Nel corpo del nemico

What if quarta stagione della puntata “Who are you?”

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  1. kasumi
     
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    Capitolo 3

    Già, la sorella malvagia.
    Non aveva mai sentito parlare dello scambio dei corpi prima d'ora, rifletteva Spike, e doveva ammettere che questa seconda Cacciatrice, che pensava ed agiva fuori delle regole, aveva avuto proprio un'idea geniale. Si sarebbe unito volentieri alla sua causa, se solo non avesse cambiato i propri piani di recente. Ma le possibilità di quell'aggeggio! Si sarebbe fatto volentieri un giro nel corpo di Angel, tanto per fare lo stronzo in giro e dimostrare che Fronte Larga non era il santo che diceva di essere. Ah! Beccati questa. Solo che ad Angel veniva misteriosamente perdonato tutto, e ciò era molto ingiusto. Che gusto c'era a fare il coglione, se non c'erano delle conseguenze? Ma avrebbe potuto portarsi a letto Buffy... Questo sì che era un pro. Sentì le labbra tendersi piacevolmente in un sorriso. Solo che, merda, c'era sempre quella maledizione del cavolo! Buffy non l'avrebbe data ad Angel, ed il vampiro s'imbronciò di colpo. Ciò significava che, per portarsela a letto, avrebbe dovuto... NO! Non avrebbe scambiato il proprio corpo con quello di Riley per nulla al mondo! Piuttosto, con quello di Buffy... Ohhhh, quella sì che era un'idea brillante. Se avesse potuto scambiare il suo corpo con quello della Cacciatrice... e avere a disposizione tutto quel ben di Dio da maneggiare a piacimento.... Mhhhh...
    “Dev'essere stato orribile. Voglio dire... con la cella e... le guardie. Come se fossi una vera delinquente!”
    La voce della Rossa lo fece tornare alla realtà. Spike tese le orecchie, mentre origliava la Cacciatrice parlare con la sua amica streghetta, nella loro stanza al dormitorio del campus. La sua non era curiosità, si diceva, perché della Cacciatrice non gliene fregava proprio un bel niente. Voleva solo godere delle disgrazie della sua acerrima nemica. E visto che c'era, farsi anche un po' degli affari suoi. La vita della Cacciatrice, sentimentale o meno, era talmente movimentata che era meglio di una telenovela! Ecco perché il giorno dopo l'aveva seguita di nascosto, ed ora ascoltava attentamente mentre Buffy riversava il suo patetico cuore e le sue angoscie in quel racconto, godendone enormemente - davvero davvero enormemente -mentre si faceva un paio di sigarette, e prestando particolare attenzione alla fase di Los Angeles e a quando Angel era venuto a Sunnydale con l'intento di scusarsi, ma era finito col prendere a pugni Riley! Ha! Spike si sfregò le mani, pensando che dopotutto il suo GranSire qualcosa di buono lo faceva, una volta ogni tanto. Qualche cazzotto gliel'avrebbe dato volentieri anche lui a quello sfigato di Capitan Cartongesso! Ma non perché Riley poteva farsi quella gnocca della Cacciatrice e lui no. Nooo, quel coglione meritava un bel cazzotto al giorno solo per la sua esistenza.
    Dopotutto, da qualcuno doveva pure iniziare, per testare il regalino che Adam gli aveva fatto.
    Spike sorrise tra sé, riflettendo che la sera prima, la Cacciatrice non si era nemmeno accorta che il suo chip non aveva funzionato.
    Tuttavia, doveva ammettere che sentirla così vulnerabile, adesso, lo faceva sentire un po' strano. Non gli faceva venir voglia di utilizzare queste debolezze contro di Buffy... Non gli faceva venir voglia di raggiungere questa Faith e di congratularsi con lei... E più volte ripensava a quella sera e più si rendeva conto, rivivendo quei momenti al rallentatore, che non erano state solo le parole di Faith e il modo in cui le aveva dette, a fare quello strano effetto su di lui. Non era stato solo il modo in cui si era mossa, così sicura di sé, come se fosse il sesso in persona. E ripensandoci adesso, era stato così evidente che non si era trattato di Buffy.
    Ma erano state la sua voce e le sue labbra a parlare... La sua mano calda, quella che si era appoggiata delicatamente al suo petto. E se Faith non avesse mai provato a sedurlo, forse non si sarebbe mai accorto dell'effetto che Buffy gli faceva. Perché sì, sapeva di essere sempre stato ossessionato dalla Cacciatrice, ma per motivi ben diversi... E ora si chiedeva... se l'attrazione per lei ci fosse sempre stata, in fondo in fondo? Ma a questo punto, non sapeva dirlo.
    Quello di cui era sicuro ora, era di essere confuso. Fottutamente confuso. Perché c'era una piccola parte di lui che, sentendola così vulnerabile, aveva voglia di prenderla tra le braccia e offrirle conforto tra le lenzuola, nell'unico modo in cui lei forse si sarebbe mai lasciata confortare da lui...
    Spike odiò quel pensiero e cercò di combatterlo con tutto sé stesso. Cercò di combatterlo lungo tutto il tragitto nella rete fognaria e poi, nella sua cripta. Affogandolo nell'alcohol... Ma lui era sempre lì, il desiderio di essere dentro il suo corpo... E niente che potesse fare, proprio niente, sembrava poterlo cancellare dalla sua mente.
    -------------------------

    La mano di Buffy abbassò lentamente la cornetta del telefono e lei rimase a fissare l'oggetto con aria delusa, mentre raggiungeva il suo posto con il suono caratteristico. Perché Riley non poteva mandare tutti al diavolo e venire da lei, quella sera? Giusto quando era arrivato qualche giorno di vacanza ed era tornata a casa, sua madre era in viaggio per lavoro e avevano la suddetta abitazione tutta per loro... quella cavolo di Iniziativa per cui lui lavorava le aveva rovinato i piani. E quindi lei avrebbe dovuto aspettare ancora chissà quanti giorni, prima di poter passare del tempo di qualità con il suo fidanzato, come Dio voleva.
    E Dio, aveva bisogno di Riley.
    Era passata una settimana da quando Spike... per la miseria, non era nemmeno in grado di dare un nome a quello che era successo tra loro. L'aveva... no, non l'aveva proprio... ma l'aveva forzata, però. O no? L'aveva sedotta e... Non ci capiva più niente. Ma che cavolo s'era messo in testa quell'idiota, poi? Ecco, la rabbia sì che aveva senso. Doveva focalizzarsi sulla rabbia, non sul mare di confusione in cui l'aveva lasciata.
    Per questo aveva passato l'intera settimana cercando accuratamente di evitarlo, e quando non aveva potuto farlo, aveva minacciato in più modi di far terminare la sua insignificate non-vita in un posacenere, e visto che c'era, aveva fatto anche buon uso delle lezioni sul combattimento corpo a corpo che Giles le aveva dato, divertendosi a rompergli il naso in diverse angolazioni. Perché voleva che Spike la guardasse con null'altro che odio, e dimenticasse al più presto quel loro incomprensibile incontro.
    Lei amava Riley e desiderava solo lui, era semplice. E allora perché da un po' di tempo non lo era più? Perché aveva un disperato bisogno di essere in intimità con il suo ragazzo, per sentirsi a posto con sé stessa?
    No, la verità era che era da troppo tempo che non facevano l'amore... e dopo la questione di Faith... Buffy soppresse un ringhio, al pensiero che era stato proprio con Faith, e non con lei, che Riley era andato a letto l'ultima volta! Aveva bisogno di sentirlo vicino, di ricucire quella piccola frattura che si era creata.
    Un sospiro lasciò le sue labbra leggermente imbronciate, mentre si infilava sotto le coperte e spegneva la luce, sperando che magari, Riley facesse presto a finire il suo pattugliamento e potesse raggiungerla più tardi...
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    Il suo sogno non aveva molto senso, come tutti i sogni, a parte quelli che erano roba da Cacciatrici, pieni di premonizioni e avvertimenti dalle sue antenate e altra roba strana. C'era il solito correre e poi camminare tra i cimiteri, i boschi e chissà cos'altro. Nei sogni, tutto si fondeva e si intrecciava. Quello che un secondo prima era il muro di un'abitazione abbandonata nel bosco, il secondo dopo diventava il muro di cemento di un mausoleo, e dieci secondi dopo diventava il muro esterno del Bronze.
    I passi del suo fidanzato che l'accompagnava nel pattugliamento, diventavano i passi di qualche vampiro che la seguiva per cibarsi di lei. Le mani che cercavano di afferrarla per farle del male, diventavano mani che la accarezzavano con gentilezza, facendola sospirare per l'immediata cessazione del suo stato di all'erta. Sotto quelle mani forti si sentiva al sicuro, pensò distrattamente, mentre si rilassava e lasciava dietro di sé ogni pensiero sui demoni che infestavano la piccola cittadina di Sunnydale all'oscuro della popolazione.
    Mani che le sfioravano la parte esterna delle gambe, dalle anche fino al ginocchio, delicate e fresche come un fazzoletto di seta, e poi giù ancora fino alle caviglie. Ma come nei sogni tutto è senza senso, vige anche una strana logica che dà un immediato senso a tutto, perciò il fatto di trovarsi immediatamente senza pantaloni in questo sogno, esattamente com'era andata a letto, non le sembrò affatto strano, come il fatto di non poter distinguere chi la stava toccando, perché più cercavi un volto o una spiegazione in un sogno, e più questa ti veniva negata. L'identità di chi la stava toccando non era importante. Ciò che era importante era la sensazione che le stava dando e Buffy si concentrò su quella. Le dita risalirono sulle sue gambe e quando arrivarono alle cosce, diedero una leggera strizzata possessiva che le sembrò vagamente familiare, ma nella mente offuscata del sogno non seppe dire a chi appartenesse quel tocco. Se se lo stava sognando, voleva dire che qualcuno l'aveva toccata a quel modo, prima o poi, e magari le era piaciuto, visto che il suo inconscio lo stava richiamando. Era inutile farsi troppe domande, quando nei sogni il tocco di Riley si mischiava sempre con quello di Angel e ultimamente anche con quello di Spike, sebbene era da tempo che sognava talvolta il volto del vampiro biondo. Nei sogni, tutto era mescolato. Nei sogni, anche la voce di Spike era tollerata, ed il suo tocco desiderato; laggiù dove Riley non poteva sapere, dove nessuno avrebbe potuto giudicare. Nemmeno sé stessa. Sì, perché a volte, la giudice più severa del suo comportamento era proprio lei stessa. Ma laggiù, nei sogni, tutto era permesso, dove la voce della sua coscienza non riusciva ad arrivare. Anche lasciarsi andare come avrebbe voluto, senza la paura di apparire una ragazza facile. Perciò quando sentì quelle mani divaricarle gentilmente le gambe e sfiorarle il sesso con il viso, non cercò di scostarle, quando nella realtà, nella stessa situazione, sarebbe arrossita e avrebbe guardato Riley con un po' di incertezza e di paura, tra cui il pensiero che quello che stava per farle lo facesse per lei e per ricambiare i suoi favori e non perché gli piacesse. Ma nei sogni poteva far finta che a lui piacesse. Solo che quando lui sfiorò appena le pieghe del suo sesso con la lingua umida, lei si svegliò di colpo per l'intensità della sensazione, ansimando e gemendo mentre inarcava la schiena e artigliava il lenzuolo ai lati del suo corpo.
    Porca miseriaccia, pensò mentre deglutiva e strabuzzava gli occhi nell'oscurità, non sto maledettamente sognando!
    “O Dio... Riley...” mormorò, mentre lui iniziava la sua perlustrazione, allungando le mani per accarezzare la testa tra le sue gambe. Allora ce l'ha fatta a raggiungermi, pensò distrattamente, mentre sorrideva e richiudeva gli occhi, affondando la testa nel cuscino. Fece scorrere le dita sulle ciocche ingellate con cura, cercando di infilare le dita tra di esse... Mhh... Ma da quando Riley usava tutto quel gel? La domanda svanì presto nei recessi della sua mente, mentre il piacere si diffondeva nel suo corpo e la faceva sciogliere come lava liquida.
    “Buffy...” ansimò lui, e fu già tanto che riuscì a sentirlo tra i propri gemiti (quand'era che Riley aveva imparato a farlo così bene?!). La sua voce suonò strana, ma si disse che era solo alterata per l'eccitazione. Del resto, nemmeno lei riconosceva la propria voce nei versi che ora stava emettendo.
    “Ri-ley...” disse con voce strozzata, ma questa volta non si sbagliò. Il ringhio semi-animalesco che lui emise e che fece vibrare tutto il suo corpo, non proveniva decisamente dal suo fidanzato.
    “Riley 'sto cazzo!!”
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    Buffy urlò e tentò di scostare il peso del vampiro da sopra il suo corpo, ma Spike era forte quanto lei e doveva ammettere che la sua abilità aveva ridotto i suoi arti a gelatina.
    “Esci immediatamente da questo letto!”
    “E tu esci immediatamente da questo corpo, parte stronza della Cacciatrice!” ribatté lui, restando sollevato sopra il suo corpo mentre cercava di tenerla ferma per le braccia. “Rivoglio la mia Cacciatrice docile, quella tutta fremente sotto le mie attenzioni!”
    Lei spalancò gli occhi e la bocca a questo, cercando di far convergere quanta più indignazione possibile nella propria espressione, sapendo che lui poteva vederla nell'oscurità. “Quella Cacciatrice docile stava pensando che fosse il suo ragazzo, e non un vampiro ormai impotente, a fare... fare... quelle cose sotto le lenzuola.” terminò imbarazzata.
    “Ti mostro io l'impotente!” S'infuriò lui, afferrandole una mano con forza e infilandosela nei pantaloni.
    “Ah!” gridò lei, mentre il suo palmo veniva a contatto contro la pelle liscia del sesso di Spike. “Smettila, smettila!” disse, ritraendo la mano come se si fosse scottata e scuotendo la testa ripetutamente. “Si può sapere che cosa ti è preso ultimamente?! I tuoi ormoni sono impazziti?!”
    Silenzio per qualche secondo, a parte i loro respiri affannosi, mentre lei ne approfittava per scuotere leggermente il proprio braccio e la propria mano recentemente liberati e riacquistarne la piena sensibilità, dopodiché ci fu un click e la luce dell'abat-jour sul suo comodino si accese.
    Poteva vederlo ora, i suoi lineamenti duri immersi parzialmente nelle ombre che creava quella piccola luce laterale. Poteva vedere il lampo di incertezza che attraversò il suo viso, mentre le narici si allargavano e la mascella fletteva sotto il suo sguardo indagatore. Vide i suoi occhi vagare per qualche secondo nella zona sopra la sua testa, il suo viso piegarsi di lato verso l'oscurità, cercando quasi di sfuggire alla luce della lampada che lui stesso aveva accesso, quasi avesse paura che essa potesse rivelare di più di quello che lui voleva.
    Fu un lungo istante molto strano, quasi surreale, mentre la mano che l'aveva toccato le prudeva al suo fianco e la sensazione di essere bagnata fradicia tra le gambe, a qualche decina di centimetri dall'inguine di lui, diventava sempre più scomoda.
    Poi lui raddrizzò il viso e tornò a guardarla negli occhi, e la determinazione che ci vide, mista ad altre cose altrettanto forti che non riusciva a decifrare, la fece tremare per un secondo sotto il suo sguardo.
    Forse anche lui non riusciva a decifrarle, perché invece di risponderle abbassò il viso verso il suo e mormorò “succede che ti voglio così tanto” contro le sue labbra prima di baciarla in un modo così affamato e quasi disperato, che lei rimase paralizzata per lo stupore in un primo momento, per la sua onesta ammissione, ma poi, quando lui usò la sua mano libera tra le sue gambe, non poté fare a meno di gemere e ricambiare infine quel bacio, muovendo la propria mano libera dietro la sua nuca e attirandolo a sé; e proprio come nei sogni, quel che non aveva un senso lo acquistò e quello che ce l'aveva lo perse tutto d'un colpo...

    NdKasumi: lo so, è ancora presto per far cedere Buffy. Ma al momento non posso permettermi di scrivere storie troppo lunghe, perciò ho accellerato i tempi. Perdonatemi ^__^
     
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42 replies since 10/1/2017, 02:17   715 views
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