Quello che provo per te

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Redan
     
    .

    User deleted


    Autrice: Kimmm/Redan
    Discalimer: i personaggi di BtVS non appartengono a me ma a Joss Whedon ecc ecc...
    Timeline: la storia si colloca durante una settima stagione alternativa. Spike non ha mai tentato di violentare Buffy e quindi non si è allontanato per riprendersi l’anima.
    Trama: Buffy ha lasciato Spike da più di un anno ma ben presto finisce per cedere alla sua insistenza e all’attrazione che prova per lui, ma proprio in quel momento ha una visione che la sconvolge e turba profondamente.

    Quello che provo per te





    Capitolo 1

    “Ah....”

    Buffy interruppe il bacio per riprendere fiato. Subito, lo sentì dirigersi sul suo collo e lasciarvi una scia infuocata e umida. Affondò le dita tra i suoi capelli, stranamente morbidi, e inarcò il capo all’indietro per offrire quanta più pelle possibile ai suoi baci e alle sue carezze. Lui si scostò poco dopo per guardarla con occhi offuscati dal desiderio e lo sguardo adorante che le aveva sempre rivolto. Lo sentì mormorare: “Buffy...”

    La sua voce era bassa e roca, piena di passione, e provocò un brivido improvviso lungo la spina dorsale di lei. Lo strattonò per il bavero della camicia, una mano ancora affondata tra i suoi riccioli, e gli intimò di fare silenzio. Non voleva sentire la sua voce in quel momento, non voleva che parlasse e che dicesse qualcosa che l’avrebbe fatta vergognare di quello che stava facendo o, peggio, sentire in colpa per quello che stava facendo a lui. Di nuovo.

    Le labbra di Spike si schiantarono nuovamente sulle sue e non dovettero fare nessuno sforzo per convincerla a lasciarlo entrare.

    Adorava il suo modo di baciare. Riusciva ad essere appassionato e selvaggio e allo stesso tempo talmente dolce da scioglierla. Sentì le mani di lui risalire lentamente lungo i fianchi, infilarsi sotto il top e fermarsi proprio prima di arrivare al seno. Buffy emise un mugolio di protesta. Voleva che la toccasse. Voleva che la divorasse. Era eccitata come non lo era mai stata, persino più di quanto lo fosse stata quella sera nella casa abbandonata, mentre combattevano. La sera della loro prima volta.

    Ci era ricascata di nuovo. Ormai era passato più di un anno da quando lei aveva posto fine a quella specie di “relazione” malsana che avevano instaurato. Era stata molto fiera di sé per la forza che aveva dimostrato riuscendo a stargli lontana per così tanto tempo, ma avrebbe dovuto sapere che non sarebbe durata per sempre. L’attrazione che provavano l’uno per l’altra era troppo forte, distruttiva. E lei era convinta che prima o poi li avrebbe distrutti entrambi.

    Quella sera erano usciti insieme per la ronda, come facevano spesso, e alla fine lui le aveva chiesto se le andava di entrare nella sua cripta per bere qualcosa. Lo faceva ogni sera, sempre con una scusa diversa, del tipo “Stasera danno Dirty Dancing in TV, ti và di vederlo?” oppure “Hai davvero l’aria stanca, forse dovresti entrare e riposarti un po’”. Lei rifiutava sempre, perché sapeva che se si fosse ritrovata da sola con lui lì dentro, dove tante volte avevano fatto sesso, le sue difese sarebbero crollate come un castello di carta, e quello sarebbe stato un grave errore, per tutte le ragioni che gli aveva già esposto quando aveva rotto con lui la prima volta e che aveva continuato a ripetersi ininterrottamente per tutti i mesi che erano seguiti; ma quella sera non ci era riuscita. Ancora adesso non sapeva spiegarsi il perché. Forse era colpa di quella camicia rossa che indossava, che era la preferita di Buffy; oppure del suo profumo, così forte e avvolgente da impedirle di pensare lucidamente; o magari, semplicemente, la lunga astinenza forzata le aveva tolto anche quell’ultimo briciolo di resistenza che le era rimasto; oppure....

    Ma infondo non aveva molta importanza. Si trovava semi sdraiata sul letto di Spike, con lui steso su di lei, le sue labbra che scivolavano fameliche verso il proprio seno e le sue mani che la stringevano come se fosse la cosa più preziosa sulla Terra e, in tutta onestà, sapeva che non c’era un altro posto al mondo dove avrebbe preferito essere in quel momento.

    Quando finalmente Spike chiuse le labbra sul suo capezzolo e cominciò a succhiare attraverso la stoffa del top, Buffy emise un sospiro deliziato e si lasciò andare completamente contro i cuscini, chiudendo gli occhi, in estasi. Almeno stavolta abbiamo centrato il letto, fu il suo ultimo pensiero coerente.





    Il ticchettio dei suoi passi risuonava affrettato per le vie del centro. Il cielo si era oscurato e prometteva di scatenare un temporale in piena regola di lì a poco e, come al solito, lei aveva dimenticato di prendere l’ombrello prima di uscire di casa. Era una cosa che non faceva praticamente mai quando abitava a Sunnydale: non era necessario, con il clima assolato della California.

    Aveva freddo. Anche quella era una cosa strana per lei, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Da sei mesi a quella parte aveva sempre freddo. Le sue mani erano perennemente gelide e brividi improvvisi la scuotevano anche in piena estate. I suoi amici non riuscivano a spiegarsi il perché e cominciavano ad essere seriamente preoccupati per lei; temevano che fosse malata. Ma lei non se ne curava. Sapeva che la tristezza che aveva nel cuore le impediva di scaldarsi. Ovviamente, non aveva detto niente a loro. Non avrebbero mai capito.

    Una folata di vento più forte la colpì mentre svoltava l’angolo e la spinse a stringere più stretto il cappotto rosa antico che indossava. Era un piccolo lusso che si era concessa, un regalo che si era fatta un paio di mesi prima, quando lo aveva visto esposto in una vetrina illuminata. Spinta da uno strano impulso era entrata e lo aveva provato. Ormai erano anni che non dava più molto peso alla moda; tutte le cose che erano successe nella sua breve vita – tutte le perdite che aveva subito – l’avevano resa sempre più dura e fredda. Sempre più concentrata sulla missione. In quel momento però aveva visto - come se fosse stato davvero lì -l’espressione che lui avrebbe fatto se l’avesse vista indossare quel cappottino. Lo sguardo caldo e brillante che gli avrebbe illuminato il viso, mentre osservava il modo in cui i suoi capelli biondi risaltavano contro la stoffa, e l’aveva comprato.

    Probabilmente era stato un errore. Ormai associava a lui quel cappottino e ogni volta che lo indossava il dolore nel suo petto si faceva sentire un po’ di più. Immancabilmente, a quel pensiero seguì l’immagine di un uomo che bruciava nella Bocca dell’Inferno. Chiuse gli occhi, cercando di deglutire il groppo che le si era formato in gola.



    Buffy riaprì gli occhi di scatto e urlò, squarciando l’aria fino a quel momento carica dei loro sospiri.



    Capitolo 2

    Dio.... Che buon profumo.

    Lo annusò a pieni polmoni. Vaniglia, principalmente. Ma normalmente l’odore della vaniglia non gli provocava le cosiddette “farfalle nello stomaco”. Ormai era innamorato della Cacciatrice da anni ma l’effetto che lei aveva su di lui non smetteva di sorprenderlo. Questa cosa delle farfalle ad esempio... non era normale. Lui era morto – come lei amava ripetergli incessantemente quando ancora erano amanti – e, sebbene sapesse di essere comunque perfettamente in grado di provare sentimenti e persino di amare, pensava che questo tipo di reazione fisica fosse più adatta ad un essere umano, qualcuno con il sangue caldo, e non a qualcuno che si nutriva di sangue caldo.

    E poi c’era l’odore della sua eccitazione, naturalmente.

    Spike ne era inebriato. Da quando lei lo aveva lasciato, dicendogli che non poteva amarlo e che lo stava soltanto usando, l’aveva sentito altre volte. Del resto, sapeva che la Cacciatrice era attratta da lui e lei stessa aveva smesso di farne mistero; ma non così da vicino e con una tale intensità. E soprattutto, non con il permesso di toccarla.

    Era questo, soprattutto, a riempirgli la mente e il corpo di una frenesia incontenibile: lei era tornata da lui. La sua Buffy. E lui aveva tutta l’intenzione di fare le cose per bene. Avrebbe fatto l’amore con lei lentamente, in modo che durasse il più possibile; l’avrebbe fatta sospirare e implorare per avere di più e l’avrebbe anche convinta a restare, dopo.

    La sentì gemere mentre lui scendeva a lambirle il seno con le labbra. Sfiorò il capezzolo turgido con la lingua, lieve. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta... gli era mancata da impazzire. In risposta, Buffy gli affondò le mani tra i capelli, sulla nuca, attirandolo più vicino, incoraggiandolo a continuare.

    In quel momento, Spike si accorse che lei era decisamente troppo vestita e le tirò su il top striminzito (era convinto che la Cacciatrice si vestisse in quel modo solo per farlo impazzire e ci riusciva ogni maledetta volta). Si accorse che le mani gli tremavano mentre cercava con scarso successo di slacciarle il reggiseno. Cazzo, pensò. Sono proprio ridotto male. Dopo un altro paio di tentativi, finalmente riuscì a liberarsene e si avventò di nuovo su di lei, con le labbra e con i denti, succhiando e mordendo.

    Proprio in quel momento, però, lei cominciò a gridare. Spike alzò la testa, confuso, e la guardò. Buffy aveva gli occhi sbarrati e scuoteva il capo da una parte all’altra gridando “No, no, no!”

    Spike si pietrificò all’istante, il fiato mozzato in gola.

    “Co... cosa?”

    Non riusciva ad articolare una frase più complessa e nemmeno qualcosa che avesse semplicemente un senso compiuto. Ci riprovò: “Ho fatto qualco.... Ti ho fatto male?”

    Sì, pensò, deve essere questo. Ero talmente eccitato che non mi sono reso conto... Il suo sguardo corse subito al bottone di carne che aveva avuto fra le labbra fino a quel momento, spaventato. Voleva che quella volta fosse speciale, voleva farla gridare di piacere, non per il dolore. Non voleva farle male.

    Il suo corpo però sembrava ancora in condizioni ottimali. Non c’erano segni preoccupanti da nessuna parte e i suoi capezzoli erano ancora eretti, quindi non doveva trattarsi di questo. Nel frattempo, Buffy aveva cominciato a divincolarsi con sempre maggiore urgenza dalla sua stretta e a premergli le mani contro le spalle, per spingerlo via.

    Spike si allontanò dalla donna che amava con un macigno al posto del cuore. Lei gli aveva detto di no tante volte, prima di allora, ma mai in quel modo. Si era sempre trattato più che altro di futili proteste non molto convinte, che significavano esattamente il contrario di quello che dicevano e come tali lui le aveva interpretate. Stavolta invece....

    Buffy si era raggomitolata contro la testiera del letto, con le braccia strette intorno al corpo, lo sguardo perso e spaventato. Sì. Era spaventata.

    E’ spaventata da me? Si chiese Spike.

    Mentre la guardava, terrorizzato, cercando di capire dove avesse sbagliato stavolta, che cosa avesse fatto per scatenare in lei una reazione del genere, vide le lacrime cominciare a scendere dai suoi bellissimi occhi, mentre lei continuava a mormore parole sconnesse di cui l’unica che riusciva a capire era “no”.

    “Buffy?”

    Sussurrò il suo nome in modo tremante e con un tono troppo basso. Lei sembrava non averlo sentito affatto. Si schiarì la voce e ci provò di nuovo: “Buffy?”

    Per tutta risposta lei sbarrò gli occhi ancora di più, con lo sguardo perso nel vuoto, e si portò le mani al viso; per nascondersi da lui, suppose. Questo lo fece arrabbiare. Non aveva il diritto di trattarlo così. Lui non aveva fatto niente di male. Niente. Niente che non volesse anche lei, per lo meno, e su questo avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco. Si allungò verso di lei e le strattonò con forza le mani per allontanarle dal volto.

    “Buffy guardami! Si può sapere che diavolo ti prende? Se hai cambiato idea e non ti và più di scopare avresti semplicemente potuto dirlo! Cazzo!” urlò.

    Buffy sembrò riscuotersi un po’. Alzò lo sguardo ancora inondato di lacrime verso il viso di lui e disse: “Spike...?”

    Lui si limitò a fissarla. Teneva ancora ferme le braccia della Cacciatrice con le sue mani, ma aveva allentato la stretta. Lei sgranò gli occhi un po’ di più, guardandolo come se lo vedesse per la prima volta soltanto in quel momento ed esalò: “Spike!”

    Il momento successivo il vampiro si ritrovò la Cacciatrice tra le braccia, che lo stringeva convulsamente, mentre dei potenti singhiozzi le squassavano il corpo minuto.



    Capitolo 3

    “Buffy...piccola... che cosa c’è che non và?” le chiese dolcemente Spike.

    Nell’attimo in cui lei gli si era buttata tra le braccia, la rabbia del vampiro era improvvisamente scomparsa. La Cacciatrice stava ancora piangendo sommessamente con il volto affondato sul petto di Spike e le braccia strette intorno al suo corpo, mentre lui continuava ad accarezzarle teneramente i capelli e a darle piccole pacche di conforto sulla schiena.

    Non era molto bravo a consolare la gente – non si era trovato spesso nella condizione di doverlo fare – ma vedere lei piangere gli procurava una feroce stretta al cuore, che gli rendeva impossibile rimanere indifferente davanti alla sua sofferenza. Ricordò che era successa la stessa cosa qualche anno prima, quando era andato a casa sua con l’intenzione di ucciderla e invece l’aveva trovata che piangeva sul portico e tutti i suoi propositi di vendetta erano evaporati in un secondo.

    Spike ammise con se stesso che gli piaceva stringerla tra le braccia in quel modo e il fatto che lei si fosse rivolta proprio a lui per avere conforto in quella situazione. Certo, a ben pensarci non c’era nessun altro lì in quel momento a cui avrebbe potuto chiederlo, ma comunque...

    Buffy non avrebbe saputo spiegare nemmeno a se stessa che cosa fosse successo. Aveva avuto una visione di cui aveva ora dei ricordi molto confusi, ma ricordava invece perfettamente la muta disperazione che aveva avvertito e che continuava a stringerle il cuore in una morsa e ad attorcigliarle lo stomaco. Doveva capire di cosa si era trattato. Forse era stato uno di quei sogni da Cacciatrice che aveva ogni tanto e che la avvertivano di un pericolo imminente...

    Si staccò repentinamente da Spike e disse: “Giles.”

    Lui la osservò: aveva un’aria confusa ma decisa mentre si dava da fare per rivestirsi; le guance ancora accaldate dalla passione di poco prima erano incrostate per via delle lacrime versate e aveva i capelli arruffati. Era bellissima.

    Si avvicinò, titubante, per aiutarla a pettinare i suoi riccioli d’oro con le dita. Si aspettava che lei lo allontanasse, infastidita da quella tenerezza fuori luogo, invece Buffy rimase ferma e lo lasciò fare, alzando su di lui uno sguardo carico di qualcosa che il vampiro non riuscì a identificare ma che gli avrebbe sicuramente accelerato il battito cardiaco, se solo avesse potuto.

    “Adesso? Sono le 2 di notte.. sei sicura di non voler aspettare a domani mattina? Puoi stenderti qui, sul mio letto” le disse. “Io dormirò di sopra, sulla poltrona, se vuoi.” Sperava con tutto se stesso che lei dicesse di sì. Sapeva che se adesso fosse uscita dalla sua cripta non ci sarebbe tornata tanto presto, forse mai, e saperla lì vicino, anche se non poteva toccarla, gli dava l’illusione che ci fosse qualcosa di più tra di loro rispetto a una sordida relazione basata sul sesso finita diverso tempo prima.

    Buffy rispose subito: “No. Devo andare adesso. E’ una cosa importante, Giles capirà” e si diresse di corsa alla porta, senza neanche dargli il tempo di salutarla. Tipico, ma non per questo meno doloroso. Spike sospirò, sconfortato.

    L’istante dopo la sentì tornare di gran carriera ed esclamare: “Spike! Ho detto che vado di fretta, sbrigati!”. Per qualche momento il vampiro non proferì parola, sconcertato. Quando capì che cosa lei volesse dire, esclamò: “Vuoi che venga con te da Giles???”

    Era esterrefatto. Vedendoli insieme a quell’ora, così arruffati, il suo Osservatore avrebbe anche potuto sospettare qualcosa e lei aveva messo in chiaro più di una volta quanto considerasse di fondamentale importanza che ciò non avvenisse mai.

    “Cosa...?” disse Buffy.

    Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, a fissarsi, sconvolti.

    Ha ragione... perché dovrebbe accompagnarmi da Giles? Sono perfettamente in grado di difendermi da sola, se anche dovessi incontrare qualche pericolo durante la strada. Non è assolutamente necessario che venga anche lui.

    Buffy non sapeva darsi una risposta a quella domanda, ma la sola idea di separarsi da lui in quel momento le provocava un malessere fisico che avrebbe tranquillamente potuto essere definito nausea. Si portò una mano alla bocca, cercando di ricacciare indietro il conato che le era risalito in gola. Deglutì a fatica e rispose: “B-bhe perché non dovresti? Giles sa che mi aiuti sempre con la ronda.”

    Spike si riscosse e, ancora un po’ stupito, disse: “Già. Certo. D’accordo, andiamo.”



    Capitolo 4



    Camminavano da qualche minuto ormai, in silenzio.

    L’aria si era rinfrescata durante la notte e Buffy si strinse le braccia intorno al corpo per difendersi dalla brezza. Ogni tanto Spike le lanciava un’occhiata sospettosa e lievemente preoccupata ma lei fingeva di non accorgersene. Di sicuro pensava che fosse impazzita. Si stava comportando davvero in modo strano e non gli aveva dato neanche uno straccio di spiegazione. Considerando che era passata nel giro di qualche minuto dal saltargli addosso all’urlare come un’ossessa al piangere a dirotto, doveva ammettere che lui stava reagendo in modo anche fin troppo tranquillo. Non l’aveva neanche messa alle strette per ottenere delle risposte da lei e Buffy gliene era estremamente grata: non avrebbe saputo assolutamente cosa rispondergli.

    Che cosa avrebbe detto a Giles una volta arrivati?

    Buffy non sapeva neanche quello, ma l’idea di lasciar perdere e di tornarsene tranquillamente a letto non la sfiorò neppure. Si sentiva addosso la cappa accecante del terrore ed era una Cacciatrice da troppo tempo ormai, per non dar peso a quel tipo di avvertimento.

    Lanciò un’occhiata furtiva al vampiro che camminava giusto qualche passo davanti a lei. Osservò il modo in cui il suo amato spolverino nero aderiva alle sue spalle larghe, la camminata lenta, da predatore, il modo in cui i suoi capelli platinati brillavano illuminati dalla luna e provò l’improvviso desiderio di affondarci dentro le dita. Era bello. Sentì il suo cuore accelerare il battito e si diede della stupida. Non era il momento di pensare a certe cose.

    Si sentiva strana, attratta da lui – persino più del solito – come se una qualche forza mistica la spingesse a rimanere nel suo campo d’azione, il che era assurdo; a meno che... lui le aveva forse fatto un incantesimo? Quel pensiero fece immediatamente brillare un lampo d’ira nei suoi occhi. Come osava? Credeva di avere il diritto di controllare la sua vita e i suoi sentimenti solo perché qualche volta era andata a letto con lui? Si girò verso il vampiro con aria battagliera: “Come diavolo ti permetti....” Mentre lui si voltava rivide come in un lampo l’uomo avvolto dalle fiamme della sua visione. Portava uno spolverino nero.

    Rimase senza fiato.

    “Che cosa ho fatto adesso?” disse Spike. La sua espressione esprimeva più rassegnazione che altro e questo, stranamente, le diede una piccola stretta al cuore.

    “Lascia stare” disse, spostando lo sguardo nella direzione opposta. Si stava comportando in modo ridicolo.

    Fortunatamente nel frattempo erano arrivati a casa del signor Giles. Buffy accelerò il passo e raggiunse in fretta il campanello della porta e lo suonò con insistenza.

    Dopo qualche minuto si sentì lo scalpiccio di un paio di pantofole che si affrettavano lungo il corridoio e il padrone di casa, chiaramente assonnato, aprì la porta.

    “Buffy? Che ci fai qui..” diede una rapida occhiata all’orologio a muro alle sue spalle “a quest’ora?”

    “Buonasera signor Giles. Mi dispiace disturbarla, so che è tardi, ma dobbiamo parlare. E’ una cosa urgente.” Buffy passò accanto al suo Osservatore ed entrò in casa senza aspettare nessun invito. Giles la guardò, confuso e preoccupato, ma non disse niente e, richiusasi la porta alle spalle, si apprestò a seguirla in soggiorno.

    Spike era rimasto in disparte durante tutto quel tempo e Giles non lo aveva notato. Si appoggiò al muro e si accese una sigaretta, sperando che lo aiutasse a passare il tempo: si preannunciava un’attesa molto lunga. Doveva essere successo qualcosa di grave se Buffy aveva reagito in un modo così esagerato: si era addirittura buttata fra le sue braccia per farsi consolare, mentre piangeva a dirotto! E anche dopo, durante quella breve passeggiata, non gli era sembrata completamente apposto. Immaginava che fosse ancora sconvolta per quello che era successo, qualunque cosa fosse. Sospirò piano. A lui non aveva voluto dire niente, era evidente che non si fidava. Si chiese per l’ennesima volta per quale motivo aveva voluto che l’accompagnasse.

    Proprio in quel momento sentì la porta riaprirsi di scatto e la voce di Buffy esclamare: “Spike! Ma si può sapere che diavolo stai facendo? Sbrigati!”

    Sembrava arrabbiata; Spike spense in fretta il mozzicone sotto la scarpa e si affrettò a raggiungerla. Decisamente, c’era qualcosa che non andava.

    Una volta dentro, Buffy prese posto sul divano e Giles, dopo qualche momento di incertezza, la imitò, lasciandosi cadere sulla poltrona. Spike rimase in piedi, poggiato contro lo stipite della porta. Giles continuava a guardarli in modo strano, lanciando occhiate sospettose dall’uno all’altra.

    “Che cosa ci fa lui qui?” chiese alla fine.

    “Oh, niente. Stavamo facendo la ronda insieme e ha insistito per accompagnarmi. Sa... come al solito.”

    Buffy si era aspettata quella domanda e si era preparata la risposta. Evitò di guardare Spike mentre parlava: entrambi sapevano che era stata lei quella insistente, e questo la imbarazzava. Lui comunque non commentò e Buffy tirò un sospiro di sollievo.

    Giles sembrò accettare quella spiegazione e riportò la sua attenzione sulla Cacciatrice.

    “Allora, di che cosa volevi parlarmi?” domandò.

    Buffy aprì la bocca per parlare ma non ne uscì alcun suono. Adesso che era arrivato il momento di spiegare cos’era che l’aveva spaventata tanto si sentiva nervosa. Non era sicura che ne sarebbe stata in grado.

    Cominciò, con voce esitante: “Ecco... ho avuto una visione. O un sogno. Qualcosa del genere... uno di quelli da Cacciatrice” si fermò. Entrambi gli uomini nella stanza la ascoltavano con interesse. Giles si era sporto in avanti verso di lei e aveva cominciato a pulirsi gli occhiali, come faceva sempre quando era nervoso; Spike invece era rimasto in silenzio e non si era mosso ma lei percepiva la sua preoccupazione, come se fosse stato qualcosa di palpabile. Prese fiato e continuò: “Ho sognato una ragazza e la pioggia e poi qualcuno che bruciava e...” la sua voce si affievolì fino a spegnersi del tutto. Era certa di non essere stata chiara, era ancora tutto così confuso nella sua mente. Il signor Giles la guardava con la fronte corrugata, aspettando che lei proseguisse.

    “C’era così tanto freddo... dentro. Lei... stava soffrendo. Io sentivo tutto il suo dolore, era terribile. E non poteva parlarne con nessuno...” la voce le si incrinò. Maledizione. Era così difficile. “Giles io devo capire che cosa significa, devo capire che cosa è successo, se è una visione del futuro o qualche altra cosa.” Alzò verso di lui due occhi velati dal pianto. Aveva bisogno che capisse quanto era importante per lei e che la aiutasse.

    “Buffy, vedo che sei sconvolta, anche se non ho capito molto da quello che mi hai detto. Andiamo con calma: conosci questa ragazza?” domandò.

    “Signor Giles, quella ragazza ero io.”

    Nella stanza calò il silenzio, posi Giles si sfilò nuovamente gli occhiali e riprese a pulirli.

    “Cioè... non ero proprio io, ma allo stesso tempo lo ero. Lo so che non riesce a capirmi, non mi capisco nemmeno io.” Buffy si portò le mani ai capelli e scosse la testa, sconsolata.

    “D’accordo allora, potrebbe trattarsi di qualcosa che deve ancora avvenire, perciò analizziamolo nel dettaglio. Che cosa hai visto precisamente?

    “Gliel’ho detto!” Buffy rialzò il viso, tornando a guardare il suo Osservatore. “ C’era qualcuno che bruciava, completamente avvolto dalle fiamme.” Lanciò una breve occhiata a Spike, che la ascoltava in silenzio, ma distolse subito lo sguardo. “Sembrava un uomo” sussurrò.

    Sembrava Spike, pensò. Ma questo non lo disse. Avvertì ancora l’ormai familiare stretta allo stomaco a quel pensiero, ma era ridicolo. Si trattava di sicuro di qualcun altro e lei aveva sognato lui solo perché in quel momento tutti i suoi sensi erano concentrati sul vampiro platinato. Si era confusa, ecco.

    Il signor Giles nel frattempo si era alzato e aveva preso a camminare avanti e indietro per la stanza; sembrava che stesse riflettendo.

    “Quindi se ho capito bene hai visto qualcuno bruciare ed è questo che ti ha sconvolta così tanto” disse.

    “Già. Ma non solo... Più che altro è stata la sofferenza che ho avvertito nell’altra Buffy, che poi sarei sempre io... Doveva trattarsi di una persona importante” mormorò. Si sentì improvvisamente stanca. In quel momento l’unica cosa che desiderava era infilarsi a letto, avvolgersi nelle coperte calde e dormire per almeno 12 ore.

    “Che cosa stavi facendo quando hai avuto questa visione?” chiese l’Osservatore.

    Buffy rispose senza pensarci: “Ero a letto.”

    “Hai detto che stavi facendo la ronda con Spike.” La voce di Giles era dura e tornò a guardare con sospetto il vampiro in questione.

    “Oh! Bh-bhe.. io...” balbettò lei. Improvvisamente sentiva la pelle incandescente ed era certa di essere arrossita. Maledizione! Sono un’idiota.

    Per la prima volta da quando avevano messo piede in quella casa Spike si mosse e parlò con voce tranquilla: “In realtà ci siamo incontrati mentre veniva qua. L’ho vista sconvolta e ho insistito per accompagnarla. La ronda l’avevamo finita da poco. Fa qualche differenza?”

    Spike sembrava tranquillo e sicuro di sé, tutte qualità che a Buffy decisamente mancavano in quel momento e lei gli fu grata per la sua presenza di spirito.

    Mi ha salvata, pensò. Uno strano languore si impossessò di lei a quel pensiero ma si riscosse subito e tornò a concentrarsi sul signor Giles, che sembrava come preso alla sprovvista.

    “No, certo che no” rispose, imbarazzato.

    Dopo essersi risistemato gli occhiali sul naso si rivolse nuovamente a Buffy e disse: “D’accordo... farò delle ricerche. Vedrò se trovo qualcosa. Tu torna pure a casa, non c’è nulla che possa fare qui e hai bisogno di riposarti. Ti farò sapere se ci sono novità.”

    “Grazie signor Giles. Lo apprezzo molto.”

    Giles sorrise con tenerezza e rispose: “E’ il minimo che possa fare per la mia Cacciatrice. Riposati.”

    “Buonanotte, signor Giles.”

    “Buonanotte, Buffy.”

    “ Notte” disse Spike, e insieme lasciarono l’appartamento dell’Osservatore.

    Capitolo 5

    “Allora...una visione, eh?” Spike calciò un sassolino che si trovava sulla sua strada, mentre lanciava a Buffy un’occhiata preoccupata.
    “Già...” rispose lei.
    Avevano fatto giusto qualche passo dopo aver lasciato il signor Giles e Buffy non vedeva l’ora di tornare a casa sua e mettersi a letto. A quanto pareva Spike, senza dirle niente, aveva deciso di accompagnarla; probabilmente non si fidava ancora di lasciarla sola.
    Lei si sentiva un po’ meglio dopo aver parlato con il suo Osservatore; ripetere ad alta voce quello che aveva visto la aveva aiutata a mettere le cose nella giusta prospettiva: era soltanto un’altra minaccia sovrannaturale e loro l’avrebbero sconfitta, come sempre. Distogliendosi dai suoi pensieri alzò lo sguardo dal terreno che aveva fissato fino a quel momento e vide che Spike continuava a studiarla con aria concentrata.
    “Che c’è? Sono cose da Cacciatrice, che ne vuoi capire tu?” lo apostrofò, punta sul vivo dalla sua strana espressione. Era un vampiro decisamente insopportabile: fastidioso, insistente, una totale spina nel fianco. E pensare che solo qualche ora prima era stata sul punto di fare di nuovo certe cose con lui. Doveva essere impazzita. O magari covava l’influenza ed era tutta colpa del virus: sia la momentanea pazzia che la visione e la reazione decisamente esagerata che ne era seguita.
    “Si tratta di Dawn?” domandò lui.
    “Cosa?” Buffy lo guardò con aria confusa. Corrugò la fronte. Cosa centra Dawn adesso? Non stavamo parlando di Dawn! ..O sì?
    “Nella tua visione. Era Dawn quella che bruciava?”
    “Oh!” Ecco a cosa si riferiva. “No. Come ho detto prima, sono abbastanza sicura che fosse un uomo.”
    Lui annuì, continuando a camminarle accanto.
    “Sì lo immaginavo, ma data la tua reazione ho pensato che si trattasse di qualcuno di molto importante e quindi....”
    “Già... lo penso anche io.” Buffy sospirò. Era praticamente certa che non si trattasse di Dawn ma il dubbio del vampiro era legittimo: il dolore che aveva provato in quel momento e subito dopo essersi svegliata era molto simile a quello provato quando Joyce era morta; come se avesse ancora una volta perso il suo unico porto sicuro. Ma se non si trattava di Dawn, la persona che amava di più al mondo, allora di chi?
    “Immagino che fosse Angel allora,” sussurrò Spike. Dopo qualche momento aggiunse: “Il Grande Amore Tormentato che và a fuoco!Che tragedia!”
    Una risata priva di allegria si propagò lungo la strada deserta per poi spegnersi poco dopo.
    “Spike, sei davvero uno stronzo.”
    Buffy gli lanciò un’occhiata infuocata, ma non era davvero arrabbiata. Lo aveva visto poco prima: aveva gli occhi bassi e le mani affondate nelle tasche dello spolverino e un’aria particolarmente abbattuta sembrava irradiarsi da lui. A un certo punto doveva essersi accorto che lei lo stava guardando e si era messo sulla difensiva nell’unico modo che conosceva: facendo lo stronzo. Sospirò ancora e ragionò seriamente sulla cosa: non era un’idea malvagia. Angel era un vampiro, quindi in effetti sarebbe potuto succedere, che prendesse fuoco. E di sicuro era una persona molto importante per lei.
    Ma per qualche motivo sapeva che non si trattava di lui. Scosse la testa e rispose: “No, non credo che si trattasse di Angel.”
    Spike sembrò rifletterci su qualche istante e poi disse: “Xander???”
    Aveva un’espressione disgustata sulla faccia, come se lei gli avesse fatto chissà quale affronto. “Non ti sembra una reazione un tantino esagerata per il bamboccio??? Capisco che siete amici e tutto il resto – solo Dio sa perché – ma che diavolo...”
    “Non era Xander.” Buffy voleva molto bene al suo amico, ma non in quel modo.
    “Ma allora chi...?”
    “Non lo so chi era Spike! Se lo sapessi lo avrei già detto al signor Giles, non ti pare?”
    Lui si zittì e continuarono a camminare in silenzio per qualche minuto finché lei non riuscì più a sopportare il suo continuo girarsi a guardarla come se volesse farle una domanda, per poi rinunciare prima di emettere alcun suono.
    “Che c’è ancora?” sbottò, con aria scocciata. Decisamente fastidioso, confermò.
    Lui colse al volo l’opportunità: “Niente! E’ solo che... se non era Dawn, né Angel, né Xander - e chiaramente non poteva trattarsi di Willow, che è una donna – chi altro rimane che sia così importante per te?”
    Sembrava sinceramente incuriosito e a Buffy si formò immediatamente un groppo in gola, anche se non aveva idea del perché. “Non saprei...” mormorò.
    Proprio in quel momento giunsero davanti al numero 1630 di Revello Drive e si fermarono, uno di fronte all’altra.
    “Beh, allora, buona notte Cacciatrice. Riguardati,” disse Spike e si voltò per riprendere il cammino solitario verso la sua cripta.
    “Aspetta!” si sentì subito richiamare e tornò a voltarsi verso di lei con aria interrogativa, inclinando la testa da un lato. “Dove vai?” gli domandò. Spike la scrutò; sembrava nervosa: si mordicchiava il labbro inferiore e i suoi occhi parevano di nuovo spaventati.
    “A casa. Tra poco sarà l’alba,” rispose.
    Buffy rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire. Certo che stava andando a “casa”, dove altro poteva andare? E comunque, si disse, anche se avesse intenzione di fare altro a me non importerebbe. Assolutamente.
    “Allora io vado,” riprese lui e fece di nuovo per andarsene.
    “No!” gli gridò dietro Buffy. Un terrore cieco l’aveva colta vedendolo andare via. Di nuovo quella sensazione opprimente all’idea di separarsi da lui. Non aveva nessun senso ma lei non riusciva comunque a liberarsene.
    “No?” Spike inarcò un sopracciglio.
    “Po-potresti restare qui!” esclamò la ragazza.
    Il vampiro spalancò gli occhi e lei fece altrettanto. Come diavolo le era venuto in mente di dire una cosa del genere???
    “Potresti dormire nello scantinato!” continuò, come se la sua bocca non volesse smetterla di parlare a vanvera. “C’è tanto spazio lì.”
    “Buffy...” cominciò lui, ma lei lo interruppe: “E dai! Che cosa ti costa?”
    Dio, era patetica. Per poco non si metteva a pregarlo in ginocchio. Ma che cosa le stava succedendo?
    “Va bene, va bene. Se è quello che vuoi... “ alzò le mani in segno di resa. “Però, Buffy, sei davvero strana. Sei sicura di stare bene?”
    Ecco, adesso aveva di nuovo quell’espressione preoccupata sul viso. Com’era esagerato! Cosa c’era di strano nel volere un po’ di semplice compagnia? Anzi no, una guardia del corpo! Lui era perfetto per quel genere di cose.
    “Penso di stare covando l’influenza in effetti, ma niente di grave.” Gli sorrise: adesso che lui aveva accettato di dormire nel suo scantinato si sentiva molto più sicura e avvertiva anche una piacevole sensazione di calore nel petto.
    Quando, circa mezz’ora più tardi, si furono sistemati – lui sulla brandina nello scantinato e lei nel suo letto – Buffy ripensò alla conversazione che aveva avuto con Spike mentre tornavano a casa, quando lui le faceva tutte quelle domande.
    Aveva nominato praticamente tutti, tranne se stesso.

    Capitolo 6

    Buffy continuava a rigirarsi nel suo letto da più di un’ora ormai. Non riusciva a dormire. Ogni volta che chiudeva gli occhi le immagini della visione di quella sera le tornavano alla mente e lei davvero, davvero, non desiderava rivederle. Bastava il mal di stomaco che non l’aveva ancora abbandonata a ricordarle che aveva avuto un’esperienza estremamente sgradevole.
    Sospirò, cambiando posizione per l’ennesima volta. Per essere completamente sincera con se stessa doveva ammettere che non si era trattato affatto di “un’esperienza sgradevole”... era stata terrificante. Il fuoco che avvolgeva in modo così ineluttabile quella figura vestita di nero, e la stretta al cuore, forte, che le aveva provocato il pensare a lui (o lei, si corresse), il groppo in gola, lo sforzo rassegnato per trattenere le lacrime – come se fosse una cosa che era abituata a fare da troppo tempo ormai – tutto di quella visione la terrorizzava. Sapeva che quello non era un sogno normale, sapeva di essere lei la ragazza che soffriva e sapeva anche che c’erano ottime probabilità che quello che aveva visto si realizzasse davvero. E lei non voleva. Non voleva soffrire più in quel modo.
    Al diavolo, pensò, rinunciando all’idea di riuscire a prendere sonno per il momento e dirigendosi verso la cucina. Forse un bicchiere di acqua fresca le avrebbe fatto bene.
    Un paio di minuti più tardi, poggiata contro il lavandino alle sue spalle, mentre sorseggiava il liquido ristoratore, i suoi occhi andavano alla porta dello scantinato dove sapeva che il vampiro biondo stava, con ogni probabilità, riposando.
    Ricordava di essersi sentita meglio, prima, quando lui era nei paraggi. Stranamente, sembrava che la sua presenza la tranquillizzasse. Sbuffò divertita a quel pensiero: solo poco tempo prima una considerazione del genere sarebbe stata interpretata come un terribile insulto dallo spaventoso “William the Bloody”. Un piccolo sorriso le increspò le labbra.
    Un momento, questo suona come se stessi dicendo che Spike mi fa sentire al sicuro. Come se io mi fidassi di lui. Ridicolo! Io non mi fido affatto di Spike. E’ soltanto un demone. Non ha un anima e... blah blah blah. Si era ripetuta la stessa manfrina centinaia di volte. Talmente tante che lei stessa si era stufata di sentirla.
    Portò gli occhi al soffitto in un gesto di esasperazione e, dopo aver lasciato il bicchiere ormai vuoto nel lavandino, si diresse verso le scale. Era ormai a metà rampa, ma i suoi occhi continuavano a tornare a quella maledetta porta. Si bloccò. Magari poteva andare giù... giusto per vedere come se la stava passando Spike. Magari non riusciva a dormire neanche lui, le brandine non sono molto comode, dopotutto, e lei in qualità di padrona di casa aveva il dovere di controllare che i propri ospiti stessero comodi. Storse la bocca nel rendersi conto che aveva definito Spike “ospite”. Era evidente che qualcosa fosse andato decisamente storto nella sua vita, in un qualche momento.
    Si avvicinò titubante allo scantinato, rimanendo in attesa fuori dalla porta e aguzzando l’udito per captare qualsiasi movimento proveniente dal piano di sotto. Dopo qualche minuto di calma piatta, ragionò sull’opportunità di lasciar perdere e tornare semplicemente in camera sua. Ma, come era già successo diverse volte quella sera, il suo corpo sembrò muoversi di propria volontà e Buffy si ritrovò a chiudersi la porta alle spalle, il più silenziosamente possibile.
    Spike giaceva sulla schiena nel suo letto improvvisato, con un braccio ripiegato sotto la testa e l’altra mano che riposava tranquilla sullo stomaco nudo. Aveva il lenzuolo aggrovigliato intorno alle gambe e il respiro regolare dimostrava che era profondamente addormentato.
    Buffy non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Per strano che potesse sembrare, quella era la prima volta che poteva osservarlo così da vicino in piena tranquillità. Ai tempi in cui andavano a letto insieme le era capitato raramente di vederlo dormire: di solito scappava via molto prima oppure lo svegliava con baci e carezze, quando succedeva, troppo presa dal desiderio di lui per riuscire a stargli così vicina senza toccarlo.
    Lo osservò attentamente. I deboli raggi di luna che filtravano dalla feritoia sulla parete più lontana creavano un meraviglioso gioco di luci e ombre sul suo viso, facendo risaltare ancora più del solito gli zigomi affilati e la mascella squadrata. Fece scorrere lo sguardo lungo il torace nudo, passando per le braccia forti e lo stomaco piatto, per poi finire sui muscoli a V che portavano alla sua virilità coperta dal lenzuolo. Si scoprì a desiderare che lui si muovesse nel sonno e si liberasse di quell’inutile pezzo di stoffa.
    Lo desiderava ancora moltissimo, non poteva negarlo. Spike era sesso allo stato puro e risvegliava in lei tutti gli istinti primordiali che nessun altro prima era riuscito a portare a galla e questo in qualche modo la spaventava; non si sentiva completamente padrona di se stessa quando lui era nei paraggi.
    In quel momento però avvertiva anche qualcos’ altro crescere dentro di lei, un sentimento caldo, che somigliava in modo preoccupante alla tenerezza. L’aveva già provato altre volte in passato ma non si era mai soffermata a pensarci su, anzi, era stato prontamente soffocato ogni qualvolta le si era affacciato alla coscienza. Il suo sguardo si addolcì mentre lo guardava dormire: sembrava così innocente e vulnerabile...
    Cercando di non fare rumore per non svegliarlo gli si stese accanto e si strinse a lui. Sarebbe rimasta lì solo per qualche minuto, giusto il tempo di riempirsi i polmoni di quel profumo così inebriante, e poi sarebbe tornata nel suo letto e lui non lo avrebbe mai saputo, pensò mentre chiudeva gli occhi. Percepì vagamente le braccia di lui stringersi intorno al suo corpo mentre un senso di benessere e sicurezza l’avvolgeva e, senza rendersene conto, finalmente, si addormentò.

    Capitolo 7
    Willow scese le scale canticchiando allegramente, con le braccia piene di vestiti da lavare.
    Le cose stavano andando bene ultimamente ed era felice, soprattutto da quando lei e Tara erano tornate insieme. L’anno prima Tara aveva rischiato di morire per via di un proiettile vagante sparato da quel pazzo omicida di Warren e lei era andata fuori di testa. Aveva giurato che lo avrebbe ucciso, e l’aveva quasi fatto. Per fortuna, i suoi amici erano riusciti a fermarla in tempo, assicurandole che Tara era viva e si sarebbe ripresa completamente. Non era stato facile per Willow uscire dall’abisso nel quale era sprofondata; non era stato facile imparare a tenere sotto controllo tutta la magia che aveva accumulato, imparare a dosarla, a non abusarne, ma l’aveva fatto. Per Tara. E adesso finalmente andava tutto bene.
    Anche Buffy aveva smesso di comportarsi in modo strano, da un po’. Decise che era meglio non tornare con la mente ai mesi successivi al suo ritorno – quello sì che era stato un brutto periodo - e tornò a concentrarsi su Tara. Un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra al pensiero della donna che ancora riposava nel suo letto, nuda. Sarebbe rimasta volentieri tutto il giorno a guardarla dormire, ma aveva delle cose da fare e la prima della lista era il bucato.
    Sempre canticchiando, si diresse alla lavatrice, posizionata in un angolo dello scantinato, e cominciò a buttarci dentro gli abiti da lavare. Mentre aggiungeva il detersivo e chiudeva lo sportello un fruscio attirò la sua attenzione, distogliendo i suoi pensieri dalla lezione che avrebbe dovuto seguire di lì a poco e che rischiava di perdere se non si fosse data una mossa. Aspettandosi di vedere un topo si voltò nella direzione da cui aveva sentito provenire il rumore e gelò.
    ***************************************************************************************
    Spike avvertiva dei rumori indistinti non molto lontano da lui, ma non aprì gli occhi. Era circondato da un piacevolissimo calore e dal profumo inebriante della sua Cacciatrice; probabilmente un residuo del sogno che stava facendo prima di svegliarsi. Si sentiva bene, e volva prolungare il più a lungo possibile quella sensazione.
    Non ancora completamente sveglio, si sporse, cercando di aderire con tutto il suo corpo a quella meravigliosa fonte di calore. Era morbida. Spike vi strusciò il viso contro, inalando a pieni polmoni il profumo di vaniglia ed emise un flebile sospiro soddisfatto. Allungò una mano e la fece scorrere lungo la curva perfetta della schiena, per poi fermarsi a riposare sul seno morbido e sodo. Le lenzuola si spostarono quando lei si strinse ancora più vicina a lui e Spike cominciò a fare le fusa, avvolgendo le braccia intorno alla donna che amava, mentre un sorriso felice si faceva strada sulle sue labbra.
    “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!”
    In un attimo, Spike balzò fuori dal letto, con le zanne sguainate, pronto a combattere la minaccia sconosciuta che aveva osato interrompere il suo sonno.
    “CO-CO-CO-CO-CO...” La Rossa balbettava in maniera incoerente. Spike si guardò intorno, tutti i sensi all’erta, ma non riuscì ad individuare nulla che potesse rappresentare un pericolo.
    “Che diavolo ti prende, Rossa?”
    Willow lo guardava con gli occhi e la bocca spalancati, muta. Gli occhi di lei si abbassarono lentamente lungo il suo corpo e Spike la vide arrossire furiosamente, fino ad assumere la stessa tonalità della sua chioma fiammeggiante. Nello stesso momento sentì un urlo strozzato provenire dal proprio letto e un attimo dopo un piccolo carro armato che lo spingeva contro il muro alle sue spalle, parandoglisi d’avanti, come per proteggerlo. Lo shock di rendersi conto che quel carro armato era Buffy e che quindi Buffy era davvero nel suo letto fino ad un attimo prima, lo fece ritornare al suo volto umano.
    ***************************************************************************************
    Buffy non ricordava nemmeno quando era stata l’ultima volta che aveva dormito così bene. Si sentiva al sicuro, protetta... e amata.
    In quel momento sentiva una mano fresca che scorreva lungo il suo corpo, regalandole piccoli brividi di piacere, per poi fermarsi a stringere possessivamente un seno. Confusamente, sapeva che avrebbe dovuto alzarsi e tornare nel proprio letto, ma tutto quello che riusciva a fare era stringersi ancora di più contro di lui e bearsi del suono rilassante che lui stava producendo (qualcosa di molto simile alle fusa di un gatto, pensò).
    Quando l’urlo improvviso squarciò il silenzio, non ebbe neanche il tempo di voltarsi per cercarne la causa che lui era già in piedi, che ringhiava, in posizione di difesa, gli occhi gialli che lampeggiavano. Per un momento non riuscì a staccare gli occhi da lui, completamente senza fiato: era una creatura dell’oscurità, un predatore, anche se a volte per lei era facile dimenticarsene.
    Era magnifico, come poteva esserlo una pantera che si avventa sulla preda. Ed era nudo e decisamente eccitato.
    Si accorse vagamente che stava parlando con qualcuno e distolse a fatica lo sguardo da lui per posarlo sull’altra persona presente nella stanza.
    Willow.
    Willow che l’aveva vista nello stesso letto con Spike. Abbracciata a Spike.
    Willow che guardava Spike, nudo.
    Un suono inarticolato sfuggì dalla sua bocca quando si accorse di cosa esattamente stava guardando la sua amica. Sentì la rabbia ribollirle dentro, sopraffare qualsiasi pensiero coerente potesse aver avuto fino a quel momento e si fiondò come una furia su di lui. Lo spinse contro il muro e si posizionò fermamente d’avanti al corpo al vampiro, le mani strette a pugno lungo i fianchi.
    ***************************************************************************************
    La strega continuava a fissare la scena d’avanti a lei come in trance.
    C’era Spike, completamente nudo, con la schiena schiacciata contro la parete, un’espressione spaesata sul viso. E c’era Buffy, proprio d’avanti a lui, posizionata come se volesse nascondere il vampiro al suo sguardo, con una luce assassina negli occhi.
    Vedere Spike, in pieno assetto da caccia, che ringhiava aggressivamente contro di lei era stato terrificante, ma vedere Buffy con il corpo teso e pronto a scattare, che la guardava stringendo gli occhi, fu anche peggio. Willow indietreggiò di un passo, spaventata. Cominciava ad avere una vaga idea di come dovevano sentirsi i vampiri quando incrociavano la Cacciatrice per strada.
    “B-Buffy...” balbettò.
    La Cacciatrice la ignorò e, sempre facendo attenzione a non lasciare esposto il vampiro, si allungò per prendere un paio di pantaloni appesi su una sedia lì vicino. Con un movimento brusco li passò a lui e sibilò: “Mettiti qualcosa addosso, per l’amor di Dio.”
    Mentre Spike si rivestiva in silenzio, Buffy continuò a lanciare occhiate torve dall’uno all’altra, rendendo Willow sempre più confusa.
    Che cosa le prendeva? Per qualche assurda ragione sembrava avercela con lei, ma perché? E perché mai l’aveva trovata nel letto con Spike?... stretta a Spike? E perché Spike era nudo???
    I suoi occhi si spalancarono ancora di più, fino a diventare enormi, quando un lampo di comprensione si fece strada nel cervello della strega.
    “Oh mio dio...” sussurrò.
    Non poteva essere. Eppure, non c’era nessun’altra spiegazione che avesse senso.
    “Oh mio dio!” ripetè e corse via, con il volto in fiamme.

    Capitolo 8
    Nello scantinato di casa Summers la tensione si poteva tagliare con il coltello. Spike cercava di fare meno rumore possibile mentre si rivestiva. Continuava a lanciare occhiate nervose a Buffy, che lo guardava con gli occhi verdi brillanti di rabbia.
    Si sentiva in colpa. Avrebbe dovuto stare più attento, magari mettere un lucchetto alla porta o qualcosa del genere. O almeno avere l’accortezza di andare a letto vestito.... Nella situazione in cui li aveva trovati non c’era una sola possibilità al mondo che Willow non pensasse male. E’ ironico che ci abbia beccati proprio stavolta. Non abbiamo nemmeno fatto niente... pensò con rammarico. Era ancora piuttosto stupito e confuso per aver trovato Buffy nel proprio letto quella mattina.
    Magari voleva riprendere da dove ci siamo interrotti ieri sera.
    Scosse la testa, sconsolato. Ormai, non sarebbe più successo niente tra di loro: ora che Willow li aveva scoperti era chiaro che lei ce l’aveva a morte con lui, bastava guardarla. Con ogni probabilità non avrebbe voluto vederlo mai più. Forse l’avrebbe addirittura cacciato da Sunnydale... Quel pensiero gli provocò un’atroce stretta allo stomaco.
    “Dev’essere stato entusiasmante per te.”
    Spike sussultò. “Che cosa?”
    “Oh, lascia stare,” rispose Buffy, stizzita.
    La sua posa era rigida, nervosa; aveva le braccia conserte, le labbra serrate e lo sguardo truce, ma rimase in silenzio. Spike la osservò con più attenzione: indossava un semplice top nero e degli striminziti pantaloncini grigi di seta. Inevitabilmente, lo sguardo di lui cadde sulle sue gambe sode. Avrebbe voluto cadere ai suoi piedi e chiederle di perdonarlo, far scorrere le labbra su quella pelle serica, mordicchiarle l’interno coscia e poi affondare il viso in mezzo alle sue gambe per inebriarsi del suo profumo... Il suo pene fremette a quei pensieri.
    No amico, sta giù, lo ammonì, cerca di non farti notare o qui finiamo entrambi in polvere.
    Il guaio era, rifletté, che non importava quanto ci provasse, lui la desiderava. La desiderava sempre, in qualsiasi momento e a qualsiasi condizione. Desiderava con tutto se stesso che lei lo amasse, ma si sarebbe accontentato anche di molto meno, anche solo di poterla toccare, di poter fare l’amore con lei quando lei ne aveva voglia.
    Nel frattempo, Buffy si era spostata e stava riordinando il letto. Spike la fissò estasiato. Non importava che lei stesse strattonando le coperte con rabbia a stento trattenuta, come se dovesse strozzarle: era una scena così.... intima. Era una di quelle piccole cose carine che le donne facevano continuamente per gli uomini che amavano ma che loro non sembravano mai apprezzare abbastanza. Spike le avrebbe apprezzate invece, se lei gliene avesse dato la possibilità. Forse quello era un segnale, forse dopotutto ci teneva a lui, almeno un pochino...

    Buffy era ancora arrabbiata, atrocemente arrabbiata. Stavolta aveva davvero esagerato.
    “Pervertito,” mormorò tra sé e sé. Improvvisamente, lasciò perdere le coperte e si voltò verso di lui con aria battagliera. Le parole sprezzanti però le morirono in gola quando vide il modo in cui la stava guardando: gli brillavano gli occhi. Ma non c’era malizia in lui questa volta, solo calore; sembrava assurdamente emozionato, come se lei gli avesse fatto chissà quale regalo.
    Che gli prende adesso? Si chiese esterrefatta.
    Spike abbassò lo sguardo, imbarazzato. Contieniti, maledizione. Non ti ha mica fatto una dichiarazione d’amore. Sei patetico!
    Dopo qualche minuto di silenzio lei chiese: “Hai fame?”
    “Cosa...?”
    “Ti ho chiesto se hai fame,” replicò lei duramente. Dato che lui continuava a non rispondere e a guardarla con aria spaesata, aggiunse: “Io vado di sopra a fare colazione. Se hai fame seguimi” e, senza un’altra parola, gli diede le spalle e si diresse in cucina.
    Continuava a ripensare alla scena di poco prima. Spike sembrava assolutamente a suo agio lì, completamente nudo, con l’erezione che faceva bella mostra di sé, d’avanti a Willow. Non aveva fatto neanche mezza mossa per coprirsi! pensò stizzita.
    E Willow! L’aveva guardato spudoratamente, per quelle che erano sembrate ore. Come diavolo si era permessa? Più ci pensava più sentiva il sangue andarle alla testa. Cominciò a tirare fuori dal frigo la roba per la colazione, sbattendola poi con forza non necessaria sul tavolo.
    Forse Buffy si era mai “dilettata” a guardare Oz lì??? No di certo. Eppure avrebbe potuto, considerando che il licantropo si risvegliava completamente nudo dopo ogni trasformazione. Ma non l’aveva fatto perché lui era il ragazzo della sua amica. E anche perché non sono mai stata minimamente interessata a Oz, ammise. Ma questo era irrilevante. Certo, adesso Willow si professava gay, ma era stata innamorata di un ragazzo solo fino a qualche anno prima. Chi le assicurava che non fosse più interessata agli uomini in quel senso? O che la visione di quella mattina non le avrebbe fatto tornare il suddetto interesse? Un’immagine del vampiro che spingeva la rossa contro quello stesso frigorifero, baciandola con passione mentre lei si inarcava contro di lui, le fece stringere il bicchiere che aveva tra le mani talmente forte che questo si ruppe in mille pezzi.
    “Dannazione!” imprecò, chinandosi per raccoglierli.
    “Faccio io.”
    La voce di Spike la fece sobbalzare; non si era accorta che l’aveva seguita. Lui si piegò e raccolse con calma i resti del povero bicchiere che aveva pagato le spese della rabbia della Cacciatrice.
    “Dove li metto?” le domandò. Buffy gli indicò in silenzio il cestino dei rifiuti e notò che lui aveva ancora i capelli scompigliati e i piedi nudi: sembrava che avesse appena fatto sesso.
    Tanto per cambiare, si disse ironicamente.
    Come riusciva a essere sempre così sexy? Era impossibile guardarlo senza pensare al sesso e, sicuro come la morte, anche Willow ci aveva pensato. Strinse i denti. Lei non lo vedeva nudo da mesi e la sua migliore amica...
    “Vuoi una mano?” Spike allargò le braccia in direzione del cibo posizionato sul tavolo.
    “Mmh?” rispose Buffy, confusa.
    “Potrei preparare le frittelle.”
    Lui aveva ancora quella strana espressione emozionata sul viso e parlava piano, quasi timidamente.
    Sembrò interpretare il silenzio di lei come un assenso perché si mise subito all’opera, rompendo le uova per preparare l’impasto dei pancake. Dopo un po’, Buffy prese posto su uno sgabello posizionato vicino all’isola della cucina e lo osservò lavorare in silenzio. Era una visione stranamente affascinante.
    “Non sapevo che sapessi cucinare.” Lui non le rispose ma la gratificò con uno di quei rari sorrisi che gli increspavano gli angoli degli occhi e il cuore di Buffy accelerò improvvisamente.
    “E’ la prima volta che un ragazzo mi prepara la colazione,” disse.
    “Davvero?”
    Spike era stupito. Quegli idioti dei suoi ex! Non se la meritavano affatto. Se potessi passerei tutto il giorno a coccolarla. Beh....magari non proprio tutto, riflettè, mentre i suoi pensieri viravano verso attività decisamente più erotiche.
    Ma era felice di essere lui il primo, almeno in qualcosa: lei sembrava piacevolmente colpita ed era così bello vederla sorridere. Sorrise di rimando. A dire la verità, non riusciva a togliersi quel sorrisetto dalla faccia: non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe fatto qualcosa del genere con lei, come una coppia normale che fa colazione insieme dopo aver passato la notte abbracciati. Ed era stata lei ad invitarlo!
    Buffy era stata decisamente furibonda fino a qualche minuto prima, ma adesso sembrava che fosse tutto a posto. La sfuriata sarebbe arrivata, certo, Spike non era così ingenuo da credere che fosse finita così, ma in quell’istante erano lì, insieme, e per il momento questo gli bastava.

    Capitolo 9
    Quando, qualche minuto dopo, Dawn entrò in cucina, li trovò che si guardavano di soppiatto, con due sorrisi ebeti stampati sulla faccia, mentre facevano colazione.
    “Ehm... buongiorno?” disse, titubante.
    Entrambi si voltarono verso di lei con gli occhi sgranati e Buffy arrossì violentemente.
    Questo è sospetto, pensò Dawn.
    “Dawn! Ciao! Che bello vederti!” Buffy si alzò di scatto dalla sedia, cominciando ad ammucchiare disordinatamente tutto ciò che le capitava a tiro.
    “Che bello vederti? Buffy, io abito qui. Sono tua sorella, ricordi?”
    “Certo che mi ricordo,” rise lei nervosamente, “che domanda sciocca!”
    Dio che imbarazzo, pensava intanto. Lanciò un’occhiata di sbieco a Spike, che si era fermato con la forchetta a metà strada verso la bocca. Per qualche strana ragione, essere sorpresa da sua sorella mentre faceva colazione con un vampiro, come se fossero una coppietta, la imbarazzava molto più dell’altra “cosa” che era successa quella mattina. Enormemente di più.
    “V-vuoi che ti accompagni a scuola?” balbettò con voce stridula.
    “No no, prego, continuate pure!” Dawn prese una fetta di pane tostato e si accomodò, guardando dall’uno all’altra con un sorriso sornione sulle labbra.
    “Allora... come mai quì a quest’ora?” chiese, rivolta al vampiro. A quella domanda lui si irrigidì ulteriormente. Dawn lo vide lanciare un’occhiata nervosa a Buffy e aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun suono. Ridacchiò.
    “Lui – lui... ecco... è molto semplice in realtà... non è assolutamente come sembra,” rispose Buffy.
    “No? Perché, come sembra?” chiese Dawn con un’ aria da innocentina. Diede un grosso morso al suo pane tostato per nascondere il divertimento.
    Se possibile, Buffy avvampò ancora di più. A quel punto, Spike pensò che fosse giunto il momento di correre in suo aiuto e disse precipitosamente: “Sono venuto perché avevo delle questioni urgenti da discutere con tua sorella e non ho potuto resistere alle frittelle. Adoro le frittelle,” aggiunse dopo un po’, con un sorriso palesemente finto stampato sulla faccia.
    “Giusto! Questioni urgenti.” Buffy annuì con convinzione, riprendendo a respirare. Quella spiegazione poteva andare!
    “Ah! Strano però... Buffy non sa preparare le frittelle,” buttò lì con noncuranza.
    “Non sai preparare le frittelle???” Spike si rivolse a Buffy, sconvolto. “Tutti sanno preparare le frittelle!”
    “Ehi! Avevo cose più importanti da fare che imparare a preparare delle maledette frittelle! Per esempio salvare il mondo!” si difese lei.
    Dawn ridacchiò.
    Piccola sfacciata...! Li stava palesemente prendendo in giro, pensò Spike mentre notava quanto la Cacciatrice sembrasse a disagio in quel momento.
    “E va bene! Ha dormito qui stanotte, contenta? Nello scantinato!” aggiunse frettolosamente. “Ieri ho avuto una visione abbastanza inquietante e ho preferito che restasse nei paraggi. Tutto qui.”
    Sospirò, lasciandosi ricadere sullo sgabello. Si sentiva svuotata, come un palloncino sgonfio. Di sicuro di lì a breve Dawn avrebbe saputo anche quello che lei aveva taciuto, come per esempio il fatto che Willow li aveva trovati a letto insieme quella mattina e che lui era nudo... ma di sicuro non glielo avrebbe detto lei. Anche perché, che cosa avrebbe potuto dirle? “Ho fatto sesso selvaggio con un vampiro senz’anima per mesi, perché lui è troppo sexy e io non riesco a stargli lontana”?
    La situazione stava degenerando fin troppo rapidamente. Aveva tenuto nascosta la sua... “cosa”... con Spike per mesi e adesso, nel giro di una mattinata, sia la sua migliore amica che la sua sorellina avevano scoperto ben più di quanto a lei facesse piacere ammettere. Avrebbe dovuto parlare a entrambe molto presto, immaginò. Ma Willow aveva la precedenza. Era rimasta talmente sconvolta da scappare via, e Buffy non poteva certo darle torto.
    Tutto questo casino mi sta facendo venire un terribile mal di testa.
    “Io vado di sopra a vestirmi per andare a lavoro, d’accordo? Voi finite pure con calma.” Lanciò un’occhiata deliberata a Spike per intimargli di comportarsi bene e, con un po’ di apprensione, si diresse al piano superiore.

    ********************************************************************************
    “Lascia fare a me, Briciola.” Spike si affrettò a portare via i piatti sporchi a Dawn e, recuperati sapone e spugnetta, cominciò a lavarli. “Tu và pure a prepararti, non vorrai fare tardi a scuola.”
    Dawn fece tamburellare le dita sul ripiano della cucina, ma non si mosse.
    “Sembri felice.”
    “Perché pensi questo?”
    “Beh stai lavando i piatti. E stai sorridendo mentre lo fai. Deve essere accaduto qualcosa di bello, non è così?”
    Spike non rispose e lei continuò: “Cos’ è successo stanotte che ti ha messo così di buon umore?”
    “Non è successo niente stanotte.” Era la verità.... Più o meno.
    “Sì certo. Sai, Spike, non sono più una bambina. Le capisco queste cose.” Odiava che continuassero a trattarla come una poppante. “Guarda che puoi dirmelo, sarò muta come un pesce! State insieme?”
    “Noi-“ cominciò lui, ma fu interrotto da un urlo perforante proveniente dalla soglia:
    “Dawn!!!!! Ma come ti viene in mente una cosa del genere???”
    Buffy era paonazza, sconvolta per la rabbia. Li aveva lasciati da soli soltanto per pochi minuti ed ecco che ritrovava Spike pronto a confessare tutta la loro sordida relazione alla sua innocente sorellina. Non avrebbe mai dovuto lasciarlo stare lì. Lei gli aveva chiesto se stavano insieme, santo cielo! Che cosa le aveva detto per farle credere una cosa del genere???
    Lo ucciderò.
    “Andiamo Cacciatrice, Briciola ha solo fatto una domand-“
    “ZITTO!!!” gli urlò contro. “Non voglio sentire una parola di più uscire dalla tua bocca!!! E tu!” si rivolse a Dawn: “Chi ti ha messo in testa un’idea del genere???”
    “Nessuno, io ho pensato-“ rispose, spaventata. Non aveva mai visto sua sorella così arrabbiata.
    “Ah tu hai pensato! Certo!” sbraitò.
    Senza rendersene conto Dawn andò a posizionarsi dietro le spalle di Spike, per farsene scudo contro la rabbia di Buffy. Era spaventosa.
    “Buffy...” cominciò lui, che la guardava con gli occhi sgranati.
    “Ti ho detto di tacere!!! Cosa c’è che non capisci??? Cosa devo fare per essere più chiara? Tu non fai parte della mia vita!”
    L’espressione del vampiro si indurì a quelle parole. Buffy se ne accorse, ma non si fermò. Ormai era un fiume in piena: “Ho sicuramente sbagliato qualcosa con te, se ti senti in diritto di raccontare menzogne così volgari a mia sorella. Io non sto con te, Spike! Non potrei mai stare con te! Solo il pensiero mi disgusta!”
    “BASTA!!!”
    Questa volta fu lui ad urlare. Prese uno dei piatti che aveva lavato con tanta cura solo qualche minuto prima e lo schiantò sul pavimento. Il rumore della ceramica che si frantumava fu assordante nella casa improvvisamente silenziosa.
    Buffy allora lo guardò veramente per la prima volta da quando era tornata in cucina: stava ansimando come se avesse appena lottato e tutto il suo corpo tremava per il tentativo di trattenere la furia omicida che provava. Poteva leggerglielo negli occhi: in quel momento la odiava. La consapevolezza di tutto quello che gli aveva detto la colpì come un treno in corsa e la lasciò senza fiato.
    “Basta così, Cacciatrice. Sei stata chiara,” ringhiò a denti stretti e con delle lunghe falcate lasciò la cucina.
    Buffy e Dawn rimasero in silenzio, pietrificate da quello che era appena successo.
    Che cosa ho fatto? Pensò Buffy con il cuore in gola. Il rumore del portone d’ingresso che si spalancava la fece tornare in sé e gridò: “Che cosa vuoi fare???” mentre si dirigeva verso il vampiro.
    “Me ne vado.”
    “Non puoi! E’ giorno!!!”
    “Questo non mi ha mai fermato prima.” Senza rivolgerle nemmeno uno sguardo, si sfilò lo spolverino che doveva aver recuperato poco prima dallo scantinato, se lo posizionò sulla testa a mò di tenda e si lanciò in una folle corsa sotto il sole.
    “Aspetta! Spike!!!”
    Il cuore le batteva forte contro il petto, come un tamburo. Avrebbe potuto finire ammazzato per quello che lei gli aveva detto. Non riusciva più nemmeno a guardarla.
    “Ragazze... ma cosa è successo? Ho s-sentito dei rumori.”
    La voce titubante di Tara che scendeva le scale, ancora assonnata, la fece trasalire e lei distolse a fatica lo sguardo dal punto in cui lui era appena scomparso. Si accorse che anche Dawn l’aveva raggiunta sul portico e che era ferma alle sue spalle, con le braccia conserte.
    “Non puoi fermarlo adesso,” mormorò con voce dura.
    Con un peso sul cuore, Buffy dovette ammettere che aveva ragione.


    Capitolo 10

    “... non molto. Anche perché non sappiamo ancora con cosa abbiamo davvero a che fare.”
    Giles si sfilò gli occhiali e li pulì con un lembo del maglione. “Perciò, probabilmente, la cosa migliore sarebbe che tu spiegassi tutto daccapo, in modo che anche gli altri possano ascoltare.”
    Giles aveva convocato una riunione d’emergenza e adesso erano tutti lì: Buffy, Willow, Tara e Xander. L’Osservatore guardò brevemente verso Buffy, per poi tornare ben presto a concentrare la propria attenzione sugli occhiali. Per due interi minuti il ticchettio dell’orologio fu l’unico rumore percepibile nel salotto del signor Giles, che alzò la testa, un po’ confuso.
    “Buffy...?” esclamò poco dopo. Nessuna risposta. “Buffy???” ripeté, questa volta a voce più alta.
    La Cacciatrice trasalì: “Cosa?!”
    Giles scrollò la testa e si prese l’attaccatura del naso tra due dita, con aria sconfortata.
    “Ti ho chiesto di ripetere tutto il racconto dall’inizio. Magari qualcuno riesce a cogliere particolari che a me sono sfuggiti.”
    “C-certo....!”
    La Cacciatrice prese fiato e ripeté il suo racconto ancora una volta, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
    Mentre Buffy parlava, Giles osservava.
    C’era qualcosa che non andava, ma non avrebbe saputo dire con esattezza che cosa fosse. Buffy e Willow si comportavano in modo strano: la prima era stata distratta, quasi assente, per tutto il pomeriggio e la seconda molto più silenziosa del normale.
    Adesso che ci penso avrà detto sì e no due parole da quando è entrata, e una di queste era “Buongiorno.”
    Si accigliò maggiormente, notando come ognuna delle due evitava accuratamente di incontrare lo sguardo dell’altra e quanto fossero rossi e accaldati i loro volti. Tara sembrava sconcertata quanto lui dal comportamento delle due ragazze, mentre Xander aveva l’aria di non essersi accorto di nulla.
    “Q-quindi nel sogno hai visto te stessa?” chiese la strega bionda.
    “Beh, non proprio... non posso dire di aver visto me stessa. Era più come se io guardassi tutto da un punto di osservazione interno, ma” bloccò sul nascere l’obiezione che si era formata sulle labbra di Xander, “sono certa che si trattasse di me. Non so esattamente come spiegarlo, lo so e basta.”
    “Buffy, se hai ragione – e sottolineo se – le possibilità non si restringono comunque di molto,” disse Giles, alzandosi e dirigendosi verso il tavolo, dove erano ammucchiati qualcosa come quindici libri dall’aria antica e polverosa. Ne prese tra le mani uno particolarmente voluminoso e ne sfogliò le pagine finché non trovò quello che stava cercando.
    “Ecco. Stando a quello che ho trovato potrebbe trattarsi di un incantesimo – per confonderti e farti perdere la concentrazione, in modo da sconfiggerti più facilmente,” fece una pausa per osservarla con i suoi penetranti occhi azzurri. “Se così fosse, è una fortuna che tu abbia incontrato Spike mentre venivi qui ieri sera. Se ben ricordo eri piuttosto sconvolta...” un forte colpo di tosse proveniente dalla strega rossa lo interruppe. Buffy spalancò gli occhi.
    Oh no. Oh no. NO NO NO. Non dirlo. Non dirlo. Non dirlo!!! Strinse forte le mani e pregò che l’amica ascoltasse il suo messaggio telepatico e la risparmiasse. Willow però non parlò più e, seppur perplesso, l’Osservatore continuò: “ oppure potrebbe trattarsi delle proprietà allucinogene del sangue di alcuni demoni: per esempio i demoni Kurk....”
    Buffy però lo interruppe: “Non ho affrontato nessun demone particolare ieri notte. Niente di niente. Solo i soliti, noiosissimi vampiri,” fece con un sorrisetto.
    “Bene, allora possiamo escludere il sangue di demone.” Giles tornò a concentrarsi sul libro che aveva in mano. “Alcuni veleni possono scatenare allucinazioni, come ad esempio la Mandragora e la Belladonna... ma anche questa ipotesi mi sento di escluderla, perché fisicamente sembri stare abbastanza bene.”
    Buffy annuì d’accordo. Non credeva che quella della notte scorsa fosse stata un’allucinazione, ma era meglio non tralasciare nulla.
    “In ultimo, c’è l’ipotesi che avevi avanzato fin da subito: ovvero che si sia trattato di un sogno da Cacciatrice... e che quindi con ogni probabilità fosse una visione del futuro.”
    Il silenzio scese nella stanza a quelle parole e Buffy cercò senza successo di deglutire il groppo che le si era formato in gola.
    “Dobbiamo impedirlo a tutti i costi, Giles!” scattò, i pugni talmente serrati da ferirsi i palmi.
    “Certo, Buffy, faremo il possibile...”
    “No! Lei non capisce! Noi dobbiamo – dobbiamo – evitare che succeda! Io non posso....” lasciò la frase in sospeso. Le tremava la voce e tutti riuscirono a notare le lacrime che si erano formate nei suoi occhi, prima che lei abbassasse lo sguardo per nasconderle.
    “Lo faremo, Buff, non preoccuparti,” le disse Xander, dandole qualche pacca consolatoria sulla spalla. “Ma io credo che prima di tutto sia necessario capire con sicurezza cosa fosse quel sogno e cosa significhi. E poi, qualunque cosa sia, la affronteremo,” aggiunse con un sorriso.
    “Sono d’accordo con Xander.”
    A parlare era stata Willow, per la prima volta. Buffy le rivolse un tremulo sorriso di gratitudine.
    “Bene. Che cosa suggerite?” chiese l’Osservatore, un po’ scocciato. Era esattamente quello che aveva cercato di fare per tutto il giorno!
    “Un incantesimo chiarificatore,” propose la strega.
    Era stata enormemente in imbarazzo per tutto il giorno, a causa di quello che aveva scoperto quella mattina e di quello che aveva visto. Arrossì ancora al pensiero. Non sapeva come comportarsi, se dirlo a qualcuno oppure mantenere il segreto e, nel dubbio, aveva finito con il non parlare affatto, in attesa di decidere cosa fare. Buffy doveva essere impazzita, non esisteva altra spiegazione. Certo, lui aveva un suo fascino, era impossibile negarlo, ma si trattava di Spike.
    Tuttavia, vedere l’amica così sconvolta e fragile, poco prima, le aveva fatto mettere da parte tutte le sue perplessità. Avrebbero affrontato la questione in un secondo momento, ora la cosa più importante era risolvere l’emergenza in corso.
    “Devo ammettere che non ci avevo pensato. Potrebbe essere una buona idea,” disse Giles. “Ne hai uno particolare in mente?”
    “No... però ricordo di averne trovati di diversi, leggendo in giro. Non dovrebbe essere difficile reperirne uno che faccia al caso nostro.”
    “Mi s-sembra un’ottima idea!” aggiunse Tara.
    “Splendido! Mettiamoci al lavoro! Che la Caccia all’Incantesimo abbia inizio!” disse Xander, in tono gioviale.
    Si misero subito tutti all’opera, tranne Buffy che rimase seduta sul divano con aria assente. Era da quella mattina che non riusciva a concentrarsi su niente e la giornata a lavoro era stata un completo incubo. Come se non bastasse, una terribile morsa le serrava lo stomaco.
    Non faceva altro che ripensare all’espressione di Spike quando lei gli aveva detto che la disgustava e al modo in cui era corso via subito dopo.
    Si era quasi aspettata di trovarlo lì quando Giles aveva convocato quella riunione, ma lui non c’era. Probabilmente nessuno l’aveva invitato, rifletté. Oppure questa volta era stata talmente stronza che persino lui aveva deciso di non voler avere più niente a che fare con lei.
    Si accorse che stava torcendosi le mani e si impose di smetterla. Non era certo la prima volta che lo trattava in modo così vergognoso e cattivo e ingiusto....
    Basta, Buffy. E’ di un vampiro che stiamo parlando. Al massimo avrai ferito il suo orgoglio, niente di più.
    Eppure, quello sguardo.....
    Si alzò in piedi di scatto e si diresse alla porta. Era inutile continuare a rimuginare: sarebbe andata da lui, gli avrebbe fatto un paio di moine e sarebbe tornato tutto come prima. Sorrise a quel pensiero.
    “Buffy dove vai?”
    Xander. Merda. Si era completamente dimenticata di loro.
    “Pensavo di andare a fare la ronda. Non sono molto utile nella fase di ricerca,” sorrise nervosamente. “Chiamatemi quando avete bisogno di me. Ci vediamo!” e uscì, prima che avessero il tempo di fermarla ancora.


    L’aria della sera era fresca e profumata. Buffy la inspirò a pieni polmoni, dirigendosi con passo spedito verso il cimitero di Restfield.
    A quell’ora lui avrebbe dovuto essere sveglio e pronto per uscire, ma aveva buone probabilità di trovarlo in casa. Che cosa gli avrebbe detto?
    Probabilmente non ci sarà bisogno di dire niente, decise. A quest’ora avrà già dimenticato il microscopico incidente di stamattina... Ma un piccolo “incoraggiamento” da parte mia non guasterà di certo.
    Persa nelle sue riflessioni, non si accorse subito di trovarsi già d’avanti alla porta della cripta di Spike. Un po’ in imbarazzo, si chiese se dovesse spalancarla con un calcio come faceva di solito o usare un approccio un po’ più soft. Alla fine decise di non avere bisogno che lui si innervosisse ulteriormente e bussò, in modo educato ma comunque deciso. Attese per qualche minuto e bussò ancora.
    Lui non si decideva ad aprire e lei cominciò a spazientirsi. Stava facendo l’offeso? Davvero un atteggiamento maturo! Sbuffò, ma la morsa allo stomaco si intensificò.
    Basta così. Io ho cercato di essere rispettosa ma è evidente che lui non lo merita!
    Con un calcio ben assestato spalancò il pesante portone, esclamando: “Ehi! C’è nessuno qui?”
    Man mano che i suoi occhi si abituavano all’oscurità della cripta Buffy scorse una sagoma indistinta seduta scompostamente sulla poltrona, con la testa reclinata all’indietro sulla spalliera. Gli si avvicinò con passo aggressivo e gli si posizionò d’avanti con le braccia conserte, nella sua miglior posa da Cacciatrice incazzata.
    “Ehi, dico a te!” sputò, dandogli un colpetto con la punta del piede.
    Lentamente, lui tirò su il capo e puntò su di lei due occhi iniettati di sangue.
    “Che cazzo vuoi, Cacciatrice?”
    Il tono gelido con cui le si era rivolto le fece scorrere dei potenti brividi lungo la schiena. Non le aveva mai parlato prima con tanto odio nella voce, mai.
    Fu allora che lo osservò con più attenzione: aveva una bottiglia mezza vuota di whiskey che gli penzolava da una mano e ai suoi piedi ne erano seminate altre sei, ormai svuotate. Le sue nocche erano escoriate e sporche di sangue. Lo sguardo di lei si spostò allora all’ambiente circostante, che non aveva notato entrando: tutti i mobili erano distrutti e i frammenti erano sparsi ovunque nella stanza.
    Deglutì e tornò a guardare il vampiro, che non aveva distolto un attimo lo sguardo assassino da lei, durante tutta la sua ispezione.
    “Che cosa hai fatto?” sussurrò.

    Capitolo 11

    “Che cosa hai fatto?”
    Una risata amara, simile a un latrato, si diffuse nella cripta scarsamente illuminata, a quella domanda.
    “Ho pensato di fare le pulizie di primavera.”
    La voce di Spike era glaciale e il suo sguardo tagliente come vetro affilato. Prese un altro generoso sorso di liquore dalla bottiglia e lasciò ricadere pesantemente il capo contro la spalliera della poltrona.
    “Vattene,” disse con voce atona e avvicinò nuovamente il liquido ambrato alle labbra. Quel calore bruciante nella gola era piacevole e in più lo aiutava a non sentire.
    Spike ringraziò il cielo che lei fosse arrivata solo adesso che era completamente ubriaco o si sarebbe reso ridicolo con qualche patetica richiesta di spiegazioni o – rabbrividì solo al pensiero – di amore. Prima che potesse effettivamente bere, però, Buffy gli strappò via di mano la bottiglia, dicendo: “Basta così. Hai bevuto abbastanza. Sei ubriaco.”
    Spike si alzò incespicando dalla poltrona per riprendersela. “Era quello lo scopo. Ridammi la mia bottiglia e vattene, Cacciatrice. Non sono fottutamente cazzi tuoi quanto bevo.” Non si sarebbe lasciato portare via l’unico conforto che gli era rimasto nella sua miserabile non-vita.
    Buffy strinse le labbra a quel commento scurrile, pronta a ribattere per le rime, ma si bloccò quando lui si avvicinò maggiormente per cercare di sottrarle goffamente il liquore, turbata. Si era resa conto che le sue guance erano solcate da due scie di lacrime seccate.
    Aveva pianto.
    Inspiegabilmente, avvertì una stretta al cuore.
    “Spike....” mormorò, allungando teneramente una mano verso il suo viso per cancellare quelle tracce salate. Lui balzò all’indietro con un salto che avrebbe fatto impallidire un gatto spaventato e la guardò stringendo gli occhi, con sospetto.
    “Che sei venuta a fare qui? Se sei in cerca di aiuto, hai fatto un viaggio a vuoto. Scordatelo, Cacciatrice.”
    Sputò fuori quelle parole con tutto l’odio di cui era capace. Non sopportava la sua presenza lì, non dopo quello che gli aveva detto quel giorno. Aveva finalmente capito: la sua opinione su di lui non era cambiata in tutti quegli anni. Lui era ancora il disgustoso mostro senz’anima. Era stato un illuso a sperare che le cose stessero migliorando, che lei cominciasse a vederlo almeno come un amico.
    “Non sono qui per quello...”
    “E allora che cosa vuoi?” domandò. “Anzi, no. Lascia perdere. Non lo voglio sapere.”
    “Volevo vedere come stavi e-e scusarmi...” disse lei, con gli occhi bassi. “Sai... per quello che ti ho detto oggi...”
    “Ah...certo. Capisco” disse, con un sorriso cattivo sulle labbra. Si avvicinò a lei con passo lento, sensuale, ma i suoi occhi rimasero freddi. Buffy lo guardò, stupita.
    “E’ sempre la solita storia, vero... Cacciatrice?” la sua voce era bassa, seducente. Continuò ad avanzare lentamente verso di lei, costringendola ad indietreggiare, finché non si ritrovò con la schiena premuta contro la parete fredda. “Mi odi... mi disprezzi... mi dici che ti faccio schifo,” proseguì, poggiando le mani al muro all’altezza delle spalle della ragazza, imprigionandola. Il suo sguardo duro e carico d’odio si fissò negli occhi verdi di lei, che rimase senza fiato. “Poi vieni qui... mi dici un paio di paroline “gentili” e pensi che tutto torni a posto.” Il suo viso era talmente vicino ora, che lei poté sentire il suo respiro freddo sulle labbra mentre lui parlava. Si sentiva come paralizzata, incatenata dal mare in tempesta che si agitava negli occhi blu del vampiro e non riuscì a trattenere un inaspettato brivido di eccitazione che la percorse da capo a piedi. Lui sorrise con rabbia, avvertendo il cambiamento nell’odore di lei, e le guardò le labbra.
    “E’ questo quello che vuoi, non è vero?” sussurrò, soffiando intenzionalmente sul suo viso, per poi avvicinare le proprie labbra a quelle di lei, senza però toccarle. “E’ per questo che sei venuta. Vuoi che ti aiuti ad alleviare un prurito.” Pronunciò le ultime parole con disprezzo e senza darle il tempo di rispondere le prese rudemente un capezzolo tra pollice e indice e pizzicò con forza.
    Dalle labbra di Buffy sfuggì un grido di sorpresa e di dolore. “No...non è così!” si affrettò a rispondere, ma lui continuò implacabilmente a torturarla, tenendola ferma con il peso del suo corpo e con l’altro braccio premuto proprio sotto la gola, quando lei cercò di scostarsi.
    “Oh sì invece,” sussurrò con voce dura, rauca di desiderio. “Sono giorni che mi giri intorno. Se non fosse stato per quel maledetto sogno avresti risolto il tuo problema già ieri e a quest’ora non saremmo qui. Avresti gridato di piacere sotto di me e mi avresti implorato di fotterti ancora. E ancora.” Spinse il bacino contro di lei, per farle sentire quant’era duro e strinse i denti sul suo collo, mordendola.
    “Ah!” gridò Buffy. “Smettila Spike! Sei ubriaco!”
    “Non quanto vorrei.” Fece scorrere la lingua lungo la sua gola, insistendo in modo particolare sui segni del morso e succhiò per qualche secondo. Sarebbe venuto fuori un bel succhiotto. Ben le stava.
    Lei rabbrividì suo malgrado e un gemito soffocato le sfuggì dalle labbra. Lo sentì ridere in risposta.
    “Vedi? Non puoi mentirmi Cacciatrice.” La testa bionda si chinò per prendere in bocca il capezzolo congestionato. Le gambe le cedettero quando cominciò a succhiarlo e se lui non l’avesse tenuta bloccata contro la parete sarebbe certamente caduta. Passò la lingua sulla punta indurita, in piccoli cerchi concentrici, alternando leccate piene di passione a morsi rabbiosi. Buffy ansimava pesantemente e quando lui le strappò senza alcun riguardo il tessuto della maglietta e prese il suo seno in bocca senza più alcuna barriera non poté evitarsi di gridare dal piacere.
    “Spike! Ah!” Lui portò la mano libera in mezzo alle sue gambe e la sfregò con forza, mentre continuava a succhiare. A quel punto lei non riuscì più a trattenersi e cominciò a muovere ritmicamente il bacino per andare incontro alle sue carezze, cercando nel contempo di strofinarsi contro il membro duro.
    “Nnh.”
    Il gemito soffocato stavolta venne da lui, che si bloccò immediatamente, come se si fosse scottato. Persa nella nebbia di eccitazione che il vampiro le aveva provocato, Buffy non si accorse subito che c’era stato un cambiamento nel suo atteggiamento e si mosse in modo da spingere l’altro seno contro il suo viso, sperando di convincerlo a dedicargli le stesse attenzioni. Si sentiva impazzire per il bisogno di essere toccata da lui. Tutto il suo corpo vibrava e sentiva chiaramente il proprio sangue concentrarsi nel clitoride gonfio che pulsava a ritmo con il suo cuore accelerato.
    “Spike... ti prego!” gemette, vedendo che restava immobile. A quel punto lui sollevò il viso e la guardò dritto negli occhi, dicendo: “Non temere, Cacciatrice: avrai quello che vuoi. Ma non così.”
    Con un movimento repentino la rigirò contro il muro, posizionandosi alle sue spalle, mentre le teneva entrambe le braccia bloccate sopra la testa con una mano sola. Il contatto tra la superficie fredda e i proprio seni arrossati le provocò uno shock abbastanza forte da farle riacquistare un minimo di lucidità.
    “Cosa...?” cominciò, ma il fiato le si mozzò in gola quando lui, con la mano libera, strattonò rudemente i suoi pantaloni di cotone leggero, lasciandoli cadere lungo le gambe dorate di lei. Le mutandine seguirono presto la stessa sorte. Senza pronunciare parola, Spike le posizionò una mano sul ventre e spinse, costringendola ad inarcare il bacino all’indietro, verso di lui. Buffy avvertì distintamente la sua eccitazione ancora fasciata dai jeans che premeva contro le proprie natiche e poi la voce di lui, resa irriconoscibile dal desiderio, che le diceva: “Allarga le gambe.”
    “No.” Lei cercò di divincolarsi quando sentì il rumore della zip che scendeva.
    “Allargale ho detto,” la sua presa sul fianco si fece dolorosa e la morsa con cui le teneva fermi i polsi soffocante. Era furioso con lei, Buffy lo capì in quell’istante. Non stavano facendo sesso riparatore. Quella era una scopata punitiva. Lui era convinto che lei lo avesse cercato soltanto per quello e le stava dando ciò che credeva lei volesse: sesso senza amore.
    “No... Spike....”si agitò, cercando di spiegargli che si sbagliava. “Non è quello che voglio.”
    Lui rise, quasi sguaiatamente.
    “Lo vuoi invece. Tu mi vuoi,” replicò con voce dura e lo sguardo infiammato. Infilò profondamente un dito dentro di lei, che gridò per la sorpresa, mostrandole poi gli umori che aveva raccolto, come prova di quello che aveva detto. Buffy non riuscì a proferire parola. Lo desiderava, era vero, ma non in quel modo. Voleva che lui fosse felice mentre facevano l’amore, voleva sentire i suoi gemiti di piacere mentre lo faceva godere, ma le uniche cose che riusciva a percepire da lui in quel momento erano rabbia e dolore.
    Ed era stata lei a ridurlo così.
    Spike riportò la mano in mezzo alle sue gambe. Stuzzicò il clitoride con movimenti circolari delle dita e lo pizzicò leggermente, per poi scendere fino al centro della sua femminilità. Ci infilò un dito e poi due, cominciando a pompare lentamente. Sentì il suo corpo tremare tra le braccia e i suoi succhi scorrergli lungo la mano.
    E’ pronta.
    Tirò fuori le dita da lei, apprezzando comei suoi muscoli interni si contrassero per cercare di trattenerlo e, con la mano, le spostò la gamba destra quel tanto che bastava a permettergli di entrare. Lei non cercò di fermarlo.
    Buffy si morse il labbro inferiore per impedirsi di gemere quando sentì la punta di lui premere contro la sua entrata e, in un attimo, fu dentro.
    Stare dentro di lei era una sensazione magnifica. La cosa più bella che avesse mai provato in tutta la sua lunga esistenza. Sentiva il calore di lei che lo avvolgeva, il suo profumo che gli faceva girare la testa e provò l’impulso di baciarla. Ma si trattenne. Non avrebbe più ceduto a queste stupide debolezze. Lentamente, si ritrasse da lei fin quasi ad uscire e poi, con una potente spinta, la penetrò ancora e ancora e ancora. Ben presto Buffy si ritrovò incapace di trattenersi e cominciò a spingere a sua volta contro di lui, con la testa premuta contro il muro freddo e ruvido, che le graffiava i capezzoli infiammati, in una deliziosa tortura.
    Stabilirono insieme un ritmo duro e veloce, mentre i respiri affannati e i gemiti soffocati di entrambi si confondevano nella cripta distrutta.
    Spike si sentiva sul punto di esplodere. Ripensò a quando si erano trovati sul punto di farlo la sera prima, al fatto che aveva desiderato di essere tenero e gentile con lei, di farlo durare il più possibile. Strinse i denti. Che stupido che era stato. Che idiota. Buffy non voleva il suo amore, ma solo... questo.
    Intensificò le spinte e le sfregò il clitoride con le dita, cercando di portarla all’apice. Si mosse sempre più veloce dentro di lei, finché non sentì i suoi muscoli interni contrarsi ritmicamente intorno alla propria lunghezza e allora, con un singhiozzo, si lasciò andare, mentre due lacrime silenziose gli scendevano lungo il viso.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Leejongsukdipendente

    Group
    Sorelle Giurassiche
    Posts
    1,764
    Location
    l'isola che non c'è

    Status
    Offline
    Bravissima,ti sei decisa a postarla anche qui!!!!
    Come ti ho già detto.. stai assolutamente seguendo per filo e per segno i caratteri do ognuno di loro...e specialmente la dannata cocciutaggine di Buffy!!!! Nell'ultimo capitolo descrivi perfettamente la rabbia di Spike nel darle solo sesso.. ma si capisce benissimo anche la sua sofferenza nel farlo... lei come al suo solito con le parole ferisce più che con i pugni e calci ..ma questa volta spero che lui sia coerente con la decisione presa e smetta di farsi trattare in quel modo...(nonostante la sua consapevolezza che Spike per lei nn sia solo sesso ma ben altro!!!!)
    Adesso buona buona aspetterò la continuazione di questa meraviglia!!!!!!
     
    Top
    .
  3. Redan
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (spuffy.77 @ 14/6/2016, 16:35) 
    Bravissima,ti sei decisa a postarla anche qui!!!!
    Come ti ho già detto.. stai assolutamente seguendo per filo e per segno i caratteri do ognuno di loro...e specialmente la dannata cocciutaggine di Buffy!!!! Nell'ultimo capitolo descrivi perfettamente la rabbia di Spike nel darle solo sesso.. ma si capisce benissimo anche la sua sofferenza nel farlo... lei come al suo solito con le parole ferisce più che con i pugni e calci ..ma questa volta spero che lui sia coerente con la decisione presa e smetta di farsi trattare in quel modo...(nonostante la sua consapevolezza che Spike per lei nn sia solo sesso ma ben altro!!!!)
    Adesso buona buona aspetterò la continuazione di questa meraviglia!!!!!!

    Sì alla fine ho trovato il tempo di postare

    Scrivere ques'ultimo capitolo è stato una sofferenza per me :cry:
    Si fanno sempre del male a vicenda :cry:

    Grazie per il commento :wub: :wub:
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    kasumi

    Group
    Member
    Posts
    1,576
    Location
    vicino Venezia

    Status
    Offline
    Ho letto fino al cap 8 :) L'inizio è molto bello e coinvolgente, mi piace un sacco l'alternanza di piani temporali e anche l'immagine del cappotto rosa antico che Buffy compra per piacere a lui. Interessante l'idea per questa settima stagione alternativa, con la visione di Buffy di Spike che prende fuoco. E questa Buffy incoerente mi fa morire XDD Spike non sa più che fare con lei. Per non parlare di come ha reagito davanti a Willow che fissava il suo uomo!! LOL
    Peccato per qualche frase stereotipata nelle scene erotiche XD
    Brava!
     
    Top
    .
  5. Redan
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (kasumi @ 15/6/2016, 12:47) 
    Ho letto fino al cap 8 :) L'inizio è molto bello e coinvolgente, mi piace un sacco l'alternanza di piani temporali e anche l'immagine del cappotto rosa antico che Buffy compra per piacere a lui. Interessante l'idea per questa settima stagione alternativa, con la visione di Buffy di Spike che prende fuoco. E questa Buffy incoerente mi fa morire XDD Spike non sa più che fare con lei. Per non parlare di come ha reagito davanti a Willow che fissava il suo uomo!! LOL
    Peccato per qualche frase stereotipata nelle scene erotiche XD
    Brava!

    Grazie! :D
    Per le scene erotiche hai ragione, non ne avevo mai scritte prima. Spero di migliorare con il tempo :cute:
     
    Top
    .
  6. Silvia_1899
     
    .

    User deleted


    Wooow!!! :rolleyes: Mi ha preso completamente!!
    Lei che sa bene che è lui la persona della visione, che lo vuole accanto a sé perché si sente protetta e serena ma allo stesso tempo ancora lo tratta come una merdina perché dentro ha, come sempre, un gran casino!!! Tutto molto in linea con l'universo Spuffy ma con quest'idea della visione che crea molte possibili alternative interessanti! Mi strapiace!!! :xd: :xd:
     
    Top
    .
  7. Redan
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Silvia_1899 @ 15/6/2016, 15:00) 
    Wooow!!! :rolleyes: Mi ha preso completamente!!
    Lei che sa bene che è lui la persona della visione, che lo vuole accanto a sé perché si sente protetta e serena ma allo stesso tempo ancora lo tratta come una merdina perché dentro ha, come sempre, un gran casino!!! Tutto molto in linea con l'universo Spuffy ma con quest'idea della visione che crea molte possibili alternative interessanti! Mi strapiace!!! :xd: :xd:

    Grazie Silvia! troppo buona :wub:
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    kasumi

    Group
    Member
    Posts
    1,576
    Location
    vicino Venezia

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Redan @ 15/6/2016, 14:19) 
    Grazie! :D
    Per le scene erotiche hai ragione, non ne avevo mai scritte prima. Spero di migliorare con il tempo :cute:

    Me si impegna a tradurre taaaante scene NC17 per dare spunti a Redan :sbav: :sbav: :sbav:
    A parte gli scherzi, chiedi pure se hai bisogno di una mano x quelle scene^^ L'importante è che le senti dentro, devono essere spontanee, non cercare di copiare scene scritte da altre o di seguire uno schema.

    Ciao! :wub: :wub:
     
    Top
    .
  9. keiko89
     
    .

    User deleted


    Letto tutto :D :D

    Mi piace, mi piace davvero molto! Son proprio curiosa di vedere dove andrai a parare e come si evolveranno le cose. Buffy e Spike son perfettamente IC e la scena con Willow veramente divertente.

    Vista la mia anima angst spero ci sia un po' di scompiglio e che tu ci tenga tutte sulla corda... aspetto il seguito
     
    Top
    .
  10. Redan
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (keiko89 @ 16/6/2016, 22:29) 
    Letto tutto :D :D

    Mi piace, mi piace davvero molto! Son proprio curiosa di vedere dove andrai a parare e come si evolveranno le cose. Buffy e Spike son perfettamente IC e la scena con Willow veramente divertente.

    Vista la mia anima angst spero ci sia un po' di scompiglio e che tu ci tenga tutte sulla corda... aspetto il seguito

    Sono contenta che ti piaccia! Anche io amo l'angst e Buffy e Spike sono i soggetti perfetti per questo tipo di cose

    A presto!
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    kasumi

    Group
    Member
    Posts
    1,576
    Location
    vicino Venezia

    Status
    Offline
    Ciao Redan! Ho letto tutto e ho adorato il cap 11, per come è scritto e per l'angst! La scena un po' stereotipata era solo quella iniziale, questa è scritta molto meglio!! Brava *__*
     
    Top
    .
  12. Redan
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (kasumi @ 19/6/2016, 16:47) 
    Ciao Redan! Ho letto tutto e ho adorato il cap 11, per come è scritto e per l'angst! La scena un po' stereotipata era solo quella iniziale, questa è scritta molto meglio!! Brava *__*



    Grazie!
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    kasumi

    Group
    Member
    Posts
    1,576
    Location
    vicino Venezia

    Status
    Offline
    ti ho scritto una mail, ciao! :)
     
    Top
    .
  14. Redan
     
    .

    User deleted


    Capitolo 12

    “Manifestiamo l'amore che proviamo per un amante sul corpo di un altro.”
    Erica Jong




    Willow si aggirava nervosamente per il salotto.
    Aveva mandato di sopra Tara con una scusa e il fatto di doverle mentire la faceva sentire in colpa, ma aveva deciso che come prima cosa avrebbe parlato con Buffy. Ci aveva pensato ed era giunta alla conclusione che l’amica doveva essere vittima di qualche incantesimo d’amore, come quello che lei stessa aveva scagliato su di loro qualche anno prima. Non sarebbe stato giusto mettere tutti in allarme a quel punto; di sicuro, quando lo avesse saputo, Buffy avrebbe ucciso con le sue stesse mani Spike per l’oltraggio subito.
    Si riscosse dalle proprie riflessioni quando sentì il portone d’ingresso aprirsi e richiudersi piano e si affrettò in quella direzione per intercettare l’amica che tornava dalla ronda.
    “Buffy, sei tu?” chiese. “Vorrei parlarti di una cosa importante...”

    Buffy aveva sperato di riuscire a raggiungere la propria camera indisturbata, ma fu costretta a fermarsi con un piede sul primo scalino quando sentì la voce della sua migliore amica alle proprie spalle che la chiamava. Si voltò lentamente.
    La strega sgranò gli occhi allo spettacolo che le si parò d’avanti.
    La Cacciatrice aveva gli occhi arrossati e i capelli arruffati, indossava una camicia decisamente troppo grande per lei e continuava a stropicciarne nervosamente i bordi, a disagio.
    “Ehi Will....” disse, con un sorriso tirato sulle labbra.
    “Buffy! Cosa ti è successo?”
    “Niente,” rispose debolmente. Si passò una mano tremante tra i capelli e chiuse brevemente gli occhi. Era così stanca... Senza rendersene conto mise in mostra i lividi sui polsi che si era procurata quella sera e Willow li notò.
    “E’ stato lui, non è vero?” disse con voce gelida.
    Buffy non rispose e fissò intensamente lo sguardo sulla parete, dove una mosca si dibatteva impotente, intrappolata da una ragnatela.
    Vedendo che non rispondeva, la rossa si fece pressante: “Buffy! Che cosa ti ha fatto?! Rispondimi o giuro che vado ad impalettarlo seduta stante! Come ha osato...”
    “Non è così semplice Will....”
    “Cosa?! E’ semplice eccome, invece! Si è approfittato di te!” Il suo tono era salito sempre di più, man mano che parlava, tanto da trasformarsi in un urlo stridulo verso la fine.
    “No.”
    “No?!” Willow rimase a bocca spalancata, esterrefatta. “Hai i lividi Buffy! I lividi. E tu sei una Cacciatrice, santo cielo!” proseguì esasperata. “E questo cos’è?” aggiunse, strattonando l’indumento che l’amica indossava, rivelando la maglietta a brandelli e la pelle escoriata. “Mio dio...” sussurrò. “Buffy... ti ha...Ti ha violentata?” balbettò.
    La domanda le uscì fuori a fatica. Era spaventata dalla risposta e le tremavano le mani.
    Buffy scosse il capo fiaccamente, un’espressione abbattuta sul viso.
    “E’ stata colpa mia, Will. Gli ho detto delle cose...” la voce le venne meno e la ragazza distolse imbarazzata lo sguardo dall’amica, che sembrava sconvolta.
    “Ma che cosa dici...? Certo che non è stata colpa tua! Non pensarlo nemmeno,” le disse mentre le carezzava le braccia, cercando di consolarla. Stava per caso assumendo l’atteggiamento tipico delle vittime di stupro? Si chiese la rossa. Si addossava la colpa di aver in qualche modo provocato il suo aggressore? Questo pensiero la fece infuriare ancora di più, se possibile, e il proposito di vendetta nei confronti del vampiro ossigenato crebbe dentro di lei. Buffy dovette intuire qualcosa dalla sua espressione perché scosse il capo, sconsolata, e si allontanò, sottraendosi alle carezze dell’amica.
    “Sì invece,” rispose con voce strozzata.
    “D’accordo. Ammettiamo per un momento che tu abbia ragione, – e non sto assolutamente dicendo che sia così! – questo non cambia il fatto che Spike si sia approfittato di te. Buffy, io.... io credo che ti abbia fatto un incantesimo d’amore!” annunciò la strega con aria lievemente compiaciuta.
    Un sorriso tremulo si tese sulle labbra della Cacciatrice mentre rispondeva: “Sarebbe tutto più semplice se fosse così.”
    Si girò e tornò a guardare la rampa che portava al piano superiore con desiderio, ma Willow era troppo scioccata per cogliere l’antifona. L’atteggiamento di Buffy era troppo... posato... privo dell’esaltazione estatica che l’aveva caratterizzato quando si era effettivamente trovata sotto l’effetto di un incantesimo. Il dubbio era chiaramente visibile sul suo volto quando domandò:
    “Quindi voi...?”
    “E’ complicato,” rispose Buffy con un sospiro.
    “Perciò.... non ti ha fatto del male? Sei sicura?” insistette. Non poteva soprassedere su quel punto.
    Osservò gli occhi dell’amica velarsi lentamente di lacrime, mentre apriva la bocca diverse volte senza emettere suono. Alla fine, riuscì a dire: “Certo. Sono sicura.”

    ***********************************************************************************

    Spike calciò l’ennesimo bidone dell’immondizia incontrato per le vie del centro e lo scaraventò a qualche metro di distanza, provocando le urla indignate dei bigotti abitanti di Sunnydale.
    “Che città di merda,” biascicò con voce impastata.
    Aveva continuato a bere per tutta la sera ed era finalmente, irrimediabilmente, ubriaco; come non gli accadeva da anni.
    Si trascinò barcollando, con l’intenzione di raggiungere il primo bar disponibile – il quinto quella sera. I primi quattro l’avevano sbattuto fuori per “disturbo della quiete pubblica” e altre cazzate del genere (che includevano diverse risse con altri demoni, suppellettili distrutte e bottiglie di liquori vari frantumate in giro). Una massa di coglioni, pensò con astio. Un tempo, un povero vampiro aveva il diritto di sfogare i propri malumori con un po’ di sana violenza!
    Rivide d’avanti agli occhi l’espressione ferita di Buffy di qualche ora prima. Le aveva lanciato addosso la sua camicia per permetterle di rendersi presentabile ed era andato via, senza dirle una parola. Se l’è meritato, si ripeté per l’ennesima volta. Era andata da lui per farsi scopare e lui l’aveva scopata, cazzo! E le era anche piaciuto, Spike lo sapeva.
    E poi si permette anche di fingersi oltraggiata, la stronza. Sono stato fin troppo gentile con lei. La prossima volta vedrà...
    Si sentiva ancora ribollire ripensando a quello che lei gli aveva detto; l’odio nei suoi confronti era cocente. Si era illuso, maledetto stupido che non era altro, ed era tutta colpa di lei se adesso era ridotto all’ombra del vampiro che era stato un tempo. Si scolò l’ultimo sorso di tequila dalla bottiglia che aveva in mano e, una volta svuotata, la mandò a frantumarsi contro un muro. Aveva bisogno di altro alcool.
    Si guardò in giro con la vista appannata finché finalmente non notò un’insegna luminosa a qualche metro di distanza. Accelerò il passo per raggiungerla e si fermò d’avanti alla vetrina. Sembrava un ristorante, ma sarebbe andato bene ugualmente, decise. Il locale era pieno e, dalla sua posizione, Spike poteva vedere chiaramente la coppia seduta dall’altra parte del vetro.
    Un ragazzo e una ragazza si stavano godendo la cena mano nella mano. Spike li osservò con gli occhi stretti e la fronte corrugata per la concentrazione. Lei aveva un atteggiamento chiaramente seduttivo: sorriso ammiccante, palpebre sensualmente abbassate. Continuava a spostarsi i capelli dietro le spalle per mettere in evidenza il collo e a lambire le labbra con la lingua.
    Il povero coglione di fronte a lei sembrava estasiato.
    Un’espressione disgustata si disegnò sul viso del vampiro.
    Eccone un altro che si fa abbindolare e finirà con il cuore spezzato in men che non si dica, pensò.
    Cominciò a picchiare i pugni contro il vetro, gridando, per attirare la sua attenzione. I due giovani si voltarono entrambi verso di lui con aria sconvolta e lo guardarono come se fosse pazzo.
    “Non lasciiiiiarti fregare, - hic - amico!” gridò. “E’ soltanto una – hic - troia!”
    Il ragazzo però non sembrò cogliere, dato che rimase al fianco dell’oca in questione, con atteggiamento protettivo. Spike, spazientito, si allontanò un attimo dal vetro per imboccare l’ingresso e cercare di far ragionare il bamboccio. Lungo la sua strada rovesciò diversi tavoli, scatenando urla isteriche da parte degli altri avventori, ma non se ne curò. Quello che sembrava il maitre gli si avvicinò dicendo:
    “Mi scusi, signore. Non accettiamo clienti ubriachi in questo ristorante.....”
    “Un attimo! Devo parlare con il bamboccio, qui,” disse, indicando il ragazzo bruno che cominciava ad assumere un’aria seriamente preoccupata. Si rivolse direttamente a lui con tono infervorato:
    “Devi stare attento ami-hic-co. Quelle come lei sono soltanto delle puttane! Ti fanno gli occhi dolci, ti girano intorno finché non inizi a crederci davvero e poi... ti buttano via!” si avvicinò alla ragazza e mentre la guardava il risentimento per la donna che aveva buttato via lui, il dolore che aveva cercato di attenuare con l’alcool, tutto l’amore che non riusciva a impedirsi di provare e che lo intossicava, gli esplosero dentro e il suo volto mutò fino ad assumere le sembianze del mostro.
    Nel ristorante si scatenò il panico: la sala si riempì all’istante delle urla di terrore dei clienti, del rumore delle sedie che grattavano sul pavimento e della ressa concitata per guadagnare l’uscita. Anche il ragazzo bruno gridò e gli tirò un pugno per distrarlo, ma Spike nemmeno lo sentì.
    Non sentì nulla.
    Gli occhi ferini fissi sulla preda, scaraventò lontano il suo fidanzato con una spinta noncurante e si avventò su di lei con le zanne snudate.
    La ragazza urlò.

    Ma anche Spike urlò, per il dolore lacerante che gli esplose nella testa. Si portò le mani ai lati del capo e cadde in ginocchio.
    Il maledetto chip! Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che aveva cercato di aggredire un essere umano che si era quasi dimenticato della sua esistenza.
    Ripresisi dallo shock iniziale, i due ragazzi ne approfittarono per fuggire e quando finalmente le fitte al cervello cessarono Spike si ritrovò solo, accasciato sul pavimento.
    Si piegò in avanti, scosso da conati improvvisi, finché non si fu liberato completamente. Si strofinò il dorso della mano sulla bocca per ripulirsi delle ultime tracce di vomito e alzò lo sguardo. I camerieri del ristorante ormai deserto e semi distrutto lo guardavano con aria bellicosa: probabilmente avevano capito che era più innocuo di un gattino. Rise mentre lo trascinavano via di peso e lo scaraventavano sul marciapiede.
    Rimase lì, sconfitto ed esausto, finché non sentì una voce chiamarlo: “Blondy Bear?!”


    *******************************************************************************

    Chiuse gli occhi, ansimando.
    Le mani, stese ai lati del corpo accaldato, artigliavano le lenzuola fresche di bucato.
    Le cosce spalancate, si concentrò sulla sensazione delle spinte affannate dell’amante, sui suoi gemiti rochi.
    Poteva quasi vedere gli occhi blu accesi dal desiderio che divoravano ogni suo più piccolo movimento – il modo in cui premeva la testa all’indietro sul cuscino; il suo corpo che si inarcava per andare incontro alle spinte decise; i seni che si alzavano e abbassavano ritmicamente; i capelli sparsi scompostamente intorno al viso arrossato dal piacere.
    Le mani corsero verso di lui, accarezzando le braccia tese ai lati delle sue spalle, fino ai capelli irsuti. La sensazione non le piacque e si ritrasse immediatamente, come se si fosse scottata.
    Tornò a concentrarsi sulle proprie percezioni.
    Sentiva l’orgasmo montare dentro di lei. Fece scorrere languidamente il piede destro lungo la gamba di lui e andò a cingergli un fianco con la coscia. Immediatamente, le spinte aumentarono, facendosi più veloci e potenti, esattamente come voleva lei. Lui gemette, prossimo al completamento, e si sporse per baciarla. Lei se lo aspettava e scostò il viso, lasciando che il bacio le cadesse sul collo.
    Cercò di non badare al profumo di sandalo dell’amante, così fastidioso e persistente.
    La bocca di lui scese lungo la sua gola, tracciando una scia umida con la punta della lingua, fino al seno. Prese un capezzolo tra i denti e lo mordicchiò.
    Lei ansimò per il piacere e si mosse eccitata sotto di lui, aumentando la stretta spasmodica sulle lenzuola. Lo vide alzare il viso verso di lei, e lo scintillio fiero e orgoglioso negli occhi cerulei scuriti dalla passione. Si sentì mancare il fiato, sopraffatta dalle emozioni calde e brucianti che la squassavano dall’interno.
    “Sì! Sì! Ahhh. Più veloce!” gridò.
    Lui non si fece pregare, accelerando le spinte, in un ritmo frenetico, finché entrambi non si ritrovarono a tremare, scossi dal piacere.
    “Dì il mio nome. Dillo!” le ansimò all’orecchio.
    Spike....
    Sollevò le palpebre a fatica, ritrovandosi a fissare due occhi neri e un viso abbronzato.
    “Paolo” sussurrò, con il cuore pesante, mentre veniva.



    Buffy si svegliò di soprassalto, madida di sudore. Potenti brividi le scuotevano il corpo.




    Nota: Paolo è il nome attribuito all’Immortale nella fanfiction “Beg the Liquid Red” di Eurydice, l’unica che abbia letto in cui ne venga citato uno e, non essendo a conoscenza di un suo nome ufficiale, ho pensato di utilizzarlo anche qui.
     
    Top
    .
  15. Silvia_1899
     
    .

    User deleted


    Eh no!!! è preoccupante!! :(
    Ha visioni pure dell'eventuale futuro fidanzato che si ritroverà se il destino che conosciamo si dovesse compiere... uffa, tutto questo non mi convince! :wacko:
    La vedo molto grigia... :noia: :blink:
     
    Top
    .
87 replies since 14/6/2016, 14:56   1524 views
  Share  
.
Top