The Queen

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    Leejongsukdipendente

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    Sorelle Giurassiche
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    ...Ma come mai ancora nn avevo letto questo spettacolo di ff???!!!!!!!......
    confermo cmq quello che ho sempre pensato...che sei un vero talento....Tutti i personaggi riesco davvero a materiallizarli e a viverli....compleamente....e poi i loro caratteri..rispecchiano realmenti i personaggi del TF....
    Mi piace tantissimo anche "l'amore"..fraterno che lega adesso Spike ad Angel...e Speriamo Che Buffy si davvero meno razionale e si lasci andare di piu' alle emozioni....
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  2. MrsBadGuy
     
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    Ho un terribile mal di testa, quindi sono in parte priva delle mie eccezionali doti da commentatrice -.-

    Il capitolo col nano lo ricordavo, anche con estrema lucidità (strano per me). Bello, bellissimo dialogo. Mi è piaciuto poi il contrasto con la serietà delle loro parole, e l'immagine simpatica di questo ometto che muoveva le gambine.
    Bello davvero.

    Il capitolo sull'incontro, invece...
    Triste, triste, triste.
    Ora, ogni volta che sarà nominata Dawn, per quanto non abbia mai nutrito profonda stima, io proverò dolore.
    In tutto questo, splendido spike. Un vero signore.
     
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    Eccomi, eccomi qui!
    È un po’ più difficile aggiornare costantemente, ma cercherò di essere quanto più svelta possibile. Anche perché il progetto di questa storia procede bene nel mio cervellino malato. *^*


    Kate: Nuooo! Grazie, grazie! çOç Spero di riuscire a farti emozionare ancora.

    NeverMind: Che bello conoscerti! Scrivi pure quanto vuoi, è veramente gratificante per una fanwriter, sappilo, e tu sei stata gentilissima.

    Spuffy.29: Sono così contenta che il rapporto tra Spike e Angel ti piaccia! Si vogliono bene, sono carini! Mi fa anche piacere che tutto ti sembri IC, ci tengo molto. Thanks! *__*

    MrsBadGuy: Adesso il mal di testa ce l’ho io. .-. Ah, ah! Sono contenta che tu soffra per Dawn! (?!?) No, seriamente! XD È che, evidentemente, stai empatizzando con Buffy, lei amava moltissimo la sorella. Thanks!











    14. A Beautiful Sunset (Goodnight Lovers)








    Il corridoio era luminoso e lurido, umido di muffa; Buffy lo percorreva, stringendosi nel cappotto pesante. L’inverno mite annunciato si stava rivelando più rigido del previsto, straordinariamente freddo per una città come Los Angeles.
    Ignorando i brividi e il cattivo odore, la cacciatrice riuscì a raggiungere la stanza interrata del vecchio locale notturno sorvegliato dal suo esercito. Willow la attendeva.
    Buffy tossì, annunciando la sua presenza, ed affiancò l’amica.
    La camera era buia, pesantemente arredata. A malapena si riuscivano a distinguere i mobili in legno scuro. Per terra, spezzate e coperte di polvere, giacevano una mezza dozzina di stecche da biliardo nuove.
    “Devono aver ucciso anche dei vampiri.” osservò Buffy, attenta.
    Dinnanzi a lei quattro sedie disposte in cerchio, occupate da quattro cadaveri legati da un’unica fune. Le fronti degli uomini uccisi erano talmente piene di sangue da renderli irriconoscibili.
    “Possiamo guardare meglio?” domandò la cacciatrice, indicando il volto di una vittima.
    Willow annuì.
    Con un gesto della mano cancellò il sangue, ripulendo la fronte pallida.
    Era sfregiata orribilmente.
    “Accidenti!” mormorò la strega, impressionata. “Devono averli torturati.”
    Buffy si avvicinò ad un cadavere, lo scrutò a fondo.
    Era un uomo di mezza età, particolarmente insignificante, vestito con stile. All’apparenza non presentava alcun altro segno fisico di tortura, solo il colletto leggermente abbassato rivelava il foro di un morso di vampiro.
    “È curioso. Questi segni in faccia … sono stati fatti col coltello, giusto?”
    “Sembra di sì.”
    “Possiamo presumere che questi tizi stessero giocando a carte quando sono stati sorpresi. Assieme a loro c’erano dei vampiri.”
    “Magari si tratta di una lotta tra famiglie rivali.” azzardò Willow.
    L’amica annuì, possibilista.
    “Di certo i vincitori dovevano essere molto forti. Potremmo riuscire a scoprire quanti vampiri si trovavano in stanza? Con quanti mucchietti di polvere abbiamo a che fare?”
    “Con un incantesimo, magari. Dovrò lavorarci.”
    “Ci servirebbe un Grissom mistico ...”
    “Servirebbe, sì.”
    Willow fece un cenno ulteriore, una luce magica illuminò la parete ombrosa.
    Buffy trattenne il fiato.
    Il muro era completamente coperto da disegni, scarabocchi, lettere dell’alfabeto dipinte col sangue. L’immagine centrale, più grande e nitida, raffigurava una figura femminile appena abbozzata, il braccio teso in avanti, in linea retta, era armato di arco e frecce. Accanto al volto vuoto tre lettere insanguinate, Q E E, un’unica parola comprensibile: light.
    La figura si scagliava contro un mostro enorme, indefinibile, che sembrava sovrastarla.
    Per il resto, lettere sparse, disegni quasi infantili.
    “Angelus avrebbe lasciato uno schizzo della Gioconda, questo qui è più al mio livello.” sussurrò la cacciatrice, sopprimendo il senso d’inquietudine che le serrava la gola.
    Willow spalancò gli occhi, splendenti di potere.
    “Il sangue della guerriera è umano,” disse. “Quello del mostro è di vampiro.”
    “Significherà qualcosa?”
    “Potrebbe essere una sorta di indicazione, un suggerimento.”
    “Al contrario sarebbe lo scarabocchio piuttosto esagerato di un succhiasangue annoiato.”
    “Consulteremo gli antichi volumi, cercheremo di scoprire qualcosa.”
    “Va bene un gelato, adesso?”
    “Con questo freddo?!”



    Si ritrovarono a mangiare del gelato, poggiate contro una macchina solitaria. Le cacciatrici si occupavano degli ultimi rilievi e Xander aveva preso in mano la situazione con sommo sollievo di tutti.
    “Allora come procede tra voi?” cominciò Willow, curiosa.
    Buffy aggrottò le sopracciglia, addentando una scaglia cadente di cioccolato al latte. Il freddo insopportabile le congelava i denti e la stracciatella non era clemente.
    “Tra chi?”
    “Non farmi perdere tempo, su! Sto parlando di Spike e lo sai bene!”
    La cacciatrice si concesse un lungo attimo di riflessione. Sospirò.
    “Bene, credo. Insomma … niente tendenze depressive, lotte all’ultimo sangue, tentativi di violenza e amplessi distruggi-appartamento.”
    “Sembra una buona cosa, soprattutto per i nuovi arredi della casa di Angel. Mi ha detto che ci tiene molto.”
    “Vi siete visti?”
    “L’altra sera è passato al Centro! Ci siamo messi a parlare, lo trovo molto in forma!”
    Buffy sorrise, intenerita.
    “È un buon periodo per lui, sono contenta.”
    “Anche per te è un ottimo periodo. Non parlarmi d’altro, dimmi di Spike.”
    La cacciatrice si concesse un morso al cono e rivolse lo sguardo alle stelle lontane.
    “È difficile. Stavolta va tutto talmente liscio che … mi chiedo quanto durerà. Forse dovrei essere più cauta, più attenta. Del resto ho delle responsabilità adesso, c’è Anne.”
    Willow scosse il capo, poco persuasa.
    “Hai sempre responsabilità, non puoi usare questa scusa per tirarti indietro ogni volta.”
    “Oh … ma Annie –“
    “Ad Annie farebbe bene avere un papà. Tu vuoi stare con Spike?”
    Buffy non rispose immediatamente.
    Si voltò verso Willow e studiò il suo profilo chiaro, pieno di lentiggini.
    I capelli rossi, scossi dal vento, parevano brillare di un bagliore ardente e pieno di forza.
    “Sono innamorata di lui.” confessò, onesta. “Spike sarebbe un tale padre premuroso … anche quando c’era Dawn lui era presente, affidabile. Sono certa che, ora che ha l’anima, riuscirebbe a stare accanto ad Annie nel modo migliore.”
    Willow annuì, silenziosa.
    Prese i resti del gelato dalle mani dell’amica e li gettò in un cestino, assieme ai suoi. Tornò indietro a stringere Buffy, le fece poggiare il capo nell’incavo del suo collo.
    “Sai cos’è frustrante?” domandò la cacciatrice, socchiudendo gli occhi stanchi. “Essere in grado di salvare il mondo e non poter proteggere le poche persone che si amano veramente. È la cosa più insopportabile di tutte, mi farà diventare matta un giorno di questi.”
    “Per fortuna sono potente e divina.”
    “Per fortuna lo sei.”
    La strega sorrise a Xander che si avvicinava.
    Una leggera coltre di neve sciolta cominciava a cadere dal cielo.



    La strada che conduceva alla villa di Spike era piuttosto solitaria, Buffy la percorreva lentamente. Sospirando per il freddo, la cacciatrice raggiunse il cancello d’ingresso. Attese un istante, i sensi all’erta. Qualsiasi avversario avrebbe potuto seguirla, non le andava di sprecare il sabato sera in un inutile combattimento corpo a corpo.
    Tranquillizzata dalle proprie percezioni, Buffy premette il citofono.
    Fu Spike a riceverla e a farla accomodare.
    Solo in casa – Angel aveva annunciato un’uscita inevitabile qualche ora prima – aveva acceso il camino e si era dedicato alla lettura di qualche volume interessante.
    “Freddo eh?” sussurrò il vampiro, spogliando Buffy del soprabito.
    Lei era gelida al tocco, percorsa dai brividi.
    “Non avresti potuto farti accompagnare da qualcuno?”
    “Mi andava di camminare.”
    “Hai la testa più dura del marmo.”
    La cacciatrice indossava un semplice maglione nero ed un crocifisso pericoloso.
    “Lo tolgo.” ridacchiò, studiando l’espressione attonita di Spike.
    “Puoi anche lasciarlo! Figurati se mi spaventa una sciocchezza del genere!”
    “Per carità!”
    “Ti detesto quando passi il tempo a prendermi in giro.”
    Lo scambio di battute si concluse con un bacio leggero, interrotto da una telefonata.
    “Scusami.” sospirò Buffy, calda contro Spike.
    Estrasse il cellulare dalla borsa e si diresse in cucina.
    All’altro capo della linea una cacciatrice la informava degli ultimi sviluppi del nuovo caso. La prescelta si poggiò contro il piano cottura e ascoltò il rapporto, pensierosa.
    “… Capisco, sì. I mistici sono al lavoro? Willow non sembrava molto convinta della loro teoria.”
    Spike l’aveva raggiunta.
    Lentamente aveva lasciato aderire il torace alla sua schiena, solleticandole il retro del collo con una serie di baci impercettibili, delicati. Sensuale, aveva oltrepassato la barriera fastidiosa dei vestiti, sfiorando la pelle nuda dei fianchi con le dita abili che scioglievano ogni tensione. Buffy aveva dovuto continuare la conversazione con la gola stretta dall’emozione.
    “Chiamatemi pure, quando riuscirete a scoprire il significato dei simboli … a presto.”
    A fatica la cacciatrice era riuscita a staccare la chiamata. Il cellulare tremava leggermente nelle sue mani. Sorridente si era rivolta a Spike, che la scrutava con intensità spaventosa.
    Lei doveva essere arrossita, sentiva le guance in fiamme.
    “Scusami,” ripeté ancora, educata. “Devo gestire un problema dell’ultima ora.”
    “Cos’è successo?”
    “Abbiamo scoperto dei cadaveri e pare che qualcuno si sia divertito a fare esperimenti grafici con le loro facce.”
    “Uhm … contatterò i miei informatori e ti aiuterò a risolvere la faccenda. Parlerò anche con Angel, quando torna. Magari uno dei suoi bambini è uscito allo scoperto e vuole attirare l’attenzione del papà.”
    “I childe di Angelus non si erano esauriti?”
    “Lo so, ma è divertente farlo imbronciare.”
    La cacciatrice rise.
    “Siete proprio due bambini!” esclamò.
    Spike ricambiò il sorriso con una tale tenerezza da farla tornare seria in un istante.
    “Hai detto che siamo soli, vero?”
    “Sì, Angel non tornerà prima delle cinque.”
    “Annie è da Giles. Dorme da lui e sarà lui ad accompagnarla al nido.”
    Nella replica di Buffy si percepiva un’ansia malcelata. Le sue mani erano umide e fredde di sudore, il corpo proteso in direzione dell’amante, irrigidito.
    L’ultima volta che la cacciatrice aveva condiviso un momento di intimità fisica con Spike, Angel stava male e tutto era stato veloce e disperato. Da allora la relazione col vampiro si era fatta più profonda, ma platonica. L’idea del sesso era divenuta quasi spaventosa.
    “È stupido!” sbottò Buffy, decisa a sopprimere l’imbarazzo in una risata. “Noi due siamo stati insieme così tante volte che … non dovrei neanche sentirmi così nervosa.”
    “Ma lo sei.” replicò Spike, per nulla turbato. “Non voglio fare finta di niente e spingere sull’acceleratore, non questa volta.”
    “Non voglio aspettare.”
    Il vampiro aggrottò la fronte, dubbioso.
    Buffy si avvicinò a lui.
    “Non voglio fare del male ad Annie, frequentare stupidi uomini che mi faranno perdere stupido tempo, confonderle le idee. Quello che cerco è … voglio stare con te e basta. Non so come dirlo meglio.”
    “È perfetto così.” mormorò Spike, commosso.
    Buffy sorrise.
    “Ricordi la dichiarazione che mi facesti, quella prima della battaglia contro il Primo? Mi è capitata di citarla ad una giovane potenziale e lei l’ha raccontata a chiunque. Sei famoso adesso. Sei l’autore della dichiarazione d’amore più bella di tutti i tempi, a sentire le mie ragazze.”
    “Sono contento.” disse lui, prima di baciarla.
    Senza alcuna esitazione la prese in braccio e la condusse in camera da letto. La cacciatrice scoppiò nell’ennesima risata divertita, una volta adagiata tra i cuscini e le lenzuola pulite.
    “Cosa c’è?”
    “Un letto, finalmente!”
    Spike ghignò, si stese su di lei.
    La spogliò del maglione scuro e sciolse i capelli legati in uno chignon.
    La prescelta indossava un semplice reggiseno bianco, sportivo e confortevole. La magrezza del suo torace, accentuata e visibile, i muscoli definiti delle braccia e dell’addome rivelavano il rigore marziale dei continui allenamenti a cui si sottoponeva.
    La pancia era piatta all’inverosimile, il seno più piccolo. Ogni curva femminile, morbida e accogliente, aveva ceduto il passo alla durezza del fisico da guerriero.
    Eppure, nei fremiti continui, nell’odore di pesca e vaniglia della pelle, nella curva delle labbra, Spike riusciva a scorgere la fragilità nascosta di Buffy.
    Quella che aveva amato più di ogni altra cosa al mondo.
    “Ti amo.” sospirò lei, pianissimo, senza abbassare lo sguardo. “Ti amo.” ripeté, sincera.
    “Ti amo anch’io.” replicò il vampiro, baciandole la pancia, le mani, le labbra.



    Stretti in un abbraccio tiepido, gli amanti scivolavano nel sonno insieme.
    Deliziato, Spike scostava i capelli di Buffy, carezzandoli con languore.
    “Mi sveglierai intorno alle quattro? Devo andare a prendere Anne …”
    “Lo farò. Riposa adesso.”
    “Spike …”
    “Sì?”
    “Ti amo davvero.”
    “Lo so, passerotto.”
    Buffy chiuse gli occhi, esausta, e sfiorò lievemente le braccia maschili che la stringevano. Le tese in avanti, coprendole con le sue, disegnando il profilo di un arco immaginario.
    Si addormentò.











    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:02
     
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  4. MrsBadGuy
     
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    La cosa più bella, penso sia il nervosismo di Buffy prima dell'amplesso.
    E' stupendo come un sentimento tanto profondo, provi a volte a provare imbarazzo (che poi si potrebbe tranquillamente tradurre in ansia, aspettativa, desiderio) di fronte a qualcosa che è già successo, che già si conosce.
    E' una cosa dolcissima. E ho visto Buffy molto fragile in questo frangente, Spike più forte, deciso e sicuro.
    Lui che ama ciò che gli altri non vedono... non la guerriera, ma la donna fragile. Oh si, è questa l'essenza dello spuffy.

    Molto tenera anche la scena con Willow. Sai quanto per me significhi in genere il loro rapporto, e adoro i "loro" momenti. Come ci possono essere tra mamma e figlia, o tra sorelle.
    Bello.
    CITAZIONE
    È che, evidentemente, stai empatizzando con Buffy, lei amava moltissimo la sorella.

    Si, sicuramente. In genere, comunque, empatizzerei col dolore di qualcuno che perde una persona cara, anche non conoscendo quella persona.
     
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  5. °NeverMind°
     
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    Grazie Kiki, è un piacere per me conoscerti e poter commentare le tue storie! :)

    Mi sono resa conto di aver completamente tralasciato la figura di Angel nel commento precedente e volevo dirti due paroline su di lui.
    Mi piace come lo stai descrivendo, finalmente non vedo l'ex sempre pronto a fare il Dawson della situazione ma un vampiro cresciuto, più maturo (si può dire di un vampiro che ha più di 200 anni?!). Ha capito che non deve essere per forza l'antagonista di Spike ma trovare un suo equilibrio per inserirsi nella coppia Buffy/Spike. E come ho già detto mi piace.

    Venendo a questo capitolo... l'inizio mi ha spiazzata e mi ha lasciato un forte senso di inquietudine. La fine, invece, un vero toccasana per il mio cuoricino, mi piace come si sta evolvendo il loro rapporto.

    CITAZIONE
    Buffy chiuse gli occhi, esausta, e sfiorò lievemente le braccia maschili che la stringevano. Le tese in avanti, coprendole con le sue, disegnando il profilo di un arco immaginario.

    Questa parte mi ha lasciato un dubbio, quell'arco immaginario... non so, forse è la mia mente che sta facendo un viaggio strano... quindi urge un nuovo post! :P
     
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  6. katespuffy
     
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    Era da un po' che non mi commuovevo per una storia...
     
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    Ecco la vostra piaga. Again. .__.

    Spero di farvi piacere a postare a questi ritmi! Finché cazzeggio posso! XD


    MrsBadGuy: Willow e Buffy dovranno godere di nuovi momenti di confronto ed intimità, se riesco a scriverli come si deve, e Spike ama Buffy totalmente, sì. ♥

    NeverMind: Piacere mio! *____* Sono contenta che Angel ti piaccia. Ho cercato di renderlo quanto più IC possibile ed ho mantenuto il suo legame con Buffy, risolvendo la rivalità con Spike. Sono anche contenta di averti inquietata, il Buffyverse necessita di queste cose creepy. °w°

    Kate: *le porge fazzolettini* çOç




    Eccoci!







    15. Christmas Time








    Venne il mese di Dicembre più dolce che Buffy avesse mai vissuto.
    La relazione con Spike procedeva a gonfie vele. Dimenticate le paure e le perplessità iniziali, gli amanti erano riusciti a concedersi la felicità da sempre ostacolata, evitata, negata. Fiduciosa per la prima volta dopo tanto tempo, Buffy aveva scelto di ripresentare Spike ad Annie in qualità di fidanzato. Paziente, aveva spiegato alla figlia il senso del cambiamento. Lei aveva sorriso contenta.
    Pike le piaceva.



    “Così hai preso un regalo anche per me, briciolina?”
    La bambina rise, nascondendo il volto nell’incavo del collo della madre.
    Spike la carezzò con affetto, scompigliandole i capelli soffici.
    Insieme, nell’auto di servizio dell’esercito della cacciatrice, Spike, Annie e Buffy percorrevano la statale sgombra che conduceva alla villa di Angel. Quella sera avrebbero festeggiato Capodanno con lui, dopo aver trascorso il Natale con Giles, Willow e il resto della gang.
    “Avete comprato un mare di regali per una stupida festa!” osservò il vampiro, irriverente.
    “Non è stupida!” sbottò Buffy, offesa. “Il Natale è fantastico! È come il Ringraziamento: si ci siede a tavola tutti insieme, si prepara tanto cibo, nessuno spirito indiano e vendicativo rovina la cena …”
    “Ricordi ancora quell’episodio!”
    “È stato piuttosto indimenticabile.”
    L’auto parcheggiò a pochi metri dalla villa. I passeggeri scesero e l’autista venne congedata con cortesia. Carichi di pacchi, Spike e Buffy raggiunsero il cancello d’ingresso della villa. Il sole era tramontato da poco ed Angel poteva riceverli anche all’esterno dell’abitazione.
    “Quante cose avete portato!” esclamò il padrone di casa, diretto esclusivamente ad Annie che lo scrutava con stupore.
    Spike piegò le labbra in una smorfia contrita.
    “Sì, e potresti aiutarci sai?”
    “Uhm … con questa bella bambina a disposizione? Entriamo dentro, su.”
    Una volta giunti nel salone principale, gli amanti poterono poggiare i regali sul pavimento. L’albero realizzato da Angel era piccolissimo, metallico e vagamente punk, non forniva gran riparo ai doni natalizi.
    “Eccoci qui!” mormorò Buffy, rivolta alla figlia. “Vogliamo aprire i pacchi per lo zio Angel?”
    “Tì!”
    “Prima potremmo cenare come richiede la tradizione, no?”
    La cacciatrice s’imbronciò, sorpresa.
    “Credevo che saremmo usciti a prendere qualcosa, più tardi …”
    “Beh, no. C’è del … ho fatto provviste e … no! Perché hai pensato che saremmo usciti?”
    “Quello che Peaches sta cercando confusamente di dirti,” spiegò Spike, con la consueta aria indispettita. “È che abbiamo organizzato un cenone interminabile tutto per voi. Si festeggerà come richiede la tradizione. ”
    Buffy non rispose.
    Sorrise, raggiante.



    L’enorme tavola da pranzo, che occupava inutilmente un angolo della cucina, venne spostata nel salone principale. Buffy e Spike si premurarono di addobbarla sontuosamente, di distribuire piatti e posate. Per una volta anche i vampiri avrebbero partecipato ad un cenone di fine anno. Corrucciato dinnanzi ai fornelli, Angel studiava il modo più semplice per tagliare l’arrosto quasi pronto, sotto lo sguardo attento di Annie che non lo perdeva di vista un secondo. L’idillio venne interrotto dal suono del campanello.
    Il vampiro si diresse alla porta, svelto.
    “Chi è a quest’ora?” domandò Buffy. “Connor non doveva trascorrere il Capodanno con la fidanzata?”
    “Sì,” replicò Spike, pensoso. “Non è Connor, infatti. Non credevo che sarebbe venuta …”
    Buffy alzò lo sguardo, incuriosita.
    Quando vide l’ospite entrare sentì una stretta feroce allo stomaco, un rigurgito di rabbia repressa che la fece quasi tremare.
    “Faith.” mormorò.
    Pallida, struccata, consuetamente vestita di nero, Faith portava i capelli più corti, aveva il labbro superiore segnato da una cicatrice vistosa. Immobile, fronteggiava Buffy, protetta dal tocco di Angel che le aveva cinto la vita in un gesto intimo, amorevole.
    “Faith.” ripeté Buffy, deglutendo a fatica. “Non immaginavo che …”
    “Auguri anche a te, B. Ciao, Spike.”
    Il vampiro rispose con un cenno cordiale.
    Buffy si voltò di scatto.
    “Tu sapevi che sarebbe venuta? Lo sapevi e non mi hai detto niente?!”
    “Non ne ero certo, è stata una sorpresa anche per me.”
    “Bugiardo.” sibilò lei, astiosa. “Avresti dovuto avvertirmi! Si vede che vi frequentate da un po’ di tempo. Vi frequentate, non è così?” domandò ancora, rivolta ad Angel.
    Lui non replicò.
    “Frequenti Faith e non mi hai detto nulla?!”
    “Non ero tenuto a farlo.”
    Buffy spalancò gli occhi, pietrificata.
    “Oh, grazie per la sincerità! Del resto io non conto niente, giusto?”
    “Non dire sciocchezze, Buffy. È solo che non sapevo da dove cominciare …”
    “Questa è la scusa più patetica che io abbia mai sentito! E poi … è Faith, dannazione!”
    “Sono qui, B.” interruppe l’interessata, sarcastica.
    La cacciatrice serrò le labbra.
    “Lo stavo facendo presente, F.”
    “Perché non torniamo a preparare la maledetta cena?” propose Spike, in un disperato tentativo di conciliazione. “Stavamo così bene …”
    “ … Prima che lei arrivasse ed io scoprissi di essere l’unica idiota ignorante!”
    “Cerca di non esagerare, passerotto! Nessuno ti ha mentito!”
    “Avete omesso di dirmi una cosa così importante! Come avete potuto?! Angel, da quanto tempo … stai insieme a Faith adesso? Avete una relazione?”
    Annie alzò lo sguardo, spaventata dal tono di voce sostenuto della madre. Spike la prese in braccio, premuroso.
    “Mi sento così stupida.” sussurrò la cacciatrice, ingoiando il pianto che le serrava la gola. “Scusatemi, esco a fare due passi. Spike, per favore, occupati di Annie in mia assenza.”
    Indossato il cappotto in fretta e furia, Buffy raggiunse la porta e la sbatté senza delicatezza.



    Si sedette nella panchina vuota di un giardinetto pubblico deserto.
    In lontananza riusciva ad udire i fischi e le urla divertite di coloro che festeggiavano la fine dell’anno. A pochi metri da lei la collina scendeva a valle, rivelando lo spettacolo notturno della città luminosa e vitale. Buffy aggiustò le pieghe della sciarpa che indossava.
    Scoppiò a piangere senza trattenersi.
    Portò una mano alla bocca e cominciò a singhiozzare, disperata.
    Pianse silenziosa, senza un lamento né un gemito.
    Nessun passante in auto si accorse di lei.
    Sola, continuò a piangere per un buon quarto d’ora. Infine soffiò il naso e scacciò le lacrime che le inumidivano il volto. Era tempo di alzarsi.
    “Rimani dove sei.” comandò una voce alle sue spalle.
    Era Spike.
    “Hai lasciato nostra figlia con Angel e la sua nuova fidanzata?!”
    Il vampiro accennò un sorriso.
    “Non sapevo fosse anche mia figlia.” scherzò, intimamente lusingato.
    Prese posto accanto alla compagna e lei lo allontanò d’istinto, spostandosi all’estremità della panchina.
    “Risolviamo questa faccenda, forza.”
    “Risolvila tu.”
    “Non fare la difficile, Buffy! Stai complicando le cose inutilmente.”
    “Io?! Io complico le cose? Io non so mai nulla, come posso complicarle? Mi tocca fronteggiare le conseguenze delle azioni e le rivelazioni improvvise, come sempre. Sono così fottutamente stanca di questa storia!”
    “Passerotto, perché la stai prendendo così male?”
    “Perché sono stanca, te l’ho detto! Sono stanca!” esclamò lei, tossendo per lo sforzo. In un attimo scattò in piedi e Spike dovette imitarla.
    “Sono stanca di guardarmi continuamente le spalle! Devo farlo al lavoro, in missione, con il fottuto esercito americano che non sa come gestire le relazioni diplomatiche! Non posso farlo ventiquattrore su ventiquattro, capisci?!”
    “Capisco perfettamente, ma non so cosa c’entri con questa situazione.”
    “Oh! Tu non trovi un nesso? Che nesso ci può essere con un inganno?!”
    “Ma non ti ha ingannata nessuno, dannato inferno!”
    “Avresti dovuto dirmi che c’era lei! Tu avresti dovuto farlo!”
    “Così non saresti venuta?! Qual è il problema, fammi capire?!”
    La cacciatrice sibilò di rabbia e colpì il tronco di un albero, squarciandolo.
    “Perché ti disturba tanto la presenza di Faith?” chiese Spike, serio. “È per Angel? Non riesci ad accettare che –“
    “Stai zitto.”
    “Adesso rispondi.”
    “Stai zitto!” ripeté Buffy, singhiozzando. “Non è come credi! Tu sei … tu sei quello che ho scelto.”
    Il vampiro tacque. Lei riprese a spiegare confusamente, con le lacrime agli occhi.
    “Io voglio solo fidarmi di qualcuno come facevo quando ero più giovane. E voglio riposarmi ed essere felice … voglio godermi le stupide feste natalizie, maledizione! E mi mancano mia madre e mia sorella, e non so perché mi sento così da schifo! Mi sento da schifo, William.”
    Spike interruppe il monologo, attirò Buffy in un abbraccio deciso.
    “Non prendermi in giro, non mentirmi almeno tu.”
    “Sai che non lo faccio.”
    “Non omettermi niente, allora. Voglio che esistano ancora le persone di cui posso fidarmi ciecamente.”
    “Prometto che esisteranno sempre.” sospirò il vampiro, poggiata la fronte contro quella dell’amante.
    Lei chiuse gli occhi arrossati, belli.













    Noticine sparse ~

    [*]
    Ovviamente il Ringraziamento a cui si riferisce Buffy è quello di Pangs (quarta stagione)





    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:05
     
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  8. katespuffy
     
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    CITAZIONE
    “Hai lasciato nostra figlia con Angel e la sua nuova fidanzata?!”
    Il vampiro accennò un sorriso.
    “Non sapevo fosse anche mia figlia.” scherzò, intimamente lusingato.

    CITAZIONE
    “Stai zitto!” ripeté Buffy, singhiozzando. “Non è come credi! Tu sei … tu sei quello che ho scelto.”
    Il vampiro tacque. Lei riprese a spiegare confusamente, con le lacrime agli occhi.

    La mia Spuffysoul saltella ovunque inneggiando il tuo nome.
    Ad ogni modo, bello come hai descritto la reazione di Buffy e la sua impossibilità, stavolta non demoniaca ma psicologica, di trascorrere le feste e le giornate come gli altri esseri umani. Ancoraaaa, ancoraaaa!
     
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    Eccomi qua col capitolo successivo a quello "natalizio".


    Kate: Sono contenta che la tua anima spuffy inneggi il mio nome! Non avrei mai creduto che potesse succedere! XD Credo che quello di Buffy sia uno sfogo dettato anche dall'egocentrismo oltre che dallo stress, ma adesso vedremo ...

    Sono IC? *CCC*











    16. Touched







    Buffy rientrò in casa accompagnata da Spike.
    Sorridente, prese in braccio la figlia che le correva incontro, tranquillizzandola. Faith ed Angel si erano occupati di lei in sua assenza, poi il vampiro si era ritirato in giardino, a piano terra. Annie avrebbe voluto seguirlo.
    “Lo zio è triste.” mormorò la bambina, preoccupata.
    “Sì? Andrò a parlargli.” Replicò Buffy.
    Faith sedeva sul divano, muta, quasi incurante.
    “Andrò a parlare con Angel.” Ripeté la cacciatrice.
    “Vai pure, non devi chiedermi il permesso.”
    “Ascolta …”
    “Vai a parlare a Peaches, passerotto. Qui ci pensiamo noi, vero Faith?”
    La cacciatrice affidò Annie al compagno e si diresse in giardino.



    Le piante spontanee, cresciute nel terreno fertile e incolto, sembravano ancora più rigogliose nell’oscurità della sera. Smeraldine, ondeggiavano al vento, catturando lo sguardo attento di Buffy. La cacciatrice si strinse nel cappotto, chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle.
    Angel era seduto su un vecchio dondolo arrugginito che non aveva ancora provveduto a far sostituire. Il suo profilo chiaro si stagliava nel verde del giardino, bellissimo e malinconico.
    La cacciatrice esitò appena. Poi percorse il corridoio di mattoni in marmo che conduceva al dondolo e si sedette, gettando via un cuscino pieno di tarli.
    “Dovremmo curare di più questo spazio prezioso.” constatò il vampiro, riflessivo. “Potremmo avere un giardino vero …”
    “Mi dispiace.” interruppe lei, fulminea. “Ho esagerato e non avrei dovuto. Mi dispiace.”
    Angel sospirò, stanco.
    “Mi hai ferito.” confessò a bassa voce. “Mi rendo conto quanto ti sia difficile accettare Faith, ma avrei voluto che reagissi in maniera diversa. Avrei voluto saperti contenta per me, comprensiva. Vorrei che mi approvassi, perché no. Io con te l’ho fatto.”
    “Lo so, lo so e ti sono grata per questo.”
    “È così difficile sapermi felice con un’altra persona? La mia gioia è un peso troppo grande da sopportare?”
    Buffy scosse il capo, amareggiata.
    Timidamente cercò le mani di Angel. Le strinse, scaldandole con le proprie.
    “No, non è così. Sono felice se tu sei non troppo felice.”
    Il vampiro ridacchiò e si voltò a guardarla.
    Lei aveva gli occhi ancora gonfi e lucidi di pianto.
    “Una parte vorrebbe tenerti stretto per sempre, egoisticamente.” Spiegò la cacciatrice, onesta. “Sei stato il mio primo grande amore, non ti ho mai dimenticato. Eppure adesso ho trovato la persona giusta per me e vorrei che anche tu la trovassi, la meriti. Con Faith è complicato, abbiamo lottato così tanto l’una contro l’altra che qualsiasi passo in avanti è arrivato a sembrare quasi una sconfitta o una dichiarazione di guerra. È stupido, me ne rendo conto. Ti giuro che mi impegnerò a cambiare le cose, se questo servirà a farti stare meglio.”
    “In realtà noi due non siamo proprio amanti … è complicato, come dici tu. Sai come divento quando le relazioni vanno bene e, poi, non sono più abituato, non so come gestire questo genere di cose. Ci sei stata solo tu, e con Cordy … Non so, davvero. Faith mi aiuta, non mi mette pressione e si comporta da amica. Non so se saremo mai una coppia a tutti gli effetti, ma mi piacerebbe continuare a frequentarla.”
    “Certo, è giusto. Posso prometterti che cercherò di risolvere il tuo problema, quello della maledizione, e che Willow mi aiuterà. È una dea adesso.”
    “Ho notato.”
    La cacciatrice sorrise, raggiante a dispetto degli occhi arrossati.
    Angel le baciò i capelli.



    Annie era tornata a sedersi a tavola, assieme a Spike ed Angel che la intrattenevano in attesa della cena vera e propria. In cucina Buffy affettava qualche patata da aggiungere all’insalata mista e alle verdure di contorno all’arrosto.
    Faith la raggiunse.
    “Allora dimmi: cosa devo fare?” domandò neutra.
    “Puoi prendere un’insalatiera dal secondo cassetto. Ti piace il limone sulle verdure?”
    “Quindi rimango?”
    “Sì.” mormorò la cacciatrice. “Sono un’ospite quanto te e Spike ed Angel sono felici di averti invitata. Non posso mandarti via di mia volontà.”
    “Ma vorresti.”
    Buffy si voltò, seria.
    “No.” disse semplicemente. “No. Le cose tra noi sono sempre state problematiche e confuse, non c’è dubbio. Io tendo a vederti come colei che cerca di rubarmi gli affetti, che s’impadronisce di quello a cui tengo di più e me lo strappa via dalle mani; tu, probabilmente, mi vedi come una ragazzina viziata che non merita tutta l’attenzione rivoltale e ti senti derubata da me. Credo che dovremmo risolvere i nostri problemi. Per cominciare mi scuso d’essermi comportata da stronza, vederti mi ha fatta agitare.”
    “Succede sempre. Ho la grande capacità di farti incazzare anche a distanza!” ironizzò Faith, avvicinandosi con cautela. “Angel tiene molto alla tua approvazione, di certo io non riuscirò a sostituirti nel suo cuore.”
    Buffy scosse il capo.
    “Non si tratta di sostituire qualcuno, ma di creare un nuovo spazio. Quello che avrete tu e lui sarà totalmente diverso da quello che lui ha avuto con me, e va benissimo così.”
    “Lo capisco adesso, lo capisco. Per tanto tempo ti ho detestata, invidiata. Ti ho creduta responsabile dei miei fallimenti ed ho pensato che fosse la tua esistenza a togliermi il diritto di essere amata. Ho anche preso il tuo posto per questa ragione.”
    “Sì.”
    “Ma questa storia dell’invidia è infantile e idiota. Mi devasta il fegato odiarti così tanto, faccio solo del male a me stessa. Non sei tu la causa della mia solitudine, non è il tuo posto che devo prendere, né nel cuore di Angel né in quello degli altri. Non voglio più essere Buffy, perché esserlo equivale a sperimentare un altro grado di solitudine. Ogni giorno vedo tutto quello che sacrifichi per mandare avanti il tuo esercito e capisco di più il tuo dolore. Ti ammiro per questo.”
    La cacciatrice trattenne il pianto, ancora una volta nel corso della serata.
    “Grazie. Ti ammiro anch’io.”
    “Per cosa?”
    “Per il coraggio con cui hai affrontato i tuoi demoni. So per esperienza che è più facile ammazzare un plotone di vampiri che risolvere un problema personale. Sei stata forte.”
    “Sono una cacciatrice.”
    Buffy sorrise.
    Riprese il coltello e terminò di affettare le patate.
    “Sei diversa.” mormorò, pensosa.
    “Ho qualche cicatrice in più e sono –“
    “Sei adulta.”
    Faith sospirò, senza parole.
    “Siamo cresciute entrambe.”



    Il cenone proseguì in armonia.
    Intorno alla mezzanotte i commensali si diressero nella terrazza che dava sulla città, per ammirare i fuochi d’artificio. Buffy prese in braccio la figlia e, stretta a Spike, le fece gli auguri mostrandole le luci abbaglianti che illuminavano il cielo. Angel si avvicinò a Faith e l’abbracciò, timidamente.










    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:05
     
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  10. °NeverMind°
     
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    *___*
    Non ho parole per questo capitolo.
    Mi ha ricordato l'odore particolare che prende un prato verdeggiante appena terminato l'acquazzone. Mi ha trasmesso la stessa sensazione di pace e serenità. Mi ha dato speranza.
    Ho sentito profumo di casa, di famiglia. Una nuova grande famiglia, con Buffy, Spike e la piccola Anne, Angel e Faith.
    Meriteresti un commento migliore, più attento ma al momento non ne sono in grado. Troppe emozioni tutte insieme!
     
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  11. katespuffy
     
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    E chiedi se sono IC? Accidentaccio se lo sono. Porca miseria.
     
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  12. MrsBadGuy
     
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    Se è Ic?????????
    Oh si, lo è dannatamente!
    Lo è questa Buffy egocentrica, che soffre.
    Lo è questo Spike premuroso, sempre con le parole giuste.
    Lo è questo Angel all'inizio quasi insolente, poi tenero e giusto.
    E lo è questa Faith paurosa, bisognosa, che vuole una tregua.
    Lo è l'immagine di loro cinque che guardano i fuochi d'artificio..
    Belli.
     
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  13.  
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    Ecco qui.
    Sono più che veloce. Per adesso. *rotola*



    Kate: Grazie Kate! Ci tengo tanto, lo sai.

    NeverMind: Il tuo commento è fantastico così! ç___ç Grazie mille! Spero che anche il nuovo capitolo ti emozioni.

    MrsBadGuy: Auuuuuuuuuu! I'm the queen of IC! *CCC* *espande il suo ego* Sono così contenta! *^*









    17. Blood Ties







    Buffy percorreva il corridoio del Centro di Ricerca e Addestramento a passo sostenuto.
    Accanto a lei un codazzo di cacciatrici dal temperamento marziale, Xander e Willow impegnati in una discussione animata. La prescelta non li ascoltava neanche.
    “… E, per favore, non accompagnatela con un ritardo di mezz’ora, sarebbe peggio!” insisteva al cellulare, apprensiva e insicura.
    Annie avrebbe dovuto affrontare il primo giorno di scuola; l’ansia che la bambina non sentiva di provare gravava tutta sulle spalle di Buffy.
    “ … E controllate il perimetro!”
    “Buffster è convinta di mandare la figlia in missione.” Ironizzò Xander.
    Willow rise.
    “State zitti voi due, non sento! Passatemi Annie, per favore. Amore, buongiorno …”
    All’altro capo del telefono Annie salutò la madre, uscita di casa troppo presto a causa di un’emergenza.
    “Sei pronta? Tutto bene?”
    “Bene, sì.”
    “Ottimo. Spike verrà a prenderti nel pomeriggio e qui ci sono …” la cacciatrice mollò una sonora gomitata agli amici che cercavano di rubarle il cellulare. “ … Gli zii, vogliono salutarti.”
    “In bocca al lupo, Anne!” esclamarono i due, all’unisono.
    “In bocca al lupo, tesoro.” Aggiunse lei, amorevole. “Occupiamoci di questa faccenda adesso.” Comandò, decisa.



    Ad attenderla in sala riunioni c’era Kennedy.
    “L’abbiamo trovata.” Annunciò la cacciatrice.
    Buffy forzò un sorriso e si sedette sulla poltrona centrale. Attivò il collegamento diretto con Londra, dove risiedeva Giles, e salutò l’osservatore.
    “Buongior … sera? Signor Giles?”
    “Sono qui, Buffy, buongiorno a voi. Oggi Annie comincia il percorso elementare, come sta?”
    “Benissimo. Richiameremo più tardi, in privato. Annie vorrà aggiornarla sul primo giorno di scuola e …” la cacciatrice sospirò, intenerita. Resasi conto dello sguardo rivoltole dalle collaboratrici, cambiò immediatamente tono. “… Aggiorniamoci sulla situazione attuale.”
    “Dunque,” cominciò l’osservatore, togliendo gli occhiali da pulire. “Venerdì pomeriggio una giovane cacciatrice appena arruolata è fuggita dal Centro, subito dopo aver rubato un certo quantitativo di polveri mistiche ed armi da taglio …”
    Kennedy proseguì il racconto, puntuale.
    “La ragazza ha svaligiato una banca, uccidendo due guardie giurate, ed ha cominciato a fare strage di vampiri nella zona est della città. Intorno alla mezzanotte si è come volatilizzata.”
    “Fin qui ci siamo.”
    “Quello che non sapete è che, sabato notte, Andy Brendon - questo è il nome della ricercata - si è rifatta viva per contattare Simone Doffler.”
    “C’era da immaginarlo!” sbottò Buffy, irritata. “Figurarsi se quella cretina anarcoide non ci metteva lo zampino!”
    “Andy si è fatta spedire una semiautomatica proprio da Simone. Grazie a questo errore abbiamo scoperto dove si nasconde: ha occupato un magazzino abbandonato nella zona industriale. Abbiamo le coordinate.”
    “Non ci resta che partire.” Constatò la prescelta. “Signor Giles,” Disse, voltandosi in direzione dello schermo acceso. “Potrà seguire gli sviluppi dell’operazione sul computer, noi partiamo immediatamente.”
    “Bene.”
    “Willow, voglio che ti concentri su un possibile incantesimo di opposizione o difesa. La ragazza ha trafugato un bel quantitativo di polverine magiche e potrebbe farci di tutto.”
    “Ho già un’idea su quello che ha potuto creare con gli ingredienti rubati.”
    “Perfetto. Xander, Kennedy, voi venite con me e la squadra. Vediamo di sbrigarci e togliere i giocattoli dei grandi dalle mani di questa squilibrata.”



    Appostata dinnanzi al magazzino, Buffy attendeva il segnale di Willow.
    Come prevedibile, la fuggitiva aveva creato una barriera mistica protettiva, destinata a scongiurare gli attacchi dei nemici.
    “Ci siamo, Buffy, ci siamo …” sussurrò la strega, concentrata.
    In un istante una potente vibrazione scosse l’aria.
    La prescelta fece irruzione nell’edificio deserto.
    “Arrenditi, ti abbiamo trovata!” urlò, guardandosi attorno circospetta.
    Il locale era buio e lurido. Una serie di casse marce erano state spostate di fretta e, per terra, giaceva il cadavere di un uomo divorato dalle mosche.
    “Oh santo cielo … arrenditi, Andy!”
    Della cacciatrice nessuna traccia, sino a che un debole lamento indirizzò Xander in un angolo abbandonato. La ragazza giaceva lì, il ventre squarciato dai proiettili.
    Buffy si precipitò in soccorso della ferita, provò ad arrestare l’emorragia facendo pressione sullo stomaco sanguinante.
    Andy si voltò a guardarla.
    “Tu, lurida cagna …”
    “Cosa?”
    “Sei solo una sgualdrina … non ti rendi conto di quello che … sei solo una sgualdrina …” sospirò la ragazza, morendo.
    Buffy deglutì, senza fiato.
    Si alzò dal pavimento sporco e si diresse al centro della stanza.
    Willow aveva scoperto un cerchio mistico dipinto sul pavimento. Al centro, un’anfora colma di sangue umano.
    “Potrebbe appartenere al tizio steso all’ingresso.” Osservò la strega. “Guarda dietro di te, Buffy, ci sono dei disegni.”
    La cacciatrice si voltò in direzione della parete.
    Nel muro nero come il catrame riusciva a scorgere il profilo di un’arciere donna, con tanto di gonnella e capelli al vento, il simbolo stilizzato di un calice ed una serie di lettere e curve incomprensibili.
    “Mio Dio. Mi pare di aver già visto dei simboli simili …”
    “Tempo fa, sì.”
    “Cosa … cosa rappresentano, Wills? Siete riusciti a scoprirlo?”
    “In realtà no.” Ammise la strega, dispiaciuta. “Abbiamo consultato ogni libro di testo, ogni manuale antico, ma non c’è niente che faccia al caso nostro. L’arciere è una figura molto utilizzata, ma con certe specificità che qui mancano.”
    “Questa ragazzina ha ucciso e si è suicidata e noi non sappiamo perché?!”
    “Mi dispiace.”
    Buffy sospirò, sconfitta.
    Poggiò una mano sulla parete umida, ai piedi dell’arciere.



    Il Centro era finalmente tranquillo, svuotato del personale.
    Quietamente Buffy riordinava i documenti sulla sua scrivania, massaggiando le spalle tese e doloranti.
    “Posso aiutarti, se vuoi.” mormorò Spike, sorprendendola.
    La cacciatrice roteò gli occhi, divertita.
    “Ti piace tanto cogliermi alla sprovvista, eh?”
    L’amante si avvicinò e, sensuale, le sfiorò il retro del collo nel preludio di un massaggio.
    Sorridente, Buffy si lasciò andare contro il suo torace.
    Chiuse gli occhi, godendosi una serie di baci affettuosi.
    “Annie?”
    “È col carpentiere.”
    “Xander non lavora più nell’edilizia!”
    “Dettagli.”
    Spike fece voltare la compagna ed immerse il capo nell’incavo del suo collo.
    “Sei pronta?” mormorò, stringendola forte.
    “Sì, sì. Promettimi solo una cosa …”
    “Non dirò nulla ad Anne, te lo giuro.”
    Buffy annuì, grata.
    Prese Spike per mano, sopprimendo il tremito che la scuoteva, e lo condusse all’ultimo piano del Centro, nelle stanze abbandonate e sgombre.
    Serrò le labbra, mordendole per l’ansia.
    “È passato così tanto tempo, non credo di-“
    “Portami dove è successo.” Fece lui, rassicurante e fermo.
    Buffy obbedì, gli occhi grandi di sgomento.
    Percorse il corridoio deserto e raggiunse una parete abbandonata, impercettibilmente segnata da bruciature e macchie. Vi poggiò il palmo aperto.
    “È morta qui.” Disse pianissimo. “Dawn è morta qui. È stato nel corso di una crisi ingestibile. Ci stavano attaccando dall’alto e Willow era dovuta uscire a combattere. Avrei dovuto combattere anch’io, ma non ho potevo lasciarla sola. Piangeva così tanto ed aveva male alla pancia … era così sudata!”
    Spike carezzò la schiena di Buffy che già singhiozzava.
    “Si è accasciata qui, in preda alle doglie, e mi ha stretto forte la mano. Mi sono chinata accanto a lei e l’ho rassicurata, incitata, protetta dai crolli che ci investivano. È stato tutto inutile. Io sono stata inutile.”
    “Non dire così.”
    “Non l’ho protetta quanto contava! È colpa mia se lei è morta! L’ho trascurata, non ho controllato le sue frequentazioni, non le ho impedito di vedere quel dannato trismegisto! Avrei dovuto pensare alle conseguenze … avrei dovuto prevedere quello che sarebbe capitato …”
    Spike frenò il monologo disperato con un gesto deciso.
    Buffy si allontanò da lui, veloce.
    “Non consolarmi come se fossi una ragazzina fragile!” esclamò rabbiosa. “Ho visto morire mia sorella!”
    “Lo so.”
    “Lei è morta!” urlò Buffy, in lacrime. “È scomparsa in un bagliore di luce e mi ha lasciata! Io la amavo così tanto …”
    Il vampiro la strinse a sé, vincendo le sue resistenze.
    “La amavo così tanto!”
    “Ti ho vista dare la vita per lei, lo so.”
    “Me l’hanno strappata ed io non ero pronta … non ero pronta a perderla. Ti sembra giusto quello che mi hanno fatto? Ti sembra giusto?! La mia sorellina … l’ho amata sino alla morte! Sino alla morte ...”
    La prescelta si chinò su se stessa. Raggomitolata contro la parete grigia, chiuse gli occhi.
    Pareva una bimba spaventata.












    Edited by Kiki May - 31/7/2011, 12:07
     
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  14. katespuffy
     
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    CITAZIONE
    “La amavo così tanto!”
    “Ti ho vista dare la vita per lei, lo so.”

    I brividi, nel ricordare scene passate e nel sentirle ricordate daii personaggi

    CITAZIONE
    “Sei solo una sgualdrina … non ti rendi conto di quello che … sei solo una sgualdrina …” sospirò la ragazza, morendo.
    Buffy deglutì, senza fiato.

    Anche questo m'ha fatto impressione. Non tanto sulle parole che ha detto, ma sono perfettamente riuscita ad immaginare gli occhi e l'espressione di Buffy mentre riceveva queste parole....sembrava...familiare..
     
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  15. MrsBadGuy
     
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    Ricordi quando, qualche mp fa, ti dissi che non piangevo con la lettura da un sacco di tempo?

    Bene. Mi sono commossa adesso.
    L'immagine, il bagliore di luce, la bambina che resta e quella che va via.
    Doloroso.
    Terribilmente doloroso.
     
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303 replies since 10/3/2011, 16:22   7961 views
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