Posts written by Kiki May

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    I'M CRY


    Visto che mi hanno tenuta sveglia fino a quest'ora mio malgrado ne approfitto per commentare.
    Giadina, tu hai detto fifty shades no, però mi pare che i protagonisti stanno andando verso un rapporto di quel genere? (Cioè, non di quel genere perché la tizia Cosa non saprebbe scrivere bdsm neanche se le facessero uno schemino, ma mi capisci)
    Aspetto di sapere che deciderai di fare col finale, anche se io credo che punterai verso quello *w*
    Anyway MOAR su Dru. Voglio sapere tutto.
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    Aaaaaaaawwww, Redan! Grazie mille per il bellissimo commento!
    Sono davvero contenta che la storia ti abbia presa e sei stata gentilissima a lasciare un tuo post qui.

    Onestamente adesso sono troppo incasinata dietro a mille altre cose XD Però mi piacerebbe finirla prima o poi, questa storia. Ci ho messo veramente un pezzetto di me dentro e parecchio tempo a fantasticarci sopra XDD

    Grazie. <3
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    Ciao Palma! Benvenuta!
    Purtroppo il forum non è molto attivo ultimamente, ma ci sono delle nuove utenti e sono sicura che ti troverai bene comunque! <3
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    Benvenuta Redan!
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    Postata DREAMS AND MIRRORS
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    MEGA-AGGIORNAMENTO DELLA FANFIC.

    Che era già aggiornata su EFP, ma non qui.




    ~ Due




    15 Gennaio 1860





    C’era un uomo adesso nella vita di Judith. Un uomo dal volto angelico e l’animo crudele più del diavolo. Un uomo che la inseguiva ovunque si trovasse, che avvelenava con la sua presenza l’esistenza pacifica e felice della famiglia Cecil. Un uomo che Judith non mai smetteva di vedere nei suoi sogni, nelle sue visioni.
    La sua fine, un istinto lontano le suggeriva. La fine di ogni cosa.
    Piangeva Judith, piangeva dinanzi all’altare a Dio nel convento nel quale aveva trovato rifugio. Piangeva, ricordando le carezze del padre e il volto severo della madre. Piangeva ricordando gli zii, i cari cugini e i cuccioli a loro regalati, inchiodati e dissanguati sull’uscio di casa. Piangeva e gemeva per la sorte crudele che il Signore le aveva riservato.
    È questa la mia prova? La pena per la mia santità? Chiedeva al crocifisso muto, in ginocchio per ore, sino a provocarsi ferite alle gambe. È questo il mio destino amaro?
    Le lacrime salate le scorrevano sul volto e niente sembrava quietarla.
    Riusciva a mostrarsi forte, però, Judith. Riusciva a trasmettere un senso di pace ed obbedienza che frenava le ansie delle consorelle più giovani.
    Si dedicava ai fiori, nei mattini freddi dopo la preghiera. Accudiva un cespuglio di rose particolarmente caro alla Madre Superiora, e coltivava i legumi, le piante medicinali e le erbe per gli infusi.
    Stringeva le mani delle ragazze più giovani, istruendole alla preghiera e alla quieta benevolenza. Consolava i loro spiriti tormentati.
    “È mia questa grandezza? Questa pace?” domandò Judith a Dio.
    Era sola finalmente, nella stanza spartana che le sorelle le avevano donato. Poteva pregare e mettere a nudo le sue paure e i turbamenti più profondi dell’anima.
    “Sento di non essere io ad affrontare con così tanta forza questa prova, oh Dio padre,” mormorò, rivolta al crocifisso. “Io non sono forte. Sono la Tua umile serva, ma non sono forte,” singhiozzò, chiudendo gli occhi.
    Un’immagine le sovvenne, la consolazione che non voleva concedere a se stessa: la fanciulla armata di spada, intenta a combattere.
    Il suo cavaliere dorato.
    Judith arrossiva e provava a scacciare il pensiero che sentiva come impuro.
    Eppure la fanciulla dorata era l’unica cosa capace di darle il coraggio di affrontare il nuovo giorno, l’unica visione serena in un mare di lacrime e sangue.
    “Chi è lei?” domandò Judith in preghiera. “La incontrerò? Sarà lei a salvarmi? Perché indossa vestiti da uomo?”
    Aveva sentito parlare di una leggenda Judith, di una fanciulla dalla forza sovraumana, capace di cacciare mostri e uccidere vampiri.
    Nient’altro che una favola, le aveva assicurato la Madre Superiora, e il cuore di Judith aveva perso quasi un battito, distrutto il germoglio di speranza che ancora lo animava.
    “Ti prego Signore, aiutami,” chiese ancora, con forza. “Aiutami e digiunerò ancora. Mi dedicherò alle opere pie e farò di tutto – di tutto, Signore – per rendermi pura ai tuoi occhi, per combattere le indegne visioni che mi affollano la mente. Non voglio essere figlia di Satana, voglio essere tua, mio Dio.”
    Una voce riscosse Judith dalla preghiera, seguita dal bussare contro la sua porta.
    Judith si alzò da terra, accomodò alla meglio vestito e capelli e scaccio le lacrime dal volto, imponendosi la calma. Prese un respiro e si diresse alla porta. La aprì.
    “Judith, sono venute a trovarti le tue sorelle,” mormorò la voce di una suora, rivelando i volti spaventati e dolci di Elizabeth e Anne.
    “Sorelle!” esclamò Judith, invitandole ad entrare nella sua stanza, accogliendole tra le sue braccia. “Sorelle mie!”
    “Mary ci aveva proibito di raggiungerti,” rivelò Elizabeth, gli occhi lucidi di lacrime. “Ha detto che sarebbe stato pericoloso, che non avremmo dovuto …”
    “Ma non potevamo lasciarti sola.” Disse Annie. “Non potevamo.”
    Judith le carezzò i lunghi capelli castani e la attirò ancora una volta a sé. Pianse lacrime di gioia, di sorpresa, di sollievo.





    ~ Tre



    22 Maggio 1860





    Aveva corso, Judith.
    Aveva corso per ore, lungo le strade sterrate della mente, per i vicoli nascosti nei pensieri e negli incubi, per le foreste della notte.
    Aveva corso per sfuggire all’uomo dal sorriso cattivo, forzando i muscoli delle gambe più che poteva, respirando con rigore per non svenire. Aveva anche tentato di salvare i suoi cari con ogni mezzo, implorando addii strazianti e fuggendo dalla casa che l’aveva vista nascere e che serbava i ricordi più belli di un’infanzia perduta.
    Poi si era arresa, come la pecorella vicina ad una macchia di more. Aveva arretrato, considerato le spine per un attimo, avanzato tra le erbacce e i rovi.
    Era stata catturata.



    La prima a cadere era stata Annie. Annie o Elizabeth?
    Il seno di Elizabeth era stato squarciato da zanne acuminate – questo lo ricordava bene – e sul suo bel vestito color avorio si era formata una grossa macchia violacea, come succo di mirtilli caduto su una tovaglia nuova.
    Annie non aveva pianto. Aveva stretto la sorella maggiore in una presa irremovibile ed aveva arretrato sino ai margini del coro, dove giacevano le consorelle massacrate. Aveva provato ad usare una croce come arma, ma tutto era stato inutile.
    Non aveva pianto, però. Aveva fissato Judith mentre veniva morsa e sospirato sulle labbra una preghiera incomprensibile.
    Non aveva pianto.
    L’allarme della Madre Superiora era stato inutile, tardivo, quasi uno scherzo crudele della speranza. Come i capelli di Mary recapitati in monastero con grande ritardo, solo dopo che tutto era stato consumato.




    Un dolore lacerante al ventre, la sensazione di scoppiare.
    Questo aveva provato Judith, il velo bianco delle spose di Cristo ancora sul capo. Assistendo al massacro perpetrato dai suoi carnefici si era piegata su se stessa, in un angolo della chiesetta che l’aveva ospitata per mesi, ed aveva abbracciato il suo ventre gonfio.
    Aveva pianto, allora, e stretto sempre più forte, sino a mozzare il suo stesso respiro. Come in un parto aveva serrato i denti e pregato che il dolore non fosse così forte da uccidere la nuova nascita, da uccidere lei.
    Poi aveva riso, perché al dolore non c’era fine e le sue lacrime erano le stesse di quando, bambina, si arrabbiava con la madre per un vestito nuovo regalato a Mary e non a lei. Futile dolore. Inutile, inutile, inutile, divertente
    Poi la nausea.
    Due corpi che premevano l’uno contro l’altro, a pochi passi da lei. Judith poteva sentire lo schiaffo della carne sulla carne e il suono umido dei baci, il ronzio delle risa.
    Avrebbe voluto vomitare per quella fisicità così nauseabonda.
    La macchia scura sul petto di Elizabeth, il cuore strappato della madre superiora e la lingua della bellissimo mostro biondo che si immergeva nella bocca del compagno e …
    “Oh Dio, non questo,” aveva mormorato Judith, che già aveva un altro nome e un destino diverso.
    Allora dinanzi a lei si era chinata la guerriera dorata, le aveva sorriso timidamente ed aveva stretto le mani tra le sue. Forte.






    ~ Quattro





    Giugno 1860




    Judith aveva urlato e urlato e urlato. Si era tesa alla presa dei suoi aggressori ed il suo corpo aveva combattuto una guerra febbrile tra le resa e il dolore della resistenza. Aveva scalciato contro Angelus e per questo era stata punita con uno schiaffo e un pugno allo stomaco. Si era poi accartocciata al suolo, come una foglia morta, ed aveva concesso il suo corpo inerme ai minions che avrebbero dovuto prendersi cura di lei. Era stata rinchiusa in soffitta.


    C’erano quadri in soffitta, distrutti dalla muffa, tolti dalle loro cornici. Quadri antichi, che erano appartenuti ai vecchi padroni di casa, uccisi e sepolti in giardino.
    Judith sedeva sul pavimento freddo e li scrutava per ore, alla ricerca di nuovi dettagli da memorizzare.
    Paparino odiava le sue ricerche. Mandava dell’acqua fresca e del sapone ogni giorno perché Judith potesse lavarsi e non odorare di muffa. Quando neanche il sapone bastava, faceva passare dall’uscio un sottile panno di stoffa, intinto nel profumo.
    Paparino odiava la sciatteria, la poca cura che Judith avrebbe riservato al suo corpo magro e diverso. Paparino esigeva che Judith fosse perfetta.
    C’erano quadri in soffitta e un letto rosa. Judith annusava le lenzuola e dormiva sul pavimento, i piedi appoggiati ai suoi bordi.
    Si nascondeva ogni tanto, sotto il letto dalle lenzuola rosa, soprattutto quando sentiva Paparino salire le scale – i gradini erano trentadue, Judith li contava a mente ogni volta e talvolta non mancava di fare la pipì sotto il letto che non poteva nasconderla.
    Paparino saliva trentadue scale e poi attendeva in corridoio, apriva la porta con lentezza e sorrideva a Judith nascosta tra le coperte. Quando odorava il puzzo di urina la picchiava strappandole e i capelli e schiaffeggiandole la schiena, le braccia, il sesso. Paparino odiava la pipì.
    Se Judith era stata brava – e Judith era una brava, brava figlia – Paparino era dolce concedeva lunghe carezze alla sua diletta, ritardando l’amplesso sul letto rosa.
    Judith amava le carezze di Paparino, ma detestava il prolungamento dell’attesa. Se l’amplesso era inevitabile Judith preferiva scontarlo in anticipo e salutare Paparino, che si sarebbe ripresentato il giorno dopo alla stessa ora.
    Judith preferiva giacere subito con lui per poter tornare a dedicarsi all’osservazione dei quadri e ai giochi preferiti con un topo che si nascondeva tra le pareti.
    C’era anche un topo in soffitta. Judith lo immaginava assistere sconcertato alle carezze di Paparino e scappare spaventato quando il letto si muoveva troppo o la testiera batteva forte contro il muro.
    Judith aveva chiamato il topo Mr. Mouse e l’aveva bagnato nel catino d’acqua che le passavano i minions al tramonto. Judith aveva raccontato di Paparino a Mr. Mouse cosicché non succedesse mai ai due di incontrarsi. (Paparino non avrebbe approvato la presenza di Mr. Mouse in soffitta)
    Judith amava Mr. Mouse e, soprattutto, non voleva restare sola.
    Non voleva restare sola nella soffitta che conteneva quadri antichi, un letto rosa e specchi che non la riflettevano più. C’erano così tanti oggetti dimenticati nella muffa e Paparino non smetteva di salire le scale e trenta, trentuno, trentadue …
    (E Judith soffriva ogni volta. Un dolore sordo che la prendeva al basso ventre, e tutto quello che riusciva a fare era dimenarsi sino a che al dolore non subentrava una strana sensazione, come l’impressione di avere la pancia piena d’acqua)

    Trenta, trentuno, trentadue … Judith non poteva uscire più dalla stanza e non poteva più guardare il sole. Solo negli specchi che non la riflettevano più Judith vedeva ombre dorate che sussurravano solo un nome: Drusilla.








    ~ Cinque





    15 Luglio 1860




    L’estate era arrivata. Un’estate londinese eccezionalmente calda e umida.
    Judith l’aveva celebrata cambiando nome: era Drusilla adesso, Drusilla che avrebbe danzato con un principe insanguinato e dato un nome a tutte le stelle e … Drusilla, che aveva cantato per ore nella solitudine della stanza ammuffita, accanto a Mr. Mouse che rodeva i vecchi legni marci del pavimento.
    Paparino e la sua donna – mammina? – erano partiti in viaggio e Drusilla era rimasta sola custode della casa, assieme ai minions che l’accudivano e le bastonavano le mani quando cercava di aprire finestre o buchi nel soffitto.
    Non aveva compreso bene il divieto che le era stato imposto da Paparino: per giorni Drusilla aveva cercato la luce del sole che non avrebbe mai più rivisto. Si era rassegnata solo quando un minion aveva minacciato di toglierle Mr. Mouse, suo unico amico.
    L’assenza di Paparino aveva risollevato lo spirito di Drusilla, che non doveva più preoccuparsi dei trentadue gradini fuori dalla sua stanza e che avrebbe potuto fare pipì attorno al letto e dormire coi piedi appoggiati alla testiera.
    L’assenza di Paparino aveva anche animato un sentimento più profondo, nero come l’odio e denso come l’amore, che Drusilla cominciava a provare per il suo carnefice. Se era davvero il suo nuovo Padre, Drusilla avrebbe dovuto amarlo. Amarlo come una figlia devota ed un’amante consumata. Amarlo sino al limite dei sensi, nonostante i gradini delle scale e il divieto di fare pipì e l’impossibilità di aprire squarci nel buio della casa – e ucciderlo, ucciderlo magari e danzare sul suo corpo in fiamme.
    Drusilla era, prima di ogni altra cosa, una brava ragazza.
    Non avrebbe mai ascoltato i suggerimenti rivoltosi della ragazza allo specchio.



    “Mr. Mouse, riesci a contare i fiori sbocciati?”
    Sedeva sulle ginocchia Drusilla, dinanzi ad un paesaggio campestre verde e giallo, quasi ingoiato dalla muffa. Mr. Mouse rodeva i pezzi di cornice che si decomponevano nel pavimento.
    “Sei davvero monello, Mr. Mouse! Non sai fare conversazione e non riesci a contare i fiori sbocciati nel quadro. Guardali! Sono venti, rossi e gialli. Sono i fiori della mia prima estate.”
    Drusilla attirò il topo in un abbraccio e sorrise del suo calore.
    Poi sentì la porta d’ingresso, i minions, le scale …
    “Paparino è tornato!”
    annunciò, presa dalla nuova felicità che le cresceva dentro.
    Subito frenò l’impulso di fare pipì sotto il letto. Premette il sesso contro le travi marce e provò un immediato sollievo. Rise, come non faceva da settimane. Versò dell’acqua nella bacinella di porcellana e si lavò le braccia e le ascelle. Studiò l’onore del sapone sulle unghie.
    Paparino impiegò un tempo incalcolabile a salire le trentadue scale, insieme molto e poco. Alla fine aprì la porta della stanza di Drusilla, senza bussare.
    “Ti sei lavata,” fu la prima cosa che disse, sorridendo. “Stai imparando, vedi? Ben presto potrò portarti di sotto e conoscerai anche Darla.”
    Drusilla fremette d’emozione ma si forzò a restare immobile, come una brava figlia.
    “È la mia nuova mammina?” chiese, “O mia nonna?”
    Angelus ridacchiò.
    “Sei veramente pazza.” Disse, e poi avvicinandosi. “Ti ho portato un regalo.”
    Erano denti staccati ad una mascella umana. Drusilla li prese tra le mani e rise.
    “Ci vediamo domani,” mormorò Angelus. “Ora sono troppo stanco per salutarti come si deve.”
    Drusilla annuì e fece quasi segno di voler accompagnare Angelus alla porta. Rimase nuovamente sola, pulita, con un regalo.
    I denti erano quattro, del colore dell’avorio. Solo in uno rimanevano delle tracce scure che emanavano un buon odore. Drusilla spese lunghi attimi ad annusarle. Poi si voltò verso Mr. Mouse.
    “Sei qui allora!” esclamò. “Vogliamo fare un nuovo gioco?”
    Prese il topo tra le braccia e lo accarezzò lungamente, con dolcezza. Studiò il castano scuro del suo pelo, il nero vivido degli occhi e baciò la sua bocca rosa.
    Poi lo addentò con furore.
    Il sangue del topo scivolò sul pavimento e sulla veste bianca di Drusilla, che beveva a grandi sorsi.







    ~ Sei




    30 Agosto 1860





    E così era cominciata la stagione della caccia, dei denti acuminati. Dal sacrificio di Judith era nata Drusilla, creatura della notte, e nel sacrificio Drusilla esisteva. Nel sangue di innocenti, uomini, donne e bambini, che si perdevano nei suoi occhi prima di esalare l’ultimo respiro. Uscito dalla soffitta piena di muffa, il capolavoro di Angelus si concedeva adesso alla sua platea.


    “Vuoi correre ancora per molto, bambino?” domandò Drusilla, scansando i rovi che le strappavano il vestito bianco.
    Era l’ultima notte di Agosto – o la penultima? Non ricordava – e Paparino aveva deciso di portarla nuovamente con sé, a caccia.
    Paparino era diventato molto buono con Drusilla, non saliva più i trentadue gradini e le concedeva di uscire dalla soffitta umida per danzare nel cielo pieno di stelle. Di più, tante volte le prendeva il braccio e la trascinava fuori, dove la carrozza con Nonnina era già pronta a condurli verso nuove avventure. Giravano per i campi, Angelus e famiglia, alla ricerca di ville isolate da depredare e dipingere di sangue. Di solito si introducevano nelle case dalle porte di servizio (Paparino era molto bravo con le domestiche) ma quando il gioco lo esigeva sapevano anche simulare un legame di parentela o un’emergenza per cui chiedere aiuto.
    Drusilla aveva imparato a stare zitta nell’ombra della carrozza o a fingere svenimenti provvidenziali dinanzi a ignare vittime. La parte preferita del gioco, però, rimaneva sempre quella della caccia al topo.
    “Uccellin di bosco … uccellino?” cantilenò Drusilla. “I tuoi genitori saranno già addormentati, non farli preoccupare.” Aggiunse dolcemente, avanzando nella foresta scura.
    Riusciva a sentire il profumo della sua vittima, l’odore pungente della paura, e il borbottio dello stomaco che ne rivelava i movimenti.
    Era il figlio più giovane della coppia di contadini che viveva nella casa assaltata ed aveva guance piene e capelli d’oro, proprio come quelli di un angelo.
    Inoltre non sapeva affatto nascondersi.
    “Eccoti qua!” esclamò Drusilla, afferrando il bambino che aveva tentato di infilarsi in un tronco di pino sventrato. Le sue braccia molli e colme di sangue e dolcezza non avevano consentito la riuscita del piano. “Così bianco e soave,” sussurrò la vampira, avvicinando le labbra al suo volto.
    Il bambino tremava ed emanava un aspro olezzo di urina.
    “Anche io faccio la pipì sotto il letto.” Confessò Drusilla, sorridendo.
    Era in questi momenti che le accadeva di immaginare un’altra ragazza, impegnata in un’altra caccia. A volte la vedeva giovane, quasi al limite dell’infanzia, mentre intrecciava i lunghi capelli biondi ed immergeva nel corpo delle sue vittime una saetta appuntita; alle volte scorgeva la chioma leonina e il rigore del volto baciato dal sole e assisteva ad una lunga danza tra lapidi e nebbia. Tutte le volte era una nuova rivelazione.
    “Le somigli, sai?” constatò la vampira, carezzando il volto della vittima che aveva già chiuso gli occhi (Quanto intuito). “Dorato, morbido e notturno, come un fiore. Vuoi udire le ultime parole dei tuoi genitori?” chiese e fu allora che sentì l’urlo di Angelus che la chiamava.
    Drusilla affondò i denti nella carne saporita del bambino e succhiò velocemente, a grandi sorsi. Poi lasciò andare il corpo morto tra le foglie, sistemò alla meglio l’abito bianco che Paparino le aveva donato e raggiunse la casa.
    Angelus e Darla avevano terminato di cenare, gli avanzi giacevano tra le sedie della sala da pranzo.
    “Dovremmo trovarti un nuovo nome,” esordì Angelus, rivolgendosi a Drusilla. Darla si era sdraiata su un cadavere, un sorriso di piacere ad addolcirle il volto. “Che nome avevano pensato di affibbiarti le suore?”
    Drusilla non badò alle parole di Paparino e vagò nella casetta silenziosa e profumata di sangue. Si chinò sui corpi freddi dei padroni e contò loro le dita. Studiò con attenzione ogni dettaglio del mobilio sino a quando la vide: una bambina di porcellana, bianca e bionda. La prese tra le braccia e la cullò al suono delle rime d’infanzia che le risuonavano dentro. La baciò sulle labbra.
    “Sarai Drusilla,” dichiarò Angelus. “Drusilla, come la sorella di Caligola,” aggiunse e rise.
    Drusilla gli riservò un timido sorriso, poiché già sapeva.
    Il suo nome e quello di Miss Edith.








    Note ~


    Oh, eccoci. Dunque, Drusilla già sapeva quale sarebbe stato il suo nuovo nome, possiamo pensare che l’abbia visto nel futuro, ma Angelus lo trova tanto divertente perché si vocifera che Drusilla, sorella di Caligola, fosse anche amante dell’imperatore. In pratica incest, ecco. Cosa abbastanza ironica considerato il fatto che Drusilla chiama Angelus “paparino”(In quanto creatore) ma ha anche una relazione sessuale con lui. Similitudini *C*







    ~ Sette




    13 Settembre 1860




    Miss Edith odorava di sabbia. A questa conclusione Drusilla era giunta dopo lunghe ed estenuanti indagini sul corpo della nuova amica di giochi.
    Miss Edith odorava di sabbia; dovevano averla creata con conchiglie e pezzi di scoglio per darle quella particolare caratteristica. Coi raggi del sole al meriggio, perché Miss Edith profumava come l’estate che Drusilla non avrebbe mai più rivisto. (O sì, forse. Tra le braccia del re di coppe. Nei pugni di una ragazza di un’altra epoca. Forse. Ancora un’estate.)
    Aveva una gamba lievemente più lunga dell’altra, Miss Edith, inclinata verso destra, e grandi occhi grigi, decorati da lunghe ciglia scure. I capelli erano biondi, arricciati in deliziosi boccoli. Non profumavano di niente, aveva stabilito Drusilla dopo un’attenta esamina. Era il corpo di Miss Edith ad emanare odore. Il suo corpo e la sua essenza.
    Edith … ed –
    Nel corso delle sue indagini Drusilla aveva notato una lieve crepa sulla nuca, ai margini del collo. Questo dettaglio l’aveva fatta sorridere di contentezza, poiché aveva visto in Miss Edith una compagna di fato e una creatura della notte come lei. (Ed – edi … Paparino le aveva spiegato cos’era diventata, cos’era una creatura della notte)
    Inoltre Miss Edith portava un vestito bianco e rosa, bellissimo come quello di una vera principessa. Drusilla la stringeva e sognava.
    Eidolon.



    Un’altra cosa attirava l’insaziabile curiosità della nuova nata: Darla.
    La vampira che chiamava Nonna, che si intratteneva con i rari ospiti che venivano a visitarla e divideva il letto con Paparino, era per Drusilla una fonte di sorprese continua.
    La ammirava, altera e perfettamente controllata, mentre strappava le corde vocali delle sue vittime e alternava sorrisi compiaciuti a colpi mortali. La studiava, rossa e bianca come le rose, al fianco di Angelus, inseparabile da lui e capace di dominarne i più segreti impulsi proprio come una moglie esperta. La spiava, nelle notti solitarie, quando Paparino era bandito dalla camera da letto e per fare ammenda doveva portare in casa vittime pregiatissime, che urlassero e piangessero per ore.
    Darla, la vampira madre, aveva una voce soave come il canto degli usignoli.



    “Aspettami qui Miss Edith, aspettami,” mormorò Drusilla, sistemando alla meglio l’amica di giochi sul tavolo dinanzi al suo letto. “Adesso siamo ospiti nella stanza delle fanciulle. Dobbiamo comportarci bene se non vogliamo essere rispedite in soffitta, tra i quadri dimenticati,” spiegò, aggiustandole i nastri del vestito rosa. Era un bellissimo vestito quello di Edith. “Paparino mi ha vietato di uscire dalla stanza e di parlare coi minions ma ho tanta voglia di … nella stanza accanto c’è la Nonnina. Vorrei guardarla ancora.” Confessò Drusilla, emozionata.
    Intrufolarsi di nascosto nella camera della Nonnina la eccitava più di ogni altra cosa, quasi quanto la caccia.
    “Aspettami qui, Miss Edith, e non guardare!” raccomandò la vampira. “Sarò di ritorno tra poco.” E, mormorato il suo congedo, si diresse nella camera adiacente, che aveva una porta comunicante con la stanza di Darla.
    Socchiuse la porta con estrema delicatezza, per non fare rumore, e avvicinò il volto allo spiraglio di luce.
    Darla era sola nella sua camera. Congedate le domestiche, aveva deciso di dedicare del tempo a se stessa, come spesso faceva.
    Nuda, si era seduta sul canapè intarsiato e aveva cominciato a lavarsi lentamente, con un panno di cotone. Nella sedia di fronte a lei un catino d’acqua e delle essenze profumate, tra i capelli un monile dalla forma arrotondata.
    Era bella come una visione, come le sante nei libri che Drusilla usava sfogliare da bambina. Aveva capelli lunghi e biondi ed una linea del collo elegante.
    La sua schiena sembrava incisa da uno scultore in un turbinio d’ispirazione, la curva delle natiche accentuava la morbidezza dei fianchi, delle cosce piene. Le mani erano piccole, dita rosee e curate, sempre pulite, e i seni erano frutti maturi pronti al …
    “Non esistono sante come te, ragazzina.”
    Non appena Drusilla sentì la voce di Nonnina si sbilanciò in avanti e spalancò la porta, facendo irruzione involontaria nella camera da letto.
    “Vuoi continuare a guardare?” domandò Darla, voltandosi. La grandchilde batté i piedi al suolo, incerta sul da farsi. “Non c’è che da chiedere,” aggiunse lei, esibendo una nudità orgogliosa.
    Aveva un corpo bianco e caldo, così tenero.
    “Conosco quello sguardo,” disse Darla. “So che quel cerchi,” ribadì con un sorriso. Posò il panno umido sul canapè e profumò il collo e il seno con gocce di essenza floreale, prima di rivolgersi nuovamente alla grandchilde. “Non esistono sante come te, ragazzina, e il convento ti avrebbe presto rigettata.” Mormorò dolcemente, una carezza di spine. “Sei stata fortunata ad avere trovato noi.”







    Note ~


    Eidolon = dal greco antico “immagine”, “copia”.





    ~ Otto




    Novembre 1870






    E cominciò il dolore.
    Le fitte accecanti agli occhi, gli spasmi dei muscoli tesi. Drusilla era abituata al bruciore delle croci contro la sua pelle nuda, al dolore che sentiva ogni volta che Angelus lasciava il suo corpo dopo averlo preso e invaso, alle unghie di Darla sui polsi quando si comportava male, ai morsi del mattino che la lasciavano debole e illanguidita, preda di sogni antichi e ricordi dimenticati.
    Drusilla era abituata a non esistere senza dolore. Eppure una sofferenza nuova l’aveva aggredita brutalmente, una domenica d’autunno dopo un massacro in un ospizio per giovani madri. Drusilla aveva fremuto e rabbrividito, artigliando con le dita magre la carne dell’adolescente che stringeva tra le braccia, una ragazzina dai capelli d’oro, poi le lacrime avevano inumidito le sue guance e la vampira inerme aveva ceduto al pianto, sotto gli occhi increduli dei compagni.
    Il giorno successivo Drusilla aveva avvertito come uno strappo ai muscoli delle gambe e un dolore sordo, prepotente.
    Angelus l’aveva schiaffeggiata nel tentativo di farla tornare in sé. Darla aveva scrutato la scena con una smorfia di disapprovazione dipinta sul volto.
    Drusilla aveva urlato e si era tesa tra le braccia del nuovo padre – che non era il suo vero padre. Come aveva potuto dimenticare? Come?Come?Come? – ed aveva pianto sino a perdere la voce.




    Era una stanza bianca e vuota, il letto disfatto e pieno di corde in pelle.
    (Da quando si usavano corde in pelle per un letto?)
    La ragazzina giaceva in un angolo, tramante e spaurita come un passerotto. Aveva capelli d’oro a coprirle il volto e unghie spezzate e intrise di sangue.
    (La sua vita era una menzogna. Anche la sorella, che amava così tanto, non era altro che un miraggio, una copia. Un Eidolon – Eid – Edith – Anne)
    Drusilla provava un dolore nuovo, più dolce e tenero. Un dolore da sorella, madre e figlia (Eidolon) per una donna che doveva ancora venire, per una ragazza che non aveva ancora conosciuto la gioia del sole e che, come Drusilla, avrebbe vissuto con la notte nel cuore.
    “È tanto buio il luogo dove sei?” mormorò la vampira – non più vampira, ragazza – china accanto alla compagna di ospizio – manicomio.
    Buffy si stringeva le braccia e strappava i capelli biondi e …
    “Va tutto bene,” mormorò Drusilla. “Sei con me,” disse, premendo le labbra contro quelle della compagna.
    Avrebbero condiviso l’amore di due uomini e la lotta, l’oscurità, e nessuno le avrebbe ferite mai, mai più …
    “Mai più!” urlò Drusilla/Judith, piangendo. “Mai più!” ribadì, mentre i camici bianchi la trascinavano via.
    Pillole, pillole, paletti appuntiti.




    “Ti avevo detto che avremmo potuto fare a meno della presenza di una pazza nella nostra casa,” mormorò Darla, con calma studiata.
    Drusilla giaceva nel letto dei nuovi genitori, l’espressione tesa di chi stava vedendo un incubo.
    “È il mio capolavoro dopotutto.” Disse Angelus.
    “Sì, è il tuo capolavoro dopotutto.” Concordò Darla, inarcando un sopracciglio.
    Sapeva che gli uomini avevano costante bisogno di conferma.



    “Mai più! Mai più!” urlava Drusilla/Judith, nella gabbia creata dall’illusione. (La sua o quella della ragazza dorata?) Sapeva che c’erano altri ricordi da esplorare e che li avrebbe visti.
    Sapeva, senza rendersene conto, che la sua vita si sarebbe incrociata con quella della ragazza innumerevoli volte e che lei avrebbe tratto piacere nel dolore.
    Il piacere nel dolore, Drusilla non poteva esistere senza.






    ~ Nove




    Novembre 1871






    E cominciò il piacere.
    Darla ed Angelus avevano imbrigliato la sfrenata immaginazione di Drusilla, le avevano dato obiettivi, prede da cacciare, percorsi da seguire nella notte. Drusilla era divenuta un vero vampiro sotto la loro egida e ai loro comandi, agli ordini sussurrati tra le ombre, alle occhiate dorate di rimprovero aveva subordinato ogni sua scelta.
    I malesseri temporanei, i dolorosissimi crampi ai muscoli e il pulsare delle tempie e quei sogni che sembravano voler uscire dalla gabbia della mente e diffondersi, diffondersi nell’aria, invadere tutto, sovrastare anche i cieli … anche questi erano stati dominati pazientemente da Angelus e Darla.
    Drusilla aveva ricevuto una nuova educazione. Ogni pianto le valeva uno schiaffo sulle mani, ogni crisi una settimana di digiuno. Drusilla aveva imparato a dissimulare i sintomi, a controllare le paure che la assalivano di giorno, quando dormiva sola nella stanza delle fanciulle.
    Non sempre riusciva ad attuare efficacemente le sue tattiche di prevenzione. Nonnina, in particolare, era una grande osservatrice, capace di smascherare anche le bugie più innocenti e i cambi d’umore di Drusilla. Le sue reprimende erano state accolte come simbolo d’amore incondizionato, l’unico amore che Drusilla poteva accettare.
    Angelus era più attento all’estetica. Esigeva grande pulizia da Drusilla e controllava le sue vesti ogni qualvolta dovevano uscire, proprio come un padre premuroso.
    Conduceva anche giochi segreti con Drusilla, quando erano soli nella stanza di lei e le coperte rosa si tingevano di rosso sangue.
    Angelus le schiudeva le lunghe gambe, la accarezzava, e spingeva le dita inumidite dentro di lei sino a farla gemere di sollievo e dolore.
    Drusilla aveva imparato tutti i giochi preferiti del suo sire e sapeva comportarsi da brava bambina la maggior parte delle volte. Sedeva nuda, tra le bambole e le tazze di tè, i capelli acconciati in trecce spesse, i nastri rosa sui polsi, poi si alzava e lasciava che Paparino la facesse soffrire.
    Erano bellissimi i giochi che Paparino inventava.
    La ragazza bionda, tuttavia, non aveva smesso di visitare Drusilla nei sogni.
    La sua presenza era tenue, defilata. Dal sogno in cui era legata ed ingoiava pillole che i camici bianchi le porgevano, non era più accaduta una visione tanto violenta. La ragazza d’oro attendeva, quieta.
    Drusilla aveva imparato ad invocarla nei momenti di sconforto o quando Paparino non aveva voglia di giocare. Specialmente quando Paparino non aveva voglia di giocare. Drusilla rimaneva sola nella sua stanza, il ventre gonfio ed un’incomprensibile insoddisfazione che le prendeva il corpo.
    Allora faceva come Paparino le aveva insegnato: schiudeva le gambe, pizzicava i suoi seni.
    Nel tempo aveva fatto crescere le unghie che le consorelle al convento le avevano tagliato, in segno di umiltà e castigo. Aveva coltivato artigli affilati Drusilla, lame capaci di recidere la pelle delle sue vittime. Con quegli stessi artigli affilati si accarezzava e penetrava sino a sanguinare e piangere di dolore.
    Il dolore non era che un’altra faccia del piacere e il volto del piacere era quello della ragazza d’oro.






    TBC
  7. .
    Postata FOREVER AFTER DAYS
  8. .
    Postata FOREVER AFTER DAYS
  9. .
    Tra questo capitolo e l'ultimo numero del fumetto non so qual è la cosa che mi è reso più felice.
    Ma seriously *___________________* La scena d'amore mi è piaciuta, soprattutto, perché evidenziava la complicità e la tenerezza tra Buffy e Spike. FINALMENTE. E poi il finale sembra davvero pieno di speranza - c'è pure la mano del Fato perché il cancro ai testicoli chiaramente è la punizione divina XD - col freddo che scompare e Buffy che riesce ad apprezzare la bellezza di Spike.
    Mi piace molto anche lo stile, più armonico, che cerco di avere anche io quando scrivo.
    E POI SPUFFY.
    PARLIAMONE.
    SONO FELICE
    FATELI SPOSARE

    ;O;

    *scappa*
  10. .
    Capitolo otto – Il gioco dell'attesa

    “Vai da qualche parte, amore?” chiese Spike, appoggiandosi casualmente contro la cornice della porta con le braccia incrociate sul suo torace nudo.

    Buffy aprì la bocca, ma nessuna parola ne venne fuori. Dì qualcosa, Buffy.

    “Passerotto?”

    Al diavolo! Non stare lì in piedi a fissarlo come un'idiota. Dì qualcosa!
    “Spike...” Bene, hai azzeccato il nome. Ora se potessi solo ricordare la scusa che hai usato per venire.

    “Cosa ci fai qui, passerotto?” domandò lui, un ghigno divertito gli sfiorava le labbra.

    “Io... ho dimenticato di darti questo... così ho pensato di passare” riuscì a spiegare Buffy mentre gli porgeva il pezzo di carta che conteneva il numero di telefono di Dru. Dio, è sexy anche con i capelli tutti incasinati.

    “Grazie”

    “Spike, cosa è successo al resto dei tuoi vestiti?”

    “Oh, ho appena finito di fare un bagno e ho dimenticato che ho buttato tutto nella lavatrice” disse mentre teneva aperta la porta per lei. “Perché non entri, passerotto? Non mi piace avere i vicini che fissano il qui presente”

    Buffy entrò esitante. Il cuore iniziò a batterle più forte quando lui le chiuse la porta alle spalle. “Mi dispiace di intromettermi così...”

    “Hai un appuntamento?”

    “Huh?”

    Spike guardò apertamente al suo completo. Notò che non aveva scelto i pantaloni di tuta e la t-shirt che solitamente indossava ogni volta che andava a casa sua. Invece, aveva scelto di venire sembrando molto eccitante con un top bianco senza spalline e una gonna lunghezza ginocchio a pieghe. I capelli che di solito portava legati in una coda ora le posevano sciolti attorno alle spalle, conferendogli una certa sensazione di soddisfazione che avesse fatto tutto quello in qualche modo per lui.

    “Oh questo?” Buffy ridacchiò in modo teso. “Ho pensato solo di indossare qualcosa di diverso. Sai le ragazze indossano cose alla moda tutto il tempo per incrementare la loro autostima, ma non significa necessariamente che lo facciano per impressionare qualcuno. Solo loro-”

    “Buffy” disse lui, interrompendo il suo balbettio.

    “Si?”

    “Stai bene, amore” Lui le sorrise apertamente.

    “Grazie” rispose lei, arrossendo furiosamente. “Io... dovrei davvero andare”

    Spike fu veloce a bloccarla. “Veramente stavo proprio per chiamarti ed invitarti a vedere un film con me, quindi non ti stai davvero intromettendo” spiegò.

    “Sei sicuro?” Cerca di non sembrare troppo felice per essere stata invitata, Summers. È solo un film... Una di quelle cose solite che di sicuro non significano niente.

    “Già, speravo che potessi tenermi compagnia dato che mia mamma e papà sono da mio Zio James”

    “Tuo zio James? Vuoi dire quello che vive a Seattle?” Buffy cercò di nascondere l'allarme nella sua voce. Quello poteva solo significare che erano soli in casa. Qualcosa di simile a quello su cui lei aveva fantasticato tutto il pomeriggio.

    “Giusto” le disse lui non noncuranza. “Perché lo chiedi?”

    “B-beh, speravo solo di imbattermi in Giles e Jenny. Sai non li vedo da tanto in questi giorni” Buffy andò a sedersi sulla parte più lontana del divano. “Allora! Che film hai noleggiato?”

    “Quello con Orlando Bloom e Johnny Deep”

    “I Pirati dei Caraibi? Pensavo odiassi quel film”

    “E' così, ma dato che tu lo ami così tanto, ho pensato di dargli un'altra possibilità”

    Fu il turno di Buffy di guardarlo con un ghigno divertito. “Vuoi dire che l'hai noleggiato solo per me?”

    “Beh, quello e anche per la ragione che succede trovi piacevole Kiera Knightley”

    Buffy sogghignò nonostante il suo nervosismo. Il pensiero che avrebbe trascorso del tempo sola con uno Spike mezzo nudo la stava facendo impazzire. Questo è così sbagliato! Come posso desiderare da morire il mio migliore amico quando sono davvero molto innamorata di Angel?

    ***


    Invece di aiutare Spike in cucina a preparare degli snack, Buffy aveva scelto di rimanere sul divano e fingere di essere assorbita in uno dei giornali Sports Illustrated di Spike.

    Ben presto, Spike tornò con due secchi pieni di popcorn appena preparati al microonde. Con la coda dell'occhio, lei guardò Spike sistemare i secchi sul tavolino da caffé e voltarsi verso il lettore DVD. Non appena la sua schiena le era davanti, fu allora che Buffy colse l'opportunità di fissarlo.

    Solo una sbirciatina. Tutto qui.
    Lasciò lo sguardo meravigliarsi dei muscoli della sua schiena, adorando il modo in cui i suoi bicipiti si flettevano ad ogni movimento che faceva, come il pezzo di gioielleria attorno al suo collo rendeva il suo corpo perfettamente scolpito ancora più irresistibile. Lasciò muovere lo sguardo in basso fermandolo solo quando i suoi occhi arrivarono su una vera e gradita vista dei suoi bei fianchi. La mente aveva appena iniziato a scivolare verso un posto birichino quando Spike iniziò a piegarsi in avanti per inserire il film nel lettore DVD. Sentì il suo respiro iniziare ad accelerare quando le sue tonde e tese natiche vennero brevemente esposte al suo sguardo famelico.

    “Buffy?”

    “Huh?”

    “Ti stavo chiedendo se volevi delle patatine insieme con i tuoi popcorn?” disse lui, mettendosi diritto per fronteggiarla.

    Buffy arrossì abbondantemente per essere stata quasi beccata a fissare. “No, sto bene”

    “Sei okay, amore?”

    “Mi spiace” disse lei, mettendo giù il giornale. “E' solo che non sono abituata a vedere un ragazzo andare in giro con solo un asciugamano. Non riesci a trovare niente nel tuo armadio tipo boxer o costume da bagno, forse?”

    “Buffy, tu fra tutte le persone dovresti sapere che non ho mai indossato boxer nella mia vita. Veramente, passerotto, questo è come sono solito essere prima di andare a letto, solo senza l'asciugamano, vale a dire” le disse lui con un ghigno.

    Un debole piagnucolio le scappò dalle labbra per ciò che implicavano le sue parole. Guardò in basso per un momento e arrossì per la terza volta quella sera mentre una visione molto vivida di Spike sdraiato scomposto sul suo letto, con nient'altro addosso che la sua collana le entrò nella mente. “E il costume da bagno?”

    “Ne ho due ma per qualche ragione non riesco a trovarli da nessuna parte” spiegò. “Ma se ti dà davvero così tanto fastidio, posso sempre cercare nell'armadio di papà e trovare qualcosa-”

    “No, è okay. Non preoccuparti. Va bene” replicò lei, sperando che Spike non pensasse che stava reagendo esageratamente dato che entrambi sapevano che l'aveva già visto nudo due volte ore.

    “Sei sicura?” domandò lui, premendo il pulsante play sul telecomando.

    Buffy annuì.

    “Va bene. Guardiamo il film allora” Spike sedette casualmente sul divano accanto a lei, mancando del tutto la sua espressione torturata quando lei catturò un soffio del suo dopobarba.

    “Oh uccidimi adesso” mormorò distrattamente lei.

    “Hai detto qualcosa?”

    “Niente” rispose lei colpevolmente.

    “Okay” disse lui, sorridendole in modo affascinante prima di allungare i piedi sul tavolino da caffé, mettendo il braccio destro sopra la testa.

    Buffy guardò altrove con occhi spalancati. Lottò per mantenere normale il respiro mentre meditava sul fargli sapere o meno che il suo asciugamano si era aperto abbastanza per permetterle una bella occhiata della parte dove la sua coscia finiva e una porzione di-

    “Sembri terrorizzata, amore. Non siamo ancora arrivati alle parti coi fantasmi”








    Capitolo Nove – Affrontando le paure


    Buffy guardò altrove con occhi spalancati. Lottò per mantenere il respiro normale mentre meditava sul fargli sapere o meno che il suo asciugamano si era aperto abbastanza per permetterle una bella occhiata della parte dove la sua coscia finiva e una porzione di-

    “Sembri terrorizzata, amore. Non siamo ancora arrivati alle parti coi fantasmi”

    Buffy deglutì forte. L'unico modo in cui sarebbe sopravvissuta al resto del film con lui era evitando di guardare dalla sua parte a qualunque costo. “Beh è... una scena di lotta... con Orlando. Non riesco a sopportare di vederlo farsi male, sai”

    Spike sogghignò e scosse la testa.

    “Cosa c'è di così divertente?” domandò lei.

    “Solo non capisco cosa voi ragazze vedete in Orlando Bloom. Sembra un maledetto finocchio se lo chiedi a me”

    “Beh, nessuno te l'ha chiesto. Sei un ragazzo, Spike. È solo normale per te che non ti piaccia”

    “Sono solo curioso. Cosa c'è in lui che ti piace?” chiese lui. “Perché mi sembra di ricordare un poster di Legolas sopra la testata del tuo letto circa due anni fa”

    E' geloso? Buffy scosse mentalmente via il pensiero perché sapeva che era completamente impossibile. Spike avrebbe potuto avere qualsiasi ragazza voleva, quindi perché avrebbe dovuto accontentarsi di lei? Anche se c'era chimica con Spike, il ragazzo pensava a lei solo come la sua migliore amica, e se non fosse stato per il suo desiderio di uscire con la pazza sgualdrinella, non avrebbe innanzitutto accettato di aiutarla.

    “Beh è carino. Il modo in cui sorride mi provoca una sensazione svolazzante nello stomaco” ridacchiò lei, perdendosi del tutto il grande cipiglio che si formò sul viso di Spike mentre cercava di imitare le sue parole in maniera comica. “Mi piace”

    “Seriamente, davvero ti fa quello?” Lui alzò un sopracciglio.

    “Già” rispose lei, sognante. “Chi resisterebbe a quei lunghi capelli biondi e a quell'accento affascinante?”

    Un ghigno divertito gli si formò sulle labbra. “Capelli biondi e accento, eh? Quindi questo è il tipo di ragazzo che ti piace”

    Buffy arrossì e protestò colpevolmente “Cosa?! No, voglio dire-”

    Lui ridacchiò piano. “Troppo tardi, amore. Hai già dichiarato il fatto che i biondi con l'accento ti danno i brividi”

    Con la coda dell'occhio lei vide Spike mettere un cuscino sul grembo. Non sapeva perché lo faceva, ma fu piuttosto sollevata che l'avesse fatto perché ora sarebbe stata in grado di guardarlo mentre parlava. “Naturalmente no! Angel non è biondo, giusto?”

    E proprio così, il cipiglio tornò sul suo viso. “E' così, amore”

    Silenzio... uno molto lungo e imbarazzato.

    “Allora! Andrai alla festa di Fine Anno con Dru?”

    “Già” replicò lui irritato. “Perché? Ti dà fastidio?”

    “No. Perché dovrebbe darmi fastidio?” chiese lei, cercando di sembrare come se la sua domanda fosse la cosa più assurda che avesse mai sentito.

    “Beh, so che odi Dru, quindi pensavo che ti stesse divorando un po' che il tuo migliore amico uscirà con la ragazza che tu odi”

    “Hai ragione. Mi dà un po' fastidio, ma so ora che lei è la ragazza che vuoi quindi non ho altra scelta che conviverci” Guardò le sue mani. La sua voce era debole quando aggiunse, “Fino a quando ti rende felice”

    Spike si avvicinò fino a che le loro gambe si stavano quasi toccando.

    “Fino a quando mi rende felice” echeggiò lui in stato sognante mentre le metteva dietro l'orecchio una ciocca ostinata.

    Buffy deglutì forte. “Si”

    Buffy, Buffy, Buffy. Pensò Spike nella sua testa. I suoi occhi erano attirati dalle sue labbra mentre tremavano leggermente sotto il suo sguardo amorevole. Per un minuto era stato tentato di far saltare l'intero piano, attirarla sul suo grembo e baciarla fino a che entrambi fossero senza fiato.

    Buffy fissò Spike e vide il modo in cui i suoi occhi cambiarono in pozze scure. Incantata, trovò che non riusciva a guardare altrove non importava quanto duramente ci provasse. Ma velocemente, il momento passò quando Spike improvvisamente si alzò in piedi e si voltò lontano da lei. Lei notò quanto fosse teso il suo corpo quando la sua mano si alzò per pettinare rudemente il retro della sua testa.

    “Mi prendo una birra. Ne vuoi un pò?” chiese senza guardarla.

    “Grazie, ma niente birra per me. Un bicchiere d'acqua sarebbe gradito, invece” replicò lei, domandandosi cosa l'aveva sconvolto così all'improvviso.

    ***

    Spike prese velocemente una lattina di birra e versò un bicchiere d'acqua. Mormorò una sfilza di imprecazioni mentre li sistemava violentemente e metteva entrambe le mani sull'isola della cucina per riprendere fiato.

    Lei stava solo seduta lì, completamente vestita, e tutto quello che doveva fare era guardarlo con quei suoi innocenti occhi verdi e lui diventava uno stupido maledettamente patetico. Chiuse brevemente gli occhi per la frustrazione mentre si domandava con attenzione cosa era andato male. Quello che era peggio era che il suo piano era a quanto pare fallito. Immagino sia innamorata del finocchio. Quello o è solo troppo dannatamente testarda. Lei è-

    Spike si irrigidì quando sentì delle carezze leggere come piume sulle spalle. Buffy?

    Gli stava disegnando pigri circoli sulla parte bassa della schiena prima che le sue mani si muovessero per tracciare un sentiero verso il basso. Il cuore iniziò a battergli in maniera imprevedibile nel momento in cui la sua mano arrivò pericolosamente vicino al bordo dell'asciugamano. Poteva sentire il suo cazzo ingrossarsi e diventare più duro al pensiero di quello che Buffy stava per fare. “Amore?”

    Il respiro di Buffy stava iniziando ad uscire irregolare. Non si supponeva fosse lì, a toccarlo in quel modo. La sua mente urlava che doveva voltarsi e andare a casa quando ancora poteva cambiare idea, e tuttavia stava lì, sul punto di fare la cosa più azzardata che aveva mai fatto nella sua intera vita.

    Con la schiena che ancora la fronteggiava, Spike emise un gemito soffocato quando la sentì tirare l'asciugamano e farlo cadere a terra. Il suo ansito si mischiò con quello di lei proprio mentre l'unico pezzo di vestiario che lo copriva si raccoglieva ai suoi piedi.

    Il momento in cui sentì le sue morbide carezze sulle sue natiche, lui fu perso. Gemette piano mentre cercava con tutto se stesso di trattenere il suo corpo dal tremare. Presto le dita di lei divennero più audaci mentre si muovevano per tracciare leggermente la fenditura nel mezzo. “Ohhhh Buffy...”

    Il suono del suo nome sulle sue labbra riportò Buffy alla ragione. Velocemente, ritirò le mani e si coprì la bocca per lo shock. “Oh Dio... mi-mi dispiace. Non volevo... solo che mi stavo solo domandando perché ci mettevi così tanto e poi- Oh maledizione... mi dispiace...”

    Lo stupore di Buffy fu accorciato quando lui finalmente si voltò a fronteggiarla.

    Lei sentì il calore nelle sue guance andare diritto verso il basso mentre lasciava banchettare i suoi occhi sul cazzo lungo e grosso che sporgeva orgoglioso contro il suo addome teso. Prima che sapesse cosa stava accadendo, le braccia di Spike erano andate attorno a lei per attirarla di peso contro di lui e le aveva coperto le labbra con le proprie.

    Lui sapeva che non si supponeva la baciasse. Sapeva che le sue azioni potevano causargli di perdere il controllo, ma proprio non poteva maledettamente importargliene di più. Non aveva mai sentito niente così prima, l'ondata insopportabile di desiderio mentre la lingua morbida e bollente di lei si mischiava alla sua. Per un momento, il mondo sembrò semplicemente scomparire e quello che rimase erano solo loro due, l'uno nelle braccia dell'altro mentre le loro lingue lottavano per il dominio.

    Buffy gemette nel suo bacio mentre una delle gambe di lui spingeva tra le sue e strofinava tra le sue cosce con un ritmo terribilmente lento e uniforme. Era cooooosì bello.

    “Ummm” Spike la baciò completamente... esigente. Non poté evitarlo quando schiacciò con forza la sua erezione contro il suo centro.

    “S-Spike...” boccheggiò Buffy.

    Spike si ritirò dalle sue labbra solo per posarle baci seducenti sulla nuca del collo. Lentamente sciolse il nodo del top e gemette ad alta voce quando scoprì che non portava il reggiseno.

    “Oh Dio!!!” urlò lei quando lui le stuzzicò ogni capezzolo con il pollice.

    “Per l'inferno maledetto! Hai idea di quello che mi fai?” disse lui tra gli ansiti. La prese a coppa... stringendola. Toccarla con le sue labbra era qualcosa che stava cercando di trattenersi dal fare ma il suo desiderio di succhiarle le tette era così travolgente che trovò la sua testa a piegarsi in basso per dare ad uno dei suoi capezzoli una lunga e bella leccata.

    “Oh!!!” urlò Buffy in estasi.

    Le mani di Spike iniziarono a viaggiare verso il basso, fermandosi solo al bordo della sua gonna a pieghe. La alzò e il suo dito velocemente si spinse dentro il suo tanga. Sapeva che doveva prenderla con calma ma sentiva che avrebbe preso fuoco se non l'avesse toccata subito.

    Spike iniziò a strofinare il dito medio sul suo sensibile piccolo nocciolo. “Ungghhh!”

    Nell'arco di secondi lei stava già sgroppando e venendo nella sua mano. “Ohhhhhh Spike!!!!”

    Per la prima volta, Spike rubacchiò un po' della sua venuta dalla sua apertura e se la portò alle labbra. Buffy pensò fosse la cosa più erotica che avesse mai visto. Stava appena tornando giù dal suo orgasmo e si sentiva già a volere di più.

    Spike stava ora tremando per l'intenso desiderio. Con il sapere dei suoi succhi sulle labbra, ci volle tutto il suo potere per non immergere la sua lingua nel suo buco e lapparla. “Sei stata grandiosa, amore”

    “Grazie... ma tu stesso sei stato piuttosto grandioso”

    “Davvero, passerotto”

    Buffy rise.

    “Spero non ti dispiaccia se io...” le sue parole si strascicarono, non certo davvero di come spiegarle il suo bisogno.

    “Tu cosa?”

    “Ho solo bisogno di andare su nella mia stanza e prendermi cura di qualcosa” disse, guardando in basso al suo cazzo sviluppato. “Faresti meglio a rimetterti il top, non vuoi prenderti un raffreddore”

    “Sembra fastidioso” commentò Buffy mentre con circospezione si rilegava il top. “Sai, non devi-”

    “E' okay, Summers” le disse lui mentre si avvolgeva l'asciugamano attorno alla vita. “So che questo è qualcosa per cui non sei ancora pronta quindi penso sia meglio che vada nella mia stanza ora. Non preoccuparti, non ci metterò molto” disse con un occhiolino e voltandosi altrettanto velocemente.

    ***

    Maledizione! Gli ci volle tutta la sua forza di volontà per lasciare la ragazza che amava con ogni fibra del suo essere. Lei è tutto quello che voleva... di cui aveva bisogno, ma doveva mantenere la sua promessa. Come aveva voluto portarla nella sua camera da letto adesso e fare l'amore con lei, ma aveva anche bisogno che lei fosse disposta quando sarebbe successo.

    Dentro la sua stanza, Spike si tolse immediatamente il minuscolo pezzo di vestiario che aveva addosso. Si sdraiò a caso sul letto con nient'altro che la collana d'oro al collo. Con il ginocchio destro sollevato, non perse tempo a circondare il suo cazzo e a dargli una leggera stretta. Chiuse gli occhi e iniziò a fantasticare sulla piccola bionda a cui aveva appena offerto un orgasmo appassionante.

    Ma proprio quando stava per toglierle il precoito dalla punta del cazzo, sentì la sua presenza mentre entrava nella stanza. Immediatamente, aprì gli occhi. “Amore, cosa ci fai qui?”

    Buffy si avvicinò, il viso che diventava una sfumatura più scura di rosso mentre si arrampicava sul letto e si sistemava tra le sue gambe. “Spike. Voglio aiutarti... Penso di essere pronta”

    “Pronta per cosa, amore?”

    “P-pronta... per fronteggiare la mia paura” balbettò leggermente per il nervosismo. “Puoi... puoi insegnarmi come toccarti... lì?”

    “Toccarmi dove, amore?” Sapeva esattamente quello che lei intendeva, ma se voleva davvero superare la sua paura delle parti degli uomini, aveva bisogno di imparare come parlarne prima.

    “Il tuo coso... Diamine non posso... il tuo c-cazzo, Spike” Chiuse gli occhi, adorando il modo in cui una tale intima parola portò brividi alla sua spina dorsale.

    Spike sentì il cazzo saltare in risposta alle sue parole. Si tirò a sedere e sorrise adorante per il modo in cui lei lo stava guardando timida. “Sei sicura, passerotto?”

    Buffy annuì. “Sono sicura”

    Era tutto quello che Spike voleva sentire, prima di prenderle sperimentalmente la mano e muoverla lentamente sopra il suo cazzo dolorante. “Cazzo!!!” La sua mascella si serrò e si rilassò mentre gemeva senza speranza per il piacere del primo vero contatto di lei con la sua carne.

    “Oh merda! Ti ho fatto male?” chiese Buffy preoccupata.

    “No. (ansito)E' solo che... Per l'inferno maledetto, (ansito) è così maledettamente bello!”

    “Dimmi cosa fare” gli disse lei.

    Spike posò la mano sopra la sua e iniziò a muovergliela su e giù lungo la sua lunghezza.

    “Muovila c-così...” disse con voce strozzata.

    “Così?”

    Per provare, lasciò che la sua mano prendesse il sopravvento. “Proprio così...”

    Buffy decise che le piaceva la sensazione di morbido velluto del suo cazzo contro il palmo, tuttavia la sua durezza implicava deliziosamente quanto lei l'avesse colpito. I suoi occhi vagarono sopra la sua forma appetitosa, sentendo il suo desiderio tornare in piena forza.

    Sentendo quei bellissimi suoni di lamenti e gemiti provenire dalla sua bocca, Buffy si sentì più femminile e potente come mai in quel momento. Con crescente sicurezza di sé, iniziò a pompare più forte.

    “Oh ecco... più forte...” sibilò lui, gli occhi che roteavano nelle orbite. “Oh Dio... Più veloce...”

    Buffy obbbedì. Lasciò prendere il sopravvento al suo istinto mentre passava il pollice sopra la fenditura a forma di fungo, adorando il modo in cui lui lanciò la testa all'indietro in risposta alle sue azioni. Gradualmente, iniziò ad aumentare il ritmo del suo pompare.

    “Ohhhhhh... Così maledettamente... bello...” Spike non riuscì a trattenersi ulteriormente, quindi iniziò a pompare i fianchi diverse volte nella sua stretta. Buffy sentì le sue mutandine iniziare a bagnarsi all'erotica vista.

    Finalmente, Spike sentì le sue palle tendersi mentre raggiungeva quel meraviglioso rilascio a cui stava aspirando. “Buffy!!!!”

    Buffy lo fissò con gli occhi spalancati mentre il fluido veniva sparato dal suo cazzo e sgorgava sulle sue mani e sul suo torace.

    ***

    “E' stato fantastico, amore” ansimò lui mentre recuperava per gradi dal suo orgasmo. Non poté evitare di fissarla con ammirazione.

    “Davvero?” Buffy gli sorrise accecandolo.

    Spike le porse un fazzoletto per pulirsi el mani e ne afferrò un po' per se stesso per pulire la venuta sul suo torace. “Davvero”

    “Non lo stai dicendo tanto per dire?”

    “Buffy, è stato il miglior lavoro di mano che abbia mai avuto” disse lui senza pensare. “Infatti, è stato anche meglio di qualsiasi cosa abbia mai sperimentato”

    “Oh” Buffy sentì una fitta di dolore nel torace al pensiero di Spike che faceva la stessa cosa con altre ragazze. “E' bello da sentire”

    Spike vide il broncio sul suo viso e si preoccupò. “Sei okay, amore?”

    “Sono okay, penso di essere solo stanca. Probabilmente è meglio per me andare ora. Si sta facendo tardi comunque” disse lei mentre si rimetteva in piedi. C'era troppo che stava avvenendo nella sua mente e le stava dando un leggero mal di testa.

    Spike si rimise l'asciugamano e fu immediatamente al suo fianco.

    “Dove stai andando?” chiese Buffy.

    “Ti accompagno alla porta”

    Buffy lo guardò come se gli fossero cresciute due teste. Da quando aveva iniziato a pensare alla cavalleria? “Non hai bisogno di farlo...”

    “Beh voglio farlo” rispose lui semplicemente mentre la seguiva giù per le scale e poi nell'entrata.

    Per un momento, rimasero in piedi lì a guardarsi l'un l'altro fino a quando Spike finalmente le depose un bacio gentile sulla fronte. “Buona notte Buffy. Sogni d'oro” Si, i miei ogni saranno decisamente belli stanotte.

    “Buonanotte Spike”

    Capitolo Dieci – Chiacchiericcio

    Buffy si svegliò la mattina successiva sentendosi terribilmente stordita. Stava per entrare in bagno quando sentì il familiare rumore dell'acqua che scorreva.

    Sapendo che sua mamma aveva un bagno adiacente tutto suo, entrò lentamente confusa per vedere chi lo stava usando.

    Dal box della doccia appannato, riuscì a distinguere l'immagine sfocata di una larga schiena maschile di fronte a lei. Una delle sue mani era tenuta fermamente contro il muro, mentre l'altra andava verso l'alto per lavare via lo shampoo dai corti capelli bruni. Angel.

    Buffy sorrise perfidamente. Ora era la sua possibilità di mostrargli che perfetta brava fidanzata sapeva essere. Era adesso o mai più. Velocemente, abbandonò tutti i suoi vestiti e lo raggiunse nella doccia.

    Nel momento in cui le labbra di Buffy fecero piovere baci sulla sua schiena, l'intero corpo si tese. Il suo respiro divenne debole e il suo cazzo si indurì quasi istantaneamente.

    L'acqua della doccia stava diventando sempre più calda mentre continuava a cadere su di loro, ma a Buffy non poteva importare di meno. Lo voleva così tanto che poteva sentire il suo corpo tremare per la troppa anticipazione.

    Lentamente, lui si voltò per guardarla in viso. I suoi occhi divorarono la vista del suo corpo nudo mentre lei lo guardava con desiderio. Con un gemito, lui la sollevò per aiutarla ad avvolgergli le gambe attorno alla vita. Con una mossa veloce, si voltò per premerla stabilmente contro il freddo muro di mattonelle e schiacciarle le labbra con le sue.

    Buffy chiuse gli occhi quando lo sentì affondare il suo cazzo nel profondo di lei. “Oh, è così bello”

    “No, non chiudere gli occhi” la blandì lui mentre la sua voce diventava improvvisamente familiarmente più bassa. “Guardami, amore... voglio che tu mi veda mentre vieni”

    Buffy spalancò gli occhi, un piccolo ansito le sfuggì dalle labbra quando si ritrovò a fissare un paio di profondi occhi blu invece che marroni. “Spike”

    “Oh Buffy...” disse lui in tono gutturale mentre continuava a pompare dentro e fuori di lei.

    “Oh Spike... è così bello”

    “Vuoi che mi fermi, passerotto?” sibilò lui.

    “Non fermarti! Non fermarti mai... ungggh”

    “Oh Buffy... ti voglio così tanto...” gemette lui mentre iniziava ad accelerare le spinte.

    “Oh Dio, ho bisogno di te... (ansito) Oh Spike, ti amo così tanto...” Buffy sentì dire da se stessa proprio mentre la sveglia sul suo comodino suonava.

    Aprendo gli occhi, si tirò velocemente a sedere, un'espressione di perplessità le riempì gli occhi quando realizzò che era nel suo letto e che Spike non era da nessuna parte che lei potesse vedere.

    “Oh merda!”

    ***

    No, questo non funzionerà assolutamente, meditò Buffy mentre sedeva con i suoi amici nella caffetteria più tardi quello stesso giorno. Come poteva essere che non sembrava riuscire a scuotere via la sensazione travolgente di voler vedere Spike? Il biondo ossigenato non aveva lasciato la sua mente per tutto il giorno. Continuava ad avere flash del suo ghigno impertinente, dei suoi capelli scompigliati e del modo in cui appariva quando veniva dopo il lavoro di mano che lei gli aveva offerto. E in cima a tutto non poteva ignorare il fatto che aveva appena fatto un sogno in cui confessava il suo amore a Spike.

    Non dovrebbe davvero essere un grande affare. Si sicuro era solo normale per lei avere questo tipo di sogni su Spike visto il modo in cui si toccavano ultimamente. Già era questo. Questa era una cosa a cui poteva facilmente pensare... E poi c'era l'altra cosa che continuava a irritarle la mente. Era la possibilità che lei fosse veramente... “No, non può essere”

    Tutti e quattro i suoi amici improvvisamente restarono immobili nella loro conversazione per guardarla.

    “Cosa?” chiese Buffy.

    “Qualcosa non va, tesoro?” domandò Willow. “Sai che non sembri te stessa oggi... o negli ultimi giorni”

    “No, sto bene. Non datemi importanza” li rassicurò, sorridendo in modo imbarazzato. “Ho solo molte cose per la testa ultimamente”

    Anya sospirò e guardò la piccola bionda esasperata. “Comunque, COME stavo dicendo, non vedo l'ora che sia Sabato. Sto aspettando da tutta la settimana di indossare quel vestito formale che ho comprato alla Belle's Boutique.”

    “Non sono mai stata ad un ballo prima, il che è perché sto morendo di andarci, anch'io” cinguettò la rossa. “Sebbene non riesco ancora a capire perché Cordy improvvisamente ci ha invitato al suo ballo di famiglia di Fine Anno”

    “Potrebbe essere che sia una donna cambiata” disse loro Xander, pensieroso. “Finalmente ha deciso che essere una stronzetta non è il modo giusto di fare. Per una volta è stata caritatevole. E tu Buffster, che ne pensi?”

    “Huh?” Non importava quanto intensamente ci provasse, non riuscì a pensare a niente che avrebbe coperto la verità del fatto che non stava ascoltando. Dannazione! Perché non se ne va via dalla mia cavolo di testa. Stava diventando assolutamente ridicolo. Lei era innamorata di Angel ecco tutto.

    Immagino che il solo modo per questo problema è risolverlo. Era ora che mettesse fine alle lezioni prima che le cose andassero ancora più fuori controllo.

    “Terra a Buffy?” chiese Anya.

    “Si? Mi dispiace, è solo che sono stata sveglia tutta la notte a lavorare ad un progetto, quindi riesco a mala pena a far funzionare la mia testa per tutto il giorno. Cos'è che mi stavate chiedendo?”

    Willow guardò gli altri e scrollò le spalle prima di voltarsi verso di lei con espressione preoccupata. “Beh, stavamo solo parlarndo del ballo di Fine Anno e ci stavamo domandando perché improvvisamente Cordy ci avesse invitato”

    “Forse lei è-”

    “Da quello che ho sentito, lo sta facendo sul serio per suo padre dato che il signor Chase sta correndo per il Congresso” Il suono della voce bassa e sexy di Spike da dietro le provocò di irrigidire il corpo. Cercò di apparire impegnata a mangiare mentre Spike prendeva posto accanto a lei. “Ti dispiace se mi siedo qui, amore?”

    Buffy prese una grande sorsata dalla sua bottiglietta d'acqua.

    “No. Non mi dispiace. Perché dovrebbe dispiacermi?” disse lei, ridendo nervosamente.

    “Okay, il mondo sta per finire” scherzò Xander. “Cordy si sta comportando caritatevolmente e Spike sta mangiando a pranzo con noi nella caffetteria”

    “Cosa? Cosa ho fatto?” chiese Spike.

    “Vuoi dire a parte il fatto che non ti siedi mai con noi durante il pranzo?” Anya lo guardò severamente.

    “Spike, sappiamo che sei il migliore amico di Buffster e usciamo insieme fuori la scuola, ma devi aver notato che non hai mai neanche una volta girato attorno a noi nei locali della scuola”

    “Davvero? Non ho mai realizzato-”

    “E' vero” aggiunse Anya. “Probabilmente ha qualcosa a che fare con l'immagine di cattivo ragazzo che stai cercando di sostenere”

    “Beh... un uomo può cambiare, non è vero, amore?”

    Buffy poteva sentire i suoi occhi obbligarla a guardalo. “Giusto”

    Spike ridacchiò, muovendosi più vicino a Buffy.

    Buffy era impegnata a sgranocchiare il suo dolce quando sentì la sua gamba sfiorarle la sua. Si irrigidì. Lo fissò in modo accusatorio ma trovò che lui sembrava impegnato a mangiare il suo pranzo.

    Stava iniziando a pensare che fosse stato del tutto accidentale quando lo vide far cadere un cucchiaio. Colse un ghigno innocente indirizzato solo ai suoi occhi proprio prima che la sua testa scomparisse sotto il tavolo.

    La gang era troppo occupata nella sua conversazione riguardo Cordy per accorgersi della piccola manovra di Spike del far cadere il coltello monouso di proposito. Si acquattò sotto il tavolo e aveva intenzione di stuzzicarle solo la gamba con le mani. Tuttavia, mentre era lì sotto, non poté fare a meno di osare una sbirciatina veloce su per la sua gonna. E quello che scoprì rese il suo cazzo duro e teso contro i pantaloni all'istante.

    Buffy si sentì come se stesse per sciogliersi immediatamente per il modo in cui Spike la guardò mentre tornava al suo posto.

    “Qualcuno è in modalità avventurosa oggi” le disse lui piano, alto abbastanza e solo per le sue orecchie.

    I suoi occhi si spalancarono, le guance si infiammarono per la possibilità di essere stata beccata. Deglutì. “Avventurosa?”

    Spike si piegò e sussurrò, “Non indossi mutande, amore”

    Oh Dio! Aveva sbirciato! Immediatamente guardò in basso, sperando che la gang non avesse notato il suo disagio mentre il viso le diventava rosso brillante.

    Non era davvero nella sua natura non indossare niente sotto i vestiti, ma la verità era che si sentiva eccitata quella mattina. Non era sicura se fosse stato il sogno o la sessione di pomiciamento che avevano avuto la sera prima, ma qualcosa aveva dato il via al suo lato coraggioso.

    Ma anche se si stava comportando in maniera avventurosa quel giorno, era così spaventata dall'essere beccata che aveva indossato una lunga gonna di pelle che era pesante abbastanza da non essere sollevata dal vento. Camminando lungo il corridoio prima, si era quasi sentitva dispiaciuta di averlo fatto. E ora lo era definitivamente. Come si supponeva sapesse che Spike sarebbe stato con loro e sarebbe stato un guardone?

    “Spike…”

    “Se potessi fare quello che voglio, ti porterei nel più vicino sgabuzzino e...” le disse piano, fermandosi a sussurrarle il resto delle sue parole all'orecchio. “Ti leccherei tutta, passerotto”

    Ansimando, Buffy si alzò di scatto, facendo si che il resto dei suoi amici concentrasse l'attenzione su di lei... di nuovo.

    “Se mi scusate, ho solo bisogno di... ummm finire qualcosa” disse prima di prendere il volo, lasciando il resto della gang con espressioni confuse sul viso.

    Tranne Spike.

    “Mi sono appena ricordato, devo fare anch'io qualcosa” disse prima di alzarsi e andare via dall'altra parte.

    ***

    Buffy stava camminando all'indietro nel corridodio, sperando di riuscire ad evitare l'irresistibile sexy biondo ossigenato quando improvvisamente sbatté contro il duro torace di qualcuno. “Ciao, amore”

    “Eeeep! Spike. Mi hai spaventato”

    “Allora! È successo che sono passato vicino allo sgabuzzino del bidello non molto lontano da qui” Ghignò lui, la lingua arricciata dietro i denti.

    “Spike, smettila” replicò lei. “Non andrò con te nello sgabuzzino”

    “Ma pensa a tutte le cose che potremmo-”

    “Spike, questa cosa tra noi sta iniziando a sfuggire al controllo” gli disse mentre cercava di scuotere via l'immagine di Spike che le alzava la gonna dentro lo sgabuzzino del bidello. “Non possiamo più farlo”

    “Buffy, amore” iniziò Spike, il panico chiaro nei suoi occhi. “Dimmi, ho fatto qualcosa di sbagliato?”

    “No... Non hai fatto niente di sbagliato. È solo che non stiamo davvero insieme”

    Allora perché non stiamo insieme?
    Voleva chiedere lui ma si trattenne. “Allora cosa? Pensavo ti fosse piaciuto quello che abbiamo fatto la notte scorsa?”

    Buffy arrossì. “E' così, ma non riguarda è se ci è piaciuto o no. Penso che tu mi abbia insegnato tutto quello che devo sapere e credo che sia tempo per me di mettere tutto quello che ho imparato in azione. Chiederò ad Angel di venire alla festa di Cordy”

    “Tu cosa?!!!” Spike sentì come se qualcuno gli avesse versato un grande secchio d'acqua addosso. “Non farai questa cosa!”

    “Perchè diamine no?!”

    “Perchè... Sta ancora con Darla” le disse lui in modo poco convinto.

    “Beh qui è dove interverrai tu”

    “Oh no! Non ti aiuterò a farli rompere. No, no e ancora un grosso grasso maledetto no”

    “Spike per favore...”

    E' fuori di testa? Primo, mi dice che non si impegnerà più in sessioni di pomiciamento con me, e poi secondo, mi chiede di aiutarla a far rompere Angel e Darla così che possa iniziare le sue sessioni di bacino con il finocchio!

    “Per l'inferno maledetto, non lo farò”

    “Ma pensavo fossi mio amico”

    “Oh non osare usare la carta dell'amico con me. È così maledettamente ingiusto!” Si tirò i capelli per la frustrazione. “Sai cosa? Hai ragione. Dovremmo smettere questo stupido accordo tra di noi. Riesco a malapena a guardarti adesso. Solo vai dal suo prezioso Angel perché per quanto mi riguarda, noi qui abbiamo finito di parlare”






    Capitolo Undici - Accettazione


    “Oh non osare usare la carta dell'amico con me. È così maledettamente ingiusto!” Si tirò i capelli per la frustrazione. “Sai cosa? Hai ragione. Dovremmo smettere questo stupido accordo tra di noi. Riesco a malapena a guardarti adesso. Solo vai dal suo prezioso Angel perché per quanto mi riguarda, noi qui abbiamo finito di parlare”

    “Bene!” sfidò Buffy mentre ognuno di loro se ne andava impettito nella direzione opposta.

    ***

    Alla quarta ora, i pensieri di Buffy erano ancora più contrastati di quanto lo fossero prima. Mentre usciva dalla classe, meditò sul cercare Spike. Non poteva fare a meno di ammettere a se stessa che il fastidioso tuttavia sexy biondo ossigenato aveva ragione dopotutto. Non poteva semplicemente far rompere la relazione di Angel e Darla. Sarebbe stato sbagliato e totalmente non nel suo stile. Se Angel avesse cambiato idea e fosse tornato da lei, sarebbe stato perché aveva capito lui stesso e non per qualcosa che lei aveva fatto.

    Quello che la stava divorando al momento era il fatto che non aveva nessun diritto di spingere Spike a fare qualcosa che non voleva fare. Non era colpa sua se far rompere due persone non era nella sua natura. Doveva trovarlo e sistemare di nuovo le cose tra loro.

    Camminando lungo il corriodio, mentenne gli occhi in guardia per vedere Spike. Ma dopo alcuni minuti di ricerca, finalmente cedette e si diresse fuori dall'edificio. Durante il cammino fuori, il cuore le perse un battito quando individuò l'amico biondo ossigenato ciondolare vicino ad una delle panchine. “Spike”

    Ansiosa di appianare le cose tra loro, iniziò a correre verso Spike. Ma più vicino arrivava dov'era lui, più realizzava che non era del tutto solo.

    Buffy sentì una fitta di dolore nel torace quando riconobbe la ragazza bruna con cui lui stava parlando.

    Spike era in piedi accanto a Dru, che stava seduta sulla panchina. I due sembravano troppo occupati con la loro conversazione per notare la piccola bionda che si era fermata a guardarli stupidamente.

    “... dubito che possa essere amabile quanto te, amore” sentì dire da Spike.

    Buffy digrignò i denti mentre guardava Dru schiaffeggiargli giocosamente il torace ridendo per qualcosa che lui aveva detto.

    Oh Dio. Ho bisogno di aria. Poi si guardò intorno. Oh giusto, sono già fuori. Dannazione! Questo è mostruosamente da matti. Vedere Spike con altre ragazze non l'aveva mai infastidita prima, ma ora che lo vedeva fare gli occhi dolci con la sua pazza partner di laboratorio, non voleva nient'altro che marciare affianco a Dru e dirle che doveva stare maledettamente lontano dal suo Spike!

    Buffy non realizzò mai quanto stretto stesse stringendo i suoi libri quando iniziò a dirigersi verso casa. Cercò con tutta la sua forza di fermare le lacrime testarde dal cadere lungo le sue guance, ma fallì miseramente.

    ***

    Non appena scorse la piccola bionda uscire dall'edificio scolastico, Spike si fece velocemente strada verso dove Dru stava sedendo. “Ciao Dru”

    “Spike” sorrise lei, chiudendo il libro che stava leggendo.

    “Bella giornata, vero” disse, maledicendo la mancanza di naturalezza nelle sue parole. Di sicuro avrebbe potuto fare meglio di così.

    “Si. È una giornata piuttosto amabile”

    “Vero, ma dubito che possa essere amabile quanto te, amore” scherzò lui.

    Colse la figura di Buffy muoversi verso di loro con la coda dell'occhio. Sorrise dentro di sé, apprezzando il fatto che il tono suggestivo nella sua voce avesse efficacemente catturato la sua completa attenzione.

    Dru rise e gli diede uno schiaffo giocoso. “E' così dolce!”

    Giusto. Lascia che la ragazza capisca come ci si sente a ricevere un rifiuto e vediamo se le piace, meditò furiosamente Spike. Summers ha bisogno di imparare che lui non è un tipo di ragazzo al guinzaglio che poteva usare e buttare via come un maledetto idiota.

    Era furioso con lei. Così tanto che era vicino al pomiciare con Dru lì fuori allo scoperto solo per farle dispetto. Stava per fare un'altra battuta civettuola verso Dru, ma non appena notò l'espressione sul viso di Buffy, il rimpianto gli riempì il cuore quasi istantaneamente.

    Per l'inferno maledetto! Che ho fatto? La sua rabbia lo aveva spinto a renderla gelosa. Quello che non aveva considerato era il male che aveva sentito dentro di sé nel momento in cui aveva visto il dolore attraversarle gli occhi proprio prima che se ne andasse via.

    “Spike?” lo chiamò Dru impaziente.

    “Yeah?”

    “Ti stavo chiedendo se hai ricevuto il biglietto che ho dato a Raggio di Sole?”

    Spike annuì silenziosamente, la testa completamente altrove.

    “Grande!” cinguettò Dru. “Immagino siamo a posto per andare al ballo Sabato allora?... Spike?”

    “Scusa, amore” si scusò Spike. “Io- uh ho bisogno di occuparmi di qualcosa di veramente importante”

    “Va bene. Chiamami più tardi, lo farai?”

    Spike annuì, prima di correre via per cercare di recuperare Buffy.

    ***

    Buffy si appoggiò debolmente alla porta d'ingresso di casa sua non appena se la chiuse alle spalle. Oh mio Dio, è in un grande guaio ora. Come ha potuto far si che accadesse... come ha potuto...

    Proprio allora il campanello suonò e il viso di Buffy si illuminò immediatamente, sperando che Spike avesse lasciato la sgualdrinella matta per sistemare le cose con lei.

    Asciugandosi le lacrime sul viso, aprì velocemente la porta. “Sp- Oh ciao, Angel”

    “Ciao Buffy! Ti dispiace se entro?”

    Buffy mantenne aperta la porta per lui. “No, entra”

    “Non sembri felice di vedermi” osservò Angel, entrando nell'ingresso.

    “Sono solo stanca” disse lei, col broncio. “Perchè sei qui?”

    “Buffy, voglio solo farti sapere quanto sono dispiaciuto per essere stato un tale babbeo. Non ho mai davvero avuto intenzione di farti del male. Ero solo confuso e tu sai come le persone confuse tendano a fare sbagli”

    “Mi hai fatto male, Angel” gli disse lei triste.

    “Lo so e ho intenzione di recuperare se me lo permetterai”

    “Cosa stai dicendo?”

    “Quello che sto dicendo è che ti rivoglio indietro, Buffy”

    Gli occhi di Buffy si spalancarono. “Angel. Io sono... non so cosa dire”

    “Dì solo che mi perdonerai” Angel le tenne una mano tra le sue. “Per favore Buffy, dammi una possibilità, piccola. Prometto di essere un uomo migliore per te d'ora in avanti”

    “Ma riguardo Darla?”

    “Darla e io siamo finiti. Ho semplicemente capito che è difficile stare con qualcuno di cui non sei innamorato”

    “Angel io-”

    “Ti amo, Buffy. Avrei dovuto capirlo prima. Non mi aspetto che tu mi dica già quelle parole perché non sono nemmeno sicuro se me le merito” Angel sospirò. “Se è tempo quello di cui hai bisogno, te ne darò. Capisco che hai bisogno di pensare se mi rivuoi indietro o no, ma c'è una cosa che devo chiederti adesso”

    Buffy era troppo scioccata per dire qualcosa. Quante volte aveva sognato di sentirlo dire quelle stesse parole? Ma ora che quel momento era arrivato, lei non riusciva a capire perché quelle parole tanto attese le sembrassero così vuote.

    “Per favore vieni al ballo di Fine Anno con me Sabato?”

    Mentre la sua mente cercava una ragione perché non dovesse dire SI, non riuscì neanche a trovare una ragione perché non dovesse dire NO. Specialmente quando sapeva che Spike portava al ballo Dru... e non lei.

    Buffy fu trascinata di nuovo alla scena intima che aveva visto prima e il suo viso non poté fare a meno di rabbrividire per i pensieri che iniziarono ad invaderle la mente. Significava che sarebbe stato ogni sera a casa di Dru invece che a casa sua? Poi, quello significava anche che avrebbero fatto tutte le cose che facevano loro a casa sua? O forse anche di più?

    Sembrava che in tutta la sua vita, Spike avesse ricevuto tutto quello che aveva sempre voluto. Non era ora che anche lei ricevesse quello che voleva? “Si, Angel. Mi piacerebbe andare al ballo con te”

    “Oh Buffy, non sai quanto mi hai reso felice” Angel era così contento per la sua risposta che impulsivamente la attirò a sé per un bacio veloce.

    Quando si allontanarono, le ci vollero pochissimi secondi per capire che non erano più soli. Buffy non poté nascondere lo shock nei suoi occhi quando vide Spike in piedi nella porta, l'espressione impenetrabile. “Spike”

    “Ero passato solo per vedere come stavi” disse lui con noncuranza. “Comunque, non lasciate che interrompa quello che state facendo... Ci vediamo più tardi”, disse in modo poco convincente mentre si voltava.

    “Rimani, Spike” gli disse Angel. “Stavo per andare a casa comunque”

    I due uomini si scambiarono occhiate intimidatorie mentre si passavano l'un l'altro.

    Angel non era ingannato per nulla. Sapeva che sotto l'apparezza da fico del ragazzo Inglese c'era un cucciolo molto geloso e malato d'amore che era più che pronto a prenderlo a pugni se provocato.

    “Ti chiamerò, Buffy” le disse Angel mentre se ne andava.

    “Okay. Ciao Angel”

    Buffy tirò un grande sospiro prima di voltare lentamente la sua attenzione sul ragazzo che ultimamente aveva creato la maggior parte dei suoi problemi. Da quanto stava lì in piedi? Si domandò se Spike fosse stato testimone di abbastanza della sua conversazione con Angel per sapere che qualcosa non andava in lei. Dio, e se l'avesse capito?

    Sapeva che la reputazione stellare di Spike con le donne e la sua paura dell'impegno era solo un'altra ragione per convincerla che Spiike era solo un altro crepacuore che aspettava di succedere. Poteva solo immaginare come Spike avrebbe reagito una volta scoperta la verità sui suoi sentimenti appena scoperti per lui. Se l'avesse fatto, questo l'avrebbe costretto a mettere alla porta anche la loro relazione di vecchia data?

    Non posso perderlo.

    “Ciao, passerotto” salutò lui, andandole vicino.

    Ed eccola di nuovo, la sensazione calda e svolazzante nel suo torace che sembrava farsi sentire solo ogni volta che lui era vicino. “Spike. Cosa ci fai qui?”

    “Beh, stavo per dirti che ti avrei aiutato con il tuo piccolo piano per far rompere Angel e Darla, ma sembra che non ce ne sarà più bisogno ora”

    “Oh” replicò lei piano, gli occhi che guardavano dappertutto tranne che lui. “Hai sentito...”

    “Già” E visto il bacio che gli aveva quasi fatto fermare il cuore.

    Lo sentì sospirare.

    “Non tutto ma ho colto la parte principale dello spettacolo dove lui ti ha detto che ti amava e che ti rivuole indietro”

    “Mi ha anche chiesto del ballo”

    “E hai detto di si”

    Lei annuì. “Ci andrai anche tu, giusto? Con Dru?”

    “Ci vado” disse lui, la mano che andava a sollevarle il mento per guardarla. “Buffy”

    Lei deglutì forte. “Si?”

    “Mi dispiace per quello che è successo prima. Non volevo scattare così” si scusò lui piano, attirandola vicina. Lei rispose velocemente mettendogli le braccia attorno alla vita.

    E mentre lei poggiava la testa sulla sua spalla, lui si ritrovò a chiudere gli occhi, pensando che aveva finalmente perso il suo unico vero amore per Angel.

    “Dispiace anche a me” disse lei. “Non avrei dovuto chiederti di fare una cosa del genere per me. Hai ragione. Ero ingiusta con te. Mi sento così male per-”

    “Shhh... va tutto bene, amore” Le posò un bacio sui capelli, adorando il modo in cui il suo profumo di vaniglia gli riempiva i sensi. “Non ero davvero così arrabbiato. Dovresti saperlo a quest'ora che non potrei mai rimanere arrabbiato troppo a lungo con te”

    Buffy ridacchiò. “Sei proprio adorabile. Probabilmente è per questo che ti amo così tanto”

    Il corpo di Spike si irrigidì. Ha appena detto quello che penso abbia appena detto?

    “... non potrei chiedere un migliore amico migliore” aggiunse lei, prendendosi mentalmente a calci per il suo minuscolo passo falso.

    “Migliore amico” echeggiò lui, sentendo il suo cuore sprofondare.

    “Non litighiamo di nuovo, Spike. Non mi piace quando litighiamo”

    “Neanche a me, passerotto. Non lo sopporto” mormorò lui, stringendola più forte.

    Lei lasciò il suo corpo rilassarsi e godersi il calore dell'essere circondata dalle sue braccia. Sospirando, si disse silenziosamente che non era di nessuna utilità. Non poteva più combatterlo. Si stava velocemente innamorando di Spike e non c'era modo di smettere neanche se avesse provato.






    Capitolo Dodici - Assuefatta

    Più tardi quella notte

    Buffy non riusciva a dormire. Si girava e rigirava nel letto, desiderando di aver avuto lo stomaco di dire a Spike di rimanere. E che voleva riprendersi quello che aveva detto sul finire le loro lezioni. Grazie alla sua testardaggine, stava soffrendo di un'astinenza che non sembrava in grado di scacciare.

    Oh Dio, perché non aveva potuto semplicemente accettare di andare con lui nello sgabuzzino del bidello innanzitutto?

    Perché se l'avessi fatto, saresti in un guaio ancora peggiore del solito, Summers.

    Oh giusto... ma ciò nonostante.


    Poteva persino immaginarselo a spingere la lingua in modo provocante dietro i denti quando le aveva detto – Ti leccherò tutta. Sentì le mutandine bagnarsi all'immagine, specialmente dato che, dopo tutto questo tempo, Spike non aveva mai usato la bocca sul suo sesso.

    Se la sua lingua era stata così bella quando le aveva leccato i capezzoli, poteva solo immaginare come sarebbe stata bella quando l'avesse leccata sul serio .

    Instintivamente, Buffy inserì una mano dentro la sua biancheria di pizzo ed iniziò ad accarezzarsi. Non si era mai toccata prima e ora desiderò aver ascoltato Anya tutte quelle volte in cui aveva insegnato sulla masturbazione. Di sicuro, era qualcosa che avrebbe potuto imparare da sola... tuttavia, non avrebbe davvero fatto male se avesse potuto chiedere ad un amico di aiutarla, vero?

    ***

    Spike se l'era appena cavata al telefono con Dru. La ragazza non poteva aspettare di confermare il loro appuntamento per il ballo. Aveva detto di si naturalmente. Non poteva immaginare di divertirsi mentre Buffy andava con il finocchio. La conversazione aveva impiegato anni, con Dru che non voleva mettere giù il telefono. Continuava a chiedergli della sua vita privata. Qualcosa con cui non era davvero molto a suo agio dato che erano appena allo stadio iniziale del conoscersi l'un l'altro.

    Alla fine l'aveva lasciato andare quando aveva usato sua mamma come scusa, dicendole che Jenny lo avrebbe messo in punizione e non l'avrebbe lasciato andare al ballo se non avesse terminato il suo progetto scolastico.

    Sospirando, si tolse finalmente la maglietta. Indossando solo i jeans, si sedette di fronte al computer per controllare l'email. Mentre lo faceva, la sua mente venne trascinata via verso la piccola bionda che viveva alla porta accanto e si domandò cosa stesse facendo in quel momento.

    Proprio allora, il telefono suonò. Roteò gli occhi, pensando se rispondere o meno dato che aveva la sensazione potesse essere probabilmente Dru che chiamava di nuovo.

    Guardò l'identificativo del chiamante. Buffy.

    Per alcuni secondi, fissò scioccamente il telefono. Era piuttosto insolito per Buffy chiamare così tardi perché prendeva molto seriamente le sue dieci ore minime di sonno di bellezza. Con le serate tardi al Bronze come eccezioni, Buffy non era amante dello stare in piedi fino a tardi, il che era perché di solito non guardavano due film consecutivamente, anche se non era una notte scolastica.

    “Pronto”

    “Sono io”

    “Qualcosa non va passerotto?” Si alzò in piedi e si sedette sul bordo del letto. Il suo viso era carico di preoccupazione.

    “Beh... è... ummm”

    “Cos'è? Sei ferita? È successo qualcosa?”

    “No, sto bene. È solo che...”

    “Buffy, andiamo adesso, mi stai uccidendo qui”

    “Non riesco a dormire” spiattellò lei.

    “Oh” Spike emise un sospiro di sollievo. “Vuoi che ti canti una ninna nanna allora?”

    Beh questo è veramente un pensiero attraente. “Mi stavo solo sentendo un po' inquieta... come se volessi fare qualcosa...”

    “Qualcosa come cosa?”

    “C'è questa cosa che voglio fare, ma non posso visto che non l'ho... MAI... fatta prima. Ho pensato che potrebbe aiutarmi a prendere un po' di sonno alla fine”

    “Non ti sto capendo molto”

    “Sai, quella cosa che gli uomini di solito fanno per scaricare dello stress o quando sono agitati. Non che io sia agitata! Ho solo bisogno di farlo per aiutare a rilassarmi”

    “Oh” rispose lui, i pantaloni improvvisamente scomodi non appena gli venne in mente cosa stava cercando di re. “Vuoi che ti aiuti a mostrarti come farti godere” Poteva già immaginarsi Buffy arrossire dall'altra parte della linea. “Amore?”

    “Potresti dire così. Dimmi solo cosa dovrei fare. Solo un piccolo e facile 'fai-da-te' che posse seguire e poi ti lascerò venire... andare a letto voglio dire”

    Lo sentì rivolgerle una leggera risatina. “Sicuro. Ti aiuterò” Più che felice di aiutarti.

    “Lo faresti?”

    “Nessun problema per me, passerotto” disse lui, lieto che si stesse rivolgendo a lui per questo tipo di cosa invece che ad Angel.

    “Okay.”

    Questo sarà divertente. Spike sorrise largamente. “Allora cosa stai indossando?”

    “Cosa?! Perché hai bisogno di sapere cosa sto indossando?” reagì Buffy incredula. “Non ho chiamato per fare sesso telefonico con te, Spike. Voglio solo che mi dici come-”

    “La masturbazione funziona molto bene e velocemente se riempi i tuoi pensieri di cose zozze. In questo caso, dato che stiamo avendo una conversazione, useremo il potere dietro le parole a nostro vantaggio” Bel lavoro Spike. Ora, vedi se lei ci va d'accordo.

    “Parole? Vuoi dire parole sporche”

    “Chiamale come vuoi, Summers. Sono ancora solo parole. Prometto che ne varrà davvero la pena”

    “Non se questo è-”

    “Andiamo, amore siamo al telefono. Lontani l'uno dall'altra. Cosa potrebbe andare male?”

    “Okay...” Come se lei potesse resistergli ad ogni modo.

    “Ora quello che faremo è dirci l'un l'altra cose sporche. Dato che ti sto insegnando ad usare le parole per stimolare i sensi dell'altro, queste non hanno bisogno di essere reali. Potresti inventarti tutto quello che vuoi sempre che senta che ci aiuterà a... godere”

    Gli occhi di Buffy diventarono grandi come fari. “Vuoi dire anche tu, lo farai...”

    “Giusto. Non sarà una cosa unilaterale. Ad ogni modo, è solo per divertimento” Si, giusto. Si schiarì la gola. “Non è che farà male a uno di loro dato che non siamo davvero coinvolti a vicenda. Ma se è qualcosa con cui non sei a tuo agio, va bene per me”

    Ma lei era già coinvolta... “Bene. Mettiamoci una pietra sopra”

    “Ora... dimmi cosa stai indossando, passerotto”

    Buffy cercò di reprimere un ansito quando la sua voce divenne improvvisamente roca. “Sto indossando un'enorme maglietta bianca”

    “Bene” disse lui mordendosi il labbro per trattenersi dal diventare troppo eccitato. “Cos'altro indossi sotto la maglietta?”

    “Solo la biancheria...”

    Spike chiuse gli occhi mentre cercava di immaginarsela nella testa. “Nient'altro?”

    “Già” rispose lei, sentendo il suo battito inziare a correre.

    “Puoi dirmi il colore, gattina?”

    Buffy sentì le ginocchia diventare deboli per il nuovo soprannome che le aveva appena dato. “E' un tanga nero” Avrebbe dato quella risposta anche se avesse indossato solo un paio di mutandine di cotone semplice.

    Spike gemette. “Puoi fare qualcosa per me, Buffy?”

    “Si?”

    “Puoi... puoi togliertele per me?” disse Spike esitante, sperando che lei continuasse a seguire il gioco.

    Buffy sentì il brivido dell'attesa attraversala mentre lanciava la biancheria sul pavimento. “E' via”

    Spike cercò di mantenere il respiro regolare mentre parlava, “Ora voglio che ti sdrai sul tuo letto... allarga le gambe solo un pò” Cerca di tenerti insieme, amico. Non vuoi renderla sospettosa su quante volte ti sei immaginato quella scena nella tua testa.

    “Okay.”

    “Sei sul letto adesso, passerotto?”

    “Si”

    “Ora chiudi gli occhi. Immagina me seduto in mezzo alle tue gambe con la lampo abbassata. Riesci a vedermi, Buffy?” chiese lui mentre sistemava il telefono sopra i pantaloni così che lei potesse sentire sul serio lui che tirava giù la lampo.

    Santa m- “Ti vedo...” soffiò lei.

    “Bene” Lui chiuse gli occhi mentre impugnava la sua asta. “Per favore dimmi cosa fare, amore”

    “Spike, io...” Lei iniziò ad ansimare rumorosamente.

    “Si, passerotto...”

    “Puoi toccarmi?”

    “Dove, gattina?” adulò Spike, rubacchiando un po' di pre-coito dalla fenditura sul suo cazzo. Rabbrividì, immaginando che fossero le mani di Buffy a toccarlo.

    “Oh... non posso... Dannazione, Spike. Non me lo farai dire, vero?”

    “Buffy...” supplicò disperatamente lui mentre iniziava a pompare la sua asta.

    “La mia...c...”

    “Dillo di nuovo”

    “La mia clitoride”

    “Per l'inferno maledetto...” gemette lui ad alta voce. “Riesco ad immaginarla molto bene, Buffy. Posso ancora ricordare com'eri questa mattina...senza mutande. Toccati, amore, e immagina le mie dita al posto delle tue”

    “Oh Dio...”

    “Per favore dimmi che altro vuoi che faccia, piccola?”

    “Spike….”

    “Si, amore...”

    Non deve essere reale, la sua voce le echeggiò nella testa mentre obbligava la sua sgualdrinella interna a prendere il sopravvento.

    “La scorsa estate, quando siamo andati alla spiaggia con la gang”

    “Si?”

    “Ricordo che eri appena uscito fuori dopo una nuotata ed eri in piedi davanti a me. I miei occhi sono scivolati verso il basso e...”

    “Va avanti...”

    “Non so come è successo ma...” Sospetterà che non c'era modo che lo stesse inventando? Pensò lei cautamente mentre continuava. “Per una frazione di secondo, un pensiero mi ha attraversato la mente”

    “Dimmi...”

    “Stavo pensando... a quanto bello sarebbe stato se...”

    “Si?”

    “Se avessi lasciato la mia lingua... leccarti lì giù” gli disse lei alla fine.

    Improvvisamente, sentì un forte rumore sordo dall'altra parte della linea. “Spike?”

    Nessuna risposta.

    Oh Dio, spero che non gli sia successo niente di male.

    “Spike? Stai bene?”

    Ancora nessuna risposta.

    Buffy stava per preoccuparsi sul serio quando sentì un tocco leggero ma fisso provenire da qualche parte nella sua stanza.

    Quando si voltò, tutta la traccia di colore le lasciò il viso non appena individuò il biondo ossigenato proprio fuori dalla sua finestra.

    “Che diavolo stai facendo?” disse lei, lasciandolo entrare. “Non dovresti essere qui. La mamma è-”

    “Non qui e non tornerà fino a domani” disse lui iniziando ad avvicinarsi. “Tua mamma mi ha detto del suo viaggio due giorni fa”

    “Ma io non posso...”

    Le parole di Buffy le si bloccarono in gola quando Spike la prese tra le braccia e schiacciò le labbra con le sue.

    “Mmmm Buffy...” gemette lui sulle sue labbra mentre le mani viaggiavano lungo la sua schiena fino a quando strisciarono dentro la sua maglietta per prenderle a coppa le natiche.

    Buffy gemette.

    “Vuoi ancora che me ne vada, passerotto?” domandò lui. Le sue labbra facevano piovere baci sul collo di lei.

    “No...” ansimò lei mentre lo guardava negli occhi.

    “Non preoccuparti, (bacio) ricordo ancora quello che mi hai detto (mordicchia il suo orecchio) riguardo al non andare troppo lontano” disse lui mentre le sue dita giocavano con il bordo della maglietta. “Prometto che non farò niente che tu non voglia che faccia. Voglio che tu-”

    “Mi fido di te” finì lei per lui mentre posava le mani sulle sue. Lentamente, lo aiutò ad alzarle la maglietta sopra la testa. Iniziò ad ansimare quando gli occhi di Spike le divorarono il corpo nudo.

    “Così bella...” mormorò lui mentre la prendeva su e la portava verso il letto. Tirandosi ineditro, si sbottonò lentamente lo spolverino. Un minuscolo piagnucolio le lasciò le labbra quando scoprì che sotto indossava solo un paio di jeans. La lampo era aperta.

    La lingua uscì istintivamente fuori a leccarle le labbra mentre guardava il suo torace muscoloso e il cazzo gonfio che sporgeva orgoglioso contro gli addominali tesi.

    “Vuoi sapere una cosa, amore?”

    Quindi il gioco delle parole è ancora in atto, pensò Buffy eccitata. “Si”

    “Ho cercato di sbirciare sotto la tua gonna una volta”

    “Lo so, questa mattina tu-”

    “No...” le disse lui con voce roca mentre lentamente le apriva le gambe per sé. “Non stavo parlando di quello, amore”

    Buffy iniziò ad ansimare quando sentì le sue dita tracciare la linea dove le cosce e il suo centro si incontravano. “Gah...”

    “Due anni fa, stavamo guardando un film e tu ti sei addormentata sul tappeto. Sembravi così innocente e così... eccitante con la tua corta gonna scozzese” Il suo pollice iniziò a spostarsi lentamente verso la sua clitoride.

    “Spike... per favore”

    “Eri così sexy che mi hai fatto venire la mia prima erezione, amore” disse lui tra gli ansiti quando finalmente sfregò su e giù il suo punto dolce.

    “Oh mio ungggh!!!” piagnucolò ad alta voce lei. Non riusciva a credere a quello che le stava dicendo. Ma sono solo parole, ricordò a se stessa. Era qualcosa che lui aveva inventato solo per intensificare il suo desiderio.

    “Così ti ho alzato la gonna...”

    I gemiti di Buffy diventarono più alti, domandandosi se fosse mai possibile venire solo ascoltando le sue parole.

    “Ho visto le tue mutandine di cotone semplice e hai cosa è entrato nei miei pensieri?”

    Buffy frignò debolmente quando lo sentì separarle le labbra inferiori.

    “Questo” le disse lui rocamente proprio mentre la sua testa improvvisamente andava giù.

    “Oh Dio!” urlò Buffy quando sentì la punta calda della sua lingua toccarle la clitoride. “Ohhhhhh!”

    Spike iniziò a leccarle il punto sensibile, lappando occasionalmente i succhi che ricoprivano la sua fica ben rasata.

    Il corpo di Buffy si contorse, inconsciamente alla ricerca di più. “Oh Spike, per favore...”

    Spike sorrise della disperazione nella sua voce e finalmente le circondò la clitoride con le labbra e iniziò a succhiarla nella sua bocca.

    Buffy lanciò la testa all'indietro quando sentì il fuoco crescente alla bocca dello stomaco intensificarsi. Non appena Spike inserì un dito nella sua fica bagnata, il suo corpo iniziò a sgroppare selvaggiamente. Urlò il suo nome mentre finalmente raggiungeva il suo molto atteso orgasmo. “Spike!!!”

    ***

    “Ora, tu” gli disse lei con espressione famelica mentre lo aiutava ad uscire dai pantaloni.

    Buffy lo attirò vicino a sé e ben presto lui era sdraiato sul letto con le gambe totalmente allargate. Prima che Spike potesse adattarsi a questo tipo di Buffy in carica, lei prese posto tra le sue gambe ed iniziò a pompare la sua dura asta.

    “Ti piace questo, piccolo?” ronfò Buffy, la sua confidenza che cresceva ad ogni
    suono torturato che lui emetteva.

    “Oh Buffy...” gemette lui. “Hai una qualche idea di quello che mi fai?”

    “No, ma voglio scoprirlo, Spike” stuzzicò lei mentre l'altra mano iniziava ad accarezzargli le palle.

    “Ohhhhhhhh!” Spike strinse forte gli occhi per il piacere.

    Buffy sogghignò leggermente, adorando il fatto che fosse finalmente il suo turno di farlo contorcere per il piacere. “Spike... piccolo... la cosa che mi eccita davvero è la consapevolezza che tu non avresti dovuto mostrarmi il tuo appetitoso corpo nudo e tuttavia sei qui”

    Nonostante lo stato in cui era, Spike riuscì a mostrale un'espressione di sorpresa. Non è qualcosa? Buffy sa essere una piccola attaccabrighe a letto se vuole. Ha un miscuglio di innocenza e sfrenatezza in lei... una combinazione letale. Che meravigliosa maliziosa sorpresa si è rivelata essere... la mia Buffy.

    “Dimmi, Spike. Come è avere la tua migliore amica vergine che guarda il tuo corpo indifeso e sudato... con la sua mano che pompa furiosamente il suo lungo grosso cazzo?” Non riesco a credere di averlo appena detto!

    “Oh Dio! Buffy... per l'inferno maledetto io...” balbettò lui attraverso la sua estasi accecante.

    Buffy lasciò che i suoi occhi banchettassero sul roseo cazzo eretto che aveva intrappolato tra le sue piccole dita. “O preferiresti se facessi questo?” chiese Buffy proprio prima di piegarsi in basso a leccare la fenditura da cui stava già fuoriuscendo il pre-coito.

    “Cazzo!!!!” urlò lui, la testa che si dibatteva per il piacere.

    “Spike” gli disse Buffy, la sua persona timida che prendeva il sopravvneto. “Non l'ho mai fatto prima ma vorrei provare e metterti... nella mia bocca. Puoi aiutarmi?”

    “Oh... porco cazzo” imprecò lui mentre cercava disperatamente di impedirsi di venire. “Devi prenderlo solo a poco a poco... (ansito) lascia che mi adatti alla sua bocca prima che tu...”

    Le sue paroel furono improvvisamente rimpiazzate da lamenti impotenti quando lei iniziò a prenderlo dentro.

    “Oh cazzo... si...” sibillò lui, cercando sul serio di non spingersi nella sua bocca. “Poi muovi le tue...gah...labbra su e giù... Dio si... muovi la tua calda dolce bocca... lo volevo da così tanto”

    Lei sapeva che erano solo parole, ma non poté fare a meno di immaginarsi lui dirle e intenderle. “Mmmm Spike” gemette mentre iniziava ad aumentare il ritmo.

    “Ohhhhh si... prendimi dentro... prendimi tutto dentro... gah” Spike divenne allarmato quando iniziò a sentire l'impeto incombente del suo orgasmo. “Buffy non posso... sto per...” mormorò indistintamente mentre Buffy non faceva movimento di lasciar stare il suo cazzo. “Sto venendo...amore...”

    Spike si morse il labbro per impedirsi di urlare ad alta voce mentre i suoi fianchi sgroppavano incontrollati. Alla fine, si sentì esplodere nella sua bocca.

    Stava ancora tornando giù dal suo orgasmo quando Buffy lo attirò vicino per un bollente e rovente bacio. Spike si sentì indurire di nuovo mentre si assaggiava nella bocca di lei. Spike li capovolse velocemente così che fosse sdraiato sopra di lei. Senza vestiti a separarli, il calore gli riempì i lombi mentre i seni di lei gli solleticavano il torace, il cazzo riposva contro la pancia di lei e la sua gamba toccava il suo centro caldo.

    Non ci volle molto perché i loro baci divenissero più disperati. “Buffy... ti voglio...”

    “Spike... ungghhh è così bello” gemette lei mentre lui le mordicchiava il labbro inferiore.

    Spike stava velocemente perdendo il controllo. Voglio fare l'amore con lei... voglio disperatamente sentire... non riesco a stare lontano... per l'inferno maledetto!

    Buffy boccheggiò quando lo sentì strofinare il suo cazzo dolorante contro la sua entrata. “Spike...”

    Ma invece di spingersi dentro, lui lo manovrò verso l'alto così che scorrsse contro la sua clitoride. Iniziò a strofinarlo contro il suo nocciolo con un movimento rapido guardando il suo viso contorto per il piacere.

    Buffy fissò in basso tra i loro corpi e sentì il proprio tremare. La vista e la sensazione del suo cazzo che correva su e giù sopra il suo punto sensibile era così intensa ed erotica che Buffy venne con forza nell'arco di secodni. “Spike!!!”

    Ci vollero alcune altre scivolate prima che Spike si lascisse finalmente andare. “Unggghhh Buffy...” Spike uscò le braccia per supportarsi ed evitare di collassare sopra di lei.

    Spike prese un fazzoletto dal lato del suo letto ed iniziò a pulirle la sua venuta dalla pancia e da sopra il suo cazzo. Una volta che ebbe finito, si lasciò sdraiare sul letto accanto a lei mentre i loro respiri si mescolavano nell'aria.

    “Scusa per il caos” le disse lui colpevole, domandandosi se lei avesse notato quanto era andato vicino a rompere la sua promessa.

    Buffy tirò su la coperta sopra i loro corpi nudi. “E' stato un buon caos”

    Spike ridacchiò, poi si voltò a guardarla. “Sei stata maledettamente eccezionale”

    Dio, era ancora più attraente anche con i capelli tutti incasinati. “Hai fatto tu stesso il lavoro”

    “Mi hai fatto venire due volte. Non mi è quasi mai successo con nessuna”

    “Quello che ogni donna vuole sentire” disse lei mentre si voltava altrove.

    Notando il sarcasmo nella sua voce, un sorriso malizioso si formò sulle labbra di lui. “Noto gelosia?”

    “No, io gelosa? Pfff!”

    Spike stava per dire qualcosa di più quando notò i due sbadigli consecutivi che la sopraffecero. “Vieni qui, amore?”

    Se solo lei avesse guardato, avrebbe visto il bagliore negli occhi di lui quando si mise a cucchiaio contro la sua schiena, avrebbe visto l'espressione tenera mentre le posava un bacio sulla spalla... avrebbe scoperto i suoi veri sentimenti perché lui li stava praticamente esponendo sul viso in quel preciso momento.

    Ci vollero solo pochi secondi prima che lui sentisse il suo respiro basso e regolare. Minuti dopo, la seguì.










    Capitolo Tredici - Complicato

    5 di mattina

    Era ancora buio quando Spike si svegliò con un ghigno infantile sul viso. Anche nel suo stato mezzo sveglio, si sentiva felice.

    Spike si voltò e fissò con desiderio la ragione principale di tutte le sensazioni calde e svolazzanti nel suo torace. Buffy.

    Lentamente si mosse così che la sua testa fosse a livello con quella di lei.

    Così bella, meditò mentre le sua dita iniziavano a giocare con alcune delle ciocche di capelli che gli solleticavano il torace. Si domandò fugacemente se dovesse svegliarla o meno e mettere fine al suo tormento dichiarando il suo amore per lei. Voleva farlo. Così tanto che poteva praticamente sentire il suo cuore fare un piccolo ballo ogni volta che cercava di immaginare la scena dentro la sua testa.

    Come avrebbe adorato portare lei alla festa di Sabato invece di Dru! Ma poi parte del suo cervello gli avrebbe ricordato flash della scena intima che aveva interrotto il giorno precedente. Ricordare quella scena avrebbe istantaneamente inacidito il suo buon umore. Qualcosa che instillava all'istante dentro la sua mente altri dubbi, portandolo a speculare se quello che era successo tra loro era ancora parte del piano di Buffy per riconquistare Angel.

    ***

    Buffy stava sognando. Il suo subconscio la riportò alla scena con Angel del giorno prima. Solo che questa volta, la fine era piuttosto diversa.

    “Spike... Per favore non andare...” chiamò dietro Spike dal vano della porta.

    “Buffy perdonami... Voglio che torniamo insieme” le disse Angel.

    “Angel, non posso più stare con te”

    “Dannazione, Buffy, per favore dimmi perché mi stai spingendo via? Non puoi. Siamo destinati a stare insieme, piccola” le domandò Angel amaro.

    “Perchè non ti amo... non l'ho mai fatto. Io amo... Spike”


    ***

    Spike alzò un sopracciglio. Non è eccezionale? Sembrava che ad un certo punto dopo che aveva iniziato ad accarezzarle la levigatezza del viso, Buffy aveva iniziato a parlare nel sonno. Spike sapeva che non era giusto origliare il chiacchiericcio del suo subconscio. Ma quando catturò il debole suono del suo nome dalle sue labbra, si ritrovò anche più intrigato e decise di muovere l'orecchio più vicino alle sue labbra.

    “Spike... per favore...”

    Spalancò gli occhi. Sta sognando di me?

    “Angel... (mormorio irriconoscibile) stare con te... (mormorio) ti amo...”

    ***

    Quando Joyce arrivò quattro ore più tardi, il suo viso si colmò immediatamente di preoccupazione. Era piuttosto inusuale vedere sua figlia in giro per la cucina durante un bellissimo Sabato assolato. Non le ci volle molto per capire che qualcosa non andava.

    “Buffy, come va a scuola dolcezza?”

    “La scuola è okay” rispose lei in modo inanimato. Giocò con i pancakes nel suo piatto e poi alzò gli occhi sulla madre. “La mia professoressa ti ha chiamato per la gomma che è rimasta bloccata nella mia recensione del libro perché le ho già detto che-”

    “No, la tua professoressa non ha chiamato”

    “Oh” replicò Buffy scioccamente. “In questo caso, allora fingi di non aver sentito niente riguardo l'incidente della gomma”

    “Riguada la chiamata di tua Papà di due giorni fa? Ha cancellato il vostro appuntamento per lo spettacolo sul ghiaccio oggi, quello a cui avevi progettato di andare da mesi quindi è piuttosto comprensibile se ci stai male al riguardo” le disse Joyce. “Potrei chiamarlo se vuoi e forse persuaderlo a-”

    “Non è davvero necessario. Mamma. Negli ultimi due anni, Papà ha chiamato all'ultimo minuto, inventando ogni tipo di stupida scusa. Ci sono tipo abituata sul serio. Ho superato l'intera cosa di Buffy che trascorre un compleanno felice con suo papà”

    “Se non è tuo papà, allora cos'altro ti preoccupa, tesoro?”

    Buffy guardò il suo piatto. Non era molto sicura se fosse già pronta a confessare a sua madre tutto.

    Joyce si sedette al bancone accanto a lei. “E' Angel? Ti sta complicando la vita a scuola?”

    “Oh mamma” sospirò Buffy. “E' sempre così complicato?”

    “Cosa è complicato?”

    “Gli uomini” disse Buffy debolmente, appoggiando la testa sulla spalla della madre.

    “Ah. Gli uomini” ridacchiò Joyce. “Una domanda antica”

    “Probabilmente è perché sono troppo giovane giusto? È per questo che sto facendo difficoltà a capirli?”

    “Buffy dolcezza io sono sull'orlo della fase pre-menopausa e ancora non li ho capiti”

    “Angel è venuto qui ieri”

    “Oh” Il viso di Joyce diventò improvvisamente allarmato. “Allora come è andata? Presumo che si sia umiliato in grande quantità”

    Buffy alzò gli occhi sulla madre interrogativamente. “Come sapevi che mi avrebbe chiesto di riprenderlo?”

    “Tesoro sarebbe dovuto essere idiota per non capire che aveva commesso un grande errore lasciandoti andare. Allora siete tornati insieme ora?”

    “Vedi questo è il fatto. Giorni fa l'avrei ripreso indietro in un batter d'occhio ma ora...”

    “Le cose sono più complicate?”

    “U-huh.”

    “Ed è per colpa di Spike?”

    Joyce soffocò un ghigno quando sentì il corpo di Buffy irrigidirsi.

    Buffy si sedette diritta e guardò la madre colpevole. “Come-?”

    Joyce le rivolse un sorriso rassicurante. “Sono la tua mamma. Quindi, è mio lavoro sapere queste cose. Specialmente quando coinvolgono mia figlia”

    “Non sei sconvolta?”

    “William è una persona fantastica dolcezza. Dentro e fuori. Ho sempre saputo che saresti stata al sicuro e amata con lui in giro. A dirti la verità, non sono sorpresa che tu abbia sviluppato sentimenti verso di lui”

    “Beh io sì. È venuto fuori per me come uno shock quando l'ho realizzato. Sapevo che gli ho sempre voluto bene come amico ma...”

    Joyce la guardò severamente. “Buffy, a chi ti rivolgi di solito quando hai dei problemi?”

    “Tu...” disse Buffy velocemente poi divenne esitante quando aggiunse. “... e Spike. Ma questo è solo naturale dato che siamo migliori amici”

    “Solitamente non iniziano così?”

    “Non tutti”

    “Lo so ma” Joyce le rivolse un ghigno canzonatorio. “Desiderei che tu potessi vederti allo specchio ogni volta che appare Spike. È quasi divertente quanto sembri inconsapevole di questo, quanto inconsciamente lo cerchi se non è in giro”

    “Aspetta. Hai detto... ogni volta. Sapevi di questo da tanto tempo e non hai detto una parola?”

    “Pensavo sarebbe stato meglio se mia figlia l'avesse capito da sola. Non volevo sembrare come se stessi cercando di accoppiarvi io stessa” Sorrise a mo' di scusa.

    “Beh desidererei che me l'avessi detto così mi sarei impedita di...” guardò in basso, sentendosi improvvisamente imbarazzata per aver quasi spiattellato la parola con la A. sarebbe sembrato davvero strano dato che non aveva mai usato Spike e la parola “amore” nella stessa frase prima.

    Joyce le sollevò il mente. “Oh tesoro, perché mai vorresti fare una cosa del genere?”

    “Mamma, sai com'è lui con le ragazze. Sono tipo confusa che tu non pensi che Spike sia cattive notizie per tua figlia”

    “Beh non pensi che sia piuttosto possibile che la ragione perché lui è così sia perché pensava che non potesse avere la ragazza che voleva?”

    “Quando dici – la ragazza che non poteva avere, non stai per caso parlando di me, giusto?” Buffy questa volta rise. “Perché è la cosa più divertente che abbia mai sentito... sai, in un modo non divertente”

    “Non penso affatto che sia divertente. Sono seria. Hai mai visto il modo in cui ti guarda?”

    “No, COME mi guarda?” domandò lei esitante.

    “Come il modo in cui tu guarderesti lui solo dieci volte di più dato che William tende a parlare con il cuore in mano”

    Buffy scosse la testa. Mamma probabilmente aveva capito male. Se Spike teneva a lei, non avrebbe lasciato il suo fianco nel letto quella mattina senza dire addio... senza neanche salutarla il giorno del suo compleanno. “Ma non pensi che avrebbe avuto più senso se lui me l'avesse detto... se fosse davvero... cosa che so che non è”

    “Beh, vedi questo è il fatto. Gli uomini sono complicati” scherzò Joyce.

    Buffy diede alla madre un caldo abbraccio. Sarebbe stata tentata di discutere che lei conosceva Spike abbastanza bene per sapere che se non si sarebbe innamorato di qualcuno come lei. Erano persone totalmente diverse per quanto riguardava l'impegno e i loro concetti su cos'era il vero amore. Mentre Buffy credeva nel vero amore così tanto che era disposta a combattere per questo, Spike aveva scelto di giocare in giro e non prendere nessuna relazione seriamente. Beh, eccetto per Cecily, per cui lei sospettava lui tenesse ancora la torcia dopo tutti questi anni. Oh quanto desiderava di poterla incontrare uno di questi giorni in modo da poterle spaccare la testa per aver rovinato del tutto la percezione delle donne di Spike.

    Per quanto riguardava Buffy, mettere fine al loro stupido accordo avrebbe fatto ad entrambi un favore. In quel modo, potevano andare avanti con le loro vite senza distruggere quello che era rimasto della loro amicizia. Avevano bisogno di tornare a com'erano prima le cose... prima che tutto facesse boom. La scorsa notte non sarebbe dovuta succedere. Anche se era stata la notte più sorprendente che avesse mai provato nella sua vita. Era stato un momento di debolezza da parte sua che le aveva permesso di vedere Spike per chi era realmente per quanto riguardava le sue amanti. Se questo era il trattamento che aveva avuto per essere quasi caduta totalmente in tentazione, non riusciva ad immaginare quanto orribile sarebbe stato il risultato una volta che avessero fatto sul serio la vera cosa.

    “Le cose andranno bene, dolcezza” Joyce le baciò la sommità della testa. “Vedrai. Il giorno non ancora finito. È il tuo compleanno e chi sa cosa c'è in serbo per te alla fine della giornata. Potrebbe rivelarsi essere il tuo miglior giorno”

    Buffy ne dubitava. “Mamma, stai guardando troppi episodi di Spongebob”

    Joyce sorrise e strinse la sua stretta su di lei. Normalmente non avrebbe considerato di chiamare Hank, ma Joyce aveva preso la decisione di farlo. Sua figlia aveva bisogno di lui ora più che mai prima.

    ***

    Un'ora più tardi (totalmente POV di Spike)

    Uscendo di casa in jeans e maglietta blu, Spike iniziò a comporre il numero di telefono di Xander.

    “Sto per venire lì, cucciolo... no naturalmente no. Non mi metterò a piagnucolare su di te...Sto aspettando da tutto il giorno di giocare a biliardo” E bere tanta tanta birra così da poter dimenticare... “Sarò lì tra 15 minuti” E attaccò.

    Non sarebbe mai dovuto andare a casa sua in primo luogo. Come aveva potuto essere così stupido! Buffy non l'aveva mai amato e probabilmente non l'avrebbe mai fatto. E quello che lo stava divorando era il fatto che non riusciva a far sì che la odiasse per questo questo dato che lei era stata totalmente onesta con lui fin dall'inizio. Avrebbe dovuto saper meglio che supporre di poter usare il sesso per farla innamorare di lui. La scorsa notte era stato l'errore più grande che avesse mai fatto in tutta la sua vita. Era stata una di quelle cose che se avesse potuto fare di nuovo, avrebbe... fatto di nuovo e di nuovo! Dannazione! Chi stava prendendo in giro? La scorsa notte era stata la cosa più meravigliosa che avesse mai sperimentato nella sua vita! Se gliene fosse stata data la possibilità, probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa e forse anche di più. Per l'inferno maledetto, ho bisogno di far muovere i miei piedi prima che esca dannatamente fuori di testa.

    Spike si obbligò a guardare diritto mentre passava vicino a casa Summers. Anche se aveva colto una figura figura familiare seduta sul portico con la coda dell'occhio, non si sarebbe fermato a guardare. No signore. Non lo farò.

    Oh Maledizione! I suoi piedi smisero di camminare. La mascella si strinse e si aprì mentre si sentiva attirato verso la ragazza che stava seduta sui gradini del portico. Come una falena alla fiamma, iniziò a camminare esitante verso di lei. Aveva la testa nelle mani e non lo vide avvicinarsi.

    “Buffy?”

    Buffy alzò gli occhi su di lui con un viso rigato di lacrime. “Spike...”

    “Che c'è che non va, passerotto?” Piegò la testa mentre il suo viso si riempì di grande preoccupazione.

    “Non ne voglio parlare” disse lei evitando il suo sguardo.

    Spike si sedette accanto a lei, la mascella stretta per la troppa rabbia. Era così pronto a cercare Angel e a prenderlo a botte se avesse scoprto che era il finocchio che l'aveva fatta piangere. “C'è qualcosa che posso fare?”

    Buffy sospirò. “E'... è mio padre”

    “Mi hai detto che non ce l'avrebbe fatta oggi. Presumo che non ha cambiato idea a giudicare dalle lacrime. A meno che siano lacrime di felicità”

    “No. Non ha cambiato idea. Ho sentito per caso mia madre parlare con mio papà al telefono e sono venuta a sapere che la ragione per cui non è riuscito a farcela questa volta era perché sta portando la sua nuova moglie, Amy, a vedere un dottore” Lo guardò con occhi tristi. “E' incinta, Spike. Nessuna meraviglia che non voglia avere niente a che fare con me. Sta iniziando una nuova famiglia con lei!”

    Era qualcosa così naturale. Per lui avvicinarsi e per Buffy appoggiare la testa sulla sua spalla. Non notò neanche che le stava facendo correre la mano sulla schiena per confortarla quando sentì il profondo sospiro di Buffy. Per l'inferno maledetto! Lo sto facendo di nuovo! Stava per dirle che doveva andare via per incontrare Xander, che probabilmente si stava già domandando cosa lo stava trattenendo. Tuttavia, si sorprese dicendo, “Sai, c'è una fiera in città a cui sto aspettando di andare da giorni ora e credo che oggi sarà l'ultimo giorno, quindi ci saranno tanti fuochi d'artificio e robe così”

    Buffy alzò gli occhi su di lui, un'espressione di perplessità le attraverso il viso.

    Sentendosi improvvisamente vulnerabile sotto il suo sguardo scrutatore, Spike si alzò improvvisamente e si dimenò. “Buffy... vorresti venire alla fiera con me?”

    L'espressione scioccata che lei gli rivolse lo fece per poco ritirare la sua offerta quasi istantaneamente. Quasi.

    “Spike…”

    “Passerotto, so che andare con me alla fiera è un povero sostituto del trascorrere del tempo con tuo papà ma...”

    Buffy iniziò a scuotere la testa. “Non penso...”

    “Penso che sia una buona idea, Spike” La voce di Joyce arrivò da dietro.

    “Mamma?” Buffy si voltò a guardare sua madre in piedi dietro di lei con un largo sorriso sul viso.

    “Volevi andare alla fiera in città di quest'anno e continuavi a rimandare. Ora è il momento perfetto per dare un'occhiata a tutte le nuove attrazioni e giostre che hanno quest'anno.”

    “Non so” Buffy si guardò i piedi.

    “Va bene signora Summers. La fierà in città è comunque piuttosto sciocca, niente di speciale. Non so a cosa stavo pensando...” mormorò Spike con rammarico mentre si voltava per andare.

    “Spike, aspetta!”

    Spike fermò i suoi passi e si voltò verso di lei di colpo, l'impazienza evidente nel suo tono. “Si”

    “Ho cambiato idea. Verrò con te”






    Capitolo Quattordici – Il giorno migliore (parte 1)

    Flashback Tre anni fa

    “Andiamo William, per favore fai una corsa con me?” disse la quattordicenne Buffy a Spike mentre si metteva in fila per la giostra.

    “Nu-uh” William scosse la testa. “Non sono venuto qui per la giostra. Voglio andare nella parte della pista da corsa”

    “Oh per favore Will, non voglio fare la corsa da sola. Ti prometto che correrò con te sulla mini-pista se vieni con me”

    “No. Non vengo. Non pensi che siamo troppo vecchi per quella corsa? Mi piaceva andare lì quando ero un ragazzino ma ora-”

    “Uno non può essere mai troppo vecchio per un giro sul Carosello”

    “E chi lo dice?”

    “Lo dice la tua miglior amica molto intelligente e carina”

    Lui alzò gli occhi. “Davvero divertente”

    “William, per favore? Farò di tutto. Ti farò anche avere un appuntamento con Hannah se vuoi”

    William la guardò, il viso imperscrutabile mentre finalmente cedeva ai suoi desideri. “Va bene. Ma solo perché mi sistemi un appuntamento con Hannah e non per altre ragioni”

    “Quali altre ragioni ci sarebbero?”

    “Dimentica. Andiamo...” Le afferrò la mano. “I Caroselli sono per gli imbecilli. Non riesco a credere che sto davvero accettando di farlo. Stai sporcando la mia reputazione da grande cattivo, lo sai questo?”

    “U-huh” tubò lei, sorridendo a dismisura. “Riesco a rovinare la tua immagine mentre faccio una corsa sulla mia giostra preferita di tutte. Sto vivendo il mio giorno preferito da sempre!”

    Fine del flashback


    “Va bene signora Summers. La fierà in città è comunque piuttosto sciocca, niente di speciale. Non so a cosa stavo pensando...” mormorò Spike con rammarico mentre si voltava per andare.

    “Spike, aspetta!”

    Spike fermò i suoi passi e si voltò verso di lei di colpo, l'impazienza evidente nel suo tono. “Si”

    “Verrò con te... solo aspetta qui mentre vado a cambiarmi” disse lei proprio prima di scomparire in casa.

    Diversi minuti più tardi ricomparve, indossando un trucco molto leggero con i capelli tirati su in una coda. Il tempo di Dicembre era in realtà caldo abbastanza da indossare un cardigan fino sopra la camicetta di chiffone verde chiaro senza maniche. Aveva cambiato la gonna con un paio di jeans tagliati. Voleva vestirsi il più comodamente possibile giusto nel caso in cui avesse deciso di andare sulle corse più spaventose e veloci.

    “Allora, vuoi camminare o possiamo prendere la mia macchina e arrivare lì più velocemente?” suggerì Spike.

    “Spike, è solo ad un paio di isolati di lontananza”

    “Lo so, ma conoscendoti probabilmente vorrai andare su ogni giostra alla fiera, e ho pensato che sarebbe stato meglio se avessi conservato la tua energia”

    “Bene, tu guida mentre io vado lì a piedi da sola e potremmo semplicemente incontrarci all'entrata” replicò lei irritata mentre iniziava a camminare.

    Spike borbottò un'imprecazione sotto voce mentre correva a bloccare il suo percorso. “Aspetta”

    Buffy lo fissò impaziente. “Cosa ora?”

    “Perché ti stai comportando come una mocciosa tutto ad un tratto?”

    Buffy sospirò esageramente, “So che hai ovviamente qualche altro posto dove vorresti essere, e che sei qui con me ora solo perché hai visto quanto ero turbata. Ma sto bene adesso. Non devi starmi attaccato solo perché mia mamma te l'ha chiesto. Posso invece chiamare Willow e chiederle di venire con me alla fiera”

    “Hai ragione. Non ti mentirò” le disse Spike. “Avevo qualcosa programmato per questo pomeriggio ma ho cambiato idea”

    “Proprio così? Hai cambiato idea?” chiese lei con espressione inquisitoria, posando le braccia sul torace.

    “Beh, è il tuo compleanno, Summers” le disse lui gentilmente.

    “Allora?” Lacrime le salirono improvvisamente agli occhi ma resistette perché non voleva che lui la vedesse piangere. Se davvero gli fosse importato non mi avrebbe lasciato questa mattina senza dire addio.

    “Onestamente, voglio solo essere in grado di trascorrere del tempo con la mia migliore amica nel suo giorno speciale. Per favore, amore. Solo io e te. Che dici?” Giusto. Nessun finocchio a rovinare la nostra giornata... speriamo. “Sarà tutto offerto da me”

    E proprio così, le mura che aveva costruito attorno a se stessa caddero in rovina.

    “Offerto da te? Cosa, hai sbattuto la testa contro il muro sulla strada per casa? È così non da te” disse lei, con un accenno di sorriso che le giocava sulle labbra.

    “Chiamalo il tuo regalo di compleanno e di diploma. Dato che hai indietro Angel. Immagino non ti serviranno ulteriori lezioni da me”

    “Oh” replicò Buffy guardando in basso i suoi sandali. Sarebbe dovuta essere lieta che Spike le stesse togliendo uno dei suoi problemi dalle mani, ma non lo era. Lui stava davvero concordando con lei sul serio questa volta senza una traccia di rabbia sul fatto che dovessero tornare alla loro relazione platonica... ma tutto quello che lei voleva era baciarlo e attaccarsi a lui come una matta e non lasciarlo andare.

    “Guarda passerotto, abbiamo entrambi quello che volevamo. Io ho preso Dru e tu hai preso Angel. Ma non è questo che voglio celebrare” disse lui mentre si allungava a prenderle entrambe le mani e le stringeva forte. “Voglio celebrare noi”

    “Noi?”

    “Voglio celebrare il fatto che siamo entrambi fortunati da avere l'un l'altro a cui rivolgerci”

    L'espressione sul viso di Spike era così sincera che provocò immediatamente in Buffy di sentirsi colpevole.

    “Mi dispiace” si scusò Buffy. “Eccoti qui che cerchi di tirarmi su di morale e io sono di nuovo la solita irritata”

    “Sei perdonata, passerotto” le disse Spike con un ghigno, il braccio che la circondava mentre iniziavano a camminare. “Andiamo, ti comprerò del gelato quando arriviamo lì”

    “Al gusto di cioccolato?”

    “Sicuro, con caramelline alla mente sopra”

    “Mi conosci così bene”

    ***

    “Wow! È stato così fico!” ridacchiò Buffy eccitata mentre scendeva dalle montagne russe. “Voglio andare di nuovo, Spike... Spike?”

    Buffy cercò di sopprimere una risata mentre guardava il biondo ossigenato barcollare in preda alle vertigini verso di lei. “Che ne dici di riposare un pò, si?”

    “Oh andiamo, non ti starai arrendendo proprio ora, vero? Abbiamo appena iniziato...”

    “Iniziato?!! Siamo già stati su e giù su quelle montagne russe per qualcosa come quattro dannate volte ora! Giuro se che se ci andiamo di nuovo, il mio intestino mi uscirà dalla bocca mentre siamo in mezzo all'aria”

    “Eck! Che visuale disgustosa! Sei un nonnetto... Va bene. Riposeremo” Buffy roteò gli occhi.

    “Bene”

    “Dico perché non ci sediamo...” Buffy esaminò l'area. “vicino a una di quelle bancarelle?”

    Quando lo sguardo di Spike seguì l'area che lei stava indicando, un grande cipiglio gli si formò sul viso. “Ci siamo già stati lì, amore. Qualcosa come una dozzina di volte e non hai vinto niente”

    “Ma io voglio davvero vincere il maiale rosa...” disse lei, tirandolo verso una delle bancarelle. “Puoi giocare anche tu se vuoi”

    “No grazie, ho già cercato di vincerti quel dannato maiale stamattina, e ogni volta, sono riuscito a colpire un vampiro su tre”

    “Ma avevo giò pensato ad un nome per il mio maiale rosa. Lo chiamerò Mr Gordo”

    “Giusto, perché un nome veramente fico” le disse Spike sarcasticamente.

    “Spike, per favore? Spenderò i miei soldi questa volta. Voglio provare di nuovo”

    “Sei sicura?” Lui alzò un sopracciglio. “Fai davvero schifo con arco e freccie”

    Buffy corrugò la fronte. “Beh, sai quello che dicono... La pratica rende perfetti”

    “Va bene, riccioli d'oro” disse lui, rivolgendole un'occhiata di disapprovazione quando lei iniziò a tirare fuori il portafogli. “No. Offro io”

    “Ma-”

    “Dicevo sul serio quello che ho detto tempo fa, Buffy. Oggi sarà tutto offerto da me”

    “Grazie” Buffy gli sorrise dolcemente mentre lo guardava pagare l'uomo che lavorava nella bancarella.

    Ben presto Buffy stava puntando l'arco e la freccia ai piccoli obiettivi a forma di vampiro che sarebbero apparsi alternativamente. Doveva colpirne almeno due per avere il premio del maiale. Ma, sfortunatamente, di tutti e cinque i giochi che fece, non colpì un singolo vampiro.

    Spike sorrise compiaciuto e scosse la testa quando Buffy gli andò incontro con un grande broncio sul viso. “Stai bene, amore?”

    “Non riesco a credere di non aver colpito niente” disse lei, il labbro inferiore sporgente.

    Aveva appena speso la sua paghetta settimanale ad un gioco del colpisci-il-vampiro, ma tutto quello a cui riusciva a pensare era a quanto voleva prendere quel suo labbro inferiore tra i denti e...

    “Spike?” Buffy gli passò una mano davanti al viso.

    “Mi dispiace. Stavo solo...” Si schiarì la gola. “Oh guarda, non c'è la fila alla Ruota Panoramica” Bella salvata, Spike.

    “C'è una ragione per cui non hanno la fila” mormorò Buffy quando lui le afferrò la mano e la tirò verso una cabina per comprare altri biglietti. “E' una giostra noiosa”

    “No non lo è, sei solo spaventata dal salirci”

    “Io spaventata? Di un'innocua Ruota Panoramica? Mi stai prendendo in giro”

    “Allora come mai non ti ho mai visto fare un giro su una?”

    Buffy chiuse e aprì la bocca prima di riuscire a produrre una debole risposta. “Come ti ho detto prima, è noiosa”

    “Pessima” le disse Spike, tirandola verso l'entrata.

    “Okay, mi hai beccato. La Ruota Panoramica mi dà i brividi” disse lei arricciando il naso per enfatizzare il punto.

    “Perchè?”

    “Perché, ho paura delle altezze”

    “Ora questo so che sono solo sciocchezze e lo sai! Puoi andare sulle montagne russe qualcosa come centinaia di volte ma non puoi andare sulla Ruota Panoramica perché hai paura delle altezze” disse lui incrociando le braccia, un gesto che faceva solo se era sia irritato che divertito.

    “E' vero. SONO spaventata dalle altezze. Le montagne russe che abbiamo qui a Sunnydale non sono così alte” cercò di spiegare lei. “Sono veloci abbastanza perché io non noti quanto siano sul serio alte. Ho fatto una corsa in quella noiosa Ruota Panoramica quando ero più piccola e ricordo che si muoveva così lentamente che potevo vedere e sentire quanto ero lontana dal terreno. Come al momento in cui raggiungi la crima, guh!!!”

    “Buffy, ti stai comportando da sciocca, amore”

    “Sono seria, Spike. Urlerò se mi forzi a fare un giro in quella cosa”

    “No non lo farai” Spike la accompagnò verso il loro sedile.

    “Va bene” concesse Buffy mentre guardava l'uomo che lavorava alla Ruota Panoramica assicurare la sicura al loro sedile.

    Buffy strinse fortemente il bordo del sedile. Mentre iniziavano a salire, sentì lo stomaco iniziare a rivoltarsi.

    “Vedi, non c'è niente di cui avere paura. L'uomo sta solo cercando di riempire ogni posto ed è per questo che la giostra si sta muovendo e fermando” la rassicurò Spike.

    “Oh Dio!” mormorò Buffy nervosamente. “Se finirò per vomitare sui miei jeans preferiti, sarà tutta colpa tua”

    Spike nascose un sorriso quando notò che Buffy aveva già iniziato a spostarsi lentamente più vicino a lui. “Guardami, Buffy”

    Buffy non stava ascoltando. Non poteva evitare di sentirsi un po' in preda al panico mentre raggiungevano la vetta.

    “Buffy. Vieni qui.”

    Buffy si mosse più vicino a lui fino a che le loro gambe si toccarono. “Santa merda! Posso praticamente vedere le nostre case da qui!”

    “Davvero?” I suoi occhi seguirono l'area che lei stava guardando.

    Buffy stava cercando con molta difficoltà di mantenersi calda mentre iniziavano a scendere. Aprì la bocca per appianare il suo respiro quando la ruota ricominciò la sua salita spacca-nervi ancora una volta. Ben presto si stavano muovendo con una rotazione stabile da far tremare la spina dorsale.

    “Beh non sono molto sicura dato che tutte le case sembrano le stesse da qui su, ma due di quelle potrebbero essere la tua e la mia” chiacchierò nervosamente lei.

    Erano migliori amici da quattro anni e ancora, non riusciva a trovare un singolo momento con lei noioso. Ogni volta che lei reagiva a qualcosa o apriva la bocca per parlare, si ritrovava a sorridere e a scuotere la testa per il divertimento. A questo livello, se pensava che sarebbe riuscito a superarla così facilmente, non avrebbe potuto sbagliare di più.

    Buffy stava attualmente guardando gli altri sedili di sotto e notò che c'erano solo tre sedili che erano ancora vuoti. Ghignò birichinamente quando vide che la coppia dietro di loro stava diventando parecchio intima. Hmm, sono così carini.

    Spike doveva averle letto la mente perché improvvisamente lo sentì prenderle la mano nella sua. Quel tocco innocente da solo portò diversi brividi deliziosi a viaggiarle dappertutto fino alla punta dei piedi.

    “Spike?” Lei vide la sua testa scendere lentamente. E il momento in cui le sue labbra toccarono le sue, sentì un dolore dolce-amaro strattonarle il cuore. Buffy trattenne un singhiozzo mentre le lacrime iniziavano a salirle negli occhi. Come aveva potuto andarsene e ora baciarla come se niente fosse successo? E tuttavia anche con la rabbia che le saliva veloce nel torace, si ritrovò a ricambiare il bacio. Come può fingere che.. Dio, è tortura. Sospirò. Il modo in cui la baciava era tortura. Via erano andati i baci duri e che facevano male. Al posto, c'erano ora sostituiti tocchi morbidi come piume che la lasciavano ad implorare per di più mentre il suo cuore doleva. Si domandò se in qualche modo lui stesse cercando di trasmettere qualcosa attraverso i suoi baci magici.

    Per favore amami, pensò lui disperatamente mentre continuava a farle leggeri gentili baci sulle labbra. Non cercò di approfondire. La sua lingua continuava a nascondersi dietro i denti e tuttavia la sua disperazione dietro ogni singolo bacio che dava era ancora profondamente evidente.

    Quando alla fine si ritirarono, lei lo guardò negli occhi e si ritrovò ipnotizzata dalla quantità di emozione che vi tremolava dentro. C'erano così tante cose che voleva dire e tuttavia scelse di rimanere in silenzio, spaventata dal fatto di poter rovinare il loro magico momento.

    Neanche Spike parlò. Continuarono solo a fissarsi l'un l'altro con stupore fino a che la loro corsa arrivò finalmente ad uno stop. Praticamente volarono scintille sulla loro testa quando lui le prese la mano e la condusse a sedere in una delle bancarelle.

    “Buffy, posso chiederti qualcosa?”

    Buffy cercò con difficoltà di mascherare l'attesa nella sua voce quando replicò, “Chiedi pure”

    “Sei ancora innamorata di Angel?”

    Capitolo Quindici - Il giorno migliore (parte 2)

    “Buffy, posso chiederti qualcosa?”

    Buffy cercò con difficoltà di mascherare l'attesa nella sua voce quando replicò, “Chiedi pure”

    “Sei ancora innamorata di Angel?” domandò Spike, cercando di sembrare noncurante anche se sapeva già che la risposta che lei gli stava per dare.

    “Spike...” Buffy guardò in basso. “Angel è una grande parte della mia vita. Mi ha aiutato in qualche modo... a capire cos'è il vero amore...” Mi ha fatto capire chi amo sul serio. “Ma lui è...”

    “E' okay, sai, sentirti così nei confronti del finocchio anche se ti ha fatto del male. Io capisco completamente. Una volta che ami qualcuno, è...” deglutì forte. “E' difficile forzarti di smettere”

    Stava parlando di Cecily? “Hai ragione” replicò Buffy debolmente. “Una volta che ami, non può più smettere”

    Spike guardò velocemente altrove mentre il dolore guizzava momentaneamente nei suoi occhi.

    Buffy stava cominciando a sentirsi a disagio per la conversazione che stavano avendo, il che la portava a diventare irritata con le cose attorno a lei. Anche la musica suonata dagli altoparlanti alla fiera stava iniziando a darle ai nervi. “Diamine, odio questa canzone”

    “Che canzone?” Spike cercò di individuare la musica di cui lei stava parlando. “Non è così male. Succede che a me piace”

    Buffy lo guardò severamente. “A te, Spike Giles piace sul serio una canzone sdolcinata dei Five- for-fighting?”

    “Beh, ha un bel ritmo”

    Buffy roteò gli occhi e si alzò impaziente. “Faremo meglio ad andare. Sta iniziando comunque a fare buio”

    Spike si domandò cosa improvvisamente le aveva fatto attorcigliare le mutande. Aveva detto qualcosa che l'aveva turbata? Maledizione, imprecò dentro di sé quando lei iniziò a camminare di fretta. Si sentì così deluso da come stavano andando le cose, specialmente quando la ragione per cui l'aveva portata alla fiera era prima di tutto per tirarla su di morale. “Aspetta, che ne dici di un'altra giostra?”

    “Non so” disse lei persa in pensieri profondi. “Abbiamo provato praticamente ogni singola giostra. Voglio solo andare a casa”

    “Beh non tutte” Spike indicò verso il carosello.

    Il sorriso accecante che Buffy gli concesse gli fece quasi fermare il cuore.

    “Ora stai davvero iniziando a farmi preoccupare” disse Buffy.

    “Perché?”

    “Perché odi i caroselli! Credo che le tue esatte parole siano state – i caroselli sono per gli imbecilli... stai sporcando la mia immagine da grande cattivo e tutta quella roba” disse lei, cercando di imitare il suo accento Inglese.

    “I Caroselli non sono davvero così male” le disse lui, la mente che richiamava un veloce flashback di loro quattordicenni, che si tenevano la mano tra i cavalli e ridevano come una coppia di ragazzini matti. “In più, è il tuo compleanno e so che questa è la tua giostra preferita tra tutte”

    “E' la mia giostra preferita. Volevo chiederti di fare un giro con me da quando siamo arrivati qui” replicò lei mentre lasciava che lui le prendesse la mano verso la fila. Una fila molto lunga.

    “Beh, perché non l'hai fatto?”

    “Ho pensato che avresti riso di me dato che siamo un po' troppo grandi per farci un giro”

    Spike ridacchiò, “Beh qualcuno una volta mi ha detto che non puoi mai essere troppo grande per fare un giro sul carosello”

    “Dio, quel qualcuno deve essere stato davvero convincente...” poi aggiunse per buona misura, “e davvero molto carino per farti agire in questo modo”

    Lo sguardo serio che Spike le rivolse le provocò improvvise sensazioni svolazzanti nello stomaco. “Lo è”

    ***


    Ci volle quasi mezz'ora prima che Spike e Buffy terminassero la fila. C'era una corsa di altri ragazzini e adolescenti per prendere i posti buoni sul carosello, tuttavia, rimase un solo cavallo su cui fare il giro una volta che Spike e Buffy arrivarono.

    Spike e Buffy si guardarono l'un l'altra e sorrisero in modo imbarazzato.

    “Immagino faremmo meglio ad aspettare la prossima corsa” disse Buffy.

    “No, tu va avanti, io aspetterò qui fuori, passerotto”

    “Non mi dispiace davvero aspettare la prossim acorsa. Sul serio,non è importante” Voleva che Spike fosse con lei.

    “Rimani, Buffy. Sul serio. Stiamo aspettando in fila da non so... un'eternità? Meriti di sedere su quel cavallo”

    “Beh, e se lo dividessimo?” suggerì Buffy.

    Spike alzò un sopracciglio. “Cosa?”

    “E' uno dei cavalli più grandi che hanno qui, comunque. Sono sicura che potremmo entrarci entrambi” disse lei mentre si sistemava sulla falsa sella.

    “Ma...”

    “Andiamo, Spike. L'uomo che fa correre la bancarella sta iniziando a fissarci male”

    Spike saltò sul cavallo e prese posto dietro di lei.

    Il momento in cui sentì il corpo caldo di Spike toccarle la schiena, il suo cuore iniziò a battere imprevedibilmente. Lui si mosse un po' più vicino fino a che lei poté sentire le sue gambe toccarle le sue.

    “Puoi tenerti a me mentre io tengo il palo” suggerì lei.

    Spike non si perse il leggero cambio nel suo tono di voce. I suoi occhi iniziarono a scurirsi mentre le metteva un braccio attorno alla vita. Mosse le labbra vicino al suo orecchio quando parlò. “Sicuro amore. Non mi piace molto l'idea di cadere giù da un finto cavallo. Non è molto virile”

    Buffy ridacchiò nonostante il nervosismo. Buffy non resistette all'impulso di appoggiarsi all'indietro sul suo torace mentre il carosello iniziava a muoversi.

    “Dimmi, cosa c'è di così brutto nella canzone da fartela odiare?” Aveva deciso di chiedere lui quando iniziò a sentire il suo corpo rispondere alla vicinanza di lei. Forse non lo noterà se la impegnava in una conversazione.

    Ma lei notò. La sua vicinanza stava facendo strage nei suoi sensi, quindi ci vollero diversi secondi prima che Buffy fosse in grado di registrare di cosa lui stesse parlando. “E' solo che sembra così triste e deprimente”

    “Quale parte è deprimente?”

    “Beh la parte deprimente è tipo difficile da perdere dato che inizia con un uomo che muore nel 95” disse lei, cercando di mantenersi stretta al palo mentre il cavallo iniziava ad alzarsi ed abbassarsi.

    Buffy avvertì il morbido svolazzare nel suo stomaco intensificarsi quando sentì la sua risata vibrare dal suo torace nella sua schiena.

    “Non so te ma a me piace un po' quella parte della canzone” Lui si schiarì la gola prima di aprire la bocca per cantare.

    “Aspetta. Stai davvero per cantare?” chiese Buffy con tono divertito.

    “Lo sto per fare, solo per provarti che sbagli riguardo questa canzone. Ma devi promettermi che non riderai”

    “Okay” disse lei, ridacchiando.

    “Okay, ci siamo,

    The batter swings,
    And the summer flies
    As I look into my angel's eyes


    Buffy si irrigidì mentre lui le cantava dolcemente la canzone in un orecchio. Maledizione, in tutti gli anni in cui si conoscevano, lei non aveva mai saputo che lui sapesse cantare. Cantava molto lentamente, un tono più basso della versione originale ma il risultato era molto più affascinante e tenero.

    A song plays on
    While the moon is high over me
    Something comes over me


    Buffy sentì il fremito correrle lungo la spina dorsale mentre Spike posava la mano destra sopra la sua spalla sinistra e lasciava che le punta delle dita viaggiassero su e giù per la dimensione del braccio. Poteva sentirsi sciogliere in un ammasso di gelatina.

    I guess we're big,
    And I guess we're small
    If you think about it, man
    You know we got it all

    Cause we're all we got
    On this bouncing ball
    And I love you free, I love you freely


    Spike smise di cantare e il resto della canzone continuò a risuonare dentro le loro teste mentre entrambi chiudevano gli occhi.

    Here's a riddle for you,
    Find the answer....


    “Buffy...” mormorò lui proprio prima di iniziare a posarle dolci baci sulla nuca.

    There's a reason for the world,
    You and I...


    Dio! Buffy iniziò ad ansimare per i delizioni tremiti che il tocco delle sue labbra le stavano dando. “Spike...” sentì mormorare da se stessa quando avvertì l'evidenza del suo desiderio iniziare a sfiorarla da dietro.

    Quando Buffy si voltò, vide gli occhi scuriti di Spike e non fu per niente sorpresa quando le sue labbra piombarono reclamando le sue in un bacio bollente e rovente. Le sue labbra si aprirono immediatamente e accolsero la sua lingua calda mentre si mescolava fervidamente con la sua.

    Il cavallo si mosse su e giù ma le loro labbra rimasero fuse insieme. Attraverso il respiro irregolare, Spike cercò segretamente di alleviare il suo disagio spigendosi ulteriormente contro la parte bassa della sua schiena.

    “Oh Dio!... Faremmo meglio a smettere... bambini” gli ricordò Buffy con voce roca mentre appoggiava la fronte contro la sua.

    Spike si fermò reclutante e cercò di riprendere fiato. “Mi spiace”

    Buffy mandò giù il groppo in gola. “Sei dispiaciuto che ci siamo baciati?”

    Spike la guardò con occhi lucidi. “No”

    Il carosello si era già fermato ma i due biondi erano così persi nel loro mondo per notarlo. Stavano per impegnarsi in un altro bacio quando sentirono il rumore familiare dei fuochi d'artificio che venivano sparati nell'aria.

    Spike scese dal cavallo e sollevò facilmente Buffy. Lei gli appoggiò la testa sulla spalla e sospirò profondamente. Buffy non voleva lasciarlo andare e Spike doveva star pensando la stessa cosa perché non la sistemò a terra fino a quando lasciarono le vicinanze del carosello.

    Entrambi alzarono gli occi per vedere gli adorabili colori sfavillanti che dipingevano il cielo prima che Buffy attirasse la sua testa verso di lei per dargli un altro bacio appassionato. Solo un altro bacio, si disse, prima...

    ...Che mi lasci
    , rifletté Spike amaramente. Ho bisogno di sentire le sue labbra sulle mie prima che torniamo a com'erano le cose.








    Capitolo Sedici - Buon Compleanno!

    Nessuno dei due parlò quando lasciarono la fiera. Camminarono fianco a fianco. Entrambi ancora erano avvolti dai pochi baci rubati che avevano appena condiviso. Ognuno di loro era stato così perso nei suoi pensieri che nessuno dei due si era accorto che avevano preso la via più lunga per la loro destinazione. La sensazione travolgente di non voler separsi divenne più forte mentre la strada che conduceva alle loro case si avvicinava sempre di più.

    Erano appena a pochi isolati di distanza da casa di Buffy quando Spike smise improvvisamente di camminare.

    “Cosa?” chiese Buffy, perplessa.

    “Io-uh... va avanti. C'è qualcosa che devo fare” disse lui pensieroso prima di iniziare a tornare indeitro da dove erano venuti.

    “Spike... verrai a trovarmi più tardi?”

    Speranza gli guizzò negli occhi prima che annuisse. “Naturalmente”

    “Bene” lei gli sorrise in risposta e pensò di vedere un veloce cambiamento nel suo comportamento proprio prima che si voltasse sui tacchi e se ne andasse.

    Spike era ancora nella sua mente quando arrivò a casa e si appoggiò alla porta. Fu allora che notò che casa sua era completamente avvolta da un buio fitto. Sua mamma non lasciava mai la casa senza una singola luce accesa. Si assicurava sempre di pagare la bolletta della corrente in tempo. Qualcosa doveva essere andata terribilmente male.

    Con attenzione, la sua mano cercò l'interruttore sul muro e lo schiacciò.

    “Sorpresa!!!!!!”

    Santo Dio! Buffy saltò leggermente da dove era in piedi. Improvvisamente, si ritrovò circondata da famiglia e amici.

    “Buon compleanno, Buffy!” salutò Willow, dandole un abbraccio.

    “Buon compleanno, tesoro” disse Joyce.

    “Oh mamma!” Lei lanciò le braccia attorno a Joyce. “Hai organizzato tutto questo?”

    Joyce annuì. “Io e Willow”

    “Aww... non avresti dovuto” disse Buffy, sentendosi lusingata.

    “Beh volevamo” cinguettò felice Willow.

    “Buon compleanno Buffster!” salutò Xander. “Di, non è che per caso hai trascorso il pomeriggio con un certo fastidioso biondo ossigenato, vero?”

    “A dire la verità, si”

    Xander sospirò. “Lo pensavo. Dov'è a proposito?”

    “Oh sarà qui tra poco. Aspetta un attimo, sapeva della festa a sorpresa?” chiese Buffy timidamente.

    “Beh, veramente è stato lui a suggerirla” le disse Willow eccitata.

    “Davvero?” Buffy era stordita. “Nessuna meraviglia che continuasse a perdere tempo quando eravamo alla fiera”

    ***

    Quasi mezz'ora era passata e ancora diversi volti familiari di scuola continuavano ad arrivare. Non era mai arrivata oltre l'ingresso dato che il campanello continuava a suonare ogni due secondi.

    “Buffy” chiamò Anya dalla cucina. “Indovina un po' chi è appena arrivato dal retro”

    “Non so” disse lei, sperando segretamente fosse Spike.

    “Buon compleanno, Buffy” la salutò Angel mentre appariva dalla cucina.

    “Angel.”

    Anya guardò tra i due e iniziò a ridere fra sé. “Immagino che farei meglio... Oooh patatine. Tara ha portato le patatine!” disse prima di lasciare ansiosamente i due a loro stessi.

    “Questo è per te” Angel le porse una piccola scatola avvolta in carta da regalo e un mazzo di fiori.

    “Wow!” Lei simulò un sorriso riconoscente. “Tutto questo per me?”

    “Tutto per te piccola” Le diede un breve bacio sulle labbra.

    “Grazie” Buffy cercò di non sembrare infastidita anche se si stava rapidamente seccando di tutti questi baci rubati che Angel le stava dando ultimamente. Non aveva neanche deciso se riprenderlo indietro o no e Angel stava già agendo come se fossero di nuovo una coppia.

    “Non riesco a credere che la festa di Fine Anno sia in due giorni. Sono davvero eccitato di portarti a casa di Cordy. La sua casa è davvero enorme!”

    “Angel” interruppe Buffy. “Riguardo Sabato. Io...”

    “Eccoti Buffy!” Willow arrivò tra loro. “Oz stava cercando le tazze in cucina e non riusciamo a trovarle”

    “Oh um... sono sulla vetrina in basso vicino al...” Buffy rivolse ad Angel un'occhiata di scuse. “Uh... puoi scusarmi per un attimo? Li aiuto”

    ***

    Venti minuti PRIMA

    Spike era in piedi alla bancarella del Uccidi il Vampiro e diede al ragazzo gli ultimi soldi che aveva nel portafogli. “Okay, questo è l'ultimo dollaro che ho con me quindi farai meglio a non muoverti così tanto. Non voglio che rovini la mia concentrazione...” Spike guardò la targhetta col nome. “Andrew”

    “Si signore”

    “Bene”

    “Amico devi avercela davvero brutta per lei se stai spendendo tutti i tuoi...”

    Lo sguardo di Spike fece si che Andrew bofonchiasse il resto delle parole. Questo ragazzo fa paura, si disse lui silenziosamente. “Scusa”

    Spike respirò dentro e fuori e cercò di concentrarsi.

    “Un piccolo consiglio. Se vedi la punta allineata con il tuo obiettivo, muovila un po' in alto perché la freccia tende a mirare leggermente in basso a causa del suo peso”

    “Grazie... ora se per cortesia chiudi la bocca così posso concentrarmi” mormorò lui a denti stretti.

    Andrew sbiancò. “Okay”

    Spike posò gentilmente il segno della freccia sull'archetto. Tirò indietro il colpo e fece quello che il ragazzo gli aveva detto di fare. Allineò la punta un più sopra dell'obiettivo prima di lasciarla. E infatti, buttò giù un vampiro.

    Andrew applaudì. “Vedi...”

    Spike puntò e poi lasciò di nuovo la freccia ma questa volta mancò. “Maledizione”

    “Hai un altro colpo” gli ricordò Andrew.

    Spike annuì e iniziò ancora una volta a mirare. Concentrati, Spike... puoi dannatamente farcela. Conta fino a tre e lascia il filo. 1...2...

    “Tieni in mente quello che ti ho detto prima”

    Il ringhio di Spike fece saltare Andrew sul posto. “Scusa. Volevo solo che vincessi tutto qui”

    Spike chiuse gli occhi e si obbligò ad essere impermeabile alle cose attorno a lui. Questa volta, aprì la sua posizione per mantenere fermo il corpo. Preparò la freccia. Respirando lentamente dentro e fuori, allineò la punta della freccia. Solo una persona entrò nella sua mente prima che le sue dita finalmente liberassero l'archetto.

    ***

    Dieci minuti più tardi, Spike era in piedi sul portico di fronte di casa Summers con un'espressione apprensiva sul viso. Stava per suonare il campanello quando qualcuno uscì dalla casa.

    “Hey Spike” salutò Anya. “Sai che Xander ti sta cercando dappertutto”

    Spike ridacchiò. “Ci scommetto. Allora come è stata la... è rimasta sorpresa?”

    “Si” Anya annuì con entusiasmo. “Ha saltato e urlato. I due 'must' delle feste di compleanno a sorpresa”

    “Spike! Amico dove sei stato?” Xander apparve dietro Anya. “Ti ho lasciato dei messaggi sul telefono. Che è successo?”

    “Devo averlo spento per errore. Ho avuto una piccola emergenza e non volevo deludere Joyce. Scusa, so che avrei dovuto chiamare”

    “Capisco” Xander occhieggiò sospettosamente il suo amico quando notò che una delle mani di Spike era stata per tutto il tempo dietro la sua schiena. “Cos'hai lì dietro di te?”

    “Niente che ti riguardi” disse lui, sulla difensiva. “Dov'è Buffy?”

    Il viso di Xander divenne immediatamente preoccupato.

    “Cosa?”

    Ansioso di scoprire la ragione dietro la strana reazione di Xander, attraversò velocemente la porta ed esaminò il soggiorno. Scorgere la schiena di Buffy dalla cucina fece illuminare d'anticipazione i suoi occhi istantaneamente. Ma non appena intravide la persona con cui stava parlando, fece immediatamente un passo all'indietro.

    Che diavolo ci sta maledettamente facendo qui? Si trovò a borbottare alcune litanie di imprecazioni quando vide Angel offrirle un mazzo di fiori e una piccola scatola di gioilleria. Il bacio che Angel le rubò dalle labbra aggiunse solo più benzina alla rabbia crescente dentro di lui.

    Spike tirò fuori il maiale rosa che stava nascondendo e lo guardò con disgusto. Dio, mi sento così maledettamente patetico. Non mi meraviglio che scelga lui su me. Non riesco a darle neanche un regalo decente.

    ***

    Buffy guardò l'orologio e si domandò cosa stesse trattenendo Spike. Non stava seriamente prestando nessuna attenzione a quello che Angel le stava dicendo. Si era appena fatto chiaro in lei che solitamente aveva trovato le conversazioni con Angel davvero affascinanti ma ora riusciva a mala pena a mantere il viso serio senza sbadigliare ogni due secondi. Alla fine, si scusò e decise di andare alla ricerca del biondo ossigenato.

    “Mamma, hai visto Spike?” Buffy si scontrò con sua madre nel cortile posteriore.

    “Pensavo di averlo visto qualche momento fa”

    “Oh era qui” disse loro Xander.

    “Era?” disse lei, sentendosi confusa.

    “Ma poi se n'è andato di gran fretta”

    Buffy diede un'occhiata alla madre prima di chiedere a Xander. “Ti ha detto perché se n'è andato?”

    “No, ha detto solo che doveva andarsene immediatamente”

    “Oh” Buffy guardò a terra combattendo per cacciare indietro le lacrime che avevano iniziato a salirle agli occhi. La voce quasi si bloccò quando chiese, “Ha... ha detto nient'altro?”

    “No” replicò Xander, il viso colmo di meraviglia e preoccupazione.

    “Okay grazie, Xander” disse lei tristemente.

    “Aspetta. Ha detto qualcos'altro” ricordò lui.

    “Che altro ha detto?”

    “Quando l'ho visto scendere dalle scale, non sapevo di cosa stesse parlando ma ha borbottato qualcosa riguardo al portare a casa un tipo di nome Mr Gordo”

    Gli occhi di Buffy si spalancarono mentre guardava sua mamma. Senza perdere un altro momento, Buffy velocemente salì le scale mentre il cuore le batteva all'impazzata nelle orecchie. Quando aprì la porta della sua camera, la prima cosa che catturò il suo occhio fu il maiale rosa che sedeva sul suo letto. Mentre si avvicinava, notò che le sue zampe tenevano un biglietto piegato che diceva “A Buffy”. Velocemente lo afferrò e lesse.

    Cara Buffy,

    Mi dispiace di non poter rimanere per il tuo compleanno, amore. Qualcosa di davvero importante è venuto fuori. Mi perdoni? Prometto di rimediare uno di questi giorni. Un giro dal gelataio forse?


    Comunque, presumo che la festa sia già finita dato che stai leggendo il mio biglietto. Spero ti sia divertita, ma poi sono abbastanza sicuro che l'hai fatto dato che l'amore della tua vita era lì a rendere completa la tua giornata.


    A proposito, spero ti piaccia il mio regalo. So che non è molto, ma significherebbe davvero molto per me se lo lasciassi dormire sul tuo letto così che possa tenerti d'occhio di notte.


    Buona notte, amore. Immagino che la prossima volta che ci vedremo sarà al ballo. Spero salverai un ballo al tuo migliore amico. Di nuovo, Buon Compleanno.


    Per sempre,

    William


    Seduta sul letto, un piccolo singhiozzo le sfuggì dalle labbra mentre stringeva forte al torace il maiale rosa.










    Nota dell'autrice: So che molte di voi stanno pensando che Angel è ancora cattivo e che deve avere ulteriori motivi dietro le sue recenti azioni. Se questo fosse il caso, sarebbe stata una scelta facile da fare per Buffy. Quindi ho pensato e se Angel fosse veramente cambiato e avesse smesso di essere un babbeo in questa storia? Influenzerà questo Buffy e alla fine sceglierà lui invece di Spike?

    Capitolo Diciassette - Ballo

    Sabato – Festa di Fine Anno

    “Come sta andando lì dentro, tesoro?” chiamò Joyce da fuori la stanza di Buffy. “Hai bisogno del mio aiuto?”

    “Sono okay. Devo solo decidere cosa fare con i miei ostinati capeli, poi sono pronta”

    “Va bene allora, chiamami se hai bisogno di qualcosa” disse la Summers più vecchia mentre iniziava a scendere giù lungo le scale.

    “Lo farò!”

    Joyce guardò la camera di Buffy proprio prima di prendere il telefono e comporre un numero amico.

    ***

    Buffy decise che le piacevano di più i capelli giù. Un paio di minuti con l'arricciacapelli e sembrava una piccola principessa bambola con lunghi capelli ondulati ad incorniciarle il piccolo viso rotondo. Il vestito di raso blu chiaro che sua mamma le aveva comprato aveva le spalline sottili, una scollatura a forma di “V”, e un'ampia coda. La schiena aperta abbelliva la sua linea sexy e si complimentava con i fiocchi di chiffon sciolti che le pendevano delicatamente da dietro. I tacchi d'argento metallizzato che aveva comprato recentemente erano il perfetto tocco finale al vestito. Tutto considerato, il completo di Buffy le conferiva un look che era sia da ragazza innocente che ossessivamente sexy.

    Era grata che Anya fosse stata in grado di fermarsi prima per farle il trucco. Buffy era soddisfatta del risultato anche se non era molto amante del portare qualcosa sul viso. Anya aveva fatto un bel lavoro per farla sembrare favolosa abbastanza senza esagerare.

    Tutto sembrava perfetto eccetto che gli occhi verdi senza vita che la fissavano dallo specchio a lunghezza intera. Cadé di peso sul bordo del letto e corrugò il viso in modo irritato. Desiderava di avere il potere di mandare avanti la giornata o addirittura il diploma. Semplicemente non sapeva come avrebbe reagito una volta che fosse andata alla festa e avesse veramente visto Spike con Dru.

    Quando il campanello suonò, non mosse un braccio. Rimase perfettamente immobile mentre ascoltava sua mamma urlare - “Vado io!” Angel non era l'ultima persona che voleva vedere, tuttavia non era neanche che morisse dalla voglia di passare l'intera serata con lui.

    Alcuni secondi più tardi, Buffy finalmente invocò la sua forza di volontà e si alzò per fronteggiare la musica. Non si precipità giù lungo le scale. Si prese il suo tempo. Era già a metà via quando sentì la profonda voce familiare parlare a sua mamma. Capire a chi apparteneva le fece risplendere quasi istantaneamente il viso. Quello splendore era visibile sul suo viso quando si voltò e vide Spike.

    Buffy cercò di pareggiare il suo respiro quando un miscuglio di sensazioni iniziarono a travolgerla. Cosa ci fa qui? E perché deve apparire in questo modo quando lei stava cercando davvero con difficoltà di mantenere i suoi sentimenti platonici?

    Era così dannatamente irresistible con il completo che indossava... come qualcuno che era appena uscito dalle pagine di un giornale GQ. Anche la camicia blu chiaro che indossava sotto il completo metteva in evidenza il colore dei suoi occhi. Era l'uomo più affascinante che avesse mai visto nella sua vita e non poteva credere che fosse lo stesso ragazzo con cui lei era andata in giro quegli scorsi quattro anni. Come aveva fatto a non vedere prima che aveva l'uomo più eccitante di Sunnydale come migliore amico?

    Era ancora impegnato a parlare con sua mamma, quindi non avvertì la sua presenza fino a quando lei fu quasi alla fine delle scale. Quando si voltò nella sua direzione, lo sguardo di ammirazione che le rivolse era così dolce che la fece arrossire e si sentì all'istante debole nelle ginocchia.

    ***

    Spike cercò di apparire calmo quando Joyce aprì la porta per lui. Non gli piaceva la possibilità di imbattersi in Buffy ed Angel. Stava per uscire di casa per incontrare Dru quando sua mamma gli aveva chiesto di lasciare della roba a casa di Buffy.

    “Wow William, sei così elegante nel tuo completo!”

    “Grazie signora Summers” disse lui mentre con gli occhi esaminava con velocità l'area per qualsiasi traccia di Buffy. “La mamma mi ha chiesto di darle questo”

    “Grazie. Tu e i tuoi genitori siete dei salvatori”

    “Come mai non è vestita per la festa, signora Summers? Non viene con Buffy?”
    “No, ho un volo mattutino domani presto e in più, non penso mia figlia apprezzerà io che la controllo da così vicino quando è fuori ad un appuntamento con Angel” disse Joyce mentre cercava di valutare la reazione di Spike.

    “No, non penso lo farebbe. Lei...” Il resto della sua frase scivolò via quando avvertì qualcuno muoversi con la coda dell'occhio. Sapeva chi era anche prima di guardare. Il solo pensiero di vederla di nuovo gli aveva fatto correre le pulsazioni e il cuore batteva come un matto. Che diavolo?! Non aveva ancora posato gli occhi su di lei e già le reagiva come un maledetto idiota. Deglutì forte e si obbligò a sembrare impassibile quando finalmente si voltò e la guardò.

    Nel momento in cui i suoi occhi atterrarono su di lei, si ritrovò ad innamorarsi ancora di più, così tanto che poté a mala pena pensare coerentemente. Il suo tentativo di nonchalance fallì miseramente quando un'espressione di ammirazione gli passò velocemente sul viso prima che lui potesse fermarla. Per quando lei raggiunse la fine delle scale, i suoi occhi erano già lucidi.

    Tirando un profondo respiro, si formò di restare calmo. Sapeva già che era bella ma dannazione! Non l'aveva mai vista COSì bella ed eccitante prima! Lentamente, inclinò la testa.

    Diamine era così...! “Cosa ci fai qui?” Buffy cercò di parlare in un modo poco amichevole. Sperava che lui non notasse la mancanza di fiato nella sua voce.

    “Ero...” Spike guardò Joyce come se stesse cercando di ricordare cosa stesse facendo lì in primo luogo. Maledizione, rispondi alla domanda della signora, Spike.

    Joyce soffocò una risata mentre alzava il piccolo pacchetto che le aveva portato prima.

    “Ho solo lasciato delle batterie che tua mamma aveva richiesto”

    “Batterie? Per cosa ti servono le batterie?” chiese Buffy alla mamma.

    Joyce sorrise bizzarramente, “Oh ho chiamato Jenny e le ho chiesto se avevano delle batterie extra per la nostra macchina fotografica”

    “Ma pensavo avessi detto che eri andata al negozio ieri e...”

    Joyce interruppe. “Oh beh, dato che Spike è qui. Perché non faccio una foto mentre aspetti Angel, tesoro?”

    “Questo non è il ballo del diploma, mamma” disse Buffy, ma Joyce stava già sistemando Buffy in piedi accanto a Spike.

    Ignorando il commento di Buffy, Joyce cinguettò allegramente. “Oh siete così adorabili! I vostri vestiti sono persino intonati! Che coincidenza, huh?”

    Buffy guardò sospettosamente sua mamma. Era lei quella che l'aveva aiutata a scegliere il completo dal negozio. Si domandò se avesse parlato a Jenny senza che lei lo sapesse. “William, caro puoi avvicinarti un po' di più a Buffy... bene. E Buffy... è grandioso”

    La macchinetta li colpì col flash diverse volte.

    Spike e Buffy erano in piedi a disagio vicino alle scale. Sono così carini! Joyce ridacchiò internamente quando notò che i due continuavano a rubarsi occhiate l'un l'altro quando pensavano che l'altro non guardasse.

    Joyce fece uno scatto di loro che sorridevano e altri due erano inconsapevoli. Mi ringrazieranno di sicuro per questo più tardi.

    Spike prese posto dietro di lei. Avrebbe giurato di sentirla tremare quando aveva posato le mani su entrambe le sue braccia. “Com'è così, signora Summers?”

    “Perfetto!”

    La pelle di Buffy era così soffice sotto le sue mani. La sua vicinanza lo stava facendo impazzire. Mentre il profumo familiare di vaniglia continuava a stuzzicarlo senza fine, il suo senso della vista non stava meglio perché veniva trattato con una bella visuale della liscia distesa della sua schiena. L'attrazione era così forte che non poté che iniziare ad immaginare cosa avrebbe fatto se lui e Buffy fossero rimasti soli nella stanza.

    Buffy stessa era davvero molto consapevole di lui. Il suo respiro sul suo orecchio stava avendo un effetto talmente forte su di lei che avrebbe giurato che il suo cuore le sarebbe saltato fuori dal torace se non si fosse allontanata da lui presto. Quindi quando sentì un altro campanello, saltò e si mosse velocemente per rispondere alla porta. Doveva allontanarsi da Spike alla svelta. Non le piaceva sul serio l'idea di afferrargli il sedere di fronte a sua madre. “Deve essere Angel. Ci penso io”

    Angel stava tenendo un mazzo di fiori quando Buffy lo trovò in piedi dall'altro lato della porta. “Ciao Buffy. Questo è per te”

    “G-grazie... Sono adorabili” Buffy simulò un sorriso mentre prendeva i fiori da lui. Rubò uno sguardo veloce a Spike e lo trovò appoggiato al muro con un sopracciglio alzato.

    Angel seguì lo sguardo di Buffy. “Salve signora Summers... Spike”

    Spike ghignò. “Finocchio”

    Angel tornò a guardare Buffy. Non disse una parola ma la sua espressione era colma di domande su cosa Spike facesse lì.

    “Spike è nostro vicino e ha appena lasciato della roba...” Perché devo spiegargli queste cose? “Dovremmo andare. Ho tipo promesso a mia mamma che sarò a casa prima delle tre”

    “Naturalmente” Angel guardò Joyce. “Mi assicurerò che arrivi qui prima di quell'ora”

    “Bene” disse loro Joyce mentre i due si dirigevano verso la macchina di Angel. Stava iniziando a sentirsi colpevole per non essere stata attorno a sua figlia ultimamente. Sapeva che avrebbe dovuto posticipare il volo fino al giorno successivo ma non aveva potuto dato che il suo capo le aveva promesso che sarebbe stato l'ultimo compito fuori dallo stato.

    Spike notò la punta di preoccupazione nella voce della Summers più grande. Se solo avesse saputo cosa il finocchio aveva provato a far fare a Buffy la prima volta, innanzitutto non l'avrebbe lasciata uscire con lui.

    “William, devo essere all'aeroporto prima delle quattro domani. Potresti assicurarti che arrivi a casa sicura?”

    “Sicuro signora Summers. Terrò un occhio aperto su di lei”

    ***

    La dimensione del palazzo Chase era grande abbastanza per far uscire dalla bocca di Anya una grande imprecazione. “Santo cazzo! Nessuna meraviglia che Cordelia si senta come se fosse il centro della terra. Non mi era mai passato per la mente che forse lo era. Se avessi una casa così grande, probabilmente avrei difficoltà a tenere i piedi per terra, questo è certo”

    I quattro uscirono dalla macchina che Xander aveva preso in prestito da suo Zio Rory e porse le chiavi al valletto. Non poterono fare a meno di ammirare l'atmosfera affascinante che il posto rendeva possibile mentre le macchine costose continuavano a mettersi in fila di fronte al palazzo.

    “Anh tieniti bassa” la calmò Xander. “La gente che entra qui è tutta dall'apparenza molto illustre. Voglio tipo mescolarmi”

    “Stai dicendo che non sembro e appaio abbastanza illustre?” replicò Anya.

    Oh no, eccoci di nuovo. “No non è questo che stavo dicendo”

    “Davvero, perché da parte mia, sembra che sei parecchio imbarazzato di essere visto con me”

    “La smettete voi due?!” Willow si mise tra di loro. “Non siamo neanche entrati nel palazzo e già voi due avete ricominciato”

    “Dillo a Mr Voglio-Mescolarmi-Con-Donald-Trump. Io stavo solo facendo un'onestra osservazione e lui non riusciva a smettere di fare commenti sgarbati su di me” spiegò Anya.

    “Hey guadate, è Buffy” Oz indicò verso l'entrata.

    “E Angel” aggiunse Xander, gli occhi che guardavano scetticamente la coppia mentre iniziavano a camminare verso di loro. “Non mi fido di quel ragazzo neanche per un secondo...” mormorò sotto voce.

    “Neanche io” concordò Oz.

    “Ciao a tutti!” salutò Buffy. “Adoro il tuo vestito, Willow!”

    Willow roteò, mostrando il suo vestito nero in parte ornato di perle. “Grazie. Anche io adoro il tuo”

    “E voi due siete molto illustri nei vostri completi” disse Buffy a Xander e Oz.

    “Mi ha chiamato illustre” Il ghigno sciocco di Xander fu incontrato dal grande cipiglio di Anya.

    “E' piuttosto uguale all'abbigliamento che indosserò al ballo del diploma” affermò Oz.

    “Anche io” replicò Xander. “Se nessun altro lo noleggia prima”

    “E io? Non ho davvero comprato il mio vestito ad un negozio economico” disse Anya, alzando la mano.

    “Stai bene anche tu, Anya” disse sorprendentemente Angel.

    Il resto di loro stava seriamente aspettando il resto dello scherno che di solito seguiva i commenti di Angel. Stranamente, non arrivò mai.

    Angel iniziò a sentirsi a disagio sotto lo sguardo scrutatore collettivo. “Cosa state aspettando voi ragazzi qui fuori?” disse Angel con naturalezza. “Sapete che a Queen C non piace essere tenuta in attesa”

    ***

    Cordelia era in piedi nel mezzo di un'area molto grande di ricevimento a salutare gli ospiti che arrivavano mentre questi entravano nel palazzo.

    “Ciao ragazzi! Grazie per essere venuti” salutò Cordy mentre il suo amichevole e caldo benvenuto veniva incontrato da una serie di cipigli sospettosi. “Cosa?”

    Buffy guardò gli altri e alzò le spalle. “Niente” La serata si stava rivelando parecchio strana. Angel si stava comportando molto bene e Cordy era carina con loro per una volta. Che bizzarro mondo era quello? Dovevano essere entrati in un'altra dimensione e non averlo notato. “Siamo solo felici di essere qui. Il tuo vestito è adorabile”

    Cordelia sorrise. “Grazie”

    “Ciao Cordy” salutò Angel.

    “Ciao Angel! Bel completo”

    “E tu sei bellissima” replicò Angel.

    Mi domando cosa ci sia tra questi due?
    Buffy alzò un sopracciglio curiosa mentre notava il rossore che si allargò sulle guance di Cordy. Angel sembrava star guardandola con apprezzamento. Si domandò se i due erano minimamente consapevoli della quantità di chimica che veniva emessa tra di loro.

    “La sala da ballo è alla vostra destra e oh, vi piacerà il tavolo dove vi ho sistemati” disse loro Cordy.

    “E' vicino al bar?” chiese Xander.

    “No, ma è vicino all'orchestra”

    La bocca di Willow si spalancò. “Hai noleggiato un'orchestra?”

    “No, mio papà ha noleggiato un'orchestra. Se lo chiedi a me, avrei preferito una band regolare ma è il suo parti” Cordy si voltò verso Xander. “Non vedo il motivo di sistemarvi vicino al bar quando gli unici drink che avete il permesso di ordinare sono acqua e soda... oh si, e qualche succo che non sia corretto”

    “Giusto. Ha ragione” disse loro Buffy prima che scomparissero nella pista da ballo.

    “Wow!” si ritrovarono a dire quando raggiunsero la loro destinazione. Tutti sembravano avere la stessa espressione affascinata, incluso Angel che aveva già visto il posto prima.

    “Chi sapeva che Cordy vivesse in un palazzo simile quasi a quello del Capitano Von Trapp?” disse Xander in completa ammirazione.

    La parola “enorme” non sarebbe bastato a descriverlo. La stanza era larga abbastanza per 150 persone. Quattordici tavoli erano sistemati sui lati della stanza, e il corridoio tra i tavoli era grande abbastanza per essere usato sia come pista da ballo che come palco per una mini-orchestra. I lampadari massicci e magnifici che pendevano dal soffitto mettevano in evidenza la bellezza e l'eleganza dell'intera stanza. Il posto sembrava magico.

    I giovani adolescenti si fecero strada fino al loro tavolo e furono silenziosamente grati a Cordelia quando realizzarono che erano confortevolmente sistemati ad un unico tavolo. Buffy fissò con discrezione i due rimanenti posti vuoti accanto al suo e sperò segretamente che Spike e Dry non si sarebbero seduti con loro.

    “Buffy, vorresti ballare?”

    Buffy guardò Angel e la gente che stava già ballando sul pavimento. Molti di loro erano probabilmente della stessa età di sua mamma. Buffy pensò che a Joyce sarebbe piaciuto l'ambiente. “Certo”

    Lasciò che la conducesse verso il centro della pista da ballo. Una delle sue braccia tenne il lato della sua vita mentre l'altra teneva fermamente la sua mano. “Sei familiare con il valzer?”

    “Si” replicò Angel mentre iniziavano ad ondeggiare al suono di “Serenade to Spring” di Rolf Lovland. “Credici o no, mia mamma mi ha insegnato come ballare il valzer quando avevo otto anni. È molto più facile del tango. E tu? Dove hai imparato questi passi?”

    “Non l'ho fatto” ridacchiò Buffy. “Onestramente, stavo cercando di fare quello che fai tu. Non son davvero una brava ballerina per quanto riguarda i classici”

    Non riusciva ad immaginare Angel ballare i classici. Immaginò che ci fosse un nuovo lato di lui che lei ancora non aveva visto. Un lato che tendeva a nascondere per mantenere la sua immagine di cattivo ragazzo. Tipo come Spike. Sospirò.

    Sarebbe stato più facile per lei se Spike e Dry avessero cambiato idea e non fossero venuti affatto alla festa. Ma poi quello avrebbe significato che qualcos altro del tutto diverso li avesse trattenuti. Solo il semplice pensiero di cosa quel “qualcosa” potesse essere faceva sentire male Buffy. Ma poi di nuovo, se Spike e Dru si fossero mostrati più tardi, Buffy non si sarebbe sentita a suoa gio perché non avrebbe garantito che non sarebbero diventati intimi dopo la festa. Conoscendo Spike, probabilmente non avrebbe lasciato finire la serata senza portare Dru a casa sua e...

    Okay, mi sta facendo male la testa ora. Meglio smettere di pensare a Spike e concentrarmi sul mio appuntamento. Non era solita amare Angel? Era solita pensare che lui fosse la sua unica e sola anima gemella, e ora che era finalmente nelle sue braccia, tutto quello che voleva era andare da qualche parte privata dove sarebbe potuta essere sola. Niente Angel. E più importante, niente Spike e niente Dru.

    “Stai bene?” chiese lui.

    “Huh?”

    “Sei pensierosa. Ho detto qualcosa di male?”

    “No. Non sono pensierosa. Sono solo...”

    Angel alzò un sopracciglio curiosa quando vide un improvviso cambiamento sul suo viso. Via era andata l'espressione malinconica e invece un'espressione di desiderio intenso era ora dipinta sui lineamenti di Buffy. Seguì immediatamente il suo sguardo e non fu davvero sorpreso quando trovò Spike e Dru entrare nella sala da ballo.






    Capitolo Diciotto - Inevitabile (parte 1)

    Era come un incubo che le si scopriva proprio davanti agli occhi. Stava guardando l'amore della sua vita entrare in scena con una partner lunatica ed appiccicosa di nome Drusilla appesa al suo braccio. E no... non andarono al loro tavolo come Buffy si era aspettata facessero. Invece, dovettero aggiungere oltre al danno anche la beffa unendosi a lei e ad Angel sulla pista da ballo.

    “Allora che succede tra tre e Capitan Perossido, Buffy?”

    “Che vuoi dire?” replicò lei con nonchalance. La sua attenzione era completamente rivolta altrove.

    “Sai che voglio dire”

    Dannazione! Si muovono anche così bene insieme... quando ha avuto Spike tempo per imparare il valzer? Dru gli mormorò qualcosa all'orecchio e questo provocò un ghigno divertito del biondo ossigenato. Il suo viso si contorse al pensiero delle promesse sussurrate di Drusilla su come la loro notte sarebbe finita. Questo non sta accadendo.

    “Buffy?”

    “Huh?”

    “Ti stavo chiedendo se avevi riserve ad uscire con me stasera?”

    “Riserve...” echeggiò lei distante.

    Buffy stava ribollendo di rabbia. Le ci volle tutta la sua forza di volontà per non avvicinarsi a Dru e staccarle le unghie di dosso a Spike. La ragazza non aveva alcun diritto di stare dovunque vicino a lui. Non ha nessun diritto di... Oh Dio, mi sta guardando.

    Quando i loro occhi fecero contatto attraverso la stanza, lei non guardò altrove. Avrebbe giurato che lo vide deglutire forte proprio prima di distogliere lo sguardo e riportare la sua attenzione verso Dru. In quei pochi secondi quando i suoi occhi avevano incontrato quelli di lui, Buffy aveva pensato di aver visto qualcosa guizzargli negli occhi. Era gelosia? No, non poteva essere. Velocemente Buffy cancellò la possibilità nella sua testa perché sapeva che era la pura illusione da parte sua ad averglielo fatto immaginare.

    “Ora da dove ti è venuta fuori questa sciocca idea? Volevo venire qui con te” Buffy trattenne il sospiro di solievo quando il pezzo dell'orchestra fu finalmente finito. “Sai cosa? Andrò a vedere cosa posso prendere dal bar”

    “No, che ne dici se lo lasci fare a me” suggerì Angel.

    “E' okay. Lo porterò al nostro tavolo” disse lei. “Vuoi che ti prenda niente?”

    “Una coca sarebbe gradita”

    Buffy annuì prima di scomparire dietro un gruppo di ospiti.

    ***

    Cordy era seduta ad uno degli sgabelli quando Buffy raggiunse il bar.

    “Va bene, spara”

    “Spara cosa?” chiese Buffy, non sicura di che cosa stesse parlando.

    “Dimmi, cosa ci fai con Angel?”

    Buffy le lanciò un'occhiata di completa incredulità. “E' il mio accompagnatore”

    Cordy roteò gli occhi e sospirò esasperata. “Beh duh, so che è il tuo accompagnatore. Quello che sto chiedendo è perché LUI è il suo accompagnatore e non Spike?”

    Buffy aprì la bocca per parlare ma poi la chiuse di nuovo.

    “Voglio dire Angel è piuttosto di bell'aspetto ma potrei scommettere la mia intera collezione di scarpe Jimmy Choo che preferiresti trascorrere la tua serata con il tuo molto affascinante migliore amico”

    “Ero davvero così evidente?”

    “Ya-huh! Allora perché non sei con lui?”

    “Penso che la persona a cui dovresti chiedere questa domanda è Spike e non io. Ovviamente lui è interessato a qualcun altro”

    “Buffy... Buffy... Buffy” Cordy scosse la testa. “Solo perché un ragazzo è uscito con una ragazza non significa che sia davvero interessato a lei”

    “Ma non è questo il punto di chiedere di uscire ad una ragazza?!” replicò Buffy. “Voglio dire che tipo di ragazzo chiederebbe a qualcun altro di essere la sua accompagnatrice se è interessato ad una ragazza completamente differente?”

    “Il tipo di ragazzo che è disperatamente innamorato della sua migliore amica ma non riesce a fare una mossa dato che lei è stata in completa negazione per così a lungo. Stai capendo ora?” spiegò Cordy in un tono di voce ovvio. “E inoltre, non dovrei chiederti la stessa cosa?”

    Gli occhi di Buffy si spalancarono. “Spike non è innamorato di me”

    “No?” chiese Cordy con un sorriso divertito. “Allora perché continua a farti gli occhi dolci adesso anche se è impegnato a ballare con Dru?”

    Buffy si voltò e pensò di aver beccato Spike a fissare ma poi la sua attenzione fu velocemente portata altrove. Avrebbe potuto facilmente averlo immaginato come faceva sempre. Così questa volta, aspettò alcuni secondi per vedere se... Oh Dio, pensò la sua mente mentre beccava Spike a guardarla di nuovo. Il cuore le fece una leggera capriola quando riconobbe la stessa espressione che di solito le rivolgeva quando stavano per baciarsi.

    Buffy tornò a guardare Cordy che aveva un ghigno soddisfatto sul viso. “Avevo ragione, vero?”

    “No, sei ovviamente in errore. Probabilmente sta controllando... il bar” spieghò lei poi aggiunse debolmente. “Forse ha sete”

    “Dio! Cosa potrei fare per ficcarti un po' di buon senso in testa? Spike è davvero molto innamorato di te come tu lo sei di lui!” disse Cordy furiosamente. “Ugh! Cosa darei per avere qualcuno che mi guardi nel modo in cui lui sta guardando te”

    Poi qualcosa scattò. Comprensione le albeggiò sul viso mentre guardava di colpo Cordelia.

    “Cosa?”

    Un sorriso si formò sulle labbra di Buffy quando individuò l'avvicinarsi di Angel.

    ***

    Momenti più tardi

    “Spike, la stanza da bagno al piano terra è piena. Ti dispiacerebbe aiutarmi a trovare il bagno degli ospiti di sopra?”

    “Ma Dru, non voglio andare di sopra. Non potresti trovare qualcun altro che ti porti lì?” Spike guardò la gang e tutti avevano i visti intenzionalmente rivolti altrove. Indicavano quanto fossero reclutanti ad aiutarlo a liberarsi di questa cosa.

    “Sono già andata a cercare Cordy ma non sono riuscita a trovarla. Puoi venire con me? Non voglio perdermi”


    Spike guardò i posti vuoti che Buffy e Angel si supponeva occupassero e poi sospirò. Mi domando dove siano andati? La cena era stata già servita e Spike stava iniziando ad essere preoccupato riguardo a dove si trovasse Buffy. E non aveva niente a che fare con il fatto che il suo cibo si stesse raffreddando. “Beh va bene. Ma devi fare in fretta. Abbiamo appena mangiato e ho bisogno della mai solita cicca” E poi ho bisogno di trovarla.

    Non appena raggiunsero il corridoio che portava ai bagni, Dru trascinò Spike in un angolo e iniziò a fargli correre le mani dappertutto.

    “Dru che stai facendo?” disse Spike mentre le fermava le mani con le sue.

    “Cosa ti sembra stia facendo mio caro principe. Ti sto aiutando” Drusilla gli fece le fusa.

    “Con che cosa esattamente mi stai aiutando?”

    “Ti sto aiutando a dimenticare Raggio di Sole”

    “Raggio di Sole? Chi diavolo è...?”

    Dru gli mise a tacere la bocca attaccandogli le labbra.

    ***

    Buffy era quasi soddisfatta della sua nuova scoperta abilità di organizzare incontri. C'era voluto molto spronamento da parte sua, ma alla fine, Angel si era addolcito e aveva accettato il fatto che Buffy non era più interessata a lui. Non aveva in realtà nominato Spike come ragione per il suo cambiamento di sentimento ma in qualche modo Buffy era consapevole che Angel sapeva più di quanto lasciasse intendere.

    Lui aveva ammesso che parte delle sue ragioni per voler tornare insieme con lei era il suo rimpianto dell'aver lasciato andare una persona d'animo gentile e innocente come lei. Più tempo aveva trascorso con la sua ex-ragazza, Darla, più aveva capito quanto era stato fortunato ad avere ad un certo punto Buffy. Lei era, a dire il vero, una di quelle ragazze di cui uno si innamorava facilmente. Era speciale. Qualcuno che era veramente bello dentro e fuori.

    Quando Buffy domandò se era interessato a provarci con Cordelia, lui non aveva detto si e tuttavia non aveva neanche esattamente protestato. E Cordelia non sarebbe potuta essere più felice quando Angel finalmente le aveva chiesto di ballare.

    Il suo viso si illuminò mentre iniziava a cercare Spike. Cordy era stata molto
    insistente sul fatto che Spike fosse interessato a lei. Più ci pensava, più iniziava a credere che forse Cordy aveva ragione! Ma il miglior modo per scoprire la sua autenticità era chiederlo a lui lei stessa. Sentì che era ora che entrambi mettessero le loro carte sul tavolo.

    Buffy era al secondo piano del palazzo di Cordy quando sentì delle persone parlare vicino all'angolo più buio del corridoio. Di solito non era qualcuno che spiava, ma c'era qualcosa riguardo quel ridacchiare da matto che le provocò quella sensazione terribilmente orrenda alla bocca dello stomaco.

    Non appena LI vide chiaramente con i suoi occhi mentre le loro labbra erano fuse insieme, si voltò immediatamente e corse via.

    ***

    Spike fu scioccato dall'azione di Dru ma la spinse via da lui, “Dru, smettila”

    “Ma ti sto facendo un favore mio caro. Raggio di Sole non ti si addice. Tu appartieni alle ombre con me”

    Spike scosse la testa per l'esasperazione. Non riusciva a capire una parola di quello che stava dicendo.

    Buffy aveva ragione. Dru era davvero una ragazzetta matta.

    “Dru...” sospirò lui. “Non sta funzionando”

    “Oh” Dru lo guardò con occhi tristi.

    “Mi dispiace... ti ho usata”

    “Capisco, Spike. Devi essere da qualche altra parte. Sapevo dal momento in cui ti ho visto che la tua mente e il tuo cuore erano tutti ricoperti di lei e tuttavia, ho cercato di intervenire”

    Spike si irrigidì. “Come hai-?”

    Dru lo lasciò andare. “Vai, Spike. Non preoccuparti per me. Sono sicura che riuscirò a trovare qualcun altro che mi porti a casa”

    “Sei sicura?”

    Dru annuì. “Fà quello che devi fare e fallo subito prima che sia troppo tardi”

    Spike non aveva tempo di analizzare di cosa Dru stesse parlando, tutto quello che sapeva era che aveva bisogno di trovare Buffy e assicurarsi che stesse bene. Non si fidava neanche un po' di Angel. Una sensazione fastidiosa iniziò a sopraffarlo mentre iniziava a sospettare che la ragione per cui non riusciva a trovare Buffy ed Angel da nessuna parte era perché probabilmente erano da qualche parte privata dove avrebbero potuto...

    Stava già per marciare giù dalle scale a spirale quando individuò Angel sulla pista da ballo. Il sangue di Spike iniziò a bollire di rabbia quando individuò le braccia snelle che lo attirarono per un bacio. Ma quando la sua compagna di ballo arrivò pienamente alla sua vista, la sua fronte si corrugò per la confusione.

    ***

    Buffy si trascinò di nuovo al tavolo e evitò di proposito lo sguardo interrogativo degli amici. Devo essere forte. Era quello che continuava a dirsi mentre cercava di combattere via le lacrime che stavano minacciando di cadere ad ogni momento. Non le piaceva essere il centro dell'attenzione per qualsiasi ragione.

    Sospirando profondamente, guardò il suo piatto e scoprì che aveva totalmente perso l'appetito. Non riusciva a credere che era si appena imbattuta in Spike e Dru che pomiciavano nel corridoio. Lui sapeva che lei era in giro e non aveva neanche considerato la possibilità che potesse farle del male.

    “Oh eccoti, Buffy! Dov'eri?” chiese Willow.

    “Io... uh sono solo appena tornata dal bagno di sopra” rispose lei, la testa bassa. Non voleva che vedessero quanto era vicina al crollo.

    “Sai Spike ti stava cercando dappertutto” le disse Xander.

    Buffy si irrigidì improvvisamente. La sua voce era fredda quando domandò. “Stava cercando me?” Giusto. Come se potesse trovarmi mentre ficca la lingua nella gola di Drusilla.


    “Si” replicò Willow.

    “Sembrava davvero preoccupato per te” aggiunse Oz.

    Silenzio.

    “Stai bene, tesoro?” chiese la rossa, il viso colmo di molta preoccupazione.

    “Xander, perché non chiedi a Buffy di ballare con te” suggerì Anya.

    La testa di Buffy si alzò di scatto e protestò. “No, non è necessario”

    Ma Xander si stava già alzando. “Andiamo, Buffster. Buona cosa che abbiano finito il valter un po' di tempo fa. So come oscillare bene al suono di Burt Bacarach”

    “Chi?” chiese Anya.

    “Anh, stavo solo cercando di...”

    “Okay, okay! Ballerò con Xander” Buffy si alzò e prese la mano allungata di Xander. “Farò di tutto per fermare voi due dal fare una scenata”

    Xander lanciò un'occhiata accusatoria ad Anya che diceva: Ora l'hai turbata ancora di più.

    Anya scosse la testa in modo irritato e disse col semplice movimento delle labbra: E' tutta colpa tua.

    Circa a quell'ora, il direttore aveva chiamato il padre di Cordy sulla pista da ballo e aveva chiesto se poteva cantare un pezzo per loro. Questo era già stato pre-arrangiato naturalmente ma Richard Wilkins Chase cercò tuttavia di fingere di essere esitante mentre si faceva strada fino al palco dell'orchestra. La folla iniziò ad applaudirlo.

    “Vorrei ringraziare tutti per essere venuti. Come voi tutti sapete, questa è una tradizione in crescita per la famiglia Chase quella di organizzare una festa speciale per i nostri amici e familiari...”

    “Non farà un lungo discorso, vero?” mormorò Buffy a Xander, ricordando il convegno a cui aveva partecipato a scuola dove lui era stato l'oratore.

    “Gee spero di no, perché mancano solo pochi minuti prima di mezzanotte. Mi piace tipo l'idea di dare il benvenuto al Nuovo Anno senza una conferenza riguardo eclissi e roba del genere”

    “Dedico questa canzone alla mia adorabile moglie, Edna. È una canzone di uno dei nostri cantanti preferiti di tutti i tempi, Sir Paul Mcartney ed è intitolata 'This Never Happened Before'”

    Non appena l'applauso della folla si spense, l'orchestra iniziò a suonare l'intro della canzone. Xander e Buffy erano tra i pochi che unirono le coppie sulla pista da ballo.

    Buffy posò la testa sulla spalla di Xander. Cercò in tutti i modi di cancellare le immagini non volute di Spike dalla sua testa, ma non c'era verso. Il suo cuore era distrutto in un milione di pezzi e non poteva fare niente per fermarlo. Trattenne le lacrime perché non voleva che Xander le chiedesse la ragione dietro di loro. Non voleva che nessuno dei suoi amici capisse che idiota era stata ad innamorarsi disperatamente del suo migliore amico.


    I'm very sure
    This never happened to me before
    I met you and now I'm sure
    This never happened before



    Erano da pochissimi secondi nella canzone quando sentì Xander fermarsi. Alzò gli occhi allarmata su di lui. “Perché ti stai fermando? Cosa c'è che non va?”

    Con il cuore che le batteva forte nelle orecchie, Buffy si voltò a guardare chi stava fissando il suo compagno di ballo... e praticamente il pavimento le si ritirò da sotto. Gli occhi azzurri sembrarono trattenere i suoi per un'eternità prima che lui si voltasse finalmente verso Xander. “Ti dispiace se mi intrometto?”






    Capitolo Diciannove - Inevitabile (parte 2)

    POV di Spike

    “No, non mi dispiace affatto” disse Xander con un ghigno perspicace, ignorando l'espressione di protesta sul viso della piccola bionda. “Mi stavo domandando quando saresti apparso”


    Now I see
    This is the way it's supposed to be
    I met you and now I see
    This is the way it should be




    Finalmente, quando furono rimasti soli, Spike le prese una delle mani nella sua mentre l'altra andava attorno alla vita iniziando ad ondeggiare sulla canzone. Sentì la sua brusca presa d'aria come le prese una delle mani e la baciò. Fu solo allora che notò che il corpo di Buffy stava leggermente tremando. Spike le alzò lentamente il mento, piegando la testa mentre la guardava da vicino negli occhi. “Che hai, passerotto?”


    This is the way it should be for lovers
    They shouldn't go it alone
    It's not so good when you're on your own



    Spike sentì una fitta di dolore nel torace quando colse la vista di una lacrima caderle lungo la guancia. Lei guardò in basso e non disse niente. Poi gli divenne chiaro che la ragione dietro il suo stato era probabilmente perché aveva scoperto di Angel e Cordy. Era la sola plausibile spiegazione a cui poteva pensare al momento. Per l'inferno maledetto, probabilmente sta male. Quel buono a nulla di Angel gliel'ha fatta di nuovo e le ha spezzato il cuore per la seconda volta. Le sue braccia le si strinsero attorno.

    “Va tutto bene, amore” le disse rassicurante nell'orecchio. “Sono qui”


    So come to me
    Now we can be what we want to be
    I love you and now I see
    This is the way it should be
    This is the way it should be



    La testa di Buffy si piegò verso l'alto per guardarlo, la voce era debole quando domandò, “Davvero?”

    Chiudendo gli occhi, Spike appoggiò la fronte sulla sua e deglutì forte. “Lo sarò sempre”

    Con la sua morbida pelle nelle vicinanze e il suo profumo che lo circondava completamente, Spike prese la decisione di non combattere più. Aveva così tanto bisogno di lei ed era ora che glielo facesse sapere. Quindi quando sentì il suo sospiro frustrato, lasciò che l'istinto prendesse il sopravvento. Tuffò la testa e finalmente le catturò le labbra con le sue.


    This is the way it should be for lovers
    They shouldn't go it alone
    It's not so good when you're on your own

    I'm very sure
    This never happened to me before
    I met you and now I'm sure
    This never happened before
    This never happened before
    This never happened before…


    ***

    POV di Buffy

    Lei sentì la sua lingua accarezzarle la sua esigente. Gemette e rispose al bacio con uguale intensità. Era così persa in lui che aveva di conseguenza dimenticato dov'era e perché in primo luogo stesse piangendo. Ma non appena la canzone finì, così fece l'incantesimo sotto cui era. Oh Dio! Lo sto facendo di nuovo! Devo smettere. Se pensa che può stare con altre ragazze e giocare con il suo cuore ogni volta che si sentiva di farlo, non sapeva quello che l'aspettava.

    Mentre la folla iniziava il conto alla rovescia per il Nuovo Anno, Buffy si tirò indietro bruscamente dal loro bacio e lo spinse via. “Non posso farlo”

    Spike la guardò colpevole. “Mi dispiace. Io non...”

    “Me ne vado” disse lei mentre camminava verso il tavolo e afferrava la sua borsa.

    Disse addio ai suoi amici ed era pronta a dirigersi fuori attraverso l'uscita quando Spike le bloccò la via. “Stai andando a casa da sola?”

    “Beh Angel è...” Buffy emise un grande sospiro. “E' con Cordy ora”

    “Capisco”

    Buffy riprese il suo cammino fuori dal palazzo.

    “Aspetta, lascia che venga con te”

    “No. Non devi... che dici di Dru?”

    “Che cosa Dru? Non ti lascio andare a casa da sola. Ho fatto una promessa a tua mamma di...”

    “Sai cosa, so prendermi cura di me!” Buffy si stava stancando dell'opera di intromissione di sua mamma. Prima, Spike la portava alla fiera perché sua mamma lo suggeriva e ora, Spike doveva portarla a casa a causa di quello che sua mamma gli aveva fatto promettere di fare. “Non ho bisogno che tu o mia mamma vi intromettiate nella mia vita!”

    “No, questo non funzionerà” le disse Spike testardamente. “Andrò con te e ti porto a casa e questo è quanto”

    Buffy fu presa alla sprovvista da questo nuovo tipo di Spike che prendeva l'azione. “Allora lascerai semplicemente Dru andare a casa da sola. Cosa, in qualche modo non raggiungeva i tuoi standard di ragazza della giornata così hai deciso di lasciarla senza dirle addio?”

    Spike corrugò la fronte. “Di che diavolo stai parlando? Non che sia minimamente affare tuo, ma Dru ed io abbiamo raggiunto un certo intendimento. Lei...”

    Era matto? Non voleva sentire niente riguargo il loro cosidetto intendimento. Perché le stava dicendo questo? “Ancora non andrò a casa con te, Spike, e non c'è modo che tu riesca a farmi cambiare idea” interruppe lei.

    “Buffy, come farai ad andare a casa quando non hai una macchina?” chiese lui, incrociando le braccia sul torace.

    “Facile. Tirerò fuori il mio cellulare e chiamerò un taxi” rispose lei in modo competitivo.

    “La smetti di essere ostinata e mi ascolti? Il palazzo di Cordy è fuori nel bel mezzo del nulla. Il taxi ci metterà un'eternità a trovare questo posto”

    Dannazione! Ha ragione! Nessun problema, mi libererò di lui una volta che saremo lì. Quello non sarebbe dovuto essere così difficile dato che vivevano porta a porta. Sospirando, lanciò a Spike un'occhiata seccata e poi disse, “Va bene. Allora dov'è la tua macchina?”

    ***

    Buffy aveva la testa voltata per guardare attraverso il finestrino per la maggior parte del viaggio. Era fumante di rabbia dentro e odiava ogni minuto che trascorreva così vicina a lui. Lo detestava ora con ogni fibra del suo essere, ma ogni volta che rubava un'occhiata attraverso il riflesso del finestrino, il suo cuore si agitava e il suo corpo moriva dalla voglia di toccarlo.

    “Parla con me, Buffy. Voglio sapere se stai bene”

    “Che ti importa?” borbottò lei, voltandosi verso di lui.

    “Naturalmente che mi importa, amore, io ti...” Spike deglutì forte mentre si frenava velocemente prima di andare oltre e rivelare cosa sentiva veramente. “Sei importante per me”

    Cercò di allungarsi verso di lei ma lei indietreggiò.

    “Ti odio” gli disse Buffy furiosamente prima di tornare al suo compito di guardare al nulla attraverso il finestrino.

    Spike cercò di mandare via il dolore che lei gli aveva inflitto con le sue parole. Sapeva che era solo ferita e che era probabilmente arrabbiata con il mondo. Come sempre, questo gli fece volere di confortarla e cercare di mandar via tutto il dolore. “Buffy...”

    “Non ho bisogno del tuo aiuto... non più”

    “Amore, solo perché il finocchio si è comportato come un idiota più di alcune volte non significa che...”

    “Non osare trascinare Angel in questo” replicò Buffy. “Lui non ha fatto niente di sbagliato...”

    Spike non riusciva a credere che Buffy stesse ancora difendendo Angel. Strinse i denti e serrò le mani sul volante mentre finalmente entravano nella via Revello. “Non ha mai meritato di stare con te innanzitutto”

    Buffy gli si mosse vicino fino a che i loro visi erano a pochi centimetri di distanza. “Chi pensi meriti di stare con me, Spike?” sfidò lei.

    Spike non rispose, ma i suoi occhi divennero una sfumatura più scura mentre velocemente viaggiavano verso le sue labbra. Era durante questi momenti, quando la chimica tra loro era più potente che Buffy non voleva nient'altro che lui la prendesse tra le braccia e la baciasse fino a farle perdere i sensi. Tuttavia, cedere a quella intensa chimica era ciò che l'aveva messa nei guai per primo, ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

    “Pensavo così” gli disse lei dispettosamente prima di uscire dalla macchina. Nella sua fretta di scappare da lui, cercò velocemente le chiavi nella borsa e le fece cadere a terra. Ma Spike fu veloce a prenderle e lei finò per toccare invece la sua mano.

    Buffy tirò immediatamente via la mano, il respiro che diventava irregolare mentre scosse di elettricità scoccavano tra i loro corpi.

    “Lascia che ti aiuti”

    Buffy gli prese le chiavi duramente. “So farlo da sola, grazie. L'ho fatto milioni di volte dato che si da il caso che sia dove vivo”

    Doveva andare via prima di fare qualcosa che avrebbe rimpianto. Dannazione! Perché non riesco a far funzionare la dannata chiave! E perché non può semplicemente smettere di rendere la mia vita infelice e andare via? Perché non può solo...

    Oh Dio... Lui si era mosso così vicino che lei poteva sentire il calore emanato dal suo corpo dietro di lei. Sentì le scintille di elettricità aumentare di dieci volte non appena la sua mente iniziò ad immaginare deliziose possibilità che sarebbero potute accadere una volta che l'avesse lasciato entrare in casa. Buffy chiuse gli occhi per la frustrazione quando lo sentì prenderle la chiave di mano ancora una volta. Tuttavia, non sfuggì al suo pungente spirito di osservazione che la sua mano aveva leggermente tremato quando la loro pelle si era toccata, e questo le fece domandare se anche lui stesse avendo la stessa lotta dentro la sua mente.

    Ma non appena la porta si chiuse dietro di lui, i suoi sospetti furono confermati quando Spike improvvisamente sbatté il suo corpo contro la porta. Tenne entrambe le sue braccia e le sistemò sopra la testa mentre le bloccava la parte inferiore del corpo, rendendola estremamente consapevole di cosa la sua vicinanza gli stesse facendo.

    “Spike...” boccheggiò leggermente lei quando sentì qualcosa di duro colpire il suo ventre coperto dal vestito.

    “Buffy...” Lui espirò il suo nome mentre gli occhi bucavano i suoi.

    “Non puoi fare questo. Devi fermarti” disse lei, il tono che mancava di convinzione.

    “Non posso...” le disse lui disperatamente. La sua voce quasi si strozzò quando aggiunse, “Non posso più fingere”

    Buffy cercò sul suo viso confusa. “Che vuoi dire con non puoi fin-”

    E il resto delle sue parole furono perse quando Spike la fece tacere attaccandole la bocca con la sua. Oh Dio... le labbra di Spike... le labbra di Spike... Buffy cercò di rimanere perfettamente immobile. Il suo piano era di fargli capire che non la stava toccando non rispondendo ma non appena sentì la sua lingua leccarle la linea tra le labbra, fu persa. Le sue braccia andarono automaticamente a serpeggiargli dietro la testa e cercò di attirarlo più vicino. Il suo cuore si sciolse al suo evidente sospiro di sollievo quando lei finalmente separò le labbra e lasciò che la sua lingua si mischiasse alla propria in un'urgenza bramosa.

    Le sue mani stavano esplorando, toccandole il viso, il collo e la distesa delle spalle. Un gemito soffocato le si strappò dalle labbra quando lo sentì stringerle uno dei seni attraverso il vestito. “Oh!!!!!”

    “Buffy... ti voglio” gemette lui nelle sue labbra mentre le sollevava il corpo.

    Le gambe di Buffy si avvolsero automaticamente attorno alla sua vita. Le sue mutandine erano già zuppe quando entrarono in contatto con i suoi pantaloni tesi. “Spike... ti voglio così tanto”

    Spike non le lasciò mai le labbra mentre la portava su per le scale e nella sua camera da letto.

    A quest'ora, Spike stava ansimando così forte quando si sedette sul letto con Buffy che ancora gli stava cavalcioni. Lei si alzò l'orlo del vestito così che fosse raccolto alla vita. Lui poteva sentire adesso il suo centro bagno bollente attraverso i pantaloni e non voleva niente di più che strapparle via i vestiti e seppellirsi a fondo dentro di lei.

    Buffy sembrava avere la stessa cosa in mente perché improvvisamente si tirò indietro dal loro bacio e con noncuranza gli strappò aprendola la camicia, lasciando che alcuni bottoni si spargessero sulle lenzuola e a terra. Le sue labbra tornarono a lui ma questa volta, prese il comando assaggiando ogni nascosta caverna della sua bocca mentre le sue mani davano selvagge carezze sul suo torace.

    Spike ringhiò in rispsota e velocemente andò alla ricerca della lampo sulla sua schiena. Le sue labbra le lasciarono la bocca per iniziare l'esplorazione dell'incavo del collo fino alla valle tra i seni. Le sganciò il reggiseno senza spalline e la fissò con ammirazione.

    “Buffy... sei così bella” le disse con voce roca prima che la sua lingua le colpisse un capezzolo, strappando dalla già arrossata piccola bionda in questo modo un gemito deliziato e sonoro.

    “Oh Dio!... Ughhhhhhhhh...”

    Cazzo! Spike era così eccitato che si sentiva come se stesse per venire solo dall'ascoltare le sue deliziose reazioni. La sua voce tremò quando parlò, “Volevo farlo dal momento che ho posato gli occhi su di te questa mattina”

    “Ohhhhhh!” Buffy buttò la testa all'indietro quando sentì la sua bocca chiudersi su un teso capezzolo. Lui lo succhiò avidamente mentre una delle sue mani serpreggiava dentro la sua biancheria e le strofinava la clitoride. “Spike!!!”

    “Ti piace questo, passerotto?”

    “Si...” Buffy quasi protestò ad alta voce quando lo sentì allontanarsi.

    Spike la sollevò rapidamente così che fosse lei quella sdraiata sul letto. “Ma sai cosa sarebbe meglio?...” Voleva stuzzicarla. Farla implorare e urlare fino a che non avesse potuto sopportare oltre ma questa volta, la sua delicatezza nel fare l'amore l'aveva lasciato per la prima volta. Riuscì a mala pena a tirare fuori le parole quando le divise le gambe e fissò bramosa il suo centro brillante.

    “Se io... facessi questo.. invece” riuscì a continuare tra gli ansiti prima che la sua testa si tuffasse in basso e le succhiasse la clitoride.

    “Oh!!!” Il corpo di Buffy stava tremando per il troppo bisogno. Non si era mai sentita così eccitata e sentiva quasi di svenire. Spike inserì un dito e iniziò a pomparlo dentro il suo centro mentre le sue labbra lavoravano la sua magia su di lei.

    “Vieni per me, amore... Voglio sentire il mio nome sulle tue labbra...” disse lui mentre inseriva un altro dito. “Buffy... così stretta...” Sentì il suo cazzo contrarsi in risposta quando immaginò se stesso seppellito dentro la sua bollente, vergine e stretta fica.

    Buffy era così vicina al limite che dopo solo alcune altre spinte, stava già urlando il suo orgasmo. “Spike!!!!!!”

    Mentre scendeva giù dal suo orgasmo, Buffy si tirò immediatamente a sedere e si tolse il resto dei vestiti prima di iniziare ad aiutare Spike a togliersi i suoi.

    Nel momento in cui la sua erezione arrivò in vista, sentì l'improvvisa ondata di lussuria tornare in lei a piena forza. Lo guadò negli occhi e il ghigno divertito che lui le rivolse la face arrossire istantaneamente.

    La sua faccia era ancora rosata per la sua improvvisa timidezza quando iniziò a giocare con la sfumatura di riccioli. Poi alzò lo sguardo e guardò la sua espressione cambiare mentre lei...

    “Oh! Maledetto cazzo!” Gli occhi di Spike rotearono verso l'alto quando la sentì circondarlo con il palmo. Rubacchiò la sostanza che colava dalla sua testa a forma di fungo con la lingua e iniziò a muovere le mani su e giù lungo la sua rigida lunghezza. “Buf... ungahhhh...”

    Proprio quando Spike pensò che questo era come avrebbe raggiunto il suo molto atteso sollievo, Buffy lo sorprese fermandosi improvvisamente e tirandolo così che lui fosse ora finalmente sdraiato sopra di lei sul letto.

    Deboli lamenti e gemiti vennerp strappati dalle loro bocche non appena i loro corpi si toccarono. Buffy lo tirò ancora una volta in un bacio famelico.

    Con il cazzo intrappolato tra i loro corpi, la testa di Spike comincizò a girare fuori controllo. Si sforzò per tenere la memoria sotto controllo perché da qualche parte nei profondi recessi della sua mente c'era una promessa che aveva intenzione di mantenere. Ma il problema era, stava iniziando a perdere la sua battiglia contro il resto della sua sanità mentale... terribilmente in fretta.

    “Buffy, non riesco a smettere... ti voglio così tanto... non penso posso... Per l'inferno maledetto!” La sua improvvisa imprecazione fu portata fuori dal fatto che Buffy gli aveva afferrato improvvisamente il lungo cazzo dolente e l'aveva posizionato alla punta della sua entrata.

    E fu allora che Spike finalmente alzò bandiera bianca. I suoi occhi si riempirono di così tanta emozione quando fissò il suo viso magnificamete arrossato e iniziò a spingersi nel suo centro. “Buffy... farà male... mi spiace...”

    Buffy si morse il labbro e affondò le unghie nella sua schiena quando lo sentì rompere la sua barriera. Non c'era modo di negarlo. Sebbene fosse solo fuggevole, faceva male.

    “Stai bene, amore?”

    Buffy annuì immediatamente, la mente ancora annaspante per il fatto che parte del corpo di Spike era incastrata dentro di lei. Considerando il fatto che aveva visto quanto fosse grande in realtà, era stupita a come era riuscito ad adattarsi dentro di lei. Non aveva mai capito quanto avesse bisogno di lui fino ad ora.

    “Lieto di sentirlo”

    Il sorriso di sollievo che Spike le dedicò era intossicante. Buffy sentì il cuore librarsi in volto a straordinarie altezze mentre lui le baciava teneramente le labbra. “Spike...”

    Spike era in paradiso. La sensazionen di essere sepolto dentro il paradiso di Buffy era più di quello che si sarebbe mai aspettato. Il suo corpo era stupendo. Così perfettamente giusto che desiderò di poter rimanere sepolto il lei per sempre.

    “Buffy...”

    “Oh!!!” Buffy boccheggiò ad alta voce quando iniziò a sentirlo muoversi dentro di lei di nuovo.

    “Per l'inferno maledetto... così stretta...”

    Buffy istintivamente alzò le gambe per intrecciarle attorno alla sua vita mentre lentamente iniziava ad incontrare ogni sua spinta. “Oh Spike più forte... per favore...”

    Presto Spike stava pompando più forte... e più veloce... Il rumore della loro pelle che si colpiva si sentiva attraverso la stanza mentre i loro ansiti si mischiavano e il suono dei loro gemiti si intenficò.

    Da qualche parte alla bocca dello stomaco c'era un fuoco che aveva iniziato a crescere rapidamente. Buffy strinse forte gli occhi mentre il fuoco raggiungeva finalmente il suo culmine. Gli occhi si spalancarono per lo shock di non aver mai sentito niente di così forte prima...

    “Oh Dio, sto venendo!!!!” urlò Buffy prima che i suoi fianchi iniziassero ad affrettarsi incontrollabilmente mentre il suo corpo raggiungeva presto il suo molto atteso completamento. “Spike!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

    “Buffy!!!!!!!!!!” urlò Spike mentre la sentiva stringere fortemente attorno al suo cazzo. Buttò la testa all'indietro proprio mentre gli veniva offerto il più potente orgasmo che avesse mai provato nella sua vita.







    Capitolo Venti - Scusa (La conclusione)

    Spike si era svegliato diverse volte durante la notte solo per guardarla mentre dormiva. E ogni volta che l'aveva fatto, il suo cuore si era sciolto all'istante all'innocente vista di lei. Aveva controllato costantemente l'orologio che era posto sopra il comodino e ogni volta che l'ora si avvicinava un po' di più all'alba corrugava la fronte. Era semplicemente timoroso di quello che il domani avrebbe portato, dato che non era sicuro di come Buffy avrebbe preso tutto quello che era successo quella notte, una volta ritornata al suo vecchio sé.

    Quando arrivò la mattina, la prima cosa che fece fu toccare il suo lato del letto. Maledetto, se n'è andata.

    Spike si tirò improvvisamente a sedere, l'ansia che gli riempiva per un attimo i sensi ancora mezzi addormentati prima che la individuasse seduta sulla sedia che controllava fuori dalla finestra. Il suo sospiro di sollievo fu immediatamente tagliato corto non appena riconobbe il debole singhiozzo che continuava ad agitarle il corpo.

    Per l'inferno maledetto! Che cosa ho fatto? Pensò Spike con rammarico mentre guardava la sua piccola forma raggomitolata sulla sedia. Aveva le ginocchia tirate su con il top del suo pigiama col disegno del sushi che si era tirato su involontariamente a rivelare le sue perfettamente gustose parti inferiori. Stava singhiozzando così forte, che praticamente poteva vedere il suo corpo tremare mentre stringeva Mr Gordo tra le braccia.

    Il suo cuore si contrasse dolorosamente per il risultato della sua stupidità. Angel poteva essere stato quello che le aveva spezzato il cuore la notte precedente, ma era lui che le aveva rubato l'innocenza. Aveva facilmente rotto la sua promessa in un momento di debolezza e ora non era certo di poter perdonare se stesso per aver rovinato il sogno di Buffy di conservarsi per l'uomo che avrebbe veramente amato.

    Spike si mise velocemente i pantaloni e con cuore pesante, camminò lentamente verso di lei. “Buffy...”

    Il suo viso era coperto di lacrime quando alzò gli occhi su di lui. “Sei sveglio... (tirata su col naso)”

    I suoi occhi erano pieni di emozione mentre la sollevava con attenzione. Sedendosi sulla sedia, la sistemò gentilmente sul suo grembo e iniziò a cullarla dolcemente. Le braccia di Buffy andarono per instinto attorno a lui mentre nascondeva il viso nell'incavo del suo collo. Lui deglutì forte. “Oh Buffy sono d...”

    “Mi dispiace” gli disse lei debolmente.

    Spike la guardò perplesso. “Per cosa dolcezza, non hai niente di cui essere dispiaciuta. Sono stato io quello che...”

    “Ho cercato di non... L'ho fatto veramente giuro... io so che non dovrei sentirmi in questo modo”

    “Shhhh... sei ferita” Spike usò il pollice per strofinarle via le lacrime dagli occhi. “E' solamente giusto per te sentirti come ti senti, amore”

    “No tu non capisci” gli disse lei disperatamente. “Devi promettermi che sarai per sempre mio amico non importa cosa”

    Mi sta lasciando? Spike annuì debolmente.

    “Promettimi che non mi lascerai per averlo lasciato accadere”

    Spike respirò profondamente mentre la guardava con occhi apprensivi. Cosa può aver fatto di assolutamente sbagliato da pensare che io possa lasciarla? “Per aver lasciato accadere cosa, Buffy?”

    Buffy emise un grande sospiro e nascose il viso ancora una volta nell'incavo del suo collo prima di parlare debolmente. “Per aver lasciato che mi innamorassi di te”

    ***

    Era piuttosto possibile che stesse ancora sognando e che ancora non si fosse svegliato. Dopo tutto, sarebbe stato davvero difficile distinguere tra allucinazioni e realtà quando aveva sognato di questa esatta cosa che accadeva così tante volte prima. Chiuse gli occhi e si forzò a respirare regolarmente.

    “Buffy... hai appena... ti ho sentito... Oh per l'inferno maledetto!” balbettò lui.

    “L'ho fatto” mormorò lei piano sul suo collo. Oh no...ora è arrabbiato con me. “E prima che tu diventi totalmente furioso con me o ti vengano i brividi, voglio solo che tu sappia che non mi aspetto niente da te...”

    “Buffy, io non...”

    “So che tu probabilmente pensi che sono una tale sciocca per aver permesso che mi sentissi così ma...”

    “Buffy, amore. Guardami” Spike interruppe il suo balbettio e le alzò il mento per guardarlo.

    La verità era, Buffy non voleva vedere la sua reazione, specialmente quando sapeva che Spike non era il tipo di ragazzo che credeva nel vero amore e nelle anime gemelle per prima cosa. Ma mentre lo fronteggiava, fu scioccata di vedere... i suoi occhi riempirsi di lacrime. Non aveva mai visto Spike guardarla così prima. Così aperto e vulnerabile.

    “Ti amo anch'io, Buffy” disse lui con un mezzo sorriso che quasi sciolse tutte le sue preoccupazioni.

    Il respiro di Buffy le si bloccò in gola. “Tu cosa?”

    “Ti amo” Lui poggiò la fronte sulla sua testa e chiuse gli occhi. Era così meraviglioso che fosse in grado finalmente di dirle quello che sentiva veramente.

    Buffy voleva così tanto credergli ma se lo stesse facendo per pietà? E se lui... “Spike, non dire che mi ami solo perché...”

    Spike la mise a tacere con un bacio colmo di desiderio che la lasciò senza fiato e implorante per di più. “Lo faccio, amore. Solo non avevo il coraggio di ammetterlo a te”

    Buffy lo fissò, grata che non fosse in piedi perché non sapeva come le sue ginocchia avrebbero potuto supportarla data l'incredibile quantità di emozione che proruppe dentro di lei. “Tu... mi ami?”

    “Non hai idea di cos'era per me prima doverti guardare con Angel” disse lui, facendo correre le dita attraverso le morbide ciocche dei suoi capelli. “Mi hai spezzato il cuore tante volte”

    “Mi dispiace”

    “Non esserlo. Ho sempre saputo che avresti capito che appartieni a me e non al finocchio” Spike la guardò pensosamente. “Ti dispiace spiegarmi cosa è successo tra te e Angel?”

    “Avevi ragione. Angel ed io... non siamo esattamente fatti l'uno per l'altra” Buffy sorrise leggermente, ricordando quello che Cordy le aveva detto. “Sta meglio con Queen C”

    “E tu sei okay con questo?”

    “Beh dovrei dato che sono io quella che li ha portati insieme” disse lei, dando a Mr Gordo un leggero bacio prima di posarlo vicino alla finestra.

    Spike ridacchiò dolcemente, “Ed io che pensavo che quella fosse la ragione per cui tu eri...” Spike alzò un sopracciglio. “Se non eri turbata per Angel, allora perché sembravi come se ci fosse stata la fine del mondo quando eravamo sulla pista da ballo?”

    “Ho visto te e Dru... nel corridoio...” la sua voce si affievolì mentre la sua mente ripeteva un flashback molto breve di Spike e Dru che si baciavano nell'ombra.

    “Oh.”

    “Già” gli disse Buffy dispettosamente, il labbro inferiore sporgente. “Ora capisci perché è così difficile per me credere che tu ti senta in questo modo per me quando tu... cosa stai -? Stai ghignando... Non vedo niente di divertente in questo Mr Voglio-Scoparmi-Ogni-Donna-A-Sunnydale... Non puoi solo baciare una ragazza e dire alla tua migliore amica che sei innamorato di lei... Spike se non ti togli quel ghigno fastidioso dal viso ti...”

    “Oh Buffy” la interruppe lui, il suo ghigno che diventava ancora più evidente. “Mi dispiace, è solo che adoro vederti così gelosa per me e Dru. E dannazione, quel tuo gustoso broncio mi sta proprio facendo impazzire!”

    “Spike!” lo avvertì lei.

    “Amore, immagino tu abbia perso la parte in cui ho spinto via Dru e le ho detto di levarsi dalle palle. Avresti dovuto sapere a quest'ora che non è lei la ragazza di cui sono disperatamente innamorato”

    Buffy arrossì intensamente. “Allora perché lei hai chiesto di uscire innanzitutto?”

    “Non è ovvio?” disse lui, alzando un sopracciglio.

    “Stavi cercando di rendermi gelosa?” Era più un'affermazione che una domanda.

    “Ha funzionato?”

    Gli occhi di Buffy si scurirono all'istante mentre gli rispondeva attirandolo per un lungo e profondo bacio. “Questo risponde alla tua domanda?”

    Spike ghignò birichinamente, “Non so. Penso che faresti meglio a farlo di nuovo solo per assicurarti che il tuo punto sia arrivato chiaro” disse Spike prima che Buffy lo baciasse di nuovo. E questa volta lei gli si sedette a cavalcioni sul grembo.

    “Tu capisci che questa cosa tra noi probabilmente non funzionerà”

    Spike si tirò indietro da lei, corrugando la fronte. “Perchè per l'inferno maledetto no?”

    Buffy si piegò di nuovo. “Perché (bacio) ti conosco troppo bene, (mordicchia il suo labbro inferiore) William”

    “Spiega?” La sua mano le bloccò i movimenti. La conosceva anche lui bene abbastanza da sapere che era molto più dannatamente seria di quanto lasciasse intendere.

    “Hai paura dell'impegno” gli disse lei in tono leggero.

    Spike fece un sorriso che fu abbastanza da scioglierla dall'interno. “Beh dovremo solo scoprirlo no?”

    “E cosa significa esattamente questo?”

    Spike roteò in alto gli occhi in estasi quando Buffy iniziò a schiacciarsi contro il suo cazzo già indurito. “Beh significa che probabilmente sarai bloccata con me...” Per sempre. “... per un po'. Ho ancora così tante lezioni da insegnarti, amore”

    “Ooooh... mi domando se ci sono delle lezioni delle tue che potresti insegnarmi...” Buffy si alzò, ignorando i suoi gemiti di protesta. “... mentre siamo nella doccia”

    Buffy improvvisamente si tirò su il top e gli fece l'occhiolino prima di andare nel bagno.

    “Civetta” mormorò Spike felicemente mentre con velocità si toglieva i pantaloni e quasi inciampava su se stesso sulla strada per seguirla.


    Fine
  11. .
    Capitolo Sei - Chimica

    “Io... io...” balbettò lui. “Non stavi rispondendo al campanello della porta quindi ho dovuto usare la chiave che tua madre nasconde sotto il vaso da fiori” Per l'inferno maledetto!

    “Saresti solo dovuto rimanere fuori!” gli urlò Buffy, il viso diventanto una scura sfumatura di rosso.

    “Come facevo a sapere che saresti entranta con niente addosso? Non è come se l'avessi pianificato!”

    Buffy voleva prendersi a schiaffi. Aveva ragione in fin dei conti. Come aveva potuto dimenticare che Spike sapeva della chiave nascosta? Con un grugnito, uscì impettita dalla cucina, espondendo le sue rotonde e graziose guance al suo sguardo famelico.

    Spike la seguì secondi più tardi con lo spolverino chiuso e la trovò giusto in tempo mentre si chiudeva l'accappatoio.

    “Mi dispiace” le disse con apprensione.

    “Dimenticalo” replicò Buffy, guardando dappertutto tranne che lui. “Torno subito”

    Mentre si voltava verso le scale, Spike le corse immediatamente affianco e l'afferò un braccio per fermarla. “Aspetta!”

    Spike vide il modo in cui Buffy chiuse gli occhi in reazione al suo tocco. Si domandò se lo sentisse anche lei, il delizioso formicolio che si faceva sentire ogni volta che le loro pelli venivano a contatto. “Dove stai andando?”

    “Ho bisogno di mettermi addosso dei vestiti, Spike”

    “Perché?”

    Buffy ridacchiò nervosamente, “Sai perché?”

    Spike le sollevò il mento per esserle di fronte. “Prima lezione, amore. Non dovresti essere imbarazzata della tua pelle... specie con me. Stai già indossando un accappatoio e questo dovrebbe essere abbastanza. Sai già come diventerà questa serata”

    L'implicazione delle sue parole le fece venire i brividi sulla pelle. Del tipo buono. “Spike, so che ho detto un po' di tempo fa che volevo portare la tua lezione al prossimo livello...”

    Spike alzò un sopracciglio ed emise un sospiro esasperato. “Avrei dovuto saperlo che ti saresti tirata indietro. Questo è così tipico di te, Summers”

    “Non mi tirerò indietro” si ritrovò a dire lei.

    “Davvero?”

    “Voglio solo mettere le cose in chiaro prima. C-come lo faremo?” Buffy aggiunse velocemente quando vide lo sguardo stupito che Spike le rivolse. “La lezione, voglio dire...”

    “Immagino dipenda da quanto avanti tu sia disposta ad andare” Sorrise compiaciuto. “O da quanto sei disposta a fidarti di me”

    “Mi fido di te, Spike” gli disse Buffy con sincerità. “Sai che è così, ma voglio chiarire che anche se ho tipo accettato di fare della roba... con te, non sono in nessun modo a favore di fare l'altra cosa...”

    “Altra cosa?”

    “B-beh... sai... r-rapporto intimo” riuscì a dire lei con balbettio nervoso.

    Spike annuì con la testa, cercando di non sembrare scioccato dalle sue parole. “Fino a quando non è l'atto vero, sei d'accordo?”

    Gli occhi di Buffy caddero di nuovo sul pavimento mentre annuiva timidamente.

    Per l'inferno maledetto, Buffy ha appena detto che è disposta a fare altra roba con me?
    Spike represse un gemito mentre si voltava dall'altra parte e velocemente si aggiustava nei pantaloni.

    “Se vuoi saperlo, mi sto conservando per il mio unico vero amore” aggiunse lei con uno sguardo curioso, domandandosi cosa stava facendo Spike con se stesso. Ma proprio prima che fosse in grado di capire cosa stava facendo, lui si era già voltato di nuovo e nel processo l'aveva fatta trasalire.

    Ignaro di cosa Buffy stesse combinando, lui le parlò con voce irritata. “Quando dici vero amore, intendi il finocchio?”

    “Si, il finocchio-” si frenò. “Voglio dire Angel. E che significa comunque quella parola? No aspetta. Non lo voglio sapere”

    Spike cercò di controllare il suo tumulto interno mentre ricordava la ragione per cui Buffy voleva fare questo in primo luogo – per riconquistare Angel.

    Lottando con se stesso, chiuse gli occhi e velocemente si ricordò del suo piano segreto di corteggiare Buffy. Rievocando il bacio che si erano scambiati prima, in qualche modo seppe che se avesse giocato bene le sue carte, Buffy avrebbe realizzato presto che lui era l'uomo giusto per lei.

    “Okay.”

    “Va bene, perché non... cominciamo con una domanda” Spike si tolse lo spolverino e lo posà sulla sedia reclinabile. “Quando eri in piedi nuda davanti a me poc'anzi...(trattenne il fiato)... Puoi dirmi che tipo di cose ti sono passate per la mente?”

    “Io -” Buffy deglutì il groppo in gola. “Non ricordo”

    “Non ricordi o non vuoi ricordare? C'è una grande differenza”

    “Non ricordo” rispose irritata. “Non capisco cosa abbia a che fare con-”

    “Chimica, amore” le disse Spike. “Ho bisogno di sapere se l'hai sentita”

    “Chimica” ripeté Buffy con espressione incredula.

    “Seconda lezione, amore. Prima che una coppia faccia qualcosa di serio, dovrebbero controllare prima se ce l'hanno”

    “So cos'è la chimica, Spike. Ho passato abbastanza tempo con Anya per sapere cosa significa e ti dico ora che noi non ce l'abbiamo”

    “Sei sicura?” Spike le alzò contro un sopracciglio.

    “A-assolutamente” balbettò lei, sentendo il cuore iniziare ad accelerare quando il biondo ossigenato si mosse più vicino. Mio Dio.

    “Capisco” Spike nascose un ghigno mentre si chinava per sussurrarle all'orecchio. “Quindi quando ti ho baciata stamattina nel corridoio, non hai sentito niente?”

    Buffy boccheggiò alla sensazione del suo fiato caldo sull'orecchio. Le parole che disse aggiunsero solo benzina al fuoco che stava già iniziando a crescere dentro di lei. “No”

    Spike sorrise internamente quando notò il cambiamento nella voce di Buffy. La possibilità di avere effetto su di lei in un modo così intimo stava creando visioni deliziose nella sua testa. L'aveva appena vista nuda poco fa e l'immagine era ancora molto vivida dentro la sua testa. Era una meraviglia che potesse ancora stare in piedi dato il modo in cui era dolorosamente teso contro i pantaloni.

    Spike la guardò negli occhi con aria sbalordita e iniziò a giocare con il nodo del suo accappatoio. “Quando LO hai visto fuori dai pantaloni la scorsa notte, mi stai dicendo che non hai sentito niente?”

    Buffy gemette dentro di sé. Aveva sentito qualcosa maledizione! La verità era, l'immagine gustosa di Spike con nient'altro addosso che la sua collana d'oro attorno al collo girava per la sua testa da quando si era mostrato a lei la notte precedente. Tuttavia, sarebbe stato un giorno freddo all'inferno quello quando lei avrebbe ammesso quel fatto importante a lui!

    “Bugiarda” mormorò lui con voce roca, sciogliendo finalmente il nodo che le assicurava al suo posto l'accappatoio lunghezza ginocchio.

    Il respiro di Buffy si bloccò in gola quando sentì l'aria sfiorarle la pelle nuda ancora una volta. Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi offesa, essendo esposta a lui una seconda volta. Tuttavia, per qualche sconosciuta ragione, si trovò a chiudere gli occhi mentre si preparava per le solite parole di scherno di Spike che non arrivarono mai. Invece, l'unica cosa che sentì furono bassi e regolari ansiti, e non avrebbe potuto dire con precisione se provenissero da Spike o da lei.

    Lentamente, aprì gli occhi. “Spike?”

    Spike le toccò la guancia e accarezzò la morbida pelle con il pollice. “Sei così bella, Buffy”

    “Davvero?” domandò lei con modestia.

    “Sì” Un altro sussurro nel suo orecchio mentre lui lentamente lasciava vagare le sue mani sul lato del suo collo prima di posarle sulla pelle flessibile sopra i suoi seni.

    “Spike... Cosa stai facendo?” chiese Buffy rocamente mentre lo guardava allarmata.

    I suoi occhi erano pieni di desiderio e la sua voce era roca quando le disse - “Ti sto provando che sbagli”... proprio poco prima che la sua mano si abbassasse a prenderle a coppa un seno attraente.

    “Oh Dio!” Buffy lanciò la testa all'indietro e gemette ad alta voce.

    “Ti piace, passerotto?”

    “Si” ansimò lei. Mai nella sua vita aveva saputo che il suo corpo potesse essere capace di sperimentare qualcosa di così bello.

    Riluttante Spike alzò la mano e lentamente lasciò che le sue dita disegnassero lenti circoli sul suo seno sinistro, evitando accuratamente la parte dove le avrebbe dato più piacere.

    “Ungghhhh” Gemette lei ad alta voce, sentendo i capezzoli indurirsi in riposta al suo tocco. Che diavolo c'è che non va in me? Dovrei sentirmi disgustata... mortificata anche, ma si sorprese inarcandosi al suo tocco per incoraggiarlo a fare di più.

    Sentendo la sua esitazione ad implorare per di più, lui domandò, “Vorresti che mi fermassi, passerotto?”

    “No!” Buffy stupì se stessa quando la sua risposta arrivò un po' troppo velocemente e un po' troppo disperata.

    “Mi dispiace, ma non sono riuscito a sentirti bene...”

    “N-non... fermarti... non – Ohhhhhhhh!” gemette lei quando lo sentì stuzzicarle il capezzolo. Una volta, due volte... fino a quando lei dimenò la testa per il troppo piacere.

    Oh Maledetto Cazzo! Era troppo. Non l'aveva neanche toccata LI' e lei già stava facendo delle deliziose riposte che stavano rendendo parecchio difficile per lui mantenere il controllo. Non aveva mai immaginato che Buffy potesse essere così reattiva. Spike la guardò con occhi stupiti, amando il modo in cui appariva. Era arrossata dappertutto, una lucentezza di sudore sulla fronte e il corpo aperto a tutte le cose deliziose che lui avrebbe potuto farle. Beh, non esattamente tutte dato che non gli era permesso fare quello che il suo corpo stava implorandogli di fare. Ma avrebbe potuto fare molto per farla urlare e dimenarsi impotente.

    Con occhi bramosi ancora incollati ai suoi, lui gentilmente la sollevò tra le sue braccia e la sdraiò sul divano.

    “Ti farò sentire bene, Buffy”

    Lei si lamentò selvaggiamente mentre le mani di Spike tornavano al loro compito di creare magia sul suo altro seno.

    La verità era, stava impazzendo per il non baciarla. Voleva così tanto baciarla e sentire la sua lingua calda uscirsi alla sua come avevano fatto a scuola, ma non poteva. Sapeva che nel momento in cui si sarebbero baciati, avrebbe perso tutto il limite che gli era rimasto e avrebbe fatto qualcosa che poi avrebbero rimpianto.

    “Ohhhhhh Dio!” gemette lei mentre lui la stringeva. “Gah!” Buffy protestò quasi quando lui improvvisamente smise le sue azioni, ma quando sentì le sue mani vagare accarezzandole l'addome graziosamente tonico, si allarmò.

    “Spike” ansimò. “Non penso...N-non sono sicura di essere pronta a che tu mi tocchi lì”

    “Prometto che mi fermerò se non ti piace, amore” Per favore non dire no. “Fidati di me, passerotto”

    Le sue parole contenevano troppa emozione perché Buffy riuscisse a restistere. “Mi fido di te”

    E con il suo permesso, Spike emise un sospiro di sollievo prima che il suo ghigno brevettato tornasse al suo posto.

    Gli occhi di Buffy videro che i suoi occhi mantenevano il contatto, valutando la sua espressione mentre le dita giocavano con i morbidi riccioli, accarezzandola leggermente mentre il pollice correva sopra l'angolo in cui la coscia si univa al suo centro.

    Il gemito di Spike si mischiò con quelli di lei quando iniziò ad esplorare l'area delle labbra esterne. Più lei piagnucolava e si dimeneva da parte a parte, più il suo pene diventava duro. Di fatto diventò duro al punto in cui non riuscì più a sopportare il dolore del tendersi contro i pantaloni. Quindi, con un movimento veloce, la lasciò fuggevolmente per liberare la sua erezione.

    Quando Spike vide la sua espressione allarmata, non perse tempo a spiegarle. “Non preoccuparti, gattina. Ho solo bisogno di togliere la restrizione perché non riuscivo più a sopportare il dolore. Ad essere onesti, non sono mai stato così duro in tutta la mia vita” ammise, lasciando uscire un respiro irregolare. “Per favore non farmi fermare, Buffy”

    Quando Buffy annuì il suo consenso, Spike fu immediatamente sollevato.

    Spike sentì un impeto di orgoglio sollervarsi dentro di lui quando vide il modo in cui Buffy fissava il suo cazzo. La sua espressione bramosa quasi lo uccise. Anche se voleva disperatamente che lei lo toccasse, scelse di ritornare al compito a portata di mano. Non era sicuro se Buffy fosse già pronta a farlo. Sentiva di dover essere davvero attento dato che Buffy era così nuova all'arte del pomiciare. Una mossa sbagliata e sarebbe potuto finire tutto, e il suo piano di seduzione sarebbe andato all'aria.

    Volendo disperatamente darle piacere, le sue dita tornarono alla sua figa e iniziò a toccarle la clitoride.

    “Oh mmmmerda!!!”

    Buffy stava gemendo in estasi. La sensazione delle sue dita che toccavano una parte molto intima di lei e la vista del suo lungo e grande cazzo teso sul suo addome le stavano facendo girare la testa fuori controllo. Voleva disperatamente toccarlo. Stava per farlo quando sentì un dito scivolarle dentro.

    Spike non poté evitare un altro gemito per la sensazione del sua entrata già umida. “Per l'inferno maledetto, Buffy... così bagnata... così stretta” mormorò con voce roca mentre faceva scivolare un altro dito e iniziava a farlo andare su e giù... E quello fu il limite.

    “Spike!!!” Buffy urlò il suo nome ad alta voce mentre veniva, il suo canale che si stringeva strettamente attorno alle sue dita.









    Capitolo Sette – Volano scintille

    Per l'inferno maledetto!
    Spike quasi venne al suono del suo nome che veniva urlato dalla bocca di Buffy.

    Mentre la guardava ridiscendere dalla vetta del suo orgasmo, la sensazione di voler schiacciare le sue labbra su quelle di lei era così travolgente che dovette chiudere gli occhi. Si sentiva quasi svenire per lo sforzo di doversi trattenere.

    Riprendendo fiato, Buffy si tirò debolmente a sedere sul divano. “E' stato... (respiro affannoso) Non ho mai sentito niente di così-”

    Proprio allora, sentirono il rumore metallico delle chiavi che vengono inserite in una serratura. Entrambe le teste si voltarono versa la porta con gli occhi spalancati per la paura.

    ***

    Nel frattempo dall'altro lato della porta stava piedi nient'altro che Joyce. Per qualche ragione, non sembrava riuscire a far funzionare la chiave e le ci vollero diversi futili tentativi per riuscire finalmente ad aprire la porta.

    “Buona sera, signora Summers” Spike cercò di apparire assorbito dallo spettacolo alla TV. Aveva velocemente messo un cuscino sul suo grembo per darsi tempo mentre obbligava la sua erezione ad andare via. Aveva detto a Buffy che sarebbe dovuto andare in bagno fino a quando la sua piccola situazione non si fosse abbassata, ma lei aveva insistito che rimanesse fermo dato che pensava avrebbe solo sollevato il sospetto di sua madre se fosse entrata e non avesse trovato nessuno in giro per il soggiorno.

    Joyce non era davvero sorpresa di vedere Spike nel suo soggiorno, a guardare la TV. Spike per lei era come un figlio e non era insolito per lui trascorrere il tempo con sua figlia, anche se in un giorno scolastico. Tuttavia, era piuttosto sollevata di vedere la sua presenza, sapendo così che stava mantenendo fede alla sua promessa di tenere d'occhio sua figlia.

    “Buona sera, Spike” Joyce sorrise al giovanotto, mentre sistemava il suo cappotto sull'appendiabiti. Guardò la TV. “Wow, non sapevo che ti piacesse guardare i parti”

    “Oh” L'espressione di Spike era quasi comica mentre cercava di mascherare la sua sorpresa quando realizzò che spettacolo stava facendo finta di vedere. “A-a me piacciono i bambini. Probabilmente perché non ho fratelli”

    “Penso sia dolce” gli disse Joyce prima di andare in cucina, aspettandosi di trovare lì Buffy. “Dov'è Buffy?”

    “E' di sopra”

    Joyce gli lanciò un'occhiata di scuse. “Voi ragazzi avete litigato, vero?”

    “No, si sta solo preparando per andare a letto” Spike cercò velocemente di cambiare argomento. “Come è andato il suo volo, signora Summers?”

    “Mamma!” Buffy marciò giù per le scale nel suo pigiama col sushi disegnato. “Sei tornata... prima”

    Joyce abbracciò la figlia e le diede un leggero bacio sulla fronte. “Già, ho appena scoperto che hanno cancellato lo spettacolo alla galleria di domani, quindi sono andata oltre e ho controllato se c'era una volo disponibile per questo pomeriggio, ed eccomi qui. Stai bene? Sembri un po' arrossata in volto?”

    Buffy lanciò un'occhiata colpevole a Spike, a cui lui rispose alzando un sopracciglio.

    “Io... uh davvero? Voglio dire si penso deve star venendomi qualcosa. N-non mi sento bene”

    Joyce le posò una mano sulla fronte per controllarle la temperatura.

    “Sei anche calda” Joyce si voltò verso Spike. “E tu, Will caro? Stai bene? Sembra che ti stia venendo qualcosa anche a te”

    ***

    Il giorno successivo


    Drusilla Miles. Che diavolo ci vede Spike in lei? Pensò Buffy. Osservò con crescente impazienza mentre l'irritante brunetta riempiva a metà un piccolo crogiuolo con del nitrato d'argento e lo posava su un triangolo. Dio, riesce a rendere anche riscaldare il crogiolo con un bruciatore da laboratorio una cosa sporza ed indecente.

    “Si”

    Buffy fissò la brunetta matta con totale incredulità. “Si?”

    Okay, questo non è per niente bello. Aveva praticamente lanciato la domanda a Dru, sperando che la sciocca sgualdrinella sarebbe stata al suo solito impertinente e l'avrebbe ignorata.

    S'era immaginata tutto nella sua mente. S'era immaginata anche come Dru le avrebbe sibilato contro e l'avrebbe detto di levarsi dalle palle. Tuttavia, la parola che fuoriuscì dalle labbra di Dru era stata l'ultima cosa che si era aspettata. Dopo tutto, Spike aveva cercato di conoscerla ma aveva fallito miseramente ogni volta, quindi perché oh perché avrebbe detto di si a lei ora?

    “Si, mi piacerebbe andare con il mio adorato principale al ballo” Dru ridacchiò del modo in cui Buffy la stava guardando. “Perchè raggio di sole! Sembri così sorpresa”

    “Okay, prima di tutto, il mio nome non è Raggio di Sole e secondo – lui non è il tuo adorato principe”

    “Non ancora, ma lo sarà presto” disse Dru lentamente, le dita che arrivavano a stuzzicare la fimma senza nemmeno trasalire. “Un oggetto non sembra mai più interessante che quando è irraggiungibile”

    Geez, molto enigmatica. “Pensavo solo che ci sarebbe voluto un po' da parte mia per convincerti ad uscire con lui. Tutti sanno che stai squadrando Lindsey affinché sia il tuo accompagnatore al ballo. Cosa ti ha fatto cambiare idea?”

    “Una piccola voce dentro la mia testa mi ha detto che dovevo dare una possibilità al mio principe. Questo e la consapevolezza che sapevo avrei fatto arrabbiare raggio di sole se avessi detto di si”

    “Cosa?”

    Dru fece una risata matta. “Perché? Non pensi che io sappia quale piccolo segreto Raggio di Sole si sta tenendo nella testa?”

    “Di nuovo col cosa?!” chiese Buffy confusa.

    “Ho visto voi due... baciarvi nel corridoio” spieghò Dru. “Ero lì e se non avessi saputo altrimenti, avrei pensato che sei innamorata di Spike”

    “Mio Dio, sei ancora più squilibrata di quello che pensavo. Non sono innamorata di Spike! È il mio migliore amico e il bacio era-”

    “Solo uno spettacolo a beneficio di Angel e Darla” Dru ghignò, soddisfatta dall'espressione scioccata sul viso di Buffy. “Vedi tesorino. Capita che io sappia più di quello che tu credi. Ho un dono. Vedo le cose che non sono visibili a tutti.”

    “Non so a che gioco stai giocando, Dru. Qualunque sia, non è divertente! Spike è solo un amico per me e nient'altro!”

    “Giusto. Come ti pare” replicò Dru in tono di chiusura. Afferrò un piccolo pezzo di carta e ci scarabocchiò sopra prima di porgerlo a Buffy. “Ecco il mio numero. Fa si che Spike mi chiami. Ho bisogno di un accompagnatore per la Festa di Cordelia di Sabato. Pensi che dirà di si?”

    ***

    Chi si crede di essere? Fare stupide supposizioni tra me e Spike?!
    La mente di Buffy continuava a borbottare mentre stava seduta al suo banco durante la lezione di Inglese. Beh, che ti saresti aspettata da qualcuno matto come Dru? Se davvero fosse dotata, avrebbe visto che il suo cuore conteneva nessun altro che Angel. Qualsiasi persona sana di mente avrebbe saputo quanto disperatamente e senza speranza era innamorata di Angel. Per quanto riguardava Buffy, Angel era la sua anima gemella, il suo unico vero amore, il suo cavaliere dall'armat-

    La mente di Buffy andò in bianco quando vide apparire improvvisamente dalla porta un molto familiare biondo ossigenato all'apparenza molto appetitoso nel suo solito abbigliamento jeans e maglietta nera. Immediatamente si ritrovò a deglutire forte mentre la scena si svolgeva davanti a lei come un film al rallentatore.

    La mente di Buffy andò in bianco quando vide apparire improvvisamente dalla porta un molto familiare biondo ossigenato all'apparenza molto appetitoso nel suo solito abbigliamento jeans e maglietta nera. Immediatamente si ritrovò a deglutire forte mentre la scena si svolgeva davanti a lei come un film al rallentatore.

    Quel giorno, Spike aveva scelto di non portare la giacca, il che aveva avuto un tremendo effetto su Buffy, dato che poteva vedere ogni movimento del suo torace muscoloso attraverso la maglietta sottile. Il fatto che aveva scoperto che lui preferisse non preoccuparsi con qualsiasi tipo di biancheria intima non stava aiutando. Se altro, portò i suoi occhi a vagare più in basso. I jeans neri che indossava erano così stretti che poteva vedere molto bene il contorno del suo membro ad ogni passo che faceva. Gah! Buffy voleva uscire fuori e prendere un po' d'aria ma trovò che non avrebbe potuto dato che la lezione stava per cominciare presto.

    In che situazione terribile era e non aveva nessun altro da incolpare se non se stessa. Avevano oltrepassato la linea la sera prima e ora doveva soffrire le conseguenze dell'aver scoperto il suo desiderio intimo per il suo migliore amico.

    Il momento in cui aveva messo piede nella classe, Spike aveva immediatamente rimpianto la decisione di non indossare il suo spolverino. Lottò duramente per tenere sotto controllo la sua libido violenta mentre coglieva lo sfacciato apprezzamento del suo copo da parte della piccola bionda.

    Lo stava praticamente spogliando in pubblico e lui si stava godendo ogni maledetto momento. Il pensiero che fosse il primo ragazzo che avesse mai invocato tali sentimenti nella sua mente vergine era abbastanza da fargli volere di prenderla e portarla nel più vicino stanzino e affondare in lei. È davvero possibile volere qualcuno così malamente quanto lui la voleva ora? Anche con gli occhi aperti, avrebbe facilmente potuto ricordare il suo viso distorto dal piacere mentre lui gentilmente pompava due delle sue dita dentro il suo centro bagnato.

    Con quel pensiero eccitante, si mosse nel suo sedile e mise un libro che si era portato dietro sul grembo per alleviare la sua crescente erezione. Se non fosse stata per la Segathon la scorsa notte, dubitava che sarebbe stato affatto in grado di dormire. Ogni volta che cercava di chiudere gli occhi, immagini del suo corpo arrossato che si dimenava e gemeva gli perseguitavano automaticamente i penseri. I suoi ricordi del loro incontro erano così vividi che aveva dovuto darsi il sollievo di cui il suo corpo aveva avuto bisogno tre volte prima che arrivasse il sonno.

    Ci volle un po' prima che Buffy capisse cosa stava facendo. Velocemente guardò altrove mentre Spike occupava il suo solito sedile accanto a lei e sorrideva compiaciuto. “Ciao, amore”

    “C-ciao!” Smetti di balbettare, Buffy! “Allora! Com'è la tua giornata?” Potrei essere più banale?

    “Fantastica. La tua?”

    “Molto bene”

    Silenzio.

    “Buffy”

    “Spike.”

    I due parlarono allo stesso tempo ed iniziarono a ridere.

    La loro insegnante arrivò allora e iniziò la lezione.

    “Salve classe!” salutò Ms Kennedy, aggiustandosi i suoi strani occhiali. “Perchè non iniziamo voltando pagina fino alla 46 de 'Il giovane Holden' ...”

    Mentre gli studenti facevano quello che gli era stato detto, i due biondi continuarono a rubarsi sguardi l'un l'altro e a ghignare ogni volta che i loro occhi si incontravano. Qualsiasi studente che vide il loro scambio aveva praticamente notato le scintille che volavano tra loro, inclusa Cordy che aveva lanciato un'occhiata interrogativa ad Harmony.

    Vai tu prima. - scrisse Spike su un pezzo di carta. Aspettò che Miss Kennedy si voltasse verso la lavagna prima di passarlo a Buffy. Mentre lo faceva, sfiorò accidentalmente le dita contro la sua mano.

    Il risutalto fu un momento elettrificante che fece correre entrambi i loro polsi e gli provocò di respirare irregolarmente.

    Sembra che sia il tuo giorno fortunato
    , riuscì a scrivere in risposta Buffy, cercando di sembrare il più calma possibile anche se il punto sulla sua mano che lui aveva toccato per caso ancora bruciava.

    “Davvero? Perché questo?” disse lui col semplice movimento della labbra.

    Fingendo un grande sorriso, la piccola bionda scrisse. - Dru ha detto si. Mi ha anche dato il suo numero di telefono da darti. È interessata ad andare alla festa di Fine Anno di Cordelia con te.

    Wow! Forte!, scrisse lui mentre cercava di eguagliare il suo entusiasmo con un ghigno.

    “Sono felice per te” gli disse lei con il movimento delle labbra.

    “Grazie” gli disse lui allo stesso modo prima di guardare velocemente a terra. Stava diventando difficile mantenere il sorriso falso sul viso. Come poteva dirle che aveva perso interesse nella sua caccia a Dru? Per quando lo riguardava, la matta era ora nient'altro che uno strumento per distrarre Buffy dal suo motivo nascosto. Sembrava star funzionando e ora il palcoscenico era pronto per il suo piccolo gioco di seduzione. Era ora di attuare il gioco dell'attesa e vedere quanto a lungo Buffy avrebbe aspettato prima di cedere finalmente e prendere quello che per tutto il tempo aveva davvero voluto.

    ***

    Ben presto l'ora finì e Spike aspettò che il resto della classe andasse prima di andare e avvicinarsi a Buffy.

    “Sembra che avremo bisogno di rinviare la nostra lezione per stasera”

    Cosa?! Protestò rumorosamente la sua mente, ma invece fu in grado di contenere il suo comportamento e chiese, “C'è qualcosa che non va? Mi aiuterai ancora con il mio problema, vero? Anche se hai già avuto Dru”

    “Naturalmente, amore. Sono solo preoccupato perché tua madre è a casa”

    Buffy annuì. “Immagino dobbiamo rinviarla fino a quando andrà di nuovo fuori città la prossima settimana”

    “Immagino di si” replicò Spike, sperando che il suo piano funzionasse.

    “V-va bene allora” mentalmente si prese a calci per l'ovvia tristezza nella sua voce.

    “U-huh” Spike nascose un ghigno quando notò il grande broncio che stava iniziando a formarsi sulle sue labbra. Maledizione... Stava finalmente per averla e tutto quello a cui riusciva a pensare era a quanto bello sarebbe stato se avesse potuto avvicinarsi e prenderle il labbro inferiore tra i denti e... Oh Dio! È così irresistibile ogni volta che mi guarda in quel modo... piena di meraviglia ed innocenza.

    Per un momento, Buffy pensò che stesse per baciarla, ma invece, la sua mano andò in alto, per sfiorarle con il pollice le labbra morbide. Il gesto la lasciò così debole nelle ginocchia che dovette posare entrambe le mani sul suo torace per sostenersi.

    Spike iniziò ad ansimare. Sapeva che stava giocando con il fuoco, ma non poteva farne a meno. Era così vicina e doveva proprio toccarla. “Immagino che ti vedrò molto più tardi allora”

    Con questo, cercò di allontanarsi da lei il più possibile tanto che non riuscì a notare gli occhi nocciola lucidi che erano stati fermamente fissati sulle sue labbra.

    “Più tardi” si disse lei debolmente, confusa dalla sensazione tremante che lui le invocava dentro.

    ***

    Diverse ore più tardi

    Cosa stai facendo Buffy? Meditò Buffy, mentre realizzava che i suoi piedi l'avevano condotta al portico del biondo ossigenato invece che dirigersi da Willow come aveva originariamente pianificato.

    Continua a camminare, Summers, continuò il suo monologo internò, ma invece trovò il suo dito a muoversi di sua propria volontà premendo il campanello. Merda! Merda! Merda! Penso di avere ancora tempo per correre via.

    “Vai da qualche parte, amore?”

    Quando si voltò, la mascella toccò praticamente terra alla vista di Spike, appoggiato alla cornice della porta che indossava nient'altro che la sua collana d'oro e un misero asciugamano bianco attorno alla vita.

    Povera me...







    TBC
  12. .
    Postata DREAMS AND MIRRORS
  13. .
    Eccomi!

    Keiko: Cara, grazie! çWç Questa storia la sto scrivendo per quattro persone contate, oltre che per me stessa. Drusilla è un pochino impopolare, soprattutto se non associata al classico triangolo con Angelus e Spike, ma io mi sto appassionando. Ho un miliardo di idee XD Spero che riuscirò ad estrinsecarle tutte.

    Kasumi: Grazie anche a te! Sono davvero contenta che l'idea ti piaccia. Le informazioni su Drusilla da umana sono veramente pochissime. Dal canon si sa solo che aveva una sorella (Uccisa assieme al resto della famiglia da Angelus) e che ad un certo punto vuole diventare suora. Praticamente tutto il background, dal nome alla personalità alle parentele me lo sono inventato io di sana pianta. XD Anche questo capitolo è tutto farina del mio sacco.





    ˜ Uno




    18 Gennaio 1857







    La pioggia cadeva veloce tra i rami di rose e i ciliegi appassiti per il freddo.
    Judith osservava la dolcezza delle gocce che si infrangevano sul terreno del giardino dall’uscio di casa. Alitava piano contro il vetro della porta e disegnava fiori sulla superficie inumidita, poi li guardava svanire, nella quieta felicità del suo gioco segreto.
    “Judith, vieni qui, mia cara,” comandò suo padre, accomodatosi nella poltrona preferita.
    Judith cancellò con un colpo di mano i suoi disegni e si avvicinò al padre. Si sedette accanto a lui, sul pavimento, come sempre faceva.
    “Domani è il tuo compleanno,” disse il padre. “Desideri qualcosa in particolare?”
    Judith scosse il capo, ricordando le parole della madre sui regali troppo dispendiosi e sul suo dovere di essere umile e dimessa.
    “Quel che ritenete opportuno voi, padre. Fosse anche una viola di campo.”
    Il signor Cecil rise.
    “La tua modestia ti fa onore, Judy, ma domani è il tuo giorno ed hai il diritto di chiedere ciò che desideri di più.”
    Judith si morse le labbra, imponendosi silenzio.
    Un pensiero soltanto le attraversò la mente, un pensiero da bambina: il desiderio di una bambola nuova; una principessa dei boschi o una regina del castello dall’abito color porpora. Una nuova compagna di giochi, bianca e dorata.
    “Allora, ci hai pensato?”
    Judith serrò gli occhi dolorosamente.
    “Un nuovo abito, padre. Un abito per la domenica.” Rispose.
    “Ed un nuovo abito avrai,” sancì il signor Cecil, carezzandole il capo.
    Judith ebbe l’impulso di rimangiarsi le sue parole, supplicare il padre di guardarla e scoppiare a piangere senza vergogna, confidando nella sua premura.
    “Vi ringrazio, padre.” Disse soltanto.
    Il giorno successivo avrebbe compiuto diciassette anni. Era una donna ormai, un comportamento del genere sarebbe risultato più che inappropriato.
    “Sei la più pia tra le figlie, Judy cara,” mormorò il padre e Judith non riuscì a dominare il rossore che le colorava le guance.
    Non era la più pia tra le figlie, non lo era affatto. Era solo capace di controllarsi e rispondere a modo seguendo gli insegnamenti della madre.
    Era brava a mentire.
    “Non dite così, padre. Mi lusingate senza ragione.”
    “Oh, ma non è affatto vero. Sei buona, Judith. Sei buona e dolce più di ogni altra fanciulla della tua età.”
    Stavolta Judith rinunciò a contraddire il genitore. Rivolse lo sguardo al giardino fuori dalla stanza e notò il bagliore dei lampi che esplodevano nel cielo.
    “A volte penso che …” sussurrò a bassissima voce.
    “Cosa pensi, cara?”
    “Io penso che …” si forzò a continuare. “Penso di aver preso in prestito il giorno del mio compleanno. Lo sento come se non fosse mio, se fosse il giorno destinato ad una ragazza diversa, in un tempo diverso. Mi sento quasi una ladra.” Confessò, senza riuscire a frenarsi.
    Alzò il capo allora, e rivolse lo sguardo spaventato a quello padre, che la fissava in silenzio. Attese il suo rimprovero e si stupì quando sentì la sua risata.
    “Padre …”
    “Che sciocchezze dici, mia cara!” esclamò lui, un lampo di divertimento nell’azzurro dei suoi occhi. “Hai proprio una grande immaginazione! Ma l’immaginazione va imbrigliata come ogni altra cosa, soprattutto per una giovane donna come te.” Aggiunse il padre, con grande saggezza. “Presto diventerai una sposa e una madre e non potrai più perderti nei tuoi mondi immaginari.”
    Judith annuì.
    “Lo so, padre. Avete ragione.”
    “Bene.” Replicò lui. “Eppure sei ancora la mia bambina …” mormorò, più a se stesso che a lei. “Quasi non mi sento in colpa a lasciarti vivere nei sogni.”
    Seguì un breve silenzio, il bagliore di un nuovo lampo.
    “Ogni giorno dell’anno è dedicato ad un santo,” disse dunque Judith. “Prendiamo in prestito il giorno di un santo.”
    “Certo, mia cara. È proprio così. Domani sarai vegliata dal santo che ha permesso la tua nascita.”
    Judith annuì di nuovo.
    Conosceva la storia della sua origine. Sapeva che sarebbe dovuta nascere a Marzo, nella stagione più mite, allo sbocciare dei primi fiori, ma un malore straordinario della madre l’aveva costretta a venire al mondo nel gelo dell’inverno.
    “Sembravi quasi morta,” raccontò suo padre. “Avevamo la certezza che non saresti sopravvissuta neanche un giorno, piccola e fragile com’eri. E invece! Dio ha deciso di conservarti, di salvarti e donarti a noi. A Dio devi consacrare la tua vita ed ognuna delle tue opere.”
    “Sì, padre,” sussurrò lei.
    Il pensiero che Dio la stesse vegliando, che avesse consentito la sua stessa nascita, era da sempre una fonte di conforto e gioia per Judith, che si alzò, si diresse alla finestra ed alitò sul vetro, lo spirito nuovamente in quiete.

    Edited by Kiki May - 14/11/2014, 21:33
  14. .
    Capitolo Quattro - Risveglio

    Il piano di Buffy il giorno successivo era di evitare Spike a scuola a tutti i costi. Sapeva che era un piano che non sarebbe stato così difficile da portare a termine dato che nessuno dei due aveva comunque una lezione assieme.

    Per la fine della terza ora, si stava già iniziando a calmare. La sua giornata sembrava essere andata abbastanza bene per lei fino a quando i suoi sospettosi occhi verdi individuarono Angel e Darla che si avvicinavano nel corriodio. Grande.

    Chiuse per un istante gli occhi, sperando che questo bloccasse il dolore che sentiva nel torace. Non sta succedendo! Non ho appena visto Angel diventare tutto intimo con la sua ex ragazza. Non può proprio star pensando di tornare con lei!

    Sbirciò di nuovo da dietro la porta del suo armadietto. Una sensazione di confusione l'attraversò per un momento quando vide che non erano più lì. Ma quando si voltò, le apparvero proprio di fronte.

    “Ciao Buffy!” salutò Darla con un falso sorriso sul viso.

    “Oh ciao Darla” cercò di rispondere lei il più casualmente possibile. “Ciao Angel”

    “Hey Buff, come stai?” domandò Angel.

    “Okay immagino... Tu?”

    “Sto superando...”

    “Lo posso vedere” Lanciò un'occhiata infastidita a Darla.

    Angel la guardò con preoccupazione. “Mi dispiace che le cose non abbiano funzionato bene tra noi”

    “Dispiace anche a me” rispose lei tristemente. Osservò con amarezza mentre Darla si intrometteva mettendosi di fronte ad Angel.

    “Sai di cosa sono grata?” domandò Darla.

    Buffy alzò un sopracciglio di sfida. “Gli impianti al silicone per il seno?”

    Il ghigno troppo esagerato di Darla per un momento vacillò. “No”

    “Okay, non che mi importi – ma cosa?” domandò Buffy con noncuranza, incrociando le braccia.

    “Sono così grata che tu faccia così schifo in campo ragazza”
    Gli occhi di Buffy si spalancarono. Poteva essere possibile che l'intera scuola avesse già sentito della sua gran brutta figura con Angel?

    “Oh non preoccuparti” le disse Darla. “Solamente io so cosa è successo tra te e Angel... Beh per ora, dato che è da me che è venuto quella notte perché mi prendessi cura del suo piccolo problema. Grazie a te, Angel ed io siamo tornati di nuovo insieme”

    No! Urlò la sua mente mentre le lacrime iniziavano a zampillarle dagli occhi.

    “Andiamo, Darla. Abbiamo posti dove andare e cose da fare” disse Angel all'altra bionda mentre iniziava ad allontanarsi.

    Ma Darla non aveva ancora finito. “Oh non piangere, dolcezza. Non è del tutto colpa tua se non sei materiale da ragazza. E allora cos'è se non sai cosa stai facendo... la maggior parte del tempo!”

    La mano destra di Buffy si era già appallottolata in uno stretto pugno per la fine dello sproloquio di Darla. Dentro la sua testa, stava calcolando il momento giusto per darglielo. Se avesse avuto quello che voleva, Darla si sarebbe afferrata impotente il viso piangendo – Oh Dio, il mio naso, il mio naso!

    “Non so cosa è più divertente! Il fatto che rimarrai una patetica vergine per il resto della tua vita o l'idea che non sai neanche come si bacia?!” continuò Darla, il viso ora a pochissimi centimetri dal suo. “Oh sì, Angel mi ha raccontato che il tuo bacio era il peggior bacio che avesse mai avuto”

    Questo era il limite! Buffy stava per alzare la mano per colpire Darla quando-

    “Buffy!” chiamò la voce familiare accanto a lei. “Eccoti, amore!”

    “Spike?” Anche all'apice delle sue emozioni, Buffy non poté fermare il suo cuore dal sussultare alla vista del familiare biondo ossisegnato che le si avvicinava.

    “Scusa ero in ritardo” le disse dolcemente mentre arrivava tra Darla e lei. “Scusaci” disse all'altra bionda mentre rapidamente allungava la mano per prendere quella di Buffy. Spike fu veloce e il suo movimento preciso mentre usava il suo corpo per confinarla contro l'armadietro dietro di lei. “Sto aspettando di fare questo da tutto il giorno”

    “Spike, cosa stai-” Il resto della sua frase fu perso mentre Spike rapidamente schiacciava la bocca contro la sua.

    Gli occhi di Buffy si spalancarono immediatamente all'intrusione improvvisa delle sue labbra ma presto si chiusero tremolanti per la sensazione della sua bocca che le succhiava il labbro inferiore. Mmmm. Non aveva mai saputo che baciare Spike sarebbe stato così beeeello. “Buffy, voglio che contraccambi il bacio” mormorò lui piano nel suo orecchio prima di leccarle la pelle sensibile lì.

    “Puoi farlo questo, amore?”

    Buffy alzò gli occhi su di lui con aria sbalordita. A questo punto, Spike avrebbe potuto chiedere di saltare giù da un ponte e lei l'avrebbe fatto... Beh non sul serio ma, la sua mente era troppo lontana per muovere qualsiasi protesta. Tutto quello a cui riusciva a pensare erano le sue labbra e a quanto voleva sentirle toccare di nuovo le proprie. Quindi fece l'unica cosa che aveva senso per lei e si chinò in avanti e lo contraccambiò. Con suo sollievo, le sue azioni furono ricompensate quando Spike si mosse ancora più vicino per approfondirlo di più.

    La mano di Spike si mosse alla sua vita e con attenzione la introdusse dentro la sua camicetta per accarezzarle la pelle della schiena. Quando la sua bocca si separò momentaneamente per un ansito di sorpresa, Spike colse l'opportunità e fece scivolare la sua lingua tra le sue labbra.

    Buffy gemette rumorosamente all'iniziale contatto delle loro lingue. Diamine, Spike è un bravo baciatore! Riuscì a formulare la sua mente mentre i suoi baci divennero ben presto urgenti e pieni di passione.

    Buffy si tenne a lui come se sarebbe scomparso se l'avesse lasciato andare. Amava il modo in cui il suo corpo cantava mentre la sensazione di qualcosa di familiare iniziava a fluttuarle dentro. Una sensazione così simile a quella che aveva incontrato la notte precedente. Mentre le loro lingue si mischiavano in un bacio appassionato, iniziò a sentire anche qualcos'altro.

    Qualcosa di molto duro che le si conficcava nella pancia. Santa Merda! È quello che penso che sia? Il momento in cui la sua mente era stata in grado di processare cos'era, ricordi della notte precedente tornarono a scorrerle nella mente.

    Automaticamente, il suo viso divenne una scura sfumatura di rosso mentre presto si rendeva conto di cosa avevano appena fatto. Velocemente Buffy si ritrasse dal loro bacio. Oh... mio... Dio! Non riusciva a credere che avesse appena pomiciato con il suo migliore amico in pubblico!

    Il suo viso riflettè l'espressione scioccata dei loro spettatori. Sembrava avessero i loro grandi occhi incollati su di loro, eccetto Angel che sembrava aver formato un grande cipiglio sul suo viso.

    “Dolce!” commentò Parker. “Angel doveva essere fatto quando si sono baciati”

    Darla sbuffò. “Sta zitto!”

    “Potrei dire che hanno avuto un diavolo di bacio anche solo guardando i pantaloni di Spike”

    Con questo ultimo commento di Parker, gli occhi di Buffy andarono all'istante verso il cavallo di Spike. Oh Dio, si era quasi dimenticata di quello!

    Instintivamente, si mise davanti a lui per coprirlo, ma mentre lo faceva, il suo sedere entrò accidentalmente in contatto con la sua erezione, facendo roteare all'indietro gli occhi di Spike. “Per l'inferno maledetto! Non stai aiutando, amore”

    “Scusa” piagnucolò Buffy mentre spostava il suo sedere lontano da lui.

    “Okay! Lo spettacolo è finito” urlò Spike agli spettatori. “Non dimenticatevi che avete ancora delle lezioni a cui andare, gente, quindi levatevi dalle palle!”

    ***

    “Santa mucca! Non posso credere che abbiamo appena pomiciato di fronte ad Angel e Darla” gli disse lei nervosamente, mantenendo gli occhi allo stesso livello con i suoi.

    “Ma hai visto le espressioni sui loro visi, passerotto? È stato impagabile” rise lui.

    “Darla sembrava parecchio arrabbiata”

    Il viso di Spike divenne improvvisamente serio quando ricordò la scena in cui era entrato prima. “Non stavo sopportando il modo in cui Darla ti stava trattando quindi dovevo provargli che stavano sbagliando-”

    “Baciandomi” continuò lei per lui. Allora è questo il motivo del suo bacio? Non che importasse sul serio ma non poté evitare di sentirsi un po'... delusa? Da dove diavolo usciva fuori quello? Si presumeva che lei non sentisse niente per la meraviglia ossigenata o per chiunque altro dato che era così innamorata di Angel. “Ma non avevo bisogno del tuo aiuto, Spike. Stavo andando molto bene fino a quando non sei comparso”

    “Se non fossi comparso, a quest'ora Darla avrebbe un naso rotto a giudicare dal modo in cui stavi chiudendo i pugni” Stavi anche per piangere. Se avesse visto qualcosa come una lacrima cadere dagli occhi di Buffy avrebbe preso a botte Angel e anche quella ragazzetta irritante.

    “E questo è un male perché?”

    “Saresti finita in punizione”

    “Come se pomiciare nel corridoio non ci avrebbe messo nello stesso tipo di guaio” gli disse lei prima di voltarsi ed andarsene.

    “Buffy aspetta! Per che cosa sei così sconvolta, amore?”

    “Non lo so... immagino solo che odi il fatto che Angel sia già andato avanti”

    “Ma non hai notato quanto sembrava infastidito quando ci ha visto?”

    “Sì, l'ho notato. Aveva l'espressione sul suo viso come quando sta per rimuginare più del solito” disse lei, il viso che si illuminava. “Hey! Forse sta iniziando a rimpiangere la sua decisione di lasciarmi”

    “Yup. Forse” concordò Spike esitante.

    “Scommetto che stanno litigando adesso! Ooooh! Scommetto che ha già rotto con lei!”

    “Adesso, non andiamo troppo lontano” le ricordò Spike. “Tutto quello che sappiamo per certo che è hai catturato l'attenzione di Angel”

    Il sorriso adorante che lei gli lanciò gli fece affrettare il cuore. “Hai assolutamente ragione. Quando sei diventato così intelligente?”

    “Probailmente nello stesso periodo in cui tu sei diventata testarda”

    Lei gli schiaffeggiò giocosamente il braccio, il che guadagnò un leggero sogghigno da parte di Spike.

    “Sai cosa?”

    “Cosa?”

    “Se Angel vuole una ragazza perfetta, gliene darò una. Non più signorina brava ragazza. Ho bisogno di imparare tutto, Spike”

    “Ma passerotto, l'ho già sentito questo prima”

    “Spike, questa volta sono davvero seria. Farò tutto”

    Okay, l'ho di sicuro sentito questo prima.

    “Buffy io-”

    Buffy lo fece tacere con un dito sulle labbra. “Tutto per farmi amare da lui. Per farmi volere... diavolo, farò tutto, Spike. Anche se dovessi mettermi nuda per farlo”

    Oh Maledizione!

    “Spike, sono pronta”

    Lui cercò di non sembrare senza fiato quando chiese, “Pronta per cosa, passerotto?”

    “Per portare la tua lezione al prossimo livello”







    Capitolo Cinque - Cotta

    Flash back (Spike POV)
    Lunedì mattina


    Era sbagliato... su così tanti livelli.

    Essere automaticamente eccitato mentre la tua migliore amica fissa intontita il tuo pene è sbagliato. Quello che è ancora più sbagliato è quando mi sono masturbato fino ad addormentarmi la notte scorsa... due volte... pensando a lei.

    Cosa diavolo non va in me? Non era nient'altro che una semplice cotta da adolescente! Almeno questo era quello che pensava fosse, la prima volta che l'aveva vista quattro anni fa quando la sua famiglia si era trasferita nella casa vicino alla loro.

    Ricordò brevemente quanto fosse stato combattuto per il trasferimento e la rottura con la sua ragazza, Cecily. Gli si era spezzato il cuore e si sentiva vuoto dentro. L'unica cosa che l'aveva fatto sentire vivo di nuovo era stata la vista di Buffy Summers seduta su uno dei gradini del suo portico, persa nei suoi pensieri. C'era qualcosa nel modo in cui i suoi occhi avevano brillato il momento in cui si erano incontrati con i suoi che gli aveva tolto il fiato.

    Poteva ancora ricordarlo come se fosse stato ieri... Il modo in cui i suoi corti capelli castani le avevano rimbalzato attorno alle spalle quando aveva alzato gli occhi su di lui... Il modo in cui aveva sorriso timidamente... Così bella.

    E lei era la sua Buffy. Almeno questo era quello che lui voleva fosse... nel suo cuore. Tuttavia la sua esperienza dalla brutta rottura l'aveva obbligato a rimanere solo amici con lei. Quindi aveva ignorato la piccola voce nella sua testa, che lo tormentava dicendogli che lui e Buffy sarebbero dovuti stare assieme.

    Aveva scelto di mettere da parte i suoi sentimenti in nome dell'amicizia. Patetico, vero? Aveva fatto tutto quello che aveva potuto per rimanere un buon amico per lei. Per un po', il suo piano sembrava aver funzionato, convincendolo che la sua cotta era scomparsa quando aveva iniziato ad uscire con altre ragazze. Ma non poteva aver sbagliato di più.

    Il giorno dopo quello in cui aveva fatto dare la sbirciatina a Buffy, la sua mente aveva iniziato a riempirsi ancora una volta di nessun altro che lei. Così, aveva cercato di mettere in atto l'unico piano che per lui aveva senso: evitare Buffy a tutti i costi. Voleva provare a se stesso che poteva togliersela dalla mente tenendola occupata con una certa brunetta chiamata Dru.

    Sapeva che aveva accettato di aiutare Buffy con il suo problema col finocchio, ma aveva deciso di lasciar perdere. Si stava tirando indietro. Anche se significava che doveva fare da solo per avere Drusilla come accompagnatrice per il ballo studentesco. Un problema che presto aveva realizzato non sarebbe stato difficile quando aveva notato il modo in cui la brunetta continuava ad osservare il suo torace nudo quella mattina durante l'allenamento di basketball. Finalmente ho catturato la sua attenzione. E quello significava che poteva evitare di imbattersi in altri guai con la piccola bionda.

    Stare lontano da Buffy... era l'incessante mantra che continuava a far correre nella sua mente mentre camminava lungo il corridoio che l'avrebbe condotto alla sua prossima lezione. E fu allora che la vide, in piedi accanto al suo armadietto con la schiena rivolta verso di lui. A cosa stava pensando? ... Oh giusto, stare lontano da Buffy... molto lontano... Come ora.

    D'un tratto, si voltò, con l'intenzione di usare l'altro corridoio per andare alla sua classe. Ci avrebbe messo decisamente il doppio del tempo per raggiungere la sua destinazione, ma non sarebbe stato in grado di scontrarsi con Buffy e questo era l'importante.

    Aveva fatto solo alcuni passi nella direzione opposta quando sentì la voce irritantemente cinguettante di Darla salutare Buffy. Quindi si voltò e osservò l'intera discussione. La sua mascella si contrasse e si rilassò mentre guardava Angel scambiare batture con lei.

    Fu il modo in cui Buffy rispose che gli fece sentire un dolore acuto e lancinante dentro il suo cuore. Maledetto quel patetico di un finocchio! Lei stava soffrendo e tutto quello che voleva fare... era baciarla.

    E fu allora che lo colpì. Oh no! Piagnucolò mentre la realizzazione che era innamorato di Buffy lo fece scoccare come una freccia da un arco.

    Allora intervenne, la prese tra le braccia e per una volta, fece quello che il suo cuore gli ordinava di fare. La baciò.

    Quello che pensava fosse sbagliato non era mai sembrato così giusto come in quel momento.

    Fine del flashback


    ***

    Lunedì 6pm

    “Buffy, stai bene?” la voce di Willow era piena di preoccupazione mentre parlava a Buffy dall'altra parte della linea.

    “Oh Willow, sono ben lontana dallo stare bene” singhiozzò Buffy.

    “Sono appena tornata dal trascorrere il weekend da mio padre così ho controllato i miei messaggi ora. Cosa è successo?”

    “Angel ha rotto con me”

    “Oh Dio! Mi dispiace. Sento che sarei dovuta essere lì per te”

    “Va bene, Wills. Mamma è stata molto solidale, e anche Spike” Buffy raccontò a Willow quello che era successo la notte che lei ed Angel avevano rotto.

    “Hai detto a Spike anche di quello? Come l'ha presa? Angel è ancora vivo?”

    ***

    Momenti dopo la sua conversazione con Willow, grosse lacrime le caddero dagli occhi mentre entrava nella doccia. Il ghigno divertito di Angel si prendeva gioco di lei mentre le parole dolorose di Darla echeggiavano ripetutamente come un tremendo disco rotto che non sarebbe finito.

    Angel ed io siamo tornati insieme...
    Oh non piangere, dolcezza. Non è del tutto colpa tua se non sei materiale da ragazza. Materiale da ragazza... materiale da ragazza.


    Grrr! “Le mostrerò io chi è veramente materiale da ragazza” disse a se stessa mentre emergeva dal bagno.

    Ora che si era fatta un bel pianto, era tempo di proseguire e cambiare il modo in cui la gente la vedeva.

    Si fissò nello specchio a figura intera. Sono stanca di essere chiamata carina e adorabile. Solo per una volta voglio essere qualcuno che potrebbe essere bollato come eccitante e... com'è che Spike ha chiamato una delle ragazze che gli piacevano? Oh giusto, scopabile. Voglio essere chiamata eccitante e scopabile. Sospirò, si tolse l'accappatoio e si controllò nello specchio. Mentre l'aria sfiorava contro la sua pelle nuda, il suo intero corpo formicolò e i suoi capezzoli si indurirono in anticipazione.

    Lentamente, fece correre le mani su tutto il torace e immaginò che quelle mani appartenessero a qualcun altro... Qualcuno che sperava fosse Angel... o così la sua mente ostinata continuava a dirle. Chiuse gli occhi e accarezzò il rigonfiamento del suo seno. Si domandò come sarebbe stato avere gli occhi di un uomo che fissavano il suo corpo nudo con pura e totale lussuria. E con quell'ultimo pensiero, un brivido l'attraversò.

    Guardò la sua porta e un sorriso le si formò sulle labbra. Si stava domandando da un po' come sarebbe stato camminare per tutta la casa con niente addosso. Sua mamma era fuori città e Spike non sarebbe stato lì per almeno un'ora. Hmmmm. Aveva la casa tutta per sé.

    ***

    Spike aveva parlato con Xander al telefono e gli era stato detto che il loro incontro non sarebbe avvenuto in quanto Anya aveva chiesto a Xander di aiutarla con un progetto scolastico. Spike dubitava che il progetto fosse collegato affatto alla scuola. Quindi invece di dirigersi al Bronze, arrivò a casa di Buffy prima di quanto avessero concordato.

    Suonò il campanello. Nulla. Suonò ancora e accadde la stessa cosa. Niente. Spike la conosceva abbastanza da sapere che probabilmente era nella doccia a quell'ora e non avrebbe sentito niente. Quindi fece quello che faceva di solito e guardò sotto uno dei vasi di fuori sul loro portico.

    Bingo! Sorrise mentre teneva la chiave di scorta in mano. Nell'arco di qualche secondo era già dentro. Immediatamente si diresse spedito verso la cucina per prendersi una lattina di birra.

    ***

    Nel frattempo, nella stessa casa, una porta di una delle camere da letto al piano di sopra si aprì lentamente e una ragazza che indossava un corto accappatoio ne uscì fuori.

    “Va bene, Buffy. Sei solo tu nella tua vecchia casa” mormorò a se stessa, scrutando l'area come un agente segreto in uno di quei film di spionaggio. “Cosa può andare male?”

    Buffy emise un grande sospiro e velocemente camminò in punta di piedi giù per le scale. Andò diretta in soggiorno e controllò le finestre per assicurarsi che le tende fossero chiuse prima di liberarsi del suo accappatoio.

    Mentre il sottile indumento si raggruppava ai suoi piedi, non ci volle molto prima che lei si ritrovasse a roteare come un ragazzino felice. Era diverso. Per una volta, era libera dalle sue inibizioni. “Whoa, dovrei farlo davvero più spesso”

    Buffy sorrise perfidamente mentre pensava di aprire la porta a Spike così com'era adesso. Con sua sorpresa, la stessa familiare sensazione nel suo ventre tornò in piena forza. Era una sensazione a cui si stava discretamente abituando ora ogni volta che Spike era nei suoi pensieri o nelle vicinanze.

    Vediamo, in quale stanza non era ancora andata? Ghignando a se stessa, iniziò a dirigersi verso la cucina. Si domandò stupidamente come sarebbe stato aprire una lattina di soda nuda. Avere l'aria fredda del frigorifero che le sfiorava la pelle nuda?

    “C'è un solo modo per scoprirlo”

    ***

    Spike tirò fuori una birra, l'aprì e ne prese un grosso sorso. Quando ebbe finito, cercò di lanciarla nella spazzatura ma mancò. Che diavolo? Doveva essere un po' tremolante solo pensando a quello che aveva in serbo per Buffy quella notte. “Diamine” grugnì mentre si accovacciava dietro l'isola della cucina per raccogliere la lattina vuota, mancando completamente il momento esatto in cui un'altra persona entrava.

    Quando si rimise in piedi, la sua bocca si spalancò quando vide che una dea con lunghi capelli biondi come miele era in piedi accanto al frigorifero con la schiena che gli stava di fronte. Oh cazzo! Non riusciva a credere che Buffy fosse in piedi davanti a lui, complemente nuda.

    Con il cazzo dolorosamente teso contro i jeans, lasciò vagare il suo sguardo affamato sopra la morbida pelle della sua schiena giù fino alle sue amabili, deliziose natiche che ora stava morendo dalla voglia di toccare con le mani nude.

    E quando lei si voltò, niente avrebbe potuto prepararlo all'ondata di lussuria che gli invase il corpo mentre assorbiva ogni sottile angolo del suo corpo. I suoi occhi divorarono ogni centimetro di lei, iniziando dal sfumatura di riccioli castani tra le sue cosce. Amava il modo in cui erano spuntati con precisione e rasati parzialmente tanto da consentirgli una sbirciata al rosato nocciolo che nascondevano in mezzo. Muovendosi verso l'alto, i suoi occhi assorbirono la vista dei suoi abbondanti seni e dei rosati capezzoli induriti che stavano solo implorando di essere leccati e-

    “Oh Dio!!!” Un braccio andrò a coprire il suo torace mentre lei andava dietro il bancone per nascondere la parte inferiore del suo corpo dal suo sguardo avido. “Spike! Che diavolo- Come sei entrato?”





    TBC
  15. .
    Love Me di Slaymuch tradotta da Flo83

    Raiting: NC17
    Genere: Romanzo, Angst
    Warnings for: Linguaggio adulto, Sesso, Buffy/Other
    Pairing: Spike / Buffy

    Sommario: Buffy è stata scaricata dal suo ragazzo, Angel, per il fatto che è inadeguata a letto. Disperata nel rivolerlo indietro, Buffy chiede al suo migliore amico Spike di insegnarle le vie del desiderio. La loro amicizia rimarrà la stessa mentre il biondo ossigenato insegna a Buffy come soddisfare un uomo a letto?

    I capitolo sono 20.


    Capitolo Uno - Scaricata


    “Ti amo”, confessò Buffy ad Angel mentre lui la guidava lentamente dentro la sua camera da letto.

    Dal ritorno a scuola come senior dopo una lunga estate, l'unico mantra che Buffy aveva recitato dentro la testa più e più volte era stato: “Riuscirò ad avere Angel come ragazzo quest'anno” Era stata un nessuno al liceo che usciva con amici che appartenevano alla stessa categoria. Per quanto aveva riguardato Angel, lei non era esistita fino a quando era apparsa nella sua classe di Inglese un giorno con i suoi nuovi capelli biondo miele e senza gli occhiali. Era stato proprio in quello stesso giorno che Angel aveva iniziato a chiederle di uscire.

    Erano insieme da tre settimane quando era arrivato il compleanno di Angel. Alla festa che Cordy aveva organizzato per lui, Buffy si era molto diverita. Tutto sembrava essere andato abbastanza bene fino a quando la festa era finita ed Angel le aveva chiesto di salire nella sua camera.

    “Anche io, tesoro” rispose lui mentre con attenzione iniziava ad abbassare la lampo dei pantaloni.

    “Cosa stai facendo?” Buffy era così mortificata che fece qualche passo indietro.
    “Cosa sembra stia facendo, piccola?” le disse lui vivacemente mentre lasciava cadere pantaloni e boxer. Erano state tre intere settimane in cui aveva tenuto le sue mani per sé e questo lo stava facendo diventare matto. Da quando aveva visto la nuova Buffy straformata , tutto quello a cui riusciva a pensare era a quanto sarebbe stato grande portarla a letto. Sapeva che lei era un po' nuova al gioco del darsi da fare. I primi baci che avevano condiviso l'avevano confermato. Quindi aveva dovuto tenere a mente di prenderla con calma con lei... non voleva spaventarla. Tuttavia, ora che era il suo compleanno, aveva pensato che era tempo che iniziasse ad avere un po' di azione dalla sua innocente ragazza bionda. Gli piaceva l'idea di prendere la sua innocenza dato che sapeva sarebbe stata un'esperienza rara, specialmente con la scuola a cui andava. Si sentiva già duro come una roccia al solo pensarci.

    “Oh Dio!” Buffy arrossì abbondantemente mentre veloce si copriva gli occhi con entrambe le mani.

    Angel rise dolcemente e si mosse per scoprirle gli occhi. “Non accetterò niente di questo ora. Per favore...” implorò.

    “Ma ti ho già detto che non sono pronta a fare sesso-”

    “E non lo faremo, giuro. Ma ci sono altre cose che potremmo fare che sono buone quasi quanto la cosa vera”

    “Tu vuoi che io ti faccia...”

    “Un pompino. Per favore piccola, ho bisogno di te...” implorò lui mentre la tirò in basso così che ora fosse inginocchiata, a fronteggiare il suo cazzo gonfio.

    Buffy guardò la sua nuda forma con paura. “Non penso...”

    “Piccola, devi”

    “Non posso Angel. Mi dispiace” E con questo corse velocemente fuori dalla stanza, il viso coperto di lacrime.

    ***

    Buffy pianse per tutta la notte. Pianse così forte che finì per avere una leggera emicrania la mattina successiva. La vita fa schifo, pensò. La mente continuava a ripetere quello che era successo la notte precedente mentre si lavava i denti e si cambiava in una camicetta e dei jeans.

    Ricordò di essere uscita correndo dalla camera di Angel con Angel che la seguiva velocemente dicendole che la loro relazione non stava funzionando. Le aveva detto che era dispiaciuto di averla fatta piangere. Le aveva detto che non aveva intenzione di ferirla e che dentro anche lui era ferito.

    Buffy non riusciva a credere che l'avesse scaricata. Non riusciva neanche a credere a quanto si odiasse in quel momento. Angel era il suo intero mondo. Come era riuscita a rifiutarlo in quel modo? Se solo avesse detto si e avesse cercato di fare quello che lui voleva facesse allora lei ed Angel starebbero ancora insieme.

    Sul serio quanto difficile era succhiare il suo coso mostruoso. La verità era, non ne aveva mai visto uno da vicino prima. Non aveva idea che il coso di un ragazzo potesse crescere fino a diventare così grande. Anche in quel momento, si ritrovava ancora a rannicchiarsi al ricordo della sua punta a forma di campana con qualcosa di appiccicoso che ne colava fuori. Uh! Non era una bella vista.

    Ma anche se era ben lontano dall'essere una cosa di bellezza, Buffy ancora si incolpava per aver reagito nel modo in cui l'aveva fatto. Angel teneva a lei. Almeno, questo era quello che diceva ogni volta che si sbaciucchiavano nel retro della sua macchina.

    Non era troppo tardi. C'era ancora una possibilità che Angel la riprendesse indietro. Se solo avesse saputo come.

    “L'angelo è a pezzi”

    La voce di Joyce portò Buffy fuori dai suoi profondi pensieri. Non aveva realizzato che era già in piedi in fondo alle scale del loro soggiorno. “Huh?”

    “Il nostro angelo è a pezzi” ripeté Joyce, mostrandole la decorazione natalizia a forma di angelo rotta che tirò fuori dalla scatola. “Devo averlo rotto accidentalmente quando l'ho presa dalla soffitta”

    “Oh” disse Buffy quando capì di cosa sua madre stava parlando.

    “Dobbiamo comprarne uno nuovo” cinquettò Joyce mentre porgeva alla figlia una scatola di decorazioni per metterle sul loro albero.

    “Potrei fare una corsa al negozio se vuoi” offrì Buffy.

    “No, potremmo farlo insieme Domenica quando torno da Boston. Comunque, abbiamo ancora tre settimane prima di Natale”

    “Okay”

    “Stai bene, tesorino? Sembri un po' pallida e-”

    “Angel ed io abbiamo rotto” gracchiò Buffy prima che la madre la prendesse tra le braccia per confortarla.

    “Aw... mia cara Buffy” la blandì Joyce. “Sono sicura che tutto andrà bene”

    “Oh mamma, lo dici sempre questo ma non succede mai”

    “Buffy...”

    “Se ne vanno sempre. Tutti lo fanno. Prima mio papà e ora-” Scoppiò in un nuovo scroscio di lacrime.

    “Cosa è successo?” Spike emerse dalla loro cucina, agitato. Era appena entrato dalla porta sul retro e il minuto in cui aveva sentito il debole pianto di Buffy, si era preoccupato.

    Non appena Joyce vide il miglior amico di Buffy in piedi impaziente accanto a lei, automaticamente gli consegnò Buffy.

    “Buffy...” mormorò piano lui mentre l'abbracciava forte. “Cosa è successo, passerotto?”

    “A-Angel... ed io... abbiamo rotto” riuscì a dire lei tra i singhiozzi. “L-lui mi ha scaricato”

    “Quel bastardo”

    “Non è colpa sua”

    “Certo che non lo è” disse lui sarcasticamente.

    Joyce si schiarì la gola e parlò ad alta voce. “Buffy, ho ancora alcune scatole di decorazioni che ho lasciato nella soffitta. Penso che andrò a prenderle”

    “Posso aiutarla a portarle, Mrs Summers” offrì Spike.

    “No caro, sto bene. Non sono davvero pesanti” spiegò Joyce prima di inziare a dirigersi di sopra.

    “Il finocchio non ti merita, Buffy. Dovresti essere felice che ti abbia lasciato” disse a Buffy quando furono finalmente soli.

    “Ma io lo amo, Spike”

    “Non so... Forse tu pensi di farlo. Non lo conosci sul serio così bene da poter dire-”

    “Come puoi dirlo? Non sai niente dell'innamorarsi, Spike! Voglio dire, Dio! Cambi ragazza tanto spesso quanto cambi i calzini” fece notare lei.

    “So che questo può sembrare un po' difficile da credere, ma si dà il caso che il finocchio sia molto peggio di me. Non è chi tu pensi che sia, Buffy”

    “Non ho detto che sia perfetto, Spike. Mi piace com'è. È la mia anima gemella”

    Spike emise un grande sospiro e cercò di calmarsi. “Cosa è successo esattamente tra voi che ha fatto sì che lui ti scaricasse? Voglio dire nessun uomo sano di mente ti lascerebbe-”

    “E' tutta colpa mia” disse lei, sentendosi senza speranza. Desiderò che ci fosse un qualche modo in cui potesse riuscire a far cambiare idea ad Angel. Sarebbe potuta tornare indietro e cercare di nuovo di soddisfarlo. Le cose sarebbero state molto più semplici se solo avesse imparato come superare la sua paura del fare sesso. Se solo avesse avuto qualcuno che la potesse aiutare...

    “Qualsiasi cosa sia stata, Buffy, sono sicuro che non era per niente colpa tua. Dovresti – perché mi stai guardando in quel modo? Ho qualcosa tra i denti?”

    “Spike!” cinguettò lei, il viso che improvvisamente mostrava segni di speranza.

    “Buffy?” domandò lui con preoccupazione.

    “Noi siamo migliori amici da tanto tempo, vero?”

    “Sì, ma non vedo cosa questo abbia a che fare con-”

    “E in tutto questo tempo io ci sono sempre stata per te ogni volta che hai avuto bisogno di me”

    “E' vero” disse lui. “Come mai ho la sensazione che non mi piacerà dove andrai a parare?”

    “Tu sei un esperto per quanto riguarda il dare piacere alle donne”

    “Uh…hu…”

    “Spike, puoi aiutarmi?”

    “Sicuro, sì. Cosa vuoi che faccia?”

    “Puoi insegnarmi come soddisfare un uomo a letto?”







    Capitolo Due - L'accordo


    Spike aprì e chiuse la bocca come un pesce. Rimase piantato sul posto, davvero non sicuro di averla sentita bene.

    Buffy iniziò a preoccuparsi quando Spike continuò a rimanere immobile per diversi secondi. Dio, penso di averlo rotto.

    “Spike? Stai bene?” Buffy gli ondeggiò impaziente una mano davanti al viso. “Terra a testa ossigenata!”

    Buffy stava per dargli un colpetto sul braccio quando improvvisamente lui scoppiò a ridere. “Tu (risata) mi hai quasi fregato (risata), amore! Per un minuto (risata) ho pensato che fossi maledettamente seria”

    Buffy fissò Spike come se gli fosse cresciuta una seconda testa. Yup, l'ho definitivamente rotto.

    I colpi di tosse di Spike continuarono ininterrottamente fino a quando colse lo sguardo che gli stava rivolgendo la sua migliore amica. Per l'inferno maledetto! Gli stava davvero domandando di insegnarle come soddisfare un uomo a letto! Improvvisamente, un'immagine di Buffy in uniforme scolastica con una gonna molto corta gli sfrecciò velocemente nel cervello.

    Si sedette sul vicino divano e afferrò un cuscino da mettere in grembo. Che diavolo sta succedendo? - si rimproverò mentalmente mentre obbligava la sua erezione ad andare via. “SEI seria”

    “Certo che lo sono. Perché non dovrei esserlo?” domandò lei, incrociando le braccia. Era completamente inconsapevole del suo attuale disagio.

    “Summers, se questo è un qualche maledetto scherzo e tu e il cucciolo avete -” Si fermò mentre faceva un veloce giro con lo sguardo per la stanza. “Mi state prendendo in giro? Ci sono delle maledette telecamere nascoste dietro quelle tende?”

    “Spike la smetterai di perdere tempo in schiocchezze! Ti ho fatto solo una semplice domanda. Mi insegnerai come -”

    “No” rispose velocemente Spike, non volendo veramente sentire di nuovo il resto della domanda.

    Buffy gli si avvicinò e lo fissò. “Perché no?”

    “Perché...”

    “Perché?” Lei alzò un sopracciglio.

    “Perché... non sono... non penso che potrei fare quello che mi stai chiedendo” le disse sinceramente. “Non sono quello a cui dovresti chiederlo”

    “Cosa?! Preferiresti che andassi da Xander? Potrei ma-”

    “Per l'inferno maledetto, non andrai da Xander!” Si alzò improvvisamente con il viso rosso di rabbia. “Perché non puoi solo andare e chiedere alla Rossa?”

    “E' fuori città, ricordi? E non è che possa chiedere a Willow questo tipo di cose!”

    “Che ne dici di Anya? Sono sicuro che sarebbe più che felice di aiutarti”

    “L'ho già fatto”

    “Davvero? E cosa ha detto sua maestà franchezza?”


    Mini flashback nella caffetteria della scuola


    “Buffy, desidererei davvero poterti aiutare così che tu possa riavere indietro il tuo cavaliere dalla lucente armatura ma non posso” replicò Anya con naturalezza mentre mangiava un boccone della sua insalata.

    “Vuoi dire che non lo vuoi fare”

    “Anche quello”

    “Ma perché? Non si presume sia il tuo ambito di esperienza? Anya, tu sai tutto su come dare piacere ad un ragazzo. Voglio dire parli della tua vita sessuale qualcosa come ogni giorno”

    “Beh è così. Xander ed io abbiamo litigato al riguardo ieri. Ha detto che non sarei durata un giorno senza menzionare le parole...” Abbassò la voce. “gasmoro e nepe”

    “Huh?”

    “Ho mischiato le lettere così ho potuto mantenere la mia promessa”

    “Sei sicura che stiamo parlando dello stesso Xander perché non è il tipo che si lamenterebbe di questo tipo di cosa”

    “Sì! Questo è esattamente quello che pensavo! È come se sia una persona totalmente diversa quando i suoi genitori sono in giro”

    Buffy quasi soffocò col suo panino. “Vuoi dire che hai detto quelle parole mentre il signore e la signora Harris erano lì con voi?”

    “Era una cena di famiglia. Non sapevo quale fosse il maledetto accordo?” disse Anya, roteando gli occhi. “Ad ogni modo, durante la nostra lite, gli ho detto che pensava male e che sarei certamente potuta durare un intero mese senza menzionare quelle parole a nessuno... Che sarei potuta essere come Willow se voglio” Annuì per sottolineare le sue parole.

    “Un mese?”

    “Beh, veramente ha detto che se fossi riuscita a farlo per almeno due settimane, sarebbe stato felicissimo. Quindi se potessi aspettare fino ad allora, sarei lieta di aiutarti con il tuo problema”


    Fine del flashback


    “Due settimane?” ripeté Spike incredulo.

    “Sembrava parecchio seria” disse lei.

    “Allora questa è la soluzione, aspetti per due settimane”

    Buffy piagnucolò. “Non penso che sarebbe la mossa giusta. Penso che Angel sarebbe già uscito con un'altra ragazza a quell'ora. E inoltre, sai che sta arrivano il ballo studentesco dei diplomandi”

    “Beh, ecco qui! Se il finocchio non riesce a tenerlo nei pantaloni per un altro paio di mesi allora non è l'uomo giusto per te”

    “Sta zitto, Spike. Non voglio sentirlo questo! Ho già preso la decisione che lotterò per lui” lo rimproverò. “Non capisco perché tu non possa aiutarmi con questa cosa. Pensavo fossi il mio miglior amico”

    “Lo sono. Ma-”

    “Spike, non ci siamo mai nascosti niente l'un l'altro prima. Ci diciamo tutto. Voglio dire, sapevo anche che avevi una cotta per me quando avevo quattordici anni” ricordò lei.

    “Davvero?” Lui si schiarì la gola. “Oh sì, naturalmente è vero” Doveva essere stato quella volta in cui era stato totalmente ubriaco. “Ma ricordi che quella cotta è finita immediatamente dopo che hai vomitato sopra i miei Doc Martens nuovi un paio di minuti più tardi”

    “Per favore non ricordarmelo di nuovo” Lei arricciò il naso e scosse la testa per il disgusto. “Come facevo a sapere che mangiare un burrito proprio poco prima di una corsa sulle montagne russe sarebbe stato uguale ad un disastro?”

    “Ricordami di non portarti al luna park della città quest'anno” mormorò lui.

    “Per favore Spike. Devi aiutarmi”

    “Mi dispiace, amore, ma non posso” disse lui mentre controllava l'orologio, “Oh guarda l'ora! Devo incontrarmi con Harmony in biblioteca. Per favore saluta tua madre per me. Grazie!” E con quel balbettio, scomparve velocemente dietro la porta.

    ***
    Un'ora dopo

    Joyce sbadigliò. “Per quanto voglia finire il film con te, ho bisogno di andare di sopra e farmi una buona notte di sonno”

    “Capisco, mamma. Hai un volo mattutino domani”

    “Sei sicura che non vuoi rimanere a casa di Zia Edna? Solo fino a che torno?”

    Buffy scosse la testa. “No. Starò bene. Sono in modalità no-ragazzo quindi non devi preoccuparti di me che vado al Bronze. Ho ancora un po' di ore rimaste di dovuto abbattimento prima di essere in grado di uscire con i miei amici di nuovo” canzonò lei, fingendo un sorriso.

    Joyce sogghignò, sapendo che sua figlia era ben lontana dall'essere seria. “Chiamerò Jenny e mi assicurerò che Spike ti controlli ogni giorno”

    Buffy gemette. “Devi proprio? Mamma, ho già 17 anni. Non voglio che quel buono a nulla di biondo ossigenato mi stia tra i piedi nella mia fase pensierosa”

    Proprio allora, il campanello suonò. Buffy andò con entusiasmo ad aprire la porta, sperando che ci fosse Angel in piedi dall'altro lato. Il suo sorriso si affievolì il momento in cui i suoi occhi si posarono su un familiare paio di occhi blu.

    “Non sei felice di vedermi, amore?”

    “Cosa vuoi?” chiese impaziente Buffy mentre lo guardava entrare in casa.

    “Buona notte, ragazzi!” disse loro Joyce iniziando a dirigersi di sopra.

    “Buona notte, Mrs Summers! Faccia buon viaggio domani!”

    “Grazie”

    “Spike, cosa ci fai qui?”

    “Voglio solo dirti che ho deciso di dire sì alla tua ridicola proposta... ad una condizione”

    “Qual è la condizione?” Lei alzò un sospettoso sopracciglio verso di lui.

    “C'è una ragazza nella tua classe di Inglese che voglio incontrare. Una bellezza oscura, nuova studentessa, alta così e che è conosciuta col nome di Drusilla”

    Buffy lo guardò incredula. “Vuoi dire la piccola signorina sgualdrina?! Mi stai prendendo in giro? Quella ragazza è una pazza! Mi sono scontrata con lei una volta, nel vero senso della parola, e mi ha praticamente ringhiato contro! Sembrava anche come se fosse pronta a tirarmi via gli occhi. Quindi non penso proprio. Perché non l'avvicini tu stesso?”

    “Pensi non abbia provato? Ho provato a parlarle due volte, ma ogni volta mi ha semplicemente liquidato”

    “Capisco” nitrì Buffy. “Vuoi dire che c'è finalmente una ragazza sulla faccia della terra che è stata capace di resistere al tuo fascino maschile?”

    “Haha. Molto divertente” Lui corrugò la fronte. “Andiamo, passerotto. Hai già fatto questo tipo di cosa per me prima e so che il caso vuole che lei sia il tuo partner nel laboratorio di scienze”

    “Lo sapevi? Cosa, sei un inseguitore ora? E riguardo ad Harmony?”

    “Harmony è storia, amore. Ho appena rotto con lei da meno di un'ora”

    “Come mai non sono sorpresa?” mormorò lei.

    “Andiamo, Buffy. Voglio davvero chiederle di venire al ballo. Vuoi che ti aiuti col tuo problema o no?”

    Buffy divenne improvvisamente seria. “Ho bisogno del tuo aiuto”

    “Allora questo non ti lascia altra scelta cha aiutarmi, passerotto”

    ***

    Diversi minuti più tardi Spike sedeva fianco a fianco con Buffy sul divano guardando il film Die Hard.

    “Dimmi... cosa è accaduto esattamente tra te e il finocchio?” chiese.

    “Non posso dirtelo” disse lei, gli occhi ancora concentrati sulla TV.

    “Andiamo, amore. Pensavo che non dovessimo tenerci segreti l'un l'altro” Insistette. “Come posso aiutarti se non so neanche qual è il problema?”

    Buffy sospirò esasperata. “Non sono riuscita a farlo, Spike”

    Lui la osservò con preoccupazione. “Non sei riuscita a fare cosa?”

    “Lui voleva che gli facessi del... sesso orale e non sono riuscita a farlo”

    “Quel maledetto bastardo!” Spike si alzò. Il viso improvvisamente rosso di rabbia. “Lo ucciderò!”

    “Spike! Vuoi calmarti?”

    Spike camminò in modo agitato avanti ed indietro. “Gliel'hai detto a tua madre?”

    “Cosa? No! Naturalmente non lo dirò a mia mamma. Non è come se mi avesse forzato. L'ho seguito nella sua camera da letto di mia spontanea volontà”

    “Non ti ha fatto male, vero? Perché Dio mi aiuti se l'ha fatto, io lo-”

    “Non mi ha fatto male... almeno non nel senso fisico” Guardò il pavimento mentre le lacrime iniziavano a caderle dagli occhi. “Il dolore è arrivato dopo quando ha detto che non voleva più avere niente a che fare con me”

    “Oh Buffy” Il suo viso si ammorbidì mentre la guardava singhiozzare come una ragazzina indifesa. Si sedette accanto a lei e la prese tra le braccia. “Cosa ci stavi facendo con lui prima di tutto, passerotto? Quell'uomo era ovviamente nient'altro che un idiota!”

    Buffy si fermò dal piangere e alzò gli occhi su di lui. “Cosa vuoi dire?”

    Spike rimase silezionso per un po' prima di continuare. “Non riesco ad immaginare come uno possa lasciar andare qualcuno speciale come te”

    “Tu pensi io sia speciale?” domandò lei, un accenno di sorriso sul suo viso.

    Diamine, è così bella. “Naturale che lo faccio, amore”

    “Grazie per essere mio amico, Spike. Ne ho davvero bisogno” gli disse lei mentre rimetteva la testa sulla sua spalla e sospirava. “A lui non piaceva il fatto che sia inesperta per quello che riguarda il sesso”

    “Capisco” Spike cercò di non sembrare troppo sollevato dal fatto che la verginità di Buffy era ancora intatta. Dopotutto era una dei suoi migliori amici quindi era solo naturale per lui assicurarsi che nessuno si approfittasse di lei.

    “Quindi immagini, qui è dove entri in campo tu” disse lei.

    “Huh?” Un momento di confusione lo colpì prima che realizzasse cosa lei stava cercando di dire veramente. Quindi scosse la testa. “Buffy, non penso mi piaccia l'idea che tu ritorni con il finocchio”

    “Spike, abbiamo già parlato di questo e non c'è modo che io cambi idea. Devi insegnarmi come FARLO”

    “Quando dici FARLO, intendi – sesso orale?”

    “Non solo quello. Voglio imparare tutto”

    “Tutto?” Lui deglutì.

    “Sì, tutto”

    Spike la guardò pensierosamente. La conosceva da abbastanza tempo per sapere che una volta che decideva qualcosa, non tornava indietro non importa cosa.

    Farla arrabbiare sarebbe stata un'idea davvero cattiva. Quello che doveva fare era lavorare con lei fino a quando non avesse trovato il modo di convincerla per un motivo o per l'altro che non apparteneva ad Angel.

    “Beh questo è facile. Tutto quello che devi fare è guardare un film porno, poi il tuo problema sarà risolto”

    “Un film porno?” ripeté Buffy.

    “In realtà ne ho uno a casa così lo porterò qui dopo la scuola” suggerì Spike.

    “Tu hai un film porno?”

    “Potremmo guardarlo domani sera”

    I suoi occhi si spalancarono. “Vuoi dire che lo vedrai con me?”










    Capitolo Tre - Il fattore disgusto

    Il giorno successivo


    Buffy e Spike erano migliori amici da quattro anni. Stavano insieme da così tanto che trascorrere una Domenica pomeriggio a guardare film a casa Summers era sempre stata una cosa solita e favorita da fare.

    La loro giornata solita sarebbe cominciata con una grande discussione su quale film vedere prima fino a quando uno di loro avrebbe ceduto e poi sarebbero finiti comodamente accoccolati come se niente fosse stato. Il film non era mai finito senza trovarli nella loro posizione comoda preferita: la testa di Spike distesa sul grembo di Buffy mentre le dita di lei gli massaggiavano attentamente il cuio capelluto fino al rilassamento.

    Ma quel giorno quando Spike schiacciò Play sul telecomando, entrambi sapevano che la loro solita routine sarebbe stata tutto tranne che... solita. Per la prima volta, Buffy si sentì così a disagio che dovette sedersi sulla parte più lontana del divano lontana dal suo Spike. L'ossigenato sembrava condividere anche lui lo stesso sentore infatti aveva scelto di sedersi sull'altra parte.

    Anche se i dialoghi e gli attori facevano veramente schifo, lei stava andando davvero bene fino a quando l'attrice femminile principale iniziò a togliersi il top.

    “Ti piacciono le sue tette?” La domanda fu fuori dalla sua bocca prima che lei lo realizzasse.

    Spike stava per ridere della sua domanda ma quando si voltò e vide l'espressione seria sul suo viso, si fermò. “Sono... um... sembrano... a posto... per me”

    Buffy iniziò a modersi le unghie mentre Victor, il protagonista maschile nella storia iniziò ad aprire la lampo. Le mani di Buffy andarono immediatamente a coprirsi gli occhi mentre emetteva un grido scioccato. “Oh mio Dio! Non posso credere che stia davvero guardando questo!” Non è assolutamente possibile che il coso di un ragazzo possa essere così grande nella vita vera! Quello che vedeva era probabilmente un qualche tipo di trucco della camera. Yup, era definitivamente quello. Guardò Spike e non poté fare a meno di domandarsi se il coso di Spike sembrava qualcosa di simile. Gli occhi si spalancarono, scioccata a come quel pensiero osceno era riuscito a scivolare nelle sue riflessioni.

    “Okay, quando dici di guardarlo, vuol dire che devo tenere gli occhi aperti per tutto l'intero film?”

    L'ossigenato sogghignò. “Ti stai perdendo la parte importante”

    “Vuoi dire la parte in cui lui sta conficcando il suo coso in lei da dietro?” Lei disse questo in tono disgustato, non piacendole il rumore di gemiti e lamenti che provenivano dagli altoparlanti che li circondavano.

    “Pensavo non stessi guardando, amore”

    “Allora ho sbirciato... per tipo due secondi!” piagnucolò lei. “Come fai a sopportare di guardare qualcosa così disgustosa!”

    “Può avere qualcosa a che fare con me che appartengo alla stirpe del cromosoma Y?” schernì lui.

    Lei gli diede un pugno sul braccio.

    “Ouch! Quello ha fatto davvero male!”

    “Bene perché doveva farlo!”

    “Buffy, se non lo guardi, posso anche premere il pulsante stop, amore”

    “Allora non è un problema” mormorò lei mentre Spike fermava il film. “Mi dispiace”

    “Non preoccuparti, amore. Penseremo a qualcos altro”

    “Forse c'è qualcosa che non va in me. Forse sono nata per non fare affatto sesso, Spike. Perché sento che mi sentirò male ogni volta che vedo un ragazzo nudo?”

    “Penso sia normale per te sentirti così dato che sei...”

    “Una patetica vergine”

    Lui sorrise bizzarramente. “Quello che devi fare è superare la tua paura”

    “Vuoi dire la mia paura delle parti intime degli uomini? Come?”

    “Beh... potresti guardare in rete, forse scaricare qualche foto di uomini nudi. Potremmo attaccarle dappertutto nella tua camera da letto così che, in un modo, ti abituerai a vederlo, passerotto”

    “Smetterai per favore di prenderti gioco di me?!?”

    “Chi dice che mi stavo prendendo gioco di te?”

    “Oh” replicò lei. “In quel caso, non posso ancora. E se mia madre le vedesse? Non posso neanche tenerle in un file perché controlla il mio computer di quando in quando. Te l'ho detto, la mia famiglia non conosce la definizione di privacy”

    “Lei si prende solo cura di te” le disse lui. “Si assicura che tu stia lontana da-”

    “Ragazzi come te” finì lei per lui. Buffy sorrise della sua espressione di disapprovazione. Sapeva essere così carino quando si accigliava. Aspetta un attimo! Da quando trovo Spike carino?

    “Vuoi che ti aiuti o no?” chiese lui impaziente.

    “Huh?” La sua domanda la tirò fuori dal suo sogno ad occhi aperti. “Voglio dire, sì! Lo voglio” gli disse con più convinzione.

    “Immagino che navigare per siti porno sia fuori questione” Spike aveva bisogno di venir fuori con qualcos altro velocemente. Il ballo del diploma era solamente a pochi mesi di distanza e se voleva che Dru fosse la sua accompagnatrice, aveva bisogno di agire velocemente o qualcun altro poteva prenderla prima di lui. Aveva disperatamente bisogno di aiutare Buffy con il suo problema prima così che lei potesse soddisfare la sua parte dell'accordo.

    La sua mente iniziò a lavorare per cercare qualche altra possibilità. Lavora, mente. Inizia con le basi. Pensa... Cosa la sta trattenendo?

    Poi qualcosa scattò. Quello di cui Buffy aveva bisogno era di liberarsi del fattore “disgusto” per quanto riguardava guardare le parti intime degli uomini. Va bene, ora stava andando da qualche parte. “Dimmi, amore. Cos'hai contro i peni?”

    “Stai suggerendo che sono gay, Spike?”

    “Beh ci hai pensato? È piuttosto possibile che tu e la Rossa condividiate gli stessi interessi riguardo lo stesso stesso?”

    “A pensarci. Non c'ho mai pensato al riguardo” disse lei, stando al suo gioco. “Potresti aver ragione”

    “Allora che ne dici di iniziare a guardare il mio mucchio di giornali di Playboy?” Lui le dimenò le sopracciglia.

    Buffy storse ancora una volta il naso. “Non penso proprio”

    “Sta diventando assurdo, Summers. Come puoi odiare le parti maschili quando non ne hai neanche mai visto uno da vicino?”

    “Chi dice che non l'ho fatto?” disse lei, evitando i suoi occhi.

    Il naso di Spike si allargò al ricordo di quello che Angel le aveva fatto. “Allora quello del finocchio probabilmente non ti ha lasciato una buona impressione”

    “Mi stai dicendo che non tutti i cosi degli uomini appaiono uguali?” gli disse lei incredula. “Voglio dire so c-che variano... in dimensioni. Ma in fin dei conti ciò che conta è che tutti hanno lo stesso effetto su di me”

    “E sarebbe?”

    “Mi fanno scappare!”

    “All'inferno Summers, smettila di essere così testarda e ascoltami” Si fermò e emise un profondo respiro prima di aggiungere. “Sai cosa, te lo proverò”

    “Come?” Lei chiuse gli occhi per la frustrazione. “Non c'è niente su questa terra che potresti forse fare per farmi pensare altrimenti”

    “Per l'inferno maledetto!” Non riusciva a credere a quello che stava per dire- “TelomostreròBuffy”

    “Cosa?”

    “Ho detto...” Prese un profondo respiro prima di spiattellare. “Te... LO mostrerò”

    “Vuoi dire che hai anche un giornale di uomini nudi?”

    “No. Non giornale” Iniziò a slacciare i bottoni superiori dei suoi jeans.

    “Ehi lì! Che diavolo stai facendo?” Le mani di Buffy andarono immediatamente a coprirle gli occhi.

    “Beh non è ovvio? Ti mostrerò i miei dolcetti”

    “Non farlo! Aspetta un secondo!” Buffy allungò una mano per fargli cenno di fermarsi mentre l'altra rimaneva a bloccarle la vista.

    “Okay”

    “Sei ancora... Il tuo coso non sta penzolando fuori dai tuoi pantaloni, vero?”

    “No...” Spike sorrise del suo disagio. “Non ancora”

    Buffy sobbalzò. “Bene. Perché voglio che rimanga così”

    “Ma passerotto, io credo che l'unico modo in cui possa provarti che hai torto è mostrarti il mio pene dato che il tuo carissimo si dia il caso ne possieda uno”

    “Cosa ti rende così certo che non mi sentirò male quando guarderò il tuo... coso?”

    “Non lo sono. Ma non lo sapremo per certo se non proviamo, no? In più sono il tuo migliore amico” spiegò. “Andiamo, passerotto. Se ci pensi, condiviamo sempre segreti l'uno con l'altra quindi questo dovrebbe essere una passeggiata. Sarà solo per scopi culturali”

    Il cuore di Buffy iniziò a battere forte. “Quando dici – condividere segreti. Non mi stai sul serio chiedendo di farti vedere la mia, vero?”

    “Beh potresti se -” Al suo sguardo di shock immediatamente aggiunse, “Ma non lo farai d-dato che non vuoi farlo. Sei sicura che non vuoi farlo?”

    “Spike!” disse lei in tono d'avvertimento.

    “Okay, ora che abbiamo chiarito questo. Continuiamo da dove abbiamo lasciato, va bene?”

    Buffy strizzò gli occhi chiusi mentre la mano di lui tornava a dov'era prima. “Non guarderò”

    Si sentì il rumore di una chiusura lampo.

    “Eeep” piagnucolò Buffy mentre il viso diventava una scura sfumatura di rosso.

    Spike chiuse momentaneamente gli occhi mentre sentiva l'aria sfiorargli liberamente il suo cazzo nudo. “Guardami, Buffy”

    “Non posso” protestò lei, scuotendo vigorosamente la testa.

    “Buffy” La sua voce era bassa e piena di sincerità quando le si avvicinò e le parlò dolcemente in un orecchio. “Non ti fidi di me?”

    Lei tremò leggermente alla sensazione del suo fiato sulla sua pelle sensibile. “Mi fido”

    Con il cuore che le batteva forte nelle orecchie, aprì gradualmente gli occhi per trovare Spike che la guardava con un'espressione impenetrabile sul viso. Diamine, i suoi occhi sono sempre stati così blu? Sembrava essersi persa in loro prima di ricordare dov'era e cosa stava per fare.

    “Spike?” mormorò confusa prima che i suoi occhi vagassero verso il basso. Il cuore iniziò a battere ad un ritmo irregolare quando arrivarono al suo collo, poi alla sua camicia che era parzialmente aperta sul fondo per darle una miglior visuale dei suoi addominali tonici e...

    Voleva disperatamente guardare altrove ma con suo sommo sgomento, trovò che non poteva.

    Boccheggiò mentre i suoi occhi arrivavano alla massa di riccioli che puntavano al suo lungo e già indurito cazzo. Osservò con stupore mentre iniziava a crescere proprio di fronte a lei.

    E aveva pensato che il pene di Angel fosse enorme! Guardando al rosato cazzo eretto di Spike, quello di Angel non era neanche paragonabile in dimensione. Quando strattonò un po', i suoi occhi si alzarono rapidamente per guardare in quelli di Spike con perplessità. Fu all'incirca a quel punto che iniziò a sentire una nuova strana sensazione che aveva iniziato ad accumularsi nel profondo del suo ventre. Il suo respiro ora iniziò a venir fuori in brevi ansiti. Non aveva mai sentito niente di così deliziosamente stimolante in tutta la sua vita.

    Spike cercò di mantenere il respiro uniforme mentre il suo cazzo si allungava completamente eretto contro il suo addome teso. Non importava quanto cercasse di combatterlo, non poteva trattenersi dal sentirsi eccitato dall'esame accurato e senza fretta di Buffy. Era una causa persa. Più a lungo Buffy lo guardava, più duro il suo cazzo diventava.

    “Cosa pensi, amore?”

    “Si presume che diventi grande in questo modo? Come fai a tenere qualcosa di così grande dentro i pantaloni?”

    Spike sogghignò. “Normalmente è morbido. Diventa duro solo quando sono eccitato”

    “Vuoi dire...” Deglutì. “Ti ecciti vicino a me?”

    “Un uomo non può evitarlo quando una ragazza guarda il pene di un uomo come fai tu” scherzò lui con voce bassa.

    “Cosa?!” La voce di Buffy venne fuori più roca di quanto intendesse. “Non sto-”

    Il suo cazzo scattò al suono della voce roca di Buffy.

    “Sto solo scherzando, amore. Abbiamo appena finito di guardare un porno quindi è solo naturale che ne abbia ancora gli effetti” mentì lui.

    “Oh.” disse lei mentre cercava di nascondere il dispiacere nella sua voce.

    “Già” Per l'inferno maledetto! Farebbe meglio a smettere di guardare il mio pene in quel modo o Dio solo sa cosa farò. “Ad ogni modo, la sbirciatina è finita”

    “Grazie al cielo!” Buffy finse sollievo, il cuore che ancora correva. Non riusciva a credere a quanto fosse delusa quando Spike si rimise nei pantaloni ancora una volta.

    “Sono lieto sia finita” disse lui, ridacchiando nervosamente. Sedette sul divano, domandandosi cosa era appena successo.

    “Anch'io” Buffy si unì a lui sul divano, guardando dappertutto tranne che lui. Cavolo! Perché improvvisamente è così caldo qui?

    I due respirarono profondamente in sincronia prima che un imbarazzato silenzio li inghiottisse.

    Fu Buffy che parlò per prima. “Vuoi guardare un film da donna tipo soap opera, vuoi-piangere-ma-non-puoi con me?”

    Spike annuì nervosamente. “Assolutamente”




    TBC
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