The Queen

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    Here. ù__ù


    Kate: In che senso familiare? Beh, la ragazza era delirante e abbastanza squilibrata ...

    MrsBadGuy: Awh! *allunga un fazzoletto* Non so se compiacermi della cosa o sentirmi una sadica allieva whedoniana. XD








    18. Reptilia






    “Cacciatrice, come sei bella quando sputi il tuo stesso sangue …”
    Buffy socchiuse gli occhi, in affanno.
    La presa che le stringeva la gola era inestricabile per le sue dita tremanti. Senza fiato, sul punto di perdere i sensi, provò a sferrare una testata all’aggressore. Questi ghignò e schivò il colpo, assestandone uno all’addome dell’avversaria. Buffy sibilò di dolore e provò ad opporsi stoicamente alla morsa letale che la immobilizzava.
    “Sei adorabile, proprio come la tua amichetta che è appena fuggita …” sogghignò il vampiro, sfregando la guancia ispida contro quella della cacciatrice.
    Buffy non poté resistere un minuto di più.
    Svenne.



    Si risvegliò dopo un lasso di tempo incalcolabile.
    Tossì e starnutì, disturbata dal forte odore d’incenso che impregnava l’aria.
    Si trovava in una stanza misera, probabilmente interrata, lurida e buia. Legata ad una sedia, scorgeva a malapena il tavolo dinnanzi a lei, preda di un senso di vertigine che le offuscava la vista. I suoi jeans erano sporchi di sangue, e i polsi dolevano assieme alle tempie e allo stomaco.
    “Ti sei svegliata.”
    Debole, Buffy alzò lo sguardo, nel tentativo di mettere a fuoco l’immagine dell’ aggressore.
    Il vampiro responsabile dei suoi lividi indossava un elegante completo grigio con camicia porpora, aperta sul petto. Ghignante, aspirava fumo da una cicca quasi consumata, carezzando il serpente lucido che teneva tra le braccia.
    La cacciatrice ansimò, nauseata.
    “Ti senti reduce da una sbronza epica, non è così?” domandò lui, chinandosi all’altezza del suo volto. Rude, le afferrò i capelli, obbligandola a guardarlo. “Stai male.”
    “Ne ho viste di peggiori.” Replicò lei, impavida.
    Lo stomaco le doleva da morire, sentiva il bisogno di accasciarsi al suolo e vomitare.
    “Sei carina sudata e pallida.” Sospirò il vampiro, suadente. “Il veleno ti dà un grazioso colorito giallastro.”
    “Ve – veleno?”
    “Ho fatto qualche piccolo esperimento.”
    Buffy provò a respirare lentamente.
    Stordita, scrutò il serpente che la fissava ipnotico, muovendo la lingua sottile.
    Un conato di vomito la fece quasi tremare. Si trattenne, serrando i denti.
    “Oh, non preoccuparti … il nettare di Susie non è affatto mortale per te, mia potente Chosen One.”
    “Anche tu sei uno di quegli stronzi che gioca col cibo, eh? Vostra madre avrebbe dovuto educarvi meglio piuttosto che perdere tempo a darla via!”
    Il vampiro rise alla provocazione volgare. Si fece ancora più avanti, arrivando a sfiorare il naso di Buffy. Nel profondo dei suoi occhi chiari la cacciatrice lesse una determinazione incrollabile. Trattenne il fiato, voltandosi appena.
    La parete illuminata alle sue spalle rivelava disegni misteriosi di arcieri e bestie feroci.
    “Ti ho uccisa già una volta.” Fece l’avversario, contemplativo. “Ti ho già uccisa spezzandoti l’osso del collo. Mi domando: adesso sei tu quella che cerco, quella che cerco veramente? Ti nascondi agli occhi del mondo e vivi protetta, ma dovrai uscire allo scoperto prima o poi.”
    Buffy gemette di dolore: la vipera si era tesa in avanti per morderla ancora.
    “Dovresti dominare il mondo. Potente, temuta, rispettata. Sei tu, promachos?”
    La cacciatrice serrò gli occhi, esausta, e il vampiro le leccò una guancia.
    “Ci rivedremo.” Mormorò, prima di allontanarsi.
    Nel giro di qualche secondo la porta della stanza interrata venne sfondata da un calcio. Angel, Faith, Spike e Willow fecero il loro ingresso, accompagnati da un gruppetto di slayers armate sino ai denti. Faith ordinò loro di procedere sotto il suo comando e si gettò all’inseguimento del vampiro misterioso, affiancata da Angel.
    Spike e Willow si precipitarono in soccorso di Buffy.
    “Amore …”
    “Buffy, ti abbiamo trovata.”
    La cacciatrice sorrise allo stremo delle forze. Si lasciò liberare dalle funi che la costringevano alla sedia e quasi svenne tra le braccia premurose di Spike. Immerse il volto sudato e gonfio nell’incavo del suo collo, sospirando di contentezza.
    “Ha usato del vel –“
    “Lo sappiamo.” Interruppe Willow, preparata.
    Afferrato il braccio dell’amica, la strega eseguì un incantesimo curatore.
    I segni sulle pareti brillarono di luce mistica al compiersi della formula.
    “Ora starai bene, devi solo riposare.”
    Una cacciatrice si chinò accanto al trio.
    “Capo, sono ritornata. Lei sta bene? Mi dispiace di averla lasciata sola ad affrontare quel tipo, ho fatto come mi ha detto: sono corsa a chiedere aiuto.”
    Buffy annuì.
    “Non preoccuparti, hai fatto benissimo.” Biascicò prima di chiudere gli occhi.



    Rinvenne in una stanza d’ospedale, circondata da Annie che dormiva tra le sue braccia.
    Rasserenata, carezzò i capelli della figlia, baciandola sul capo profumato.
    Si voltò appena e riconobbe Spike, intento a leggere su una sedia scomoda. Si tese in avanti e gli prese una mano, stringendola.
    “Non mi ero accorto che ti fossi svegliata.”
    “Vedo. Cosa stai cercando in quel libro antico?”
    Spike mise via il volume, alzandosi a baciare la compagna.
    “Informazioni sul tipo che ti ha rapita. Non pensiamoci adesso, però. Come ti senti?”
    “Bene. Ho dormito molto, vero?”
    “Dieci ore di fila, come un angioletto.”
    “Annie si è preoccupata?”
    “Un po’, ha avuto paura quando si è resa conto dello stato d’emergenza. Per fortuna ti abbiamo trovata immediatamente.”
    “E si è tranquillizzata?”
    Spike abbozzò un ghigno affettuoso.
    “Secondo te?” mormorò, in un altro bacio gentile.
    Buffy sorrise e lo assecondò.
    Willow bussò alla porta.
    “Vi interrompo.” Disse, affannata e imbarazzata. “Scusate se vi interrompo!”
    “Continueremo dopo, Rossa. Non è che il passerotto possa fare granché nelle sue condizioni …”
    “Spike!”
    “Devo parlare con Buffy, in privato.” Esalò Willow, velocissima.
    La cacciatrice prese un respiro e si rivolse al compagno.
    “Prendi Annie e comprale qualcosa. Il suo stomaco brontola da mezz’ora, avrà fame.”
    “Come vuoi. A dopo, amore.”
    Finalmente sola, la strega avanzò e si sedette sul letto.
    Prese l’amica per mano.
    “Stai meglio?”
    “Sì. Tutto merito della tua magia, mi ha praticamente riportata indietro dal mondo dei morti. Ancora.”
    Willow non sorrise alla battuta.
    Si morse le labbra, preoccupata.
    “Devo dirti una cosa importante …”
    “Dimmi.”
    “I segni sulla parete, quelli che abbiamo rinvenuto nel nascondiglio del tuo rapitore … sono fatti con la mia magia.”








    Noticine sparse ~

    [*]
    Il misterioso vampiro dice di aver “giù ucciso Buffy”, possiamo immaginare che si riferisca ad una delle sosia della Cacciatrice, così come spiegato in The Chain (Ottava Stagione)











    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:09
     
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  2. katespuffy
     
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    Familiare nel senso che l'abbiamo vista più volte nel telefilm, quindi sono riuscita ad immaginarla perfettamente...
    La trama si infittisce. Io aspetto.
     
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  3. °NeverMind°
     
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    E mo questo chi è?!

    L'arco, i disegni, la magia... sono inquietata. E attendo il proseguo anche se qualcosa già frulla nella mia testolina.

     
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  4. MrsBadGuy
     
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    Mmmmmmmmmm......... belle, mi piacciono le cose mistiche e ingarbugliate!
    quindi questa vampiro la cerca da parecchio...ma promachos cosa significa (me ignorante)?
    La magia di Willow? (sempre lei sta in mezzo ai casini).
    Curiosaaaaa :)
     
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    Eccomi qui!
    Ho fatto attendere un pochino di più per ovvi motivi (il postaggio furioso della nuova storia, la ficlet bangel) ma questo capitoletto era già pronto e conclude - per adesso - la vicenda del precedente.
    Tutte queste storie mi uccideranno! XD


    Kate: Ti riferisci al Primo o a Caleb? XD Comunque sì, la trama si infittisce. Spero di riuscire a sviluppare con completezza tutti gli intrecci.

    NeverMind: Lui è un new guy, come direbbe Joss Whedon, e spero che vi piaccia nella sua tremendah malvagitàh. Fai già delle ipotesi? Interessante.

    MrsBadGuy: Non ti dico ancora cosa significa, e Willow ... beh, non ti dico ancora niente. ù__ù *si cuce la bocca*








    19. Predators and Prey







    “Sei diventata di nuovo dark?!” esclamò Buffy, sconvolta.
    Willow aggrottò le sopracciglia per lo stupore.
    Serrò gli occhi e si portò una mano alla fronte.
    “No.” Fece, pensosa. “No!” ribadì con più forza, quasi indignata.
    “Dovevo chiedertelo, lo sai …”
    “Lo so! So che l’avresti chiesto ed è giusto! Comunque no, non sono tornata a scuoiare la gente!”
    “Ottimo.” Sospirò la cacciatrice, tranquillizzata.
    Dolcemente afferrò la mano dell’amica e la strinse, in segno di conforto e benevolenza.
    “Non mi va di combattere contro di te.”
    “Lo stesso vale per me.”
    “Allora, dimmi di questa magia: che vuol dire che è la tua?”
    Willow si alzò di scatto.
    “Probabilmente tu non l’avrai notato, eri strapiena di veleno di vipera in quel momento, ma quando ho eseguito il mio incantesimo di guarigione i simboli dipinti sulla parete hanno cominciato a brillare.”
    “Significa qualcosa?”
    “Sì! È come se fossero entrati in funzione per causa mia, come se mi avessero riconosciuta! Esaminandoli mi sono accorta che, effettivamente, erano segni magici, ma in una lingua indecifrabile e di simbologia mista e talmente confusionaria da perdere significato. Tutti, però, mi risultavano familiari ad un livello più profondo. Non riesco a spiegare meglio.”
    “Ti hanno ricordato qualcosa? Li hai visti da qualche parte?”
    “No, no, non è questo il punto. Non ho mai visto l’arciere e quello strano mostro che sembra combattere, il punto è che i simboli sembravano realizzati con la stessa tecnica mistica che adopererei io. Mi preoccupa questa cosa!”
    Buffy annuì, concorde.
    “Nessuno ha il mio potere.” Spiegò Willow. “Nessuno. Sono arrivata ad un livello tale per cui mi accorgerei se avessi una rivale o una sosia.”
    “Qualcuno ha falsificato … il tuo potere? È possibile che succeda una cosa del genere?”
    “Non ne ho la minima idea! Il potere a cui attingo è un flusso di energia universale, che mi mette in comunicazione con l’essenza degli elementi. Potrei avere a che fare con qualcuno al mio stesso livello, ma non lo sentirei?”
    “Capisco cosa intendi, non so cosa pensare.”
    “Neanche io. Per questa ragione volevo portarti con me, dalla dea.”



    Willow condusse Buffy in una stanza sgombra all’ultimo piano dell’ospedale.
    Chiuse la porta alle sue spalle e scostò le sedie sparse, facendo spazio per il rito.
    Le candele e gli incensi erano già pronti.
    “Non hai pensato neanche per un attimo che io potessi rifiutare, vero?”
    “A dire la verità no!”
    Willow aiutò Buffy, indicandole il posto da prendere sul pavimento.
    Concentrata, si preparò all’invocazione mistica.
    “Saga Vasuki.” Mormorò, stringendo le mani dell’amica.
    Buffy prese un lungo respiro e cominciò a meditare per favorirla.
    “Saga Vasuki, io ti invoco! Nascosta e incontrastata, dallo spirito mutevole, vieni a noi! Sii benvenuta, mia guida!”
    La cacciatrice si tese in un istante. Aprì gli occhi.
    Il demone serpente Aluwyn, Saga Vasuki, le sorrideva enigmatica, con le braccia incrociate sul petto squamoso e lucido. Buffy fece una smorfia poco educata, arricciando il naso schizzinosa.
    “Perdonala,” spiegò Willow. “Ha avuto brutte esperienze coi rettili di recente.”
    “Vedo.”
    “Ti abbiamo invocata per una ragione: il mio potere è stato utilizzato per creare simboli sconosciuti.”
    “Ti sei messa a dipingere?” domandò il demone, ironica.
    “Non sono stata io!”
    “Ma sai che il potere si trasmette, non si copia.”
    “Sì. Per questo devi aiutarmi: chi ha realizzato quei segni?”
    Saga Vasuki scoppiò a ridere.
    “Mi delizia la tua ingenuità! Credi che io sappia tutto?”
    “Onestamente credo che tu non voglia rispondere.”
    Buffy aggrottò le sopracciglia, perplessa.
    “Scusami, ma tu non stai dalla parte dei buoni?”
    “Io sto dalla mia parte, dovresti saperlo. Non sono onnisciente e non devo obbedire ai tuoi comandi, signora bianca.”
    “Come … come mi hai chiamata?”
    “C’è una linea,” spiegò il demone, solenne. “Una linea da spezzare. Sarà l’arciere a romperla, cambiando il corso della storia.”
    “Chi è questo diavolo di arciere e che deve fare?! Lo troviamo dipinto dappertutto di questi tempi!”
    “L’arciere è il guerriero, e con questo ho concluso.”
    “Grazie per la chiarezza …” borbottò Buffy, chinando il capo.
    Willow piegò le labbra in una smorfia contrita.
    “Ma io? Il mio potere, la mia magia?”
    Piena di dolcezza Saga Vasuki le carezzò il volto.
    Prima di scomparire.



    Mente, mente sempre.” Sussurrò Willow, seduta nella terrazza dell’ospedale.
    Il sole era tramontato da poco e gli aerei scintillavano luminosi nell’oscurità del cielo notturno.
    “Perché la invochi, allora?” domandò Buffy, gustando il budino alla ciliegia che era riuscita a sgraffignare a mensa.
    L’amica scosse il capo, pensosa. Si voltò e sorrise.
    “È buono il budino?”
    “Gustoso. Vuoi assaggiare?”
    “Sì, grazie.”
    Buffy raccolse un’abbondante cucchiaiata di dolce e la servì a Willow, sporcandola quasi.
    Divertita, scoppiò a ridere.
    “Menomale che non siamo amanti! Non saremmo per niente sexy!”
    “Andremmo sbrodolando budino alla ciliegia ovunque!” concordò Willow, coprendosi la bocca piena. Quieta, abbracciò l’amica convalescente. “Mi hai fatta preoccupare.”
    “Lo so. Stupidi vampiri coi serpenti!”
    “Stupidi vampiri e stupidi serpenti!”
    Buffy chiuse gli occhi, salutando le stelle.









    Noticine sparse ~


    [*]
    Saga Vasuki è il demone guida di Willow, nell'Ottava Stagione di BtVS. Il suo aspetto è quello di un serpente gigantesco, col torace di donna. Agevolo un'immagine ù_ù





    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:10
     
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  6. katespuffy
     
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    Ripeto...la trama s'infittisce.
    Non mi esprimo,questa storia di Willow e della magia è avvincente!
     
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    E siccome sono bravah, eccone un altro.
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    20. Surprise







    Il cimitero era talmente buio che Buffy scorgeva a malapena la sagoma del demone in fuga. La squadra di cacciatrici che l’aveva seguita in missione era impegnata nella lotta selvaggia ad un clan di vampiri feroce e sanguinario; nessuno poteva allontanarsi dal campo di battaglia, solo la prescelta era libera di correre all’inseguimento del fuggitivo.
    Ed indossava dei maledettissimi stivali rotti.
    A denti stretti, dolorante ed inferocita per l’imprevisto, Buffy saltò di lapide in lapide, colmando la distanza dall’avversario. Lo chiamò a gran voce, imponendogli una resa più o meno obbligata.
    Il demone misterioso, coperto da un ampio mantello e stretto all’anfora mistica da proteggere a tutti i costi, fingeva di ignorarla. Buffy si gettò su di lui, atterrandolo in un sol colpo. L’anfora scivolò via delle mani dell’avversario, che imprecò di riflesso. La cacciatrice lo fece tacere a forza di pugni.
    “Credevi di scappare, eh?” esclamò, ferendolo al torace.
    Il sangue verdastro del demone le macchiò la maglia e il volto.
    Buffy arricciò il naso, disgustata.
    “Missione compiuta, signora.” Annunciò una ragazza alle sue spalle.
    “Abbiamo tutto?”
    “Affermativo.”
    “Servono solo un paio di stivali nuovi …”



    Raggiunto il Centro, Buffy si precipitò nelle stanze da bagno, affannata.
    Il sangue del demone ardeva sul suo addome nudo, provocandole un fastidio intollerabile. Veloce, si spogliò davanti allo specchio e provò a pulirsi con qualche tovagliolo di carta: la sua pancia era asciutta e morbida come appena lavata. Scettica, fece comunque la doccia.
    Nel tragitto in auto accusò nuovamente dei dolori allo stomaco ed un bruciore sfiancante. Chiese alla cacciatrice al suo fianco di fermarsi in biblioteca, entrò e si mise a cercare un vecchio volume. Nelle pagine del bestiario mistico individuò l’immagine del demone che aveva attaccato e ucciso qualche ora prima. Lesse attentamente.
    “… Oh santo cielo!” esclamò d’un tratto.
    Un paio di studenti seduti accanto a lei si voltarono per fulminarla con lo sguardo.
    La cacciatrice forzò un sorriso imbarazzato e proseguì nella lettura.
    “Oh. Santo. Cielo.” Sillabò, a voce bassissima.
    Deglutì, sconvolta, portando una mano all’addome.
    Decise di correre a casa.
    Giunta finalmente a destinazione, provò a contare i giorni trascorsi dal termine dell’ultima mestruazione. Non era più abituata a calcoli simili e sbagliò un paio di volte.
    Trattenne il fiato.
    Ferma dinnanzi al calendario, ripeté il conteggio lentamente. Se non aveva sbagliato – e, alla decima volta, era piuttosto sicura di aver confermato la sua impressione iniziale – doveva trovarsi nel periodo fertile.
    “Oh Dio.” Sussurrò meravigliata.
    Tra gli effetti collaterali, benefici e temporanei, del contatto col sangue di demone Kjij era segnalato il potere di rendere le donne fertili, capaci di generare anche coi demoni, coi vampiri.
    Buffy provò a considerare l’incredibile possibilità che le era stata concessa: avrebbe potuto rimanere incinta.
    “Non è possibile.” Disse, piegando le labbra in un sorriso gioioso. “Non è possibile …”
    Portò le mani alla pancia e chinò il capo in un esercizio di immaginazione.
    Sola, scoppiò a ridere.



    Spike era steso a letto e leggeva un libro.
    La cacciatrice rise nell’osservarlo; lui alzò lo sguardo e inarcò il sopracciglio sfregiato, come di consueto quando era perplesso.
    “Si può sapere cosa c’è di tanto buffo, donna?” chiese, vagamente infastidito.
    Buffy scosse il capo, chiudendo la porta alle spalle.
    “Niente.”
    “Mi hai guardato e ti sei messa a ridere, siamo già arrivati a questo? Non ti faccio più alcun effetto?”
    “Al contrario.” Replicò lei, scostando le coperte con grazia. “Mi divertiva pensare a quello che siamo diventati. Sembriamo una coppia sposata da trent’anni e tu sei un vampiro, quindi non dovresti dormire a quest’ora, né dovresti indossare un pigiama di cotone …”
    Spike sorrise, poggiando il libro sul comodino, attirando Buffy sulle sue gambe.
    “Vuoi che dorma nudo, come quando avevamo una relazione clandestina? Dubito che briciolina apprezzerebbe il cambio d’abitudini …”
    “Non scherzare! Dico solo che … ne abbiamo fatta di strada, siamo diventati una vera coppia, abbiamo formato una famiglia.”
    Il vampiro inclinò il capo, curioso.
    Lo sguardo di Buffy era brillante e aperto, suadente; le mani si erano fatte largo sotto la maglia leggera, sul suo torace.
    “A questo volevi arrivare!”
    “Smettila …”
    Spike ghignò e fece quasi le fusa, quando lei individuò uno dei punti che gli procuravano più piacere. Ribaltò le posizioni, immergendo il naso nei capelli profumati della cacciatrice, mordendole il naso per gioco.
    Buffy rise ancora e protestò debolmente per l’irruenza.
    “Fai piano!” esclamò, tenendosi per un bacio.
    Spike le fece il solletico e, approfittando delle difese abbassate, riuscì a sfilarle la canottierina di pizzo. Si riempì le mani delle curve morbide del suo seno e diresse l’attenzione ai pantaloni da slacciare.



    Buffy si risvegliò qualche ora dopo, tra le braccia di Spike che dormiva profondamente. Silenziosa, sgusciò via dalla presa amorevole, rintracciando la vestaglia da indossare.
    Chiusa la porta della camera da letto, la cacciatrice si diresse in bagno. Accese la luce. Accanto al lavello, nello scomparto destinato ai cosmetici, troneggiava una scatola antica, di legno intagliato. All’interno, un bastoncino scuro, pieno di simboli incomprensibili.
    “Vediamo come funziona questo test di gravidanza mistico …” sussurrò, serrando gli occhi per favorire un moto di concentrazione.
    Non poté neanche avvicinarsi al water, Spike l’aveva sorpresa.
    “Cosa stai facendo?”






    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:11
     
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  8. katespuffy
     
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    Sorpresa sì, santo il cielo buono e benedetto. Perchè non stai postando?!?!?!?
     
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    Kate: Quih. ù__ù




    21. Uniform Grey







    Buffy corse in camera da letto. Spazientita, provò a rintracciare gli stivali scuri che aveva cacciato sotto la poltrona.
    “Dove diavolo è finito il sinistro?” domandò a se stessa, a denti stretti.
    “Smettila di scappare!” esclamò Spike, immediatamente alle sue spalle. “Dobbiamo parlare!”
    “Tu devi parlare!” replicò la cacciatrice, indaffarata. “Io devo uscire e non ho tempo.”
    “Donna, non mi provocare.”
    “E chi ti sta provocando?! Willow mi ha chiamata d’urgenza, devo andare da lei!”
    “Come se non ti conoscessi! Quando le cose si mettono male, ecco che appare all’orizzonte l’improvvisa emergenza da fronteggiare! Complimenti per il coraggio, cacciatrice. Ed io che mi stupisco ancora –“
    “Di cosa? Di cosa, si può sapere?! Stiamo litigando da ore, abbiamo smesso solo a colazione, per non fare impensierire Annie, e poi abbiamo ricominciato. Tu hai ricominciato!”
    Gli occhi del vampiro scintillarono di un bagliore demoniaco, feroce.
    “Mi hai mentito.”
    “Come?!”
    “Sapevi che saresti potuta rimanere incinta e non hai detto niente. Ti ho dovuta sorprendere in bagno, con un bastoncino cohi.”
    Buffy aggrottò le sopracciglia, scosse il capo.
    “Questo non è mentire … e poi, scusami, come facevi a sapere del bastoncino?”
    “Vampiro secolare, ricordi? Ho visto cose che neanche immagini, passerotto.”
    “Il punto non è questo!”
    “Hai dannatamente ragione!” ghignò Spike, sarcastico. “Il punto è che mi hai usato!”
    La cacciatrice spalancò gli occhi, sconvolta.
    “Non lo intendi veramente …” sospirò, senza fiato.
    “Vuoi un figlio e hai pensato bene di utilizzare la prima banca del seme che avevi a disposizione!”
    “Tu non stai parlando sul serio, sei arrabbiato.”
    “Cazzo se lo sono!”
    Buffy indietreggiò e colpì accidentalmente una lampada da comodino, che si frantumò in mille pezzi tra le lenzuola sfatte. Imprecò a mezza voce.
    “Lascia stare, ci penso io.” Mormorò Spike.
    Lei lo allontanò d’istinto.
    “Non ti avvicinare.” Intimò, seria. “Come puoi dirmi che ti ho usato? Come puoi … noi due stiamo insieme, tu sei …”
    “Avresti dovuto dirmi che c’era la possibilità di generare! Non hai pensato a me, a quello che avrei potuto provare dinnanzi ad una simile prospettiva?”
    “Quindi sarebbe un problema se io rimanessi incinta?”
    “Non sto dicendo questo, dannazione! Vuoi ascoltarmi?”
    “Ti ho ascoltato abbastanza.” Sibilò Buffy, delusa. “Vado da Willow.”



    La piazzola riservata al parcheggio dei mezzi di trasporto era colma di cadaveri. Diciannove donne dissanguate, disposte in cerchio, occupavano l’asfalto bruciato, a pochi metri dal magazzino merci utilizzato da Andy Brendon per nascondersi e suicidarsi.
    Buffy esaminava i corpi con attenzione scrupolosa. Le vittime sembravano fare da cornice all’ennesima raffigurazione dell’arciere, con una differenza significativa: stavolta il mostro oscuro riusciva ad aggredire la guerriera, tranciandole di netto la giugulare.
    “Non so davvero cosa significhi.” Mormorò Willow, pensosa. “Probabilmente è una sorta di escalation, ma non abbiamo idea di quello che –“
    “Ci sarà un’apocalisse.” Interruppe Buffy, lapidaria.
    “Cosa?”
    “C’è sempre, no? Questi omicidi sono l’antipasto, presto scoppierà una guerra e noi dovremo affrontare un’organizzazione nell’ombra.”
    “Buffy …”
    “Ce la faremo, non preoccuparti.”
    Willow sorrise, rassicurata, e carezzò la schiena dell’amica.
    “Vado a controllare Xander, è andato all’ingresso.”
    “Vai tranquilla.” Replicò la cacciatrice, voltandosi a guardare la rappresentazione macabra.
    Improvvisamente le sembrò di vedere dei movimenti impercettibili degli arti, delle bocche delle donne. Si tese in avanti per constatare l’esattezza delle sue impressioni e venne travolta da un senso di nausea insostenibile, sfibrante. Si portò una mano alla bocca, confusa, e provò a respirare lentamente, mentre sentiva le mani tremare. Stordita, tentò di chiamare Willow.
    Non riuscì ad emettere un suono.
    Svenne.



    Si risvegliò più tardi, in una stanza ospedaliera anonima e linda.
    Xander e Willow la vegliavano, visibilmente preoccupati. L’amico le teneva una mano, in un gesto confortante e intimo.
    “Ehi, cosa è successo? Sono svenuta come una fragile damigella?”
    La strega scosse il capo.
    “Dalle analisi è emerso che il veleno di demone, quello che hai ucciso ieri sera e che ti ha sporcata col suo sangue, è riuscito a penetrare i tessuti e gli organi interni. Ancora qualche ora e saresti entrata in coma.”
    Buffy deglutì, sorpresa.
    “Non credevo che … non pensavo fosse tanto dannoso.”
    “Non potevi immaginarlo.” Fece Xander, comprensivo. “Riposati adesso, sono contento che ti sia svegliata. Ti voglio bene.”
    “Anch’io ti voglio bene, Xan.”
    La cacciatrice ricevette un bacio paterno, affettuoso dall’amico che si allontanava. Willow indugiò ancora qualche secondo, seduta accanto a lei.
    “È solo una leggenda.” Disse, dispiaciuta. “Che il veleno di Kjij permetta ai vampiri di procreare, è solo una leggenda. L’hanno diffusa gli stessi demoni, intorno alla fine del Settecento, per scongiurare il rischio di una loro estinzione. Non è servito a molto, comunque. I vampiri non sono certo il genere di creature che vogliono mettere su famiglia …”
    Buffy annuì.
    Sorrise, incapace di aggiungere una battuta di spirito, una frase rassicurante. Attese d’esser sola per sfogare il pianto che le soffocava la gola. Si voltò piano, dolorante, e abbracciò il cuscino. Singhiozzò con forza, quando sentì la presenza di Spike nella stanza.
    “Sei venuto per il secondo round? Ti informo subito che non ho forza per litigare, stavo quasi finendo in coma.”
    “Lo so.” Rispose il vampiro, accomodandosi in una sedia libera. “Vuoi voltarti?”
    “No!”
    “Ti prego, passerotto …”
    La cacciatrice roteò gli occhi, esasperata, e si girò con necessaria lentezza.
    Spike la scrutava angosciato.
    “Non guardarmi così, per favore …” mormorò lei, nuovamente in lacrime.
    Il vampiro si tese e la baciò, pulendole il volto con le dita.
    Premuroso, la fece stendere, l’aiutò a sistemare le coperte.
    “Mi vergogno così tanto!”
    “Non importa, quello che conta è che tu stia bene. Quando ho saputo che ti avevano ricoverata d’urgenza ho temuto il peggio. Non stai mai male, per finire all’ospedale devi avere un motivo serissimo.”
    “Mi dispiace.” Balbettò lei, incapace di frenare lo sfogo emotivo. “Io non volevo usarti … ho solo pensato … per un attimo ho pensato …”
    “Che avresti potuto avere un bambino.”
    “Sì. Sono patetica!”
    “Non è vero.”
    “Sì che lo sono! Sono come una di quelle donne che … si svegliano una mattina e decidono improvvisamente che è giunta l’ora di procreare, perché poi potrebbe essere troppo tardi, perché hanno rimandato a lungo e si sentono incomplete. È stupido.”
    “È umano.”
    Buffy prese un respiro e sfiorò la guancia spigolosa di Spike.
    Lui chiuse gli occhi.
    “Abbiamo Annie.” Fece.
    “Lo so. Lei è la nostra bambina, solo che … è imbarazzante, ma per un attimo ho immaginato come sarebbe stato donare la vita invece che la morte.”
    “Buffy …”
    “Per una volta avrei voluto sapere cosa si prova a creare, piuttosto che a distruggere. In ogni caso, voglio che tu sappia che il mio non era semplicemente il desiderio di avere un figlio random col primo fornitore di sperma disponibile …”
    “Dimentica quest’uscita infelice, ero fuori di me.”
    “Voglio dirlo ad alta voce: non era una scelta casuale, la mia. Santo cielo, io so meglio di chiunque altro cosa significhi avere un padre inadatto! Non mi metterei mai a fare figli col primo che passa, ma … è perché sei tu, è perché saresti stato tu il padre.”
    Spike sorrise, commosso.
    Si stese accanto a Buffy e la strinse forte.
    “Il mio sogno è durato così poco,” sospirò la cacciatrice. “Mi sento una sciocca.”
    “Io, invece, sento che ti amo più di prima, passerotto.”







    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:11
     
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  10. katespuffy
     
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    Eccola, quella bastarda di lacrimuccia scesa nel vedere questa Buffy che imbarazzata ammette la sua UMANA voglia di creare e questo Spike che, qualsiasi cosa dica ormai, in questa storia è perfettamente IC e perfettamente calato nel ruolo di fidanzato. <33
    Aspetto,aspetto..
     
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  11. °NeverMind°
     
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    Ero indietrissimo ma sono risuscita a recuperare tutti i post!
    Kiki, quanto hai scritto in questi giorni?! Non che mi lamenti eh, anzi. Continua cosí! *__*

    Ci ho creduto, sai? Me l'ero già immaginata una piccola buffyna imbronciata, dai capelli biondo grano e gli occhi blu mare. Ma il mio sogno si è infranto subito. :cry:
    E la lacrimuccia è scesa anche a me. Per Buffy, che avverte il bisogno di diventare mamma, di creare una nuova vita. Per Spike, perchè non voglio che si senta usato, non più.

    E adesso attendo di sapere dove mi condurrai con questa meraviglia
     
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    Rieccomi!


    Kate: *porge fazzolettino* Purtroppo il desiderio di Buffy sembra destinato a non avverarsi!

    NeverMind: Sì, sto scrivendo tantissimoH! >*< In questo periodo mi viene tanta voglia, ma non so se riuscirò a mantenere sempre questo ritmo sostenuto. Stancah. >*< Finché dura, insomma!



    Ecco intanto due capitoli.
    Volevo integrarli in uno solo, ma ho preferito di no per non rovinare la dimensione standard di un post di The Queen. XDDD *urgenze estetiche*
    Spero che vi piacciano!










    22. Bring on the Night








    Aprì gli occhi, sospirando pigramente. Spike dormiva al suo fianco, come sempre.
    Provò a sfiorargli il torace, le braccia. Sorrise, guardandolo con tenerezza. Addormentato, William il Sanguinario pareva un ragazzo fragile, giovane e bello. Innocente.
    Si stese nuovamente sul cuscino, a fissare la parete ombrosa.
    All’ingresso della camera, in piedi, c’era la sua bambina.
    La attendeva.
    Buffy si sedette e tese le braccia quasi a volerla attirare a sé.
    Annie rimaneva immobile, nell’oscurità. Vestita col pigiama candido che preferiva, la bambina piegava le labbra e sbatteva le ciglia, in una muta richiesta di soccorso.
    Buffy si tese ancora, provò a chiamarla …



    “Annie!” esclamò, spalancando gli occhi di scatto.
    Seduta a tavola, intenta a fare i compiti, la figlia le riservò uno sguardo incerto.
    Buffy sospirò di sollievo, lasciandosi andare sul divano dove si era stesa per schiacciare un pisolino.
    “Mamma, stai male?”
    “No, tesoro. Ho avuto solo un incubo.”
    “Che incubo?” indagò la bambina, avvicinandosi curiosa.
    La cacciatrice la prese in braccio, tastandole le guance tiepide.
    “Un incubo poco importante, già non lo ricordo più.”
    “Ma come fai a dimenticare i sogni appena fatti?!”
    “È un segreto!” scherzò ancora, pettinando i capelli lisci della figlia.
    Li aveva appena tagliati, a caschetto. Il suo volto dolce cominciava ad assumere un’espressione coscienziosa, da signorina matura, gli occhi chiari rivelavano l’innocenza e la spensieratezza dell’infanzia.
    Annie era identica alla Dawn piccina inventata da un gruppo di monaci, più reale di qualsiasi altra cosa al mondo per Buffy e Joyce che la amavano; Annie era la cosa più pura, viva e gioiosa che la cacciatrice avrebbe mai protetto.



    “ … E ha citato le differenze stilistiche tra Coleridge e Wordsworth.” Spiegò Buffy, camminando al fianco del compagno che scuoteva il capo imbarazzato. “Mi chiedo chi le abbia insegnato i fondamenti della letteratura inglese …”
    “Chi può saperlo!” borbottò il vampiro, voltandosi in tutte le direzioni. “Di questi tempi la scuola non funziona più come una volta! I programmi sono abbozzati, i testi sono lacunosi e gli insegnanti …”
    Buffy rise di gusto, mollandogli una sonora pacca sulla spalla.
    “Ti vergogni come se le avessi detto parolacce! Io sono contenta che Annie si appassioni così presto alla lettura! Inoltre, sono sicura che le mostri anche le tue poesie ...”
    “Poesie?! Non le scrivo più da –“
    “Per carità, come se non me ne accorgessi!”
    “Il versante Est è libero, signora.” Affermò una cacciatrice a rapporto.
    Buffy si staccò da Spike e assunse immediatamente un’aria professionale, compunta.
    Era in corso un’ispezione della zona portuale, teatro di tanti eventi inspiegabili e terribili.
    “Niente fonti di energia mistica, giusto?” chiese.
    “Niente di niente.”
    “Continuiamo a Sud.”
    Spike si morse le labbra, volgendo lo sguardo all’orizzonte scuro.
    “Sei proprio sicura che questa zona sia, in qualche modo, importante?”
    “No, lo sai, ma è l’unico punto di partenza che abbiamo. In mancanza di un’interpretazione efficace dei simboli e senza il minimo indizio sull’organizzazione che c’è dietro a questo casino –“
    “Perché parli di organizzazione?”
    “Non ti sembra incredibile che un solo vampiro, o una sola famiglia in alternativa, abbia fatto tutto questo? E non mi riferisco solo a Los Angeles, ma al resto del mondo. L’arciere e il mostro si stanno diffondendo rapidamente.”
    Spike annuì, Buffy chiuse gli occhi.
    “Puoi andare, se vuoi. Ho tutto sotto controllo e ti stai annoiando qui.”
    “No, no. Resto con te.”
    “Come sempre. Vero, William?”
    La cacciatrice e il vampiro si voltarono all’istante, guardandosi attorno.
    La voce pareva uscita dal nulla, non si riusciva a scorgere l’interlocutore, ma Buffy riconosceva perfettamente timbro e accento.
    “È lui.” Disse. “È lo sconosciuto che mi ha rapita. So dove possiamo trovarlo.”
    “Cosa?”
    “Nel magazzino dove si è suicidata la cacciatrice ribelle! Andiamo!”
    “Non dovremmo chiamare rinforzi?”
    “Spike, andiamo!”



    Raggiunsero il magazzino ed usarono la loro forza sovraumana per spezzare le catene che sigillavano l’ingresso. L’interno, brillavano i simboli mistici dell’arciere e del mostro. Su un balcone metallico, sopraelevato, il vampiro misterioso li attendeva.
    “Tu, bastardo!” gridò Buffy, puntando l’indice in direzione dell’avversario. “Sei tu che mi hai rapita e avvelenata!”
    Lui sorrise, rivelando il volto nascosto nell’oscurità.
    Era particolarmente livido, espressivo; segnato da una cicatrice frastagliata che Buffy non aveva notato al primo incontro, ombreggiato appena dalla barbetta bruna. I tratti marcati, mediterranei risultavano affascinanti, seppure non belli in senso canonico. Il naso era grande, dal profilo irregolare, e la fronte alta; gli occhi chiari, dal taglio deciso, rivelavano un carattere ambizioso, spietato.
    “Buonasera anche a te, William.” Disse il vampiro.
    “William? Questo tipo ti conosce?”
    “Il mondo è piccolo. Vedo che ti sei ripresa bene, signora. Hai un’ottima cera.”
    “E tu sei un coglione. Vuoi scendere da lì oppure devo venirti a prendere di persona?”
    “Ti piacciono le battute di spirito.”
    “E la violenza.” Aggiunse Buffy. “Mi piace prendere a calci nel sedere i succhiasangue come te.”
    “Il tuo fidanzato non si sente ferito da un’aggettivazione tanto … razzista?”
    “Scendi da quel cazzo di piedistallo, Kostas.” Sbottò Spike, infastidito.
    Buffy si trattenne dal fare un altro commento. Mantenne la concentrazione.
    “Non è ancora tempo per questo, William. Il mio amore per la signora deve crescere, assieme al suo potere. Quando la cacciatrice avrà raggiunto l’apice della forza, combatterò contro di lei e le spezzerò il collo. Non è questo che fa un vero prescelto?”
    Buffy scosse il capo, infuriata.
    “Voi vampiri e la vostra merda criptica! Avevo dimenticato tutte le cazzate sull’amore oscuro! Adesso scendi e fatti avanti da uomo che non sei, voglio sfidarti.”
    Il vampiro socchiuse gli occhi azzurri, penetranti.
    Batté la mano contro la parete lurida e i segni si illuminarono. Un rumore sordo si diffuse nel magazzino, insopportabile alle orecchie di Buffy e Spike. L’arciere prese vita e calpestò il suolo sotto i suoi piedi, imponendosi un ritmo d’avanzata marziale; con decisione, il suo dardo venne scagliato contro il mostro oscuro che vorticava, pulsante d’energia.
    “Oh mio …”
    La cacciatrice dovette piegarsi su se stessa, stordita.
    Prima che Kostas scomparisse, sentì il suo tocco, sul grembo, come una stretta feroce e mortale che le spezzava il fiato e la dominava.
    Riaprì gli occhi. Spike la sorreggeva.
    “Se ne è andato, siamo al sicuro.”
    “No, no … dobbiamo correre al centro, dobbiamo rivedere i simboli. Tu devi aiutarmi! Tu lo conosci, l’hai chiamato per nome!”
    “Amore …”
    “Raccontami tutto, dal principio.”








    23. Black Dog







    Raggiunsero casa dopo una sosta al Centro di Addestramento e Ricerca.
    Spike doveva fornire tutti i dettagli, dalla descrizione fisica alla storia personale, sull’avversario misterioso che aveva osato rapire Buffy.
    La cacciatrice era rimasta in sala conferenze ad attendere la conclusione del rapporto, collegata ad un monitor che le permetteva di studiare i movimenti nel porto a quell’ora tarda. Quando Spike la raggiunse, era pronta per una doccia, una tazza di brodo caldo ed una lunghissima, esaustiva spiegazione, che avrebbe ascoltato da sola.



    “Annie dorme, le ragazze sono andate via.”
    “Bene.” Mormorò la cacciatrice, intenta a scrutare il cielo dalla finestra della camera da letto.
    Aveva indossato il pigiama, finalmente, e raccolto i capelli nel classico chignon che amava tanto. Portava le braccia al petto, in una posa difensiva che usava assumere nei momenti di tensione e riflessione.
    Spike intuì, dal linguaggio del suo corpo, che la conversazione non sarebbe stata facile. Si sedette su una poltrona, alzandosi immediatamente.
    Buffy gli sorrise, o fu solo una sua impressione.
    “Il vampiro che hai incontrato qualche ora fa, che ti ha rapita e avvelenata, si chiama Konstantinos Argiris, è greco e proviene da una famiglia nobile. È uno dei pochi ad aver mantenuto il nome di battesimo dopo la vampirizzazione, probabilmente perché fiero delle proprie origini.”
    “Una piacevole novità da apprendere.”
    “Non ho idea della vera età del tizio. O meglio, immagino che si potrebbe scoprire facilmente, ma i documenti risultano perduti da decenni. So che Konstantinos combatté nella guerra di indipendenza greca, agli inizi dell’Ottocento, ma la leggenda vuole che fosse già vampiro all’epoca.”
    “Un vampiro che combatte con dei patrioti?”
    “Ti sembra tanto impossibile?” domandò Spike, curioso. “Quello che so di Kostas è che il suo orgoglio nazionalistico supera l’individualismo insito nella natura dei non-morti.”
    “Potrebbe essere lui il capo dell’organizzazione segreta che miete vittime a Los Angeles e nel mondo, un leader capace di superare gli egoismi della vostra razza.”
    Spike sorrise amaramente, portandosi una mano alla fronte.
    Buffy non smentì l’inflessibilità del suo carattere.
    “Continua.” Disse. “Spiegami.”
    “Il nostro avversario è un romantico, proprio come me, ma il suo amore è rivolto alla Grecia, al potere.”
    “Il mio.”
    “Sì, è così.”
    L’espressione della cacciatrice si colmò di risentimento represso.
    “Vuole che il mio potere raggiunga il culmine … per che cosa? L’avversario va sorpreso nel momento di debolezza, di impreparazione, ma Konstantinos sta escogitando qualcosa di più grande. Sta preparando l’apocalisse finale.”
    “Perché –“
    “Lo sento. Parlami del piano, dimmi chi sono l’arciere e il mostro.”
    Spike prese un respiro inutile, sofferto.
    “Se lo sapessi te lo direi senza alcuna esitazione, tu sei l’unica persona che … non so cosa rappresenti l’arciere. Ti parlerò del mio incontro con Kostas, nel tardo Ottocento e nel Novecento, dopo la seconda guerra mondiale.”
    Buffy annuì, chinandosi accanto all’amante.
    Per un attimo le sue mani sfiorarono le ginocchia di Spike, prima di ritirarsi tra le pieghe del pigiama troppo grande.
    “Conosci il destino della cacciatrice che s’imbatté nel sottoscritto nel corso della rivolta dei Boxer. In viaggio verso la Cina, la mia … famiglia, se così si poteva definire, sostò in Grecia e fu lì che conobbi Kostas, il cane nero. Ero così desideroso di imparare, di diventare un vero guerriero, che non potei che stringere amicizia con lui. Il motto di Angelus era sempre stato: vivi nascosto; ma io avevo il potere, la violenza, la rabbia per cambiare me stesso e il mondo. Non volevo realizzare solo un adorabile schizzo, sfogandomi con fanciulle innocenti e semplici esseri umani come il mio Gransire, volevo un avversario che fosse alla mia altezza, che potesse uccidermi a mani nude, se vincitore. Sarebbe stata bella anche la morte, in quel caso … almeno così pensavo.
    “Kostas viveva nei pressi di un mercato ateniese, vicino all’Acropoli. Nel corso delle passeggiate notturne citava i versi di Omero e mi parlava della furia di Achille con le lacrime agli occhi. Ero un romantico, l’ho detto. Da ragazzo avevo letto anch’io l’Iliade e l’Odissea ed avevo sussurrato, nell’oscurità della camera di mia madre, le ultime parole di Ettore, i lamenti strazianti di Priamo. Cosa avrei dovuto farmene della vita eterna e della forza soprannaturale senza uno scopo?! Nutrirmi all’infinito e basta? Sprofondare nell’insignificanza di vampiri antichi come Darla, che non avevano più un sogno, una visione?! Decisi di mettermi alla prova, di liberare il cuore di Achille che batteva nel mio petto, e fu allora che Kostas mi parlò della leggenda, delle cacciatrici.”
    “Fu allora che decidesti di ucciderci tutte?”
    “Avevo sempre nutrito una grande curiosità nei confronti delle combattenti solitarie, le uniche capaci di impensierire Angelus. Sin dall’inizio avevo deciso che mi sarei misurato con loro e sarei morto, se necessario, per mano di queste donne bellissime. Le cacciatrici sono belle come un inno alla guerra, tu sei sempre stata la più bella di tutte.”
    Buffy si ritrasse, cupa, e Spike non resistette all’impulso di sfiorarla.
    Continuò a spiegare.
    “Cosa ti disse Kostas?”
    “Lui mi disse che ci sarebbe stato un premio per il più grande cacciatore di cacciatrici, che egli avrebbe potuto guidare la rivolta della sua gente. Il bastardo traduceva i suoi deliranti sogni patriottici in obiettivi per i non-morti. Nessuno l’avrebbe mai seguito! Quello che importava a tutti era il sangue, il mondo che esploravano e il sesso. Io decisi di provare, comunque, e riuscii ad uccidere la prescelta. Ebbi un marchio in omaggio, alla fine del combattimento.”
    “Un marchio?”
    “Sì.” Ghignò Spike, alzando la maglia nera che indossava. Sulla schiena aveva una cicatrice circolare, minuscola e impercettibile. “Per non farla svanire del tutto delle carogne dovettero gettarci sopra un mare di acquasanta. Che cazzo di dolore insopportabile! Non ho mai capito come funzioni la cicatrizzazione delle ferite per un vampiro ...”
    Buffy si accasciò sul pavimento, pensosa.
    “Mi avevi detto che fu un macellaio a farti quella ferita, dopo averti sorpreso mentre tentavi di divorargli la figlia. Fu anche parecchio divertente, il tuo racconto …”
    “Quell’episodio accade veramente, ma prima, quando ero solo un giovane appena generato. Fu più goffo e imbarazzante di quanto ti ho narrato.”
    “Non importa adesso. Parlami del secondo incontro, quello alla fine della guerra.”
    “Berlino era stata occupata dagli alleati; prima di suicidarsi, Hitler aveva provveduto a fare terra bruciata attorno a sé, ma alcuni generali nazisti, importanti esponenti delle SS, non volevano arrendersi, non volevano morire né finire sotto processo. Cominciarono una serie di viaggi clandestini, che da Genova avrebbero condotto i criminali di guerra in America Latina, dove li aspettavano simpatizzanti del regime. Rincontrai Kostas in uno di questi viaggi. Lui si era distinto per il suo valore sul campo: aveva ucciso due cacciatrici; non gliene fregava un cazzo di parare il culo ai nazisti, ma certi studi che conducevano, quelli di eugenetica per esempio, lo interessavano e credeva potessero tornargli utili … nel corso della traversata mi rammentò la profezia, la missione del prescelto. La fine era sempre prossima.”
    “Cosa intendi?”
    “Lo sai. Arriva un momento in cui ogni prescelta si consegna nelle mani del suo carnefice, versando il suo sangue per la causa.”
    “Ah, l’ormai famoso istinto di morte ...”
    Buffy si rialzò. Perse a passeggiare per la stanza, dinnanzi al letto che pareva un gigante mostruoso. Tornò a guardare Spike.
    “Non ho mai saputo di questa parte della tua vita.”
    “Te l’ho detto, preferisco che certe cose le ignori. Ho visto troppo, ho fatto ancora di più.”
    “Ma io non sono solo la tua fidanzata, io sono la cacciatrice. Il mio compito è vegliare affinché il mondo sia un posto sicuro. dalle mie scelte dipende il destino di tanta gente. Non sono solo una donna.”
    “Ma anche per questo non ho voluto rivelarti nulla ...”
    “Perché?”
    “Perché non volevo che mi guardassi come … un nemico, come quello che sono. Noi due siamo poli opposti, destinati a sopraffarsi a vicenda. Io sono il tuo avversario naturale e tu sei la mia nemesi.”
    “Spike …”
    “Solo che non voglio ricevere una palettata nel cuore da te, voglio che mi insegni ad amare in modo umano.”
    Buffy tacque, stringendo le braccia al petto ancora una volta.
    Chiuse gli occhi e annuì.
    “Mi hai dimostrato di essere un uomo migliore, non ho più niente da chiederti.”
    “È bello sentirlo.”
    “Dovresti saperlo già.” Scherzò lei, nel tentativo di smorzare la tensione. “Adesso mettiamoci a letto, vuoi? È stata una giornata pesante.”
    Spike la raggiunse e si stese tra le coperte, accanto e lei.
    La strinse, baciandola, e le fece poggiare il capo sul suo torace.
    Buffy si addormentò immediatamente.











    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:13
     
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  13. katespuffy
     
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    Poesia questi due capitoli.
    Kostas già lo detesto, innanzitutto perchè ha toccato la pancia a Buffy e ciò credo sia collegato al fatto che tu mi hai detto che il suo sogno non è realizzabile.. poi mi sa molto di "vampiro ultracentenario migliore di William" che gli fa pesare le sue scelte d'amore e di vita.
    Interessante comunque come l'hai costruito, con questo senso patriottico.. sembra essere un personaggio particolare. Sono molto molto molto curiosa!
    Bellissimo il loro discorso.. la rivisitazione della vita di Spike è sempre sorprendente e la tua è anche efficace e molto molto credibile.
    Che devo dì? Posta prestissimissimooo!
     
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  14. °NeverMind°
     
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    Io credo che l'incapacità della coppia di generare figli derivi dal fatto che Spike è un vampiro, quindi tecnicamente morto e per questo sterile. L'unica possibilità per Buffy di procreare era questo fantomatico sangue di demone, dimostratosi poi tutta una diceria.
    Kostas è una figura emblematica, patriottico fino al midollo, amante dei rettili, mezzo fanatico. Odia la cacciatrice, normale. Al contrario degli altri vampiri non l'attacca in un momento di debolezza ma attende che lei sia nel pieno delle sue forze. Strano. Ed è strano il suo gesto. Le ha toccato il ventre, sede del potere della donna poichè la capacità generatrice è custodita nel grembo. Mah, forse mi sto facendo un viaggio mentale tutto mio. Vediamo come si evolve la vicenda.
    Il discorso finale tra Buffy e Spike mi ha lasciato un pò di amarezza, per lui è sempre doloroso fare i conti con il suo passato. Mi ha fatto sorridere, invece, che il nostro Big Bad faccia il finto tonto davanti al fatto d'aver insegnato letteratura inglese alla piccola Anne, è cosí tenero! ^_^
     
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    Sì, sì, lo so!
    Dopo questo basta. Anche perché sto perdendo tre o quattro anni di vita a postare con così tanta frequenza. Non sono cose che si possono fareh.
    Ma ci tenevo a presentarvi i miei bambinih! *CCC*


    Prima, però:


    Kate: Povero Kostas! XD Lui ha un piano, sai? Ha un piano veramente malvagio e non si fermerà. Grazie mille, sono contenta che il monologo di Spike ti sia piaciuto!

    NeverMind: Sì, è proprio così. Spike è un vampiro e non può avere figli. Sono contenta che la figura di Kostas ti abbia incuriosito. Il dialogo doveva lasciarla un po' d'amarezza, sono pur sempre una coppia di "nemici naturali".




    Ecco qui!









    24. Carpe Noctem









    In uno dei quartieri periferici di Los Angeles sorgeva un vecchio magazzino abbandonato, un tempo sede dei traffici di una gang dedita allo spaccio di marijuana. Una nuova famiglia vi si era insediata, spazzando via i precedenti inquilini, letteralmente; il nucleo, composto di soli tre membri, aveva costretto i pochi vicini ad un silenzio insostenibile, terrificante.
    “Questo posto è disgustoso!” sbottò Klaus, colpendo una parete spoglia.
    Il magazzino era stato arredato con gusto, ma solo in parte. I pavimenti erano coperti da raffinati tappeti arabi che pativano la temperatura inadatta, consumandosi lentamente. Una delle stanze più piccole, precedentemente destinata a sgabuzzino, era stata ornata riccamente, tinteggiata con colori forti e vividi, dotata di ogni comfort, a partire dal letto singolo principesco. Le altre stanze erano spartane; l’eleganza era limitata all’improvvisato soggiorno.
    “Come faccio a vivere in questa fogna? Rispondimi!”
    Seduta sulla poltrona preferita di Kostas, Roxane puliva un’antica spada da lato italiana.
    Annoiata e in attesa del Sire, la vampira aveva deciso di dedicare un po’ di tempo alla cura delle armi, pratica di importanza vitale per un guerriero. Un’arma sporca, trattata male, avrebbe cessato di funzionare proprio al momento dello scontro, abbandonando il proprietario al suo destino di morte. Lei lo sapeva bene.
    Roxane, dunque, era accorta, e adorava il metallo e il piombo.
    “Quando arriva Kostas?”
    Klaus continuava a lamentarsi come un bambino capriccioso. Rendeva poco distensiva l’opera di manutenzione.
    “Avevamo stabilito che saremmo andati a Nord e, invece, siamo bloccati qui! Voglio una camera decente!”
    “Sai perché siamo bloccati, perché il Mercuriale vuole incontrarci in città.”
    “Posso ucciderlo quando voglio, il dannato Mercuriale!” abbaiò il vampiro, socchiudendo i bei occhi azzurri dal taglio orientale. “Sai che posso farlo, vero?”
    Roxane alzò lo sguardo, pensosa.
    “Sì.” Dichiarò, dopo un silenzio calcolato.
    Klaus sorrise, avvicinandola.
    “Non ti fidi di me?” domandò, prendendole il volto incorniciato dai ricci scuri.
    “In tutti questi secoli sei sempre riuscito nei tuoi intenti, non posso che fidarmi.” Rispose lei, saggia.
    Klaus piegò il capo in un gesto compiaciuto. Si pettinò i capelli chiari e sprofondò nella poltrona accanto a quella di Roxane.
    “Mi annoio.” Sospirò, teatrale. “Mi manca Kostas.”
    Roxane non ribatté.
    Si alzò immediatamente al suono della porta che si apriva: Kostas era tornato.
    “Ti aspettavamo.” Disse. “Il principino, qui, cominciava a mostrare segni di insofferenza.”
    “Sono stato trattenuto.” Replicò il vampiro, togliendo la giacca scura. Sotto, indossava una camicia blu ed un ciondolo di lapislazzuli che gli cadeva sul petto ampio. “Hai già mangiato?”
    “No.” Fece lei, allontanandosi in direzione dell’uscita. “Vado a caccia adesso.”
    “Divertiti.”
    Roxane era fiera e bella, il suo incedere pieno di grazia riusciva ad incutere un terrore panico negli avversari. Dopo la Rivoluzione, sarebbe diventata lei la nuova signora, non vi era dubbio alcuno. Al fianco del Sire, avrebbe dominato il mondo.
    Avanzando in direzione dei divani, il vampiro greco non trattenne un ghigno di soddisfazione. Klaus lo attendeva a braccia aperte.
    “Hai incontrato la signora, non è così? Lo sento.”
    “Cos’altro senti?” chiese, carezzandosi la barba ispida.
    Il compagno indossava una camicia bianca, trasparente, che evidenziava la magrezza del suo corpo da eterno adolescente. Sensuale, sbatteva le ciglia lunghe, torturando le labbra rosse e piene.
    “Tante cose.”
    “Tante?”
    Klaus fece spallucce. Si lasciò scivolare sul tappeto morbido, come un serpente silenzioso, e tese le braccia, chiamando Kostas a sé. Affondò le dita lunghe nei capelli folti, mordendogli il mento, possessivo.
    “Il Mercuriale mi evita e vuole punirmi!” pigolò, in lacrime. “Odio il potere decisionale che ha acquisito! Chi ha stabilito che potesse impartire ordini anche a noi?!”
    “Il signore oscuro, lo sai, il Liberatore che deve venire.”
    “Ah, dannazione! Se non fosse per il tuo amore smisurato, ucciderei il Mercuriale e manderei il Liberatore a farsi –“
    “Ah!” interruppe Kostas. “Non bestemmiare. Sei solo arrabbiato perché il Mercuriale non vuole vederti, ma lo conosci: è volubile, incostante. Proprio come te.”
    “Non mi paragonare a lui …”
    “Mi chiedo come riusciate ad interagire, così simili ed eccentrici.”
    “Mi credi un eccentrico?”
    “Sei unico, Klaus.” Mormorò Kostas, suggellando la dichiarazione con un bacio leggero, sul collo. “Ami molto il Mercuriale, lo ami più di me.”
    “Lo amo diversamente, da fratello.”
    “Da fratello incestuoso.”
    “Kostas, vuoi annoiarmi?”
    Il greco chiuse gli occhi, scuotendo il capo.
    “S’agapo, aster. Voglio solo renderti felice.”
    “Dunque fallo: portami via da questo lurido magazzino! Portami in un palazzo degno di me! Quando alloggiavamo a Parigi eri così buono, mi concedevi ogni lusso.”
    “Dobbiamo mantenere un profilo basso o la signora ci scoverà.”
    “Che brutta espressione, che brutta espressione! Parli come se fossimo topi!”
    “Siamo soldati e dobbiamo vegliare!”
    Klaus si scostò di colpo, alzandosi dal tappeto. Aggiustò i capelli sfatti e si voltò, suadente.
    “Com’è lei? L’ho vista solo una volta, da lontano. È bella come dicono?”
    “Molto di più, trasuda potere come una torcia accesa. Vederla morire sarà lo spettacolo più straordinario di tutti i tempi.”
    Klaus sorrise, eccitato.
    “Il Mercuriale sarà così contento!”



    “... Queste incisioni somigliano molto a quelle rinvenute al porto, solo che sono più raffinate ed evidentemente antiche. Sembrano risalire ad un periodo remoto della storia dell’umanità.” Affermò Willow, intenta ad esaminare i simboli sul vaso bronzeo appena recuperato.
    Buffy la scrutava con le mani sul volto, confusa.
    “Sono antiche, allora?” ripeté coscienziosa.
    Willow annuì.
    “Voglio dire, non sono certamente un’esperta e credo che andrebbero studiate da qualcuno con le competenze specifiche, ma … sì, sono quasi sicura di trovarmi dinnanzi ad un reperto archeologico di origine europea, ellenistica probabilmente.”
    “Oh, grandioso!” esclamò Buffy, sarcastica.
    “Questo Konstantinos,” intervenne Xander. “Pare che sia veramente greco. Voglio dire, lo sostiene Spike e non credo che menta, ma abbiamo trovato anche dei documenti ed un certificato di nascita da convalidare.”
    “Avete trovato il certificato di nascita?”
    “Sissignore, signora! Konstantinos Argiris, figlio di Konstantinos Antonios Argiris, nato il ventinove Novembre del 1794 ...”
    “Toh, un Sagittario!” osservò Willow, soave.
    Buffy le riservò uno sguardo cupo.
    “Va bene, ascolto in silenzio.”
    “Dicevo,” riprese Xander. “Konstantinos Argiris. Sappiamo che in vita fu un patriota, che combatté per l’indipendenza greca nei moti dell’Ottocento. A seguito della battaglia di Drăgăşani, non si ebbero più notizie di lui e cominciò la storia del vampiro. Ci sono pochissime testimonianze –“
    “Scusami se ti interrompo, Xan. Spike mi ha detto che questo tipo ha ucciso ben due cacciatrici, possibile che nessuno ne abbia mai sentito parlare?”
    Xander allargò le braccia, sconsolato.
    “Non saprei che dirti! Magari qualche documento c’era, ma è andato perduto nell’esplosione della vecchia sede del Consiglio degli Osservatori.”
    “Una volta che servirebbero le loro scartoffie …”
    “Comunque, Kostas ha una Childe, Roxane, che è anche sua amante. La tizia sembrerebbe parecchio pericolosa e sexy in modo disturbante. Questo è tutto quello che siamo riusciti a scoprire al momento.”
    Buffy poggiò il mento sulla scrivania gelida.
    “Dovremmo rintracciare Andrew e fargli compiere qualche altra ricerca.”
    “Dovremmo.” Concordò Willow.
    “Qualche ricerca specifica.” Precisò la cacciatrice.
    “Hai in mente qualcosa?”
    “Un’idea … vaghissima. Ho voglia di pizza.”
    “E pizza sia!” sancì Xander, concludendo la breve riunione.









    Noticine sparse ~
    [*]
    “S’agapo, aster”: Ti amo, stella.
    Vi piacciono i miei cattivi? *w*






    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:15
     
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