Posts written by spuffy.77

  1. .
    Autrice SpikeJem


    “ Sta piovendo"
    Dico a me stessa mentalmente .

    Sui vetri sbatte una leggera pioggia estiva e appoggiandomi sorrido nel vedere gli uomini della mia vita ridere e scherzare con la piccola Dawn.

    Non posso ancora credere che siano passati 3 anni.

    Dawn si getta fra le braccia di Spike e mi si comprime il cuore.

    La mia piccolina lo adora, non vivrebbe se ogni giorni non vedesse i suoi dolci occhi azzurri … e forse neppure io …

    Il mio migliore amico, la persona che più mi ha capita e rispettata in tutta la vita.

    Angel si volta verso di me e mi fa segno di andare da loro, ma a me non va di essere l’intrusa.

    Il sorriso di mia figlia è già la cosa più bella della giornata.

    Anche Spike si volta a guardarmi e allora il mio cuore salta e mi allontano dalla finestra come scossa da un fremito.

    Torno in cucina a preparare il pranzo, è meglio… ma la mia mente sfugge al mio controllo e allora non posso fare a meno di ricordare.



    3 anni non sono poi così tanti in fondo …

    Quella notte all’ospedale c’era Spike con me a tenermi per mano e a sentirmi urlare di dolore.

    Angel col suo lavoro è spesso via e l’unico mio supporto resta lui …

    Il mio migliore amico…

    O perlomeno io continuo a ripetermelo per convincermene.

    Ci conosciamo da quando erano bambini, abbiamo fatto le scuole insieme e io ho dovuto affrontare tutte le ragazze di Sunnydale e la loro gelosia…

    Spike era e continua ad essere molto popolare nel settore femminile.

    Ogni volta che sono con lui mi sento osservata e odiata, ma ormai ci sono abituata.

    All’università abbiamo perfino diviso lo stesso appartamento per qualche tempo, fino a che non ho conosciuto Angel e l’ho sposato.

    Lui e Spike sono andati d’accordo dopo un po’ di tempo … ricordo ancora le litigate furiose avute per causa di entrambi.

    Poi un giorno , improvvisamente anche per Angel è divenuto il punto fermo della sua vita e così adesso Spike vive nel cottage accanto a noi e in pratica in casa nostra.

    Angel manca almeno 20 giorni al mese e nella settimana che resta cerca di riprendere il rapporto con sua figlia, ma con rammarico vedo che non è facile.

    Lui lo sa benissimo … non può competere con Spike… lui è sempre presente.

    Ma quello che ha gli basta e non lo vedo mai triste.

    Per quanto riguarda me, io mi sento un vulcano in eruzione …

    Se la situazione non fosse così credo che esploderei… ciò che ho dentro è troppo complicato per conviverci normalmente e non potrei farlo se Angel fosse un marito normale .

    A volte penso che la mia vita sia solo una facciata e mi sento incolore, una falsata vivente … ma non posso fare a meno di lui e non posso neppure dire la verità … altrimenti perderei tutto.



    Wow che profumino …
    La sua voce mi arriva alle spalle e per lo spavento mi faccio un taglio al dito.

    Spike si avvicina preoccupato e si appoggia a me, prende la mia mano e sorridendomi mi prende in giro.

    Sei sempre la stessa, Buffy … come fai ad essere sempre fra le nuvole?
    Alzo il viso e lo guardo … ultimamente non riesco a controllarmi e sembra che io sia un’altra persona.

    Le labbra mi si seccano improvvisamente … per la prima volta non riesco a dire nulla ad una sua battuta e la sua vicinanza mi stordisce.

    Spike mi guarda negli occhi e improvvisamente diventa serio anche lui.

    Poi la vocina di Dawn mi scuote e mi allontano per cercare un cerotto.

    In bagno mi guardo allo specchio e mi do della stupida.

    Cosa diavolo mi sta succedendo? Mi chiedo sciacquandomi il viso.

    Da quando ho visto girare nel suo cottage quella nuova ragazza mi sento diversa …. Forse perché questa è durata più di tre giorni! … Mi dico infuriata.

    Lui non me ne ha parlato!

    Questo è preoccupante, dal momento che mi dice tutto … sa che l’ho vista e che so di lei, ma ancora non mi dice nulla.

    Perché? Mi chiedo … che sia una cosa importante?

    Angel sta per partire di nuovo e io mi sento in trappola … ho paura delle mie emozioni e dei miei ricordi… anche se lui crede che io non riesca a ricordare bene la sera della laurea.

    Crede che fossimo ubriachi fradici, soprattutto io.

    Ma invece io ricordo tutto … ricordo il suo corpo su di me e le sue mani …

    La mattina dopo ci siamo ritrovati insieme sul letto …

    Io, Spike e Angel …

    Da allora nessuno ne ha più parlato perché credevano entrambi che io stessi dormendo quando sono sgattaiolati fuori dall’appartamento …

    Non so bene come sia accaduto quella notte, è iniziato tutto come un gioco, una cosa incontrollabile che abbiamo preferito far finta di dimenticare, ma che forse ci ha unito ancora di più.

    E da allora le cose che io ho preferito non dire sono state tante … anche troppe!



    Tornata in cucina Spike mi sorride.

    Tutto ok?
    Si si, non preoccuparti un taglietto da nulla…
    Angel mi guarda sorridente mentre fa sedere Dawn a tavola.

    Ceniamo come una famiglia unita e felice.

    Arrivati al dolce mi soffermo a guardare ora l’uno, ora l’altro …

    Il cuore mi galoppa nel petto e per un secondo ricordo ancora quella notte.

    I baci appassionati che ho dato ad entrambi, il fruscio dei nostri corpi sudati e poi le sue mani.

    Ricordo soprattutto Spike … non riesco a togliermelo dalla mente.

    Ricordo Angel addormentato accanto a noi .. sprazzi di luce nel buio della mia mente … ero veramente ubriaca, ma i nostri corpi avvinghiati non riesco a togliermeli dalla testa e so che anche per lui è così!



    Angel parte la mattina all’alba e io mi fermo sul portico a bere il caffè.

    Lo sbattere di una porta mi fa voltare di scatto e per la sorpresa la tazza mi scivola di mano.

    La bionda esce dal cottage, sorride e torna indietro correndo.

    Io rimango col fiato sospeso e guardo la scena.

    Spike ride, le appoggia le mani sul fondoschiena e la bacia spudoratamente in modo provocante.

    A quel punto mi sento un’idiota a stare lì a guardare, ma mentre mi alzo per rientrare in casa i nostri sguardi s’incontrano.

    Il suo è serio e il mio diventa di ghiaccio … sono gelosa dannazione!

    Gli volto le spalle ed entro.

    Se potessi lo ucciderei! Ma in realtà so che gli vorrei fare ben altro… e questo sta diventando una tragedia!



    *************





    Buffy …
    Mi volto e l’ennesima tazza cade in terra.

    “Cavolo … ma che mi sta succedendo?” Penso arrabbiata.

    Spike mi guarda sorpreso e poi sfodera uno dei suoi sorrisi disarmanti.

    Sono arrabbiata e preferirei non parlargli perché so che non riesco a non dire ciò che penso.

    Ma che hai in questi giorni? Dovrai ricomprare tutte le tazze se continui così…
    Allude alla tazza che ho rotto sul portico poche ore prima e allora io m’infiammoe gli do le spalle.

    Lo sento avvicinarsi e mi allontano di un passo.

    Meglio stargli lontana.

    Ma lui mi prende per un braccio e mi fa voltare guardandomi negli occhi.

    Avanti spara … so che hai qualcosa da dirmi …
    Non ho assolutamente nulla da dirti Spike!
    Si invece, quando sei arrabbiata dici il mio nome in modo strano…
    Piantala Spike, non voglio parlarne!
    Lo vedi continui a dire Spike come se mi stessi strozzando …
    Mi volto a guardarlo nuovamente ed esasperata vado verso il salotto.

    Ho detto che non ho niente …
    D’accordo … - mi dice seguendomi; - Allora io vado con Dawn al centro commerciale … vuole che le compri una bicicletta!
    Lo guardò sbalordita.

    Lo odio quando pianta i discorsi e mi lascia col rospo in gola, così la buttò su Dawn.

    E non hai pensato di chiedere il mio parere su questo?
    Sorride e prende una sigaretta dalla tasca della sua camicia.

    No … di solito sei d’accordo con me, ma visto che ci tieni tanto ….
    Certo adesso che l’ho detto io tu cerchi di fare il carino…
    Piega la testa di lato e mi osserva.

    Ok, è ovvio che ho fatto qualcosa di enormemente orrendo visto il modo in cui sei esasperata, quindi è il caso che ne parliamo …
    Non ho niente di cui parlare … esci e lasciami in pace!
    Mi fissa negli occhi un’ attimo, poi si avvicina e mi bacia sulla fronte.

    Ok ne riparliamo dopo…
    Chiama Dawn dal fondo delle scale la mia piccola gli vola fra le braccia felice.

    Il mio cuore fa una capriola.

    I nostri sguardi s’incontrano nuovamente e dio mi abbasso a salutare mia figlia.

    -Fa la brava, mi raccomando e non fare uscire pazzo Spike…

    -Si mamma … ci vediamo dopo …

    Il mio piccolo scricciolo … così la chiama lui ed io non posso fare a meno di pensare che è vero.

    Il biondo scuro dei suoi capelli è così lucente e i suoi occhi verdi come i miei.

    Cosa farei non lei non fosse nella mia vita?

    Mi chiedo guardando allontanarsi l’auto di Spike.



    Due ore dopo, Dawn entra saltellando e urlando di gioia e mi dice di uscire.

    Sul portico c’è la sua nuova bicicletta … è rosa con un cestino bianco davanti e Spike mi sorride appoggiandola alla staccionata.

    Poi prende un pacco e lo tende verso di me.

    Dawn mi urla di aprirlo e io li guardo sorpresa.

    Scarto il pacco e dentro vedo un servizio nuovo di tazze da caffè e un biglietto.

    Sorrido e lo leggo;

    “ Qualunque cosa io abbia fatto questo è per farmi perdonare…”

    Alzo il viso e lo guardo.

    I suoi occhi sorridenti mi danno un calore che conosco bene … una complicità che non ho mai avuto neppure con mio marito.

    Gli sorrido e avvicinandomi lo abbraccio.

    Scusa …
    Gli dico imbarazzata.

    Non ho alcun diritto di avercela con lui … devo smetterla di essere così possessiva.

    Spike mi trattiene per la vita e mi tiene vicino.

    Mi abbraccia da dietro e appoggia la testa sulla mia spalla, mentre Dawn vuole farmi vedere com’è brava con la sua nuova bicicletta.

    D’un tratto mi dimentico di mia figlia e sento solo il calore del suo corpo.

    Le sue mani appoggiate sul mio stomaco sono salde e non oso allontanarmi.

    Mi volto un po’ verso di lui e i nostri visi si sfiorano.

    A quel punto sento che mi guarda e ho i brividi.

    Mi dimentico persino della presenza di mia figlia.

    Sento il suo alito che sfiora il mio collo e chiudo gli occhi … sento persino i suoi muscoli appoggiati alla mia schiena.

    Chiunque avrebbe visto la scena avrebbe pensato sicuramente di vedere una famiglia, due persone che si amano e …

    Quel pensiero mi sciocca … e penso anche ai pettegolezzi … meno male che abito in periferia …

    Mi allontano di scatto come se mi avesse punto un ape e lui si volta e scende le scalette di corsa.

    Ci vediamo dopo …
    Mi dice avviandosi verso casa.

    Sembra che la situazione sia risultata strana anche a lui o forse è solo una mia impressione?

    Ultimamente credo di vedere situazioni strane fra noi … o forse vorrei solo che qualcosa accadesse?

    Squilla il telefono e torno in me.

    Ciao tesoro … sono appena arrivato a Los Angeles …
    Angel … oddio mi sono completamente dimenticata di mio marito?

    Va tutto bene allora…
    Si … la mia Dawni è lì…
    E’ fuori sta provando la nuova bicicletta!
    Ah Spike gliel’ha comprata finalmente … sono giorni che lo tormenta…
    Si è molto felice…
    Allora lo sono anch’io … ora devo andare Buff ci sentiamo domani…
    Ok …
    Riattacco e mi siedo …

    Le vacanze estive saranno molto lunghe … penso scoraggiata…



    ***************



    L’orologio segna mezzanotte passata … Dawn mi svegliata per un brutto sogno e adesso non riesco a riaddormentarmi.

    Sono così nervosa in questo ultimo periodo … le cose dentro di me stanno cambiando o forse erano cambiate già da tempo, ma me sto accorgendo solo adesso … o forse invece sono sempre state così e mi rifiutavo solo di ammetterlo.

    Mi sento una ragazzina, mi sembra di essere tornata alle superiori e invece sono una donna adesso … ho un lavoro, una figlia e un matrimonio che sta su’ Dio solo sa perché …

    A pensarci ho una vita strana.

    Mio marito è fuori 20 giorni al mese e il nostro rapporto è più telefonico che vero … Angel lavora in uno degli studi legali più importanti di L.A. la sua presenza continua è indispensabile, e presto ne diventerà anche socio.

    Mi ha chiesto molte volte di lasciare Sunnydale, ma io non voglio … qui ho il mio lavoro di consulente alla scuola e tutti i miei ricordi.

    E poi sono sicura che non sarebbe un bene per Dawn diventare una snob dentro una scuola privata.

    Poi qui c’è Spike!

    Io e Dawn non potremmo vivere senza di lui …



    Scendo giù a farmi una tazza di camomilla per vedere se mi aiuta a dormire e vedo le luci accese nel cottage.

    Esco sul portico e mi siedo …

    So che sta con quella ragazza, lo sento … e mi sento male per questo …

    Perché non vuole parlarmi di lei? Mi chiedo …

    Che sia importante davvero questa volta?

    Ho paura tutto d’un tratto e mi salgono le lacrime agli occhi…

    Questi sentimenti contrastanti mi stanno uccidendo e non so più cosa fare …

    Poi un movimento fra i cespugli davanti al cottage prende il mio sguardo e il mio cuore si ferma per un impercettibile secondo.

    Spike e la bionda corrono verso casa nudi e bagnati… sicuramente hanno fanno il bagno nel fiume.

    Rimango bloccata, senza riuscire a muovermi per paura che possano vedermi, ma il portico e al buio e non credo ci riescano.

    Spike però si gira … sembra quasi che senta la mia presenza …

    Io mi faccio piccola piccola e chiudo gli occhi.

    Oddio… speriamo che non mi veda … penso!

    I due rientrano nel cottage e io riprendo a respirare … e mi sento nuovamente morire pensando a cosa faranno adesso.



    Improvvisamente i ricordi mi sovrastano i pensieri e stringendomi le ginocchia al petto appoggio la testa e lascio vagare la mente.



    < Il party per il diploma di laurea era stato organizzato della Beta Kappa di cui facevo parte … il dormitorio delle ragazze era divenuto un formicaio che brulicava di ragazzi in estasi … da quel giorno in poi tutte le loro vite sarebbero cambiate, compresa la mia …

    E Sunnydale non mi era mai sembrata più viva …

    Quella notti avevo anche scoperto che la mia migliore amica Willow amava un’altra ragazza di nome Tara …

    Insomma la notte delle sorprese!

    Io ho cominciato a bere come una spugna dall’inizio della serata ed essendo astemia mi sono ubriacata quasi subito … Angel che era con me e aveva fatto lo stesso … Spike invece essendo sempre stato un ragazzaccio era abituato a l’alcool e lo sopportava bene.

    E’ stato lui a portarci di sopra e a metterci al letto.

    Io ero veramente a pezzi … i miei più reconditi desideri sono venuti a galla senza che io riuscissi a fermarli.

    Lui stava per andare via lasciandoci sdraiati, ma io l’ho fermato prendendolo per la mano .

    Mi sono alzata fino a da arrivare al suo viso e gli ho chiesto di restare …

    Buffy sei ubriaca …
    Spike voglio che resti qui ….
    Ma sei con Angel … e non mi sembra …
    Non gli avevo neppure fatto finire la frase … sconvolgendolo mi ero gettata fra le sue braccia e lo avevo baciato …

    Spike non si era tirato indietro .. aveva richiuso il mio copro fra le sue braccia e si era stretto a me …

    Subito dopo ho sentito anche Angel dietro di me baciarmi sul collo …

    Era ubriaca è vero, ma ricordo tutto di quella notte …

    Poi quando Angel si è addormentato … nel buio della stanza ho visto gli occhi di Spike …

    E’ risalito su di me strisciando sul mio corpo …. Mi ha guardato, uno sguardo strano che non avevo mai visto e che mi ha incendiato i sensi …

    Ti voglio solo per me …
    Ha detto prima di baciarmi.

    Un bacio diverso … sensuale … che mi ha fatto sentire strana.

    Gli ho preso la testa fra le mani , ho sentito i suoi capelli ormai senza più in filo di gel e l’ho guardato baciarmi il collo e scendere sempre più giù.

    Ero ipnotizzata …

    E poi quando l’ho sentito dentro di me e abbiamo intrecciato le nostre mani … occhi negli occhi, ho capito … >



    Mi sono chiesta tante volte se fosse mai possibile amare due persone contemporaneamente …

    Mi sono chiesta sempre se ciò che sentivo era solo amicizia per Spike, ma quella notte ho capito…

    Amare due persone è possibile, dentro di me è così … e col passare del tempo il peso della bilancia dell’amore ha preteso di pendere più dalla parte di Spike che da quella di Angel … e adesso mi trovo in questa situazione …

    Difficile e soprattutto inevitabile!



    *************



    Mamma … posso andare a svegliare Spike?
    Mi chiede Dawn sorridendo.

    Sono le otto del mattino e sono sicura che lui è ancora in dolce compagnia, non posso permettere che mia figlia lo veda.

    No Dawn …
    Dico senza guardarla.

    Poi però mi volto e vedo la mia bambina trattenere le lacrime e mi sento male.

    Riverso le mie frustrazioni su di lei e questo non va bene, così mi abbasso alla sua altezza e la bacio sulla guancia.

    Tesoro, Spike potrebbe non essere solo…. Quindi facciamo così, ci andiamo insieme e se non è solo torniamo indietro … ok?
    Dawn mi sorride e annuisce.

    Prendo la mia bambina per mano e col cuore in gola vado verso il cottage.

    Il mio cuore sembra impazzito, se continuo così mi esploderà presto.

    Dawn attira la mia attenzione.

    Perché dobbiamo andare via se non è solo, mamma?
    Mi chiede;

    Io imbarazzata guardo i miei passi.

    Perché se è con un’amica non voglio che lo disturbiamo…
    Ma conosco già l’amica di Spike!
    Mi volto scioccata e mi fermo.

    Quando l’hai conosciuta?
    Le chiedo come se mi avessero dato un pugno allo stomaco.

    Al centro commerciale …
    Oddio mia figlia ha solo 3 anni e sembra capire e parlare come una persona adulta.

    Mi guarda stranamente.

    Non mi piace molto sai mamma …
    Mi dice storcendo il naso.

    Io le sorrido e mi rialzo.

    Vorrei strozzarlo … a me non ha detto nulla, ma mia figlia e sicuramente Angel ne sono al corrente…



    A quel punto salgo le scale del cottage ancora più arrabbiata.

    Apro la porta senza bussare e lo vedo.

    Sta preparando il caffè di spalle.

    Dawn gli corre incontro e lui sorpreso, ma contento la prende fra le braccia e mi guarda.

    Hey scricciolo … cosa ci fate qui?
    Subito dopo sento aprire la porta del bagno e avvolta da un’ asciugamano minuscolo c’è lei: La biondina…

    Alzo un sopracciglio e la fisso … lei diventa rossa e mi guarda imbarazzata.

    Dawn scende dalle braccia di Spike e viene al mio fianco.

    Spike si avvicina e per toglierci dall’imbarazzo entrambe, si passa una mano fra i capelli edice:

    Buffy … questa è Harmony … una mia amica!
    Mi volto a guardarlo sperando di trattenere le parole odiose che tentano di uscirmi dalla bocca e poi la ragazza, mi sorride.

    Piacere di conoscerti Buffy … Spike parla spesso di te e Dawn!
    Io sorrido … mentre immagino me stessa tagliare la testa di quella bionda con un’ascia … e le stringo la mano.

    Piacere mio Harmony… perché non venite di là ho preparato un’abbondante colazione…
    Oh non vorrei disturbare…
    Ma che disturbo … io e Dawn siamo felici di avere ospiti, e poi non ti consiglio il caffé di Spike è dannoso allo stomaco!
    Harmony scoppia a ridere e Spike mi guarda, sa che sono arrabbiata e sa che appena potrò farò altre battute sul suo conto fino a che non mi sarà passata.



    Torno a casa con mia figlia e dopo 10 minuti arrivano anche loro.

    Ci sediamo fuori e la bionda , che comincio ad odiare sempre più,parte alla carica sulle mie ciambelle al cioccolato.

    La fisso e mi chiedo come faccia a mangiare come un’ elefante senza ritegno davanti al suo cosiddetto “ragazzo” … non voglio neppure pensare che lui lo sia…

    Spike mi fissa mentre io guardo lei e sorride … sa già cosa penso senza che io debba dirlo …

    Meglio, perché quando aprirò la bocca dovrà tapparsi le orecchie per non sentirmi urlare, penso arrabbiandomi nuovamente.

    Cosa fai nella vita?
    Le domando interessata.

    Harmony sorride bevendo il suo caffé.

    Lavoro al centro commerciale … reparto profumi…
    Uh lavoro interessante …
    Dico mentendo spudoratamente.

    Dawn mi osserva … la mia bambina capisce quando non mi piace qualcuno.

    E tu e Spike da quanto vi conoscete?
    Spike mi fissa e io non abbasso lo sguardo.

    Un mese credo …
    Sorrido e bevo la mia aranciata.

    Fa la vaga … penso, immaginandomi ancora con l’ascia in mano.

    Poi Harmony guarda l’orologio e si alza.

    Devo andare al lavoro adesso … grazie della colazione Buffy …
    Di niente … anzi spero di averti a cena una di queste sere ….
    Harmony mi sorride e poi si abbassa a baciare sulle labbra Spike.

    Ciao tesoro …
    La scena è come una pugnalata.

    Mi alzo all’istante prendendo le tazze sporche e rientro in casa.

    Devo calmarmi 5 minuti o dovrà ricomprarmi le tazze dato che gliele tirerò in testa.



    Appoggio le tazze dentro il lavello e stringo il bordo.

    Qual è il problema?
    La sua domanda mi arriva alle spalle.

    Mi volto piano e sostengo il suo sguardo.

    Oh a parte che tutti sapevano della tua amichetta tranne me, nessuno Spike!
    Lui mi fissa , so che si sta innervosendo quanto me.

    Oh e a proposito, se hai ancora intenzione di presentare le tue amichette a mia figlia, chiedimi il permesso… potrei non essere d’accordo!
    E’ assurdo …
    Ah è assurdo?
    Mi si avvicina esasperato.

    Senti Buffy ….
    No senti tu playboy da strapazzo … io credevo che fossimo amici … ma evidentemente mi sbagliavo … lo dimostra il fatto che ormai i fatti tuoi li tieni per te … evidentemente quell’oca sta diventando qualcosa di serio ed io sarei di troppo, vero?
    Mi guarda come se l’avessi schiaffeggiato.

    Non riesco a sostenere il suo sguardo oltre, e mi accingo ad uscire dalla cucina.

    Lui mi prende per un braccio e mi blocca … si volta e fa voltare anche me, trattenendomi per le spalle.

    Sei così … così … non trovo neppure le parole! Come puoi pensare una cosa simile?
    Lasciami …
    Dico sentendo troppo possente la sua vicinanza.

    No …
    Mi risponde.

    Mi attira più vicino e mi guarda negli occhi.

    Il mio cuore si ferma un’ istante e sento i brividi.

    Siamo troppo vicini … le sue mani smettono di stringere improvvisamente e scendono fino alla mia vita.

    Chiudo gli occhi esasperata… se non mi allontano adesso non ci riuscirò più a farlo … penso.

    Riapro gli occhi e lui è così vicino che mi sento persa….

    Poi la voce di Dawn ci fa sobbalzare.

    Perché state litigando?
    Spike si allontana di scatto e io mi sento svuotata.

    Se non fosse arrivata mia figlia ….

    Non stiamo litigando scricciolo … non preoccuparti…
    Dice alla bambina prendendola in braccio.

    Io mi volto verso il lavello e comincio a sciacquare le tazze.

    Sento il suo sguardo su di me e non ho il coraggio di muovermi.

    Cosa sarebbe successo se Dawn non ci avesse fermato?

    Lo sento uscire e cerco di riprendere a respirare …

    Le cose vanno di male in peggio…



    ****************



    Ho appena messo Dawn a letto e non lo vedo da stamattina.

    Ho quasi paura ad uscire sul portico … non voglio vedere i piccioncini ancora una volta.

    Così indosso il costume e deciso di scendere al fiume, sperando di non trovarli anche li.

    Prendo solo l’asciugami e passo da Dawn …

    Dorme profondamente non c’è pericolo che si svegli …



    L’acqua è fresca … e appena entro mi sento rinvigorita.

    I primi tempi che siamo venuti ad abitare qui, tutte le sere d’estate io, Angel e Spike venivamo a nuotare prima di andare a letto.

    Adesso mi sembra sia passata un’eternità.

    Nuoto un po’ … ho bisogno di scaricare i nervi…

    Poi mi siedo sulla riva e tengo i piedi a mollo…

    Ancora qualche minuto e poi torno a casa…. Non voglio che Dawn si svegli e non mi trovi.



    Un ramoscello spezzato dietro di me mi fa voltare di scatto.

    Spike è fermo e mi osserva.

    Sono ancora arrabbiata così mi giro a fissare l’acqua e parto con la mia battuta sprezzante.

    Come mai stasera non porti la tua ochetta a bagnarsi le piume?
    Spike scoppia a ridere e si siede accanto a me.

    Mi guarda e mi toglie una ciocca di capelli bagnati dal viso.

    Mi perdoni?
    Mi chiede col suo solito fare sicuro.

    Io rimango incantata a fissarlo … ci sono così tante cose che vorrei dirgli , ma nulla di ciò che potrei dire chiarirebbe la situazione, anzi … la complicherebbe ulteriormente.

    Sorrido e annuisco …

    Non riesco a tenergli il broncio per tanto tempo …

    Mi abbraccia e mi tiene vicina.

    Io mi sento così bene fra le sue braccia, resterei così per sempre … poi un brivido di freddo mi scuote…

    E ‘ ora di tornare a casa o prenderai freddo…
    Mi dice dolcemente.

    Io non so se il brivido è stato provocato dal fatto che sono bagnata o dalla sua presenza.

    Ci alziamo e lui mi avvolge nell’ asciugamano …

    Mi dispiace non averti detto nulla di Harmony … ma non l’ho fatto per i motivi che hai detto oggi … è solo che …
    Io gli metto un dito sulle labbra … non voglio sentire la spiegazione, ne ho timore…

    Ho paura di sentire che si sta innamorando o qualcosa del genere …

    Mi prende la mano e me la bacia … quel piccolo gesto mi risveglia i sensi …

    A volte non riesco a comunicare con te, Spike … e questo mi spaventa .. Non so mai cosa chiederti perché ho paura che tu non voglia rispondere ….
    Forse tu non mi hai ancora fatto le domande giuste …
    Mi dice incamminandosi.

    Io lo seguo …

    Cosa vuole dire?

    Le domande giuste?Io voglio solo il tuo bene … è da un po’ che non mi dici niente, e vorrei sapere cosa senti, cosa desideri e …
    Cosa desidero … non posso averlo Buffy … per questo il discorso non mi attira!
    Nel dirmi questo si ferma e mi guarda negli occhi.

    Mi sento morire … improvvisamente vorrei volargli fra le braccia e stringermi a lui, ma non posso farlo …

    I nostri sguardi sono fermi, lui poi abbassa il suo e d’un tratto mi fa una confessione.

    -Quello che io desidero potrebbe spaventarti e io non voglio …

    Lo guardo turbata e penso …

    “Se sapessi invece cosa desidero io da tempo allora?”

    Il discorso non può continuare …

    Siamo su un campo minato e ho paura di ferirlo e di ferire me stessa.

    Spike è la persona più importante della mia vita, lo conosco da quando ricordo di aver cominciato a vivere e morirei se lo perdessi.

    Mi avvicino, lo abbraccio forte, come a stamparmi in mente il calore del suo corpo e mi avvio per rientrare in casa.

    Buonanotte Spike!
    Lui rimane a fissarmi per qualche minuto e poi va per la sua strada ….

    Pochi minuti dopo dalla finestra aperta della mia camera sento un’auto che si avvicina …

    E’ di nuovo lei …

    Chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie con le mani …

    Non voglio immaginare o pensare a come lui sarà con lei e calde lacrime mi salgono agli occhi …



    Vado in camera di Dawn … mi siedo accanto alla mia piccola e le accarezzo il viso …

    Vorrei tanto potermi liberare dal peso del mio segreto, ma non posso perdere tutte le persone che amo … non ne ho il coraggio…



    *****************



    Il telefono mi sveglia …

    Rispondo ancora assonnata, la notte prima non riuscivo ad addormentarmi …

    Tesoro … scusa ti ho svegliata!
    E’ mio marito …

    “ Mia cara Buffy sei sposata … te ne sei dimenticata?”

    Penso mordendomi le labbra.

    Angel … no non preoccuparti …
    Ho chiamato ieri sera e non mi hai risposto …
    Oh ero al fiume a fare un bagno … fa troppo caldo ….
    Si è vero, meno male che qui in ufficio si sta bene!
    Come vanno le cose? -Gli chiedo … improvvisamente non so di cosa parlare;
    Bene, oggi parto con un mio collega per le Hawaii … dobbiamo incontrare un cliente …
    Davvero?
    Si ti chiamerò appena arrivo in albergo se non sarà troppo tardi …
    D’accordo ….
    Bene, allora baciami la mia pulce … ci sentiamo presto!


    Mi alzo dal letto stanca e sudata …

    Vado a vedere se Dawn è sveglia ma il letto è vuoto.

    Scendo le scale di corsa … ho paura che sia andata da Spike e …

    Mammina ….
    Dawn si alza dal divano dov’era seduta accanto a Spike e mi corre incontro.

    Faccio un sospiro e lo guardo.

    Dormivi così bene che abbiamo preferito non svegliarti …
    Mi dice sorridente.

    Io annuisco prendendo Dawn in braccio e mi siedo accanto a lui.

    Tutti e tre rimaniamo vicini … appoggio la testa sulla sua spalla e guardiamo il programma preferito dalla mia bambina: i cartoni animati …

    Spike appoggia una mano sulla mia spalla e mi abbraccia …

    Guardo Dawn e lei si accoccola tra le mie gambe …

    Il mio cuore è colmo di gioia, sembriamo una famiglia felice e non ho voglia di alzarmi … rimarrei così in eterno.



    Allora? Vieni oppure no? Ho invitato anche Willow e Tara se aiuta a convincerti…
    Lo guardo indecisa …

    E Dawn?
    Spike mi si avvicina, mi toglie il grembiule dalle mani e mi spinge verso le scale.

    Va a prepararti, ci penso io a sistemare Dawn …
    Faccio come dice … ho voglia di uscire e soprattutto ho tanta voglia di vederlo suonare e cantare.



    Faccio una rapida doccia … mi asciugo i capelli e li lego in una coda, sicuramente al bronze farà caldo con tutta quella gente …

    Poi indosso dei pantaloni e una maglietta … e corro di sotto.

    Spike mi aspetta con Dawn fra le braccia pronta già ad addormentarsi.

    Dove la portiamo?
    Chiedo curiosa.

    Spike sorride.

    Da Joyce e Giles … lo sai che i miei genitori non vedono l’ora di stare con la loro nipotina preferita …
    Sorrido e lo seguo … finalmente una serata in cui posso divertirmi senza pensare troppo…



    Arriviamo al Bronze e lì sono felice di vedere Willow e Tara … Willow dopo l’università mi ha aiutato a trovare lavoro alla Sunnydale High School e sono felice di ciò che faccio … aiuto i ragazzi anche se in questo momento avrei bisogno io di aiuto…

    Spike mi bacia sulla fronte e va nel retro a prepararsi …

    Spike è un eccellente scrittore, ma la sua passione è sempre stata la musica …

    Non ha mai voluto lasciare Sunnydale e trovare successo, ha sempre detto che ciò che faceva gli bastava, ma io non ne sono convinta …



    Allora come vanno le vacanze?
    Mi chiede Willow facendomi posto al tavolo.

    Bene … - Mento ; - Ma sono stanca distare a far niente …
    Oddio, manca ancora un mese … ed io ne sono felice, ho bisogno di riposo!
    Tara mi sorride … la conosco poco, è una ragazza abbastanza timida, ma ogni volta che ci parlo capisco che è speciale e che Will è fortunata.

    Le luci si abbassano e allora ci voltiamo.

    Spike sale sul palco con la sua chitarra … e una luce rossa lo illumina …

    La sua voce arriva dentro di me, fino in fondo al mio cuore.

    Così profonda e dolce … mi volto un po’ di più per paura che Willow capisca cosa provo e lo guardo.

    Lui alza il viso e i nostri occhi s’incontrano.

    D’un tratto una lacrima riga il mio viso.

    Sono emozionata e confusa … in un certo senso so che canta per me e mi sento lusingata, mi sento felice…

    Mi asciugo in fretta la guancia e con la scusa di prendere da bere mi allontano.



    Sto per tornare al tavolo quando Spike scende dal palco … mi faccio strada fra la folla per raggiungerlo e improvvisamente mi blocco.

    Sbarro gli occhi e resto di ghiaccio ….

    L’oca bionda è con lui e lui la tiene per la vita e gli sorride.

    Mi sento come se mi avessero pugnalato alle spalle …

    Resto ferma… non so che fare … un tizio mi urta e la bibita che ho in mano mi si rovescia addosso…

    Adesso sono anche esasperata!

    Mi avvicino al tavolo e Willow mi guarda sbalordita…

    Will mi spiace, ma devo andare… un ragazzo mi ha fatto cadere la coca sulla maglietta …
    Oddio, si Buffy… ma …. Spike?
    Oh non credo si accorgerà della mia assenza credimi!
    Le due ragazze mi guardano e io faccio un cenno di saluto cercando l’uscita.

    Pensavo di passare una bella serata e invece mi ritrovo bagnata e appiccicosa a cercare un taxi.

    Come pensavo sarebbe andata?

    Non era un appuntamento come al liceo, era solo … niente…

    Alzo la mano mentre un taxi passa davanti a me e riesco a fermarlo.

    Sto per salire in auto, ma qualcosa mi blocca, o meglio qualcuno mi blocca per un braccio.

    Mi volto sapendo già chi fosse.

    Ma che accidenti hai in testa?
    Spike urla furioso.

    Lo guardo accigliata e gli faccio segno di guardare la mia maglia.

    Devo andare a casa…
    Lui guarda il tessuto appiccicato al mio seno e poi mi guarda negli occhi.

    Potevi avvisarmi … potevi venire da me, ti avrei accompagnata!
    Oh ti prego .. tu sei troppo impegnato a starnazzare con l’oca bionda che ti porti sempre dietro …
    Buffy smettila …
    Mi intima … ma io non riesco a fermarmi … la mia frustrazione sta arrivando a livelli alti ormai.

    Lo fisso irritata e urlo:

    Rientra Spike non vorrai far aspettare la tua amichetta e i tuoi fans…
    Ma che diavolo ti prende … io non riesco più a capirti …
    Oh tu non capisci me … questo è ridicolo Spike .. sono io che non capisco te … dov’è finito il ragazzo che conoscevo… Sognatore … che cambiava ragazza come cambia vestito … e dove sono finiti i tuoi sogni ? Cosa ci fai in questa bettola a cantare?
    Mi rendo conto in ritardo che ho passato il limite.

    Spike scuote il capo e stanco mi guarda.

    Hai ragione … è ora che io cambi vita e faccia ciò che è giusto per me … grazie per avermelo fatto capire Buffy!
    Si volta e mi lascia sul marciapiede …

    Lacrime copiose invadono la mia faccia e mi sento a pezzi …

    Ho spezzato un legame, lo sento … il mio legame con lui … per gelosia … timore e perché è quello che mi merito.

    Mi prendo la testa fra le mani e dopo tanto tempo … piango!

    Non piango da 3 anni credo …per la disperazione intendo…

    Arrivo a casa e mi ricordo di essere sola… la mia bambina, il mio unico conforto non c’è …

    Apro la porta per entrare e dei fari illuminano le mie gambe.

    Mi volto di scatto …

    I fari si spengono e la luce della luna illumina il volto di Spike mentre scende dalla sua auto.

    Mi asciugo gli occhi per vederlo meglio e lo sento avvicinarsi.

    “Dov’è la biondina?” mi chiedo agitata…

    Lui si avvicina piano e poi rimane fermo davanti a me, con le braccia lungo i fianchi.

    Voglio sapere che succede Buffy? Perché ultimamente ti comporti così?
    Alzo il viso e lui si accorge che ho pianto.

    Dov’è la tua amica?
    Chiedo senza riuscire a fermare il mio astio per la bionda.

    Piantala …
    Mi urla esasperato …

    Io sbarro gli occhi e mi volto per correre via, ma le sue braccia mi fermano saldamente.

    Intrappolata dentro la sua morsa mi sento persa …

    Cosa ti sta succedendo … ti prego dimmelo….
    La sua supplica mi arriva al cuore … è come se qualcuno mi stesso trafiggendo senza pietà.

    Un singhiozzo mi strozza ogni parola.

    Lui appoggia la testa su di me e sospira.

    “Oddio … gli sto facendo solo del male così …” Penso disperata;

    Mi giro fra le sue braccia e rimango ferma con il suo viso appoggiato alla mia guancia.

    Spike si alza piano e io lo guardo …i nostri visi sono talmente vicini, le nostre bocche sembrano rapite …

    E allora non riesco a fermarmi … non voglio farlo …

    Gli prendo il viso fra le mani e scendo sulla sua bocca…

    Appoggio le labbra sulle sue lievemente e sospiro …Spike si stacca da me sbalordito e mi fissa negli occhi.

    Le mie mani sono ancora sul suo viso …

    Lui si lecca le labbra e guarda le mie … solo un secondo, poi con un sospiro quasi disperato mi stringe a sé …

    Abbassa il capo e mi bacia …

    Un bacio pieno di passione, fremente di desiderio …

    Mi stringe , mi assaggia in modo che non avrei mai immaginato qualcuno potesse fare …

    Io mi stringo sempre più a lui … posso sentire il battito del suo cuore e sento il mio esplodermi in petto …

    Ci stacchiamo l’uno dall’altro e ci guardiamo persi ed esterrefatti …

    Spike mi lascia andare e mi guarda negli occhi … le mie labbra sono gonfie e arrossate…

    Passo la mano sulla bocca e rimango ferma, non oso muovermi …

    Poi il telefono in lontananza dentro casa comincia a squillare e la mia mente va ad Angel, a Dawn …



    Faccio un passo indietro …

    “Oddio…cos’ho fatto?” urlo a me stessa mentalmente…

    E così scappo via lasciando Spike fermo a fissarmi ancora sconvolto per ciò che è accaduto fra noi …

    Cosa farò adesso?



    ***********



    Sono due giorni che non lo vedo … e mi sento ancora peggio …

    Dawn non fa che chiedermi dov’è Spike e io non so cosa dirle…

    Ma so che non è al cottage.

    Sarà da lei penso guardando verso la costruzione davanti al mio portico.

    In questi due giorni ho immaginato la mia vita senza di lui e la sua mancanza mi brucia l’anima … non riesco a smettere di pensare al nostro bacio e ai suoi occhi sconvolti …

    Non si aspettava quella reazione da parte mia …

    Sono stata una stupida e adesso ho paura di averlo perso!

    Come riuscirò ad andare avanti se già in due giorni senza di lui non riesco a vivere?

    Rientro in casa e vedo Dawn sul divano … è così triste …

    Da stamattina non mi ha fatto neppure un sorriso …. Cosa posso fare?

    D’un tratto sento l’auto di Spike fermarsi sul vialetto davanti al cottage e vedo mia figlia scattare come una molla e correre fuori.

    Non riesco neppure a fermarla … ma mi fermo sulla porta a guardare la scena.

    Dawn corre fra le braccia di Spike e lo stringe forte con le lacrime agli occhi … lui fa lo stesso …

    Lo ama così tanto … lo stesso amore che nutro io!

    La verità è più forte della menzogna che ho creato … penso disperata…

    Lui mi guarda e io mi sento piccola piccola …

    Mi saluta con un gesto della testa anche se so che presto dovremo parlare …

    E’ inevitabile, lo so!



    Dawn rimane con lui per tutto il giorno e io mi sento così sola …

    Telefono ad Angel sentendomi tremendamente in colpa …

    Ciao tesoro …
    Mi dice sorpreso della mia telefonata;

    E’ successo qualcosa?
    No .. no stai tranquillo …
    Dico mentendo;

    Come va li alle Hawaii?
    Uhm … bene .. sono qui con una mia nuova collega…
    Ah si?
    Si … è davvero brava e abbiamo già finito … domani tornerò a L. A. …
    Quando pensi di venire a casa? – Chiedo;
    Credo la prossima settimana, ma potrò restare solo per il fine settimana…
    Ci salutiamo e immagino l’arrivo di Angel …

    Dawn lo ama, ma non allo stesso modo … lo so …

    Spike per lei è tutto … molto più di Angel!



    All’ora di cena Dawn entra in casa con un mazzo di fiori in mano.

    Lo da a me e mi racconta la sua giornata con Spike.

    I fiori li hanno colti vicino al fiume …

    -Io e Spike abbiamo fatto una canzoncina, mamma …

    Mi dice entusiasta.

    Io la guardo orgogliosa e le sorrido …

    Dopo cena la metto al letto ed esco sul portico per l’ennesima volta.

    Le luci del cottage sono accese …

    Prendo il poco coraggio che mi è rimasto e decido di andare da lui …

    Non voglio perderlo, non posso perderlo!



    Busso piano col timore di trovare la bionda …

    Spike apre e mi guarda … io mi guardo intorno e vedo che è solo …

    Ciao …
    Dico senza guardarlo.

    Lui si fa da parte per farmi entrare e sento che è arrabbiato.

    Dove sei stato?
    Gli chiedo preoccupata;

    Spike mi osserva per qualche minuto, si accende una sigaretta e poi risponde.

    In giro …
    Allora io spero di saper cosa dire.

    Spike io …
    Cosa Buffy?
    Adesso mi guarda fisso negli occhi.

    Mi … mi dispiace per l’altra sera …
    Ah si? Cosa … ti dispiace in realtà? Io non riesco più a capirti…
    Lo guardo in ansia.

    Mi dispiace di ciò che ho detto e di … di …
    Ti rendi conto che ultimamente dici troppe volte che ti dispiace?
    Abbasso il capo .. non riesco a sostenere il suo sguardo.

    Si avvicina a me mi alza il viso con una mano e il mio corpo reagisce subito alla sua vicinanza.

    Cos’era ?
    Mi chiede riferendosi al nostro bacio.

    Oddio non so cosa rispondere … penso disperatamente.

    Io … io non lo so …
    Spike mi accarezza il viso, mi scosta i capelli per guardarmi meglio e sospira.

    Poi si allontana da me.

    Sono stato a Los Angeles da un amico ….
    Comincia a dire.

    Mi ha trovato una casa discografica … ha fatto ascoltare un mio pezzo ed è piaciuto … come vedi forse ho finito di cantare in quella bettola …
    Cosa?
    Lo guardo stravolta.

    Si volta e mi fissa.

    La prossima settimana vado in città e non so quanto ci resto… è possibile che le cose cambino e io resti li!

    Sbarro gli occhi sconvolta e abbasso il capo.

    E’ colpa mia, penso … sono stata io a creare questa situazione e adesso ne pagherò le conseguenze.

    E Dawn?
    Dico senza riuscire a trovare altro per oppormi.

    Spike mi guarda triste.

    Amo tantissimo Dawn , ma devo pensare anche a me …
    Non riesco più a dire niente … trattenere le lacrime è già abbastanza duro.

    Mi volto per uscire e a stento riesco a parlare.

    D’accordo …
    Sussurro…

    Scappo giù per le scale e corro verso casa.

    Spike rimane dov’è, non tenta neppure di fermarmi …

    Nella mia mente si forma il vuoto …

    L’ansia e la solitudine provata in due giorni senza di lui mi opprime il petto e non riesco a respirare.

    Non voglio perderlo …

    Lacrime inesorabili mi rigano il viso e a metà strada mi fermo stringendo i pugni.

    Mi volto e Incontro i suoi occhi attraverso la porta …



    “ Io ti amo “ … grido a me stessa …

    Vorrei urlando anche a lui ma non posso …

    Come riuscirò ad andare avanti… come?

    D’un tratto niente più ha importanza … torno sui miei passi correndo …

    Non voglio perderlo ….

    Apro la porta che ci separa come una furia e gli volo fra le braccia.

    Spike mi stringe quasi con disperato bisogno e lo guardo.

    I nostri occhi sono una cosa sola … incollati l’uno all’altro …

    Ha gli occhi lucidi e io bagnati di pianto …

    Lo stringo forte e poi mi libero dalle mie paure …



    Avvicino la mia bocca alla sua e sento il suo corpo tendersi …

    Mi trattiene per le spalle e mi stringe forte …

    Ricambia il mio assolto, il mio bacio … e mi trascina sul divano …

    Lo guardo mentre accarezza il mio viso e mi bacia come foga …

    Le mie mani non riescono a stare ferme,lo accarezzo, voglio sentirlo .. ricordare ogni parte del suo corpo e lo sento sospirare …

    Si ferma a guardarmi negli occhi …

    Io ricambio il suo sguardo, ma questa volta non ho intenzione di fermarmi …

    Sorride in estasi … un sorriso tirato e pieno d’angoscia e scende nuovamente sulla mia bocca…

    Mi spoglia piano assaggiando ogni parte di me e io faccio lo stesso…

    Il mio cuore impazzisce … lo amo così tanto …

    E poi lo sento dentro di me con un’unica spinta …

    Mi guarda e si ferma …

    Oddio Buffy …
    La sua voce roca di passione mi spinge a muovermi per prima e i ricordi di quella notte mi assalgono.

    E’ la seconda notte più bella della mia vita ….



    Più tardi … molto più tardi stretta fra le sue braccia non oso muovere neppure un muscolo …

    Vorrei avere il potere di fermare il tempo e rimanere così con lui …

    Mi volto e incontro i suoi occhi …

    Non riesco neppure a parlare …

    Lui mi accarezza il volto e passa il pollice sulle mie labbra…

    Io chiudo gli occhi e nascondo il viso nell’incavo del suo collo …

    Non voglio dimenticare mai questa notte … mai …



    *************

    E’ quasi l’alba ormai … il sole sta per portare via con sé la nostra notte.

    Spike mi dorme a fianco e tiene le sue braccia intorno a me ….

    Lo guardo dormire …

    Come ho potuto perdere tutto questo?

    Come ho lasciato che l’amore della mia vita stesse lontano da me per così tanto tempo …

    Lo conosco da sempre e lo amo da sempre …

    Scivolo via con rammarico e lui si sposta infastidito …

    Il pensiero di Dawn mi tormenta …

    L’ho lasciata sola tutta la notte …. Sono una madre snaturata, ma in fondo so che la mia piccola quando è stanca dorme tutta la notte senza svegliarsi…

    Mi fermo un attimo ancora a guardarlo mentre mi rivesto …



    Se solo sapesse … non mi perdonerebbe mai …

    Odio me stessa per essere stata così ottusa, per non aver capito prima … ma non posso fare nulla per tornare indietro e non posso fare nulla per il futuro…

    Ho le mani legate!

    Ed Angel sta per tornare …



    Entro in casa in punta di piedi e controllo Dawn …

    Dorme …

    Mi infilo sotto la doccia anche se non vorrei togliermi di dosso il suo odore…



    Alle otto la mia piccola beve il suo latte davanti alla tv e io il mio cafè col cuore in gola aspettando di vederlo entrare dalla porta…

    Passano pochi secondi e uno Spike ancora mezzo addormentato fa capolino …

    Si ferma e mi osserva … poi mi sorride …

    Un sorriso radioso, felice …

    Dawn gli corre fra le braccia come ogni giorno e lui la bacia sulla fronte.

    Poi viene verso di me e mi si siede di fronte.

    Ciao …
    Sussurra sorridente …

    Lo amo …

    Sorrido triste e lui allunga una mano per carezzarmi il viso.

    Al suo tocco chiudo gli occhi, sperando di riuscir a far uscire dalla mia bocca, ciò che devo …

    Quando riapro gli occhi, vedo che il suo sguardo è cambiato …

    Ha già capito … mi ha sempre capito prima che parlassi …



    E’ stato un addio?
    Mi chiede ritirando al mano e chiudendola a pugno.

    Lo guardo e il mio cuore piange per me…

    Spike io …
    Cos’è stato?
    Mi chiede strizzando gli occhi e alzandosi.

    Per favore non chiedermelo, non chiedermi niente …
    Come puoi chiedermi una cosa simile?
    I nostri occhi si affrontano …

    -Angel sta per tornare per il fine settimana …

    Cerco di dire qualcosa per spiegare, ma non c’è nulla da spiegare …

    Sono solo una vigliacca ….

    Si passa una mano sulla testa fra i corti capelli e prende un gran respiro .

    Io c’ero Buffy, non puoi farmi credere che per te non ha significato niente …
    Non ho detto questo …
    Mi alzo e gli do le spalle.

    Non riesco più a guardarlo, a mentire …

    Sento che mi si avvicina e chiudo gli occhi …

    Dimmi che non senti niente per me e io sparirò…ma voglio sentirtelo dire …
    Stringo il bordo del lavello e inghiotto a vuoto.

    Le sue mani si appoggiano alla mia vita.

    Io, non posso dirlo Spike … perché ti voglio bene, sei sempre stato il mio migliore amico …
    Detto questo lui si allontana di scatto …

    Mi volto impaurita e tremante.

    Lo sto perdendo …

    Lui mi guarda e fa un passo indietro…

    Bene … adesso ti dirò quello che da tutta una vita mi tengo dentro Buffy e poi sparirò perché non ce la faccio più e non posso continuare così dopo ieri notte …
    Lo guardo sconvolta.

    Lui mi fissa dritto negli occhi…

    Sono innamorato di te … ormai non riesco a ricordare un tempo in cui non ti ho amata … ma per te sono sempre stato quello che hai appena detto … e non ce la faccio più … Ti amo e ho buttato la mia vita per starti accanto anche se sapevo che non ti avrei mai avuta …
    Sbarro gli occhi e a stento trattengo le lacrime …

    Lui … lui mi ama … Oddio cos’ho fatto?

    Nella tua vita non c’è posto per me … ho sperato che un giorno sarei riuscito, non so … forse ad avere quello per cui ho sempre lottato, ma è evidente che mi sbagliavo … vado via Buffy, credo sia meglio così … per entrambi! Dopo ieri notte non sarà mai più come prima e io voglio di più …
    Mi si avvicina, mi prende il viso fra le mani mentre una lacrima mi riga il viso.

    Scende sulle mie labbra e le sfiora con un bacio dolcissimo …

    Addio amore mio …


    Come un’ automa lo vedo andare via, salutare Dawn e dirle di andare con lui ad aiutarlo a fare le valigie e io non riesco a muovermi…

    Mi siede col cuore straziato e nascondendomi il viso fra le mani do sfogo alle lacrime.

    E’ finita …



    *******************



    E’ passata una settimana da quando Spike è sparito … Dawn sembra aver perso la sua vitalità e io mi sento distrutta …

    Ogni giorno mi aspetto di vederlo entrare e sorridere come se niente fosse cambiato e invece non accade.

    Il cottage è chiuso …

    Questo vuol dire solo una cosa …

    Lui non tornerà!

    In questi ultimi giorni ho pianto tanto, ma penso che me lo merito …

    Angel ha chiamato … non potrà venire questa settimana … così ho deciso di andare finalmente a trovarlo …

    Non so cosa mettere in valigia …

    Appoggio una maglia e poi la tolgo indecisa …

    Spike è a Los Angeles … forse è per questa che dopo anni mi sono decisa ad andarci …

    Prendo in giro me stessa se dico che lo faccio per Dawn …

    Spero solo di camminare per strada e vederlo… o di entrare in un bar e scontrarmici contro …

    Dawn però è contenta … crede che la porti da lui e lo farò se insisterà …

    Mi manca così tanto che non riesco più ad andare avanti!

    Il pullman si è fermato finalmente … le tre ore di viaggio mi hanno stancato …

    Dawn si è addormentata …

    La sveglio e guardo le luci della città degli angeli …

    Sono stupende … chissà cosa starà facendo lui adesso!



    < In quello stesso istante Spike è fermo davanti alla finestra del suo albergo e dopo aver sorseggiato la sua birra, si accende una sigaretta e guarda il panorama, pensando a lei e alla sua piccola che gli manca tanto… mentre Harmony lo chiama dalla camera da letto!>



    Chiamo un taxi, sperando di non dover aspettare tanto … Dawn ha bisogno di riposare in un letto …

    Non ho trovato Angel per tutto il giorno e neppure ieri …

    Mi hanno detto che è fuori città…

    Do l’indirizzo al taxista e arriviamo sotto il condominio della W&H …

    L’appartamento di Angel è all’ultimo piano …

    L’ascensore interno si apre … la casa è al buio …

    Non mi sorprende… anche se ci fosse qualcuno sono le 11 di sera…

    Mammina sono stanca ….
    La voce di mia figlia mi fa ragionare …

    Poi un rumore mi mette all’erta…

    Angel compare sulla porta di una camera con indosso solo i boxer e una faccia scura.

    Non dice una parola…

    Dawn gli corre incontro e Angel l’abbraccia e mi guarda.

    Ciao …
    Dico sorridente.

    Lui mette a terra Dawn e si avvicina…

    Buffy io ….
    Qualcosa nel suo sguardo mi dice che sta per accedere qualcosa e io guardo oltre la porta…

    Lo specchio mi rivela il corpo sdraiato di qualcuno nel suo letto e sbarro gli occhi…



    Mi avvicino scansandolo …

    Adesso vedo tutto con chiarezza …

    Una donna!

    Mi volto a guardare Angel che tiene Dawn per mano e non ha il coraggio di guardarmi …

    Non posso crederci …
    Sussurro a me stessa.

    Buffy ti prego calmati …
    La sua voce mi arriva come un sussurro velato.

    E la verità mi piomba addosso …

    La donna si sveglia e incontro il suo sguardo…

    Sembra dispiaciuta…

    Non so che dire o fare … guardo solo Dawn e mi salgono le lacrime agli occhi …

    Corro verso la bambina e la prendo in braccio volando verso l’uscita …

    Devo andare via di lì …



    Dal finestrino dell’ennesimo taxi di quella sera, vedo che comincia a piovere…

    E rivedo la mia vita in un attimo …

    L’università … la nascita di Dawn e la casa vicino al fiume ….

    Spike …

    Il pensiero corre a lui e sto peggio …



    Sono stata così ingenua, così stupida…

    Ho avuto un marito assente che si divertiva alle mie spalle per anni e non me ne sono mai accorta perché non m’importava…

    Volevo che lui non ci fosse, perché stavo bene così…

    Con Spike …

    Credevo che la mia vita andasse bene così, perché vivevo una specie di favola … ma girando la pagina del libro … la fine non c’ è quella che speravo!



    L’albergo di fortuna che ho trovato è vicino al centro …

    Addormento Dawn e io esco sul piccolo balcone …

    Non riuscirei a dormire quindi è inutile andare a letto.

    Devo pensare a cosa fare …

    Ho stravolto la vita di mia figlia e di tutti quelli che mi circondano ….

    Dovrei porvi rimedio, ma ho paura …

    D’un tratto però mi rendo conto che ciò che ho scoperto questa sera non m’importa …

    Non amo Angel e da una parte mi sento libera … adesso non devo più fingere …

    Non so se ho mai amato veramente Angel …. Ma so che non soffro per ciò che è accaduto …

    Da una parte sono felice per lui …

    Forse la vita con me non era ciò che io credevo, forse adesso potrà avere quello che io gli ho negato … l’amore vero!



    L’alba mi sorprende ancora sveglia … decido che è ora che io parli con Angel …

    Lascio Dawn con la proprietaria dell’albergo … una donna molto gentile che si è subito presa a cuore la mia bambina e vado alla W&H.

    Quando la segretaria mi annuncia Angel è sbalordito e provato.

    Buffy … ma dove sei stata? Ti ho cercata tutta la notte… Dawn? Dov’è?
    Sta bene, stai tranquillo …
    Lo osservo … sembra diverso … un’altra persona, che io naturalmente non conosco e mai ho conosciuto.

    Mi guarda colpevole.

    Chi è lei?
    Chiedo seria;

    Angel si appoggia alla scrivania e abbassa lo sguardo.

    Si chiama Cordelia … Cordelia Chase … è una mia collega!
    Da quanto tempo, Angel?
    Domando.

    Lui mi guarda negli occhi .

    Un’ anno …
    Io sono sbigottita …. Ma in fondo lo sapevo …

    Poi però sorrido e mi siedo.

    Angel è sorpreso più di me.

    Perdonami ….
    Inizio a dire e lui sbarra gli occhi sconvolto.

    Mi alzo e gli prendo le sue mani fra le mie.

    Perdonami per averti imprigionato in un matrimonio che non volevi e per non essere stata sincera … so che ciò che è accaduto è colpa mia, solo colpa mia … e sono felice che tu abbia trovato una persona speciale …
    Buffy ma …
    Io non ti amo da tanto tempo Angel … ma avevo paura …
    Lui annuisce e mi stringe le mani addolorato.

    Non posso credere di aver relegato te e Dawn in una vita del genere …
    Dispiace anche a me Buffy, se avessi avuto il coraggio di parlarti, magari adesso …
    Sorrido … sembra che un peso sia sceso dalle mie spalle all'istante …

    Parlami di lei …
    Chiedo imbarazzata;

    Angel cambia sguardo, sembra felice al solo pensiero.

    Forse inconsapevolmente te ne ho parlato … ho detto che era una nuova collega …
    Annuisco.

    La ami?
    Angel annuisce e mi stringe le mani.

    Mi getto ad abbracciarlo e lo stringo a me.

    Ok … io torno a casa … magari è il caso che ne parliamo meglio lì …
    Angel annuisce ancora .

    Mi allontano piano e poi al sua voce mi ferma.

    Spike è in città … lo sai vero?
    Inghiotto a vuoto.

    Lui ha sempre saputo!

    Dovresti dirglielo sai …
    Mi volto di scatto e incontro i suoi occhi .

    Angel si passa una mano fra i capelli e triste dice:

    Di Dawn …
    Perdo il respiro per non so quanto tempo e incomincio a tremare.

    Non chiedermi come … ma l’ho sempre saputo …
    Abbasso lo sguardo e comincio a piangere.

    Oddio …
    Sento la sua mano alzarmi il viso e lo sguardo spaventata.

    Angel mi sorride e so che mi ha perdonata.

    Va da lui Buffy … non lasciare che passi altro tempo …


    Le sue parole mi echeggiano ancora in testa mentre torno all’hotel …

    Ma la verità farebbe troppo male …

    Io … io … non … posso …



    *****************



    Il locale è stracolmo di gente … nulla a che vedere con il Bronze …

    Ho lasciato Dawn in albergo non avrei potuto portarla con me senza rivelare la mia presenza …

    Mi siedo in uno dei sedili al buio lontano dal palco …

    E’ stato Angel a dirmi che Spike questa sera avrebbe cantato e non ce l’ho fatta …

    Devo vederlo almeno una volta …

    Devo rivedere i suoi occhi prima di tornare a casa e cominciare una nuova vita …



    Le luci si abbassano ancora di più e poi sul palco sale un gruppo …

    Trattengo il fiato col cuore in gola …

    Poi sale lui …

    Ha una camicia nera aperta davanti … un paio di jeans e la sua chitarra …

    Le lacrime trattenute d’un tratto bussano alla porta dei miei occhi, ma io le ricaccio indietro …

    Ti è tagliato i capelli corti …

    Sta benissimo … anche se io lo ricordo ancora biondo e pazzesco come all’università …



    La melodia della prima canzone comincia ad invadere la sala e poi sento la sua voce …



    < Questo tempo in questo luogo

    Così tanti errori

    Troppo a lungo e forse troppo tardi

    Chi ero io per attendere

    Giusto un’altra opportunità

    Giusto un altro respiro

    Giusto per avere un’altra via

    Perché tu sai

    Tu sai, tu sai



    Che ti amo

    Ti ho amato tutto il tempo

    E mi manchi

    Così troppo lontana per troppo tempo

    Sogno che tu sarai con me

    E non andrai via

    Smetto di respirare se

    Non ti rivedo ancora una volta



    In ginocchio, Chiederò

    Un’ultima possibilità per un ultimo ballo

    Perché con te, io resisterei

    anche all’inferno … per stringere la tua mano

    Ti darei tutto

    Lo darei per noi

    Darei ogni cosa … ma rinuncerò

    Perché tu lo sai,

    Tu sai, tu sai



    Così lontano

    Sei stata … così lontano … per troppo a lungo

    Così lontano

    Sei stata così lontano per troppo a lungo

    Ma tu sai, tu sai, tu sai



    Che io volevo

    Volevo stare con te

    Perché chiedevo

    ho bisogno che tu lo senta per dirti

    Che io ti amo

    Ti ho amato tutto il tempo

    E ti perdono

    Per essere stata lontano così tanto tempo

    Allora riprendo a respirare … e tu sei

    Stretta a me senza lasciarmi andare più via …. >



    (Artista: Nickelback

    Titolo: Far Away

    Titolo Tradotto: Cosi’ Lontano)( è perfetta per la situazione…nn è vero?)



    *****************



    Alzo gli occhi in lacrime …

    Questa canzone non l’ho mai ascoltata prima … Spike deve averla scritta da poco e io sento che parla di me … di noi …

    Sposta le mani dalla chitarra … alza lo sguardo e ringrazia il pubblico …

    Lo vedo scendere dal palco …

    Mi alzo per cercare di vedere dov’è e mi asciugo le lacrime sul viso …

    Devo sembrare una pazza …

    Poi lo scorgo vicino al bar e il cuore mi si blocca …

    Lo vedo alzare un braccio e allora il poco di speranza che avevo dentro di me viene completamente distrutta …

    La bionda … Harmony …. Gli è accanto e lui la stringe per la vita mentre lei gli appoggia la testa sulla spalla …

    Scuoto il capo e mi do della stupida …

    E’ giusto così … lui dev’essere felice …

    Esco dal locale ancora in lacrime e torno all’albergo …

    E’ meglio tornare a casa … e lasciarmi il passato alle spalle …

    Sono sicura che lo rivedrò … lui adora la sua Dawn … tornerà a trovarla …

    L’autobus parte quella sera stessa e lasciando Los Angeles lascio tra le luci e il cielo stellato anche il mio cuore …

    Non era nel mio destino … dico a me stessa cercando di convincermi …



    Arrivo a casa stanca morta ed tutto come lo avevo lasciato … tranne “ il mio tutto” ciò che per me era “tutto” non c’è più … quello non sarà mai più come prima …

    Anche Dawn deve essersene accorta, perché vedendomi triste, non mi fa più domande …

    So che sta soffrendo e io ne sono la causa …

    Ma forse un giorno anche lei dimenticherà e andremo avanti …

    Ma so che sto mentendo ….



    < LOS ANGELES…

    Tesoro devi smettere di stare in questo modo …
    Spike si volta verso Harmony mezza nuda nel letto e la guarda sorpreso …

    Se ti manca tanto quella bambina … è ora che ne faccia una tua … non credi?
    La ferita non si rimargina …

    Harmony gli si avvicina e sorride maliziosa.

    Potremmo cominciare subito …
    Spike la vede spogliarsi del tutto e la osserva …

    Solo quando se la ritrova addosso capisce cosa ha voluto dire con quelle parole …

    La scosta da sé e si alza dal letto .

    Non adesso Harm …
    La bionda s’infuria e sbuffando si alza anche lei e va in bagno .

    Spike indossa i pantaloni e prendendo le sigarette esce sul balcone.

    I pensieri tornano a lei … a Dawn…

    Alle ore passate insieme a ridere, a parlare e sorridersi complici abbracciati sul divano …

    Poi la mente corre a quella sera …

    La festa … lei … Angel …

    Quanto era accaduto quella notte era sempre stato off limits … non se n’era più parlato … come se non fosse mai successo …

    Ma nella sua mente viveva e sopravviveva .. insieme al ricordo di lei …

    Poi la notte a Sunnydale … quell’ addio …

    Come faceva a toglierselo dalla testa?

    Stava impazzendo …

    E poi Harmony …

    Aveva sbagliato a portarla con sé … non gli serviva un tappabuchi in quel momento …

    Voleva stare solo e non era giusto neppure che la illudesse …

    Adesso poi si era convinta che l’avrebbe sposata …

    Ma come poteva sposare lei se amava Buffy?

    Si era ripromesso di ricominciare… di andare per la sua strada, ma tutto lo riportava indietro … >



    **********



    Mamma … mamma … è arrivato papà!
    Esco sul portico …

    Angel scende dalla macchina e viene verso di me .

    Mi abbraccia e poi abbraccia Dawn …

    E’ passato un altro meseda quando sono tornata da Los Angeles …

    Questa è la seconda volta che Angel torna a trovarci dopo aver firmato i documenti del divorzio …

    La scuola per me è cominciata da solo un paio di giorni e l’asilo di Dawn ha fatto lo straordinario per farmi un favore.

    Angel ha portato un regalo …

    Un’ orsacchiotto di peluche … Dawn adora i peluche …

    Lo prende e va in camera sua …

    Io e Angel rimaniamo soli e ci sediamo in cucina…

    Lo guardo e mi torna in mente il giorno che abbiamo parlato …



    “ -Come hai fatto a …

    Il suo sguardo non era accusatore, ma io mi sentivo malissimo .

    Credo di averlo sentito … la notte della laurea abbiamo fatto una pazzia … e i conti tornavano …
    Mi dispiace … Angel …
    Lo so Buffy … so cos’hai provato … non ti giustifico ma ti perdono … ti ho già perdonata da tanto tempo … e poi l’affetto che ho per Dawn ha fatto desistere anche me dal dire la verità …
    I suoi occhi sembravano sereni … in quel momento ...

    - Cordelia aspetta un bambino e voglio che tu la conosca … “

    -Come vanno le cose ?

    Gli chiedo;

    Angel mi sorride .

    Bene … stiamo aspettando la sentenza del giudice al nostro divorzio e poi stabiliremo una data … non voglio che Connor nasca fuori dal matrimonio …
    Gli sorrido .

    Sempre impossibile che parliamo davvero del suo prossimo matrimonio …

    Ma siamo stati sempre buoni amici in fondo e io sono felice che lui lo sia …

    Voglio conoscerla!
    Dico finalmente.

    So che Angel lo aspettava da tempo.

    Ma dovrò spiegare tutto a Dawn … e ho bisogno di tempo …
    Angel annuisce.

    La prossima settimana Cordelia entrerà al quinto mese … vorrei che veniste da noi …
    Lo guardo e ci penso.

    A che pro aspettare ancora … questa settimana parlerò con Dawn e le dirò come stanno le cose …

    -Va bene!

    Angel mi abbraccia felice e prende il cellulare per avvisare la sua Cordelia.

    Guardo su per le scale …

    Quante cose stanno cambiando nella tua vita … amore mio …

    Penso sospirando …

    Ma Dawn è una bambina intelligente … capirà!



    I giorni a seguire sono duri … non trovo mai il momento giusto …

    Poi le dico che andremo di nuovo a Los Angeles e sedendomela accanto prendo coraggio e le racconto tutto …

    Parlo piano e le spiego tutto dettagliatamente … voglio che capisca …

    Alla fine mi guarda e si allontana prendendo l’orsacchiotto tra le braccia.

    Alza gli occhi su di me un piccolo secondo e io sto ad aspettare.

    Mammina …
    Si amore mio ..
    Non è colpa mia … vero?
    Mi abbasso sgranando gli occhi e le prendo il viso fra le mani.

    Una lacrima le riga il viso e bagna il dorso della mia mano.

    No …. No …
    Scuoto il capo con fermezza.

    Noi ti adoriamo … ma siamo adulti … gli adulti a volte fanno delle scelte …
    Papà è felice?
    Mi chiede.

    Io le sorrido e annuisco.

    Si tesoro …
    E quando nascerà l’altro bambino si dimenticherà di me?
    Io sento il mio cuore comprimersi.

    Nessuno smetterà di amarti, né ti dimenticherà tesoro … sarà tutto come prima … Angel verrà a trovarci … e tu avrai un’ amichetto da accudire e gli insegnerai un sacco di cose …
    Come Spike ha fatto con me?
    Mi chiede ancora;

    Sentendo il suo nome trattengo a stento le lacrime.

    Annuisco.

    Si … proprio così …
    Allora Dawn abbassa il capo e guardando il suo orsacchiotto si alza.

    Lui però non è più tornato … aveva promesso … e non è tornato …
    La piccola si avvicina alla finestra e guarda il cottage.

    Mi sento come svuotata.

    Con le lacrime agli occhi mi avvicinò e guardo anch’io il cottage.

    Dawn … Spike ti ama tanto … e se ha promesso, manterrà la sua promessa …
    Mia figlia si volta a guardarmi e annuisce convinta.

    Va a prepararti adesso … così andiamo a prendere dei regali da portare a Cordelia …


    Io rimango a fissare il cottage.

    Devo avergli fatto così male … penso …

    Ha rinunciato persino a Dawn pur di non vedermi mai più …



    ******************



    Siamo da Angel da due giorni …

    Cordelia è adorabile …

    È dolce, comprensiva, divertente e … perfetta per Angel…

    Ha legato subito con Dawn e non le fa pesare i cambiamenti.

    La fa partecipe di tutto e Dawn non vede l’ora di diventare la sorella maggiore.

    Adesso so per certo che Angel è felice e che è diverso da come pensavo che fosse … mi sembra di rivedere il ragazzo spensierato dell’università, ma più maturo e innamorato della vita…

    In quanto a me … nulla è cambiato …

    Ho pregato Angel di non dire a Spike che siamo qui …

    So che si vedono spesso per lavoro …

    Lo aiuta nella firma dei contratti … e so che presto inciderà un disco suo … senza più locali da girare …

    Dawn mi ha rivelato di aver chiamato l’orsacchiotto “Spike” …

    Doveva essere un segreto ma alla fine me lo ha detto … la mia bambina non è brava quanto me evidentemente!

    Intanto aiuto Cordelia con la festa d fidanzamento…

    Vuole farla adesso… prima di diventare enorme e non entrare più in abito da sera …



    La strada è gremita di gente … rodeo drive non è quello che volevo, ma Angel ha insistito …

    Vuole fare un regalo a me a Dawn …

    I primi tre negozi che ho visitato sembravano musei … ma in questo mi ci trovo bene …

    Guardo fra gli abiti da sera e ….

    Una voce … che conosco bene …

    Buffy … ma che bella sorpresa …
    Mi volto di scatto.

    Harmony!

    Mi abbraccia come se fossimo amiche di vecchia data e mi sorride.

    Come stai?
    Oh… bene … tu?
    Rispondo impacciata;

    Lei ride con la sua aria svampita.

    Bene … come al solito …
    Cosa fai qui?
    Le chiedo immaginandomi l’arrivo di Spike a momenti.

    Lei fa spallucce e passa una mano fra gli abiti.

    Ci lavoro …
    E …. Spike?
    Non credo alle mie orecchie…

    Con Spike è finita … ma a me piace questa città e sono rimasta…. Ma tu? Stavi cercando qualcosa di particolare?
    La guardo ancora sorpresa e poi mi riprendo.

    Non chiedo altro… non c’è nient’altro da sapere …

    Harmony mi aiuta a scegliere un’ abito e poi mi da il suo numero…

    Spero di rivederti …
    Mi dice salutandomi;

    Quell’incontro mi ha cambiato la giornata…

    Soffrivo sapendolo fra le sue braccia e invece …



    So che non dovrei essere felice della sua solitudine, ma non posso farne a meno …

    Voglio che anche lui si rifaccia una vita e che riprenda a vivere, ma non con la persona sbagliata!

    Compro un vestito anche per Dawn e torno da Cordelia … manca poco alla grande serata!



    Casa di Angel improvvisamente si trasforma in una specie di pub … la gente brinda e fa gli auguri ai piccioncini e qualcuno si sorprende di vedere me e fa strane domande …

    Non vedo l’ora che finisca, ma poi guardo Cordelia raggiante col suo pancione e Angel felice nel suo abito di sartoria e sorrido …

    No … meglio che continui … tanto per vedere quei bei sorrisi sui loro volti….



    Buffy …
    La sua voce mi blocca istantaneamente .

    Mi volto piano, credendo di sognare e i nostri occhi s’incontrano …

    Spike!

    Dio … da quanto ho sognato di rivederlo …

    Mi si avvicina piano sbalordito quanto me…

    Angel non mi aveva detto che …
    Neppure a me …
    Mi sorride imbarazzato…

    E così sai tutto … da quanto?
    Mi chiede .

    Faccio spallucce e lo osservo.

    I capelli sono di nuovo biondi … come è sempre stato il mio Spike.

    -Io e Angel abbiamo firmato le carte del divorzio da un po’ …

    Lo stupore cresce sul suo viso …

    Ci guardiamo senza sapere cos’altro dire e poi mi accorgo di Dawn …

    Sta seduta sul divano e ci guarda, ma non si muove…

    Spike l’ha delusa …

    Lui segue il mio sguardo e appena vede la mia piccola s’illumina …

    Scusami …
    Mi dice raggiungendola, ma Dawn lo guarda un’ attimo e scappa via.

    Spike rimane fermo …. Mi guarda e triste abbassa il capo …

    Io mi avvicino col cuore colmo d’amore e di sofferenza e gli sfioro una mano …

    Ci guardiamo …

    Parlale … sono sicura che …
    No … meglio così …
    Lo fissò scioccata;

    E’meglio Buffy credimi … per tutti!
    Cerco di trattenere le lacrime e abbasso lo sguardo in terra.

    Sarà meglio che io me ne vada … fai gli auguri ad Angel …
    Mi giro piano e lui fa lo stesso per un ultimo sguardo …

    Lo vedo allontanarsi e poi vedo una ragazza avvicinarglisi … lui la prende per mano e insieme escono…

    Rimango lì inebetita a guardare la porta …

    Del mio cuore ormai non rimane più un solo pezzo intatto … ma devo andare da Dawn e non ho il tempo di compiangermi …

    La trovo in camera nostra addormentata col viso bagnato …

    Mi infurio e scoppio anch’io a piangere …

    Spike non può fare questo, lei non c’entra nulla con noi …

    Corro nello studio dove Angel tiene i suoi documenti e il suo archivio personale e lì trovo l’indirizzo di Spike …

    Anche se dovessi trovarlo con quell’altra, non m’importa …

    Ma devo parlare con lui e farlo ragionare …



    Il taxi si ferma sotto un palazzo di vetro … salgo al suo piano e busso …

    Ho il cuore in gola e la bocca secca…

    La porta si spalanca con forza…

    Uno Spike trasandato con una birra in mano mi si piazza davanti e appena mi vede mi fissa stordito.

    Possiamo parlare?
    Dico senza aspettare risposta.

    Lui si sposta per farmi passare…

    E’ solo grazie a Dio … penso guardandomi in giro.

    Appena entro per non perdermilo aggredisco subito.

    Cosa diavolo ti è saltato in mente?
    Mi guarda un attimo e non si muove.

    Io continuo imperterrita.

    Dawn si è addormentata piangendo … non ti vede da tanto e soffre terribilmente…
    Credi che io non soffra?
    Lo guardo negli occhi e vedo dolore.

    Mi calmo e la mia voce si addolcisce.

    Spike tu devi tornare nella sua vita … io… non so più che fare …
    Lui mi si avvicina .

    Non chiedermi questo …
    Sussurra.

    Siamo così vicini adesso che posso sentire il calore del suo corpo e mi sento debole.

    Io tornerò a Sunnydale domani … potrei…potrei lasciarla qui con te per qualche giorno …
    Opto per distrarmi.

    I suoi occhi inchiodano i miei e con la mano improvvisamente mi accarezza una guancia.

    -Come stai?

    Mi chiede.

    Non riesco neppure a rispondere…

    E poi inconsapevolmente gli getto le braccia al collo …

    -Mi manchi così tanto …

    Le sue braccia si stringono a me e questo è il paradiso … non potrei voler essere da nessun’altra parte … solo li … fra le sue braccia …



    *************



    Alzo il viso ormai consapevole solo che non voglio andare via … voglio lui …

    Spike mi fissa negli occhi e sospira…

    Oddio Buffy …
    La mia mano segue i mie pensieri e gli accarezzo il viso piano, dolcemente …

    Lui chiude gli occhi e assapora il contatto …

    Mi stringe più forte e poi piano scende su di me …

    Le nostre labbra si sfiorano …

    Il suo torace si appoggia al mio seno e io mi sento esplodere …

    Mi è mancato come potrebbe mancarmi l’aria …

    La sua bocca si avvicina ancora di più e a fior di labbra … prendendomi il viso fra le mani, dice:

    Resta con me …
    Appoggio la fronte alla sua e chiudo gli occhi …

    E’ la sola che cosa che desidero …

    E per l’ennesima volta sono io che mi avvicino … quasi con disperazione lo invito a baciarmi a farmi sua …

    Con un ringhio disperato Spike mi sostiene dalle braccia e mi bacia …

    Sembra che un vulcano sia esploso in noi …

    Ci stringiamo, ci baciamo con foga e il tempo sembra essersi fermato …



    Tra i baci e i sospiri mi prende in braccio e mi porta in camera sua …

    Io lo guardo sognante …

    Mi appoggia delicatamente sul letto …

    Lenzuola rosse di seta incorniciamo il mio corpo semi nudo e le sue mani mi spogliano..

    Mi fissa e i suoi occhi mi dicono ciò che mille parole non potrebbero mai rivelare …

    Si toglie i jeans e poi scivola su di me …

    Le nostre labbra si sfiorano e le sue mani mi cercano …

    Un gemito esce dalla mia bocca e lui lo soffoca con un bacio viscerale …

    E’ tutto perfetto adesso … io sono qui con lui e niente può rubarmi questo momento …



    La notte è trascorsa … mi volto a guardare Spike addormentato accanto a me …

    Il suo braccio mi imprigiona come se non volesse farmi scappare …

    Lo amo così tanto …

    Abbiamo fatto e rifatto l’amore e ogni istante è stato pieno di noi … pieno di passione e tenerezza …

    Sento quanto sono forti i suoi sentimenti per me e sono felice …

    Mi alzo piano dal letto …vedo una maglia scura e la indosso … adesso ho il suo odore addosso …

    L’appartamento di Spike è molto carino … vedo una porta finestra e esco fuori …

    Ha trasformato la veranda in una specie di giardino …

    Mi siedo sulle scalette che precedono le aiuole fiorite e comincio a pensare …



    Non voglio perderlo ancora … non adesso che l’ho ritrovato …

    Il campanello nella mia mente mi dice cosa devo fare e il mio corpo comincia a tremare …

    So che non mi perdonerà … so che verità mi distruggerà e spazzerà via tutto di noi …

    Ma so che non posso più tacere … lui ha il diritto di sapere cosa ho fatto e ha il diritto di scegliere …

    Copiose lacrime mi rigano il viso e io lo nascondo fra le ginocchia …



    Buffy …
    La sua voce mi fa rialzare la testa …

    I suoi occhi sono preoccupati e pieni di ansia …

    Lo guardo …

    Cosa ti succede?
    Il fiume in piena che straripa dai miei occhi non si ferma …

    Mi passo le mani sui capelli per togliermeli dal viso e …

    Dawn è tua figlia!


    La smorfia di dolore che compare sul suo viso mi lacera il cuore…

    Fa un passo indietro sconvolto …

    Ma che stai dicendo?
    Scuote il capo con forza e si allontana da me.

    Mi alzo come a seguirlo …

    Spike ti prego ….
    Sei impazzita?
    Mi prende per le braccia e mi scuote.

    Ormai devo continuare …

    Quella notte … la festa di laurea … Dawn è … è tua!
    Mi lascia con le lacrime agli occhi.

    Non stai dicendo sul serio … non puoi avermelo nascosto …
    Amore mio ti prego ascoltami …
    Amore?
    Mi fissa come se volesse trafiggermi con lo sguardo.

    Parli d’amore … Buffy, mi hai privato del dono più bello della mia vita …
    Il pianto mi scuote con violenza e mi inginocchio a terra.

    Mi vergognavo di quella notte … ho cercato di cancellarla dalla mia mente, ma sapevo … sapevo che Dawn era tua … me lo sentivo … e il legame che lei ha sempre avuto con te…
    E’ accertato …. È mia?
    La sua domanda mi fa alzare il viso.

    Annuisco colpevole.

    Quando è nata ho fatto fare un test di paternità …
    Spike scuote la testa e si passa una mano fra i capelli …

    Come hai potuto fare questo a me?
    Mi dispiace … mi dispiace tanto … avevo paura di perderti … avevo paura che non avresti capito …
    Lo sguardo eloquente di Spike mi fa sbarrare gli occhi.

    E’ così … lui non capiva …

    Ti prego … non farlo … io … ti …
    No!
    La sua voce sofferente mi blocca.

    Tu non ami nessuno Buffy … per tutto questo tempo hai mentito … hai tenuto legate a te delle persone con le menzogne e hai fatto soffrire l’essere più puro …. La persona che ti ama senza chiedere nulla in cambio … Mia figlia!
    Le ultime due parole sono detto con orgoglio e tristezza …

    Lo guardo e lui si volta di spalle.

    Sono fuori dalla sua vita … lo sento …

    Lasciami solo … va via!
    Alzo una mano …

    Dalla bocca non mi esce alcun suono …



    Prendo le mie cose e piano mi dirigo verso la porta stravolta dalle lacrime …

    Mi giro un’ultima volta e incontro i suoi occhi feriti.

    Addio amore mio …

    Ho fatto quello che dovevo e adesso continuerò a pagarne le conseguenze!



    *****************



    Mi sono buttata a capofitto nel lavoro per non pensare ma …. Non ci riesco…

    Ogni mio gesto, ogni cosa che guardo mi riporta a lui …

    Ai suoi occhi feriti e al male che ho fatto …

    Perché sono stata così stupida?

    Se solo avessi capito i miei sentimenti quando era giusto farlo …

    Se solo non fossi stata così codarda da nascondere ogni cosa… forse adesso …



    Dawn è rimasta con lui …

    Non stava più nella pelle e mi manca …

    Sono già due settimane … ed è il minimo che io possa fare …

    Lasciarla con suo padre…

    Ha detto che vuole essere lui a dirle la verità ….

    Non mi sono opposta … perché avrei dovuto?

    Lui è suo padre! Suo padre dannazione … come diavolo ho fatto ad essere così cieca?



    Buffy …
    Alzo la testa e incontro la faccia di Willow .

    Sembra preoccupata …

    Tesoro ma cosa ti sta succedendo? Sono cinque minuti che ti parlo …
    Oh… mi … mi dispiace …
    La guardo attonita …

    Willow si siede vicino alla mia scrivania e mi sorride.

    Andiamo Buffy … ti conosco, so che c’è qualcosa che non va …
    Le lacrime mi scendono senza che io abbia il potere di fermarle …

    Ho tanto bisogno di confidarmi con qualcuno e lei è lì …

    La mia compagna di università … ci conosciamo da una vita e posso fidarmi … come lei si è fidata di me raccontandomi di Tara…



    *********



    < LOS ANGELES

    Andiamo amico non dirai sul serio?
    Si …
    Spike guarda Angel e quest’ ultimo incredulo comincia ad infuriarsi …

    Stai dicendo un’assurdità …
    Spike si passa una mano fra i capelli.

    Ma non capisci? Mi ha mentito … diavolo ha mentito ad entrambi … per anni …
    Senti … abbiamo sofferto tutti quanti è vero … ma non puoi fare una cosa simile, non adesso!
    E quando? Ho perso già abbastanza …
    Ma non è vero … tu eri sempre lì con lei …
    Spike si volta di scatto a guardarlo.

    Lo sapevi anche tu, vero?
    Lo sentivo …. E non dirmi che tu non hai mai sentito nulla Spike … il vostro legame è sempre saltato agli occhi!
    Angel si alza dalla sua scrivania e va vicino a Spike.

    Spike annuisce.

    E’ sempre stato un mio desiderio … ma non immaginavo che quella notte …
    Già …. Quella notte ha cambiato le nostre vite …
    Si guardano con un lungo silenzio.

    Poi Spike scuote il capo e avviandosi all’uscita, dice:

    Prepara i documenti Angel … sei il mio avvocato e io voglio la custodia di mia figlia!
    Angel guarda la porta chiudersi affranto.

    Subito dopo la porta si riapre e Cordelia entra e lo fissa.

    E’ un bel guaio… vero ?
    Angel si avvicina alla donna che ama, la prende fra le braccia e sospira.

    Dovrei chiamare Buffy e avvisarla, anche se dovrei tenere il segreto professionale?
    Cordelia lo guarda negli occhi e poi annuisce.

    Si amano anche se c’è del rancore … forse sono ancora in tempo … >


    **********



    Willow ascolta tutta la storia in silenzio … mi lascia sfogare e piangere e poi mi abbraccia.

    Vedrai che le cose si aggiusteranno … ho sempre pensato che Spike provasse amore nei tuoi confronti … quel tipo di amore non svanisce così facilmente!
    Io annuisco sperando …

    Le sue parole mi confortano e mi lascio cullare dal suo abbraccio.



    Quando rientro a casa …

    Mi sembra deserta, desolata …

    La spia della segreteria lampeggia.

    L’ accendo … è la voce di Angel …

    Ciao Buff … devo parlare con te, ma devo farlo di persona … telefonami quando rientri … vorrei che venissi qui …
    Il cuore mi scoppia in petto …

    Dawn …

    Scappo di sopra e preparo la mia borsa … chiamerò Angel da fuori …



    La telefonata che faccio ad Angel mi allarma … lui non vuole dirmi nulla per telefono, ma verrà a prendermi alla stazione.

    Si è fatto buio … Angel sembra non arrivare mai e la strada comincia a svuotarsi …

    Oddio perché non ho preso un taxi… mi chiedo spaventata …



    Improvvisamente mi sento osservata …

    Mi vengono i brividi ….

    Mi assale il panico e mi volto sentendo un rumore…

    Oh mio Dio …

    < CASA DI ANGEL.

    Il telefono suona ripetutamente…

    Pronto …
    Tesoro … Buffy ha chiamato?
    Cordelia scuote il capo come se lo avesse davanti.

    No … perché? Dove sei?
    Sono bloccato nel traffico … se chiama dille che tra poco sarò da lei …
    D’accordo, ma fa presto!
    Cordelia riattacca e si allontana …

    Passa una mezz’ora e il telefono suona nuovamente …

    Guarda l’orologio … sono le 22 …

    Pronto …
    Pronto … signora mi scusi per l’ora … sono un’ infermiera del Los Angeles Hope …
    Oh mio Dio … Angel …
    No, signora … si tratta di Elisabeth … Elisabeth Summers …
    Cordelia si porta una mano alla bocca sconvolta … >



    ************



    < Dopo la telefonata confusa di Cordelia, Angel si dirige all’ ospedale …

    Preoccupato … corre nel corridoio e arriva nella sala d’aspetto che gli hanno indicato.

    Lì Cordelia alza lo sguardo appena lo vede con le lacrime agli occhi e lo raggiunge.

    Angel la stringe fra le braccia.

    Cosa è successo?
    L’hanno rapinata e picchiata … hanno …
    Oh Dio … non avranno ….
    Cordelia scuote il capo triste .

    Hanno tentato, ma una guardia ha sentito urlare e l’ha impedito … ma ha una commozione celebrale, è spaventata e ha una ferita da taglio sul braccio …
    E’ tutta colpa mia … non avrei dovuto chiamarla e sarei dovuto essere lì …
    Non è colpa tua…
    Angel si allontana un attimo …

    Cordelia lo segue e toccandogli una spalla, lo guarda.

    Non è colpa tua!
    Angel annuisce.

    Vorrei vederla …
    La camera è in fondo al corridoio … vai, io aspetto qui… >


    ***********



    Sono sdraiata e terrorizzata, quando vedo entrare Angel.

    Ho dei punti sul braccio e lividi sul viso.

    Dopo essermi voltata in quel parcheggio, un’ uomo mi ha aggredito e se non fosse arrivata una guardia mi avrebbe anche violentata.

    Con le lacrime agli occhi lo guardo.

    Lui si siede accanto a me e mi prende una mano fra le sue.

    Ho dimenticato il motivo per il quale sono qui e il sonno sta vincendo le poche forze che mi rimangono.

    Mi addormento, adesso che so che non sono più sola …



    Mi sveglio sudata urlando …

    Ho paura, e tremo …

    Cordelia si avvicina e mi guarda preoccupata.

    Buffy … tranquilla … ci sono qui io …
    Non ho detto una parola da quando è successo.

    Rifiuto persino di pensare.

    Ogni volta che chiudo gli occhi vedo quell’uomo con il coltello in mano.

    Tesoro… chiamo qualcuno e ti faccio portare da mangiare… ok …
    La guardo senza quasi vederla.

    L’unico pensiero che ho è Dawn.

    Angel non mi ha detto nulla del motivo per cui mi ha chiamata …

    Cordelia è sulla porta e la fisso.

    Dawn …
    Il nome di mia figlia mi esce dalle labbra in un sussurro.

    Cordelia si volta a guardarmi triste e poi esce.

    Mi manca così tanto ……

    Ma non voglio che mi veda così … ha già sofferto abbastanza …



    ***************



    Sento tornare Cordelia, ma non ho la forza di aprire gli occhi …

    Sono così stanca …

    Le lacrime che mi scendono sul viso e bagnano persino il cuscino …



    Il sole che ha inondato la camera d’ospedale mi sveglia completamente … mi sembra di aver dormito un’eternità.

    Ho il corpo dolorante ma cerco di tirarmi su a sedere …

    Appena lo faccio la testa comincia girarmi ….

    Improvvisamente mi sento osservata … una figurata si stacca dal muro e il panico s’impadronisce di me …

    L’immagine di quell’uomo mi torna alla mente e caccio un urlo da far rabbrividire …

    Chiudo gli occhi per non vedere …

    La paura mi attanaglia l’anima, quando sento due mani prendere le mie …

    Apro gli occhi spalancandoli.

    Buffy … sono io …
    Sbatto ripetutamente gli occhi e metto a fuoco l’immagine…

    Spike!

    Lui si siede sul letto e mi fissa … tenendomi per le mani dolcemente…

    Mi osserva … guarda le parti del mio viso piene di lividi e poi scende sul taglio al braccio e io abbasso la testa.

    Sei più tranquilla adesso?
    Mi chiede lasciandomi.

    Io annuisco appoggiandomi con le spalle al cuscino.

    Lui mi guarda negli occhi … ha il viso tirato e preoccupato.

    Ho parlato col medico … ha detto che puoi tornare a casa, ma che devi restare a riposo …
    Lo guardo addolorata.

    A casa?

    Mi chiedo….

    Quale casa? Ormai mi sento così sola, da non sentire di avere più una casa …

    Si alza dal letto e apre l’armadietto dove Cordelia ha riposto le mie poche cose.

    Ho detto ad Angel che ti porto con me … Dawn non ha fatto altro che piangere …
    Lo guardo scioccata e gli occhi mi si riempiono di lacrime.

    Lui si volta a guardarmi e poi continua a fare ciò che stava facendo.

    Non riesco a parlare …

    Anche se apro bocca, la voce mi si strozza … e mi vengono in mente solo le mie urla nel buio …



    L’appartamentodi Spike è al buio …

    Quando entro e lui apre la luce, mi guardo intorno alla ricerca di mia figlia .

    Ma sento subito che non c’è …

    Spike mi fissa e mi si avvicina.

    E’ con Angel … la porterà qui appena ti sarai data una sistemata …
    Io sbatto gli occhi e stringendomi le braccia la petto mi allontano da lui .

    C’è qualcosa che non va in me …

    Non è più niente come prima …

    Spike mi porta in una camera con bagno annesso e appoggia la mia borsa sul letto.

    Fatti una docciaBuffy …
    Senza guardarlo mi infilo in bagno e mi appoggio contro la porta …

    Riesco a respirare solo quando sento l’altra chiudersi…

    Sono sola e posso dare libero sfogo alla mia frustrazione …



    Mezz’ora più tardi sono vestita …

    Spike mi ha fatto trovare la piccola valigia che avevo con me per il viaggio in camera.

    Rimango seduta sul letto …

    Ho la testa che mi scoppia e non ho il coraggio di oltrepassare la porta e andare da lui.

    Sento bussare e alzo il viso in attesa.

    Spike entra piano e mi guarda.

    Ti senti male?
    Mi chiede allarmato avvicinandosi.

    Quel movimento fa scattare qualcosa in me …

    Mi alzo di colpo e mi allontano spaventata.

    Spike mi guarda scioccato …

    Oh Dio Buffy … cosa ti ha fatto?
    Abbasso gli occhi …

    Non ce la faccio aguardarlo …

    Mi si avvicina piano cercando di non spaventarmi e io rimango in ansia.

    So che è Spike, so che è l’amore della mia vita … ma ho paura … non voglio che mi tocchi, non voglio che nessuno mi tocchi … non più …

    La sua mano mi scosta i capelli dal viso e mi guarda.

    Parlami ti prego …
    Io chiudo gli occhi cercando di trattenere le lacrime e con un passo indietro mi allontano.

    Spike sospira e alza le spalle.

    Angel sta portando qui Dawn … - Mi dice;
    Annuisco solamente e lui esce dalla mia camera.



    Quando la mia bambina arriva sento i suoi passi correre nel corridoio e mi volto nello stesso istante che lei mi si getta fra le braccia.

    La stringo a me … oddio quanto mi è mancata …

    Dawn piange di gioia e mi stringe forte.

    Mammina … mi sei mancata tanto …
    La guardo scostandole i capellie le sorrido.

    Lei mi guarda i lividi sulla guancia e il taglio al labbro e preoccupata mi passa una manina sulle ferite.

    Ti fa male ?
    Mi chiede pronta a piangere.

    Io ritrovo al voce e sorridendo scuoto il capo.

    No, amore va tutto bene!
    Lei mi abbraccia di nuovo e io guardo verso la porta e vedo Angel e Spike …



    Non so perché, ma sento rancore verso di tutti …

    Soprattutto verso me stessa…

    La mia vita è distrutta e io vorrei sprofondare nel vuoto…

    I due sulla porta ci lasciano sole e io passo un po’ di tempo col mio tesoro … lei è la sola pace della mia anima …



    Sento bussare e poi vedo Angel entrare …

    Tesoro, vai da Spike qualche minuto …
    Dice a Dawn venendo a sedersi accanto a me.

    Io mi scosto un po’ e lui mi guarda.

    Dawn esce in punta di piedi ma prima mi guarda preoccupata.

    Tu non te ne vai, vero?
    Mi chiedeansiosa.

    Io faccio segno di no e sorrido.

    Perché mia figlia ha paura che io me ne vada?

    Mi chiedo spaventata…



    Angel fissa lo sguardo su di me e io mi alzo.

    Come ti senti oggi? – mi chiede;
    Io … sto meglio …
    Cordelia era molto preoccupata, ma era stanca e ha dovuto chiamare Spike … sai col pancione …
    Va bene, dille … che va tutto bene!
    Angel mi guarda stranito .

    Le mie risposte sono frettolose e quasi sgarbate, ma non riesco a fare meglio …

    D’accordo allora io torno a casa, Buffy … cerca di …
    Perché mi hai fatto venire a Los Angeles Angel? Qual’era la cosa urgente?
    Non mi sono dimenticata …

    Voglio sapere …

    Angel si volta sorpreso.

    Io sostengo il suo sguardo seria.

    Credo sia meglio …
    No Angel, voglio sapere… adesso …
    Sono irremovibile.

    Angel sospira e si passa una mano fra i capelli.

    Non posso … non adesso … Buffy…
    Angel se non me lo dici tu lo chiederò a Cordelia o a Spike …ho il diritto di sapere perché mi trovano in un parcheggio di sera dopo la tua telefonata!
    Ho sparato a zero … adesso Angel mi guarda colpevole.

    Annuisce e abbassa lo sguardo.

    Spike è venuto a parlarmi qualche giorno fa … voleva che preparassi i documenti per l’affidamento di Dawn …
    Cosa?
    Non posso credere a ciò che sento..

    Affidamento congiunto?
    Domando sperando …

    Angel scuote il capo.

    Io rimango di sale … e sento lo stomaco comprimersi.

    No…
    Sussurro .

    Angel si alza e avvicinandosi mi guarda.

    Era arrabbiato, forse non ha pensato… ma adesso è diverso, è venuto a prenderti e …
    Vuole portarmi via Dawn?
    Chiedo senza starlo a sentire.

    Angel mi prende per le spalle e io mi allontano di scatto.

    Non toccarmi!
    Urlo con orrore.

    Spike sentendomi urlare accorre in camera e io li guardo entrambi scossa e sull’orlo di una crisi isterica.

    Voglio andare via di qui …
    Urlo ancora.

    Spike mi si avvicina con l’intento ti toccarmi e io sguscio via.

    Poi lui guarda Angel arrabbiato.

    Cosa diavolo gli hai detto?
    Prendo il poco coraggio che mi resta e lo fisso dritto negli occhi.

    Non ti permetterò di portarmi via Dawn …
    Spike guarda scioccato prima me e poi Angel …

    Io mi porto una mano al viso e vedo la stanza girare…

    Li sento litigare appena e poi più nulla, sento solo il tonfo del mio corpo in terra e due mani forti che mi rialzano …



    Non so per quanto tempo ho dormito …

    Mi sento malissimo e mi accorgo di essere nella camera che Spike mi ha sistemato.

    Mi metto a sedere lentamente e solo allora mi accorgo che Spike è seduto in un angolo e mi osserva.

    I suoi occhi s’inchiodano ai miei e io lo guardo con rancore.

    Non gli permetterò di portarmi via mia figlia…

    Si alza e mi viene vicino.

    Sembra distrutto, preoccupato e adesso non riesco a sentirmi più in colpa … sento solo timore…

    Ho paura che lui riesca davvero a portarmi via Dawn e….

    La sua voce mi arriva da vicino.

    Sei incinta Buffy … noi … noi aspettiamo un bambino!
    Alzo il viso sconvolta e lo guardo.

    Le parole mi muoiono sulle labbra e il cuore mi batte forte.

    Aspetto un bambino ……



    ***************



    Dopo aver sganciato la bomba Spike è sparito per tutto il girono con la scusa del lavoro …

    Io e Dawn non ci siamo mollate 1 secondo … mi mancava così tanto la mia piccolina …

    Quando la metto a letto lei mi guarda con occhi sognanti e mi dice:

    Sono contenta di avere due papà, sai mammina … però voglio più bene a Spike!
    E’ lì che ho capito …

    Oltre tutto quello che è successo, oltre l’aggressione e la sofferenza di questi pochi mesi … io devo cercare di riprendere le redini della mia vita …

    Lo devo a Dawn e alla creturina che porto dentro …



    Spike ritorna molto tardi, lo sento rientrare verso mezzanotte …

    Esco dalla mia camera e indosso la vestaglia di seta …

    Lo vedo davanti al frigorifero che si prende una birra…

    Le cose sono così difficile adesso…. Una volta non mi era tanto difficile avvicinarmi a lui e parlargli …

    Adesso invece non so cosa dire …

    Lui si volta sentendo la mia presenza.

    Perché non sei a letto?
    Mi domanda preoccupato.

    Ti stavo aspettando …
    Mi guarda e annuisce incamminandosi verso la veranda.

    Usciamo fuori e lui si siede sulle scalette bevendo la sua birra.

    Io passo oltre e guardo le luci della città.

    Los Angeles è bellissima di notte … poi i miei occhi vengono attratti da un sobborgo buio e un brivido mi sale lungo la schiena .

    Ho nostalgia di casa …

    A Sunnydale non mi sarebbe mai capitato nulla di brutto e io voglio che Dawn cresca lì …



    Spike si accorge del mio turbamento e mi si avvicina.

    Volevi parlarmi?
    Annuisco e lo guardo.

    Cosa … cosa faremo adesso? – gli chiedo ansiosa;
    Spike scuote la testa e sospira.

    Dawn è cresciuta nella menzogna e io non voglio che accada di nuovo … ci sposeremo …
    Lo fisso ammutolita.

    L’ho desiderato così tanto …

    Ma adesso detto in quel modo e per quel motivo, mi fa sentire solo in colpa.

    Non posso oppormi però … non posso ferirlo nuovamente nè voglio farlo …

    I nostri rapporti sono così freddi …

    Dov’è finito il mio Spike?

    La persona sempre sorridente e piena di vita?

    Lui si volta a guardarmi e io alzo il viso.

    Come vorrei che mi prendesse fra le braccia …

    Torneremo a Sunnydale … domani! Ho già predisposto tutto …
    Ma il tuo disco?
    Chiedo sbalordita.

    E’ tutto a posto, posso fare il pendolare … e poi non … vivremo sotto lo stesso tetto Buffy … io starò nel cottage!
    La notizia mi ferisce anche di più.

    Lo guardo rattristandomi e faccio per andarmene.

    Spike mi prende per un polso e mi fa voltare avvicinandomi a lui .

    Si avvicina al mio viso e chiude gli occhi.

    Non riesco ancora perdonarti … ma ho bisogno di te, di questo bambino … non rovinare tutto anche stavolta!
    Quella sua richiesta è come una pugnalata …

    Alzo il viso e lo guardo negli occhi ..

    Non ho più paura adesso che lui mi tocchi …

    Mi lascia andare e io mi avvicino a lui …

    I nostri corpi si toccano appena e lo sento fremere …

    Avvicino la mia bocca alla sua e la sfioro.

    Spike alza gli occhi al cielo e alza le mani come a volermi fermare, ma non lo fa …

    Getta la bottiglia in terra e poi mi prende per la vita.

    Scende sul mio viso e la sua bocca s’impadronisce della mia…

    Un bacio infuocato ci avvolge…

    Ci stacchiamo respirando a fatica e lui mi guarda negli occhi …

    Questo, non cambierà le cose …
    Mi dice quasi in un sussurro …

    Lo guardo tremante di desiderio e di tristezza e abbasso il viso.

    Non m’importa … adesso voglio soltanto lui …

    Rialzo il viso e lui mi avvicina ancora di più a sé … poi si scaglia sulla mia bocca, su di me selvaggiamente … come se fossi acqua nel deserto …

    Ti amo Spike … ti amo….

    Urla il mio cuore mentre mi aggrappo a lui e lo sento gemere di piacere …

    Voglio essere sua, adesso e per sempre …

    Spike mi prende in braccio e mi porta dentro, va verso la sua camera …

    Chiude la porta con un calcio e mi stende sul letto …

    I nostri occhi s’incontrano e non c’è più molto da dire ….

    Noi ci apparteniamo anche se solo per questa notte … o per qualche momento fugace …



    ***************



    Siamo tornati a casa … da quella sera Spike non mi ha più toccata con un dito … non fa che evitarmi… Se rimaniamo soli in una stanza trova sempre altro da fare …

    Sto perdendo le speranze che io e lui possiamo un giorno essere felici …

    Ho lasciato il lavoro …

    Non mi sento molto bene, la gravidanza dopo la mia aggressione mi porta molti fastidi … e la mattina non riesco ad alzarmi senza rimanere nel bagno a dare di stomaco …

    Dawn è felicissima di avere un altro fratellino … non vede l’ora …

    Ha ricominciato la scuola e racconta a tutti che presto diventerà una sorella maggiore …

    Mentre io passo quasi tutto il mio tempo ad aspettarla seduta sul portico …

    Lui esce dal suo cottage solo quando la nostra piccola rientra a casa …



    Ieri siamo andati all’ospedale per un controllo e per farmi togliere i punti dal braccio …

    Lui è sempre iperprotettivo con me, non mi fa mancare nulla …

    Mi ha detto che sta aspettando che Angel lo avverta e poi preparerà le carte per il nostro matrimonio…

    E io sono in ansia …

    Voglio questo matrimonio?

    Ne ho portato avanti uno fra le menzogne e adesso ne dovrei portare avanti un’altra basato sul rancore?

    Sono così stanca …

    Perché le cose non si possono sistemare?

    Perché devo continuare a soffrire in questo modo?



    Lo vedo uscire con la sigaretta in mano …

    Mi fa un cenno col capo e io lo guardo…

    Rimaniamo così … lui da una parte e io dall’altra …

    Evidentemente il male che gli ho fatto è più forte dell’amore che dice di provare per me …

    Penso …. mi alzo piano.

    Spike mi fissa cercando di capire i miei movimenti …

    Forse ha paura che vada da lui ... dico a me stessa scuotendo il capo .

    Ma non vado da lui … rientro solo in casa a preparare la cena … Dawn rientrerà fra poco …



    Il telefono suona proprio nell’istante in cui Spike entra in cucina .

    Va a rispondere e lo vedo sorridere e annuire …

    D’accordo per noi va bene!
    Lo guardo interessata e quando riaggancia si volta verso di me.

    Willow e Tara portano Dawn a mangiare un hamburger al Double Meet …
    Come?
    Tara l’ha incontrata fuori da scuola che aspettava l’autobus e …
    Lo guardo e lo interrompo annuendo.

    Ok … spero solo che non mangi schifezze!
    Tranquilla … Willow glielo impedirà …
    D’un tratto sembra scendere fra noi il nostro solito silenzio .

    Spike mi guarda e scrollando le spalle, dice:

    Ok, allora io torno al mio lavoro… mangerò un panino al cottage!
    Mi volto scioccata.

    Non posso crederci!
    Spike mi guarda in silenzio.

    Esasperata esco dalla cucina … non ho più appetito e sono stufa.

    Se Dawn non c’è questo non vuol dire che non possiamo stare da soli , Spike?
    Ho del lavoro da fare …
    La sua risposta mi fa andare in collera ancora di più.

    Smettila … non è vero! Posso capire di essere la strega cattiva di questa stramaledetta storia … è vero, io ti ho fatto del male, io ho mentito e io sono quella che deve pagare per tutto, ma questo è troppo … non riesco più ad andare avanti così …
    I suoi occhi mi dicono che sta tentando di restare calmo.

    -Il dottore ha detto che devi stare a riposo e che non devi ….

    -Non m’importa un bel niente di quello che ha detto il dottore Spike … io sono un’ essere umano, e gli esseri umani sbagliano, si arrabbiano ….

    Spike ruota il capo e guarda il soffitto nervoso.

    Smettila …
    Mi intima.

    Io non lo ascolto.

    Come credi che potremo tirare avanti così? Quando il bambino …
    Appena dico quella parola uno Spike fuori di sé mi prende per le braccia dimezzando la distanza fra noi.

    I suoi occhi bruciano e i miei sono spaventati .

    -Tu non capisci … non hai mai capito …

    -Cosa? Cosa devo capire … Spike … ti prego …

    Lui mi guarda e la sua stretta si addolcisce un po’.

    Scuote il capo e sospira…

    Non capisci che non possiamo stare insieme nella stessa stanza senza che io abbia voglia di toccarti … senza che io voglia fare l’amore con te?
    Sbarro gli occhi e lo vedo allontanarsi …

    Mi rimane davanti ma non mi tocca.

    Spike … cosa devo fare perché tu dimentichi e mi perdoni?
    Non c’è niente che tu possa fare!
    Si volta e piano s’incammina alla porta …

    Il mio cuore piange … le gambe mi cedono … a fatica mi sorreggo.

    Le lacrime iniziano a rigarmi il viso e io in un sussurro esplodo… dico ciò che non ho mai detto per paura che fosse vero …

    Spike io ti amo … ti amo …
    Lo vedo fermarsi a metà strada …

    Come bloccato non si muove …

    La speranza si accende in me … ma lui non si ferma … riprende il passo e sbattendo la porta va via …

    Sento lo stridere delle ruote sull’asfalto e vado alla finestra mentre la pioggia comincia a sbattere sui vetri …



    ************



    Tara ha chiamato … Dawn rimane da lei … si è addormentata sul divano e lei è felice di stare con la mia bambina per un po’ …

    La pioggia continua a sbattere contro le finestre …

    Si è fatto tardi e Spike non è ancora rientrato …

    L’ho perso per sempre … lo sento …

    Un fulmine squarcia il cielo e io rabbrividisco …

    D’un tratto la luce va via …

    Sembra scatenarsi l’inferno là fuori …

    Il buio comincia ad opprimermi…

    Ricordi di quella sera … dell’uomo che mi ha aggredita …

    Tutto mi torna alla mente e ho paura …

    Sento ogni tipo di rumore amplificarsi …

    La porta del portico comincia a sbattere …

    Oddio …

    Sono in confusione, non riesco a muovermi …

    La paura mi blocca e il buio mi inghiotte …

    Sento le lacrime rigarmi il viso e penso che sarà sempre così …

    Sarò sempre sola …

    Sola ad affrontare tutto …

    La porta sbatte di nuovo e un fulmine illumina il sentiero.

    Corro di sopra urlando …

    Mi getto sul letto tappandomi le orecchie …

    Quando finirà tutto questo?



    Un’ombra ….

    La mente mi fa brutti scherzi …

    Dico a me stessa …

    Non può esserci nessuno in casa … qui non siamo a L.A.

    Poi l’ombra si stacca dalla porta e io chiudo gli occhi urlando.

    Due mani prendono i miei polsi e mi sento morire …

    Buffy …
    La voce di Spike …

    Scioccata e in lacrime mi getto fra le sue braccia …

    Oh mio Dio … Spike …
    Mi stringe e mi accarezza i capelli …

    Piango stretta a lui …

    Sshh … amore è tuttoa posto … sono qui …
    No, non è tutto a posto …
    Sono qui Buffy, non ti lascio …
    Lo guardo fra le lacrime singhiozzante.

    Tu mi hai già lasciato …
    Mi guarda triste un’ attimo …

    Poi mi prende il viso fra mani e con le lacrime agli occhi scende sulle mie labbra e mi bacia.

    Oddio Buffy … no, io non ti ho mai lasciato … ho provato … dio solo sa quanto ho provato, ma ti amo … ti amo da morire …
    Un altro singhiozzo mi scuote e lui mi strinse di nuovo a sé.

    Mi dispiace … ero arrabbiato, non riuscivo a sopportare l’idea che tu mi avessi mentito … volevo fartela pagaree avevo paura di soffrire ancora …
    Ci guardiamo negli occhi e vedo i suoi velati di lacrime quanto i miei.

    Spike … io … non potrò mai farmi perdonare lo so … so che sono stata solo una stupida … non volevo ammettere neppure con me stessa che era te che amavo … e quella bugia è divenuta più grande di quanto io credevo … non sai quante volte avrei voluto dirti al verità, quante volte ci ho provato …
    Lo so… Buffy adesso lo so …
    Mi vergognavo di quella notte … avevo paura di perderti se ti avessi detto cosa avevo fatto!
    Spike mi guarda e mi prende le mani fra le sue.

    Mi ami?
    Mi domanda in un sussurro.

    Una lacrima mi riga il viso e finisce sulle sue mani.

    Lui guarda la goccia che l’ha bagnato e poi di nuovo me.

    Ti amo Spike … ti ho sempre amato …
    Mi sorride … allora io sento accendersi la luce della speranza fra noi.

    Siamo stati due stupidi Buffy … e stasera l’ho capito .. dopo che mi hai detto di amarmi, ho capito … ho vagato per ore e ho pensato … non eri l’unica ad aver paura … anch’io ho mentito per anni, non ho lottato per averti perché avevo la tua stessa paura di perderti …
    Lo guardo felice..

    Ma da adesso in poi ricostruiremo tutto … niente ci separerà più… te lo prometto …
    Mi avvolge nel suo caldo abbraccio e io so che finalmente smetteremo di soffrire … finalmente ho ritrovato l’amore della mia vita e le catene del mio “piccolo “ segreto si sono spezzate …



    ***********



    E’ passato del tempo …

    William sta per nascere, mentre il bambino di Cordelia e Angel è già nato …

    Guardo Dawn e Spike giocare fuori e ridere felici e finalmente so che il futuro è radioso e pieno di ogni felicità …

    Ci sposiamo dopo la nascita della mia creatura..

    Spike ha già scelto il suo nome e io lo adoro …

    Lo amo da star male … adesso so che questo amore durerà per sempre perché da sempre ha lottato per vivere …

    Lui si volta un’ attimo e mi guarda …

    Con le labbra da lontano mi dice:

    “ Ti amo”…

    Sorrido e li raggiungo …

    Il passato è ormai lontano da noi ….



    Mi fermo un’ attimo sulle scale …

    Guardo Spike che mi guarda preoccupato …

    Mi sostengo il pancione e poi lo riguardo.

    Sorrido e lui corre verso di me …

    “ e’ ora …”

    William viene alla luce e completa ciò il futuro riserva a tutti noi …

    Solo un po’ di amore in più!


    Fine
  2. .
    Finito di postare le urla degli Dei
  3. .


    Il lido era una lunga distesa chiara, che risaltava in mezzo al buio della notte.
    Scendendo dall’utilitaria di Willow, Spike impungò la spada e focalizzò la vista verso il punto dove gli scogli si ergevano giganti contro la potenza del mare.
    Un baleno gli illuminò gli occhi e una folata di vento umido, tipico di un temporale lontano, gli fece allargare le narici.
    Veniva proprio al loro caso.
    Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, cercando l’odore agognato.
    E lo sentì.
    Hope.
    La sua piccina.
    Era a ovest, in direzione del faro.
    Buffy gli si mise accanto, stringendo l’ascia della prescelta fra le dita, succhiandone la potenza.
    Lo guardò annusare l’aria e istintivamente si strinse la giacca attorno al corpo.
    Willow, dietro di loro, potè sentire l’elttricità volteggiarle attorno come una spirale di male.
    Rabbrividì, stringendo al petto la situla e la statuetta.
    “La senti?” chiese Buffy con un filo di voce, aggrappandosi con essa alla speranza.
    “Sì. Seguitemi” e senza voltarsi, prese a scendere verso il lido con andatura sicura e concentrata.
    Buffy e Willow lo seguirono, captando dal vampiro avanti loro una forza particolare.
    Come un alone superiore al resto.
    Il vampiro dall’anima conquistata era lì.
    E avrebbe svolto il suo compito.
    Fino alla fine.
    Fino alla morte.


    Nella casa in periferia Angel depositava Xander sopra il suo letto, ascoltando le indicazioni di Fred.
    Annuendo a tutto, scese al piano inferiore e chiamò a raccolta gli altri due.
    Stanchi, ma appena rifocillati, Wesley e Gunn si fecero forza e ripresero le armi.
    Sulla soglia di casa, si commiatarono da Fred.
    La scienziata li rassicurò, spiegandogli che avrebbe vegliato su Dawn, Giles e Xander e che si sarebbe inventata qualcosa per farli resistere.
    “Sarò qui. Quando l’Apocalisse verrà scongiurata, io sarò qui”
    Il vampiro bruno annuì appoggiando una mano sulla sua spalla.
    Gunn le regalò un sorriso tirato e poco convinto.
    Wesley non la guardò negli occhi, ma poco prima di sparire oltre la porta, tornò indietro e le cinse la vita con un braccio attirandola verso se.
    La baciò intensamente, sorprendendosi che lei rispondesse senza indugio.
    Ancora sulle labbra, le mormorò:
    “Ti riporterò Sky, lo giuro”
    “Lo so.”
    Attimi dopo, l’auto partì sgommando.
    La scienziata, sperando contro tutto e tutti, si diresse al piano superiore dove i malati attendevano nel limbo. Le urla degli dei

    Ad ogni passo che affondava dentro la sabbia, mentre il vento le fischiava fra i capelli, un ricordo affiorava alla sua mente, inondandola.
    L’arrivo a Los Angeles, la cena con Angel, quel piccolo bacio, e poi la scoperta dell’ascia, delle rune, e rivedere Spike… vivo. Che le camminava incontro, dentro la hall della W&H. Sentire la sua voce, rivedere la sua camminata e quel sorriso strafottente… e sapere della sua relazione con Fred.
    Quanto aveva pianto. Quanto se ne era disperata.
    E poi, venire a conoscenza dell’incantesimo, l’allenamento in palestra, e la discussione al bar, dove avevano ripercorso tutta la loro storia… e infine lui, dietro la finestra che la cercava… che la trovava.
    Come aveva sempre fatto.
    Come prima.
    E poi la rivelazione… < ricordo tutto… non hai mai lasciato il mio cuore e il mio spirito, Buffy >.
    Il primo bacio, la prima volta che avevano fatto l’amore… < vuoi essere la mia regina? >… lo voglio, Spike, adesso come non mai…
    Infine la gravidanza, la scoperta del Big Bad, e l’anello, un matrimonio, un futuro… e poi tutto era precipitato, velocemente, freneticamente, lasciandola esterrefatta e spaventata.
    La Cacciatrice quella notte termava.
    Non di freddo, ne di rabbia.
    Solo di una cieca paura, che Buffy intuì appartenesse al suo lato materno.
    Si sentì improvvisamente fragile.
    Umana.
    Normale.
    E con una rapida corsetta, affiancò Spike, prendendogli la mano fra la sua.
    Gliela strinse e lui si voltò a guardarla.
    “Ci siamo quasi. Sei pronta?” ma vide dietro i suoi occhi verdi una macchia scura, un timore che non le apparteneva… o forse sì?
    Si fermò, solo un attimo, solo una frazione di secondo.
    E la fissò come solo lui sapeva fare: dentro l’anima.
    Intensamente.
    “Buffy?”
    Lei non riuscì a parlare, ma impedì alle lacrime di scendere.
    “Ti amo, Spike, voglio che tu lo sappia. Ti amo come mai accadrà, perché non potrei avere nessun altro al di fuori di te… perché sono completa solo con te… tu sei il mio unico amore… e mi fido di te, ciecamente. Sono totalmente tua, in ogni senso. Ricordatelo”
    Il vampiro, chiuse le palpebre inspirando. Una lacrima sola gli cadde lenta lungo la guancia, e lasciò che si perdesse fra le labbra, sentendone la frescura provocata dal vento sopra di essa.
    Si chinò verso il volto di Buffy e la baciò. Assieme a quell’unica lacrima.
    Un bacio semplice, leggero, ma potente.
    Rassicurante.
    Ancora sulle sue labbra, sussurrò:
    “Ti amo anch’io e non ti deluderò, lo giuro.”
    Buffy annuì.
    Willow dietro di loro tirò sul col naso, commossa da quel momento tanto intenso quanto struggente.
    Poi, tutti e tre insieme, raggiunsero il faro.
    Nello stesso istante in cui un fulmine squarciò le nubi, illuminando l’arcata celeste a giorno, Spike vide una figura imponente in cima al cilindro di cemento, affiancata da una più piccola.
    Uno scroscio violento d’acqua prese a cadere colpendoli come lame gelide.
    Seth, indossando l’ombra di Willow, era in cima al faro, con Sky.
    E Hope era fra le sue braccia.


    Angel accostò a fianco dell’auto di Willow e scese, annusando l’aria, anche se la pioggia al momento non lo aiutava a riconoscere gli odori.
    Ben presto per fortuna, la presenza di Spike gli raggiunse le narici, dandogli la spinta per avanzare verso un punto preciso.
    Facendo gesto a Gunn e Wesley di seguirlo, scese lungo la scarpata, verso la spiaggia.


    “Bene. È giunto il momento. Andiamo” Spike trasse un profondo respiro ed entrò dentro la porticina nera ai piedi del faro, prendendo a salire la scalinata a chiocciola seguito da Buffy e Willow.
    In silenzio, facendo attenzione a dove poggiavano i piedi, cercarono di regolare anche il respiro, affinché il loro arrivo potesse passare inosservato per quanto più tempo possibile.
    Spike udiva indistintamente il battito furioso di Buffy, assieme a tutta l’angoscia che colpiva anche lui, senza scampo.
    Si voltò a cercare il suo sguardo e le sorrise.
    Lei accennò col capo stringendo l’ascia nella speranza di riacquistare il suo sangue freddo.
    Poi, prendendosi per mano, continuarono a salire attraverso il lungo serpente attorcigliato di scale.


    Il timbro di voce di Sky era riconoscibile fra mille. Quella parlata straniera ma ormai influenzata dall’accento di Los Angeles intercalata da balbettii e tremori, venne captata immediatamente da Spike.
    Si arrestò davanti alla porta che si apriva sul terrazzo circolare del faro, tendendo i muscoli.
    Dalla fessura, intravide solo uno spicchio di ringhiera e l’acquazzone che schizzava sul pavimento grezzo.
    Poi, il tono spettrale di Seth fece tremare tutti e tre.
    “Piccolo moccioso senza padre…non puoi sfidarmi, sei solo un umano inetto e debole… io odio voi umani, i vostri corpi, la vostra nauseante fragilità… io sono un Dio, sono potente… non potrai mai comprendere questo… nessuno potrà mai!”

    “Io non voglio comprendere, rompipalle… so solo che Spike verrà a salvarmi, e che non farai mai del male a Hope...” balbettò il ragazzino, bloccandosi all’improvviso.
    Poi il vampiro udì il suono di passi sul terrazzo.
    Non poteva essere Seth, ragionò. Lui fluttuava, senza toccare mai il suolo.
    Un silenzio gelido si impossessò dell’aria.
    Tutto tacque per un attimo eterno.
    Buffy si avvicinò a Spike, tremando.
    Willow, strinse la situla fra le mani.
    Cosa stava accadendo?

    Un grido acuto, seguito da un pianto disperato, trapassò il vento e il suo continuo fischio, e superò anche quello della pioggia torrenziale.
    Poi, una luce argentata brillò, illuminando a giorno tutto.
    E la porta si spalancò, rivelando l’inizio della fine.

    Seth, in piedi accanto alla ringhiera, teneva Hope per le gambe con una mano e impugnava nell’altra un coltello.
    La piccina piangeva a singhiozzo e Sky era riverso a terra, senza sensi.

    Un ringhio animalesco, sferzò l’aria.
    Spike calò nel volto della caccia e con un balzo simile a quello di un puma nero, saltò in bilico lungo le sbarre di ferro, raccogliendo al volo la piccola fra le braccia e portandola via, girando velocemente dietro l’angolo.
    Seth rilasciò una risata lugubre, apparentemente senza dare importanza alla scomparsa della Chiave dalla sua presa.
    Il suo sguardo sanguinolento era perso nella massa d’energia che brillava sotto di lui e che lo rendeva ancora più spaventoso.
    Ben presto, le creature infernali sarebbero arrivate e insieme avrebbero soggiogato il mondo intero… godeva immensamente di questo.
    Buffy avanzò, brandendo l’ascia, lasciando così tempo a Willow di girare dall’altra parte e attuare l’incantesimo.
    “Allora, vediamo se ci prendo: sei un Dio senza casa, senza regno e senza palle visto che fra tutti i corpi che potevi scegliere ti sei preso quello di una donna, pure lesbica fra l’altro… quindi che dire? Sei un travestito impotente, ma non dovresti prendertela con noi… insomma, conosco un medico davvero bravo che con qualche seduta di psicanalisi risolverebbe il tuo problema!”
    Bene, la Cacciatrice era tornata.
    Seth la guardò incupendosi.
    “Sei solo polvere, inutile femmina”
    “No, ora che ci penso forse sei solo un dannato misogino! Vediamo se la mia ascia farà julienne anche con te” e così dicendo, gli corse addosso e affondò, volteggiando su se stessa.
    Il colpo non arrivò alla meta, ma neppure venne respinto come era successo a Spike e Angel la notte in cui avevano provato a colpire il Dio.
    Perfetto, poteva lottare con lui.
    Non chiedeva altro.



    Angel tremò alla vista del portale attivato.
    Era la prima volta che lo vedeva e immancabilmente, ripensò a Willow, la notte in cui gli aveva raccontato della morte di Buffy.
    Entrando come una furia nella porta del faro, si ripromise di non fallire.
    Stavolta, avrebbe difeso col proprio corpo la sua donna… o meglio, colei che amava, ancora. E sua figlia. E Spike, se ce ne fosse stato bisogno.
    Visto che lui non poteva, almeno loro avevano diritto a vivere.
    La vita, finalmente.
    Quella vera.

    Lungo le scale, un’ombra scura gli venne incontro. Rapida come una saetta, fiera come un rapace a caccia.
    “Spike!” esclamò Angel riconoscendone la chioma platinata.
    “Angel.. – ansimò l’altro, stringendo fra le braccia qualcosa – tieni…” e guardandolo seriamente, gli porse il corpicino intirizzito e sporco di sangue di Hope.
    Angel lo afferrò, sgranando gli occhi, intimorito.
    “Cristo!!” singhiozzò riempiendosi gli occhi di quel denso liquido vermiglio che imbrattava la figura della neonata.
    “E’ solo un taglietto, grazie a Dio” spiegò Spike con voce tesa all’inverosimile.
    “Come posso…?”
    Il vampiro biondo intuì la domanda e lo precedette.
    “Ormai il portale è aperto… la Chiave non esiste più. Puoi toccarla e devi difenderla. Ho un estremo bisogno che tu lo faccia. Io devo pensare a Buffy… io devo fare quello che devo.” Spike chinò lo sguardo, fissandosi la punta dei piedi.
    Sospirò, e Angel capì.
    Il sangue della Chiave apriva il varco, lo stesso sangue lo avrebbe richiuso. Fino all’ultima goccia.
    Un sacrificio.
    Un altro sacrificio.
    “Non puoi… non devi farlo, assolutamente!” sbottò il moro, quasi fuori di se.
    “Sei l’unico che può difenderla se… - si controllò l’altro, evitando la richiesta del suo gran sire che lo fissava inorridito – se io fallisco tu dovrai proteggerla, con la tua stessa vita. Giuramelo!”
    Non poteva rifiutarsi.
    Conosceva quello sguardo al limite della follia e della determinazione.
    Lo conosceva fin troppo bene.
    E non avrebbe potuto cambiarlo per niente al mondo.
    Quindi, con tanto dolore quanto lui non si sarebbe mai aspettato, acconsentì.
    Tornò a guardare la piccina, con un taglio orizzontale sul palmo della mano.
    Ancora sanguinava.
    Sì, avrebbe pensato lui a lei.
    Fino a dare la vita per lei.
    “Lo giuro”
    Uno sguardo, ancora.
    Uno sguardo centenario, che li aveva portati ad odiarsi, a respingersi, a maledirsi e infine a cercarsi. Per una eternità. Ma che li riconduceva sempre insieme, a combattere, a difendere quello in cui credevano.
    Dapprima il male assoluto.
    Adesso il bene dell’intera umanità.
    In fondo erano dannatamente simili.
    In molte cose, e ironia della sorte, persino nella donna da amare.

    Con un semplice cenno del capo, Gunn e Wesley seguirono Spike su per le scale, mentre Angel tornava indietro, abbracciando la piccola Hope e sussurrandole che suo padre avrebbe salvato il mondo.
    Un’altra volta.
    Era orgoglioso, anche se dispiaciuto a morte.
    Orgoglioso del suo childe.


    Buffy si rialzò, toccandosi la fronte. Un rivolo di liquido caldo le coprì l’occhio, oscurandole la vista per un attimo.
    Distrazione che le valse un nuovo attrito seguito da una spinta, che la face saltare in aria e rovinare al suolo, sbattendo la testa sul muro circolare e grezzo del faro.
    Seth la dominava. Era forte, probabilmente invincibile.
    Confidò nell’incantesimo, chiedendosi quando Willow sarebbe apparsa a salvarle le chiappe.
    Si rialzò di nuovo, tornando alla carica.
    Fece volteggiare l’ascia sopra il capo come un lazzo, e prendendo la rincorsa gli fu addosso, sfiorando appena i lunghi capelli neri e mossi come serpi.
    Il Dio allungò una mano e le cinse il collo facendole cadere l’arma.
    Si muoveva con una lentezza anormale, eppure i suoi spostamenti si indirizzavano sempre nel posto esatto dove voleva colpire.
    La alzò da terra, strozzandole il respiro che le inciampava fra i denti.
    Buffy allungò lo sguardo oltre la figura macabra del Dio e vide lapilli di fuoco uscire dal portale, lunghe code biforcute, zampe artigliate, corna taglienti come rasoi.
    L’inferno si stava destando.
    Buffy assestò una ginocchiata all’inguine di Seth, sperando di fargli allentare la presa, ma lui non venne neppure scalfito da quella mossa.
    Rimase immobile a guardala con occhi vuoti e terribilmente paurosi.
    “E’ tutto qui, Predestinata? La tua stirpe è narrata in tutte le dimensioni, eppure non sai fare di meglio? Hai solo questi colpi da tirare? Sono solo sassolini, femmina… e tu sei una formica che io adesso schiaccerò” sibilò stringendo maggiormente la presa.
    Buffy iniziò a scorgere tanti piccoli puntini bianchi che le sporcavano la vista.
    Stava per evenire…
    Le gambe presero a formicolare, quando una voce conosciuta le diede la forza di resistere.
    “Sono io l’arma della Cacciatrice!”
    La presa attorno alla trachea diminuì e Buffy riuscì a divincolarsi e ricadere a terra.
    Seth si voltò ghignando, pronto ad affrontare colei che lo stava chiamando a lotta.
    Willow, con le iridi nere e i capelli color dell’ebano, si ergeva fluttuando e sfidando il Dio, sostenendo su una mano la situla e sull’altra la statuetta di Osiride.
    Le due figure, erano tremendamente simili.
    Così tanto, che Buffy per un attimo ebbe difficoltà a distinguerle.

    “Un’altra puttana.. bene bene, vi farò diventare mie piccole bestiole compiacenti…strega, tu non sai con chi hai a che fare!” tuonò, avanzando verso di lei.
    Buffy trattenne il fiato: se l’acqua del Nilo e l’incantesimo avessero avuto effetto, Seth sarebbe diventato innocuo come un essere umano.
    Attese, sentendo qualcuno sopraggiungere alle sue spalle.
    Si voltò e incrociò i mari sconfinati del suo amore.
    Spike l’aiutò ad alzarsi e le diede una rapida occhiata di controllo.
    “Sei ok?”
    “Sì. Hope?” chiese inquieta.
    “E’ al sicuro, tranquilla. Ora, assistiamo allo spettacolo”
    Ben presto anche Gunn e Wesley arrivarono, restando dietro loro.
    Lungo il balcone circolare, mentre il vento infuriava e la pioggia sbatteva imperterrita, con i ruggiti dell’oceano sotto di loro, e il portale brillante ricolmo di demoni, un Dio e una strega si fronteggiavano.
    Per l’ultima, grande battaglia.


    “Anani sumina, anani manisa,
    lega la sorte, lega la morte,
    anani sumina, anani manisa,
    salva la vita, dalle mie dita,
    oh grande Osiride, io ti invoco…
    nella sua melma esso torni a ritroso!!”


    Un fascio di luce fuoriuscì dalla situla, spandendosi tutto attorno, come braccia luminescenti, fino a raggiungere il cielo buio.
    Un grido ancestrale si innalzò dalla bocca spalancata della strega, piegata in avanti dalla potenza dell’incantesimo.
    Seth vibrò, e la sua figura ondeggiò dinanzi a ciò.
    Si piegò sulle gambe e si posò a terra.
    E lentamente la sua immagine presa in prestito, mutò.
    L’ombra si dileguò, tornando alla legittima proprietaria, e lui prese l’esatta conformazione della sua natura. Un cane selvaggio, con occhi di fuoco e denti di marmo, con orecchie a punta come lupo e un naso nero e umido, lunghe zampe pelose e un corpo lungo e magro.
    Si raddrizzò, superando in altezza qualsiasi umano.
    Ed emise un ringhio animalesco, profondo, celato nelle viscere dell’inferno stesso.
    A quel richiamo, alcuni demoni deformi fuoriuscirono dal portale, riversandosi sul balcone.
    Wesley e Gunn presero immediatamente a combattere, senza intimorirsi.
    Spike e Buffy si voltarono a guardare Willow: la strega, scosse il capo. L’incantesimo non aveva sortito l’effetto sperato.
    Anzi, sembrava che il Dio avesse preso pieno possesso dei suoi poteri.
    Continuando a mantenere la forza che solo la magia nera le poteva conferire, Willow iniziò a combattere contro il Dio, usando la magia più potente che conoscesse.
    Ma ad ogni gesto delle mani, riceveva un colpo dieci volte più devastante.
    Sarebbe durata pochissimo.

    Spike strinse forte contro di se Buffy.
    Sentì una fitta lancinante al centro del petto, nella sede che sarebbe appartenuta al cuore.
    La profezia… lo shantsu…umano, finalmente.
    Non ne avrebbe goduto.
    Stavolta avrebbe fatto la cosa giusta. E nel suo destino, ormai ne era certo, non c’era la possibilità di vivere da uomo e morire tale.
    Demone era, e demone sarebbe finito.
    Ma avrebbe amato.
    Avrebbe donato.
    La morte, finalmente, sarebbe stato anche il suo dono.


    Buffy fremette e lo guardò.
    Cosa lesse in quegli occhi di ghiaccio?
    Era lontano, già partito.
    Ma per dove?
    Dove?
    Un brivido gelido simile all’angoscia più nera, le riempì lo stomaco.
    Non poteva essere vero… non poteva.
    Lei non voleva crederlo.
    Lei non lo avrebbe mai accettato.
    Poi la sua voce, dolce e calma come acqua cheta, che la avvolgeva come le braccia che adesso sentiva attorno alla sua vita… la sua voce aveva un potere strano su di lei.
    La faceva sentire ovunque, e allo stesso tempo, a casa.
    Scosse la testa, negando tutto quello che lui le stava dicendo in silenzio.
    “Buffy, ascoltami…”
    No, no, non poteva…
    “NO! Hai giurato!!! Hai promesso!!!! Non puoi lasciarmi!!!!”
    Spike le cinse le spalle, obbligandola ad ascoltarlo.
    Le sorrise, con una dolcezza disarmante. La stessa che lei anni prima aveva usato con Dawn, in cima ad una impalcatura.
    “Ascolta… sono in questa terra da tanto Buffy, ho solcato strade a te sconosciute, ho visto cose pazzesche, e fatto tanto del male… ma anche del bene, grazie a Dio. Il mio demone non ha vinto, ma la mia umanità sopita sotto di esso è rimasta e mi ha permesso di amarti e trovare così la forza di accettare un’anima, la purificazione, il perdono…
    Io ti amo, Dio solo sa quanto. Forse neppure tu potrai mai capire quanto. E amo alla stessa maniera Hope. Lei è un dono meraviglioso, regalato ad un essere come me. Non si devono dimenticare queste cose. Ed io stanotte, devo compiere un destino già tracciato, capisci? Ecco perché sono tornato, tante volte, qui. Ecco perché ti amo. È tutto racchiuso qui, in questo esatto momento. La mia vita, che ancora vita non è, è quello che io offro al mondo e a te e a nostra figlia. Perché possa sapere di me che… perché io possa essere quel tipo di padre di cui si va fieri, un giorno… perché io possa essere l’uomo che hai sempre meritato. Abbi fede in me. Abbi fede in ciò che sento. Tu come nessun altro, dovresti capirmi”
    Lacrime copiose le scesero lungo le guance, dentro le labbra, verso il collo, senza fermarsi mai.
    Tutto attorno a loro era morte, rumore, bagliore.
    Accecante, fastidioso, penetrante.
    Ma quello che brillava fra di loro, superava tutto e li catapultava in una realtà impossibile da creare a qualsiasi entità.
    Buffy scosse la testa ripetutamente.
    Non comprendeva, non voleva comprendere.
    Perché tutto doveva finire così?
    Perché?

    Spike la strinse in un abbraccio saldo, baciandole l’incavo del collo, le guance, le tempie, i capelli, gli occhi, il naso… e infine le labbra, in un agonizzante addio.
    Teneramente, le leccò la bocca facendole sentire il suo sapore.
    Una volta ancora.
    L’ultima, prima del salto.
    E si sentì amato, in maniera unica e devastante.
    Lei gli prese il viso a coppa con le mani, e lo trapassò con lo sguardo più bello e lucente del mondo.
    Capiva.
    Lo comprendeva, anche se non lo accettava.
    “Tu sei l’uomo che io amo da sempre. Sei il padre che Hope amerà sempre, e il marito che io non mi merito… - lo baciò, ancora, lacrime dentro la bocca, lacrime sulle mani – mi fido di te. Mi fido di te, William. So che tornerai sempre da me, in un modo o nell’altro.”

    Spike annuì, con la sensazione di fare la cosa giusta nel petto.
    Poi si voltò lentamente.
    Willow era a terra, sconfitta, coi capelli tornati al loro colore naturale, rosso fuoco, che le incorniciavano il viso picchiettato di efelidi.
    Seth si stagliava sopra di lei, nel tentativo di finirla.
    Spike controllò per un secondo Wesley e Gunn che ancora lottavano, poi raggiunse in fretta la ringhiera e si inerpicò su di essa.
    Restando in equilibrio, gettò uno sguardo verso il portale che luccicava sotto di lui.
    Poteva sentirne il calore e l’attrazione… come un’enorme calamita demoniaca, che lo stava invitando a fare quel gesto folle.
    Che lo spingeva a mostrare il suo dono.
    Seth si accorse dei moviment repentini appena attuati dal vampiro, e lasciò stare la strega, dirigendosi verso di lui.
    “Non vincerete!”
    Le sue urla gli vorticavano attorno come corvi neri. Malvagie e scarne, perfide e maledette.
    Spike ghignò, cercando il coraggio che gli serviva.
    Poi tornò a guardare Buffy. In piedi, con le mani strette sopra il petto, lo fissava con occhi colmi di lacrime fluide.
    E sorrideva. Leggermente, ma sinceramente.
    Per lui. Perché si ricordasse solo quello nell’attimo doloroso della fine.
    Spike ripensò al bacio che si erano dati, dietro l’albero… alla luce della luna sul suo corpo sinuoso, la prima volta che avevano fatto l’amore… alla sorpresa di saperla incinta… al dolore di doverla lasciare poi, per difenderla… e infine il parto, la testolina di Hope che guizzava e quegli occhioni blu, innocenti, che lo guardavano senza paura… senza schifo.
    Era diventato padre.
    E stava per morire.
    Fu un attimo, un battito d’ali, una goccia in più di pioggia sul pavimento ruvido, e un dubbio gli balenò in testa: e se stesse facendo la cosa sbagliata?
    Se la sua morte non fosse valsa a niente?

    Proprio in quel momento, la mano di Seth si aggrappò alla sua caviglia, e lui, senza ripensamenti, saltò nel vuoto con le braccia aperte.
    Come un grande uccello nero, demone e angelo insieme.

    Un urlo profondo come gli abissi marini, si levò dal portale luminescente.
    Una creatura imponente si stagliò contro le luci.
    Portava uno scettro d’oro e una corona di diamanti e i suoi occhi erano austeri e fieri.
    La statuetta caduta a terra tremò e la situla si dissolse come pula al vento.
    Una sola parola fuoriuscì dalla bocca sottile e storta di Seth.
    “Osiride” Epilogo

    Per una manciata di secondi, fu come se il tempo rallentasse, lasciando una scia nell’aria ad ogni movimento, come cerchi concentrici nell’acqua smossa.
    Il ticchettio della pioggia non si udì più, e il vento, impetuoso nel cielo e funesto nelle sue sferzate, lasciò il suo ululare al di fuori del balcone.
    Le saette, brillavano ancora, ma la loro scarica luminescente, si affievoliva dinanzi al bagliore di quella figura regale e austera emersa dal portale.
    Era come se tutto il mondo, l’intero cosmo, arretrasse davanti ad una simile manifestazione, lasciando il balcone circolare del faro in un limbo di strana calma.
    Buffy, ancora con il cuore in subbuglio, spostò lo sguardo velocemente verso il bordo della ringhiera, dove pochi attimi prima Spike si era tuffato.
    E lo vide.
    Ancorato ad una sbarra di ferro, dondolava verso l’abisso degli scogli e dell’oceano ruggente oltre il portale.
    Pregando in cuor suo che resistesse, attese.
    E fissò la scena che davanti a lei si stava svolgendo.

    Osiride, maestoso, rimase a fluttuare in aria, ponendosi di fronte a Seth.
    Il Dio infernale, aprì la bocca quel tanto a mostrare le zanne, ringhiando rabbioso e schiumando.
    L’altro, alzando lo scettro, lo guardò con espressione immutata.
    Il suo volto ovale, dagli zigomi pronunciati e dagli occhi allungati e dipinti di nero, rimandava una luce antica e mistica.
    Uno il male puro, l’altro il bene potente.
    Una guerra ai limiti.
    Buffy trattenne il fiato.
    Sarebbe sopravvissuta a tutto ciò?
    Avrebbe rivisto Hope?
    L’unica cosa che al momento la devastava, era solo quella mano aggrappata al ferro che la chiamava, la implorava…
    Spike non si era lasciato andare.
    Alla fine, non si era buttato. Probabilmente dopo aver visto l’arrivo di Osiride… ma quello era superfluo.
    Spike non si era sacrificato.
    Era vivo.
    Era lì.

    “Fratello… come sempre arrivi a rovinare il gioco che avevo iniziato…” sibilò Seth, allungandosi e alzandosi dal pavimento, mettendosi a galleggiare al paro dell’altro Dio a mezz’aria.
    “ I tuoni non mi spaventano, Seth… e tu sei solo voce senza potenza… come loro. Io possiedo il dono della saetta, dovresti rimembrarlo…” la voce di Osiride, fluì calma e densa come olio caldo.
    Buffy si sentì stranamente confortata da essa.
    E Sky, venne svegliato da essa, assieme a Willow che si rimise in piedi raggiungendo l’amica.
    Anche il bambino, barcollando, raggiunse le due.
    Dietro di loro, Wesley e Gunn appoggiarono le armi dopo aver finito l’ultimo demone, e si sedettero, come ipnotizzati dalla scena.
    “Will, tu controlla lui – chiese Buffy all’amica indicando il bambino intirizzito e impaurito – io vado a prendere Spike prima che questi due scatenino un’inferno…” semplicemente rasserenata, scivolò lungo il suolo graffiante di cemento grezzo strappandosi i vestiti e tagliandosi la pelle sottostante.
    Stringendo i denti, gattonò fino a raggiungere la mano di Spike.
    Si affacciò appena e lo vide: mascella contratta, occhi guizzanti, muscoli tesi fino allo spasmo, il corpo che ondeggiava al vento e sotto la pioggia, con le gambe a penzoloni.
    Stava per capitolare.
    “Spike! Sono qui!!!” e poi, con la forza della Prescelta, lo prese per il polso e lo portò su, facendolo riversare infine a terra.
    Ansimando dallo sforzo, Spike, accovacciato, alzò lo sguardo verso Buffy.
    E le si gettò addosso muto, baciandole i capelli, il viso, a casaccio, ovunque poteva, inebriandosi della sua pelle, del semplice fatto di averla lì… stringendole il capo, e abbracciandola infine con impeto, come se non ci fosse domani… cosa che in effetti era stata vissuta poco prima… e che ancora non era scampata.
    “Torni sempre da me… lo sapevo” gli bisbigliò Buffy, fissandolo.
    “Sempre da te Buffy… solo da te”
    Slegandosi dal loro ritrovo, raggiunsero Willow e Sky, e si voltarono nuovamente a guardare le due figure, che ancora si fronteggiavano.

    Un urlo, scosse l’aria e il faro stesso.
    E la strana calma all’interno del balcone si dissolse, lasciando la pioggia infrangersi di nuovo e il vento fischiare pazzo.
    Osiride aveva alzato lo scettro, che si era trasformato in spada e Seth aveva proteso gli artigli verso di lui, con occhi accessi di ira.
    I colpi partirono da entrambi gli dei, e si fecero mano a mano più violenti, più frenetici, più convulsi.
    Le urla si susseguirono come canti gregoriani, a tratti taglienti e acuti, a tratti profondi e rochi.
    La terra tremò, e il boato del terremoto fece rabbrividire il gruppetto accasciato al suolo che assisteva inerme ad una lotta fra titani.
    Seth colpiva con ferocia animalesca, Osiride con l’eleganza e la fierezza di un condottiero sapiente.
    I lapilli di luce dilagavano come zampilli di fuoco, ad ogni colpo, sembrava tutto finisse, ma poi invece ricominciava più forte di prima.
    Infine, dopo un tempo inquantificato, Seth venne scaraventato verso il portale e dietro di lui, scomparve anche Osiride.
    La massa di energia si richiuse.
    In quello stesso istante l’alba spezzò a metà l’orizzonte, e la pioggia si chetò assieme al vento.
    Solo pace.
    Quel silenzio che può esistere solo dopo una terribile bufera.
    La voce di Sky, infantile e fresca, riscosse tutti.
    “E’ finita?”


    ***************************************************************


    Buffy e Spike camminavano davanti a tutti, tenendosi per mano.
    Dietro di loro, avanzavano Willow e Sky e a chiudere, Wesley e Gunn proseguivano notevolmente stanchi.
    Ciascuno di loro, ancora si chiedeva cosa fosse accaduto, come avessero potuto sopravvivere a tutto ciò.
    I loro passi affondavano sulla sabbia bagnata, e il canto dell’oceano li accompagnava a ritmo.
    Il sole timidamente faceva capolino oltre la linea di divisione fra l’acque e il cielo, tingendo di argento e luce la densa oscurità della nottata appena terminata.
    Il vampiro si voltò a guardare la sua donna.
    “Un’alba che possiamo condividere, finalmente”
    “Sì, e devo dire che me lo sentivo” sorrise lei, con occhi birichini.
    “Ah bene – Spike alzò il sopracciglio, scettico – quindi nel momento in cui mi hai visto saltare, non hai avuto paura… insomma, lo sapevi…” le rifece il verso e lei rise.
    Una risata piena, allegra, contagiante, che ben presto venne seguita da tutti gli altri.

    Ma ad un tratto una voce dietro loro, li costrinse a fermarsi.
    Un timbro sconosciuto, con un eco lontano e magico.
    Solo Sky lo riconobbe.
    E sorridendo sorpreso ma felice, si voltò.
    “Papà…”
    Il grande sciamano era lungo la spiaggia: i suoi capelli d’ebano attorcigliati, si scontravano col pallore del lido, il naso aquilino conferiva austerità ai linementi del volto, il grande bastone piumato e colorato, era stretto nella mano destra, e la tunica lambiva la punta dei piedi, appena scoperti e scalzi.
    I grandi occhi scuri, erano dolci e buoni.
    Tutto di lui, riconduceva alla serenità dell’animo.

    “Duir, mio piccolo bocciolo di quercia…”
    Il bambino gli corse incontro, ma l’uomo, alzò una mano a fermarlo.
    Le sue sopracciglia si incurvarono, in un’espressione di tristezza.
    “Figlio mio, sono io, ma sono qui in spirito… non puoi toccarmi, ma solo vedermi… e ascoltarmi, se vorrai.”

    Sky annuì, mentre gli altri rimasero indietro.
    “Ho visto il tuo coraggio, Duir…la tua forza, il tuo amore, la tua determinazione… sei diventato un uomo, figlio mio e sono orgoglioso di te… so che mi hai giudicato per quello che ho fatto e non ti biasimo… sto pagando per questo, credimi… ma voglio che tu sappia, che ogni persona può sbagliare… siamo umani, seppure con un enorme dono… so anche che il tuo cuore mi ha perdonato, e questo mi rallegra infinitamente… sono qui, adesso, grazie all’aiuto di un Dio… Osiride mi ha permesso di venirti a salutare e di poter così chiudere i conti che avevo con la vita… è stato lui a narrarmi le tue gesta… ed è grazie a te se lui è potuto arrivare e riportare la pace… la situla non aveva il potere di annientare Seth, ma di chiamare Osiride… e tu, dandola ai tuoi amici, hai reso possibile tutto ciò… Io sono qui solo per donarti una cosa, se tu la vorrai…”
    Sky annuì, mentre piangeva.
    “E’ giunto il tempo che tu abbia il potere dello sciamano… lo vuoi, Duir?”
    “Sì padre, anche se credo di non esserne degno” riuscì a mormorare il bambino, intimorito.
    “E chi lo è, Duir? Nessuno potrebbe… ma la fede negli altri e l’amore nel prossimo, questo ci rende degni… abbi sempre presente che la vera forza non è nella magia, o nei poteri, o nella preveggenza. La vera froza sta in quanto possiamo amare e perdonare. In quanto siamo disposti a sacrificare per gli altri. In quanto valutiamo più importante la vita dell’altro a confronto con la nostra… e tu, assieme a tutti loro, oggi più che mai l’avete dimostrato… vieni Duir, avvicinati”
    Il bambino, dapprima incerto, avanzò di qualche passo.
    Lo spirito dell’uomo, gli sorrise amorevolmente, e impose le mani sul suo capo senza toccarlo.
    Una piccola luce, simile ad una piuma, ricadde sulla testa di Sky e il suo corpo all’istante ne venne inglobato.
    Il bambino chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
    Poi tutto sfumò, lasciando un fresco odore di rose nell’aria.

    “Ora sei simile a me… anzi no, sei un nuovo sciamano figlio mio, usa il tuo dono con parsimonia e intelligenza… confido in te, come ho sempre fatto”

    Sky sorrise, sentendosi pervadere da una scarica di eccitazione.
    Si sfregò le mani e prese a saltellare, come un cucciolo.
    Phagos rilasciò una risata cristallina, e poi guardò il gruppetto di persone dietro suo figlio.
    Ad uno ad uno, col gesto della mano, li invitò ad avanzare.

    Il primo, fu Spike che con la sua solita camminata baldanzosa, arrivò davanti lui.
    “Vampiro dall’anima conquistata, la tua umanità ha sconfitto il demone, e meriti la ricompensa agognata. Diventerai umano, ma non per opera della profezia, solo per un volere degli dei. Sarai mortale, ma la tua forza e velocità rimarranno, facendoti restare il campione che sei sempre stato. Domattina, al nascere del sole, il tuo cuore batterà e il sangue ti pulserà nelle vene. Sarai benedetto e finalmente potrai gustare del paradiso… e vivere accanto alla prescelta, aiutandola nel suo compito di difendere il mondo”

    Spike indietreggiò, con gli occhi umidi. Una pace mai provata, gli riempiva il cuore immoto e una speranza desiderata si faceva strada nella sua anima graffiata.

    Poi fu la volta di Buffy. Dopo aver scambiato un sorriso commosso con Spike, avanzò.
    “Cacciatrice… conosco la vostra stirpe e so quanto difficile sia vivere come fate voi… la solitudine, la prova costante, il confornto quotidiano con la morte e la durezza che può nascere da tutto ciò… eppure, piccola guerriera, sei riuscita ad amare, ad aprire il cuore alla vita… la tua leggenda verrà tramandata in ogni generazione, Elisabeth… anch’io ho amato una slayer ed oggi io ti faccio una profezia: vivrai una vita sazia a serena, conoscendo i figli dei tuoi figli… sarai amata e amerai, fino alla vecchiaia. Abbi sempre fede in chi ami e in te stessa. Vedrai sorgere il sole sempre, in ogni tempo.”

    Buffy annuì emozionata e tornò velocemente fra le braccia forti di Spike che la strinse in una presa dolce e la baciò.

    Infine, fu la volta di Willow.
    “Strega potente… conosciamo tutti nell’aldilà il tuo potere… diventerai sempre più forte e il tuo aiuto verso il bene, sarà prezioso e indispensabile, negli anni a venire… l’uomo che hai scelto come compagno ti farà felice, ma so che hai un peso nel cuore… e volevo alleggerirlo, se me lo permetterai… ho conosciuto una ragzza dai capelli di miele e gli occhi di fata, laddove io riposo. Tara è il suo nome. Mi ha detto di portarti un messaggio: il suo cuore è cheto e traboccante di gioia per te. Ti ama e ti amerà per sempre, e ti attenderà, quando sarà il momento. E allora starete insieme per sempre… ma finchè vivrai, dovrai sapere che non c’era niente che lei ti dovesse perdonare, e che il suo sacrificio è servito affinchè tu conoscessi meglio te stessa e la tua forza… vivi senza rimpianti, grande strega… vivi. Per la tua Tara”

    Willow lasciò che il pianto la sommergesse, lasciando libero ilsuo dolore di sciogliersi come ghiaccio al sole…
    Libera, finalmente, con la riconciliazione nel cuore.

    Lo sciamano, si commiatò così dal gruppo.
    Lasciò un ultimosorriso al figlio.
    “Ogni volta che guarderai le stelle, sappi che io e tua madre ti vedremo” e prima di sparire, si voltò ancora una volta, dicendo:
    “Dite al vampiro con l’anima, l’altro, che la profezia dello shantsu non è ancora compiuta… e che sarà la sua ricompensa… non so quando, ma sarà sua… e gli apparterrà… a presto, guerrieri del bene. Che la pace di questo nuovo sole sia con voi”
    e svanendo come fumo colorato, Phagos il grande sciamano, tornò nel regno del riposo.

    Tutti quanti, col cuore felice e sazio e lacrime fra le palpebre, raggiunsero l’auto.
    Il sole, era sorto.



    Nella casa in periferia, Angel e Fred attendevano, cullando Hope e assistendo Giles, Dawn e Xander.
    Camminavano tesi, sbirciando fuori delle tende e sperando… anche se una sensazione dolce aveva toccato l’interno del vampiro moro, facendolo sperare contro tutto.
    Quando l’auto frenò davanti al vialetto, un grido di gioia rimase strozzato nelle loro gole.
    Spike, Buffy, Willow, Wesley e Gunn avanzarono verso casa, sporchi, stanchi e sanguinanti, ma son un sorriso estatico in volto. E immagini indimenticabili impresse nelle loro iridi.
    Appena entrarono, tutti si abbracciarono, esultando.
    Wesley consegnò Sky a Fred, abbracciando entrambi; Gunn e Willow si strinsero e Angel rimase in piedi davanti a Spike porgendogli la bambina.
    “Ecco tua figlia”
    Spike la prese e le baciò una guancia. Poi, senza ragionarci su, si avvicinò al suo gran sire e lo avvolse con il braccio libero.
    “Grazie, musone… grazie… ma sappi che non farò mai da baby sitter ai tuoi pupi, ok? Credo che mi basteranno i miei”
    Angel si scansò guardandolo confuso e imbarazzato.
    “Ti spiegherò Peches, tranquillo..” lo rabbonì, come se non fosse una cosa importante.
    Buffy, dopo aver gettato un’occhiata di rimprovero a Spike, strinse Angel a se e gli posò un delicato bacio sulla guancia.
    “Sapevo che potevamo fare affidamento su di te. E so che sarà così sempre”

    La voce di Sky fece voltare tutti verso di lui.
    In piedi in fondo alle scale, li scrutava con occhi saggi. Con occhi di chi sa cosa va fatto.
    “Fred, Wesley , Gunn, Willow… abbiamo persone da curare e salvare. Seguitemi e aiutatemi” disse loro, incamminandosi.
    Senza ribattere, a metà fra il divertente e il serio, tutti salirono.
    Rimasero solo i due vampiri in sala, con Buffy che stringeva un’Hope affamata.
    La ragazza si sedette sul divano e scoprì il seno, nel gesto più naturale del mondo.
    Spike ghignò, rivolgendo poi uno sguardo accigliato ad Angel
    “Ehi, non guardare la mia donna nuda!” gli intimò.
    “Ohh, smettila! Non la stavo guardando!” si difese l’altro sbuffando.
    “Ah no?? E cos’è quella scia di bava stile lumacone??”
    “Basta mi arrendo!” e detto questo, Angel se ne andò al piano superiore alzando le mani in segno di resa.

    Spike continuò a ridacchiare, per voltarsi poi e incrociare gli occhi divertiti di Buffy.
    Col sole che la inondava e il seno scoperto, con quella piccola creatura fra le braccia che succhiava da lei e mugolava di appagamento, lo stomaco gli si riempì di un calore tenero.
    Era bellissima. Entrambe le sue principesse erano indescrivibili.
    Le si avvicinò con aria malandrina e camminata da predatore.
    Poi le si sedette accanto, accarezzando la testolina di Hope e posandole un bacio sulla spalla nuda.
    Buffy lo guardò e gli sorrise.
    “Allora, che ne diresti del 25 agosto per… questo?” le domandò prendendole la mano e facendole girare l’anello sul dito.
    “Mmhh, fammi pensare… - attese un attimo, ragionando – perché il 25 agosto?”
    “Era il compleanno di mia madre… molti anni fa” si incupì dolcemente lui spostando lo sguardo.
    Buffy lo accarezzò, costringendolo a fissarla negli occhi.
    “Sì, direi che si può fare mister…”
    Le loro labbra si unirono ancora, nel timbro del patto eterno.
    In quel mentre le voci di Dawn, Xander e Giles si udirono al piano superiore, seguite da un applauso generale.
    Stavano meglio… grazie a Sky.
    Spike e Buffy si guardarono.
    “Andrà tutto bene d’ora innanzi?” gli chiese.
    “Bene per come può andare a noi… ma almeno adesso siamo una famiglia…”
    Buffy appoggiò la testa sull’incavo della sua spalla.
    “Sì, una famiglia…”


    FINE
  4. .
    Il telefono prese a squillare allegramente, peccato che io non fossi per niente allegro. Ero reduce da una nottata che dire schifosa è dire poco.
    Dopo mesi di appostamenti, ero finalmente riuscito ad inchiodare una banda di narcotrafficanti. Ce li avevo in pugno, Boss compreso, quando dal nulla ti arriva una ragazzetta e tutto va a puttane.
    La tipa, di cui ora non ricordo il nome, era uno di quei fattorini che consegnano la pizza a domicilio. Povera ragazza, doveva avere sbagliato indirizzo e si era ritrovata coinvolta in una brutta situazione, la sua vita è finita prima ancora di cominciare.
    Maledetto telefono continua a squillare, ho la testa che mi scoppia, dopo tutto quel casino, ho finito per fare come al solito; mi sono ubriacato. Ed ora mi trovo sepolto sotto le coperte cercando di annullare quel maledetto suono che mi trapana il cervello.
    Dieci squilli e non accenna a smettere! Ho capito chi è che chiama, è il mio capitano, solo lui può essere capace di stare attaccato anche mezz’ora, aspettando che qualcuno risponda.
    Liam O ’Connor, detto anche Angel o Angelus a seconda di come gli butta. Il guaio è che sono più le volte in cui butta male, che quelle bene e quando è Angelus, diventa un vero bastardo. Uffa…tanto vale che risponda.
    << Pronto..chi rompe? >> chiedo con voce gracchiante.
    << Muovi il culo e vieni subito qui! >> abbaia Angelus.
    << Scordatelo! Il mio turno è finito alle 2.00, oggi sono di riposo! >> sbotto seccato.
    << Vorrà dire che riferirò il messaggio al tenente Finn! Sarà felice di farti una visita a casa! >> dice soave.
    La sua è perfidia pura, sa che non sopporto quel pesce lesso della disciplinare. Ci manca solo che venga a ficcare il naso a casa mia.
    << Che diavolo vuole il soldatino?>> chiedo.
    L’ho soprannominato così perché sembra uno di quei pupazzetti con cui giocano i bambini.
    << Ha saputo della sparatoria di stanotte! Lo sai…quello ti tiene d’occhio! Ecco perché ti voglio subito qui! >> abbaia preoccupato.
    << OK! Dammi un’oretta e ti raggiungo! >> capitolo.
    << Trenta minuti, non un secondo di più! >> ribatte.
    Sbatto giù il telefono senza rispondergli, poi mi alzo con fatica. Il mal di testa è niente in confronto alla sensazione che prova il mio stomaco.
    Un caffè, ho bisogno di un caffè, senza non riesco a connettere. Per fortuna ieri sera ho inserito il timer ed ora la caffettiera ha la caraffa piena. Fantastico, scuro e forte e bollente come piace a me!
    Me ne sparo due tazze, la seconda l’assaporo lentamente, mentre sento che le mie papille gustative hanno ripreso a funzionare. Anche il cervello e lo stomaco, sembrano essere tornati a posto, ergo posso nutrirmi. Prendo dal frigo una tazza del mio nettare preferito e la metto a scaldare per qualche secondo nel micro-onde, lo odio quando è freddo. Mmmm adoro quel sapore dolciastro e leggermente ferroso.
    Ora sono decisamente OK! Rettifico, mi sento bene ma puzzo come una capra, forse sarà meglio che vada a farmi una doccia.
    A passo stanco, raggiungo il bagno e mi fiondo sotto l’acqua. E’ fantastico sentire il mio corpo che si riscalda a contatto con quella pioggia calda, ci starei per sempre ma devo spicciarmi.
    Esco, avvolto da una nuvola di vapore e prendo ad asciugarmi, intanto mi guardo nello specchio. Non mi piace molto quello che vedo. I miei capelli castani, sono un ammasso di riccioli ribelli. Ma il problema non è tanto quello, quanto è che si vede la ricrescita del mio colore naturale. Devo correre ai ripari, il soldatino ci farebbe certo caso. Prendo dal mobiletto un composto di mia invenzione e prendo a frizionare la cute, poi mi sciacquo sotto il lavandino e voilà, adesso nessuno crederebbe che io in realtà sia…..lasciamo perdere, adesso devo pensare ai miei occhi.
    Il loro vero colore è azzurro, ma per le stesse ragioni che mi costringono a tingere i capelli, devo portare lenti a contatto marroni. Adesso di corsa in camera a vestirmi, un paio di minuti e il mio travestimento è completo. Sembro uno di quegli impiegati stanchi e dimessi che lavorano da anni in un ufficio.
    Scendo in strada e monto sulla mia auto, una semplice utilitaria. Anche questa è tutta scena, in realtà adoro le auto sportive.
    Tempo dieci minuti e sono davanti alla centrale di polizia, lancio le chiavi dell’auto all’addetto perché me la parcheggi ed entro.
    Mi dirigo verso la sezione narcotici, è lì che lavoro da cinque anni. Entro senza bussare nell’antro della belva, vale a dire Angelus e poi mi sprofondo nella poltrona davanti a lui.
    << Sei in ritardo! >> ringhia.
    <<non credo proprio! >> il mio ringhio è decisamente diverso, serve a rimetterlo al suo posto.
    Ufficialmente lui è il capo e io una delle sue pedine, ma in realtà sappiamo bene chi è che comanda. Infatti cambia leggermente tono. Lo guardo, è più alto di me di una decina di centimetri, è anche più massiccio. Capelli neri sparati da tutte le parti a furia di passarci le mani, occhi dello stesso colore. Dio come assomiglia a suo padre.
    << Voglio sapere che cazzo è successo stanotte! >> a quanto pare vuole andare subito al sodo.
    << Hai il rapporto lì, perché non lo leggi? >> esclamo con il mio solito tono di voce strafottente, mentre mi accendo una sigaretta, infischiandomene del cartello che spicca nell’ufficio e che vieta di fumare.
    << L’ho letto, ma non ci capisco niente, sembra che sia stato scritto con i piedi! >> intanto prende dal cassetto un portacenere e me lo tende, poi si alza per aprire la finestra.
    Io dal canto mio prendo in mano, il rapporto incriminato e gli do una scorsa. In effetti è decisamente scadente, dovevo essere già mezzo sbronzo quando l’ho buttato giù.
    << Beh! Allora…>> mi incita.
    Io prendo ad agitarmi nella poltrona, sto cercando il mio notes e non riesco a trovarlo in nessuna tasca. Mi sento tanto il tenente Colombo in quel momento. Alla fine mi arrendo, devo fare affidamento alla mia memoria e cerco quindi di concentrarmi.
    << Ho seguito due acquirenti presso una palazzina in Main Street, avevano con loro una valigetta con il denaro, mi sono appostato e poco dopo è arrivato il venditore, anche lui ne aveva una con dentro la merce. A quel punto ho chiamato la centrale per richiedere rinforzi! >> inizio a spiegare.
    << Perché non hai aspettato che arrivassero? >> mi chiede lui imbronciato.
    << Era quello che stavo maledettamente facendo…..quando è arrivata questa ragazzetta….Maclay, Tara Maclay…aveva con sé una pizza…peperoni e salamino piccante….doveva evidentemente consegnarla, ma aveva sbagliato indirizzo, ha suonato alla porta della palazzina, prima che io potessi intervenire in qualche modo, quei bastardi dentro hanno iniziato a sparare contro la porta, uccidendola! >> sento la rabbia che mi sale dentro al solo ricordo.
    << Mi stai dicendo che sono stati loro ad incominciare…senza nessuna ragione apparente? >> mi chiede scettico.
    << Ohhh una ragione ce l’avevano eccome…l’ho scoperta solo dopo! Comunque sia a quel punto sono intervenuto, sono corso dalla ragazza, intanto chiamavo il 911, ma quando sono arrivato lì ho capito che non c’era più niente da fare, così ho buttato giù la porta e cominciato a fare fuoco, ne ho colpiti due, ma il terzo stava già scappando dall’uscita sul retro. Era il Boss con la roba. >> la rabbia sta aumentando, odio quando un delinquente mi scappa.
    << Già, ne hai preso uno alla spalla e uno nelle chiappe! >> dice sghignazzando.
    << Lo sai, se posso cerco di evitare di colpire punti vitali! >> le mie sopracciglia stanno andando su e giù.
    << Lo so, lo so! E adesso mi vuoi spiegare che ragione avevano quelli per combinare questo casino? >> è tornato serio.
    << Io te lo dico, ma tu promettimi di stare calmo! Quei bastardi avevano una radio sintonizzata sulla frequenza della polizia, evidentemente qualcuno dei nostri bravi ragazzi non ha mantenuto il silenzio radio mentre veniva sul luogo. Quando hanno sentito il campanello avranno pensato che fossimo noi e hanno agito di conseguenza. >> l’osservo attentamente aspettando la sua reazione.
    Sta cercando di contenersi, ma il suo viso sta cambiando colore così velocemente che quasi non riesco a stargli dietro. Bianco, rosso, blu, marrone….ecc. ecc. L’esplosione che ne segue è inevitabile.
    << Ma io li licenzio! Li degrado! Li mando alla corte marziale! >> è partito per la tangente.
    << Guarda che siamo in polizia non nell’esercito! E meno male che ti avevo detto di stare calmo! >>cerco di sdrammatizzare.
    << Mi sa che tu passi troppo tempo con il soldatino….>> aggiungo.
    Accidenti a me e a quando l’ho nominato, sento bussare alla porta e subito dopo il bietolone entra, senza neppure aspettare di essere invitato.
    << Capitano O ’Connor… >> fa il lecchino.
    << Tenente Tale…>> sguardo di disprezzo nei miei confronti.
    Se si aspetta che mi alzi in segno di riguardo si sbaglia di grosso, in fondo abbiamo lo stesso livello di servizio, mi limito a fargli un cenno con la testa.
    Quello che si alza, invece è Liam, d’altronde lui deve mantenere buoni i rapporti con quelli della disciplinare.
    << Tenente Finn…a cosa dobbiamo la sua presenza fra noi? >> fa tutto l’Angel, ma io lo conosco non mi frega.
    << Pensavo che l’ufficio l’avesse informata, è a proposito della sparatoria di stanotte! >> risponde il lecchino.
    << Non vedo come questa cosa, possa interessare al suo dipartimento! >> si inizia a vedere Angelus che viene fuori, anche se dentro sta ancora fumando, il suo sorriso è perfetto.
    << Una civile è morta in uno scontro a fuoco….è nostro dovere indagare come si sono svolti gli eventi! >> il soldatino si sta innervosendo.
    Mi sembra di stare ad osservare una partita a tennis, i mio sguardo corre fra i due che si stanno fronteggiando, il servizio ora tocca a Liam.
    << Credo che sia stato informato male….>> ecco che si sta preparando al colpo.
    << ….la ragazza…è stata uccisa “prima” che lo scontro avesse inizio! >> 15-0 per Angelus.
    << E’ questa la versione che ha “dato” Tale? >> dice scettico indicandomi, spiacente amico hai colpito dietro la linea.
    Vorrei rispondere, ma Liam mi batte sul tempo.
    << No, questa è la versione del medico legale! Supportata dall’esame della balistica! >> dice tendendo i documenti all’indirizzo del beota, mentre il suo sorriso si fa perfido.
    Bastardo di un Angelus ha fregato anche me! Chissà da quanto aveva i risultati degli esami e non me ne ha fatto parola. Comunque sia ora siamo 30-0.
    Il soldatino scorre velocemente i documenti, cercando qualche magagna, ma fortuna per me non ne trova. Irritato sbatte i fogli sulla scrivania.
    << E allora come si spiega quello che è successo? >> non vuole ancora arrendersi.
    Angelus si risiede comodamente sulla sua poltrona e inizia a raccontare le cose che gli ho detto. Sembra quasi avere ingoiato un registratore, tanto ripete parola per parola. Alla fine il soldatino è costretto alla resa.
    << Capisco…quindi si è trattato di uno stupido equivoco! >> farfuglia.
    Ora è sulle spine e non sa come trarsi d’impaccio. La sua unica possibilità è la fuga e la inforca velocemente. Prima di uscire però mi lancia uno sguardo come a dire “ questa volta l’hai passata liscia, ma la prossima sei mio!”. Sogna, sogna pure gli risponde il mio viso. Angelus ha vinto, 6-0.
    Adesso è però giunto il mio turno, intuisco che Liam vuole farmi la ramanzina.
    << Hai idea di cosa ho dovuto fare per avere in tempo utile, il risultato di quei test? Per questa volta sono riuscito a salvarti il culo, ma quello è uno tosto! Spike, devi stare più attento! >> mi sgrida come se fosse la mia mamma.
    Vorrei ribattere, ma sentirmi chiamare con il mio soprannome preferito mi intenerisce. Non ricordo più da quanto tempo non mi chiama così. Una volta lo faceva sempre.
    Improvvisamente, sento un formicolio alla base del collo. Sono passati molti anni dall’ultima volta che ho sentito una sensazione simile, ma so bene cosa significa.
    Mi alzo di scatto e mi precipito a sbirciare dalla finestra dell’ufficio. Di sotto vedo due ragazze e un ragazzo che stanno entrando nell’edificio.
    << Ehi! Che ti prende? >> mi chiede Liam vedendo la mia strana reazione.
    << La Cacciatrice, è appena entrata dentro! >> rispondo brusco.
    << Cosa? Una donna con un fucile è appena entrata? Devo avverti….>> esclama agitato, ma una botta in testa da parte mia lo interrompe.
    Mentre gli strappo di mano la cornetta del telefono sbotto irritato.
    << Piantala di fare il cretino…altrimenti ti metto sulle ginocchia e ti sculaccio come quando avevi cinque anni! Ho detto “La Cacciatrice!”, la prescelta, l’unica, la sola “La Cacciatrice!” >> dico guardandolo serio.
    << OH! Intendi….quella….>> e sbianca di botto.
    << Che accidenti ci è venuta a fare qui? >> chiede confuso.
    << Non lo so! A quanto ne sapevo viveva a Sunnydale! >> rispondo mentre vado a sbirciare dai vetri che dividono il suo ufficio dal resto della sezione. Per farlo alzo leggermente le tapparelle.
    Lui mi ha seguito e sta facendo lo stesso.
    << Riesci a vederla? >> mi chiede.
    << A parte il fatto che non ho la più pallida idea di che faccia abbia….credo che sia una di quelle due che stanno arrivando in questo momento! >> gli dico indicandole.
    << Quella dai capelli rossi la conosco…è Willow Rosemberg, la compagna della ragazza uccisa. E’ venuta questa mattina presto assieme a quel ragazzo Xander…non mi ricordo più, sono venute per il riconoscimento della salma! >> salta su lui.
    << Cavolo, stanno venendo qui! >> aggiunge.
    Sono fottuto, a meno di non saltare dalla finestra, non esiste altro modo per scappare. L’idea mi tenta, ma mi rendo conto che farei solo una stupidaggine, anche perché di sotto c’è il soldatino e non mi conviene attirare la sua attenzione.
    Visto che non posso fare altro, mi appoggio con le spalle al vetro e lascio che la luce del sole mi illumini. Forse questo la confonderà.
    Liam si è intanto riseduto dietro la scrivania, ha capito il mio piano e cerca di assumere un aspetto normale. Qualcuno bussa alla porta, sono loro. Ottenuto il permesso di entrare si accomodano dentro e visto che ci sono solo due poltrone, solo le ragazze si siedono, mentre il ragazzo resta in piedi. Un gentiluomo, ne rimangono pochi oggigiorno.
    Quella dai capelli rossi si vede che deve avere pianto a lungo, il ragazzo dietro di lei le massaggia dolcemente le spalle, l’altra, una biondina le stringe forte una mano.
    Poi alza il suo sguardo verso di me, ed io mi perdo. Non ho mai visto occhi simili, verdi come smeraldi. E il suo profumo, incredibilmente dolce, mi arriva alle narici, sconvolgendomi. E’ lei la cacciatrice, ne sono sicuro, maledizione!
    << Jake! Ci sei? >> mi richiama Angel.
    Dovevo essere caduto in una sorta di trance.
    << Dove vuoi che sia! >> rispondo a tono.
    << Scusa, mi era sembrato che fossi distratto! >> mi sbagliavo è Angelus.
    << Volevo fare le presentazioni…Il tenente Jake Tale, è l’uomo che ha cercato di soccorrere la vostra amica! >> spiega a tutti.
    Uno ad uno si sporgono verso di me con le mani tese.
    << Willow Rosemberg!……le…le sono… grata….per quello che ha cercato di fare! >> dice la rossa scoppiando di nuovo a piangere.
    << Xander Harris! >> semplice ma diretto.
    << Buffy Summers! >> fredda come il marmo.
    Ahi, Ahi, mi sa proprio che il bluff non è riuscito. Dal suo sguardo capisco che seppur confusa, ha intuito qualcosa.
    Liam, intanto ha iniziato a spiegare ai tre cosa è successo alla loro amica. Questo mi da il tempo di concentrarmi su di lei.
    Sono in vita (per modo di dire) da un sacco di tempo, ma mai nessuna donna mi ha fatto quell’effetto, cacciatrice o no! E’ come se sentissi il mio cuore di nuovo battere. Non riesco a distaccarne lo sguardo, è come una droga ed io ne sono già assuefatto. Curioso paragone, visto il mio lavoro.
    Mi riscuoto appena in tempo, il sermone è finito e gli ospiti si stanno alzando per andarsene. Sento di dovere dire qualcosa.
    << Farò tutto il possibile per prendere il bas..il delinquente che è scappato, questa è una promessa! >> non so ancora quanto queste parole si riveleranno fatidiche.
    Ricevo un paio di sguardi riconoscenti, mentre il terzo resta vigile. Eh no, non l’ho proprio fregata!
    Quando finalmente escono, Liam si butta a peso morto sulla poltrona, esausto. Mi rendo conto che è stato in tensione per tutto il tempo del colloquio, era ed è ancora preoccupato per me. La sola cosa che posso fare è battergli affettuosamente una mano sulla spalla, per rassicurarlo. In fondo lui è come un figlio, lo conosco da quando è nato.
    << Qual è delle due?>> mi chiede ansioso.
    << La bionda! >> rispondo brevemente. Mentalmente me la sto rivedendo al rallentatore.
    << Pensi che abbia capito? >> è sempre più ansioso.
    Io però non lo seguo più, sono di nuovo perso nel ricordo di quegli occhi.
    << Ehi! Ti senti bene? >> la sua voce mi giunge da lontano. Con uno sforzo cerco di tornare alla realtà.
    << Si, sto bene…è solo che….. >> mi decido a rispondere.
    << Per un attimo mi sei sembrato strano…non ti avevo mai visto un’espressione simile…se non sapessi di sbagliare….avevi la faccia di uno che è innamorato cotto! >> non hai idea di quanto sei nel giusto, nemmeno io a dire il vero.
    << Scherzi! Stavo solo riflettendo…no, non l’ha bevuta, è un tipo sveglio mi sa! >> rispondo alterato.
    << Che hai intenzione di fare? Non vorrai ucciderla, vero? >> ora la preoccupazione ha raggiunto il livello di guardia.
    << No, non è come le altre…lei è diversa! >> ancora non so quanto profetiche saranno le mie parole.
    << Allora, come intendi agire? >> non demorde.
    << Mi limiterò a starle alla larga, ma voglio sapere come è finita qui! Voglio andare da Willie per avere informazioni! Magari mi sarà utile anche per quell’altra faccenda, lui ha intrallazzi un po’ dappertutto! >> dico spiegando le mie intenzioni.
    Non lo avessi mai fatto, Liam salta su come una furia quasi aggredendomi.
    << Ma tu sei tutto scemo! Ti rendi conto di come sia pericoloso fare una cosa del genere? I clienti di quel tanghero ti odiano tutti! Senza considerare poi che Finn ti marca stretto! Che faresti se scoprisse tutto? >>.
    << Tranquillo, cucciolone, quella gente non mi fa paura….quanto al soldatino….si da il caso che conosca un suo segretuccio, se fa tanto di rompermi le scatole, non so chi ci rimetterebbe….se io o lui! >> ghigno serafico.
    << Che segreto? >> chiede subito interessato.
    << E no…non te lo dico…altrimenti potresti fregarmi, utilizzandolo per aiutare uno di quei scaldapoltrone là fuori! >> sogghigno.
    Prima che si metta a sbraitare o anche peggio ad implorare, mi dileguo dalla porta. Lo so sono una carogna, so che passerà tutto il giorno a chiedersi di cosa si tratta e alla fine i suoi capelli staranno tutti dritti a mo’ di porcospino.
    Esco dalla centrale, ma non prendo la macchina. Il quartiere in cui mi devo recare non è molto frequentato da auto, preferisco non dare nell’occhio. E poi è una bella giornata e una passeggiata è proprio quello che mi ci vuole.
    Mano a mano che mi avvicino al luogo, l’atmosfera si fa sempre più cupa. I raggi del sole sembrano fare fatica a infiltrarsi fra quel dedalo di viuzze.
    Sono fortunato, Willie è sul retro del suo bar che sta gettando la spazzatura, non sarò costretto ad entrare, anche se l’idea di farmi un po’ della mia bevanda preferita, mi attirava.
    Gli arrivo silenzioso alle spalle e lo afferro per una spalla, per poi sbatterlo contro il muro.
    << Ciao Willie! A quanto ho saputo ci sono novità in giro! >> dico ringhiando.
    << Sp…Spike…quanto tempo…è…bello rivederti! >> sta cercando di salvarsi la pelle.
    <<poche stronzate! La cacciatrice è qui! E io credo che tu sappia il perché, quindi se non vuoi guai ti conviene dirmelo! >> abbaio mentre gli stringo una mano intorno al collo. Senza metterci troppa forza però, in fondo lui è umano.
    Quello si rivela il metodo giusto, perché prende a parlare a razzo.
    << E’ arrivata due mesi fa! >> cazzo così da tanto e io non lo sapevo.
    << Sua madre si è dovuta trasferire per lavoro…sai i suoi genitori hanno divorziato…così è venuta a vivere qui! Sta rendendo la vita molto difficile ai miei clienti! Quella è una vera dura! >> questo l’avevo intuito.
    << C’è altro? >> lo esorto.
    << Frequenta l’università e sembra che si sia fatta degli amici…una di loro però è morta ieri sera! Ma tu dovresti saperlo! >> incredibile come girino veloci le notizie in questa città.
    << Che ne sai di questa storia? Parlo del trafficante! >> visto che ci sono tanto vale approfittarne.
    << Poco, so solo che si chiama Warren….è un vero pezzo di merda! >> detto da Will suona strano.
    << E….>> insisto.
    << Non so altro lo giuro! >> squittisce terrorizzato.
    Non so perché ma gli credo.
    << Ora ascoltami bene, se vieni a sapere dove si trova quello stronzo, voglio che tu mi avverta immediatamente! Sono stato chiaro? Se lo farai sarai ben ricompensato! >> dico, lasciando la presa e cercando nelle tasche il pacchetto di sigarette.
    Merda, me ne rimane solo una, devo ricomprarle. Intanto mi accendo questa.
    Willie intanto si sta massaggiando il collo e annuisce, sa che gli conviene darmi ascolto. Poi veloce come un ratto scappa.
    A quel punto tanto vale che torni in centrale ad informare Liam dei progressi. Per la strada però mi fermo a comprare una stecca di sigarette e una bottiglia di Whisky, mi verrà buona stasera.
    Fra uno sbadiglio e l’altro faccio il mio bel riassuntino. Sono stanco e ho dormito poco. Angel lo capisce e mi rispedisce a casa. Rimonto su quel cesso della mia auto e appena arrivato mi fiondo sul letto.
    Dopo due secondi sono già nel mondo dei sogni, che questa volta sono popolati da una biondina in stile ultra sexy.
    Quando mi sveglio sono quasi le 8 di sera. E’ stato il mio istinto a farmi svegliare, ho avvertito un rumore, qualcuno sta cercando di entrare nel mio appartamento.
    Silenzioso come un gatto, mi dirigo alla porta e mi metto in modo da prendere di sorpresa lo scassinatore. Quando la porta si apre capisco però di avere sbagliato, non è uno scassinatore ma una scassinatrice, vale a dire lei.
    Con una mossa veloce le sono dietro, le passo un braccio intorno al collo, mentre afferro quello di lei e lo torco dietro la sua schiena. Quando lei cerca di liberarsi, rafforzo la presa, ma non troppo, non voglio farle del male.
    << Bene, bene, chi abbiamo qui? Miss Buffy Summers! Non sai dolcezza che è un reato entrare di soppiatto a casa di un poliziotto? >> esclamo ironico.
    Lei sta cercando di utilizzare tutta la sua forza di cacciatrice per sganciarsi, se continua così uno di noi due rischia grosso, decido quindi di liberarla, spingendola via. Con un’abile piroetta si pone di fronte a me, in posizione da battaglia.
    << Tu non sei un poliziotto, sei un vampiro ed io uccido i vampiri! >> questa battuta se la deve essere preparata prima.
    Devo farle capire che non ha niente da temere da me, incrocio quindi le braccia sul petto e rimango in posizione neutra mentre le dico.
    << Per tua fortuna e sfortuna, sono entrambe le cose! Quindi vedi di darti una calmata…non sono un tuo nemico!>>.
    Non so se è per l’effetto delle mie parole, o perché il suo sguardo è stato calamitato alla lucida croce che brilla sul mio torace nudo, già porto una catenina con una croce, comunque sia lei si blocca confusa.
    << Si può sapere chi o cosa sei? >> chiede perplessa.
    << Pensavo di essere stato presentato, tenente Jake Tale, del dipartimento narcotici di Los Angels! >> ghigno sornione.
    << Nonché vampiro ultracentenario, il cui vero nome non ti direbbe niente, anche perché non ho nessuna intenzione di rivelartelo! >> aggiungo assumendo per un attimo il volto della caccia, per poi tornare subito normale.
    Mi sono reso conto che a quel punto tanto valeva gettare la maschera, la ragazza mi attira troppo. Forse se le dirò come stanno le cose potrei riuscire ad avere una chance con lei.
    << Allora non mi sbagliavo, sei veramente un vampiro! >> è tornata sulla difensiva.
    << Non uno qualunque, baby! Io sono unico nel mio genere! >> le dico sventolando la croce che porto al collo.
    A quel punto il mio stomaco inizia a gorgogliare, e passandoci una mano sopra sbotto.
    << Senti, non so tu…ma io ho una fame pazzesca…ti scoccia se parliamo mentre mi preparo qualcosa da mettere sotto i denti? >> prima che riesca a fare anche solo una mossa, io mi sto già dirigendo verso la cucina.
    Lei rimane con un palmo di naso, ferma nell’ingresso. Quando mi raggiunge, io sono con la testa dentro il frigo, dal quale ne tiro fuori uova, formaggio e prosciutto cotto. Ho intenzione di farmi una bella omelette.
    Mi guarda sospettosa mentre prendo una padella e la metto sul fuoco. So destreggiarmi bene in cucina. Mentre scoccio le uova in una terrina, le chiedo tranquillamente.
    << Ne vuoi anche tu? >>.
    << No, grazie! >> risponde sdegnosa.
    Peccato che anche il suo stomaco prenda a brontolare sonoramente.
    << A chi devo dare retta, al tuo pancino o a quella bella boccuccia? >> dico mentre aggiungo due uova anche per lei.
    Dopo cinque minuti le presento la mia opera d’arte davanti. Fa venire l’acquolina in bocca, le ho pure decorato il piatto con del prezzemolo. In un'altra vita ho persino fatto lo chef.
    Lei guarda il piatto e poi me, le sorrido invitante mentre prendo a degustare la mia porzione. Lo so, sono un bastardo, ma non ho ancora trovato qualcuna che possa resistermi, o che possa resistere alle mie prelibatezze.
    Infatti il profumino che l’omelette emana la fa resistere un massimo di trenta secondi. E’ intimorita quando ne porta un primo pezzetto alla bocca. Sghignazzo internamente quando vedo l’espressione che fa, le piace, o se le piace!
    In men che non si dica il piatto è di nuovo lucido, come se fosse stato appena lavato.
    << Bene, adesso che siamo sazi…che ne dici di spiegarmi chi sei? >> è tornata all’attacco.
    << Parla per te passerotto! Io non sono ancora sazio! >> dico afferrando una pesca dal cesto della frutta.
    Prendo a sbucciarla lentamente, come se stessi spogliando una bella donna. La taglio a spicchi che poi depongo a raggio di sole su di un piatto, per finire la bagno con del vino rosso. Aggiungo un paio di stuzzicadenti e infilzatone un pezzetto glielo porgo, tentandola.
    Questa volta ci mette meno a decidersi e addenta affascinata il prelibato frutto. Il vino le cola leggermente sul mento facendomi desiderare di asciugarglielo in una sola maniera. Ma è troppo presto per simili intimità.
    Meglio tornare all’argomento in questione.
    << Per farti capire chi sono, devo raccontarti una lunga storia! Pensi di farcela a starmi a sentire? >> le chiedo.
    Lei annuisce, capisco che è ancora presa dalla malia che ha coinvolto entrambi prima. La prendo a braccetto e la porto fino al divano e lei mi segue, senza fare obbiezioni.
    Adesso che siamo entrambi comodamente seduti, inizio a narrare gli eventi che mi hanno fatto giungere fino a lì.
    << Sono nato nell’anno del signore 1687…>> inizio.
    << Per la miseria, facendo un conto…hai 320 anni! Dopo il maestro, sei il vampiro più vecchio in cui mi sono imbattuta! >> esclama lei sbigottita.
    Sorvolo sul fatto che noi non ci siamo battuti, ma incontrati.
    << Chi, il vecchio mastro ciliegia? >> esclamo.
    Lei fa una faccia confusa.
    << Non hai mai letto Pinocchio da piccola? >> le chiedo.
    << No, ho solo visto il cartone animato! >> risponde. Ah la gioventù d’oggi!
    << Nel libro, c’era un personaggio soprannominato mastro ciliegia a causa del colore del suo volto, dovuto alla sua tendenza a bere! >> le spiego pazientemente.
    Lei capisce a cosa alludevo e ridacchia divertita.
    << Si, proprio lui! L’ho ucciso tanto perché tu lo sappia! >> ora si sta dando delle arie.
    << Lo sapevo…per quanto mi riguarda hai fatto proprio bene! Non lo sopportavo! >> le rispondo tranquillo.
    Se pensavi di impressionarmi, gattina hai proprio sbagliato uscio!
    << Lo conoscevi? >> chiede guardinga.
    <<si, non è stato esattamente un piacere! Stavo per ucciderlo, quando mi propose un patto, era disposto a rivelarmi il perché io fossi tanto diverso, ma solo se promettevo di lasciarlo andare. Accettai! >> vediamo cosa dici adesso!
    << Perché non lo hai ucciso dopo….avere saputo? >> chiede.
    << Non so tu, ma io prendo le promesse molto sul serio…indipendentemente a chi le faccio! >> rispondo irritato.
    Vedo che il suo sguardo si ammorbidisce. Si sta ricordando la promessa che ho fatto al commissariato. Ora sa che ho intenzione di mantenerla. E’ bello sapere che ho il suo rispetto, ma io miro ad avere la sua fiducia.
    << Scusa, ti prego continua con la tua storia! >> è bellissima quando fa tutta la dolce come ora.
    << Stavo dicendo, sono nato a Londra il 20 Agosto 1687…>> sto rincominciando dal principio, ma lei mi interrompe di nuovo.
    << Sei Inglese? Non si direbbe dal tuo accento! Anche il mio osservatore è inglese ma parla diversamente! >> mi sa che la storia andrà per le lunghe.
    << Gran brutta razza, gli osservatori, non gli inglesi! >> esclamo con il mio migliore accento britannico.
    Di solito riprendo a parlare in quel modo solo quando sono insieme a Liam e nessuno ci ascolta, è piacevole lasciarmi andare anche con lei. La mia osservazione non ha però un buon effetto su di lei.
    << Ehi! Cosa hai contro gli osservatori? Si dà il caso che il mio sia una bravissima persona, gli voglio bene come e più che a mio padre! >> esclama inviperita.
    << Calma bambolina, non volevo offendere nessuno! Per quanto ne so, il tuo osservatore potrebbe essere l’eccezione che conferma la regola. Io ne so qualcosa. Resta il fatto che la maggior parte di quelli che ho…conosciuto…erano delle vere canaglie! D’altronde tu come li chiameresti degli individui che sanno pensare solo a loro stessi e se ne fregano altamente se la loro protetta muore o peggio? Tanto ne verrà fuori un’altra! >> odio fare queste ramanzine, ma è necessario che la piccola inizi ad aprire gli occhi.
    << Cosa può esserci peggio della morte? In ogni caso Giles, non è così! Tu non hai idea di quante volte mi abbia aiutata, se non fosse stato per lui….lo sai che io sono la cacciatrice più longeva da 500 anni a questa parte? E se è così il merito non è certo tutto mio….ma anche suo e dei miei amici! >> adesso inizio a capire perché lei è così diversa.
    Lei non combatte da sola come tutte quelle che l’hanno preceduta. Ha una marcia in più, perché ha qualcuno che la sostiene. E forse, per lei, avere qualcuno d’importante da proteggere, le dà una forza che altre non hanno mai avuto.
    << Sono felice per te! Sai, penso che tu e io siamo molto più simili di quanto credessi! Nemmeno io avrei raggiunto la mia veneranda età, se non avessi avuto qualcuno accanto! Comunque sia, ti prego di credermi sulla parola…c’è molto di peggio della morte, perdere sé stessi! Ma tu stai tranquilla a te non succederà mai! >> le dico sfiorandole dolcemente una mano.
    Mano che lei non ritrae, e di nuovo mi sembra di sentire il mio fermo cuore battere. Mi inclino verso di lei, voglio assaporare le sue labbra.
    Maledizione, il telefono ha preso a squillare. Entrambi facciamo un salto indietro, le nostre labbra non si sono potute nemmeno sfiorare. Lei scuote la testa, sento che è confusa. Odio doverla lasciare così, ma devo correre a rispondere. Potrebbero esserci delle novità sul caso.
    Infatti è proprio la centrale, un individuo simile alla descrizione che avevo fornito è stato visto in un bar, nelle vicinanze del porto. Riattacco ringraziando per essere stato avvisato.
    << Scusa baby, ma le spiegazioni dovranno attendere! Faccende di lavoro! Io devo andare, se vuoi puoi rimanere, fai come se fossi a casa tua! >> le dico soprappensiero.
    La sua voce quando mi risponde è tornata gelida, come quando ci siamo conosciuti.
    << No, grazie! E’ meglio se torno a casa mia! >> parole secche e taglienti.
    La guardo perplesso, è come se avesse innalzato un muro fra di noi.
    << Ehi, che ti prende? Pensavo che le cose fra noi fossero cambiate! Non più cacciatrice, vampiro cattivo! >> cerco di abbatterlo prima che diventi troppo solido.
    << Non so cosa tu pensassi, ma non è cambiato niente! Tu resti sempre un demone senz’anima e il mio compito è uccidere quelli come te! >> dice stando sulle sue e uno sguardo disgustato.
    Ora capisco dove sta il problema, la sua morale. E’ stata quella a farle fare marcia indietro.
    << Non hai idea di quanto ti sbagli passerotto! In questo momento sono di fretta…ma lascia che ti dica una cosetta! Io un anima ce l’ho eccome! >>.
    Non aspetto di vedere la sua reazione, prendo dall’attaccapanni la camicia e la giacca e esco velocemente dall’appartamento. Ho piantato un piccolo seme e voglio vedere cosa ne nascerà. Se le cose andranno come spero, non tarderà a cercarmi.
    Torno a casa un paio d’ore dopo, di lei non c’è traccia. Sono incazzato nero, la soffiata si è rivelata un buco nell’acqua. E pensare che ero arrivato ad un buon punto con lei e invece è andato tutto in malora.
    Afferro sconsolato la bottiglia di whisky, lei è la mia fedele compagna da molto, forse troppo tempo. Non che sia alcolizzato, un vampiro non è soggetto a queste dipendenze, stessa storia per le sigarette. Sono stato anche anni senza farne uso, avevo altro per la mente. Essere un vampiro di 300 e passa anni non è uno scherzo, specie se non hai una compagna con cui dividere la tua non-vita. Non mentivo a Buffy, anch’io ho qualcuno che considero come la mia famiglia, senza di loro non sarei mai riuscito ad andare avanti, ma avere una donna….è tutto un altro discorso!
    Mi sono perso dietro le mie elucubrazioni, ed il risultato è che la bottiglia si è rapidamente svuotata. Sono decisamente ubriaco, tanto che non riesco a raggiungere il letto e mi spalmo direttamente a terra. Spettacolo decisamente pietoso, era almeno un secolo che non mi succedeva, sbronzo si, ubriaco no (e non venitemi a dire che sono la stessa cosa).
    Sono ancora lì la mattina dopo, è così che mi trova Liam. Si era preoccupato perché non rispondevo al telefono ( e chi lo sentiva!) ed era venuto a cercarmi.
    << Accidenti a te! E io che temevo di ritrovarti in un mucchietto di polvere! >> mi dice strattonandomi.
    << Caffè! >> gracchio, con la gola che sembra il deserto del Sahara e gli occhi iniettati di sangue.
    << Vado a preparartelo, tu intanto vai a farti una bella doccia….GELATA! >> dice mentre mi aiuta ad alzarmi.
    Mi da uno spintone che manca poco finisco di nuovo a gambe all’aria, sento che è incazzato e al tempo stesso in ansia per me.
    Mi guarda con uno sguardo che mi fa sentire in colpa, ecco perché per espiare decido di dargliela vinta, niente acqua calda stamani. Intanto però tiro moccoli a tutto spiano, quando esco dalla doccia ho i brividi dal freddo, ma sono decisamente più lucido.
    Non mi prendo la briga di vestirmi, lo raggiungo in cucina con solo l’asciugamano avvolto intorno alla vita. Non appena mi siedo al bancone, mi porge il caffè, poi parte in quarta.
    << Allora? >> sguardo stile Angelus.
    << Allora cosa? >> cerco di svicolare.
    << Si può sapere che accidenti ti è preso, per ridurti in questo stato? >> non demorde.
    << E tu perché sei venuto qui? >> è sempre meglio attaccare che difendersi.
    << Un certo Rupert Giles, ti ha cercato in ufficio stamattina, dice che deve parlarti urgentemente! >> incredibile, c’è cascato.
    << Mai sentito! Ti ha lasciato detto dove rintracciarlo? >> il caffè l’ho bevuto, ora ho bisogno d’altro.
    Tendendomi anche il mio nutrimento, sangue di maiale caldo e speziato come piace a me, riparte all’attacco.
    << Ha lasciato un numero di cellulare! Ora…se vogliamo tornare all’argomento precedente…>> no, non c’è cascato.
    << E’ stata qui! >> ammetto.
    Il suo sguardo dapprima è confuso, ma poi si illumina, ha capito a chi mi riferisco. Non dice niente, aspetta che vada avanti.
    << Ieri sera, stava…no, si è introdotta di soppiatto, deve avere scassinato la porta! >>
    << Avevo visto dei segni, Spike devi deciderti a cambiare la serratura, quella non terrebbe lontano neanche un bambino! >> mi rimprovera.
    Ho capito perché era così preoccupato prima, ha temuto veramente che fossi diventato cenere.
    << E tu dove eri, mentre quella si aggirava per casa tua? >> sopracciglio inarcato a voler emulare il mio.
    << Dove volevi che fossi…ero a letto! Mi sono svegliato quando l’ho sentita armeggiare! >> forse era meglio se non lo dicevo.
    << COOSAAA! TU ERI QUI? >> ecco fra poco inizierà ad uscirgli il fumo dagli orecchi.
    << Si…ma….non…non è successo niente! >> incredibile, fa paura anche a me quando fa così.
    << Vuoi dire che non ti ha visto? Vero? >> chiede speranzoso.
    << Ehmm….no….ci siamo visti….abbiamo parlato….>> quando mi guarda così, non riesco a dire bugie.
    << Che le hai detto? >> quello è il tipico cipiglio da poliziotto cattivo.
    << A parte che sono un vampiro…beh, quello lo sapeva gia….la mia età…..e che ho un’anima! >> concludo stringendomi nelle spalle, aspettando l’esplosione che sono certo che sta per arrivare.
    Improvvisamente però mi torna alla mente una cosa che lei ha detto.
    << Giles, si certo! Buffy ha detto che il suo osservatore si chiama Giles! >> salto su spiazzandolo.
    Avete presente un palloncino gonfio, gonfio? Bene, ora immaginatevi di sciogliere il nodo che mantiene l’aria dentro. Ecco quello è esattamente ciò che sta succedendo a lui. Si sta sgonfiando.
    << Dunque, ricapitolando…la cacciatrice è stata qui…e se prima non ne era sicura ora sa che tu sei un vampiro di 300 anni, con l’anima…e ora il suo osservatore ti cerca….MA POSSIBILE CHE TU DEBBA CACCIARTI SEMPRE NEI CASINI? >> mi sbagliavo, è più gonfio di prima. Angelus in tutto il suo splendore.
    Mi ci vuole del bello e del buono per riuscire a calmarlo, sono costretto a raccontargli nei minimi dettagli come sono andate le cose. C’è di buono che finalmente capisce.
    << Ti sei preso una bella cotta, eh? >>
    << E’ più di questo ragazzo, ho avuto molte donne nella mia vita…ma non mi sono mai sentito così…con nessuna! >> amara confessione la mia.
    Sa che sto dicendo la verità, così mi osserva preoccupato.
    << Che hai intenzione di fare? >>
    << Non lo so…speravo che fosse di nuovo lei a farsi viva…invece…Vorrei parlare con il suo osservatore…ma non so se è il caso, il problema è che in questa storia non ci vado di mezzo solo io….>> esclamo frustrato.
    << Già, con quelli del Consiglio c’è da andarci cauti…non sappiamo se possiamo fidarci di questo tizio! Senti, facciamo così, ora chiamo Cordelia e sento cosa ne pensa! Questa è una decisione che deve essere presa da tutta la famiglia! >> come idea non è male.
    Lui si attacca subito al telefono, chi se ne frega se in Italia saranno le tre o le quattro di notte, non ci bada a queste cose.
    Sento che sta facendo la cosa giusta, allora perché sento tutto il mio essere rivoltarsi? Lo so io il perché! Liam e sua sorella ne hanno passate tante nella loro breve vita ed ora, quando tutto sembrava andare a gonfie vele, arrivo io e gliela scombino di nuovo. Maledizione! Avevo giurato a me stesso che avrei protetto questi ragazzi ed ora sono proprio io a metterli in pericolo.
    Liam intanto, dopo avere placato le ire di Cordelia ( quella ragazza ha un caratterino tutto pepe! ), le ha raccontato tutta la faccenda.
    << Vuole parlare con te! >> mi dice tendendomi la cornetta.
    Sospiro pesantemente, mentre l’afferro e la porto all’orecchio, mi immagino già cosa vuole dire, infatti…
    << Che razza di nome è Buffy? Come si veste? Che aspetto ha? Liam è una frana con le descrizioni…voglio sapere tutto! E così ti sei innamorato finalmente, era ora per….>> sta andando a rotta libera e mi ha appena distrutto un orecchio.
    << Cordy, tesoro…non è che potresti parlare a voce più bassa? Ti sta sentendo tutto il palazzo! E poi….non è certo per farti la telecronaca che ti abbiamo chiamata! >> ringhio.
    << Scusa paparino…è che sono così eccitata! >> risponde lei con un tono di voce che spaccherebbe una finestra.
    << E non chiamarmi paparino! >> ringhio più forte.
    Ripasso frustrato il telefono a Angelus che sghignazza a più non posso. Adoro Cordelia, ma quando fa così proprio non la reggo. E’ come un uragano che dove passa non cresce più erba.
    La telefonata va per le lunghe, ma alla fine grazie a Wesley, il marito di Cordelia, si riesce a raggiungere una decisione. All’inizio avevo mal giudicato quel damerino tutto azzimato (anche lui è inglese!), pensavo che non sarebbe mai riuscito a tenere testa a quella svitata della mia figlioccia, invece, quando si dice che gli estremi si attraggono…la loro unione andava a gonfie vele.
    Comunque sia la soluzione è questa: non sarò io a chiamare l’osservatore e a fissare un incontro, ma Liam, il quale sarà presente. In poche parole, due poliziotti sono meglio di uno, perché è soprattutto in questa veste che ci presenteremo, il resto verrà da sé.
    Ascolto affascinato la conversazione, Liam ha un tono incredibilmente pieno d’autorità, sembra quasi il presidente degli Stati Uniti, quando parla. Cerco di sentire anche la controparte, ma il tizio parla a voce molto bassa e riesco a capire solo qualche parola.
    Quando la comunicazione finisce, sono io a chiedere:
    << Allora? >>.
    << Ha accettato di incontrarci, sarà qui fra un’ora. Voleva che andassimo a casa sua, ma ho pensato che forse era meglio se giocavamo in casa! >> spiega ancora tutto impettito.
    << Questo lo avevo capito! Io voglio sapere se ci sarà anche lei! >> dico mordendomi il labbro dal nervosismo.
    << Non lo so, di questo non abbiamo parlato! >> sguardo di scusa nei suoi occhi.
    Scrollo le spalle sconsolato. Poi mi do un’occhiata in giro.
    << Sarà meglio approfittare di questo tempo per dare una sistemata a questo posto. Sembra un porcile! >> detto da me che sono il proprietario, la frase suona strana.
    << Anche tu dovresti darti una sistemata. Tanto per cominciare che ne dici di vestirti? O vuoi accogliere i nostri ospiti in costume adamitico? >> sguardo critico nei miei confronti, non me ne lascia passare liscia neanche una.
    << Chissà, forse non sarebbe una cattiva idea! >> cerco di buttarla sul ridere, ma non serve a molto. Siamo entrambi decisamente tesi.
    Come Dio vuole, un’ora dopo, l’appartamento è diventato lucido come uno specchio. Angel è una bravissima donnina di casa, al contrario di me. Anch’io sono tirato a lucido, nei miei panni migliori. Migliori per modo di dire, il mio vero stile non sarebbe questo.
    Suona il campanello, ed io da bravo padrone di casa, vado ad aprire. Le mani mi sudano mentre afferro la maniglia della porta, cavolo non sono mai stato così impacciato. Forza e coraggio mi dico, e finalmente apro.
    L’uomo che mi trovo di fronte è sulla cinquantina, ha un aspetto decisamente inglese, dalla punta delle scarpe agli occhiali che porta. Sembra il classico topo di biblioteca, se non fosse per il brillantino che porta all’orecchio sinistro, quello mi fa ben sperare.
    E poi la vedo, quasi nascosta dietro la mole del suo osservatore, e il resto del mondo scompare. Non mi accorgo nemmeno che dietro di lei si stagliano altre due persone, sono la rossa e il ragazzo che ho conosciuto in centrale.
    Il leggero tossicchiare di Liam mi riporta alla realtà, meno male, rischiavo di fare la figura del pilone di cemento, bloccato lì senza aprire bocca ad impedire agli altri di entrare.
    Una volta che tutti ci siamo accomodati in sala, Liam prende la parola (come convenuto).
    << Per prima cosa, vorrei mettere in chiaro, che non una sola parola di quanto verrà detto, dovrà uscire da qui! Quindi signor Giles, si tolga dalla testa di informare il Consiglio delle cose che verrà a conoscenza! Il mio più che un consiglio, è una vera e propria minaccia! Ho molti amici nel dipartimento, amici che mi devono dei favori….pensi all’immigrazione o ancora meglio all’anticrimine, chissà che cosa potrebbero trovare se perquisissero le vostre case. Una cacciatrice, si sa, ha bisogno di molte armi per poter svolgere la sua missione….ma dubito che verrebbero considerate legali! >> ci sta andando giù pesante.
    Il silenzio che segue la sua dichiarazione di guerra (a me è sembrato che lo fosse), è pieno di tensione. Se continua così non andremo mai avanti.
    << Posso offrirvi qualcosa da bere? Un caffè, un tè, una birra…>> dico cercando di rompere il ghiaccio.
    Angelus mi fa un’occhiataccia terribile, ma io scrollando le spalle me ne frego. Ora che sanno a cosa vanno incontro, è meglio mettere a loro agio i nostri ospiti.
    << Io prenderei volentieri un tè! >> che dicevo, tipico inglese che beve tè a tutte le ore.
    Ha parlato balbettando leggermente, forse deve ancora riprendersi dalla sparata di Liam. Gli altri, più o meno timidamente chiedono invece del caffè (loro sono americani, dio li benedica! Io sarò anche inglese, ma il tè lo odio!).
    Mi dirigo quindi in cucina per preparare le loro bevande. A sorpresa, vengo raggiunto dalla rossa.
    << Pensavo di darle una mano a preparare! >> dice mentre si sfrega in continuazione le mani.
    << Grazie, ma ti prego dammi del tu e chiamami Jake, altrimenti mi sento un vecchio bacucco! >> le dico sorridendole gentile, mentre le indico dove si trovano le tazze e lo zucchero.
    << Lei…tu, tu sei veramente un vampiro? >> chiede lei, per poi diventare dello stesso colore dei capelli.
    << Scusa…se sembro sfacciata…è…che tu non lo sembri…sei così diverso! >> aggiunge tutta imbarazzata.
    << Non hai idea di quanto lo sia dolcezza, ma sì, sono un vampiro! Piuttosto dimmi, da quanto conosci la cacciatrice? >> visto che ci sono ne approfitto.
    << Io, Buffy e Xander, ci siamo conosciuti al primo anno del liceo di Sunnydale. Ora frequentiamo insieme l’università qui a Los Angeles, facendo un conto sono cinque anni! >> mi risponde pacata.
    Ecco adesso mi sento un pervertito, la distanza di età che ci separa mi pesa addosso come un macigno. Per la miseria, non poteva avere qualche anno di più “quella” ragazzina?
    << Buffy, ti piace, non è vero? >> acuta la fanciulla.
    Mi sa che è meglio se non la sottovaluto, tutta la sua dolcezza è sparita e ora mi guarda con sguardo vigile.
    << Si vede molto? >> il mio di sguardo è invece abbattuto.
    << Direi di sì! Ci manca solo che ti metti a sbavare e sei a posto! >> fantastico ha persino il senso dell’umorismo, mi piace sempre di più, come amica sia chiaro!
    Ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere insieme divertiti.
    << Comunque non preoccuparti, ho intenzione di darti una mano, te lo devo…per Tara! E poi…Buffy non è molto sveglia in certe cose!>> ora però è tornata triste.
    Istintivamente le accarezzo una mano, che volete farci, sono sensibile al dolore altrui. Le mi sorride grata, fantastico mi sono fatto un’alleata.

    Edited by spuffy.77 - 20/7/2016, 06:58
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    Finito di postare Ti prego amami
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    3° CAPITOLO
    Doveva essere mattino. Aveva sentito la voce di Dawn dal piano inferiore… quella sua inconfondibile risata.
    Non avrebbe potuto però esserne certa. Le scure e vecchie persiane della sua finestra non lasciavano penetrare alcun raggio solare, rendendo l’oscurità artificiale della stanza assoluta. Quella doveva essere la sua stanza. Aveva fatto lunghi viaggi tutta la notte e ora l’aveva capito.
    Quell’intera giornata aveva come unico scopo portarla in quell’atroce camera oscura.
    Quel luogo che sarebbe stato tagliato, graffiato per sempre dalle sue grida silenziose.
    Strinse la coperta tra le dita cercando di mettere a tacere quegli strazianti pensieri con la speranza di trovare nella sua mente ferita un po’ di luce.
    Forse tutto si sarebbe sistemato…. Infondo era accaduto anche qualche mese prima di perdere la memoria a causa di un incantesimo di Will e forse….. no!
    Quest’indelebile tortura non poteva essere un incantesimo. Nulla aveva a che fare con una banale perdita della memoria.
    Semplicemente lei non esisteva, tutta la vita aveva continuato inesorabilmente a girare col semplice fatto che lei non esistesse o meglio ancora….. la sua vita non le apparteneva più.
    La mora dagli occhi scuri, fredda e sicura, l’aveva derubata di tutto, le aveva totalmente strappato ogni flebile ricordo di vita, perché se nessuno ricordava allora nulla era stato!
    Strinse le mani sudate attorno alle tempie come per darsi un po’ di pace, come per mettere a tacere l’orrore che pian paino si faceva strada nei suoi pensieri.
    Qualcuno bussò. Buffy si precipitò alla porta. Forse avevano ricordato!
    Il sorriso di Will le lasciò una luce nell’anima per qualche altro breve istante.
    “Scusa, forse dormivi ancora. Buffy giusto?”
    La cacciatrice non trovò nemmeno la forza di allungare la mano verso la strega che la ritrasse velocemente.
    “Volevo solo dirti che nessuno resterà in casa per qualche ora ma io ho insistito per farti riposare ancora un po’…. forse non hai un posto dove stare?”
    Buffy si appoggiò alla porta senza rispondere.
    “In ogni caso ho pensato che tu volessi lavarti e…. questi sono alcuni vestiti: spero siano della tua taglia. A dopo”
    Willow scese velocemente le scale turbata dalle mancate risposte della cacciatrice e forse già pentita di essersi mostrata così buona.
    Buffy richiuse la porta e dovette appoggiarsi al letto per evitare di accasciarsi a terra. Terribile! Non riusciva a trovare un'altra parola per descrivere questo incubo. Ancora una volta come il giorno prima sentì il viso e il collo completamente impregnati di sudore e lanciò via la maglietta con una ferocia inumana.
    Si diresse a grandi passi verso la finestra e la spalancò furiosa, avrebbe voluto urlare, gridare come una disperata, prendere a calci il mondo e invece….. piangeva!
    Grandi gocce d’acqua salata le riempivano le guance pallide e inutile fu cercare di frenare l’istinto di portarsi le mani al viso e accasciarsi sul pavimento.
    Strinse il suo corpo tra le braccia come faceva da bambina e cercò di reprimere i singhiozzi. Si accorse aprendo gli occhi di indossare ancora i vestiti del giorno dopo e di essere più sporca che mai. Uscì dalla stanza guardandosi attorno, cercando di catturare ogni minimo particolare mentre con gesti duri cancellava le continue lacrime che le solcavano il viso e non sembravano intenzionate a fermarsi.

    Il sole batteva forte e cocente ma lo sfogo delle ore precedenti sembrava averle fatto ritornare un po’ di forza. Aveva abolito ogni tipo di pensiero.
    Qualsiasi cosa formulasse la sua mente, il risultato era un instancabile angoscia che le percorreva l’anima e così si era ripromessa di agire senza riflettere o meglio….. si sentiva vuota, completamente svuotata.
    Le sue ultime e flebili speranze l’avevano indirizzata verso il Magic-box ma soprattutto verso il signor Giles che doveva trovarsi ancora in Inghilterra, forse, forse…. una piccola luce si accese in quel buio.

    Il campanello all’entrata fece il solito rumore di sempre e Buffy trovò piacevole constatare che almeno questo non fosse cambiato.
    Anya era intenta a fare conti dietro al suo bancone e Xander leggeva una rivista seduto al tavolo di fronte: entrambi la salutarono con un fugace cenno della mano e uno sguardo imbarazzato.
    Faith che era nascosta dietro uno scaffale le si parò davanti spostandosi dal viso i capelli scuri “Vedo che ti sei svegliata e ti sei anche data una ripulita”
    Buffy non riuscì a fare a meno di intravedere l’astio della nuova cacciatrice.
    “Forse la bella addormentata nel bosco vuole dirci se ha ritrovato la strada di casa o magari…. ”gli occhi scuri la scrutarono fino infondo e la voce si fece più bassa “Ringraziarci!”
    Buffy guardò spaesata attorno a sé come faceva da bambina quando si trovava in difficoltà ma niente! Nessuno ora poteva anche solo sorriderle!
    “Scusa, forse ti sembrerò scortese o meglio ancora pazza ma tu non capisci quello che sta accadendo” le rispose titubante.
    Faith si allontanò lasciando trapelare la rabbia che le suscitava la ragazza “Si, certo tu sei la cacciatrice!”
    Buffy si fece risoluta e i suoi occhi verdi diventarono impercettibilmente più scuri.
    “Esatto”
    “Cacciatrice o no sarebbe meglio presentarci” la voce di Xander le affievolì quella pesante tortura inflitta alla sua mente.
    Il tono, la sua voce calda e rassicurante era sempre la stessa e si accorse che questo valeva anche per Willow che concordò con l’amico sbucando da uno scaffale polveroso visibilmente contenta che ciò che le era parso così imbarazzante qualche ora prima, adesso le si stesse avvicinando a piccoli passi.
    Buffy si ripromise che per tutto il tempo avrebbe ascoltato solo il suono della voce dei suoi amici. Non le sarebbe importato se le avessero chiesto il suo nome, chi fosse, da dove venisse. Se l’avessero insultata o maltrattata lei avrebbe ascoltato la loro voce, il suo suono e si sarebbe sentita a casa.
    Anya senza alzare lo sguardo dai suoi soldi si limitò a gridare il suo nome e Buffy tra la paura e lo sconcerto pronunciò silenziosa il suo.
    Faith aveva attraversato a lunghi passi l’intera stanza. La luce del risentimento era più che accesa nei suoi occhi…. perché la odiava tanto?
    Buffy si ritrovò a specchiarsi nei suoi occhi e dovette volgere lo sguardo quasi senza forze. Quella cacciatrice scura e risoluta era il suo opposto e Dawn non poteva essere sua.
    Buffy cercò di farsi coraggio sperando che almeno quella domanda potesse avere una piacevole risposta, sospirò tra sé e sé “Conoscete il signor Giles?”
    Faith era più beffarda che mai “E chi sarebbe questo? Un tuo amico?”
    Buffy balbettò sconcertata “Tu non hai un osservatore? Cioè… lui non è il tuo osservatore?” Faith rise isterica “Mi dispiace carina. Il mio osservatore è morto e sicuramente non era nessun signor Giles o come diavolo si chiama!”
    Non esiste. Inorridita, sconvolta… senza parole, respiro.
    La sua casa in vendita, la perdita di memoria di tutti, il fatto che lei non esistesse e ora anche il suo eterno punto di riferimento, Giles, che solo, dopo la morte di sua madre era rimasto a proteggerla se pur da lontano.
    Tutto le stavo rotolando via, correva lontano, veloce quasi irraggiungibile…. e quel cartello…. lui…. l’odore di vernice.
    Si voltò di scatto: Dawn!
    I lunghi capelli della ragazza le cadevano morbidi sulle spalle, indossava quella camicetta che aveva sempre adorato. Ebbe l’impulso irrefrenabile di stringerla a sé ma… i suoi occhi! Così freddi, scostanti, lontani….. era un’estranea, per lei era un’estranea!
    Corse via sperando di non doversi mai fermare!

    Il sole era lentamente scomparso. Mille persone erano passate davanti ai suoi occhi…. mille bambini avevano stretto contenti le mani delle loro mamme e mille ragazzi si erano baciati, qualcuno aveva litigato, qualcuno… qualcuno…. sperò con tutta se stessa di non doversi mai alzare da quella panchina. Sperò con tutta se stessa che la sua vita si bloccasse lì, in quel punto morto.
    Morto…. morto …. per sempre…. forse.
    Sentì la sua presenza alle sue spalle, il suo forte odore di tabacco e alcol “Se ti chiedessi di uccidermi?”
    Un sorriso si pronunciò sulle labbra diaboliche del vampiro.


    Edited by spuffy.77 - 16/7/2016, 16:34
  7. .
    Adesso mi impegnerò giuro e prima di postare qualsiasi altra storia mi assicurero' che nn sia già qui. 😎
  8. .
    E io ho appena scoperto che sono una frana....sto postando una ff già postata....non ce la posso fare...l'età si fa sentire!!!!!😭😭😭😭
  9. .
    Ma no che nn è rimasta incompiuta....adesso posto degli altri capitoli... fortunatamente è completa! 😊
  10. .
    Postato SOF in spuffy Au N17
  11. .
    Title: Shadows Of Friendship
    Author: **Ardespuffy**
    Written: settembre 2006/
    Disclaimer: i personaggi del Buffyverse appartengono a Joss Whedon, alla ME, alla Fox ecc…
    Pairing: Spuffy…
    Rating: R/NC-17
    Subject: Buffy e Spike, amici da tutta una vita. Ma alla morte del signor Atwood le cose iniziano a cambiare… e l’amicizia si trasforma in un morboso legame di sangue…

    NOTA: è la mia prima fanfic AU, ambientata in un mondo dove tutti sono umani… ma in un certo senso dark…


    ********


    19 settembre

    Riley Finn è un colossale idiota.
    Ho chiuso con lui. Definitivamente.
    Non solo mi ha costretta a sopportare i pettegolezzi di tutti sulla sua avventura con quella sciacquetta di Cassie Newton, ma ora mi combina anche questo!
    Quando mi ha detto di essersi fatto Nikki Wood, al campeggio estivo, ho perso la testa.
    Sono particolarmente fiera del mio comportamento, a dir il vero. L’ho mandato al diavolo senza pensarci due volte, e gli ho detto di non farsi vedere MAI PIU’.
    E non scherzo mica.
    Giuro che se me lo trovo di nuovo davanti, quella faccia da culo, perdo il controllo delle mie azioni.
    Non vedo l’ora di raccontare tutto a Spike. Sono certa che sarà più che orgoglioso di me! A lui Riley non è mai piaciuto, il che significa che è sicuramente più bravo di me, nel giudicare le persone.
    Tornerà soltanto domani dal viaggetto in Canada con suo padre. Personalmente trovo che non sia stata una grande idea organizzare una vacanzina a Vancouver durante la prima settimana di scuola… ma il signor Atwood ha deciso che fosse l’occasione ideale per rinsaldare i rapporti con suo figlio.
    Che volete farci: i genitori sono tutti matti.
    Prendete i miei, per esempio. Ultimamente non fanno altro che tubare come piccioncini in calore. Mi danno il voltastomaco!
    Spero solo che non abbiano intenzione di fare un altro bambino. Tanto per cominciare, alla loro età sarebbe assolutamente vergognoso. E poi, io non lo voglio un marmocchio urlante in giro per casa: dopo diciassette anni trascorsi da figlia unica, il mio cervello è ormai programmato ad un certo stile di vita – che non contempla cambi di pannolino e bruschi risvegli notturni.
    Secondo Spike, essere figli unici è uno schifo: tutte le ambizioni frustrate, i desideri e le incazzature dei genitori si concentrano su di te, e non hai nessuno con cui condividere l’adorabile atmosfera da lager che regna durante le liti domestiche.
    Suppongo che, da un certo punto di vista, possa anche avere ragione: ma non riuscirà mai a convincermi che è meraviglioso lottare per la propria privacy contro stuoli di mocciosi viziati!
    La verità è che lui parla così perché si sente solo. E, poveretto, c’è anche da capirlo: suo padre non c’è mai, e sua madre è morta dieci anni fa.
    Lui aveva solo nove anni.
    Mi fa venire i brividi ogni volta che ci penso. Eravamo entrambi molto piccoli, ma dubito che uno dei due riuscirà mai a dimenticare la vista di quella bara color mogano che veniva calata nella fossa, in un tiepido pomeriggio primaverile.
    Oh… ecco che mi viene la pelle d’oca. Meglio cambiare argomento, e alla svelta.
    Will e Faith erano letteralmente annichilite, dopo la scenata che ho fatto al Verme (Riley). Per poco non gli schizzavano gli occhi fuori dalle orbite, quando una porzione di gustosa lasagna si è casualmente abbattuta sui pantaloni (bianchi) del mio ex…
    Sì, so cosa state pensando, e concordo pienamente con voi: per quanto riguarda la lasagna, è stato un vero spreco.

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    20 settembre

    Spike è tornato oggi dal Canada.
    Sono passata a trovarlo subito dopo la scuola. Era un bel po’ sottosopra, a dir il vero. Aveva delle borse gigantesche sotto gli occhi, e l’aria di uno che non dorme da sette mesi.
    E tutto perché – e l’ha scoperto durante il viaggio sul piccolo bimotore che l’ha portato da Ottawa a Vancouver – soffre di jet-lag.
    Non si può dire che fosse esattamente in vena di chiacchiere, così ho rinunciato all’idea di farmi raccontare qualche particolare sulla vacanza canadese, e gli ho detto tutto sulla storia del Verme.
    Ho visto i suoi occhi spalancarsi, man mano che andavo avanti con il mio resoconto. Quando sono arrivata al pezzo forte (il capitombolo della lasagna), ha cominciato a sghignazzare come se non avesse mai sentito niente di più divertente in vita sua.
    “Gli sta proprio bene, a quel coglione!” ha commentato, appena si è calmato abbastanza da riuscire a spiccicare parola. “E aveva pure i pantaloni bianchi!”.
    Abbiamo riso come due dementi per qualche altro minuto; poi sono tornata seria e gli ho chiesto com’è andata la vacanza con suo padre (che, tanto per cambiare, non era in casa).
    Spike ha sbuffato: “Lo sai com’è fatto, il mio vecchio. Non sa stare lontano dal suo fottutissimo lavoro per più di ventiquattro’ore. Al terzo giorno ha sclerato”.
    Gli ho detto che mi dispiaceva – ed è vero – ma lui ha scrollato le spalle, rassegnato: “Fa niente. Ormai ci sono abituato” ha bofonchiato.
    Dopodiché si è buttato a faccia in giù sul letto, esausto, e io ho capito che era meglio togliere il disturbo.
    Sono davvero dispiaciuta per quello che mi ha raccontato, ma di certo non sorpresa. Voglio dire, non basta mica una settimana su un’isola del Nord per risolvere i conflitti di tutta una vita.
    Spike e suo padre non hanno mai avuto un gran bel rapporto, e le cose sono precipitate dopo la morte della signora Atwood. Si sono ritrovati da soli, privi della loro colonna portante, e sono crollati.
    Il sig. Atwood è sempre in giro per lavoro (credo sia un direttore di Banca, o qualcosa del genere), e suo figlio non è molto abituato ad averlo intorno. Ecco perché una vacanza insieme, a stretto contatto 24 h su 24, non poteva che portarli ad una crisi di nervi.
    E, a proposito di crisi di nervi: che gli prende al vecchio Giles? Oggi mi ha convocato nel suo ufficio per parlare del mio “inaccettabile, deplorevole, puerile comportamento”: in altre parole, mi ha fatto un predicozzo mortalmente barboso sull’incidente con Riley.
    Ok, ammetto che forse da parte mia non è stato molto intelligente fare una piazzata del genere in sala mensa, ma io mi sono soltanto adeguata: è stato il Verme a parlarmi delle sue scappatelle davanti a tutti. Se avesse avuto il buonsenso (e la discrezione) di discuterne in privato, non mi sarei beccata due stramaledetti giorni di sospensione.
    Inutile dire che i miei hanno fatto i salti di gioia, nell’apprendere la notizia.
    E, se aveste mai avuto la fortuna di assistere ad una delle celebri scenate di Hank Summers, vi rendereste conto di cosa mi è toccato sopportare.
    Il risultato? Non posso “avere contatti col resto del mondo” per i prossimi tre giorni… fatta eccezione per Spike, che i miei adorano come una specie di divinità eterea.
    Sapete che c’è di nuovo?
    Comincio a ricredermi su tutta quella storia dell’essere figli unici.

    ********


    22 settembre

    Domani ritorno a scuola. E, grazie al cielo, la punizione è agli sgoccioli.
    Spike è venuto a trovarmi dopo le lezioni (ufficialmente per portarmi gli appunti di letteratura inglese). Mi ha un po’ tirato su il morale, perché ha detto che a scuola, ormai, non si parla d’altro che di me.
    Non sono molto abituata alla popolarità – quella è roba da cheerleader – quindi lo trovo un piacevole diversivo!
    Inoltre, pare che Willow e Faith non si siano ancora riprese dallo shock, e vanno in giro a raccontare, tutte esaltate, di come ho rimesso al suo posto quel viscido, schifoso traditore di Finn. Così, adesso, l’intera Sunnydale High sa di che pasta è fatto realmente!
    Lunga vita alla giustizia divina!

    ********


    25 settembre

    Novità! Novità!
    Voci ben informate sostengono che Cordelia Chase (si, esatto, quella Cordelia Chase) abbia intenzione di organizzare un mega party per il suo diciottesimo compleanno, servendosi della modesta villa con piscina di suo nonno.
    Ora, è risaputo che le feste di Queen C (che non a caso è la capo-cheerleader della squadra di football) sono degli imperdibili eventi mondani, ai quali chiunque con un minimo di amor proprio dovrebbe partecipare. Ma è altrettanto noto che gli inviti sono riservati solo agli amici e alle amiche più strette della festeggiata: una schiera della quale, disgraziatamente, la sottoscritta non fa parte.
    A questo punto, la domanda è: come fare per partecipare a quello che si preannuncia il party dell’anno?
    Risposta: ma servendosi di Spike, naturalmente!
    Dopotutto, ci saranno pure dei vantaggi nell’avere un migliore amico che ha tanto successo con le donne, no?
    Quindi, ecco il piano: il caro Spikey seduce Queen C con il suo charme, si fa invitare alla festa, e noialtri (Faith, Willow, Oz, Xander ed io) ci imbuchiamo con lui!
    Semplice, vero?
    Ora non mi resta che mettere al corrente il diretto interessato…


    Spike è assolutamente irragionevole!
    Il fedifrago si rifiuta di perorare la mia causa. In altre parole, non gli importa nulla se il mio sistema nervoso subirà un grave crollo (cosa che succederà sicuramente, se non riuscirò ad andare a questa festa); tutto ciò che gli preme è non scomodare il suo prezioso fondoschiena per intrattenere un po’ di pubbliche relazioni con Cordelia!
    Non lo trovate pazzescamente egoista?
    Naturalmente io non mi do per vinta. Lo convincerò, fosse l’ultima cosa che faccio!
    D’accordo, non sarà facile, considerato che le sue parole precise sono state: “Scordatelo, bionda! Per chi diavolo mi hai preso? Dovrà congelarsi l’Inferno perché io vada a strisciare ai piedi di Cordelia Chase!”… ma ho dei metodi assolutamente convincenti per farlo passare dalla mia parte!
    Ehi… aspettate un attimo. Che cosa avete capito??!!
    Per carità, Spike è il mio migliore amico!! Ci conosciamo da prima che nascessimo! Io l’ho visto cadere nel fango con la bicicletta e spezzarsi un premolare (prontamente ricostruito dal suo dentista, che poi è anche il mio!). Io l’ho visto tagliarsi con il rasoio durante i suoi patetici tentativi di farsi la barba, a dodici anni, e frignare come un bambino alla vista del sangue. Io l’ho visto pettinare le (mie) bambole con il gel per capelli, quando voleva diventare parrucchiere. Io l’ho visto soffrire per colpa di quel virus intestinale che si è beccato a quattordici anni, quando non riusciva a smettere di andare in bagno.
    Alla luce di tutto questo, credete davvero che possa provare un certo tipo d’interesse per lui??
    Il fatto è che, quando conosci qualcuno come io conosco Spike, tendi a dimenticare cosa nasconde nei pantaloni. Insomma, lui per me non è un ragazzo. Lui è… Spike!
    D’accordo, ammetto che in certe occasioni (ad esempio, quando mi rendo conto che mezza popolazione femminile di Sunnydale gli viene dietro) cerco di guardarlo in modo obiettivo, tanto per capire cosa ci trovano le altre in lui… e, si, è indubbiamente un ragazzo attraente. Ma è tutto qui! Voglio dire, non potrei MAI pensare di… fare qualcosa in merito.
    Questo è… blasfemo!!!
    Meglio uscire in fretta e furia da questo intricato labirinto di illazioni, e tornare a concentrarmi su ciò che davvero mi preme.
    Perché di una cosa potete essere certi.
    Non so ancora in che modo… ma io sarò a quella festa!
    28 settembre

    Oggi mega sessione di shopping al centro commerciale!
    Faith, Willow ed io abbiamo urgente bisogno di vestiti nuovi… per la festa di Queen C!!!!
    Eh si, perché – come volevasi dimostrare – i miei infallibili metodi (che, per amor di cronaca, comprendono ricatti assolutamente inumani) hanno dato i loro frutti: il mio carissimo Spikey si è finalmente deciso a fare il suo dovere da incallito playboy, e ha circuito senza difficoltà l’irreprensibile Cordelia!
    E così, adesso eccomi qui, ad ingoiare anche le ultime briciole d’orgoglio, strisciando come il più squallido degli invertebrati: in altre parole, sono stata costretta a chiedere ai miei amabili genitori i soldi per gli acquisti, nonostante i nostri rapporti non siano esattamente ottimali, dopo quella faccenda della sospensione…
    Infatti, in un primo momento, la (prevedibile) risposta che ho ottenuto è stata qualcosa di simile a: “Stai scherzando, spero! Credi forse di meritare un premio, per il tuo esemplare comportamento degli ultimi giorni? E poi, chi ti ha dato il permesso per questa festa? Dovresti impiegare il tuo tempo in qualcosa di veramente importante, come cercare di migliorare il tuo rendimento!”.Io però ho avuto il buonsenso di mantenere la calma e, seguendo i consigli della posatissima Willow su “Genitori&Diplomazia”, alla fine l’ho spuntata.
    Devo darmi una mossa… le ragazze passano a prendermi tra poco, e non ho ancora finito di prepararmi.


    Dio, che giornata favolosa!!!
    Erano secoli che non mi divertivo così. Abbiamo letteralmente svaligiato il centro commerciale, dilapidando gli stipendi dei nostri parenti più prossimi. Abbiamo provato praticamente di tutto, dalle cose che effettivamente ci interessavano, a quelle ridicole e stravaganti prese tanto per scherzare. Alla fine abbiamo optato per tre vestiti corti e attillati: il mio è verde, quello di Will arancione, e quello di Faith blu. Sono tre modelli simili, ma non propriamente uguali, il che ci risparmierà qualche commento poco gradito alla festa.
    Ma la cosa più esilarante è stata vedere Harmony Kendall inciampare su un gradino e venir quasi risucchiata dalla scala mobile… proprio sotto lo sguardo divertito di Jamie Curtis, il ragazzo che cerca di accalappiare da mesi!!
    Cosa dicevo l’altro giorno a proposito della giustizia divina??


    Sono un po’ confusa.
    Dopo cena sono andata da Spike a fargli vedere il vestito per il party. L’ho già fatto, in passato, perché ci tengo ad avere un’opinione maschile; e poi, so che di lui posso fidarmi, perché sarà sempre (talvolta brutalmente) sincero.
    Solo che stavolta… è stato un po’ strano.
    Quando sono arrivata da lui – dopo una lunga chiacchierata e una bella dose di risate ai danni di quell’ochetta di Harmony – gli ho detto del vestito e sono andata in bagno a cambiarmi.
    Quando sono uscita, lui era seduto sul bordo del letto, la solita espressione tranquilla e un po’ distratta. Appena mi ha visto, però, ha letteralmente cambiato faccia. Giuro, gli sono schizzati gli occhi fuori dalle orbite!
    Io ho immediatamente pensato a qualche catastrofe, così sono partita in quarta: “Perché mi guardi in quel modo?? Cosa c’è che non va? Non ti piace il colore? Credi che mi ingrossi? Oddio, non potrò mai metterlo se…”.
    Ma Spike si è ripreso e ha scosso la testa: “Che dici, non c’è niente che non va col vestito!” ha quasi sospirato.
    Io mi sono bloccata appena ad un passo dall’attacco isterico – non potevo fare a meno di pensare ai settantacinque dollari buttati: “Oh… Allora che c’è?” ho chiesto, perplessa.
    Lui è rimasto a lungo in silenzio, guardandomi tanto fisso da mettermi a disagio. Alla fine ha mormorato: “E’ che… sei splendida, Buffy”.
    Oh…
    Bè, rendetevi conto di una cosa: sono diciassette anni che lo conosco, e non mi ha MAI fatto un complimento del genere. MAI! Di solito, quando è proprio in vena di sviolinate (immancabilmente alla ricerca di un favore), mi dice che sono un’amica fantastica, e che mi adora. Ma lo fa solo per interesse, quindi non conta.
    Invece stasera… non so, ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso, nell’aria. E non sono sicura che mi piacesse.
    Dopo questo commento, sono rimasta per qualche momento annichilita, in silenzio. Lui ha girato lo sguardo, evidentemente imbarazzato, e ha bofonchiato: “Il vestito è ok, comunque”.
    Mi sono risvegliata dalla mia trance e ho farfugliato un: “Oh… bene” un po’ incerto.
    Spike ha annuito e poi ha borbottato qualcosa a proposito di una telefonata che doveva fare, quindi sono tornata in bagno a cambiarmi e poi me ne sono andata.

    Strano davvero.
    30 settembre

    Ci siamo!!! CI SIAAAMOO!!!!
    Il gran giorno è arrivato!
    Tra poche ore Will e Faith verranno qui per prepararsi; poi andremo a prendere Spike – che ci aspetta a casa sua con Xander ed Oz – e finalmente… FESTA!!!
    Non sto più nella pelle!!!! Sarà strabiliante!!!


    Sono assolutamente distrutta… e poi, tecnicamente, dato che sono le due del mattino, siamo già al 01 ottobre… quindi riprenderò il diario domani, quando sarò nuovamente capace d’intendere e di volere… si spera!
    Solo una cosa… decisamente la serata non è andata come pensavo!

    ********

    01 ottobre

    Stamattina mi sono alzata a mezzogiorno passato.
    Sono ancora un po’ sottosopra per quello che è successo ieri sera. Insomma, non mi aspettavo certo che le cose andassero come sono andate!
    Ma partiamo dall’inizio…
    Appena finito di prepararci, Will, Faith ed io siamo andate da Spike. I ragazzi erano già tutti lì, ed era stranissimo vederli vestiti con quegli eleganti completi da pinguino d’alta società!
    Devo dire che Xander faceva la sua bella figura, e a Willow per poco non sono schizzati gli occhi fuori dalle orbite quando l’ha visto.
    Ma questo non è nulla rispetto alla reazione che ha avuto Faith nel vedere Spike.
    Giuro, per un attimo ho temuto che gli saltasse addosso e lo violentasse sotto i nostri sguardi! Aveva la bava alla bocca e gli occhi sfavillanti, nei quali campeggiava un solo messaggio, scritto a lettere cubitali: FAMMI QUELLO CHE VUOI!
    La totale mancanza di dignità con cui gli si è gettata fra le braccia (per *salutarlo*!) è stata davvero imbarazzante, e anche leggermente fastidiosa. Insomma, un po’ di contegno!!!
    Quando è finalmente riuscito a districarsi dalla presa di Piovra Girl, Spike ha guardato me. Sono arrossita all’istante ripensando alla nostra ultima conversazione in camera sua, e ho temuto che stesse per fare o dire qualcosa in merito.
    Ma fortunatamente non l’ha fatto. Si è limitato a sorridermi e a salutarmi con il più normale degli: “Ehilà, Buffy”.
    Io ho ricambiato, sollevata, e poi ho salutato gli altri.
    Dopodiché ci siamo divisi in due gruppi: tre di noi sarebbero arrivati alla festa con l’auto di Oz, e altri tre con quella di Spike.
    Oz, che ha una cotta per Willow da circa settantasei millenni, ha ovviamente fatto in modo di averla nella sua macchina, e Xander, che è perso per Faith, ha fatto lo stesso.
    Risultato? Io e il mio migliore amico ci siamo ritrovati a fare da reggi moccolo!
    O almeno, questo è ciò che credevo.
    In realtà, quando siamo arrivati all’elegantissima “Aloi Villette” (un’antica costruzione in stile Rivoluzione francese, situata alla periferia nord di Sunnydale), mi sono resa conto che le cose stavano diversamente.
    Come traspariva dall’espressione truce di Xander, da quella estatica di Faith, e da quella vagamente impacciata di Spike, nella vecchia DeSoto nera doveva essersi svolto un interessante gioco delle coppie, dagli imprevedibili risvolti.
    Così, mentre Oz cercava di attirare l’attenzione di Willow, impegnata a civettare con Xander, che non toglieva gli occhi di dosso a Faith e Spike, ho improvvisamente realizzato di essere la candela del gruppo.
    Disastroso! Non sono arrivata all’età di diciassette anni solo per fare da spettatrice all’eccitante vita amorosa degli altri!
    In quel preciso momento ho preso la mia decisione. Non potevo starmene lì ad aspettare gli eventi: dovevo darmi una mossa!
    Ho giurato a me stessa che mi sarei data alla pazza gioia; così, non appena ci siamo addentrati nel curatissimo giardino (forse “parco nazionale” rende meglio l’idea delle dimensioni!), ho cominciato a guardarmi intorno con interesse, il mio radar acchiappa - ragazzi già in funzione.
    Oltre ai soliti esemplari della nostra scuola, figurava anche qualche affascinante universitario. Il signor Chase è titolare della cattedra di letteratura contemporanea alla California University, quindi immagino che Queen C conosca un mucchio di gente dell’ambiente.
    Certa gente ha tutte le fortune!
    Quando ci ha visti, Cordelia si è illuminata come se Brad Pitt in persona fosse atterrato da una navicella spaziale dritto sul suo prato (cosa per niente improbabile, vista la buona stella di quella ragazza!). Ci è venuta incontro con un sorriso a cinquantasei denti (tutti di un bianco abbagliante), e per un attimo ho creduto ad un trapianto di personalità. Ci ho messo qualche secondo a capire il perché di tutta quell’improvvisa benevolenza.
    Appena ci ha raggiunti, si è letteralmente gettata fra le braccia di Spike, ignorando platealmente noialtri. Lo ha baciato su entrambe le guance e ha cinguettato: “Ooooh, Spike!! Finalmente sei arrivato!”.
    Lo ha preso sottobraccio con un gesto a dir poco confidenziale, trillando: “Vieni con me, voglio presentarti un po’ di persone!”.
    Spike ha biascicato qualcosa di incomprensibile e si è guardato intorno, in cerca d’aiuto. Faith lo ha preso per un braccio, strappandolo alla stretta di Cordelia con insospettabile foga: “Magari dopo, eh, Cordy?” ha quasi ringhiato, a denti stretti.
    Will ed io ci siamo scambiate uno sguardo preoccupato. Personalmente, cominciavo a temere una rissa.
    Fortunatamente Spike ha salvato la situazione con un tocco di diplomazia: “Sarà un piacere per me accompagnarti, Cordelia… è solo che ho una telefonata da fare. Non ti dispiace se ti raggiungo più tardi, vero?”. E senza aspettare una risposta si è liberato di Faith e si è allontanato discretamente, brandendo spudorato il telefono cellulare.
    Cordelia ha borbottato qualcosa e poi ci ha guardati. La sua espressione era talmente disgustata che ho creduto ci avesse scambiati per quelli dell’impresa di pulizie. Non ci ha degnati di una parola e se n’è andata, impettita.
    Faith era letteralmente avvelenata: “Io la odio, quella smorfiosa!” ha sbottato.
    Willow le ha gentilmente ricordato che “quella smorfiosa” era la padrona di casa, quindi forse proclamare a gran voce di detestarla non era proprio una grande idea. Faith l’ha mandata al diavolo.
    A quel punto Xander ne ha approfittato per chiederle di ballare e lei ha accettato: lo ha preso per un braccio e lo ha trascinato verso la pista (con la delicatezza di un rinoceronte imbizzarrito, aggiungerei), mentre un costosissimo impianto stereo diffondeva le note di “What a wonderful world”, di Louis Armstrong.
    Davvero molto azzeccato, non c’è che dire!
    Poco dopo Oz si è fatto coraggio e ha seguito l’esempio di Xander, chiedendo a Will di ballare. Lei era sorpresa (è così sveglia che, nonostante i CHIARI segnali continua a ignorare i sentimenti che Oz nutre per lei), ma ha accettato.
    E così io sono rimasta sola. Persino il mio cosiddetto migliore amico era troppo impegnato con le sue finte telefonate per farmi un po’ di compagnia; così ho cominciato a vagare per l’immenso giardino, sentendomi un predatore che scruta il suo campo d’azione.
    Per darmi un po’ di carica ho fermato uno dei ragazzi del catering e ho preso un bel calice di… qualcosa. Spumante, credo. Anzi, no, scusate: champagne, ovviamente!
    Era schifosamente amaro, ma bruciava a sufficienza da infondermi coraggio. E ne avevo un gran bisogno, visto che stavo per gettarmi fra le braccia del primo ragazzo appetibile che mi fosse capitato a tiro.
    Ho lanciato una rapida occhiata verso la pista da ballo, ostentando nonchalance. C’erano i miei amici che ballavano, e Cordelia che si strusciava contro un povero malcapitato che mi dava le spalle.
    E poi l’ho visto.
    Alto, ben piazzato, folti capelli scuri e sguardo languido. L’elegante completo nero che indossava completava l’effetto, dandogli un’aria misteriosa e sofisticata.
    Era una visione.
    Sforzandomi di non sbavare, mi sono avvicinata per guardare meglio. Non stava ballando. Era fermo a bordo pista, e chiacchierava con una coppia piuttosto attempata – probabilmente amici del signor Chase – che annuiva deliziata ad ogni sua parola.
    Per un istante i suoi occhi si sono puntati su di me, e io ho sentito un brivido caldo serpeggiarmi lungo la schiena. Mi ha fissato per qualche momento, senza smettere di parlare con i due vegliardi. Poi ha distolto lo sguardo, e io ho deciso.
    Obiettivo avvistato!

    Mi sono procurata un altro drink e ho aspettato con pazienza che facesse effetto. L’alcool mi da alla testa facilmente, quindi prevedevo di non dover attendere a lungo.
    Volevo essere almeno un po’ *allegra*, prima di rimorchiare il bambolone. Così, nel peggiore dei casi (vale a dire, se mi avesse dato un gran bel due di picche), la mattina dopo avrei rimosso l’umiliazione.
    Quando mi sono sentita pronta, ho cominciato la mia lenta avanzata. Ho attraversato la pista ballando e ho raggiunto il bel tenebroso. I nonnini se n’erano andati, e lui era solo, in tutto il suo splendore, poggiato contro una colonna del gazebo.
    I dieci minuti successivi sono un mistero, per me. Non ho la minima idea di come sia successo, ma mi sono ritrovata avvinghiata a lui, in pista. Credo di… ehm… essergli saltata addosso, in effetti. Terribilmente imbarazzante, ma lui non sembrava esattamente dispiaciuto. E se c’è una cosa che ricordo con precisione è che baciava davvero da dio!
    Quando ci siamo stufati di ballare, siamo andati a sederci su una delle numerose panchine che costeggiavano i viali del giardino, dove abbiamo ripreso la nostra maratona per pomiciatori incalliti.
    E qui ho un altro vuoto mentale. Credo di aver bevuto più di quanto non ricordi, perché a fine serata non ero solo un po’ brilla: ero ubriaca marcia.
    Tutto ciò che ricordo è una specie di rissa… tra Xander e un tipo più grande, che non conoscevo.
    E poi, lei.
    Harmony Kendall.
    Con Spike.
    Dietro una colonna, mentre l’orchestra dal vivo attaccava l’ennesimo blues.
    Che si baciavano.
    A quel punto ho avuto un capogiro e mi sono accasciata fra le braccia del mio stallone, che mi ha sorretto come una comoda spalliera.
    Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella scena, più che mai grottesca ed innaturale.
    Appena si sono accorti di noi, Spike e Duckmony si sono staccati di botto. Bè, a dir il vero è stato lui ad allontanarsi. Lei gli è rimasta aggrappata alla giacca, come se non volesse lasciarlo andare.
    Spike è impallidito. Ha biascicato qualcosa che non ricordo, mortalmente imbarazzato.
    E poi, inspiegabilmente, mi sono ritrovata seduta sul sedile posteriore dell’auto di Oz, tutta sola. Del bel tenebroso nessuna taccia.
    Sono tornata a casa barcollando, cercando disperatamente di non fare rumore. L’ultima cosa di cui avevo bisogno, dopo tutti i casini degli ultimi tempi, era far incazzare i miei per essere rincasata con un’ora di ritardo!
    Ho buttato giù quelle poche righe sul diario, giusto per registrare le impressioni a caldo, e poi mi sono letteralmente gettata a letto, stremata.
    Solo stamattina, al mio risveglio, mi sono accorta del biglietto.
    Angel. Il mio bambolone si chiama così.
    Mi ha lasciato il suo numero, con sotto scritto: “Usalo!”.
    Puoi scommetterci, caro!
    Ora però devo andare. Mi vedo con Willow per colmare le mie lacune sulla serata di ieri. Credo sia il caso di fare un po’ di luce sui miei vuoti di memoria, non trovate?
    E, tanto per la cronaca…
    … dannata emicrania!!!
    Sono appena tornata.
    Will ed io abbiamo fatto una lunga chiacchierata chiarificatrice, ed ora più che mai mi rendo conto che la serata di ieri è stata un vero disastro.
    Tanto per cominciare, Oz ci ha provato.
    Con Willow, naturalmente!
    Mentre ballavano ha cominciato a stringerla un po’ troppo, e poi ha cercato di baciarla. Lei è sgusciata via, inorridita, e gli ha fatto capire senza troppi giri di parole che lui non le interessa. Temo ci sia rimasto maluccio!
    Quanto a Faith e Xander…
    Ok, in teoria ballavano insieme… ma Faith è fatta così: se passa troppo tempo con lo stesso ragazzo le viene l’orticaria!
    Così ha dato le spalle a Xander e ha cominciato a ballare in modo provocante con un altro, uno di quegli universitari che c’erano al party. Il tizio sembrava apprezzare, e ha cominciato a farsi prendere un po’ la mano.
    A quel punto Xander si è messo in mezzo, accampando assurde pretese di possesso su Faith (della serie, per intenderci: “Lei sta con me!”).
    Willow non sa come sia accaduto, esattamente, ma i ragazzi hanno perso il controllo e se le sono date di santa ragione… tanto che siamo stati buttati fuori.
    Il sig. Chase era inorridito. Continuava a blaterare qualcosa sulla nostra puerilità (fa tanto Vecchio Giles!), mentre Cordelia gemeva come se le si fosse spezzato il cuore.
    E’ stato allora che miei amici sono venuti a cercarmi (trovandomi avviluppata ad un avvenente sconosciuto!).
    A quel punto mancava solo Spike… che è spuntato quasi subito. In dolce compagnia.
    Will era davvero sorpresa, e mi ha chiesto se sapessi qualcosa di questa presunta love story.
    Bè, no.
    E’ stato umiliante dover ammettere che il mio migliore amico si guarda bene dal parlarmi della sua vita sentimentale. Soprattutto con me stessa.
    Noi ci diciamo tutto… ci siamo sempre detti tutto.
    O almeno credevo.
    Non sapevo neanche che gli piacesse, Duckmony!
    Mi sento tradita. Io non ho segreti per Spike… ma a quanto pare lui ne ha per me!
    Sapete che vi dico?
    Voglio chiarire questa faccenda. Voglio assicurarmi che non mi stia nascondendo qualcos’altro, oltre all’improvvisa predilezione per le biondissime senza cervello.
    L’ho detto a Will, e lei mi ha quasi cacciato, incalzandomi ad andare da lui IMMEDIATAMENTE!
    Nient’affatto impicciona, vero??


    Bè, ora si che sono davvero confusa.
    Quando sono arrivata, Spike era al telefono.
    Indovinate con chi??
    Ho tossito per richiamare l’attenzione (era così preso dai vaneggiamenti di Duckmony che non si era neanche accorto di me), e lui ha alzato lo sguardo, fissandomi come se si aspettasse una mia visita. Senza smettere di guardarmi, ha detto: “Scusa, dolcezza, ora devo andare… ho un altro impegno. Si si, certo. Ci vediamo domani, bellezza”.
    Ha riagganciato, e io non sono riuscita a trattenermi: “Dolcezza? Non posso crederci! Fai sul serio, allora!” l’ho quasi aggredito.
    Spike ha sbuffato: “Non dire cazzate”.
    Si è acceso una sigaretta e si è sistemato più comodamente sul letto, la schiena contro la spalliera. Mi ha fissato con una certa strafottenza, prima di chiedere: “E poi, se anche fosse? Ti dà fastidio?”.
    Dio, che faccia tosta!
    “Oh, no, certo. Perché dovrebbe infastidirmi che il mio presunto migliore amico mi tagli fuori dalla sua vita, senza dirmi che sta insieme a una sgallettata dai capelli tinti che…”.
    Lui mi ha interrotto: “Oh, andiamo Buff! Non farla tanto tragica! Ascolta, primo: io non ti ho tagliata fuori, come dici tu”. Mi ha guardato intensamente, serio per la prima volta: “Non lo farei mai”.
    Io sono rimasta in silenzio, ancora imbronciata. Lui ha sospirato: “Secondo: io non sto proprio con nessuna, ficcatelo in testa!”. Mi ha fulminato con lo sguardo, la solita aria da duro: “E, terzo: per la cronaca, Harm è bionda naturale!”.
    A quelle parole l’ho fissato con aria sprezzante: “Oh, davvero? Cos’è, hai già controllato di persona?”.
    Spike ha reagito alla provocazione esattamente come credevo: “Piantala!” ha bofonchiato, leggermente rosso in viso, stringendo nervosamente la sigaretta tra le dita.
    A quel punto ho tentato un approccio più diplomatico. Mi sono seduta sul letto accanto a lui e l’ho guardato come faccio sempre per farlo sentire in colpa: “Perché non me l’hai detto, Will? Credevo che non ci fossero segreti tra noi!” ho frignato, in tono accusatorio.
    Ha funzionato. Spike ha gettato la sigaretta e si è proteso verso di me, fissandomi intensamente: “Infatti non ce ne sono. Lo sai che a te dico tutto, piccola. Tutto” ha enfatizzato, prendendomi la mano tra le sue.
    Entrambi abbiamo guardato le nostre dita intrecciate, e io ho sorriso. Stavano veramente bene insieme.
    “Ascolta, se non ti ho detto di Harmony è perché è successo tutto così, all’improvviso, durante la festa” mi ha spiegato, parlandomi col solito tono mieloso di quando ha qualcosa da farsi perdonare.
    Ad un tratto, però, nei suoi occhi è passato un guizzo indecifrabile, che li ha illuminati di… perfidia: “Tu, piuttosto, con quel tuo amichetto capellone… non hai proprio nulla da dirmi?” mi ha provocata, ghignando compiaciuto.
    Non mi sono trattenuta. Gli ho raccontato tutto – ma proprio tutto – del mio incontro con Angel, della sbornia, e del biglietto. Spike è rimasto ad ascoltarmi in silenzio, evidentemente interessato, e alla fine si è accigliato:
    “Ma almeno lo sai quanti anni ha, questo super uomo?”.
    Uh-uhh.
    Bè, no. Mica posso sapere tutto, vi pare??
    Gliel’ho detto, e lui ha sbuffato: “Non credi che dovresti almeno informarti, prima di andarci a letto? Guarda che così lo mandi in galera, bambina!” mi ha redarguito, e l’irriverenza di quel *bambina* mi ha davvero irritato.
    “Chiudi il becco, stupido. Per chi diavolo mi hai presa?” ho protestato, sgusciando via dal letto per rimettermi in piedi. “E comunque, per la cronaca, è all’Università” ho aggiunto, bofonchiando.
    Spike ha inarcato le sopracciglia con la solita aria sagace: “Si, ma Università/primo anno, o Università/ripetente fuori corso incartapecorito?” ha insistito, strappandomi mio malgrado un sorrisetto.
    “E dai, piantala! Ti ho detto che è tutto a posto” ho tagliato corto, lanciando una rapida occhiata all’orologio.
    Meglio scappare, prima che l’interrogatorio diventi davvero pesante.
    “Devo andare” ho aggiunto subito, prendendo il giubbotto e avviandomi verso la porta.
    “Eh no!!!”.
    Prima ancora di rendermene conto, mi sono sentita afferrare per la vita e trascinata verso il basso, mentre la giacca mi sfuggiva di mano.
    Un attimo dopo mi sono ritrovata sdraiata sul letto, il respiro corto e gli occhi sbarrati per la sorpresa.
    E Spike era sopra di me, il suo corpo premuto contro il mio, le sue mani a bloccarmi i polsi.
    Ha sogghignato, la solita espressione sfrontata: “Non penserai sul serio di riuscire a sfuggirmi, vero??”.
    Respirando a fatica (Spike non è esattamente un peso piuma, e se non mi credete provate a caricarvelo sullo stomaco!), ho farfugliato: “In realtà l’intenzione sarebbe quella…”.
    Lui si è fatto una bella risata: “Bè, te lo scordi, dolcezza! Ancora non mi hai detto niente. Voglio tutti i particolari… come bacia, come muove le mani, come usa la lingua, come spinge il suo…”.
    “SPIKE!” ho gridato, fingendomi scandalizzata.
    Lui è scoppiato a ridere ed io, approfittando della sua distrazione, sono riuscita a scrollarmelo di dosso, capovolgendo le posizioni.
    Mi sono seduta a cavalcioni su di lui, godendomi la sensazione di guardarlo, una volta tanto, dall’alto in basso: “Casomai sei tu che devi raccontarmi qualcosa su Duckmony! Per esempio, è vero quello che dicono?? Che non porta la biancheria intima?” l’ho istigato, ridacchiando.
    A quel punto è successa una cosa che mi ha un tantino spiazzata.
    Spike si è tirato su di scatto, tenendomi stretta per i fianchi, e si è portato ad un soffio dalle mie labbra: “E tu, invece? Tu porti la biancheria?” ha sussurrato, fissandomi con aria a dir poco maliziosa.
    Sono rimasta sorpresa da tanta audacia, e non ho trovato niente di sensato da dire.
    Abbiamo indugiato per qualche istante, avvinghiati, le nostre bocche che quasi si sfioravano, fin quando, seccata dall’ambiguità della situazione, mi sono divincolata e rimessa in piedi.
    Cioè, qualcuno, vedendoci, avrebbe potuto pensare chissà cosa!!!
    Ho recuperato il giubbotto e me lo sono messo, avviandomi di nuovo verso la porta. Prima di uscire, però, non ho resistito alla tentazione di voltarmi a guardare.
    Spike si era già sdraiato sul letto, le mani intrecciate a coprirgli gli occhi. Sembrava del tutto indifferente, e questo mi ha un po’ irritata.
    Perché è sempre così… impassibile??
    Ho esitato per un attimo, indecisa se salutarlo con un bacio, come al solito, oppure andarmene e basta.
    Alla fine ho scelto una via di mezzo, e gli ho dato la buonanotte, dicendo che ci saremmo visti domani. Lui ha emesso una specie di mugolio – cosa che, nella sua lingua, presumo significhi ‘Notte anche a te!’ – e mi ha fatto un cenno con la mano.

    Ora me ne sto qui, e sono alquanto perplessa.
    D’accordo, con Duckmony non è una cosa seria… è questo è positivo, perché significa che non mi ha nascosto niente.
    Ma…
    Ho la sensazione che si comporti in modo diverso, ultimamente. Che sia più… non so…
    Sfacciato?
    Bah… ci penserò domani. Ora sono veramente troppo stanca per fare congetture sulla contorta psiche del mio migliore amico.
    Gli uomini… chi li capisce è brava!
    03 ottobre

    Ho un appuntamento!!!
    Spinta dalle incessanti insistenze di Willow e Faith (del tutto indifferente al fatto di aver provocato la rissa che ha rovinato il compleanno di Queen C), mi sono decisa a fare uno squillino ad Angel.
    E lui mi ha chiamata!
    Ovviamente non sapeva che ero io, ma – a detta sua – l’ha *sentito*. Ok, ok, lo so anch’io che è solo un modo originale per dire che ha avuto un gran colpo di fortuna!
    O di sfortuna, a seconda dei punti di vista.
    Ad ogni modo, dicevo, abbiamo parlato, e lui non ha perso tempo: mi ha invitata a cena fuori, per stasera.
    E io ho detto di sì!
    Così ora, eccomi qui, in preda ad una vera e propria crisi di nervi: cosa mi metto? Come mi comporto? Insomma, alla festa è stato facile… ero triste e alticcia… la combinazione perfetta per smettere di pensare!
    Ma stasera sarò sobria – a meno che l’appuntamento non vada così male da convincermi ad affogare i miei dispiaceri nell’alcool – quindi non avrò scuse.
    E se va tutto storto? Se lui non si presenta? Se mi scarica dopo un saluto perché sono troppo piccola per lui??
    Lo sapevo che le chiacchiere idiote di Spike mi avrebbero confusa, accidenti a lui!
    Al diavolo… ora vado a prepararmi. O la va… o mi spacco!

    09 ottobre

    E’ stata una settimana di gran cambiamenti.
    Primo: sto insieme ad Angel!!!!
    Siamo usciti quattro volte negli ultimi sette giorni, ed è incredibile l’alchimia che si è creata. I suoi baci, i suoi sorrisi… adoro tutto di lui. Quella sua aria da uomo vissuto mi fa sciogliere! Eppure, allo stesso tempo, mi sembra di conoscerlo da sempre, sono completamente a mio agio con lui… non mi sento in imbarazzo, né ho sempre paura di dire la cosa sbagliata… sono semplicemente me stessa, come lo sono con Spike, ed è splendido.
    A proposito di Spike.
    La seconda, grande novità, è che anche lui si è trovato una ragazza…
    Se solo non fosse Duckmony!
    Ma purtroppo lo è, e immagino di doverci fare l’abitudine…
    Per quanto la cosa non mi vada giù – e, credetemi, non mi va giù proprio per niente! – mi tocca fare buon viso a cattivo gioco. Non so quanto la cosa possa essere seria, visto che escono insieme solo da qualche giorno, ma Spike sembra piuttosto preso, e mi sa tanto che, se non voglio perderlo, dovrò sopportare la vista di quell’orrida bambola bionda che gli sta sempre appiccicata…
    Orrore e raccapriccio!
    Faith non l’ha presa un granché bene, tutta questa storia di Harmony. Continua a blaterare idiozie sul diritto di precedenza, che dovrebbe concederle il possesso esclusivo di Spike, solo perché lo conosce da più tempo. Le ho fatto notare che, seguendo questo ragionamento, io e lui dovremmo essere già sposati!
    Quanto a Willow, sospetto che stia facendo un pensierino su Oz. Lei nega fino allo sfinimento, ma io non mi faccio ingannare! Lo vedo come lo guarda, con quella faccetta enigmatica da Gioconda birichina…
    Che altro dire? Devo darmi una mossa… esco con Angel, e lui è sempre coooosì puntuale!

    ********


    17 ottobre

    Ultimamente non ho mai un minuto libero, quindi non ho avuto modo di aggiornare il diario.
    Ma l’ultima notizia merita davvero di essere riferita.
    Indovinate con chi esco questa sera??

    Con Spike e Duckmony!
    Lo so, lo so… probabilmente è una follia, e finiremo con l’ammazzarci a vicenda… ma Spike ci tiene tanto, e io non me la sento di deluderlo.
    Proprio così, mi sono fatta incastrare.
    Ieri è venuto qui – e mi permetto di sottolineare che erano SECOLI che non mi faceva l’onore di una visita! – con l’aria furbetta di chi ha escogitato un subdolo piano. E se n’è uscito con questa brillante trovata dell’appuntamento a quattro. Pare che Duck… ok… Harmony sia d’accordo, ed Angel è così accomodante che farebbe qualunque cosa gli chiedo… quindi restavo solo io. Immagino che avrei potuto inventarmi una scusa qualsiasi, ma francamente non me la sono sentita di mentire a Spike. Lui è una delle persone che amo di più al mondo, e detesto mentirgli.
    E poi, uffa, gioca sporco! Voglio dire, quando, sollecitato dal mio ‘Perché?’, mi ha risposto: “Perché tengo al tuo giudizio più che a quello di chiunque altro”, mi ha fatta letteralmente sciogliere, accidenti a lui!
    Come si fa a negare qualcosa a chi ti dice una cosa simile??
    Non si può, ecco.
    Così, eccomi qui, a scegliere il vestito per la serata. Non che m’importi del parere di quell’ochetta siliconata, sia chiaro, ma ci tengo ad apparire al meglio per… ehm… per Angel. Si, insomma, non vorrei che, vedendo Miss Salone di Bellezza, potesse ricredersi sul mio conto. E poi, lo dicono anche le riviste che, per tenersi stretto un ragazzo, bisogna…
    Oh, cavolo… sto mentendo a me stessa!!
    La verità è che voglio apparire al meglio… per Spike.
    Dio, mi sento così ridicola anche solo a pensarlo, figurarsi a scriverlo!!!
    Il fatto è che… non lo so nemmeno io… diciamo che mi sono sentita un po’ messa da parte, ecco. Ultimamente Spike non ha avuto occhi che per Harmony, e non è stato facile vedersi declassata così, all’improvviso, considerando il fatto che lui mi ha sempre trattato come una dea. E’ come se una parte di me – quella più dannatamente narcisa e infantile – sentisse il bisogno di venir continuamente rassicurata e ammirata, e Spike è la persona ideale per questo. Nessuno mi fa sentire come mi fa sentire lui. Bella, simpatica, intelligente, speciale.
    Riflettendoci, è proprio questo che mi manca. Essere speciale, per lui. In fondo in fondo so che lo sarò sempre – non basta un esercito di bambole bionde a cancellare diciott’anni d’amicizia! – ma ho bisogno di sentirmelo dire, di tanto in tanto.
    Stupido? Probabilmente.
    Ma, intanto, me ne sto ancora qui, seduta davanti l’armadio spalancato, mentre pile di vestiti d’ogni tipo si accumulano sul letto, sul tavolo, sul pavimento e persino sul lampadario, come promemoria dell’orrenda strigliata che beccherò se non metto subito tutto a posto.
    Mi sa tanto che urge telefonatina/consulenza con Willow…


    Sono così nervosa!
    Angel sarà qui a minuti, e Spike arriverà tra una mezz’ora con la sua bella. Andremo con l’auto di Angel, una lussuosa Mercedes, anche se Spike non ha fatto i salti di gioia all’idea di abbandonare – anzi, lui direbbe ‘tradire’ – la sua vecchia DeSoto. Bè, quantomeno non sono l’unica a doversi adattare!
    Dopo circa cinquanta minuti di isteria pura, la povera Will (che verrà proclamata martire entro la fine del liceo) ed io siamo giunte ad una soluzione: così adesso porto un semplice tubino nero, corto, ma non troppo scollato, con un foulard di satin che dà al tutto un’aria molto elegante. Sobrio, ma di sicuro effetto, almeno secondo Will. Io non ne sono così sicura. So già che Duckmony (lo so, mi ero ripromessa di non chiamarla più in questo modo… ma che volete farci, le abitudini sono dure a morire!) si presenterà semi-svestita, come suo solito, e io mi sentirò patetica e inadeguata.
    Forse è il caso che vada a cambiarmi…
    19 ottobre

    Ho appena controllato la data d’inizio di questo diario, e mi sono resa conto che è trascorso un mese esatto da allora.
    Cos’è cambiato in questi ultimi trenta giorni?
    Io ho smesso di crucciarmi per quell’inetto di Riley, e ho finalmente trovato un uomo degno di tale nome. Angel è stupendo. Con me è dolcissimo, mi ricopre di attenzioni con una solerzia deliziosa. E’ spiritoso, colto, brillante. Ha qualche anno più di me (cioè venticinque), ma non me lo fa mai pesare. Mi tratta come una sua pari, mi stima, ed è magnifico.
    Sono sempre più presa da lui. Sento che i miei sentimenti stanno cambiando, che inizio a provare qualcosa di forte, e un po’ mi spaventa; ma solo un po’, perché so che il mio cuore è in buone mani. Lui non lo spezzerà.
    Voglio fare sul serio con Angel. Voglio aprirmi a lui, condividere sentimenti e pensieri più nascosti, voglio donarmi completamente, anima e corpo.
    Voglio fare l’amore con lui.
    E so che non sarà come le altre volte… io sono cresciuta molto, cambiata molto. Ed Angel non è come Parker, o Riley. Di lui posso fidarmi.
    E, a proposito di fiducia…
    Will mi ha tradita!
    D’accordo, era un bel po’ di tempo, ormai, che sospettavo di lei ed Oz… ma entrambi si sono ben guardati dal dirmelo!
    E invece cosa vengo a scoprire? Che tutti – TUTTI – sapevano della storia semi-clandestina tra i due rossi, tranne me. Me, io, la migliore amica di Willow!!!
    Tutto questo è assurdo!
    Ma la cosa più incredibile è stata la risposta di Will quando le ho rinfacciato la sua poca onestà nei miei confronti.
    “Non è colpa mia se non ci sei mai! Sempre troppo impegnata col tuo ragazzo… Angel di qua, Angel di là… ultimamente non parli d’altro, non pensi ad altro! Vuoi sapere perché non ti ho detto di Oz? Perché credevo non t’interessasse!”.
    Naturalmente ho ribattuto che si sbagliava, che ha ingigantito la questione.
    Non sono io che ho praticamente abbandonato i miei amici per dedicarmi all’amore!
    Spike è letteralmente scomparso. Sono ormai convinta che abbia creato insieme a Duckmony un comodo nido privato, in un posto lontano ed inaccessibile al resto del mondo.
    Insomma, è il mio migliore amico, viviamo a tre isolati di distanza, frequentiamo la stessa scuola… è matematicamente impossibile non incontrarsi!
    A meno di non farlo apposta.
    E ogni giorno che passa mi arrendo sempre più all’evidenza dei fatti: Spike mi sta evitando, e non capisco il perché.
    Io mi sono fatta in quattro per lui. Io ho sopportato i pigolii di Harmony per un’intera serata, tollerando la spudoratezza con cui sporgeva il suo seno generoso – orientandolo più verso il mio che verso il suo ragazzo, per giunta. Io ho stretto i pugni sotto il tavolo e sono stata zitta, mentre l’orrida ochetta sputava veleno a raffica sui miei amici, che considera solo un branco di perdenti. Io ho risposto con (falsissima) gentilezza quando mi è stato chiesto il prezzo del mio vestito, mentre lo sguardo sprezzante della biondina mi correva lungo il corpo, soppesando l’eventualità di darmi della pezzente e usarmi come lucida scarpe.
    Ecco cosa sono stata costretta a sopportare, per Spike.
    E lui come mi ripaga??
    Non riesco a crederci. Ogni volta che ci penso sento il sangue ribollirmi nelle vene.
    Sono furiosa!
    E il povero Angel ne fa le spese. Cerco sempre di evitare l’argomento, ma se, per un motivo o per un altro, si finisce col parlare dei miei amici, allora parto in quarta e lo tormento con i miei problemi, travolgendolo in un turbine di insaziabile logorrea. E lui avrebbe tutto il diritto di mandarmi al diavolo, ma non lo fa mai. Tutt’altro: mi conforta, mi dà consigli, mi calma e mi distrae, restituendomi il sorriso.
    E’ così speciale!
    Questa sera lavora fino a tardi (aiuta il padre nella gestione di un ristorante multi etnico – che cosa esotica!!!), quindi non possiamo vederci. Peccato, perché a furia di scrivere queste cose mi sono innervosita di nuovo, e avrei tanto bisogno di sfogarmi con lui!

    ********


    24 ottobre


    Evento storico.
    Mi ha chiamata Spike!
    Si, lo so che probabilmente vi aspettavate qualcosa di un tantino più entusiasmante… ma, se si tiene conto del tempo che è passato dall’ultima volta che il mio cosiddetto migliore amico si è degnato di farmi uno squillo, si può effettivamente considerarlo un avvenimento d’eccezione.
    Ero già sorpresa quando, nel sollevare il ricevitore, ho sentito quella calda voce che conosco tanto bene apostrofarmi con un ammaliante: “Salve, dolcezza!”. Ma non avevo ancora sentito nulla…
    Il sig. Atwood parte per un convegno a Ginevra. Starà via una settimana, “forse di più” , e ha dato al figlio il permesso di organizzare “un o due” pigiama parties per festeg… ehm… avere compagnia.
    Non sto più nella pelle!
    Ultimamente, le cose non sono più le stesse. Dopo la patetica sfuriata della scorsa settimana, Will ed io non ci siamo più viste, se non a scuola. E anche lì, lei non fa che trascorrere ogni intervallo con Oz (e meno male che non le interessava!), quindi le nostre lunghe e deliranti conversazioni sull’altro sesso sono andate a farsi friggere.
    Faith è sempre la stessa: perennemente attorniata da ragazzi di cui, nella maggior parte dei casi, non conosce neppure il nome. Per questo motivo pare non avere mai molto tempo per le sue cosiddette amiche.
    Persino Xander – per ripicca o per amore, non è dato sapere – sembra aver accantonato Faith per quella ragazza nuova… aspetta, com’è che si chiama? Anya qualchecosa. Un tipetto alquanto esuberante, che l’ha letteralmente (s)travolto.
    Spike era precipitato, almeno fino ad oggi, nell’oblio del chissà-dove-sarà-mai-quel-biondino, e cominciavo davvero a temere che ci sarebbe rimasto per sempre. Ormai, l’unica persona su cui potessi davvero contare, era Angel, quell’uomo incredibile che ho la fortuna di avere accanto.
    Ma, stasera, sento che qualcosa è cambiato.
    La festa di Spike sarà un’ottima occasione per riunire il vecchio gruppo, e approfittare così per rimettere in chiaro un paio di faccende. Non posso aver perso i miei migliori amici nell’arco di due settimane. Mi rifiuto di crederlo!
    Devo solo riconquistarli.
    Al telefono, comunque, mi sono dimostrata meno entusiasta di quanto non fossi in realtà. Non volevo certo dare a Mr. Amico Fantasma la soddisfazione di vedermi strisciare ai suoi piedi, dopo il modo in cui si è comportato.
    Così, nel mio miglior tono sostenuto, dopo aver ascoltato la sua notizia, ho semplicemente commentato: “Wow. E’ davvero incredibile cosa può fare la mente umana. Credevo non ricordassi più il mio numero, dopo svariati secoli di mancato utilizzo!”.
    Lui ha immediatamente colto l’antifona, e ha avuto il buon gusto di fare ammenda: “Oh, amore, scusami… lo so, sono stato un vero cafone. Avrei dovuto chiamarti molto prima… è solo che…”.
    “Che, cosa? Che la tua splendente ragazza assorbe completamente le tue giornate, a forza di brillanti conversazioni sull’economia nazionale?? Ma certo, mi rendo perfettamente conto. Non c’è bisogno che me lo spieghi.” lo derido, sfidandolo silenziosamente a difendere la materia grigia di Duckmony, se ne ha il coraggio.
    Ma Spike è furbo abbastanza da sapere quando lasciar perdere, così ha ripetuto: “Mi dispiace, tesoro, davvero. Non ho scuse per quello che ho fatto. So di averti trascurata, ma…” e qui arriva la zeppata del maestro “… spero davvero che la partenza del mio vecchio serva a qualcosa, stavolta. Potrei quasi arrivare a smettere di detestarlo, se per merito suo riuscissi a recuperare il nostro rapporto” ha concluso, con quella vocina contrita che sa fare tanto bene.
    E, maledizione, alla fine ci casco sempre!
    Sbuffando, mugolo: “Va bene, d’accordo… ci sarò. Ma guai a te se osi fare di nuovo quello che hai fatto negli ultimi giorni! Non si dovrebbe mai permettere all’amore di annullare tutto il resto, lo sai.” lo rimprovero, in nome di antiche e solenni conversazioni avute in proposito per tutti gli anni dell’adolescenza.
    A questo punto, però, avverto un lieve cambiamento nel suo tono. Tace un istante, per poi: “Già, ma mi sembra di ricordare di non essere stato l’unico a farsi trasportare così da una storia!”.
    I miei sensori d’allarme scattano tutti insieme, e immediatamente mi metto sulla difensiva: “Che vuoi dire?”.
    Spike geme frustrato dall’altro capo del filo: “Oh, andiamo, Buff! Io non avevo intenzione di sollevare la questione, visto che abbiamo appena avuto una chiacchierata civile dopo tanto tempo… ma non certo stato l’unico a non farsi sentire per settimane!”mi redarguisce, e le sue parole mi colpiscono nel profondo. “E non sto parlando solo di me. Da quanto tempo non chiami Willow?”.
    Colgo in fretta l’occasione per mischiare le carte in tavola: “Per tua informazione, è lei a non voler parlare con me. Prima mi tiene all’oscuro della sua storia con Oz, poi mi taglia completamente fuori dalla sua vita. E secondo te, sarebbe compito mio fare il primo passo??” protesto, indignata.
    Posso sentirlo distintamente sbuffare: “Piantala di fare la bambina. Con queste stupide questioni d’orgoglio non si arriva mai da nessuna parte, lo sai. Cosa credi sarebbe successo se Paris Hilton non avesse messo da parte l’onore per richiamare Nicole Richie, dopo la prima serie di Simple Life?”.
    La passione di Spike per il gossip internazionale non smette mai di sorprendermi: “Bè, la Fox non sarebbe certo fallita per questo!” commento, caustica.
    Lui rantola: “Sai bene cosa voglio dire”.
    “… e dubito che l’impero degli Hilton si sarebbe disgregato per uno stupidissimo reality show!”.
    “Si, ma tu sai bene cosa voglio dire” insiste con eloquenza, e stavolta mi costringe a darci un taglio.
    “Va bene, d’accordo” sospiro, nel mio miglior tono magnanimo. “Cercherò di fare uno sforzo. Ma può scordarsi la mia amicizia, se prima non mi chiede scusa come si deve!” rilancio, e su questo mi rifiuto di cedere.
    La sua voce si ammorbidisce, e so che Spike sta sorridendo: “Brava la mia ragazza. Hai fatto la scelta giusta. Ora, dal momento che, per pura casualità, non ho ancora avvertito Willow del party…” aggiunge, e il suo tono non promette nulla di buono “…ti spiacerebbe pensarci tu? Sai com’è, ho tante telefonate da fare, c’è da organizzare tutto per bene, e…”.
    Non lo lascio finire: “… e guarda caso, hai proprio il compito giusto da commissionarmi… Oh, e va bene. La chiamo io.” grugnisco, per nulla entusiasta delle subdole arti da paciere del mio amico.
    Spike se la ride sotto i baffi: “Ne ero sicuro. Grazie mille tesoro! Non so dirti quanto ti sia grato, per questo” trilla gaiamente, con la sua solita aria da “sono un angioletto biondo con gli occhi azzurri, non puoi arrabbiarti con me!”.
    “Si, bè, avrai moooolte occasioni per dimostrarmelo, in futuro!” lo redarguisco, severa, ma lui sghignazza.
    “Sarà un piacere, dolcezza!” Ehi, è una mia impressione o c’è davvero una certa malizia nella sua voce??
    “Non ci contare, William… ricorda che mi devi un favore!” insisto, e, rammentando la cena a quattro con Duckmony, aggiungo subito: “Anzi, due!”.
    Ora il suo tono è diventato imperioso: “Tutto quello che vuoi, baby” replica, spazientito. “Ma ora metti giù quel telefono ed usalo per qualcosa di più importante. C’è una certa Rossa che ti aspetta, ricordi?”. Ad un mio grugnito in risposta, lui conclude: “Ti chiamo stasera per sentire le novità. Anzi, perché non fai un salto da me, così mi aiuti anche con i preparativi? Non sono mai stato una cima in materia di sacchi a pelo” commenta, e a quelle parole mi gelo.
    “Che… sacchi a pelo?? Ma di che parli?? Quali sacchi a pelo?? Io non dormo in un lurido sacco a pelo, Spike, no!! Te lo scordi!” sbotto, sull’orlo di una crisi di nervi.
    “Non preoccuparti, Blondie, le star godono di un trattamento privilegiato. Ora chiama Will. Noi due ci vediamo dopo. E porta buone nuove, altrimenti il sacco a pelo non te lo toglie nessuno! Passo e chiudo” e riaggancia, lasciandomi con la cornetta in mano e un inspiegabile sorrisino ebete sulla faccia.


    Busso discretamente alla porta.
    Una voce, la sua voce, emerge dal delirio musicale che riempie la stanza (l’ennesimo assolo da “Master Of Puppets” ), concedendomi l’accesso. Un po’ intimidita – non ricordo esattamente quanto tempo sia trascorso dall’ultima volta che ho varcato questa soglia - tiro giù la maniglia e mi decido ad entrare.
    Spike è lì, seduto sul letto, la schiena poggiata contro i guanciali. Dondola lievemente la testa a ritmo, abbozzando con suoni gutturali un’imitazione della performance di Hammett.
    L’effetto déja-vu mi colpisce con forza in pieno stomaco. Questa scena così solita, così familiare, risveglia in me alcuni tra i più bei ricordi che io e il mio amico ossigenato abbiamo avuto il privilegio di condividere, in tutti questi anni. E’ un po’ come tornare alle origini, a casa; in una casa che temevo destinata a dissolversi, allontanarsi fino a diventare solo un infinitesimale puntino nel vasto firmamento della memoria.
    Ma non è così.
    Me ne rendo conto proprio qui, sulla soglia, ascoltando un vecchio disco di una vecchia band metal, osservando una vecchia scena con un vecchio amico che non vedo da troppo. E’ un qualcosa, un cambiamento appena percettibile, ma noto all’istante la differenza.
    Lui è Spike.
    Il mio Spike.
    E’ così, e lo sarà per sempre.
    Sorrido senza quasi accorgermene, mentre lui incontra il mio sguardo, e ricambia il sorriso.
    Mi fa cenno di avvicinarmi, ed io mi siedo ai suoi piedi, sul fondo del letto. Non apro bocca.
    E’ un tacito accordo tra noi. Durante un assolo dei Metallica, religioso silenzio. Una delle tante, piccole stramberie reciproche, che noi soli conosciamo. E che, in fondo, rendono l’uno il più caro amico per l’altro.
    Ti voglio bene, William.
    Appena cessano gli ultimi accordi, Spike afferra con energia il telecomando dello stereo e preme il pulsante di spegnimento. Il Maestro dei Burattini s’interrompe, lasciando noi marionette al nostro destino.
    Tocca a voi, sembra quasi dire.
    E allora mi avvicino, e, accantonata ogni reticenza, mi perdo in quell’abbraccio così tenero e pieno d’affetto. Tra le braccia del mio amico d’infanzia, tutto sembra sempre tornare fatalmente al suo posto.
    Sento Spike ridacchiare al mio orecchio, mentre dolcemente mi scompiglia i capelli. Io lo stringo più forte per un ultimo istante, prima di scostarmi da lui e, finalmente, salutarlo come si deve.
    “Ciao”.
    Si, bè, lo so anch’io che si può fare di meglio!
    Lui mi fissa inarcando le sopracciglia: “Pronta per il sacco a pelo? Perché ne ho giusto trovato uno con una splendida zip con gli strass, e pensavo…”.
    Non lo lascio finire: “Ho chiamato Willow!”.
    Spike ghigna, sistemandosi più comodamente contro i cuscini: “Buon per te, ma questo non ti salverà dal camping di Barbie!”.
    Roteo gli occhi, fingendomi esasperata: “Vuoi sentire o no com’è andata??!”.
    Lui torna relativamente serio: “Scusami. Sputa il rospo”.
    Respiro profondamente: “L’ho chiamata per avvisarla del party, come mi hai chiesto”. Calibro al meglio le pause, quel tanto che basta per tenerlo un po’ sulle spine: “All’inizio c’era un po’ di disagio… lo sai, erano secoli che non parlavamo da sole. Ma poi ci siamo chiarite. Io le ho chiesto scusa per essermi troppo lasciata prendere da Angel, e lei ha ammesso di aver sbagliato nel non dirmi nulla di Oz.” annuncio, senza curarmi di nascondere l’entusiasmo. Sono davvero contenta. Mi sento sempre più vicina a ritrovare i miei amici, ed è esattamente ciò di cui avverto il bisogno.
    Spike mi ascolta in silenzio, il mento poggiato sulle mani intrecciate, lo sguardo compiaciuto. So già che nella sua soddisfatta testolina lampeggia, come una scritta al neon, un unico pensiero: “E’ tutto merito mio!”. Lascio che si goda il suo momento di gloria. In fondo, tutti hanno il diritto di sognare.
    Proseguo il racconto: “Quando poi le ho detto della festa, mi è sembrata a dir poco entusiasta. Abbiamo cominciato a fantasticare su cosa mettere, i film da scegliere… queste cose qui. E’ stato proprio come tornare ai vecchi tempi” sospiro, trasognata, con quell’ormai perenne sorriso ebete a dipingermi il viso.
    Spike mi riporta alla realtà con una cuscinata, e subito sghignazza: “Dieci e lode per le capacità mediatiche, baby! Non hai forse tralasciato la parte in cui lei ti confessa d’essere lesbica e ti giura amore eterno?” insinua, canzonatorio.
    Sbuffo, ma senza smettere di sorridere: “Piantala! Dovresti essere felice per me” lo rimprovero, incrociando le braccia al petto e abbozzando il broncio.
    Lui mi sorride, e il suo sguardo è più tenero, adesso: “Ma certo che lo sono, dolcezza. Sei stata coraggiosa. Non è sempre facile alzare la cornetta.” commenta, e un’ombra nei suoi occhi schiude i suoi pensieri.
    Gli prendo lievemente la mano tra le mie: “Ehi. Guardami, Will. Anche tu lo sei stato. So quanto ti sia costato telefonarmi, eppure l’hai fatto. E’ tutto merito tuo se questa scomoda situazione si è finalmente sbloccata” lo incalzo, in risposta allo sguardo malinconico che gli oscura gli occhi.
    Spike si mordicchia leggermente il labbro inferiore: “Avrei dovuto farlo tempo fa.” sospira. Alza la testa e mi guarda, con un sorriso ancora un po’ triste: “Mi dispiace. Davvero. Se solo tu sapessi quanto mi sei mancata, quante volte ho… discusso con Harm a causa tua…”. Improvvisamente, un guizzo passa nei suoi occhi, e l’ilarità esplode. Ride, Spike, mentre io lo guardo confusa (e anche un tantino contrariata… insomma, stava facendo un gran bel discorso!).
    Quando finalmente riesco a farlo parlare, lui, ancora sghignazzando, mi spiega: “Oh niente, è solo che… mi è tornata in mente la cena a quattro, quando io ho chiesto ad Angel di cosa si occupasse…”.
    Capisco le sue intenzioni, e, ridendo, completo la frase: “… e, quando lui ha risposto che lavorava in un ristorante di cucina nipponica, Harmony se n’è uscita con quella frase….”.
    Ormai piegati in due dalle risate, terminiamo in coro l’aneddoto, imitando la stridula vocina di Duckmony: “Oh, io ho sempre adorato i ristoranti cinesi!”.
    Crolliamo. Aggrappati l’uno all’altra, del tutto incapaci di smettere di ridere, ci lasciamo cadere sul letto, fino ad accasciarci completamente tra i guanciali.
    Miracolosamente recuperato un briciolo di lucidità, ci sdraiamo insieme sul piumone, Spike con le spalle al cuscino, io con la testa sul suo torace. Lo sento giocherellare con i miei capelli (adora farlo), mentre qualche divertito singhiozzo lo scuote ancora. Poi china il capo e, dolcemente, posa le labbra sulla mia fronte, in un tenero gesto di protezione che mi fa illanguidire. Mi stringo più forte al suo petto, ritrovandone il calore che sempre sa darmi, mentre la sua voce, attutita dal contatto fisico, raggiunge le mie orecchie: “Perché non resti qui, stanotte? Il vecchio parte tra un’ora, e non mi va di restare da solo” mugola, nel suo più tipico tono lamentoso.
    Io alzo appena la testa per incontrare i suoi occhi: “Cos’è, hai paura del buio, Bad Boy? Tanto da aver bisogno di un’indifesa fanciulla al tuo fianco come protezione?” lo prendo in giro, accennando un’ulteriore imitazione di Duckmony.
    Spike mi fulmina con la sua solita occhiata da *attenta-a-te-baby-non-sai-con-chi-stai-parlando*: “Molto divertente” sbuffa, laconico. “Ho solo pensato che potesse farti piacere restare un po’. E’ tanto che non lo facciamo. Dormire insieme, naturalmente” aggiunge beffardo, guadagnandosi un piccolo pugno al torace.
    Mi accoccolo di nuovo fra le sue braccia, e intanto rifletto. Ha ragione, Spike. E’ tanto tempo che non resto a dormire qui, e devo ammettere che un po’ mi manca. Mi è mancato tutto di lui, del mio migliore amico, del fratello che non ho mai avuto. Persino la sua stanza, il suo stereo, i poster alle pareti e, sì, anche il suo letto. E so che ai miei non dispiacerà affatto. Tutt’altro: temo saranno fin troppo contenti di avere casa libera una notte intera!
    L’improvvisa quanto disgustosa visione dei passatempi notturni di mamma e papà mi costringe a rispondere in tutta fretta: “Va bene, d’accordo. Passami il telefono, così avverto mia madre”.
    Spike si china per un altro piccolo bacio, stavolta sulla punta del naso, per poi allungarsi verso il comò e impossessarsi del cordless. Mentre mi passa il ricevitore, la porta della stanza d’un tratto si apre, rivelando il signor Atwood con aria particolarmente impaziente.
    “Scusami, Buffy, ma credo che per un minuto dovrai fare a meno del tuo cuscino” esordisce seccamente, mentre Spike già lo guarda in cagnesco. “William, sarebbe troppo disturbo, per te, aiutare il tuo vecchio genitore estenuato a caricare in auto i bagagli? Sai, nel caso tu l’abbia dimenticato, parto per Ginevra questa stessa notte” lo incalza sardonico, tamburellando con le dita sullo stipite della porta, in attesa.
    Spike replica tra i denti: “Le belle notizie non si dimenticano tanto facilmente.” commenta, per poi rivolgersi a me: “Torno subito. Sempre che il vecchio schiavista non decida di usarmi come chauffeur fino all’aeroporto” sbuffa, facendo leva sulle braccia per alzarsi dal letto.
    Il sig. Atwood lo guarda con aria annoiata: “Sai, figliolo, se impiegassi nello studio la stessa energia che spendi per lamentarti saresti già diplomato” lo pungola, ben sapendo quanto l’onore di Spike abbia risentito dell’aver perso un anno, in terza.
    Spike lo raggiunge alla porta e lo spinge fuori, ancora borbottando: “E se tu mangiassi più bistecche che cibi pronti, saresti in grado di portar giù quei dannati bagagli da solo!”. Scompaiono oltre la porta, e istintivamente sorrido.
    Eh già, mi è mancato anche questo!

    Tbc....
  12. .
    2° CAPITOLO
    L’odore del vampiro era così forte e travolgente e il suo corpo così vicino al suo riusciva a darle beatitudine nonostante tutto…. si stava abbandonando, abbandonando per sempre in quel turbine di oscurità, in quell’oscurità da cui era sempre scappata, ma che forse aveva sempre bramato di conoscere.
    Ora lo avrebbe fatto. Nemmeno un ultimo sguardo prima di affondare quei denti affilati nella sua carne.
    Un urlo echeggiò nell’aria e Buffy si chiese chi l’avesse emesso non rendendosi nemmeno conto che le sue labbra si erano mosse e i suoi occhi riempiti inesorabilmente di lacrime. Ebbe per un attimo l’impulso di aggrapparsi a quello spolverino di pelle ma la violenza con la quale il vampiro la strattonò per permettersi di bere più sangue la fece quasi inorridire.
    Il cartello della sua casa diventava sempre più enorme e vicino e l’odore di vernice diventò fortissimo…. in un lampo…. vide il suo corpo inerme e vuoto in una vasca piena di sangue. Spike.

    Una voce femminile le fece riaprire gli occhi trovandosi a muovere le mani tra l’erba e a costatare che i suoi vestiti erano completamente impregnati di terra.
    Le immagini nel buio non erano molto nitide ma rabbrividì ascoltando quelle voci.
    “Non l’avrei uccisa, volevo solo assaggiarla te lo assicuro” la sua voce era inconfondibile e tremendamente ironica.
    “Certo Spike e scommetto che dopo l’avresti anche riaccompagnata a casa e le avresti dato il bacio della buonanotte”. Faith!
    Il vampiro biondo cominciò a girare attorno alla ragazza come era solito fare con lei estraendo una sigaretta dal suo pacchetto sgualcito.
    “Te lo assicuro cacciatrice: un patto è un patto!”
    Quel nome la fece trasalire tanto da farle girare di nuovo la testa…. questa volta dovette aggrapparsi ai ciuffi d’erba per non ritrovarsi di nuovo stesa nel fango.
    “Spike noi non abbiamo nessun patto! Tu sei abbastanza forte e sottolineo abbastanza e quindi per non doverti combattere ogni sera col rischio di ucciderti, ti ho lasciato in circolazione a condizione che avresti fatto il bravo” risuonò altezzosa e sarcastica la voce di Faith.
    “Si certo Faith, dici pure che non riesci a farmi fuori e hai capito che è meglio non avermi come nemico” le sussurrò il vampiro in modo malizioso permettendo però comunque a Buffy di ascoltare.
    La ragazza era ancora seduta sulla terra bagnata e non riusciva a trovare la forza di alzarsi. Un dolore asfissiante l’aveva presa fino alle viscere facendole stringere i denti per evitare di urlare. I suoi amici, la sua casa, sua sorella, Faith ma soprattutto Spike!
    Lei era la cacciatrice!
    Avrebbe voluto urlarglielo mentre lo pestava a sangue e sentire la sua voce distrutta mentre le chiedeva di perdonarlo!
    Il vampiro non sembrava nemmeno far caso a lei.
    “Comunque penso che si ancora tutta intera…. guardala!” indicò Buffy senza nemmeno rivolgerle la minima occhiata “Lei mi ha reso le cose semplici e quindi ho bevuto pochissimo sangue” rise divertito.
    Lo odiava! Buffy lo odiava con tutta se stessa! Lui, quella sua aria strafottente, non la degnava nemmeno di uno sguardo nonostante lei fosse riversa nel fango e totalmente sconvolta!
    Desiderò ardentemente un paletto per conficcarglielo nel cuore! Cosa diavolo rideva? Cosa diavolo le girava intorno? Ma soprattutto per quale maledettissimo motivo la guardava in quel modo!?
    Faith si scostò da lui “Si, sembra tutta intera ma Spike ti assicuro che questa è l’ultima volta” gli si avvicinò fino a far premere i suoi seni sulla sua giacca “La prossima volta giuro che ti faccio fuori”
    Il vampiro ossigenato diminuì ulteriormente la distanza “Non preoccuparti cacciatrice!” le rispose con lo stesso tono malizioso.
    Buffy affondò le mani nel fango bagnato! Maledizione ora basta!
    “Hey!” urlò esasperata e tremendamente indispettita!
    Faith si scostò dal vampiro lasciandolo evidentemente contrariato.
    “Ti sei ripresa?” le disse in tono dolce offrendole la mano per rialzarsi.
    Buffy si aggrappò all’albero accanto ignorando l’aiuto e si rialzò nonostante le gambe le tremassero per lo sforzo.
    Il vampiro si girò spazientito “E poi Faith è stata lei che mi ha colpito per prima! Forse voleva suicidarsi! Magari stavo anche per compiere un’ opera buona” esclamò tenendo gli occhi inchiodati sulla cacciatrice e indicando Buffy senza nemmeno guardarla!
    Ancora una volta! Maledetto vampiro ma perché diavolo mi ignori!?
    Forse avrebbe dovuto chiedere a Faith, magari c’era una spiegazione sotto tutta questa situazione assurda, ma ora no! Ora voleva allontanarsi da quei due idioti!
    Al diavolo la sua casa! Al diavolo i suoi amici! Non le importava di niente! Odiava quei suoi capelli ossigenati! Quanto avrebbe voluto tirargli un bel cazzotto! Solo uno! Almeno uno!
    Faith le urlò qualcosa vedendola allontanare nel buio malconcia e dolorante, ma Buffy aumentò il passo quando sentì nuovamente quella voce da idiota che sicuramente le stava ancora girando intorno! Gelosa? Mai!


    Era uscita da poco dal cancello del cimitero quando Faith le si parò davanti.
    “Hei non mi hai dato nemmeno il tempo di vedere come stavi” le disse comprensiva.
    Buffy si voltò di scatto spazientita “Io? Benissimo a parte la mia casa che è in vendita e senza mobili, i miei amici che non sanno nemmeno chi sono, non ho più un briciolo di forza, tu sei la nuova cacciatrice e quell’idiota dai capelli tinti di Spike .” Continua a farti gli occhi dolci! Ma poi aggiunse “Mi stava quasi ammazzando!”
    Si voltò per proseguire terribilmente irritata ma Faith la bloccò senza alcuno sforzo “Frena! Ma che stai dicendo?”
    Buffy divenne ancora più irritata, se avesse avuto anche un briciolo di forza l’avrebbe usata per stenderla, anzi no! Se avesse avuto un briciolo di forza avrebbe pestato Spike togliendogli quello stupido sorriso dalla faccia!
    Mentre ancora cercava di mettere a tacere quella voce che gli suggeriva di compiere un duplice omicidio Spike spuntò dal cimitero a grandi passi facendo svolazzare il suo spolverino.
    Gli occhi di Buffy erano inchiodati su di lui e lui….. era completamente su Faith! Possibile che…..!!!!!
    La nuova cacciatrice continuò, incurante del vampiro che intanto le si era accostato.
    “Allora? Come ti è saltato in mente di iniziare una rissa con un vampiro? Ma a cosa pensavi e poi…” Faith continuò ricordando le parole di Buffy “Come fai a sapere il suo nome?”
    Buffy aveva superato ogni limite di sopportazione! Nessuno la conosceva, nessuno sapeva chi fosse e da quello che vedeva a nessuno mancava, nemmeno a quel maledetto vampiro senz’anima che aveva sempre detto di amarla…. amarla…
    In un attimo le vennero in mente i pensieri della sera precedente. Si era continuata a ripetere che Spike amava solo il suo essere cacciatrice, la sua figura, il male che lei le faceva ma… forse non ci aveva mai creduto! Forse aveva sempre pensato che nonostante fosse senz’anima quel vampiro l’amasse davvero.
    E invece eccolo a girare intorno a Faith proprio come faceva con lei. La rabbia lasciò spazio a un nuovo sentimento, ma quale? Buffy portò lo sguardo su Spike che incurante della situazione aveva cominciato ad accendersi una sigaretta e i suoi occhi ricaddero sulle sue mani per poi cercare i suoi occhi che sembravano non vederla nemmeno.
    Si voltò rassegnata verso Faith, infondo che cosa le importava di quello che pensava Spike? L’importante era rimettere tutto a posto.
    “Io sono la cacciatrice”
    Il vampiro ossigenato ruppe il silenzio esplodendo in una fragorosa risata.
    Buffy pensò che a breve l’avrebbe proprio pestato!


    2° CAPITOLO (seconda parte)
    La risata del vampiro biondo risuonava ancora nel silenzio della breve strada che conduceva al cimitero. Gli occhi di Spike si erano inumiditi, si era appoggiato ad un albero mentre la frase di Buffy gli toccava ancora la mente.
    A Faith, che per qualche breve istante era rimasta sorpresa da quell’affermazione, era spuntato ben presto un flebile sorriso.
    Pazza! Ecco per cosa tutti l’avevano presa! Buffy strinse i denti per evitare di urlare come un’isterica e dare l’ennesima conferma alle loro supposizioni. Respirò a fondo.
    “Non scherzo” disse piano cercando di assumere un viso rilassato che a tratti sembrava falsato “Io sono la cacciatrice”
    Spike ormai era nel delirio totale! Dovette riprendere fiato prima di poter dire più freddo e glaciale che mai ad una Buffy che in breve sembrava ritornata una belva.
    “Si, certo e sei così forte che per poco ti stavo ammazzando”
    La cacciatrice lo fulminò! Se gli occhi avessero potuto ferire certamente lo sguardo di Buffy avrebbe a dir poco massacrato il vampiro, che pallido e strafottente aveva continuato a mantenere quel sorriso senza vita.
    Era furiosa e tremendamente frustata. Faith la prese per un braccio allontanandola da Spike.
    “Vai a casa Spike e mi raccomando cerca di fare il bravo”
    Il vampiro rimase evidentemente contrariato dall’esclusione, ma prendendo una sigaretta si avvicinò sicuro e freddo all’orecchio di Faith che a pochi centimetri da Buffy non sarebbe certamente stata l’unica ad ascoltare.
    “A domani cacciatrice”
    Lo sguardo di Faith per un istante si ombreggiò di imbarazzo mentre Spike passando accanto a Buffy le sussurrava “Continuerò presto quello che avevo iniziato con te passerotto, ci puoi contare!”
    Buffy per una volta inorridita, non ebbe alcuna parola per rispondergli.

    Le strade umide e scure erano oramai deserte. Il passo di Faith era veloce e sicuro e Buffy dovette fare una fatica enorme per starle dietro.
    Non sapeva cosa dirle. Come le avrebbe spiegato una situazione del genere? Chi le avrebbe creduto!? Perfino Spike sembrava completamente marchiato dalla presenza di Faith …… proprio come aveva fatto con lei!
    Si, ecco cos’era, un maledetto cane! Non aveva bisogno di vedere altro! Non era difficile capire che quei due andavano a letto insieme!
    Per qualche istante la sua mente vagò alla ricerca delle ore precedenti rivedendo il vampiro biondo, lui che aveva cercato di ucciderla e per la prima volta nella sua vita c’era quasi riuscito! Solo pochi giorni prima le aveva ripetuto di amarla e ora eccolo a giocare con la nuova cacciatrice, sexy e famelico com’era sempre stato!
    Faith ruppe improvvisamente il silenzio “Allora cominciamo dall’inizio. Sul serio chi sei?”
    Buffy si mostrò esasperata! Quella frase ormai le stava dando la nausea! Cercò di trovare un po’ di calma capendo che certamente quel comportamento non l’avrebbe portata da nessuna parte.
    “Te l’ho già detto, sono la cacciatrice”
    Fu Faith questa volta ad essere esasperata “Insomma smettila! Io sono la cacciatrice e non mi sembra nemmeno possibile che questo sia in discussione”
    Buffy sospirò sconfitta. Avrebbe dovuto arrendersi a quel destino senza alcun senso. Possibile che nessuno si sarebbe mai ricordato di lei? Si trovò a pensare per la prima volta ad un particolare che aveva tralasciato: non aveva più un briciolo di forza!
    Questo sicuramente non avrebbe dato nessuna credenziale alle sue parole già alquanto assurde per tutti!
    Faith decise di non continuare una conversazione che non avrebbe portato a nulla e rimase in silenzio fino ad una casa a qualche isolato dal cimitero, continuando a camminare sicura con un pensiero fisso che le torturava la mente.

    La casa era quasi ovunque ricoperta da fitta edera e sembrava venuta fuori dal nulla. Faith infilò le chiavi nella serratura lasciando che Buffy entrasse per prima nella stanza.
    Le pareti erano ricoperte da foto che ritraevano tutti i suoi amici. L’ingresso lasciava percepire un forte odore di cibo, ma Buffy rimase ugualmente sconvolta nel constatare che in cucina tutti erano a tavola: anche Dawn!
    “Ciao Faith! Andata bene la ronda?” esclamò Willow felice di vedere l’amica.
    Anya che stava tagliando con cura la sua pizza trasalì nel vedere Buffy alle sue spalle.
    “Hei, ma tu sei quella del negozio! Perché sei scappata via in quel modo?”
    Faith si girò sospettosa e tagliente verso di lei “Allora: stamattina eri in negozio, stasera stavi quasi per farti divorare da Spike e dici di essere la cacciatrice. Non so proprio cosa pensare di te”
    Buffy era ormai stremata, sentì che quelle sarebbero state le ultime parole che sarebbe riuscita a pronunciare quel giorno. Lo sguardo era perso e la voce roca, quasi rotta dal pianto.
    “Dawn” ci fu un breve silenzio “Nemmeno tu mi riconosci?”
    La ragazza era visibilmente imbarazzata, guardò come in cerca d’aiuto verso Faith. “Sorellina chi è questa ragazza?”
    Buffy si appoggiò al muro. Non sapeva quale strana forza le permettesse ancora di respirare, forse la disperazione.
    “Non sappiamo se possiamo fidarci di te ma mi sembri innocua e…. soprattutto malconcia”
    La cacciatrice si guardò controvoglia nello specchio che le era di fronte e vide solo una ragazza sudicia e sconvolta. Non ebbe la forza di rispondere.
    “Vieni” le disse fredda Faith “C’è un piccolo stanzino di sopra se vuoi puoi dormire lì, almeno potremo controllarti!”

    Buffy salì come un automa le scale. Sembrava una punizione e si…. forse lo era.
    Veniva punita per tutto ciò che aveva fatto. Per aver dimenticato Dawn e i suoi amici. Veniva punita per non essere stata più la cacciatrice da mesi ma soprattutto veniva punita per aver fatto dello sporco sesso con quel vampiro senza anima, amore, vita, respiro!
    Era solo colpa sua!
    Dovette appoggiarsi alla parete per riuscire a salire gli ultimi scalini. Sfinita, stanca, sporca……
    “Spero che domani mattina riuscirai a trovare la ragione” le disse freddamente Faith senza guardarla ”Questi giochi non piacciono a nessuno!”
    Buffy sentì il suo sguardo inquisitorio quasi tagliarle l’anima.
    Faith continuò dalla porta “Lì comunque ci sono delle coperte e….” la cacciatrice sembrò ancora piu’indurita “Sta lontana da Spike: è un assassino e la prossima volta non berrà solo pochi sorsi”
    La porta si chiuse lasciandola nel buio più denso e totale. Un buio, un oscurità che la mangiava, la divorava fin dentro.
    ”Tu appartieni alle tenebre”
    Pianse ininterrottamente tutta la notte.

    La luce non riusciva ancora a scacciare la notte. Non aveva dormito un solo istante. Dal piano inferiore udì delle voci che avevano accompagnato il suo atroce dormiveglia durante gli ultimi minuti.
    Accostò un orecchio al freddo legno della porta….. Faith e….. LUI!
    Qualcosa….. le graffiò letteralmente l’anima!
    Tbc...
  13. .
    postato capitolo uno di " Ti prego Amami"
  14. .
    1° CAPITOLO
    Dawn l’avrebbe sentita!
    Era sicuramente entrata di nuovo di soppiatto nella sua camera per rubare qualche vestito e aveva lasciato certamente le tende aperte! La luce flebile se pur pungente per i suoi occhi appena semiaperti era un fastidio enorme.
    Si strofinò le mani ancora indolenzite dal sonno sulle cosce, scoprendo sorpresa di indossare ancora i jeans del giorno prima. I ricordi delle ore precedenti si stavano man mano riaccendendo nella sua mente ancora persa nell’oblio.
    I suoi occhi! Li rivide, di ghiaccio, spalancati e la sua bocca…. così tremendamente senza parole.
    Nonostante tutto, ciò che era successo le aveva lasciato una strana amarezza, quell’amara convinzione della fine. Stupidi e inutili sensi di colpa!
    Cominciò a strofinare i suoi occhi arrossati e mentre le immagini si rendevano più chiare…. scattò di colpo in piedi!
    Cosa diavolo era successo? Si tamponò con una mano la fronte e il collo sudato mentre uno strano senso di calore aumentava. Le pareti erano completamente spoglie, i mobili erano scomparsi!
    Si voltò per scoprire di avere passato la notte su un vecchio materasso polveroso. Quella era la sua camera, ma guardandosi attorno scoprì di non poterlo più affermare con certezza.
    Corse alla finestra. Per fortuna tutto sembrava normale in strada. La spalancò leggermente trovando più che piacevole quella fresca brezza mattutina che le asciugava, dandole un piacevole sollievo, le gocce impregnate sul suo viso.
    Corse fuori dalla camera. Il corridoio pieno di scatoloni vuoti lasciava percepire un forte odore di vernice. Si chiese come non lo avesse sentito mentre dormiva dato che ora le dava la nausea.
    Aprì trattenendo il respiro la stanza di sua madre. Il sangue le si gelò! La stanza anche se ultimamente abitata da Willow aveva sempre mantenuto i vecchi mobili….
    Quella camera sempre così calda e accogliente, dove intere notti dopo la morte di sua madre aveva pianto in silenzio, ora sembrava un vecchio magazzino pieno di cianfrusaglie e crepe sul muro. Era troppo!
    Corse al piano inferiore e questa volta si sentì più preparata nel costatare che tutte le stanza erano spoglie, buie ma soprattutto vuote!
    L’odore di vernice era diventato insopportabile e le fece girare la testa vorticosamente. Si appoggiò stanca al muro alle sue spalle. Tamponò ancora una volta con le mani il collo impregnato di sudore mentre sentiva delle goccioline fredde che le percorrevano le spalle scendendo fino alla cucitura dei jeans.
    Sospirò più volte come aveva visto fare al signor Giles quando cercava la forza di calmarsi. Sperò con tutta sé stessa che quell’uomo dagli occhiali sempre puliti e un immensa bontà d’animo entrasse dalla porta e le spiegasse tutto, ma solo il silenzio continuò a regnare per interminabili secondi.
    Si avviò tremante verso la porta e mentre la spingeva, rendendosi conto per la prima volta di quanto fosse pesante, un ondata di polvere la fece starnutire più volte, attaccandosi prontamente alla sua pelle bagnata.
    Era fuori!
    Mai aveva desiderato tanto allontanarsi da quel luogo ma…. un grosso cartello all’entrata la fece inorridire ”VENDESI”!
    Il cuore cominciò a batterle in modo furioso e sperò, come quando era ancora bambina, che non le uscisse dal petto! Corse in strada. Le vie ancora bagnate dal lavaggio notturno sembravano quelle di sempre.
    Un’anziana signora in vestaglia uscì da una casa a qualche metro dalla sua e Buffy si maledì per non aver mai fatto amicizia con i vicini!
    Non capiva cos’era accaduto, ma sperò con tutto il cuore che i cambiamenti si limitassero alla sua casa. Si trovò inaspettatamente a correre a perdifiato verso…. il cimitero!


    1°CAPITOLO( seconda parte)
    Il sole ormai completamente presente su tutte le strade illuminate e afose stava diventando insopportabile. Sentì per la prima volta nella sua vita un senso di stanchezza prenderla di soprassalto e la spossatezza aumentare sotto quel globo cocente, senza aver fatto apparentemente nessun tipo di sforzo.
    Si bloccò ansimante fuori dal grosso cancello del cimitero che lasciava intravedere un vecchio custode indaffarato.
    Lui era sicuramente lì. Barricato nella sua cripta a proteggersi da quei letali raggi,
    steso nudo sul suo letto.
    Si morse un labbro nervosa per averlo immaginato così nonostante la situazione….. Che era venuta a fare? Quel vampiro senz’anima cosa avrebbe potuto dirle oltre a cercare di convincerla di andare a letto con lui e a dichiararle ancora il suo incontrastato amore. Sicuramente stava malissimo….. magari era stato proprio lui ad architettare una vendetta….. voleva certamente fargliela pagare.
    L’impulso di correre in quella cripta umida dalle pareti lesionate continuò ad aumentare tanto da spaventarla! Come poteva pensare a lui dopo tutto ciò che stava accadendo! Spinse il cancello titubante, infondo gli avrebbe solo chiesto spiegazioni e poi sarebbe andata via…… si bloccò sorpresa: era chiuso.
    Avrebbe potuto chiedere al custode o magari semplicemente scavalcarlo. L’immagine di lei per quel terreno fangoso diventava sempre più nitida tanto che si strofinò le mani sui jeans per prepararsi a scavalcare.
    Sarebbe bastato solo attraversare quel cancello per…. rivedere quegli occhi. L’immagine del vampiro ossigenato senza camicia mentre beveva un bicchiere di sangue le fece sentire ancora più caldo del previsto.
    Guardò l’orologio come se stesse aspettando qualcuno chiedendosi cosa stava facendo lì fuori. Ma che diavolo ti è saltato in mente?
    Per un istante lo sentì alle sue spalle ridere di lei con quei suoi grandi occhi magnetici. Doveva allontanarsi da lì il prima possibile! Corse veloce come se lui potesse sbucare da un momento all’altro!

    Lo sforzo però adesso era diventato insopportabile. Aveva attraversato di corsa tutta la città e il sole non aveva accennato ad addolcirsi.
    I jeans le avevano completamente aderito alle gambe sudate e la testa le girava vorticosamente. Il Magic-box era ormai vicino!
    Quando finalmente riuscì ad intravedere l’insegna sembrò trovare dentro di sé un po’ di calma. Spinse con furia la porta restando estasiata da quel piacevole contatto con l’aria più umida del negozio.
    Anya le si parò davanti “Posso aiutarla?”
    Buffy sospirò “No, Anya non è proprio il momento”
    L’ex demone la fissò indispettita “Sapevo di certo che il mio nome ormai come affermata imprenditrice fosse famoso, ma rimane il fatto che se entra nel mio negozio deve acquistare!”, la cacciatrice la guardò stupita.
    “E poi poteva anche dire che non le occorreva aiuto!”
    Buffy rimase immobile, possibile che….
    “Xander vieni subito qui c’è una cliente molto maleducata”
    Il ragazzo sbucò dalla porta che divideva le due stanze del Magic-box “Anya sono convinto che questa ragazza non ha fatto proprio nulla. Cerca di essere più paziente tesoro”, le rispose scocciato Xander come se avesse assistito a quella scena almeno un milione di volte.
    Buffy era senza parole. Ma cosa era successo a tutti? Cos’era successo alla sua casa? Possibile che Willow avesse fatto un altro dei suoi incantesimi… i suoi pensieri furono interrotti dall’entrata della strega nel negozio.
    “Willow per fortuna sei qui”
    La rossa la guardò stupita e tremendamente imbarazzata “Ciao, ci conosciamo?”
    Anya prendendola per un braccio non le permise di rispondere “Forse ho capito. Sei stata invitata al nostro matrimonio e sei venuta in anticipo! Ma poi chi ti ha invitata? Xander sei stato tu? Potevi almeno dirmelo!” urlò rivolgendosi al ragazzo “Ma non preoccuparti ti troveremo una sistemazione fino a quel giorno…” continuò tornando a rivolgere la sua attenzione a Buffy.
    La cacciatrice le si staccò di colpo. Ma cosa era successo? Possibile che nessuno la riconoscesse? Il malessere delle ore precedenti tornò a farsi sentire più forte che mai.
    Tutti quei visi che la osservavano come se non l’avessero mai vista, tutte quelle frasi assurde e senza senso, quel cartello e quell’insopportabile odore di vernice…. corse fuori ansimante e sconvolta!
    Respirò profondamente cercando di recuperare un po’ di forze. Si chiese ancora una volta come potesse essere così stanca mentre si accorgeva piacevolmente che il sole era diventato meno forte. Almeno questo.

    Aveva passato una giornata da incubo! Le sue domande così tremendamente irrisolte! Non aveva nemmeno visto Dawn! La preoccupazione che le fosse successo qualcosa l’aveva portata a cercarla ovunque senza alcun risultato. Presto sarebbe calata la notte e lo avrebbe inevitabilmente incontrato. Infondo non aveva aspettato questo da quando era scappata via dal negozio o meglio da quando si era ritrovata fuori da quel cancello chiuso?
    I suoi occhi continuavano ad apparire nella sua mente offuscata e facevano più male che mai, torturandola insistentemente. Constatò con dolore che lui era ora la sua unica speranza!

    Il cimitero era più deserto e desolato che mai. Nonostante i numerosi giorni di sole il terreno risultava fangoso e l’erba che le sfiorava i piedi era piacevolmente bagnata.
    Riusciva a vedere la porta della sua cripta e il coraggio di sempre questa volta le sembrò quasi mancare. Qualcosa nell’ombra attirò la sua attenzione fin quando delle urla la portarono a correre nella direzione opposta.
    Riuscì a intravedere una ragazza correre spaventata tra gli alberi e nonostante il buio, per la sua velocità, capì che quello che la stava inseguendo era sicuramente un vampiro.
    Cercando di recuperare le forze che le erano mancate tutta la giornata le corse incontro. Il vampiro era ormai sopra di lei e non avrebbe atteso altri istanti per morderla.
    Buffy lo strattonò via da lei e gli tirò un pugno più forte che potè, cercando di limitare al minimo il tempo del combattimento che svolto nel buio più totale, non le avrebbe certamente reso la vita facile.
    Ma… il vampiro inspiegabilmente rimase fermo, immobile davanti a lei…. e ben presto, nel silenzio più assoluto, risuonò la sua inconfondibile risata.
    “Che ragazza coraggiosa!”
    LUI!
    Non ebbe il tempo di formulare alcun pensiero, Spike le era saltato addosso impedendole qualsiasi tipo di movimento.
    Il suo corpo forte era completamente steso sul suo e la cacciatrice sembrava inerme contro la forza del vampiro ossigenato che questa volta sembrava avere un solo obbiettivo!
    Ben presto i suoi denti sarebbero affondati nella sua carne! Forse questa era la sua fine! Forse l’aveva sempre desiderato…. parole mai dette e in questo istante senza alcun senso le morirono in gola!....tbc
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    Postato Prologo "nuova" ma vecchia FF Ti prego Amami
418 replies since 4/12/2006
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