Quello che provo per te

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  1. Redan
     
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    Ragazze perdonatemi per l'enorme ritardo Questo capitolo mi ha fatta penare, non riuscivo proprio a scriverlo :wall2:
    Comunque, finalmente è pronto!
    Buona lettura ^^

    Capitolo 16


    Buffy si risvegliò di soprassalto quando la testa scivolò dal supporto improvvisato della colonna contro cui si era poggiata, cadendo penzoloni in avanti.
    Aveva passato tutta la notte lì, seduta sul pavimento freddo della stazione, sotto il cartellone bianco e blu che riportava il numero 1. Aveva cercato di rimanere sveglia, per non perdersi l’arrivo del signor Giles, ma a un certo punto durante le notte doveva aver ceduto alla stanchezza e si era addormentata.
    Fortunatamente la posizione che aveva scelto la rendeva ben visibile a chiunque la cercasse, quindi era abbastanza sicura che lui non fosse ancora arrivato.
    Si alzò con un sospiro, cercando di sgranchire i muscoli doloranti. A quanto pareva dormire sul pavimento non era privo di conseguenze neanche per una Cacciatrice.
    Fece una piccola passeggiata avanti e indietro, per ristabilire la circolazione negli arti inferiori e si guardò attorno.
    Aveva assolutamente bisogno di un caffè, ma non poteva muoversi di lì fino a quando non avesse incontrato Giles. Ormai doveva essere mattina presto, rifletté, a giudicare dalla poca luce che trapelava dalle nubi sopra la sua testa e l’aria assonnata delle persone che la circondavano, affollando la Stazione.
    Quanto ci voleva per arrivare a Roma da Londra? Non era poi così lontano.
    Buffy sbuffò. Stava diventando impaziente. Aveva cercato di non pensare troppo durante quelle ore, perché farlo la riempiva di ansia e di sgomento. Aveva in qualche modo perso sei mesi della sua vita e in quei sei mesi il suo mondo era cambiato completamente.
    Sunnydale distrutta...
    Come era successo? Perché?
    Scosse il capo per scacciare l’immagine che la ossessionava da quando aveva visto le fotografie del cratere: la scena della sua visione, quella in cui qualcuno andava a fuoco. Aveva deciso di non fare congetture: avrebbe semplicemente aspettato Giles e lui le avrebbe spiegato tutto quello che voleva sapere e poi avrebbero risolto il mistero del perché lei si trovasse lì e non ricordasse nulla.
    “Buffy?” si sentì chiamare da qualcuno alle sue spalle. Si voltò di scatto e vide il suo Osservatore, a qualche passo di distanza, in mezzo alla folla. Gli occhi le si riempirono di lacrime per il sollievo e si affrettò ad andargli incontro.
    ”Giles, finalmente!”
    Una figura indistinta sbucò all’improvviso da dietro le spalle dell’uomo e Buffy si sentì un dolore accecante alla testa. Un attimo dopo tutto divenne scuro.


    Diverse ore prima

    Giles posò con cura la cornetta del telefono sulla forcella e rimase in silenzio per qualche minuto, a pensare.
    La telefonata che aveva appena ricevuto lo preoccupava molto ma, allo stesso tempo, aveva fatto sorgere in lui la speranza di potersi riavvicinare alla sua pupilla. Da quando Sunnydale era andata distrutta, Buffy aveva in un certo senso tagliato i ponti con lui: l’aveva sentita pochissime volte d’allora e quasi sempre per questioni di lavoro. Lui aveva provato a parlarle in un paio di occasioni, per cercare di ricostruire il rapporto che avevano prima che....
    ma lei era rimasta fredda e distante.
    E adesso l’aveva chiamato dicendogli di non ricordare nulla dei sei mesi passati. Giles non faticava a crederlo: con ogni probabilità non avrebbe chiamato lui se non fosse stato così, o perlomeno non gli avrebbe parlato in quel modo.
    L’osservatore si sfilò gli occhiali con gesti misurati e strinse l’attaccatura del naso tra le dita, un gesto che l’aveva sempre aiutato a concentrarsi. Decise come prima cosa di chiamare Dawn - almeno con lei aveva conservato un buon rapporto – per vedere se era a conoscenza del problema di Buffy e rassicurarla nel caso si stesse chiedendo dove fosse finita sua sorella; subito dopo avrebbe chiamato l’aeroporto per acquistare un biglietto sul primo volo disponibile per Roma.
    Compose il numero che conosceva a memoria e attese per diversi squilli prima che una voce familiare dicesse: “Pronto?”
    Giles sbatté le palpebre, confuso.
    “Pronto?” ripeté la voce.
    “Pr-pronto,” balbettò. Ci fu qualche attimo di silenzio e poi dall’altro lato della linea si sentì chiedere: “Chi è?”
    “ Giles.”
    “Ah, Giles. Buonasera. Cosa è successo stavolta?” la voce della ragazza suonò annoiata e stanca allo stesso tempo. L’Osservatore scattò fuori dallo stato di trance in cui era caduto e chiese: “Buffy?”



    Presente

    Sentiva la testa pulsare dolorosamente. Cercò di muovere le braccia per massaggiare il punto dolente, ma scoprì che non poteva. Aprì gli occhi lentamente.
    Si trovava in una posizione scomoda: seduta, con le braccia legate dietro la schiena e le gambe fissate ai piedi di una sedia. La stanza dove era legata era scarsamente illuminata ma, grazie alla poca luce che filtrava dalle imposte chiuse, Buffy capì che era ancora giorno. Corrugò la fronte, cercando di ricordare dove si trovasse. Rammentò allora di essere stata colpita con forza da qualcuno e di aver perso i sensi. Si chiese se anche Giles avesse subito la sua stessa sorte e a questo pensiero rinnovò gli sforzi per liberarsi. Purtroppo però le corde sembravano molto più resistenti del normale.
    “Si è svegliata,” sentì dire da una voce femminile alle proprie spalle. Subito dopo udì dei passi dirigersi verso di lei e presto si ritrovò a fronteggiare il suo Osservatore.
    “Giles!” esclamò, rinnovando i propri tentativi di liberarsi. “Sta bene? Che cosa le hanno fatto? Presto, mi aiuti, dobbiamo....” ma lui rimase immobile e silenzioso d’avanti a lei. “Giles?” ripeté.
    “Chi sei?” si sentì chiedere dalla sua voce tagliente. “O meglio: che cosa sei? Cosa vuoi?”
    Buffy rimase in silenzio, interdetta.
    “Sono Buffy,” scandì lentamente. “Non mi riconosce più?”
    Si sentì invadere dalla disperazione a questo pensiero e aprì di nuovo la bocca per parlare. Lui la schiaffeggiò. Duramente.
    Sotto shock, lei rimase in silenzio a guardarlo, la guancia dove lui l’aveva colpita che pulsava, facendo da contrappunto alla testa dolorante.
    Non faceva male, non per davvero. Lei era una Cacciatrice, costruita per resistere a ben altro. Tuttavia, l’aveva ferita più di quanto potesse spiegare. Giles era la sua unica speranza e lui l’aveva abbandonata.
    “Risposta sbagliata,” si sentì dire dalla voce che aveva parlato precedentemente. “Io sono Buffy.”
    La Cacciatrice guardò a bocca spalancata la ragazza che le si parò di fronte, con le braccia incrociate sul petto e un’espressione dura.
    Aveva i capelli un po’ più lunghi dei suoi e sembrava più magra, troppo magra. E c’era qualcosa nella sua espressione... ma per il resto era esattamente identica a lei.
    Buffy rimase immobile per diverso tempo, spostando lo sguardo da lei al suo Osservatore, cercando di dare un senso a quello che vedeva.
    Quella cosa era chiaramente un impostore. S i sentì girare la testa al pensiero che questo demone con le sue sembianze avesse con ogni probabilità preso il suo posto per tutti quei mesi, relegando la vera Buffy chissà dove ( e questo spiegava la sua perdita di “memoria”). E in questi mesi era riuscito a portare dalla propria parte tutte le persone che le erano care, a giudicare dal modo in cui Giles guardava lei.
    Si rivolse direttamente a lui, con urgenza.
    “Giles! Non si faccia ingannare, la prego! Quella non sono i....” un pugno in pieno viso la fece tacere, questa volta proveniente dalla ragazza bionda.
    Questo ha fatto male, pensò, sputando il sangue che le si era formato in bocca. Era forte. Forte come solo un demone – o una Cacciatrice – potrebbe essere.
    “Risparmiaci la commedia, ti prego. Non ho tempo né voglia di giocare con te,” disse lei.
    “Buffy, lascia fare a me, “ intervenne l’uomo, riferendosi alla ragazza in piedi accanto a lui. Prese una sedia, la posizionò di fronte a quella della prigioniera e vi si sedette, poggiando i gomiti sulle ginocchia. La ragazza sbuffò e si allontanò di qualche passo da lui, ma non lasciò la stanza.
    Gli altri due occupanti della stanza rimasero in silenzio per qualche minuto, scrutandosi a vicenda. I pensieri della Cacciatrice correvano, alla ricerca di un modo per convincere il suo Osservatore di essere stato raggirato, ma non era un compito facile.
    “Dove mi trovo?” chiese Buffy.
    Giles si tolse gli occhiali e li pulì accuratamente prima di riposizionarli sul suo naso, ma non rispose.
    “Chi è lei?” insistette, accennando col mento alla ragazza che le aveva rubato l’identità.
    Ancora silenzio.
    “Dio, tutto questo è ridicolo!” disse con una risata isterica. “Giles, non capisce? Quella non sono io, deve essere qualche tipo di demone, qualche...”
    “Basta,” proferì l’uomo con voce dura. Si alzò e fece lentamente il giro della sedia, poggiando poi entrambe le mani sulla spalliera e guardandola intensamente negli occhi. “Sappiamo che non sei il Primo,” continuò, “dal momento che sei corporea...” Il primo? Il primo cosa? Pensò lei.
    “Ovviamente, scopriremo chi o che cosa sei anche senza la tua... collaborazione... ma, se vuoi un consiglio, ti conviene rispondere alle nostre domande.”
    “Gliel’ho già detto! Sono Buffy! Nata a Los Angeles nel 1981. A 16 anni mi sono trasferita a Sunnydale con la mamma e Dawn e lì ho incontrato lei, Willow e Xander e...”
    “...e poi mi sono innamorata di Angel, sono stata uccisa dal Maestro e tornata in vita ecc ecc ecc,” intervenne il suo alter-ego. “Snocciolare quello che sai sulla mia vita non ti servirà a niente. Queste cose potrebbe saperle chiunque; non ho dubbi che tu ti sia preparata alla perfezione per interpretare questa parte.”
    “Potrei dire la stessa cosa di te!” urlò Buffy. “Giles, mi guardi! Davvero crede che la stia ingannando?”
    L’uomo rimase in silenzio, studiandola attentamente. Doveva ammettere che sembrava proprio Buffy, anche se con qualche differenza perlopiù estetica. In altre circostanze avrebbe potuto facilmente identificarla come la Buffy di qualche anno prima. Ma non era questo che lo stava facendo dubitare, bensì quello che lui stesso provava guardandola. Era sempre stato un uomo razionale, dedito allo studio e alla logica, che difficilmente si lasciava guidare dai sentimenti, ma ora aveva un allarme nella testa che suonava insistentemente, dicendogli di fidarsi di questa ragazza. Ma ovviamente non poteva senza una prova sicura della sua buona fede.
    “Penso sia arrivato il momento per un incantesimo,” disse.
    “Cosa?” domandarono all’unisono le due ragazze.
    Lui si rivolse a quella al suo fianco e spiegò: “Mi sono ricordato di un incantesimo della Verità che potrebbe fare al caso nostro.”
    “Quello che voleva usare su Spike?” chiese Buffy. In un attimo l’atmosfera nella stanza sembrò pietrificarsi. Giles lanciò uno sguardo nervoso alla sua Cacciatrice e Buffy, stupita, seguì il suo sguardo. La posa della ragazza si era irrigidita ulteriormente, tutto il suo corpo era teso come la corda di un violino e Buffy poteva vedere chiaramente, dalla mascella contratta, che stava digrignando i denti con forza.
    “Uhm.. sì, in effetti, mi riferivo a quello,” rispose l’Osservatore, pulendosi gli occhiali con una strana espressione imbarazzata sul viso.
    Buffy si chiese che cosa avesse provocato quelle reazioni a dir poco bizzarre, ma decise che non era il momento per indagare. “Bene. Vada avanti allora.”

    ***

    Dopo due ore passate a parlare ininterrottamente poteva dire di essere riuscita a convincere il suo Osservatore di essere davvero chi diceva di essere.
    Anche lui le aveva raccontato delle cose, però.
    A quanto pareva le loro versioni non collimavano alla perfezione e l’uomo era giunto abbastanza facilmente alla conclusione che provenissero da due Universi differenti ma molto simili.
    Buffy ascoltò con incredulo interesse mentre lui le raccontava come, in questa realtà, Tara fosse morta per mano di Warren e gli Scoobies avessero affrontato la battaglia più dura della loro vita combattendo contro il Primo. Era proprio durante questa battaglia che Sunnydale era andata distrutta. Quando le raccontò di come Anya avesse perso la vita durante questa battaglia, Buffy pianse.
    Mentre ascoltava, di tanto in tanto, aveva lanciato occhiate all’altra Cacciatrice che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, guardando fuori dalla finestra con un’espressione malinconica.
    Poteva capirla, adesso. Aveva perso tante persone a cui voleva bene, la sua casa, tutta la sua città. Era stata costretta a cambiare vita e anche la gang si era dispersa in giro per il mondo. Doveva sentirsi molto sola.
    La voce di Giles la distrasse dai suo pensieri: “Tutto questo è davvero affascinante. Ma non mi è chiaro perché tu ti trovi qui adesso... Chi ti avrà mandata? Devo fare della ricerche...” cominciò ad alzarsi, completamente assorto nei propri pensieri.
    “Ehm... prima di andare, potrebbe...?” disse lei, scuotendo le corde che ancora la legavano.
    “Oh! Certo, certo, perdonami.”
    Una volta libera e rimasta sola con l’altra Cacciatrice, Buffy si sfregò i polsi intorpiditi. Si sentiva un po’ in imbarazzo, non sapendo cosa dire. Per fortuna, proprio in quel momento il campanello che suonava ruppe il silenzio, togliendola dall’impaccio.
    “Buffy c’è l’Immortale,” gridò Giles dall’altra stanza.
    “Sì... arrivo subito.” Con un sospiro malinconico, la sua gemella si allontanò dalla finestra e lasciò la stanza. Buffy la seguì e la vide salutare con un bacio e un blando sorriso un bel ragazzo moro, che era sicura di aver già visto da qualche parte. Guardò affascinata la scena. Un fidanzato! Ripensò all’ultima volta che aveva visto il suo... (no, il mio niente, si rimproverò mentalmente) ... all’ultima volta che aveva visto Spike (ecco, così va meglio), con Harmony e provò un soddisfacente senso di rivalsa al pensiero che questa Buffy fosse perfettamente felice insieme a qualcun altro.
    Bè, magari non proprio felice, si corresse guardando la sua sosia, ma comunque soddisfatta. Era ovvio che non fosse completamente felice con tutto quello che era successo nella sua vita....
    Un sorriso mascalzone le si dipinse sulle labbra mentre un pensiero malvagio prendeva forma nella sua mente: sarebbe andata a trovarlo e si sarebbe assicurata che sapesse quanto la sua Buffy stesse bene senza di lui. Se era almeno un po’ simile allo Spike della sua dimensione non poteva essere molto lontano da lì.
    Si affrettò a bloccarla prima che uscisse insieme al suo nuovo ragazzo.
    “Dove vive Spike? Stavo pensando di andare a trovarlo... sai, dato che non ho nulla da fare finché Giles non scopre qualcosa,” la sua voce si affievolì sempre di più alla reazione dell’altra e alla fine tacque. La Cacciatrice si era irrigidita ancora una volta, le nocche bianche mentre stringeva con forza la maniglia della porta e Buffy capì che qualcosa non andava.
    Alla fine, lentamente, la sua sosia si voltò verso di lei e con voce atona disse: “Spike è morto.”
    E senza un'altra parola andò via, lasciando Buffy immobile lì dov’era.
     
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