Breathing Lessons by Ruuger

Spike&Angel. Per tutti. Completa.

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    Mrs Boreanaz

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    Ficlet molto carina e dolce.
    La possono leggere tutti. Niente spangel. Solo loro due.

    buona letturaaa!!


    Breathing Lessons

    by Ruuger

    Tradotta: Tania (strawberry85)
    Subject: Post NFA
    Personaggi: Spike & Angel
    Rating: Per tutti
    Warning for: No
    Genere: Angst, Fluffy, Romance
    Storyline: Dopo 5X22 Not Fade Away (Non svaniremo). Questo non prende in considerazione i fumetti.
    Lunghezza: Ficlet
    Summary: Angel si sveglia in una stanza d'ospedale dopo l'ultima battaglia.
    Disclaimer: Appartiene tutto a Joss Whedon & Co.
    Link dove trovare la ff originale: www.fanfiction.net/s/4407364/1/Breathing_Lessons


    Traduco con il permesso dell’autrice.


    SPOILER (click to view)
    PERMESSO AUTRICE: Hi,
    Thanks you And sure, go ahead and translate the story - just let me know where it's posted when you have it translated Cheers, Ruuger



    *************************



    "... un uomo molto fortunato. Se non fosse stato per... "

    Angel sbatté le palpebre, tentando di cancellare le macchie nere che gli ballavano davanti agli occhi, minacciando di tirarlo di nuovo sotto. C'era una piccola voce nella sua testa che insisteva nel dover tentare di concentrarsi su quello che stava dicendo il dottore, ma il resto di lui era distratto dal persistente battito nelle sue orecchie che sembrava fargli tremare tutto il corpo. Riuscì a comprendere poche parole prima che i suoi occhi fossero attratti dai monitor accanto al letto, e vetta dopo vetta, dalla brillante linea verde che faceva eco al pulsare nel suo corpo.

    Il suo battito cardiaco.

    Lui era sveglio da meno di venti minuti, e il suo cervello stavo ancora tentando di capire le implicazioni di quello che veramente significava quella sottile linea verde sul monitor.

    "... le ferite erano principalmente superficiali... "

    Anche con il rumore dei monitor e la voce monotona del dottore, la stanza sembrava essere innaturalmente calma. Non c'erano battiti cardiaci, nessuna conversazione in altre stanze. Nessun suono di battaglia o grida di dolore. Tutto era così irreale - quasi artificiale - e se non fosse per il fatto che ogni parte del suo corpo faceva male, avrebbe sospettato che era stato mandato in qualche altra dimensione dalla Wolfram & Hart.

    Tentò di ricordare come era finito in un letto d'ospedale, ma la battaglia era solo bagliori e frammenti di ricordi. Gunn, stava ancora in piedi, che combatteva con un demone due volte la sua taglia. Illyria che spariva in un muro di fyarls. Spike che moriva dalle risate mentre il drago piombava verso loro con una scia di fiamme blu. E poi una luce - accecante e calda e dolorosa.

    Angel tentò di spostarsi in una posizione più comoda sul letto, ma si fermò quando notò improvvisamente che anche Spike era nella stanza. Era seduto in una sedia di plastica a lato della finestra, ascoltando il dottore con un’insolita attenzione. Aveva un taglio profondo sulla fronte, e la mano destra era bendata, ma oltre questo, sembrava star bene. Come se avesse sentito lo sguardo di Angel, Spike gettò un cauto sguardo verso il letto, ma rivolse di nuovo la sua attenzione al dottore appena i loro occhi si incontrarono.

    "... non sembra aver avuto nessun danno permanente... "

    Il segnalare dei monitor si unì con il suono del cercapersone del dottore che lasciò la stanza con una scusa e un leggero sorriso, che Angel pensava volesse essere rassicurante.

    Col dottore finalmente andato, Angel chiuse gli occhi. Era confuso e dolorante, e si chiese se fosse così che un essere umano si doveva sentire. Se era ancora il boss della Wolfram & Hart, avrebbe citato in giudizio i Poteri per falsa pubblicità.

    Quando riaprì gli occhi, comprese che Spike era ancora nella stanza.

    Spike stava tenendo un pacchetto di sigarette, girandoselo nelle mani prima di prendere una sigaretta. Sembrava stanco come si sentiva Angel, e per un momento Angel si chiese se c'era stata una disfunzione nella profezia e entrambi avessero ricevuto lo shanshu.

    Angel dovette fare molte prove per far uscire un qualche suono dalla gola bruciata. "Non puoi fumare qui dentro."

    Essendo le prime parole come essere umano recentemente rinato, Angel dovette ammettere che avrebbe potuto sceglierne delle migliori.

    Spike lo guardò, e Angel aspettò l'insulto o una maledizione, ma nessuna delle due venne. Spike gli fece solo un piccolo cenno e mise via le sigarette.

    Angel sbatté le palpebre. La teoria di essere stato mandato in un altra dimensione stava sembrando sempre più plausibile.

    Lui digrignò i denti e si spinse in su finché non fu seduto contro la testata del letto. Intravide Spike fare un gesto come per alzarsi, e se non lo avesse conosciuto, avrebbe pensato che Spike stava quasi per venire ad aiutarlo.

    "Abbiamo vinto?" Chiese Angel quando il dolore si addolcì abbastanza da permettergli di parlare di nuovo.

    La domanda sembrò sorprendere Spike che si alzò e camminò fino al letto. "Sì, abbiamo vinto. Suppongo che il tuo astuto piano alla fine abbia funzionato."

    Angel accennò col capo, e poi lottò per un secondo per smettere di accennare con il capo come quelle Bobblehead doll. Sentiva il cervello incoerente, come se qualcuno avesse riempito la sua testa di cotone, e dovette lottare contro la spinta di alzare la mano verso i suoi occhi per assicurarsi che non fossero fatti di feltro. E cosa ci stava facendo Spike nella stanza?

    "Ma non permettono ai soli familiari di stare nelle stanze d'ospedale? " Chiese esausto, ma non diede a Spike l'opportunità di rispondere quando un pensiero lo colpì improvvisamente. Famiglia. Connor. Afferrò la manica dello spolverino di Spike e si tirò più vicino il vampiro.

    "Dove è Connor? L'hai visto? Gli hai parlato? "

    Spike restrinse gli occhi, uno sguardo indecifrabile sul viso. "Il ragazzo sta bene, l'ho visto dopo che hai sconfitto il drago. Ha detto che stava tornando dalla sua famiglia, in caso la battaglia fosse uscita da Los Angeles." Si liberò dalla della presa di Angel e si accarezzò le tasche, prese il pacchetto di Morleys, lo fissò per alcuni secondi e lo rimise di nuovo dentro. "E ho detto loro che ci siamo sposati. Una di quelle cose di unione civili. Sono legali ad Amsterdam, sai."

    Il cotone ritornò. Angel diede uno sguardo veloce alla sua mano, nel caso. "Hai detto ai genitori di Connor che siamo sposati? "

    Spike alzò gli occhi e camminò verso l'altro lato del letto di Angel, stando attento a non guardarlo negli occhio mentre fece una pausa per studiare l'etichetta della flebo. "Avrei solo dovuto dire che sei mio fratello, meno bello di me, che si è fatto male al cervello quando è caduto sulla sua enorme fronte come se fosse un bambino. Sarebbe stato più credibile." Diede alla flebo uno sguardo finale e si girò a guardare di nuovo Angel. "Ho detto hai dottori che ci siamo sposati così mi avrebbero permesso di stare qui con te."

    Angel accennò col capo. Era probabile che fosse a causa delle medicine, ma in quel momento era grato per la decisione di Spike di stare con lui, innaturale come sembrava l'idea di uno Spike altruista e premuroso. Stava quasi per ringraziare Spike (definitivamente colpa delle medicine), quando ricordò improvvisamente qualcosa che aveva detto il dottore.

    "... devi ringraziare il tuo amico per... "

    "Dove è Gunn? " Chiese, tentando di ricordare se aveva visto l'umano dal primo assalto furioso dei demoni.

    Spike rimase completamente immobile alle parole di Angel. Per alcuni secondi rimase solo là in piedi, non muovendosi, non respirando, prima di girare il viso per guardare per la stanza e fuori dalla finestra dove le gocce di pioggia scendevano lungo il vetro macchiato di fuliggine.

    Quando Spike finalmente parlò, la sua voce era calma e attenta. "È morto, Angel, non te lo ricordi? " Incrociò le braccia intorno al torace tirandosi lo spolverino intorno a se. "Il drago l'ha trovato."

    Ed era là, nella memoria che Angel avrebbe preferito continuare a reprimere, di Gunn insanguinato e colpito, mentre il dragone lo sbudellava con un solo colpo secco di un artiglio.
    Angel rabbrividì, tentando di ignorare i suoni delle grida nella sua testa. Era come se il suo cuore stesse cercando di scappare attraverso la sua gola mentre un intirizzimento gli paralizzò il resto del corpo. "Ma come... e Wesley... "

    "Non c'era. Illyria non ha detto quello che è accaduto nella tana di Vail, ma suppongo che Wes fosse già morto quando è arrivata là."

    Quando Angel non disse nient'altro, Spike continuò. "Solo noi siamo andati via", disse, evitando ancora gli occhi di Angel. "Bene, noi e la Regina dei Puffi, ma non sono sicuro se è davvero con noi nel senso della parola 'con'. " Prese di nuovo l'accendino, sembrando che gli potesse dare tutte le risposte. "O 'noi'. "

    Accese l'accendino nervoso prima di girarsi a guardare Angel. "Guarda, mi dispiace per i tuoi amici. Se non mi vuoi intorno me ne vado e chiederò ad una delle infermiere di venire a sedersi vicino a te."

    Angel voleva dire qualcosa, ma le parole erano bloccate nella sua gola mentre l'oscurità gli diminuiva la visuale, il mondo si restringeva finché sembrò contenere solo la piccola fiamma dell'accendino di Spike che ruggiva come il dragone nelle orecchie di Angel. Sbatté le palpebre finché fu capace di concentrarsi di nuovo su Spike, trovando il vampiro che lo guardava con un espressione illeggibile.

    Quando Angel rimase zitto, Spike sospirò e fece un gesto per andare via. Nel momento in cui si girò, Angel si allungò e gli afferrò il polso per fermarlo. La mano di Spike era ancora fredda, e Angel lo guardò confuso, solo per incontrare gli occhi ugualmente confusi di Spike. Se Spike era ancora un vampiro, allora come faceva…

    Quando le dita di Angel spazzolarono leggermente il punto dove ci doveva essere il battito cardiaco, il cipiglio confuso scomparve dalla faccia di Spike, facendo un ghigno crudele, che Angel sapeva essere stata l'ultima cosa che molte delle vittime di Spike avevano visto.

    "Oh, così è questo," disse Spike, ed Angel represse un brivido, lo sguardo predatore sul viso di Spike gli risvegliò alcuni istinti primitivo da umano. "Volevi sapere quale dei tuoi amici umani ti ha salvato, vero? "

    Spike tentò esitante di liberare la mano, ma Angel non lo avrebbe lasciato andare.

    "Perchè non poteva essere stato il vecchio e cattivo Spike, vero? " Spike smise di tentare di liberare la sua mano dalla presa di Angel e invece lo tirò contro di se, il palmo di Angel contro il suo torace. Angel poteva sentire il silenzio del cuore di Spike contro le forti pulsioni della propria mano.

    Spike rise, un suono disperato che fece scorrere un brivido lungo la spina dorsale di Angel. "Notizie dell'ultima ora, bello, io non sono te. Solo perché hai ancora la testa sul corpo e i tuoi polmoni funzionano, non vuol dire che sia la stessa cosa per gli altri."

    Lui si inclinò in giù, tirandosi Angel contro finché i loro visi furono vicini. "Oh sì, ho sentito molto su quello. Ho imparato molto su di te quando ho vissuto nella cantina di Harris. Per qualche ragione, il ragazzo non sembra essere molto entusiasta dal tuo sguardo pieno di anima e atti eroici." Fece un'altra breve risata, il suo alito freddo contro l'orecchio di Angel. "Mi chiedo il perché."

    "Mi scusi! "

    Angel e Spike si allontanarono spaventati dalla voce dell'infermiera. Marciò dentro la stanza, dandoli un'occhiata cattiva mentre si spinse oltre Spike a giungere un’altra flebo. Angel notò che stava ancora tenendo la mano di Spike e la lasciò andare timidamente.

    "La sta disturbando? " L'infermiera accennò col capo verso Spike che rispose con un gesto maleducato alle sue spalle.

    Angel scosse la testa e le permise di aiutarlo a distendersi di nuovo.

    Il movimento riportò l'oscurità nella sua testa, e lo ingoiò come un'onda pesante, tirandolo giù nella profondità. Chiuse gli occhi. Era più facile così, il mondo si riduceva ai suoni soffocati e agli odori, e al sempre presente dolore nel suo corpo e anima. Si sentì stranamente rassicurato dalla familiarità di ciò, la colpa e il rammarico. Erano le poche cose che ancora erano le stesse.

    Quando aprì gli occhi, l'infermiera se ne era andata, e Spike era tornato verso la finestra. Angel lo guardò per un momento prima di schiarirsi la gola per parlare di nuovo.

    "Dove hai imparò le tecniche di pronto soccorso? " Non era un ringraziamento o una scusa, ma era il meglio che potesse dargli.

    Spike gettò un veloce sguardo oltre la sua spalla, e poi mormorò qualcosa che suonava sospettosamente come 'uffy.'

    Angel sbatté le palpebre. Mentre le motivazioni se ne andavano, quello era palesemente prevedibile. "Hai imparato per Buffy? "

    Spike alzò le spalle. "Andavo di pattuglia con lei, no? Pensavo che se ci fosse stato il caso in cui si fosse fatta male, in quel caso avrebbe avuto bisogno di- " la voce di Spike si spense, e si passò una mano sul viso.

    "Ma perché potevi- "

    Troppo veloce per i sensi di Angel, Spike si girò in un'esplosione di cuoio nero e diedi un calcio alla sedia che attraversò la stanza. Angel si ritirò mentre questa sbatteva contro il muro.

    "Perché tu non potevi! "

    La voce di Spike era roca, e dal suo viso traspariva l'ira mentre si diresse impettito di nuovo verso il letto, sottolineando ogni parola con un movimento deciso del dito. "Perché. Tu. Non. Potevi. "

    Angel poteva vedere la mascella di Spike contrarsi mentre si fissavano l'un l'altro, il corpo intero del vampiro tremava come una molla pronta a scattare. Spike fu il primo a distogliere lo sguardo. Si acquattò, coprendosi il viso con le mani e facendosele poi scorrere attraverso i capelli.

    "Eri morto."

    Quando Spike guardò su, Angel poté vedere il leggero luccichio negli angoli dei suoi occhi.

    "Eri morto", ripetè, più calmo questa volta. "Ti ho visto diventare polvere, e poi eri là, steso a terra, e io non potevo... E non potevo... " Spike lasciò uscire un ringhio frustrato e si diresse, di nuovo, verso la finestra. "Non di nuovo", disse, appoggiando la fronte contro il vetro.

    Angel si chiese se il tempo passava in modo differente per i vampiri e i mortali, quando i secondi passavano mentre cercava di trovare la risposta giusta, tutte le parole che improvvisamente svanirono dalla sua mente.

    "Hai salvato la mia vita", Alla fine disse. Era piuttosto sicuro che la sua anima non aveva mai voluto essere gentile con Spike quando era ancora un vampiro. "Grazie."

    Stupida anima umana.

    Angel lasciò che i suoi occhi si chiudessero di nuovo, scoprendo che quelle poche parole lo avevano stancato come se avesse passato un secolo senza dormire.

    "Come è? "

    "Huh, cosa? "

    Angel comprese che era passati più di alcuni secondi, perché Spike era tornato a sedersi nella sedia di plastica da dove aveva cominciato tutto, tenendo una sigaretta spenta tra le dita. "Essere umano, come è? "

    Angel ci pensò per alcuni secondi prima di rispondere. "È diverso." Fece una pausa e poi sorrise. "Fa male come un figlio di puttana."

    Spike rispose al sorriso, e Angel cercò di trovare le parole per spiegare come si sentiva, un modo di spiegare come tutto sembrava allo stesso tempo più di quanto potesse sopportare e meno di quanto ricordasse. Aveva fatto tesoro dei molti ricordi di quel giorno ormai perso con Buffy, prima che tutto andasse all'inferno - in molti modi letteralmente - ma adesso anche quei ricordi erano affievoliti, uno schizzo di matita che tentava di imitare la vita.

    "Ci avevo rinunciato, sai, quando mi sono unito al Rovo Nero." Sentì un dolore lancinante nel torace a quelle parole, e si chiese brevemente se il marchio fosse ancora là. "Suppongo che per averlo, tutto quello che dovevi fare era rinunciarvi."

    "Immagino di si", sbuffò Spike.

    Le parole "Pensavo che lo volevi solo perché era il mio" morirono sulle labbra di Angel quando vide lo sguardo negli occhi di Spike. Tossì per coprire la sua confusione, e poi scoprì che non poteva smettere di tossire, finché non sentì una mano fredda sulla schiena che lo aiutava a sedersi.

    “Avevo dimenticato di respirare.”

    Spike versò solo dell'acqua in un bicchiere di carta dalla caraffa che era sul tavolo a fianco del letto e lo diede ad Angel. "Allora è stata una bella cosa che ti abbia registrato per uno di quelle lezioni per la respirazione. Avevano una lista sul tabellone quando sono andato a comprare le sigarette. Non sapevo il tuo vero cognome così ne ho dovuto inventare uno." Sorrise furbo mentre Angel gli diede il bicchiere vuoto. "Liam Ardarse. Suona bene, no? Francese."

    Angel lasciò fuori un mezzo-irritato, mezzo-divertito grugnito e chiuse gli occhi. Il mondo stava tornando a essere incoerente, e questa volta Angel lasciò che la marea lo sommergesse. C'era qualcosa che lo intercettava, una vocina nella sua testa che sembrava sospettosamente come Cordelia. Aprì gli occhi per vedere Spike in piedi accanto a lui, ogni blu che lo fissavano con finta innocenza.

    "Mi hai segnato per il corso delle tecniche di respirazione durante il parto?"

    Spike alzò le spalle, un ghigno cattivo sul viso mentre si sedeva sul letto, un po' troppo vicino all'anca di Angel. "Non è che hanno delle classi per insegnare a respirare, idiota. Dall'altra parte, con te che sei una tale maledetta donna per tutto il tempo con i tuoi capelli da checca e il tuo culo grasso, ti ci troverai benissimo."

    "Il mio culo non è - "

    Lui esitò, mentre improvvisante si accorse che era passato tanto tempo da quando aveva visto Spike con un sorriso vero. Cento anni, almeno. Spike lo guardò curioso, un sopracciglio alzato, ma non disse niente.

    Angel scosse la testa e sorrise. "Non hai detto loro che siamo sposati, vero? "

    Spike si spostò leggermente, e poi si distese sulla schiena, dimenandosi finché lui ed Angel erano distesi anca contro anca sul letto stretto. "Nah, tutti erano così impegnati, con l'intera cosa dell'apocalisse, così i dottori mi hanno chiesto di stare con te in caso ti capovolgessi nel sonno."

    "Non posso farlo da solo."

    Angel non poteva vedere il viso di Spike, non con entrambi così distesi, ma poteva sentire il vampiro scivolare accanto a lui.

    "Sì, giusto" disse alla fine Spike. "Non che abbia qualcosa di meglio da fare. Potrei rimanere in un posto per un pò di tempo, vedere che non ti auto-mangi a morte. Guardavo Dru e Dawn dopo tutto, no?" C'era un tono gentile nella voce di Spike che era famigliare per Angel, anche se non l'avrebbe mai ammesso prima. Dita fredde accarezzarono le sue, e senza pensare, Angel prese la mano di Spike.

    Spike lasciò fuori un divertito brontolio che suonava come 'checca.' "Non ti cambierò i pannoloni, quando arriverà il momento che diventerai vecchio e comincerai a pisciarti addosso, ti manderò in Florida."

    Angel non disse niente, tenne solo la mano di Spike mentre il sonno lo raggiunse.


    FINE

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