2 settimane per innamorarsi

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  1. Spuffyna
     
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    Allora, questa è la mia prima ff...quindi commentate e criticate pure, basta che non mi bastoniate molto....
    Buffy e Spike sono semplici amici, anche se lei spera di diventare qualcosa in più. Lui ricambierà i suoi sentimenti? Oppure qualcuno li ostacolerà?


    Capitolo 1
    Una leggera brezza le accarezzava i capelli. Dietro di lei la mano di lui sulla sua schiena. Buffy chiuse gli occhi a quel tocco. Sorrise dolcemente. Voltò leggermente il capo e le sue labbra incontrarono quelle di lui. Un bacio, dolce e pieno di desiderio. Sentì le braccia di lui avvolgerle i fianchi e muoversi lentamente verso la sua intimità. Si staccarono un attimo per riprendere fiato dal lungo bacio, per poi guardarsi negli occhi. I verdi di lei si persero nel blu dei suoi. E poi tornarono a baciarsi, sempre più convinti, vogliosi l'uno dell'altra. Sentì la propria schiena posare pesantemente su qualcosa di duro, ed aprì gli occhi.

    Buffy si trovava con la schiena contro il pavimento, accanto al letto. Era appena caduta. Sbuffando, si stiracchiò le braccia tirandole in alto e poi alzandosi. Tutto un sogno. Come sempre. Un sogno. Eppure sembrava così vero. Se non fosse stato per la caduta dal letto, avrebbe continuato ad essere felice. Almeno in sogno lo poteva essere. Si passò una mano tra i capelli, andando a recuperare un elastico per legarli. Erano scomposti ma stavano comunque bene. Si voltò verso la sveglia e vide che mancava poco perchè si mettesse a suonare. Il suo sogno sarebbe stato comunque interrotto. Ma chissà in quei pochi minuti cosa potrebbe essere successo. Sospirando, bloccò la svegli e andò sotto la doccia. Si vestì e come ogni mattina uscì e andò al capannone del bar. Perchè per girare il loro ultimo film erano dovuti andare lontano da casa sua. Non le capitava spesso di allontanarsi per girare un film. Ma quel posto era molto bello. Non dovevano stare nei propri camper perchè vi un terreno su cui avevano costruito dei monolocali con tutto l'indispensabile. Sala con angolo cottura e divano letto e bagno. A lei era stato dato un monolocale in fondo al campo, di fronte a quello di lui. Sorrise a quel pensiero. Chissà cosa poteva succedere mentre giravano il film: il suo ragazzo era lontano e lei poteva avvicinarsi di più a lui. E magari scoprire che ricambiava i sentimenti. Mentre viaggiava nel suo mondo, arrivò al capannone del bar. Aprì la porta e vide che vi era già molta gente. Salutò tutti con un sorriso, per poi prendere il suo cappuccino e dirigersi verso il suo tavolo preferito: quello vicino alla finestra e di fronte alla tv. Prese a soffiare un poco sul cappuccino, guardando distrattamente fuori, quando sentì lo stridio di un sedia. Si voltò e vide che al suo tavolo si era seduto proprio lui: già vestito per andare sul set, con il suo spolverino nero, i capelli ossigenati e i penetranti occhi blu.
    - Hey, riccioli d'oro, come và? Dormito bene?
    - Sì. Benissimo.
    Disse Buffy, sperando di non apparire idiota con quel suo sorriso da adolescente innamorata sul volto.
    - E tu?
    Chiese, per paura che lui andasse via.
    - Bhè, come al solito, direi. Ho visto che ieri sera hai tenuto la luce accesa fino a tardi.
    - Non riuscivo a dormire.
    - Bhè, neanche io vado a letto presto. Quindi, se ti senti sola, vieni pure che facciamo due chiacchiere, ok?
    E così dicendo si alzò. Buffy rimase ferma ad osservarlo mentre andava via, con lo spolverino che seguiva ogni suo movimento. Rimase ferma con la tazza a mezz'aria finchè due dita non le schioccarono davanti. Era Willow, la sua amica, anche lei attrice.
    - Tutto bene? Cosa hai fatto? Ti senti male? Hai bisogno di aiuto?
    Sempre così. Premurosa e dolce.
    - No, no, Will, tranquilla. Và tutto bene.
    - Mmm, sarà, ma io in questo ultimo periodo ti vedo un po' stralunata. Non è che hai dei problemi con Freddie?
    - No. Con lui no. Ora è meglio se andiamo, non vorremo far aspettare Joss.
    Sorridendo all'amica posò la tazza e si alzò, seguita da Willow.

    La giornata non era stata tra le più leggere. Una battuta. Fermati. Spostati per l'altra ripresa. regola la luce. Così la posizione non và bene. Cambiati l'abito. Fatti truccare. Salta. fermati. Un altro che sbagliava le battute. Quando aprì la porta del suo monolocale e se la chiuse alle spalle, Buffy cadde sul divano-letto già aperto e chiuse gli occhi. Nessun pensiero le attraversava la mente quando cadde nel sonno. E sognò ancora lui. Bellissimo alla luce del tramonto, che la teneva stretta tra le braccia e la coccolava e poi...bussava. Bussava?
    Buffy si svegliò di soprassalto e si mise a sedere. Sentì bussare alla porta. Maledisse mentalmente chi era dall'altra parte e aveva interrotto il suo sogno con...
    - Spike!
    - Hey dolcezza, ti ho svegliata? Perchè hai l'aria di una che stava dormendo, e anche alla grande direi.
    Lei si toccò i capelli e sentì che erano tutti sparati per aria e si passò una mano sulla bocca. Aveva sbavato! O mio dio! Cercò di ricomporsi in fretta, cercando di non pensare alla figuraccia che aveva appena fatto.
    - Hai mica un po' di latte?
    - Latte?
    - Sì, tesoro. Latte, sai quella cosa bianca che viene fuori dalle mammelle delle mucche.
    - Si, so cos'è il latte.
    Ed imbronciata si voltò ed entrò, raggiungendo il mini frigorifero e prendendo fuori il latte.
    - Ti facevo più ordinata.
    Lei si voltò e vide che lui stava guardando il casino che vi era nel suo monolocale. Gli si avvicinò e gli porse il latte.
    - Ecco.
    - Bene.
    - Bene.
    - Bene, grazie.
    Spike andò alla porta e lei lo seguì per chiuderla. Neanche un saluto. Niente di niente. Lui si era già chiuso la porta alle spalle. Lei sospirando chiuse la sua e posò la schiena contro di questa. Alzò gli occhi verdi verso l'orologio e spalancò gli occhi: era ora di cena e se non fosse stata svegliata chissà a che ora avrebbe mangiato. Allungò pigramente la mano verso l'interruttore della luce a la stanza venne illuminata.

    Aveva dormito già un bel po' prima e adesso non riusciva a ricadere nel suo mondo. Buffy stava fissando inespressiva la pagina di Google, tutta allegra con i suoi colori e decorata a giornata. Sembrava prenderla in giro. Non sapeva che fare. Sbuffando volto stancamente il capo, finchè lo sguardo non si fermò sulla luce accesa nel monolocale davanti al suo. Un pensiero le passò per la mente: " Se ti senti sola, vieni che facciamo due chiacchiere". Senza neanche pensarci chiuse il portatile e prese le chiavi ed uscì fuori, al fresco della notte. Sospirando, fece due passi e bussò alla porta del suo vicino. Dopo neanche un minuto la porta si aprì e Spike comparì sulla soglia. Era bellissimo con una semplice maglia a mezze maniche nera ed un paio di jeans, anch'essi neri. Sembrava sorpreso di vederla.
    - Non riuscivo a dormire, e così, mi è venuto in mente il tuo invito. Disturbo?
    Chiese Buffy tutto d'un fiato. Lui rise.
    - Vieni. Ma stai tranquilla, sembri un po' agitata.
    Quando Buffy si chiuse la porta alle spalle e si voltò vide che lui era più ordinato di lei. Si sentì un po' in imbarazzo. Doveva essere lei quella ordinata. Ed invece aveva fatto la sua solita figuraccia facendo vedere che non sapeva tenere in ordine le sue cose. Ancora la voce di sua madre le risuonava nelle orecchie "Ecco, guarda. Ordine, Buffy. Ordine! Ma sai cos'è? Sai cos’è?"
    - Sai cos’è?
    - Come scusa?
    Buffy scosse il capo, voltandosi verso l'uomo che segretamente amava.
    - Sai cos'è la cosa più brutta di non riuscire a dormire? Non c'è niente di bello da guardare in tv la notte.
    - Già.
    - Vuoi una tazza di latte? io la bevo sempre la sera. Mi rilassa.
    - No. No, grazie.
    Buffy si mise a sedere sulla penisola, con il gomito su questa e il mento posato sulla mano destra. Rimase a guardare sorridente Spike prepararsi il latte. Si muoveva molto sicuro nella cucina ed era sempre più sexy. Ogni cosa in lui l'attirava. Più che altro i suoi occhi. blu e profondi come il mare.
    Si misero a guardare uno stupido programma televisivo stesi sul letto. Risero per buona parte della serata e poi il programma finì. L'unica luce accesa era quella del comodino. Quando Buffy sentì la sigla finale mise un po' del suo peso sul lato destro e allungò il braccio sinistro verso il comodino, dove vi era il telecomando. Quando lo sfiorò, sentì la mano di lui sulla sua. Rimase ferma, il cuore che le batteva a mille. Gli occhi spalancati per la sorpresa, per il contatto con la sua pelle, con il suo tocco, gentile, dolce e tenero e fermo allo stesso momento. Voltò lentamente il volto e incrociò gli occhi di lui. Ci si stava perdendo. Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. E poi, d'improvviso, sentì le loro labbra schiacciate le une contro le altre. Il sapore di lui, la morbidezza del suo bacio. Un attimo, per poi staccarsi e guardarsi negli occhi...e riprendere a baciarsi.

    Capitolo 2
    Buffy pensava di sognare. ma sentire realmente il tocco della labbra di lui sulle proprie era realtà. Portò il proprio braccio dietro al collo di lui e nei brevi momenti che si staccavano si guardavano intensamente negli occhi. Passarono la notte a rotolarsi nel letto, per poi addormentarsi. Buffy stretta nel suo abbraccio.

    Il rumore della sveglia le fece aprire gli occhi. Si trovava da sola nel letto e così si guardò attorno, mentre la sveglia continuava con il suo fastidioso suono. Si allungò verso il comodino e la fermò. Quando fece per alzarsi, Spike entrò nella stanza con solamente un asciugamano legato in vita a coprirlo.
    - Dormito bene?
    Le chiese sedendosi accanto a lei, andandola a baciare. Buffy rispose al bacio, per poi staccarsi ed indicare la sveglia. Non le piaceva fare tardi al lavoro e dall'ora che l'orologio segnava aveva notato che lui si svegliava anche un po' più tardi di lei.
    - Vado a farmi una doccia.
    Lui le allungò gli asciugamani e quando lei uscì lui aveva già preparato la colazione. Mangiarono un po' in fretta, senza scambiarsi parola. Buffy poi tornò al suo monolocale per cambiarsi gli abiti.
    Sul set lui la evitava, e Buffy si chiese come mai. Al risveglio, quella mattina, sembrava andare tutto bene. Anzi, andava tutto benissimo. Non si era sognata di andare a letto con l'uomo che desiderava. Poi arrivò il momento di girare la scena del bacio. Il vento doveva soffiare tra i loro capelli, lasciare i loro volti liberi e la musica doveva crescere sempre più in sottofondo. Solo quando partì il ciak lui alzò gli occhi e li fissò nei verdi di lei. Si avvicinarono. Senza esitazione presero a baciarsi. Pochi secondi e poi tutto finito. Ma Buffy sorrideva, a lui. Spike invece sembrava strano. La voleva evitare, forse? E per il resto della giornata non ebbero altri incontri.
    La sera era fresca Buffy era seduta fuori dalla sua porta, ad aspettare Spike per chiedergli spiegazioni. Lui non poteva essere uno da una notte e basta, raggiunto il suo obiettivo passare ad un altro. Sospirò e si mise a fantasticare ancora e ancora. Magari adesso lui arrivava e le diceva che non voleva dare impressioni sul set, perchè molto riservato. Le diceva che voleva stare con lei e avrebbero passato un'altra notte nel letto di lui. Sorrise al pensiero della notte precedente. Tutto era stato ancora più dolce di quello che aveva immaginato. Il sole stava mandando gli ultimi suoi raggi, atterrando velocemente sul prato verde davanti a lei. Dopo quel prato vi era un burrone, con sotto un fiume. Il rumore dell'acqua arrivava leggero e rilassante alle orecchie, contribuendo a sognare ad occhi aperti. Si stava per alzare per andare a prendere qualcosa da bere quando lo vide arrivare. Sembrava stanco. Rimase ferma ad aspettarlo. Non poteva evitarla: avevano le porte una davanti all'altra.
    - Ciao.
    Lo salutò lei.
    - Hey. Ti stai godendo il panorama?
    Chiese lui accennando con il capo al sole che tramontava oltre il campo verde. I pochi raggi rimasti ad illuminare la serata erano alle spalle di Buffy, donandole una bellissima visione di Spike.
    - Anche. Stavo aspettando te.
    - Rivuoi il latte di ieri?
    Si era completamente scordata del latte, perchè non aveva alcuna importanza.
    - No, no. Te lo puoi tenere, ne comprerò dell'altro. Volevo solo sapere...perchè oggi eri così distaccato?
    - Niente.
    - Non vuoi far sapere che siamo stati insieme?
    - Esatto.
    Proprio come immaginava. Le sfuggì un leggero sorriso. Lui la guardò interrogativo.
    - Cosa c'è da ridere? Ho i capelli in disordine? L'aria da stravolto?
    - L'aria da stravolto ti dona. Ma...è che immaginavo che fosse per questo motivo.
    Si avvicinò per dargli un bacio e lui rispose trattenendosi molto. Non è che esagerava un po' adesso? Insomma, non c'era nessuno adesso a guardarli. Spike andò ad aprire la porta del suo monolocale ed entrò. Buffy lo seguì e si chiuse la porta alle spalle. Sprizzava gioia da tutti pori.
    - Adesso però siamo soli e nessuno può vederci.
    - Se vuoi mangiare qualcosa con me, Buffy, và bene, ma niente di più.
    Lei rimase un po' ferita dalle sue parole. Perchè essere così distaccati?
    - Qual è il problema? Volevi solo portarmi a letto e poi scaricarmi come se niente fosse?
    - Non c'entri niente tu. Il problema è un altro.
    - Quale? Parlamene. Siamo sempre stati buoni amici, possiamo trovare una soluzione.
    - Stasera ho solo voglia di mangiare e poi dormire subito dopo. Non ho voglia di spremermi le meningi per risolvere problemi.
    - Immagino di non poter replicare.
    - Esattamente.
    Disse Spike dirigendosi verso il frigo sfregandosi le tempie.
    - E ho anche mal di testa. Quindi, o mangi qui o ci vediamo domani.
    - Allora ti lascio hai tuoi fornelli. Domani però voglio una spiegazione per tutto questo.
    - Come vuole, star del set.
    Buffy si voltò a guardarlo infuriata.
    - Siamo diventati permalosi, eh?
    La prese in giro lui.
    - A domani, Capitan Perossido.
    Lo salutò lei, per poi uscire e andare al suo monolocale. Quando si chiuse la porta alle spalle si piegò sulle sue ginocchia e si prese la testa tra le mani. Cos'aveva sbagliato lei? Perchè la trattava così? Qual era il problema? Si alzò e andò a letto senza cenare. Le era passata la fame.

    Giorno di riposo. Sole e venticello. Un gelato insieme ai suoi amici: Willow e Xander. Erano seduti su un muretto e stavano allegramente scherzando, parlando del più e del meno, degli errori che avevano commesso sul set e dei nomi normali che avevano i loro personaggi. Xander stava facendo un tema orale sul nome Nicholas, Alyson e Sarah, che secondo lui era troppo normale. E Spike aveva un nome che secondo lui non gli si addiceva per niente: William.
    - Dimmi una cosa, Xan.
    Gli chiese Buffy.
    - Perchè Spike? Insomma, perchè non chiamarlo con il suo nome vero?
    - Tesoro, Spike gli dona di più. E poi, non mi ricordo bene perchè, l'ho sempre chiamato Spike. Faccio fatica a chiamarlo James.
    - Gli dona anche quello, però.
    Notò Willow.
    - Anche se Spike, come ha detto Xander, gli dona di più. Lo rende di più...lui.
    Finì semplicemente di dire Buffy. Avevano ripreso a mangiare il gelato, in silenzio, quando una ragazza alta, dai lunghi capelli castani e gli occhi scuri gli passò accanto. Salutò svogliatamente con la mano Xander e Willow, degnando solo un blando sguardo a Buffy. Quando fu abbastanza lontana da non sentirli più, Buffy chiese hai due amici:
    - Chi era quella?
    - Non sai chi è?
    Xander sembrava stupito. Aveva finito il suo gelato e nella coppetta era rimaste poche gocce che si erano scolte. Questo teneva la coppetta piegata ed un po' di cioccolato cadde a terra. Willow si avvicinò a loro e cominciò a spiegare:
    - Quella, Buffy, era Faith. La figlia del regista. Si crede una principessa. E' viziata, arrogante e presuntuosa. Tutto quelle che vuole prende. Meglio starle alla larga. Tratta tutti con sufficienza. Tutti, tranne le sue prede. Quando mette gli occhi su uno, poveretto, questo non può che arrendersi. Gli rende la vita un incubo. L'ho vista in azione. Non ha il minimo scrupolo.
    - E' un avvoltoio nel corpo di un cerbiatto.
    - Esatto Xan. Tutta apparenza. Però, Xan, non offendere più gli avvoltoi ed i cerbiatti paragonandoli a lei.
    - Scusami Will.
    Buffy si mise a ridere per gli ultimi scambi di battute. Poi tornò seria.
    - Farebbe davvero di tutto pur di avere qualcuno?
    - Sì. Ricatta, gioca d'astuzia, fa in modo che le persone che le sono di ostacolo le lascino il campo libero. Una volta, ad uno che aveva la ragazza, gliel'ha fatta perdere. Non chiedermi come, non lo so. Ma sono storie che girano. Penso che molte leggende metropolitane siano incentrate su di lei. Più che altro quelle sui mostri.
    Xander si mise a ridere, mentre le altre due erano serie. Poi anche loro si misero a ridere.

    Capitolo 3
    Le era sempre piaciuto il tramonto. Per lei era uno dei momenti migliori della giornata. Sospirando, si voltò per entrare nella casa. Vide che stava arrivando Spike, ma decise di ignorarlo. Dopo il loro ultimo incontro aveva deciso di lasciargli un po' di spazio. E anche lei doveva mettere ordine della sua testa. Doveva mollare Freddie. Non era mai stato il tipo per lei, ma si era sempre illusa di potersi innamorare, prima o poi, di lui. Non osava neanche immaginare la sfuriata che le avrebbe fatto. Ma non le importava molto. Adesso aveva un'altra faccenda da risolvere.
    - Ciao.
    Spike l'aveva salutata, e la stava guardando serio.
    - Ciao.
    Buffy fece per entrare in casa, quando la voce di lui la fermò.
    - Mi dispiace per ieri.
    - Quindi hai risolto il tuo problema?
    - No. Ci vorrà del tempo.
    - Affari tuoi.
    Buffy era stanca di essere presa e lasciata andare. Anche Freddie ogni tanto faceva così, e questo non poteva sopportarlo. Sperava veramente che Spike non fosse come Freddie: lunatico e meteoropatico insieme.
    - Qualcuno è di pessimo umore.
    - Qualcuno l'ha provocato.
    - Volevo parlarti proprio di questo. Entra.
    Buffy si voltò verso di lui e lo guardò mentre apriva la porta del suo appartamento, e poi lo seguì. Si richiuse la porta alle spalle e si fermò vicino a questa a guardarlo. Lui era con le mani appoggiato alla penisola a guardarla.
    - Allora?
    Chiese Buffy, guardandolo annoiata. Era molto curiosa, invece. Cosa voleva dirle? Voleva forse discutere del suo problema con lei? Per poi magari riavvicinarsi? Voleva spiegarle come stavano le cose o voleva mettere ben in chiaro che tra loro due non c'era niente?
    - Non so se l'hai saputo, ma è arrivata la figlia del regista.
    - Lo so.
    - L'hai già incontrata?
    - Una volta. Non mi ha neanche salutata. Xan e Willow mi hanno raccontato molto di lei.
    - E ti hanno anche detto che non molla mai la sua preda finchè non ha avuto ciò che voleva?
    - Si, anche questo. Ma cosa c'entra?
    Buffy forse aveva capito. Ma era meglio se lo diceva lui. Magari si sbagliava. Sperava che si sbagliasse.
    - E questa volta chi sarebbe?
    Lui sorrise, scuotendo il capo.
    - Non sei stupida. L'hai capito perfettamente.
    - Tu.
    Spike annuì, sconsolato.
    - Purtroppo si. Vedi, il punto è che lei si metterà contro chiunque cercherà di mettersi sulla sua strada. Se sapesse che noi due ci vediamo, non so come reagirebbe. farebbe di tutto per allontanarti da me. Ti farebbe star male, e non si pente a giocar sporco.
    - E cosa mai potrebbe farmi, giocando sporco.
    - Non ne sono si curo, ma gira in particolare una voce su di lei. Una delle sue prede era fidanzato e guarda caso la sua ragazza è sparita, ha perso la memoria e dopo neanche una settimana dal fatto Faith stava insieme a questo poveretto? Coincidenza? Ne dubito, perchè Faith girava da tempo attorno al poveretto.
    - Non penso che arrivi a questo punto. Forse è stato un caso. Niente di più.
    Disse Buffy andandosi a sedere sul letto. Lui le si avvicinò, guardandola dall'alto. Poi si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli.
    - Lo spero tanto. Ma non voglio che ti capiti niente.
    Lei si voltò, guardando a terra con gli occhi.
    - E' per questo motivo che ieri ti comportavi così.
    Spike annuì, per poi avvicinare il suo volto a quello di Buffy. Le sollevò delicatamente il mento, guardandola negli occhi, per poi andarla a baciare. Buffy in un primo momento stette ferma, ma poi rispose al bacio. E così continuarono, presi sempre più dalla loro passione. Caddero dolcemente all'indietro, sul morbido materasso. E lì rimasero a bearsi l'uno dell'altra per tutta la notte, addormentandosi poi abbracciati.

    Stava baciando una sveglia. Era così dolce, liscia e fredda. Ma dolce. Tanto dolce. E poi si mise a suonare. E le lancette la presero e la sollevarono in aria, per poi lasciarla cadere nel vuoto. Ed atterrare sul freddo pavimento accanto al letto di Spike.
    - Mmm...Amore, che stai combinando?
    Spike, ancora assonnato, si allungò prima a spegnere la sveglia, poi a guardare Buffy stesa a terra, con i suoi capelli arruffati e il lenzuolo che un po' si era tirata dietro. Buffy si alzò in piedi e guardò la sveglia.
    - E' tutta colpa sua.
    Disse indicandola. Spike si voltò a guardare la povera sveglia. Poi sollevò un sopracciglio, voltandosi nuovamente verso Buffy.
    - Sua? Cosa ha mai fatto la mia sveglia? Guarda che sei caduta prima che suonasse.
    - Stavo baciando la tua sveglia.
    Disse Buffy imbronciata, per poi cominciare a ridere. Spike la guardava allucinato.
    - Guarda che sono geloso, eh?
    Poi si mise a ridere anche lui e si mise sulle ginocchia, prendendo Buffy per i fianchi e facendola ricadere vicino a lui. La baciò dolcemente, per poi dirle di alzarsi. Dovevano andare sul set. Le ricordò che loro due, sul set, dovevano, purtroppo, essere semplici amici. E così fu. Ma avere sempre nei dintorni Faith non era per niente bello. Buffy si doveva assorbire il suo corteggiare Spike, e doveva stare zitta. Non poteva dire, fare niente. Sperando che lei cambiasse presto preda, Buffy arrivò a sera, guardando la televisione nel suo appartamento insieme a Willow. Questa si stava stiracchiando sul letto. Buffy stava talmente poco tempo nel suo monolocale che non metteva neanche più a posto il letto dentro il divano. Sorridendo pensò che neanche Spike lo faceva, ma non perchè non avesse il tempo, ma per utilità.
    - Pianeta terra chiama Buffy. Pianeta terra chiama Buffy.
    - Scusami Will. Ero nel mio mondo.
    - In questo periodo ci sei molto spesso. Ti sei davvero innamorata di Robbie e stai pensando ad un modo per farlo venire qui e strapazzartelo come non hai mai fatto.
    - Non è di lui che sono innamorata.
    - Uhu uhu! E chi è? Lo conosco? L'ho mai neanche visto di sfuggita?
    - Lo vedi tutti i giorni, mia cara.
    - O mio dio! Non Xander! No! Ti prego no! Il mio Xan no! Eri la mia migliore amica Buffy.
    Buffy si mise a ridere, lasciando l'amica a bocca aperta.
    - Non si tratta di Xander. Ma di Spike.
    - Spike? Ecco perchè tutte le volte che lo vedevi avevi quell'aria...
    E cominciò a gesticolare, per poi rivolgersi all'amica con il sorriso sul volto, come Buffy.
    - ...hai capito, vero?
    - Si, Will, ho capito.
    - Allora, lui lo sa?
    - Non solo.
    - Quindi è già successo qualcosa di più di un bacio?
    Buffy annuì e Willow battè le mani, stupita.
    - Buffy, voi due non perdete tempo. E poi, siete una così bella coppia!
    Poi si fece un attimo seria, avvicinandosi all'amica.
    - E cosa intendi fare con Freddie? L'hai già lasciato?
    - Non ancora. Ma ho intenzione di chiamarlo in questi giorni. Prima però io e Spike dobbiamo risolvere un problema?
    - Quale? Dove andare a vivere?
    Buffy, ridendo, diede un piccolo stusso a Willow.
    - Ma ti pare? Il problema si chiama Faith.
    - O no! Non dirmi che Spike è...è...
    - ...la sua nuova preda.
    Tutte e due si fecero un po' tristi e scossero il capo.
    - Che bel problema.
    Disse Willow. Buffy annuì, per poi guardare Willow alzarsi e dirle che lei andava perchè era molto stanca. Si salutarono e Buffy spense la tv e la luce, per poi posare il capo sul cuscino e preparasi a dormire.
    Stava lentamente sprofondando nel dolce mondo dei sogni quando sentì un rumore. Spalancò gli occhi, uscendo completamente del tutto dal suo mondo. Si mise a sedere e rimase in silenzio, per poi udire delle voci. Allora si alzò e andò alla porta, aprendola. Subito dopo il monolocale di Spike vi era un vaso rotto, a terra, ed una ragazza. Buffy accese la luce nel suo ingresso e la riconobbe: Faith. E proprio vicino a lei, che la teneva per mano, Spike.

    Capitolo 4
    - Oh, mi dispiace Spike!
    Faith si voltò verso di lui, sporgendo un po’ il labbro inferiore, avvicinandosi a lui sempre di più. Buffy rimase a guardare la scena immobile. Spike, con u gesto stizzito, si chinò a terra, lasciando la mano di Faith. Voltandosi per prendere un pezzo di vaso, vide Buffy. Faith seguì il suo sguardo:
    - Bhè, che hai da guardare? Non hai mai visto un vaso rotto, oppure stai ammirando la mia bellezza? Perché se fossi al tuo posto, mi guarderei pure io. Ma visto che per fortuna non ci sono ora aiutaci a raccogliere.
    Senza dire una parola Buffy si mosse in avanti e si chinò accanto a Spike. Lui spostò il capo in direzione di Faith, per poi far ruotare gli occhi; Buffy sorrise, per poi cominciare a raccogliere cocci.
    - Spike, lasciamo questo lavoro alla biondina. Vieni.
    - No, Faith.
    E così dicendo, tornò ad aiutare Buffy, che lo guardava di traverso.
    - Ahi!
    Buffy sollevò per riflesso la mano: non aveva guardato e si era tagliata.
    - Fammi vedere.
    La mano di Spike prese dolcemente la sua e la guardò. Si alzarono in piedi e lui fece per entrare nell’appartamento quando uno sbuffo li raggiunse:
    - Cosa c’è questa volta?
    Faith stava con le braccia incrociate e li guardava, fulminando Buffy.
    - Buffy si è tagliata a e deve essere disinfettata.
    - Non può farlo nella sua catapecchia?
    - Faith, è tardi. Buona notte.
    E detto questo Spike entrò nel suo monolocale con Buffy, chiudendosi alle spalle la porta, lasciando fuori un’infuriata e protestante Faith. Senza dire niente Spike disinfettò la mano di Buffy, per poi sedersi su di uno sgabello e guardarle silenziosamente Buffy, che sedeva davanti a lui. Lei lo vedeva stanco, e si chiese se era il caso di lasciarlo da solo. Così si alzò.
    - Dove vai?
    La raggiunse la voce di lui.
    - Sarai stanco. Ti lascio riposare.
    - Posso venire da te?
    Buffy lo guardò. Non glielo aveva mai chiesto.
    - Anche qui si sta bene, non capisco perché…
    - Primo: ho voglia di stare con te; secondo: ogni mattina, da quando è arrivata, Faith viene a bussare e mi sveglia perché vuole che faccia colazione insieme a lei. Non ne posso più!
    Buffy rise per il modo in cui l’aveva detto e gli fece cenno di seguirla. Lei era ferma sulla sua soglia, aspettando che Spike la raggiungesse. Lui mise la testa fuori, per vedere se Faith se ne era andata, così entrò nell’appartamento di Buffy.
    - Come mai vi tenevate per mano?
    Chiese lei, appoggiata alla porta.
    - LEI mi teneva per mano. Quando sono uscito per capire cosa era stato quel rumore LEI mi ha preso per mano e si è scusata. Tutta una scusa.
    Buffy andò a sedersi accanto a lui, per poi guardarlo negli occhi e abbracciarlo; lui la strinse a sé, perdendosi nel suo profumo. Caddero indietro sul materasso e dopo un dolce bacio si addormentarono.

    Lo voleva. Era bello, ricco e aveva fama. E poi sapeva anche cantare. Lei adorava chi sapeva cantare. Era perfetto, se non fosse stato per lei. Aveva potere su di lui, la biondina. Doveva trovare un modo per togliersela di torno. Doveva anche fargliela dimenticare. Ma ci avrebbe pensato il giorno dopo, adesso doveva riposare. La notte porta consiglio. Sorrise e chiuse gli occhi, portando le braccia sopra la testa e stiracchiandosi, mentre sbadigliava. Sarebbe andato tutto bene. Come le altre volte. Non era che un altro gioco. Forse un po’ più difficile, ma era proprio così che lo voleva. E avrebbe superato anche questo.

    Accarezzò dolcemente il volto di Spike finchè non lo vide aprire lentamente gli occhi.
    - Buongiorno.
    - ‘giorno.
    Rispose uno Spike ancora addormentato. Si baciarono dolcemente, poi Buffy si tirò su.
    - Avanti, dormiglione, dobbiamo andare.
    - Non ne ho voglia.
    Disse Spike tornando sotto le coperte.
    - Spike! Faith!
    Spike si alzò di scatto, andando a vestirsi e baciando Buffy, per poi andare ad aprire una finestra sul retro. Uscì da lì e girò attorno al campo, camminando poi tranquillamente lungo il sentiero fino alla sua porta.
    - Spike! Cosa fai già alzato?
    - Sono andato a farmi un giro, Faith. E’ proibito?
    - No, ma potevi dirmelo. Avrei potuto accompagnarti.
    Gli disse facendo gli occhi dolci. Buffy, intanto, guardava la scena dalla sua finestra. Non era per niente contenta che Spike stesse vicino ad una così, ma le aveva promesso di cercare di togliersela di mezzo il più presto possibile. E a quanto vedeva in quel momento ci stava provando.

    Fine. Finalmente era arrivata a fine giornata. Willow e Xander dovevano ancora girare un paio di scene, ma lei per quel giorno aveva chiuso. Doveva ancora fare una cosa e poi avrebbe potuto riposare. Prese il telefono e compose il numero:
    - Freddie, sono io.
    Disse sedendosi alla penisola della cucina. Una voce stizzita le rispose dall’altra parte.
    - Buffy! Anche a me fa piacere sentirti, ma proprio in questo momento non posso.
    - Non mi importa, Freddie. Dobbiamo parlare.
    - Lo facciamo quando torno, ok?
    - No.
    - Come sarebbe a dire no? Buffy, ti ho detto che ho da fare.
    - Ti lascio, Freddie.
    - E’ una scusa per farmi stare al telefono? Meschino da parte tua.
    - Non è una scusa. E’ quello che dovevo dirti.
    - Cosa è successo Buffy? Tu non mi puoi mollare così.
    - L’ho appena fatto. Non ne voglio più sapere Freddie.
    - No! Tu sei mia!
    - Tua? Sbagliato, io non sono tua. Non lo sono mai stata.
    E prima di sentirlo replicare ancora, Buffy chiuse la comunicazione. Pensava di stare peggio, invece si sentiva finalmente libera. Sapeva che l’avrebbe raggiunta, le avrebbe fatto una scenata davanti a tutti. Ma non le importava. Adesso c’era solamente un altro ostacolo: Faith.

    Capitolo 5
    Sbuffando, Buffy si alzò. Si era appena preparata e stava guardando tranquillamente la tv. Quella mattina non aveva voglia di fare colazione e così si stava rilassando. Quando aprì la porta si trovò Faith davanti.
    - Hey, biondina, come và? Non è che per caso hai un vaso?
    - No.
    Risponde incerta Buffy. Faith fece spallucce, per poi andare a bussare alla porta di Spike. Questo ci mise un po’ ad aprire e guardò prima Faith, poi Buffy.
    - Cosa vuoi?
    Chiese brusco, ancora mezzo addormentato.
    - Spike, tu di sicuro avrai un vaso da rimpiazzare con quello dell’altra notte.
    - Te ne do subito uno Faith.
    E così dicendo rientrò nel monolocale e tornò poco dopo con un vaso piccolo.
    - Tieni.
    - Grazie Spike! Immaginavo che tu lo avessi.
    E per ringraziarlo gli diede un bacio. Buffy spalancò gli occhi e sentì la gelosia montare dentro di sé. Spike si staccò brusco, per poi guardare Buffy, che teneva la mano stretta sulla porta. L’incontro tra i loro sguardi venne interrotto ancora dalla voce di Faith.
    - Spike, sai, mi sembri molto addormentato. Ti andrebbe di provare la mia nuova doccia? Papà me l’ha comprata nuova.
    Lì Buffy dovette fare un grande sforzo per trattenersi e non urlarle contro. Sapeva che doveva chiudere la porta e non ascoltare quei discorsi, Spike le aveva detto che non avrebbe ceduto a Faith. Ma vedere lei che così sfrontatamente ci provava davanti a tutti….non riusciva a sopportarlo. Ma non riusciva a muoversi. Voleva ascoltare. Voleva…
    - Vero, Buffy?
    - Uh? Cosa?
    - La prova costumi. Adesso dobbiamo andare a fare la prova costumi.
    Spike la guardò come per dirle di reggerle il gioco.
    - E’ vero. Guarda, Faith ha suonato proprio mentre stavo per uscire.
    - Bene. Entra.
    Faith fece un passo avanti, ma Spike la bloccò con una mano.
    - Non tu Faith. Buffy. Così quando sono pronto ci avviamo insieme. E poi deve ancora fare colazione e io ho il suo latte.
    Faith rimase a bocca aperta. Non le era mai capitato che qualcuno le dicesse di no. Buffy entrò a testa bassa nel monolocale di Spike, senza incrociare lo sguardo omicida di lei.

    La porta le venne chiusa in faccia. Fumando di rabbia, Faith si voltò e andò verso il bar. Immaginava che Spike fosse attaccato alla biondina. Doveva sbarazzarsene. Ma prima doveva capire che tipo di legame avevano. Sembravano solo amici, ma lei ben sapeva che l’ apparenza poteva ingannare. Quante volte aveva fatto la faccina da angelo per poi colpire alle spalle? Sorrise. Ed ecco che l’idea aveva preso forma. Ci avrebbe messo un po’, ma il piano adesso era completo.

    - Non dovrebbe sospettare niente, eh?
    - Un po’ mi piace il pericolo.
    - Ti ricordo che sei stato tu a dirmi che lei non doveva sapere di noi.
    Buffy incrociò le braccia al petto e si appoggiò alla parete. Spike le si avvicinò, posandole le mani sui fianchi e la fronte contro la sua, guardandola negli occhi. Rimasero in silenzio per un po’, fermi, a guardarsi. Poi Buffy distolse lo sguardo.
    - Dovresti andare a farti la doccia.
    - Da solo non è divertente.
    Buffy prima lo guardò seria, per poi sorridere.
    - In effetti, mi è appena venuta voglia di farmi un’altra doccia.
    Così Spike prese a farle il solletico e Buffy corse verso il bagno, togliendosi velocemente i vestiti ed entrando nella doccia e subito seguita da Spike, che andò a baciarla, spingendola contro il muro.
    - Ho voglia di te.
    Disse Buffy sotto il getto dell’acqua, tra un bacio e l’altro, passando le mani sulle braccia di lui… e bruciando insieme ancora una volta la loro passione. E così uscirono un’ora dopo dalla doccia e si avviarono verso il set .
    Qui vi era anche Faith che stava scherzando con papino.
    - Ragazzi.
    La voce di Joss li raggiunse e si avvicinarono a lui.
    - Dopo domani dobbiamo girare le scene di sesso. Oggi solo pochi baci.
    Detto questo, si voltò per tornare così a parlare con la figlia.
    I loro baci erano reali, mentre tutti gli dicevano che sapevano recitare davvero molto bene. Quel giorno le riprese finirono nel primo pomeriggio perché Joss aveva dato un giorno e mezzo di vacanza a tutti. Nessuno ne sapeva il motivo. Così Buffy passò il pomeriggio nel proprio monolocale, cercando di metterlo a posto. Sentì bussare e buttando stancamente lo straccio a terra andò ad aprire la porta. Si trovò davanti una Faith piangente e questa le chiese di entrare. Buffy la fece accomodare: anche se tutti ne parlavano male di lei, non le piaceva veder la gente piangere. E magari anche lei aveva dei sentimenti. Magari stava male e con il suo comportamento cercava di non darlo a vedere.
    - Cos’è successo?
    Le chiese.
    - Spike… Spike mi evita.
    Buffy si irrigidì. Non le piaceva l’argomento. Per niente. E se avesse capito qualcosa? “Forza, Buffy, sei un’attrice. Recita”.
    - Lui… Tutte le volte che gli chiedo di entrare nel suo appartamento tira fuori una scusa. Non gli posso più neanche portare la colazione. Lui mi piace, Buffy. Mi piace davvero.
    - Magari non è quello giusto.
    Disse Buffy. Perchè si veniva a confidare proprio con lei? Che sospettasse qualcosa e volesse scoprirlo? Non ce l'avrebbe fatta.
    - Vedi, io ho cercato molto la mia metà, e sento che in Spike l'ho trovata.
    Buffy adesso guardava Faith scioccata.
    - Perchè lo vieni a dire proprio a me?
    - Perchè vedo che siete molto amici. Potresti parlargli di me, potresti farlo avvicinare. Potresti aiutarmi.
    - Non penso di essere la persona migliore e...
    - Oh, Buffy, ti prego.
    Buffy si voltò di spalle per non guardare Faith in faccia. Non sapeva che pensare. Prima la trattava con superficialità, per poi andarle a chiede aiuto...PER CONQUISTARE SPIKE!!! Doveva farle cambiare idea senza che sospettasse niente. Fredda, indifferente e staccata. Chiuse gli occhi e sospirò piano, senza farsi sentire.
    - Vedrò cosa posso fare, ma non ti assicuro niente.
    - Oh, Buffy, grazie mille! Posso restare qui per un po'? Ho voglia di fare due chiacchiere.
    - Certo, puoi rimanere.
    Buffy le sorrise. Non doveva pensare che la evitava. Parlarono per buona parte del pomeriggio, fino a quando Faith non se ne andò. Buffy chiuse la porta e si buttò di schiena sul letto, sospirando. Era stanchissima. Faith non le era sembrata male, ma doveva stare attenta all'argomento Spike. Chiuse gli occhi, pensando di riposare un po' e sentì bussare.
    - Eh, no!
    Disse spingendosi su e andando nuovamente verso la porta e aprendola.
    - Cosa ci faceva qui Faith?

    Capitolo 6
    - Spike!
    - Cosa ci faceva qui Faith?
    - Abbiamo solo parlato, niente di che.
    - Buffy, è pericolosa. Sta cercando di mettersi tra di noi.
    - Abbiamo solo parlato, Spike! Te l’ho appena detto.
    - Fammi entrare.
    - Hai voglia di litigare?
    Spike le lanciò un’occhiataccia, per poi girarsi e andarsene.
    - Aspetta!
    La voce di Buffy lo fermò. Lui si voltò ed entrò.
    - Di cosa avete parlato?
    - Del più e del meno. Abbiamo un po’ guardato la tv e fatto due chicchere.
    - Avete parlato di me.
    Buffy rimase un attimo in silenzio, per poi abbassare il capo.
    - Si.
    - Oh, benissimo!
    Disse Spike agitando le mani e voltandosi, cominciando a camminare nel piccolo perimetro della stanza.
    - Perché te la prendi con me, adesso? Lei è arrivata qua piangendo e mi ha raccontato che non riesce ad averti, e così mi ha chiesto di mettere una buona parola e io ho detto che lo avrei fatto per non farla insospettire.
    - Spera che abbia funzionato.
    - Hai dei dubbi forse?
    Spike si voltò ed entrambi si fissarono male negli occhi per pochi minuti. Il silenzio stava cominciando a diventare insopportabile. Poi Spike mosse un passo, un altro, fino a trovarsi di fronte a Buffy. Le prese le mani e con tono dolce le disse:
    - Solo non voglio che distrugga il nostro rapporto.
    Negli occhi di Buffy lampeggiò una scintilla. Tirò via le mani dalle sue e si allontanò da lui.
    - Rapporto? Spike, nessuno lo sa e poi è un rapporto praticamente solo sessuale. Quand’è che usciamo insieme? Quand’è che ci facciamo vedere insieme anche solo a cena? Andiamo per caso fuori mano nella mano? Siamo mai andati a delle feste? No!
    - Buffy, ascoltami, ti prego…
    - No, Spike. Ascoltami tu. Noi abbiamo solo questo. Solo delle scopate e basta. Sembra qualcosa di più, ma non lo è. Altrimenti sarebbe maturato molto tempo fa. Il massimo che Faith può distruggere sono fugaci momenti di svago!
    Spike rimase fermo sul posto, scioccato dalle sue parole. Poi si avviò verso la porta ed uscì, sbattendosela alle spalle. Buffy rimase ad osservare la porta chiusa, per poi scivolare lungo la parete, inginocchiandosi alla parete, cominciando a piangere. Avrebbe dovuto sopportarlo ancora per una settimana e mezzo e poi non lo avrebbe più visto. La sua vita avrebbe ripreso il suo normale ciclo. L’unica caso positiva di tutta quella faccenda era che aveva finalmente lasciato Freddie.

    Loro non avevano solo quello. Come poteva pensarlo? Non sapeva quanto avrebbe voluto poter andare fuori tranquillamente con lei. Ma non poteva. Non con Faith in giro. Era vero, stavano insieme per pochissimo tempo. Ma cosa provavano in quei minuti? Non si era mai sentito così bene come quando stava con lei. Doveva farglielo capire. Doveva solamente trovare il modo.

    - STOOOP! Ma cosa avete oggi?
    Joss guardava infuriato Buffy e Spike: era la settima volta che giravano la stessa scena e tutte le sette volte loro si guardavano in cagnesco. Non poteva andare avanti così. In quella scena dovevano avvicinarsi lentamente e poi baciarsi, ma sembrava come se ci fosse una barriera invisibile e neanche si baciavano, a mala pena si sfioravano.
    - Facciamo una pausa.
    Joss si passò una mano tra i capelli, lasciandosi cadere sulla sedia. Chiuse gli occhi e buttò indietro la testa, rilassandosi e svuotando il capo da tutti i pensieri. Ma questo non gli impedì di non ascoltare la conversazione tra Buffy e Willow, poco distanti da lui.
    - Insomma, Buffy, è una scena come un’altra. Hai per caso litigato con Spike?
    - Si, Will.
    - E per cosa?
    - Siamo andati sull’argomento Faith.
    - Ahia.
    - Lui non vuole che il nostro rapporto venga rovinato e io gli ho risposto che abbiamo un rapporto solo sessuale, e niente di più. E così lui se l’è presa.
    - Bhè, Buffy, non lo puoi biasimare. Anche io me la sarei presa.
    - So che sono stata dura, ma è la verità.
    - Ne sei sicura?
    Pausa. Nessuna risposta. Joss aprì un occhi nella direzione delle due e vide Buffy a testa china che scuoteva il capo, con le lacrime agli occhi.
    - No. Ma devo tornare alla mia vita normale.
    Willow la prese a braccetto e si avviarono verso il bar.

    - Faith, tesoro. Questa sera non posso mangiare con te.
    - Oh. Perché?
    - Guarda, amore, ho una cena di lavoro. Ma ti assicuro che avrai compagnia.
    - Grazie papi.
    Faith diede un rumoroso bacio sulla guancia a Joss.

    - James!
    - Lo sai che preferisco Spike.
    - Fa lo stesso, sei sempre e comunque tu. Ascolta, ho bisogno di un grandissimo favore.
    - Sputa il rospo, Joss.
    - Questa sera potresti tenere compagnia a mia figlia Faith’ Sai, io le avevo promesso una cena nel suo ristorante preferito, ma purtroppo il lavoro chiama.
    - Mi dispiace, ma non posso?
    - Cosa devi fare?
    - Altro.
    - Come scoparti Buffy?
    Spike lo guardò negli occhi, scioccato? Come faceva a saperlo? Altro che Onnipotente Regista, Onnipotente Sensitivo.
    - Joss, ma cosa…
    Cercò di dire, ma non era per niente convincente. Così scosse il capo e a testa bassa disse:
    - Buffy non è solo questo.
    - Non mi importa. Stai facendo soffrire mia figlia, lo sai questo? Adesso capisco perché tutte le volte che la vedo tornare verso il suo appartamento ho il volto triste.
    - Joss, io…
    - Non trovare scuse, James. Tu e Faith siete una coppia fantastica.
    - Joss, io non amo Faith. Questa sera voglio riposarmi.
    E così Spike si voltò e fece per andarsene.
    - Stai con lei questa sera, oppure le dico di Buffy. E lo sai che non reagirà per niente bene.

    Capitolo 7
    A grandi passi si avviò verso il bar. Lei si trovava lì. Quando entrò, si fermò sulla soglia e percorse con lo sguardo il luogo: eccola, seduta al solito tavolo, intenta a guardare fuori dalla finestra la pioggia. La raggiunse e facendole prendere paura, la sollevò dalla sedia e tenendola per un braccio cominciò a camminare verso il proprio appartamento.
    - Dobbiamo parlare.
    Disse, appena entrati, appoggiandosi alla porta.
    - Col cavolo! E poi ti sembra il modo?
    Buffy si stava passando una mano sul braccio.
    - Come fa Joss a sapere di noi?
    Buffy sollevò d’istinto il capo, guardando Spike.
    - Cosa?
    - Hai capito benissimo.
    - Non lo so. Non ne ho idea.
    - Forse, qualcuno ha parlato con sua figlia e ha lasciato trasparire molte cose.
    - Ti ho già detto come è andata. Adesso lasciami andare.
    - E i tuoi sbagli li devo riparare io!
    - Chi te l’ha chiesto?
    - Sai, questa sera mi toccherà cenare con Faith perché altrimenti Joss le dirà di noi due. Sempre se lei già non lo sa. Magari, ha architettato il tutto.
    Sbuffando, Buffy si avvicinò alla porta, dove Spike era appoggiato.
    - Non ho idea di come Joss sia venuto a conoscenza di noi due, ma ormai non scopiamo più, quindi che problema c’è?
    Prima che potesse dire altro, Buffy venne spinta sul letto e si trovò a guardare uno Spike infuriato.
    - Noi non abbiamo solo questo. Dimmi la verità, Buffy, hai mai sentito niente di più quando ti facevo questo?
    E così dicendo la baciò, per poi andare a baciarle il collo, il seno ed il ventre. Buffy chiuse gli occhi, cominciando a sentire dentro di sé i sentimenti delle altre volte. Buffy fece una piccola protesta quando Spike smise. Questo le si riavvicinò al volto, sfiorando le proprie labbra con quelle di lei.
    - Allora?
    Buffy lo guardò, poi si voltò. Sentì il tocco dolce e leggero di lui sulla guancia, che le voltò nuovamente il capo e la fissò i propri occhi nei suoi.
    - Rispondimi Buffy.
    Per risposta lei lo baciò e sorridendo Spike rispose al bacio, invertendo le posizioni, portandola sopra di sé. Stava passando le mani sulla sua schiena, sotto la sua maglia, quando sentirono bussare.
    - Lascia perdere.
    Disse lui. Ma ecco che bussavano ancora, e ancora, e ancora. Sospirando, Buffy si alzò ed andò ad aprire, con tutti i capelli scompigliati ed un enorme sorriso sul volto. Che scomparì appena vide chi aveva davanti.

    Faith la stava squadrando, per poi puntarle il dito contro.
    - Lo sapevo. Lo immaginavo che voi due aveste qualcosa.
    - Faith, no…
    Cominciò Buffy, cercando anche di sistemarsi un po’ decentemente i capelli nel frattempo.
    - Non dire una parola, Buffy. Ma non lo avrai ancora per molto. Non mi lascerò portare via Spike di te, biondina.
    E così dicendo si voltò e se ne andò. Buffy rimase ferma, immobile sulla porta, ancora aperta. Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, ma non si voltò.
    - E’ tutta colpa mia se adesso sa di noi. Tu non volevi. Avevi ragione.
    Scivolò via dalla presa di Spike e raggiunse la sua porta.
    - Buffy…
    Le arrivò alle orecchie la voce di lui che la chiamava, ma oramai si era chiusa la porta del suo monolocale alle spalle. Scivolò lungo questa, fissando la stanza davanti a sé.

    Spike arrivò davanti alla porta di Faith e bussò. Sperava davvero che lei no gli aprisse, ma purtroppo le sue speranze furono vane.
    - Cosa vuoi Spike?
    - Dovevamo cenare insieme, non ti ricordi?
    - Già. Hai già finito con Buffy? Oppure avete un altro round?
    - Buona notte, Faith.
    Spike fece per andarsene, ma Faith gli si piazzò davanti e lo spinse contro la parete, baciandolo.
    - Pensi che la biondina sia meglio di me? Te lo farò vedere. Non ho alcuna voglia si mangiare.
    - No, Faith, non ti voglio.
    - Adesso dici così…
    E senza lasciarlo protestare lo spinse dentro e chiusa la porta con un calcio lo spinse sul letto e gli saltò in grembo.
    - Sarà divertente. E poi le prossime volte ci sono certi giochini che vorrei sperimentare.
    - Faith, smettila.
    Spike le prese i polsi e la fece alzare, insieme a lui. Lei fece per respingerlo giù, ma lui la teneva stretta. Allora lei cominciò a protestare.
    - Lasciami, mi fai male.
    - Solo se mi prometti che mi lascerai in pace. E anche Buffy.
    - Ma io ti voglio.
    - No, tu vuoi un altro trofeo. E adesso lasciami in pace.
    Le lasciò i polsi ed uscendo si chiuse sbattendo la porta alle spalle. Doveva andare da Buffy. Adesso doveva andare tutto bene. Sperando che Faith non facesse un altro gioco per togliersi Buffy di mezzo.


    A grandi passi si avviò verso il bar. Lei si trovava lì. Quando entrò, si fermò sulla soglia e percorse con lo sguardo il luogo: eccola, seduta al solito tavolo, intenta a guardare fuori dalla finestra la pioggia. La raggiunse e facendole prendere paura, la sollevò dalla sedia e tenendola per un braccio cominciò a camminare verso il proprio appartamento.
    - Dobbiamo parlare.
    Disse, appena entrati, appoggiandosi alla porta.
    - Col cavolo! E poi ti sembra il modo?
    Buffy si stava passando una mano sul braccio.
    - Come fa Joss a sapere di noi?
    Buffy sollevò d’istinto il capo, guardando Spike.
    - Cosa?
    - Hai capito benissimo.
    - Non lo so. Non ne ho idea.
    - Forse, qualcuno ha parlato con sua figlia e ha lasciato trasparire molte cose.
    - Ti ho già detto come è andata. Adesso lasciami andare.
    - E i tuoi sbagli li devo riparare io!
    - Chi te l’ha chiesto?
    - Sai, questa sera mi toccherà cenare con Faith perché altrimenti Joss le dirà di noi due. Sempre se lei già non lo sa. Magari, ha architettato il tutto.
    Sbuffando, Buffy si avvicinò alla porta, dove Spike era appoggiato.
    - Non ho idea di come Joss sia venuto a conoscenza di noi due, ma ormai non scopiamo più, quindi che problema c’è?
    Prima che potesse dire altro, Buffy venne spinta sul letto e si trovò a guardare uno Spike infuriato.
    - Noi non abbiamo solo questo. Dimmi la verità, Buffy, hai mai sentito niente di più quando ti facevo questo?
    E così dicendo la baciò, per poi andare a baciarle il collo, il seno ed il ventre. Buffy chiuse gli occhi, cominciando a sentire dentro di sé i sentimenti delle altre volte. Buffy fece una piccola protesta quando Spike smise. Questo le si riavvicinò al volto, sfiorando le proprie labbra con quelle di lei.
    - Allora?
    Buffy lo guardò, poi si voltò. Sentì il tocco dolce e leggero di lui sulla guancia, che le voltò nuovamente il capo e la fissò i propri occhi nei suoi.
    - Rispondimi Buffy.
    Per risposta lei lo baciò e sorridendo Spike rispose al bacio, invertendo le posizioni, portandola sopra di sé. Stava passando le mani sulla sua schiena, sotto la sua maglia, quando sentirono bussare.
    - Lascia perdere.
    Disse lui. Ma ecco che bussavano ancora, e ancora, e ancora. Sospirando, Buffy si alzò ed andò ad aprire, con tutti i capelli scompigliati ed un enorme sorriso sul volto. Che scomparì appena vide chi aveva davanti.

    Faith la stava squadrando, per poi puntarle il dito contro.
    - Lo sapevo. Lo immaginavo che voi due aveste qualcosa.
    - Faith, no…
    Cominciò Buffy, cercando anche di sistemarsi un po’ decentemente i capelli nel frattempo.
    - Non dire una parola, Buffy. Ma non lo avrai ancora per molto. Non mi lascerò portare via Spike di te, biondina.
    E così dicendo si voltò e se ne andò. Buffy rimase ferma, immobile sulla porta, ancora aperta. Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, ma non si voltò.
    - E’ tutta colpa mia se adesso sa di noi. Tu non volevi. Avevi ragione.
    Scivolò via dalla presa di Spike e raggiunse la sua porta.
    - Buffy…
    Le arrivò alle orecchie la voce di lui che la chiamava, ma oramai si era chiusa la porta del suo monolocale alle spalle. Scivolò lungo questa, fissando la stanza davanti a sé.

    Spike arrivò davanti alla porta di Faith e bussò. Sperava davvero che lei no gli aprisse, ma purtroppo le sue speranze furono vane.
    - Cosa vuoi Spike?
    - Dovevamo cenare insieme, non ti ricordi?
    - Già. Hai già finito con Buffy? Oppure avete un altro round?
    - Buona notte, Faith.
    Spike fece per andarsene, ma Faith gli si piazzò davanti e lo spinse contro la parete, baciandolo.
    - Pensi che la biondina sia meglio di me? Te lo farò vedere. Non ho alcuna voglia si mangiare.
    - No, Faith, non ti voglio.
    - Adesso dici così…
    E senza lasciarlo protestare lo spinse dentro e chiusa la porta con un calcio lo spinse sul letto e gli saltò in grembo.
    - Sarà divertente. E poi le prossime volte ci sono certi giochini che vorrei sperimentare.
    - Faith, smettila.
    Spike le prese i polsi e la fece alzare, insieme a lui. Lei fece per respingerlo giù, ma lui la teneva stretta. Allora lei cominciò a protestare.
    - Lasciami, mi fai male.
    - Solo se mi prometti che mi lascerai in pace. E anche Buffy.
    - Ma io ti voglio.
    - No, tu vuoi un altro trofeo. E adesso lasciami in pace.
    Le lasciò i polsi ed uscendo si chiuse sbattendo la porta alle spalle. Doveva andare da Buffy. Adesso doveva andare tutto bene. Sperando che Faith non facesse un altro gioco per togliersi Buffy di mezzo.

    Capitolo 8
    Doveva andare da lei. Doveva spiegarle il tutto. Stava camminando velocemente, quando gli suonò il cellulare.
    - Spike, abbiamo bisogno di te.
    Si fermò. Era Oz, il chitarrista del suo gruppo.
    - Quale problema?
    - Non riesco a spiegartelo per telefono. Sappiamo che stai girando, ma per una volta potresti prenderti un giorno di riposo?
    - Dopodomani. Prima ho una cosa da fare.
    - Ok. Ma non trovare altre scuse.
    - Non è una scusa. Devo sistemare la mia vita.
    - E’ una cosa seria questa volta?
    - Si.
    - Allora vai. Ciao.
    Chiuse la chiamata e corse verso la porta di Buffy.

    Adesso lui era con Faith e chissà cosa stavano facendo. Guardò tristemente il barattolo di Nutella. Faith aveva vinto. Sentì bussare alla porta e sospirando andò ad aprire, con le lacrime agli occhi. Si trovò davanti uno Spike con il fiatone.
    - Cosa vuoi? Non dovresti essere da Faith?
    - Le ho detto di lasciarci in pace, che non mi importa niente di lei.
    - Bene.
    Buffy fece per chiudere la porta, ma la mano di lui la bloccò.
    - Io voglio stare con te.
    - Sono stanca di questo tira e molla.
    Lui entrò e le prese il volto tra le mani, guardandola negli occhi.
    - Ti prometto che questa volta andrà tutto bene.
    Buffy lo guardò ed annuì con il capo.
    - Promesso?
    - Giurato.
    E sorridendo insieme si chiusero la porta alle spalle…

    Faith guardò la porta chiusa, fumando di rabbia. Come osava respingerla in quella maniera? C’era una sola soluzione: Buffy doveva sparire. Andò al comodino e si sedette sul letto, digitando un numero al telefono? Dall’altra parte rispose una voce maschile.
    - Angel, sono io.
    - Faith! Come mai mi chiami a quest’ora?
    - Ho bisogno di un favore.
    - Dimmi dove ti trovi e arrivo subito.
    - Non ho bisogno di averti nel mio letto, ma di un’altra cosa.
    - Uno dei tuoi intrighi, immagino.
    - Esattamente.
    - Spara. Di cosa si tratta questa volta?
    - Devo liberarmi di una persona.
    Dall’altra parte del telefono si sentì una risatina.
    - Hai capito, vero?
    - Certo, tesoro. E, dimmi, per quando ti serve il favore?
    - Al più presto possibile.
    - Dopodomani?
    - Perfetto. Lei alla sera è sempre in casa, cercherò di distrarre lui.
    - Sei più che perfida. Sei…sei…
    - Unica. Grazie, questo lo so anche da me.
    Fecero per salutarsi, quando Faith gli disse:
    - Puoi giocarci, se vuoi.
    - Puoi contarci.
    E così Faith chiuse la comunicazione, posando il telefono sul comodino. Sorrise, stendendosi sul letto e guardando il soffitto. Ora doveva solo pensare a come distrarre Spike.

    Spike guardò Buffy dormire. Avrebbe voluto fermare quel momento e viverlo per sempre. Poi lei cominciò lentamente ad aprire gli occhi e lo guardò, ancora assonnata. Si baciarono e poi, dopo coccole e resto dovettero alzarsi. Quando arrivarono sul set videro che era già tutto pronto. Si andarono a cambiare e si misero sotto i tappeti. Spike era completamente nudo e Buffy aveva solo i pantaloni. Dopo poco cominciarono a girare.
    - Stooop! Buffy, tu non lo ami. Tu lo stai solamente usando. E’ quello che deve trasparire. Riproviamo.
    Sorridendosi, i due amanti finirono di girare le scene di sesso per poi andare a cambiarsi nuovamente. Pranzarono insieme e a sera finirono a letto senza neanche cenare.

    Pranzo. Giorno dopo. Buffy era seduta al bar, al solito tavolo, aspettando Spike. Quando finalmente entrò le andò incontro e le disse che doveva andare via per una giornata perchè c’erano dei problemi con il gruppo. Lei lo lasciò andare di malavoglia. Il resto della giornata passò tranquillo, anche se lei già sentiva la sua mancanza. Finalmente era sera e poteva riposarsi. Stava per rientrare quando una voce maschile, mai sentita, la raggiunse. Si voltò, vedendo andarle incontro un uomo alto, con i capelli e gli occhi scuri.
    - Salve. C’è Spike?
    - No. Oggi è dovuto andare via.
    Buffy lo squadrò. Poi lui si presentò.
    - Sono Angel, un suo amico.
    - Buffy.
    Disse lei tendendogli la mano. Si guardarono per un po’ in silenzio.
    - Sai più o meno a che ora torna?
    Disse lui indicando la porta di Spike.
    - No.
    - Posso aspettare un po’ da te? Sai, se torna questa sera almeno posso parlargli. E’ da un po’ che non ci vediamo.
    - Ok. Entra.
    E così dicendo Buffy aprì la porta del suo monolocale e i due entrarono. Cenarono insieme, parlando del più e del meno. Buffy gli chiese da quanto conosceva Spike e lui ad ogni domanda ci pensava un po’. Fino a che l’orologio non segnò le undici. Fuori era già buio. Angel si alzò.
    - E’ meglio che vada, ho già approfittato troppo del tuo tempo. Grazie ancora.
    - Figurati. E’ stato un piacere. Dico a Spike di richiamarti, ok?
    - Perfetto.
    Lui si avvicinò per stringerle nuovamente la mano, quando la luce saltò e rimasero al buio. Buffy fece per voltarsi verso l’interruttore della luce ma prima che potesse raggiungerlo sentì delle mani su di lei.

    Capitolo 9
    Buffy si girò di scatto, sentendo le mani prima sulle sue spalle, poi sui suoi fianchi. Fece per staccarsi da quella stretta quando sentì la bocca dell’uomo sulla sua, che spingeva violentemente contro il suo volto. Gli mise le mani sul torace per cercare di allontanarlo, ma più spingeva, più lui la stringeva a sé. Voltò la testa, chinandola cercando di proteggersi il volto, quando si sentì spingere a terra e sbatté la testa sul muro, poi sul pavimento. La vista cominciò a sfocarsi e i suoni le arrivavano lontani. Le pupille le si erano dilatate per il buio, ma intravide solamente la sagoma di Angel sopra di lei che le diceva di non urlare, che le sarebbe piaciuto. Poi il dolore alla testa cominciò lentamente a sparire, lasciando spazio alla consapevolezza di quello che le stava accadendo e lanciò un urlo. Subito un pugno la raggiunse al volto. Aveva la faccia di lato, una guancia contro il freddo pavimento, senza fiato per il dolore. Sentì che i vestiti le venivano strappati a forza e cercava di resistere, di togliersi di dosso quell’uomo. Ma era tutto inutile. Ogni volta che quasi riusciva a rotolare di lato, lontano da lui, un pugno la raggiungeva al volto, al fianco, alla pancia o alla schiena e si trovava senza fiato, nuovamente con l’uomo sopra di lei e la storia ricominciava. Ad un certo punto le prese i capelli e le sollevò la testa all’indietro, andando a baciare il suo collo. Buffy voleva urlare, ma sapeva che non sarebbe servito a niente: lui l’avrebbe subito zittita a suon di pugni. E poi, senza preavviso, un pugno più forte degli altri la raggiunse allo stomaco e si arricciò su sé stessa, per poi venir sollevata in piedi e portata si peso verso il letto. Buffy scalciò e Angel la scosse per cercare di farla star ferma e con un urlo la lanciò verso il letto, solo che questa cadde contro la parete, sbattendo un’altra volta la testa, ma contro lo spigolo del comodino. Si sentì cadere a terra e nuovamente il peso di lui sul suo corpo e poi chiuse gli occhi. La botta alla testa era stata troppo forte, ma prima di svenire sentì che il peso dell’uomo le veniva tolto e poi, l’incoscienza.

    Stanco si avviò verso la fine del campo. Era tardi e tutto era spento, tutti stavano dormendo. Pensò a Buffy, al suo viso da angelo quando dormiva. Gli piaceva vederla dormire, stretta a lui. Era praticamente davanti alla propria porta quando sentì un urlo, poi un altro, ma capì che era quello di un uomo, provenire dall’appartamento di Buffy. Pensò fosse la televisione, ma non vi era nessuna luce accesa, e poi udì nuovamente delle urla. Allora lasciò cadere a terra la sacca che si era portato via quel giorno e corse verso la porta di lei, aprendola con un calcio. Quel che vide lo formò sul posto: un uomo alto stava alzando di forza una Buffy urlante e scalciante verso il letto, per poi buttarla verso il comodino, dove sbatté la testa e cadde a terra, priva di sensi. Senza neanche pensare corse verso l’uomo, che si trovava a cavalcioni sopra Buffy e lo sollevò da lei, cominciando a colpirlo. Lui era disorientato, non aveva sentito la porta aprirsi e non si aspettava che qualcuno lo fermasse. Spike cominciò a colpirlo sempre più forte, quando anche l’uomo non cominciò a rispondere ai suoi colpi. Molti oggetti caddero a terra e le persone negli latri monolocali si svegliarono e corsero verso la porta di Buffy, dove la videro a terra, svenuta, con Spike che si picchiava con un uomo che nessuno aveva mai visto. Subito corsero verso i due uomini per staccarli, cercando di tenerli fermi. Willow corse verso la sua amica, ancora a terra, e cercò di svegliarla, dandole piccole sberle. Ma Buffy non voleva svegliarsi. Quando Spike cominciò a protestare perché lo lasciassero andare a vedere come stava Buffy, Willow gli lasciò spazio e lui andò da lei, posandola poi delicatamente sul letto.

    Anche Faith aveva assistito a tutta la scena. Aveva fallito. Di nuovo. Guardò Angel che veniva trascinato via dalla Sicurezza. Non se la sarebbe cavata facilmente questa volta, con l’accusa di tentato stupro. “Idiota” pensò Faith “Se solo avesse fatto il suo lavoro e basta, adesso non sarebbe nei guai”. Angel la guardò, ma la conosceva troppo bene: aveva sempre e solo pensato a sé stessa. Adesso lui sarebbe stato sbattuto in prigione e lei avrebbe trovato qualcun’altro per i suoi loschi piani. Ma non poteva finire così. Era stata lei a gettarlo in quella situazione, e se non si tirava fuori, avrebbero pagato insieme:
    - E’ stata lei a chiedermi di fare fuori la piccola. Andate nel suo appartamento, troverete una busta con sopra il mio nome. Mi ha pagato. E’ mia complice e colpevole anche lei!
    Cominciò ad urlare Angel. Tutti si bloccarono, guardando verso Faith. Lei si fece inconsapevolmente piccola. Non si aspettava certo un gesto del genere da lui.
    - Non è vero!
    Cominciò a dire.
    - Non so chi sia quest’uomo. Non l’ho mai visto. Non so come si chiama. Avete visto cosa ha cercato di fare a Buffy: è pericoloso, non vorrete credergli?
    - Signorina.
    Un agente le si avvicinò, prendendole il braccio delicatamente ma con fermezza.
    - Dobbiamo farla alcune domande. Mi segua, prego.
    Faith si mosse e staccò il braccio dalla presa dell’agente, cominciando poi a camminare.

    Tutti guardarono la scena scioccati, per poi voltarsi nuovamente verso Spike, che adesso so trovava sulla soglia della porta di Buffy. Tutti cercarono di fare delle domande, gli chiesero se aveva bisogno di aiuto, se voleva qualcosa. Ma lui rispose che adesso voleva solo stare da solo con Buffy, per vedere come stava e quando si sarebbe svegliata.
    Dopo un’ora il campo tornò silenzioso.

    Capitolo 10
    C’era luce. Molta, troppa luce. Sbatté gli occhi un paio di volte, per poi prendere le coperte e coprirsi il volto con queste. Quando sentì un peso sul materasso una scarica le scosse la schiena. Si fece istintivamente più piccola, raggomitolandosi su sé stessa. Immagini della sera prima le passarono davanti agli occhi. Gli chiuse ancora più forte, per poi sentire che la coperta le veniva tolta dal volto ed una mano le si posava sulla spalla. Immediatamente cercò di saltare fuori dal letto, ma subito sentì due mani sulle spalle che la riportavano giù, e si trovò a fissare due pozze blu. Rimase ferma per un attimo a guardarle, per poi buttarsi al collo di Spike. Lo strinse forte a sé, baciandolo più e più volte. Solo quando si staccò lui la guardò negli occhi e le chiese, con voce calma:
    - Come stai?
    - I-Io…non so cosa è successo. Ho un vuoto ma prima…
    - Ssh.
    La mano di lui si posò delicatamente sulla sua bocca, per zittirla. Poi ripetè la domanda:
    - Come stai?
    Lei lo guardò, per poi sospirare:
    - Non lo so.
    Rispose sinceramente. Lui la guardò, passando una mano sulla sua guancia, tracciando poi il contorno delle sue labbra con il dito ed infine stringendosela al petto. Anche lui si sentiva male: per non esserci stato quella sera quando quell’uomo era arrivato, per non aver sentito niente dentro di sé… non aveva percepito che lei stava male. Cominciò silenziosamente a piangere. Una lacrima gli solcò la guancia, andando poi a posarsi sulla spalla di lei.
    - C-Cosa hai fatto?
    Chiese Buffy, che dolcemente si staccò da lui, rimanendo sempre con le braccia intrecciate alle sue.
    - Mi dispiace.
    Rispose semplicemente Spike, tornando poi ad abbracciarla. Lei rimase perplessa.
    - Per cosa? Spike, tu non hai fatto niente.
    Spike la baciò con una passione mai provata prima.
    - Sono arrivato in tempo, ma…ma avrei dovuto sentirlo che ti stava accadendo qualcosa. Oh Dio Buffy! Non sai che paura ho provato vedendoti a terra, sotto quell’uomo, praticamente svenuta.
    - S-Sei stato tu a liberarmi dalla sua presa?
    - Sì amore.
    E così dicendo le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, guardando poi nel vuoto. Un’altra lacrima gli scese lungo la guancia. Buffy gli avvicinò le labbra a questa, andandola delicatamente a baciare.
    - Tu mi hai salvato. Non devi pensare a nient’altro. Ora siamo qui. Insieme. E’ questo quello che conta.
    Lui andò a baciarla, posando poi la fronte alla sua.
    - Ti amo, Buffy.
    Lei rimase ferma. Non se lo aspettava. Era stato tutto un tira e molla, non si aspettava proprio una cosa del genere. Le cose si erano stabilizzate da poco e lui…lei…erano successe cose…
    Gli sorrise. Tutto il resto non esisteva più, solamente loro due. Lo aveva sempre saputo dentro di sé che prima o poi gliele avrebbe dette quelle parole. Lo aveva sempre amato. Ma non riuscì a dirle. C’era un qualcosa dentro di lei che la bloccava. Forse l’ultima esperienza, oppure la consapevolezza che poteva ancora accadere qualcosa. Lui non disse niente, solamente si alzò e le portò la colazione.
    - Vado a farmi una doccia, tu intanto mangia. Ne hai bisogno.
    Così Buffy si mise a mangiare, pensando e ripensando a quel momento.

    Era così bella quando dormiva. Sembrava serena. Sorrise. Sentendo un bussare alla porta si alzò da dove si era seduto ed andò ad aprirla. Era Willow. Senza che lui potesse dire una parola lei entrò, silenziosa, fermandosi davanti al letto di Buffy. Spike la raggiunse, fermando di fianco alla rossa.
    - Come sta?
    Gli chiese questa, senza smettere di fissare l’amica che stava dormendo, apparentemente tranquilla.
    - Sembra bene. Ma le ci vorranno altri due giorni come minimo per superare la cosa.
    - Povera Buffy.
    Sospirò Willow. Mentre erano in silenzio e si stavano per andare a sedere alla penisola, sentirono bussare nuovamente alla porta. Questa volta fu Willow ad andare ad aprire: si trovò davanti Xander, già con la bocca aperta, pronto a parlare, quando Willow con un gesto lo zittì. Questo entrò facendo un gesto di saluto a Spike, che se ne stava con i gomiti sopra il bancone e con la testa tra le mani, con gli occhi chiusi. Anche Xander, come prima Willow, si fermò ad osservare la propria amica dormire. Poi raggiunse i due amici alla penisola, fissando una tazza di tè che Willow aveva appena preparato.
    Un piccolo rumore gli fece alzare a tutti e tre la testa e quando Willow vide la sua amica con gli occhi mezzi aperti, cercando di metterli a fuoco, le corse incontro e l’abbracciò.
    - Buffy! Buffy! Buffy!
    Continuava a ripetere la rossa, prossima alle lacrime. Buffy sorrise debolmente.
    - Wills, anche io sono felice di vederti, davvero, ma vorrei continuare a respirare.
    - Oh mio Dio! Scusami! Scusami! Scusami!
    - Willow, calma.
    La voce di Xander la bloccò. Poi anche lui si avvicinò al letto ed abbracciò la sua amica.
    - Hey, Buffy.
    - Hey, Xander.
    Disse la bionda, abbracciandolo. Spike li guardava, appoggiato allo stipite della porta. Sorrideva contento. La vedeva ripresa. I tre amici si misero a parlare, poi Buffy si voltò verso Spike, rimasto a guardarli. Gli fece cenno di sedersi accanto a lei, sul letto e lui, sempre sorridendo, gli andò accanto. Continuarono a parlare tutti e quattro per una mezz’oretta, fino a quando Willow e Xander non se ne andarono perché dovevano girare delle scene.
    Buffy guardò la porta chiudersi dietro di loro sorridendo. Poi uscì dal letto e si mise in piedi, appoggiando una mano alla parete. Subito Spike le andò in aiuto.
    - Dove vuoi andare?
    Le chiese con voce preoccupata.
    - Voglio farmi una doccia.
    - Ti aiuto.
    A quelle parole Buffy gli lancia un’occhiata, come per dire che non è più una bambina, ma subito Spike la “zittisce”:
    - Non sei ancora in forma, è stata un’esperienza brutta, quella di ieri sera. Lascia che mi prenda cura di te.
    Disse l’ultima frase prendendo il volto di lei a coppa tra le sue mani. Lei sorrise dolcemente, per poi annuire. Così si avviarono insieme lungo il bagno.

    Capitolo 11
    Doveva sbrigarsela da sola. Sbuffando andò verso il bar e si prese da bere. Seduta fuori dal bar con un bicchiere di cosa cola davanti a lei, stava guardando annoiata i membri del cast che entravano ed uscivano dal bar, accennandole un saluto. Si stiracchiò, quando sentì il cellulare scivolarle fuori dalla tasca dei jeans e cadere a terra. Imprecando, si piegò per prenderlo. Quando mise la mano nella tasca dei jeans, si accorse che non aveva le chiavi del monolocale. Forse le aveva lasciate al bar. Si alzò ed entrò nel capannone.
    - Hai visto le mie chiavi?
    Chiese Faith ad un cameriere. Questo scosse il capo, per poi rispendere a pulire tavolini. “Ma dove posso averle lasciate?” Si domanda Faith.

    - Sono contenta che Buffy stia bene. Chissà che spavento che ha preso.
    - Lo so, Will. Eravamo tutti preoccupati, ma adesso và tutto bene.
    Xander e Willow camminavano verso il bar, parlando di come avevano visto Buffy.
    - Xander, aspetta che devo prendere una cosa che ho lasciato nel monolocale.
    - Ti aspetto qua fuori, Will.
    Mentre Willow entrava nel suo monolocale, Xander stavo appoggiato allo stipite della sua porta, facendo vagare lo sguardo attorno. Ad un certo punto un luccichio attirò la sua attenzione. Con un piccolo colpo si reni si staccò dalla porta e si avviò verso lo scintillio. Erano delle chiavi, attaccate ad una porta. Qualcuno se le era dimenticate. Fece per prendere: voleva andare a chiedere di chi erano, quando la voce di Willow da dietro la spalla non lo spaventò.
    - Che stai facendo?
    - Will! Mi hai spaventato.
    - Scusami. Comunque, che stai facendo? Io ho preso quello che mi serviva.
    - Bene. Sai chi ci sta in questo monolocale?
    - Faith mi pare. Perché?
    Xander la guardò, per poi indicare le chiavi. Allora Willow allungò la mano e le girò nella serratura, aprendo la porta ed entrando.
    - Willow che stai facendo? N-Noi non possiamo.
    - Zitto, Xan. Voglio cercare delle prove.
    - Prove?
    - Ma non ci sei ancora arrivato?
    Xander scosse il capo,guardando Willow che frugava prima sul letto di Faith, poi nel cucinino ed infine nel comodino. Mentre faceva questo gli parlava.
    - Allora, Xan, non hai mai notato che ogni volta che succedeva qualcosa a Buffy, tutti eravamo preoccupati, tranne Faith? Insomma, è naturale andare a pensare che lei stia cercando di distruggere il rapporto di Buffy e di Spike.
    Xander si grattò il mento, per poi spalancare gli occhi.
    - Sei un vero genio, Will!
    Willow si voltò e gli sorrise, per poi tornare al suo lavoro.
    - Vai a fare da palo.
    Gli ordinò la rossa. Xander scattò con la mano al capo in un tipico gesto militare, per poi uscire e cominciare a guardare se arrivava Faith.
    Intanto Willow stava aprendo i cassetti del comodino della bruna. Non sembrava esserci niente di compromettente nel primo: trucchi, trucchi, trucchi. Tutti scuri e volgari, “come lei” pensò Willow. Chiuse il cassetto e sospirò, per poi aprire il secondo: questo era più interessante: un sacco di carte, fogliettini con numeri di telefono ed una strana fialetta mezza vuota. Willow allungò una mano e si sedette a terra, cominciando a guardare i vari fogli: erano racconti. Willow cominciò a leggerle molto velocemente e si rese conto che non erano semplice storie inventate: erano tutte le sue operazioni. I suoi pensieri di quando analizzava un uomo, la sua vita e chi gli stava attorno. Su quei fogli vi era scritto come era riuscita ad averli. Tutti. Dal primo all’ultimo. Prese l’ultimo foglio e vide che riguardava Spike. La rossa si fece più attenta. Spalancava gli occhi sempre di più, capendo che era stata lei ad architettare la sera precedente. L’uomo che era stato arrestato era un amico di Faith, che aveva una fedina penale per niente pulita ed era stato complice di Faith più di una volta.
    - Willow!
    L’urlo di Xander la riportò alla realtà. Rimise tutte le carte dentro il cassetto, a parte quella che riguardava Spike. Prese anche la fialetta. Voleva analizzarla. Si alzò e chiuse il cassetto, per poi uscire dal monolocale di Faith.
    - La porta! La porta!
    - Giusto.
    Willow chiuse la porta, lasciando le chiavi come erano prima. Insieme a Xander corsero verso il monolocale di Buffy. Doveva sapere tutto. Ed anche Spike.

    Faith camminò lentamente verso il proprio monolocale: si era ricordata dove aveva lasciato le chiavi. Ma tanto nessuno sarebbe stato così stupido da andare a curiosare. E poi, erano tutti troppo onesti: avrebbero di sicuro portato le chiavi al bar per chiedere di chi fossero. Quando arrivò alla sua porta, vide che erano dove le aveva lasciate. Girò le chiavi ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Guardò le chiavi nella sua mano e poi le buttò sul comodino, per poi buttarsi sul letto. Mentre era al bar aveva pensato al suo nuovo piano, e adesso doveva solo metterlo un po’a posto. Si stiracchiò e poi si chinò verso il comodino, aprendo il secondo cassetto per prendere la scheda di Spike. Corruggiò la fronte, vedendo che il cassetto era in disordine. Allora tirò fuori tutte le carte e vide che mancava quella si Spike. Ed anche la fiala. Urlando per la rabbia, corse verso la porta, sfrecciando fuori.

    - E chi è questa volta?
    Chiese Buffy, alzandosi dal letto e lasciando uno Spike mezzo addormentato sotto le coperte.
    - Will! Xan! Cosa ci fate ancora qua?
    - Buffy! Abbiamo scoperto delle cose allucinanti!
    I due amici entrarono, svegliando con il loro fracasso Spike. Questo si coprì con le lenzuola fino al torace.
    - Non pensate che ci possa essere qualcuno nudo, prima di entrare?
    - Questo non è il momento Spike.
    Willow si fiondò sul letto, facendo arretrare Spike, che continuava a tirarsi dietro il lenzuolo.
    - Allora…
    Cominciò Willow.
    - Ehi Rossa, prima di cominciare, ti dispiace se mi vesto?
    - No, nessun problema.
    - Willow, penso che dovremmo aspettare un attimo fuori.
    Le disse Xander. Willow piegò la testa di lato, per poi guardare prima il suo amico, poi Spike ed infine fece scivolare lo sguardo sul lenzuolo che ora gli arrivava alla vita.
    - Oh! Giusto, giusto. Scusa.
    Disse Willow arrossendo, per poi prendere Xander a braccetto ed uscire. Buffy guardò Spike, che si stava vestendo.
    - Cos’ha oggi la rossa?
    Le chiese questo.
    - Avrà fatto una delle sue scoperte.
    Spike alzò le spalle. Aveva finito di vestirsi ed andò alla porta, facendo rientrare i due amici.
    - Allora, Will, cosa dovevi farci vedere?
    Willow alzò i fogli e la fialetta. Tutti la guardarono con fare interrogativo, poi Buffy le fece un cenno del capo come per dire di continuare.
    - Allora… Tutto quello che vi è successo, come coppia, non è un caso. Tutto questo mollarsi e tornare insieme è tutta opera di Faith. Ed infine, ecco ieri sera..
    Buffy si strinse nelle spalle, mentre Spike l’andava ad abbracciare da dietro.
    - In questi fogli vi è scritto tutto su queste ultime due settimane e su ieri sera. Quell’uomo non era altro che un amico di Faith.
    - Tu hai bevuto, Will.
    Le disse Xander, prendendole i fogli di mano. SI mise a guardarli, per poi abbassarli e guardare la rossa con una faccia impressionata. Willow sollevò il mento, come a dir “avevo ragione io”. I fogli passarono di mano in mano.

    - Non è possibile. Non è possibile!
    - Dobbiamo incastrarla, per evitare che faccia del male ad altra gente. E’ malata.
    Era tutta la sera che i quattro amici parlavano delle carte che Willow aveva trovato e della fialetta che nel pomeriggio la rossa aveva analizzato: era un veleno usato una volta da Faith in una delle sue operazioni da psicopatica.
    - Ci servono anche le altre carte.
    - Ma come facciamo per prenderle? Non avrò al stessa fortuna di trovare le chiavi di Faith direttamente attaccate alla sua porta.
    Il chiacchiericcio si spense, lasciando la stanza in uno strano silenzio.
    - Ho un’idea.
    Disse ad un certo punto Spike. Tutti si voltarono a guardarlo, mentre lui cominciava a spiegare.

    - Faith, tesoro, calmati.
    - Cosa di preciso hai perso?
    - Non l’ho perso, papà. Mi è stato rubato.
    - Non dire sciocchezze. Chi sarebbe così stupido da andare a rubare le tue cose?
    Faith si rannicchiò sulla poltrona di suo padre.
    - Posso rimanere qua a dormire?
    - Tutte le volte che vuoi.
    Le disse Joss andando a darle un bacio sui capelli. “Almeno vedrò se il ladro torna” pensa la bruna dentro di sé.

    Capitolo 12
    Buffy e gli altri avevano appena finito di girare il film. Tutti erano contenti ed avevano un gran sorriso sul volto. Erano passati due giorni da quando Willow aveva scoperto le carte di Faith.
    - Forza, andiamo a festeggiare!
    Joss si incamminò verso il bar, dove avevano preparato da bere e da mangiare. Quando tutti arrivarono davanti al capannone, vi trovarono la sicurezza.
    - Allora, tutto bene?
    Chiese uni di loro.
    - Benissimo. Abbiamo appena finito le riprese. Venite a bere qualcosa con noi.
    Joss mise un braccio attorno alla spalla di quello che aveva parlato prima, portandolo verso la porta.
    - Ci farebbe molto piacere, ma abbiamo una cosa farvi vedere.
    - Niente di male, spero.
    L’uomo della sicurezza non rispose, avvicinandosi ad un suo collega e facendogli un cenno con il capo, prendendo poi in mano una grossa busta ed un foglio.
    - Dobbiamo perquisire il monolocale di Faith Whedon.
    Tutti si voltarono verso la figlia del regista, che stava a bocca aperta a fissare l’uomo che aveva parlato.
    - Cosa? Voi non potete. Perché?
    - Abbiamo un mandato. Mentre due miei uomini vanno a perquisire penso che noi dovremmo parlare.
    Disse porgendo il mandato ad un Joss che aveva gli occhi sgranati. Non sapeva che dire e che fare.
    - Allora…
    Cominciò l’uomo.
    - Ci è arrivata anonima una busta che conteneva delle prove sostanziose per certi…reati. Come, per esempio, rapimento, somministrazione di sostanze illegali ed altri strani traffici, tutti associati a Faith Whedon.
    - Ma non è possibile! Io non avrei mai fatto qualcosa di illegale.
    Spike teneva Buffy per mano, lanciando delle occhiate a Willow e Xander. Tutti e quattro erano sicuri che Faith non avrebbe più fatto niente a nessuno.
    - Mi figlia non ha mai fatto cose di quel tipo.
    La voce di Joss giunse quasi disperata.
    - L’altra sera qualcuno si è introdotto nel suo monolocale e le hanno rubato delle cose. Chi si è introdotto magari voleva incastrare mia figlia e ha messo delle cose…strane…là dentro.
    - Cosa di preciso le hanno rubato?
    - Gioielli.
    Saltò su Faith. Non poteva andare a dire che le avevano rubato delle carte. Si sarebbe incastrata da sola. Spike strinse più forte la mano a Buffy. “Non può andare storto. Non adesso che siamo quasi riusciti a liberarci di lei”.
    Willow, sfuggendo alla presa di Xander, si fece avanti, chiedendo all’agente:
    - Cosa vi è scritto in quei fogli?
    L’agente la guardò, per poi prendere fuori il contenuto della busta e cominciare a passare gli occhi sui fogli, raccontando a grandi linee:
    - Sono resoconti di operazioni per liberarsi di certe persone.
    Rimise la mano dentro la busta e ne estrasse una fialetta:
    - Qui dentro abbiamo trovato un tipo di veleno per niente comune, difficile da fare e da trovare.
    - Capo.
    Un uomo era uscito dal monolocale di Faith, portando dentro una busta trasparente altri fogli.
    - Quella roba non è mia! Ve l’hanno messa!
    Faith cominciò ad urlare, andando verso la busta, cercando di toglierla dalle mani dell’uomo. Questo con un gesto rapido la tolse dalla sua presa.
    - Cosa avete trovato?
    - Altri resoconti di operazioni e numeri di telefono molto interessanti. Uno è del tipo che abbiamo arrestato l’altra sera.
    - Quello che aveva aggredito la ragazza?
    Questa volta tutti gli occhi furono puntati su Buffy. Questa si fece piccola piccola, stringendo sempre di più la mano di Spike.
    - Si.
    L’agente rispose al suo capo, per poi continuare.
    - E non ci sono dubbi. Queste carte appartengono alla signorina Faith Whedon.
    - No! Voi vi sbagliate! Come fate a dire che sono mie?
    - La scrittura è la vostra. L’abbiamo confrontata con una copia che ci è stata mandata. E su queste carte vi sono le vostre impronte digitali.
    I quattro amici erano vicini adesso e sentivano di aver compiuto bene il loro piano. Una altro mandato venne estratto.
    - Faith Whedon, lei è condannata a…
    Ma prima che l’agente potesse finire, Faith aveva cominciato a correre, fuggendo verso la parte opposta al bar. Un agente la inseguì e non ci volle molto perché la prendesse.
    - E’ stata lei! E’ stata la biondina ad introdursi nel mio monolocale. Quella era proprietà privata. Prendete anche lei.
    Buffy si fece avanti.
    - Io non mi sono mai avvicinata al monolocale di Faith In questi giorni gli unici luoghi ni cui sono stata è stato il set, il bar ed il mio appartamento.
    L’agente annuì.
    - Le credo.
    Joss era sprofondato in una sedia del bar, con la testa fra le mani. Dopo pochi minuti, dopo aver parlato con Spike e Buffy e il Joss, gli agenti portarono via Faith.

    Epilogo
    - Vai tu.
    - Mmm
    - Spike…
    - Si si, adesso vado.
    Spike si alzò dal letto e percorse il breve corridoio della loro casa. Quando entrò nella stanza della loro bambina, la prese in braccio e cominciò a cullarla dolcemente, camminando intanto verso le scale, scendendole molto lentamente. Quando arrivò in cucina chiuse istintivamente gli occhi.
    - Buffy!
    Chiamò. Nessuna risposta.
    - Buffy! E’ già mattina inoltrata. Alzati, tra poco saranno qui!
    Sentì dei rumori provenire dal piano di sopra. “Sarà caduta dal letto” Pensa sorridendo Spike. Si dirige verso il biberon della piccola Anne.
    - Ecco qui, Amore.
    Stava ancora dando il latte ad Anne quando Buffy, già vestita, truccata e pettinata, arrivò in cucina. Spike diede la piccola a Buffy, prima però baciando dolcemente la sua bambina sulla testa.

    - E così Joss si è ripreso e ha deciso di fare un sequel.
    Stava raccontando Xander ai suoi due amici, mentre Willow giocava con la piccola Anne, che teneva in braccio. Xander si voltò verso di lei, sorridendo felice e contento. Buffy sorrise alla coppia di amici.
    - Tra poco avrai il piccolo Robbie che ti farà compagnia, Anne.
    Disse Willow, facendo sorridere tutti i suoi amici, passandosi una mano sul pancione. Xander le mise una mano attorno alle spalle, andandola a baciare.
    - Vieni, Anne, è ora di fare la nanna.
    Buffy prese Anne in braccio baciandola, per poi portarla nella sua stanzina al piano superiore. Quando scese nuovamente dai suoi amici e da suo marito, sentì che stavano parlando.
    - Allora, un anno è passato.
    Fece Xander.
    - Già.
    Risposero in contemporanea Willow e Buffy. Quest’ultima andò ad abbracciare la sua migliore amica.
    - Per cosa era questo?
    Le chiese la rossa.
    - Per l’anno scorso, per oggi. Per sempre.
    Buffy le sorrise, abbracciandola nuovamente.
    - Quanto anni restano ancora a Faith?
    Chiese Spike. Tutti si votarono, poi qualcuno rispose:
    - Nove anni. Per lei saranno nove lunghi anni, poi cercheremo un modo per incastrarla nuovamente e le faremo fare altri dieci anni dentro.
    - Sai, Xander, mi piace come idea.
    Gli rispose Spike.
    - Ecco, adesso cominciando a complottare.
    Disse Willow sollevando gli occhi al cielo. Poi prese Buffy a braccetto e la condusse verso la porta.
    - Will, dove stiamo andando?
    - Mi avevi promesso una giornata di shopping, questa settimana. E non solo per noi due, ma anche per i bambini.
    - Ma Anne…
    - Ci penseremo noi, Amore.
    Disse Spike avvicinandosi a lei e baciandola.
    - Voi due?
    - Sarà divertente.
    Saltò su Xander.
    - Spike, però se la piccola Anne molla…
    Spike divenne verde e deglutì, per poi sospirare e dire:
    - Bhè, Xan, non devi fare un po’ di pratica per il piccolo Robbie?
    Anche Xander sbiancò, mentre le due donne ridevano.
    - Allora noi andiamo. Posso stare tranquilla?
    Chiese Buffy, con la mano già sulla porta.
    - Si. State tranquille.
    Buffy sorrise a suo marito, per poi uscire con la sua migliore amica. Quello appena passato era stato l’anno più bello della sua vita: si era innamorata di un uomo straordinario e dopo due settimane che stavano insieme e finito il film si erano sposati e nove mesi dopo era nata sua figlia Anne. Il mondo non poteva essere un posto migliore. E Faith… era solo un piccolo puntino scordato da tutti.

    FINE


    Edited by Spike4ever - 2/7/2014, 15:11
     
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