One month to fall in love

Spangel - AU. NC17

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    Mrs Boreanaz

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    One month to fall in love.

    by Tania

    Subject: AU (tutti umani)
    Pairing: Liam / William
    Raiting: NC17
    Warning for: Contiene scene di sesso omosessuale
    Genere: Romance, Angst
    Lunghezza: 6 capitoli
    Summary: William, seduto nella sala d'aspetto dell’aeroporto, ripensa alla sua storia con Liam e a quello che ha perso.
    Disclaimer: Tutto appartiene a Joss Whendon & Co.


    Prologo

    -Domenica 3 Giugno-


    Se adesso mi vedete qui seduto su questa sedia in una sala d'aspetto di un aeroporto con la testa tra le mani a ripetermi "Sei un maledetto idiota!" è perchè è la fottuta verità, lo so, io sono un maledetto idiota!
    Adesso vi starete chiedendo il motivo, bene. Mi sono fatto sfuggire l'amore, quello con la A maiuscola dalle mani, averlo stretto, assaporato e poi allontanato solo per paura, era tutto così intenso e ne sono rimasto completamente terrorizzato, mi è bastato solo un mese, 31 giorni per innamorarmi follemente.
    E adesso eccomi qui, a fissare l'aereo che al di là della finestra si sta preparando al decollo portando con se la mia unica ragione di vita, il mio amore... il mio uomo! Si, uomo adesso non ho paura di dirlo, lo urlerei al mondo e se solo l'avessi fatto qualche ora fa, se ne avessi avuto il coraggio, non sarei qui, stupido uomo codardo...
    Scusate ma ancora non mi sono neppure presentato, mi chiamo William Pratt, ho 30 anni, sono abbastanza alto, più o meno 1,78, zigomi pronunciati, labbra carnose, occhi azzurri, una cicatrice sul sopraciglio sinistro che mi da l'aria del ragazzo pericoloso, capelli ossigenati e un corpo ben modellato, so di essere bello, non ho mai avuto problemi con l'altro sesso, anzi, forse ne ho avuti perchè attiro troppo donne e non riesco ad avere storie più lunghe di una settimana. Ho anche un matrimonio fallito alle spalle, una laurea in scienze della comunicazione: editoria e giornalismo, e tanti sogni da realizzare.
    Ma forse devo fare un passo indietro così potete capire.
    Mi sono sposato giovane, avevo solo 19 anni con Drusilla Carter , eravamo innamorati, passionali e solo dopo un anno di fidanzamento abbiamo deciso di sposarci.
    Pensavo che fosse, anzi no, in quel periodo ne ero più che sicuro, che fosse quella giusta, e lo è stata per 5 anni, la mia dea nera, ma poi ho scoperto che era quella giusta anche per altri tre uomini. Così ho chiesto il divorzio e mi sono ritrovato da solo e con il te l'avevo detto della mia migliore amica, Buffy Anne Summers. Mi trovo quasi a sorridere pensando a lei, non è molto alta, è magra ma con tutte le curve nei punti giusti, dei capelli biondi come il grano che le sfiorano le spalle , degli enormi occhi verdi che sembra possano leggermi dentro e delle stupende labbra. E' bellissima, ma la conosco da… da sempre, è il mio mondo ma non potrei immaginarla diversamente dall'essere la mia amica, la migliore, il mio passerotto e in un certo senso è grazie a lei se ho incontrato l'anima gemella.




    Capitolo 1

    - Giovedì 3 Maggio -

    Sono seduto al bar di fronte a casa mia, guardo di nuovo che ore sono, sto aspettando l'eterna ritardataria di Buffy, nel mentre mi gusto la mia brioche al cioccolato, mi bevo un cappuccino e leggo il giornale quando sento un brivido percorrermi la schiena, alzo lo sguardo e lo vedo.

    I suoi occhi, non si possono descrivere, due pozze scure e calde come l'inferno, ne vengo subito inesorabilmente attratto, non riesco a distogliere lo sguardo, e non ci sarebbero nessun problema se quegli occhi non appartenessero ad un uomo che ricambiava famelico il mio sguardo.

    Leggermente la sua bocca si distende in un ghigno, lievemente storto verso sinistra, diabolicamente divino. Si alza in piedi lentamente e mi accordo di non essere assolutamente pronto per quello, spalle larghe e forti, una camicia bordeaux che mette in evidenza i muscoli del suo torace e delle braccia, jeans scuri stretti che fanno risaltare le sue lunghe gambe che appaiono toniche e forti... alla fine sono riuscito a distaccare gli occhi dai suoi, anche se solo per scrutare attentamente il suo corpo.

    "E' libero questo posto?"

    Non mi sono neppure accorto che si è avvicinato.
    La sua voce è profonda, ma allo stesso tempo delicata. Se prima ero nel pallone adesso non riesco più a emettere nessun suono, le parole tutte bloccate in gola, cercò di deglutire, anche se non miglioro la situazione, quindi faccio l'unica cosa che posso fare, annuire lentamente.
    Si siede di fronte a me e il quel momento rincontro il suo sguardo. Le sue labbra si distendono ma questa volta non per formare il ghigno che ho visto solo pochi attimi prima, no, si aprono nel più bel sorriso che abbia mai visto, cambiandolo completamente, facendolo sembrare un meraviglioso angelo, forse era un demone vestito da angelo... chiunque fosse ha il sorriso più effulgente che abbia mai visto.

    "Intendi continuare a fissarmi ancora a lungo?"

    Adesso nella sua voce c'è un velo di giocosità, non è sarcastico, solo lievemente divertito.

    "Eh?" Forse non è la risposta più adatta da dare e più che altro non è una risposta, ma un.. un cosa? Solo una parola senza senso. Ma sono completamente andato, partito, fuso, è questo il famoso colpo di fulmine? Mani che ti sudano, il cuore che ti batte forte, bocca asciutta, probabilmente avevo le pupille al massimo della dilatazione, stavo forse anche ansimando e arrossendo?

    Lui inclina leggermente la testa e continua a sorridere, forse mi ha preso per pazzo? Riuscirò a farlo scappare senza riuscire a risentire la sua voce? Senza poter conosce il suo nome?
    Poi lo vedo allungare la mano verso di me, una mano grande, io la fisso per un pò e quando vedo che sembra quasi per tirarla via mi asciugo la mia sui pantaloni e gliela afferro. E' calda, salda... una scossa attraverso tutto il mio corpo... non posso essere innamorato di un uomo! Probabilmente nel mio cappuccino c'era qualche veleno, o forse la cioccolata nella brioche è andata a male?

    " Mi chiamo Liam O'Connor, piacere."

    Adesso so il nome del mio angelo.
    "Wi.. Wi.." mi schiarisco la gola.. sperando che la parole iniziano ad uscire. " Wi - William Pratt, piacere"
    Non ci posso ancora credere ma io, IO, sto balbettando! L'uomo super sicuro di se, quelle che ha tutte ai suoi piedi sta balbettando... se lo sapesse Buffy mi prenderebbe in giro per il resto della mia vita.

    "Abbiamo lo stesso nome, William e Liam"

    "Si, Liam"
    Dico lentamente il suo nome, per assaporarlo meglio, come se fosse un frutto proibito.

    "Scusi, ma forse la disturbo... vuole che me ne vada?"

    Mi fissa indeciso, la sua aria da sexy angelo si è trasformato in quella da cucciolo sperduto... e aggiungere un sexy cucciolo sperduto! Lo vedo alzarsi e se non mi decido a dire qualcosa lo perderò, probabilmente non lo rivedrò mai più. Mi schiarisco la gola per la centesima volta da quando l'ho visto.

    "No, aspetti! Ehm.. scusi, io, ecco vede, non penso di averla mai visto, insomma mi ricorderei di uno come lei!"
    Adesso sono sicuro di essere arrossito penosamente, sento le guance in fiamme... balbetto, neppure fossi una timida verginella!

    "Probabile, non ero mai venuto qui prima.. e, ma possiamo darci del tu? Oltre lo stesso nome dovremo avere anche la stessa età."

    "Si.. io ho 30 anni e diceva.. cioè dicevi, dove stavi prima?"
    Hey sono riuscito a formulare una frase di senso compiuto e adesso il mio angelo mi fissa rilassato, forse ha capito che non sono pazzo!

    "Io ne ho 32. Dicevo, mi sono trasferito qui da soli due anni prima abitavo in Irlanda,a Galway. E tu, sei di qui? Il tuo accento mi sembra.. inglese o sbaglio?"

    "Indovinato in pieno, sono di Londra, anche se sono da qui, ormai sono quasi 20 anni. E conservo ancora il mio accento con molto orgoglio. Certo è sempre meglio di quello americano."

    Ci fissiamo e iniziamo a ridere, adesso l'atmosfera si è fatta rilassata, leggera, come se lo conoscesi da sempre.

    "Concordo. Però sei venuto giovane in america, solo 10 anni."

    "Si, per mio padre. Si è innamorato di una americana che era in vacanza a Londra e dopo poco che lei era tornata a casa, mio papà ed io abbiamo fatto i bagagli e siamo venuti a cercarla, o meglio, mi ha costretto a fare i bagagli e a venire fin qua. Ma non mi lamento in fin dei conti l'America è un bel posto."

    "E adesso questa donna?"

    "Felicemente sposata con mio padre, e da qualche anno sono tornati a Londra, io ho deciso di rimanere qui, ormai sono grande e ho una vita e degli amici qui, in verità non molti amici, più conoscenti e poi c'è la mia migliore amica"

    "Hmmm.. amica e basta?"

    "La migliore, ma solo amica. La stavo aspettando perchè è in ritardo, è per questo che sono qui."

    "Dovrò ringraziare la tua amica per aver fatto tardi." Ed eccolo di nuovo quel ghigno.

    "R- Riferirò" E io torno a balbettare. "E tu perchè sei venuto in America"

    "Ho sempre voluto venire in America, ma non ne ho mai avuto il coraggio, poi mi sono sposato e ho avuto un figlio.." Sento una morsa al cuore, quest'angelo è già preso? I miei occhi vanno subito all'anulare della sua mano sinistra, che tiene appoggiata sul tavolo, dove non c'è nessuno anello. Lui sembra accorgersene perchè continua dicendo. "No, adesso sono vedovo, mia moglie e mio figlio sono morti in un incidente stradale quasi 6 anni fa"

    "Oh dio, mi dispiace tanto"
    Senza neppure accorgermene mi allungo e appoggio la mia mano sulla sua. Sono un mostro se ho quasi provato piacere per il fatto che non sia impegnato?

    Lui non la sposta, anzi la fissa con un dolce sorriso. "Grazie, ma sono riuscito ad andare avanti. Certo è stato difficile ma c'è l'ho fatta. Sono venuto qui, dall'altra parte dell'oceano per costruirmi un altra vita, per tornare a vivere. E ci sono riuscito, adesso lavoro qui, ho una casa..."

    "Mi fa piacere, che lavoro fai?"

    "Sono un avvocato, lo facevo anche in Irlanda, anche se dopo la morte della mia famiglia sono stato per un pò senza praticare, per fortuna qui in America ho trovato dei contatti di mio padre e sono riuscito a trovare un posto"

    "Dove lavori?"

    "Alla Wolfram & Hart, conosci?"

    "Certo che la conosco! E' la più grande compagnia in America con affiliati in tutto il mondo!"

    Ride leggermente. "Accidenti sei informato, che lavoro fai?"

    "Giornalista, e devo essere aggiornato."

    "Giornalista eh? Di cosa ti occupi"

    "Cronaca, soprattutto nera ho sempre amato scrivere ero un asso in italiano, e amo scrivere le poesie"
    Mi zittisco spalancando gli occhi, ho appena svelato uno dei miei segreti! Non lo sa nessuno, ovviamente escluso Buffy... e Cecily. Mi aspetto di sentirlo ridere, di sentire le sue parole di scherno e invece mi fissa solo interessato.

    "Veramente, e scrivi per te stesso o hai pubblicato qualcosa?"

    "Mai pubblicato, una volta ne lessi una a Cecily, la mia ragazza del liceo, la poesia era per lei.. e secondo il suo parere era meglio venire torturati che sentire quelle parole"

    "Dio che stronza! Mi piacerebbe leggerne qualcuna"

    "A tuo rischio e pericolo"

    "Amo il rischio." E di nuovo si riaffaccia quel ghigno malefico. "Comunque io invece non ero molto bravo con le materie umanistiche, ma in compenso ero bravo in arte"

    "Io non so neppure tenere la matita in mano quando si tratta di disegnare. E lo fai per te stesso o per venderli?"

    "Diciamo entrambi, ho fatto anche qualche mostra, ma niente di importante."

    "Mi piacerebbe vedere i tuoi quadri!"

    "Ok, tu mi fai leggere le tue poesie e io ti faccio vedere i miei quadri, che te ne pare?"

    "Perfetto"

    Lo vedo abbassare gli occhi verso il suo polso dove noto solo adesso un bel orologio, forse un rolex. Corruga la fronte e mi fissa, sembra un pò addolorato.

    "William mi ha fatto piacere conoscerti, ma devo andare il lavoro mi chiama. Hai una penna?"

    "Certo." Prendo la mia penna che porto nella borsa e gliela porgo. Lo vedo afferrare uno dei tovaglioli e scrivere qualcosa.

    La curiosità di sapere cosa sta scrivendo è quasi sostituita dal dispiacere che se ne debba andare, certo tra poco dovrò farlo pure io, ma se poi non lo vedessi più? Gli potrei chiedere il numero, o sarebbe troppo? Il mio problema viene risolto quando mi ripassa il tovagliolo e in una bella calligrafia che sembra quasi antica, che mi fa rimanere piacevolmente sorpreso, noto che ha segnato un indirizzo e un numero di telefono.

    "Così potremmo sentirci e rivederci.. che ne dici?"

    "Perfetto" Lo rivedrò di nuovo!!

    "Allora aspetto la tua chiamata"

    "Certo, ciao Liam"

    "A presto, William." Si alza lentamente e dopo avermi dato uno sguardo malizioso se ne va, lasciandomi solo.

    Rimango immobile fissando il punto da dove è appena uscito, riesco a spostare lo sguardo per portarlo sul tovagliolo di carta, adesso lo dovrò chiamare! Avrò mai il coraggio di farlo? O meglio, lo devo fare? Oppure è meglio lasciare perdere, per non rischiare di... di fare cosa? Innamorarmi, (se non lo sono già), rimanere ferito di nuovo, scoprire che è così sbagliato da essere giusto?

    "Hey, c'è nessuno? Terra chiama Spike, ci sei?"

    Tutto ad un tratto mi accorgo che davanti al mio naso sta sventolando una mano. Velocemente nascondo il mio prezioso tovagliolo nel portafoglio e alzo lo sguardo per trovarmi davanti gli occhi verdi della mia migliore amica.

    "Hey Buffy"

    "Finalmente! Saranno 10 minuti che ti chiamo e tu lì a concentrati su quel.. aspetta cosa hai nascosto nel portafogli? Hey!! Sai che voglio sapere tutto!"

    "Lo so, Signorina Non Mi Faccio Mai Gli Affari Miei! E non ho nascosto nulla... ero solo distratto e mi hai colto di sorpresa e comunque, dove eri finita?"

    "Guarda, la mia meravigliosa radiosveglia oggi non ha funzionato, o meglio è saltata la luce ieri sera, quindi si è disinserita l'ora.. e mi sono svegliata solo perchè la mia vicina, quando fa le pulizie canta a squarcia gola, se no sarei ancora nel mondo dei sogni e tu saresti in coma!"

    "Allora dovremo mandare un mazzo di fiori alla tua vicina, e adesso meglio andare se no faremo entrambi tardi a lavoro!!"

    "Ciao Will"

    "Ciao passerotto a stasera!" E le stampo un bacio sulla guancia, scappando verso il bancone per pagare e poi fuori da lì perchè non voglio rispondere ad altre possibili domande, non voglio parlarle del mio angelo, non voglio dirle che forse mi sono innamorato in pochi minuti, che qualcuno è riuscito ad entrarmi dentro dopo tanti anni, non voglio domande su lui. E non so il perchè, lei non mi giudicherebbe, vuole la mia felicità, ma per il momento voglio che questo angelo sia solo mio.

    Scuoto la testa per cancellare tutti questi dubbi, e mi dirigo verso il posto dove lavoro, mi siedo alla mia scrivania cercando di concentrarmi, di lavorare e di non pensare a niente, come se fosse una cosa possibile, ma l'unica cosa che ho in mente sono due occhi scuri come la notte.

    La giornata passa come un grande macchia offuscata, non so cosa ho fatto, ho scritto? Ho solo pensato? Ho guardato tutto il giorno un punto fisso? L'unica cosa che so adesso è che sono a casa, davanti al telefono, il mio prezioso tovagliolo appoggiato sopra il mobiletto a cercare il coraggio di comporre un maledetto numero! Quante volte si può iniziare a comporre un numero di telefono ed attaccare? Io sono arrivato forse alla duecentesima volta, se vado avanti così entrerò nel libro dei record, ma non sentirò la sua voce!

    Adesso basta!! Compongo il numero e sento il segnale di libero dall'altra parte, uno squillo, due squilli, tre squilli, la tensione sale sempre più e arrivato al quarto squillo sto per attaccare quando lo sento, risento la sua voce!

    "Pronto?"

    Chi avrebbe mai pensato che un 'pronto' potesse essere così sensuale..

    "Pronto?!"

    E così scocciato. "Liam?" So che è lui! Ma non ho nient’ altro di intelligente da dire.

    "William! Sei tu! Che bello risentirti, sai ho avuto la sensazione che non mi avresti chiamato."

    Deve essere un veggente, meglio non dire sui miei vari tentativi di comporre il numero. "Ti sbagliavi, allora, per quel nostro.." Forse appuntamento è inappropriato come termine? Non sarebbe un vero appuntamento, è più un uscita tra uomini etero, ovvio! Insomma è stato sposato, quindi è etero.

    "William, ci sei ancora?"

    "Ehmmm.. si scusa dicevo quando ci vediamo, sai sono curioso di vedere i tuoi quadri... certo se non hai da fare e se non hai cambiato idea e ..."

    "Riprendi fiato!" lo sento esclamare ridendo, ma riesco sempre a fare queste figure con lui? "Non vedo l'ora di rivederti e di farti vedere i miei quadri e poi voglio leggere le tue poesie non dimenticarlo!"

    "E chi se lo dimentica.. e allora quando?"

    "Domani sera sei impegnato?"

    "Vediamo, è venerdì. No, sono libero!"

    "Non esci con la tua migliore amica?"

    Perchè suona quasi come se fosse geloso? Forse l'ha vista ed è interessato a lei!?"Perchè interessa a te?"

    "No, e poi non lo mai vista."

    "Ah... no lei esce con il suo ragazzo, Luke, ormai stanno insieme da diversi anni."

    "Che bello allora è fidanzata!"

    Perchè adesso suona così felice? "Già"

    "Perfetto allora per domani sera?"

    "Si, certo, dove... dove ci vediamo?"

    "Se mi hai chiamato hai ancora il mio indirizzo, giusto?"

    "Giusto" Ma dove vuole andare a parare?

    "Che ne dici di venire a cena casa mia? Sono un ottimo cuoco! E dopo mi farei leggere le tue poesie, e io ti farò a vedere i miei quadri, che ne dici?"

    "Dico che va bene, allora a che ora vengo?"

    "Direi alle 19,30. Allora ti aspetto..."

    "Ok, ciao Liam."

    "Ciao Will"

    Solo adesso mi sono accorto di aver accettato un appuntamento, no quella parola è assolutamente sbagliata!
    Ritento. Ho veramente accettato di vedere (così va meglio) quell'uomo domani sera a casa sua per una cena, solo noi due, io e lui, lui e io.. oh merda!




    Capitolo 2

    Buon giorno Los Angeles. Oggi è il 4 Maggio e sono le 7,00 di un soleggiato Venerdì..


    Mi metto di scatto seduto sul letto a quell'ultima parola del DJ.. oggi è domani, cioè è venerdì.. quel venerdì, lo rivedrò, tra qualche ora lo rivedrò!!
    Mi alzò dal letto, e dopo essermi fatto la barba e la doccia, esco fuori e ritorno al quel bar.
    Ovviamente non lo faccio con la speranza di rivederlo! Lo faccio solo perchè la brioche, che ieri non ho neppure mangiato, era molto buona, almeno aveva un buon odore.
    Mi siedo allo stesso tavolo e intanto che faccio colazione, dimenticando il giornale, lo cerco tra la folla, ma l'unica cosa che vedo è la mia amica che corre verso di me.

    "Hey Will finalmente oggi è venerdì!"

    "Co- come? E' venerdì, un normalissimo venerdì, perchè dici finalmente?!" E se ha scoperto tutto?

    "Perchè domani inizia il week-end e io non lavoro?"

    "Ah, ovvio."

    "Ma stai bene?"
    Mi fissa attentamente cercando di scoprire cosa mi frulla per la testa e poi i suoi occhi si accendono.
    "Hai conosciuto qualcuno!"

    Ma è una veggente? "Sei una veggente?"

    "Lo sapevo! Ecco perchè anche ieri eri strano e ieri sera non ti sei fatto sentire. Che ne dici se stasera do buca a Luke e usciamo io e te? Così mi racconti tutto."

    Quante volte ha dato buca al suo ragazzo per parlare con me delle mie conquiste? Forse troppe, ma stasera non posso "No, vedi stasera io.."

    "Hai un appuntamento!!"

    "Beh, non è un appuntamento, cioè non proprio, è solo un uscita tra amici.."

    Mi fissa con l'aria di chi ha capito tutto. "E dove andrete per questo non - appuntamento?"

    "A casa sua"

    "Ohhhh"

    "E non mi fissare come se avessi capito tutto! Siamo solo amici, cucinerà qualcosa e poi parleremo, niente di più! Cosa? Perchè mi fissi così?"

    "Sarete solo voi due, una cenetta romantica, e poi parlerete sul divano... finché l'emozione e l'amore non vi sommergerà e vi troverete avvinghiati, nudi e ansimanti.."

    Un'immagine di me e Liam nudi e ansimanti si affaccia immediatamente tra i miei pensieri, e non la trovo, stranamente, orrenda, anzi, potrei dire che mi piace... cancello subito quell'immagine, che ovviamente trovo *orrenda*. "Buffy è solo una cena tra amici, niente avvinghiamenti."

    "Si certo, allora lei come si chiama? La conosco?"

    "Lei?"

    "Quella con cui devi uscire!!"

    "Giusto! Lei, lei si chiama, si chiama," Furiosamente mi guardo intorno e sul giornale, abbandonato al mio fianco leggo il nome della giornalista che ha scritto l'articolo. "Maggie, e no, non la conosci, non esce molto e vive qui da soli due anni"

    "Due anni e non lo mai incontrata? E' un’eremita?"

    "No, un angelo" Spalanco gli occhi..

    "Ah, un angelo è? Un angelo con cui non hai nessun appuntamento, che ti preparerà una bella cenetta, dove non ci saranno baci e non finirete avvinghiati"

    "Precisamente, e adesso devo andare al lavoro"

    Lei mi fissa confusa. "Ma è presto! E voglio sapere di più!"

    Getto uno sguardo all'orologio e noto che ha ragione, è presto. Ma so che se rimango le dirò tutto su questa *Lei* anche il fatto che non è assolutamente una lei... e per adesso questo piccolo dettaglio lo voglio tenere solo per me, e poi non è un appuntamento! "Già, ma ho promesso al capo di andare prima, perchè, beh, per cose di lavoro... ci sentiamo domani!!"

    "Si, hey guarda che voglio sapere tutti i dettagli.. e soprattutto quelli piccanti!"

    Io scappo via, sentendo il commento della mia amica anche se ovviamente non ci saranno dettagli piccanti!

    Neppure oggi so cosa ho combinato al lavoro, ho scritto un articolo, ma non so su cosa, ho pranzato, ma non so cosa ho mangiato, ho corretto alcune bozze, che non so assolutamente di chi o cosa trattassero e poi sono corso a casa e mi sono rifugiato in camera mia.

    Sono le 17,30 e ho solo 2 ore per prepararmi... cominciamo! Cosa ci si mette per un non appuntamento dove non ci saranno dettagli piccati da raccontare a Buffy?
    Infilo la testa nell'armadio e inizio a cercare, finché non sento squillare il telefono, tiro per un attimo fuori la testa indeciso se rispondere o no, poi alzò le spalle, c'è la segreteria telefonica..

    * Hey William, sono Buffy! Ci sei? Già uscito per il tuo non appuntamento con il tuo angelo? O se ancora lì e eviti di rispondere per non essere sommerso dalle mie legittime domande, sono o non sono la tua migliore amica, no?*

    Si, Buffy è veggente!

    * Ok, ho capito, ci sentiamo domani così mi racconti tutto, adesso ti saluto, un bacio! E fai il bravo!! Ciao! *

    Finalmente trovo quello che mi interessa, jeans neri, camicia blu elettrico e il mio spolverino, mi sembra perfetto, faccio una doccia e mi cambio, mi sistemo i capelli con il gel, metto il mio prezioso taccuino, uno dei tanti che tengo custoditi in un cassetto, nella tasca dello spolverino e sono pronto per andare!

    Sono le 19 quando salgo in macchina, in quindici minuti sono davanti a casa sua, e me ne c'è ne vogliono altri 15 per scendere dalla macchina e piazzarmi davanti al cancello della sua villetta e alzare un dito pronto per suonare il campanello, dito che rimane immobile a mezz'aria. Perfetto quanti minuti mi ci vorranno per suonare?

    Mentre aspetto che il mio dito faccia i pochi millimetri che lo separano dal campanello fisso la casa. Una villetta ad un piano, tutta bianca, con delle grandi vetrate e circondata da un bel giardino. Se ne occuperà lui? Tutto ad un tratto sento il click del cancello che mi riporta alla realtà, lo fisso con occhi spalancati, io non ho suonato e poi sento la sua voce venire dal citofono.
    "Hai intenzione di rimanere lì fermo o entri?"

    "Ehm.."

    Spalanco il cancello e lentamente entro, supero il giardino e trovo la porta principale aperta, faccio un profondo respiro sperando che il mio cuore rallenti i battiti e entro.

    "Chiudi la porta per favore?"

    Sento la sua voce provenire da un angolo non ancora identificato della casa. Faccio come mi è stato chiesto e mi guardo intorno. Mi trovo in un piccolo ingresso da cui si accede subito ad un soggiorno con divani ampi e scuri, dei tavoli di cristallo, dei mobili di legno scuro, un meraviglioso camino e una ampia vetrata da cui si vede il cancello, perfetto, spero che non mi abbia visto.

    "William?"

    "Eh?"

    "Vieni di qua"

    Vado alla mia destra dove penso di aver sentito provenire la sua voce ed entro in una bella cucina, non molto grande, ma con tutto l'occorrente, con una bella tavola apparecchiata per due e un buonissimo profumo.

    "Eccoti finalmente"

    Mi volto spaventato e lo vedo vicino al fornello, intento a mescolare qualcosa. Dio ma quest’angelo diventa sempre più bello ogni volta che lo vedo? Indossa un paio di jeans e un maglione chiaro che mette in risalto i suoi occhi nocciola e i suoi capelli scuri. Mi trovo con l'acquolina in bocca, ma non per il cibo, per lui.

    "Scusa non volevo spaventarti, vieni un attimo qui, ti faccio assaggiare una cosa."

    Mi avvicino lentamente a lui, lo vedo affondare il cucchiaio nel sugo, lo estrae e ci soffia lentamente per poi porgermelo, lo assaggio.

    "E' ottimo, ma.." Mi ritrovo a specchiarmi nei suoi occhi scuri che non hanno mai abbandonato i miei pensieri dalla prima volta che lì ho visti "Io, vedi, non... ok, mi piacciono le donne, quindi.. non vorrei che.."

    "Ma tu respiri mai quando parli? Comunque anche a me interessano le donne, ero sposato" Sospiro di sollievo. "E alcuni uomini, ma sono completamente innocuo credimi" Mi da un ghigno e torna a prendersi cura del cibo.

    Dovrei credergli?

    "E poi, per adesso, volevo solo parlare con te e leggere le tue poesie, cercherò di non saltarti addosso, Will."

    "Si, certo, scusa"

    "Hey non ti scusare, metti pure la giacca su quella sedia e poi siediti, è pronto! Non è niente di complicato, solo pasta alla bolognese "

    Mi siedo. "Perfetto! Adoro la pasta, vorrei andare in Italia prima o poi"

    "Si, chissà, magari potremmo andarci insieme"

    Scola la pasta e la mette nella padella dove la unisce a sugo, poi la mette in due piatti, uno lo porge a me e l'altro se lo mette di fronte al posto dove si siede. Fissò il mio piatto e sento il suo buon odore, ma sento anche un nodo allo stomaco che non mi permette di mangiare. Forse non sarei dovuto venire qui.

    "Va tutto bene? Se non ti piace posso cucinarti qualcos’altro."

    "No, no è perfetto, scusa, ero solo soprappensiero"

    Afferro la mia forchetta e ne prendo un primo assaggio, squisito, e chi ha detto 'la fame vien mangiando' era un genio, in poco tempo spazzolo tutto quello che ho nel piatto.

    "Vedo che ti piace, ne vuoi un altro pò?"

    "Hm...si grazie, sei un cuoco eccezionale"

    Ride divertito, intanto che mi porge il piatto pieno e si siede.

    "Tu non mangi più?"

    "No, e comunque non sono così eccezionale, è un piatto facilissimo"

    Dopo aver mangiato e parlato del più e del meno, ci alziamo e gli do una mano a pulire, mi offre un caffè e poi mi conduce nel soggiorno che avevo visto prima, facendomi sedere sul divano e lui prende posto accanto a me

    "E' da tanto che scrivi poesie?"

    Era troppo sperare che se ne fosse dimenticato? "Si, più o meno da quando avevo 14 anni, mi ero innamorato di una mi compagna di classe e le scrivevo per lei."

    "Quella Cecily?"
    Lo fisso sorpreso, possibile che se ne ricordi?
    "Non ho dimenticato una sola parola di quello che mi hai detto, e hai continuato?"

    "Si, ma senza farle più leggere a nessuno, neppure alla mia ex moglie, solo.."

    "Hai un’ex moglie?"

    "Si, Drusilla, l'ho conosciuta all'ultimo anno di liceo, poi ci siamo sposati a 19 anni e abbiamo divorziato dopo 5 anni"

    "Oh, mi dispiace, anche se non troppo, se non avessi divorziato non avrei mai avuto la possibilità di conoscerti"

    Abbasso lo sguardo imbarazzato. "Già"

    "Scusami, non avevo intenzione di metterti in imbarazzo"

    "No, nessun imbarazzo"

    Mi sorride poco convinto "Prima dicevi che non le facevi leggere neppure a tua moglie, ma stavi aggiungendo qualcosa"

    "Hmm, si" Si ricorda veramente tutto quello che dico. "Le faccio leggere solo alla mia migliore amica"

    "Quella Buffy fidanzata da diversi anni con quel Luke?"

    "Giustissimo"

    Mi alzo dal divano e lui mi fissa confuso, gli sorrido. "Vado a prendere una cosa nella giacca"

    Quando torno ho in mano il mio taccuino e con mano tremante glielo porgo per poi rimettermi seduto accanto a lui.

    Liam accarezza lentamente la copertina di pelle nera e lo apre facendo attenzione, come se fosse un oggetto di grande valore e inizia a leggere.
    Nel frattempo io sono qui seduto a torcermi le mani sperando che il nervosismo mi passi, aspettando il suo giudizio, e se non gli piacessero? Se mi considerasse solo un ridicolo poeta senza talento?
    Ma la sua mano sulle mie mi fa tornare alla realtà.

    "William, queste poesie sono molto belle, sai, penso che dovresti provare a pubblicarle"

    "Dici davvero? Credi che qualcuno avrebbe il coraggio di pubblicarle?"

    "Certo, hai del talento! Posso sentire quello che si occupa delle mie mostre, ha delle conoscenze anche nelle case editrice. Gli chiederò se c'è ne qualcuna che potrebbe essere interessata"

    "Lo faresti?"

    "Ovvio, farei tutto quello che vuoi"

    "Oh, bene" So di stare arrossendo, maledizione. Poi mi viene in mente una cosa. "Adesso tocca a me!"

    "Eh?" Lo vedo fissarmi confuso.

    "I tuoi quadri, mi hai detto che me ne avresti fatto vedere qualcuno se ti facevo leggere le mie poesie"

    "Giusto, sono giù in cantina, che adesso è diventata il mio studio, non c'è molto, qualche tavolozza e quadri sparsi, e scusa il disordine."

    "Tranquillo."

    Si alza in piedi e mi porta verso una porta laterale che ancora non avevo visto, delle scale portano in basso, verso la cantina, le pareti sono dipinte di bianco e ci sono appese sopra molte opere, altre sono sparse sul pavimento, una è ancora sul cavalletto ma sopra ha un telo che la nasconde, poi sul tavolo ci sono colori, pennelli e fogli messi alla rinfusa, però quando diceva del disordine non scherzava.

    Mi avvicino ai quadri per vederli meglio, la maggior parte sono paesaggi, grandi distese verdi, rappresenteranno l'Irlanda? Qualche ritratto.. e poi mi trovo davanti alla sua opera 'nascosta'.

    "Curioso, William?"

    "Già, sai che sei uno dei pochi che mi chiama William?"

    "Hm e come dovrei chiamarti?"

    "Spike, è il mio soprannome dal liceo"

    "Oh, Spike e per cosa è?" Vedo che getta uno sguardo verso i miei genitali e io spalanco gli occhi.

    "Per - perchè al liceo - po--portavo i capelli dritti co-come chiodi."

    Adesso ride divertito. "Ok, vuoi che ti chiami così?"

    "Oh, tu puoi chiamarmi William, mi piace come pronunci il mio nome." Ecco sono arrossito di nuovo.

    Lui mi fissa con un dolce sorriso. "Ok, Spike." Dice sottolinenando l'ultima parola e poi scoppiamo a ridere di gusto.

    "E tu? Qualche soprannome?"

    "Hm, no, nessuno o mi chiamano Liam o mi chiamano per cognome."

    "Te ne dovrò trovare uno!"

    "Ok, fai pure!!" Mi dice ridacchiando. Poi si avvicina a me e scopre il suo ultimo quadro.

    E io rimango senza parola, è un uomo in piedi completamente nudo, con un fisico perfetto, solo un panno bianco gli cinge i fianchi. Ha le mani alzate a mezz'aria e sta fissando il cielo, dalla sua schiena partono due bellissime ali nere. E' un meraviglioso angelo.
    Quando mi concentro meglio sul viso noto un particolare che mi fa rimanere spiazzato, passo lo sguardo da Liam al quadro e viceversa, non può essere.

    "Mi serviva un modello per fargli un viso, qualcuno dal viso perfetto." E mi fissa sorridendo, aspettando la mia prossima mossa.

    "Ma sono io!!" Dico, o meglio urlo, sono io, questo meraviglioso angelo ha il mio volto e non so se sentirmi lusingato o spaventato.

    "Si, ho detto che mi serviva qualcuno con un viso perfetto."

    Ok mi sento lusingato, gli sorrido. "Grazie, Angel" Dico l'ultima parola sussurrandola.

    "Cosa?"

    Sorridente gli dico. "Il tuo sopranome, Angel"

    "Hm, mi piace, ok vada per Angel" E ridacchia divertito.

    Dopo aver visto altri suoi quadri risaliamo. "Accidenti, sono già le due." E io domattina devo andare a lavorare, ma si può lavorare di sabato mattina?

    "Domani devi svegliarti presto?"

    "Eh si, lavoro."

    "Ok, allora non ti trattengo"

    "Certo" Vado in cucina a recuperare lo spolverino e me lo metto.

    "Ti accompagno alla porta"

    Facciamo in silenzio i pochi metri che ci separano dalla porta, Dio, vorrei che questa serata non fosse passata così velocemente, vorrei poter rimanere ancora qui per godere della sua compagnia, per parlare con lui, per fissarlo.
    Apre la porta e usciamo entrambi, mi accompagna fino al cancello e poi alla macchina.

    "Allora, è stato bello passare questa serata con te, Spike"

    "Si, anche per me, mi sono divertito, sei un ottimo cuoco, oltre ad essere un ottimo pittore."

    "Grazie"

    "Beh, allora vado, ciao" Come dovrei salutarlo? Dargli la mano è troppo formale? Però gran belle labbra, armoniose e fatte per.. Forse basta una pacca sulla spalla? Dio, chissà come sono morbide.. Un cenno con la mano?

    Ma non ho il tempo di decidere quale tecnica usare perchè dolcemente le sue labbra si posano sopra la mie, è solo uno sfiorarsi, leggero, come le ali di una farfalla, si attarda un attimo e poi si tira indietro e mi fissa.
    Io sono immobile, allibito, piacevolmente colpito e eccitato.

    "Scusa, forse non avrei dovuto, però di qualcosa, poi anche urlare colpirmi, ma fai qualcosa."

    Ma quanto è carino quando è preoccupato? "Prendi fiato" Gli dico ghignando, lui mi fissa e apre la bocca per dire qualcosa ma io non glielo permetto, gli prendo il volto tra le mani e lo tiro verso di me, appoggio le labbra sulle sue, e con la lingua gli chiedo dolcemente il permesso, lui mi accontenta subito e appena le nostre lingue si incontrano, all'inizio è solo un leggero sfiorarsi, un conoscersi lentamente. Il profumo del suo dopobarba mi inebria, sento le sue mani sulla schiena e una sale per arrivare alla mia nuca e tirarmi più vicino, inclino leggermente la testa per dargli un migliore accesso. E la nostra lenta esplorazione diventa una vera battaglia per avere la supremazia. Dopo secondi? Minuti? Anni? Secoli? Ci stacchiamo ansimanti.

    Lui appoggia la fronte contro la mia, tenendomi ancora, come se temesse che scappassi, certo come se potessi, ho le ginocchia che tremano!

    "Wow, però, adesso devo andare" O vado ora o non vado più, e non sono pronto per il resto.

    Lui si allontano un pò per fissarmi negli occhi sembra dispiaciuto e per dimostrargli che non lo sto rifiutando appoggiò le labbra di nuovo sulle sue per un altro caldo bacio, quando ci stacchiamo senza fiato riesco a mormorare "Domani ho il lavoro"

    "Che peccato, ci rivedremo, vero?"

    "Certo!" Prendo il portafoglio dalla tasca dei jeans e estraggo un bigliettino da visita con i miei numeri. "Aspetto la tua chiamata! Ciao, Angel."

    "Ok" Prima che possa allontanarmi mi riafferra e mi bacia nuovamente, mi tira contro di se, sento la sua erezione premere contro la mia "A presto, William."

    Il mio nome non è mai suonato così accattivante e inoltre mi lancia uno sguardo eccitato, mi lascia senza fiato, mi allontano improvvisamente da lui, che adesso mi guarda stranito, ma non gli do il tempo di ribattere, salgo in macchina e dopo un ultimo debole sorriso parto veloce, lo fisso per un pò dallo specchietto retrovisore, vedo che fissa la mia auto, finché non si volta e ritorna dentro il cancello.

    So che sono quasi scappato dopo il suo ultimo bacio, ma avevo paura che l'avrei trascinato in casa e avrei fatto qualcosa di cui mi sarei pentito o che avrei amato? Dio, si può essere completamente terrorizzati ed estasiati allo stesso tempo? Ma adesso che sono da solo in macchina, che ho avuto il mio più bel non-appuntamento della storia, e non solo, ho ricevuto il miglior bacio… lo voglio rivedere, voglio ancora assaggiare le sue labbra, voglio perdermi nel suo profumo, lo voglio stringere a me, voglio sentire le sue mani che mi accarezzano la schiena. Lo voglio, voglio il mio angelo, e lo avrò, ma non ancora, adesso vado a casa e dormo (come se fosse possibile), e domani lavorerò (sicuramente sarò molto concentrato) e poi tornerò a casa e non aspetterò assolutamente davanti al telefono che 'qualcuno' mi chiami, ovvio che non lo farò!




    Capitolo 3

    -Venerdì 11 Maggio


    Una settimana, ho passato un’intera, lunga e interminabile settimana davanti a questo maledetto telefono, aspettando, pregando che suonasse, ma niente.
    Ho fatto di tutto per tenerlo libero, sono arrivato anche ad accorciare il più possibile le telefonate con Buffy, cosa che non le ha fatto molto piacere. Per poter essere reperibile, ovviamente oltre che per andare al lavoro, non sono uscito, quindi posso dire che non vedo la mia migliore amica da una settimana e tutto per aspettare che questo telefono suonasse!

    Anche adesso, sono qui, fisso il telefono e poi sposto lo sguardo sul prezioso tovagliolo che conservo ancora. Forse dovrei essere io a chiamarlo? Insomma, quando ci siamo visti sono letteralmente scappato da lui, forse ci è rimasto male? Penserà che non lo voglio rivedere? O si è già dimenticato di me? Di solito è l'uomo che chiama la donna da perfetto cavaliere, ma siamo due uomini, come funzionano le cose in questo caso?

    I miei dubbi vengono cancellati dal suono insistente del telefono, lo fisso come se fosse stregato e poi lentamente riesco ad allungare la mano e ad afferrare la cornetta.

    "Pronto?"

    "William?"

    E lui! E' la sua voce! Suona così insicuro che posso immaginare il suo sguardo da cucciolo e l'unica cosa che vorrei farlo è stringerlo...

    "William, ci sei?"

    "Si, scusa, ciao Liam!"

    "Scusa se non ti ho chiamato prima, ma, ecco vedi, accidenti! Ci credi se ti dico che è tutta la settimana che provo a comporre il numero, ma arrivato all'ultimo numero riattacco? E questo non mi succedeva neppure quando era un adolescente! Pensa ho addirittura provato davanti allo specchio quello che dovevo dirti, ma adesso che ho sentito la tua voce non ricordo più nulla, forse avrei dovuto scrivermelo. Quando te ne sei andato da casa mia, o dovrei dire quando sei fuggito, pensavo che non mi volessi più vedere, che avessi esagerato, ma poi mi sono detto che dovevo chiamarti, rischiando di essere mandato al diavolo, ma almeno mi sarei messo il cuore in pace, e..."

    Sorrido divertito per questa sua tirata. " E poi chi è che non respira quando parla?"

    "Ops, scusa Will, magari sei occupato, sei con... qualcuna?"

    "Calmati, Angel" Lo sento sospirare al suono del soprannome che gli ho dato.

    "Ok"

    "Bene, prima di tutto sono contento di sentirti e ti confesso che non sei l'unico ad aver composto il numero e ad riaver attaccato prima di comporre l'ultima cifra, quindi vedi, siamo due a comportarci da adolescenti" Lo sento ridere divertito "E scusa se l'ultima volta sono fuggito, non so... ok veramente lo so, ho avuto paura perchè.. ecco perchè provavo le stesse cose che provavi te, e avevo paura che se fossi rimasto uno di noi due avrebbe trascinato l'altro fino in casa tua e..." Lascio in sospeso la frase.

    "Pensi che saremo riusciti ad arrivare dentro casa?"

    "Ehm, no!" Entrambi scoppiamo a ridere e finalmente l'atmosfera si fa più rilassata.

    "Quindi, vuoi rivedermi?"

    "Ovvio!"

    "Se ti rinvitassi a casa mia, che ne dici?"

    "Dico che non vedo l'ora, mi fermo a prendere una pizza, così ceniamo e... parliamo."

    "Hey credevo che la mia cucina ti piacesse!" Mi dice offeso

    "Certo che mi è piace! Solo che non voglio che cucini di nuovo."

    "Ma a me non pesa"

    "Lo so, ma ti voglio completamente riposato e rilassato!

    Lo sento ridacchiare "Ok, e pizza sia! Sai noi due dovremo andarci in Italia prima o poi"

    "Concordo, allora vengo da te alle 19,30?"

    "Perfetto, dove abito lo sai"

    "Ok, a domani, Angel"

    "A domani, Will"

    Riattacco con il cuore che batte a mille e un sorriso ebete sul viso, una settimana angosciante è stata cancellata in un secondo dal suono della sua voce e poi, finalmente lo rivedrò.

    Sorrido e chiamo al lavoro, per avvertire che domani non andrò, anch'io mi voglio rilassare e riposare.
    Dopo averlo fatto mi butto sul letto facendo zapping tra i vari canali e sognando ad occhi aperti il mio angelo.

    Non so neppure io a che ora mi sono addormentato ieri sera, ma sento ancora la tv in sottofondo e dei tonfi, mi concentro meglio e capisco che qualcuno sta bussando alla porta.
    Sbuffando perchè qualcuno ha interrotto la mia giornata di riposo, spalanco la porta con un ringhio, ringhio che diventa un mugolio da cane bastonato, quando mi trovo a fissare gli occhi verdi della mia migliore amica che mandano lampi d'ira.

    "Allora? Non mi fai entrare?"

    "Certo, entra." Mi sposto appena in tempo prima di essere travolto. So che è alta solo 1,60 e peserà meno di 50 kg, ma quando ci si mette è peggio di un uragano!

    Chiudo la porta con un sospiro e la seguo in soggiorno dove la vedo seduta sul divano da dove continua a mandarmi sguardi omicidi.

    "Buffy che ci fai qui a quest'ora del mattino?"

    "Sono le 4 del pomeriggio."

    "Oh" Ma quanto ho dormito?

    "E comunque, è una settimana che non ti vedo e non ti sento quasi! Non so che fine hai fatto, ho temuto che ti avessero rapito gli alieni! O il tuo angelo! Non hai più tempo per me? Prima ho chiamato al lavoro e mi hanno detto che non c'eri, mi spieghi che sta succedendo?!"

    Mi siedo accanto a lei con un sospiro. "Mi sa che mi sono innamorato"

    La vedo boccheggiare e mi fissa con gli occhi spalancati. "Di Maggie?"

    "Eh?" Adesso sono io che la fisso con gli occhi spalancati, e chi è questa?

    "Il tuo angelo, te ne sei trovato un altro?"

    "Ah!" Adesso mi ricordo, il nome della giornalista dell'articolo! "Si, certo, esco con lei, scusami sono un pò scombussolato" E non so perchè continuo a mentirle.

    "Allora con è andato il tuo non - appuntamento?"

    "Bene, è un ottima cuoca"

    "Si certo, e dettagli piccanti?"

    Un immagine di me e Liam che ci baciamo mi torna in mente "Bacia da dio!"

    "Wow!"

    "Si, Dio, non mi sono mai eccitato tanto per un semplice bacio"

    "Accidenti, sei proprio preso! Ne sono felice. Vi siete rivisti?"

    "No, sai mi sono un pò.. " E ora come glielo spiego, decido di dirle la verità, o almeno in parte. "L'intensità del bacio, mi ha spaventato, non avevo mai provato nulla di simile e sono più o meno fuggito, gli ho lasciato il numero e sono fuggito"

    "E hai aspettato che ti richiamasse?"

    "Si"

    "E perchè non l'hai chiamata te?"

    "Ehm, perchè io l'avevo chiamata la prima volta, e ora toccava a lu.. lei"

    "William! Gli uomini devono chiamare le donne, almeno le prime volte, lo dovresti sapere. Almeno ti ha richiamato?"

    E certo che lo so, ma questa *donna* è particolare! "Lo so, e si, mi ha richiamato ieri sera, ma.."

    "Dio sei proprio cotto! Ne sono contenta, ti meriti di essere felice e di smettere di uscire con delle ochette senza cervello!"

    "Giusto"

    "Allora a quando una cena a 4?"

    "Eh?" E adesso che ha in mente?

    "Tu, Maggie, io e Luke!"

    "Oh" E ora che mi invento? Sarà un pò difficile che Liam passi per una che si chiama Maggie!

    "Cosa, oh?"

    "E che è da poco che, usciamo, e domani sarà solo la seconda volta che ci vediamo, e insomma è presto.."

    "Non dicevo di farmela conoscere stasera, uhm? Sono la tua migliore amica devo controllare se questa tipa va bene per te, e se ha tutte le carte in regola"

    "C'è l'ha.. e sono sicura che ti piacerà molto"

    "Hmm, ok, visto che ancora non la posso vedere, indagherò. Prima di tutto, ex pericolosi in giro? Ti ricordi vero quello che è successo con April?"

    E chi se lo dimentica, siamo usciti due volte, e non abbiamo fatto praticamente niente, finché non siamo stati interrotti dal suo ex, Warren, che voleva uccidermi, mi sono salvato per miracolo. "Si che lo ricordo! Comunque era sposata" Mi fissa con gli occhi spalancati "Ma la… il marito e il figlio sono morti in un incidente stradale, in Irlanda"

    "Ohhh... è un'irlandese. Strano non ha un nome da Irlandese, ma va bene. Quanti anni ha?"

    "32"

    "E' più vecchia di te?"

    "Si, ma solo di due anni!"

    "Hmm, che lavoro fa?"

    "Avvocato, alla W&H"

    "Accidenti, addirittura un avvocato! Ed è bella?"

    "Di più"

    "Bella, intelligente e sa cucinare.. accidenti non te la fare scappare"

    "Ed è un ottima artista!"

    "Sa pure disegnare?"

    "Si, dovresti vedere i suoi quadri, sono fantastici!"

    "Quando me la presenterai, magari..."

    "Certo" Rispondo un pò titubante

    "Vediamo, descrivimela"

    "Cosa?"

    "Mi hai detto che è più che bella, descrivimela o portami una foto"

    "No, te la descrivo.... vediamo, capelli scuri e morbidi, occhi neri come l'inferno, labbra sensuali fatte per baciare."

    " Se continui così me ne innamorerò!" Ridiamo insieme. "Allora quanto è alta?"

    Dire che è 1,90 forse è troppo? "E'.. un pò più bassa di me"

    "Fisico?"

    "Strepitoso"

    "Tette grosse, uhm?"

    "Am" Perfetto, e adesso che le dico? Liam, da quello che ho intravisto, ha dei fantastici pettorali muscolosi, ma non penso che questa descrizione sia adatta a *Maggie* "No, normali"

    "Normali?"

    "Si... normali"

    Mi fissa non molto convinta. "Hm, ok... vediamo.."

    "Ancora domande? Ma ormai ti ho detto tutto!! E.. oh merda solo le 18!! Devo prepararmi!"

    "A che ora hai l'appuntamento?"

    "Alle 19,30"

    "E quando ci metti con la macchina?"

    "Un quarto d'ora."

    "E ti prepari più di un ora prima?"

    La fisso offeso. "Devo fare la doccia, farmi la barba, vestirmi e andare a prendere le pizze!"

    "Pizze? Ma non era una grande cuoca?"

    "Si, ma non volevo che si stancasse!"

    "Ohhhhhh!"

    "Cosa era quel 'ohhhhh'??"

    "Non vuoi che si stanchi?? Quindi la prossima volta che ci vedremo ci saranno dettagli più piccanti?"

    "Lo spero" Dico con un filo di voce. E non ci credo neppure io a cosa ho detto, una settimana fa sono fuggito, e adesso spero di arrivare fino in fondo con lui.

    "Yuppie!! Allora vado, fatti bello e fai impazzire il tuo angelo!"

    Si piega verso di me e mi stampa un bacio sulla guancia per poi alzarsi e andare verso la porta, la apre, ma prima di riuscire si volta verso di me.

    "Mi raccomando non fartela scappare! E non scappare neppure tu, di nuovo. Sento che è quella giusta, e ancora non lo neppure conosciuta!"

    Di solito la mia migliore amica è molto critica soprattutto con quelle che esco, e adesso senza neppure averla vista mi consiglia di non farmela scappare, la fisso un pò sorpreso.

    "E non mi fissare così, non ti avevo mai visto parlare di qualcuno così, neppure con la tua ex moglie. Quindi deve essere una persona veramente speciale, e se ti rende così felice, beh, il minimo che possa fare è fare il tifo per voi due!!"

    "Grazie Buffy, ti chiamerò presto e si, avrai tutti i dettagli piccanti!"

    "Siii! Aspetto la tua chiamata, Ciao Spike!"

    "Ciao passerotto" Se ne va chiudendo la porta dietro di se.

    Io mi alzo dal divano, passandomi la mano sul viso... continuo a chiedermi perchè non riesco a dire a Buffy la verità, perchè ho continuato con la storia di *Maggie*. Ma ora non ho proprio tempo per rispondere a queste domande, e poi, praticamente, ho detto la verità a Buffy, a parte il piccolo dettaglio che non è una donna, ma glielo dirò la prossima volta che la vedo, promesso!
    Adesso però non ho altro tempo da perdere, devo prepararmi e poi andare dal mio angelo!


    TBC

    Capitolo 4

    - Sabato 12 Maggio -

    Lavato, sbarbato, con indosso jeans, una camicia rossa e lo spolverino e in mano i cartoni per la pizza d'asporto scendo dalla macchina e questa volta non farò la figura dell'imbranato, vado subito verso il campanello e lo suono deciso.

    Dopo pochi secondi sento il click del cancello, entro e riattraverso il giardino per arrivare alla porta aperta dove questa volta c'è Liam ad aspettarmi, con indosso una camicia nera e jeans scuri.

    "Hey, Will, benvenuto" Mi saluta con un sorriso.

    "Ciao Liam" Ricambio saluto e sorriso.

    Afferra i cartoni dalle mie mani e entriamo in casa, nel frattempo che chiudo la porta vedo che si dirige verso il soggiorno, dove sul tavolino da caffè, posto davanti al divano, ha già messo un paio di birre.

    "Rimarrai lì ha fissarmi per tutta la sera o vieni a mangiare?"

    "Si, mangiare" Esco dalla mia trance e lo raggiungo, sedendomi accanto a lui. "Sicuro di voler mangiare qui? Non vorrei che il divano si sporcasse."

    "Tranquillo, e se poi dovesse successe c'è comunque la lavanderia"

    "Oh, giusto" Borbotto imbarazzato, con una casa così, e visto che fa l'avvocato non dovrebbe avere problemi di soldi.

    Apriamo i cartoni di pizza e iniziamo a mangiare. Dopo un pò mi passa una delle due birre da cui prendo un lungo sorso, rimaniamo in silenzio per un pò, ma non è un silenzio imbarazzante, no, direi che è molto confortevole.

    "Spike?"

    "Hm?"

    "C'è qualcosa che non va?"

    "No, perchè?"

    "Sei strano, e non parli... avevi qualcosa di meglio da fare?"

    "Meglio che stare con te? Non penso" E gli sorrido.

    "E la tua amica Buffy?"

    "Oh, penso che uscirà con Luke e poi sa che avevo un appuntamento"

    "Sul serio?" Mi chiede stranamente sorpreso, ma felice.

    "Certo!" Ovvio è la mia migliore amica.

    "Quindi sa di... me?"

    "Ehm..." Perchè non sto mai zitto? "Vedi, veramente.."

    "Cosa?"

    "Ok, gli ho detto che, che ti chiamavi, hm... Maggie..." L'ultima parola la borbotto.

    "Maggie? Ti sembro che assomiglio ad una 'Maggie'?"

    "Veramente no, ma non sono riuscito a dirgli tutta la verità!"

    "Non l'avrebbe presa bene?"

    "Oh no! Per lei conta solo la mia felicità."

    "E allora perchè non gliela hai detto, ti vergogni di me?"

    "No!"

    "Ti vergogni del fatto che sono un uomo?"

    "Eh, forse"

    "Ah" Lo vedo abbassare la testa e fissare la birra che tiene in mano.

    Mi allungo verso di lui e gli metto una mano sul braccio. "Liam, dammi solo tempo, ti prometto che la prossima volta che vedo Buffy gli dirò tutto."

    "Non fare promesse che non puoi mantenere, Will"

    "Hey!" Esclamo offeso. "Per me, anche se praticamente non ci conosciamo, sei importante, e.. gli parlerò, va bene?"

    "Va bene" E finalmente sorride "Se vogliamo iniziare qualcosa Will, non voglio farlo nell'ombra, e se per te è difficile dirlo a Buffy..."

    "No, glielo dirò"

    "Ok, mi fido di te" Sorride sollevato. "Comunque sono felice che hai accettato il mio invito anche se non ti ho chiamato per una settimana."

    "Stavo cominciando a pensare che non l'avresti più fatto."

    "Sinceramente per un pò l'ho temuto anch'io. Temevo se ti avessi chiamato mi avresti mandato al diavolo, ma poi ho pensato che era meglio sentirmelo dire da te, che solo immaginarlo, almeno avrei potuto mettermi il cuore in pace."

    Non pensavo che potesse essere così insicuro. Riesce a passare da essere un diavolo tentatore ad un dolce e timido angelo... è meraviglioso.
    "Sono felice che l'hai fatto"

    Ridacchia divertito. "Adesso che siamo entrambi felici, dimmi, dove hai comprato queste pizze? Sono strepitose! Non buone come quelle italiane, ma sono le migliori di quelle che ho mangiato qui."

    "In un ristorante italiano vicino a casa mia, allora sei già stato in Italia?"

    "Si, tempo fa per affari, sono stato solo qualche giorno a Roma e non ho avuto neppure il tempo di visitare la città, cosa di cui mi sono pentito, ma almeno il cibo l'ho assaggiato e me ne sono subito innamorato!"

    "Mi stai facendo venire sempre più voglia di andare in Italia"

    "Perfetto, vorrà dire che ci andremo insieme." Ridacchiamo "Dici che sto correndo troppo?"

    "No, vai alla grande"

    E non so come trovo il coraggio di allungarmi verso di lui e appoggiare le labbra sulle sue in un delicato bacio, mi allontano solo di pochi millimetri e gli dico "Dici che adesso sono io a correre troppo?"

    "No, vai alla grande"

    Le mie labbra si increspano in un sorriso finché non sento la sua bocca premuta contro la mia, apro subito le labbra per accogliere la sua lingua, ma lui si attarda a mordicchiarmi famelico il labbro inferiore, e io gemo in risposta.

    Apprezzo le sue attenzioni, ma adesso voglio un suo bacio. Gli appoggiò la mano sulla nuca spingendolo lievemente contro di me, e piego la testa di lato per dargli un miglior accesso, lo sento ridacchiare. "Non riesci ad aspettare?"

    "No, Angel, per fav..."

    Non mi fa neppure finire di parlare che lascia il mio labbro per spingere la lingua nella mia bocca, io l'accolgo felice e intreccio la mia con la sua.
    Finalmente! Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta che ci siamo baciati, solo adesso mi rendo conto di quanto mi sia veramente mancato.

    Sento una delle sue mani sulla schiena, l'altra l'ha tiene appoggiata sul mio ginocchio. Mentre la mia mano è ancora sulla sua nuca, l'altra gli accarezza il viso, per poi scendere verso i pettorali che come avevo immaginato sono muscolosi, poi sento il battito accelerato del suo cuore.

    Ci stacchiamo ansimanti, allontano la mano che gli avevo appoggiato sulla nuca per mettermela in grembo tentando con disinvoltura di nascondere l'erezione che preme sui miei pantaloni.
    L'altra mano la lascio sul suo torace, fissandola, ipnotizzato dal ritmo del suo cuore.

    "Il tuo cuore batte così veloce" Dico sussurrando

    Mi appoggia il dito sotto il mento e così incontro i suoi occhi resi più scuri dal desiderio. "E' per te... per la tua vicinanza, nessuno mi ha mai fatto battere il cuore così, nessuno, non ho mai provato niente del genere e non so se esserne spaventato o se lasciarmi andare..."

    "Provo le stesse cose Liam.."

    "E per te deve essere più difficile, considerando che... insomma, che sono un uomo"

    "Forse, all'inizio, ma con te mi sembra tutto così facile e giusto" Gli sfioro le labbra con un bacio e mi allontano riguardandolo negli occhi "Dove è camera tua?"

    Lo vedo spalancare leggermente gli occhi "Sicuro? Guarda che non c'è fretta, possiamo anche prenderla con calma"

    Sorrido e sposto lo sguardo in basso per poi rincontrare il suo sguardo, lo fisso malizioso alzando il sopracciglio.
    Anche lui guarda in basso, dove ho puntato il mio sguardo, per poi fissarmi di nuovo in volto e sorridere "Ok probabilmente i miei pantaloni esploderanno da un momento all'altro, ma posso farmi sempre una doccia fredda, molto fredda."

    Ridacchiamo "Non sei l'unico ad avere quel problema..."

    Dirige lo sguardo sui miei pantaloni, dove sposto la mano e lui nota il rigonfiamento dei jeans, vedo che si lecca lentamente il labbro inferiore, allunga una mano e accarezza lievemente la mia protuberanza cosa che mi fa gemere. Ripunta gli occhi sul mio volto e mi bacia di nuovo.

    "Sicuro che il tuo soprannome Spike venga da come portavi i capelli al liceo?” Mi domandi fissandomi malizioso.

    Io ridacchio “Sicuro!”

    “Bene, vieni con me" Si alza e trascina anche me, tra i baci arriviamo in camera sua, accende la luce e mi spinge contro la parete dove inizia a baciarmi famelico. Riesco a cambiare le nostre posizione, e lo presso contro il muro, premendo il bacino contro il suo. Ma non per molto, considerato che è più alto e più massiccio di me riesce a farmi indietreggiare senza staccarsi dalla mie labbra. Mi fermo quando sento un ostacolo dietro le gambe.

    Ci stacchiamo ansimanti, e mi fissa per poi spingermi indietro. Mi trovo disteso sulla schiena sul letto con Liam che fa un sorriso lievemente storto verso sinistra e mi fissa, non faccio in tempo a dire niente che mi raggiunge sul letto, sopra di me, mi mette le braccia vicino la testa per reggersi e inizia a baciarmi, questa volta in modo lento e sensuale, poi si sposta sulla mia mascella, fino al collo per poi fare il viaggio inverso e tornare alle mie labbra.

    "Ne sei assolutamente sicuro?" Bisbiglia vicino alle mie labbra

    "Si, non sono mai stato così sicuro di qualcosa in tutta la mia vita, Liam. Sai, comincio pure a credere nel colpo di fulmine"

    Lui ridacchia "William Pratt, ti amo"

    Io spalanco gli occhi, ma non mi da il tempo di rispondere che torna a baciarmi. Poi alzo lievemente le anche e le nostre erezioni si scontrano facendo gemere entrambi.

    Dopo lunghi e sensuali baci, si alza, e io lo fisso con il broncio, lui ridacchia "Ti voglio nudo" dice semplicemente e se è possibile sento il mio pene diventare ancora più duro.

    Mi toglie le scarpe e le calze lentamente. Poi mi fa sedere e mi sfila la camicia dalla testa senza perdere tempo a sbottonarla, vedo che mi fissa affamato il corpo, mi spinge leggermente facendo distendere.

    Inizia a baciarmi il torace lentamente, fermandosi sui capezzoli e facendomi gemere senza sosta, traccia con le dita i miei addominali.

    "Piccolo hai un fisico stupendo... perfetto." Mi dice con gli occhi pieni di lussuria.

    Abbassa la mano e raggiunge la fibbia della mia cintura aprendola , poi apre il bottone dei miei jeans e fa scorrere lentamente la lampo verso il basso, infila leggermente la mano dentro e ridacchia "Niente biancheria, eh?" Mi fissa con un sopraciglio alzato, e con un sorrisetto eccitato.

    L'unica cosa che riesco a fare è scuotere la testa in senso negativo, tutte le parole bloccate da qualche parte. Non è facile formulare una frase o una singola parola con la sua mano che mi accarezza il pene lentamente.

    Si sposta di nuovo e velocemente mi toglie i jeans, lasciandomi completamente nudo, sotto il suo sguardo famelico. Ritorna su di me e riprende ad esplorare il mio corpo con le labbra, la lingua e la mani.

    Alla fine riesco, con molta fatica, a formulare un frase. "Ummmm.. Liammm, anche tu... mmmm..spogliati... ti voglio... nudooooo" l'ultima parola la dico quasi urlando, visto che con le labbra mi sto lievemente succhiando e ridacchia con ancora il mio membro in bocca e questo mi manda un brivido per il corpo, e iniziò ad ansimare.

    Lui si allontana, e io lo fisso con gli occhi spalancati. "Do... dove vai?"

    Ride. "Mi spoglio.."

    "Ohhhh..." Mi lecco le labbra in anticipazione e mi metto comodo per assistere, anche se sono ancora dolorosamente duro, ma sono troppo curioso di vedere il suo corpo senza barriere.

    Si siede sul letto accanto a me per togliersi le scarpe e le calze, poi si alza e si accorge che lo fisso. Ridacchiando, inizia a sbottonarsi la camicia con una lentezza esasperante. Un bottone alla volta, la sua pelle inizia a essere esposta ad i miei occhi e mi lecco le labbra. Quando tutti i bottoni sono stati aperti se la apre, mettendo in evidenzia il suo torace muscoloso, la sua pelle chiara, poi inizia a sfilarsela, flettendo i muscoli del torace, per poi farsela scivolare lungo le braccia forti e infine sul pavimento.

    Poi con le mani va ai jeans e dopo aver abbassato la cerniera se li spinge in giù per le gambe toniche e se li toglie. Rimane con in dosso solo un paio di boxer neri, dove sembra stare molto stretto. In fine se li sfila rimanendo gloriosamente nudo. I miei occhi si spostano sul suo membro eretto, lungo e spesso. Gemo. Lo voglio!

    Si avvicina a me, io mi siedo e lui si piega per baciarmi. Dolcemente mi fa tornare disteso e torna sopra di me. Questa volta tutti e due nudi. Quando sento la sua pelle contro la mia chiudo gli occhi per la forte sensazione che provo, e poi quando i nostri peni si scontrano lievemente mi ritrovo ad ansimare per cercare di non venire così, senza nessuna stimolazione.

    Mi fissa negli occhi. "Dimmi se sei assolutamente sicuro di farlo."

    Gli prendo il viso con le mani, e lo bacio. "Assolutamente sicuro Liam."

    Lui mi fissa diabolico "Ok, piccolo."

    Torna a baciarmi ovunque e scende di nuovo verso il mio membro, poi risale lentamente verso le mie labbra. Si allunga un pò per prendere una cosa dal cassetto. Sembra, anzi è un tubetto di una qualche crema, se ne mette un pò sulle dita e io continuo a fissarlo eccitato e curioso.

    Lui si accorge del mio sguardo e ridacchia, "E' lubrificante, non voglio farti male" Mi bacia e sento la sua mano scendere per il mio torace, fino al mio pene e poi verso il mio sedere, si allontana un pò mettendosi in ginocchio e mi fa mettere le gambe intorno alle sue cosce. Sento la sua mano che mi accarezza il sedere, finché non mette un dito dentro la mia fessura, io inarco i fianchi leggermente, per adesso non è doloroso, solo.... strano.
    Poi ne inserisce due e io avverto un lieve dolore, ma stringo i denti. Dopo avermi preparato. Prende un altro pò di lubrificante e se lo mette sul membro.

    Quando si muove tolgo le gambe dalle sue cosce, non so molto bene come mettermi o cosa fare, non so neppure cosa dovrei provare.. e se farà male, e se non mi piacesse? E se non gli piacessi io?

    Lui come se avesse intuito i miei dubbi mi sfiora le labbra con le sue, poi si rimette in ginocchio sul letto, mi aspettavo che mi avrebbe fatto voltare, invece mette le braccia sotto le mie gambe che rimangono appoggiate alla sua vita, e le sue mani sono sul letto, vicino ai miei fianchi.

    Sento il suo membro all'entrata, lo fisso negli occhi e mi accorgo che non sono spaventato, amo quest'uomo e lo voglio. Sorrido per incoraggiarlo.

    Lui lentamente spinge la punta dentro me, io sibilo per il dolore, adesso comincio a temere che non riuscirò a prenderlo tutto dentro di me... insomma era molto grosso e lungo.

    Lo vedo piegarsi e baciarmi dolcemente e mi sussurra sulle labbra "Rilassati, vedrai che il dolore passerà presto." E torna a baciarmi. Io rispondo al bacio, appoggiandogli una mano sul braccio e l'altra va a cercare la sua mano che tiene vicino al mio fianco, appena la trovo le nostre dita si intrecciano.

    Prima ancora che me ne accorga è tutto dentro di me è una sensazione strana e dolorosa allo stesso tempo. "Dio sei così stretto e caldo." Dice ansimando. Esce e rientra lentamente in me e io ansimò di nuovo ma questa volta non per il dolore, ma per il piacere, "Dio... fallo ancora..." penso che abbia trovato un punto magico, perchè il piacere sta aumentando con ogni spinta che preme precisamente quel punto. "Ancora, Liam... Dio.. Angel.." Mi ritrovo ad ansimare senza controllo.

    Quasi senza accorgermene muovo i fianchi per incontrare le sue spinte che si fanno più veloci e forti. Gli stringo ancora di più la mano, poi sento l'altra sua mano sul mio pene, lo avvolge con le dita e inizia a pomparlo al ritmo con le spinte.

    Sentire che mi stimola il pene, e il suo che mi riempie mi porta velocemente al limite "Sto.. Dio.. Sto per.." Ansimò sempre più forte.

    "Vieni , piccolo"

    Lo fisso negli occhi per un istante e poi non controllo più il mio corpo. Sento l'orgasmo più potente che abbia mai provato spandersi per i mio corpo Vengo con forza sulla sua mano e sui nostri stomaci, lo sento spingere ancora e poi venire dentro di me, sento la sua venuta calda dentro di me ed è una bella sensazione, poi mi crolla addosso e rimaniamo per un pò così, ansimanti. Le nostri mani sempre unite. Io sposto l'altra per accarezzargli l'ampia schiena liscia sentendo i suoi muscoli flettersi sotto le mie dita.

    Si appoggia sul braccio per fissarmi, mi bacia "Ti amo, Will."

    "Ti amo anch'io, dio non pensavo fosse così..."

    "Doloroso?"

    "No, cioè si è stato doloroso, all'inizio, ma pensavo che avrebbe fatto più male, io volevo dire così caldo, piacevole, eccitante, formidabile... effulgente!"

    Ridacchia. "Effulgente.. concordo..."

    "Dio, amo fare l'amore con te..."

    "Dici sul serio?"

    "Certo!"

    "Speravo di sentirtelo dire!!" Dopo qualche bacio, mi fissa pensieroso. "Che ne dici di una doccia?"

    "Dio, si.. mi sento un pò... appiccicoso." E entrambi ridiamo.

    Ci mettiamo in piedi, anche se mi sento un pò le gambi instabili per l'orgasmo di pochi minuti prima, insieme, nudi e sorridenti, ci spostiamo nel suo bagno dove noto subito un enorme doccia. Lui apre l'acqua, e entra dentro. L'acqua inizia a scorrere lenta per il suo corpo, giù per i capelli, il viso, il collo, le spalle larghe, il torace muscoloso, e giù fino al suo pene e poi per le gambe.. io seguo incantato il percorso di quelle goccioline d'acqua provando l'insano desiderio di poter essere una di quelle per poter scorrere e accarezzargli il corpo nudo.

    "Vieni o no?" Dice ridacchiando.

    Esco dalla mia trance e lo raggiungo lentamente, quando sono vicino alla doccia lui si allunga e mi trascina sotto il getto con se. Ci baciamo, ci accarezziamo, ci coccoliamo per un pò per poi tornare verso il letto dove ci distendiamo stanchi. Lui mi tira verso di se, contro il suo torace dove appoggio il capo e lo abbraccio possessivo intorno alla vita, come lui fa con me. Poi lentamente scivoliamo in un sonno sereno.


    Mi sveglio con un sorriso sulle labbra. Ho ancora la testa appoggiata al suo torace e sento il suo cuore battere tranquillo, la alzò un pò e lo vedo dormire rilassato, sorridendo torno ad appoggiare la testa e ha farmi cullare dal suo cuore.

    Mi sento felice, sereno, innamorato perso, forse dovrei sentirmi spaventato... insomma ho fatto l'amore, perchè di amore si trattava, con un uomo, io che mi sono sempre dichiarato etero, non ho mai provato attrazione per nessun uomo... mai, eccetto che per il mio angelo. E non ne sono pentito, anzi, mi è piaciuto, è stato caldo, sensuale, estremamente eccitante, ok, anche un pò doloroso, ma solo all'inizio, e per la prima volta mi sento veramente di appartenere a qualcuno come non mi era mai capitato prima.

    I miei pensieri sono interrotti dalla sua mano che mi accarezza la schiena, "Sei sveglio?"

    Alzo la testa e lo fisso. "Giorno" Dico mormorando

    "Buon giorno anche a te, tutto bene, dormito bene?"

    "Da dio, tu?"

    "Idem" Adesso mi fissa un pò insicuro. "Quindi non ne sei pentito?"

    "No, pensavo solo che abbiamo fatto l'amore e mi è piaciuto, molto, non ho mai provato niente del genere, e non parlo solo del fatto che sei il primo uomo con cui vado, è stato bello, speciale, e il solo fatto di stare qui con te abbracciato mi fa sentire in pace"

    "Provo lo stesso, e spero di essere il primo e unico uomo con cui lo farai"

    "Ovvio!"

    "Quindi ti è piaciuto?"

    "Da pazzi!"

    "E ci concederemo un bis?"

    "Anche un tris!" Ridiamo insieme.

    "Mmmm.. per adesso io direi di iniziare con un bis" E ridacchiando si sposta, facendomi finire sotto di se e sento il suo pene, già duro, che preme contro il mio, che non tarda ad risvegliarsi.

    "Direi che concordo" Dico mugolando, adesso sono duro anch'io

    Come ieri sera usa le dita per allargare un pò la mia fessura, e poi posiziona il suo pene al mio ingresso. Io gli metto le gambe intorno ai fianchi per dargli un più facile accesso, ma questa volta non fa come ieri sera, entra in me con un unica spinta. Io spalanco gli occhi, ma non per il dolore che pensavo di provare, ma per il senso di completezza che sento quanto è dentro di me. Dopo un pò inizia ad uscire e entrare lentamente per poi aumentare la velocità quando vede che rispondo alle sue spinte, mi accarezza il pene, per poi piegarsi leggermente in avanti e baciarmi sulla labbra lentamente e così a inizio la nostra danza, che spero andrà avanti per molte ore ancora....




    Capitolo 5

    - Domenica 20 Maggio -

    Mi sveglio lentamente, piacevolmente stanco. Cerco di muovermi ma mi è impossibile, visto che Liam mi sta abbracciando da dietro, impedendomi qualsiasi movimento, quindi mi accoccolo sotto le coperte, nel suo abbraccio caldo.

    Ieri sera abbiamo dormito a casa mia, è passato una settimana dalla prima volta che abbiamo fatto l'amore, ed è stata la settimana più bella della mia vita, ci siamo visti tutti i giorni, o a casa mia o a casa sua, ho di nuovo trascurato Buffy, ma prima o poi mi farò perdonare!

    Adesso siamo a casa mia, nel mio letto. E ieri sera è successo, come sempre non vedevo l'ora di averlo dentro di me e lui invece si è disteso sulla pancia e mi ha sorriso. Io sono rimasto almeno cinque minuti a fissarlo con gli occhi spalancati, finché lui ridacchiando non mi ha chiesto se avevo intenzione di fare qualcosa o solo fissarlo.

    Ero completamente nel pallone, insomma la tecnica la sapevo, ma non sapevo come metterla in pratica, non lo avevo mai penetrato e se non se ne fossi stato capace. Magari non gli sarebbe piaciuto o forse gli avrei fatto male. Lui si è mosso dalla sua posizione e si è messo a sedere, io pensavo che avesse cambiato idea invece mi ha solo tirato verso di se e mi ha baciato. Mi ha chiesto se volevo essere io a penetrarlo e io gli ho detto si, ma non sapevo come. Dio come mi sono vergognato.Ma lui ha solo sorriso e mi ha detto che si fida di me.

    Allora è tornato disteso sulla pancia e io mi sono mosso, insomma, si fida di me, non potevo certo deluderlo. Così mi sono avvicinato e ho fatto tutte le azioni che gli ho visto fare in questa straordinaria settimana, ho preso il lubrificante, l'ho preparato e poi lo penetrato. Ed è stato straordinario. Non solo io appartengo a lui, ma lui appartiene a me, ci apparteniamo a vicenda. E' meraviglioso. Lo amo, lo amo così tanto che mi spaventa a volte, ma allo stesso tempo non posso fare a meno di lui.

    "Che pensi?"

    La sua voce calda e un pò assonnato mi fa uscire dalla scia dei pensieri. "Che è stata una settimana meravigliosa" Rispondo guardandolo sorridente.

    Ci baciamo dolcemente.

    "Che ne dici se stasera andiamo da qualche parte?" Mi domanda. Già in questa settimana ci siamo sempre visti, ma a casa mia o a casa sua, mai fuori... e non per scelta sua.

    "Mmm.. ma a me piace stare a casa." Lo dico con il tono più seducente possibile, non so perchè non voglio uscire, non so perchè non voglio far sapere agli altri che sto con un uomo, non mi è mai interessato il giudizio degli altri, ma... Dio odio questi dubbi!

    "Anche a me, ma possiamo andare in un pub e comportarci da semplici amici che vanno a prendere una birra insieme, che ne dici?"

    "Non lo so Liam, a casa ci divertiamo... magari un altro giorno?" Gli dico sperando che non insista.

    "Okay" Mi risponde sconsolato, odio farlo rattristare, quindi mi allungo e lo bacio sulle labbra. "Come sta la tua amica?"

    "Buffy? Mmmm bene. E' da un pò che non la sento, sai questa settimana è stato un pò.. impegnata" Gli dico con un sorrisetto allusivo.

    Anche lui ridacchia. "Mi hai detto che gli hai detto la verità su di me, no?"

    "Si, certo" Borbotto, se solo lui sapesse...

    "Allora, se non vuoi uscire, potremo fare una cena con Buffy, mi piacerebbe conoscerla, visto che ti conosce meglio di chiunque altro. Che ne dici?"

    Io riappoggio il capo sul suo torace per non fargli vedere che sto mentendo, se ne accorgerebbe subito guardandomi negli occhi. "Ok, ma sai, è molto occupata anche lei, con Luke e il lavoro, non so se può, comunque, proverò a chiederglielo."

    Lo sento tendersi e mormorare. "Va bene."

    "Che ne dici se ci alziamo e facciamo colazione?" Dico cercando di cambiare argomento.

    "Ok, mi suona bene, che mi cucini?"

    "Lo sai che sono un pò un disastro in cucina..."

    "Solo un pò?" Adesso ride, e io rido con lui.

    "Ok, più di un pò" Ammetto facendo il broncio.

    "Dio, amo quando fai il broncio" Si piega e succhia leggermente il mio labbro inferiore. Poi mormora "Su colazione."

    Ci alziamo entrambi. Ci mettiamo un paio di pantaloni e io opto per una maglietta nera e lui per una camicia, che però lascia aperta.

    Andiamo in cucina dove lui si avvicina al frigo e ci infila la testa dentro per cercare cibo. Tira fuori il latte, qualche uovo, il burro, poi si volta a guardami "Hai della farina?"

    "Ovvio"

    "Sale e zucchero? Oh lievito per i dolci e anche un pò d'olio?"

    "Altro?" Gli chiedo battendo il piede per terra.

    "Uh, no." Mi fa linguaccia per poi girarsi e cercare dei contenitori nei cassetti. Io scuoto la testa e prendo tutto l'occorrente, è vero sono un disastro in cucina, ma la mia migliore amica è una grande cuoca e ogni tanto viene a farmi qualche dolce o qualche pranzetto. Gli porgo le cose che gli servono e lo fisso mentre è intento a preparare... qualcosa.

    E' così sexy in cucina, tutto concentrato... "Allora che mi cucini?"

    "Sorpresa."

    "Ma...." e lo fisso imbronciandomi.

    "Non è giusto, lo sai che non resisto se fai il broncio!! Fai il bravo su"

    "Hey io sono bravo" Dichiaro offeso

    "Si, ha fare il broncio... hai la panna montata? O sciroppo d'acero?"

    "Entrambi"

    "Perfetto, pensa alla tavola e fai il caffè... io finisco qui"

    "Ok, sei peggio di un dittatore."

    "Muoviti!!"

    E ridacchiando vado a svolgere le mie mansioni. Dopo pochi minuti sento un buonissimo profumino, mi volto e vedo Liam che mi sta raggiungendo con due piatti in mano. Si siede e se ne mette uno davanti e mi porge l'altro. Io fissò il loro contenuto. "Sono Pancake!" Dico sorridendo.

    "Spero che ti piacciano"

    "Li adoro! Sono il mio piatto preferito!" Mi allungo subito per prendere lo sciroppo d'acero mettendocelo in gran quantità, e una bella spruzzata di panna montata, che ci sta sempre bene, poi ne prendo un pezzo e lo metto in bocca assaporandolo. Dopo un pò alzo lo sguardo e noto che Liam mi sta fissando tra il divertito e l'ansioso.

    "Sono ottimi!!"

    Adesso sul suo viso c'è un meraviglioso sorriso "Mi fa piacere" Anche lui prende lo sciroppo e la panna, ma mettendone in una quantità inferiore alla mia. E iniziamo a mangiare e a chiacchierare del più e del meno. Finché non veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Io mi tendo un attimo . "Non vai a vedere chi è?" Mi chiede curioso.

    "Hm, vado." Mi alzo e mi dirigo la porta e la apro un pò, mettendo la testa fuori. I miei occhi si spalancano quando vedo Buffy che mi fissa.

    "Ma è possibile che se non ti cerco io, tu non ti fai vedere?"

    Questa volta non le do il tempo di entrare, esco io e socchiudo la porta dietro di me in modo che non possa vedere dentro casa mia, e chi è dentro non possa vedere o sentire quello che dico. "Io... questo non è il momento?"

    "Che hai lì?"

    "Hm?"

    "Vicino alla bocca" Non mi da il tempo di reagire che allunga la mano e raccoglie la sostanza che ha attirato la sua attenzione. "Aspetta questo è... panna montata?"

    "Si, facevo colazione"

    "E ti sparavi la panna montata in bocca?"

    "L'ho messo sui pancake!"

    "Ma tu non sai cucinare! E visto che il palazzo non sta andando a fuoco... oddio, c'è qualcuno in casa con te?"

    "Si, quindi è meglio..."

    "Maggie ha dormito qui"

    Io ingoio il grumo che mi si è bloccato in gola.."Buffy, guarda adesso..." Ma non ho il tempo di finire e di trovare una scusa per mandarla via che 'uragano Buffy' mi spinge da una parte e entra dentro con un enorme sorriso, finché non si blocca quando i suoi occhi incontrano... Liam.

    "Oh" Lei mi fissa confusa e anche Liam che adesso si è alzato ed è venuto accanto a me, vedendo l'espressione della mia amica mi guarda.

    "Ecco... questo è... hm"

    Lei si gira verso lui "Tu mi sa che non sei Maggie." Poi si rigira verso di me "Non avevi un appuntamento con Maggie?"

    Perfetto... posso sbattere il capo contro il muro? O semplicemente strozzare la mia amica per avere detto la cosa più sbagliata che poteva dire? Mi volto a fissare Liam che mi guarda arrabbiato, ma poi la sua espressione diventa triste e ferita e io mi sento un emerito idiota! Gli ho mentito e adesso ha scoperto la bugia... e non so che diavolo fare, so che dovrei dire la verità a Buffy almeno mi salverai, ma non ci riesco.

    "Spike!! Ci sei???" Mi accorgo che Buffy aspetta una risposta.

    E io continuo a mentire, davanti a Liam. "Maggie l'ho vista ieri sera, poi ho incontrato lui, e..."

    "Oh.. ok" Buffy si svolta verso lui e allunga una mano. "Buffy Summers"

    Liam gli prende la mano e gliela stringe. "Liam O'Connor"

    "Il tuo cognome mi sembra.. irlandese?"

    "Si" Gli dice sorridendo e vedo Buffy arrossire e fissare il suo torace che si intravede dalla camicia aperta, cosa che mi fa rende geloso.

    "Anche Maggie è irlandese, la conosci? Io ancora non sono riuscita a vederla" E dicendo questo mi da un'occhiataccia.

    "No, non la conosco neppure io."

    "Ma. Sarà un fantasma"

    "Si certo" Borbotto io "Vuoi qualcosa da mangiare Buffy?"

    Lei fissa pensierosa da me a Liam, forse notando la nostra tensione. "No, ero solo passata a vedere se eri vivo. Chiamami! E Liam mi ha fatto piacere conoscerti!" Gli dice sorridendo.

    "Anche per me" Ricambia il sorriso.

    Lei esce e si chiude la porta alle spalle. Io guardo il pavimento, aspettando la sua reazione. Ma sento solo i suoi passi che si allontanano. Alzo lo sguardo e lo vedo sparire in camera. Gli vado dietro e lo vedo che adesso ha la camicia chiusa ed è seduto sul letto intendo a mettersi le scarpe.

    "Liam?" Provo a chiamarlo leggermente. Ma lo vedo solo tendersi senza rispondermi. "Io... ti prego dimmi qualcosa, guardami, Angel, ti prego"

    "Non chiamarmi così" Mi dice con voce calma e bassa. Mi ritrovo ad allontanarmi lentamente, aspettandomi da un momento all'altro il suo scoppio, cosa che non avviene. Poi si alza in piedi e alla fine mi guarda. Occhi negli occhi. E io vorrei morire dalla tristezza che vedo nel suo sguardo, dio, quanto posso essere idiota per averlo ferito così?

    "Ang..." Ma mi fermo e mi correggo. "Liam.. io... mi dispiace"

    "Per cosa? Per avermi mentito? O perchè l'ho scoperto?" Continua a parlarmi con una voce lenta e fredda che è peggio delle urla.

    "Per averti mentito, non so perchè l'ho fatto"

    "Forse perchè ti vergogni che sia un uomo, e non riesci neppure a dirlo alla tua amica... ascolta, adesso vado a casa, ci sentiamo ok?"

    "No!" Gli urlo quasi. Mi avvicino a lui e mi aggrappo al suo braccio, per non farlo andare via, perchè adesso ho paura di perderlo. "Ti prego Liam"

    Lui mi fissa e sospira leggermente. Allunga una mano e mi accarezza il viso dove raccoglie una piccola lacrima che non mi ero neppure accorto di aver lasciato uscire.

    "Mi hai mentito." Mi sussurra.

    "Mi dispiace di averlo fatto... prometto che..."

    "Non promettere, non di nuovo. Will, io ti amo, e mi... fido di te, in passato sono stato ingannato diverse volte. Per favore, se non vuoi continuare a stare con me, se non hai intenzione di dirlo a nessuno, di fare tutto nell'ombra, dimmelo. Io non so se ci riuscirei, per quanto ti amo e per quanto voglia stare con te"

    Sento le lacrime pizzicarmi negli occhi. "No, io, riuscirò a parlare con Buffy... dammi solo un pò di tempo, va bene?"

    "Però niente più bugie. Non voglio costringerti a parlargli se non vuoi, ma non voglio che tu mi menta, preferisco la verità, preferisco che tu non mi dica che non le hai detto niente, che sentirmi preso in giro da te."

    "Non volevo prenderti in giro Liam, credimi, non lo so perchè l'ho fatto e prometto, niente più bugie"

    Lui mi fissa per un secondo negli occhi e poi si piega per darmi un leggero bacio sulle labbra.

    "Allora rimani qui? Mi hai perdonato?"

    Lui scuote leggermente la testa. "Non riesco a rimanere arrabbiato con te, ti amo troppo, e poi quando mi guardi con quegli occhi blu...."

    Finalmente ridacchia un pò, io mi allungo e lo bacio. "E tutto apposto quindi, Ang… Liam?" So che dovrei smettere di chiederlo, ma non voglio che ci siamo problemi tra di noi, soprattutto quando la causa sono io.

    "Si, tutto apposto. E puoi chiamarmi Angel"

    "Angel" Lo dico sospirando, assaporando il soprannome che gli ho dato.

    Poi le nostre bocche si rincontrano ma questa volta per un lungo e appassionato bacio. In pochi attimi ci troviamo sul letto nudi e ansimanti. Questa volta l'amore tra noi è più selvaggio, più passionale, le sue spinte sono forti e veloci, per arrivare prima, per scaricare la tensione il prima possibile. Raggiungiamo insieme all'orgasmo tra ansiti e sospiri. Poi esce da me e si appoggia sul mio torace con il viso.

    Dopo un pò lo sento mormorare quasi addormentato. "Will, basta bugie"

    Io gli bacio la testa "Promesso, basta bugie."

    "Ti amo, piccolo."

    "Ti amo anch'io Angel, ti amo tanto"

    Lo sento muoversi lentamente per poi fermarsi e mi rendo conto che si è addormentato. Con una mano gli accarezzo la schiena e con la l'altra cerco la sua. Appena gliela sfioro anche nel sonno me la stringe. Io sorrido lievemente promettendo a me stesso che non lo farò più soffrire, che parlerò con Buffy e che le dirò tutto… e che presto usciremo come una coppia. Con questi buoni propositi, i miei occhi si chiudono e anch'io mi addormento con il mio angelo tra le braccia.




    Capitolo 6

    - Sabato 2 Giugno

    Stamattina sono andato al lavoro, anche se è sabato, anche se sarei potuto rimanere a casa e rimandare tutto a lunedì, ma no, stamattina volevo, anzi, avevo bisogno di staccare e visto che no ho nessuno con cui parlare visto che Buffy ancora non sa assolutamente niente, pensavo che mezza giornata di lavoro mi avrebbe distratto e così avrei potuto ordinare le idee.

    Invece sto continuamente pensando a lui, che adesso sarà ancora nel mio letto, dove lo lasciato promettendogli che sarei tornato presto, ma che dovevo assolutamente andare al lavoro, scuoto la testa, un'altra bugia.

    Riabbasso la testa verso la bozza che dovrei correggere, rileggendo per la ventesima volta la prima riga, riscuoto il capo, è inutile, non ci riesco, la brillante idea di distrarmi non sta funzionando, sto solo impazzendo di più.

    E così smetto di cercare di indirizzare i miei pensieri sul lavoro e torno a pensare a lui, dalla nostra discussione sono passati precisamente tredici giorni. Non ne abbiamo più parlato. Liam non mi ha chiesto più niente, né di uscire in pubblico, né di Buffy, aspettando probabilmente che fossi io a tirare fuori l'argomento, cosa che ovviamente non ho fatto per un pò.

    Più precisamente fino a lunedì 30 luglio. Buffy mi ha chiamato al lavoro chiedendomi dove cavolo fossi finito, perchè continuavo a sparire e perchè non l'avevo chiamata, dopo una ramanzina mi ha chiesto o meglio ordinato di vederci quella sera, io e lei, come ai vecchi tempi, per parlare. Io ho accettato. Mi manca vedere la mia amica. Così ho subito chiamato Liam per dirgli che quella sera non avremo potuto vederci, lui era un pò triste ma mi ha detto di divertirmi e che ci saremo visti la sera dopo. Io preso da un attacco di follia gli ho detto, convinto, che avrei usato quell'uscita come il modo per dire a Buffy di me e lui, che gli avrei detto tutto, che Maggie non esisteva, ma che esisteva Liam. Ho sentito dalla sua voce che non ci credeva molto, ma comunque mi avrebbe aspettato se avessi avuto bisogno di altro tempo. Poi ci siamo salutati. E io sono tornato al lavoro.

    La sera ho invitato Buffy a casa mia per avere un pò di privacy. Abbiamo fatto i pop-corn e abbiamo preso dei film, che non abbiamo guardato visto che eravamo troppo impegnati ad aggiornarci sulle nostre vite. Io gli ho detto che le mie poesie tra qualche mese verranno pubblicate, che quel mio amico che aveva visto a casa mia mi aveva messo in contatto con le persone giuste e adesso una casa editrice le voleva pubblicare, la mia amica ha urlato gioiosa e mi ha buttato le braccia al collo. Dopo un pò si è allontanata guardandomi in modo strano chiedendomi come poteva il mio amico sapere delle poesie. All'inizio ero nel panico, ma poi gli ho detto che aveva trovato il mio taccuino sopra il divano e le aveva lette, che mi aveva consigliato di parlare con qualcuno per farle pubblicare, questa scusa ha fatto si che mi guardasse più dubbiosa e confusa e so pure il motivo, sono molto geloso delle mie poesie, non lascio mai e poi mai i miei taccuini dove qualcuno li possa leggere, ma per fortuna non ha chiesto altre spiegazioni.

    Poi è passata all'argomento 'Maggie' e so che quello era il momento, anzi ne avevo già avute molte altre di possibilità di dirle la verità, possibilità che non ho colto, ma adesso ne avevo un altra, che non potevo lasciarmi sfuggire, ovviamente me la sono lasciata sfuggire... ho continuato con la solita farsa. Sono un maledetto codardo, ma non c’è lo fatta. Poi dopo aver parlato di qualche altro argomento ci siamo salutati.

    Ma il peggio non era ancora arrivato. La sera dopo ho rivisto Liam, eravamo a casa sua. Non mi ha chiesto nulla, anche se si vedeva che stava morendo dalla curiosità e dall'ansia. E io, gli ho mentito, gli ho detto che ero riuscito a parlare con Buffy, mi sono anche inventato che all'inizio era sorpresa, ma poi e' stata molto felice per me. E Liam ha sorriso, un bellissimo sorriso mi ha abbracciato e poi mi ha baciato dolcemente. Quando ci siamo staccati si è tirato un pò indietro per guardarmi negli occhi, tornando serio. Mi ha chiesto se per caso gli stavo mentendo di nuovo, che questa volta non l'avrebbe sopportato, che il suo cuore si sarebbe spezzato. Mi ha fissato e mi ha pregato di dirgli la verità. Che gli andava bene anche se non avevo detto nulla a Buffy, che avrebbe aspettato tutto il tempo che volevo. E io non so come, ma ho continuato con la mia farsa, l'ho fissato nei suoi occhi nocciola e gli ho confermato le mie parole, che Buffy sapeva tutto. Lui ha sorriso di nuovo contento. Ci siamo abbracciati e abbiamo fatto l'amore. Lui con un peso in meno nel cuore e io con un macigno che mi rende difficile respirare. Un macigno che mi porto dietro da quattro giorni e che mi sta uccidendo lentamente.

    E non riesco a pensare ad altro, Dio gli ho mentito, l'ho fatto guardandolo negli occhi, dopo che mi ha pregato di non farlo e adesso ho il terrore di scoprire cosa succederà se lo dovesse scoprire.

    Tutto ad un tratto mi alzo attirando su di me gli sguardi di quei pochi che oggi sono venuti al lavoro. Io li ignoro, fisso l'orologio e vedo che sono le 14. Adesso so cosa fare. Andrò a casa e parlerò con Liam. Gli dirò la verità, poi chiamerò Buffy e le dirò di venire a casa mia, e con lui lì le dirò tutta la verità. Certo probabilmente dovrò farmi perdonare. Ma farò di tutto, anche inginocchiarmi e pregarlo se servirà.

    Esco dall'ufficio di corsa, salgo in macchina e mi dirigo veloce verso casa con un sorriso sulle labbra. Adesso sono sereno, perchè so cosa devo fare, e sono finalmente sicuro di riuscirci. Arrivato, spalanco la porta veloce, butto la giacca e le chiavi sul tavolo.

    "Liam, dove sei?" Ma non ottengo risposta. "Angel?"

    Faccio un veloce giro per la casa ma non lo trovo. Aggrotto la fronte confuso, ma dove è? Forse ha avuto un impegno improvviso e non mi ha potuto avvertire? Mi aveva accennato che stava organizzando una mostra, forse riguarda quella? O qualche nuovo caso al lavoro?

    Solo adesso mi accorgo che la luce della segreteria lampeggia avvertendomi che c'è un nuovo messaggio, sorrido pensando che sia lui e mi dirigo là per ascoltare, ma non arrivo a premere play che una busta messa vicino al telefono attira la mia attenzione. Sulla busta noto che c'è scritto William. Riconosco subito la calligrafia di Angel.

    Allungo la mano, solo adesso mi accorgo che sto tremando, faccio un respiro per calmarmi e per cancellare questa tensione che mi ha sommerso. Apro la busta e tirò fuori una lettera, una lettera scritta da Liam. Con la nausea che sale riesco a barcollare verso la poltrona del soggiorno e mi accorgo di vedere appannato. Mi passo la mano sugli occhi e solo adesso noto che sto piangendo. Faccio un altro respiro profondo, chiedendomi perchè mi sento così agitato, così male. Mi vorrà solo dire che è dovuto uscire, che ci vedremo più tardi, che staremo insieme dopo. Faccio di un nuovo un respiro profondo, apro bene la lettera e comincio a leggere e con ogni parola che passa sotto i miei occhi la nausea aumenta...




    Will,
    sai che quello bravo con le parole sei tu e non io. Mi sento un vigliacco a lasciarti solo una lettera, ma se ti guardassi negli occhi non so se potrei dirti quello che provo, perchè ogni volta che ti fisso io mi perdo. E' la prima cosa che ho notato in te, sai? Quel giorno al bar sotto casa tua, eri impegnato a leggere il giornale e ha fare colazione. Poi hai alzato tutto ad un tratto la testa, e appena i nostri sguardi si sono incontrati mi sono sentito sprofondare in un oceano infinito. Sapevo che non avrei più potuto fare a meno di te. Di solito sono molto più timido di così, non mi faccio avanti in quel modo, soprattutto con gli uomini, ma sapevo che se non avessi fatto qualcosa ti avrei perso. Sapevo che tu non saresti mai venuto da me, quindi mi sono fatto coraggio e sono venuto da me, e poi beh, dal modo in cui mi guardavi ho capito che non ti ero del tutto indifferente, il resto lo sai da te.
    So che questa lettera non ha senso, ma sappi che ti amo, ti amo veramente, non ho mai amato nessuno in questo modo, neppure Darla e mio figlio, so che forse non è bello dirlo, ma è così. Mi sei entrato dentro.
    Ma io ti avevo chiesto solo una cosa: non mentirmi. Non mi importava se non uscivamo in pubblico. Mi bastava passare le serate solo io e te. Mi bastava parlare con te, fare l'amore. Non mi importava che non dicessi a nessuno di noi due, neppure alla tua migliore amica. Certo mi avrebbe fatto piacere, ma non mi importava perchè mi bastava sapere che tu mi amavi e che volevi stare con me.
    Ma mi hai mentito, dopo che io ti ho chiesto, che ti ho pregato di dirmi la verità. Mi hai mentito, non ci posso ancora credere... non hai mai detto nulla a Buffy, vero? Perchè non mi hai detto solo la verità? Perchè? Adesso fa troppo male, veramente troppo. Mi sembra di non poter respirare... e non posso rimanere qui, non posso aspettare che tu ritorni dal lavoro, non voglio sentire altre bugie. Ho chiamato l'aeroporto. Ho un volo domani mattina alle 9,30 per l'Irlanda.
    Pensa a quello che vuoi che ci sia tra di noi, se vuoi che continuiamo o se preferisci che ci diciamo addio. Mi dispiace darti questo ultimatum, è la prima volta che mi capita e mi sento veramente un vigliacco a farlo, ma sento che è l’unica cosa che posso fare. Sta a te decidere, solo a te.
    Se deciderai che possiamo continuare, che smetterai con le bugie, ti aspetto all'aeroporto.
    Se non ti vedrò saprò che avrai deciso di mettere una pietra sopra alla nostra storia e partirò.


    Addio, Angel


    Ps. Probabilmente, ti stai chiedendo come faccio a saperlo, no, non sono diventato un veggente. Dopo che sei uscito per andare al lavoro è suonato il telefono ma ho deciso di non rispondere, così è scattata la segreteria telefonica. Era Buffy. Salutamela.





    Mi alzo veloce dalla poltrona e corro verso la segreteria, questa volta premendo play.


    ** Ciao William, sono Buffy. Possibile che non ti trovo mai a casa? Va bene ti sei dimenticato di chiamarmi, di nuovo! Quindi per favore, fallo stasera!! Ciao!! E salutami Maggie. **


    A quell'ultima parola la nausea aumenta ancora di più. Maggie. Angel ha scoperto la verità così, nel peggiore dei modi. Corro veloce verso il bagno dove rimetto nel lavandino. Poi mi sciacquo il viso con l'acqua fredda e torno barcollando verso la poltrona dove sprofondo. Prendo la sua lettera che mi era caduta quando sono corso alla segreteria.

    Buffy gli ha fatto sapere la verità. Sospiro, so che non posso dare la colpa a lei, è solo mia la maledetta colpa. L'ho perso, ho perso Liam.... ho perso Angel.

    I singhiozzi arrivano, non riesco neppure a bloccarli e con quelle le lacrime. Il pensiero di non rivederlo, di non poterlo più baciare, abbracciare, fare l'amore con lui mi strazia dentro. Piango per la mia codardia. Per averlo ferito. Per averlo perso.

    Mi accorgo appena che il tempo passo. Che è arrivata la sera e poi di nuovo la mattina. Io sono sempre sulla poltrona. Ho dormito? O sono rimasto sveglio? Per quanto ho pianto? Quando ho smesso? Ho mai smesso?

    Il bussare alla porta mi fa alzare la testa di scatto. Forse è lui, è tornato. Una lieve speranza si accende dentro di me. Mi alzo e vado verso la porta spalancandola. Il mio sorriso si spegne subito quando davanti a me mi trovo solo Buffy. La sua espressione è un pò adirata, ma si trasforma subito in preoccupata quando vede il mio viso, il mio aspetto. Io non le dico nulla, semplicemente torno sulla poltrona.

    L'ho perso.

    "Dio, Will, che ti è successo?" Sento la sua voce, la vedo inginocchiarsi vicino a me, con le mani mi accarezza i capelli e poi scende ad accarezzarmi il viso. "Will?"

    Le lacrime tornano a scorrere sulle mie guance e lei mi fissa ancora più preoccupata. "Ti prego, Will, che è successo?"

    "Io... io... l'ho perso."

    Appena inizio a singhiozzare come un bambino si allunga verso di me e mi abbraccia.

    "Hai perso Maggie... o dovrei dire Liam?"

    Io mi allontano da lei per guardarla negli occhi, come lo sa?

    Lei sempre leggermi la domanda nel pensiero. "Sono la tua migliore amica, ricordi? Sapevo che di questa Maggie, come l'hai chiamata tu, non mi stavi dicendo tutto. E poi quando sono piombata in casa tua, anche se ne avevo tutto il diritto, ho visto questo aitante uomo. Ho visto la sua e la tua espressione quando ho nominato Maggie. Ha pensato che lo tradivi?"

    Prendo un respiro cercando di calmarmi. "No, lui sapeva che all'inizio ti avevo nascosto che era un uomo... e poi io, gli ho mentito, gli ho detto che sapevi tutto, l'ha scoperto la prima volta, poi ho usato la stessa bugia, guardandolo negli occhi, anche se mi ha pregato di non mentirgli più, io invece ho continuato con la bugia, gli ho detto che tu sapevi tutto e lui ha scoperto la verità e ... e .... Dio Buffy l'ho perso, e lo amo così maledettamente tanto"

    "Ma perchè gli hai mentito? Ti avevo costretto a dirmelo?"

    "No!! Mi ha dato tutto il tempo che volevo, ma sapevo che se te lo avessi detto lui ne sarebbe stato felice, ed è ancora più bello quando sorride, si illumina completamente"

    "Gli hai mentito per farlo sorridere? Non era meglio, che ne so, fargli il solletico?"

    Mi esce una risatina piuttosto isterica. "Non so perchè gli ho mentito!! Sono un codardo! Uno stupido!"

    "Perchè non mi hai detto la verità? Sai che non ti avrei giudicato! E poi con uno con quel corpo e con quel viso... accidenti, ti capisco se ti piace!"

    "Io, non lo so, Buffy, io non so niente, se ne andato lasciandomi una lettera e basta."

    Lei mi fissa confusa. "Una lettera?"

    Io con mano tremante gli faccio vedere la lettera che sto stringendo. Lei la fissa e poi torna a guardarmi negli occhi, infine allunga la mano e la prende, si siede sul divano e inizia a leggere.
    Quando ha finito se la appoggia tranquillamente sulle ginocchia e poi da uno sguardo all'orologio che ha sul polso, per poi alzare di scatto la testa verso di me fissandomi con occhi spalancati. "Sei un maledetto idiota!" Mi urla.
    Io la fisso come se fosse impazzita, per caso è questo il suo modo di consolarmi?
    "Mi spieghi che diavolo ci fai ancora seduto qui?"

    "Eh?" Ma di cosa sta blaterando, gli ho appena detto che ho perso Liam e questa mi dice che ci faccio seduto qui??

    "Sono le 8! Capisci le 8 del mattino!" Appoggia la lettera sul divano, poi mi afferra le mani e mi fa alzare mi trascina fin dove ho lasciato lo spolverino e me lo porge. Io lo indosso senza neppure rendermene conto, poi mi porge le chiavi della auto, afferra quelle di casa mia e mi spinge verso la porta, mi spinge fuori da casa mia e lei esce con me, chiude la porta a chiave e poi mi infila la chiave in tasca. Io rimango lì in mobile a fissarla. Ma è impazzita del tutto? Perchè mi ha 'buttato' fuori da casa mia?

    "Dio ma quanta candeggina hai usato l'ultima volta per schiarirti i capelli? Ti si è bruciato anche il cervello?" Visto che io continuo solo a fissarla lei continua. "Adesso te lo spiego. Sono le 8 e 02 minuti e lui ha scritto che il suo aereo è alle 9 e 30, quindi adesso... muoviti e vai in quel maledetto aeroporto!!" Le ultime parole me le dice quasi urlando.

    "Ma..." Non mi lascia neppure finire.

    "Adesso rispondi"

    "Ma..."

    "Ti si è bloccato il disco! Rispondi e basta." Io accenno con il capo confuso. "Lo ami?"

    "Da impazzire"

    "Vuoi continuare a stare con lui?"

    "Ovvio!"

    "Adesso che lo hai detto a me, lo diresti a qualcun altro?"

    "A tutto il mondo! Se servisse lo scriverei anche sul giornale"

    "Allora che diavolo ci fai ancora qui!? Vai a riprenderlo!"

    Io gli sorrido grato, poi mi volto e comincio a correre, raggiungo la macchina e metto subito in moto, sperando che non sia troppo tardi.
    Perchè quando hai fretta succede di tutto? I semafori sono tutti rossi, hanno come minimo aperto cinque nuovi cantieri e anche se è sabato sono tutti al lavoro, rallentano il traffico. Ma alla fine arrivo alla mia meta, metto la macchina nel primo posto vuoto e corro dentro l'aeroporto cercando nei tabelloni il volo delle 9,30 per l'Irlanda.

    Finalmente lo individuo, Gate 9, ovviamente è quello posto dall'altra parte dell'aeroporto. Mi dirigo più velocemente possibile per arrivare in tempo. Davanti alle porta però c'è una signorina. Mi fermo davanti a lei, piegandomi e appoggiando le mani sulle ginocchia tentando di riprendere fiato "Aereo... per... Irlanda... delle 9 e 30"

    "Signore mi dispiace ma è in ritardo, dovrà prendere il volo successivo. Se va alla biglietteria le cambieranno l'orario dell'aereo, ci sarà una piccola penale da pagare, ma risolverà tutto velocemente"

    Io mi metto dritto di scatto, fissandola negli occhi, lei fa un salto indietro, sono rimasto fermo al 'è in ritardo'. "Io, io non devo prendere il volo. i passeggeri, devo parlare con uno di loro..."

    "Mi dispiace, non è più possibile, i passeggeri sono tutti saliti, e l'aereo sta per decollare." Indica dietro le mie spalle. "E' quello con la grande linea rossa. E già sulla pista."

    Io mi volto dove ha indicato, vedo una sala d'aspetto con tante sedie blu e infondo una grande vetrata da dove si vede la pista. Come un automa mi dirigo verso quel punto, con gli occhi fissi su quell'aereo che inizia a muoversi per la pista per mettersi in posizione, da dove poi prenderà la rincorsa per decollare. Entro nella saletta e mi dirigo verso le sedie messe davanti alla finestra, avrò anche il posto in prima fila, mi tolgo lo spolverino, lo appoggio su una sedia e mi metto su quella accanto. Non riesco più a fissare l'aereo, che probabilmente sta aspettando l'ok dalla torre di controllo per cominciare la fase di decollo, piego la testa e prendendomela tra le mani comincio a mormorare a me stesso "Sei un maledetto idiota."




    Epilogo

    - Domenica 3 Giugno

    Da quanto tempo sono seduto qui, anni? Giorni? Ore? Minuti? Secondi?

    Alzo lo sguardo e vedo l'aereo correre sulla pista e acquistare sempre più velocità, per poi decollare e portarsi via il mio uomo. Lentamente mi alzo e mi avvicino alla finestra, ci appoggio sopra i palmi delle mani e l'aereo si alza in volo, per poi prendere quota e puntare verso il cielo terso. Io chiudo gli occhi e sento una singola lacrima scorrermi per la guancia e poi finirmi in bocca. Sento il suo sapore salato. Il sapore del mio dolore, della mia stupidità. Appoggio la fronte al vetro fresco, con la voglia di urlare, imprecare, piangere, ma a cosa servirebbe? Quindi rimango solo immobile.

    Ormai il suo aereo se ne sarà già andato, ma io non ho il coraggio di muovermi. Spero solo che sia un brutto sogno, che adesso aprirò gli occhi e sarò sul letto tra le sue braccia. Ma il vetro fresco mi ricorda che è questa la realtà... che l'ho veramente perso. Inspiro profondamente e sento il suo profumo circondarmi, mi viene quasi da sorridere, già mi manca terribilmente, riuscirò ad andare avanti? Forse c'è un modo per rintracciarlo in Irlanda?

    "William?"

    Perfetto! Adesso oltre al suo odore, sento anche la sua voce e il suo aereo è decollato solo da pochi minuti. Chissà che farò tra qualche ora… vedrò il suo fantasma?

    "Will, sei tu?"

    Sobbalzo improvvisamente, allontanandomi dal vetro. Ma non mi volto, ho paura di farlo e scoprire che è tutto frutto della mia fantasia. Ma devo farlo, non posso restare qui fermo in eterno. Prendo un profondo respiro e mi volto lentamente e un sorriso increspa subito le mie labbra.

    "Liam" Non ci posso credere, è in piedi davanti a me, accanto ad una valigia. Lo fisso, ha i jeans scuri e una camicia bordo con i primi bottoni aperti da dove si intravede la sua pelle che tante volte ho accarezzato,e la giacca di cuoio. Ha il viso stanco, la barba di un giorno, che lo rende affascinante. La sua espressione è tra l'incredulo di trovarmi lì, il ferito per quello che gli ho fatto, ma c'è anche un ombra di sorriso, perchè sono venuto, perchè non ho potuto lasciarlo andare via.

    "Allora sei venuto..."

    "Angel..." Vado verso di lui, cancello i pochi metri che ci separano e mi fermo di fronte a lui, senza toccarlo per paura che possa sparire.
    "Io, Dio, temevo che fossi partito, di averti perso..."

    "Già, quella era l'idea, ma non ci sono riuscito, non sono neppure riuscito a lasciare il bagaglio, sono solo rimasto qui seduto" E mi indica una sedia un pò nascosta, nella stessa saletta dove ero io. " E poi quando ho alzato la testa, ti ho visto lì, appoggiato alla finestra."

    Anche lui era qui, mi viene quasi da sorridere. "Ero venuto a dirti di non partire, di perdonarmi, di rimanere con me per sempre. Buffy sa tutto, e questa volta non sto mentendo. E' stata lei a farmi risvegliare dalla trance in cui ero caduto e a farmi correre qui. Sono stato un maledetto idiota a mentirti e a ferirti così. So che hai tutto il diritto di odiarmi, ma dammi tempo. Giuro che mi farò perdonare"

    "Hey prendi fiato."Mi dice con un sorriso che mi scalda. Il mio angelo è tornato a sorridere. "Non potrei odiarti neanche volendo, Will."

    Io sorrido, mi allungo verso di lui e appoggiò le labbra sulle sue, ma lui invece di ricambiare si allontana e mi fissa confuso. Per caso non vuole più stare con me? O è troppo presto? Avrà bisogno di un pò di tempo?

    Ma lui mi sorride rassicurante. "Will guardati intorno, siamo in un luogo pubblico."

    "Uh?" Do uno sguardo in giro e capisco quello che vuole dire, siamo ancora nella sala d'aspetto dell'aeroporto, in mezzo ad altre persone che non avevo neanche notato quando sono arrivato. Ma poi, quando i miei occhi rincontrano i suoi, mi accorgo che non mi interessa.

    "Liam, non mi interessa, non mi interessa se qualcuno ci vede, non mi interessa di quello che la gente possa pensare, a me interessi solo tu..."

    Mi riavvicino a lui, gli prendo il viso tra le mani e appoggio le labbra sulle sue, questa volta lui non si scansa, anzi, apre le labbra e le nostre lingue possono rincontrarsi in un bacio lento e sensuale. Quando ci stacchiamo sorridiamo entrambi.

    "Torniamo a casa?" Gli chiedo speranzoso.

    "Mia o tua?"

    "Per adesso mia."

    "Per adesso?"

    "Si, insomma, tanto ci vediamo tutti i giorni, possiamo trasferirci in una solo casa, che dici?" Lo guardo sperando di non stare correndo troppo.

    Lui sorrise felice. "Dio, speravo che me lo dicessi"

    "Hey, invitiamo a cena Buffy e Luke? Sicuramente la mia amica starà morendo dalla curiosità di sapere come è finita questa giornata!!"

    Ridacchiamo. "Ottimo programma."

    "Perfetto, che cucini di buono? Così se manca qualcosa ci fermiamo al supermercato."

    "Hey, devo cucinare io?"

    "Ovviamente, baby"

    "Schiavista!"

    "E te ne sei accorto solo adesso?"

    "No” E mi fissa con un cipiglio, che poi diventa un sorriso “Ma ti amo anche per questo"

    "Ti amo anch'io Angel... andiamo"

    Torno alla sedia per recuperare lo spolverino e incontro lo sguardo di una vecchia signora che sono convinto abbia sentito tutto il nostro discorso. Sospiro aspettando la sua reazione di disgusto e invece tutto ad un tratto mi fa un ampio sorrido e mi mostra i pollici in su. Io spalanco gli occhi e ridacchio leggermente, facendole un cenno di saluto. Torno verso Liam che dalla sua espressione divertita deve aver assistito a tutta la scena ed insieme si dirigiamo verso l'uscita, verso casa.

    So che in futuro ci saranno altri problemi, che non tutti reagiranno come la signora di poco prima, ma questa volta non permetterò ai miei dubbi e paure di bloccarmi. Non permetteranno a quelli che non capiranno il nostro amore di separarci. Io amo quest' uomo. Mi rende felice, completo. e poi come può un sentimento così puro e profondo essere sbagliato?
    Io e Liam ci fissiamo, sorridiamo felici e saliamo in macchina verso la nostra futura vita insieme.

    FINE!

    Commentiiii :B):




     
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