Quello che provo per te

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  1. Redan
     
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    Ragazze scusatemi per l'enorme ritardo!
    Oltre a tutti i vari impegni e la mancanza di tempo ho avuto anche un blocco nella scrittura, non sapevo proprio come scrivere questo capitolo. Tant'è che anche adesso non sono molto soddisfatta di come è venuto, ma ho deciso di pubblicarlo comunque se no avrei potuto rimanere ferma lì in eterno!
    E dunque eccolo quì, fatemi sapere cosa ne pensate ;)

    Capitolo 19


    Prima che uno qualunque degli Scoobies potesse capire cosa stava accadendo, Spike aveva spinto la strega lontano da Buffy e si era piazzato tra lei e il corpo inerme della Cacciatrice con le zanne sguainate. Quella mossa gli costò una fitta alla testa, ma lui non ci badò.
    Per circa cinque minuti nessuno parlò, dando al vampiro il tempo di esaminare la ragazza stesa di fronte a lui.
    Il cuore batteva e il respiro era presente, seppur flebile, ma era evidente dalla sua immobilità e il pallore che c’era qualcosa di terribilmente sbagliato in lei.
    Spike sentì un brivido freddo corrergli lungo la schiena e allungò una mano verso il suo viso per scostarle una ciocca di capelli in una goffa carezza. Quel semplice movimento sembrò rompere l’incantesimo e tutti i presenti nella stanza si mossero contemporaneamente con l’evidente intenzione di allontanarlo da lei. Spike si girò ringhiando per fronteggiarli, senza arretrare di un millimetro dalla sua posizione. Gli Scoobies si bloccarono, loro malgrado: non erano più abituati a vedere Spike rivolgersi verso di loro in piena faccia vampirica.
    Willow parlò per prima, con cautela, come se si stesse rivolgendo ad una bomba pronta ad esplodere: “Spike...”
    “Sta lontano da lei!” ringhiò il vampiro.
    “Tu non capisci...”
    “Cosa le stavi facendo? Svegliala!”
    “Non posso-“
    “SVEGLIALA!”
    Tutti i presenti nella stanza indietreggiarono involontariamente: Spike sembrava fuori di sé.
    “Spike, io... Lasciami spiegare.”
    “Non gli dobbiamo nessuna spiegazione, Will!” intervenne Xander. Il vampiro girò lentamente il viso in direzione del ragazzo, la sete di sangue evidente nei suoi occhi mentre diceva: “Io non la penso così.”
    “Va bene, Xander. Magari lui può aiutarci,” li interruppe la strega.
    “Aiutarvi con cosa? Cosa state facendo a Buffy?”
    “Niente-“
    “Non mentire! Vi ho visti: con le candele e tutto e tu che mormoravi in qualche strana lingua intorno a lei.”
    “Beh... ecco, quello.... stavo facendo un incantesimo-“ un ringhio di avvertimento la interruppe a quelle parole, ma lei continuò: “per cercare di svegliarla.”
    “Che vuol dire ‘cercare di svegliarla’? Perché sta dormendo?”
    “Noi... non lo sappiamo. Crediamo che si tratti di qualche incantesimo.”
    “Non lo sapete...?” il viso di Spike sembrò cadere e lui tornò al suo volto umano. “Da quanto tempo è così?” chiese.
    “Da un paio di giorni” rispose l’Osservatore, pulendo stancamente le lenti dei suoi occhiali.
    “Ma... non capisco...”
    “Già, neanche noi. E’ proprio questo il punto,” disse Dawn.


    ***


    “Che vuol dire che si è ripreso l’anima per te?” chiese Buffy, incredula.
    La Cacciatrice più anziana sospirò e si passò le mani tra i capelli. “Guarda: dimenticalo. Non mi và di parlare di questo adesso.” Era così stanca e parlare con questa ragazza si stava rivelando un campo minato emotivo. Tutto quello che voleva in questo momento era dormire; o almeno provarci.
    La sua interlocutrice non sembrava dello stesso avviso però: “Oh no. Non puoi dirmi una cosa del genere e poi pensare onestamente che la lascerei cadere così.”
    “Non c’è molto da spiegare... te l’ho detto: lui mi amava.” Pronunciò le parole lentamente, stancamente, e poi non aggiunse altro, come se quello spiegasse tutto. E in un certo senso, pensò Buffy, lo faceva davvero.
    Questo pensiero le provocò un’inaspettata fitta al petto, dolorosa.
    “Bene,” disse, con la voce strozzata dalle lacrime che minacciavano di uscire. “E’ evidente che il tuo Spike e il m... – lo Spike della mia dimensione, sono molto diversi.”Raddrizzò la schiena mentre lo diceva, quasi sfidando l’altra a contraddirla.
    Un’improvvisa ondata di risentimento nei suoi confronti la colpì. Desiderava ferirla in qualche modo, punirla per... per cosa?
    Per essere riuscita in qualcosa in cui lei aveva sempre fallito? Perché era riuscita a farsi amare da qualcuno a tal punto.... mentre lei riusciva solo a far scappare tutti quelli che dicevano di amarla? Che cosa aveva quella ragazza in più rispetto a lei?
    “Perché pensi questo?” si sentì chiedere.
    “Perché è tornato con Harmony!!!” ulrò. “Se mi amasse anche solo la metà di quanto dice non avrebbe mai fatto una cosa del gener-“
    “In realtà,” la interruppe, “anche il “mio” Spike – come dici tu - ha fatto qualcosa del genere. E’ andato a letto con Anya.”
    Buffy la guardò sbigottita: “Con Anya?”
    “Già...” un piccolo sorriso triste si disegnò sulle labbra della Cacciatrice al ricordo. “Ma solo perché io l’avevo... sai... lasciato,” disse scrollando le spalle.
    “Lasciato...?”
    Lei l’aveva lasciato. E lui era andato a letto con un’altra. Poteva forse essere successo qualcosa di simile anche a loro? Infondo lei non l’aveva trattato proprio benissimo di recente...
    Va bene, ok, l’aveva trattato di merda.
    Sentì riaccendersi una piccola fiammella di speranza nel suo cuore. Forse aveva ragione, forse lui si era sentito respinto e aveva solo reagito di conseguenza.
    “Spike... è un demone. Non devi dimenticarlo,” sentì sussurrare alla Cacciatrice. “Non comprende la differenza tra giusto e sbagliato. Non ha una moralità pienamente sviluppata. Farà tante cose che ti feriranno, con ogni probabilità, ma questo non vuol dire che non sia capace di amare. E lui ci ama.”
    Si sentì stringere brevemente la mano e poi la vide voltarsi per tornare dentro.
    La lasciò andare senza provare a fermarla.

    ***

    La mattina successiva Buffy era particolarmente silenziosa mentre faceva colazione insieme a Giles e all’altra Cacciatrice.
    Provava uno strano senso di stordimento, come se galleggiasse, dalla sera prima. Suo malgrado, e contro ogni logica, aveva continuato ad arrossire per tutta la notte ripensando a quello che la sua sosia le aveva detto. Aveva rinunciato a chiedersi il perché di quella reazione già da tempo, sapeva solo che era felice.
    In quel momento il campanello suonò e dopo qualche istante Buffy sentì delle voci provenienti dalla porta e si accorse di essere rimasta sola a tavola.
    “Vuoi un caffè?” sentì chiedere, mentre le voci si avvicinavano.
    “Sì, grazie, cara.”
    Cara? Ma da dove veniva, dall’Ottocento?
    Le sfuggì una risatina ma si affrettò a soffocarla quando l’altra Buffy e Paolo fecero la loro comparsa in cucina. Il ragazzo la salutò rispettosamente e, a suo merito, Buffy dovette ammettere che faceva del suo meglio per non mostrarsi stupito nel trovare una copia esatta della sua fidanzata seduta al tavolo della colazione.
    Mentre li osservava insieme però, Buffy si chiese come aveva potuto pensare che lei fosse felice con lui. Era evidente adesso che non era così. La Cacciatrice era molto cortese con lui, gli sorrideva molto più di quanto lei ricordasse di aver mai fatto con chiunque, ma si vedeva che era... falso. Come se stesse recitando una parte. Non c’era felicità nei suoi occhi.
    Fu proprio quel particolare ad attirare la sua attenzione. C’era qualcosa di familiare nella scena a cui stava assistendo, ma cosa...?
    Rivolse la sua attenzione all’uomo e fu allora che lo notò.

    ***

    Fu solo quando lui uscì che disse: “Io l’ho già visto.”
    Senza distogliere lo sguardo dallo spettacolo di varietà che trasmettevano in TV la Cacciatrice rispose: “Sì: ieri.”
    “No. Prima di allora. L’ho sognato.”
    Il signor Giles si sfilò gli occhiali, dimenticando per un attimo il libro che stava leggendo per concentrarsi solo su di lei: “Che tipo di sogno?” chiese.
     
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