.

    Spike guardò preoccupato, la sua figura fragile mentre si avvicinava. Avrebbe voluto andare da lei e chiederle che cosa aveva. Ma rimase fermo dov’era quando vide i suoi occhi.

    “Me lo avresti detto?” domandò lei leggermente, le sopracciglia di Spike si aggrottarono e la guardò confuso.

    Non capendo con chi c’è l’avesse la guardò e la vide stringere la mascella, fissando Angel. Così si voltò verso il suo grandsire e restrinse anche lui gli occhi cercando di capire prima che Buffy continuasse.

    “Stavi aspettando che scoprissi questo grande segreto da sola? Indovina… è successo”

    “Di che parli, pet?” chiese Spike, guardando padre e figlia.

    “Glielo dici tu o glielo dico io?” domandò Buffy, incrociando le braccia al petto fissando Angel arrabbiata.

    “Lo sai”

    “Dannazione si- lo so. Non hai provato neanche a nasconderlo, dato che era sulla scrivania di Wesley in bella vista. Quindi, si…lo so”

    “Sai cosa?” domandò Spike, non capendo di cosa stessero parlando.

    “Sembrerebbe che Wesley abbia trovato una bella profezia su di me” disse a Spike, stringendo la mascella continuando a fissare Angel.

    Gettando uno sguardo al suo grandsire, Spike sollevò il sopracciglio, vedendo l’espressione timida sulla sua faccia.

    “Sarebbe più veloce per me leggere questa dannata profezia oppure c’è qualcuno che me la spiega nello specifico?

    “Glielo dico io” disse Buffy in tono allegro mentre Angel si face piccolo piccolo “La figlia della profezia, nota a molti come- il bambino del destino, discendente di fate…ad ogni modo” continuò lei con tono ottimista “Sembra che il mio caro vecchio papà non voleva che scoprissi che la figlia di due vampiri vivrà per sempre”

    Il silenzio sembrò soffocare tutti mentre si fissavano l’un l’altro.

    “Non è un grande affare, Buffy” cominciò Angel, cercando di farla ragionare.

    “No?” domandò lei, inclinando la testa per studiarlo. “Continuerò a vivere questa vita infernale fino alla fine del mondo, e dici che non è un grande affare?”

    “Sei un po’ drammatica” disse lui, incrociando le braccia.

    “Che diavolo dici?” chiese lei, stringendo gli occhi “Non hai idea di quello che sto passando”

    “Non è come essere una cacciatrice, Buffy” disse Angel “Potrebbe essere peggiore”

    “Si? E tu sai perché è peggiore? Perché la cacciatrice muore. Ha la sua prologa da questo modo dopo aver lottato per il bene. Ma io?” continuò lei, gesticolando “Non avrò questo lusso. Secondo la profezia, io dovrò vivere per sempre… il bene ha bisogno di un combattente. E io sono un guerriero nato, perché ehy!” disse in una brillante voce “A chi importa se lei non ha una vita normale? A chi importa se le portiamo via tutto finché non ha più niente!”

    "Buffy - "

    “No!” gridò lei a Angel “Mi ascolti. Come pensi che io abbia fiducia in te se non sei onesto? Tu non sari mai là per me. Sono stanca di essere la figlia della profezia o il bambino del destino o colei che purifica l’inferno! Io non sono un niente… voglio solo essere io” bisbigliò prima di alzare la testa al soffitto per trattenere le lacrime. “Sai che sono speciale” disse lei dando un’occhiata a Spike “Io non sono nessuno. Voglio solo la prova di una vita normale, sperando che qualcosa vada…bene” disse esasperata, tentando di non piangere “Che cosa stavi per dirmi?”

    “Quando sarebbe stato il momento giusto” mormorò Angel.

    “E quando sarebbe stato?” rispose Buffy adirata, stringendo i pugni. “Quando sarebbe stato? O quando era meglio per me saperlo? Pensi di essere un maschio alfa tutto potente ma non lo sei!!”

    “Guarda la tua bocca” ringhiò Angel “Pensi di essere cresciuta, ma sei ancora mia figlia, Elizabeth”

    “Non chiamarmi così” disse lei in un bisbiglio minaccioso, correndo nell’atrio, per spostarsi il più possibile da lui “Non è il mio nome!”

    “Sarà sempre il tuo nome” gridò lui fermandola a metà strada “Buffy è solo una copertura. Un travestimento per nascondere chi sei davvero”

    “Si” mormorò lei, voltandosi con le lacrime che le brillavano negli occhi “Perché è quello che è sempre stata la mia vita. Un copertura”

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    Capitolo 31 - Emozioni Contraddittorie

    Sentendo il leggero bussare alla porta, Buffy si asciugò le lacrime, chiudendoli mentre protese i sensi. Abbassando le spalle per il sollievo quando riconobbe la firma familiare, sospirò. “Entra, Spike.”

    Aprendo la porta, tutto in lui praticamente stava gridando di offrire un qualche conforto a lei. Chiudendola con un leggero clic, camminò lentamente verso il letto, sedendosi e tirandola dolcemente verso di sé, sospirando di sollievo quando le braccia di lei si unirono intorno a lui, cercando conforto.

    Lasciando uscire alcune lacrime, Buffy prese un profondo respiro, incapace di guardarlo, chiese, “La conoscevi?”

    “Cosa? La profezia?” mormorò lui, sentendo il suo cenno contro se. “No… Mi hai sentito… non mi avrebbe trattenuto in un circolo riguardo a quello.”

    “Me lo avresti detto?” bisbigliò lei.

    “Se le cose fossero state diverse… si. Te lo avrei detto quando saresti stata grande abbastanza per affrontarlo.”

    “Perché?” bisbigliò lei, il suo alito che gli solleticava il collo mentre le sue spalle venivano scosse dai singhiozzi. “Perché non me l’ha detto? Perché pensa che non possa affrontarlo?”

    “Non lo so, dolcezza,” mormorò lui nei suoi capelli. “Volevo potertelo dire ma non lo sapevo.”

    “Voleva aspettare e vedere quale sarebbe stata la mia reazione mentre vedevo tutti quelli che amavo morire mentre io non sarei mai invecchiata?”

    Tirandosi indietro per guardarlo, Buffy sentì di nuovo il suo cuore accelerare quando lui asciugo dolcemente le lacrime dalle guance. Non volendo darsi l’opportunità di pensare, dolcemente accarezzò con le labbra le sue in un bacio leggero, tirandosi indietro dopo la semplice carezza per vedere la reazione di lui. Lo shock era registrato nei suoi occhi prima che lui si inclinasse impazientemente in avanti, reclamando le sue labbra.

    Non fece nessun movimento per approfondire il bacio per un momento mentre le mani spinsero lo spolverino dalle sue spalle, permettendogli di toglierselo e anche la camicia rossa di sotto prima che lei lo tirasse disteso sul letto. Lo stomaco di lui strinse in anticipazione quando le mani di lei passarono sui muscoli dell’addome e del torace mentre l'aiutava a togliersi anche la t-shirt prima di tirarlo più fortemente sopra di lei.

    “Fammi dimenticare,” mormorò lei contro le sue labbra, chiudendo gli occhi quando la sua mano scivolò sotto la sua maglia, spremendole dolcemente il seno, il suo pollice che accarezzava il suo capezzolo sensibile, lasciando Buffy sofferente per il suo tocco. Spingendosi via esitante da lui per un momento, rimosse rapidamente la maglia, lasciandola con un reggiseno bianco di pizzo e un jeans blu che Spike rapidamente rimosse. Sentendo il suo corpo stringersi in preparazione mentre la guardava, non stava mettendo in dubbio questo. Guardandola, distesa in modo scomposto sotto di lui con solo un reggiseno e mutandine intonate, lui l'aveva voluta troppo a lungo per fermarsi adesso. Anche se questa non era la circostanza che voleva per averla, Spike non voleva negarglielo.

    Sentendo la sua mano accarezzarle lungo la coscia e contro il merletto, Buffy si lamentò quando le punte delle sue dite accarezzarono le mutandine bagnate. Inarcando il corpo contro il suo mentre le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato, lei ansimò contro le sue labbra quando sentì che lentamente una delle sue dita entrò mentre il suo pollice le massaggiava dolcemente il clitoride, spedendole un brivido per il corpo.

    Chiudendo gli occhi quando sentì i muscoli interni di lei stringersi intorno a lui, Spike respirò involontariamente mentre strinse i denti, aprendo gli occhi per vedere la sorpresa e il piacere su di lei quando cominciò lentamente a inserire un dito. Usando tutta la sua forza di volontà per non aprirsi i jeans e inchiodarla contro il materasso, Spike si stabilì per morsicarle il collo coi suoi denti normali.

    Gemendo quando la mano di lei prese a coppa la sua erezione coperta, lottò contro il demone per controllarlo mentre Buffy lavorò velocemente sulla fibbia della cintura.

    “Ho bisogno di te,” bisbigliò lei freneticamente, spingendo i jeans oltre le anche di lui e muovendosi finché lui venne cullato tra le sue cosce, diede a lui il controllo di cui evidentemente aveva bisogno.

    Aprendo di più le gambe , Buffy si inarcò contro il suo corpo. Sentendo appena la punta del suo pene in lei, stava chiedendo insistentemente la penetrazione mentre con le unghie passava sulla sua schiena, lasciando graffi profondi e quasi a sangue mentre si aggrappava a lui.

    “Cosa per l'inferno è questo?!”

    Spike praticamente salto via da lei, Buffy alzò occhi, mentre sentì la voce di suo padre.

    ‘Questo non sta succedendo, ' Pensò lei scuotendo la testa frustrata, passandosi le mani tra i capelli.

    “Non bussi?” chiese lei, sedendosi e afferrando la camicia rossa di Spike che giaceva in fondo al letto. Gettando uno sguardo a Spike mentre finiva di chiudersi i jeans, lei poteva praticamente sentire l’irritazione che irradiava da lui.

    “Non nella mia casa,” Angel finalmente disse attraverso i denti stretti, frenandosi evidentemente dall'infliggere violenza immediata, guardando Buffy riordinare la camicia prima di scivolarci dentro ed abbottonarla rapidamente.

    “Cosa?” Buffy rispose . “Non si può avere privacy qui?” chiese, alzandosi e lisciando la stoffa grinzosa della camicia prima di togliere i lunghi capelli dal colletto.

    Gli occhi di Angel si scurirono mentre vide Spike diminuire le distanze e avvolgere le braccia intorno alla vita di lei.

    “Stai per l’inferno lontano da mia figlia,” Angel ringhiò, il demone che veniva in superficie.

    Spike anche se di malavoglia fece un passo indietro, riconoscendo il pericolo della situazione, ma allo stesso tempo, arrabbiato che non potesse avere la donna che amava quando voleva.

    “Esci,” Angel continuò a bassa voce.

    “No,” Spike rispose, incrociando le braccia sul torace. “Non andrò da nessuna parte.”

    “Ti avevo chiesto di proteggerla e tu le rubi l’innocenza?!”

    “Scusami!” Buffy urlò. “Sono qui!”

    Spike coraggiosamente lasciò che un sorriso furbo si formasse sulle sue labbra, inclinando la testa per studiare il suo grandsire. “Penso che sicuramente posso dire che lei non poteva essere protetta, considerando la situazione. Non penso che chiunque sarebbe stato capace di arrivare a lei. E non le sto rubando l’innocenza quando lei ha diciotto anni e chiaramente lo vuole.”

    Anticipando il colpo, lui rapidamente abbassò la spalla, rotolando via da Angel e girandosi per vendicarsi, allargano gli occhi quando vide che Buffy stava in piedi improvvisamente tra loro.

    “Basta!” urlò lei, sparando ad ognuno di loro uno sguardo arrabbiato prima di concentrarsi su Angel. “Conosco le decisioni che sto prendendo. So precisamente quello che sto facendo, e non ho bisogno che tu prendi il ruolo di protettore.”

    “Lui è famiglia! Non puoi dormire con la tua famiglia, Buffy!”

    “Giusto” Buffy disse con finto cenno. “Perché noi così siamo parenti, giusto? L'unica ‘famiglia’ che mi collega con Spike è dovuta al fatto che ha aiutato ad allevarmi.”

    “Quello non è vero,” Angel ringhiò. “Siete praticamente parenti. È solo… sbagliato.”

    “E dimmi, padre caro,” disse lei sarcasticamente, incrociando le braccia sul torace. “Darla era la tua amante, madre, o compagna prima che mi partorisse?”

    Vedendo la sua faccia sbiancare quando si rese conto che quello che lei stava dicendo era vero, Buffy si girò per affrontare Spike

    “E tu,” disse lei, girandosi verso di lui arrabbiato. “Non sono un dannato trofeo! Non sono un oggetto che puoi sfoggiare ogni volta che vuoi, perché sai cosa, Spike? Non sono tua.”

    Sentendo il desiderio di possesso su di sè mentre lei continuava a fissarlo, Spike sentì improvvisamente la spinta per mostrarle a chi precisamente lei apparteneva.

    “Esci,” lei bisbigliò, scuotendo la testa incredula per l’intera situazione.

    “Per l’'inferno se io-”

    “Fuori!” gridò lui, guardando Angel e preparandosi a rimuoverlo fisicamente dalla stanza.

    “Che sta succedendo?”

    Si voltarono tutti nello stesso momento per vedere Cordelia in piedi sulla porta con un'espressione scioccata sul viso.

    “Oh ragazzi,” respirò lei, capendo per la confusione dei vestiti di Spike e per il fatto che Buffy era in piedi con la sua camicia rossa che praticamente le arrivava alle ginocchia. “Angel… Penso che dovremmo lasciarli soli,” disse lei con calma, facendo alcuni passi e prendendolo dolcemente per il braccio.

    “Non la lascerò sola con lui,” lui ringhiò.

    “Angel,” Cordy cominciò con un tono lievemente accondiscende. “Buffy è grande. Può prendersi cura di se stessa. Lo sai, perché non le diamo un po’ di privacy, e ci parlerai quando ti sarai calmato, okay?”

    Ancora le scintille sembravano sparare tra padre e figlia mentre si fissavano con rabbia a vicenda. Finalmente addolcendosi, Angel permise che venisse praticamente trascinato fuori dalla stanza, lasciando Spike e Buffy da soli.

    “Buffy,” Spike bisbigliò, facendo un passo avanti per avvolgere le braccia intorno a lei.

    “Non lo fare,” disse lei leggermente, voltandosi e spingendolo via. “Non voglio vedere nessuno dei due. Voglio stare un po’ da sola.”

    “Penso che questo non è quello che tu vuoi” rispose lui con un’occhiataccia, tentando di nascondere il dolore dentro di sè. Guardando Buffy fissare il pavimento con le lacrime che brillavano nei suoi occhi, Spike si ricordò improvvisamente che era solo una ragazza. Solo qualcuno che si era innamorato inconsapevolmente di lui e adesso lottava contro questo con tutto quello che aveva. E lui aveva praticamente preso in giro quello che lei volentieri era pronta a dargli. “Bene, amore,” bisbigliò lui, vedendo i suoi occhi bagnati che si alzarono per guardarlo. “Ti darò un po’ di tempo. Solo promettimi che dopo parleremo.”

    Capitolo 32 –L’amore di un padre.

    Lei lo stava aspettando.

    Non che fosse inaspettato. Dopo tutto, era stata sveglia due ore, a camminare per la stanza senza neanche cambiasi mentre aspettava la fatale bussata.

    Aprì la porta e se lo trovò davanti, Buffy decise di mettere pace e gli sorrise.

    “Entra” disse leggermente, aprendo di più la porta.

    “Che sta succedendo, Buffy?” domandò lui, ancora prima di essere entrato completamente nella stanza fissandola, lei indossava ancora la camicia di Spike.

    “Nessuna chiacchierata piacevole--suppongo” mormorò lei prima di rivolgere lo sguardo al padre. “Non c’è niente che non va” disse piano “Penso… penso… di amarlo da molto tempo”

    Attraversando la stanza con un sospiro pesante, Angel desiderò improvvisamente che non fosse giorno, voleva poter guardare fuori dalla finestra senza andare in polvere. E voleva anche togliere dalla sua testa le immagini di Spike sopra sua figlia.

    “Non lo ami più” chiese, guardandola dopo un po’

    “Non importa” bisbigliò lei, guardando il pavimento “Non potremmo mai stare insieme”

    Angel sospirò chiudendo gli occhi “Non cerco di spingere questa relazione…ma semplicemente per curiosità…perché non potete stare insieme?”

    “Perché non mi ama” disse in un bisbiglio soffocato, non alzando gli occhi dal pavimento “Non nel modo in cui amava Lucy” continuò mentre Angel la fissava “ Non è accaduto nulla” continuò lei per rassicurarlo “Quello che hai visto…era solo conforto. Soltanto quello.”

    “Lo ami ancora?”

    “Non importa quello che sento…non starò con lui” bisbigliò lei.

    Angel si passò la mano in faccia, non sapeva che dire ‘Forse avrei dovuto far venire Cordelia’

    “Senti” disse Buffy, guardandolo prima di sedersi sul letto. “Non devi dire niente. Non voglio nessun consiglio di padre o minacce contro Spike o ultimatum. Ormai io sono così”

    Angel camminò verso il letto, sedendosi vicino a lei.

    “Mi dispiace di non essere stato il padre che meritavi” disse piano, guardandola.

    “E a me dispiace di essermi comportata come una marmocchia ingrata per un bel po’” rispose lei sorridendo piano, chiudendo gli occhi quando lui le baciò la tempia.

    “Ti voglio bene, Buffy”

    “Lo so” disse piano “Quello non è mai stato una vera questione…”

    Angel si alzò lentamente e camminò verso la porta “Non sono felice di questo, ma…”

    “Va bene” disse lei forzando un sorriso “Non preoccuparti per me. Ritornerò brillante molto presto”

    * * * * *

    Camminando nell’atrio, Angel soppresse un ringhio quando vide Spike vicino alla porta d’entrata che si fumava una sigaretta.

    Stringendo i denti mentre camminava verso di lui, lo vide schiacciare la sigaretta sotto il tallone.

    “Vieni qui ad impallettarmi?” mormorò, senza voltarsi.

    “Forse”

    Girandosi lentamente per affrontarlo, Spike lo guardò.
    “Andiamo fuori. Così la finiamo” disse lui, tenendo le sue braccia fuori ai suoi lati, invitando Angel per fare qualunque cosa lui ebbe bisogno di fare fuori del suo sistema.

    “E’ successo altre volte?” domandò Angel.

    Spike rispose onestamente
    “Una volta” preparandosi alla lotta vedendo la mascella di Angel stringersi.

    “L’hai rivendicata?”

    “No” disse Spike, scotendo la testa “ Potrei”

    Prendendo un respiro non necessario, Angel chiuse gli occhi.
    “L’hai morsa?”

    “Due volte”

    “Due volte” mormorò lui, stringendo i pugni, sapeva che se avesse fatto qualcosa a Spike Buffy non l’avrebbe mai perdonato “Ti ama, lo sai?” digrignando i denti.

    “Mi amava” rispose Spike miseramente, guardando il pavimento.

    Non correggendolo, Angel fece piacere che Spike non sapesse i sentimenti che provava in quel momento Buffy.

    ”Ho voluto che facessi attenzione a lei, doveva essere soltanto un lavoro”

    “Lo so” disse Spike.

    “Sapevo che l'avresti protetta, a dispetto di quanto tu potevi odiarmi se le fai del male, ti ucciderò e
    ti farò soffrire in un modo che neanche Angelus può immaginare”

    Gli occhi di Spike si spalancarono mentre guardava Angel, che se ne tornava nel suo ufficio.

    * * * * *

    Entrando nella sua stanza, Spike si sorprese di vedere Buffy che si muoveva in giro gettando i vestiti in una borsa.

    “Cosa diavolo pensi di fare?” domandò lui, chiudendo la porta con forza.

    “ Me ne vado” mormorò, Spike seguì il suo movimento mentre si piegava a raccogliere un jeans.

    Lo afferrò, tenendolo fuori dalla sua portata.

    “Hai detto che avremmo parlato”

    “Ti chiamerò al telefono” rispose “Piccola invenzione utile”

    “Non voglio farlo per telefono”

    “Bene, Big Bad” si lamentò, girandosi per guardalo “Io non voglio farlo per niente”

    “Si? Abbi una vita soddisfacente”

    Vedendo il panico nei suoi occhi, Spike la guardò mentre si riprendeva, mordendosi il labbro inferiore e andò al letto.

    “Cosa stai dicendo?” bisbigliò, piegando una sua camicia aspettando una risposta.

    “Tu scappi via in continuazione e io sono stanco di seguirti sempre”

    “Non ti ho mai chiesto di seguirmi” girandosi di nuovo per affrontarlo “Ti ho detto che voglio essere lasciata in pace- sei tu che hai insistito per rimanere. Sei tu quello che…-

    “Quello che?” domandò lui a voce bassa, afferrandole un braccio “Quello che?”

    “Quello che mi ha fatto innamorare” bisbigliò lei, guardando a terra.

    “Dove stai andando?” chiese lui dopo un secondo.

    “Via”

    "Via? "

    “Non so dove andrò” disse piano lei.

    Digrignando i denti lui guardò il soffitto, Spike chiuse gli occhi, sapendo quello che doveva fare “Vengo con te”

    “Non ho bisogno di un guardiano… ho 18 anni, e sono sicura che mio padre ti assolverà dai tuoi compiti”

    “Non è per questo che vengo” disse lui, vedendo le spalle di lei tendesi per le sue parole.

    “Non posso offrirti niente” bisbigliò lei, sospirando.

    “Non l’ho chiesto” disse lui calmo.

    “Non sono più la stessa persona, Spike.”

    “Non uso più rispondere alle persone e non voglio far tornare indietro la mia vita”

    “Posso affrontarlo”

    Buffy lo guardò studiando la sue espressione “Ok…diciamo che andiamo da qualche parte. E siccome non mi stai chiedendo niente, come dici tu. Che dici se io vado con un ragazzo al giorno? Perché queste sono le cose che fanno le persone sole…puoi vivere con questo?”

    Era un test. Lei lo sapeva e anche lui. La domanda era- l’esca avrebbe abboccato?

    Inclinando la testa di lato, Spike la guardò per un lungo momento “Se esci con un altro uomo, non assicuro che lui tornerà ancora con la testa attaccata al collo”

    Buffy sollevò un sopracciglio, mentre girava il letto.

    “Non ti piace come risposta?” domandò lui.

    ”Sai cosa? Sei un tipico uomo!” protestò Buffy, andando verso di lui “Possessivo ed esigente. Io ti do tutto e tu me lo butti in faccia. Ma per la seconda volta, io non posso farmi una vita mia che tu ti intrometti e giochi con i miei sentimenti di nuovo!! E’ gioco per te, Spike?”

    Schiacciandogli le labbra contro le sue in un bacio esigente, iniziarono a combattere, lei lo afferrò per lo spolverino prima di rendersi conto di quello che stava facendo. Lo spinse via ansimando, i suoi occhi si strinsero.

    “Non farlo! Non puoi…non puoi solo controllarmi, Spike”

    “Non ho mai detto di potere”

    “No” rispose lei, scotendo la testa ridendo beffardamente “Perché ogni cosa che dici la usi contro di me…per controllarmi”

    Chiudendo gli occhi realizzando di averlo fatto di nuovo, Spike si lasciò cadere sul letto “Mi spiace, pet” disse sincero “E’ il demone che ti sottomette”

    Ricordandosi che lui tecnicamente era un mostro senz’anima, prese un respiro profondo. Si sedette vicino a lui e vide la sua espressione abbattuta.
    “Non è colpa tua” bisbigliò “Avrei potuto dire di no quando volevo, ma… era da tanto che non mi sentivo così…”

    “Debole?”

    "Sì."

    Girandosi verso di lei, Spike le appoggiò dolcemente la mano sul collo “Luv, non saresti debole nemmeno se ci provassi”

    Esitando per un momento, finalmente Buffy accennò col capo. "Lo prometto."

    Capitolo 33 - Una Semplice Domanda

    Sedendo in un confortevole silenzio, Spike finalmente si tirò Buffy completamente tra le braccia, sorridendo quando lei arricciò il suo corpo contro il suo.

    “Possiamo stare qui?” bisbigliò lei. “Solo per un po’ di tempo.”

    “Qui a L.A. o qui nella stanza?”

    “Magari entrambe,” mormorò lei, sentendo il suo cuore accelerare quando Spike la prese e si mosse finché non furono distesi sul letto.

    “Bene,” disse lui leggermente, chiudendo brevemente gli occhi quando lei posò la testa contro il suo torace. Rimanendo distesi soddisfatti, lei si rilassò anche di più quando sentì le sue dita carezzarle dolcemente i capelli prima che lui si piegasse lentamente e le lasciasse un bacio in cima alla testa .

    Lottando contro il brivido che minacciava di attraversarla, Buffy sospirò appagata, lasciando la sua mente divagare per alcuni minuti, fingendo che lui voleva davvero essere lì con lei e che non era solo una povera sostituta di qualcuno altro.

    “Perché ti spaventa così tanto?” bisbigliò lui tra i suoi capelli, inalando il dolce profumo mentre aspettava la risposta.

    Uscendo dalla sua fantasia, Buffy ricordò improvvisamente la profezia che aveva scoperto e che aveva portato agli eventi della notte.

    “Perché sarò da sola,” rispose lei in un bisbiglio soffocato, tentando di prendere un profondo respiro.

    “Cosa?”

    “Cosa succederà quando papà diventerà un ragazzo vero, Spike?” chiese lei, sedendosi e girandosi per affrontarlo con un sguardo bagnato. “Cosa accadrà quando lui sarà felice e contento e io rimarrò qui su questa terra fino a che un’apocalisse finalmente non mi prenderà? Sono sola. Lui avrà lo Shanshu e…”

    “E tu sarai la figlia della profezia,” mormorò lui, ricordando il termine che lei aveva usato prima. “Ma non sarai da sola. Non lo pensare neppure per un secondo che lo sarai,” disse lui leggermente, spostandole i capelli dagli occhi.

    “Perché non dovrei?”

    “Perché hai me,” disse lui semplicemente.

    “No, non ti ho,” mormorò lei, sedendosi e muovendosi verso l'orlo del letto.

    Prendendola prima che potesse andare via, Spike la voltò per affrontarla. “Mi hai sempre. Niente potrà cambiarlo.”

    “Allora provalo,” bisbigliò lei, gli occhi larghi con chiarezza mentre sedeva un po’ più dritta.

    “Cosa?” chiese lui confuso, inclinando la testa per studiarla.

    “Provalo,” ripeté lei, muovendosi più vicino a lui. “Prendimi… rendimi tua.”

    Sentendo lo shock su di se, le labbra di Spike si aprirono mentre la contemplava per un momento, chiedendosi se era seria.

    “Hai un’idea di quello che mi stai chiedendo di fare?” chiese lui, spostando i capelli dal suo collo mentre lo guardava con appetito.

    “So precisamente quello che ti ho chiesto,” rispose lei, muovendosi rapidamente finché lei fu sul suo grembo a gambe divaricate. “Questo non significa niente,” continuò lei con un bisbiglio urgente, non consapevole che l’oscuramento dei suoi occhi era per il desiderio e non per la confusione. “Voglio solo sapere di appartenere a qualcuno. Voglio sapere che non importa dove sono, non sarò sola… anche se lo sono.”

    “Buffy,” disse lui leggermente. “Pet, immagino sempre che quando questo accadrà, sarà perché lo vogliamo e non perché senti di dover far qualcosa per tenermi vicino.”

    Vedendo la tristezza nei suoi occhi, Spike si mosse per afferrarla mentre lei tentava lentamente di alzarsi. “Capisco,” mormorò lei.

    “Capisci cosa?”

    “Che non mi vuoi,” bisbigliò lei, incapace di guardarlo negli occhi. “So che è un grande patto reclamare qualcuno e vuoi tenere questo per qualcuno di cui ti interessa realmente, ma pensavo che…”

    Le parole le morirono in una voce soffocata, Spike la guardò come asciugò le lacrime dai suoi occhi.

    “Non pensare questo,” disse lui con voce calma, scuotendo la testa, tentando di controllarsi. “Farò un grande patto con te, pet,” continuò, prendendo a coppa la sua guancia e facendo scorrere il pollice lungo la sua guancia. “Penso che questo… lo farò ma non per una decisione impulsiva, e se penso che è quello che realmente vuoi…lo farò. Lo farò subito,” aggiunse lui con un sorriso.

    “Realmente?” chiese lei incredula. “Vuoi… vorresti questo con… me?”

    “Dio, sì,” mormorò lui, tirandola più vicino per accarezzare le sue labbra con le sue in un breve e tenero bacio. “Quando capirai che io voglio solo te?”

    “Spike…”

    “Si, amore?” rispose lui, tirando via da lui, tentando di controllare la sua erezione improvvisa che aumentava col suo corpo sopra al suo e le sue mani che erano sulla pelle nuda delle sue cosce.

    Facendo scorrere nervosamente le unghie sul suo addome coperto, Buffy guardò esitante nei suoi occhi, mordendosi il labbro mentre tentava di controllare il nervosismo. “Reclamami,” bisbigliò lei, inclinando il collo in invito.

    “Non era precisamente quello che volevo dire quando ti ho detto di pensarci.”

    “Tu non… segui le regole tradizionali. Voglio solo sentirmi al sicuro.”

    “Se vuoi che lo faccia, allora non c’è un ritorno indietro,” disse lui serio. “Sarai mia e nessuno ti toccherà.”

    “Mi vuoi realmente?” bisbigliò lei, muovendosi inconsapevolmente più vicina a lui.

    Prendendo a coppa la sua faccia tra le mani, Spike poteva vedere l'insicurezza nel suo sguardo. “Ascoltami,” disse lui leggermente. “Ti amo…Io ti amo, Buffy.”

    Sentendo il suo mento quando le labbra di lui incontrarono le sue in un bacio tenero, Buffy lasciò le labbra giocare per un po’ con le sue prima di tirando indietro ed inclinare la testa.

    Vedendo il suo collo esposto mentre i lunghi capelli andarono oltre la sua spalla, le zanne di Spike prudevano per essere lasciare libere.

    “Per favore, Spike,” bisbigliò lei.

    “Non dovrebbe essere così, Buffy” disse lui, scuotendo la testa. “Dovrebbe essere giusto.”

    “Quanto più giusto vuoi ottenere?” chiese lei, guardandolo con occhi imploranti. “Mi hai appena detto che mi ami… questo per me è giusto.”

    “Allora dimmelo,” bisbigliò lui, vedendo un breve bagliore di panico nel suo sguardo prima di prendere un profondo respiro.

    “Ti amo,” mormorò lei, evitando i suoi occhi mentre combatteva contro le lacrime. “Non… non voglio partecipare, ma… non mi fermerò mai.”

    “Lo so,” disse lui leggermente, tirandola più vicina e dolcemente mordendo il suo collo con i denti umani. Era il suo modo per esaminare se lei lo voleva realmente o no. Se lei si fosse tesa, lui sapeva che non sarebbe stato capace di farlo.

    Ma lei non lo fece.

    Lei ansimò mentre si inclinò più vicino a lui, Spike poteva sentire le sue dita che gli scavavano le spalle. Provocando il demone, sentì il suo tremore per l’anticipazione quando con la lingua passò sopra la sua gola.

    “Per favore,” disse lei con un bisbiglio rauco, lasciando praticamente il suo corpo scomparire contro il suo.

    Facendo correre la sua mano sulla schiena di lei, lui afferrò dolcemente il retro del suo collo, tenendola prima di tirare indietro per guardarla.

    Vedendo la sua vera faccia, Buffy lo fissò con occhi larghi prima di dargli un sorriso leggero, sapendo che lui le stava chiedendo il consenso. Alzò una mano a tracciare la sua fronte increspata, lei si inclinò un pò in avanti, premendo le labbra contro le sue in un bacio tenero, evitando le sue zanne prima di tirarsi lentamente indietro e dargli un leggero cenno.

    Prendendo un profondo respiro, Spike la tirò più vicino a se, sentendo il suo marchio precedente che praticamente lo chiamava.

    Perforando la pelle tenera della sua gola, poteva sentire i muscoli delle cosce di lei che si contraevano intorno a lui mentre si tendeva, prima di rilassarsi lentamente. Sentendo il lamento leggero che usci dalle sue labbra, lui prese delle sorsate profonde del suo sangue, gustando il sapore dolce sulla lingua.

    ‘Il sangue di una cacciatrice non è così buono. '

    La sensazione dei suoi denti nel collo, combinate al suo corpo duro premuto intimamente contro il suo, Buffy si sentì come se stesse per esplodere. Incapace di controllarsi ancora, lavorò freneticamente sulla fibbia della cintura, liberando la sua erezione e togliendosi le mutandine. Impalandosi sul suo cazzo, era vagamente consapevole che Spike estraesse i denti da lei per tirare indietro e guardarla.

    Sentendola lamentarsi per la perdita di contatto, fece sgusciare via il suo demone mentre lei moveva freneticamente le anche contro le sue. Carezzando dolcemente le labbra con le sue in un bacio tenero, Spike si tirò indietro, vedendo il bisogno sulla sua faccia mentre premette la fronte contro la sua, non lasciando mai il suo sguardo.

    “Mia,” bisbigliò lui, accarezzando con le labbra le sue, in un tocco leggero.

    “Tua,” mormorò lei, tremando quando l’orgasmo cominciò, sentendolo strano, comprendendo la sensazione di calore quando la richiesta fece effetto, legandola a Spike, facendole sapere a chi apparteneva. Gridando quando lui si attaccò alla sua gola ancora mentre le sue mani le aprirono la camicia, esponendola al vagabondaggio delle sue mani, sentì il tirare dal collo proseguire per tutto il suo corpo, muovendosi più freneticamente quando lo sentì arrivare a toccare con il suo palmo il seno prima di torcere il capezzolo finché lei non gridò al culmine.

    Afferrando le sue anche fortemente, Spike continuò a muoverla, pompando in lei ad un ritmo rapido, cercando la sua liberazione. Sentendo i denti di lei sulla sua gola, il suo intero corpo si scosse per la forza del suo orgasmo mentre con i suoi muscoli strangolò il suo cazzo, pompando in lei con una finale spinta, lui si tese mentre si vuotò in lei. Avvolgendo le braccia intorno alla sua vita, lasciò la testa abbassarsi sulla sua spalla mentre Buffy rimosse i denti e si rilassò contro di lui, completamente sazia.

    “Mio,” disse lei ansimando, offrendo un sorriso incerto quando Spike si tirò indietro per guardarla.

    “Tuo,” bisbigliò lui con stupore, inclinando il collo di lei per mettere in mostra il marchio prima di far scorrere dolcemente la lingua lungo la sua gola, leccando il sangue che si stava formando sulla ferita e sigillandolo.

    “Grazie,” mormorò lei, tirando indietro per guardarlo mentre passava le mani tra i capelli di lui.

    “Non ringraziarmi, baby. Sei mia, Buffy.”

    “Per sempre?” chiese lei, il nervosismo che filtrava tra le sue parole.

    “Per sempre.”

    Capitolo 34 – Non lasciarmi mai andare.

    Guardando mentre Buffy apriva lentamente gli occhi, Spike sorrise vedendo la confusione sul suo viso quando comprese dov’era.

    “Stai bene?” domandò piano quando lo guardò.

    Toccandosi i marchi sul collo, lei si morse il labbro inferiore e accennò col capo, aveva un’espressione illeggibile infatti voltò la testa “Si” mormorò “Sto bene”

    “Sei pentita?” chiese lui, cercando di non apparire nervoso.

    “Mi ami?” rispose lei, aveva bisogno di sentirlo di nuovo.

    “Ti amo” bisbigliò lui, sorridendo quando lei lo tirò a sè per baciarlo.

    Quando si divisero, Buffy scosse la testa “Non mi pento”

    “Buono a sapersi” disse lui sorridendo “Dormito bene, luv?” domandò incapace però di resistere alla tentazione di toccare il marchio sul suo collo.

    Calmandosi sotto il suo leggero tocco, le pulsazioni di Buffy salirono alle stelle, quando sentì la bocca di lui che la baciavano proprio sopra il marchio.

    “Che cosa stai facendo?” domandò lei ansimando.

    “Mi sembra di ricordare di aver chiarito il punto in cui ti reclamo” mormorò contro la sua pelle.

    “Quello era quando sono stata reclamata senza realmente volerlo” disse, lei chiudendo gli occhi quando sentì le dita di lui slacciarle la camicia.

    “Uno ti questi giorni, dovremmo farlo anche senza vestiti” mormorò lui, spingendole la camicia giù per le spalle finché non la gettò sul pavimento. Si tirò indietro per ammirare il suo corpo, fece correre il dito lungo l’addome, sorridendo quando la sentì rabbrividire.

    “Nessun tempo è più bello del presente” la sua voce lo supplicava.

    “Non hai bisogno di nessun altro tempo” bisbigliò scivolando con la mano sotto il merletto delle mutandine “Questo è il meglio, solo per te”

    Ansimò quando i suoi denti si attaccarono alla gola, Buffy rabbrividì quando il dito di lui fece pressione sul suo clitoride prima di tremare per l’orgasmo. Appena finito di mordergli la spalla per frenare le grida di piacere, si tirò leggermente via per fissarlo.

    “Che cos’era?” domandò ansimando, cercando aria.

    Sollevando un sopracciglio lui ridacchiò, poi inclinò la testa per guardarla.
    “Credo che lo chiamino orgasmo, luv”

    Schiaffeggiandolo sul torace, Buffy roteò gli occhi “Non quello” disse esasperata “Voglio dire quello che hai fatto” mormorò, improvvisamente incerta su come mai il tocco delle sue dita sul marchio gli provocasse quelle emozioni.

    “Uno dei benefici” disse lui leggermente, perdendosi nel suo sguardo.

    “Non mi lamento” disse lei ansimante, dandogli un sorriso prima di accoccolarsi sul suo torace, un secondo dopo aggrottò le sopracciglia.

    ”Che c’è?” mormorò lui, baciandogli la cima della testa.

    “Cosa c’è cosa?”

    “Sei infelice per qualcosa, cosa?” Buffy si alzò a sedere per guardarlo, Spike le regalò un sorriso prendendole la mano. “C’è molto che va con quello, Buffy. Specialmente considerando che non solo hai rinviato il reclamo, ma l’hai fatto proprio tuo.”

    “Non sono un vampiro” disse confusa.

    ”No, sei solo la figlia di uno di loro. Ne hai la forza, l’immortalità…rendendo il legame ancora più forte”

    ”Puoi sentire quello che sento io” chiese piano lei.

    ”Si posso” disse lui con un cenno, inclinando la testa “Ora, cos’è che ti rende infelice?”

    Sorridendo timidamente, Buffy evitò il suo sguardo per un minuto “L’ho desiderato”

    Ridacchiando, Spike si sedette e si tolse la camicia, per poi riprenderla tra le braccia “Va meglio?”

    “Mmm, molto” disse Buffy facendo le fusa, accoccolandosi contro di lui, godendo del contatto della sua pelle.
    “Dobbiamo dirlo a papà” bisbigliò, mordendosi il labbro inferiore sentendo il corpo di lui tendersi. Lottando con le lacrime alla sua reazione, Buffy chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

    Anche se non l’avesse morsa, Spike avrebbe capito che era triste anche quando lei tentò di sciogliersi dall’abbraccio per sedersi.

    “Stai qui, pet” disse piano, tenendola, non disposto a lasciarla andare così presto, specialmente quando era così turbata “Che cosa c’è?”

    “Desideri tenermi lontano da lui? Da…tutti?” chiese malinconicamente, odiando il fatto che dopo tutto quello che era successo, lui probabilmente voleva tenerla nascosta.

    “No” rispose lui, scotendo la testa “Sono solo preoccupato per quello che dirà tuo padre di tutto questo”

    Buffy chiuse gli occhi quando sentì la punta delle dita di Spike toccargli il marchio, sospirando si rilassò “Posso parlargli io. Mentre tu te ne vai… in una città vicina”

    ”Mi ha chiesto se ti ho morsa”

    Alzandosi a sedere di scatto, Buffy lo guardò con occhi spalancati “Che gli hai detto?”

    “La verità” rispose lui con un’alzata di spalle “Che l’ho fatto due volte”

    La guardò con un’espressione divertita quando Buffy cominciò a pungergli il petto con il dito, Spike inclinò la testa sorridendo.

    “Che cosa fai, pet?”

    ”Mi chiedo come mai non sei polvere” rispose lei sorridendo furbescamente, ridendo quando lui capovolse le posizione mettendola sotto di sé.

    “Stai dicendo che non posso affrontarlo in una lotta?” chiese Spike, aggrottando le sopracciglia.

    “Non lo so, Spike” disse con un’occhiata scettica “E’ molto forte” sentendo il ringhio di avvertimento, lei sorrise e continuò “Ma, credo che tu abbia gli attributi per buttarti a capofitto in una battaglia”

    “Maledizione, se c’è l’ho” rispose con un altro ringhio, prima di schiacciargli le labbra contro le sue, la baciò con tale passione che Buffy si sentì persa.

    Rompendolo un secondo dopo, lui la guardò mentre respirava. Un secondo dopo rotolò per ritornare alla loro precedente posizione.

    Spike chiuse gli occhi, ma sospirò quando sentì la punta del dito di lei sul suo addome. Era stesa con la guancia sul suo torace con i capelli sparsi ovunque.

    “Che cosa pensi, pet?”

    “Pensi che invecchierò?” domandò senza fermare il movimento.

    “Ne dubito” mormorò lui, chiudendo gli occhi inalando il profumo dei sui capelli “O almeno non molto ancora”

    “Come lo sai?” chiese lei, alzando la testa, sorrise vedendo quanto era rilassato.

    “E’ il modo in cui funziona” disse con voce morbida, mentre si concentrava sul suo tocco gentile “Evidentemente hai uno scopo nella vita, e dubito che tu possa eseguirlo se hai ottant’anni”

    Buffy rise e si rilassò chiudendo gli occhi.

    “Sai” disse Spike ridendo “Potremmo andare a Hollywood. Sarai giovane e bella per sempre, potresti fare milioni di dollari, luv”

    Risero insieme, Buffy si voltò a guardarlo “Bella?”

    Spike sentì il nervosismo nella sua voce “Te l’ho detto. Ancora non mi credi?” chiese inclinando la testa.

    “Quello era un anno fa” rispose lei, accoccolandosi di nuovo su di lui “Le cose possono cambiare”

    “Sei la cosa più maledettamente bella che io abbia mai visto” bisbigliò lui, baciandole la testa prima di rilassarsi per dormire un po’.

    Spike si era quasi addormentato quando si rese conto che lei non stava dormendo “Qualcosa non va, riccioli d’oro?” mormorò passandogli la mano nei capelli.

    “Non senti mai che stai vivendo una vita sbagliata? Come se tutto questo sia un errore e che tu sei solo un cosmico scherzo?”

    “Non dire così, pet. Stai dicendo che quello che abbiamo è un errore?”

    “No” disse lei rapidamente, scotendo la testa “Sei l’unica cosa di cui sono sicura in questa vita”

    “Buono a sapersi” mormorò lui, baciandola “Perché non ho intenzione di lasciarti andare”

    Capitolo 35 - Decisioni Permanenti

    Fissando il suo amante dormire, Buffy lasciò che un sorriso le apparisse sulle labbra mentre si mosse più vicino a lui. Il suo corpo nudo pigiò contro il suo, facendolo inconsapevolmente cercare il suo calore, avvolgendole un braccio intorno la vita e tirandola più vicino.

    Gettando uno sguardo all'orologio, Buffy si morse il labbro, vedendo che era passata la mezzanotte. Sentendo il suo stomaco ringhiare mentre si ricordò che non mangiava da ventiquattro ore, si liberò lentamente dall'abbraccio di Spike. Erano a letto da ore, e dopo l’ultima sessione di sesso Buffy non si aspettava che lui si svegliasse presto.

    Alzandosi, sorrise mentre vide Spike schioccare le labbra e grattarsi il torace prima di rotolare sul suo lato del letto. Soffocando una risatina, Buffy spinse il suo cuscino verso di lui, facendo scorrere la mano attraverso i suoi capelli mentre lui si accoccolò più vicino al cuscino, inalando il suo profumo.

    Prendendo la camicia rossa che era finita sul pavimento in qualche punto della notte, Buffy aggrottò le sopraciglia. Le opportunità che poteva incontrare suo padre a quest’ora erano molte, e probabilmente non sarebbe stata una buona idea avere l’odore del suo amante addosso.

    * * * * *

    Venti minuti, una doccia calda, e dei vestiti freschi più tardi, Buffy vagava per la cucina dell'albergo. Prendendo degli strumenti di acciaio inossidabile mentre camminò verso l’enorme frigorifero, lasciando che le dita accarezzassero la superficie piatta dello sportello.

    La cucina era immacolata, considerando il fatto che era usata solamente per tenere il sangue e gli spuntini. Cordelia certamente non cucinava, ma Buffy sperava di essere in grado di trovare qualcosa di commestibile a quell’ora.

    “Suppongo che potrei andare da ‘Steak and Shake’,” mormorò a se stessa prima di sorridere. “Dovrei prendere un paletto, comunque.” Aprendo lo sportello del frigorifero e congelatore contemporaneamente, sorrise quando vide una confezione di gelato alla Crema che era di fronte a lei. Tirandolo fuori impazientemente dal congelatore, Buffy cominciò a cercare per i cassetti un cucchiaio.

    Alla fine lo trovò in uno dei numerosi cassetti, e si diresse verso il centro della stanza. Sedendosi sull’enorme banco, non riuscì a impedirsi di sorridere mentre il ricordo di un’ingenua Buffy quindicenne riaffiorò.

    “Spike, è il mio!” Buffy gridò, correndo intorno l'isola della cucina mentre tentava di prendere il vampiro che stava tenendo in ostaggio il gelato.

    “Non è carino non condividere, Principessa” lui le rinfacciò con un sorriso allegro, affondando un dito nella sostanza e portandoselo alle labbra, chiudendo brevemente gli occhi per assaporarne il gusto. “Mmmm.”

    Restringendo gli occhi, Buffy balzò sull'isola, sorprendendo entrambi per la velocità. Ma apparentemente non fu abbastanza veloce o alta, siccome Spike ridacchiò soltanto e tenne il contenitore sopra la testa, ridendo più forte quando lei iniziò a saltare tentando di riprenderlo.

    “Non è giusto,” lei sporse le labbra, incrociando le braccia al torace e battendo il piede, internamente eccitata che lui le stesse mostrando così tanta attenzione giocosa. Quel genere di attenzione che solamente lei riusciva ad ottenere da lui. “Si più alto di me. Ed inoltre, non può gustarlo, e non puoi mangiarlo tutto te.”

    “Io posso gustarlo,” rispose lui indignato. “Solo non ne ho bisogno di questo per nutrirmi… e non prendo peso.”

    Buffy sbuffò, immaginando Spike che aumentava di peso dopo alcuni morsi di gelato quando probabilmente bruciava tutte le calorie per la pattuglia.

    “Lo puoi gustare?” rispose lei con un sopracciglio alzato.

    “Okay, forse non nello stesso modo di te, ma non è nessuna ragione per essere avaro.”

    Ridendo scioccamente, Buffy spostò i capelli oltre la spalla mentre Spike fece un passo verso di lei. Bagnando di nuovo il suo dito nel gelato, gli occhi le si allargarono brevemente quando le offrì un assaggio.

    Facendo un leggero sorriso per un momento, lei avanzò lentamente in avanti, accettando l'offerta.

    Resistendo all’urgenza di chiudere gli occhi mentre cominciò a sciogliersi sulla lingua, Buffy guardò come la mascella di Spike si strinse prima che lei turbinasse con la lingua intorno la punta del suo dito, soffocando un sorriso quando lui chiuse gli occhi.

    Entrambi lo ignoravano, ma quello fu il momento in cui tutto cambiò… passarono altri tre anni prima che entrambi fossero capaci di fare qualsiasi cosa per permetterlo.


    “Sembri persa nei tuoi pensieri.”

    Lei drizzò la schiena mentre uscì da uno dei suoi ricordi preferiti al suono della voce familiare. Girandosi verso l'ingresso della cucina, si permise di rilassarsi e sorridere quando vide suo padre. “Niente,” rispose con un'alzata di spalle, lasciando che la sua fronte si aggrottasse quando lui camminò verso di lei prima di alzare le spalle per far passare la sensazione imbarazzante con un brillante sorriso. “Gelato alla crema?”

    Studiando l’offerta per un momento, Angel finalmente sorrise, prendendo da un cassetto vicino un altro cucchiaio.

    “Cosa avevi per la testa?” chiese lui, sedendosi vicino a Buffy e scavando nel gelato.

    “Non molto,” disse lei prendendo una cucchiaiata. “Ricordi… suppongo.”

    “Buoni o cattivi?” chiese lui, gettandole uno sguardo.

    “Definitivamente buoni,” rispose lei, tentando di controllare il rossore che le stava sorgendo sulle guance.

    “Non ti ho visto molto oggi,” disse lui, non guardandola e prendendo un'altra cucchiaiata.

    “Si… ero, um… stavo chiarendo delle cose con Spike.”

    “Su questo… Buffy, non mi piace.”

    Girandosi verso di lui con un cipiglio, lei inclinò lentamente la testa, studiando gli occhi marroni e profondi e il volto familiare che improvvisamente non aveva nulla di familiare come era una volta.

    “Adesso sono capace di prendere le mie decisioni, Papà” disse lei leggermente.

    “Spike non è una buona decisione,” Angel disse scuotendo leggermente la testa.

    “Perché? Un uomo che farebbe qualsiasi cosa per me? Che mi ha protetta, che si è preoccupato per me e mi ha confortata? Un uomo di cui hai avuto abbastanza fiducia per permettergli di vegliare su di me, improvvisamente non è abbastanza buono per me?”

    “Non è per quello, Buffy. Non penso che dovresti lasciare che le cose vadano troppo lontano.”

    Mordendosi la lingua mentre lei guardò il ripiano, sentì come se il suo cuore venisse tirato in due direzioni diverse. Ma sapeva senza dubbio chi sarebbe stato il vero vincitore.

    “Non rinuncerò a lui, Papà,” disse lei con calma, girandosi verso di lui con un'espressione addolorata.

    Il suo cuore sbatté più forte quando vide la sua espressione immediatamente scurirsi, mostrandole un lato dell'uomo che non aveva mai incontrato.

    “Quello è troppo cattivo,” rispose lui con voce fredda prima di sbattere un pugno sulla sua guancia, quasi facendo tremare la sua mano quando un dolore forte gli attraversò il braccio per la forza del pugno, sapendo che avrebbe lasciato una contusione impressionante sulla sua guancia. Guardando mentre Buffy cadde dallo sgabello e finì sul pavimento di cemento freddo, svenuta, lui si alzò lentamente con un sorriso maniaco mentre gli occhi si indurirono anche di più. “Suppongo che dovremo correggere questo in un modo permanente.”

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    Capitolo 36 – Papà prediletto

    Buffy aprì gli occhi e aggrottò le ciglia quando il dolore gli esplose in testa. Gemette di dolore e appoggiò le mano sul poco familiare pavimento di cemento e si mise seduta. Si guardò in giro per la stanza e aggrottò le sopracciglia quando vide il padre che la fissava con un sorriso freddo.

    “Che succede?” chiese lei, la sua voce suonò dolorante quando si toccò la schiena e la guancia.

    “Qualcuno qui ha bisogno di una lezione di disciplina. E ci sono io per questo” disse lui, mettendosi le mani dietro la schiena e cominciando a camminare intorno a lei.

    Buffy strinse gli occhi e lo studiò, sentì lo stomaco stringersi quando si rese conto che qualcosa non andava “Chi sei?”

    “Oh perdonami” disse lui sorridendo “Mi sono dimenticato di presentarmi. Il mio nome è Angelus”

    “Proprio come pensavo” rispose Buffy, alzandosi in piedi con una smorfia. Chiuse gli occhi, soppresse un sorriso quando lui vide che non era spaventata. “Come mai sei qui?” chiese lei, rifiutandosi di cedere al demone da cui era stata avvertita per tutta la vita.

    “Non lo so e non mi interessa” rispose ricominciando a camminare, evidentemente la ragazza non aveva paura. “Come mai sei qui, ho meglio, perché sei ancora qui”

    Buffy strinse gli occhi, avanzò con le braccia incrociate “Non so di cosa diavolo tu stia parlando?”

    “Angel lo sapeva” la interruppe continuando a girarle intorno con lo sguardo freddo Buffy lo seguiva. “Era disposto a fare la cosa giusta lasciando che accadesse” si fermò di fronte a lei “Io non lo perdono”

    ”Non ho idea di quello che stai parlando” rispose lei.

    “Non vuoi capire” rispose lui, balzando verso la sua gola.

    * * * *

    “Dove per l’inferno sono?” ringhiò Spike, camminando per l’albergo mentre Wesley e Cordelia sedevano assonnati sul divano, mentre lo guardavano.

    “Spike, Angel conosce questa città” disse Wesley sopprimendo uno sbadiglio “Vive qui da più di vent’anni, se Buffy è andata con lui non gli accadrà nulla. Perché non ritorni nella tua stanza e l’aspetti”

    “Perché me l’avrebbe detto” ringhiò frustrato. “Mi avrebbe lasciato una nota o avrebbe detto qualcosa. Non se ne sarebbe andata via così. Ed io non avrei sentito il suo dolore”

    “Magari aveva bisogno di un po’ d’aria dopo essersi fatta male al dito o qualcosa del genere” disse Cordelia, tentando di placare il vampiro “Sono sicura che tornerà presto”

    Spike aprì la bocca per rispondere ma gelò quando sentì il tremore attraverso i marchi sul suo collo e il panico esplose.


    * *

    Ingoiando un urlo, quando Angelus le si avvicinò con il viso di demone, Buffy si gettò contro di lui per fermare il suo attacco. Il suo impatto li fece finire a terra, crollando sul pavimento. Quando la schiena toccò terra, Buffy tentò di ignorare il dolore cercando invece di lottare contro Angelus per evitare di farsi affondare i denti nel collo. O che scoprisse i marchi di Spike, non sapeva come avrebbe reagito Angel figurarsi lui.

    Facendosi piccola Buffy spinse contro il suo torace, riuscì a ficcargli il ginocchio nello stomaco, sentì un gemito di dolore così ebbe l’opportunità di spingerlo via e alzarsi in piedi.

    Ansimando per lo sforzo, lei guardò come Angelus si alzava in piedi con un sorriso…sadico?

    “Sai…sapevo che Angel non era brillante, considerato che ero io il cervello, ma mandarti come una torta di compleanno”

    “Che cosa vuoi dire?” domandò lei, stringendo gli occhi guardando la persona che aveva preso il posto di suo padre, non disposta a permettergli di fare giochi mentali, quelli a cui era stata preparata.

    "Avendo una giovane, che mette il corpo a sua disposizione" chiarì Angelus sorridendo compiaciuto "Decisamente non mi dispiacerà fare irruzione"

    “Okay…uno- EW. Due- sei più psicopatico di quanto pensassi. E tre –EWW!!”

    “Non sarà male se lo vorrai” disse lui con voce bassa, quella che avrebbe dovuto essere un bisbiglio seducente. “Non preoccuparti” continuò “Dopo un po’, lo vorrai. Oh, ho progettato delle cose per quel corpo” disse lui, guardandola dalla testa ai piedi.


    "Stai cercando di testare la mia resistenza prima che vomiti" chiese lei, sollevando un sopracciglio mentre lo guardava, continuando a ricordare a se stessa che quell'uomo non era suo padre. Era solamente una maschera che Angel era costretto ad indossare.

    “Vieni, Buffy” disse lui, continuando a guardarla “Sai che lo vuoi”

    "Non posso dire che questo mi sia mai passato di mente" replicò lei, inclinando la testa da un lato, senza lasciar intravedere gli effetti che aveva su di lei, mentre gli offriva un timido sorriso. "Non avevo mai pensato alle fantasie di papà"

    “E per Spike?” domandò lui ringhiando “Per quello che c’è stato tra voi. Pensi davvero che lui sia buono per te? Spike non sa cosa fare alle donne”

    "Oh credimi, lui è tutto tranne una figura paterna. E so bene ciò che è capace di fare. Considerami coinvolta!”

    Vedendo la rabbia comparire sulla faccia del vampiro, a Buffy sembrò di vedere Angel sotto quegli occhi marroni ma presto capì che era solo Angelus. Preparandosi per l’attacco, alzò la testa studiando la sua faccia.

    "I tuoi occhi" disse lui con una voce così soffice che sembrava di Angel, fissandola con uno sguardo che Buffy non seppe riconoscere. "Hai gli occhi di Darla"

    Vedendo il bagliore di dolore e curiosità nello sguardo di lei prima che riuscisse a nasconderlo, Angelus sorrise.

    ‘Ecco qui la sua debolezza’

    Capitolo 37 – L’eredità Di Un Padre

    “Lei odiava essere incinta, lo sai,” disse Angelus, girando lentamente intorno a Buffy, guardando come i suoi occhi seguivano ogni sua mossa, non avendo saggiamente fiducia in lui.

    “Sì, bene, giudicando dal fatto che si è dovuta uccidere per avermi, non mi aspettavo che la gravidanza fosse tutta rose e cuccioli,” Buffy rispose, tentando di non mostrare come la colpiva questa conversazione.

    “Ti odiava,” disse lui con un cattivo luccichio nel suo occhio, vedendo il suo mento tremare leggermente. “Tutto su di te, dal modo in cui ti contorcevi dentro di lei fino a che non ha avuto le doglie. Fino a che alla fine, si è solo… infilato un paletto nel cuore così non ha dovuto vedere mai la tua faccia. Questo ti fa male, no?” chiese lui con voce leggera, curvandosi per guardarla negli occhi.

    “No,” rispose lei leggermente, inclinando la testa e fissando una macchia sulla sua spalla come se stesse pensando a qualcosa invece di tentare di fermare le lacrime. “Sai cosa sono?” chiese, rivolgendo di nuovo la sua attenzione a lui. “Annoiata.”

    Tirandogli un pugno verso il viso, Buffy fu moderatamente sorpresa quando lui piegò la spalla, facendola praticamente crollare su di lui. Riprendendosi prima che si trovasse in una posizione vulnerabile, rapidamente angolò il braccio, colpendo con una gomitata contro la sua tempia con un forte colpo, sbattendolo a terra.

    Colpendolo poi con il piede sulla faccia, Buffy sospiro di sollievo quando lui crollò sulla terra, svenuto.

    Dibattendo temporaneamente con se stessa se dovesse tentare di legarlo o prenderlo con lei, Buffy si morse il labbro prima di guardare verso l'uscita dell'edificio.

    “No,” mormorò lei, ancora una volta gettando uno sguardo ad Angelus prima di attraversare il magazzino. “Non sono una di quelle ragazze idiote da film dell’ orrore che non sanno in che genere di pericolo si trova.”

    Correndo attraverso la porta, Buffy non si preoccupò di fermarsi per orientarsi. Sapeva che Angelus sarebbe stato capace di localizzarla, e non voleva rischiare di averlo troppo vicino a sè.

    * * * * *

    “Non so quello che stai tentando di fare, ma mi aiuterai a trovarla! Fai un fottuto incantesimo di localizzatore o qualsiasi cosa! Non mi frega, solo voglio trovarla!”

    La voce frenetica di Spike arrivò verso di lei prima che entrasse nell'albergo. Era quasi l’alba dal momento che aveva lasciato l’ Hyperion, e Buffy era esausta per il correre.

    “Spike, ascoltami, se ti calmassi solo un pò, noi…”

    Le parole le morirono sulle labbra quando sentì le porte aprirsi, Cordelia si girò e sospiro di sollievo quando vide Buffy praticamente volare attraverso di loro. Spike la incontrò a metà strada, alzandola tra le braccia e stringendola con tutte le sue forze. Chiudendo gli occhi e respirando profondamente mentre lui si assicurò che stava bene, e non si disturbò di allentare la sua presa.

    Buffy si strinse a lui con forza uguale, lasciando che le lacrime uscissero libere mentre chiuse gli occhi, seppellendo la faccia nel suo collo e finalmente singhiozzando come gli eventi della notte la raggiunsero.

    Allentando la presa su di lei così che non la stava più schiacciando, Spike si tirò un po’ indietro per premere il marchio sul suo collo, facendo quello che poteva per farla calmare attraverso il suo tocco. Lui non sapeva dove era o con chi era, ma l'angoscia che sentiva lo stava praticamente sommergendo.

    “Calmati, baby,” bisbigliò lui, baciando il marchio sul suo collo, ignorando le altre persone nella stanza mentre tentava di calmarla. Era terrorizzato da quello che poteva esserle accaduto, ma il fatto che era tra le sue braccia era abbastanza per tenere le sue domande silenziose finché non si assicurasse che lei stesse bene. “Sei al sicuro.”

    Fremendo, Buffy si tirò lentamente indietro per guardarlo con occhi larghi. La paura era evidente nel suo sguardo, causando più paura dentro Spike. Prendendo a coppa con la mani il suo viso, lui sorrise dolcemente a lei, per non farle sapere come si sentiva preoccupato mentre accarezzò il livido con il pollice. Guardando il suo mento tremare, lui chiuse brevemente gli occhi prima di offrirle un tentativo di sorriso, avendo bisogno di essere forte per lei.

    “Cosa è successo, amore?” chiese lui, inclinando la testa per guardarla, non rompendo mai il contatto, temendo che uno di loro crollasse per lo stress accumulato quel giorno.

    “Angelus,” bisbigliò lei, gettando uno sguardo a Wesley e Cordelia, sentendo un brivido passare attraverso Spike e dentro di lei. “Lui è… non so cosa è successo, ma…”

    “E’ tornato,” disse Wesley, ingoiando duramente mentre guardò verso il pavimento mentre tutti erano in un silenzio sbalordito.

    Buffy si tirò più vicino a lui, Spike digrigno i denti, girandosi a guardare l'altro uomo con occhi ristretti. “E perché non mi sembri sorpreso, amico?” chiese lui, sentendo che Buffy si stava accoccolando più vicino a lui, cercando il conforto che solo lui poteva darle.

    Strofinandosi lentamente gli occhi prima di pizzicare il ponte del suo naso, Wes scomparve nel suo ufficio.

    Stringendo la mascella, Spike prese un profondo respiro prima di rivolgersi di nuovo alla donna tra le sue braccia. “Stai bene?” chiese lui, studiando Buffy, protendendo i sensi per assicurarsi che non fosse ferita, oltre il livido scuro sulla sua guancia.

    “Sì,” bisbigliò lei con un cenno esitante. “Solo un pò scossa. Lui è, um… non è la migliore compagnia.”

    “No,” Spike fu d'accordo, gettò uno sguardo alla porta dell'ufficio e vide Wesley riapparire con un vecchio pezzo di pergamena. “Non lo è.”

    “Questo è perché,” Wes disse con voce leggera, vedendo Buffy rivolgere gli occhi a lui.

    “Cosa è questo?” chiese lei, non facendo nessun movimento per lasciare l'abbraccio di Spike.

    “Una profezia,” disse lui leggermente, non volendo evidentemente dirle quello che comportava questa particolare profezia.

    “Naturalmente,” rispose lei con una risata sarcastica. “Voglio dire, perché non dovrebbe esserlo, giusto? Dopo tutto io sono la figlia della profezia.”

    Rabbrividendo per il sarcasmo delle sue parole, Wesley accennò col capo. “Abbastanza letteralmente, effettivamente.”

    Tirandosi via da Spike ma tenendo una mano chiusa fermamente nella sua, Buffy fissò l'altro uomo confusa. “Cosa intendi?” chiese leggermente.

    “Sei, letteralmente, la figlia della profezia,” mormorò lui, incapace di guardarla mentre teneva lo sguardo sul pezzo di carta. “Questa profezia. Sei sua figlia.”

    “La stessa profezia riferita ad Angel,” Spike mormorò, alzando insieme i sopraccigli confuso. “È cosa dice?” chiese, tentando di tenere l'ansia fuori dalla sua voce per Buffy.

    “Che la figlia ucciderà il padre,” disse Wesley, senza guardare mai su dal rotolo di carta che teneva, non volendo vedere l'espressione sul viso della giovane. “È criptico, al meglio, ma sappiamo che Buffy dovrà ucciderlo.”

    Guardando freneticamente per la stanza, Buffy vide l'espressione diversa su ognuno delle loro facce. La tristezza di Cordelia, l'indifferenza di Wesley, la compassione di Spike mentre i suoi occhi incontrarono i suoi. Lei distolse rapidamente lo sguardo, sapendo che si sarebbe lasciata andare alle emozioni se continuasse a guardarlo.

    “Questo è quello di cui lui stava parlando,” mormorò lei, chiudendo gli occhi per tentare di fermare il dolore.

    “Cosa?” Spike chiese, girandola per affrontarlo. “Cosa ha detto?”

    “Ha detto che Angel sapeva. Che Angel era disposto a fare la cosa giusta e lasciare che accadesse,” bisbigliò lei, chiudendo gli occhi come ricordò le parole di Angelus. “E poi lui ha detto non era come perdonare, ma non mi ha voluto dire il perché.”

    “E’ successo, Buffy” disse leggermente Wesley, guardando ancora la profezia di fronte a lui, leggendo. “Così è scritto… e così accadrà.”

    “No,” bisbigliò lei, scuotendo la testa, afferrando l'avambraccio di Spike, tentando di trattenere la forza. “Non possono… come possono aspettarsi che io…”

    “Ci inventeremo qualcosa,” Spike mormorò, avvolgendo un braccio intorno alla sua vita, tentando di calmarla attraverso la rivendicazione. Poteva sentire la tensione che la lasciava. Sentendo la disperazione che si diffondeva intorno a lei al pensiero che doveva uccidere il suo unico parente di sangue.

    “Così questa è la sua ricompensa? Questo è quello che ottiene per tutti gli anni di lotta per il bene e quasi morendo per questo? Dovrà morire in ogni modo?” chiese lei, finalmente guardando negli occhi Cordelia e vedendo l'accettazione triste sulla sua faccia. “Lo sapevi,” Buffy bisbigliò incredula. “Lo sapevi e non mi hai detto niente.”

    “Tutti noi lo sapevamo” disse lei leggermente, gettando uno sguardo a Wesley. “Wes e Fred hanno trovato molto tempo fa la profezia, ma Angel pensò che avresti dovuto ucciderlo per compiere la profezia. Sono sicura che non pensava che sarebbe tornato ad essere Angelus o ci avrebbero avvertiti. Te lo avrebbe detto.”

    “E lui stava solo lasciando che io lo uccidessi?” Buffy chiese, tentando inutilmente di controllare il volume della voce mentre prese la carta e la gettò sul pavimento. “Per nessuna altra ragione che una fottuta profezia che è stata scritta?”

    Lei guardò per la stanza mentre tutti la fissavano. Incapace di affrontarli, Buffy crollò sul pavimento, seppellendo la faccia tra le mani mentre pianse.

    Vagamente consapevole che Spike era seduto dietro di lei, e che la stava tirando sul suo grembo mentre avvolse le braccia intorno a lei, Buffy si girò e singhiozzò sul suo torace, afferrando i risvolti del suo spolverino mentre lui tentava di calmarla. “Non posso farlo, Spike,” bisbigliò lei, tremando quando lui baciò dolcemente il suo collo. “Non posso uccidere mio padre.”

    Capitolo 38 – Il momento della verità.

    Conducendo Buffy nella sua stanza, Spike quasi non poté girarsi indietro ad andarsene, ascoltando i suoi deboli singhiozzi.

    “Vieni qui, piccola” bisbigliò lui, chiudendo la porta dietro di sé, tirandola nelle sua braccia, chiudendo gli occhi quando lei seppellì la faccia nel suo torace continuando a piangere.

    "Perché" sussurrò lei, la sua voce soffocata contro la maglietta. "C'è forse qualche potere superiore che vuole farsi quattro risate alle mie spalle!”

    Tirandosi indietro per guardalo, lei sentì il mento tremargli mentre lo guardava negli occhi.

    "Non lo so" sussurrò lui, asciugando le lacrime dalle sue guance

    Sciogliendosi dall’abbraccio, lei si avvolse le braccia intorno, camminando lentamente per la stanza mormorando.
    “Ho fatto uccidere mia madre, e adesso devo uccidere mio padre. Una giustizia quasi poetica. Perché questo completa il cerchio della mia famiglia, lasciandomi…sola”

    "Non sei sola" disse Spike con dolcezza, cercando di tenere la rabbia fuori dalla sua voce

    Voltandosi Buffy spalancò gli occhi rendendosi conto di quello che aveva detto dimenticandosi che non era sola nella stanza “Mi spiace, baby” bisbigliò, offrendogli un sorriso.

    “Perché continui a ripeterlo?”

    Lasciando che il sorriso si afflosciasse, lei guardò il pavimento. “ Forse è come mi sento qualche volta” mormorò lei, senza guardarlo.

    "E' questo quello che vuoi" le chiese, guardando il pavimento, cercando di trattenersi dall'esprimere le emozioni che provava.

    “No” bisbigliò lei, sentendo le lacrime salirgli agli occhi “No, non è quello che voglio dire solo…”

    "E cosa allora" chiese lui, inclinando la testa per osservarla mentre lei tratteneva le lacrime. Spike poteva sentire il suo dolore irradiarsi fino a lui, e percepire che la debolezza stava crescendo.

    “So che non puoi aiutarmi con questo” mormorò, mentre il suo mento tremava per l’emozione.

    "Io ti aiuterò sempre" sussurrò, eliminando finalmente le distanze tra loro, attirandola tra le sue braccia e stringendola a sé.

    “La profezia dice che devo ucciderlo io, Spike” disse lei piano, mentre gli graffiava la schiena con le unghie “Non tu…io”

    "Non dice nulla sul fatto degli aiuti" replicò lui, sentendo un’onda di incertezza che la attraversava, prima che lei alzasse lo sguardo verso di lui. Notando l'onestà e la disperata voglia di aiutarla, Buffy finalmente sorrise e annuì.

    “Beh questo è vero”

    * * *


    “Come pensi di fare?” chiese Fred, guardando Wesley seduto sul bancone dell’atrio e Buffy che camminava inquieta avanti indietro controllando l’orologio ogni due minuti aspettando

    Dopo aver parlato con Spike per alcune ore e aver speso il resto del giorno ad allenarsi con lui, Buffy era in fibrillazione. Voleva che tutto finisse presto.

    “Semplice” rispose lei, continuando a camminare “Lo trovo. Lo uccido. Asciutto e pulito”

    Buffy gli sorrise e lui scacciò i pensieri, l’ondata di preoccupazioni di Spike. Sopprimendo un sorriso quando lui sorrise furbescamente sollevando un sopracciglio, Buffy roteò gli occhi e ricominciò a camminare.

    Aggrottando le sopracciglia un minuto dopo, Buffy si guardò in giro.

    “Dov’è Cordy?”

    Vedendo tutti guardare in direzione dell’ufficio di Angel, Buffy ingoiò prima di prendere un sospiro e dirigersi verso la porta.

    Senza prendersi la briga di bussare, lei entrò nella stanza, chiudendo la porta con un molle clic.

    “Ciao” bisbigliò, guardando la donna, che era stata come sua madre.

    Sedeva alla scrivania di Angel, Buffy vide che teneva in mano il ritratto dell’uomo che amava.
    “Diceva che non veniva bene nelle foto?" bisbigliò Cordelia con voce soffocata "Non è sciocco lui è evidentemente bello, nessuno lo mette in dubbio”

    Sentendo il male al cuore per l’altra donna, Buffy sentì le lacrime salirgli agli occhi, chiedendosi come faceva a rimanere così tranquilla in quella situazione si sarebbe sentita se lo fosse stata anche lei se una profezia avesse chiesto di uccidere Spike.

    No.

    Sapeva benissimo come si sarebbe sentita.

    Forse quella era mancanza di maturità da parte sua. Forse lei non era esperta a nascondere le emozioni. Sapeva che Cordelia amava suo padre più di qualsiasi altra cosa, nessuno ne dubitava. Ma poi Cordelia aveva saputo della profezia, e come tutti era passata dal rifiuto, alla rabbia e poi all’incredulità come una qualsiasi persona.

    Ora c’era l’accettazione.

    “Mi spiace” bisbigliò Buffy, mentre le lacrime le scendevano sulle guance rimanendo sulla porta.

    Guardando la ragazza Cordelia le sorrise “Non c’è niente per cui scusarti” disse scotendo la testa “Angel sapeva delle profezia. E la accettata. E uno dei motivi per cui ti ha lasciato. Sapeva che sarebbe stato più duro per tutti e due”

    Soffocando un singhiozzo, le gambe di Buffy cedettero, cadde a terra portandosi le mani alla faccia continuando a piangere.

    Sentendosi avvolgere da un abbraccio, Buffy capì subito che Spike era entrato nella stanza.

    Sapendo che era lì per lei, Buffy si accoccolò su di lui piangendo, cercando conforto.

    “Lui sapeva” bisbigliò “Lui lo sapeva… e si è comportato come se niente fosse. Stava cercando di salvarmi anche dal dolore e…”

    “Shh” bisbigliò lui, mordicchiandogli il collo per calmarla. Il suo amore era turbato e doveva fare qualcosa “Lui lo sapeva, luv. E sapeva anche cosa stava facendo e come avresti reagito”

    Rimanendo con la testa contro il suo torace si rilassò quando lui avvolse le braccia attorno, tirandola più vicino a sé.
    Buffy stava per rispondere quando la porta si aprì.

    Tutti si girarono per vedere Wesley in piedi di fronte a loro con un’espressione scura sulla faccia.

    “E’ ora”

    Capitolo 39 - Vivendo Tra I Morti.

    Non ci mise molto tempo per trovarlo.

    Buffy praticamente aveva un sesto senso quando scoprì dove era suo padre. O più precisamente, dove era Angelus.

    Il gruppo era piccolo. Wesley e Spike avevano insistito per appoggiarla, ma tutti concordavano che Fred e specialmente Cordelia dovevano stare all'albergo. Era già abbastanza brutto che Buffy doveva vedere suo padre morire per mano sua - non voleva che fosse l’ultima immagine che Cordelia ricordò. Anche se lui non era tecnicamente l'uomo che lei amava, Buffy sapeva che l'ultima ricordo di Cordy non doveva essere lui che diventava polvere.

    Camminando nel magazzino, si guardò intorno all'area aperta.

    “Sembra che qualcuno sia occupato oggi,” mormorò lei, sentendo il paletto che era nella cintura di cuoio prima di alzare la spada in una manovra difensiva, aspettando che Angelus saltasse fuori in qualsiasi momento.

    Lo spazio era stato sgombrato abbastanza recentemente, lasciando un'area aperta ed enorme al centro dell'edificio.

    Spike poteva sentire la presenza familiare del suo grandsire. Guardandosi intorno, strinse la mascella frustrato come gettò uno sguardo sulla passerella. Anche nella piena sembianza di vampiro, non poteva indicare l'ubicazione esatta.

    Con un sospiro pesante, Buffy camminò al centro della stanza, stando in piedi nella luce fioca, dandosi un po’ di vantaggio che lui non sarebbe stato capace di strisciare dietro di lei, fuori dalle ombre.

    “Esci, esci, dovunque sei,” chiamò lei con cantilena, facendo piroettare la spada mentre sembrava diretta verso l'alto, per non permettergli di sentire come innervosita realmente era.

    Girandosi quando sentì una lieve botta provenire dietro di lui, Spike ringhiò mentre qualcosa sbatteva sulla testa di Wesley, facendogli perdere i sensi.

    “Avrei dovuto sapere che avresti portato dei rinforzi,” disse Angelus, scuotendo la testa con un leggero sorriso mentre Spike si avvicinò. “Tsk, tsk, tsk… sapevo che non mi potevo fidare di te intorno a lei.”

    Non dando a Spike l'opportunità di comprendere quello che stava dicendo, Angelus estrasse una piccola balestra, puntandola contro il cuore di Spike e sparando.

    “No!” Buffy gridò, correndo verso i due vampiri, sentendosi come se stesse per svenire dal sollievo quando vide Spike spostarsi, lasciando che la freccia si infilasse nella sua spalla.

    Ringhiando come si tirò fuori la freccia dalla spalla, la gettò verso l’uomo più vecchio, lasciando un sorriso attraversare la sua faccia quando lo pugnalò allo stomaco.

    “Dovresti fare di meglio che darmi un'arma,” disse lui con voce bassa.

    Buffy vide tutto confuso come Angelus diede una scossa alla freccia nel suo stomaco e si curvo per raccogliere la spada di Wesley . Permettendogli quasi di raggiungere il collo di Spike, Buffy immediatamente si piantò di fronte al suo compagno, fermando la sua spada con la propria.

    “Spike, esci da qui!” gridò lei, usando tutta la sua forza per spingere indietro Angelus, tentando di trattenere una parvenza di controllo.

    “No!” gridò lui di nuovo.

    “E’ meglio se l’ascolti, Willie,” Angelus disse con un sorriso. “Lei deve lottare sulla difensiva per tenerti al sicuro, e ti dirò, voglio vedere quello che realmente ottiene.”

    Ringhiando possessivamente, Spike volò verso il suo grandsire, vagamente consapevole della spada che entrò lungo il suo stomaco come lui l'afferrò.

    “Spike!”

    Colpendo con un pugno l’'altro uomo, Spike sentì urlare Buffy ma non osò perdere di vista Angelus.

    Chiedendosi perché il vampiro più anziano non stava lottando, si sorprese un pò quando si trovò a volare attraverso l'aria, cadendo sulla schiena sul duro pavimento di cemento.

    Saltando su con un ruggito, Angelus camminò impettito verso Buffy, vedendo l'occhiata scioccata sulla sua faccia. Per un secondo, lei pensò che questo era suo padre, che camminava verso di lei soltanto per rimproverarla su qualcosa. Finché lui l’afferrò rabbiosamente per i capelli e diede un forte strattone, facendo piegare la sua testa di lato che le ricordò con chi aveva veramente a che fare.

    Lottando contro la sua presa, Buffy gridò di dolore quando con l’altra sua mano le torse il polso, costringendola a lasciar cadere la spada.

    Sentendo un tremore di paura passare attraverso la donna che amava, Spike saltò in piedi, correndo verso la coppia al centro della stanza. Sorpreso quando Angelus lasciò il polso di Buffy per sbattere il suo pugno nella mascella di Spike, il vampiro biondo si raddrizzò rapidamente, gelando di terrore quando vide che Angelus poteva addentare il collo di Buffy in qualsiasi momento.

    Ansando mentre lei gettò uno sguardo a Spike, Buffy tentò di controllare le sue emozioni, per lui. Lei sapeva che lui non voleva niente di più che raggiungerla, ma se qualsiasi cosa potesse accadergli, lei non sarebbe stata capace di vivere con se stessa. Chiudendo brevemente gli occhi, aspettò il colpo finale che sarebbe arrivato tra pochi momenti, meravigliandosi che non tutte le profezie erano corrette.

    Stringendo i denti quando Angelus non fece nessuna mossa, Buffy girò gli occhi verso lui, vedendo la rabbia che lentamente bolliva sotto la superficie.

    “L’hai reclamata?” ringhiò lui, restringendo gli occhi verso Spike “Hai reclamato la donna che era giustamente mia?”

    Vedendo la sua finestra di opportunità, Buffy roteò, abbattendo il braccio duramente sul suo gomito, rompendo la presa su di lei.

    “Sì,” rispose lei, dandogli un calcio sulla testa prima di roteare e colpirlo con un piede sullo stomaco. “Dopo che l’ho implorato.”

    Traballando indietro, Angelus ringhiò come le diede un pugno, facendo cadere Buffy. Irritandosi ancora di più quando Spike avanzò, i due attaccarono l'un l'altro con forza rinnovata, uno lottava per la donna che pensava gli appartenesse a lui e nessun altro, l'altro combatteva per la donna che apparteneva volentieri a lui.

    “Come ti senti, amico?” Spike chiese, fracassando il pugno sul naso dell'altro uomo, sentendosi nauseato per il fatto che Angelus voleva Buffy per sè. “Sapendo che lei mi ha scelto. Che lei mi vuole!”

    “Sarai sempre un povero sostituto, Spike,” rispose lui, sputando un pò di sangue sopra il pavimento. “Quello è tutto quello che sei per Drusilla. Solo un partner da avere intorno quando non poteva avere me. Per l’inferno, non potevi avere neanche Lucy. Non ti avrebbe dato neppure un giorno. E Buffy? Hai solo voluto qualcosa che era mio. Tenti sempre di prendere qualcosa da me siccome non puoi avere nessuno che realmente ti vuole.”

    “Non hai pensato che lei ha scelto di stare con me. Perché io l'amo. E te stai dimenticando una cosa” disse Spike.

    “Cosa?” Angelus chiese con un sorriso sadico,stringendo i denti quando Spike l'afferrò per le spalle e lo girò per affrontare Buffy.

    “Me,” rispose lei con tono mortale. Non dando nessuna opportunità ad Angelus di reagire, Buffy sbatté il paletto nel suo cuore, sentendo come se il suo cuore stesse andando in frantumi con il suo. Vedendo il demone cambiare nella faccia di suo padre prima di esplodere in polvere, lei si sentì debole.

    Prendendola prima che crollasse, Spike la tenne vicina mentre cominciò a piangere. “Mi dispiace, amore,” bisbigliò lui, accarezzando la sua schiena e facendo scorrere le mani attraverso i suoi capelli mentre lei piangeva.

    “Non pensavo che sarebbe stato così doloroso” mormorò lei contro il suo torace, grata che lui fosse lì a tenerla “Non mi lasciare.”

    “Mai,” disse lui con voce forte, prendendo a coppa il suo viso con le mani per guardare nei suoi occhi umidi. “Ti amo. Non ti lascerò mai.”

    * * * *

    Sentendosi stordita mentre entrò dentro l'albergo, seguita da vicino da Spike e Wesley, che stava strofinando il bozzo sulla sua testa, Buffy brevemente entrò in contatto visivo con Fred prima di camminare verso Cordelia.

    “Stai bene?” Cordy chiese, abbracciando la giovane donna e guardando Spike come si avvicinò a Buffy.

    “Potrebbe andare peggio… suppongo,” mormorò lei. “Voglio dire… ho ucciso mio padre, non era precisamente in cima all’elenco delle dieci cose da fare, ma noi siamo ancora tutti qui,” finì, gettando uno sguardo a Spike e Wesley sopra la spalla, dandogli un sorriso leggero.

    “Ma stai bene?” Cordelia chiese di nuovo, guardando Buffy in modo ansioso.

    “Lo sarò,” mormorò lei, sbattendo le ciglia per mandare indietro le lacrime mentre si girò e camminò verso Spike, permettendogli di portare via il suo dolore per alcuni brevi momenti mentre lui l’abbracciò.

    Sentendo il suono della porta che si apriva, Buffy tirò su col naso mentre si tirò indietro dalle braccia confortanti del suo amore, voltandosi verso il rumore. I suoi occhi si allargarono come lei ansimò incredula, non disposta a credere a quello che era giusto di fronte a lei.

    “Angel?” Cordelia bisbigliò, ingoiando come lei fece un passo verso l'uomo.

    Un sorriso brillante si accese sul volto di lui come Cordy gli corse incontro. Alzandola tra le braccia, la baciò impazientemente, girando in un cerchio lento.

    Buffy rimase in silenzio a guardare sbalordita con gli altri, le labbra aperte per lo stupore.

    “È impossibile,” mormorò lei, raggiungendo la mano di Spike e spremendola per rassicurazione.

    “Sì,” Angel disse con un sorriso, avvicinandosi a sua figlia. “Lo è. Ma è vero.”

    Tremando mentre lui annullò la distanza tra di loro, Buffy sentì le lacrime uscire, guardando negli occhi caldi e marroni di suo padre, quasi rompendo la mano di Spike per la pressione che fece mentre abbracciò suo padre.

    “Mi dispiace, Buffy,” bisbigliò lui con un'espressione pentita.

    “Questo… non è mai accaduto” mormorò lei, scuotendo la testa, momenti prima si gettò tra le braccia di suo padre, quasi rompendogli le ossa per la forza con cui lo stava abbracciando.

    “È accaduto,”disse lui con un leggero cenno, tenendo sua figlia vicino. “E non avrei mai voluto che vedessi quel lato di me… sentissi…”

    “Non preoccuparsi di questo,” disse lei leggermente, tirando indietro lentamente la testa per guardarlo, dimenticherà tutto quello che Angelus aveva detto finché suo padre sarebbe tornato. “Ma… come?”

    “Sembra che ci sia un altro legame con la profezia,” disse lui con un leggero sorriso, gettando uno sguardo a Wesley e Fred che erano intontiti come gli altri.

    “Che legame?” Wes chiese, guardandolo incredulo.

    “La profezia che menziona che la figlia ucciderà il padre… questa era la prima parte di una più grande…”

    “Lo Shanshu, chiaramente” Wesley disse comprendendo come se lui avesse dovuto saperlo da sempre. “Il ciclo – raggiungerai la vita quando muori. Morire e vivere di nuovo. Il vampiro con un'anima, una volta che ha compiuto il suo destino, avrà lo Shanshu… diventerà umano… questa era la tua ricompensa. E trasformarti in Angelus era il test finale?”

    “Giusto,” disse lui leggermente.

    “Sei umano?” Cordelia e Buffy lo chiesero contemporaneamente.

    Angel sorrise a sua figlia prima di rivolgersi alla donna che amava e abbracciandola di nuovo. “Lo sono.”

    Camminando indietro verso Spike, Buffy si accoccolò vicino a lui, la sua tristezza sembrò evaporare mentre lui la strinse, guardando suo padre così felice con la donna con cui lui voleva stare.

    Gettando uno sguardo intorno alla stanza, Spike pigiò un bacio sulla tempia di Buffy, sorridendole quando lei lo guardò con un'espressione felice.

    “Grazie,” bisbigliò lei, chiudendo gli occhi quando le sue labbra accarezzarono contro le sue in un bacio tenero.

    “Per cosa, Riccioli d’oro?” chiese lui, facendo scorrere una mano tra i suoi capelli.

    “Per essere qui. Per sostenermi.”

    “Sono qui per questo,” disse lui con un sorriso. “Fra le altre cose.”

    Ridacchiando piano, Buffy rimase con la testa appoggiata al suo torace, sorridendo mentre Wesley e Fred scivolarono fuori dalla porta.

    “Spike?” bisbigliò lei per non disturbare l'altra coppia.

    “Sì, pet?”

    “Andiamo a casa.”

    “Sembra buono,” mormorò lui, mordicchiando dolcemente il marchio sul suo collo, sorridendo contro la sua pelle quando lei rabbrividì. “Penso che è il momento in cui cominciamo un nostro ‘felici e contenti ’.”

    Capitolo 40 – La fine dell’inizio.

    Guardandola negli occhi quando lei lo tirò su di sé, Buffy sentì la respirazione aumentare e chiuse gli occhi.

    Spike soppresse un gemito di desiderio quando entrò in contatto con la sua pelle nuda, il suo corpo scivolò sinuosamente lungo quello di lei, mentre quest’ultima si inarcava incantandolo. La baciò teneramente, sorridendo quando lei gridò di piacere, artigliandogli la schiena.

    Spinse in lei lentamente finché le loro anche non si incontrarono, Spike si tirò indietro a guardala negli occhi, vedendo l’amore a la devozione splendere dentro di loro.

    “Sei mia, Buffy” bisbigliò lui, pompando dentro e fuori.

    “Sempre” ansimò lei, chiudendo gli occhi quando i denti di lui iniziarono a mordicchiargli il collo, un brivido di anticipazione le correva lungo la schiena.

    Sollevando i piedi e mettendoli sul materasso, Buffy spinse per incontrare le sue anche, chiedendo insistentemente il suo tocco mentre lui cominciava a stuzzicarla con dei morsetti. Poi affondò i denti nella sua spalla, lei sorrise imitandolo, e sentì il ringhio di approvazione da parte di lui.

    “Ho bisogno di te” bisbigliò lei.

    “Mi hai” gli sussurrò all’orecchio.

    “Spike, per favore…”

    “Vuoi che ti mordo?” domandò lui, sopprimendo un sorriso quando i suoi muscoli interni si strinsero sul suo membro in anticipazione.

    “Lo sai. Lo voglio” bisbigliò lei, tirando la testa sul suo collo, tremando quando lo sentì trasformarsi.

    Le passò la lingua sul marchio precedente, Spike sentì un brivido, sentendo il bisogno di affondare i denti, si trattenne sorrise quando la sentì gridare per il suo orgasmo.

    Incapace di trattenersi quando il sangue gli arrivò alla lingua, Spike continuò a spingere in lei, per poi rimuovere le labbra dal suo collo e venire con un ruggito.

    Sentendo le mani di lei cadere sul materasso, Spike sorrise contro il suo collo.

    “E’ stato stupendo” bisbigliò lui, alzandosi per guardarla “Tu sei stupenda”

    “Hai fatto un ottimo lavoro” disse lei sorridendo, lottando per tenere gli occhi aperti.

    Spike si estrasse da lei, lasciando di mala voglia il calore del suo corpo. Immediatamente Buffy si appoggiò al suo corpo, lui chiuse gli occhi e cominciò ad accarezzarle i capelli.

    “Siamo a casa, pet?” domandò lui un momento dopo.

    Gettando uno sguardo alla camera da letto, Buffy si morse il labbro. Gli piaceva Las Vegas. Davvero, ma non la sentiva più casa. Erano tornati soltanto da un giorno, ma non la sentiva tale.

    Forse perché non si sentiva a casa a meno che non era tra le braccia di Spike.

    “Non so cos’è” disse lei “Amo qui, ma…”

    ”Sei giovane” mormorò lui baciandole la testa “Vuoi vedere il mondo.”

    “Si” rispose lei “Sarebbe bello. Ma abbiamo tutta la vita per farlo, no?” chiese lei, girandosi a guardalo e lui aveva uno sguardo interrogativo.

    “Si c’è l’abbiamo” rispose lui sorridendole, accarezzandole la guancia.

    “Mai vista Parigi di notte?” chiese lei con un sorriso stuzzicante.

    “Non in questa vita” rispose lui con un sorriso soffocato “Questo è il tuo modo non-così-sottile di chiedermi di portarti a Parigi?”

    Buffy si sedette guardandolo mentre lui sollevava un sopracciglio, mentre valutava il suo petto nudo lasciato scoperto dal lenzuolo che era caduto.

    “Non ho bisogno di chiederti di portarmi ovunque” disse lei “Se voglio andare a Parigi, posso prendere un aereo e andarci”

    “Non senza di me, non potresti…” rispose Spike, mettendosi un braccio dietro la testa, guardandole il corpo nudo.

    “Che vuoi dire?” chiese lei, diventando evidentemente più frustrata.

    “Voglio dire…” cominciò lui, attirandola contro il suo torace “Che io sono il tuo compagno, Buffy. Non vai dove vuoi senza di me”

    Fissando i suoi occhi seri, Buffy ammorbidì l’espressione “ Lo so questo” disse piano con un sorriso gentile, rilassandosi quando vide la rabbia andarsene “Stavo solo dicendo…”

    “Che non hai bisogno di essere protetta” disse lui sorridendo “Lo so. Io non voglio proteggerti, Buffy, ma voglio stare con te”

    “Va bene per me” mormorò lei, mettendo la testa sul suo torace “ Questo è un altro punto della rivendicazione” mormorò assonnata.

    “Non è questo il punto, riccioli d’oro” rispose lui, accarezzandole i capelli.

    “Lo so” disse lei sbadigliando “Ma averti per tutta l’eternità avrà i suoi vantaggi”

    Sentendo il divertimento nella sua voce, Spike le baciò dolcemente la testa prima di rispondere “Mi sento allo stesso modo, averti avrà i suoi vantaggi”

    “Tipo quali?” girandosi verso di lui curiosa.

    “Beh vediamo…” rispose lui guardando il soffitto facendo finta di pensarci “Avere la donna che amo con me per sempre…non è cattivo. Specialmente quando lei è calda”

    Buffy rise e lo baciò.

    “Per non menzionare poi il vantaggio più grande” continuò con un sorriso che sapeva stuzzicarla “Il fatto che sei la figlia della profezia”

    Ridacchiò quando lei gli pizzicò il torace, Spike la guardò ridere scioccamente e roteare gli occhi, mentre scuoteva leggermente la testa.

    “Lo sai che odio veramente… ma veramente questa frase”

    FINE…

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  9. Spuffy_Mikela
     
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    User deleted


    bellittimaaa *-*
     
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8 replies since 9/4/2011, 21:15   707 views
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