Nel corpo del nemico

What if quarta stagione della puntata “Who are you?”

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  1. kasumi
     
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    Nel corpo del nemico


    What if quarta stagione della puntata “Who are you?”. Spike non è rimasto indifferente alle parole di Faith nel corpo di Buffy e reagisce un po' diversamente rispetto al telefilm. Del resto, quale vendetta migliore verso di lei che provare a sedurla a sua volta?

    Storia scritta in collaborazione con Redan.

    Rating: metto rosso per sicurezza, ma sarebbe più un arancione
    Avvertimenti per situazioni sessuali e linguaggio da adulti.
    Nota dell'autrice: ai fini della storia, ho modificato a piacimento alcuni elementi della quarta serie e il loro ordine cronologico.


    Capitolo 1


    Potrei strizzarti fino a…
    ...farti scoppiare come una bottiglia di champagne caldo…


    Cazzo, frasi del genere dovevano essere illegali. O almeno, doveva essere illegale dirle e poi filarsela, lasciando il malcapitato di turno con le palle blu e una serata passata in solitaria per calmare quel bollore che sembrava auto-alimentarsi in mezzo alle gambe.
    Cazzo, cazzo, cazzo, la odiava. Quella stitica stronza frigida, quella bacchettona della Cacciatrice, sempre pronta a giudicare e a condannare dall'alto del suo fottuto piedistallo. E ora si prendeva gioco di lui anche su questo?
    Potrei avere chi voglio. Persino tu, Spike...
    Chi credeva di essere?!? Tutta la rabbia che aveva in corpo non faceva altro che rendere più frenetici i suoi movimenti, soprattutto mentre immaginava lo sguardo adirato della Cacciatrice, con il viso rosso e accaldato, mentre gli puntava il dito contro e gli diceva quello che pensava di lui. Ma solo quando lei ebbe finito di sfogarsi e sembrò realizzare quello che lui stava facendo, accaldandosi ora per altri motivi, lui poté finalmente porre fine alla propria fantasia e raggiungere il sollievo tanto agognato. Solo quando vide i suoi grandi occhi dilatarsi per l'eccitazione, il verde che lasciava il posto al nero, e si abbassava con la bocca dischiusa verso la sua erezione con il chiaro intento di divorarla...
    Solo allora trovò la pace.
    E cazzo, se la odiava per questo.
    -------------------------

    Un'ora più tardi, stravaccato sulla sua nuova poltrona preferita (che era vecchia e parecchio logora e sporca di qualche macchia non meglio identificata, ma cosa ti aspetti di meglio da una discarica, eh?), Spike cercava di seguire Passions. Ma ogni volta che ci provava, immagini della Cacciatrice, in svariati gradi di nudità, di umore, di eccitazione, di disinvoltura, di colore di biancheria intima, con o meno il frustino, gli stivali in pelle alti fino alla coscia, con o meno quello stupido sorrisetto seducente con cui l'aveva guardato quel giorno al Bronze.... Insomma, continuava a farsi distrarre come un povero scolaretto alla prima cotta.
    Che cazzo gli prendeva?? Okay, vedere che la signorina mutandine bianche... perché ora se la stava immaginando così... tutta mutandine bianche -le ragazze per bene portano le mutandine bianche di cotone, okay?- e camicetta bianca e minigonna a ruota da cheerleader, molto Britney Spears in 'Baby one more time', con tanto di lecca-lecca e occhialini a cuore, e cazzo ora stava divagando.
    Cosa stava dicendo? Ah si, 'Baby one more time', che in realtà era 'Baby hit me one more time', ovvero 'Baby colpiscimi ancora una volta', che rendeva perfettamente le voglie che provava ora nei suoi confronti, divise tra il volergliene dare di santa ragione e il volerglielo dare di santa ragione. Perché il 'colpire' poteva avere significati diversi. Certo, avrebbe anche potuto sbatterglielo in faccia, a mò di frusta, tanto per...
    AAAAAARGH!
    Basta.
    Era da un'ora che andava avanti così, non ce la faceva più.
    Come aveva potuto... Come aveva permesso che lei s'infiltrasse nei suoi sogni più intimi, in quel modo così viscido e silenzioso... Perché si era lasciato sedurre come un deficiente?? Come un novellino? Da quella sgualdrina stitica con le mutandine di cotone bianco??
    Ma Spike non era un novellino, e di seduzione se ne intendeva. Aveva usato spesso gli stessi trucchi, nel suo passato con le zanne efficienti, per adescare qualche vittima. Sapeva come funzionava. Lanciavi le esche, stavi a guardare se abboccava, con lo sguardo intenso del predatore, e la guardavi contorcersi e sudare e farsi aria con le mani per scacciare l’effetto degli ormoni. Qualche volta graffiavano pure il muro o svenivano sul posto. L’importante era che la vittima si offrisse di sua spontanea volontà. Niente thrall, niente forzature, le donne cadevano ai suoi piedi pregandolo di avere pietà e porre fine alla loro sofferenza.
    Ecco, così doveva andare. Doveva ribaltare le carte in tavola e porre lei dalla parte della sofferenza. L'avrebbe sedotta e quella sarebbe stata la sua vendetta. E se poi ci scappava anche una sveltina nel mezzo, tanto meglio!
    Magari anche due.
    Mmmhhh... sentì le labbra tendersi in un largo sorriso da gatto che ha appena acciuffato il canarino; magari anche tutta una nottata piena di Cacciatrice sudata e fremente tra le sue mani...
    NO! Per l'amor del cielo! NO!
    Il vampiro scosse la testa, disgustato dai propri pensieri. Piuttosto che passare la giornata a pensare a lei, si sarebbe intossicato fino allo svenimento. Recuperò una bottiglia dal frigo e la consumò avidamente, dopodiché lanciò il contenitore vuoto contro la parete della sua nuova cripta. Il vetro s'infranse in mille pezzi e il vampiro annuì compiaciuto per quel suono. Afferrò altre due birre e le appoggiò sul coperchio del sarcofago di pietra, intento a passare il pomeriggio ad ubriacarsi.
    Dopo un attimo di esitazione, fece spallucce e sostituì le birre con qualche bottiglia di liquore.
    Giusto quando si apprestava a stordirsi per bene, sentì dei rumori di passi provenire dalle fognature, con cui la cripta che aveva trovato era collegata. Spike alzò gli occhi al soffitto e imprecò, posando giù la bottiglia.
    “Spike, ho bisogno che tu venga con me.”
    Questa era buona! Adam, l'ibrido mezzo-umano-mezzo-demone-e-mezzo-robot che tutti stavano cercando, stava in piedi nella sua cripta, con una curiosa posa da culturista col petto in fuori.
    “Davvero? Allora andiamo,” bluffò il vampiro, avvicinandosi amichevolmente al mezzo demone solo per provare a colpirlo con un pugno nello stomaco. “OW!” Agitò il pugno in aria per il dolore, mentre Adam non si era mosso nemmeno di un centimetro. Merda, aveva dimenticato che era fatto di metallo.
    “Vieni. Devi aiutarmi a risolvere un problema.”
    Gli occhi di Spike si strinsero per un attimo. “E perché dovrei farlo?”
    “Io ti aiuterò a risolvere i tuoi.”
    Beh, la cosa poteva rivelarsi interessante, pensò Spike mentre iniziava a seguirlo.
    ---------------------

    Buffy non aveva nessuna voglia di ballare quella sera. E il momento in cui vide Spike entrare nel locale, quella poca voglia di divertirsi, sparì completamente da lei come per un incantesimo.
    Guardò la testa platinata con disprezzo mentre lui avanzava in mezzo alla folla del locale, verso il bancone del bar. Povero idiota. Ormai gli avevano tolto tutto... Dru, la sua dignità, la sua integrità come vampiro... Non gli restava altra soddisfazione nella vita che romperle le scatole. Da un lato lo compativa, ma dall'altro voleva solo urlargli: perché con tutte le persone del mondo, hai scelto di infastidire proprio ME??? Solo a guardarlo dall'altra parte del locale le veniva la pelle d'oca.
    Ci mancava solo lui per guastarle la serata, come se non avesse già abbastanza cose per la testa, con Faith e Riley, e Faith, e Riley, ed Angel. Angel che prendeva le difese di Faith e Riley che faceva l'amore con Faith. Riley che aveva pensato che lei avesse avuto solo la voglia di sperimentare un po' e poi si era commosso per come l'aveva guardato, come se stessero facendo l'amore per la prima volta. Certo, perché per Faith era la prima volta che faceva l'amore, non solo sesso, con qualcuno! E tutto grazie al suo fidanzato molto generoso! Ed era proprio quel pensiero, che avevano fatto l'amore, che la rendeva così miserabile. Oltre alla sensazione terribile, che aveva ancora con sé, di essere intrappolata in un altro corpo, mentre una killer psicopatica usava il suo come meglio credeva. Aveva rischiato di rovinare le sue amicizie e la sua reputazione, di far del male a sua madre e alle persone a cui voleva bene, di fare delle cose per cui la polizia avrebbe potuto arrestarla in seguito...
    'E' con te che pensavo di fare l'amore', le aveva detto Riley. E questo avrebbe dovuto farla stare meglio, solo che no, il pensiero di Faith che usurpava il suo corpo continuava a tormentarla. Chissà quante altre cose aveva fatto senza che Buffy lo sapesse e quante altre ne avrebbe fatte se non fosse stata fermata in tempo...
    Eppure Angel aveva deciso che Faith andava protetta, che aveva diritto ad una seconda possibilità, come se fosse solamente una bambina che si era persa sotto la pioggia e avesse bisogno di un aiuto per tornare a casa. Che diavolo avevano questi uomini? Le fette di prosciutto davanti agli occhi?
    Scosse la testa con forza e alzò gli occhi giusto per vedere che Spike la stava fissando con un'espressione strana dall'altra parte della stanza. Era un misto di delusione e amarezza e odio mal celato e qualcos’altro che non riuscì ad identificare ma che le diede immediatamente i brividi.
    Strinse gli occhi e indurì il volto, indossando la consueta maschera della Cacciatrice glaciale che non perdona. Se solo avesse osato prenderla in giro per la sua debolezza....
    Invece Spike sembrò sorridere tra sé, come se avesse anticipato la sua reazione e la cosa lo divertisse, e poi guardò in basso e si voltò, dirigendosi verso l'uscita del locale, senza dire una parola né fare alcun cenno.
    L'istinto di seguirlo era forte, come quello di sfogare la tensione accumulata da tutta la faccenda di Faith con lui, ma Buffy decise che non era la serata giusta per un turno di 'prendi a calci Spike'. Si sentiva troppo giù per poter essere cattiva con qualcuno.

    TBC

    NdKasumi: la scena con Adam è tratta dalla puntata 4x19 New moon Rising.
     
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  2. Silvia_1899
     
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    CITAZIONE (kasumi @ 10/1/2017, 02:17) 
    che rendeva perfettamente le voglie che provava ora nei suoi confronti, divise tra il volergliene dare di santa ragione e il volerglielo dare di santa ragione

    Ahahahah :lol:
    ...già solo questa frase fa acquistare 1000 punti a tutto il capitolo!!!
    Ovviamente c'è tanto altro e mi è piaciuto tutto!!
    Non posso perdermela anche questa ff, voglio e devo leggerlaaaa!!! :xd:
    Brave ragazze!!
     
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  3. Redan
     
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    Ciao Silvia! Sono contenta che ti piaccia :)
     
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  4. kasumi
     
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    Grazie Silvia!!
     
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  5. kasumi
     
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    Capitolo 2


    Due sere e un lavoro di Spike per la gang dopo, il gruppo si era trovato di nuovo al Bronze.
    La biondina non sembrava divertirsi, proprio come era avvenuto la volta precedente che l'aveva incontrata, e Spike aveva tutta l'intenzione di rimediare a ciò. Si avvicinò a lei con un sorriso sornione e strusciò il pollice contro l'indice della propria mano proprio davanti al suo viso, indicandole che aspettava il suo pagamento.
    Buffy roteò gli occhi e gli fece cenno con la testa verso la porta del locale che dava sul vicolo, alzandosi in piedi a mala voglia e aspettandosi che la seguisse, senza voltarsi indietro.
    Spike sorrise e pregustò il loro incontro. Il vicolo era perfetto per quello che aveva in mente.
    --------------------

    “Ecco i tuoi soldi, Spike”, gli disse lei una volta usciti nel vicolo, mal celando il proprio disprezzo.
    Glieli gettò nel suo palmo aperto, ma quando fece per girarsi e tornare nel locale, il vampiro le afferrò il braccio. “Ehi, ehi, non così in fretta, stronzetta.”
    “Che cosa vuoi ancora?” ringhiò lei. “Non ti basta essere pagato profumatamente per un lavoro che io faccio gratis da anni?” Spike la stava facendo indietreggiare lentamente verso il muro, le mani attorno alle sue braccia, gentili ma decise.
    “Beh, sei tu la scema che lo fa gratis, io che c'entro? E a proposito di tasti dolenti, non dirmi che ti aspettavi di passarla liscia dopo quello che mi hai detto quattro sere fa?” Aveva lasciato cadere la sua voce di un'ottava. Le ultime parole erano poco più di un sussurro fresco contro il viso di lei.
    “Di cosa diavolo stai parlando?” Oh, poteva sentire il suo respiro farsi più affannoso. Che goduria.
    “Di come avresti potuto avermi, se solo avessi voluto?!” La sua voce tuonò nel vicolo, improvvisamente alta e tagliente. Dalla sua espressione sorpresa e confusa, poteva dire che non se lo aspettava. Ma non le diede il tempo per ribattere. “Beh, anche io posso averti quando voglio, lo sai?”
    La schiena di Buffy urtò contro la parete di mattoni e lei strabuzzò gli occhi. “Che diavolo...” Ma lui le fu addosso in un lampo, le labbra premute contro quelle di lei, cercandole avidamente, mentre premeva tutto il suo corpo duro contro la sua figura minuta. Proprio tutto il suo corpo, e soprattutto le parti più dure.
    Lei tentò di scostarsi, boccheggiando e spingendolo via con le mani. “Spike!! Che cavolo stai facendo?! Che cosa significa?”
    “Potrei leccare la tua fica per ore...”
    “Ughh”
    “Farti venire così tante volte con le mani, da consumarti a forza di sfregarti...”
    “Spike!”
    Continuava a spingersi ritmicamente contro di lei, la durezza delle sue parole e del suo attacco in contrasto con la carne morbida contro cui sfregava. “Senza pensare di cosa potrei farti con...” Roteò le anche contro quelle di lei, sottolineando il suo punto di vista. Lei gemeva e continuava a muoversi sotto di lui, aumentando solo la sua eccitazione.
    “No!!” riuscì ad urlare lei, mentre lui staccava le labbra dalle sue per lasciarla respirare e abbassarsi al contempo davanti a lei, per afferrarle le cosce e sollevarla contro il muro. “Cosa stai facendo? Basta! Lo scherzo è finito...” ma traendo equilibrio contro il muro, lui sollevò una delle mani che l'avevano afferrata per le gambe e gliela piazzò contro la bocca.
    “Sto facendo esattamente quello che sembra” le ansimò addosso. “Ero stufo di passare sotto la tua finestra dopo che il ragazzo soldato se n'era andato e sentirti ansimare mentre ti infilavi prima uno e dopo due dita nella fica...”
    “Mhhhh!” ringhiò contro la sua mano.
    “... per cercare un po' del piacere che lui non era stato in grado di darti.”
    Infilò una mano tra di loro, sfregandola contro il punto giusto che si trovava sotto i jeans ruvidi, e lei gli morsicò la mano mentre veniva. Non sapeva quando, ma ad un certo punto le braccia di lei avevano finito di respingerlo e si erano serrate attorno a lui. Una dietro al collo e l'altra attorno alle spalle. E anche quei favolosi muscoli di Cacciatrice nelle sue gambe avevano iniziato a flettersi e muoversi a ritmo, cercando disperatamente di prolungare il proprio piacere.
    Buffy lo stava davvero spremendo, pensò con soddisfazione. Poi, quando i suoi gemiti non sembravano calmarsi e continuava a tenere le braccia serrate intorno a lui, Spike le scostò una ciocca di capelli sudati dal viso e si tirò indietro per guardarla meglio, un sorriso compiaciuto che gli andava da una parte all'altra del viso. “So che sono bravo, ma...” iniziò a dire, ma si bloccò quando si accorse che stava piangendo.
    Che cavolo...? Pensò, frastornato. Quand'era che aveva finito di gemere per il piacere e aveva iniziato a singhiozzare? Forse aveva pianto per tutto il tempo e lui non se n'era nemmeno accorto. Gli aveva detto “no, basta, cosa stai facendo?” ma era anche sicuro che le fosse piaciuto. La sua espressione s'incupì tutta d'un colpo, mentre sentiva montargli dentro la rabbia. Fu tentato di staccare le sue piccole mani avide da lui e di lasciarla cadere al suolo. L'avrebbe guardata piangere accasciata a terra, dall'alto della sua posizione. Avrebbe alzato il mento e le avrebbe tirato dietro il denaro con cui l'aveva pagato, poi le avrebbe detto che era una sgualdrina e che non gli servivano i suoi soldi, perché si era appena preso un altro tipo di pagamento da lei. Solo che non era vero... solo che lui non se l'era scopata e per dire la verità, non aveva nemmeno raggiunto il proprio rilascio, a differenza di lei. Dannato idiota!! Sempre a pensare prima alle donne.
    Sbuffò per la frustrazione e si sistemò meglio l'erezione dolorosa nei pantaloni, desiderando che le cose fossero andate diversamente. Insomma, voleva umiliarla e invece le aveva regalato solo un bell'orgasmo, e lui ci aveva guadagnato solo un'altra serata in solitaria a pensare a lei. Era proprio un coglione.
    Buffy tirò su col naso e alzò la testa da dove l'aveva tenuta appoggiata sulla spalla di Spike, per quella che era sembrata un'eternità. “Scusa...” gli disse.
    Scusa?

    “Non ti devi scusare,” le disse Spike, sorpreso dalle proprie parole. Che cavolo gli prendeva? Scosse la testa con decisione per schiarire i pensieri. Aveva lasciato cadere lentamente le sue gambe e ora lei stava in piedi davanti a lui. Non più premuti insieme, ma comunque molto vicini. I respiri di ciascuno che s'infrangevano sul viso dell'altro.
    Una volta con i piedi per terra, Buffy si asciugò le lacrime, sbatté le palpebre più volte e corrugò la fronte. “Hai ragione: 'scusa' questo paio di palle!” gli urlò improvvisamente, e il suo braccio scattò in avanti con violenza.
    “OW!”
    Spike indietreggiò e portò entrambe le mani al naso, imprecando. Gli aveva appena dato un pugno?!
    “Che cosa è successo tra noi quattro sere fa?” chiese lei, mantenendo un tono di voce fastidiosamente alto ed esigente. “Dimmi che cavolo è successo! Ha portato a letto anche te, non è vero? Lo dovevo immaginare... quella stronza...”
    “Vaffanculo!” fu l'unica risposta del vampiro, che ora guardava affascinato il sangue sulla propria mano, indeciso se leccarlo o meno.
    “Argh! Al solo pensiero di quello che... che...” Risucchiò l'aria di colpo, gli occhi spalancati per il disgusto. “Mi vengono i brividi.”
    “Smettila di dire cazzate! E poi, di che cavolo stai parlando?!”
    Allora Buffy lo fissò in un modo così diretto, e così spaventoso, che Spike deglutì sonoramente e forse per la prima volta in vita sua, pregò il Dio dei vampiri affinché avesse misericordia di lui.
    “Sto parlando del fatto,” gli urlò contro, le mani strette a pugno, avanzando verso di lui. Spike poté giurare di aver visto anche una vena sulla sua fronte pulsare minacciosamente. “Che qualunque cosa sia successa, non sono stata io!”
    Con una mano a tamponarsi il naso e l'altra che si puliva distrattamente sulla pelle dello spolverino, Spike la fissava con la fronte aggrottata. “Che cazzo significa?”
    “Che non ero io, idiota!”
    Lui fece una piccola risata nasale. Poi, visto che lei restava seria, irruppe in una risata fragorosa.
    “Che cavolo ti prende adesso?! La cosa ti sembra tanto divertente?”
    “Sì, certo! Inventane un'altra, gattina,” disse lui, cercando di trattenere le risate. “Dì che eri ubriaca, che dovevi dirmi quelle cose per una scommessa... O che l'hai fatto tanto per infastidirmi! Ma che non eri te?? Non ho mai sentito una scusa più stupida!”
    Lei lo guardò con quegli occhi grandi un po' confusi e un po' feriti, e Spike smise lentamente di ridere. Per un momento, pensò che con i capelli che luccicavano sotto la luce del lampione, le labbra gonfie e arrossate dai loro baci, il respiro affannoso per il loro litigio...
    Era bellissima.
    Ma fu solo per un momento, un dannato momento di debolezza. Il vampiro si schiarì la gola, tornando serio. “Che cazzo vuol dire che non sei stata te? Che si trattava della tua gemella malvagia?” C'aveva pure la doppia personalità, adesso?
    “Cosa è successo tra noi, Spike? Abbiamo fatto sesso?!” Adesso lo stava scuotendo e si stava agitando di nuovo.
    “Oh, avresti voluto...” rispose lui sornione.
    “Oh, grazie al cielo.” Lo lasciò andare. “Ma allora cos'è successo? Perché...?” Guardò in basso, come se sul petto del vampiro fosse scritta la risposta a quella domanda.
    Spike la guardò confuso, ringraziando di non avere una circolazione. Sarebbe morto piuttosto di arrossire davanti a lei. Ma che cosa poteva risponderle? Che si era eccitato come uno scolaretto per qualche stupida frase a doppio senso? E non era più riuscito a togliersela dalla testa da allora? Insomma, che era un patetico coglione alla ricerca disperata di una scopata? Deglutì e cercò di distrarla.
    “Se non eri te, allora...?” le disse stringendo gli occhi.
    “Faith. L'altra Cacciatrice.”
    “Ah! Lo sapevo che avevi una gemella malvagia!” le puntò il dito contro, esultante.


    TBC
     
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  6. Silvia_1899
     
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    Mannaggia!!! È finito subito, sul più bello!
    Io sono curiosa!!
    Non mi aspettavo che Buffy si lasciasse ancora minimamente toccare da lui... ed invece in qualche modo è successo e avrebbe benissimo potuto fermarlo! Anche se poi... il pentimento, eccolo!!
    E allora?? Uffi sono proprio curiosa :unsure: :xd:
     
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  7. kasumi
     
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    Ciao Silvia! Il prossimo capitolo sarebbe già pronto, però prima di aggiornare nuovamente vorrei andare avanti a scriverla. Non dovrebbe venire troppo lunga. Ciao e a presto!
     
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  8. Silvia_1899
     
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    Bene!!! Grazie :rolleyes:
     
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  9. elijem
     
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    Quanto mi piace questa storia che state scrivendo, è proprio il mio genere.. l'adoro già dai primi capitoli. E spike già di suo è sexy, ma qui è proprio al massimo splendore ! Sono curiosa del seguito, se i suoi amici la vedranno in po troppo intima a spike o ecc..Bravissime voi e continuate presto.
     
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  10. kasumi
     
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    Grazie elijem! ^__^
     
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  11. kasumi
     
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    Capitolo 3

    Già, la sorella malvagia.
    Non aveva mai sentito parlare dello scambio dei corpi prima d'ora, rifletteva Spike, e doveva ammettere che questa seconda Cacciatrice, che pensava ed agiva fuori delle regole, aveva avuto proprio un'idea geniale. Si sarebbe unito volentieri alla sua causa, se solo non avesse cambiato i propri piani di recente. Ma le possibilità di quell'aggeggio! Si sarebbe fatto volentieri un giro nel corpo di Angel, tanto per fare lo stronzo in giro e dimostrare che Fronte Larga non era il santo che diceva di essere. Ah! Beccati questa. Solo che ad Angel veniva misteriosamente perdonato tutto, e ciò era molto ingiusto. Che gusto c'era a fare il coglione, se non c'erano delle conseguenze? Ma avrebbe potuto portarsi a letto Buffy... Questo sì che era un pro. Sentì le labbra tendersi piacevolmente in un sorriso. Solo che, merda, c'era sempre quella maledizione del cavolo! Buffy non l'avrebbe data ad Angel, ed il vampiro s'imbronciò di colpo. Ciò significava che, per portarsela a letto, avrebbe dovuto... NO! Non avrebbe scambiato il proprio corpo con quello di Riley per nulla al mondo! Piuttosto, con quello di Buffy... Ohhhh, quella sì che era un'idea brillante. Se avesse potuto scambiare il suo corpo con quello della Cacciatrice... e avere a disposizione tutto quel ben di Dio da maneggiare a piacimento.... Mhhhh...
    “Dev'essere stato orribile. Voglio dire... con la cella e... le guardie. Come se fossi una vera delinquente!”
    La voce della Rossa lo fece tornare alla realtà. Spike tese le orecchie, mentre origliava la Cacciatrice parlare con la sua amica streghetta, nella loro stanza al dormitorio del campus. La sua non era curiosità, si diceva, perché della Cacciatrice non gliene fregava proprio un bel niente. Voleva solo godere delle disgrazie della sua acerrima nemica. E visto che c'era, farsi anche un po' degli affari suoi. La vita della Cacciatrice, sentimentale o meno, era talmente movimentata che era meglio di una telenovela! Ecco perché il giorno dopo l'aveva seguita di nascosto, ed ora ascoltava attentamente mentre Buffy riversava il suo patetico cuore e le sue angoscie in quel racconto, godendone enormemente - davvero davvero enormemente -mentre si faceva un paio di sigarette, e prestando particolare attenzione alla fase di Los Angeles e a quando Angel era venuto a Sunnydale con l'intento di scusarsi, ma era finito col prendere a pugni Riley! Ha! Spike si sfregò le mani, pensando che dopotutto il suo GranSire qualcosa di buono lo faceva, una volta ogni tanto. Qualche cazzotto gliel'avrebbe dato volentieri anche lui a quello sfigato di Capitan Cartongesso! Ma non perché Riley poteva farsi quella gnocca della Cacciatrice e lui no. Nooo, quel coglione meritava un bel cazzotto al giorno solo per la sua esistenza.
    Dopotutto, da qualcuno doveva pure iniziare, per testare il regalino che Adam gli aveva fatto.
    Spike sorrise tra sé, riflettendo che la sera prima, la Cacciatrice non si era nemmeno accorta che il suo chip non aveva funzionato.
    Tuttavia, doveva ammettere che sentirla così vulnerabile, adesso, lo faceva sentire un po' strano. Non gli faceva venir voglia di utilizzare queste debolezze contro di Buffy... Non gli faceva venir voglia di raggiungere questa Faith e di congratularsi con lei... E più volte ripensava a quella sera e più si rendeva conto, rivivendo quei momenti al rallentatore, che non erano state solo le parole di Faith e il modo in cui le aveva dette, a fare quello strano effetto su di lui. Non era stato solo il modo in cui si era mossa, così sicura di sé, come se fosse il sesso in persona. E ripensandoci adesso, era stato così evidente che non si era trattato di Buffy.
    Ma erano state la sua voce e le sue labbra a parlare... La sua mano calda, quella che si era appoggiata delicatamente al suo petto. E se Faith non avesse mai provato a sedurlo, forse non si sarebbe mai accorto dell'effetto che Buffy gli faceva. Perché sì, sapeva di essere sempre stato ossessionato dalla Cacciatrice, ma per motivi ben diversi... E ora si chiedeva... se l'attrazione per lei ci fosse sempre stata, in fondo in fondo? Ma a questo punto, non sapeva dirlo.
    Quello di cui era sicuro ora, era di essere confuso. Fottutamente confuso. Perché c'era una piccola parte di lui che, sentendola così vulnerabile, aveva voglia di prenderla tra le braccia e offrirle conforto tra le lenzuola, nell'unico modo in cui lei forse si sarebbe mai lasciata confortare da lui...
    Spike odiò quel pensiero e cercò di combatterlo con tutto sé stesso. Cercò di combatterlo lungo tutto il tragitto nella rete fognaria e poi, nella sua cripta. Affogandolo nell'alcohol... Ma lui era sempre lì, il desiderio di essere dentro il suo corpo... E niente che potesse fare, proprio niente, sembrava poterlo cancellare dalla sua mente.
    -------------------------

    La mano di Buffy abbassò lentamente la cornetta del telefono e lei rimase a fissare l'oggetto con aria delusa, mentre raggiungeva il suo posto con il suono caratteristico. Perché Riley non poteva mandare tutti al diavolo e venire da lei, quella sera? Giusto quando era arrivato qualche giorno di vacanza ed era tornata a casa, sua madre era in viaggio per lavoro e avevano la suddetta abitazione tutta per loro... quella cavolo di Iniziativa per cui lui lavorava le aveva rovinato i piani. E quindi lei avrebbe dovuto aspettare ancora chissà quanti giorni, prima di poter passare del tempo di qualità con il suo fidanzato, come Dio voleva.
    E Dio, aveva bisogno di Riley.
    Era passata una settimana da quando Spike... per la miseria, non era nemmeno in grado di dare un nome a quello che era successo tra loro. L'aveva... no, non l'aveva proprio... ma l'aveva forzata, però. O no? L'aveva sedotta e... Non ci capiva più niente. Ma che cavolo s'era messo in testa quell'idiota, poi? Ecco, la rabbia sì che aveva senso. Doveva focalizzarsi sulla rabbia, non sul mare di confusione in cui l'aveva lasciata.
    Per questo aveva passato l'intera settimana cercando accuratamente di evitarlo, e quando non aveva potuto farlo, aveva minacciato in più modi di far terminare la sua insignificate non-vita in un posacenere, e visto che c'era, aveva fatto anche buon uso delle lezioni sul combattimento corpo a corpo che Giles le aveva dato, divertendosi a rompergli il naso in diverse angolazioni. Perché voleva che Spike la guardasse con null'altro che odio, e dimenticasse al più presto quel loro incomprensibile incontro.
    Lei amava Riley e desiderava solo lui, era semplice. E allora perché da un po' di tempo non lo era più? Perché aveva un disperato bisogno di essere in intimità con il suo ragazzo, per sentirsi a posto con sé stessa?
    No, la verità era che era da troppo tempo che non facevano l'amore... e dopo la questione di Faith... Buffy soppresse un ringhio, al pensiero che era stato proprio con Faith, e non con lei, che Riley era andato a letto l'ultima volta! Aveva bisogno di sentirlo vicino, di ricucire quella piccola frattura che si era creata.
    Un sospiro lasciò le sue labbra leggermente imbronciate, mentre si infilava sotto le coperte e spegneva la luce, sperando che magari, Riley facesse presto a finire il suo pattugliamento e potesse raggiungerla più tardi...
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    Il suo sogno non aveva molto senso, come tutti i sogni, a parte quelli che erano roba da Cacciatrici, pieni di premonizioni e avvertimenti dalle sue antenate e altra roba strana. C'era il solito correre e poi camminare tra i cimiteri, i boschi e chissà cos'altro. Nei sogni, tutto si fondeva e si intrecciava. Quello che un secondo prima era il muro di un'abitazione abbandonata nel bosco, il secondo dopo diventava il muro di cemento di un mausoleo, e dieci secondi dopo diventava il muro esterno del Bronze.
    I passi del suo fidanzato che l'accompagnava nel pattugliamento, diventavano i passi di qualche vampiro che la seguiva per cibarsi di lei. Le mani che cercavano di afferrarla per farle del male, diventavano mani che la accarezzavano con gentilezza, facendola sospirare per l'immediata cessazione del suo stato di all'erta. Sotto quelle mani forti si sentiva al sicuro, pensò distrattamente, mentre si rilassava e lasciava dietro di sé ogni pensiero sui demoni che infestavano la piccola cittadina di Sunnydale all'oscuro della popolazione.
    Mani che le sfioravano la parte esterna delle gambe, dalle anche fino al ginocchio, delicate e fresche come un fazzoletto di seta, e poi giù ancora fino alle caviglie. Ma come nei sogni tutto è senza senso, vige anche una strana logica che dà un immediato senso a tutto, perciò il fatto di trovarsi immediatamente senza pantaloni in questo sogno, esattamente com'era andata a letto, non le sembrò affatto strano, come il fatto di non poter distinguere chi la stava toccando, perché più cercavi un volto o una spiegazione in un sogno, e più questa ti veniva negata. L'identità di chi la stava toccando non era importante. Ciò che era importante era la sensazione che le stava dando e Buffy si concentrò su quella. Le dita risalirono sulle sue gambe e quando arrivarono alle cosce, diedero una leggera strizzata possessiva che le sembrò vagamente familiare, ma nella mente offuscata del sogno non seppe dire a chi appartenesse quel tocco. Se se lo stava sognando, voleva dire che qualcuno l'aveva toccata a quel modo, prima o poi, e magari le era piaciuto, visto che il suo inconscio lo stava richiamando. Era inutile farsi troppe domande, quando nei sogni il tocco di Riley si mischiava sempre con quello di Angel e ultimamente anche con quello di Spike, sebbene era da tempo che sognava talvolta il volto del vampiro biondo. Nei sogni, tutto era mescolato. Nei sogni, anche la voce di Spike era tollerata, ed il suo tocco desiderato; laggiù dove Riley non poteva sapere, dove nessuno avrebbe potuto giudicare. Nemmeno sé stessa. Sì, perché a volte, la giudice più severa del suo comportamento era proprio lei stessa. Ma laggiù, nei sogni, tutto era permesso, dove la voce della sua coscienza non riusciva ad arrivare. Anche lasciarsi andare come avrebbe voluto, senza la paura di apparire una ragazza facile. Perciò quando sentì quelle mani divaricarle gentilmente le gambe e sfiorarle il sesso con il viso, non cercò di scostarle, quando nella realtà, nella stessa situazione, sarebbe arrossita e avrebbe guardato Riley con un po' di incertezza e di paura, tra cui il pensiero che quello che stava per farle lo facesse per lei e per ricambiare i suoi favori e non perché gli piacesse. Ma nei sogni poteva far finta che a lui piacesse. Solo che quando lui sfiorò appena le pieghe del suo sesso con la lingua umida, lei si svegliò di colpo per l'intensità della sensazione, ansimando e gemendo mentre inarcava la schiena e artigliava il lenzuolo ai lati del suo corpo.
    Porca miseriaccia, pensò mentre deglutiva e strabuzzava gli occhi nell'oscurità, non sto maledettamente sognando!
    “O Dio... Riley...” mormorò, mentre lui iniziava la sua perlustrazione, allungando le mani per accarezzare la testa tra le sue gambe. Allora ce l'ha fatta a raggiungermi, pensò distrattamente, mentre sorrideva e richiudeva gli occhi, affondando la testa nel cuscino. Fece scorrere le dita sulle ciocche ingellate con cura, cercando di infilare le dita tra di esse... Mhh... Ma da quando Riley usava tutto quel gel? La domanda svanì presto nei recessi della sua mente, mentre il piacere si diffondeva nel suo corpo e la faceva sciogliere come lava liquida.
    “Buffy...” ansimò lui, e fu già tanto che riuscì a sentirlo tra i propri gemiti (quand'era che Riley aveva imparato a farlo così bene?!). La sua voce suonò strana, ma si disse che era solo alterata per l'eccitazione. Del resto, nemmeno lei riconosceva la propria voce nei versi che ora stava emettendo.
    “Ri-ley...” disse con voce strozzata, ma questa volta non si sbagliò. Il ringhio semi-animalesco che lui emise e che fece vibrare tutto il suo corpo, non proveniva decisamente dal suo fidanzato.
    “Riley 'sto cazzo!!”
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    Buffy urlò e tentò di scostare il peso del vampiro da sopra il suo corpo, ma Spike era forte quanto lei e doveva ammettere che la sua abilità aveva ridotto i suoi arti a gelatina.
    “Esci immediatamente da questo letto!”
    “E tu esci immediatamente da questo corpo, parte stronza della Cacciatrice!” ribatté lui, restando sollevato sopra il suo corpo mentre cercava di tenerla ferma per le braccia. “Rivoglio la mia Cacciatrice docile, quella tutta fremente sotto le mie attenzioni!”
    Lei spalancò gli occhi e la bocca a questo, cercando di far convergere quanta più indignazione possibile nella propria espressione, sapendo che lui poteva vederla nell'oscurità. “Quella Cacciatrice docile stava pensando che fosse il suo ragazzo, e non un vampiro ormai impotente, a fare... fare... quelle cose sotto le lenzuola.” terminò imbarazzata.
    “Ti mostro io l'impotente!” S'infuriò lui, afferrandole una mano con forza e infilandosela nei pantaloni.
    “Ah!” gridò lei, mentre il suo palmo veniva a contatto contro la pelle liscia del sesso di Spike. “Smettila, smettila!” disse, ritraendo la mano come se si fosse scottata e scuotendo la testa ripetutamente. “Si può sapere che cosa ti è preso ultimamente?! I tuoi ormoni sono impazziti?!”
    Silenzio per qualche secondo, a parte i loro respiri affannosi, mentre lei ne approfittava per scuotere leggermente il proprio braccio e la propria mano recentemente liberati e riacquistarne la piena sensibilità, dopodiché ci fu un click e la luce dell'abat-jour sul suo comodino si accese.
    Poteva vederlo ora, i suoi lineamenti duri immersi parzialmente nelle ombre che creava quella piccola luce laterale. Poteva vedere il lampo di incertezza che attraversò il suo viso, mentre le narici si allargavano e la mascella fletteva sotto il suo sguardo indagatore. Vide i suoi occhi vagare per qualche secondo nella zona sopra la sua testa, il suo viso piegarsi di lato verso l'oscurità, cercando quasi di sfuggire alla luce della lampada che lui stesso aveva accesso, quasi avesse paura che essa potesse rivelare di più di quello che lui voleva.
    Fu un lungo istante molto strano, quasi surreale, mentre la mano che l'aveva toccato le prudeva al suo fianco e la sensazione di essere bagnata fradicia tra le gambe, a qualche decina di centimetri dall'inguine di lui, diventava sempre più scomoda.
    Poi lui raddrizzò il viso e tornò a guardarla negli occhi, e la determinazione che ci vide, mista ad altre cose altrettanto forti che non riusciva a decifrare, la fece tremare per un secondo sotto il suo sguardo.
    Forse anche lui non riusciva a decifrarle, perché invece di risponderle abbassò il viso verso il suo e mormorò “succede che ti voglio così tanto” contro le sue labbra prima di baciarla in un modo così affamato e quasi disperato, che lei rimase paralizzata per lo stupore in un primo momento, per la sua onesta ammissione, ma poi, quando lui usò la sua mano libera tra le sue gambe, non poté fare a meno di gemere e ricambiare infine quel bacio, muovendo la propria mano libera dietro la sua nuca e attirandolo a sé; e proprio come nei sogni, quel che non aveva un senso lo acquistò e quello che ce l'aveva lo perse tutto d'un colpo...

    NdKasumi: lo so, è ancora presto per far cedere Buffy. Ma al momento non posso permettermi di scrivere storie troppo lunghe, perciò ho accellerato i tempi. Perdonatemi ^__^
     
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  12. Silvia_1899
     
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    Perdonata!!!!
    Molto bello come si abbandona velocemente a lui (e sensato cavolaccio :-P) e quanto lui sia già tanto sopraffatto dalla voglia e la passione per lei!
    Mi piace!!
    E ci lasciate sul più bello......'naggia!!! :xd:
     
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  13. kasumi
     
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    La fic non è nc17, quindi la scena non viene descritta :D
    Ciao!
     
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  14. Silvia_1899
     
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    A parte la scena, che ovviamente sarebbe stato bello leggere ( :shifty: ), mi riferivo in generale. Perché chissà che tipo di reazione avrà questa volta Buffy!!
     
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  15. kasumi
     
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    Te la devi prendere con me allora XD
    Ahahah

    Cmq adoro questa faccetta :shifty: :shifty: :shifty:
     
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42 replies since 10/1/2017, 02:17   711 views
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