You're Welcome

Spike&Angel (Friendship).

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    Allora breve ficlet nata in un pomeriggio che non sapevo che fare..
    e la dedico alla mia Maddy che mi sopporta (ed è colpa sua se l'ho postata ) e a tutte quelle che la leggeranno e lasceranno un commentuzzo!!

    fatemi sapere che ne pensate vanno bene anche i pareri negativi


    You're Welcome

    By Tania

    Subject: Angelverse
    Pairing: Cordy/Angel (Sottinteso). Spike e Angel (friendship)
    Rating: per tutti
    Genere: Angst
    Storyline: Ambientato alla fine dell'episodio 5x12 You're welcome (Bentornata). ATS
    Lunghezza: ficlet
    Summary: Il mio finale per questa bella e tristissima puntata
    Disclaimer: appartiene tutto a Joss Whendon e Co.
    Nata autrice: You're Welcome significa 'di niente', 'prego', 'non c'è di che' (ecc)

    --------------------------------------------------------------------------------------------

    Mi allontano per poter rispondere al maledetto telefono che ha interrotto il nostro bacio. Mio e di Cordy. Il suo sapore si attarda sulle mie labbra che si tendono in un lieve sorriso.
    Lei è qui!

    "Ah..." La sua voce mi blocca, mi volto verso di lei. "Di niente."

    Vedo il suo sorriso oscurato da un velo di tristezza. Non ne capisco il motivo e non capisco il significato delle sue parole, mi limito a sorridergli in risposta.
    Poi le volte le spalle e rispondo al telefono.

    "Pronto?"

    "Signor Angel? Sono il Dottor Wilson. La chiamo per la signorina Cordelia Chase."

    "Si, lo so. E' proprio..."

    "Abbiamo fatto tutto il possibile per rianimarla, ma la signorina Chase ci ha lasciato, è morta."

    Per un attimo rimango senza parole.
    Cosa sta dicendo?

    "Ma non è possibile! E' proprio qui davanti...."

    Mi volto verso di lei. Mi aspetto di reincontrare il suo sorriso, ma tutto quello che mi trovo davanti è il nulla. E la verità mi piomba improvvisamente addosso, sento le lacrime che mi bruciano gli occhi e un grumo che mi blocca la gola.

    "Signor Angel? Signor Angel c'è ancora? Tutto bene... signor Angel?"

    Riporto la cornetta all'orecchio.

    "Si. Scusi. Quando è... quando è morta?" Chiudo gli occhi sperando che si tratti solo di un incubo.

    "Pochi minuti fa."

    "Lei, uh, lei non si è mai svegliata dal coma?"

    "No. Signor Angel."

    Le sue parole confermano le mie paure... lei non è mai stata qui. Questa è la realtà. Lei è...

    "Capisco."

    Riattacco senza aspettare una replica dal dottore. Cosa potrebbe dirmi per farmi stare meglio?

    Fisso di nuovo il punto dove fino a un attimo fa c’era Cordelia. Il suo sorriso triste e la sua ultima parola mi tornano improvvisamente in mente.

    "Grazie."

    Lo bisbiglio quasi senza accorgermene, anche se adesso vorrei solo urlare.

    Il tonfo del telefono che sbatte contro il muro e poi cade a terra in mille pezzi mi riporta alla realtà. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto di averlo lanciato io. Sbatto le palpebre confuso e poi cammino all'indietro finché non appoggio la schiena contro le ampie finestre del mio ufficio, scivolo giù fino a sedere a terra, porto le ginocchia al petto, e nascondo il viso tra le braccia.

    Mille pensieri girano vorticosamente nella mia mente. La mia Cordy, lei è... no! Ci deve essere sicuramente un errore, com’è possibile che sia successo?
    Doveva svegliarsi, lei si è risvegliata. Abbiamo passato il pomeriggio insieme, mi ha aiutato, le ho parlato... ci siamo baciati, non può essere!

    "Io entro, se state facendo qualcosa, smettete, che non voglio assistere, grazie!"

    Cos’era? Solo un altro scherzo dei poteri che sono? Si divertono ad illudermi e poi mi tolgono tutto? Perché?

    "Ma c'è qualcuno? Che ci fa il telefono qui a terra, qualcuno ha ricevuto brutte notizie?"

    Ho bisogno di lei, della sua guida, mi sento perso senza lei, i suoi sorrisi, i suoi rimproveri, senza il suo modo di arricciare il naso.
    E adesso… è... Fatico a respirare. Com’è possibile dato che non ne ho bisogno? Come può dolermi così tanto il cuore, se è morto?
    Ho così tanta voglia di urlare, ma è come se la mia voce fosse sparita.

    "Hey Peaches che ci fai a sedere lì al buio? Hey!!"

    Mi sento sprofondare, sprofondare sempre più in un mare nero.

    "Peaches che... Angel? Che è successo? Per l’inferno maledetto! Rispondi... Angel?"

    Sento qualcosa sul mio braccio, e poi mi rendo conto che c'è qualcuno nella stanza. Sollevo la testa, vedo una mano appoggiata al mio braccio, la fisso, e poi alzo lo sguardo e mi ritrovo a fissare due occhi blu, una parte di me sa di conoscere quest'uomo, ma è come se la mia coscienza, la mia volontà... è come se non esistesse più nulla...senza lei.

    Vedo le sue labbra muoversi, ma non capisco cosa dice, scrollo il capo e cerco di concentrarmi.

    "Angel?"

    Sento pronunciare il mio nome. Apro la bocca cercando le parole adatte ma non escono, so che dovrei rispondere... so che dovrei dire qualcosa. Chiudo gli occhi per un attimo, per calmare la mia anima che urla disperata, il mio demone che ha bisogno di uccidere, ferire, fare qualsiasi cosa.

    Sento la mano stringere con più forza il braccio, sollevo le palpebre e torno a fissare due occhi blu preoccupati.

    "Angel che diavolo sta succedendo?"

    La sua voce è allarmata. E in un lampo ricordo a chi appartiene. E’... Spike, William, come ho fatto a dimenticarmene?

    Apro di nuovo le labbra per dire qualcosa.. ed esce un unica parola che è poco più di un bisbiglio.

    "Aiutami" Non lasciare che sprofondi, aiutami a non impazzire, aiutami a non soffrire, aiutami a non perdermi...

    "Cosa... che è successo?"

    "Lei è..."

    "Lei? Lei chi?"

    "Cordy" Sento la mia voce lontana, come se non fossi io a parlare. Pronunciare il suo nome è una nuova pugnalata al cuore.

    "Cordy? Che... dove è? Le è successo qualcosa?"

    "...è morta" Richiudo gli occhi. E' morta e io non l’ho salvata. Perché non mi hanno dato l'opportunità di salvarla? Lei sapeva che sarebbe morta? Perché non me l'ha detto? Perché non mi ha avvertito? Io potevo salvarla, ci doveva essere un modo, è la mia Cordy.. doveva rimanere con me..

    "Io.... mi dispiace."

    Perché non sono morto io? Io dovevo morire! Lei.. era giovane, aveva una maledetta vita davanti. Perché mi ha lasciato solo?

    "Non la conoscevo molto, ma mi sembrava una grande donna." La voce di Spike mi distoglie dai miei pensieri.

    "La migliore" Sussurro. Dio si, era la migliore. Era speciale.

    "E aveva sempre la battuta pronta, una grande dote!"

    "Già, ti faceva concorrenza." Quante volte sono rimasto senza parole per una sua battuta o mi sono trovato a ridere per qualche sua osservazione. Aveva sempre qualcosa da dire, sbagliata o giusta che fosse.

    "Hey!" Spike si siede accanto a me, la sua mano rimane appoggiata al mio braccio. Come se non mi volesse lasciare andare. Come se fosse la mia ancora.

    "Riusciva a farmi stare bene, riusciva a farmi... sorridere."

    "Scommetto che se ti vedesse ora..."

    "Mi impaletterebbe" Finisco per lui con un lieve sorriso. Mi vengono in mente tutte le volte che mi sgridava per qualcosa, quando era lì per me, il suo sorriso. La mia Queen C.

    "Mi sarebbe piaciuta conoscerla."

    "Era straordinaria. Le bastava una parola, una battuta per farti sentire importante, per farti vedere il problema da un altro punto di vista. Riusciva a farmi vedere il bicchiere mezzo pieno. Mi accettava, completamente. Non gli dava fastidio che mi nutrissi davanti a lei. All'inizio mi... mi trovavo in imbarazzo a bere sangue in sua presenza, invece fu lei a porgermelo, dicendo che eravamo una famiglia. E ci ho creduto, siamo stati una famiglia, io, lei, Cordy e poi Gunn... una volta mi ci ha messo pure la cannella, e io pensavo che fosse andato a male." Scuoto la testa lievemente divertito al ricordo.

    "La cannella?"

    "Si, diceva che... esaltava il sapore" mi trovo a ridacchiare, seguito da Spike.

    E adesso il suo ricordo è meno doloroso, lentamente sto tornando qui. Prendo un respiro inutile, e mi volto verso Spike.

    "Perchè sei tornato?"

    "Aveva dimenticato il portafoglio." Risponde tranquillo. E io sorrido. Poi mi rendo conto che il sole è sorto e che sta illuminando la stanza. Quando tempo siamo rimasti qui a parlare?

    Lo vedo alzarsi e allungare una mano verso di me per aiutarmi. Io la fisso per un secondo. Ho perso una parte della mia vita, della famiglia.. ma qui ce n’è un’altra parte, lui faceva parte di quella vecchia, malvagia, ma.... adesso non può far parte di una nuova famiglia?

    Quando mi accorgo che sta ritirando la mano, allungo la mia e gliela prendo. Lui rimane un po' sorpreso e poi mi aiuta a rialzarmi. Le nostre mani rimangono allacciate per qualche secondo. Poi si lasciano lentamente. La mia ancora.

    "Ok, io adesso… uh.. vado a casa" sussurra Spike imbarazzato.

    "Va bene." Rispondo, accennando con il capo.

    Lo osservo andare via.

    "Ah, Spike" Si blocca e si volta a guardarmi. "Grazie."

    Spalanca gli occhi e mi fissa,confuso , poi scuote lievemente la testa. "Di niente, Angel, di niente"

    Si volta ed esce chiudendosi la porta alle spalle. E io sorrido. E' la seconda volta che ringrazio qualcuno in poco tempo.

    Ringrazio Cordy per avermi fatto capire che posso farcela, per avermi mostrato ancora una volta la strada giusta.
    Ringrazio Spike perchè mi ha mostrato che non sono solo...



    Fine

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