Ventuno Giugno

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    Eccomi, aggiorno anche questa storia! *C*
    Premetto un piccolo spazio pubblicitario al capitolo: sto terminando LUSSURIA, mancano un paio di capitoli ancora e la storia arriverà a giusta conclusione. Se l'avete seguita, se vi è piaciuta o anche no, leggete gli ultimi sviluppi e fatemi sapere. Ci ho impiegato qualcosa come 3 anni per completarla. ._. Mi piacerebbe sapere che ne pensate e, ecco, condividere un po' di spuffylove. *C*

    E torniamo nuovamente qui, alle prese coi problemi di Buffy e la relazione complicata (ma anche no?) di Liam e William.





    Cadma: LOL! XD Effettivamente la vita di Buffy è un po' il festival della sfiga. Grazie per il commento!

    Pia: Odiamo Warren, sì! è_é E' viscido lui.














    22.









    William raggiunse il salone.
    Buffy si era seduta sul divano ed aveva incrociato le mani sul grembo. Era pallida, visibilmente provata dagli ultimi eventi.
    “Dovresti stenderti.” Raccomandò lo scultore.
    “Sto bene.”
    “Dovresti.” insistette, avvicinandosi ad aiutarla.
    Lei oppose una vana resistenza, si vide trascinare tra i cuscini.
    “Non sono una bambina!” Protestò.
    “Non alzare le tue barriere adesso, non con me.” Replicò lui, poggiandole una mano sulla fronte, come un padre premuroso. “Vado a farti del tè, vuoi?”
    Buffy annuì svogliatamente.
    Afferrò la coperta poggiata sulla poltrona vicina e la sistemò addosso, chiudendo gli occhi. William tornò dopo qualche minuto, col tè caldo ed un vassoio di biscotti.
    “Non ho voglia di mangiare.”
    “Lo immaginavo, ma ho tentato lo stesso. Bevi un po’ almeno.”
    “Come hanno potuto farmi questo?” domandò Buffy, smarrita e vulnerabile come non mai. “Come hanno potuto?! Tralasciando il fatto che hanno gettato fango su una vita di lavoro, su tutta la campagna … quel momento apparteneva solo a me! Loro lo hanno trasmesso in diretta ed ora tutti sapranno.”
    “Pagheranno per questo, lo sai. Si tratta pur sempre di dati sensibili e non c’è stato alcun rispetto per la privacy … non riusciranno a farla franca, dopo un’azione del genere.”
    Buffy soffocò un singhiozzò e si nascose ancora di più sotto la coperta.
    “Mi hanno umiliata.”
    “Non dire così …”
    “Mi hanno umiliata pubblicamente.”
    William non si trattenne.
    Raggiunse la piccola donna stesa nel divano del suo soggiorno e le carezzò le spalle, nel blando tentativo di risultare confortante.
    “E adesso …” riprese lei, in lacrime. “Adesso dovrò dimostrarmi più forte, più capace, più decisa. Sorprendere il pubblico, controbattere alle accuse, fronteggiare lo staff! Non posso farcela … non ne ho la forza.”
    “Non devi averla in questo istante. In questo istante tu sei con me.”



    Liam rientrò alla sede centrale dopo aver percorso un tragitto più lungo in auto, allo scopo di depistare i giornalisti che gli stavano alle calcagna. Raggiunse l’ufficio dove sedeva Willow, intenta a dirigere le operazioni.
    “Ho accompagnato Buffy.” Disse, chiudendosi la porta alle spalle.
    Lei annuì, posò la cornetta del telefono e fece un cenno del capo.
    “I giornalisti –“
    “Non ci hanno visti. Se dovessero precipitarsi alla villa, ospiterò Buffy nel mio appartamento.”
    “Ottimo. Senti, potrei farti leggere una bozza della querela?”
    “Falla leggere a me.” Ordinò Lindsey, introducendosi nella stanza senza salutare.
    Willow e Liam si fissarono, muti.
    “Avanti!” protestò lui. “Abbiamo poco tempo e dobbiamo muoverci.”
    Nonostante qualche resistenza, Willow lesse ad alta voce il contenuto del documento appena redatto.
    “Va bene così.” Fecero Lindsey e Liam all’unisono.
    Furono loro a fissarsi in silenzio, stavolta.
    Willow scosse il capo.
    “Bene, perfetto! Tutto perfetto ad eccezione del fatto che vorrei prendere Warren Maers, legarlo da qualche parte, cucirgli quella bocca del cavolo e scuoiarlo vivo, per calmare un pochino i nervi.”
    “Da quando sei diventata così … ahem, decisa nel lavoro?” domandò Liam, aggrottando la fronte.
    Willow sbuffò e uscì a prendersi un caffè.
    “Aspetta, non andare anche tu.” Mormorò Lindsey, rivolto a Liam.
    “Cos’è, vuoi dichiararmi il tuo amore?”
    Il campaign manager serrò la mascella, visibilmente nervoso.
    “Voglio sapere se è vero.”
    “Anche se fosse, cambierebbe qualcosa per te? Ti verrebbe una crisi di coscienza, ti allontaneresti dallo staff?”
    “Sai che non lo farei mai. Voglio solo sapere.” Insistette. “Lei mi sembrava diversa.” Aggiunse piano, quasi a volersi giustificare.
    Liam indugiò a lungo prima di rispondere.
    “Lei è diversa.” Disse soltanto.
    “Quindi non è vero?”
    “Non sto dicendo questo.”
    “Figurarsi!” esclamò Lindsey, allargando le braccia. “Ora capisco perché, nonostante tutto, andate così bene d’accordo voi due: siete fatti della stessa pasta! Sempre vaghi, misteriosi e sfuggenti! La gente deve costringervi a dire la verità!”
    “E tu come vorresti costringermi, ragazzo?”
    Il campaign manager strinse gli occhi, riducendoli a due fessure chiaro.
    Liam lo fissava sereno.
    “Buffy non ti ha detto nulla per un buon motivo, ne sono certo.”
    “E questo te lo racconti per sentirti meglio?”
    Stavolta fu il turno di Liam di abbassare il capo in segno di resa.
    “Non siamo poi così diversi neanche noi.” Aggiunse Lindsey.
    “Sì, lo siamo: tu non le hai spezzato il cuore.”



    “Tieni, devi sentire freddo.”
    Buffy forzò un sorriso gentile e prese la giacca che William le allungava. Lo scultore si sedette accanto a lei, sul divanetto in terrazza.
    “Tra poco arriveranno i giornalisti e voglio guardare il mare finché mi è permesso.” Spiegò la candidata, volgendo lo sguardo stanco altrove. “È davvero bello qui. Forse è proprio quello che serve nella mia vita: il riposo, la quiete, il mare … capisco perché Giles amava tanto questo posto.”
    “Lui lo amava, ma amava anche il suo lavoro. Sono convinto che non avrebbe passato il resto della sua esistenza a guardare onde e gabbiani.”
    Buffy si voltò, curiosa.
    “Ah no?” chiese.
    “Credo proprio di no.” Rispose William, sorridente. “So che aveva annunciato il suo ritiro dalla scena politica e che erano mesi che non tornava a Londra, ma sono sicuro che, presto o tardi, avrebbe scelto di rimettersi in gioco, di aiutarti. Nonostante la sua apparenza così composta, Rupert aveva un carattere piuttosto intraprendente. Figurarsi se ti avrebbe lasciata affrontare gli squali da sola!”
    “Non immaginavo …”
    “Sì beh, lui preferiva non parlarne ma io sapevo lo stesso.”
    “Sono stata così cieca!” esclamò lei, dispiaciuta. “Per tanto tempo mi sono detta che tu non eri importante … che non lo conoscevi abbastanza, che il vostro era solo un legame passeggero ... mi rendo conto adesso di quanto mi sbagliavo. Tu dovevi amarlo veramente tanto per capirlo così bene.”
    William scosse il capo, incerto.
    “Non so … forse avevi ragione tu. Ero l’uomo adatto?”
    Buffy gli prese una mano e la strinse tra le sue.
    Vinse il moto di imbarazzo che la frenava e attirò lo scultore in abbraccio confortante, materno.
    “Certo che lo eri, e adesso c’è Liam. Lui ti ama.”
    William chiuse gli occhi senza dire una parola.
    Buffy continuò a carezzagli la schiena tesa. Lo sentì rilassarsi appena e provò anche lei una tranquillità inspiegabile.
    La parentesi idilliaca venne interrotta da un bagliore sospetto che proveniva dalla spiaggia.
    Buffy forzò la vista per individuarne la provenienza e scorse due uomini impegnati a discutere vicino agli scogli.
    “Forse sarebbe meglio entrare in casa …” suggerì, dubbiosa.
    William si rialzò di scatto. Passò una mano sugli occhi.
    “Sì, è meglio.” Concordò, consapevole del problema principale: l’eventualità di giornalisti appostati nei paraggi, pronti a scattare l’ennesima foto compromettente. “Faccio strada.” Mormorò, aprendo la porta a Buffy.










     
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  2. p.i.a
     
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    HAI POSTATO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! woot_jump woot_jump woot_jump woot_jump


    Amo questa storia!
    forse perché amo questa Buffy piena di pippe mentali e di problemi
    Apprezzo un sacco Lindsey,poverino ancora non ha capito da cosa é stato colpito
    Liam....non riesco ancora ad inquadrarlo bene
    Anche William mi confonde, sembra provare piú che affetto nei confronti di Buffy,ma forse é dovuto al fatto che quando ami tanto una persona e poi questa persona muore, riversi l´amore sulla persona piú vicina alla persona che é scomparsa.....
    non fare caso al mio vaneggiare :P e scrivi!!!!! bleh
     
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    Eccomi con l'aggiornamento.
    Che fatica però, portare avanti tutte queste storie. *dies* Mi stresserei di meno se lavorassi ad un libro, credo. XDD


    Pia: Sì, anche io amo la Buffy-incasinata. *___* La trovo adorabile ed è molto divertente scriverci sopra. Quanto a William e Buffy: sai che, prima di postare questa fic, mi ero consultata con B e le avevo detto che avrei inteso farla Spuffy (Quindi, l'amante di Giles che poi si innamorava della sua pupilla) e credo che non sarebbe stata così male come idea. Certo, senza scadere nella telenovela. Però a B piaceva l'idea di Lindsey/Buffy e così ...










    23.








    “Voglio raccontarti quello che mi è capitato.” Mormorò Buffy, le mani strette a quelle di William. “Voglio dirlo a te.”
    Lo scultore chinò il capo e, pensoso, scrutò l’intreccio di dita pallide e magre.
    Prese un respiro.
    “Voglio dirti che … mi dispiace tanto per quel pomeriggio dal notaio.”
    “Cosa?!” esclamò, sorpreso.
    “Piangevi.” Sussurrò Buffy, atterrita. “Piangevi ed io non riuscivo neanche a …” dovette interrompersi per deglutire.
    “Lo capisco, Buffy.”
    “Come puoi? Agli occhi di tutti ero gelida, di pietra … io non riuscivo a sentire –“
    “Capisco.” Ribadì William, onesto. Abbozzò un sorriso, che risultasse confortante e sincero. “Quello che devi fare adesso è lasciare che anche gli altri capiscano, aprirti con Liam e coi tuoi amici. Con quel triceratopo di manager che ti sta addosso e sembra avere una cotta per te!”
    Lei spalancò gli occhi verdi, lucidi.
    Scoppiò a ridere.
    “Sì!” esclamò, divertita. “Sì!” ripeté, soffiando il naso e scacciando le lacrime che le inumidivano le guance.
    “È bravo a letto, almeno?”
    “Beh ... solo con la pratica si raggiunge la perfezione, non trovi? Io miro a quella!”
    Il ghigno che si dipinse sul volto di entrambi fu un misto di soddisfazione e ansia di agire. Buffy diede un bacio a William, sulle labbra, rapidissimo, e affondò il volto nell’incavo del suo collo.
    “Col cazzo che permetterò a quel misogino represso di Warren di mandarmi al tappeto! Devo chiamare Willow!” decise, alzandosi dal divano.
    Si voltò, a destra e sinistra, in cerca di un telefono qualsiasi.
    Si diede un sonoro schiaffo sulla fronte.
    “Chiama Liam!” comandò a William. “Deve portarti fuori di qui! Quei tizi in spiaggia: giornalisti, puoi metterci la mano sul fuoco. Non permetterò che rompano le scatole anche a te, solo perché mi hai ospitata un paio d’ore e, beh … eri l’amante del mio mentore e hai una di relazione col mio braccio destro e hai anche deciso di finanziare la mia campagna elettorale … forse è meglio che tu vada a Londra per un po’, che dici?”
    Lo scultore fece spallucce.
    Provò a pensare ai lavori che avrebbe dovuto completare in settimana, al problema dell’alloggio …
    “Ti ospiterà Liam.” Prevenne Buffy, intuitiva.
    “Io …”
    Il suono del campanello interruppe l’obiezione.
    Era proprio Liam.
    “Buffy, tu stai … stai –“ borbottò, timido e apprensivo.
    “Bene.” Mormorò la candidata, volando tra le sue braccia, trattenendo a stento nuove lacrime che l’avrebbero messa in imbarazzo.
    Le epifanie, a quanto pareva, erano questioni vergognosamente sentimentali.
    Liam si bloccò, sorpreso dalla manifestazione d’affetto improvvisa. Cercò nello sguardo di William le risposte a quel gesto e ciò che vide lo rassicurò, scaldandogli il cuore.
    “Buffy …” sorrise, baciando il capo profumato dell'amica. “Sono felice per te.”
    “Ecco, ogni tanto anche tu sei capace di essere felice.” Scherzò lei, staccandosi. “Dobbiamo reagire. Devo parlare con Willow e Lindsey, devo pensare a qualcosa da ribattere a quella merda viscida e invidiosa. Non mi sentirò colpevole per essermi ammalata!”
    “No, non lo farai.”



    Raggiunta Londra, Liam, William e Buffy si separarono: la candidata venne accompagnata da Willow e Fred, che la attendevano nei pressi della sede centrale, pronte a stabilire la strategia di contrattacco; la coppia, invece, si diresse all'appartamento del dirigente politico, a pochi chilometri dal centro.



    “Eccoci qui.” Mormorò Liam, conducendo l’ospite nell’ingresso buio.
    L’appartamento era molto elegante, di considerevoli dimensioni. Collocato all’ultimo piano di uno stabile restaurato di recente, godeva di una vista mozzafiato.
    William si guardava intorno, affascinato.
    “È tutto un po’ in disordine …” borbottò Liam, spalancando finestre e riordinando oggetti a caso. “Scusami davvero. È ancora da arredare, in effetti, ed avrebbe bisogno di una spolverata. Avrei dovuto chiamare una domestica prima di farti venire qui, ma – Non vengo spesso. Alloggio ancora nel monolocale affittato nei primi anni d’università. Questo appartamento ho deciso di acquistarlo da poco. Mi piaceva.”
    “Piace anche a me.” Sussurrò William, attento.
    “È una vita che penso di trasferirmi. Credo di aver quasi timore di lasciare il vecchio monolocale. Qui c’è troppo spazio e mi sentirei solo.”
    “Dovresti venirci a vivere con qualcuno. Potreste arredare le stanze insieme, dare un senso a tutto lo spazio a disposizione.”
    Liam scosse il capo.
    Si avvicinò ad una poltrona e tolse il telo che la copriva, tossendo.
    “Santo cielo, ci vorrebbe una spolverata sul serio!” esclamò, in lacrime.
    William scoppiò a ridere.
    “Non soffro d’asma, non aver paura.” Scherzò, carezzando il volto dell’amante affannato. “E poi, col mio lavoro, sono abituato a vivere in mezzo alla polvere.” Aggiunse, sensuale.
    Liam inclinò il capo, per godere pienamente della carezza gentile.
    Si allontanò subito, intimidito.
    “Cosa fai, scappi?”
    “Non sto scappando. Non voglio metterti sotto pressione, ecco tutto. Sai già quello che provo per te e …” il dirigente s’interruppe, imbarazzato. “Non voglio metterti a disagio.”
    William si avvicinò a lui.
    Negli occhi una luce nuova, scintillante.
    Che le epifanie fossero pure contagiose?
    “Io … ho esitato anche troppo.” Dichiarò solenne, mordendo le labbra rosse che parevano invitare al bacio. “Devi sapere che sono irruento, quando si tratta di uomini o donne che desidero. Sono veramente una puttana dell’amore.”
    Liam chinò il capo, restituendo uno sguardo che era scuro e profondissimo.
    “Allora conquistami.” Disse, prima di assalire le labbra dell'uomo che amava.









     
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62 replies since 17/4/2011, 16:45   1038 views
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